Risposta. - La Difesa pone grande attenzione sulla tematica cosiddetta dell'Uranio impoverito e si è impegnata nella ricerca di verità scientifiche in tutte le direzioni e con la massima determinazione.
reduci da aree operative balcaniche, mediante un'innovativa metodica di microscopia elettronica a scansione ambientale.
Dal punto di vista scientifico, la presenza di tali nanoparticelle nelle cellule tumorali non viene, di per sé sola, considerata causa delle neoplasie.
Risposta. - Al riguardo si osserva che la legge 30 marzo 2004 n. 92 - approvata a larghissima maggioranza dal parlamento - ha istituito il «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata nel secondo dopoguerra. In questa giornata la legge prevede iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi e stabilisce espressamente, all'articolo 1, comma 2, che le istituzioni e gli enti favoriscano la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente la Fonderia Atti S.r.l., con sede in Bentivoglio (Bologna), si fa presente quanto riferito al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Bologna.
si fa presente che è stato avviato al lavoro, con contratto di somministrazione, presso la Fonderia Atti S.r.l. in qualità di operaio di 3o livello, secondo il Contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL), dell'Industria metalmeccanica, dalla sede locale di Castelmaggiore (Bologna) della Manpower S.p.a., società di fornitura di lavoro temporaneo, in virtù del citato contratto.
(Francia esclusa) si fanno sempre più pressanti le richieste di riduzione della spesa;
Risposta. - Il funzionamento del sistema delle scuole europee si fonda su uno Statuto e sulle successive norme adottate dal suo organo deliberante, il Consiglio superiore delle scuole europee.
Scuola europea di Francoforte grazie ad un accordo fra il Ministero affari esteri, la Banca centrale europea ed il Consiglio superiore, con un onere per il Governo italiano (pari a euro 220.000 nel 2004) che copre circa il 40 per cento delle spese complessive. Sempre sulla base del principio di sostegno diretto dei singoli Stati, il Governo italiano ha reso possibile nel 2004 l'apertura di una «scuola europea associata» a Parma, a seguito dell'insediamento dell'AESA, assumendosi quasi per intero l'onere finanziario. Da tutto ciò si evince come il Governo italiano si stia adoperando da tempo per una maggiore flessibilità ed apertura del sistema delle Scuole europee, mediante un maggior apporto finanziario ed un diretto coinvolgimento dei Governi nazionali.
Risposta. - Con riferimento alle interrogazioni in argomento, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma presso la Atlanet S.p.a., esercente telefonia fissa, è emerso quanto segue.
e di aver comunque rifiutato «di svolgere qualsivoglia attività lavorativa».
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma, è emerso quanto segue.
Medusa Cinema necessarie ed irrinunciabili per il perfezionamento di qualsiasi accordo di conferimento.
violazione delle garanzie procedurali di cui all'articolo 7 dello statuto dei lavoratori;
Risposta. - Con riferimento alle interrogazioni in argomento, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma presso la Atlanet S.p.a., esercente telefonia fissa, è emerso quanto segue.
corsi e con affissione della cartellonistica prevista dalla legge.
professionalità ed una organizzazione aziendale di grande profilo, coinvolgendo, fra le persone impiegate e l'indotto, migliaia di famiglie italiane e creando un grave allarme sociale;
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, concernente la situazione di crisi del gruppo Volare si fa presente che, in data 21 dicembre 2004, presso questo Ministero è stato sottoscritto un accordo, con il quale le parti sociali hanno richiesto la concessione della Cassa integrazione guadagni straordinaria.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Poste italiane - interpellata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha precisato che l'agitazione sindacale proclamata dal 10 al 12 luglio 2004 per il rinnovo del contratto regionale di lavoro delle guardie giurate ha fatto registrare un'adesione alquanto elevata nelle province indicate.
l'inattesa ed esplicita presa di posizione di Colin Powell a favore del candidato Victor Yushenko, sostenuto anche da analoga posizione assunta da Zbigniew Brzezinski per conto degli ambienti democratici statunitensi;
Risposta. - La crisi istituzionale apertasi in Ucraina in seguito alle gravi irregolarità
denunciate dagli osservatori internazionali nello svolgimento delle elezioni presidenziali e, in particolare, in occasione del turno di ballottaggio del 21 novembre 2004, ha riproposto all'attenzione della Comunità internazionale, al di là della situazione politica interna, la «doppia vocazione» di questo Paese, vera e propria «terra di confine» fra l'Oriente e l'Occidente del Continente europeo. Una natura bifronte, dunque, evidenziata con grande rilievo dalla disputa elettorale e dalla nettissima contrapposizione geografica che ha caratterizzato i due schieramenti, ma che trae origine da più lunga data, dalle vicende storiche che, nel corso dei secoli, hanno determinato profonde differenze sia di carattere economico-sociale che culturale fra le diverse regioni del Paese. Nettamente prevalente nel Sud e nell'Est (Donbas, Crimea) è infatti l'anima «operaia», delle miniere di carbone e dell'industria siderurgica del Doneck, con una rilevante minoranza russa e russofona (circa il 25 per cento della popolazione dell'intero paese). Nel Nord e nell'Ovest (Kiev, Galizia), più esposta all'influenza polacca e, a suo tempo, austro-ungarica, dominante è invece l'anima «agraria», molto più sensibile al richiamo delle tradizioni e dei valori del Centro-Europa. Come sopra accennato, tali differenze sono emerse con chiarezza nei vari turni di votazione per le «presidenziali» (compreso quello, conclusivo, del 26 dicembre 2005): le regioni settentrionali ed occidentali hanno sostenuto massicciamente Yuschenko, quelle orientali e meridionali hanno appoggiato altrettanto ampiamente Yanukovich.
Dichiarazione che, con tono moderato e scevro da ogni trionfalismo, mette l'accento più sulla regolarità dello svolgimento della consultazione che sulle prospettive aperte dal successo del candidato riformatore. Il Primo Ministro Balkenende, nell'esprimere soddisfazione per l'alta partecipazione del popolo ucraino ad una scelta determinante per il proprio futuro, ha lodato l'operato della Missione degli Osservatori OSCE/ODIHR per la regolarità dello svolgimento delle elezioni, e ha dichiarato che l'Unione Europea continuerà a sostenere l'Ucraina e il suo nuovo Presidente. Lo sviluppo dell'Ucraina, afferma la Dichiarazione, sta per entrare in una nuova fase in cui tutte le parti e le istituzioni dovranno impegnarsi a consolidare la democrazia e la coesione nel Paese; l'Unione Europea, per parte sua, conferma di essere pronta a rafforzare la sua cooperazione con Kiev.
Risposta. - La legislatura in corso ha visto il Ministero degli esteri coinvolto in un'intensa e significativa attività sul fronte parlamentare. Si è trattato di un periodo caratterizzato da uno scenario internazionale particolarmente ricco di eventi e di sviluppi che hanno formato oggetto anche in Parlamento di ripetuti ed articolati dibattiti ed interventi.
salita dal 50 per cento di fine dicembre 2002 all'87,79 per cento del marzo 2005: tale risultato pone la Farnesina - nella graduatoria comparativa con gli altri Dicasteri - al primo posto fra i «grandi» Ministeri, essendo sopravanzata solo da due Amministrazioni, che rispondono comunque ad un numero nettamente inferiore di atti (il MAE è stato infatti destinatario di 213 atti, a fronte dei 10 e 12 atti inviati rispettivamente ai Ministeri delle pari opportunità e dell'innovazione). Trattandosi di un adempimento di diretta competenza, questo dato sottolinea il forte impegno sviluppato dal Ministero degli esteri per raggiungere positivi risultati in tale ambito.
Risposta. - Il rafforzamento degli strumenti operativi del Ministero degli esteri, con riferimento alla dimensione economico-commerciale della politica estera, si inserisce nel quadro della più ampia riforma che vede la moderna Amministrazione al servizio degli interessi reali del Paese, pur
entro gli ambiti non ampi offerti dalla situazione del bilancio dello Stato.
istituzionalmente nei confronti dei diversi soggetti che all'estero operano a supporto degli operatori economici italiani nel mondo.
Si è provveduto in tal modo ad attivare - ad oggi - 25 «Sportelli-pilota» MAE-ICE, a legislazione vigente e con risorse ordinarie di bilancio. Si è provveduto, inoltre, ad accreditare in lista diplomatica, presso le rispettive Autorità, i Direttori e gli Uffici ICE all'estero, rispettivamente come: «Addetti» e «Sezioni per la promozione degli scambi dell'Ambasciata/Consolato d'Italia», garantendo un netto risparmio all'erario grazie alle esenzioni fiscali conseguite.
e la rete ICE improntano in ogni caso la propria attività ai criteri funzionali che animano il progetto.
Risposta. - Al riguardo si significa che in riferimento all'obbligo di relazionare annualmente al Parlamento in merito al processo di trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni - come previsto dall'articolo 8, comma 5, della legge 23 gennaio 1994, n. 71 di conversione del decreto legge 1o dicembre 1993, n. 487 - il Ministero delle comunicazioni ha rappresentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l'opportunità di ritenere ormai superato l'obbligo suddetto in considerazione del fatto che la trasformazione è avvenuta a far data dal 28 febbraio 1998 (deliberazione CIPE 18 dicembre 1997, n. 244/97 Gazzetta Ufficiale n. 197 del 25 agosto 1998).
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
gennaio, i dipendenti hanno fruito di un periodo di ferie e, solo per alcuni giorni del mese di dicembre, n. 6 dipendenti hanno usufruito della cassa integrazione guadagni ordinaria.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente la Società Ericson Telecomunicazioni Spa ed E.D.S. Elettronic Data Sistems Italia Spa, si fa presente quanto riferito al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
nell'ultimo semestre del 2004, n. 5 lavoratori sono stati posti in mobilità.
Risposta. - In relazione alla interrogazione parlamentare in argomento, si rappresenta quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
Risposta. - Al riguardo, nel rammentare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni il Governo non ha il potere d'intervenire sulla gestione aziendale che rientra nella competenza degli organi statutari della società, si fa presente che allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la medesima società Poste che in proposito ha precisato quanto segue.
di spedizione e degli spedizionieri nell'area di Pontebba (Udine), Gorizia e Trieste;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa al problema occupazionale dei lavoratori che esercitano attività doganali e spedizionistiche nei posti di frontiera si comunica quanto segue.
Risposta. - Nel corso della seconda guerra mondiale, nei territori dalmati venne disposto l'ammasso di olio di oliva. Secondo la ricostruzione riferita dal nostro Consolato a Spalato, a seguito di un episodio di furto verificatosi nel luogo di raccolta, sull'isola di Eso, i Carabinieri arrestarono alcune persone, decidendone la traduzione via mare a Zara. Durante il viaggio, a seguito di una rivolta a bordo dell'imbarcazione, tutti i Carabinieri e due civili italiani (un maestro e la madre ottantenne, sulla nave per raggiungere la città dalmata) vennero uccisi. Ritornati a Eso Piccolo, gli autori dell'attacco compirono rastrellamenti ed eliminazioni di civili.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
da destinare nella struttura sanitaria del Policlinico Umberto I.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno premettere che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni; il Governo non ha il potere d'intervenire nella gestione aziendale
che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune le risorse di cui dispone, al fine di raggiungere il duplice obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché di garantire un efficiente servizio all'utenza.
la più rapida soluzione del problema sopra evidenziato.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Telecom Italia - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha precisato che i piani di copertura del servizio ADSL sono stati definiti tenendo conto sia dell'entità della clientela sia delle difficoltà realizzative legate al territorio in cui il servizio viene portato, anche al fine di arrivare ad una rapida diffusione dello stesso nella maggior parte delle aree del paese.
Risposta. - Al riguardo, nel premettere che si risponde all'atto parlamentare in esame su incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri, si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
per cambio di destinazione proprietà ex Risanamento -:
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, concernente la società Birra Peroni spa si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Napoli.
delle attività produttive provvederà a verificare il rispetto delle prescrizioni, riservandosi, altrimenti, di procedere al recupero delle agevolazioni.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si informa, come riferito dalla SIMEST spa, che la società Piaggio & C. non ha ricevuto alcuna erogazione a titolo di finanziamento e/o contributo per investimenti in Cina.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in argomento, si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Napoli.
alcuni siti produttivi tra cui quello italiano di Casalnuovo per poter sostenere il piano di ristrutturazione avviato e che coinvolge tutti i Paesi ove la stessa è presente.
utili a garantire gli attuali livelli occupazionali.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, si fa presente quanto riferito al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma, è emerso quanto segue.
nella Globalmedia Srl un soggetto imprenditoriale interessato all'acquisizione della sala cinematografica, oltre che disponibile a rilevare il personale ad essa addetto, costituito da 4 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, si fa presente quanto riferito al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, concernente le società del gruppo COS interessate all'esubero di personale, conseguente alla perdita delle commesse INPS, INAIL e INPDAP per la gestione di call center, si fa presente quanto comunicato, al riguardo, dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
e delle 174 unità, n. 32 sono state riallocate sulla commessa Vodafone e n. 12 alla commessa ACI, n. 101 riallocate tramite cessione di contratti di lavoro in Atesia Spa, n. 1 in posizione di staff, n. 1 trasferita in altra società del gruppo, n. 10 dimesse e n. 5 dimesse con incentivazione all'esodo.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma.
2002, la società Fiorucci ha concesso in affitto, con contratto del 9 settembre 2003, i locali e gli impianti di macellazione alla S.c.a.r.l. Belmarket, per il periodo dal 1o giugno 2003 al 31 maggio 2004.
Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in argomento, s'informa che il Segretariato generale della giustizia amministrativa ha comunicato come, dalle verifiche effettuate nell'ambito dell'ufficio di segreteria, non sia emerso alcun elemento
dal quale possa desumersi se e come si sia verificata una fuga di notizie in merito al ricorso sulle modalità del processo elettorale, relativo alle elezioni regionali del 2003 in Friuli-Venezia Giulia.
Governi, anche le associazioni degli esuli e la comunità italiana che colà vive e opera.
Risposta. - Le proposte degli interroganti che presentano indubbio interesse e rilievo non mancheranno, sulla base della normativa vigente e delle disponibilità finanziarie occorrenti, di essere tenute nel debito conto nei rapporti culturali fra l'Italia e la Slovenia e fra l'Italia e la Croazia, alla luce degli accordi di collaborazione culturale esistenti, e nei protocolli attuativi conclusi fra le Parti interessate.
Risposta. - Al riguardo, nel far presente che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri, si significa che sulla base di quanto stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 294 del 2002 e dal decreto-legge n. 353 del 2003, convertito dalla legge n. 46 del 2004, le associazioni senza fini di lucro non appartenenti alla categoria delle ONLUS e quelle non espressamente ricomprese nella previsione delle predette disposizioni, sono state escluse dalle agevolazioni tariffarie per le spedizioni postali di prodotti editoriali.
tariffa prevista per la posta ordinaria o prioritaria.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Pescara è emerso quanto segue.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, inerente la riduzione di personale della società «Alberti Vittorio Spa», si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Milano.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Cagliari è emerso quanto segue.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in argomento, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Grosseto.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Napoli.
(Pescara), dove 63 dipendenti su 81 sono in cassa integrazione straordinaria, mentre l'azienda - secondo i rappresentanti dei lavoratori - affida l'esecuzione delle opere a ditte subappaltatrici -:
Risposta. - In relazione alla interrogazione in esame si rappresenta quanto comunicato, al riguardo, dalla Direzione provinciale del lavoro di Pescara.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, si fa presente quanto comunicato al riguardo dall'Assessorato alle politiche sociali della provincia autonoma di Trento.
n. 1454 del 20 novembre 2002, per l'ulteriore periodo 1o maggio 2002 al 30 aprile 2005.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale di Cosenza.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale di Cosenza.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale di Cosenza.
degli impegni assunti dall'azienda nel corso di un incontro svoltosi di recente in prefettura circa il pagamento di spettanze arretrate;
Risposta. - In relazione alla interrogazione in esame si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Matera.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, concernente le società T.M.I. Sub Turbo Manufactoring Italy Sud S.r.l., si fa presente quanto comunicato al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Foggia.
alcuni mesi non ricevono il salario, così da individuare, insieme alle parti, soluzioni capaci di garantire un futuro occupazionale certo e sicuro ai lavoratori stessi.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, si fa presente quanto riferito al riguardo dalla Direzione provinciale del lavoro di Napoli.
previdenza sociale, per la sede di Napoli, sussiste fino al mese di dicembre 2001, un debito per contributi previdenziali non pagati, sebbene rateizzati, pari ad euro 194.147,65; mentre a decorrere dal febbraio 2002 fino ad oggi, un debito per contributi pari ad euro 524.919,48 - di cui euro 38.736,83 per quote a carico dei dipendenti.
Risposta. - Presso la Direzione provinciale del lavoro di Perugia, in data 3 novembre 2004, è stato tenuto un incontro tra la ditta Manrico S.p.A. di Ponte Felcino (Perugia) e le Organizzazioni sindacali CGIL-FILTEA e CISL-FEMCA territoriali, durante il quale i rappresentanti della società hanno riferito ampiamente sulla situazione aziendale.
è stato chiarito sia dai rappresentanti della Ditta che dalle Organizzazioni sindacali che con gli accordi del 31 marzo 2004 e del 1o settembre 2004 si era stabilito di procedere a riduzione di personale per 25 unità, tenendo conto dell'età prossima al pensionamento e della volontarietà.
Risposta. - In ordine all'atto parlamentare in esame, concernente la società Birra Peroni S.p.a., si riferisce quanto comunicato dalla Direzione provinciale del lavoro di Napoli.
di bevanda, che avrebbe consentito circa 377 turni di lavoro annui su un totale di 1.100.
realmente tutelato ai lavoratori, anche e soprattutto nel rispetto di un corretto e sereno rapporto sindacale.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Potenza.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in argomento, concernente la società «Sviluppo discount S.p.A.» si rappresenta quanto esposto dalla Direzione provinciale del lavoro di Pistoia.
professionalità dei lavoratori coinvolti, nell'intento di scongiurare la suddetta decisione, salvaguardando gli attuali livelli occupazionali e garantendo ai lavoratori stessi un futuro certo e sicuro, in un clima di rispettoso e sereno rapporto sindacale.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Bologna, presso la ditta Lippert Unipol S.r.l., con sede in Grizzana Morandi (Bologna), è emerso quanto segue.
fine di convocare un tavolo di trattativa per discutere della crisi dell'azienda e scongiurare la suddetta decisione, salvaguardando gli attuali livelli occupazionali e garantendo ai lavoratori stessi un futuro certo e sicuro.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Como.
soluzione della problematica inerente la Fbm-Hudson Italiana.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in argomento, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
Risposta. - In relazione all'interrogazione si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame concernente la società chimica Borregaard Italia S.p.a., si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
la gestione amministrativa dell'intera società per la rimanente parte dell'anno.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame concernente la società chimica Borregaard Italia S.p.a., si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del lavoro di Bergamo.
sono soprattutto i paesi in via di sviluppo). L'attività è in perdita dal 2000 per cifre sempre più consistenti, sino agli oltre 3,5 milioni di euro del conto economico del 2003.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, si rappresenta che il Direttore dell'aeroporto di Fiumicino, responsabile della Commissione istituita ai sensi del decreto ministeriale 31 ottobre 1997 la quale definisce le procedure antirumore a tutela delle incolumità dei cittadini residenti nei pressi dell'aeroporto di che trattasi, ha reso noto che l'utilizzo delle piste previsto nell'Aeronautical information publication (AIP), parte AGA 2-41.3.6, contempla per gli atterraggi un uso preferenziale della pista 16L ma, in presenza di significativi fenomeni metereologici, come quelli verificatisi nella notte tra il 14 ed il 15 marzo, è previsto l'utilizzo di altre piste.
per l'assistenza al volo - gestore del servizio ATC (Air Traffic Control - servizio di controllo del traffico aereo) può autorizzare l'utilizzo alternativo della pista 25 per gli atterraggi dei traffici provenienti dagli NDB (Non Directional Radio Beacon - Radio Faro adirezionale) dell'aeroporto di Ciampino o dell'Urbe.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che ogni organismo di telecomunicazioni che fornisce servizi telefonici pubblici mediante
accesso diretto alle reti telefoniche pubbliche fisse è tenuto ad offrire agli abbonati che ne facciano richiesta il blocco selettivo delle chiamate verso servizi internet a tariffazione specifica (709) come previsto dalla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 78/02/CONS.
fino all'esito del reclamo stesso che deve essere comunicato al cliente per iscritto entro 30 giorni dal momento in cui è pervenuto.
il Parlamento italiano ha deciso di inviare in Iraq 3.000 soldati;
dopo la guerra del 1991 molti soldati americani si sono ammalati o sono addirittura morti a causa di una patologia denominata «Sindrome del Golfo»;
molti nostri militari reduci da missioni nei Balcani si sono ammalati, e una ventina sono morti, a causa di un'analoga patologia denominata «Sindrome dei Balcani»;
in entrambi i conflitti sono stati utilizzati armamenti simili;
in entrambi i casi lo studio dell'origine di tali patologie è stato effettuato quando queste si erano già manifestate in tutta la loro pericolosità;
esiste in Italia una teoria, sviluppata dalla dottoressa Antonietta Gatti (docente presso l'università di Modena e coordinatrice di un progetto finanziato dall'UE sulle nanopatologie denominato Nanopatology), per conto dell'osservatorio tutela militari, per la quale queste patologie sono dovute all'assorbimento da parte dell'organismo umano di polveri da inquinamento bellico che superando i filtri naturali passano al sangue per andare a depositarsi sul midollo osseo;
se questa teoria fosse confermata probabilmente si potrebbe intervenire nel momento in cui si manifestano i primi sintomi limitando così i danni;
per poter realizzare quanto sopra occorre studiare lo svilupparsi in tempo reale del fenomeno -:
se il Governo non ritenga opportuno finanziare e inviare in Iraq una missione dell'osservatorio tutela militari, dell'università di Modena e del progetto Nanopatology, al fine di verificare la correttezza della teoria delle patologie da polveri al fine di capire l'origine delle sindromi sopracitate e attuare quindi tutte quelle misure per rendere sicura la permanenza dei militari in quelle zone e per rendere sicura la vita della popolazione locale.
(4-06127)
Sino ad ora le indagini effettuate e gli studi condotti, sia in ambito nazionale che internazionale, non hanno dimostrato scientificamente l'esistenza di un nesso di causalità tra l'utilizzo di munizionamento contenente uranio impoverito - peraltro mai usato dalle Forze armate italiane - e le patologie riscontrate nei militari.
Ciò detto, con l'indagine cui fa riferimento l'Onorevole interrogante, la dottoressa Gatti ha esaminato un numero imprecisato di campioni bioptici di alcuni militari italiani affetti da patologia emolinfoproliferative,
L'esame ha evidenziato:
la presenza di nanoparticelle di elementi, anche metallici (fra i quali, alluminio, rame, mercurio, magnesio), normalmente non presenti. Il deposito di tali nanoparticelle, alla luce di un'ipotesi formulata dalla Gatti, sarebbe dovuto o all'inalazione e/o all'ingestione di esse;
l'assenza di nanoparticelle di uranio depleto nei campioni esaminati.
A tal proposito, viene richiamato che per le patologie ad eziologia monofattoriale o tendenzialmente monofattoriale, per le quali, cioè, sia possibile delineare un nesso di causalità piuttosto che un nesso di probabilità, il processo di individuazione di un agente causale dovrebbe soddisfare i cosiddetti «postulati di Evans», che prevedono: incidenza/prevalenza della patologia più alta negli esposti che nei non esposti; esposizione più comune negli ammalati che nei sani; esposizione antecedente l'insorgenza della patologia; spettro di possibili risposte, misurabili, nell'ospite nei confronti dell'agente causale; riduzione della frequenza della malattia conseguente ad eliminazione della presunta causa; espressione di malattia ridotta o eliminata dopo adozione di adeguate misure preventive o integrative della risposta d'ospite; riproducibilità sperimentale della malattia; inequivoca dimostrazione statistica dell'associazione fra presunto fattore causale e malattia.
Ciò premesso, si concorda nel ritenere che i risultati dello studio della dottoressa Gatti costituiscano, al momento, un ulteriore importante contributo al quadro complessivo delle ipotesi.
In tale contesto, la dottoressa Gatti potrà essere coinvolta nelle attività di studio e di ricerca condotte dalla Difesa.
Naturalmente i risultati sperimentali conseguiti potranno avere maggiori riscontri con approfondimenti degli studi e possibili pubblicazioni scientifiche recensite a livello nazionale o internazionale.
In particolare, il lavoro dovrà venire corredato della metodologia statistica di supporto indispensabile per l'attendibilità scientifica.
Inoltre, dovrà prevedere un idoneo gruppo di controllo, costituito, ad esempio, da campioni bioptici di neoplasie provenienti da pazienti con anamnesi negative per esposizioni in aree balcaniche, oppure da cellule di soggetti sani.
Si potranno così accertare ed, eventualmente, scartare o, meglio ancora, precisare possibili fattispecie di rischio espositivo che, allo stato, possono essere solo oggetto di ipotesi.
Nel più ampio quadro degli strumenti utilizzati per affrontare la problematica, attesa l'impossibilità di effettuare, per motivi etici, indagini estremamente invasive - prelievi bioptici di linfonodi satelliti di apparati-bersaglio - su una popolazione di controllo costituita da soggetti sani, esposti alle medesime condizioni ambientali, è stato sviluppato un protocollo di indagine alternativo.
Tale progetto, riproponendo le raccomandazioni contenute nella relazione finale della Commissione Mandelli, sviluppa uno studio prospettico seriale sulle unità militari attualmente operanti nel Teatro iracheno.
Il protocollo di una simile ricerca, mai prima messo in atto a livello mondiale, è il risultato di un ponderato lavoro di revisione scientifica promosso dal professor Mandelli congiuntamente alla Sanità militare e vedrà la partecipazione di Istituzioni nazionali di rilievo internazionale.
Con questo studio, denominato Signum - studio sull'impatto genotossico nelle unità militari, finanziato con la legge 12 marzo 2004 n. 68, possono essere identificati eventuali nessi di causalità o concausalità esistenti fra fattori genotossici eventualmente presenti nelle aree di operazioni e patologie degenerative.
Si deve infine rimarcare come tale studio prenda in esame non solo l'eventuale impatto genotossico dell'Uranio impoverito, ma anche molti altri possibili fattori di pericolo, compresi gli elementi rinvenuti dalla dottoressa Gatti, capaci di lasciare un segno diretto o anche solo indiretto della loro esistenza ed azione, mediante campionamento ed analisi incrociate su diverse matrici biologiche (urina, sangue e capelli).
È evidente come, sulla base delle indicazioni risultanti da detto studio potranno essere tratti utili indirizzi per meglio comprendere, ed eventualmente gestire, le problematiche sanitarie ipotizzate.
In conclusione, si sta lavorando a tutto campo per acquisire elementi di certezza sulla questione e si intende fermamente procedere sino alla determinazione di conoscenze scientifiche che consentano di comprendere il fenomeno nei suoi aspetti eziologici, diagnostici e profilattici.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
da notizie apparse sulla cronaca di Firenze dei giornali Repubblica e l'Unità, del 22 gennaio 2005, risulta che il Ministro delle Comunicazioni ha inviato, nei giorni precedenti, una lettera alle emittenti radio-televisive locali invitandole a celebrare il «Giorno del ricordo» dedicato alle vittime delle Foibe, con specifici programmi e interventi;
non sfugge l'importanza di tale ricorrenza fissata per il 10 febbraio, in ricordo e per riflettere serenamente su quei tragici avvenimenti dell'immediato dopoguerra, appare però, secondo l'interrogante, quantomeno singolare il metodo usato che, in modo del tutto inusuale, tende ad orientare il delicato lavoro delle emittenti radio-televisive locali;
a giudizio dell'interrogante, ciò sembra avvalorare l'idea che, così facendo, si voglia condizionare la libera informazione, ci sono state prese di posizione sull'accaduto che hanno denunciato l'episodio ritenendo «singolare che il Ministero si sia occupato dei palinsesti delle emittenti locali e che, ad oggi, non era mai accaduto che un Ministro si sia permesso di suggerire argomenti, trasmissioni o altro», facendo riferimento ad un presunto «dovere di tutti gli organi d'informazione dare risalto a questo evento» -:
a quante e quali emittenti radio televisive sia stato inviato il messaggio dal Ministro delle Comunicazioni;
quali iniziative si intendano intraprendere per tutelare realmente la libertà di informazione come previsto dalla Costituzione e impedire ogni condizionamento da parte dei pubblici poteri.
