Allegato B
Seduta n. 614 del 19/4/2005


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INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
i dati sulle partite di calcio giocate domenica 10 aprile 2005 parlano di 85 feriti tra le forze dell'ordine, 17 tifosi arrestati, 265 denunciati;
tra le partite di domenica 10 aprile 2005 il match Lazio-Livorno giocato allo stadio Olimpico ha avuto dei risvolti pesantissimi in termini di violenza tra tifoserie avversarie e tra queste e le forze dell'ordine;
all'Olimpico la polizia ha sequestrato uno striscione che diceva «Moby Prince, 140 morti senza giustizia: e i colpevoli?» esposto dalla tifoseria del Livorno al fine di commemorare le vittime della tragedia della Moby Prince di cui ricorreva il 14o anniversario;
tale striscione non conteneva alcun messaggio offensivo né sottendeva una qualche forma di violenza; si è trattato piuttosto di una civilissima denuncia per una grave tragedia su cui non si è ancora fatto piena luce;
contemporaneamente la tifoseria della Lazio esibiva e sventolava per tutto il corso della gara bandiere contenenti, simboli apologetici del nazismo e striscioni inneggianti al regime fascista, evocativi di violenza e di discriminazione razziale;
durante la partita, inoltre, la tifoseria della Lazio ha esposto anche striscioni di tenore offensivo per la società ed i tifosi, avversari;
al termine della partita incidenti e tafferugli, verificatisi all'interno della stazione ferroviaria di Roma San Pietro tra forze dell'ordine e tifosi del Livorno, si sono conclusi con sei arresti e 248 denunce;
per molte ore i tifosi livornesi sono stati trattenuti nel centro immigrati di via Collatina dove i supporter amaranto sono stati identificati denunciati e diffidati per i disordini scoppiati alla stazione romana di San Pietro;
nella notte di domenica solo a 125 degli oltre 250 tifosi toscani è stato permesso di tornare a Livorno, mentre gli altri hanno dovuto attendere il giorno successivo;
Alberto Benedetti, capogruppo di Rifondazione comunista nel comune di Collesalvetti (Livorno), che si trovava sul treno dei tifosi toscani in trasferta ha


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dichiarato, tra l'altro (Ansa 11 aprile 2005): «La polizia ha tenuto un atteggiamento indisponente fin dall'inizio e ci sono stati tifosi letteralmente spogliati durante le perquisizioni... Hanno tolto sciarpe e bandiere, perfino le scarpe». Benedetti parla anche delle ore trascorse nella sede della polizia: «Ci hanno ammassati in un salone in attesa delle identificazioni e siamo stati derisi e apostrofati. Ho visto personalmente un poliziotto prendere a calci un paio di ragazzi che si erano addormentati perché non avevano risposto all'appello. Per ore non ci hanno fatto usare il bagno e a qualcuno è stato tolto persino il telefonino. Alla stazione di San Pietro ho sentito il racconto di molti tifosi che avrebbero visto agenti di polizia estrarre persino la pistola e puntarla contro il volto dei livornesi»;
tale scenario è confermato da altre dichiarazioni pubblicate dal Corriere della Sera (12 aprile 2005) in cui Stefano Mauri, operaio quarantaquattrenne, racconta: «Polizia e carabinieri ci hanno tenuto per ore sotto la pioggia, qualcuno persino sdraiato a terra nelle pozzanghere. Ci hanno minacciato, insultato, messo le mani addosso. Non potevamo telefonare. Ci hanno trattati tutti come delinquenti, senza fare distinzioni»;
utile alla ricostruzione riteniamo pure il racconto di Rosy, la moglie di Fabrizio Bacci, 44 anni artigiano, che sempre al Corriere della Sera fa il seguente resoconto: «Ho visto partire mio marito alle 7 di mattina, tranquillo come sempre. Mi ha chiamato al telefonino dopo la partita, era disperato. Aveva paura a parlare perché gli agenti minacciavano chiunque avesse il cellulare. Non gli hanno dato da bere e da mangiare. Lo hanno trattato come un delinquente, lui che è un padre di famiglia, una pasta d'uomo. Se hanno sbagliato in pochi, perché trattare così tutti? È una vergogna» -:
sulla base di quale discrezionalità sia avvenuto il sequestro dello striscione sulla Moby Prince esposto dalla tifoseria del Livorno, nonostante questo non avesse alcuna connotazione politica;
quali siano le ragioni per le quali le forze dell'ordine non abbiano ritenuto di, dover prendere immediate iniziative nei confronti della tifoseria della Lazio mentre si stava consumando il reato di apologia di fascismo;
se, considerata l'evidente disparità di trattamento nei confronti delle due tifoserie, intenda stigmatizzare l'operato delle forze dell'ordine in occasione dell'incontro di calcio Roma-Livorno del 10 aprile 2005;
se intenda chiarire, anche procedendo ad un'inchiesta interna, l'operato delle forze dell'ordine nei confronti dei tifosi livornesi in occasione degli incidenti verificatisi alla Stazione di Roma San Pietro, nonché le modalità e le condizioni del loro trattenimento nella Capitale;
se non ritenga che il bilancio della domenica calcistica del 10 aprile 2005 in termini di violenza e scontri dimostri l'assoluta inefficacia della normativa vigente in materia di violenza negli stadi e quali iniziative intenda prendere per affrontare il fenomeno.
(2-01535) «Mascia, Giordano».

