Allegato B
Seduta n. 612 del 14/4/2005


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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

GRANDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ha ricordato che dal rapporto sulle attività di Polizia del 2001 si legge: «La ricerca di latitanti finalizzata alla cattura di soggetti, responsabili di delitti atroci e da anni irreperibili, ha portato all'arresto a Madrid di Pasquale Belsito, già militante di spicco dei NAR. L'operazione si è svolta in collaborazione con la Polizia spagnola»;
il 30 giugno 2001 l'UCIGOS in collaborazione con la polizia spagnola individua e arresta a Madrid l'ultimo dei latitanti dei Nuclei Armati Rivoluzionari, Pasquale Belsito e che gli inquirenti lo cercavano dal 5 dicembre 1981;
durante la sua lunga latitanza Belsito ha compiuto anche due vere e proprie «esecuzioni» nei confronti di estremisti di destra sospettati di aver collaborato con la polizia. Si tratta di Luca Perucci e di Mauro Menucci. Per entrambi gli omicidi, Belsito è stato condannato all'ergastolo;
un altro ergastolo è stato inflitto all'ex terrorista per aver partecipato ad un conflitto a fuoco a Roma, sempre nell'81, durante il quale persero la vita l'agente di polizia Ciro Capobianco e il terrorista Alessandro Alibrandi. Così come è stato condannato, in contumacia, al carcere a vita dal tribunale francese per aver ferito gravemente un agente della polizia d'oltralpe


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durante una rapina. Inoltre Belsito ha avuto sette anni di reclusione, invece, per concorso nell'omicidio del sostituto procuratore di Roma Mario Amato;
la sigla NAR è responsabile di fatti criminali e della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980;
dal 30 giugno 2001, Pasquale Belsito è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Madrid e che poche settimane dopo il suo arresto, ha fatto filtrare dal carcere la sua volontà di collaborare con gli inquirenti sui fatti avvenuti dal 1977 al 1981;
al momento non risulta che il Governo italiano abbia chiesto l'estradizione di Belsito nel nostro paese, nonostante i recenti accordi anti-terrorismo Italia-Spagna e Italia-Francia;
il ruolo di primo piano di Belsito nella galassia terroristica della destra eversiva, potrebbe svelare alcuni fatti rimasti ancora irrisolti. In particolare dopo la riapertura dell'inchiesta sull'uccisione dei due giovani milanesi Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, e le numerose inchieste e istruttorie ancora in corso sui mandanti della strage di Bologna e sugli esecutori e i mandanti sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia;
l'interrogante raccogliendo la richiesta dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna -:
se non intenda procedere al più presto alla richiesta di estradizione di Belsito, utilizzando anche il recente accordo tra Italia e Spagna.
(4-13748)

FRAGALÀ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 20 maggio 1999 il professor Massimo D'Antona viene assassinato;
già dal maggio 1999 le investigazioni dei Carabinieri della Sezione Anticrimine di Roma si indirizzano verso i Nuclei comunisti combattenti;
Nadia Desdemona Lioce viene subito individuata dalle indagini, per la sua probabile appartenenza ai Nuclei comunisti combattenti, già fin dal maggio 1999 e poco dopo affiora nelle indagini anche il nome di Mario Galesi;
secondo l'interrogante dunque, già all'indomani dell'omicidio del professor Massimo D'Antona, sarebbe stato non soltanto possibile, ma addirittura doveroso indirizzare le investigazioni verso i personaggi emersi nell'ambito delle inchieste sui Nuclei comunisti combattenti e, in particolare, nei confronti di quei militanti i quali, essendosi resi irreperibili, avevano fatto ipotizzare un loro coinvolgimento nelle azioni rivendicate con la sigla delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente;
queste indicazioni investigative erano state ampiamente corredate da elementi indizianti forniti dai Carabinieri e su cui la Procura di Roma non aveva ritenuto di assumere conseguenti iniziative giudiziarie. Era stato necessario, tuttavia, attendere il 31 ottobre 2002, vale a dire tre anni e mezzo dall'assassinio del professor Massimo D'Antona e oltre sei mesi dall'attentato costato la vita al professor Marco Biagi, perché si addivenisse, finalmente, a disporre l'applicazione della custodia cautelare nei confronti di Nadia Desdemona Lioce e di Mario Gelsi, per la loro appartenenza all'associazione sovversiva ed alla banda armata denominate «Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente»;
nel giugno 1999 compare nelle indagini il nome di Jerome Cruciani;
il 30 aprile 2001 il Giudice per le indagini preliminari dottor Otello Lupacchini, nell'ordinanza applicativa della custodia cautelare nei confronti di Norberto Natali e altri (Iniziativa Comunista), evidenziava le posizioni di Nadia Desdemona Lioce e di Mario Galesi, i rapporti di quest'ultimo con Jerome Cruciani, con Paolo Broccatelli e con Roberto Zarra; quelli, finalmente, dello Zarra con Anton Joagnin Adonar Monti;


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quale mirabile contributo avrà apportato Cinzia Banelli, se si sapeva già tutto? Evidentemente, secondo l'interrogante, ascoltare un racconto, anche se reticente o magari falso, è certamente meno faticoso che ricostruirselo attraverso la lettura di qualche migliaio di pagine di accertamenti;
sta di fatto che la Procura di Roma, nelle indagini preliminari sull'omicidio del professor Massimo D'Antona e sulla banda terroristica denominata «Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente», non ha ritenuto di utilizzare gli elementi indizianti fin dal primo momento forniti dalle investigazioni dei Carabinieri e ampiamente condivisi dalle ordinanze del GIP Lupacchini, preferendo una posizione, secondo l'interrogante, di assai basso profilo che di fatto non ha consentito di assumere immediatamente provvedimenti di cattura nei confronti di Nadia Desdemona Lioce e di Mario Galesi;
addirittura la Procura di Roma, rispetto al coinvolgimento del cosiddetto telefonista delle Brigate Rosse Alessandro Geri, ha chiesto l'archiviazione, subendo un provvedimento negativo del GIP Lupacchini fino al momento che, trasferitosi all'Ispettorato del Ministero della giustizia il dottor Lupacchini, la detta richiesta di archiviazione, a seguito della fissazione dell'udienza, veniva accolta dal dottor Silvestri -:
quali iniziative e provvedimenti intenda assumere il Ministro competente per verificare se la sottovalutazione dei risultati delle indagini dei Carabinieri sull'omicidio D'Antona da parte della Procura di Roma, nonché la mancata assunzione di provvedimenti di cattura nei confronti di Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, non abbia violato precise norme di legge, finendo di fatto col consentire che i detti soggetti, mantenuti in libertà, abbiano potuto in seguito perpetrare altri due omicidi, quali quelli del professor Biagi e dell'agente della Polfer Emanuele Petri.
(4-13750)