(4-12575)
Gli eventi, le celebrazioni e qualunque altra modalità di diffusione del ricordo dell'esodo giuliano-dalmata e degli stermini delle foibe servono quindi a conservare nella memoria collettiva eventi storici finora ingiustamente ignorati.
In questo quadro di iniziative si inseriscono perfettamente anche programmi radiofonici o televisivi volti a celebrare le drammatiche vicende dei nostri connazionali. È per questo motivo, ed in adempimento di un obbligo a carico delle istituzioni previsto dalla legge, che il ministero delle comunicazioni ha ritenuto di inviare a tutte le emittenti radiofoniche e televisive locali una lettera, ricordando l'avvenuta istituzione per legge del «Giorno del ricordo» ed auspicando che tutti gli organi di informazione dessero risalto all'evento.
Non vi è stata quindi alcuna intromissione nella definizione dei palinsesti delle emittenti, ma un semplice richiamo alla recente normativa volta a celebrare il ricordo delle foibe ed al ruolo fondamentale rivestito a riguardo - come per ogni altra celebrazione di eguale rilievo - dagli organi di informazione.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
secondo quanto riportato dagli organi di stampa in data 14 dicembre 2004, un giovane lavoratore senegalese, Sene Bazir, è stato sospeso dalla direzione dell'azienda nella quale lavora - le Fonderie Atti di Bentivoglio, in provincia di Bologna - per essersi rifiutato di lavorare a una macchina non provvista dei dispositivi di sicurezza; secondo quanto riportato dal Bazir, la macchina in questione, una vibratrice, durante il suo funzionamento espelleva sabbia e polvere contro il lavoratore, motivo per il quale Bazir aveva chiesto al caporeparto l'installazione di un aspiratore, rifiutata dalla direzione, che per tutta risposta lo sospendeva dal lavoro;
sempre secondo quanto dichiarato dal Bazir, non sarebbe chiara neppure la natura della sospensione o, meglio, se si tratti di sospensione o di licenziamento vero e proprio, considerato che il lavoratore non era un dipendente delle Fonderie Atti ma era ad esse legato da un contratto interinale stipulato tramite agenzia;
ad aggravare il già deprecabile comportamento della direzione dell'azienda Atti, si aggiunge la notizia che un sindacalista della Fiom-Cgil, recatosi presso la sede delle fonderie al fine di assumere informazioni sulla vicenda del signor Bazir, non sarebbe stato riconosciuto come tale dall'azienda -:
se non ritenga necessario e urgente avviare un'iniziativa mirante a fare luce sul comportamento della Azienda Atti di Bentivoglio, che, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni del signor Sene Bazir, appare gravemente inadempiente per quanto riguarda l'osservanza delle norme di sicurezza e il rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori.
(4-12088)
L'azienda, alla data del 18 gennaio 2005, presenta un organico composto da 1 dirigente, 16 impiegati, 7 impiegate, 51 operai e 20 operaie.
A seguito di un incremento dell'attività vi è stato un deciso aumento della forza lavoro occupata, oltre ad un utilizzo consistente, in certi momenti, di lavoratori in appalto, somministrati da agenzie per il lavoro.
Tra le agenzie per il lavoro, cui la Fonderia Atti S.r.l. normalmente si rivolge, vi è anche la Manpower di Castelmaggiore (Bologna) che, in particolare, ha stipulato un contratto di somministrazione di lavoro a termine, avviando il lavoratore Sene M. Bazir, dal 22 novembre 2004 al 22 dicembre 2004.
Sull'evento oggetto dell'interrogazione in esame ed, in particolare, sulla mancanza di presidi di sicurezza per la tutela delle postazioni di lavoro sono in corso specifici accertamenti, attivati dal Dipartimento di sanità pubblica dell'azienda sanitaria locale di Bologna - sede di S. Giorgio di Piano (Bologna), che finora non hanno evidenziato situazioni di carenza per i rischi segnalati dal lavoratore.
Al riguardo, inoltre, si fa presente che secondo le rappresentanze sindacali aziendali non vi sono state segnalazioni analoghe da parte dei lavoratori impiegati nelle lavorazioni.
Allo stato attuale, la Fonderia Atti S.r.l. è certificata per le procedure secondo gli standard ISO TS (settore automotive) e ISO 14.000 (ambiente).
In particolare, per quanto concerne, poi, la vicenda specifica del signor Sene M. Bazir,
Dalle informazioni assunte direttamente dal responsabile amministrativo, dal responsabile della sicurezza, dalle RSU e dal caporeparto in servizio durante i giorni di lavoro svolti dal lavoratore, risulta che l'azienda utilizzatrice Fonderia Atti S.r.l. avrebbe più volte rimarcato il comportamento tenuto dallo stesso, dandone notizia alla società di somministrazione, sia mediante alcune comunicazioni interlocutorie trasmesse via e-mail sia in una relazione, redatta il 7 dicembre 2004. Secondo quanto dichiarato dalla direzione aziendale, dopo tali segnalazioni sarebbero seguiti richiami verbali da parte della Manpower S.p.a. al signor Sene M. Bazi, ai quali quest'ultimo non avrebbe dato riscontro.
Ai sensi della normativa vigente in materia di somministrazione, e come pure riportato esplicitamente nelle condizioni generali del contratto di somministrazione stipulato dalla Fonderia Atti S.r.l. «il trattamento economico e normativo dovuto da Manpower al lavoratore è quello previsto dalla contrattazione collettiva nazionale di riferimento applicabile ai dipendenti di pari livello dell'utilizzatore», e «l'utilizzatore si impegna a comunicare tempestivamente e per iscritto a Manpower i comportamenti del lavoratore che possano determinare l'esercizio del potere disciplinare da parte di Manpower stessa».
Dopo l'ultima grave infrazione alla disciplina e alla diligenza sul lavoro, la Fonderia Atti S.r.l. ha ritenuto di applicare l'articolo 26, del citato Contratto collettivo di lavoro e di disporre «la sospensione cautelare non disciplinare del lavoratore con effetto immediato».
Infine, per quanto attiene all'episodio del mancato riconoscimento, da parte dell'azienda in esame, di un sindacalista della Fiom-Cgil, dalle informazioni acquisite dalla suindicata Direzione provinciale del lavoro, risulta che, dopo l'allontanamento del lavoratore, la direzione delle «Fonderie Atti» sia stata contattata telefonicamente da un funzionario della Fiom, diverso dal rappresentante Fiom-CGIL conosciuto dall'azienda, che solitamente tiene i contatti con le rappresentanze dei lavoratori e dell'azienda e, pertanto la direzione ha ritenuto opportuno non discutere con tale persona le problematiche da questi sollevate, invitando l'interlocutore telefonico a relazionarsi per la trattazione delle stesse o al summenzionato rappresentante Fiom-Cgil o direttamente alla RSU aziendale, al fine di mantenere nel loro corretto ambito le relazioni industriali e sindacali interne.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
le Scuole Europee, costituite fin dal 1953, rappresentano un sistema di formazione d'alta qualità composto da 12 istituti, dislocati in alcune città europee, tra cui Varese;
le notizie relative alla chiusura piccole scuole e delle sezioni italiane per carenza di risorse economiche sono state oggetto di un'interpellanza urgente (2-01022) e di un'interrogazione (3-02976) presentate dall'interrogante più di un anno fa;
i governi europei, nel perseguire una politica legata alla sopravvivenza della lingua nazionale nelle Scuole europee, stanno di fatto privilegiando quella francese, inglese e tedesca a scapito delle altre;
mentre ci si prepara ad aprire nuove sezioni di lingua polacca, ungherese e ceca, per alcuni Paesi del sud Europa
due sono le soluzioni auspicabili che potrebbero eliminare i disagi economici patiti dal sistema delle Scuole europee: la prima prevede di comprendere, nella 1 categoria, i figli del personale all'estero, in servizio nelle rappresentanze diplomatiche e negli organismi internazionali; la 2, il trasferimento delle sedi scolastiche in grandi centri urbani, rendendole quindi fruibili ad un maggior numero di utenti;
tuttavia, oltre alle soluzioni organizzative, è urgente nel breve periodo, l'intervento fattivo del nostro Governo nel cofinanziamento delle sezioni in discussione;
tra breve e senza un intervento concreto, le sezioni italiane sospenderanno l'iscrizione di nuovi studenti, come peraltro già ufficiosamente comunicato ai presidi dalle istituzioni di riferimento, cosa questa che causerà, inesorabilmente, la soppressione delle stesse -:
quali siano i provvedimenti che il Governo italiano intende adottare urgentemente per il mantenimento dell'equilibrio tra le sezioni delle varie lingue nazionali senza recessività dell'italiano rispetto alle altre lingue nazionali nel sistema delle scuole europee e nel sistema educativo europeo, in generale;
quali iniziative si assumeranno per assicurare l'esistenza delle sezioni italiane nelle scuole europee e la sopravvivenza delle piccole scuole europee;
per quale ragione non sia stato reso esecutivo l'impegno volto a impedire la chiusura delle scuole in oggetto, assunto in numerose sedi governative ed europee dalle autorità italiane, in attesa di una riforma organica del settore.
(4-12720)
In merito alle due specifiche soluzioni auspicate dall'interrogante, si precisa che l'inserimento nella 1a categoria dei figli del personale delle rappresentanze diplomatiche non accreditate presso l'Unione europea appare difficilmente realizzabile, in quanto comporterebbe una diminuzione delle entrate (gli studenti di tale categoria, figli di dipendenti delle istituzioni europee, non pagano rette scolastiche) con conseguente aggravio degli oneri comuni che la Commissione intende invece contenere, dato che essa già sostiene, con il proprio bilancio, il 59 per cento circa dei costi complessivi di tutto il sistema.
Circa l'ubicazione delle sedi scolastiche, il Consiglio superiore decide, di volta in volta, sulla base delle esigenze inerenti allo sviluppo delle istituzioni europee. Proposte di un loro trasferimento in grandi centri urbani potrebbero essere prese in considerazione in casi particolari dal Consiglio superiore.
La necessità di realizzare dei risparmi nella gestione del complesso e costoso sistema delle scuole europee si è imposta negli ultimi anni a seguito anche di sollecitazioni della Corte dei conti europea e del Parlamento Europeo. Ciò ha portato, nell'aprile 2004, alla chiusura delle sezioni olandesi di Culham e Karlsruhe, della sezione tedesca di Bergen e delle sezioni italiane di Culham, Bergen, Karlsruhe e Mol. La decisione è stata adottata esclusivamente sulla base di un principio statutario - la mancanza del numero minimo degli alunni della 1a categoria - applicato indistintamente nei confronti di tutte le sezioni linguistiche. Essa ha peraltro riconosciuto il principio che gli Stati membri interessati hanno la possibilità di sostenere con proprie risorse le sezioni destinate alla chiusura. Ciò consentirà, nel caso della sezione italiana di Karlsruhe, una chiusura più graduale e favorevole possibile per gli utenti (per il momento infatti saranno chiuse le sole classi I materna e I media), garantendo a questi ultimi l'insegnamento della lingua madre in un'altra sezione linguistica.
Già nel 2002 era stato possibile evitare la chiusura della sezione italiana presso la
Non si può peraltro dimenticare che il sistema delle scuole europee resta ancorato a norme statutarie che indicano come finalità precipua l'istruzione dei figli dei dipendenti delle istituzioni dell'Unione europea (alunni di diritto della 1a categoria) e che pertanto una sua evoluzione, con particolare riguardo al reperimento ed alla suddivisione delle risorse finanziarie, presuppone in primo luogo un cambiamento delle predette norme mediante un esercizio negoziale a 25. Ciò implicherebbe, in ogni caso, un intervento diretto dei singoli Stati a favore delle proprie sezioni linguistiche che - almeno per quanto riguarda l'Italia - sarebbe possibile solo mediante l'inserimento nella legge di bilancio di una norma ad hoc, tale da consentire l'assunzione dei peculiari oneri che ne derivano.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
Atlanet spa, operatore licenziatario di telefonia fissa, è dal 23 ottobre 2003 detenuta al 100 per cento da società appartenenti al gruppo Fiat, dopo l'uscita di scena di Acea spa e di Telefonica di Spagna;
già dal dicembre 2003, la società fa sapere che è necessario mettere in mobilità alcuni dipendenti adducendo come causa una «crisi strutturale»;
sono quindi iniziate le trattative con le parti sociali, conclusesi con la richiesta, da parte dell'azienda di messa in mobilità, di quaranta lavoratori;
al riguardo, le organizzazioni sindacali, rilevano come sia stata dichiarata una crisi strutturale, senza che siano state adottate le misure che la legge richiede in caso di fallimento;
in particolare, l'azienda non avrebbe presentato, prima ancora di aprire le trattative con le parti sociali, tutta la documentazione idonea a comprovare l'esistenza della crisi strutturale, né avrebbe cercato una seria alternativa alla messa in mobilità dei dipendenti;
l'Atlanet, peraltro, già in altre occasioni, ha dimostrato di non voler interloquire con le organizzazioni sindacali, come ad esempio, di tema di orario di lavoro, mansioni, chiusure aziendali;
a ciò si aggiunga, che la stessa azienda, ad oggi, non ha ancora risposto alle RSA che in data 14 maggio 2003 con lettera raccomandata, regolarmente ricevuta dall'azienda, richiedevano copia del documento valutazione rischi, in ottemperanza a quanto disposto dal decreto legislativo n. 626 del 1994 -:
se non ritenga di dover sollecitare l'azienda ad interfacciarsi con le RSA;
se non ritenga di dover verificare la regolare attuazione da parte dell'azienda di quanto disposto in tema di salute e sicurezza dei lavoratori (decreto legislativo 626 del 1994 e disposizioni collegate) e della normativa in materia di lavoro.
(4-10450)
La specificità del settore in cui opera la società comporta l'esigenza di un continuo adeguamento alle richieste di mercato e alle mutevoli forme di concorrenza che vengono continuamente introdotte.
Tale stato di cose ha comportato, per l'azienda, alcune difficoltà che, nell'anno 2003, hanno determinato la dismissione della stessa da parte dell'ACEA, socio di maggioranza, con cessione della totalità delle proprie quote al gruppo FIAT.
Quest'ultimo, a sua volta, ha predisposto un piano di ristrutturazione industriale focalizzato sul mercato del target e del business ad alta specializzazione, con contestuale riduzione dei costi, anche attraverso interventi di riorganizzazione interna, finalizzati al riequilibrio finanziario ed economico.
Tutto ciò ha determinato presso la sede di Roma (ove comunque l'azienda ha confermato il mantenimento della struttura di esercizio e di manutenzione della rete nonché del presidio tecnico e commerciale di territorio), l'iniziale individuazione di 40 eccedenze, rispetto alle 100 unità di cui si componeva l'organico.
Per cui, al fine di far fronte alle eccedenze stesse, la società, in data 27 gennaio 2004, ha siglato un accordo sindacale, ove, peraltro, al fine di ricercare soluzioni non traumatiche al problema, oltre al ricorso agli ordinari strumenti di riduzione degli organici, è stato ipotizzato anche il ricorso a soluzioni alternative strutturali.
In tale ottica, pertanto; 1 lavoratore ha chiesto ed ottenuto il trasferimento a Milano; n. 4 lavoratori si sono spontaneamente dimessi; n. 16 lavoratori hanno accettato di rassegnare le dimissioni incentivate; n. 1 lavoratore è stato licenziato in tronco per giusta causa.
I restanti lavoratori, le cui funzioni e compiti sono state trasferite presso la sede legale di Torino, hanno accettato, previo apposito colloquio, di essere adibiti ad altri incarichi, confacenti con la loro qualifica e capacità professionale.
Pertanto, allo stato attuale, tenuto anche conto del previsto turn-over, l'azienda ritiene di aver sostanzialmente raggiunto presso la sede di Roma, un sostanziale equilibro di organico.
Per completezza di informazione si riferisce che la R.S.U. non è stata ancora costituita e che, gli attuali R.S.A. non hanno ravvisato alcuna scorrettezza nel comportamento aziendale, relativamente ad azioni di mobbing, demansionamenti, pressioni psicologiche od altro.
Per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori, è stato accertato che l'Azienda ha posto in atto le principali azioni imposte dalla legge e che, più in particolare, ha provveduto: a redigere e a tenere aggiornato il piano di valutazione dei rischi ed il relativo piano di emergenza (entrambi a disposizione dei lavoratori nell'intranet aziendale); a formare e incaricare i responsabili della sicurezza; a nominare il medico aziendale e a porre in atto le misure previste di primo soccorso; a formare e ad informare i dipendenti mediante appositi corsi e con affissione della cartellonistica prevista dalla legge.
Per quanto riguarda, poi, il licenziamento del signor Carlo Carderi si fa presente quanto segue.
Il lavoratore è stato assunto in data 12 febbraio 2001, come specialista di marketing strategico all'interno della funzione marketing, funzione che, a seguito della riorganizzazione aziendale, è stata soppressa e trasferita a Torino, per focalizzare le attività degli uffici di Roma esclusivamente sullo sviluppo tecnico dei prodotti e dei servizi.
Pertanto, il signor Carderi, secondo quanto riferito, avrebbe concordato con l'Azienda il suo passaggio alla funzione di contrattualistica.
Il successivo licenziamento, avvenuto nel luglio scorso, non avrebbe a che vedere con la riorganizzazione aziendale e la gestione degli esuberi, ma sarebbe stato determinato da cause di natura prettamente disciplinare.
Più in particolare si riferisce che, con una prima nota del 3 giugno 2004, l'Azienda ha contestato al Carderi di essersi rifiutato di programmare con il suo responsabile di reparto un piano di lavoro compatibile con le oggettive esigenze aziendali
Poi, con altra nota del 7 luglio 2004, l'Azienda ha nuovamente contestato al medesimo lavoratore la persistenza dell'atteggiamento di cui sopra, con l'aggiunta di ulteriori gravi violazioni, imputando allo stesso di essersi rifiutato di registrare le proprie presenze tramite l'apposito apparecchio rilevatore (badge) e di avere indebitamente autocertificato le presenze stesse a mezzo web, ovvero, mediante un proprio prospetto di rilevazione, dichiarandsi peraltro «presente» nelle giornate del 16 e 19 aprile 2004, in cui era in ferie, del 7-8-9 giugno 2004 in cui era malato e del 2 e 29 giugno 2004 in cui l'azienda era chiusa per festività.
Dopo la necessaria richiesta di giustificazioni, che lo stesso ha riscontrato con note del 20 e 24 luglio 2004, il signor Carderi è stato pertanto licenziato.
Il provvedimento di licenziamento è stato impugnato dall'interessato.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
secondo quanto comunicato anche da agenzie di stampa del 29 luglio 2004, la segreteria provinciale della Flm-Uniti-Cub avrebbe reso noto che la Medusa Cinema, del gruppo Mediaset, svenderebbe al miglior offerente le otto sale cinematografiche di Roma;
nonostante le smentite della Medusa Cinema, i 55 lavoratori del circuito che non avrebbero ricevuto garanzie del loro attuale posto di lavoro, dovrebbero entrare in sciopero nelle giornate dal 30 al 1 agosto 2004, con un presidio e volantinaggio davanti ad alcune sale della capitale -:
se siano a conoscenza dei fatti e se essi corrispondano al vero;
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori, che probabilmente rischiano di perdere il posto di lavoro, e per individuare, insieme alle parti, soluzioni capaci di garantire gli attuali livelli occupazionali.
(4-10705)
La società medusa Cinema S.p.a. in data 30 luglio 2004, avuto riguardo della procedura prevista dalla legge n. 428 del 29 dicembre 1990, ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria, la decisione di conferire alla società Circuito Cinema S.r.l. il proprio ramo di azienda costituito, in massima parte, dal circuito romano delle sale cinematografiche Eurcinema, Fiamma, Jolly, Giulio Cesare, King, Maestoso, Metropolitan, con l'esclusione del solo Embassy.
Alle stesse organizzazioni sindacali è stato precisato che la società Circuito Cinema S.p.a., i cui soci sono le società Cinecittà Cinema S.r.l., Bim distribuzione S.r.l., Mikado Film S.r.l., Wite Cat S.r.l., Greenwech S.r.l., Emme Cinematografica S.r.l., consentirà la sottoscrizione, da parte detta Medusa Cinema S.p.a., del 10 per cento del capitale sociale al fine di rafforzare la propria presenza sul mercato romano, auspicabilmente risanando il conto economico delle sale Medusa.
È stato precisato, altresì, che «per i dipendenti sono da escludere conseguenze negative di sorta, vuoi sotto il profilo economico che sociale, il tutto nel rispetto della normativa vigente».
In data 21 settembre 2004, la Circuito Cinema S.r.l., confermando la disponibilità per la salvaguardia dei dipendenti, ha sottoscritto un accordo, con il quale, in caso di perfezionamento del conferimento, sarebbero stati garantiti i livelli occupazionali e retributivi, condizioni sempre ritenute dalla
Nella stessa data la Medusa Cinema S.p.a. ha dato inizio ad una seconda procedura ex lege 428/90, attivata, questa volta allo scopo di cedere il ramo d'azienda costituito dalla sala Embassy, avendo trovato nella Globalmedia S.r.l. un soggetto imprenditoriale interessato all'acquisizione della sala cinematografica, oltre che disponibile a rilevare il personale ad essa addetto, costituito da 4 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Nell'ambito di questa seconda procedura finalizzata, appunto, alla cessione e non al conferimento di un ramo di azienda, le parti interessate, Medusa Cinema S.p.a., Globalmedia S.r.l. e le Organizzazioni sindacali si sono incontrati per gli approfondimenti del caso, raggiungendo un accordo, siglato in data 26 ottobre 2004, anche per quanto riguarda il trattamento economico da assicurare ai lavoratori interessati alla cessione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
ATLANET spa, operatore nazionale licenziatario di telefonia fissa, è dal 23 ottobre 2003 detenuta al cento per cento da società appartenenti al Gruppo Fiat;
in data 9 luglio 2004 le RSA ed i lavoratori di ATLANET spa invitavano per l'ennesima volta l'azienda, dopo un ulteriore spiacevole episodio verificatosi nella sede di Roma, al rispetto del decreto legislativo n. 626 del 1994;
in data 12 luglio 2004 viene presentata un'interrogazione parlamentare in cui si richiedevano degli interventi da parte del ministero del lavoro e delle politiche sociali a difesa dei lavoratori ATLANET spa;
in data 13 luglio 2004 le organizzazioni sindacali emettevano un comunicato in cui evidenziavano la gravità della situazione dei lavoratori di ATLANET spa, sottoposti dall'azienda a ripetute azioni di minacce, demansionamenti, mobbing, pressioni psicologiche e violazioni contrattuali, con il chiaro effetto di ledere la dignità umana, la qualità della vita e la salute dei lavoratori;
ATLANET spa avrebbe violato l'accordo sindacale siglato in data 30 marzo 2004;
risulta all'interrogante che ATLANET spa avrebbe avviato procedimenti disciplinari nei confronti del signor Carlo Carderi precedentemente nominato, all'interno della stessa azienda, quale rappresentate sindacale;
il signor Carderi, assunto quale responsabile del marketing strategico, non sarebbe stato posto nelle condizioni di esercitare le proprie mansioni, avendo lo stesso subito forti demansionamenti, sino ad arrivare alla completa inattività;
peraltro, il Carderi sarebbe stato sottoposto a ripetuti colloqui (ben otto in meno di tre mesi) con personale del gruppo Fiat, nel corso dei quali lo stesso sarebbe stato invitato a trovare un'altra occupazione;
i ripetuti inviti ad abbandonare l'ATLANET spa così come la perdurante mancata assegnazione di specifiche mansioni hanno determinato, nel Carderi, uno stato di profonda prostrazione, imputabile esclusivamente all'azienda;
in data 16 luglio 2004 al signor Carderi viene comunicato, attraverso telegramma, il licenziamento in tronco;
il licenziamento in questione è stato impugnato e contestato ad ogni effetto di legge dall'interessato, in quanto ritenuto immotivato, vale a dire privo di giusta causa e/o giustificato motivo, oltre che palesemente discriminatorio ed adottato in
in realtà, a parere dell'interrogante, la condotta della società ATLANET spa nei confronti del signor Carderi, è tesa, nella sostanza, a dissimulare un trattamento discriminatorio nei confronti di un membro delle RSA -:
se siano a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
quali provvedimenti intendano adottare atti a garantire il libero diritto di espressione ed il pieno esercizio dell'attività sindacale all'interno di ATLANET spa, da parte degli RSA;
se non ritengano opportuno verificare se all'interno di detta azienda vi siano casi di mobbing nei confronti dei dipendenti a discapito della loro salute fisica e mentale.
(4-11181)
La specificità del settore in cui opera la società comporta l'esigenza di un continuo adeguamento alle richieste di mercato e alle mutevoli forme di concorrenza che vengono continuamente introdotte.
Tale stato di cose ha comportato, per l'azienda, alcune difficoltà che, nell'anno 2003, hanno determinato la dismissione della stessa da parte dell'ACEA, socio di maggioranza, con cessione della totalità delle proprie quote al gruppo FIAT.
Quest'ultimo, a sua volta, ha predisposto un piano di ristrutturazione industriale focalizzato sul mercato del target e del business ad alta specializzazione, con contestuale riduzione dei costi, anche attraverso interventi di riorganizzazione interna, finalizzati al riequilibrio finanziario ed economico.
Tutto ciò ha determinato presso la sede di Roma (ove comunque l'azienda ha confermato il mantenimento della struttura di esercizio e di manutenzione della rete nonché del presidio tecnico e commerciale di territorio), l'iniziale individuazione di 40 eccedenze, rispetto alle 100 unità di cui si componeva l'organico.
Per cui, al fine di far fronte alle eccedenze stesse, la società, in data 27 gennaio 2004, ha siglato un accordo sindacale, ove, peraltro, al fine di ricercare soluzioni non traumatiche al problema, oltre al ricorso agli ordinari strumenti di riduzione degli organici, è stato ipotizzato anche il ricorso a soluzioni alternative strutturali.
In tale ottica, pertanto; 1 lavoratore ha chiesto ed ottenuto il trasferimento a Milano; n. 4 lavoratori si sono spontaneamente dimessi; n. 16 lavoratori hanno accettato di rassegnare le dimissioni incentivate; n. 1 lavoratore è stato licenziato in tronco per giusta causa.
I restanti lavoratori, le cui funzioni e compiti sono state trasferite presso la sede legale di Torino, hanno accettato, previo apposito colloquio, di essere adibiti ad altri incarichi, confacenti con la loro qualifica e capacità professionale.
Pertanto, allo stato attuale, tenuto anche conto del previsto turn-over, l'azienda ritiene di aver sostanzialmente raggiunto presso la sede di Roma, un sostanziale equilibro di organico.
Per completezza di informazione si riferisce che la R.S.U. non è stata ancora costituita e che, gli attuali R.S.A. non hanno ravvisato alcuna scorrettezza nel comportamento aziendale, relativamente ad azioni di mobbing, demansionamenti, pressioni psicologiche od altro.