Interrogazione a risposta orale:

LUCIDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 17 febbraio 2004 e 27 febbraio 2004 il Ministero dell'interno ha bandito due concorsi pubblici per esami per il conferimento di 50 posti - 10 posti con concorso interno e 40 posti con concorso esterno - di commissario della Polizia di Stato;
le graduatorie finali sono state pubblicate il 15 dicembre 2004, per i 10 posti interni, e il 27 dicembre 2004, per i 40 posti esterni. Nelle rispettive graduatorie risultano in qualità di idonei non vincitori 12 candidati per il concorso interno e 48 candidati per quello esterno;


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il 29 dicembre 2004 i 50 candidati dichiarati vincitori sono stati avviati al corso di formazione;
il 22 dicembre 2004 il ministero dell'interno, con proprio decreto, ha esternato la determinazione di voler coprire altri 50 posti del ruolo di commissari di P.S.;
tale determinazione si è concretizzata con l'emanazione, in data 8 e 11 febbraio 2005, di due nuovi bandi di concorso pubblico per esami per il conferimento di un totale di 50 posti, superando di fatto la validità e l'efficacia delle due precedenti graduatorie, recentemente pubblicate, dalle quali risultavano in posizione di idoneità 40 candidati;
l'articolo 39, comma 13 e 16, legge 27 dicembre 1997, n. 449, stabilisce la validità delle graduatorie di concorsi pubblici per un periodo di diciotto mesi dalla data della loro approvazione e subordina l'indizione di nuove procedure all'indisponibilità di idonei in concorsi già espletati -:
quali valutazioni ritenga di dover esprimere sulla vicenda esposta e se non ritenga di dover assumere un'iniziativa affinché sia applicata la previsione di legge relativa al periodo di validità delle graduatorie, assicurando così - in ottemperanza alla determinazione dell'amministrazione pubblica di voler fronteggiare le carenze di organico - ai 40 idonei non vincitori dei concorsi sopraccitati la possibilità di poter essere avviati al corso di formazione preliminare all'effettivo ingresso nel ruolo di commissari di P.S.
(3-04414)

Interrogazione a risposta scritta:

MUSSI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
martedì 12 aprile 2005, a Piombino (Livorno) un incendio di vaste proporzioni ha danneggiato alcuni impianti dello stabilimento «La Magona d'Italia», specializzato in prodotti laminati d'acciaio sottili zincati e preverniciati;
fortunatamente l'evento non ha provocato vittime, anche grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco - di Piombino, Follonica, Cecina e Livorno - e delle forze dell'ordine, anche se l'allarme e la paura tra la cittadinanza sono stati elevati;
nei giorni successivi sulla stampa locale è riemerso il problema che l'interrogante ha già posto in precedenti atti di sindacato ispettivo (31 marzo 2003, 1o febbraio 2005): la mancanza di personale e un ridotto parco mezzi;
per innalzare il livello complessivo di sicurezza - secondo i responsabili del distaccamento Vigili del Fuoco di Piombino - occorrerebbe un raddoppio del personale. Sul fronte del parco mezzi il locale distaccamento ha a disposizione un mezzo polivalente, un fuoristrada. Sarebbero necessari un'altra autobotte e un'autoscala;
rimane inoltre insoluta la necessaria apertura della sede dei Vigili del Fuoco presso il Porto di Piombino (Livorno): i locali necessari sono disponibili, mancano anche in questo caso mezzi idonei e personale, nonostante le promesse contenute nella risposta all'atto Camera n. 4-05878 all'interrogazione del sottoscritto del 13 gennaio 2004 -:
se non ritenga opportuno rispondere positivamente a quanto viene chiesto da tempo dagli operatori locali dei Vigili del Fuoco, dalle Istituzioni locali e dall'opinione pubblica di Piombino, al di là delle promesse di questi ultimi anni;
quali iniziative urgenti intenda assumere per adeguare il personale e per risolvere la situazione dei mezzi necessari per fronteggiare future emergenze, e permettere inoltre l'apertura del distaccamento estivo dei Vigili del Fuoco al Porto di Piombino per la prossima stagione turistica 2005, che sta per iniziare.
(4-13802)