Allegato B
Seduta n. 596 del 3/3/2005


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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

ZANELLA, RUSSO SPENA, BUFFO, DEIANA, MAURA COSSUTTA, GIULIETTI, CENTO, MASCIA e BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra 27 e 28 febbraio 2005 in Calle del Fontego dei Tedeschi, nei pressi di San Bartolomio, a Venezia, è scoppiata una rissa tra un gruppo di giovani attivisti del centro sociale Morion di Venezia e tre noti esponenti locali dell'organizzazione di estrema destra «Forza Nuova» caratterizzati dall'estetica propria del movimento naziskin (anfibi, teste rasate, sciarpe al collo con la scritta «boia chi molla», simboli nazisti) accompagnati da un numero imprecisato di persone senza particolari connotazioni estetiche;
durante il pestaggio due persone che affiancavano gli esponenti di Forza Nuova avrebbero estratto le pistole, puntandole ad altezza uomo urlando «carabinieri, carabinieri»;
a seguito della dispersione dei due gruppi, nella calle sarebbero rimasti solamente cinque giovani dei centri sociali, tre uomini e due donne (una delle quali, picchiata al basso ventre da uno dei due presunti carabinieri, sarà poi ricoverata all'ospedale), ed i due giovani dichiaratisi carabinieri che, sempre con l'ausilio delle armi, avrebbero immobilizzato gli altri contro un muro, minacciandoli. In particolare, testimoni riportano le frasi che sarebbero state pronunciate più volte dai carabinieri: «adesso facciamo come a Bolzaneto ...(riferimento alle torture nell'omonima caserma durante il contro-G8 di Genova, nel 2001)» e «vi ammazziamo come quel bastardo di Carlo Giuliani... (riferimento all'omicidio di Carlo avvenuto durante la stessa manifestazione)»;
una volta tradotti nella locale caserma dei carabinieri di S. Zaccaria in Venezia, i carabinieri si dichiaravano


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«non in servizio» ai responsabili delle identificazioni che chiedevano una descrizione del loro operato, mentre, all'interno dell'ospedale nel quale era stata trasferita la ragazza colpita all'addome ed i ragazzi di Forza Nuova bisognosi di cure, gli stessi carabinieri avrebbero, salutandoli amichevolmente, dimostrato di conoscere i nomi di tali ragazzi ed avrebbero altresì fornito loro le generalità della ragazza;
tra i giovani dell'estrema destra identificati ci sarebbero Francesco Basile (figlio di un alto ufficiale del Corpo dei Carabinieri) ed Enrico Carta, il cui nome compare sia nell'indagine sulla bomba al Tribunale dell'agosto 2001, sia nell'inchiesta sul fallito attentato al Ghetto di Venezia del maggio 2002;
è stato convalidato oggi a Mestre (Venezia) dalla gip Chiara Ilaria Bitozzi l'arresto per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dei due esponenti dei centri sociali, Gabriele Greco, 26 anni, di Trieste, e Marco Scandurra, 25, di Aviano (Pordenone), entrambi residenti a Venezia, di cui è stata disposta l'immediata scarcerazione, ed è stato fissato il processo per il marzo prossimo -:
se sia a conoscenza dell'accaduto;
se non ritenga necessario accertare le reali dinamiche di questo preoccupante episodio di violenza a sfondo politico;
se non intenda verificare l'identità ed il ruolo dei sedicenti esponenti dell'arma dei Carabinieri protagonisti dell'episodio.
(4-13290)

DI GIOIA, FOLENA, VENDOLA e BONITO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 21 febbraio 2005 gli interroganti hanno presentato, un atto di sindacato ispettivo (4-13116) su una serie di episodi di violenza politica che si sono registrati, negli ultimi mesi nella provincia di Foggia;
in particolare, si faceva riferimento ad una serie di intimidazioni subite dall'assessore provinciale, Bruno Gorgoglione;
la scorsa notte, l'assessore Gorgoglione ha subito un altro attentato incendiario, questa volta direttamente sulla porta della propria abitazione, che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose;
tale episodio non fa che confermare le preoccupazioni già espresse e la necessità di un rapido intervento -:
se si intenda, con effetto immediato, predisporre un servizio di sicurezza a garanzia dell'incolumità dell'assessore Bruno Gorgoglione e cosa si sia, realmente, facendo per stroncare un tale clima di inaccettabile e pericolosa violenza politica.
(4-13291)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in relazione agli eventi sismici del 1980, il decreto legislativo n. 76 del 1990 stabilisce linee di principio secondo le quali erogare indennizzi in favore dei terremotati e destinati alla ricostruzione degli immobili demoliti o da demolire;
il comune di Palomonte, come si evince dalla delibera del consiglio comunale n. 35 del 14 ottobre 2003, ha stabilito, in favore dei proprietari degli immobili ricompresi nel piano di recupero per i quali non sia più possibile ricostruire in sito per ragioni connesse all'attuazione del piano di recupero e/o alla realizzazione di opere pubbliche e per i quali non sussistono nemmeno le condizioni per la ricostruzione fuori sito, l'assegnazione di un contributo una tantum senza obbligo di utilizzarlo per la ricostruzione, da commissariare all'entità del contributo figurativamente spettante per la ricostruzione dell'immobile;
il comma 20 dell'articolo 34 del decreto legislativo n. 76 del 1990 stabilisce che «hanno titolo ai contributi previsti nel


