Stato legittimo e conforme alle direttive comunitarie, o se, invece, sono un aiuto di Stato illegittimo, ed in contrasto alle direttive comunitarie.
Risposta. - Per effetto della disciplina normativa contenuta nella Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», il Ministero della salute non ha oggi alcun potere di tipo organizzativo e gestionale nei riguardi dei servizi sanitari regionali.
Risposta. - Allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dalla S.V. on.le, si è provveduto ad interessare la concessionaria RAI radiotelevisione italiana S.p.A. la quale, in merito alla lamentata assenza di segnale televisivo nella frazione Bafia del comune di Castroreale (Messina) nel comunicare che, nella suindicata località, il servizio televisivo è assicurato, in minima parte, dai ripetitori Rai Way di Capo Milazzo e Rodi Milici, ha precisato che detto servizio, fino a poco tempo fa, veniva integrato da un ripetitore privato dei programmi RAI, che è stato recentemente disattivato.
10857/03, con cui si puntualizza che l'impiego di animali a scopo didattico è da ritenersi pratica eccezionale e soggetta a norme ancora più restrittive rispetto alle altre attività di impiego di animali -:
Risposta. - Il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 116, di recepimento della direttiva 86/609/CEE, disciplina tutte le attività connesse all'utilizzazione degli animali vivi per finalità scientifico-sperimentali, allo scopo di tutelarne il benessere e di ridurre, nei minimi limiti possibili, ogni forma di sofferenza.
dove è possibile, con organi isolati ottenuti da animali macellati per uso alimentare.
forma di intervento tesa alla tutela del patrimonio bufalino -:
Risposta. - In merito alle operazioni di vaccinazione contro la brucellosi bufalina nel territorio della regione Campania, l'Assessore regionale alla sanità, per il tramite della Prefettura - Ufficio territoriale del governo di Napoli, ha comunicato che i presidi immunizzanti (vaccino Buck 19 e vaccino RB 51), sono stati regolarmente acquistati presso la ditta importatrice nel nostro Paese ed immagazzinati nell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che la Società Centostazioni ha assegnato ad un unico soggetto specializzato i servizi di gestione e manutenzione delle stazioni di propria competenza al fine di migliorarne gli standard qualitativi.
1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario mattutino); 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario pomeridiano); 1 passaggio radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale;
Risposta. - La realizzazione di un nuovo Centro di permanenza temporanea nell'isola di Lampedusa risponde alle finalità di dislocare in modo rapido e funzionale gli immigrati clandestini che periodicamente raggiungono l'isola, salvaguardando anche gli interessi turistici.
L'inizio dei lavori per la costruzione della nuova struttura, tuttavia, ha visto le vivaci proteste di gran parte della comunità locale, sfociate anche in pubbliche manifestazioni di dissenso e scioperi a carattere generale, a seguito dei quali i lavori sono stati sospesi.
Risposta. - La tecnica riabilitativa definita «Riabilitazione motoria intensa e continuativa» (R.I.C.) cui si fa riferimento nell'atto parlamentare in esame, praticata presso il «Centro Giusti» di Firenze, non risulta essere presente nella letteratura specialistica internazionale, altrimenti che con riferimento proprio al sito web del citato «Centro Giusti» (www.cetrogiusti.it/index.htm).
non emergono dati dimostranti la validità scientifica di tale metodo.
della normativa regionale sull'assistenza erogata in forma indiretta prevista per l'alta specialità.
Risposta. - I due Accordi bilaterali firmati a Roma il 5 novembre 2003 richiamati nell'interrogazione rientrano nel quadro dell'impegno politico preso dal Presidente del Consiglio in occasione del vertice G8 di Kananaskis nel 2002, allorché fu lanciata l'iniziativa della «Global Partnership» contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, per promuovere l'eliminazione degli arsenali ex sovietici. Tali
Accordi di cooperazione bilaterale con la Federazione Russa comportano un impegno finanziario di 360 milioni di euro ciascuno: il primo (della durata di 10 anni) riguarda lo smantellamento dei sommergibili nucleari radiati dalla marina militare russa e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito; il secondo (della durata di 5 anni) riguarda la distruzione degli stock di armi chimiche nella Federazione Russa, con particolare riferimento al sito di Pochep.
nuova figura responsabile per la loro attuazione. L'iniziativa volta ad istituirla era stata presa già nel 2003 dal Ministero delle attività produttive e, dai consueti contatti di ufficio tra i due dicasteri, risulterebbe che tale proposta, riformulata, potrebbe essere inserita nel «collegato alla finanziaria».
Risposta. - Con riferimento alle problematiche rappresentate dall'interrogante, si reputano necessarie alcune considerazioni preliminari.
militare, nonché, in un ampio disegno strategico, dall'alta valenza della base medesima, tenuto conto della sua posizione in relazione ai potenziali Teatri di crisi internazionale.
In tale quadro, si inseriscono gli accordi bilaterali che regolano la presenza delle forze statunitensi in Italia.
costituita dalla ditta «Consorzio Liguria» e «Eredi Andreani Adriano Spa» di Roma, e il Comando della 3 Regione aerea dell'Aeronautica militare un accordo relativo alla fornitura di divise per il personale militare da confezionare entro il marzo 2005;
Risposta. - La Direzione territoriale di Commissariato del Comando 3a Regione Aerea, in data 9 giugno 2004, ha stipulato con l'Associazione temporanea di imprese (ATI), costituita dal «Consorzio Liguria» ed «Eredi ANDREANI Adriano S.p.A.», un contratto della durata di un anno - con possibilità di eventuale proroga per ulteriori quattro mesi alla scadenza dello stesso - per assicurare il servizio di sartoria militare.
che le ditte associate contraenti stanno procedendo al confezionamento dei capi inseriti nel programma nei tempi contrattuali previsti.
Risposta. - Si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società, atteso che il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti solo quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Nel comune di Olevano, l'azienda è presente con gli uffici postali di Olevano sul Tusciano e Salitto, quest'ultimo ubicato nella frazione omonima.
Risposta. - In merito alla vicenda segnalata nell'atto parlamentare in esame, la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Roma ha comunicato che, ai sensi dell'articolo 2 della legge 29 dicembre 2000, n. 401, «Norme sull'organizzazione e sul personale del settore sanitario», con delibera del Direttore generale della Azienda USL RM/C n. 1930 del 28 dicembre 2001, rettificata con delibera n. 397 del 10 maggio 2002, è stato indetto il concorso riservato per la copertura di n. 12 posti di Dirigente amministrativo.
della eventuale immissione in ruolo, così come previsto dalla delibera n. 700 del 2002.
L'articolo 2, comma 4, della legge n. 401 del 2000, fatta salva l'anzianità di nove anni di effettivo servizio nella ex carriera direttiva o qualifica corrispondente, individua due categorie di concorrenti; a) in possesso di diploma di laurea; b) coloro che sono stati assunti in qualifiche corrispondenti.
La Regione Lazio ha consentito, con la legge regionale 22 maggio 1997, n. 11, che in sede di prima applicazione della legge regionale 1o luglio 1996, n. 25 e comunque entro e non oltre tre anni dalla data di entrata in vigore della stessa, il 50 per cento dei posti vacanti nella qualifica dirigenziale, potesse essere coperto mediante corso-concorso riservato al personale di ruolo, in possesso, alla data di entrata in vigore della legge, del diploma di laurea o del diploma di istruzione secondaria di secondo grado, oltre che di una anzianità specifica indicata nell'articolo 65.
(IFO) di Roma, tramite la procedura della mobilità, di un dirigente amministrativo, già dipendente della Azienda USL RM/C, il Commissario Straordinario ha comunicato che il signor Antonio Picone ha assunto servizio per mobilità volontaria, a copertura di un posto dirigenziale vacante, a partire dal 1o febbraio 2004, ed è stato preposto alla direzione della struttura complessa relativa alla gestione del personale degli IFO.
una vocazione turistica consolidata e un ateneo prestigioso quale quello di Urbino e delle sue sedi distaccate -:
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, concernente il paventato taglio dei servizi attualmente erogati dall'Area commerciale adriatica della Divisione passeggeri (biglietteria ed assistenza disabili) ricadenti nella competenza territoriale della provincia di Pesaro-Urbino, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha escluso ogni ipotesi di ridimensionamento.
traghettano i treni - hanno un'età media di 27,8 anni, con tre navi già da qualche tempo oltre i trent'anni) che non si riscontra in nessun altro paese «civile». La Iginia (35 anni), la Sibari (34) e la Rosalia (32), in altri paesi europei sarebbero già a riposo da molto tempo;
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, si fa presente che Rete ferroviaria italiana s.p.a. svolge la seguente attività di collegamento ferroviario via mare e di trasporto marittimo passeggeri e gommato tra il Continente e rispettivamente la Sardegna e la Sicilia:
Il collegamento ferroviario via mare fra la Penisola e la Sicilia e la Sardegna è assicurato da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. sulla base della concessione rilasciata con decreto dall'ex Ministero dei trasporti e della navigazione in data 31 ottobre 2000.
