Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 621 del 5/5/2005
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(Orientamenti del Governo relativi alla futura destinazione dell'aeroporto di Boccadifalco di Palermo - n. 2-01521)

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Presti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01521 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 9).

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, signor viceministro, l'interpellanza in esame riguarda il futuro di Boccadifalco, vale a dire di uno degli aeroporti più antichi d'Italia. Costruito sul finire degli anni Venti, Boccadifalco occupa una vasta area a sud di Palermo. Si tratta di una struttura che è stata mantenuta nel corso degli anni in modo eccellente, grazie alla presenza dell'Aeronautica militare.
Tale struttura ha operato come aeroporto militare durante la guerra, e successivamente come aeroporto militare e parzialmente civile, e oggi è anche sede di uno dei più prestigiosi aereoclub d'Italia. È una struttura magnifica - che personalmente conosco molto bene, in quanto palermitano e per avervi svolto il servizio militare -, che riveste interesse dal punto di vista storico e culturale. Essa comprende un orto botanico con esemplari di flora rarissimi, e le strutture aeronautiche che vi insistono rappresentano un raro esempio di «archeologia militare» di notevole rilevanza (mi riferisco ai viali, che offrono uno spettacolo di giardini, fiori, piante e alberi, agli hangar, ai magazzini, alla palazzina sede del comando, al circolo ufficiali). Una struttura, soggetta peraltro a un vincolo della sovrintendenza sull'orto botanico, che rappresenta dunque un momento storico e culturale della vita del nostro paese che oggi rischia di tramontare.
Non so se il viceministro abbia visitato la città di Palermo, probabilmente sì: so che egli conosce l'impianto aeroportuale di Boccadifalco. Allora, forse, dovrebbe calarsi maggiormente in quella realtà, per viverla da dentro ed apprezzare la portata storica, culturale e ambientale del sito in oggetto.
Oggi la situazione rischia di cambiare. Boccadifalco negli anni è diventato sede dei Nuclei elicotteri dei carabinieri e della polizia, della Guardia di finanza, del Corpo forestale della regione siciliana e, in ultimo, anche dei Vigili del fuoco. Tale struttura sta assumendo una caratteristica di polifunzionalità in materia di interventi di protezione civile, di soccorso. Attualmente, come detto, sono in forza presso la struttura numerosi reparti delle forze dell'ordine, mentre l'areoclub vi opera, anche se con molte difficoltà, incrementando ogni anno il numero dei soci e degli aerei. È, quindi, una struttura viva e vitale.
Da qualche anno, però, la situazione sembra cambiare. L'aeronautica militare, infatti, ha avviato una politica di lenta, ma progressiva dismissione della propria presenza in quel sito, alleggerendo, col tempo, il numero degli uomini, delle strutture e dei mezzi, sino a giungere ad una presenza