Per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori, è stato accertato che l'Azienda ha posto in atto le principali azioni imposte dalla legge e che, più in particolare, ha provveduto: a redigere e a tenere aggiornato il piano di valutazione dei rischi ed il relativo piano di emergenza (entrambi a disposizione dei lavoratori nell'intranet aziendale); a formare e incaricare i responsabili della sicurezza; a nominare il medico aziendale e a porre in atto le misure previste di primo soccorso; a formare e ad informare i dipendenti mediante appositi
Per quanto riguarda, poi, il licenziamento del signor Carlo Carderi si fa presente quanto segue.
Il lavoratore è stato assunto in data 12 febbraio 2001, come specialista di marketing strategico all'interno della funzione marketing, funzione che, a seguito della riorganizzazione aziendale, è stata soppressa e trasferita a Torino, per focalizzare le attività degli uffici di Roma esclusivamente sullo sviluppo tecnico dei prodotti e dei servizi.
Pertanto, il signor Carderi, secondo quanto riferito, avrebbe concordato con l'Azienda il suo passaggio alla funzione di contrattualistica.
Il successivo licenziamento, avvenuto nel luglio scorso, non avrebbe a che vedere con la riorganizzazione aziendale e la gestione degli esuberi, ma sarebbe stato determinato da cause di natura prettamente disciplinare.
Più in particolare si riferisce che, con una prima nota del 3 giugno 2004, l'Azienda ha contestato al Carderi di essersi rifiutato di programmare con il suo responsabile di reparto un piano di lavoro compatibile con le oggettive esigenze aziendali e di aver comunque rifiutato «di svolgere qualsivoglia attività lavorativa».
Poi, con altra nota del 7 luglio 2004, l'Azienda ha nuovamente contestato al medesimo lavoratore la persistenza dell'atteggiamento di cui sopra, con l'aggiunta di ulteriori gravi violazioni, imputando allo stesso di essersi rifiutato di registrare le proprie presenze tramite l'apposito apparecchio rilevatore (badge) e di avere indebitamente autocertificato le presenze stesse a mezzo web, ovvero, mediante un proprio prospetto di rilevazione, dichiarandsi peraltro «presente» nelle giornate del 16 e 19 aprile 2004, in cui era in ferie, del 7-8-9 giugno 2004 in cui era malato e del 2 e 29 giugno 2004 in cui l'azienda era chiusa per festività.
Dopo la necessaria richiesta di giustificazioni, che lo stesso ha riscontrato con note del 20 e 24 luglio 2004, il signor Carderi è stato pertanto licenziato.
Il provvedimento di licenziamento è stato impugnato dall'interessato.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la compagnia di navigazione aerea Volare group occupa direttamente circa 1500 persone, ha una flotta di 24 aeromobili e contribuisce in modo rilevante alla mobilità aerea sul territorio nazionale ed internazionale;
la compagnia ha conquistato, negli ultimi anni, un ampio segmento di mercato e gestisce, con grande presenza di passeggeri, numerose rotte, vantando il minor costo di gestione fra le compagnie italiane;
com'è noto, nei giorni scorsi tale compagnia, in seguito ad una negativa situazione finanziaria, si è vista risolvere contratto da parte delle società di leasing proprietarie degli aerei della sua flotta, con la conseguente interruzione del servizio di volo sulle tratte nazionali ed internazionali, con gravi danni ai passeggeri ed agli stessi dipendenti, costretti a fortunosi viaggi di rientro con altre compagnie di navigazione;
in data 22 Novembre 2004 il Consiglio di amministrazione ha dichiarato lo stato insolvenza della società;
gli aerei della compagnia sono ancora bloccati nei diversi aeroporti e la compagnia non è pertanto in grado di far fronte alla programmazione di volo, con - sembra - circa duecentomila biglietti già emessi;
il protrarsi dell'attuale stato di paralisi ed i conseguenti disagi, unitamente alla pubblicità negativa derivante dalla vicenda rischiano di disperdere un patrimonio di
stante il grande dinamismo e quelle che apparivano buone performances finanziare della società, sorge il legittimo dubbio che lo stato di insolvenza possa essere originato da cause estranee ad una gestione deficitaria del servizio o da una incapacità dell'azienda di produrre profitto;
vi è il fondato timore che i motivi della crisi possano essere legati ad una gestione non trasparente dell'azienda e possano essere il segnale di una imperfetta vigilanza da parte degli organismi preposti;
la crisi di una prestigiosa azienda italiana, aumenta la sfiducia da parte degli investitori, gravemente pregiudicata dal «caso Parmalat»;
lo scrivente valuta positivamente le ipotesi sulle quali sta lavorando il Ministro del Lavoro -:
se non ritengano opportuno adottare, con ogni urgenza consentita, iniziative tese ad impedire che il protrarsi dell'attuale stato di paralisi, i conseguenti disagi, ed il clamore suscitato dalla vicenda comporti l'uscita definitiva dell'azienda del mercato;
se non ritengano opportuno attivare idonei strumenti di salvaguardia dei lavoratori, compresi i numerosi dipendenti stagionali che costituiscono elemento essenziale dell'organizzazione della compagnia Volare Group.
(4-11789)
Infatti, a seguito della predetta situazione di crisi, per la quale la società in esame è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, dal 30 novembre 2004, confermato dal tribunale di Busto Arsizio il 3 dicembre 2004, le parti hanno concordato di ricorrere agli ammortizzatori sociali, a zero ore come previsto dall'articolo 1-bis, della legge n. 291/2004, per un periodo di 24 mesi a decorrere dal 1o gennaio 2005, per un numero massimo di dipendenti pari a 1.100, compresi i lavoratori con contratto di formazione.
Nel citato accordo si conviene, inoltre, che eventuali criteri di utilizzo del personale verranno condivisi con le organizzazioni sindacali.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la società Mondialpol, operante nel campo della sicurezza e della vigilanza, svolge per conto delle Poste spa in svariate province italiane, tra le quali Torino (Mondialpol Torino) e Cuneo (Mondialpol Cuneo), il servizio di trasporto valori ai vari uffici postali avvalendosi di guardie giurate specializzate e di mezzi di trasporto blindati;
essendo scaduto il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti della Mondialpol sono in corso trattative sindacali a livello regionale tese al rinnovo del contratto stesso;
a sostegno delle trattative i dipendenti Mondialpol hanno indetto, in data 30 giugno scorso, uno sciopero che perdura ad oltranza dal 1 luglio scorso;
tale sciopero sta creando notevoli disagi a molti cittadini delle province di Cuneo e di Torino, in quanto, specialmente negli innumerevoli uffici di minore dimensione o di piccoli centri non in grado di autofinanziarsi, la mancanza di denaro liquido non consente di effettuare un numero rilevante di operazioni;
la categoria più penalizzata è quella dei pensionati i quali, molto spesso, senza il puntuale corrispettivo della pensione, si trovano sovente in situazione di disagio -:
quali iniziative intendano porre immediatamente in atto, pur nel rispetto del diritto di sciopero, per far fronte ad una situazione già difficile che, se dovesse perdurare, rischierebbe inevitabilmente di creare, specialmente alle fasce più deboli della cittadinanza, gravi problemi.
(4-10433)
Per ridurre il più possibile i disagi derivanti all'utenza postale - ed in particolare ai pensionati - vi sono stati alcuni incontri presso le prefetture interessate volti a trovare una mediazione fra le parti finalizzata a consentire almeno il pagamento delle pensioni di anzianità e di invalidità.
Ed, invero, stando a quanto comunicato, la gran parte degli uffici postali ha fronteggiato la situazione utilizzando, per il pagamento delle pensioni, i fondi incassati con l'effettuazione degli altri servizi di tal che è stato evitato il verificarsi di gravi criticità.
Le locali prefetture hanno costantemente monitorato l'evolversi della situazione riferendo che durante lo sciopero in argomento, pur in presenza degli inevitabili disagi, non sono venuti meno gli standard di sicurezza per la cittadinanza.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
è ormai certamente chiaro a tutti che la chiave di lettura più articolata e profonda della crisi ucraina va ben al di là della questione dei riconosciuti «brogli elettorali» che un candidato ha contestato all'altro, trattandosi, molto probabilmente, di una crisi che minaccia di trasformarsi in un lungo e pericoloso conflitto geo-politico;
la questione ucraina, dunque, probabilmente non si risolverà con le nuove elezioni, qualunque possa essere il loro risultato, dovendosi decidere, invece, la questione più ampia delle «sfere di influenza», questione che sostanzialmente va ben al di là delle figure dei due candidati, l'uno filorusso e l'altro filo-occidentale;
all'epoca del crollo improvviso, per implosione, dell'Unione Sovietica, nel dicembre 1990, l'allora Presidente Bush provvide a rassicurare la dirigenza della Russia sul fatto che l'Ucraina sarebbe rimasta, per quel che riguardava gli Stati Uniti d'America, nella sfera d'influenza russa;
in ragione di tale rassicurazione, la Russia non ha avuto problemi o difficoltà nel rispettare l'indipendenza dell'Ucraina, preferendo dominarne in maniera sempre più pervasiva l'economia;
per comprendere con esattezza la rilevanza dell'Ucraina per gli interessi vitali della Russia è sufficiente ricordare che le forniture energetiche della Russia passano principalmente per l'Ucraina, e precisamente il 40 per cento del gas ed il 25 per cento del petrolio;
dal punto di vista militare è altrettanto significativo ricordare che la base più importante della Marina Militare russa nel Mar Nero si trova a Sebastopoli e che, sempre sul territorio ucraino, sono collocate stazioni radar di straordinaria importanza strategica per la Russia;
è doveroso osservare, invece, che nell'ultimo decennio l'atteggiamento degli Stati Uniti d'America è andato via via modificandosi sino a formalizzarsi con
correlativamente il Presidente russo Vladimir Putin ha offerto apertamente il proprio sostegno, prima e dopo il voto del 21 novembre 2004, al candidato Victor Yanukovich;
sono state agitate, subito dopo il voto, spinte frazionistiche ed indipendentistiche, che, per la verità, hanno anche una loro precisa dimensione storica, culturale e religiosa, in quanto le regioni orientali e meridionali dell'Ucraina sono appartenute, negli ultimi secoli, all'impero russo, mentre le regioni occidentali erano originariamente dominate dall'impero polacco-lituano per passare poi, dopo la spartizione della Polonia del 1772, sotto l'impero austro-ungarico;
sotto la dominazione austriaca fino al 1918, la Galizia è culturalmente orientata verso l'Europa centro-occidentale, grazie anche alla posizione della chiesa locale ortodossa che riconosce il Papa di Roma e non il Patriarca ortodosso di Mosca;
dal 1918 al 1939, la Galizia finì sotto la Polonia prima di essere annessa all'Unione Sovietica, accorpata alla Repubblica Sovietica dell'Ucraina nel 1945;
già negli anni del dopoguerra le forze sovietiche ed i nazionalisti ingaggiarono una dura e violenta guerra nella quale i servizi occidentali sostennero i nazionalisti, sicchè in realtà quel che sta avvenendo in queste settimane ha un retroterra storico, economico e politico particolarmente significativo;
si profila dunque, anche in ragione del nuovo dinamismo della politica estera americana, un conflitto particolarmente grave che, come detto, va ben oltre la sorte dell'uno o dell'altro candidato in quanto lascia intravedere, in modo piuttosto netto, la ripresa di un conflitto sotterraneo di Stati Uniti d'America e Russia;
il problema si palesa già in modo particolarmente preoccupante, in quanto non pare casuale che proprio in questo periodo il presidente russo Putin abbia annunciato che la Russia introdurrà nuovi sistemi di armi nucleari strategiche, quasi preannunciandosi una lievitazione della tensione internazionale, a partire proprio dalla questione dell'Ucraina, che pare porsi come primo scontro quasi ufficiale fra interessi statunitensi ed interessi russi -:
quale sia l'interpretazione che le diplomazie europee e, segnatamente, la nostra diplomazia danno degli eventi che stanno lacerando l'Ucraina, al di là della sfida elettorale fra i due candidati, l'uno apertamente appoggiato dal Presidente russo Vladimir Putin e l'altro altrettanto apertamente appoggiato dagli Stati Uniti d'America;
se sia effettivamente possibile leggere, negli eventi che caratterizzano le vicende interne dell'Ucraina, i tratti di un più vasto ed importante conflitto geo-politico fra Stati Uniti d'America e Russia;
se sia ritenuta rilevante, ai fini di una approfondita valutazione dei fatti che affliggono l'Ucraina, la circostanza che questo Paese ha un ruolo insostituibile, dal punto di vista militare e dal punto di vista degli approvvigionameni energetici, per gli interessi della Russia;
se sia ritenuta credibile la possibilità, anche in ragione dei ricordati trascorsi storici, religiosi e culturali, di movimenti secessionistici, minacciati apertamente dal candidato appoggiato dalla Russia;
se la diplomazia europea si stia muovendo e, in caso affermativo, in quale direzione e con quali obiettivi, per svolgere un ruolo di equilibrio e di civiltà al fine di rasserenare il quadro politico internazionale e di evitare pericolosissimi «strappi» nella realtà nazionale dell'Ucraina.
(4-12005)
Sin dall'indomani del contestatissimo «ballottaggio» del 21 novembre scorso e del delinearsi della conseguente, grave crisi istituzionale, l'Italia e gli altri partner dell'Unione Europea hanno fermamente ribadito la necessità della piena affermazione dei principi di libertà e di democrazia in Ucraina.
I Ministri degli Esteri dell'Unione hanno emesso una Dichiarazione di condanna per il mancato rispetto degli standard internazionali - registrato dalla missione di monitoraggio inviata dall'OSCE/ODIHR - e per la condotta nell'occasione tenuta dalla Commissione elettorale centrale. Nell'evidenziare senza ambiguità come tali consultazioni non abbiano rispettato la volontà popolare, essi hanno richiesto alle Autorità di Kiev di far immediata luce sulle irregolarità denunciate e di dare attuazione alla libera scelta della maggioranza della popolazione. Sostenendo attivamente l'impegno negoziale profuso in tre successive «Tavole Rotonde» dall'Alto Rappresentante Solana e da altri leader europei, l'Italia ed i partner europei hanno inoltre sottolineato l'esigenza di risolvere nel rispetto della legalità la delicata e protratta impasse istituzionale, pronunciandosi ripetutamente a sostegno all'unità ed integrità territoriale del paese ed anche in favore del diretto coinvolgimento di altri major players della Comunità internazionale (fra cui la Russia, anch'essa associata all'esercizio della «Tavola Rotonda»).
In occasione del CAGRE del 13 dicembre 2004 i Ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno esaminato la delicata situazione creatasi nel Paese, con particolare riferimento all'applicazione delle intese provvisorie raggiunte nei giorni precedenti tra le parti ed in vista della ripetizione del ballottaggio decisa per il successivo 26 dicembre 2004. Al riguardo si ricorda che una lettera congiunta del 9 dicembre 2004 dell'Alto Rappresentante Solana e del Commissario Ferrero-Waldner invitava gli Stati membri a fornire un congruo numero di osservatori elettorali nel quadro della missione OSCE/ODHIR, oltre ad auspicare ulteriori contributi finanziari a beneficio della stessa missione o della Commissione Elettorale Centrale di Kiev. Nonostante le limitazioni imposte dalle risorse finanziarie disponibili, l'Italia ha deciso di inviare circa quaranta osservatori elettorali in Ucraina, al fine di contribuire allo svolgimento di una consultazione elettorale scevra da irregolarità e in grado di esprimere un risultato democraticamente legittimo. Dopo la ripetizione del ballottaggio elettorale, il 26 dicembre 2004, e l'annuncio della vittoria di Viktor Yushchenko da parte della Commissione Elettorale Centrale, la Presidenza olandese ha rilasciato una nuova
L'Italia ha espresso pubblicamente grande soddisfazione per l'andamento del nuovo ballottaggio del 26 dicembre scorso ed auspica che il nuovo Presidente, nel corso del futuro mandato, possa rappresentare tutta la popolazione ucraina, proseguendo con tale importante sostegno e nella stabilità interna la marcia di avvicinamento avviata dal paese verso le istituzioni euro-atlantiche, obiettivo fermamente appoggiato da tutti i partner dell'Unione Europea.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
la tabella analitica per Ministero relativa agli atti inviati ed agli atti attuati dall'inizio della XIV Legislatura alla data del 30 settembre 2004 indicano in 197 gli atti inviati al Ministero degli Affari Esteri ed in 173 gli atti attuati, con una percentuale pari all'87,81 per cento;
la percentuale, soprattutto in considerazione degli inevitabili raffronti con quella realizzata dagli altri dicasteri del Governo, è certamente lusinghiera, soprattutto in ragione della delicatezza estrema delle funzioni e dei compiti della Farnesina;
in particolare è significativo e soprattutto doveroso evidenziare che una così elevata percentuale costituisce prova di ottima guida del dicastero da parte del titolare e, insieme, di una grande efficienza ed efficacia dell'opera di tutti coloro che operano, in Italia ed all'estero, in nome del Ministero degli Affari Esteri -:
quali siano, sostanzialmente, gli atti ad oggi non ancora attuati di maggiore rilevanza, quali siano le difficoltà od i problemi che ne abbiano impedito o ritardato l'attuazione e quali siano i tempi occorrenti per l'attuazione della totalità degli atti inviati, in ragione della grande rilevanza che i medesimi hanno per la presenza ed il prestigio dell'Italia nel mondo.
(4-12818)
Il settore degli atti di sindacato ispettivo e indirizzo politico parlamentare ha ricevuto un particolare impulso, facendo registrare risultati di rilievo per la proiezione parlamentare del Ministero. In questo quadro è stata infatti notevolmente intensificata l'azione per incrementare il livello di riscontro ai vari atti parlamentari di sindacato ispettivo e di indirizzo politico.
Questo costante impegno si è concretizzato in una accentuata crescita della percentuale di risposta del MAE, come hanno evidenziano le statistiche predisposte dagli stessi servizi parlamentari competenti in materia.
Con riferimento ai seguiti che il Governo è tenuto a dare agli atti di indirizzo politico del Parlamento, si è in effetti conseguita - come posto in luce dall'interrogante - una forte crescita della nostra percentuale di attuazione,
Per quanto riguarda gli atti di indirizzo politico che devono essere ancora trattati - in tutto sono 18 - è opportuno rilevare che la mancata attuazione dipende dal carattere stesso degli impegni previsti.
In alcuni casi si tratta infatti di impegni politici di carattere «programmatico» o di dimensione multilaterale, relativi a problematiche o negoziati ancora in evoluzione. In altri casi invece l'impegno prevede anche il coinvolgimento di altri Dicasteri e questo implica che la Farnesina - cui l'atto è indirizzato in prima battuta - deve attendere gli sviluppi nei settori di non sua diretta competenza.
Va infine ricordato che alcuni impegni prevedono adempimenti di carattere finanziario, i cui seguiti dipendono dalle decisioni generali in ambito finanziario e di bilancio di cui il Ministero degli esteri deve necessariamente tener conto.
Vale la pena di sottolineare un forte incremento relativo della percentuale di risposta del MAE non solo per quanto riguarda l'attività di attuazione.
Se si considerano infatti le interrogazioni scritte - il cui tempestivo riscontro, non dovendo essere calendarizzate dal Parlamento, dipende direttamente dal Ministero degli esteri - la percentuale di risposta supera il 90 per cento a marzo 2005, con 1.157 risposte rese agli Interroganti sui complessivi 1.280 atti di questo tipo trattati dal MAE.
Il Ministero degli esteri è comunque fiducioso - anche in considerazione dell'importante e costruttiva dialettica di cui l'interrogazione in esame è testimonianza - di poter ulteriormente incrementare la sua percentuale di attuazione degli atti di indirizzo politico del Parlamento.
Il Ministro degli affari esteri: Gianfranco Fini.
la gestione ad interim del ministero degli affari esteri da parte del Presidente del Consiglio dei ministri era stata caratterizzata, fra l'altro, dalla più volte ribadita esigenza di una più stretta ed organica collaborazione fra sedi diplomatiche e gli Istituti per il Commercio Estero (ICE), a confermare che anche la diplomazia, come peraltro avviene in questi giorni anche con l'autorevole presenza del Capo dello Stato in India, in realtà è strumento fondamentale per la presenza delle nostre imprese all'estero e comunque per favorire lo sviluppo di interessanti e proficui rapporti commerciali;
è importante sapere, nell'arco della corrente legislatura, quali progressi siano stati fatti su questo versante e quali concreti benefici le imprese abbiano già ritratto da una diplomazia che appare per così dire svecchiata e motivata verso obiettivi nuovi e più ambiziosi -:
quali siano stati i concreti progressi nell'ambito della nuova filosofia impressa dal Governo alla diplomazia italiana, attraverso una più stretta collaborazione con l'ICE ed attraverso una nuova consapevolezza del ruolo protagonistico dell'Italia nel mondo.
(4-13034)
In particolare, gli sforzi intrapresi da questa Amministrazione nel corso dell'attuale legislatura sono stati rivolti alla proiezione estera del sistema produttivo italiano, nel quadro di quella rinnovata «centralità» della Farnesina all'interno dell'architettura istituzionale preposta al sostegno dei processi di internazionalizzazione, di cui ebbe a far stato in più occasioni il Presidente Berlusconi.
Ai tradizionali impegni politico-diplomatici, di diplomazia culturale, nonché di tutela delle nostre collettività all'estero, è indispensabile affiancare un'azione di sostegno al processo di internazionalizzazione del sistema economico italiano, valorizzando a tal fine le potenzialità dello strumento diplomatico anche in questo settore ed avvalendoci delle sinergie con la promozione della cultura italiana e con il patrimonio di risorse rappresentato dalle nostre collettività.
In tale ottica, i Ministeri degli esteri e delle attività produttive si sono impegnati nel razionalizzare l'azione svolta all'estero dai diversi attori istituzionali che operano a sostegno della proiezione estera del Sistema Paese, definendo una «cabina di regia», a livello centrale, preposta alla programmazione degli interventi ed una rete integrata, all'estero, di soggetti preposti al sostegno del Sistema-Italia.
Si è partiti dalla constatazione che il gap di risorse che separa l'Italia dai propri partner nel sostegno ai processi di internazionalizzazione (a fronte delle 296 unità di personale che nelle nostre Ambasciate e nei nostri Consolati svolgono attività commerciali, la rete diplomatica canadese ne dispone 770, quella statunitense 1.800, quella francese 1.926 e quella britannica 2.540) potesse essere colmato soltanto mettendo le reti degli Uffici italiani operanti all'estero nelle condizioni di lavorare in modo più coordinato di quanto non facessero prima.
L'Italia dispone infatti di tre principali reti di Uffici nazionali all'estero, quella diplomatico-consolare (123 Ambasciate e 115 Consolati), quella dell'Istituto per il Commercio Estero (104 uffici) e quella dell'ENIT (25 Uffici), a cui potrebbero aggiungersi, per certi aspetti, le 68 Camere di commercio italiane all'estero, ed i numerosi Uffici esteri delle Camere di Commercio italiane, che talvolta svolgono compiti di rappresentanza istituzionale per conto del sistema regionale.
È pertanto interesse non solo dell'Amministrazione degli esteri, ma del nostro Paese, che tali forme di presenza diretta all'estero da parte delle diverse espressioni del nostro «Sistema Paese» vengano avviate all'interno di una concertazione «a 360 gradi», volta a capitalizzare l'utilizzo di risorse aggiuntive, prevenendo la proliferazione di strutture parallele, se ritenute inutili, ed evitando aggravi di oneri per la finanza pubblica.
In tale ottica, il 13 febbraio 2003 il Ministro Frattini ed il Ministro Marzano hanno indirizzato una lettera congiunta al Presidente Berlusconi al fine di individuare - nelle more dell'entrata in vigore dei provvedimenti normativi predisposti in materia di internazionalizzazione - sei canali di collaborazione rafforzata fra i due Dicasteri che, entrati a regime, sono stati in grado di fornire, sin da subito, un tangibile valore aggiunto all'azione di sostegno all'internazionalizzazione del sistema economico italiano, rispondendo alle crescenti aspettative maturate dal sistema imprenditoriale.
È stato pertanto istituito un «Tavolo di Lavoro» congiunto fra il Ministero degli esteri ed il Ministero delle attività produttive per gli indirizzi di politica economica estera che si riunisce a cadenza mensile.
Tale struttura garantisce una concertazione strutturata e permanente, mirata a rafforzare la coerenza fra le attività di promozione commerciale con gli obiettivi di politica internazionale e con le altre iniziative a sostegno della proiezione estera del «Sistema Paese». Ciò, al fine di giungere ad un'efficace programmazione di tutte le attività di sostegno alla proiezione estera del sistema Paese, sia «a monte» sia «a valle», nel quadro dell'azione di coordinamento che le rappresentanze diplomatiche svolgono
Questa attività di «programmazione strategica», ovvero di individuazione di priorità geografiche e settoriali coerenti e condivise al fine di razionalizzare risorse e obiettivi, viene successivamente tradotta in piani operativi concreti nell'ambito dei diversi «tavoli» che il Ministero degli Affari Esteri ed il Ministero per le Attività Produttive hanno avviato con i rappresentanti del mondo istituzionale e produttivo.
Nelle more di una definizione normativa più compiuta (il DDL «Misure per l'Internazionalizzazione» è all'esame in quarta lettura al Senato per l'approvazione definitiva), è stata avviata un'azione di razionalizzazione della rete estera dell'ICE, oggi operante in maniera coordinata con quella diplomatico-consolare. Con la firma della Convenzione Operativa MAEMAP-ICE, il 24 marzo 2004 a Roma, da parte del Ministro Frattini, insieme al collega Marzano ed al Presidente dell'ICE Quintieri, sono stati avviati i primi «Sportelli-pilota» all'estero. Tali strutture costituiscono il segno più tangibile della filosofia alla base della nuova architettura di sistema, volta a costituire non solo una «cabina di regia» che a livello centrale integri le rispettive programmazioni, ma anche un efficace coordinamento «a valle» fra le diverse strutture preposte all'attuazione delle iniziative definite «a monte».
Due sono i modelli fondamentali a cui si è lavorato:
integrazione fra l'Ufficio economico-commerciale dell'Ambasciata/Consolato e l'Ufficio ICE (presso la sede attuale dell'ICE, presso l'Ambasciata o il Consolato ovvero in un nuovo spazio);
inserimento di un Punto di Corrispondenza ICE nell'Ufficio economico-commerciale dell'Ambasciata o del Consolato.
Grazie all'unione logistico-funzionale degli Uffici economico-commerciali delle rappresentanze diplomatico-consolari e gli Uffici ICE all'estero, è stato possibile fornire alle nostre imprese una gamma completa di servizi per l'internazionalizzazione e che riguardano: la promozione dei prodotti e del «Made in Italy», l'assistenza, l'informazione per gli operatori, l'integrazione delle reti, l'attrazione degli Investimenti Diretti Esteri verso l'Italia, la comunicazione, l'aggregazione delle Comunità d'affari italiane all'estero ed il rilascio dei visti d'affari.
Negli «Sportelli-pilota», infatti, sono state integrate diverse professionalità per poter venire incontro alle esigenze di informazione, di assistenza e di promozione del sistema produttivo. La sinergia tra le diverse componenti presenti in ciascuna struttura integrata è stata conseguita attraverso la valorizzazione dei vantaggi comparati di ciascun profilo professionale; la collaborazione e lo scambio d'informazione su base continuativa e l'eliminazione delle duplicazioni. Si è voluto evitare la semplice giustapposizione logistica di strutture e procedure pre-esistenti. Ciò infatti avrebbe rischiato di vanificare lo sforzo di coordinamento che è l'obiettivo principale per cui si sta procedendo alla creazione di Sportelli Unici all'estero.
Gli Sportelli Unici all'estero devono poter raggiungere un elevato grado di efficacia nella fornitura di servizi alle imprese sulla base di una chiara definizione degli obiettivi assegnati dal Capo missione o dal Console generale. Laddove non sia possibile giungere subito all'integrazione logistica delle strutture degli Uffici economico-commerciali delle Ambasciate e dei Consolati con gli Uffici ICE, la rete diplomatico-consolare
Nell'ambito della promozione dei flussi turistici verso l'Italia, il 7 luglio 2004, è stato firmato il Protocollo d'Intesa MAE/MAP/ENIT che ha rafforzato il raccordo interistituzionale nell'attrazione di flussi turistici dall'estero, attraverso la definizione ed attuazione congiunta delle azioni di promozione di flussi turistici verso l'Italia e di flussi di investimenti diretti esteri nel settore turistico da e verso l'Italia.