Sulla prima relazione vengono utilizzate 5 navi tradizionali e 5 unità bidirezionali costruite in anni diversi dalla nave traghetto Iginia entrata in servizio nel 1969 alla nave bidirezionale Enotria entrata in linea nel febbraio 2003. Sulla seconda relazione operano 3 unità veloci tutte di recente costruzione (1999).
Per quanto riguarda i programmi si fa presente che Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. nel rispetto dell'Atto di concessione, continuerà ad assicurare il collegamento ferroviario via mare tra la penisola e la Sicilia.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che nel precedente orario 14 dicembre 2003-14 dicembre 2004 la soppressione dell'ES* 9412/9419 Pescara-Milano e viceversa si è resa necessaria in quanto nei bacini interessati tale collegamento risultava ridondante rispetto alla domanda con presenza sulla stessa relazione della coppia di intercity 564/573 D'Annunzio e 562 Dorico relativamente sulla relazione Ancona-Milano in prossimità della fascia oraria dell'ES* soppresso.
L'offerta ferroviaria vigente già dal precedente orario da/per Pescara verso Milano è costituita da:
Dal 14 dicembre 2003 è stato istituito il treno IC 718/721 Bari-Pescara e viceversa denominato Tremiti con orari compatibili con l'IC 720/719 Pescara-Bolzano e viceversa il cui servizio è stato reso giornaliero a partire dall'orario in corso (precedentemente circolava sabato e domenica in direzione sud; venerdì sabato e domenica in direzione nord).
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, sulla base dei dati forniti dal Comune di Roma, per il tramite della competente Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che la materia dell'accesso alle infrastrutture di telecomunicazioni, nonché i problemi che possono insorgere fra i gestori del servizio di telecomunicazioni e gli utenti privati rientrano nelle competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi di quanto stabilito dalla legge n. 249 del 1997.
derivanti dall'addebito del traffico telefonico.
Risposta. - Si ritiene opportuno premettere che in Italia i servizi ADSL al dettaglio, (ovvero quelli rivolti all'utente finale) non sono soggetti ad una regolamentazione ex ante; ne consegue che tutti gli operatori determinano le condizioni economiche di tali servizi tenendo conto delle proprie strategie commerciali ed industriali.
shared access (che è un caso particolare di full unbundling) l'operatore concorrente e Telecom condividono lo stesso doppino che viene utilizzato, dal primo, solo per la fornitura del servizio ADSL (o comunque a larga banda) e, da Telecom, per fornire i servizi della telefonia vocale.
di Ylenia sono progressivamente peggiorate, tanto da indurre gli stessi sanitari a ritenere che potesse essere in atto una emorragia interna;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si risponde sulla base degli elementi forniti dalla Direzione regionale programmazione sanitaria e tutela della salute, tramite la Prefettura - Ufficio territoriale di Governo di Roma.
in data 6 novembre 2003, il Direttore generale dell'Azienda a far conoscere le risultanze dei lavori della Commissione stessa.
nulla può fare per evitare il progredire dell'andrenolecodistrofia -:
Risposta. - La problematica di tipo previdenziale sollevata nell'atto parlamentare in esame non rientra nell'ambito delle competenze del Ministero della salute.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame e da elementi pervenuti tramite la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Salerno, si comunica che il sistema informatico dell'ASL Salerno 2, relativo alla gestione dell'anagrafica degli assistiti, prevede la codifica ISTAT dei Comuni italiani e degli Stati Esteri.
garanzia dei cittadini italiani che rischiano di vedersi sottratti illegalmente dei beni posseduti nella Repubblica di Croazia che, peraltro, aspira ad entrare nell'Unione europea.
Risposta. - L'istanza della signora Maria Sain va inserita nel più generale quadro della questione dei beni degli esuli italiani d'Istria, Quarnero e Dalmazia e dei rapporti dell'Italia con Slovenia e Croazia. La rinnovata attenzione dell'Italia per la ricerca di una soluzione equa alla suddetta questione ha permesso l'apertura, per la prima volta, di un tavolo negoziale specifico con la Croazia, avviato nell'ottobre 2002, sulla base di quanto concordato tra il Presidente del Consiglio (allora anche Ministro degli esteri ad interim) Silvio Berlusconi ed il Ministro degli esteri croato Tonino Sicula, durante un incontro a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 12 settembre 2002. Il negoziato, di cui non sfugge la particolare complessità, è volto all'approfondimento delle legittime aspettative di quanti hanno lasciato i territori dell'ex-Jugoslavia a causa degli eventi bellici, alla luce delle predette disposizioni della legge croata sulla denazionalizzazione e delle risultanze dei lavori della Commissione di esperti giuridici istituita dal Governo italiano nel dicembre 2001.
Risposta. - Con riferimento alla questione posta dall'interrogante, va precisato che la Commissione nazionale per la lotta contro l'AIDS e le malattie emergenti e riemergenti con il contributo della Consulta per il volontariato per i problemi dell'AIDS, ha elaborato, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, il documento «Aggiornamento sulle conoscenze in tema di terapia antiretrovirale».
Il documento, approvato nella seduta del 18 dicembre 2003, ha individuato, quali strumenti di lotta all'infezione, i seguenti argomenti:
Per quanto attiene all'atto parlamentare in esame, rileva il capitolo concernente gli strumenti per il monitoraggio dell'infezione da HIV, nel quale viene trattata, in maniera sistematica, la resistenza ai farmaci antiretrovirali e i tests diagnostici, e quello delle strategie alternative, che definisce le opzioni terapeutiche praticabili nei casi di multiresistenza farmacologica. Il documento, che ha avuto ampia diffusione, è consultabile nel sito internet del Ministero della salute.
come prioritarie avranno come destinatari: il mondo giovanile, il mondo del lavoro e della scuola, i militari, i detenuti, i tossicodipendenti e i loro partners, i pazienti con infezioni a trasmissione sessuale, le persone dedite alla prostituzione, gli omosessuali, i migranti e le minoranze etniche, i viaggiatori internazionali e i soggetti affetti da infezione da HIV.
perdurasse tale inammissibile consuetudine.
Risposta. - Al riguardo non può che confermarsi quanto già comunicato nella risposta alla analoga interrogazione Messa e Maggi n. 4-10049, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 592 del 24 febbraio 2005, di cui si riporta di seguito il testo.
l'articolo 3 del R.D. 27 ottobre 1953, n. 1067; sulla professione di ragioniere e perito commerciale, l'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1066; sulla professione di geologo, l'articolo 2 della legge 3 febbraio 1963, n. 112);
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si fa presente che la competente Direzione generale del Ministero della salute ha trasmesso al Consiglio di Stato, sin dal dicembre 2003, una richiesta di parere in merito all'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo professionale per i sanitari dipendenti da pubbliche amministrazioni.
del Governo ha comunicato che «il Presidente del Collegio Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d'Infanzia (I.PA.S.V.I.) della provincia di Cagliari, interessato in merito, ha evidenziato che nel suddetto parere si giunge, senza alcun dubbio, alla conclusione che l'obbligatorietà dell'iscrizione all'Albo riguarda soltanto i liberi professionisti, con l'esclusione dei sanitari con rapporto di lavoro dipendente, salvo che gli interessati siano anche autorizzati a svolgere la libera professione.
della chiusura dei medesimi piccoli uffici o una loro ingiusta ridotta funzionalità a danno dei cittadini-utenti; ed è, altresì, necessario addivenire ad una più equa ridistribuzione e maggiore funzionalità dei piccoli uffici cosiddetti «sportelli avanzati» o in service (si citano, solo ad esempio, le situazioni delle frazioni del comune di Centola-Palinuro ed, ancora, quelle dei comuni di Ascea-fraz. Catona e di Camerota) ed il completamento delle ristrutturazioni, peraltro numericamente minime, programmate a suo tempo per nove piccoli uffici, ma ad oggi realizzate solo in parte;
Risposta. - Si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
degli orari di apertura al pubblico e/o chiusure limitate a brevi periodi.
ipotesi di fare uso di materiali radioattivi nelle acciaierie italiane.