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presente testo unico i proprietari degli immobili demoliti o da demolire in attuazione degli strumenti urbanistici approvati ai sensi dei precedenti commi»;
alla luce di un'attenta lettura del su indicato comma 20, pare essere chiaro che l'indennizzo non può essere concesso a prescindere dall'attività di ricostruzione, come ha inteso deliberare il comune di Palomonte ma sempre con la finalità della ricostruzione fuori sito dell'abitazione non essendo contemplato nella legislazione vigente post-sisma (tutta racchiusa nel decreto legislativo n. 76 del 1990) l'ipotesi di un contributo con finalità risarcitorie e non invece diretto alla ricostruzione;
secondo quanto stabilito dalla delibera del consiglio comunale di Palomonte n. 36 del 14 ottobre 2003, il sindaco è autorizzato a notificare ai proprietari degli immobili soggetti al vincolo del restauro e risanamento conservativo, un'intimazione ad attuare gli interventi di recupero, con la conseguenza che, in caso di ingiustificata inerzia per un periodo superiore a tre mesi, l'amministrazione comunale potrà procedere, a spese dei proprietari inadempienti, direttamente all'esecuzione dell'intervento, previa occupazione temporanea delle aree e degli immobili;
nella medesima delibera n. 36, è altresì stabilito che i proprietari, ove non intendano procedere agli interventi di recupero, restauro e risanamento conservativo, possono comunque cedere gli immobili al comune, che li acquisirà al proprio patrimonio, previo pagamento degli indennizzi, determinati sulla base dei medesimi criteri stabiliti (relativamente agli immobili non ricostruibili in sito) nella delibera n. 35;
le delibere sopra esposte, redatte dal consiglio comunale di Palomonte, contravvengono palesemente, a giudizio dell'interrogante, ai più elementari principi giuridici ed altresì consentono l'erogazione di somme in favore dei terremotati perseguendo un fine, quello risarcitorio e di indennizzo, sensibilmente diverso da quello stabilito secondo legge che certamente consente un indennizzo ai terremotati ma con lo scopo di ricostruire quanto demolito dagli eventi sismici del 1980 -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se le delibere e le procedure adottate dall'Amministrazione comunale di Palomonte sono regolari e in conformità della legge vigente che dispone l'erogazione di indennizzi in favore delle popolazioni vittime del sisma del 1980 e, in caso contrario, quali iniziative di propria competenza intende adottare.
(4-13292)

MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in base alle leggi 229 del 2003 e 252 del 2004 il Governo è stato delegato ariformare le disposizioni vigenti riguardanti il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e a disciplinare il rapporto d'impiego del relativo personale in regime di rapporto pubblico attraverso decreti legislativi da emanare entro un anno e mezzo dall'entrata in vigore della prima legge e un anno dalla seconda;
si apprende che alcuni dei suddetti decreti legislativi siano ancora in corso di preparazione, altri invece sono stati già formalmente inviati alle organizzazioni sindacali;
risulta che siano nate molte perplessità circa i contenuti prospettati e le relative modalità di elaborazione, alcune delle quali sono qui di seguito rappresentate;
si teme che la procedura preparatoria attuata possa disattendere quanto prescritto dall'articolo 2, comma II, della legge 252 del 2004; ne è prova il fatto che gli incontri con le parti sociali siano avvenuti in assenza dell'autorità politica. Tale situazione può lasciar spazio all' esercizio di interessi di parte che contrastano con il fine che la legge delega persegue;
si manifestano chiari tentativi finalizzati a limitare l'autonomia del Corpo nazionale. È evidente che si tenta di spostare le competenze di alta direzione dal Capo del Corpo nazionale dei Vigili del