Il Protocollo ha creato un coordinamento a livello centrale tra MAE, MAP ed ENIT attraverso un «Gruppo dei referenti», organo costituito per il coordinamento delle attività. All'estero si è delineato il ruolo della rete diplomatico-consolare nello studio dei mercati turistici, nell'individuazione e nell'attuazione delle iniziative promozionali, in stretto raccordo con gli Uffici ENIT, dove presenti. L'individuazione congiunta della strategia e degli interventi di promozione del turismo verso l'Italia risponde alla principale finalità del Protocollo.
A partire da quest'anno e per il 2006, gli Uffici della rete diplomatico-consolare congiuntamente agli Uffici ENIT, ove presenti, elaborano annualmente secondo criteri definiti dal Gruppo dei referenti i Rapporti-Paese, documenti di programmazione contenenti analisi del mercato estero e proposte di iniziative promozionali volte ad attrarre flussi turistici verso l'Italia. I Rapporti Paese vengono trasmessi al Gruppo dei referenti e sintetizzati in un Documento complessivo di programmazione turistica, sottoposto all'approvazione delle Regioni in sede di Comitato tecnico ENIT-Regioni. Per il 2006, il Documento complessivo di programmazione turistica è stato predisposto sulla base di 87 Rapporti dall'estero.
Nell'ambito dell'attrazione degli investimenti diretti esteri si è finalizzato un progetto di Memorandum d'Intesa tra il Ministero degli affari esteri, il Ministero per le attività produttive, il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, l'Istituto per il commercio con l'estero e la Società «Sviluppo Italia» in materia di attrazione degli investimenti esteri in Italia.
Obiettivo primario del Memorandum consiste nella realizzazione di un effettivo coordinamento fra le Amministrazioni partecipanti, prevedendo che esse determinino congiuntamente gli orientamenti prioritari dell'azione promozionale in termini di aree geografiche, settori e tipologie di investimento per lo sviluppo di iniziative di attrazione degli investimenti.
Il Memorandum stabilisce altresì le modalità di raccordo operativo a livello estero fra i soggetti impegnati nell'attrazione degli investimenti, rafforzando in particolare il ruolo della rete diplomatico-consolare. Le Rappresentanze diplomatiche parteciperanno pertanto all'analisi ed all'attuazione delle iniziative previste nel Piano Investinitaly (frutto di un protocollo d'intesa tra Sviluppo Italia S.p.A. ed ICE) nell'ambito dell'azione di Image Building, contribuiranno alla diffusione delle informazioni rilevanti ai fini della promozione del Paese quale Business Location per gli investitori. I Consolati inoltre, in assenza di Uffici ICE competenti in materia, costituiranno un punto di riferimento per l'attrazione degli investimenti, svolgendo attività di front office finalizzata ad informare i potenziali investitori.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
l'articolo 8, ultimo comma, del decreto-legge n. 487 del 1993, convertito in legge n. 71 del 1994, prevede l'obbligo, per il Ministro delle comunicazioni, di trasmettere al Parlamento, alla data del 31 dicembre di ogni anno, la relazione sul processo di trasformazione dell'Amministrazione delle Poste in ente pubblico economico;
la scadenza del 31 dicembre 2004 non è stata osservata;
la relazione costituisce elemento fondamentale per verificare lo stato dell'arte del processo di trasformazione delle poste italiane, anche alla luce delle nuove attività che ad esse sono state assegnate ed alla inevitabile rivoluzione formativa del personale dipendente, chiamato ad assolvere a compiti nuovi e comunque qualitativamente rivoluzionati dalla telematica -:
quali siano le ragioni del ritardo nella trasmissione della relazione al Parlamento, così come previsto dall'articolo 8, ultimo comma, del decreto-legge n. 487 del 1993, convertito in legge n. 71 del 1994.
(4-13051)
Sulla scorta del concorde parere della medesima Presidenza del Consiglio dei Ministri, pertanto, è stata predisposta la relazione concernente lo stato di attuazione, da parte della società Poste italiane, degli obiettivi di qualità previsti dal contratto di programma, come stabilito dall'articolo 2, comma 24, della legge n. 662/1996.
Tale relazione è stata inviata ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, per il successivo inoltro alle competenti Commissioni parlamentari, il 24 gennaio 2005.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
lo scrivente ha presentato un'interrogazione il 4 dicembre 2003, ricevendo la risposta l'11 maggio 2004, sulla questione della Donora di Cortenuova (Bergamo) gruppo Candy;
l'accordo tra le parti sociali che faceva riferimento ad un esubero 30 dipendenti sarebbe stato riconsiderato alla fine del 2004;
le fonti giornalistiche di questi giorni parlano di una situazione ben diversa da quella prospettata circa sei mesi fa dal ministero del lavoro, ovvero 185 il numero del personale in esubero; 2 i tipo di frigo più la realizzazione di piccoli frigo da incasso che verranno prodotti negli stabilimenti della Repubblica Ceca; 75 i lavoratori che da gennaio scorso hanno il contratto di solidarietà che dovrebbe concludersi con il prossimo gennaio;
solo tre anni fa i lavoratori dell'azienda erano 650 e si sta rapidamente giungendo a soli 285, rendendo così di fatto simbolica la possibilità di tenere aperto uno stabilimento di produzione quale è la Donora;
l'amministratore delegato della Candy definisce tutto questo uno scenario di relativo ottimismo, compatibilmente con le difficoltà economiche che al momento si stanno registrando in generale sui mercati internazionali -:
se non intenda intervenire per far rivedere alla Candy il proprio piano industriale;
cosa il ministro intenda fare visto il rapido peggioramento economico e produttivo della situazione nello stabilimento ormai in via di chiusura della Donora di Brescia.
(4-11661)
La Donora Elettrodomestici S.p.a. ha sottoscritto, il 10 novembre 2004, un accordo sindacale nel quale si è convenuto di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, per i periodi compresi dal 22 novembre al 26 novembre 2004 e dal 20 dicembre al 23 dicembre 2004, per tutto il personale ad eccezione di quello espressamente comandato. A ciò si deve aggiungere un periodo di ferie collettive dal 24 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005.
Si fa presente, poi, che, il 14 dicembre 2004, presso questo Ministero si è tenuto un incontro tra le parti sociali, per verificare a livello tecnico gli strumenti ai quali ricorrere per risolvere positivamente la situazione.
Infine, si comunica che, il 28 gennaio 2005, la Donora Elettrodomestici Spa ha sottoscritto un verbale di accordo, nel quale si e concordato, con la rappresentanza sindacale unitaria aziendale, un periodo di sospensione su base settimanale dell'intera attività lavorativa dello stabilimento, per un massimo di 19 settimane, per l'intera dotazione organica pari a 468 lavoratori, dal 14 febbraio 2005 al 13 febbraio 2006.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
agli 88 lavoratori della Filatura di Albano S. Alessandro (del gruppo Franzoni filati di Bergamo) e stata annunciata la chiusura dal 2 gennaio 2005;
i lavoratori hanno occupato la fabbrica e all'assemblea sindacale hanno partecipato anche lavoratori dello stabilimento di Calcinate;
la chiusura sarebbe ben più grave vista la crisi generalizzata del settore che determinò nel settembre dello scorso anno la chiusura dello stabilimento (del gruppo Franzoni) di Pognano;
in seguito alla chiusura dello stabilimento di Pognano, già 29 lavoratori di Albano S. Alessandro erano stati messi in cassa integrazione;
intere famiglie lavorano per il gruppo e la situazione è ancora più grave vista l'impossibilità di ricollocarsi in altre industrie -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della gravissima situazione che investe la Franzoni Spa già da alcuni anni;
come i Ministri interrogati intendano operare per salvaguardare i lavoratori (in maggior parte donne) della Franzoni Spa e più in generale per la crisi che investe in questi anni il settore tessile in Italia.
(4-12244)
La società Filati Franzoni Filati S.p.a, occupa n. 88 lavoratori nello stabilimento di Albano S. Alessandro e n. 70 a Calcinate (Bergamo).
In seguito alla decisione assunta dalla società predetta di chiudere lo stabilimento di Albano S. Alessandro, i lavoratori sono entrati in stato di agitazione, che si è protratto dal 16 dicembre 2004 al 2 gennaio 2005, quando la lavorazione è ripresa a pieno ritmo, con turnazioni a ciclo continuo.
Il 27 dicembre 2004 è stato ufficialmente comunicato alle organizzazioni sindacali l'apertura della procedura di mobilità e, in data 11 gennaio 2005, presso l'Associazione tessile italiana a Milano, si è tenuto un primo incontro tra la società e le rappresentanze sindacali per trovare una soluzione possibile alla vicenda, e al momento, le parti sociali sono ancora impegnate nella trattativa.
Da ultimo, si fa presente che dall'accertamento ispettivo è emerso che la ditta è in regola con il pagamento delle retribuzioni al personale e adempie regolarmente ai versamenti contributivi e assicurativi, inoltre, nel periodo dal 24 dicembre al 2
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
nella giornata di giovedì 24 giugno 2002 è stato sottoscritto un accordo tra Ericsson Telecomunicazioni s.p.a. e la società EDS Italia per l'erogazione di servizi di IT (information technology) support al quale ha fatto seguito il trasferimento di 20 lavoratori della Ericsson alla EDS;
i lavoratori trasferiti, tuttavia, hanno viste modificate a più riprese le proprie mansioni professionali ed in numerosi casi hanno subìto un vero e proprio demansionamento e sono a rischio le loro garanzie occupazionali;
l'accordo, inizialmente siglato per tre anni, è divenuto biennale dato che la Corporate Ericsson, dopo solo sei mesi dalla firma dell'accordo con la EDS, ha deciso di rivendere l'IT alla società Helwett and Packard (HP) -:
se il Ministro, nell'ambito dei propri poteri, intenda intervenire al fine della tutela delle garanzie occupazionali.
(4-08902)
La società Ericson TLC Spa, nel perseguire la strategia del gruppo europeo Ericson di esternalizzazione dei servizi non rientranti nello specifico aziendale, con contratto del 29 luglio 2002, ha venduto alla EDS Spa il ramo d'azienda denominato IT Support, consistente nella erogazione dei servizi di supporto al personale operante nella sede di Roma della Ericson, connessi alla utilizzazione di strumenti informatici ed, in particolare, i servizi di Help Desk e di Back Office.
I servizi di assistenza informatica citati, in conformità a quanto verificatosi in ambito europeo per le società del gruppo con distinti contratti di validità triennale, sono stati affidati dalla società Ericson TLC alla società EDS Italia, per il periodo dal 1o agosto 2002 al 1o settembre 2005. In seguito agli accordi intervenuti tra la capogruppo Ericson e la società EDS, il termine contrattuale di scadenza, di tutti i contratti stipulati per i sedici Stati europei in cui operano le aziende del gruppo Ericson, è stato fissato al 31 luglio 2004, determinando, in tal modo, per la sede italiana, una cessazione anticipata del servizio rispetto all'originario termine fissato contrattualmente.
Per quanto riguarda il personale dipendente della società Ericson addetto all'attività oggetto della dismissione (n. 22 dipendenti di cui n. 1 dirigente e 21 impiegati), si riferisce che il suddetto è stato assunto dalla società acquirente conservando, secondo le disposizioni di legge in materia, pari inquadramento contrattuale e livello retributivo. Agli stessi lavoratori è stata, altresì, riconosciuta, quale anzianità convenzionale, quella riferita all'inizio del rapporto di lavoro con la società cedente.
Dai primi accertamenti ispettivi, svolti a maggio del 2004, è emerso che la società EDS occupa, nelle quattordici sedi italiane, un organico complessivo di 2.232 unità, di cui n. 2.050 impiegati e n. 182 dirigenti. La stessa società, al fine di contrastare l'esubero di personale valutato in n. 550 lavoratori, ha avviato un programma di esodo incentivato che si è concluso, il 31 dicembre 2003, con la cessazione di n. 200 rapporti di lavoro.
In particolare, per quanto attiene al personale dipendente della società EDS Italia Spa, proveniente dalla società Ericson TLC Spa, secondo quanto emerso dall'ultima verifica ispettiva di gennaio 2005, è risultato che i dipendenti sono n. 15, poiché,
Infine, si fa presente che attualmente i dipendenti in esame, fatta eccezione per n. 2 unità impegnate nella realizzazione del progetto per la Rete unitaria per la Pubblica amministrazione (R.U.P.A.), sono tuttora in attesa dell'assegnazione del nuovo incarico e impegnati in corsi di formazione ed aggiornamento.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
nei giorni scorsi diversi organi di stampa hanno riportato la notizia che la società Atalanta Bergamasca Calcio avrebbe inviato un richiamo scritto e l'invito a rescindere il contratto ad un proprio giocatore, il signor Fabio Rustico;
il signor Fabio Rustico è stato eletto Consigliere comunale di Bergamo in occasione delle elezioni amministrative del giugno 2004 e, successivamente, è stato chiamato dal Sindaco a far parte della Giunta comunale come Assessore con deleghe allo Sport, al Tempo libero e alle Politiche giovanili;
nel corso dell'espletamento del suo incarico il giocatore non ha partecipato a nove allenamenti a causa di impegni istituzionali concomitanti. Per ogni assenza il Comune ha sempre informato la società;
il presidente della Società Atalanta Bergamasca Calcio signor Ivan Ruggeri, ha dichiarato al quotidiano L'Eco di Bergamo dell'8 dicembre 2004 in un'intervista a pagina 44, che «le due attività (di calciatore e assessore) sono inconciliabili. Rustico deve decidere se vuole fare il giocatore o il politico». Il signor Ruggeri ha anche aggiunto che «l'attività di assessore fa a pugni con quella di professionista». Infine, che «di sicuro non possiamo permetterci questa situazione. Anche perché si crea un precedente»;
secondo quanto riportato dalla stampa (L'Eco di Bergamo, 8 e 9 dicembre 2004) i problemi tra il signor Rustico e la società Atalanta Bergamasca Calcio sarebbero sorti sin da quando il giocatore avrebbe informato la società di voler accettare la candidatura offertagli. La società, secondo la ricostruzione del quotidiano bergamasco (L'Eco di Bergamo, 9 dicembre 2004, pagina 9), avrebbe «sconsigliato» il giocatore. Dopo le elezioni, inoltre, la società avrebbe cercato in Lega Calcio la possibilità di rescindere il contratto con il signor Rustico e avrebbe ora pronto un ricorso al Collegio arbitrale della Lega Calcio. Infine, il giocatore sarebbe stato escluso dalle riunioni a cui partecipano tutti i componenti della squadra;
dichiarazioni e ricostruzioni non risultano essere state smentite -:
se il ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda e se ritenga che realizzi un'ipotesi di mobbing il fatto che un datore di lavoro eserciti pressioni nei confronti di un dipendente affinché rinunci o alla carica elettiva o al proprio lavoro, mettendo in atto anche misure discriminatorie nei suoi confronti e, in caso affermativo, quali iniziative di propria competenza ritenga di adottare in merito.
(4-12091)
Sulla vicenda inerente al signor Fabio Rustico sono stati effettuati degli accertamenti presso la sede operativa della società ed assunte informazioni direttamente dall'interessato.
Il signor Fabio Rustico ha confermato di avere subito pressioni dalla società a causa della sua attività istituzionale, anche se, negli ultimi tempi, la situazione poteva definirsi migliorata.
Al riguardo, si fa presente che la suddetta Direzione provinciale del lavoro ha provveduto a relazionare alla locale Procura della Repubblica per la valutazione degli estremi di eventuali reati.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il servizio di recapito postale in Sicilia non viene svolto in modo efficiente e funzionale;
in particolare, a Palermo, la posta viene recapitata con notevole ritardo;
a ciò si aggiunga che gli utenti sono spesso costretti ad interminabili code ed attese presso gli uffici postali -:
quali iniziative intenda assumere presso Poste Italiane spa affinché sia garantito agli utenti un servizio funzionale ed efficiente.
(4-10509)
La genericità dell'affermazione secondo cui il servizio di recapito a Palermo sarebbe svolto in maniera non soddisfacente non accompagnata dall'indicazione di precisi riferimenti temporali, non ha consentito alla medesima società di svolgere accertamenti mirati al riguardo.
L'unico episodio degno di nota che, tuttavia, non ha comportato conseguenze negative della rilevanza indicata dall'interrogante, ha interessato - secondo quanto riferito dalla medesima società - i 5 uffici di recapito di Palermo nel periodo compreso fra il 19 giugno ed il 19 luglio 2004, a seguito di un'agitazione sindacale del personale portalettere che ha determinato, in particolare, uno slittamento nel recapito delle fatture: ciò in quanto il recapito del corriere prioritario e ordinario è stato assicurato dalle unità non aderenti all'agitazione in parola.
A completamento di informazione si significa che la verifica della qualità del servizio postale svolta dal ministero delle comunicazioni ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 261/99 non ha evidenziato - relativamente al 1o ed al 2o semestre dell'anno 2003 - indici difformi rispetto agli obiettivi fissati dal contratto di programma, come si evince dalle deliberazioni 30 marzo 2004 e 2 aprile 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004).
La verifica riguardante il 1o semestre del 2004 ha messo in luce uno scostamento negativo dello 0,5 per cento relativamente al corriere prioritario interno e dell'1,3 per cento relativamente al corriere ordinario interno dati che, allo stato, non comportano l'adozione di misure sanzionatorie che, ricorrendone i presupposti, potranno essere valutate all'esito della consuntivazione annuale, come stabilito dall'articolo 4, comma 4, del contratto di programma (Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4 giugno 2004).
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
con l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea, previsto per il 2004, e la conseguente caduta delle barriere doganali, si prospetta la perdita dei posti di lavoro legati alle attività doganali e spedizionistiche effettuate alla frontiera;
in particolare, nel Friuli Venezia Giulia, la caduta delle barriere doganali comprenderà la perdita dei posti di lavoro nei settori dei dichiaranti doganali, delle case
la questione occupazionale degli spedizionieri era già stata affrontata nel 1993 allorquando si determinò l'abolizione delle frontiere fiscali e dei controlli doganali nell'ambito del mercato interno comunitario;
in tale occasione venne emanato il decreto-legge 21 giugno 1993 n. 199 «Interventi in favore dei dipendenti delle imprese di spedizione internazionali, dei magazzini generali e degli spedizionieri doganali» convertito, con modificazioni, nella legge 9 settembre 1993 n. 293 -:
se non si ritenga, vista la necessità e l'urgenza di disporre interventi in favore dei dipendenti delle imprese operanti nel settore delle spedizioni doganali al fine di fronteggiare la crisi occupazionale che si prospetta con l'abolizione delle barriere doganali, di assumere un'analoga e tempestiva iniziativa e quali iniziative, in ogni caso, il Governo intenda assumere.
(4-07488)
In virtù della legge finanziaria del 2004, è stato possibile concedere la Cassa integrazione guadagni ordinaria in deroga alla normativa vigente, con accordo siglato, in data 4 marzo 2004, presso la Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro.
Tale trattamento è stato ulteriormente prorogato fino al 30 aprile 2005, in conseguenza dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 249 del 6 ottobre 2004, convertito successivamente in legge.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
nell'isola dalmata di Eso (in croato Iz) di fronte a Zara, esiste un monumento ai «liberatori» in cui è rappresentato un uomo con il pugno alzato che calpesta il nemico ucciso. La vittima porta inequivocabilmente il piumetto da bersagliere;
il monumento, come si può apprendere dalla targa sottostante, fu costruito ai tempi di Tito ma oggi la Croazia è un paese diverso da allora e il persistere di quel monumento è, oltre che offensivo, evidentemente poco amichevole nei confronti dell'Italia;
risulta, peraltro, che il premier croato Sanader abbia fatto rimuovere dei monumenti a San Rocco (in croato Sveti Rok nella contea di Segna e di Lika ) e in località Slunj (nei pressi di Carlovaz) dedicati ad esponenti del regime ustascia, giudicandoli «in contrasto con la Costituzione e lesivi dell'immagine e degli interessi del paese all'estero -:
se il Ministro voglia attivarsi presso le competenti autorità croate affinché sia valutata l'opportunità di rimuovere il sopra descritto monumento offensivo nei confronti dei bersaglieri, dei soldati e del popolo italiano.
(4-11703)
L'isola di Eso/Iz si trova nella Contea di Zara, in prossimità dell'Isola Lunga/Dugi Otok (come noto, utilizzata come campo di concentramento titino).
Il monumento, in cui la figura del bersagliere sarebbe stata utilizzata per la facile identificabilità, nonostante i bersaglieri non fossero in realtà stati coinvolti nell'azione, venne eretto nei luogo corrispondente al punto di partenza dell'imbarcazione diretta a Zara e visitato da Tito il 10 agosto 1958.
L'Onorevole interrogante ricorda la rimozione recentemente avvenuta, a San Rocco e a Slunj, di monumenti dedicati ad esponenti del regime ustascia, giudicati dalle Autorità croate in contrasto con la Costituzione e lesivi dell'immagine e degli interessi del Paese all'estero. Lo scorso mese di dicembre in Croazia sono stati rimossi anche alcuni altri monumenti, in particolare uno dedicato a Tito ed un altro ad esponenti del movimento ustascia.
Il Governo Sanader ha nei mesi scorsi annunciato l'elaborazione di un progetto di legge (finora non finalizzato) volto al divieto della celebrazione di «tutti i totalitarismi».
Nel monumento in questione è certamente percepibile un connotato di anti-italianità, sia per il gesto che esso ricorda, sia per la raffigurazione stessa. Da parte italiana vengono al riguardo utilizzate le occasioni di incontro con gli interlocutori croati affinché anche il monumento in parola possa essere incluso tra quelli abbattibili. In tale ottica, la nostra Ambasciata a Zagabria ed il nostro Consolato a Spalato hanno avviato una specifica azione di sensibilizzazione delle competenti Autorità croate.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
se corrisponda al vero (Leggo, 4 marzo 2004, pag. 20) che al Policlinico Umberto I di Roma, nell'unità operativa di oncologia, i medici siano costretti «a fare gli infermieri per carenza di personale infermieristico»;
se il competente Ispettorato del Lavoro non ritenga di doversi attivare ai sensi dell'articolo 4 della legge 22 luglio 1961, n. 628.
(4-09757)
Dagli accertamenti ispettivi effettuati nell'azienda Policlinico Umberto I, in Roma, si è riscontrato che nei tre Servizi di «day hospital oncologici», il personale infermieristico è corrispondente a quanto previsto dalle disposizioni dettate dalla regione Lazio che prescrive, in particolare, l'utilizzo di un numero di infermieri pari al numero dei posti letto.
Si chiarisce, comunque, che nel «Reparto day Hospital» di oncologia clinica si è effettivamente verificata, nel corso del mese di febbraio 2004, la carenza di due infermieri, ma già nel mese di marzo 2004, con il rientro di una unità e il ricorso ad un infermiere di un altro reparto, si è risolta la problematica di tale carenza.
La direzione provinciale del lavoro di Roma ha verificato, inoltre, che nel primo servizio oncologia clinica, con sei posti letto, operano cinque medici coadiuvati da cinque infermieri professionali e tre ausiliari. Poi, nel servizio CHM03 S.S. oncologia, con quattro posti letto, sono destinati sei medici più quattro infermieri professionali, mentre il personale ausiliario è condiviso con il servizio oncologia clinica, in quanto i predetti servizi si trovano collocati nello stesso piano dell'edificio destinato alla radiologia centrale. Infine, presso il terzo servizio di oncologia diagnosi e programmazione terapeutica, dotato di quattro posti letto, sono in forza tre dirigenti medici e quattro infermieri professionali, coadiuvati da due unità ausiliarie.
Da ultimo, si precisa che il Policlinico Umberto I si avvale di cooperative di lavoro per il reperimento di diverse figure professionali ed, in particolare, di personale con la qualifica di infermiere professionale. Al riguardo, la suddetta direzione provinciale ha fatto presente di aver rilasciato, a seguito di richiesta, nel corso dell'anno 2004, un numero considerevole di autorizzazioni al lavoro subordinato, in favore di cittadini provenienti da paesi extracomunitari, aventi la qualifica sopraccitata
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
Poste italiane S.p.A. ha come azionista lo Stato italiano;
il Ministro delle comunicazioni è tenuto alla vigilanza ed all'emanazione di direttive, nonché al controllo sull'attività delle Poste italiane S.p.A., che è società partecipata e finanziata dal ministero dell'economia e delle finanze;
già nel corso di un'audizione in Commissione trasporti degli amministratori di Poste italiane, era emerso che nel contratto a suo tempo sottoscritto tra Poste italiane S.p.A. e Securidata S.p.A. per l'acquisto delle quote della Securipost S.p.A. da parte di Poste italiane, il tribunale di Roma sezione lavoro, con sentenza dell'8 novembre 2002, aveva accertato la natura di cessione di ramo di azienda, obbligando Securipost sia ad assumere gli ex dipendenti della Securidata a decorrere dal 1 marzo 2001, sia a corrispondere, in solido con Poste italiane S.p.A., le mensilità dovute;
nei ripetuti incontri tra Poste italiane e Securidata per addivenire ad una transazione del contenzioso, con il dottor Giovanni Cuturi, direttore centrale acquisti di Poste italiane, era stato ipotizzato un accordo a seguito del quale sarebbero immediatamente scaturiti per Poste minori costi cui andavano aggiunti i benefici economici derivanti da una transazione «tombale» che escludeva quindi il rischio per Poste di sottoporsi all'arbitrato, contrattualmente previsto, per un eventuale risarcimento di danni superiore ai 40 milioni di euro nei confronti di Securidata in conseguenza delle eventuali inadempienze;
tutte le richieste formulate da Poste nei confronti di Securidata erano state accettate e confermate con lettera di Securidata a Poste italiane del 3 febbraio 2003;
al fine di addivenire ad una definizione del contenzioso in essere fra Securidata e Poste italiane sono state dunque avviate lunghe trattative attraverso le quali Poste ha, dapprima sollecitato a Securidata una proposta transattiva, per poi, inopinatamente rifiutarne la stipulazione, nonostante Poste avesse convocato numerose riunioni (in particolare quella dell'11 aprile 2004) con intenti definitivamente conclusivi;
ai ripetuti incontri cui si è fatto riferimento hanno partecipato alcuni dirigenti di Poste italiane, tra i quali anche il dottor Filotto dirigente personalmente assunto in Poste il 1 marzo 2003, dall'amministratore delegato ingegner Massimo Sarmi e da questi nominato direttore centrale per la tutela aziendale;
il dottor Filotto, come rivelano le recenti cronache giudiziarie, è stato tratto in arresto con l'accusa di aver ricevuto cospicue tangenti per alcuni appalti e di aver concordato con l'IVRI - Istituti di vigilanza riuniti d'Italia - una tangente di seicento mila euro per la prosecuzione da parte di Poste tutela del rapporto contrattuale precedentemente sottoscritto con Securipost -:
se la scelta di bloccare la transazione sia stata adottata su iniziativa dell'ingegner Sarmi, e sia stata posta a conoscenza del Presidente del collegio sindacale;
se non ritenga opportuno, anche per evitare i rischi dell'azione legale promossa, che debba essere rivista la decisione assunta, dando corso alla transazione tra Securidata e Poste italiane.
(4-10646)
Tuttavia, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in relazione alla vicenda riguardante i rapporti intercorrenti con la società Securidata, ha comunicato, in via preliminare, che nel corso delle «lunghe trattative», cui fa riferimento l'atto in esame, intercorse tra la società Securidata ed i rappresentanti dell'azienda, erano state affrontate ipotesi finalizzate alla definizione di aspetti controversi sorti nell'ambito dei rapporti in essere tra le due società; ipotesi che, anche da un punto di vista strettamente giuridico, non erano poi risultate sostenibili.