Risposta. - L'Accordo di cooperazione bilaterale con la Federazione Russa nel campo dello smantellamento dei sommergibili nucleari radiati dalla marina militare russa e della gestione sicura dei rifiuti radioattivi si inquadra nel più vasto impegno politico che il nostro Paese ha assunto nel 2002 in occasione del vertice G8 di Kananaskis (Canada), allorché fu lanciata l'iniziativa di Global Partnership contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa e per promuovere l'eliminazione degli arsenali ex sovietici. In tale ambito, in effetti, è stato firmato anche un altro Accordo di cooperazione bilaterale con la Federazione Russa, per un analogo impegno finanziario di 360 milioni di Euro, riguardante la distruzione degli stock di armi chimiche del deposito di Pochep.
Risposta. - La Regione Balcanica, inclusi i territori della Bosnia-Herzegovina e del Kosovo, presenta, in alcune aree, condizioni ambientali deteriorate da un'anomala presenza di contaminanti inorganici, riconducibili a due motivi.
programma per il controllo dei prodotti alimentari importati dai citati territori, rivolto ad accertare la presenza di eventuali contaminanti chimico-fisici.
che pur avendo una modesta tossicità, possono contribuire ad una più globale valutazione del rischio, qualora i risultati del monitoraggio ponessero in evidenza livelli di uranio e di arsenico superiori alle soglie raccomandate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Risposta. - Si fa anzitutto presente che il contributo di euro 75 di cui è cenno nell'atto parlamentare in esame è quello previsto dall'articolo 2 del decreto interministeriale 14 marzo 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 83 del 9 aprile 2003) che definisce le procedure per l'assegnazione dei contributi per apparati per la trasmissione e/o ricezione a larga banda dei dati via internet.
solo agli operatori che, allo scadere dei 120 giorni, hanno attivato ed hanno attivo il servizio.
Risposta. - Per quanto concerne il numero dei reperti archeologici provenienti da scavi clandestini, suddivisi per regione, la Sezione elaborazione dati del predetto Comando ha fornito la seguente statistica:
Campania: 1999: 19; 2000: 4.505; 2001: 154; 2002: 21.672; 2003: 768; 2004 (al 31 ottobre 2004): 583; totale: 27.701.
In merito all'eventuale previsione di riconoscimenti per chi recupera reperti, il Comando dei Carabinieri TPA segnala che, sono stati concessi sia apprezzamenti e riconoscimenti della linea gerarchica - così come previsto dalle specifiche disposizioni del Titolo VII del Regolamento di Disciplina Militare e dalle norme regolamentari interne all'Arma dei Carabinieri - che medaglie di merito per benemerenza della scuola della cultura e dell'arte.
Risposta. - In via preliminare, è opportuno sottolineare che la situazione alloggiativa nell'ambito delle Forze armate non è pienamente rispondente alle effettive esigenze e risente, tra l'altro, del profondo processo di riorganizzazione che sta interessando, negli ultimi anni, l'intero strumento militare.
- che riduce l'attuale rapporto alloggi/potenziali utenti - sia dal processo di cartolarizzazione, in atto, di parte del patrimonio abitativo della Difesa.
Risposta. - In riferimento ai quesiti posti nell'atto parlamentare in esame, si risponde sulla base degli elementi pervenuti dal Ministero della Giustizia.
che prevede la conservazione dell'iscrizione del detenuto al Servizio sanitario nazionale, aveva invitato i Provveditori regionali, con il documento di programmazione del 6 febbraio 2003, a concordare con le Regioni la fornitura gratuita dei farmaci per i detenuti.
«l'orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia» a cui hanno aderito, oltre alla regione, diversi enti locali;
Risposta. - In riferimento al quesito posto dall'interrogante, concernente l'associazione «L'orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia», si rappresenta quanto segue.
allo Stato - aggiunto alle somme eventualmente occorrenti per il finanziamento del progetto di trasformazione dell'orchestra in «orchestra stabile», comporterebbe l'assunzione di un onere non sostenibile rispetto alle attuali disponibilità finanziarie ministeriali.
che «quelle registrate nel mercato comunitario sono circa 100 mila»;
Risposta. - La problematica segnalata nell'interrogazione in esame ha costituito l'oggetto del Rapporto sulla presenza di sostanze pericolose in prodotti di consumo, redatto dall'Olanda nel settembre 2003.
Le diverse proposte di strategie per la riduzione dei rischi previsti per gli esteri ftalici sono attualmente in fase di valutazione
presso il Gruppo tecnico, istituito a livello comunitario «Risk Reduction Strategy Group of the Member States for the Implementation of Council Regulation (EEC) 793/93 on the Evaluation and Control of Risks of Existing Substances».
l'opera di carità don Uva ha dichiarato lo stato di crisi economico-finanziaria con la conseguente necessità di procedere a licenziamenti;
il legale rappresentante dell'Opera di Carità don Uva di Bisceglie ha sottoscritto che l'Ente dal 1997 è inquadrato, ai fini previdenziali, nel settore dei Servizi e quindi non sono previsti gli ammortizzatori sociali della cassa integrazione guadagni e della mobilità (Piano d'Impresa 2003 - p. 15);
nel precedente Piano d'Impresa, si afferma in maniera più esplicita che non è configurabile un intervento C.I.G.S. non rientrando allo stato, la Congregazione nel campo di tale ammortizzatore sociale (Comunicazione della Superiora Gen. al Ministero del lavoro, p. 4/5);
l'istituto di Carità non ha documentato la ragione per la quale ha rinunciato in favore della regione Puglia a circa 120 miliardi delle vecchie lire (...rinuncia ad ogni pretesa da parte della C.D.P. fino al 31 dicembre 1999, con liberatoria,... quantificato in vecchie lire 118.882.816.656);
dal Piano d'Impresa 2003-2006 a p. 11, le spese inerenti il personale di Bisceglie e di Foggia ammontano ad un totale di 118.701.750.114 inerente a retribuzioni lorde, oneri contributivi netti, quota trattamento fine rapporto ed altre spese personale;
sembrerebbe che per circa 50 lavoratori sarebbero in atto attribuzioni patrimoniali ad personam, extracontrattuali il cui calcolo non è ancorato ad alcun metodo qui enunciabile, stante la personalità dell'attribuzione stessa;
la congregazione, richiede ancora finanziamenti dalle casse dello Stato, dopo aver incassato miliardi dalla regione Puglia, e dalla regione Basilicata;
gli ex folli e gli operatori sanitari beneficiari dell'articolo 64 della legge 833/78 (riforma sanitaria), sono stati, secondo l'interrogante, trattenuti dalle istituzioni pubbliche, in violazione della legge;
secondo l'interrogante sarebbe opportuna la nomina di un Commissario ad acta in quanto l'ente ecclesiastico è interdetto dall'assistenza in favore degli ex folli;
attualmente l'assenza del Commissario ad acta implica cessione di sovranità da parte delle istituzioni pubbliche, che pagano la convenzione in favore delle Ancelle della Casa Divina Provvidenza;
sarebbe, inoltre, opportuno il trasferimento presso strutture pubbliche per lungodegenti, così come previsto o avrebbe dovuto prevedere il Piano Sanitario Regionale e l'apertura della R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistita) di Troia, ultimata nel 1998, costata alla regione Puglia circa 10 miliardi di vecchie lire, e non ancora utilizzata per pastoie burocratiche -:
se gli aiuti di Stato richiesti dalla Casa Divina Previdenza sono un aiuto di
(4-09819)
Si risponde, pertanto, sulla base degli elementi forniti dall'Assessorato alla Sanità della regione Puglia.
La rinuncia ad ogni pretesa creditoria da parte della Casa della Divina Provvidenza fino al 31 dicembre 1999 discende da un accordo transattivo sottoscritto con la regione menzionata.
La somma di euro 61.397.850,84 (pari a lire 118.882.816.656, come segnalato dall'interrogante) non corrisponde alla quantificazione della pretesa in questione, bensì alla determinazione del tetto minimo di remunerazione riferito all'anno 2002.
Dalla regolarizzazione contabile della transazione, è stata riconosciuta alla Casa della Divina Provvidenza, per gli anni 2000 e 2001, la somma di euro 17.024.426,00 (pari a lire 32.963.885.344) che, secondo il protocollo d'intesa sottoscritto il 25 giugno e il 22 luglio 2002, è stata erogata dalla regione Puglia, con determinazione dirigenziale del Settore Sanità n. 569 del 6 dicembre 2002, a favore dell'INPS, ed in nome e per conto della congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza.
Tutti i malati psichiatrici sono stati, a suo tempo, dimessi, ad eccezione di poche decine che, per propria espressa volontà o su istanza dei tutori, hanno chiesto di rimanere nell'Istituto.