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attuale non ancora simbolica, ma che rischia di diventarlo nei prossimi mesi.
È presente, infatti, un distaccamento che svolge soltanto funzioni di rappresentanza e di controllo del traffico aereo. Nonostante quel che si pensi, il numero degli elicotteri che dal sito giornalmente si alzano in volo ed il numero degli aerei dell'aereoclub che svolgono attività di scuola di pilotaggio originano un numero di ore di volo consistente che necessita di un controllo del traffico aereo e di un servizio meteo, svolti dall'Areonautica militare.
Da qualche tempo, però, gli stati maggiori hanno pensato di avviare la progressiva dismissione della presenza nel distaccamento, legando questa iniziativa ad un'altra vicenda manifestatasi in questi mesi. Mi riferisco ad una nuova utilizzazione di buona parte dei terreni a servizio dell'aeroporto, che, ormai, sono destinabili ad altro uso essendo terminate le esigenze belliche. È stata ventilata, quindi, l'esigenza di allocare in questi terreni la cosiddetta «Cittadella della polizia»: ottima iniziativa, apprezzata dai palermitani.
Siamo d'accordo sul fatto che questi terreni, in gran parte inutilizzati, siti a nord dell'aeroporto possano diventare sede della «Cittadella della polizia», il che equivarrebbe a garantire alle forze dell'ordine un luogo idoneo al loro accoglimento. Tale progetto rappresenterebbe, inoltre, l'affermazione del principio della presenza dello Stato in un territorio come la provincia di Palermo, notoriamente a rischio d'infiltrazione criminosa.
Questa vicenda, quindi, si lega al progetto di rilancio di parte della struttura, su cui siamo d'accordo. Ma si lega vieppiù, temiamo noi, al tentativo di abbandono del complesso edilizio, delle strutture, degli impianti logistici dell'aeroporto di Boccadifalco, che potrebbe aprire la strada, a nostro avviso, a future speculazioni.
L'ENAC sarebbe disponibile ad assumersi la gestione dell'aeroporto e ha presentato un articolato progetto in tal senso, nel quale si ipotizza la creazione di un centro congressi a servizio del traffico civile di piccolo cabotaggio (ad esempio, per gli uomini di affari) e del traffico in transito: un progetto di riqualificazione della struttura, di cui l'ENAC assumerebbe la gestione.
Quando poi si scende nel dettaglio (e vi sono state riunioni, conferenze di servizio tra ENAC e aeronautica militare, ENAV ed altri su come orientarsi per il futuro) i nodi giungono al pettine, visto che non si comprende con quali risorse l'ENAC dovrebbe gestire tale struttura, mentre, d'altro canto, l'ENAV (che dovrebbe essere l'ente deputato al controllo del traffico aereo) ha fatto sapere di non essere minimamente interessato a sostituire l'aeronautica militare nella gestione del traffico aereo in quanto impossibilitato a farlo, stante per la necessità di utilizzare ingenti risorse di cui non dispone.
Oggi, con il sacrificio di uomini preparatissimi dell'aeronautica militare si riesce benissimo a svolgere la funzione di controllo del traffico aereo con attrezzature e uomini che comunque costano, ma che rappresentano un costo consolidato nei decenni di funzionamento della struttura medesima.
Siamo venuti al dunque. So che l'aeronautica è ferma su questa posizione. Signor ministro, credo che la risposta, purtroppo, sarà negativa, ma noi certamente non molleremo. La città di Palermo non intende assolutamente rinunziare all'aeroporto di Boccadifalco o riaprire la strada a future ipotesi di speculazione. Vi è infatti un dato che forse è sfuggito a molti: se l'aeronautica militare dovesse lasciare quella struttura, potrebbe tornare a rivivere una norma che prevede la restituzione di gran parte dei terreni allora assegnati al demanio dello Stato e all'aeronautica militare per costruire l'aeroporto ai proprietari che li concessero volontariamente (alcuni di quei terreni vennero espropriati, mentre altri concessi su base volontaria) con la condizione che i terreni stessi rimanessero sempre al