Successivamente - secondo quanto riferito - la srl Securidata avviava una procedura arbitrale, chiedendo la condanna dell'azienda al pagamento complessivo di euro 40.000.000,00; a fronte di tale richiesta, la società Poste Italiane si costituiva nel procedimento arbitrale.
Stando a quanto comunicato, la correttezza della decisione della società Poste Italiane, con riferimento sia alla posizione assunta di fronte a tali ipotesi transattive, sia alla connessa decisione di costituirsi nella procedura arbitrale, ha trovato piena conferma nel lodo arbitrale pronunciato il 15 settembre 2004, con il quale il collegio ha rigettato tutte le richieste di condanna dell'azienda formulate dalla srl Securidata e da Interplanet Italia srl, intervenuta nel giudizio quale concessionaria del credito oggetto della controversia arbitrale.
A completamento d'informazione, infine, la concessionaria ha reso noto che il collegio, nel respingere le tesi sostenute da Securidata, ha qualificato il contratto intercorso tra le due società come contratto di compravendita di azioni e non, come invece sostenuto da Securidata, come contratto di cessione di azienda.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la popolazione residente nel comune di Guasila, popoloso centro in provincia di Cagliari, lamenta che, nonostante le reiterate sollecitazioni rivolte a Telecom Italia, non è stata ivi installata, o comunque non risulta attiva, la rete Adsl;
com'è noto, la rete Adsl è indispensabile per il miglior funzionamento dei collegamenti Internet nonché, secondo recenti acquisizioni, per la più efficiente e vantaggiosa gestione degli altri servizi di telefonia;
nel territorio di quel comune perdurerebbe, a tutt'oggi, l'impossibilità di fruire dei collegamenti Adsl, benché in quell'area siano presenti le linee «a fibre ottiche» e - si stima - l'attivazione della rete Adsl comporterebbe la necessità di modesti investimenti;
quanti abitano nelle zone interne dell'isola avvertono l'esigenza di utilizzare le più efficaci, rapide e meno dispendiose opportunità di collegamento per via telematica, anche al fine di ovviare alle difficoltà di spostarsi fisicamente, per raggiungere gli uffici e per accedere ai servizi solitamente dislocati nei capoluoghi di provincia -:
se, ed eventualmente per quali ragioni, in base ai dati a disposizione del Governo, il territorio del comune di Guasila tuttora, effettivamente, non sia servito dalla rete Adsl;
se analoghe carenze siano riscontrabili nel territorio di altri comuni della stessa zona sopra indicata;
se non si ritenga opportuno assumere - nell'esercizio delle prerogative di competenza - ogni utile iniziativa per favorire
(4-11553)
Ciò ha permesso di raggiungere una significativa copertura del servizio ADSL che, a fine dicembre 2004, era di circa l'83 per cento della clientela, dato paragonabile, quando non superiore, a quello raggiunto dai principali gestori europei ed internazionali.
La fornitura del servizio in parola rappresenta, infatti, per Telecom un'assoluta priorità e, pertanto, la stessa ha allo studio soluzioni strategiche e piani tecnici che si ritiene potranno favorire la diffusione di tale servizio in modo da estendere la copertura anche nelle zone che non è stato ancora possibile raggiungere quali quella citata nell'atto parlamentare in esame.
In ogni caso, ha concluso la società Telecom, allo scopo di non discriminare i comuni minori e di permettere comunque l'accesso alla larga banda anche nelle zone ancora non raggiunte dal servizio ADSL, è stata recentemente introdotta una nuova offerta basata su tecnologia satellitare.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
da lunedì 19 gennaio 2004 l'ufficio postale situato nel comune di San Martino di Finita (Cosenza) limita la sua apertura a solo tre giorni a settimana;
il provvedimento è giunto improvviso senza, a detta del sindaco, che venisse avvertito o venisse chiesto il parere preventivo dello stesso comune;
è un fatto grave perché limita il diritto dei cittadini abitanti il capoluogo del comune di un servizio pubblico essenziale e viola il combinato disposto degli articoli 1 e 22 della legge 97/94 che prevede la salvaguardia delle zone montane con azioni miranti a garantire adeguati servizi per la collettività e prevede il parere preventivo dei sindaci interessati ovvero l'esternazione delle ragioni che hanno indotto a discostarsene. Inoltre si viola la direttiva europea concernente l'individuazione di regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali e per il miglioramento della qualità dei servizi. La direttiva precisa che l'Ente poste deve assicurare le proprie prestazioni, permanentemente in tutto il territorio nazionale, a prezzi accessibili agli utenti e mediante l'attivazione di un congruo numero di punti di accesso;
il comune di San Martino di Finita considerato montano ai sensi della legge 1102/71, della legge 97/94, della legge regionale n. 4/99 non può subire la chiusura, per come predisposta, dell'ufficio postale del centro capoluogo (unico comune della zona ad essere penalizzato) e tenuto conto che, da informazioni assunte presso l'Ente poste il predetto ufficio postale di San Martino di Finita centro ha avuto nel 2002 un budget complessivo al 114 per cento e nel 2003 ancor bel oltre il 100 per cento;
sullo stesso si riversa clientela non solo del comune di San Martino di Finita ma anche dei comuni limitrofi con una elevata attività, è da evidenziare che non esistono banche in loco;
è stata rilevata una forte penalizzazione nei servizi, perché vede il passaggio da due uffici postali pienamente funzionanti (capoluogo e frazione) ridursi a due mezzi servizi, d'imperio e senza motivazione alcuna -:
quali iniziative intenda adottare il ministro competente, vista la grave situazione venutasi a verificare;
se intenda ripristinare il pieno funzionamento dell'ufficio postale del capoluogo San Martino di Finita con l'apertura estesa a tutti i giorni della settimana, così come dell'ufficio postale di Santa Maria Le Grotte esistendone i presupposti, cioè con la massima urgenza.
(4-09024)
Il ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e a adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito alla lamentata riduzione di apertura «a tre giorni alla settimana» dell'ufficio postale di San Martino di Finita (Cosenza), ha comunicato che nel territorio dell'omonimo comune sono situati i due uffici postali di S. Martino di Finita e S. Maria in Grotte caratterizzati, rispettivamente, da 10 e 15 contatti medi giornalieri con la clientela.
Secondo quanto precisato dalla stessa società, in considerazione dell'evidente scarsa attività dei due uffici postali l'azienda, nell'ottica incessante di riequilibrare il rapporto domanda/offerta, è intervenuta con un provvedimento di razionalizzazione che ha comportato un'alternanza di apertura giornaliera tra gli stessi uffici postali al fine di garantire, comunque, l'offerta quotidiana dei servizi nell'ambito del comune in parola riducendo, nel contempo, al minimo gli eventuali disagi per i cittadini.
La società Poste Italiane ha, infine, reso noto che mediante i costanti controlli dei flussi di traffico degli uffici postali è pronta ad intervenire non appena si modificano le condizioni che hanno determinato l'adozione di un provvedimento di razionalizzazione, nell'ottica del mantenimento degli standard di qualità dei servizi offerti sul territorio.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la Peroni è un marchio storico della città di Napoli che fu acquistato dalla SAB-Miller, multinazionale sudafricana, che nel rilevarla portò un programma di riorganizzazione e di rilancio della stessa fabbrica, senza prevederne la chiusura;
la stessa multinazionale ha comunicato la chiusura, per problemi di competitività del settore della «stabilimento napoletano» senza specificare il motivo per cui proprio la «fabbrica di Miano» dovesse chiudersi e non altre;
a nulla sono valse le interrogazioni presso le autorità cittadine per evitare tale inconveniente, fatte da consiglieri comunali;
secondo l'interrogante, l'inerzia delle autorità cittadine, provinciali, regionali ha già portato al depauperamento delle città di risorse quali il Banco di Napoli, Isveimer, Cirio, Selenia, Centrale del latte, Risanamento, comune, provincia e regione intervengano, a giudizio dell'interrogante, solo a «fatto compiuto» aiutando di fatto la spoliazione delle città a favore della speculazione, vedi delibere
se non si ritenga opportuno intervenire convocando la multinazionale sudafricana per salvare l'occupazione dei 120 addetti che andrebbero in caso negativo ad aggravare la già difficile situazione economica delle città.
(4-11248)
In via preliminare, si fa presente che, nel maggio 2003, il 60 per cento del pacchetto azionario della società in esame è stato acquisito dalla multinazionale Sab Miller, azienda leader nel settore della produzione e commercializzazione della birra ed, a seguito di tale acquisizione è stata costituita la società Sab Miller Italia.
L'organico complessivo della citata società ammonta a n. 801 dipendenti, tra cui n. 23 dirigenti, n. 464 impiegati e n. 314 operai, dislocati tra gli stabilimenti di Padova, Roma, Bari e Napoli e la sede centrale di Roma, dove operano n. 158 dipendenti.
In particolare, nel complesso aziendale di Napoli, oggetto della suindicata interrogazione, operano n. 152 addetti, di cui n. 76 operai ed altrettanti impiegati.
In conseguenza dell'incremento della concorrenza e soprattutto delle importazioni, oltre ad un grave trend negativo registrato nell'ultimo triennio, la società ha assunto la decisione di chiudere lo stabilimento di Napoli.
La scelta aziendale, della chiusura specifica di Napoli, attiene alle caratteristiche del suddetto stabilimento, inerenti alla tipologia dell'impianto e della produzione, alla posizione logistica e alle incidenze dei costi di trasporto. Oltre a ciò, ha inciso la disdetta della commessa acquisita dalla società Diageo, per la produzione e l'imbottigliamento di circa 4 milioni di casse/anno di bevanda, che avrebbe consentito circa 377 turni di lavoro annui su un totale di 1.100.
Pertanto, la società, l'8 ottobre 2004, ha comunicato alle organizzazioni sindacali la decisione di cessare l'attività e di attivare la procedura di mobilità per tutto il personale occupato presso lo stabilimento di Napoli. Si sono succeduti vari incontri con le rappresentanze sindacali fino al 27 gennaio 2005, data in cui, presso la Regione Campania, sono stati esperiti con esito positivo sia gli esami congiunti per le procedure di licenziamento collettivo e collocamento in mobilità, sia l'istanza per l'attivazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), a decorrere dal 31 gennaio 2005, per 12 mesi.
Il licenziamento collettivo di cui sopra interesserà n. 138 lavoratori, di cui 76 operai e 62 impiegati, atteso che sono cessati dall'impiego 4 lavoratori per dimissioni volontarie, n. 1 lavoratore per decesso, mentre n. 9 lavoratori sono stati trasferiti, con accettazione degli interessati, allo stabilimento di Roma per esigenze tecno-produttive.
Si fa presente, poi, che la regione Campania ed il comune di Napoli, congiuntamente alla struttura campana di Italia lavoro hanno predisposto uno specifico programma finalizzato all'attivazione di sostegni per la ricollocazione dei lavoratori in esubero, vista la deliberazione regionale n. 2193 del 3 dicembre 2004, con la quale è stato determinato di destinare specifiche risorse per il finanziamento di piani formativi a favore dei lavoratori collocati in Cassa integrazione guadagni straordinaria.
Infine, per quanto concerne i finanziamenti pubblici, il Ministero delle attività produttive ha comunicato che la Birra Peroni spa ha usufruito «per ammodernamento», in base alla legge n. 488 del 1992, di un contributo pari a euro 1.071.978,6 - concesso con decreto ministeriale n. 76989 del 30 aprile 1999 e di un ulteriore contributo pari a euro 463.757,64 - concesso con decreto ministeriale n. 87728 del 9 novembre 2000 e poi erogato per un importo di euro 355.547,52. Inoltre, ai sensi del Testo Unico n. 278 del 1978, sono state agevolate sette iniziative a favore della società in esame, per cinque delle quali i prescritti vincoli di destinazione sono già scaduti. Per le restanti iniziative il Ministero
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
come si evince da un comunicato Ansa, del 6 dicembre 2004, la Piaggio produrrà in Cina, entro il 2010, circa 30.000 veicoli l'anno;
tale produzione sarà possibile grazie all'accordo di collaborazione industriale e commerciale con il gruppo Zongshen, che ha dato vita alla società mista Piaggio Foshan Motorcycle;
entro la prima metà del 2005, la società avvierà la produzione in Cina di scooter che poi saranno distribuiti nel resto del mondo con la collaborazione della Zongshen -:
se la Piaggio ed altre aziende italiane abbiano ottenuto finanziamenti per promuovere la propria attività in Cina e, in caso affermativo, a quanto ammontino.
(4-11942)
Il Viceministro delle attività produttive: Adolfo Urso.
lo scorso 21 ottobre 2002 la società Exide Italia srl, con sede in Casalnuovo, specializzata nella produzione di batterie stazionarie da installare nelle centrali elettriche e telefoniche, nonché di batterie da installare su sommergibili, auto e affini, ha attivato la procedura di riduzione del personale;
un provvedimento che ha portato alla decurtazione di 42 posti di lavoro sui circa 224 attualmente impiegati;
tenuto conto che la società indicata, fa parte della multinazionale americana Exide con sede in Irlanda, che la stessa multinazionale, possiede in Italia altre quattro società operanti a Romano di Lombardia, Fumane, Canonica D'Adda ed Avellino e che gli stabilimenti operanti al nord, sono tutti in attivo, data l'ingente mole di lavoro -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per favorire l'avvio di una fase di concertazione tra l'azienda e le organizzazioni sindacali finalizzata a far rientrare le ipotesi di licenziamento previsti dalla società a Casalnuovo, territorio già notevolmente compromesso dalla disoccupazione e, comunque, all'adozione da parte della multinazionale di soluzioni alternative a quelle messe in atto.
(4-04410)
Per quanto attiene alla vertenza Exide Italia si sono avuti numerosi incontri presso il Ministero delle attività produttive, al fine di verificare tutte le alternative possibili alla decisione della multinazionale di cessare le attività produttive nello stabilimento di Casalnuovo di Napoli.
Da questi incontri sono emerse le difficoltà in cui si è dibattuta l'azienda, che al di là della criticità che caratterizza l'attuale situazione dello specifico mercato risente anche della situazione di amministrazione controllata della casa madre americana.
In tale contesto la multinazionale ha ritenuto di dover procedere alla chiusura di
In data 21 giugno 2004, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è stato sottoscritto un protocollo di intesa in ordine alla problematica occupazionale, specifico per l'area interessata alla dismissione dello stabilimento della società Exide di Casalnuovo.
Con tale accordo, la società Exide si è impegnata a cedere a titolo gratuito a Sviluppo Italia - aree produttive, parte del terreno con gli annessi opifici dello stabilimento di Casalnuovo (circa 30000 mq.), al fine di favorire l'insediamento di attività in grado di garantire i livelli occupazionali. Inoltre, la società Exide si è impegnata a realizzare un piano di caratterizzazione dell'area, con i relativi ed eventuali interventi. Sempre in tale accordo, Sviluppo Italia - aree produttive, acquisita la porzione di stabilimento ceduto, si è impegnata, per contro, nella ricerca di uno o più imprenditori interessati ad insediarsi nell'area in argomento.
Gli Enti locali, infine, si sono resi disponibili a garantire «un quadro di certezze amministrative e di tempi coerenti e compatibili con la realizzazione delle nuove attività produttive».
Con l'accordo in esame è stato stabilito, poi, che, nel periodo necessario all'avvio delle attività di reindustrializzazione del sito, i dipendenti della Exide dovevano essere posti in cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), per cessazione di attività e per un periodo di 12 mesi.
A tale riguardo si ritiene utile puntualizzare che questo Ministero, con decreto dell'8 ottobre 2004 - n. 34884, ha concesso al personale già posto in mobilità ex lege n. 223 del 1991, il trattamento di CIGS dal 1o luglio 2004 al 30 giugno 2005.
In data 18 novembre 2004, presso la Giunta regionale della Campania, è stato confermato e ratificato il menzionato accordo dell'11 novembre 2004 ed è stata accolta la procedura di licenziamento collettivo di n. 40 lavoratori, per cessazione dell'attività produttiva, a far data dal 1o luglio 2005.
Attualmente, i lavoratori rimasti ancora in attesa di una «ricollocazione» al termine del periodo di CIGS sono in numero di 100 unità.
La Direzione provinciale del lavoro di Napoli comunica, infine, che, al momento, non risulta ancora del tutto esperito il piano di caratterizzazione dell'area e non è stato ultimato il piano di messa in sicurezza e di bonifica dello stabilimento; entrambe condizioni essenziali per l'eventuale insediamento di attività finalizzate al recupero industriale del sito in funzione della salvaguardia dei livelli occupazionali.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
lo scorso 17 giugno i lavoratori occupati presso lo «Zio d'America» di Via Ugo Ojetti, storico punto di riferimento per la gastronomia della città di Roma, hanno trovato chiusi i locali del negozio con i sigilli apposti dall'Ufficiale Giudiziario per morosità da parte della società che ha gestito l'attività fino a questo momento;
all'interno del suddetto punto di ristoro sono impiegate 72 persone che, dal giorno di chiusura, hanno indetto una protesta permanente all'esterno della struttura per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni, a difesa del loro posto di lavoro -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori, che, loro malgrado, rischiano di perdere il posto di lavoro, e per individuare, insieme alle parti, soluzioni capaci di scongiurare la chiusura dell'attività e
(4-10322)
A seguito dello sfratto esecutivo, la società GesmarK Srl ha cessato l'attività di pubblico esercizio con l'insegna di «Lo Zio d'America» ed ha avviato la procedura di mobilità, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, per n. 60 dipendenti.
Ad ogni modo, si fa presente che la problematica occupazionale ha avuto un esito positivo, poiché tutti i lavoratori sono stati assunti dalla società Supermercati Sir Srl, nuovo gestore dell'attività in esame, a far data dal 10 settembre 2004.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti dalla segreteria provinciale della Flm-Uniti-Cub si apprende che «la Medusa cinema, del gruppo Mediaset, svende al miglior offerente le otto sale cinematografiche di Roma»;
sempre da notizie provenienti dai suddetti ambienti sindacali a tutt'oggi i 55 lavoratori del circuito, non hanno ricevuto garanzie sul mantenimento del livello occupazionale e sui diritti fino ad oggi conquistati -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di convocare un tavolo di confronto tra le parti, alla presenza delle organizzazioni sindacali di categoria e dei vertici della proprietà, nell'intento di tutelare la dignità ed i diritti dei lavoratori, individuando soluzioni alternative a quelle annunciate e capaci comunque di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.
(4-10697)
La società Medusa Cinema Spa, in data 30 luglio 2004, avuto riguardo della procedura prevista dalla legge n. 428 del 29 dicembre 1990, ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria, la decisione di conferire alla società Circuito Cinema Srl il proprio ramo di azienda costituito, in massima parte, dal circuito romano delle sale cinematografiche Eurcinema, Fiamma, Jolly, Giulio Cesare, King, Maestoso, Metropolitan, con l'esclusione del solo Embassy.
Alle stesse Organizzazioni sindacali è stato precisato che la società Circuito Cinema Spa, i cui soci sono le società Cinecittà Cinema Srl, Bim distribuzione Srl, Mikado Film Srl, Wite Cat Srl, Greenwech Srl, Emme Cinematografica Srl, consentirà la sottoscrizione, da parte della Medusa Cinema Spa del 10 per cento del capitale sociale al fine di rafforzare la propria presenza sul mercato romano, auspicabilmente risanando il conto economico delle sale Medusa.
È stato precisato, altresì, che «per i dipendenti sono da escludere conseguenze negative di sorta, vuoi sotto il profilo economico che sociale, il tutto nel rispetto della normativa vigente».
In data 21 settembre 2004, la Circuito Cinema Srl, confermando la disponibilità per la salvaguardia dei dipendenti, ha sottoscritto un accordo, con il quale, in caso di perfezionamento del conferimento, sarebbero stati garantiti i livelli occupazionali e retributivi, condizioni sempre ritenute dalla Medusa Cinema necessarie ed irrinunciabili per il perfezionamento di qualsiasi accordo di conferimento.
Nella stessa data la Medusa Cinema Spa ha dato inizio ad una seconda procedura ex lege n. 428 del 1990, attivata, questa volta allo scopo di cedere il ramo d'azienda costituito dalla sala Embassy, avendo trovato
Nell'ambito di questa seconda procedura finalizzata, appunto, alla cessione e non al conferimento di un ramo di azienda, le parti interessate, Medusa Cinema Spa, Globalmedia Srl e le Organizzazioni sindacali si sono incontrati per gli approfondimenti del caso, raggiungendo un accordo, siglato in data 26 ottobre ultimo scorso, anche per quanto riguarda il trattamento economico da assicurare ai lavoratori interessati alla cessione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
oltre il cinquanta per cento dei 108 addetti della Sielte Spa di Roma, azienda che si occupa di attività legate a Telecom, al dentro delle ferie, ha trovato la lettera che comunica loro la messa in cassa integrazione;
tale provvedimento, non deriva soltanto dalla mancanza di commesse, quanto dalla certezza del profitto che Sielte intende mantenere utilizzando società di subappalto, i cui dipendenti tra l'altro hanno posizioni di lavoro non chiare;
a seguito di tale decisione aziendale, gli operai e impiegati della Sielte sono entrati in stato di agitazione permanente, attuando giornate di sciopero e di mobilitazioni che si protrarranno fino a quando l'azienda non eliminerà l'utilizzo inaccettabile della cassa integrazione guadagni come strumento per i propri profitti -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, nell'intento di individuare soluzioni alternative annunciate dall'azienda capaci di garantire un futuro occupazionale certo e sicuro ai lavoratori.
(4-10913)
La società Sielte Spa ha usufruito del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) gia nel 2001, ai sensi della legge n. 223 del 1991 e nel primo semestre del 2002, ai sensi del decreto interministeriale del 6 giugno 2001 (articoli 1 e 5). Nel secondo semestre del 2002 ha usufruito di un ulteriore periodo di Cassa integrazione guadagni straordinaria, ai sensi dell'articolo 52, comma 46, della legge n. 448 del 2001.
Le problematiche occupazionali nel settore della telefonia sono state affrontate in una riunione che si è tenuta, il 10 maggio 2002 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, alla presenza dell'onorevole Borghini, tra le aziende Ciet, Sielte, Site, Sirti, Mazzoni, Valtellina, Itel e le organizzazioni sindacali FIM-CISL, FIOM-CGIL e UILM-UIL.
A seguito di tale incontro, la società in esame ha fatto ricorso per tutto il 2003 alla CIGS, ai sensi dell'articolo 21, della legge n. 280 del 2002.
Il 14 ottobre 2003, la Sielte Spa ha avviato la procedura di mobilità per 1305 lavoratori, che si è conclusa il 10 dicembre, con la firma di un accordo, presso questo Ministero, alla presenza della FIOM-CGIL, per il ricorso alla cassa Integrazione di n. 1300 dipendenti, di cui 111 su Roma e provincia. In seguito a tale accordo la società in esame ha presentato, il 16 gennaio 2004, istanza per la proroga CIGS, ai sensi dell'articolo 1, del decreto-legge n. 328 del 2003, per il periodo dal 1o gennaio 2004 al 31 dicembre 2004. La suddetta istanza è stata accolta il 7 maggio 2004.
In particolare, per i dipendenti della sede di Roma, la cassa integrazione ha avuto inizio nel mese di settembre 2004.
Si fa presente che per quanto concerne l'attività lavorativa, la società Sielte Spa ha sempre operato nel settore delle telecomunicazioni con prevalenza dell'attività di installazione di impianti di rete telefonica ricevuti in appalto dalla Telecom Spa. L'esecuzione di «lavori civili» inerenti alla costruzione di strutture richieste per l'alloggiamento delle linee telefoniche, ed altro, sono affidate in subappalto a ditte specializzate, autorizzate dalla Telecom Spa, con modalità e procedure stabilite nei capitolati di appalto di riferimento, in quanto la Sielte Spa non possiede né macchinari ed attrezzature idonee né personale con la qualifica necessaria all'esecuzione di questa tipologia di lavori.
La società Sielte Spa, in sede di ispezione svolta dalla sopra citata Direzione provinciale, ha fornito un elenco delle ditte subappaltatrici dell'area di Roma e dai controlli effettuati non sono emerse irregolarità.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
256 addetti nei call center del gruppo «Cos» di Roma, giovani per lo più laureati e diplomati, che per conto di Inps, Inail e Inpdap forniscono informazioni e chiarimenti via cavo, rischiano il licenziamento;
da notizie in possesso dell'interrogante pare che all'origine del suddetto rischio occupazionale c'è la revoca delle commesse dei tre Enti previdenziali che avrebbero intenzione di servirsi dei call center di Poste Italiane;
i dipendenti del gruppo «Cos» hanno un contratto a tempo indeterminato, al contrario di quanto accade generalmente all'interno di queste strutture -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, a tutela dei diritti, della dignità e delle professionalità dei lavoratori, nell'intento di garantire loro un futuro certo e sicuro, in un segmento di mercato del lavoro purtroppo gli impieghi a progetto, interinali o a part time la fanno da padrone.
(4-11266)
Nei call center dei citati Istituti hanno operato n. 77 lavoratori della Cosmed Spa e n. 174 della COS Communication Services Spa 8 per i quali si è paventata la collocazione in mobilità.
Il problema degli esuberi è stato affrontato, congiuntamente con le Organizzazioni sindacali, in diversi incontri svolti presso l'Unione industriali di Roma per trovare soluzioni alternative al ricorso alla mobilità.
In data 27 ottobre 2004 sono stati siglati due distinti accordi con le Organizzazioni sindacali, nei quali si è convenuto in merito alla riallocazione di tutti i lavoratori su altre commesse o la cessione di contratti di lavoro ad altre società del gruppo COS. Inoltre, si è concordata la risoluzione del rapporto di lavoro, con la conseguente messa in mobilità, fino ad un massimo di 60 unità per la COS-MED e n. 159 per la COS Communication, solo per il personale in disaccordo con le soluzioni prospettate.
Alla data del 19 gennaio 2005, la situazione degli esuberi è stata così risolta: per la società COS-MED Spa dei 77 lavoratori interessati, n. 15 sono stati riallocati alla commessa Vodafone, n. 16 alla commessa ACI, n. 24 alla società Atesia Spa con cessione di contratti di lavoro, n. 1 in posizione di staff, n. 1 si è dimesso. Il personale in esubero posto in mobilità è pari a 19 unità, mentre un'unità sarà posta in mobilità entro 120 giorni dall'accordo.
Per la società COS Communication Spa, invece, nessun lavoratore è stato posto in mobilità
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
dal 23 settembre del 2002, la società «Cesare Fiorucci S.p.a.» - azienda leader nella produzione degli insaccati, con sede in Pomezia - sta usufruendo degli ammortizzatori sociali (C.I.G.S. e Mobilità), in base agli accordi sindacali raggiunti presso la Regione Lazio, che, come conseguenza, hanno avuto il licenziamento di 338 dipendenti;
tale società, dal mese di gennaio al mese di aprile 2004, cioè nel primo quadrimestre di riferimento, ha fatto svolgere 4.300 di ore di straordinario;
il secondo quadrimestre di riferimento, così come l'inizio del terzo, confermano la situazione di eccessivo ricorso ad ore di straordinario da parte dell'azienda;
in riferimento al suddetto accordo, la «Cesare Fiorucci S.p.a.» ha assunto la decisione di chiudere il reparto «macellazione», con l'esubero di circa 70 lavoratori;
a partire dallo scorso mese di giugno, l'azienda ha affittato alla società «Cucina Facile» società controllata dalla stessa «Cesare Fiorucci», l'intero reparto della «macellazione», subappaltando a cooperative terze le lavorazioni di trasformazione produttiva;
è evidente l'intenzione, secondo l'interrogante, inaccettabile della società «Fiorucci S.p.a.» di abbattere i costi del personale facendo ricorso a rapporti di lavoro flessibili e precari in sostituzione degli attuali occupati;
nel concreto, si è venuta a determinare una situazione di incompatibilità con l'utilizzo degli strumenti degli ammortizzatori sociali, nonché, secondo l'interrogante, di illegittimità, in riferimento all'affitto del ramo d'Azienda, con totale precarizzazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti della Cooperativa coinvolta nel subappalto;
a parere dell'interrogante, analoga preoccupazione destano le garanzie inerenti la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti che fuoriescono dal processo produttivo;
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti, della dignità e delle professionalità dei lavoratori, nell'intento di garantire loro un'occupazione certa e sicura, in ottemperanza a quanto previsto dagli accordi in premessa ed in un clima di rispettoso rapporto sindacale.