Con le leggi regionali nn. 34 del 1990 e 27 del 1994, in recepimento dell'articolo 64 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, il personale dell'Ospedale è stato trasferito avvalendosi di graduatorie pubbliche, ed inquadrato nei ruoli delle Aziende sanitarie locali.
La regione Puglia ha comunicato, inoltre, di non ravvisare l'opportunità di ulteriori trasferimenti di personale presso altre strutture pubbliche, in quanto è in fase di avanzata realizzazione un piano di riconversione della struttura già menzionata.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
gli abitanti della frazione Bafia, comune di Castroreale, da anni lamentano che a tutt'oggi nonostante le numerose proteste, non sono posti nelle condizioni di poter ricevere alcun segnale televisivo, come peraltro attestato anche da sopralluoghi specifici;
gli stessi cittadini di Bafia, pur pagando regolarmente il canone di abbonamento che discende dalla mera detenzione di apparecchi televisivi, sono tuttavia impediti di accedere al conseguente servizio, ovvero è negata a detta comunità locale la visione di tutti i canali tv ed in particolare di quelli diffusi dalla Rai;
è pertanto necessario ed urgente che siano adottati i provvedimenti necessari ed opportuni al fine di consentire l'accesso ai servizi televisivi alla cittadinanza che non può essere esclusa dal godimento di diritti costituzionalmente garantiti;
risulta all'interrogante che i suddetti cittadini avrebbero dato incarico ad uno studio legale di intraprendere azione contro RAIWAY spa, proprietaria degli impianti;
motivi di equità e di giustizia sociale impongono che il problema venga risolto al più presto -:
quali urgenti iniziative intenda assumere perché sia assicurato ai cittadini di Bafia, frazione del comune di Castroreale, il diritto di ricezione delle trasmissioni televisive ed in particolare di quelle messe in onda dalla RAI.
(4-10028)
La società RAI ha, poi, reso noto che dai sopralluoghi tecnici operati sul posto è emerso che il disservizio in questione potrebbe essere risolto mediante la modifica del sistema radiante dell'impianto Rai Way di Rodi Milici, previa autorizzazione ministeriale ai sensi della legge 249/97.
A completamento d'informazione la concessionaria ha, infine, fatto presente di aver provveduto, in data 24 settembre 2004, ad inoltrare a questo Ministero la citata richiesta di autorizzazione.
Si fa, infine, presente che si è provveduto ad invitare la società RAI a voler ripresentare la suddetta richiesta di autorizzazione, corredata dai progetti tecnici completi, così come previsto dal vigente contratto di servizio.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il numero di animali impiegati in Italia a fini sperimentali, considerando come riferimento l'anno 2000, sono poco meno di un milione (Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2001), e quelli impiegati alla voce «Istruzione e formazione» risultano essere 2.835, ovvero lo 0,3 per cento del totale;
presso il Policlinico A. Gemelli di Roma sono in programma esercitazioni laparoscopiche su maiali per il triennio 2003-2005 e per le quali verranno impiegati 250 maiali;
l'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 116 del 1992 prevede che si possa ricorrere ad animali solo nel caso in cui non esista «un altro metodo scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile, che non implichi l'impiego di animali»;
esistono centinaia di metodi alternativi, ampiamente documentati dal punto di vista di efficacia didattica, nonché di impatto economico (ad esempio Dissection vs. Alternatives: a Cost omparison. Human society of the United States (HSUS) (2002)» www.hsus.org/ace/15305), risultando questi migliori rispetto agli animali nella maggior parte dei casi studiati ed in minima parte equivalenti agli animali stessi, mai inferiori;
è opinione di molti medici, compresi specialisti del settore, che l'impiego di animali a questo scopo sia, oltre che inaccettabile dal punto di vista etico, anche fortemente discutibile sotto l'aspetto scientifico, in termini quindi di sicurezza e tutela del paziente;
già attualmente la pratica di esercizio didattico per la chirurgia è condotta direttamente sul paziente con la supervisione di un medico esperto e che quindi l'impiego di animali a tale scopo è residuale, quindi non incisivo sulla preparazione dei chirurghi;
insieme al modello animale è previsto l'impiego di un simulatore virtuale, il quale riproduce virtualmente l'ambiente peritoneale umano e il cui potenziale è ampiamente documentato;
al termine dell'esercitazione, il maiale viene soppresso, nonostante esso venga sottoposto ad una pratica chirurgica mini invasiva quale è la laparoscopia;
la Corte Suprema di Cassazione, in data 19 marzo 2003, ha emesso la sentenza
quale sia:
la ragione per cui sia stato autorizzato al Policlinico A. Gemelli di Roma l'uso previsto a scopi didattici di 250 maiali;
la ragione per cui, nonostante l'esistenza e l'impiego del simulatore virtuale, venga comunque impiegato l'animale, venendo meno a quanto previsto nell'articolo 4 del decreto legislativo n. 116 del 1992;
la ragione per cui si sia ritenuto di autorizzare l'esercitazione nonostante la maggior parte dei chirurghi non ricorra all'esercizio su animali per l'acquisizione della tecnica;
la ragione per cui l'animale venga soppresso al termine dell'esercitazione nonostante venga sottoposto ad una procedura per definizione mini invasiva;
quali siano le misure che si intendono applicare per promuovere l'impiego di metodi che non ricorrano ad animali.
(4-09379)
Il nostro Paese, nel corso della fase di recepimento della direttiva citata, si è avvalso della facoltà di adottare norme più rigorose, come previsto nell'articolo 24 della stessa direttiva.
Il Ministero della salute, con circolare del 14 maggio 2001, n. 6, ha ribadito il principio per cui l'uso degli animali nella sperimentazione dev'essere limitato ai soli casi in cui non sia possibile ricorrere ad altri metodi, scientificamente validi, che non comportano l'impiego di animali.
Il Ministero della salute, pertanto, autorizza gli esperimenti a scopo didattico ove non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi.
Nell'ambito delle attività formative eseguite presso lo Stabilimento di utilizzazione animali da laboratorio dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sono stati autorizzati dal Ministero della salute n. 9 progetti sperimentali per fini formativi: il numero degli animali preventivati per ciascun protocollo viene autorizzato dal Ministero, sentito il parere tecnico-scientifico dell'Istituto superiore di sanità (ISS).
Il Direttore della Facoltà di medicina e chirurgia del Policlinico universitario «A. Gemelli» di Roma, ha sottolineato che «non tutte le tecniche utilizzate per le metodiche chirurgiche possono essere ugualmente riproducibili su di un tessuto non vivente di un simulatore virtuale, in quanto non sono ancora disponibili manichini con caratteristiche tali da simulare tessuti ed organi idonei per effettuare procedure chirurgiche che abbiano le stesse garanzie di trasferibilità nella pratica clinica».
In merito ai motivi della soppressione degli animali al termine della procedura, è stato precisato che «tutte le metodiche chirurgiche vengono effettuate in totale analgesia poiché l'animale viene preventivamente posto in anestesia generale con un monitoraggio costante da parte del medico veterinario di tutti i parametri fisiologici dell'animale e della buona esecuzione di tutte le procedure.
L'eutanasia viene effettuata dal medico veterinario con metodi umanitari qualora il risveglio dell'animale comporterebbe per lo stesso forti dolori, sofferenze ed angoscia (decreto legislativo 116 del 1992, articolo 6, comma 4).
Lo smaltimento delle carcasse avviene nell'inceneritore della ditta «Chimet S.p.A. C.T.O.LASI» di Civitella in Val Chiana (Arezzo); il trasporto è a cura della società «Romana Maceri RO.MA. S.r.l.» di Roma.
Il Direttore segnala, inoltre, che viene «attuato il massimo sforzo richiesto per limitare l'utilizzo di animali viventi sostituendoli,
Non appena la tecnologia renderà disponibili metodiche alternative che abbiano la stessa validità scientifica e offrano le medesime garanzie di trasferibilità nell'umano sarà cura dell'Ente promuovere l'utilizzazione di queste metodiche alternative.
Tutti gli eventi formativi non sono organizzati a scopo di lucro, ma con le quote di partecipazione dei discenti si coprono i costi di realizzazione dell'attività formativa.
Gli abusi e la crudeltà verso gli animali non trovano luogo nel nostro ambito, in quanto il personale coinvolto nella gestione "animal care" è consapevole del valore della vita degli animali stessi e degli obblighi etici che da questa esistenza derivano».
La Prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Roma ha comunicato che la competente ASL RM/E ha effettuato specifiche indagini, a cura del Coordinatore del Servizio veterinario igiene degli alimenti, presso il citato stabulario.