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servizio dell'infrastruttura aeroportuale e che vi permanesse l'aeronautica militare medesima.
La preoccupazione è che nel momento in cui l'aeronautica dovesse lasciare l'impianto aeroportuale, non si saprebbe bene nelle mani di chi questo dovrebbe passare, dal momento che l'ENAC afferma di non avere i soldi e l'ENAV non intende sborsare alcun contributo per gestire il traffico aereo. Probabilmente i voli degli elicotteri sarebbero gestiti da qualcuno della polizia, della Guardia di finanza o dei carabinieri deputato a farlo: in tal modo, però, la pista aeroportuale sarebbe destinata a chiudere, la struttura ad essere abbandonata e chiusa definitivamente. Probabilmente, dopo qualche anno di mancato utilizzo, essa sarebbe destinata a chissà quale uso speculativo. Nel frattempo, verrebbe costruita la città della polizia e, di fatto, sparirerebbe nel dimenticatoio e nell'oblio l'attenzione, che invece intendiamo mantenere alta, su questo problema per il quale siamo pronti a promuovere anche altre iniziative di carattere parlamentare, sociale, culturale, per evitare che si compia quello che riteniamo sarebbe un autentico scempio di un sito che, dal nostro punto di vista, non deve assolutamente essere dismesso.
Sono queste le preoccupazioni che ci animano, signor sottosegretario, e le soluzioni, aldilà della presa di posizione, secondo me non meditata da parte dell'aeronautica militare, che ci potrebbero essere.
Infatti, se l'aeronautica militare continuasse ad insistere nel voler lasciare quel sito, motivo tra l'altro facilmente comprensibile in quanto luogo prestigioso e di rappresentanza, che potrebbe essere anche utilizzato proprio per tali finalità (ritengo infatti che il decoro delle nostre forze armate passi anche attraverso questo tipo di iniziative!), le preoccupazioni aumenterebbero e a quel punto qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità delle eventuali conseguenze: una dismissione forzata con l'apertura di ipotesi speculative che, francamente, vorremmo evitare. Senza contare il fatto che l'aeroclub, che vi ha sede, rischierebbe di chiudere: circa trecento sportivi associati a questa struttura non potrebbero più effettuare voli.
Diverse persone che gravitano intorno a questo circuito virtuoso che produce ricchezza rischierebbero di non avere più la possibilità di operare.
Al di là della risposta che lei, onorevole Tassone, fornirà alla mia interpellanza, che temo, ahimè, non sia in linea con quelle che sono le aspettative della comunità cittadina interessata, vediamo se è possibile trovare per il futuro una soluzione che contemperi le diverse esigenze e i diversi interessi in campo. Faccio riferimento, in particolare, allo sviluppo di sinergie tra le forze dell'ordine e l'Aeronautica militare, al fine di suddividere i costi di gestione della struttura, e alla creazione delle condizioni che consentono una cogestione della stessa. Una struttura come l'aeroporto di Boccadifalco rappresenta sicuramente un servizio utile per quella comunità cittadina e, come tale, non può andare dispersa in questo modo.
Al di là dell'odierna discussione, desidererei comunque che rimanesse una porta aperta su questa vicenda. Per la verità, mi aspettavo che venisse a rispondere alla mia interpellanza il ministro della difesa, e non uno dei rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Per carità, lei, onorevole Tassone, come è ovvio che sia, parlerà a nome del Governo, ma, se fosse venuto a rispondere il ministro della difesa, gli avrei rappresentato più da vicino le esigenze richiamate, sperando che lo stesso potesse cogliere, dal senso delle mie parole, la preoccupazione che sussiste in seno a quella comunità cittadina per il futuro di questa struttura. Così non è: vedremo comunque di sollecitarlo magari in altra sede.
Il mio augurio è che si possa giungere ad una soluzione positiva di questa vicenda, che consenta, ripeto, di contemperare le esigenze di tutti. Dico ciò in quanto


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non riesco a spiegarmi perché improvvisamente l'Aeronautica militare, dopo quasi ottant'anni di gestione dell'aeroporto di Boccadifalco, abbia deciso di non aver più il tempo e la voglia o le risorse per continuare a mantenerla. Tutto ciò è, a mio avviso, un po' esagerato. Conseguentemente, ritengo che una decisione del genere vada riconsiderata da parte dell'Aeronautica militare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, onorevole Tassone, ha facoltà di rispondere.