(4-11351)
La società Fiorucci Spa a seguito degli accordi sindacali siglati presso la regione Lazio, in data 23 settembre 2002, ha dato avvio ad un piano di ristrutturazione aziendale facendo ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per un periodo di ventiquattro mesi, a partire dal 7 ottobre 2002, predisponendo, inoltre, un programma di riduzione del personale per complessive n. 338 unità.
Nell'ambito degli interventi programmati per il recupero della competitività sul mercato, la società in questione, oltre all'esternalizzazione dei servizi di sicurezza, spedizione, sanificazione e pulizia, ha disposto la cessazione dell'attività di macellazione, come concordato il 23 settembre 2002 con le rappresentanze unitarie di base.
A seguito della cessazione di tale ultima attività, avvenuta nel mese di settembre
Alla scadenza del contratto suindicato, gli stessi locali sono stati affittati alla società partecipata Cucina Facile Srl.
Per quanto riguarda il personale dipendente occupato nel reparto dismesso, dagli accertamenti ispettivi è emerso che delle 56 unità addette, n. 49 sono state collocate in altri reparti e n. 7 poste in mobilità.
A tale proposito, si fa presente che a fronte dei n. 338 lavoratori per i quali è stata concordata la procedura di mobilità, sono stati collocati in mobilità n. 238 dipendenti, appartenenti a diversi reparti.
Con riferimento, infine, alle prestazioni di lavoro straordinario, si rappresenta che, nel 2004, la società ha fatto ricorso, nei reparti produttivi a n. 4.268 ore di straordinario nel primo quadrimestre, a n. 2.221,50 nel secondo e a n. 1.938,50 nel terzo. Il lavoro straordinario ha altresì interessato anche i reparti amministrativi per un totale complessivo annuo di 5.200 ore.
Al riguardo, si fa presente che dai dati riepilogativi riferiti alle presenze al lavoro del personale nell'anno 2004, è risultato che il lavoro straordinario eseguito è pari a 1,05 per cento delle ore lavorate (n. 1.302.730,56 ore al netto di assenze per malattia, pari a n. 95.135, infortunio pari a 25.998, CIGS pari a n. 50.320, ed altre cause), che si riduce al 0,77 per cento se rapportato alle ore lavorabili (n. 1.776.892,00).
Si rappresenta, infine, che la società ha addotto come motivazioni per il ricorso al lavoro straordinario, per i reparti amministrativi, gli adempimenti connessi al progetto di quotazione in borsa intrapreso nel corso del 2004, mentre per reparti produttivi i fermi di produzione causati da guasti agli impianti, ad esigenze improvvise per consegne legate a scadenze vincolanti e al reintegro, a tal fine, delle scorte di magazzino.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 30 novembre 2004 era in discussione presso la V sezione del Consiglio di Stato in Roma il ricorso n. 3839 presentato dalla signora Valentina Celeghin, dal signor Alberto di Caporiacco e dal signor Marco De Agostini, nella loro qualità di cittadini elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della regione Friuli Venezia Giulia, che chiedeva l'annullamento della sentenza del Tar del FVG n. 82/2004;
il ricorso presentato al TAR e quindi al Consiglio di Stato riguardava le modalità del processo elettorale relativo alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia, ritenute dai ricorrenti illegittime e, conseguentemente, nel richiedevano l'annullamento;
alla data della presente interrogazione non risulta alcuna decisione del Consiglio di Stato sul ricorso n. 3839, come è peraltro dichiarato alla stampa in data 5 dicembre 2004 dai ricorrenti previa verifica presso la segreteria della V sezione del Consiglio di Stato;
risulta invece che da comunicato dell'ANSA del 1 dicembre 2004 che il Consiglio di Stato avrebbe respinto il ricorso in oggetto, come riferito dal parlamentare della Margherita Ettore Rosato che ha definito «scontata» la decisione dei giudici;
di conseguenza in data 2 dicembre 2004 la RAI e i quotidiani della regione hanno rilanciato con grande evidenza la nota dell'ANSA -:
se vi sia stata un'effettiva fuga di notizie e, in caso affermativo, quali iniziative di competenza intenda adottare.
(4-11972)
Si fa, in ogni caso, presente che la decisione del Consiglio di Stato - Sezione Quinta - è stata di accoglimento del ricorso, con rinvio al giudice di primo grado.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
in conseguenza della seconda guerra mondiale, l'Istria e la Dalmazia sono divenute parte della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia;
un numero rilevante di connazionali ha dovuto abbandonare le sue case, i suoi beni nel più grande esodo che abbia mai riguardato popolazioni di lingua e cultura italiana;
l'allargamento dell'Unione europea con l'ingresso della Slovenia, e con quello auspicabile della Croazia, quando essa avrà dimostrato di rispettare tutti i parametri previsti per l'adesione, impone rapporti diversi tra i nostri Paesi, anche sui temi e problemi che hanno sin qui registrato obiettive difficoltà di dialogo;
la presenza italiana in Istria e Dalmazia è tuttora testimoniata non solo dalle nostre comunità che vi risiedono, ma anche dalla ricchezza e vastità del patrimonio culturale e artistico, com'è per le pale di Carpaccio nel duomo di Capodistria o il polittico di Vivarini a Parenzo;
una parte cospicua di questo patrimonio è stata rifugiata dall'Istria a Roma, Padova e Mantova tra il 1940 e il 1941, per sottrarla ai rischi derivanti dagli eventi bellici;
molte altre opere di proprietà pubblica, ecclesiale o privata sono rimaste invece in loco, e di queste alcune sono state nazionalizzate, altre sottratte;
tra il 1997 e il 1999 l'Università degli Studi di Trieste, con un finanziamento del MIUR, ha promosso e pubblicato in due volumi i risultati di una prima fase di ricognizione e catalogazione del patrimonio artistico dell'Istria, che ha fatto sintesi di un'analisi territoriale comprendente i suoi centri maggiori e minori;
da tale ricerca si evince implicitamente come molte delle opere rimaste in Istria versino in stato di abbandono e siano esposte al pericolo di degrado o di trafugamenti (ad esempio la chiesa di San Biagio a Capodistria con la pietra tombale e le spoglie del vescovo triestino Naldini vissuto nel Settecento, l'affresco di Bernardino Bison nel duomo di Montona);
testimonianze insigni della significativa presenza italiana in Istria non sono rappresentate solo dai capolavori dell'arte figurativa, ma anche da preziose architetture sette-ottecentesche e da complessi urbanistici, quali ad esempio la villa Grisoni di Daila di Cittanova, che è prossima al crollo, e il sito archeologico industriale dell'Arsa progettato da Gustavo Pulitzer Finali e ornato dalle sculture di Marcello Mascherini -:
se, a partire dal lavoro di ricerca e documentazione iniziato dall'Università di Trieste, non ritengano opportuno, utile e urgente proseguire la ricognizione dei manufatti artistici, architettonici e urbanistici che, presenti in Istria, siano espressione qualificante della cultura italiana, al fine di avviare azioni di catalogazione, tutela, recupero e valorizzazione;
se, al fine di allargare il quadro di una collaborazione culturale che si sta distinguendo sempre più quale strumento ottimale di conoscenza reciproca, si intenda proporre ai Governi della Repubblica di Slovenia e della Repubblica di Croazia un progetto di ricerca e di interventi comuni che coinvolga, assieme ai
(4-12769)
Ciò anche allo scopo di consentire, per tali capolavori e per tali testimonianze di così significativo rilievo, una più ampia e positiva fruizione e valorizzazione ed una collaborazione a tal fine di tutte le possibili Autorità e componenti interessate.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
dopo l'ultimo aumento delle tariffe (avvenuto dopo l'ultima misura di contenimento dei costi per i periodici senza scopo di lucro editi da varie associazioni, partiti, eccetera) per la spedizione all'estero, tutti i periodici e bollettini destinati agli italiani nel mondo si sono trovati in gravi difficoltà;
la protesta è partita dal Tornado, il quindicinale del Basso Feltrino edito dalla Pro loco di Fener, ma riguarda tutti i gruppi locali che pubblicano periodici d'informazione rivolti agli italiani o lettori-abbonati residenti all'estero;
il Tornado ha lanciato un appello ai suoi lettori al fine di trovare nuovi abbonati nel Feltrino e in Italia, aumentando così il margine di ricavi per pagare le spese più alte di spedizione e provando a salvare così gli abbonamenti per l'estero;
l'Ente Poste ha abolito la fascia 1 che regolava la spedizione in Europa e nel bacino del Mediterraneo, dove è concentrata la maggior parte degli abbonati, spostando tutti nella fascia prioritaria, triplicando in questo modo le spese di spedizione già ritoccate notevolmente l'anno scorso dopo l'introduzione dell'obbligo di avvolgere nel cellophane i giornali prima della spedizione -:
come il Ministro giudichi la situazione, tenendo conto che l'informazione agevolata «dovrebbe fare parte di quella sensibilità che deriva anche dal riconoscimento del voto degli italiani all'estero» e quali iniziative intenda assumere per sostenere l'attività dei periodici e bollettini indirizzati agli emigranti o i loro discendenti che grazie a loro rimangono informati su ciò che accade nel proprio paese di origine.
(4-09200)
Le tariffe per spedizioni all'estero - che, è bene ricordarlo, erano invariate dal 1997 per quanto riguarda la posta ordinaria e dal 2000 per ciò che attiene alla posta prioritaria - sono state revisionate con deliberazione del Ministro delle comunicazioni del 23 dicembre 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 301 del 30 dicembre 2003).
Tuttavia, le spedizioni di periodici esclusi dalla tariffa agevolata che superino la soglia delle 8.000 copie complessive annue possono usufruire della cosiddetta tariffa economy, in deroga alla regola che stabilisce anche la soglia delle 500 copie per ciascuna spedizione di pubblicazioni non periodiche.
Nel caso di spedizioni di quantitativi inferiori al suddetto limite si applica la
Ciò premesso, si significa che il periodico Il Tornado, avendo caratteristiche tali da non poter essere ricompreso in nessuna delle categorie di spedizione che possono usufruire di riduzioni tariffarie, rientra nella fascia di tariffazione prevista per l'invio all'estero della posta ordinaria.
Quanto, infine, all'eliminazione, nell'ambito della cosiddetta «zona 1», della possibilità di effettuare invii con posta ordinaria, si precisa che tale decisione trova giustificazione nella sostanziale similitudine di costi - che si rileva solo nella zona in parola - fra le spedizioni prioritarie e quelle ordinarie.
Per completezza di informazione si fa, infine, presente che gli operatori postali europei che continuano ad offrire il corriere ordinario applicano, per tale servizio, tariffe nettamente superiori a quelle precedentemente praticate da Poste italiane per il corriere ordinario ed assimilabili a quelle attualmente adottate per il corriere prioritario.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
i lavoratori dello stabilimento Merker di Tocco Da Casauria (Pescara), azienda multinazionale che produce veicoli industriali non motorizzati, senza stipendio dall'ottobre 2002, il 22 gennaio 2003, hanno bloccato la statale Tiburtina;
la protesta è stata decisa di intesa con i sindacati per sollecitare risposte chiare e certe sui futuri assetti societari e sugli impegni presi con i lavoratori;
nei giorni scorsi l'azienda aveva annunciato, per l'ennesima volta, l'imminente ma mai avvenuto pagamento degli stipendi del mese di novembre ai circa 450 dipendenti;
le preoccupazioni dei lavoratori, inoltre, riguardano le voci poco chiare sulle presunte cordate per l'acquisto della società e la mancanza di chiarezza sull'attuale assetto societario -:
se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di sbloccare la situazione di stallo che gravi e concrete conseguenze provoca sui lavoratori coinvolti, causate dal mancato pagamento degli stipendi arretrati, per salvaguardare l'attuale occupazione, in una zona già colpita da altre vertenze e per ottenere un serio, sostanzioso e definitivo rilancio produttivo dello stabilimento stesso.
(4-05150)
La società Merker di Tocco da Casauria (PE) è un'azienda multinazionale, per la produzione di semi-rimorchi.
La società, a causa di una grave crisi di liquidità, a partire dal mese di novembre 2002, non è stata più in grado di pagare gli stipendi ai lavoratori.
Per il periodo 3 febbraio 2003-2 maggio 2003 la ditta ha presentato domanda di Cassa integrazione guadagni ordinaria per il personale all'epoca in forza (circa 400 unità); successivamente, ha dichiarato una ripresa dell'attività produttiva parziale a far data dal 22 aprile 2003.
La Merker, inoltre, aveva manifestato l'intenzione di presentare domanda di Cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, a partire dal 9 maggio 2003 ed in tal senso aveva aperto la procedura di esame congiunto con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori.
A far data dal 16 maggio 2003, tuttavia, è intervenuta sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza della società, per effetto della quale - ai sensi del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 (cosiddetta nuova legge Prodi) - il tribunale di Pescara ha disposto l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria della società medesima, nominando un commissario giudiziale, cui ha affidato la piena gestione dell'azienda.
Il programma, previsto dagli articoli 54 e ss. del suddetto decreto legislativo n. 270 del 1999, finalizzato alla cessione del complesso aziendale, dovrà essere realizzato entro il 28 gennaio 2005, termine recentemente prorogato; fino alla suddetta data la società fruisce della CIGS ex articolo 7, comma 10-ter della legge n. 236 del 1993.
Attualmente, la forza lavoro si è ridotta a circa 260 unità: di esse, circa 110 stanno lavorando e percepiscono regolarmente la retribuzione, mentre circa 150 persone, prevalentemente impiegati, sono collocate in CIGS e fruiscono del relativo trattamento economico.
Si fa presente, poi, che ai fini della cessione del complesso aziendale, sono stati esperiti n. 4 tentativi di vendita; le prime tre gare hanno avuto esito negativo, mentre nella quarta - la cui scadenza era fissata alla data dell'8 ottobre 2004 - è intervenuta un'offerta di acquisto da parte della Margheritelli Italia Spa di Ponte S. Giovanni (PG), azienda leader internazionale del settore legno e fornitrice della Merker Spa.
Tale offerta è stata valutata idonea dal Commissario straordinario, dal Ministero delle attività produttive e dal Comitato di sorveglianza.
Tuttavia, atteso che la stessa era economicamente inferiore al prezzo fissato nella base d'asta, è stato predisposto un ulteriore bando di gara con scadenza 12 novembre ultimo scorso. L'esito della gara è stato negativo, in quanto, oltre a quella già presentata dalla Margaritelli Italia Spa in data 8 ottobre 2004, non è intervenuta alcuna offerta per l'acquisto della Merker Spa in amministrazione straordinaria.
Per quanto riguarda, infine, l'esito della domanda di CIGO, presentata dalla società per il periodo 3 febbraio 2003 - 2 maggio 2003, si rappresenta che la stessa è stata accolta a maggioranza dalla Commissione provinciale di Pescara, ma che la sede INPS ha proposto ricorso avverso la decisione alla commissione centrale.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la ditta «Vittorio Alberti» di Cernusco sul Naviglio (Milano) - specializzata in macchine per lavorare il legno - ha aperto la procedura per licenziare 19 dei suoi 62 dipendenti metalmeccanici;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che il settore delle macchine per lavorare il legno è in forte e pesante crisi: in Europa hanno già chiuso centinaia di ditte e le aziende che producono le macchine per i mobili, dopo anni di grande sviluppo della produzione, del fatturato e dei profitti, avvenuti anche con molte concentrazioni societarie, sono ora in grosse difficoltà -:
se non ritengano opportuno adoperarsi, presso i soggetti interessati, al fine di scongiurare i licenziamenti suddetti, individuando con le parti soluzioni alternative agli stessi licenziamenti e per trovare una soluzione positiva, a tutela dei diritti, della dignità e della professionalità dei lavoratori.
(4-07109)
Già, in data 15 luglio 2003, era stata avviata la procedura di riduzione del personale che si è poi conclusa, il 29 agosto 2003, sulla base di un accordo sottoscritto in sede sindacale, ai sensi dell'articolo 4, della legge n. 223 del 1991.
Il collocamento in mobilità ha seguito delle scadenze temporali, sulla base delle quali n. 7 lavoratori sono stati posti in mobilità nel mese di settembre 2003 ed altri n. 2 lavoratori rispettivamente nel mese di ottobre e novembre, mentre n. 4 dipendenti hanno rassegnato le dimissioni nel secondo semestre del 2003.
La società ha dichiarato che attualmente la situazione si è normalizzata.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la società «Cardnet Spa», azienda che produce schede per telefoni cellulari, controllata dal gruppo Cardnet Group, ha chiuso il 9 luglio 2003 lo stabilimento di Iglesias (Cagliari), presentando al tribunale di Cagliari richiesta di concordato preventivo con cessione di beni;
lo stabilimento di Iglesias (Cagliari), entrato in produzione nel mese di settembre del 2001, occupava inizialmente circa 120 dipendenti;
la società ha usufruito, per lo stabilimento di Iglesias, di finanziamenti pubblici, con contratti d'area, per complessivi 11 milioni di euro;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che la società non avrebbe pagato i propri dipendenti e, a quanto risulta all'interrogante, né i creditori;
da notizie in possesso dell'interrogante pare che la «Cardnet Spa» - dopo aver ottenuto finanziamenti pubblici per la realizzazione dell'impianto di Iglesias - intenda spostare la produzione nello stabilimento di Zurigo, appartenente a un'altra controllata del gruppo «Cardnet Group», la «Cardnet Swiss» -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per i propri ambiti di competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti dalle suddette decisioni aziendali e quali atti intendano altresì adottare al fine di verificare il corretto impiego dei finanziamenti pubblici erogati alla società, individuando soluzioni capaci di non disperdere definitivamente l'importante patrimonio economico, produttivo ed occupazionale, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi crisi.
(4-07180)
La società Cardnet Spa, attualmente, ha in forza numero otto dipendenti, di cui sei occupati nel servizio di guardiania e due impiegati amministrativi, retribuiti con la procedura del concordato preventivo, istanza presentata al tribunale di Cagliari in data 9 luglio 2003.
L'attività lavorativa risulta essere cessata in data 9 luglio 2003 e gli 81 dipendenti occupati, a tale data, presso la società, sono stati collocati in Cassa integrazione guadagni straordinaria, per il periodo dal 9 settembre 2003 all'8 settembre 2004.
La società in parola ha erogato ai dipendenti le retribuzioni sino al mese di maggio 2003.
Si rappresenta, poi, che la Cardnet Spa dal 1o dicembre 2004 sta procedendo alla collocazione di n. 72 dipendenti nelle liste di mobilità.
Si comunica, infine, che presso il tribunale di Cagliari è in via di definizione la procedura di concordato preventivo.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
i 13 lavoratori dello stabilimento Fontemura di Poti, che imbottiglia acqua minerale, non avendo riscosso né lo stipendio di dicembre e né la tredicesima, hanno deciso di incrociare le braccia e proclamare due giorni di sciopero per il 15 e il 16 gennaio 2004;
sullo stabilimento di Poti pende una azione giudiziaria del Tribunale di Grosseto;
le organizzazioni sindacali di categoria si dicono profondamente preoccupate del destino di questa azienda e la salvaguardia dei livelli occupazionali -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, affinché siano individuate soluzioni utili a tutelare i diritti, la dignità e le professionalità dei lavoratori interessati - che vivono una situazione economica che crea loro forte preoccupazione e ansia - e capaci, comunque, di assicurare ai lavoratori stessi un rassicurante futuro occupazionale.
(4-08530)
La ditta Fontemura S.r.l. è stata dichiarata fallita, in data 17 dicembre 2002, dal Tribunale di Grosseto. A seguito del fallimento il curatore ha provveduto al licenziamento di tutti i dipendenti.
I dipendenti hanno, tempestivamente, presentato regolare domanda di ammissione al passivo del fallimento e nelle more del fallimento, l'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) ha richiesto e ottenuto l'ammissione in surroga ai crediti per il trattamento di fine rapporto, provvedendo, quindi, a liquidare quanto dovuto ai dipendenti.
In seguito, è intervenuto un cambiamento della curatela fallimentare e il nuovo curatore ha fatto presente che la regione Toscana ha revocato la concessione per l'estrazione e l'imbottigliamento delle acque minerali, mentre la ASL ha revocato l'autorizzazione sanitaria. Inoltre, successivamente al fallimento, la curatela ha avviato una causa per la restituzione dell'azienda contro la società AZA S.r.l., con la quale era stato stipulato un contratto di affitto d'azienda, dopo la revoca della concessione. Intanto, il 22 aprile 2004, la società AZA S.r.l. è stata dichiarata fallita dal tribunale di Arezzo, e la causa suddetta, dopo una interruzione è stata riassunta recentemente.
Poi, nelle more del citato fallimento sono state bandite 4 aste, per la vendita dei beni aziendali, che tuttavia sono risultate sempre deserte.
Al momento, risulta che il curatore provvederà a chiedere al Giudice Delegato di far revisionare la perizia estimativa del complesso aziendale.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
l'Exide, azienda leader mondiale nella produzione di batterie, ha deciso di cessare le attività al 31 marzo 2004, con la conseguente chiusura dello stabilimento di Casalnuovo, licenziando tutti gli addetti (300 dipendenti dell'azienda e dell'indotto);
lo stabilimento, che ha 70 anni di storia, fu acquisito dalla Fiat Magneti Marelli meno di 10 anni fa in termini di produzione ha sempre registrato enormi successi, con bilanci sempre risultati attivi;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che la scelta di chiudere non deriva da una crisi irreversibile del mercato (Esercito Italiano, Marina Militare, Telecom, F.S., Enel, eccetera), ma dalla volontà di destinare altrove, in particolare nel nuovo sito di Verona e all'estero, le produzioni -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento di Casalnuovo, e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, per un territorio già duramente colpito dall'impoverimento industriale e da un'economia depressa, facile preda di attività speculative di natura criminale.
(4-08709)
Per quanto attiene alla vertenza Exide Italia si sono avuti numerosi incontri presso il Ministero delle attività produttive, al fine di verificare tutte le alternative possibili alla decisione della multinazionale di cessare le attività produttive nello stabilimento di Casalnuovo di Napoli.
Da questi incontri sono emerse le difficoltà in cui si è dibattuta l'azienda, che al di là della criticità che caratterizza l'attuale situazione dello specifico mercato risente anche della situazione di amministrazione controllata della casa madre americana.
In tale contesto la multinazionale ha ritenuto di dover procedere alla chiusura di alcuni siti produttivi tra cui quello italiano di Casalnuovo per poter sostenere il piano di ristrutturazione avviato e che coinvolge tutti i Paesi ove la stessa è presente.
In data 21 giugno 2004, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è stato sottoscritto un protocollo di intesa in ordine alla problematica occupazionale, specifico per l'area interessata alla dismissione dello stabilimento della società Exide di Casalnuovo.
Con tale accordo, la società Exide si è impegnata a cedere a titolo gratuito a Sviluppo Italia - Aree produttive, parte del terreno con gli annessi opifici dello stabilimento di Casalnuovo (circa 30.000 metri quadrati), al fine di favorire l'insediamento di attività in grado di garantire i livelli occupazionali. Inoltre, la società Exide si è impegnata a realizzare un piano di caratterizzazione dell'area, con i relativi ed eventuali interventi. Sempre in tale accordo, Sviluppo Italia - Aree Produttive, acquisita la porzione di stabilimento ceduto, si è impegnata, per contro, nella ricerca di uno o più imprenditori interessati ad insediarsi nell'area in argomento.
Gli Enti locali, infine, si sono resi disponibili a garantire «un quadro di certezze amministrative e di tempi coerenti e compatibili con la realizzazione delle nuove attività produttive».
Con l'accordo in esame è stato stabilito, poi, che, nel periodo necessario all'avvio delle attività di reindustrializzazione del sito, i dipendenti della Exide dovevano essere posti in cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), per cessazione di attività e per un periodo di 12 mesi.
A tale riguardo si ritiene utile puntualizzare che questo Ministero, con decreto dell'8 ottobre 2004 - n. 34884, ha concesso al personale già posto in mobilità ex lege n. 223/91, il trattamento di C.I.G.S. dal 1o luglio 2004 al 30 giugno 2005.
In data 18 novembre 2004, presso la Giunta regionale della Campania, è stato confermato e ratificato il menzionato accordo dell'11 novembre 2004 ed è stata accolta la procedura di licenziamento collettivo di n. 40 lavoratori, per cessazione dell'attività produttiva, a far data dal 1o luglio 2005.
Attualmente, i lavoratori rimasti ancora in attesa di una «ricollocazione» al termine del periodo di CIGS sono in numero di 100 unità.
La Direzione provinciale del lavoro di Napoli comunica, infine, che, al momento, non risulta ancora del tutto esperito il piano di caratterizzazione dell'area e non è stato ultimato il piano di messa in sicurezza e di bonifica dello stabilimento; entrambe condizioni essenziali per l'eventuale insediamento di attività finalizzate al recupero industriale del sito in funzione della salvaguardia dei livelli occupazionali.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la Sielte S.p.A., che opera in tutta Italia, ha alle sue dipendenze 2.500 lavoratori, di cui una parte è attualmente in cassa integrazione guadagni straordinaria;
dal mese di febbraio 2004, i lavoratori della Sielte S.p.A. di tutta Italia sono in mobilitazione, e organizzano presidi e picchetti;
in particolare, le organizzazioni sindacali hanno aperto una vertenza sullo stabilimento Sielte di Città Sant'Angelo
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare una forza lavoro impegnata nella gestione di un settore strategico nazionale ed un servizio di pubblica utilità, salvaguardando i livelli occupazionali e tutelando i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori, nonché al fine di avviare un confronto fra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali, con l'obiettivo di arrivare ad un accordo che rispetti le norme contrattuali e le disposizioni ministeriali, e soprattutto faccia chiarezza sugli affidamenti in sub-appalto sul rispetto dei livelli di sicurezza, favorendo il rientro in servizio dei lavoratori in cassa integrazione.
(4-09660)
La Sielte S.p.a., nel cantiere di Città S. Angelo (Pescara), occupa complessivamente 80 dipendenti, di cui 60, nel corso del 2003, hanno lavorato regolarmente, secondo meccanismi di rotazione, già concordati e sottoscritti tra le parti sociali presso questa Amministrazione.
Per quanto riguarda, poi, la questione del subappalto si fa presente che dalle verifiche ispettive si è evidenziato un fenomeno contenuto, nei limiti delle intese concordate con le organizzazioni sindacali e, non si riscontrano ipotesi di illegalità.
Per ciò che concerne lo stato di agitazione dei lavoratori, inoltre, sulla base di una intesa raggiunta dalle parti sociali, presso la regione Abruzzo, la vertenza instaurata può ritenersi definitivamente composta.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 7 aprile 2004 è stato indetto uno sciopero dell'intera giornata, con presidio all'ingresso dell'ospedale Santa Chiara e distribuzione di un volantino per spiegare le ragioni della loro protesta, per le 300 lavoratrici della società Pedus che garantiscono la pulizia e la sanificazione sanitaria negli ospedali della provincia di Trento;
l'astensione dal lavoro è stata proclamata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl del Trentino e dalla Rsu ed è legata alla vertenza per la conquista del primo contratto integrativo in azienda;
secondo le organizzazioni sindacali di categoria, all'interno degli ospedali, le lavoratrici della Pedus, il cui salario è di 5 euro e 86 centesimi all'ora, comprensivo degli scatti di anzianità - mentre moltissime lavorano a tempo parziale e con orari estremamente flessibili - sono le uniche a non godere di un contratto integrativo e a non vedersi riconosciuto il disagio del lavoro domenicale -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, nell'intento di sbloccare positivamente la situazione, a tutela dei diritti, della dignità e delle professionalità delle lavoratrici.