L'azienda sanitaria ha riferito che la soppressione degli animali, al termine dell'esercitazione a scopi didattici, risulta indispensabile, a causa delle tecniche laparoscopiche autorizzate, le quali comportano il deterioramento di organi e tessuti.
Dal 2004, inoltre, per garantire l'eticità delle scelte scientifiche, le richieste di autorizzazione, in deroga all'articolo 8 del decreto legislativo n. 116 del 1992, vengono esaminate dal Comitato etico dell'Ente prima di essere inviate all'Istituto superiore di sanità.
Tali protocolli sperimentali sono utilizzati esclusivamente nel caso in cui non sia possibile il ricorso a tecniche di simulazione virtuale.
Al riguardo, è stato precisato che sono già in uso 5 colonne attrezzate per videoendoscopia, corredate di sistemi di aspirazione, elettrobisturi, argon-plasma coagulatore, gastroscopio, coloscopio e dueodenoscopio e quattro Modelli di Erlangen (EASIE), dove vengono regolarmente utilizzati organi isolati per le esercitazioni possibili con tale tecnica diagnostica. È presente anche un Simulatore all'EETC che consente di eseguire le seguenti procedure endoscopiche:
1) gastroscopie diagnostiche ed operative (polipecromie, emostasi, eccetera);
2) colonscopie diagnostiche ed operative (polipectomie, emostasi eccetera);
3) colangio pancreatografia retrograda endoscopica (endoscopia operativa delle vie biliari e del pancreas, sfinterotomia endoscopica, rimozione calcoli, posizionamento protesi).
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
l'articolo 1 comma 2 della legge 27 dicembre 2002, n. 292, recante interventi urgenti per la tutela della bufala mediterranea italiana, prevede la possibilità per le regioni di predisporre piani straordinari di intervento per il risanamento degli animali dalle malattie infettive ed infestive attraverso l'utilizzo del vaccino come metodo profilattico;
la Regione Campania, nel cui territorio esiste la razza bufalina mediterranea, con le delibere di Giunta Regionale n. 1788 e 1789 del 16 maggio 2003, ha approvato il piano straordinario per il contenimento e l'eradicazione della brucellosi bufalina prevedendo la vaccinazione dei capi sieropositivi;
risulta all'interrogante che la Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti del Ministero della Salute ha attivato la richiesta di fornitura agli istituti produttori ed ha comunicato alla Regione Campania la disponibilità delle aziende a fornire il vaccino;
risulta, altresì, all'interrogante che la Regione Campania non ha a tutt'oggi richiesto il vaccino vanificando, così, ogni
quali iniziative si intendono assumere al fine di salvaguardare e tutelare il patrimonio bufalino affinché la Regione Campania richieda al più presto il vaccino.
(4-10011)
Gli Uffici dell'Assessorato, sulla base dei parametri stabiliti dal Piano straordinario regionale, hanno definito, su indicazione delle Aziende sanitarie locali competenti per territorio, l'elenco delle Aziende zootecniche dove effettuare l'intervento profilattico.
Secondo la procedura predisposta dall'Unità di crisi, istituita dal Piano menzionato, sono state fornite, a tutti gli allevatori individuati, una scheda informativa e una scheda di adesione alla vaccinazione, da restituire ai Servizi veterinari di appartenenza.
Gli stessi Servizi hanno ricevuto un dettagliato protocollo operativo, contenente le istruzioni pratiche per la corretta ed uniforme attuazione delle vaccinazioni.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
la stazione ferroviaria di Savona versa in condizioni logistiche ed igieniche veramente precarie, specie nelle ore della sera e della notte, con particolare riferimento alle sale d'attesa, ai servizi igienici, ma anche a diversi «uffici» di operatori, soprattutto ai locali dove operano ovvero stazionano gli operatori stessi -:
se il Ministro sia informato di tali precarie condizioni logistiche ed igieniche in cui versa la stazione ferroviaria di Savona;
se il Ministro ritenga opportuno attivarsi affinché le Ferrovie procedano ad un'ispezione presso la stazione di Savona.
(4-11109)
Il nuovo corso della gestione attivo dai mesi di giugno e luglio 2004 può aver generato dei problemi transitori in ordine alla qualità del servizio reso.
La Società Centostazioni dal canto suo, preso atto delle inefficienze fisiologiche riscontrabili nelle realtà soggette a passaggi di consegne, ha immediatamente posto in essere tutte le azioni necessarie a ripristinare livelli di servizi consoni ai complessi immobiliari in questione.
Nello specifico si segnala che la stazione di Savona gode di un costante presidio quotidiano e si precisa che l'atrio e la sala d'attesa sono chiuse al pubblico dalle ore 24.00 alle ore 5.00 del mattino.
A dimostrazione degli sforzi compiuti per la riqualificazione della stazione di Savona per renderla uno spazio dedicato alla città, ai viaggiatori, agli incontri ed alla comunicazione si informa che la Società Centostazioni ha destinato un investimento di circa 2 milioni di euro per un adeguato progetto di restyling che sarà realizzato in 12 mesi circa dal febbraio 2005 al febbraio 2006.
Per quanto riguarda le condizioni della stazione in argomento, Ferrovie dello Stato ha fornito un elenco dettagliato degli spazi che ospitano attualmente uffici di servizio unitamente agli interventi di pulizia realizzati quotidianamente dalla ditta Cofathec vincitrice della gara d'appalto in Global Service per la gestione delle pulizie nella stazione medesima:
Uffici Polfer (con relativi spogliatoi bagni e docce di servizio) piano terra e ferro:
Ambulatorio Rete ferroviaria italiana s.p.a. piano ferro (con relativo servizio igienico): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario mattutino); 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario pomeridiano); 1 passaggio pulizia radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale;
Uffici rete ferroviaria Italiana s.p.a piano ferro lato Genova (uffici dirigente movimento reparto territoriale movimento e relativi magazzini disimpegni e servizi igienici): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario mattutino), 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario pomeridiano), 1 passaggio pulizia radicale mensile +1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale;
Uffici rete ferroviaria Italiana s.p.a. piano ferro lato Ventimiglia (uffici verificatori e manovratori con relativi spogliatoi scale e servizi igienici): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario mattutino), 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario pomeridiano) 1 passaggio pulizia radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale.
Spogliatoi Rete ferroviaria italiana s.p.a. maschili e femminili pianoterra lato Ventimiglia (con relativi servizi igienici): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario mattutino), 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario pomeridiano), 1 passaggio pulizia radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale;
Biglietteria Trenitalia s.p.a. e relativi uffici piano terra fabbricato viaggiatori principale (con spogliatoi disimpegni e servizi igienici): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario pomeridiano), 1 passaggio pulizia standard (tutti i giorni in orario pomeridiano), 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario mattutino), 1 passaggio pulizia radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale;
Uffici Rete ferroviaria italiana s.p.a. primo piano (con relativi disimpegni e servizi igienici): 1 passaggio pulizia base standard (tutti i giorni in orario pomeridiano), 1 passaggio pulizia standard di mantenimento (in orario mattutino), 1 passaggio pulizia radicale mensile + 1 semestrale. Totale 2 passaggi giornalieri, 1 mensile, 1 semestrale.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
dai mezzi di comunicazione si è appreso che, per fronteggiare l'emergenza degli sbarchi clandestini sull'isola di Lampedusa, la Protezione civile avrebbe scelto un'area in località «Vallone Imbriacole» ove realizzare - con procedure di somma urgenza - un nuovo Centro di permanenza temporanea per clandestini extracomunità di 400 postai;
la suddetta località ricade in area sottoposta ad un articolato regime vincolistico. Infatti, il territorio dell'isola di Lampedusa è sottoposto a vincolo idrogeologico ai sensi del regio decreto legge 3297/1923, a vincolo paesaggistico ai sensi della legge n. 1497 del 1939, e ricade quasi interamente nel perimetro del sito di interesse comunitario «Isola di lampedusa e Lampione», codice ITA040002;
con decreto del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del 22 ottobre 2002, è stata istituita l'Area Marina Protetta «isole Pelagie» e l'isola ospita anche una Riserva Naturale istituita dalla regione Sicilia nel 1995;
in particolare, i cosiddetti «Valloni», letti fossili dell'antico reticolo idrografico oggi non più attivo, costituiscono importantissime emergenze geomorfologiche e paesaggistiche dell'isola di Lampedusa e al loro interno si conservano le più significative espressioni della vegetazione e della fauna dell'isola;
nel tratto del «Vallone Imbriacole» ove sarebbe stato localizzato il nuovo CPT, sono tuttora attivi alcuni coltivi, che in un'isola completamente desertificata, dovrebbero costituire preziose testimonianze dell'antico paesaggio agrario completamente scomparso nel resto dell'isola;
per realizzazione del nuovo CPT dovrebbero compiersi imponenti opere di sbancamento dei costoni rocciosi del suddetto Vallone, per lo più finalizzate a consentire l'impianto di strutture mobili, opere che appaiono del tutto ingiustificate in un'isola morfologicamente piatta, che si presenta come un tavolato leggermente inclinato verso sud-est, dove dovrebbe essere difficile individuare aree pianeggianti;
l'effettiva esigenza di migliorare e potenziare l'accoglienza delle migliaia di disperati che giungono sull'isola può e deve essere affrontata diversamente, privilegiando soluzioni che non appesantiscano il già pesante carico urbanistico - edilizio esistente o che, comunque, producano minore impatto ambientale;
sull'isola esistono già numerose strutture militari in disuso o sottoutilizzate (l'ex base americana che ospitava la desueta Stazione Loran, la a dell'Esercito italiano, le numerose strutture dell'Aeronautica Militare eccetera), che potrebbero essere ristrutturate e riadattate allo scopo;
nessuna forma di coinvolgimento del consiglio comunale e della comunità locale è stato posto in essere;
la costruzione di un nuovo CPT costituisce un segnale che sembrava muoversi in controtendenza rispetto alla priorità necessità di muoversi su piano piano degli accordi unilaterali con i paesi rivieraschi ed in primo luogo la Libia;
Lampedusa ha il diritto a vedere attuate politiche tese a sgravare l'insostenibile peso che il flusso di immigrazione clandestina comporta: il danneggiamento della sua immagine e dunque della sua economia -:
quali procedure tecnico-amministrative siano state attivate per la scelta dell'area e sulla base di quali considerazioni sarebbe stata individuata un'area sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico, nonché ricadente nel perimetro dei SIC;
quali iniziative di concertazione sociale siano state assunte per il coinvolgimento della comunità locale nella scelta dell'area;
se non ritenga necessario e urgente sospendere le procedure d'urgenza al fine di attivare procedure amministrative ordinarie e processi decisionali che tengano conto delle esigenze di tutela dell'habitat prescelto e della condivisione da parte della comunità locale.