MARIO TASSONE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ho ascoltato attentamente quanto è stato affermato dall'onorevole Lo Presti in ordine alla vicenda oggetto dell'interpellanza. Nel rispondere all'onorevole interpellante tenterò di svolgere non un ragionamento preconcetto, ma delle valutazioni con riferimento alla situazione attuale e alle posizioni che si sono evidenziate, perseguendo soprattutto l'obiettivo di rimarcare il carattere dell'utilità della struttura in questione. D'altronde, lo stesso onorevole Lo Presti ha parlato lungamente dell'utilità e dell'opportunità dell'aeroporto di Boccadifalco.
Come detto, con la mia risposta chiarirò come stanno andando le cose e così, tutti assieme, nell'ambito di un rapporto dinamico, ma sempre collaborativo e sinergico tra Parlamento e Governo, capiremo meglio la vicenda in questione.
Con decreto ministeriale del ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 24 dicembre 2004, è stato istituito il gruppo di lavoro previsto dall'articolo 2, lettera c), del protocollo di intesa del 14 ottobre 2004, volto all'elaborazione di accordi di programma propedeutici al cambio di status giuridico da militare a civile, in ordine ai vari aeroporti interessati.
In recepimento delle esigenze rappresentate dal Ministero dell'interno, si è convenuto di dare priorità alla revisione dello status giuridico dell'aeroporto di Palermo-Boccadifalco, definendolo progetto pilota.
Invero, l'aeroporto siciliano aveva già formato oggetto del protocollo di intesa sottoscritto in data 25 ottobre tra il Ministero dell'interno, il Ministero dell'economia e delle finanze, la regione siciliana ed il comune di Palermo, nonché della lettera di intenti del 22 luglio 2004 tra il Ministero dell'interno, lo stato maggiore dell'Aeronautica militare e l'ENAC, finalizzati a destinare al Dipartimento per la pubblica sicurezza un'area per la realizzazione di un complesso edilizio funzionale su una parte del sedime aeroportuale a cui lei faceva riferimento.
Al fine di dare rapido impulso alla procedura, si è costituito un gruppo di lavoro «ristretto» per la definizione del dettaglio degli adempimenti tecnici e delle modalità attuative del cambio di status del citato rapporto. Di tale gruppo tecnico, coordinato dal rappresentante della Direzione generale della navigazione aerea, hanno fatto parte l'Aeronautica militare, il Genio difesa, l'ENAC e, da ultimo, l'Agenzia del demanio. In data 17 marzo, è stato definito il testo di accordo di programma, completo di un annesso tecnico e dei relativi allegati. Una volta approvato l'accordo, si sarebbe dato corso alla sottoscrizione del decreto interministeriale (difesa, infrastrutture, economia) per addivenire al cambio di status.
Entro 30 giorni dall'emanazione del decreto interministeriale, il ministro della difesa avrebbe effettuato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tramite l'Agenzia del demanio, la consegna provvisoria delle aree, dei manufatti e degli impianti dell'aeroporto, come individuati nell'annesso, procedendo alla contestuale assegnazione dei medesimi all'ENAC, in uso gratuito, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 8 del decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250.
È stato previsto, altresì, di mantenere in uso governativo alla Guardia di finanza, alla Polizia di Stato, al Corpo dei vigili del


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fuoco (sono i soggetti a cui lei faceva poc'anzi riferimento), nonché alla regione Sicilia, Dipartimento protezione civile, le aree, i beni e gli impianti già nella disponibilità delle stesse amministrazioni. Pertanto, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe riservato in uso governativo al Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno un'area necessaria alla realizzazione di un complesso edilizio funzionale, previa verifica, da parte dell'ENAC, del progetto definitivo. Gli oneri relativi all'attuazione del trasferimento sarebbero stati a carico dell'ENAC, nell'ambito del proprio bilancio.
Tuttavia, in sede di presentazione del predetto lavoro nella riunione interministeriale plenaria del 5 aprile scorso, si sono evidenziati criteri di individuazione dei presupposti dell'atto in esame diversi e nuovi rispetto a quelli che avevano costituito la base di lavoro e che implicano una revisione del documento. In particolare, l'Agenzia del demanio, richiamando l'attenzione sulla titolarità del diritto dominicale dei beni demaniali, ha evidenziato la necessità di individuare le parti del sedime aeroportuale di interesse sia del Ministero dell'interno, per la realizzazione della «cittadella della Polizia», sia del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, queste strettamente destinate al volo, riservandosi la piena disponibilità delle parti restanti. In ordine a tale posizione, l'amministrazione della Difesa, Aeronautica militare, ha evidenziato la necessità di dismettere il sedime nella sua interezza e non in modo frazionato, in quanto quest'ultimo sarebbe ostativo al proseguimento della riduzione degli oneri attualmente a proprio carico.
L'ENAC ha altresì sostenuto che il sedime aeroportuale, per sua stessa natura, è interamente destinato a fini di ruolo e che, in quanto tale, non è divisibile in parti adibite ad usi tra loro diversificati.
Da ultimo, a sostenere l'esigenza del trasferimento dell'intero sedime è intervenuto anche il Ministero dell'interno, rappresentando che, in considerazione del costante impegno delle forze di polizia nella lotta alla criminalità organizzata, le attività di volo sono, comunque, strumentali allo svolgimento delle attività di istituto da svolgere sul territorio.
Stanti le descritte posizioni, per corrispondere alle esigenze di priorità ribadite dal Ministero dell'interno, si è proceduto a scorporare dal procedimento in corso la fase della delimitazione e della consegna provvisoria dell'area necessaria alla realizzazione del centro polifunzionale della Polizia di Stato. Il relativo accordo è stato sottoscritto, in data 5 aprile, tra il Ministero dell'interno, il Ministero della difesa - lo Stato Maggiore Aeronautica e Geniodife - nonché dell'Agenzia del demanio.
Al fine di addivenire alla sottoscrizione dell'accordo di programma propedeutico all'adozione del decreto interministeriale, nonché alla definizione di una procedura condivisa, che consenta di operare il cambio di status anche per i restanti aeroporti, è necessario superare il contrasto tra chi (agenzia del demanio) sostiene che il sedime aeroportuale debba essere frazionato in ragione delle diverse destinazioni d'uso e coloro (Aeronautica militare, ENAC, Ministero dell'interno) che, viceversa, sostengono la necessità che il trasferimento del sedime avvenga nella sua interezza.
A tal fine, onorevole Lo Presti ho convocato, per la prossima settimana, un'apposita riunione. Mi auguro di affrontare e di risolvere tutti i problemi, tenendo in conto delle sue valutazioni.
Come vede, non c'è alcun disegno particolare. Quando una struttura diventa insostenibile rispetto ai compiti per cui è sorta, indubbiamente occorre «volturarla» per darle una destinazione più consona alle esigenze del territorio.
La struttura di Boccadifalco non è più sostenibile da parte dell'Aeronautica militare. Dopo una lunga storia, l'Aeronautica militare ritiene debba essere data ad altri.