(4-09700)
L'Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS), con delibera n. 1294 del 29 aprile 1999, ha provveduto ad assegnare al R.T.I. Pedus Service (capogruppo) Pulinet-Pulicoop-Pulinebac, l'appalto del servizio di pulizia e sanificazione giornaliera e periodica, per l'esecuzione di servizi ausiliari presso le strutture ospedaliere e territoriali dell'A.P.S.S., dal periodo 1o maggio 1999 al 30 aprile 2002.
L'appalto del servizio è stato successivamente prorogato, con deliberazione
Il 13 luglio 2004, presso la sede dell'Assessorato, si è tenuto un incontro informativo tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS) e dell'Assessorato alle politiche per la salute, nel quale sono stati affrontati i problemi inerenti l'appalto del servizio di pulizia e sanificazione.
A questo primo incontro ne sono seguiti altri tre (in data 28 luglio, 6 settembre e 6 ottobre), nel corso dei quali sono stati approfonditi i contenuti dell'articolo 15 del Capitolo speciale d'appalto, con l'intento di dare una più precisa regolamentazione ai diritti e alle garanzie dei lavoratori, soprattutto nel caso in cui l'impresa aggiudicataria sia costituita in forma cooperativa. A tal fine, è stato anche richiesto alla Azienda provinciale per i servizi sanitari, in occasione dell'eventuale proroga del vigente contratto, di attivarsi presso la ditta Pedus.
Per quanto riguarda l'evoluzione del rapporto lavorativo dei dipendenti in questione, il 23 novembre 2004, è stato sottoscritto, presso la sede Assindustria Trento, tra la società Pedus Service, P Dussmann S.r.l. Area Trentino Alto Adige e le organizzazioni sindacali un importante accordo aziendale di secondo livello, che in Trentino Alto Adige interessa circa 430 lavoratori del settore sanificazione.
Tra le novità significative previste si fa presente il premio di risultato pari ad euro 250 e 350 lordi, rispettivamente per gli anni 2005 e 2006, nonché di euro 500 annui lordi a decorrere dal 2007. Inoltre, la quota aggiuntiva del premio di risultato pari a 2 e 4,5 per ogni domenica lavorata decorrere rispettivamente dal gennaio 2005 e 2006, la trasformazione dei contratti a termine in rapporti a tempo indeterminato, nonché l'adesione al Fondo regionale «Laborfonds» per la previdenza complementare e la possibilità di usufruire di anticipazioni sul trattamento di fine di rapporto e sulle indennità a carico dell'INAIL.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che i lavoratori addetti all'irrigazione e ai fossi di scolo del consorzio di bonifica «Ferro e Sparviero» di Trebisacce (Cosenza) hanno proclamato lo stato di agitazione a causa della mancata risposta, da parte dei vertici del consorzio, alle richieste avanzate dai rappresentanti sindacali per la risoluzione di alcune problematiche che riguardano il personale, dell'ente, in particolare il superamento della precarietà del rapporto di lavoro;
sempre da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che, prima fra tutte, i lavoratori avanzano la sacrosanta richiesta di definitiva stabilizzazione dei lavoratori addetti all'irrigazione e ai fossi di scolo del Consorzio, che vivono in uno stato di precarietà non più sostenibile;
se non ritenga opportuno adoperarsi, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori interessati, nell'intento di dare risposte certe e definite agli stessi lavoratori, in un'area purtroppo attraversata da una profonda e strutturale crisi economica ed occupazionale.
(4-09795)
Il 21 ottobre 2004, è stato sottoscritto un accordo tra il Consorzio di bonifica del Ferro e dello Sparviero di Trebisacce e le organizzazioni sindacali, nel quale il citato Consorzio si è impegnato a regolarizzare le pendenze in atto in tempi brevi ed, in particolare, ad assicurare la stabilizzazione dei 37 dipendenti, compatibilmente la disponibilità economica dei competenti Organi regionali.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 13 maggio scorso, i lavoratori dell'azienda agricola «Torre di Mezzo» di Cammarata di Castrovillari (Cosenza) hanno protestato per chiedere che le ore straordinarie non vengano pagate con una tariffa diversa da quella ordinaria -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, a tutela della dignità dei lavoratori interessati, al fine di far rispettare a chi di competenza l'osservanza di un loro più che giusto e sacrosanto diritto.
(4-10048)
Dagli accertamenti effettuati non sono emerse irregolarità circa il trattamento di lavoro straordinario per i lavoratori interessati.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 25 maggio scorso, i 190 dipendenti della «Polti» di Piano Lago (Cosenza) hanno protestato, bloccando l'attività produttiva dello stabilimento, contro il licenziamento di tre lavoratori, che nel pomeriggio del 24 maggio hanno ricevuto le lettere di licenziamento;
il provvedimento, secondo quanto si è appreso dai lavoratori, è stato adottato perché il servizio di manutenzione, a cui i tre erano addetti, sarebbe stato «esternalizzato»;
i tre lavoratori, che non hanno firmato le lettere, si dicono invece vittime di una ritorsione a causa della loro militanza sindacale -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti dai suddetti provvedimenti di licenziamento, scongiurando l'applicazione degli stessi e auspicando nel più breve tempo possibile il piano industriale previsto dall'azienda.
(4-10141)
Preliminarmente, si precisa che, a seguito di una segnalazione da parte della FIM/CISL segreteria provinciale di Cosenza, la citata Direzione unitamente alla competente Azienda sanitaria locale ha già nel passato effettuato degli accertamenti presso la Polti Sud S.r.l., in ordine all'applicazione della normativa in materia di igiene del lavoro e prevenzione degli infortuni.
Al momento, sono in corso ulteriori gli accertamenti ispettivi.
Poi, per quanto riguarda il licenziamento dei 3 lavoratori, a seguito di un apposito incontro tenutosi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Comitato per l'occupazione, la vertenza si è risolta con la reintegrazione nel posto di lavoro dei predetti lavoratori.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 14 settembre scorso, al termine di un'assemblea con i rappresentanti sindacali di Fenaltus, Fisascat-Cisl e Uiltucs, i 49 lavoratori dell'istituto di vigilanza «Folgore» di Policoro (Matera) hanno proclamato uno sciopero per il prossimo 24 settembre;
lo sciopero è stato deciso - secondo i sindacati - a causa del mancato rispetto
la dirigenza dell'istituto di vigilanza si era impegnata il 7 settembre scorso a corrispondere ai lavoratori, entro il 10 settembre, lo stipendio di giugno; quello di luglio entro il 20, la quattordicesima mensilità per il 30 settembre e fino al 20 novembre gli stipendi di agosto, settembre e ottobre;
l'azienda aveva ribadito la volontà di tener fede agli impegni con i lavoratori mentre i sindacati hanno sollecitato il rispetto delle scadenze nella corresponsione di indennità e mensilità arretrate, così come previsto nell'accordo siglato il 13 febbraio scorso per il piano di rientro delle spettanze -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, che da alcuni mesi non ricevono il salario, così da individuare, insieme alla parti, soluzioni capaci di garantire un futuro occupazionale certo e sicuro ai lavoratori stessi.
(4-10811)
L'Istituto di vigilanza «Folgore» risulta debitore nei confronti dei propri dipendenti delle mensilità di giugno e luglio 2004, del saldo della 14a mensilità oltre che del conguaglio di tutte le differenze IRPEF.
Su richiesta delle organizzazioni sindacali e per motivi di ordine pubblico, il Prefetto ha convocato le parti, il 7 settembre 2004, ed è stato raggiunto un accordo per il ripianamento del debito dell'azienda nei confronti dei suddetti lavoratori.
La società ha, tuttavia disatteso l'impegno assunto e, conseguentemente, le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo sciopero del 24 settembre 2004.
Nuove riunioni si sono susseguite presso l'Ufficio territoriale di Governo, per definire la vicenda e, allo stato attuale, tutti i lavoratori hanno promosso tentativo di conciliazione ex articolo 410 del codice di procedura civile avverso il mancato pagamento delle retribuzioni relative ai mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre, 14a mensilità, eccetera.
L'Istituto di vigilanza, però, non si è costituito, per cui dinanzi alla Commissione provinciale di conciliazione sono stati redatti verbali di mancata comparizione della società, al fine della successiva tutela dei lavoratori in giudizio.
Il 29 ottobre 2004, la prefettura di Matera (con decreto n. 45894/04), ha revocato l'autorizzazione all'esercizio dell'attività di vigilanza all'istituto Folgore S.r.l., peraltro prorogandone il servizio, con successive ordinanze, fino al 18 dicembre 2004. A ciò è seguito il licenziamento dei lavoratori.
La Direzione provinciale, su richiesta dell'organizzazione sindacale Fe.N.A.L.Tus., ha convocato le parti ma la società non ha aderito all'invito.
Attualmente, si sta contestando la mancata attivazione della procedura di mobilità e la omessa iscrizione nelle liste di mobilità degli ex dipendenti della società in esame.
Da ultimo, la citata Direzione provinciale del lavoro riferisce che circa venti lavoratori sono stati assorbiti dall'istituto di vigilanza La Rondine, quattro unità dall'istituto di vigilanza Falchi di Bernalda e dodici unità hanno costituito una cooperativa «Tiger Pool» in possesso dell'autorizzazione prefettizia all'esercizio dell'attività di vigilanza.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 6 ottobre 2004, la segreteria della Cgil di Foggia ha denunciato «violazioni dei diritti e intimidazioni» ai danni dei dipendenti della «Tmi Sud» di Manfredonia;
da notizie provenienti dalla Cgil locale si apprende che i lavoratori non ricevono lo stipendio da sei mesi e che all'interno dell'azienda persiste una sistematica attività antisindacale, che si è concretizzata con il licenziamento del rappresentante sindacale ed una violenta aggressione verbale ad una lavoratrice iscritta al sindacato stesso;
l'azienda suddetta nel corso degli anni ha anche beneficiato di consistenti contributi pubblici;
secondo la Cgil di Foggia, «tra mancata corresponsione degli stipendi, azione antisindacale e ripetute azioni vessatorie nei confronti dei dipendenti, si è arrivati ad un punto di non ritorno che richiede un intervento forte e risolutore delle istituzioni preposte -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, nell'intento di ripristinare un clima di correttezza e di rispetto sindacale, a tutela della dignità, della professionalità e dei diritti dei lavoratori, che da mesi non ricevono il salario, individuando, insieme alle parti, soluzioni capaci di garantire un futuro occupazionale certo e sicuro ai lavoratori stessi.
(4-11185)
Lo stabilimento di Monte Sant'Angelo (Foggia), località Macchia, Perimetro ex Enichem, Isola 15, adibito alla produzione di turbocompresi per il settore industriale automobilistico e nautico, occupa n. 20 lavoratori, di cui n. 17 operai e n. 3 impiegati.
La società, secondo quanto esposto dal legale rappresentante, attraversa un periodo di mancanza di liquidità, per cui non è in grado di assicurare al personale dipendente la regolare corresponsione delle retribuzioni.
Infatti, nel corso del 2004, le retribuzioni sono state corrisposte ai lavoratori con un ritardo variabile da due a cinque mesi rispetto alla mensilità di riferimento.
Per quanto riguarda le prospettate violazioni dei diritti sindacali dei dipendenti, dalle indagini, svolte sul posto dalla Direzione provinciale del lavoro, non sono emersi fondati elementi a sostegno di eventuali comportamenti antisindacali da parte del datore di lavoro. Tra questi non sembra doversi ricomprendere, poi, il licenziamento avvenuto il 26 agosto 2004, per giusta causa e giustificato motivo, del lavoratore rappresentante sindacale.
Si fa presente, infine, che il predetto lavoratore ha impugnato il licenziamento in sede giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 6 ottobre 2004, 40 operai edili dell'Impresa «Icar», impegnata nei lavori di rifacimento della rete fognaria nella zona ospedaliera di Napoli, hanno allestito una manifestazione per protestare contro il mancato pagamento delle ultime cinque mensilità;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che i lavoratori non percepiscono i salari da cinque mesi, a causa di intoppi burocratici provocati dall'amministrazione comunale di Napoli e che l'azienda esecutrice si trova in una grave situazione finanziaria, con il rischio di fallimento, provocato dai ritardi accumulati dal comune di Napoli nella definizione di una pratica di pagamento ferma presso la ragioneria comunale -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, che da
(4-11191)
La S.p.a. I.C.A.R. Costruzioni Generali, con sede in Napoli, opera nell'ambito dell'edilizia pubblica e privata ed ha un organico di n. 43 dipendenti, di cui 31 operai e 12 impiegati.
In seguito alla crisi del settore ed a difficoltà finanziarie, la società in esame ha fatto ricorso alla cassa integrazione salariale, per riorganizzazione aziendale, a decorrere dal 29 settembre 2003 per la durata di due anni sia per l'unità produttiva di Napoli che per quella di Caserta.
La S.p.a. I.C.A.R, Costruzioni Generali, prima della crisi predetta, stava realizzando sia la costruzione di un manufatto fognario, sulla via Toscanella, sia la sistemazione del tratto di foce «Alveo Spinelli», oggetto dell'interrogazione in esame, per un contratto di appalto, stipulato con il comune di Napoli l'11 maggio 1999, repertorio n. 67987, per euro 4.922.039,11 (oltre I.V.A), a fronte di un importo di base d'asta, oltre I.V.A. di euro 7.819.189,39.
I lavori sono stati svolti, con una certa regolarità, fino al mese di dicembre 2002. Tuttavia, in seguito alle difficoltà di corresponsione degli acconti in corso d'opera, da parte del Comune, per il mancato finanziamento dei Ministero dell'ambiente, la società ha sospeso l'esecuzione dei lavori nel mese di maggio 2004. Alla precitata data erano stati eseguiti lavori per un importo complessivo di euro 4.027.667,96, pari all'82 per cento dell'importo di appalto.
Al fine di risolvere la situazione, il comune di Napoli ha sottoscritto in data 1o dicembre 2004, con la società in esame, una proposta di risoluzione contrattuale di componimento bonario della controversia, nella quale la predetta società rinunciava ad ogni pretesa in ordine agli interessi legali e moratori per la ritardata corresponsione degli acconti in corso d'opera ed ai danni conseguenti alla sospensione dei lavori. Il Comune, per contro, rinunciava ad ogni provvedimento avverso la I.C.A.R. Costruzioni Generali ed ad ogni diritto al risarcimento dei danni per la ritardata esecuzione delle opere. Nella suddetta transazione, il comune di Napoli ha riconosciuto per la società un credito di euro 141.685,67 - vincolato al pagamento degli stipendi non ancora corrisposti alle maestranze.
Nel cantiere su menzionato risultavano impiegati dieci lavoratori, che sono stati posti in cassa integrazione guadagni straordinaria, in attesa di nuove commesse da acquisire, a decorrere dal 1o dicembre 2004.
Dagli accertamenti è emerso che la società in esame, aveva in corso ulteriori opere, come i lavori di ampliamento ed adeguamento del Palazzo di giustizia di Torre Annunziata (Napoli), (contratto stipulato con il comune di Torre Annunziata in data 14 febbraio 2002 per un importo di euro 4.905.567,48, I.V.A. esclusa, a fronte di un importo a base d'asta di 7.197.135,40 euro, I.V.A. esclusa), presso il quale risultavano impiegati dieci lavoratori.
Ulteriori lavori per la riconversione irrigua e sistemazione idraulica delle zone di San Tammaro, Santa Maria la Fossa e Grazzanise (1o lotto, 1o stralcio per un importo di euro 9.235.496,55), erano in corso di realizzazione ma nel novembre 2003 il committente ha richiesto una risoluzione contrattuale in danno, per il quale la S.p.a. I.C.A.R. Costruzioni Generali ha proposto ricorso. L'intera maestranza composta da 13 dipendenti, di cui un impiegato, è stata posta in cassa integrazione guadagni straordinaria a decorrere dal 29 settembre 2003.
Infine, presso gli uffici di Napoli della società I.C.A.R., per effetto della riorganizzazione aziendale, sette impiegati sono stati collocati in cassa integrazione guadagni a zero ore.
Dall'esame della documentazione aziendale è emerso che, allo stato, la società, ha provveduto al pagamento delle competenze mensili spettanti ai propri dipendenti fino al mese di agosto 2004.
Dagli accertamenti, inoltre, e emerso che nei confronti dell'Istituto nazionale della
Per quanto riguarda, poi, l'Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, sempre per la sede di Napoli è stato accertato un debito per premi non versati pari ad euro 285.130,01 - mentre per la Cassa edile di Napoli, un debito di euro 33.822,00 - per accantonamenti non effettuati ed, infine, per la Cassa edile di Caserta un debito di euro 15.961,00, sempre per accantonamenti non effettuati.
La Direzione provinciale del lavoro di Napoli ha già provveduto a notificare alla società in esame le violazioni alle disposizioni di legge e la diffida per il versamento delle quote trattenute e non versate a carico dei lavoratori.
Da ultimo, si riferisce che sedici lavoratori, dipendenti della società in esame, hanno sottoscritto, in data 24 novembre ultimo scorso, una richiesta di intervento della suindicata Direzione provinciale del lavoro, anche per la mancata corresponsione delle retribuzioni per i mesi di settembre, ottobre e novembre 2004.
Pertanto, il 12 gennaio 2005, si è provveduto a diffidare la società, ai sensi dell'articolo 12, del decreto legislativo n. 124/2004 e a corrispondere quanto dovuto a ciascun lavoratore, entro i termini di legge.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che la Manrico S.p.A., azienda tessile perugina, ha spedito in questi giorni cinque lettere di licenziamento «al di fuori di ogni confronto con il sindacato, che ha sempre dimostrato la sua disponibilità, sottoscrivendo una serie di accordi per gestire la fase che l'azienda sta attraversando»;
Filtea-Cgil, Femca-Cisl, Camera del lavoro e Cisl territoriale perugina hanno annunciato la loro mobilitazione per questo atto, che è ritenuto «unilaterale», chiedendone la revoca e sollecitando «un progetto industriale per lo sviluppo della azienda tessile perugina» -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alla parti, soluzioni alternative a quelle annunciate dai vertici aziendali, nell'intento di ripristinare un clima di correttezza e di rispetto sindacale all'interno dell'azienda.
(4-11212)
La ditta, pur avendo avuto un notevole incremento passando da 89 dipendenti nel 1997 fino ad una media di 250 unità, ha però fortemente risentito della crisi che ha investito il settore tessile in tutta la regione; l'uscita dalla compagine sociale del socio Prada Industrial, nel 2003, ha causato una contrazione del fatturato annuo pari al 60 per cento in quanto ha interrotto le commesse di fornitura di prodotti in cachemire.
Si è, quindi, aperta una fase di contrazione di produzione che ha determinato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria per 60 unita nel 2003-2004 e, per l'anno 2004, per altre 50 unità.
Si è, nuovamente, ricorsi alla CIGO e, successivamente, all'apertura delle procedure di mobilita per 25 unita, d'intesa con le Organizzazioni sindacali citate.
Per quanto attiene la questione dei 5 licenziamenti, citati nell'interrogazione parlamentare,
Delle 25 unità, però, solo 5 erano state individuate dall'azienda, senza tener conto della volontarietà, ma sulla base di esigenze aziendali, legate alla soppressione di alcune macchine operatrici.
La situazione è stata definitivamente risolta, in quanto i cinque dipendenti licenziati hanno sottoscritto verbale di conciliazione in sede sindacale (tre il 12 ottobre 2004 e gli altri due il 15 ottobre 2004) alla presenza del conciliatore CGIL.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 9 ottobre 2004 i vertici aziendali del «Gruppo Peroni Sab Miller» hanno annunciato alle organizzazioni sindacali e alle maestranze, con l'apertura della procedura di mobilità, la chiusura dello stabilimento Peroni di Napoli;
secondo i vertici aziendali, tale decisione è stata presa nell'ambito della riorganizzazione delle attività produttive in Italia, nel cui ambito è prevista la cessazione delle attività del proprio stabilimento di Napoli;
secondo la Flai Cgil di Napoli, che giudica «inaccettabile» l'apertura delle procedure della messa in mobilità dei lavoratori di Napoli e «inqualificabile» il comportamento tenuto dal management aziendale, lo stabilimento napoletano della «Birra Peroni» ha 120 dipendenti diretti e un indotto di 500 unità -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alla parti, soluzioni alternative a quelle annunciate dai vertici aziendali, nell'intento di garantire un futuro occupazionale e produttivo certo ai lavoratori e allo stabilimento stesso, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi crisi.
(4-11235)
In via preliminare, si fa presente che, nel maggio 2003, il 60 per cento del pacchetto azionario della società in esame è stato acquisito dalla multinazionale Sab Miller, azienda leader nel settore della produzione e commercializzazione della birra ed, a seguito di tale acquisizione è stata costituita la società Sab Miller Italia.
L'organico complessivo della citata società ammonta a n. 801 dipendenti, tra cui n. 23 dirigenti, n. 464 impiegati e n. 314 operai, dislocati tra gli stabilimenti di Padova, Roma, Bari e Napoli e la sede centrale di Roma, dove operano n. 158 dipendenti.
In particolare, nel complesso aziendale di Napoli, oggetto della suindicata interrogazione, operano n. 152 addetti, di cui n. 76 operai ed altrettanti impiegati.
In conseguenza dell'incremento della concorrenza e soprattutto delle importazioni, oltre ad un grave trend negativo registrato nell'ultimo triennio, la società ha assunto la decisione di chiudere lo stabilimento di Napoli.
La scelta aziendale, della chiusura specifica di Napoli, attiene alle caratteristiche del suddetto stabilimento, inerenti alla tipologia dell'impianto e della produzione, alla posizione logistica e alle incidenze dei costi di trasporto. Oltre a ciò, ha inciso la disdetta della commessa acquisita dalla società Diageo, per la produzione e l'imbottigliamento di circa 4 milioni di casse/anno
Pertanto, la società, l'8 ottobre 2004, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali la decisione di cessare l'attività e di attivare la procedura di mobilità per tutto il personale occupato presso lo stabilimento di Napoli. Si sono succeduti vari incontri con le rappresentanze sindacali fino al 27 gennaio 2005, data in cui, presso la regione Campania, sono stati esperiti con esito positivo sia gli esami congiunti per le procedure di licenziamento collettivo e collocamento in mobilità, sia l'istanza per l'attivazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), a decorrere dal 31 gennaio 2005, per 12 mesi.
Il licenziamento collettivo di cui sopra interesserà n. 138 lavoratori, di cui 76 operai e 62 impiegati, atteso che sono cessati dall'impiego 4 lavoratori per dimissioni volontarie, n. 1 lavoratore per decesso, mentre n. 9 lavoratori sono stati trasferiti, con accettazione degli interessati, allo stabilimento di Roma per esigenze tecnoproduttive.
Si fa presente, poi, che la regione Campania ed il Comune di Napoli, congiuntamente alla struttura campana di Italia Lavoro hanno predisposto uno specifico programma finalizzato all'attivazione di sostegni per la ricollocazione dei lavoratori in esubero, vista la deliberazione regionale n. 2193 del 3 dicembre 2004, con la quale è stato determinato di destinare specifiche risorse per il finanziamento di piani formativi a favore dei lavoratori collocati in CIGS.
Infine, per quanto concerne i finanziamenti pubblici, il Ministero delle attività produttive ha comunicato che la Birra Peroni S.p.a. ha usufruito «per ammodernamento», in base alla legge n. 488/92, di un contributo pari a euro 1.071.978,6 - concesso con decreto ministeriale n. 76989 del 30 aprile 1999 e di un ulteriore contributo pari a euro 463.757,64 - concesso con decreto ministeriale n. 87728 del 9 novembre 2000 e poi erogato per un importo di euro 355.547,52. Inoltre, ai sensi del Testo unico n. 278/78, sono state agevolate sette iniziative a favore della società in esame, per cinque delle quali i prescritti vincoli di destinazione sono già scaduti. Per le restanti iniziative il Ministero delle attività produttive provvederà a verificare il rispetto delle prescrizioni, riservandosi, altrimenti, di procedere al recupero delle agevolazioni.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la Uil della Basilicata ha denunciato il fatto che «per i lavori del "maxilotto" dell'A3 Sa-Rc, che coinvolge direttamente o indirettamente tantissime imprese e operai della zona interessata ai lavori, è molto diffuso il lavoro nero: la paga per dieci ore di lavoro è sino a 42 euro, mentre il contratto ne prevede il doppio per un numero di ore di lavoro al giorno decisamente minore;
la pratica del lavoro nero nei cantieri dell'A3 produce evasione contributiva ai danni delle Casse edili (in pratica si verserebbe tra il 40 e il 50 per cento del dovuto), oltre alla presenza denunciata dalla Uil di veri e propri operai irregolari, per lo più extracomunitari o cosiddetti cottimisti;
secondo la suddetta organizzazione sindacale di categoria, a causa del meccanismo prescelto del cosiddetto «General Contractor» - che, di fatto, ufficializza il subappalto suddiviso in un numero imprecisato di imprese e ditte, alcune delle quali sono persino ditte individuali o artigianali - i diritti salariali ma anche le condizioni di sicurezza degli operai edili (come dimostra purtroppo l'alto numero di incidenti sul lavoro nei cantieri) sono un vero e proprio optional -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, nell'intento di garantire un lavoro sicuro e
(4-11329)
Dagli accertamenti esperiti sui lavori di ammodernamento dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, relativamente al tratto lucano compreso fra le uscite di Lagonegro Nord e Lauria Sud, non sono emerse situazioni di lavoro nero.
La predetta Direzione provinciale del lavoro riferisce, inoltre, di non aver ancora completato la verifica sugli esatti adempimenti assicurativi e contrattuali, poiché attende la documentazione aziendale di lavoro richiesta, ma non ancora completamente esibita dalle ditte interessate che, tra l'altro, non hanno sede legale nella regione Basilicata.
Al momento, sono stati adottati provvedimenti sanzionatori per le infrazioni già accertate, in materia di prevenzione infortuni, mentre per la verifica sulla corretta applicazione del codice dalla strada, relativamente alla cantieristica, è stato interessato il distaccamento di Lagonegro della Polizia stradale.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
i vertici dell'azienda di elettrodomestici Candy, presente con diverse fabbriche in Lombardia e nel mondo, ha annunciato l'apertura di 185 nuove procedure di mobilità per i lavoratori, tutte concentrate nello stabilimento di Donora di Cortenuova (Bergamo), che produce frigoriferi e congelatori di gamma medio alta e che già lo scorso anno subì 90 esuberi;
le organizzazioni sindacali di categoria hanno annunciato una prima iniziativa di mobilitazione in tutto il gruppo, che prevede due ore di sciopero, con assemblee anche negli stabilimenti di Brugherio (Milano), Lecco, Como ed Erba (Como) cui seguirà il blocco degli straordinari per tutta la durata della vertenza;
secondo le organizzazioni sindacali, i vertici della Candy intendono procedere nella direzione della delocalizzazione, inaugurata già in Gran Bretagna, dopo l'acquisizione della Hoover, e il successivo trasferimento in Cina della produzione di piccoli elettrodomestici;
i sindacati denunciano il fatto che per 40 persone addette alla produzione di congelatori a Cortenuova il destino sembra essere segnato proprio a causa della decisione di produrre i nuovi modelli a Podborarny, nella Repubblica Ceca, mentre per la produzione di lavatrici si parla già di un trasferimento delle linee di montaggio in Russia -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, nell'intento di scongiurare la suddetta decisione salvaguardando gli attuali livelli occupazionali e garantendo un futuro produttivo certo e sicuro allo stabilimento.