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Fuoco, organo tecnico, al Capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, che non è un vigile del fuoco, ma appartiene alla carriera prefettizia;
questa linea di tendenza è anomala rispetto a quella posta in essere per il riordino di altre istituzioni similari (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza), e potrebbe diventare ancora più umiliante a seguito dell'approvazione dei nuovi decreti legislativi;
si evidenziano forti preoccupazioni per quanto ipotizzato circa il «collocamento in disponibilità», in quanto privo di ogni meccanismo di garanzia necessario affinchè l'istituto dia la possibilità al personale di far conoscere le proprie ragioni -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione descritta in premessa;
quali iniziative intenda adottare al fine di ridimensionare il disagio del personale del Corpo nazionale.
(4-13295)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un verbale di denuncia, il signor Sabatino Frallicciardi, Consigliere Comunale del Comune di Siano, il giorno 10 febbraio 2005 denunciava che alle ore 17, recandosi presso la sezione di Alleanza Nazionale di Siano, constatava che ignoti avevano lasciato sulle mura della sezione di partito una scritta recante la seguente frase: «l'unico fascista buono è quello morto» e, accompagnata da epiteti irripetibili contro il fascismo;
la scritta è a firma di «Iatatorr Fuck» ed è accompagnata da un simbolo di chiara matrice anarchica nonché da un simbolo non precisamente identificato;
secondo quanto espressamente denunciato al Comando dei Carabinieri di Siano dal Presidente della Sezione di Alleanza Nazionale di Siano, Sig. Gerardo Zambrano, il fatto è accaduto in concomitanza del periodo in cui si celebrava la memoria per le vittime delle «foibe»;
come si evince dalla scritta lasciata sulle mura, è palese il riferimento al «rogo» di Primavalle, nel quale persero la vita i fratelli Mattei ad opera di Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, nella notte del 16 aprile 1973 -:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali iniziative di propria competenza intenda adottare considerato che alle soglie del 2005 la nostra comunità è ancora soggetta a continui episodi di violenza legati a questioni di carattere politico.
(4-13299)

DAMIANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da tempo ormai i cittadini della Marca trevigiana assistono impotenti ad una escalation di episodi criminosi senza precedenti, che colpisce sia i comuni cittadini, inducendo loro una drammatica percezione della violabilità della persona e della proprietà, sia più particolarmente le categorie commerciali, fatte bersaglio consueto della microcriminalità;
di tali gravi e allarmanti episodi la stampa dà notizia quasi quotidianamente;
in data 16 febbraio il Corriere del Veneto ha sottolineato l'allarme sicurezza denunciando l'ultimo fenomeno che si va diffondendo in tutta la provincia di Treviso, quello degli assalti ai centri commerciali da parte di commandos armati di pistole e kalashnikov, fenomeno che si è sommato alle consuete rapine in banca con il taglierino che spesso includono il sequestro di dipendenti e clienti, ma anche ai furti in appartamento e ai bancomat fatti saltare con il gas;
in data 5 febbraio 2005, il quotidiano Il Gazzettino riporta la notizia di una rapina messa a segno da due banditi mascherati alla filiale della Banca Prealpi di Tarzo; la settimana precedente era toccato alla Unicredit di Colle Umberto subire un colpo con il ferimento del direttore al quale sono stati recisi con un taglierino due tendini del polso;


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sempre in data 5 febbraio 2005, lo stesso quotidiano riporta l'appello dei commercianti del centro di Castelfranco Veneto che, costretti a svuotare le vetrine ogni sera intimiditi dalle ripetute azioni di sfondamento, chiedono con forza maggiore sicurezza;
in data 5 febbraio 2005, il quotidiano Il Gazzettino riferisce dell'aggressione subita nella loro casa sulle colline di Vittorio Veneto da due coniugi settantenni, gestori di un ingrosso di ortofrutta: aggrediti, sequestrati e rapinati nella loro casa da due banditi con passamontagna armati di fucile e coltello, la donna viene trascinata per i capelli e il marito ferito al volto;
in data 11 febbraio 2005, il quotidiano La Tribuna riporta: l'episodio di una aggressione a Preganziol di un rappresentante di bigiotteria, scambiato per orafo, strappato a forza dall'auto da tre rapinatori coperti da passamontagna e armati di pistole; l'aggressione nei confronti di una coppia a Villorba bloccata al semaforo da un rapinatore; la rapina a mano armata con pestaggio al distributore Agip di Quinto di Treviso; la notizia del raid all'Istituto superiore «Marco Fanno» di Conegliano Veneto che, per la seconda volta in meno di due mesi, è stato preso di mira dai ladri;
alla stessa data il quotidiano La Tribuna riferisce la richiesta di aiuto dei commercianti di Spresiano e Villorba che denunciano l'estremo pericolo con cui sono costretti a confrontarsi;
è in corso una raccolta firme del sindacato di polizia Coisp che ha come oggetto primario una petizione volta a richiedere al Ministro dell'interno l'aumento del numero degli agenti di Polizia per la città e la provincia di Treviso, in quanto la forte carenza di organico è sul punto di compromettere l'efficienza di diversi uffici della Questura, quali Immigrazione, Centralino Questura, 113, Polizia di Frontiera, Commissariato di Conegliano o la Polstrada andranno in tilt -:
se il Ministro non ritenga urgente sviluppare un intervento maggiormente incisivo rivolto a una concreta opera di prevenzione delle aree di degrado dove si sviluppano e prolificano i fenomeni di delinquenza, attraverso anche iniziative locali di collaborazione tra la forza pubblica e i privati cittadini;
se il Ministro dell'interno intenda provvedere urgentemente all'aumento del numero di agenti di Polizia destinati al controllo del territorio;
se il Ministro dell'interno non ritenga opportuno e utile estendere il coordinamento delle forze di polizia, già attivato nei grandi centri urbani, anche nelle città di dimensioni minori;
se il Ministro dell'interno non ritenga di promuovere e contribuire all'attivazione di strumenti elettronici di controllo nei siti a maggior rischio.
(4-13305)