(4-06893)
Già nel giugno 2003, a seguito di un incontro in cui il sindaco di Lampedusa veniva ricevuto dal Ministro dell'interno, il Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell'interno aveva espresso parere favorevole in ordine alla realizzazione di un nuovo Centro per immigrati nell'isola, da localizzarsi in zona «Vallone Imbriacola», zona indicata dallo stesso sindaco.
Nel luglio del 2003 il citato Dipartimento aveva provveduto ad approvare il progetto di realizzazione di un Centro per l'attività di prima assistenza e soccorso (a norma dell'articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999), conferendo, altresì, al sindaco di Lampedusa la funzione di «stazione appaltante».
La questione della costruzione del nuovo Centro è stata altresì esaminata nel corso di una riunione, tenutasi presso il Palazzo del Governo di Agrigento, il 28 ottobre 2003, e presieduta dal Sottosegretario d'Alì.
A tale riunione hanno preso parte i rappresentanti di tutti gli enti a vario titolo interessati riguardanti il fenomeno immigratorio clandestino sulle coste lampedusane.
Nel corso della citata riunione, il sindaco di Lampedusa ha proposto che la nuova struttura di accoglienza per immigrati fosse ricavata utilizzando uno degli immobili di proprietà militare esistenti sull'isola, indicando, nello specifico, la caserma dell'esercito «Luigi Adorno», di pertinenza del Comando militare autonomo della Sicilia.
Il 26 novembre 2004, il Ministro della difesa, in visita a Lampedusa, ha, nel corso di una conferenza stampa, reso noto l'intendimento del suo Dicastero di mettere a disposizione del Ministero dell'interno la predetta caserma.
La struttura, secondo intese di massima definite dai due Dicasteri, potrà essere destinata ad ospitare un nuovo e più adeguato Centro di accoglienza per extracomunitari, con la conseguente chiusura di quello attualmente operante.
Con questa nuova opzione, risulta quindi superata la precedente localizzazione del Centro in zona «Imbriacola».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
ultimi anni il trattamento dei soggetti con lesione midollare ha subìto notevoli e continue evoluzioni grazie alle nuove scoperte scientifiche, quali la capacità di rigenerazione del sistema nervoso centrale e il trapianto di cellule staminali;
conseguentemente, la riabilitazione motoria eseguita con programmi di lavoro finalizzati ad un recupero funzionale assume sempre più importanza in luogo della tradizionale scienza riabilitativa per medullolesi volta alla stabilizzazione;
da diversi anni esiste ed opera a Firenze una struttura sanitaria denominata «Centro Giusti» in cui si applica un metodo di Riabilitazione motoria Intensa e Continuativa (R.I.C.), il quale sfrutta attraverso intensi stimoli le naturali risorse fisiologiche del corpo umano proprio in risposta alle accennate nuove acquisizioni scientifiche;
tale trattamento, personalizzato per ogni singolo paziente, è volto, con notevole successo, al recupero della funzionalità perduta a causa del trauma midollare;
sembra inequivocabile che il metodo R.I.C. è efficace e non illude in modo alcuno il paziente -:
alla luce di quanto esposto, se il Ministro non ritenga necessario e urgente riconoscere ufficialmente la validità scientifica del metodo R.I.C. ponendo fine all'attesa di numerose associazioni e privati cittadini interessati a poter usufruire di questa metodica.
(4-04894)
Pur premettendo che tale documentazione non appare sufficiente per consentire un giudizio completo, dalla lettura del materiale ivi contenuto e dall'analisi delle principali caratteristiche del metodo riabilitativo,
Peraltro, questo sembra corrispondere ad un metodo che ha avuto una certa notorietà in Italia sotto il nome di «metodo Dikul», dal nome del suo inventore, il russo Valentin Ivanovich Dikul.
La struttura presente in Toscana non è convenzionata con la regione, ma solo autorizzata.
Già alcuni anni fa, sulla base di analisi tecniche specifiche condotte su autorizzazione delle Autorità regionali, la regione Toscana decise di non rimborsare questi trattamenti per i residenti nella regione.
L'IRCCS «Fondazione Santa Lucia» di Roma, tra le principali strutture nazionali nel campo della riabilitazione, valuta la R.I.C. come metodica riabilitativa attualmente non validata e priva di riconoscimento a livello scientifico internazionale.
In particolare, appaiono discutibili gli aspetti concernenti la riabilitazione «intensa e continuativa», della durata di 4-6 ore al giorno, che appare eccessiva sia per il rischio di affaticamento del paziente (tutti gli esercizi elencati sono attivi), che per il rischio di un aumento della spasticità. La durata quotidiana del trattamento e la sua continuatività per alcuni anni sembrano non calibrati, data la convergenza dei dati della letteratura specialistica nel definire la stabilizzazione motoria e funzionale del paziente con danno midollare a 12 mesi dal trauma.
Inoltre, non esisterebbero prove scientifiche della validità della elettroterapia da stimolazione (secondo le modalità descritte nel sito web del «Centro Giusti») sui muscoli con ipertono, mentre sono indicate possibili evoluzioni in spasticità.
In aggiunta a tutto ciò, non è chiaro a quale metodologia riabilitativa ci si riferisca con l'«elettromassaggio», termine non di uso comune nella letteratura fisiatrica, mentre per quanto riguarda la «magnetoterapia», nella documentazione citata non sono indicate le condizioni tecniche utilizzate ed, in generale, non sono note in letteratura prove dell'efficacia di tale tecnica nella bio-stimolazione del sistema nervoso centrale e dell'apparato urinario.
Analogamente, pur non entrando nel merito dei singoli aspetti della terapia e concludendo con un giudizio più cauto, un'altra importante struttura riabilitativa nazionale, la «Fondazione Salvatore Maugeri» - Clinica del lavoro e della riabilitazione di Pavia, evidenzia che «non risultano notizie utili in merito alla effettiva validità scientifica del metodo in oggetto. In particolare non risultano disponibili pubblicazioni scientifiche accessibili attraverso le abituali vie di confronto e comunicazione che la comunità scientifica prevede quando si propongano nuove metodiche terapeutiche (pubblicazioni su riviste scientifiche indicizzate, libri in cataloghi internazionali)».
Peraltro, la regione Toscana, per il tramite dell'Ufficio territoriale del Governo di Firenze, ha comunicato che al «Centro Giusti» è stata rinnovata l'autorizzazione da parte del comune di Firenze, ai sensi dell'articolo 17, comma 9, della legge regionale n. 8 del 1999, per l'apertura e l'esercizio di un presidio ambulatoriale erogante prestazioni di medicina fisica riabilitativa, di cui alla sottosezione B 1.9 della deliberazione di Giunta regionale n. 221 del 1999, per quanto concerne i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi.