(4-11362)
La Donora Elettrodomestici S.p.a. ha sottoscritto, il 10 novembre 2004, un accordo sindacale nel quale si è convenuto di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, per i periodi compresi dal 22 novembre al 26 novembre 2004 e dal 20 dicembre al 23 dicembre 2004, per tutto il personale ad eccezione di quello espressamente comandato. A ciò si deve aggiungere un periodo di ferie collettive dal 24 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005.
Si fa presente, poi, che, il 14 dicembre 2004, presso questo Ministero si è tenuto un incontro tra le parti sociali, per verificare a livello tecnico gli strumenti ai quali ricorrere per risolvere positivamente la situazione.
Infine, si comunica che, il 28 gennaio 2005, la Donora Elettrodomestici S.p.a. ha sottoscritto un verbale di accordo, nel quale si è concordato, con la rappresentanza sindacale unitaria aziendale, un periodo di sospensione su base settimanale dell'intera attività lavorativa dello stabilimento, per un massimo di 19 settimane, per l'intera dotazione organica pari a 468 lavoratori, dal 14 febbraio 2005 al 13 febbraio 2006.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la Filcams Cgil esprime forti preoccupazioni per l'annuncio dato dalla direzione di «Sviluppo Discount» di lasciare il centro di stoccaggio di Pistoia e spostare il magazzino a Selvatelle (Pisa);
secondo la Filcams Cgil a rischio ci sono 50 posti di lavoro fra dipendenti diretti e quelli della ditta in appalto presenti nella struttura di Pistoia;
da notizie provenienti dalla suddetta organizzazione sindacale, risulta che la direzione di «Sviluppo Discount» avrebbe fatto sapere che non intende mantenere i dipendenti, dal momento che nella struttura in provincia di Pisa, operativa dal prossimo gennaio, saranno presenti ditte in appalto -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori, individuando, insieme alle parti, soluzioni utili a garantire un futuro occupazionale certo e sicuro ai lavoratori coinvolti dalla suddetta decisione.
(4-11370)
La società in esame, in data 14 dicembre 2004, ha sottoscritto un accordo sindacale per la messa in mobilità di n. 9 dipendenti a seguito della programmata chiusura, a far data dal 9 gennaio 2005, del centro di distribuzione di Pistoia.
I motivi che hanno reso necessario tale provvedimento, come dichiarato nel citato accordo, sono riconducibili alla necessità di chiudere il «magazzino» per una razionalizzazione logistica e distributiva dell'attività aziendale, al fine di contenere i costi e mantenere la competitività sul mercato.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti dalla Filtra-Cgil di Bologna si apprende che la direzione aziendale della «Lippert», azienda di spazzole di Grizzana Morandi, ha annunciato la messa in liquidazione della società e il licenziamento di tutti i 17 lavoratori;
sempre da notizie provenienti dal suddetto sindacato si apprende, altresì, che «la proprietà, prima dell'inizio del confronto sindacale previsto per il 29 ottobre, con un colpo di mano ha invitato i lavoratori ad andare in ferie per permettere lo svuotamento della fabbrica e il trasporto delle macchine» -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la
(4-11465)
In data 14 ottobre 2004 l'assemblea dei soci ha deliberato la messa in liquidazione della Società Lipper-Unipol S.r.l.
Il 27 ottobre 2004 sono state avviate le procedure di licenziamento collettivo, a sensi dell'articolo 24 della legge n. 223 del 1991, per la messa in mobilità di tutti i lavoratori nel rispetto dei termini di preavviso appena esaurita la procedura prevista dal suddetto articolo di legge, oppure quando verrà raggiunto un accordo sindacale, qualora questo intervenga prima del termine della procedura stessa.
Nella stessa data del 27 ottobre 2004, sono stati versati, all'INPS, euro 16.484,22 a titolo di anticipo ex articolo 5, comma 4, della legge n. 223 del 1991.
Successivamente e precisamente il 5 novembre u.s. è stato siglato un accordo con le Organizzazioni sindacali e le RSU aziendali, con il quale si stabilisce la collocazione in mobilità di gran parte dei lavoratori, a partire dall'8 novembre 2004.
La procedura, per i restanti 6 lavoratori, si concluderà il 31 maggio 2005, al fine di consentire il completamento di una serie di attività conseguenti alla liquidazione della società.
L'8 novembre 2004, in sede sindacale, si è proceduto a redigere un verbale di conciliazione, ai sensi dell'articolo 411 del codice di procedura civile, secondo il quale: i lavoratori accettano il provvedimento di licenziamento comunicato, dalla Lippert Unipol S.r.l. in liquidazione, con lettera dell'8 novembre 2004; la Lippert Unipol S.r.l. in liquidazione corrisponderà ai lavoratori, per il titolo di cui all'articolo 12, comma 4, lettera b) della legge n. 153 del 30 aprile 1969, come modificato dall'articolo 6 del Decreto legislativo 2 settembre 1991, n. 314 (incentivo), un importo al lordo delle ritenute di legge di euro 22.000,00. L'azienda corrisponderà, il giorno 10 del mese seguente alla cessazione del rapporto, l'ultima retribuzione e tutti i ratei relativi agli istituti contrattuali e differiti maturati, con esclusione del trattamento di fine rapporto che sarà corrisposto assieme «all'incentivo» il mese seguente.
Anche al lavoratore assunto a tempo determinato il 23 settembre 2004 viene corrisposto un «incentivo» pari a euro 8.000,00.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che i vertici aziendali della «Maglieria Manufat» di Inverigo (Como), che fabbrica confezioni per maglieria intima, nei giorni scorsi, hanno presentato un piano di ristrutturazione aziendale che prevede una riduzione pesantissima di personale di circa 60 unità su un totale di 110 dipendenti;
il motivo, secondo la proprietà, è dovuto al calo di fatturato e soprattutto alla riduzione dei consumi che hanno causato un consistente ribasso delle vendite nel mercato italiano;
la «Maglieria Manufat» è una delle aziende leader sul mercato e può contare su un giro di affari e di export molto rilevante nell'Europa del nord, in particolare in Norvegia -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti, della dignità e delle professionalità dei lavoratori coinvolti, al
(4-11714)
L'azienda Maglierie Manufat S.p.a., con sede in Inverigo (Como), è operativa nel settore abbigliamento-maglieria intima ed è presente sul mercato italiano ed estero con prodotti di media ed alta qualità.
La situazione critica risulta determinata dalla concorrente presenza sul mercato italiano ed estero sia di aziende nazionali con manufatti, prodotti nei paesi dell'est-Europa (Bulgaria/Romania), sia di aziende dell'estremo oriente.
Le produzioni dell'est-Europa e dell'estremo oriente sono caratterizzate da costi più bassi, in relazione alla minore incidenza del costo del lavoro ed alle inferiori caratteristiche della materia prima (esempio cotone non mercerizzato).
Tale stato di fatto ha costretto l'azienda a rivalutare la propria dimensione e ad optare per una produzione di alta qualità destinata al mercato italiano ed estero.
L'esubero di 60 unità sulle 110 presenti ha portato, in data 16 dicembre 2004, alla sottoscrizione di un accordo, per la messa in mobilità di 20 persone, privilegiando nei criteri di scelta la maturazione dei requisiti per il pensionamento e l'esodo volontario incentivato.
Inoltre, per le ulteriori 40 unità è stato raggiunto un accordo per il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) per crisi aziendale, a decorrere dal 10 gennaio 2005, con rotazione al 50 per cento dei lavoratori interessati. Nello stesso, accordo è stato previsto un possibile recupero, a fine CIGS, di parte degli esuberi tramite contratti a part-time.
Sotto il profilo finanziario l'azienda risulta avere ripianato le perdite degli anni precedenti e se il programma di mobilità e CIGS viene rispettato non dovrebbero determinarsi ulteriori condizioni di criticità, a fronte di una stabilità del mercato.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
numerose aziende operanti nel nostro Paese hanno attuato o stanno attuando piani di ristrutturazione volti alla razionalizzazione delle proprie strutture, anche ricorrendo alla chiusura di unità produttive locali o alla cessione o fusione con altri gruppi;
la Fbm-Hudson Italiana, con sede a Terno D'Isola, in provincia di Bergamo pare intenda attuare un'importante cessione di strutture e di interventi sul personale a seguito dei processi di razionalizzazione che il Gruppo Franco-Belga Hamon sta operando sull'azienda controllata;
questa decisione, se confermata, contribuirebbe ad aggravare la situazione occupazionale non solamente a Terno d'Isola e nei comuni circostanti, dove la Fbm rappresenta una delle principali aziende, ma anche nella intera bergamasca, già provata da decisioni simili che altre aziende, ad esempio quelle del tessile, paiono voler porre in essere;
già con decreto 23 dicembre 1997, del Ministro del lavoro e della previdenza sociale furono accordati alla FMB Hudson italiana i benefici previsti dall'articolo 8, comma 4, e dall'articolo 25, comma 9, della legge 23 luglio 1991, n. 223, concernente norme in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive della Comunità europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del lavoro -:
quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di individuare una positiva
(4-11566)
La FBM Hudson Italiana S.p.a. con sede in Terno d'Isola (Bergamo), in data 29 dicembre 2004, ha sottoscritto, con le rappresentanze sindacali unitarie e le segreterie FIM-FIOM-UILM di Bergamo, un accordo con il quale è stata concordata, a decorrere dal 24 gennaio 2005, la sospensione dal lavoro, per un periodo massimo di 12 mesi, di una media di n. 105 dipendenti, fino ad un massimo di 180.
Dall'accertamento ispettivo si è rilevato che sono stati posti in Cassa integrazione guadagni straordinaria, già n. 76 lavoratori a fronte di un organico aziendale di n. 268 lavoratori.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
anche in provincia di Bergamo la situazione occupazionale è in peggioramento: in questi anni si è infatti assistito alla chiusura o alla riduzione del personale di importanti unità produttive, quali ad esempio la Zerowatt di Alzano, la Cock di Albano, la Cima di San Giovanni Bianco, il Linificio di Fara d'Adda, la Shneider di Stezzano, la Rete Gamma di Bergamo, la Cms di Zogno, la Dil di Torre Bordone, e recententissimamente si stanno vivendo situazioni di crisi per la Borregaard S.p.a. e per la Fbm-Hudson Italiana;
la Donora di Cortenuova (Bergamo) è un'azienda storica del Gruppo Candy, con un numero di addetti elevato che risiedono in parecchi comuni della Bergamasca;
a fine 2003 la proprietà, presentò un piano industriale per la Donora che prevedeva 95 lavoratori e lavoratrici «in esubero» sui 535 totali;
ora il gruppo Candy ha ipotizzato di mettere in mobilità 185 dei 470 lavoratori dello stabilimento;
risulta all'interrogante che la decisione non sarebbe motivata da difficoltà economiche dell'azienda ma dalla scelta della proprietà di spostare parte della produzione (anche di alta tecnologia) nello stabilimento Konta che possiede nella Repubblica Ceca (già parte della bassa gamma è stata trasferita nel 2002), questo al fine di ridurre il costo della manodopera delocalizzando i siti produttivi laddove essa costa meno o è tutelata in misura minore che in Italia;
il gruppo, accogliendo la richiesta delle rappresentanze sindacali, ha accettato di sospendere l'avvio della procedura di mobilità, almeno sino a metà novembre -:
quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di individuare positive soluzioni alle problematiche inerenti i lavoratori della Donora di Cortenuova.
(4-11708)
La Donora Elettrodomestici S.p.a. ha sottoscritto, il 10 novembre 2004, un accordo sindacale nel quale si è convenuto di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, per i periodi compresi dal 22 novembre al 26 novembre 2004 e dal 20 dicembre al 23 dicembre 2004, per tutto il personale ad eccezione di quello espressamente comandato. A ciò si deve aggiungere un periodo di ferie collettive dal 24 dicembre 2004 al 9 gennaio 2005.
Si fa presente, poi, che, il 14 dicembre 2004, presso questo Ministero si è tenuto un incontro tra le parti sociali, per verificare a livello tecnico gli strumenti ai quali ricorrere per risolvere positivamente la situazione.
Infine, si comunica che, il 28 gennaio 2005, la Donora Elettrodomestici S.p.a. ha sottoscritto un verbale di accordo, nel quale si è concordato, con la rappresentanza sindacale Unitaria aziendale, un periodo di sospensione su base settimanale dell'intera attività lavorativa dello stabilimento, per un massimo di 19 settimane, per l'intera dotazione organica pari a 468 lavoratori, dal 14 febbraio 2005 al 13 febbraio 2006.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il gruppo Norvegese, a cui fa capo la società italiana Borregaard S.P.A., ha deciso di schiudere gli stabilimenti di Madone (Bergamo) e Ravenna a seguito delle perdite accumulate e della mancanza di prospettive;
per tale ragione, come reso noto dal Ministero delle attività produttive, il giorno 22 ottobre 2004 si è svolta presso lo stesso una riunione per esaminare le problematiche della società Borregaard;
al fine di salvaguardare le specifiche produzione ed i livelli occupazionali dei due siti la società ha incaricato la FINEUROP di Milano di cercare eventuali compratori rinnovando il mandato fino al 31 gennaio 2005. Ad oggi sono stati contattati oltre 30 potenziali acquirenti in Italia e all'estero;
la chiusura degli stabilimenti è stata per ora prevista dalla proprietà entro il 31 marzo 2005;
per aumentare il grado di comunicazione e di sensibilizzazione verranno attivati vari canali: a livello locale (Unione Industriali) e nazionale (Federchimica, Osservatorio della Chimica del MAP) ed è stato prospettato anche l'intervento di Sviluppo Italia nel caso in cui i tentativi di vendita non abbiano un risultato positivo;
il tavolo di confronto tra il Gruppo/Società e le parti sociali rimane aperto, e riconvocabile a richiesta delle stesse, fermo restando una nuova convocazione entro il 31 gennaio 2005;
con riferimento al polo industriale di Madone (Bergamo), appare opportuno ricordare che tale situazione di crisi va ad aggiungersi a quella che solo pochi giorni addietro è stata annunciata dalla FMB Hudson sita nel vicino comune di Terno d'Isola, che prevede un'importante cessione di strutture e di interventi sul personale -:
quali ulteriori iniziative intendano attuare i Ministri per salvaguardare i lavoratori oggi impiegati presso la Borregaard S.p.a. di Madone.
(4-11715)
Si conferma l'intenzione della capogruppo norvegese di dismettere le attività italiane a causa della antieconomicità delle stesse. Inizialmente, la società ha tentato una dismissione unitaria dell'attività che fa capo ai due stabilimenti di Madone (Bergamo) e Ravenna, attualmente occupanti rispettivamente 74 e 37 lavoratori, ma, mentre per lo stabilimento di Ravenna è stato manifestato un concreto interesse all'acquisizione, così non è stato per lo stabilimento di Madone.
Infatti, presso Ravenna l'attività proseguirà almeno per l'anno in corso, mentre la società sta programmando la chiusura dello stabilimento di Madone.
A luglio scorso è stato già chiuso uno dei tre impianti del suddetto sito e, per il 28 febbraio, è fissato il termine per la cessazione totale della produzione, con la conseguente apertura della procedura di mobilità per parte dei dipendenti.
I restanti lavoratori continueranno ad occuparsi delle attività conseguenti alla chiusura, presumibilmente, alla metà di maggio, fatta eccezione, forse, per un piccolo gruppo di dipendenti, che continueranno
I motivi della crisi sono da ricercare nella perdita di competitività del prodotto, stretto tra la concorrenza asiatica e la crisi del dollaro, valuta nella quale vengono effettuate le vendite (i mercati di riferimento sono soprattutto i paesi in via di sviluppo). L'attività è in perdita dal 2000 per cifre sempre più consistenti, sino agli oltre 3,5 milioni di euro del conto economico del 2003.
Si fa presente, ad ogni modo, che la crisi aziendale non ha avuto riflessi sui pagamenti delle retribuzioni e dei relativi oneri sociali.
Da ultimo, si comunica che, in data 4 febbraio 2005, è stato siglato un accordo sindacale, nel quale si è convenuto di presentare istanza per il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, per la gestione degli esuberi ed è stato prorogato al 31 luglio 2005 il mandato per la vendita degli impianti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
è stata presentata una precedente interrogazione, in attesa di risposta, concernente la Società italiana Borregaard S.P.A., la quale ha deciso di chiudere lo stabilimento di Madone (Bergamo) a seguito delle perdite accumulate e della mancanza di prospettive;
il tavolo di confronto tra il Gruppo/Società e le parti sociali rimane aperto, e riconvocabile a richiesta delle stesse, fermo restando una nuova convocazione entro il 31 gennaio 2005;
con riferimento al polo industriale di Madone (Bergamo), appare opportuno ricordare con forza che tale situazione di crisi va ad aggiungersi ad altre, quale ad esempio quella annunciata dalla FMB Hudson sita nel vicino Comune di Terno d'Isola, che prevede un'importante cessione di strutture e di interventi sul personale;
i lavoratori della Borregaard hanno deciso di evidenziare la situazione di estrema incertezza aziendale con una mobilitazione permanente -:
quali ulteriori iniziative intendano attuare i Ministri per salvaguardare i lavoratori oggi impiegati presso la Borregaard S.p.a. di Madone.
(4-11792)
Si conferma l'intenzione della capogruppo norvegese di dismettere le attività italiane a causa della antieconomicità delle stesse. Inizialmente, la società ha tentato una dismissione unitaria dell'attività che fa capo ai due stabilimenti di Madone (Bergamo) e Ravenna, attualmente occupanti rispettivamente 74 e 37 lavoratori, ma, mentre per lo stabilimento di Ravenna è stato manifestato un concreto interesse all'acquisizione, così non è stato per lo stabilimento di Madone.
Infatti, presso Ravenna l'attività proseguirà almeno per l'anno in corso, mentre la società sta programmando la chiusura dello stabilimento di Madone.
A luglio scorso è stato già chiuso uno dei tre impianti del suddetto sito e, per il 28 febbraio, è fissato il termine per la cessazione totale della produzione, con la conseguente apertura della procedura di mobilità per parte dei dipendenti.
I restanti lavoratori continueranno ad occuparsi delle attività conseguenti alla chiusura, presumibilmente, alla metà di maggio, fatta eccezione, forse, per un piccolo gruppo di dipendenti, che continueranno la gestione amministrativa dell'intera società per la rimanente parte dell'anno.
I motivi della crisi sono da ricercare nella perdita di competitività del prodotto, stretto tra la concorrenza asiatica e la crisi del dollaro, valuta nella quale vengono effettuate le vendite (i mercati di riferimento
Si fa presente, ad ogni modo, che la crisi aziendale non ha avuto riflessi sui pagamenti delle retribuzioni e dei relativi oneri sociali.
Da ultimo, si comunica che, in data 4 febbraio 2005, è stato siglato un accordo sindacale, nel quale si è convenuto di presentare istanza per il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, per la gestione degli esuberi ed è stato prorogato al 31 luglio 2005 il mandato per la vendita degli impianti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la tutela dei cittadini da danni provocati da inquinamento ambientale è prescritta da apposite norme di legge;
l'inquinamento acustico ed atmosferico determinato dal traffico aereo, può essere contenuto utilizzando procedure sensibili e limitazioni-divieti nelle ore notturne;
da qualche tempo, nella zona di Roma di competenza del XVI Municipio - Monteverde Nuovo, Casaletto - pur essendo rimasto inalterato il traffico aereo su Fiumicino, si è verificato un sensibile incremento dell'impatto ambientale acustico, sia nelle ore diurne che notturne, con grande disagio della popolazione, residente;
operazioni di decollo dovrebbero avvenire dalla pista 2, direzione est-ovest verso il mare, e quelle di atterraggio sulla pista 3, direzione sia da nord che da sud, salvaguardando l'aerea ovest della città dove invece il traffico aereo risulta in grande aumento;
la stessa tutela ambientale ha imposto forti limitazioni operative alla pista 1, parallela alla 3, per proteggere i centri abitati di Fiumicino e Fregene;
la continua frequentazione dello spazio aereo sovrastante determina, anche, condizioni di precaria sicurezza per i cittadini residenti -:
quale sia il motivo del forte incremento dell'impatto ambientale acustico sulle aree relative al XVI Municipio, sia nelle ore diurne che notturne, dovute al forte incremento del traffico aereo nello spazio sovrastante;
se siano state modificate precedenti procedure operative, considerato che le condizioni ambientali di una precisa zona di Roma risultano notevolmente peggiorate e, in caso di risposta positiva, i motivi per cui non vengono ripristinate le condizioni precedenti, laddove invece, in caso di risposta negativa, tenuto conto che il fenomeno ha comunque, raggiunto livelli intollerabili per la salute dei cittadini e per la loro incolumità riferita alla sicurezza del volo;
se non intenda intervenire presso l'ENAC affinché sia ridotto l'impatto ambientale acustico provocato dal traffico aereo nella zona suddetta.
(4-07586)
In taluni casi, infatti, al fine di ridurre i tempi di volo, l'ENAV - Ente nazionale
A riguardo l'ENAV riferisce che le procedure operative inerenti agli arrivi e alle partenze dell'aeroporto di Fiumicino non sono state modificate e ribadisce che in particolari condizioni meteorologiche si rende indispensabile l'utilizzo della pista 25 per gli atterraggi.
Si pone in evidenza, inoltre che, nell'ambito della procedura di atterraggio per pista 25, il sorvolo delle zone ricadenti nel XVI Municipio avviene a quote non inferiori a 1800 piedi, come si può evincere dalla carta di avvicinamento strumentale tuttora in vigore.
Le quote di sorvolo degli aeromobili sono calcolate e strettamente correlate ai percorsi di volo definiti, per gli aerei in arrivo e partenza, sulla base dei sistemi di navigazione utilizzabili ed in stretta osservanza della regolamentazione emessa dall'ICAO (International Civil Avation Organization).
Le rotte sono periodicamente verificate dal servizio radiomisure dell'ENAV. Da tali controlli non risultano scostamenti dai percorsi nominali, definiti e pubblicati in AIP Italia (AIP - Aeronautical information publication).
A tal riguardo, tuttavia, l'ENAC - Ente nazionale per l'aviazione civile preposto alle procedure e al controllo dei gestori aeroportuali, a seguito dell'adozione da parte della citata Commissione di tutte le procedure previste dalle leggi vigenti in materia, ha reso noto che non resterebbe altra soluzione che sospendere il traffico aereo nelle ore notturne con grave disagio per l'operatività dello scalo.
Si fa conoscere, infine che, la direttiva 30/2002 CE, il cui recepimento da parte di questo Ministero di concerto con il Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio è in itinere, prevede ulteriori adempimenti per la regolamentazione dell'inquinamento acustico aeroportuale.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
già in passato si è verificata una vera e propria truffa ai danni degli utenti telefonici dalla connessione «pirata» del prefisso 709 che, all'insaputa degli abbonati, si inseriva automaticamente negli accessi remoti dei computer e - appunto all'insaputa degli utilizzatori - registrava pertanto comunicazioni fasulle a tariffe molto alte che la Telecom addebitava poi sulle bollette;
è di questi ultimi tempi la connessione con il prefisso 899 che, in modo simile, connette automaticamente la linea telefonica utilizzata per Internet senza che l'utente possa averne conoscenza;
risulta che la Telecom non accetterebbe più le decurtazioni delle bollette nonostante sia evidente la buona fede dell'utente che solo al ricevimento della bolletta prende conoscenza delle telefonate addebitate, troppo tardi per bloccare la connessione -:
quali iniziative di carattere normativo intenda intraprendere il Governo al fine di tutelare gli utenti subdolamente truffati anche prevedendo l'obbligo a carico dei gestori di bloccare la fatturazione e/o di rimborsare gli utenti allorché appaia evidente la loro buona fede;
se non sia corretto imporre a livello normativo dei «filtri» alla possibilità di connettersi con linee automatiche di elevato costo di chiamata per le quali deve essere in qualche modo resa evidente la volontà di connettersi da parte dell'utente.
(4-11409)
A partire dal 1o giugno 2003 la società Telecom Italia ha previsto l'offerta, attraverso i consueti canali commerciali (187 e 191), di tale servizio ai propri clienti gratuitamente nella modalità permanente, (ovvero in modalità non controllata dall'utente), per la numerazione 709.
La disabilitazione della suddetta numerazione comporta automaticamente la disabilitazione anche dei servizi 166 e 899 e viceversa nel senso che coloro che al 1o giugno 2003 avevano, già attiva la disabilitazione dei servizi 166 e 899 sono stati automaticamente disabilitati anche dalla numerazione 709.
In alternativa l'abbonato può richiedere il servizio a pagamento del blocco delle chiamate in modalità controllata attraverso una chiave numerica (il cosiddetto codice PIN) che già prevede la possibilità di disattivare la numerazione 709.
In proposito si sottolinea che l'ipotesi in cui l'utente abbia correttamente richiesto il blocco selettivo di chiamata all'operatore ma lo stesso non l'abbia attuato, costituisce un illecito amministrativo sanzionabile su denuncia dell'utente medesimo all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, secondo quanto stabilito dalla vigente normativa.
Si significa, inoltre, che con delibera 9/03/CIR (Gazzetta Ufficiale n. 177 del 1o agosto 2003) la ripetuta Autorità ha approvato il nuovo piano di numerazione nazionale nel settore delle telecomunicazioni che, per quanto riguarda i servizi a sovrapprezzo offerti in internet, contiene l'introduzione di specifiche soglie di prezzo intese aeliminare il fenomeno delle frodi.
In particolare per le numerazioni 701, 702 e 709 è stato ribadito il divieto di utilizzo delle stesse per l'offerta di servizi a sovrapprezzo ed è stata prevista per il 701 ed il 702, una quota massima alla risposta pari a 0,10 cent ed una fatturazione analoga a quella di qualsiasi chiamata in ambito locale, mentre per il 709 il prezzo massimo della quota variabile minutaria è stato fissato a 0,06 cent, alla quale si aggiunge la quota fissa alla risposta di 0,10 cent.
Va, comunque, precisato che la società Telecom non è assegnataria di alcuna numerazione 709 in quanto tutte le numerazioni del genere sono state assegnate ad altri operatori.
In merito alla tutela dell'utente dal distacco della linea telefonica, si fa presente che l'articolo 8 della delibera dell'Autorità 179/03/CONS stabilisce che in caso di denuncia di frode per l'uso indebito, da parte di terzi, del collegamento di rete, presentata dall'interessato all'Autorità nelle forme previste dalla vigente normativa, i pagamenti relativi «al solo traffico denunciato in modo specifico come di origine fraudolenta possono essere sospesi fino alla fine della controversia».
Per venire incontro alle esigenze della clientela, pertanto, la Telecom aveva adottato una procedura straordinaria in base alla quale in caso di frode accertata, i pagamenti già effettuati non imputabili all'utente venivano rimborsati, mentre se l'organismo di telecomunicazioni dimostrava che non vi era stata frode, i pagamenti temporaneamente sospesi venivano nuovamente addebitati all'utente.
Pertanto, l'utente che presentava reclamo all'operatore per la contestazione relativa al traffico telefonico in uscita verso codici a tariffazione speciale, allegando ad esso la denuncia all'Autorità giudiziaria e copia del pagamento degli importi non contestati, non veniva considerato moroso fino alla definizione della coiitroversia e non subiva la sospensione del servizio.
Dal 1o gennaio 2004 i reclami in parola sono tornati ad essere gestiti secondo la normale procedura prevista dalle condizioni generali di abbonamento.
In caso di reclamo, quindi, il cliente è tenuto al pagamento della fattura nei termini previsti, ma può stornare gli importi relativi al traffico oggetto di contestazione e
In tale caso la Telecom sospende l'applicazione di quanto previsto dagli articoli 18 e 19 delle medesime condizioni di abbonamento.
A completamento di informazione si fa, infine, presente che è stato adottato un codice di condotta per l'offerta dei servizi a sovrapprezzo, aderendo al quale gli operatori di comunicazioni mobili si impegnano ad informare in maniera trasparente ed aggiornata la propria clientela in merito alle condizioni economiche ed alle modalità di fruizione di tali servizi, nonché a garantire, in particolare, la tutela dei minori.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.