PINOTTI, LABATE, MAZZARELLO, ROGNONI, ZARA, INTINI, BURLANDO e LUCIDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
martedì 1o marzo verso le ore 20 in Piazza Scirea a Genova Pra vicino alla Caserma dei Carabinieri è scoppiato un ordigno esplosivo;
dopo circa 15 minuti in via Don Verità a Genova Voltri a 200 m da un'altra Caserma dei Carabinieri è scoppiato un altro ordigno;
lo stesso è avvenuto anche in via Tobarca vicino al Commissariato di Genova-Sturla, dove già era stato fatto scoppiare un ordigno esplosivo il 29 marzo 2004;
un altro gravissimo attentato era già avvenuto il 10 dicembre 2002 presso la sede centrale della Questura di Genova; per pura fortuna non aveva provocato feriti tra gli agenti di polizia in servizio all'ora dell'esplosione;
in contemporanea con gli attentati dinamitardi è stato appiccato fuoco a quattro cassonetti in vari punti di Genova. Vicino ad uno dei cassonetti, in Via del Campo nel centro storico di Genova, è stata ritrovata la


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scritta «Nadia libera fuori gli sbirri dai quartieri» con i simboli della stella cerchiata e della falce e martello;
gli inquirenti che stanno cercando di stabilire i motivi di queste azioni stanno vagliando, tra le ipotesi, la ripresa dei processi per il G8 e le condanne inflitte alle brigatiste Cinzia Banelli e Laura Proietti;
stanno, inoltre, prendendo in considerazione i collegamenti con l'attentato avvenuto nelle stesse ore presso la Caserma dell'Arma «Montebello» a Milano, anche tenendo conto della tecnica simile utilizzata: due esplosioni in successione: una prima per attirare fuori i carabinieri e una seconda che avrebbe potuto ferire o uccidere;
la rivendicazione degli attentati è stata fatta dalla Federazione Anarchica Informale con un volantino al quotidiano Il Secolo XIX, alla sede centrale dell'ANSA a Roma e al quotidiano Il Tirreno di Livorno;
il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza della provincia di Genova convocato in seduta straordinaria dal prefetto Romano ha deciso di prendere misure straordinarie per un controllo più significativo e funzionale degli obiettivi storicamente presi di mira, cioè i presidi delle Forze di Polizia e dei Carabinieri;
il Ministro dell'interno Pisanu, il 2 marzo, in una informativa sommaria in Commissione Affari Costituzionali della Camera ha sottolineato come la tecnica di far detonare in un breve lasso di tempo gli ordigni ha l'evidente intento di provocare vittime e fa dedurre la matrice anarco-insurrezionalista degli attentati -:
quali siano le ulteriori valutazioni del Ministro su questi gravi episodi;
quali misure si intendano assumere per elevare la sicurezza e la sorveglianza nei pressi dei presidi delle Forze dell'Ordine che, in particolare a Genova, sono state più volte obiettivi di attentati esplosivi.
(4-13309)

ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con decreto interministeriale del 22 dicembre 2000 parte dell'ex caserma Polonio di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) è stata individuata quale centro di permanenza temporanea ed assistenza ai sensi del testo unico 25 luglio 1998 n. 286;
con decreto del Ministero dell'interno del 6 marzo 2001 i lavori per la realizzazione del suddetto Centro sono stati secretati per cui, tra l'altro, la gestione dei relativi appalti è avvenuta ai sensi dell'articolo 33 della legge n. 109 del 1994 in deroga alle normali procedure definite per le opere pubbliche;
con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3287 del 23 maggio 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2003) il Governo ha definito nuove procedure per la realizzazione ed il completamento dei CPT e per l'istituzione dei centri di identificazione in cui tra l'altro è previsto che:
1. (Articolo 1 comma 2) «Il Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno (...) adotta tutte le iniziative necessarie alla realizzazione delle opere ed all'approvazione dei relativi progetti anche avvalendosi di strutture tecniche statali, nonché all'acquisizione delle aree necessarie e della disponibilità degli immobili occorrenti»;
2. (Articolo 1, comma 3) «Per lo svolgimento delle attività previste al comma 2, il capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione si avvale di una commissione tecnico-consultiva, istituita con proprio provvedimento ed integrata, di volta in volta, da un rappresentante della regione interessata, (...)»;
con Decreto in data 20 ottobre 2003 del Capo di Dipartimento per le Libertà Civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno è stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione del suddetto Centro;


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dalla fine del 2003 ad oggi, tutte le Autorità Locali coinvolte - Comuni dell'isontino, Provincia di Gorizia, Giunta Regionale - hanno ribadito a più riprese la loro contrarietà alla realizzazione di un Centro di Permanenza Temporanea a Gradisca d'Isonzo od in altre aree della regione Friuli Venezia Giulia;
dagli inizi del 2004 è cresciuta la mobilitazione di associazioni, movimenti e partiti sia dell'isontino che della Regione contro l'apertura del CPT di Gradisca d'Isonzo che tra l'altro ha permesso di riscontrare diversi aspetti poco chiari nell'attuazione degli interventi di realizzazione dello stesso presso la ex-caserma Polonio (presenza di amianto e/o materiali pericolosi per la salute e l'ambiente, mancato rispetto di elementari norme di sicurezza per gli addetti del cantiere, ...);
l'approvazione del progetto (ai sensi della su-citata OPCM) sostituisce ad ogni effetto pareri, autorizzazioni, visti e nulla-osta e costituisce variante eventuale agli strumenti urbanistici, procedura stabilita in nome di una dubbia proroga dello stato di emergenza sul territorio nazionale per proseguire le attività di contrasto all'eccezionale afflusso (non più riscontrabile nel Nordest da almeno due anni) di cittadini stranieri extracomunitari;
le procedure di secretazione dell'appalto (ai sensi dell'articolo 33 della cosiddetta legge Merloni) avvengono sulla base dell'automatica dichiarazione di urgenza ed indifferibilità dei lavori scattata con l'approvazione del progetto in questione (ai sensi dell'OPCM già citata) sempre in nome della necessità di accelerare la realizzazione di CPT per fronteggiare l'emergenza «invasione» di extracomunitari irregolari;
il CPT di Gradisca sarebbe l'unico dell'intero Nordest ed uno dei più grandi d'Italia;
sembrerebbero essere già stati spesi oltre 10 milioni di euro;
l'unica forma di controllo sulla correttezza delle procedure e sul merito dell'opera, così come previsto dal combinato disposto delle OPCM urgenti di protezione civile per il contrasto e la gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina e dall'articolo 33 della legge n. 109 del 1994, è esclusivamente affidata al controllo successivo della Corte dei Conti;
il referto sulla gestione delle opere secretate ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 109 del 1994 e successive modificazioni (1999-2002), alle pagine 37-38 cita espressamente di disporre soltanto di alcune scarne informazioni, fra cui copia del progetto esecutivo ritenuto idoneo dalla Commissione tecnico-consultiva prevista dall'OPCM n. 3287 del 2003;
non vi è partecipazione di un rappresentante della Regione FVG all'interno della commissione tecnico-consultiva di cui sopra responsabile dell'approvazione del progetto del CPT di Gradisca d'Isonzo -:
se corrisponda al vero quanto riferito in premessa, in relazione alla spesa di 10 milioni di euro già effettuata per la realizzazione del Cpt di Gradisca;
se corrisponda al vero la contrarietà rispetto al progetto espressa dagli enti locali coinvolti (Comune, Provincia, Regione);
se corrisponda al vero il non rispetto della normativa vigente in relazione alle procedure seguite ed all'iter intrapreso per la realizzazione dell'opera;
se non ritenga che ci siano tutti gli elementi per desistere dalla realizzazione di progetto del Cpt a Gradisca, evitando il persistere di un'iniziativa dai contorni di dubbia legittimità e costituzionalità.
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