Queste prestazioni si differenziano da quelle ambulatoriali erogate dai centri e presidi di recupero e riabilitazione funzionale, aventi differenti requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici, previsti dalla sottosezione B 2.1 della citata deliberazione.
La regione precisa che le prestazioni previste dal metodo R.I.C. erogate presso il «Centro Giusti» rientrano nell'ambito della medicina fisica, riabilitativa, all'interno della specialistica ambulatoriale, ma non sono erogabili da parte del Servizio sanitario nazionale, in quanto non inserite nel nomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche ambulatoriali (decreto ministeriale 22 luglio 1996) recepito dalla regione Toscana con deliberazione di Giunta regionale n. 229 del 1997 e successive modifiche ed integrazioni.
La terapia R.I.C. eseguita presso il «Centro Giusti» esula dall'applicazione
Infatti, sebbene decreto legislativo n. 229 del 1999 abbia abolito l'assistenza in forma indiretta per prestazioni specialistiche ambulatoriali ed in regime di degenza, la regione Toscana ha mantenuto la propria preesistente normativa, che prevede l'assistenza ospedaliera in regime di ricovero, in forma indiretta, presso centri privati italiani di altissima specializzazione non accreditati, con le procedure previste per i cittadini che abbiano necessità di ricovero all'estero.
L'autorizzazione rilasciata dal comune di Firenze al «Centro Giusti», come già ricordato, è relativa all'apertura e all'esercizio di un presidio ambulatoriale, per l'erogazione di prestazioni di medicina fisica e riabilitativa, che si differenziano da quelle fornite dai centri e presidi di recupero e riabilitazione funzionale, non tanto per la diversità della prestazione, quanto per i requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici del presidio stesso.
Pertanto, le prestazioni in questione non sono erogabili per conto del Servizio sanitario nazionale, anche in relazione al contenuto dell'autorizzazione rilasciata al «Centro Giusti».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
si apprende da notizie apparse sulla stampa che dovrebbe essere presto istituito un commissario ad acta incaricato di seguire «i programmi di smantellamento delle armi di distruzione di massa» della Russia;
tale istituzione contribuirebbe a far entrare nella fase operativa le due intese firmate il 5 novembre 2003 fra il Ministro degli esteri italiano e il suo collega russo in occasione della visita di Putin;
i due accordi stabiliscono che l'Italia presti assistenza alla Russia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari in disarmo e la distruzione delle armi chimiche;
le intese prevedono la «gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi», nonché la realizzazione di un impianto per la neutralizzazione delle testate chimiche nella città di Pochep in Russia, destinando a tal fine 720 milioni di euro;
l'accordo stipulato il 5 novembre 2003 tra l'Italia e la Russia ha fatto seguito all'intesa sancita in sede di G8 nel 2002 che prevedeva lo stanziamento di 20 miliardi di dollari per mettere in sicurezza gli arsenali chimici e nucleari russi, ma che ancora non stata resa operativa;
i fondi statunitensi di 750 milioni di dollari sono stati bloccati dal Congresso perché la Russia non avrebbe fornito un «censimento completo ed accurato» delle armi chimiche;
i russi hanno dichiarato di avere 40.000 tonnellate di testate chimiche depositate in sette magazzini e il sito di Pochep sarebbe il deposito più grande, custodendo il 18,8 per cento delle armi chimiche russe pari a oltre 7.500 tonnellate di gas tossici -:
se l'impegno italiano per disinnescare l'arsenale nucleare e chimico russo possa avere ricadute industriali per il nostro Paese e in quali settori;
quali siano le modalità di intervento e se si tratti di un semplice contributo o di una forma di partecipazione più diretta.
(4-11607)
L'Accordo sullo smantellamento dei sommergibili nucleari è in fase di ratifica: lo schema di disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 ottobre 2004, è stato inviato alla Camera dei deputati. Per quanto concerne l'Accordo relativo al settore chimico si è invece in attesa di ricevere chiarimenti dalla controparte russa su alcuni emendamenti del testo proposti da Mosca.
Relativamente all'Accordo sullo smantellamento dei sommergibili nucleari, si rileva come, nell'ambito dei campi di intervento che esso ha identificato, è stata individuata una serie di progetti concettuali preliminari di cooperazione. L'insieme di tali progetti costituisce un pacchetto di riferimento iniziale che necessita di ulteriori approfondimenti e valutazioni nella prima fase dei lavori e che è suscettibile di revisioni ed integrazioni nei limiti del massimale finanziario di 360 milioni di euro stabilito dall'Accordo. I progetti concettuali preliminari sono stati elaborati dalla SOGIN (società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze ed istituita appositamente per lo smantellamento degli impianti nucleari italiani) d'intesa con le competenti autorità russe, e sentite le imprese nazionali potenzialmente interessate. I progetti definitivi saranno sottoposti all'approvazione del Comitato direttivo, previsto dall'Accordo.
L'Organo competente di parte italiana per l'attuazione dell'Accordo è il Ministero delle attività produttive, che incarica la società SOGIN di provvedere al coordinamento generale ed allo svolgimento di attività amministrative ed operative finalizzate alla realizzazione dei progetti. L'Accordo precisa inoltre che per lo svolgimento dell'attività tecnico-gestionale e la risoluzione delle questioni operative riguardanti la realizzazione dei progetti debba essere costituita una «Unità di Gestione Progettuale» integrata, con la partecipazione di esperti di parte italiana e russa, che opererà con sede a Mosca. Al funzionamento di tale «Unità di Gestione Progettuale» ed all'espletamento delle attività sopra indicate provvederà la società SOGIN, in base ad una Convenzione da stipulare con il Ministero delle attività produttive.
Sono infine prevedibili positive ricadute sulle imprese italiane che potranno risultare aggiudicatarie dei contratti appaltati dalle competenti autorità della Federazione Russa per l'esecuzione di opere e per la fornitura di servizi nel quadro delle attività previste dall'Accordo.
Quanto all'Accordo relativo alla distruzione degli stock di armi chimiche nella Federazione Russa, esso anche offre possibilità di ritorno finanziario per le imprese italiane. Infatti, l'esecuzione dell'Accordo sarà gestita da un Comitato Direttivo paritetico costituito dalle Amministrazioni competenti dei due Paesi (per l'Italia il Ministero delle attività produttive), mentre una Unità di Gestione del Progetto (UGP) sarà preposta all'attuazione delle misure concrete previste dallo stesso.
L'articolo 5 dell'Accordo identifica nella Federazione Russa il soggetto che dovrà assegnare gli appalti. L'impresa alla quale verrà affidata l'esecuzione dei lavori sarà tuttavia selezionata in una lista di imprese indicata dal Comitato direttivo.
Per ciò che concerne, infine, l'eventualità - citata quale primo punto fra le premesse dell'interrogazione - di istituire un Commissario ad acta, incaricato di seguire «i programmi di smantellamento delle armi di distruzione di massa» nella Federazione Russa, il Ministero degli esteri ha reiteratamente manifestato le sue riserve in merito. Infatti, si era tra l'altro rilevato che gli accordi stipulati con la Federazione Russa contengono articolati elementi che definiscono con precisione la natura ed i tempi per l'attuazione degli stessi, non rendendosi pertanto necessaria l'istituzione di una
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
l'aeroporto di Sigonella è sede di una base militare della Nato e degli Usa ed è l'indispensabile supporto alla VI Flotta della marina statunitense, avamposto logistico militare statunitense nel Mediterraneo;
dalla base, come testimoniano numerosi articoli della stampa nazionale ed estera, partirebbero sia i rifornimenti logistici per le truppe americane impegnate nell'invasione dell'Iraq, sia armamenti utilizzati direttamente nelle azioni belliche;
la secretazione delle condizioni della base non ha consentito all'interpellante, nell'ispezione condotta con altri colleghi parlamentari di lunedì 31 marzo, di accertare se al suo interno siano presenti ordigni nucleari lì collocati fin dal 1991;
la guerra contro l'Iraq ha rimesso al centro delle polemiche sulla base la questione rilevantissima della sovranità nazionale e dell'utilizzo del nostro territorio e delle sue infrastrutture per fini che violano chiaramente sia le decisioni del Parlamento e sia la Costituzione italiana;
sono avvenute in questi anni continue trasgressioni al principio della sovranità nazionale per operazioni di polizia effettuate dai militari Usa nei paesi limitrofi;
l'aeroporto di Fontanarossa-Catania, che ha un traffico di 5 milioni di passeggeri l'anno, dipende totalmente dai radar militari di Sigonella, che impongono priorità del tutto diverse da quelle del servizio di un aeroporto civile;
tale aeroporto è stato a lungo disattivato a seguito dell'attività eruttiva dell'Etna, evento che può ripetersi in qualsiasi momento, con grave danno per i passeggeri e particolarmente per la vita economica dell'intera Sicilia -:
se, in questo contesto di escalation violenta della strategia bellica degli USA, il Governo non intenda porre fine alla disposizione di utilizzo delle infrastrutture e delle basi statunitensi presenti sul territorio nazionale al fine di ripristinare il dettato della nostra Carta Costituzionale;
se, in ordine alle aspirazioni profonde alla pace delle cittadine e dei cittadini italiani e siciliani in particolare, il Governo non ritenga di dover accogliere la richiesta di riconversione della base militare di Sigonella in un grande aeroporto civile, che non solo moltiplichi le prospettive occupazionali della regione, ma trasformi la Sicilia in un ponte di pace e di cooperazione fra i popoli del Mediterraneo.