ANTONINO LO PRESTI. Non è un corpo separato dello Stato, l'Aeronautica militare!


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MARIO TASSONE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. No, onorevole Lo Presti, l'Aeronautica militare non è un corpo separato dello Stato. C'è una strategia, un disegno, dei criteri della Difesa approvati da questo Parlamento, non da altri. C'è un distaccamento. Vediamo poi cosa si deve fare con riferimento alle dieci, dodici persone del distaccamento...

ANTONINO LO PRESTI. No, no...

MARIO TASSONE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. No, io la dico tutta, perché tutte queste cose le abbiamo ascoltate! Non mi riferisco a lei, che ha sviluppato un discorso molto corretto e serio.
Oggi, si parla dell'aeroclub, di voli. Vediamo come si può articolare tutto ciò. Terrò presente questa situazione, ma attualmente l'aeroporto non svolge funzioni di difesa! Tale aeroporto è stato superato da altre strategie della difesa. In questo momento, possiamo affrontare l'intera problematica della difesa. Lei ha fatto riferimento al collega, ministro della difesa. Non c'è dubbio che anche il Ministero della difesa si è fatto sentire attraverso alcune prese di posizione.
In questa situazione, il sedime aeroportuale non è destinato ai privati. Deve essere funzionale ad un servizio pubblico di grande rilevanza. Ritengo che esista un grande progetto dove, non soltanto la cittadella, ma anche il supporto alle infrastrutture e al volo è necessario ed importante. Verifichiamo come sia possibile ricollocare tutte quella attività che sono state realizzate nel tempo. Ritengo che la problematica che lei ha evidenziato esista. Ma certamente ci troviamo in una fase storica diversa. L'ENAC è l'Ente nazionale dell'aviazione civile, non gestisce gli aeroporti.
Quanto alle disponibilità finanziarie dell'ENAV, ovviamente valuteremo quali sarebbero le spese; lei sa che attraverso la riforma del trasporto aereo si tende ad una catalogazione degli aeroporti tra quelli di interesse nazionale e quelli di interesse regionale: in tal caso, tuttavia, ci troviamo dinanzi ad una fattispecie alquanto particolare, diversa.
Certo, si pone anche un problema di costi, per l'Aeronautica militare; se il centro di Boccadifalco non è funzionale come prima, l'Aeronautica militare effettuerà anche una valutazione dei costi per il mantenimento dello stesso.
È un discorso lungo e antico quello che interessa Boccadifalco e forse è l'occasione, questa, di riprenderlo qui, in Assemblea; ciò è importante e fondamentale. Lei può star certo che porterò, nelle riunioni a livello ministeriale cui parteciperò, anche la sua valutazione cosi accorata, da lei effettuata con grande interesse e, soprattutto, con grande sensibilità; sensibilità di cui debbo darle pienamente atto questa sera.
Si tratta di una problematica che già esisteva e della quale ho dovuto quindi prendere atto; essa infatti si è via via sedimenta nel tempo. Ma non vi è dubbio che esistano valutazioni coincidenti tra i Ministeri della difesa, dell'interno, dell'economia e delle finanze e, infine, delle infrastrutture e dei trasporti che, come lei sa, ha la responsabilità del sistema del trasporto aereo all'interno del nostro paese.
Detto ciò, non vi è alcun dubbio che le sollecitazioni da lei rivolte così cortesemente saranno - lo ribadisco ancora una volta - tenute presenti; vedremo come procedere in questa direzione per dare una risposta che tenga conto della storia, del funzionamento ma anche dell'aggiornamento delle funzioni di grande portata che l'aeroporto di Boccadifalco è chiamato ad assumere.

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Presti ha facoltà di replicare.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario; devo dichiararmi soddisfatto, se non altro per


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l'apertura da lei, sottosegretario, mostrata alla fine dell'intervento. Già si intravedono spazi di discussione anche se poi mi è sembrato di capire, per la verità, che pochi sarebbero i margini per garantire la permanenza di una struttura come l'Aeronautica militare in quell'aeroporto. Però, mi sembra di comprendere che quanto è stato oggi discusso potrà formare oggetto di dibattito in riunioni a livello ministeriale sulle decisioni da assumere.
Devo anche, oggettivamente, contestare alquanto alcune affermazioni. Per chi ci ascolta, osservo come la sintesi del suo discorso sia un po' la seguente. Intanto, si trasferirebbero le aree alla Polizia di Stato, al Ministero dell'interno; si «sdemanializzerebbe» o, comunque, si concederebbe questa parte di aeroporto alla Polizia di Stato per realizzare la «Cittadella della Polizia». Poi, quanto al resto, si vedrà; infatti, i problemi giuridici non sono indifferenti anche se si insiste, da parte dell' amministrazione dell'interno, nella volontà di avere tutto, in ipotesi, per garantire una gestione complessiva, il che potrebbe essere anche una soluzione.
Ribadisco che noi - parlo a nome dei colleghi che hanno firmato l'interpellanza (molti dei quali palermitani) e, soprattutto, della comunità cittadina - siamo d'accordo sull'ipotesi che si realizzi in quella zona «la Cittadella della Polizia»: è un grande passo avanti. L'ho sostenuto, a chiare lettere, nell'interpellanza; se avesse letto il testo, avrebbe...

MARIO TASSONE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. L'ho letto tutta!

ANTONINO LO PRESTI. È un grande passo avanti. Li accoglieremo a braccia aperte; siamo felici. Ma non mi si può osservare che le mutate esigenze di strategia della difesa sono alla base di questa decisione francamente incomprensibile per me ...

MARIO TASSONE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Non è utilizzando l'aeroporto per la difesa...

ANTONINO LO PRESTI. ...la decisione circa il programmato abbandono dell'Aeronautica militare. Guardi, bisognerebbe difendere il prestigio del sito; la inviterei a veramente a visitare con me quel sito.
Non è necessario che vi siano strategie di difesa, poiché civiltà più antiche della nostra mettevano i soldati a guardia di un albero millenario!
Non voglio innescare una polemica, perché si è trattato di un confronto veramente civile, e soprattutto denso di contenuti; tuttavia, non mi si può rispondere che le mutate esigenze della difesa fanno sì che l'Aeronautica militare decida, improvvisamente, di sbarazzarsi di Boccadifalco.
Non si tratta, signor viceministro - perché ho raccolto la sua battuta polemica -, di difendere il posto di lavoro di dodici persone: assolutamente no, perché non è questo il problema! Il problema, come lei ha avuto modo successivamente di sottolineare (e per questo la ringrazio), è difendere il prestigio di un insediamento, che può essere difeso soltanto con il prestigio di un'autorità militare che oggi ha grandi difficoltà nel relazionarsi con le autorità di polizia che in quella sede hanno allocato i loro nuclei elicotteri.
Sa che cosa accade, signor viceministro? Accade che l'Aeronautica militare è in difetto di uomini, perché glieli hanno progressivamente sottratti. Non è mai stato un aeroporto operativo dal punto di vista dell'atterraggio dei mezzi militari; magari vi avrà fatto transito qualche piccolo aero militare-scuola, ma si trattava soprattutto di un aeroporto nel quale aveva sede il telegruppo, vale a dire una struttura, operativa in tutta la Sicilia, composta da tecnici altamente qualificati, che si occupavano di comunicazioni, di sistemi radar e di sistemi radio dell'Aeronautica militare. Improvvisamente, venne deciso di spostare tale importante nucleo a Trapani, e da lì è progressivamente iniziato l'assottigliamento della struttura militare.


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Oggi, tuttavia, esistono problemi di gestione. La Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri, infatti, non ne vogliono sapere di mettere qualcuno a guardia della porta, del passo carraio o dell'ingresso nelle ore notturne, poiché non hanno personale sufficiente. L'Aeronautica militare, allora, compie sforzi enormi, ma ad un certo punto è costretta a chiudere il passo carraio di notte, poiché non ha la possibilità di mettervi a guardia degli uomini. Ricordo che un tempo vi era la leva obbligatoria - io stesso ho avuto l'onore di fare la guardia all'aeroporto di Boccadifalco, alternandomi nei turni con i miei colleghi -, ma oggi ciò è impossibile, perché non vi sono più uomini a disposizione per poterlo fare!
Vorrei rilevare, altresì, che la Polizia di Stato, oppure l'Arma dei carabinieri, che hanno i nuclei elicotteri distanti dal cuore vitale dell'aeroporto (vale a dire la palazzina comando, gli impianti logistici ed i magazzini), non vogliono svolgere tale funzione, ed allora dobbiamo conciliare anche queste esigenze! In altri termini, esiste la fondata preoccupazione che, a causa dell'abbandono da parte dell'Aeronautica militare e trasferendo questo sito (almeno la parte che costituisce storicamente il cuore dell'aeroporto di Boccadifalco, nonché le strutture di alto valore storico, culturale ed architettonico), si possa aprire la strada non solo al degrado di tali strutture - che nessuno avrebbe l'interesse di tutelare! -, ma anche a possibili speculazioni. Nessuno riesce a togliermi dalla testa questa idea, e non sono neanche il solo a pensarla in questo modo; tuttavia, si tratta di un'ipotesi non proprio peregrina.
Vorrei ribadire che la presenza della Polizia di Stato non è inconciliabile, e comunque le sue parole, signor viceministro, lasciano intravedere - per carità, magari sono troppo ottimista, ma mi auguro che sia così - un barlume di speranza. Comunque, vorrei tanto essere informato sugli esiti delle riunioni che svolgerete, nei prossimi giorni, a livello ministeriale, per meglio comprendere quali saranno gli orientamenti in materia. Lei ha affermato che sarà valutato il modo con cui l'ENAV potrà gestire la nuova situazione, tuttavia so - e mi consenta di ribadirlo - che tale ente non intende, evidentemente, assumere la gestione del traffico aereo. Infatti, non dispone delle risorse finanziarie per farlo, e ciò costerebbe enormemente; tuttavia, vedremo cosa ci riserverà il futuro. Nel frattempo, vigileremo costantemente, seguendo con attenzione gli sviluppi della situazione.
Mi farò carico, se me lo consentirà, di relazionarmi con lei e con il suo ufficio per capire meglio gli sviluppi ulteriori. Concludo il mio intervento esprimendo l'auspicio che, re melius perpensa, l'Aeronautica militare riveda tale posizione così intransigente, perché quel sito potrebbe anche divenire una prestigiosa sede di rappresentanza della stessa Aeronautica militare, che non è un corpo separato dello Stato e che dovrebbe obbedire a logiche che non sono solo quelle strettamente connesse alla difesa, ma che potrebbero relazionarla in modo migliore alle esigenze di una comunità quale quella palermitana, che vede nel prestigio della stessa Aeronautica la garanzia per la tutela della sicurezza di un sito altrettanto prestigioso.

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