(4-12717)
Nell'ambito del processo di ristrutturazione, revisione e semplificazione dell'organizzazione militare, avviato in questi ultimi anni ed in corso di progressiva e completa attuazione, è stato deciso di concentrare la componente dei velivoli anti-sommergibile (ANTISOM) da Elmas sull'aeroporto di Sigonella, in considerazione sia della carenza di espandibilità dell'aeroporto di Elmas, sia dei crescenti interessi da parte dell'Aviazione civile (probabile passaggio di «status» dell'aeroporto di Elmas da «militare aperto al traffico civile» a «civile») e delle altre Forze armate/Corpi armati dello Stato (Marina militare, Capitanerie di Porto, Carabinieri e Guardia di Finanza).
Tale scelta è stata, altresì, determinata dall'indiscussa importanza che la base di Sigonella riveste quale «polo» prettamente
Ciò detto, entrando nel merito delle questioni poste nell'atto di sindacato ispettivo, si osserva che il radar militare di Sigonella fornisce il servizio di controllo/avvicinamento indifferentemente a velivoli militari e civili in arrivo e partenza dagli aeroporti di Sigonella e Fontanarossa.
Tale servizio è fornito nel rispetto delle norme internazionali che l'International Civil Aviation Organization (ICAO) e l'Eurocontrol (EUROC) hanno posto a garanzia della sicurezza di tutti i voli.
Relativamente, poi, alle azioni intraprese al fine di garantire lo svolgimento, in sicurezza, delle attività di volo sugli scali aeroportuali di Catania (Fontanarossa e Sigonella), nell'eventualità dovessero ripetersi imprevedibili fenomeni naturali, quali eruzioni e nubi vulcaniche, sono allo studio - di concerto con l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e con l'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia - adeguate procedure volte a garantire, attraverso il monitoraggio e l'osservazione dei fenomeni vulcanici, l'operatività dei citati scali aeroportuali anche in presenza di eruzioni in atto.
Per quanto concerne, in ultimo, l'uso delle basi sul territorio nazionale, si sottolinea che, dal punto di vista degli accordi internazionali, la presenza di Forze NATO o di Forze statunitensi in Italia si inquadra nell'ambito dell'applicazione del Trattato del Nord Atlantico del 1949.
Al riguardo, per l'utilizzazione delle basi non vige alcuna condizione di extraterritorialità, permanendo allo Stato italiano l'esercizio della piena sovranità.
In particolare, le basi intese come porzione di territorio di sostegno logistico-operativo dotate di uomini e mezzi, non appartengono, dunque, alla NATO o agli americani: ma esse sono concesse in uso alle forze militari della NATO o statunitensi, senza che la sovranità nazionale sia in alcun modo messa in discussione.
Come detto, gli accordi che regolano la materia trovano il proprio fondamento nell'articolo 3 del Trattato di Washington e nei discendenti accordi:
Convenzione di Londra del 19 giugno 1951, «NATO Status of Forces Agreement-SOFA», ratificata dall'Italia con la legge 1335 del 1955;
Protocollo di Parigi del 28 agosto 1952, approvato con la legge 30 novembre 1955, n. 1338;
Convenzione di Ottawa del 20 settembre 1951, approvata con la legge 10 novembre 1954, n. 1126;
Decreto del Presidente della Repubblica 18 dicembre 1962, n. 2083.
In particolare, documento di interesse è il «Memorandum relativo alla base aerea di Sigonella» firmato tra i due Governi in data 8 aprile 1957, con il quale l'installazione di Sigonella, nelle aree definite, è posta a disposizione - nel quadro NATO - delle Forze armate statunitensi.
Peraltro, è in corso di predisposizione un nuovo «Accordo Tecnico» tra Italia ed USA sull'utilizzo delle installazioni militari situate sul sedime di Sigonella.
In conclusione, alla luce di quanto precede, non appare perseguibile l'ipotizzata possibilità di riconvertire l'attuale base militare di Sigonella in scalo civile.
Al riguardo, è utile sottolineare che l'aeroporto di Fontanarossa, ubicato nelle immediate vicinanze di Sigonella, potrebbe sopportare agevolmente un incremento del traffico di passeggeri con mirati adeguamenti ed investimenti di risorse.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
nel mese di giugno 2004 veniva sottoscritto tra l'Associazione temporanea d'impresa,
i termini dell'accordo, prevedevano una ripartizione della commessa tra le due imprese costituenti l'Ati, con il posizionamento dell'attività produttiva in due distinti laboratori situati a Modugno (Bari) e a Roma, con allestimento dei relativi locali e macchinari a carico delle ditte assegnatarie, nonché l'attivazione delle lavorazioni all'emissione, da parte dell'amministrazione militare, di specifici ordini di lavorazione, a seconda delle necessità di quest'ultima e con sua piena discrezionalità;
risulta alle interroganti che l'attività della Eredi Andreani Adriano, sarebbe attualmente ferma e che per il personale, attualmente in numero di 25 unità, sarebbe stata prorogata, in data 2 dicembre 2004, per 13 settimane la cassa integrazione ordinaria iniziata a marzo 2004;
la situazione sta generando, come è facile comprendere, forte apprensione e disagio tra il personale dell'impresa, che vede a rischio professionalità e competenze acquisite e confermerebbe l'ipotesi di esternalizzazione delle lavorazioni, mentre dalle disposizioni dell'accordo, si evidenzia un doppio intento di tutela, dell'occupazione sul territorio nazionale e delle esigenze della pubblica amministrazione, il cui interesse porterebbe a evitare che per uno stesso lavoro venga pagata la cassa integrazione e a probabile fornitura in subappalto esterno -:
quali iniziative intenda assumere il ministro interrogato per permettere, attraverso il rapido reintegro nelle loro funzioni delle lavoratrici assunte, una rapida esecuzione dell'accordo intervenuto tra l'Ati e il Comando della 3a Regione aerea militare.
(4-12831)
In particolare, nella lettera d'invito riferita alla procedura di gara in argomento, è stato specificatamente indicato che la ditta assuntrice del servizio avrebbe dovuto predisporre un locale idoneo, con adeguate caratteristiche ed ubicato nell'ambito della Provincia di Bari e/o Roma, da adibire a laboratorio ad uso esclusivo per la lavorazione dei capi di vestiario militare.
Successivamente, in data 12 maggio 2004, la ditta contraente ha comunicato al citato Comando 3a Regione Aerea che il laboratorio destinato all'effettuazione delle lavorazioni della sartoria militare era localizzato in Modugno (BA), ivi eleggendo anche il domicilio legale dell'Associazione.
Il contratto ha recepito quanto espressamente rappresentato dalla predetta ATI, tenuto conto, peraltro, che le ditte costituenti l'Associazione in questione avevano concordato che le lavorazioni, ricomprese nel programma di sartoria, sarebbero state ripartite tra loro al 50 per cento.
La scelta dell'ubicazione del laboratorio in parola presso la sede di Modugno, tra l'altro, risponde anche all'esigenza dell'Amministrazione difesa di esercitare l'attività di controllo più diretta sulle lavorazioni, attraverso la figura dell'Ufficiale della Direzione di Commissariato di Bari delegato all'attività in questione.
Inoltre, nell'ambito territoriale del Comando in parola si trova il Laboratorio merceologico che, qualora necessario, è in grado di effettuare verifiche analitiche, oltre ad agevolare le operazioni di collaudo dei manufatti confezionati dall'ATI.
Relativamente allo stato di esecuzione del contratto, si precisa che tutti gli ordini di lavorazione riferiti al programma di sartoria 2004 risultano emessi.
Tali ordini, pertanto, verranno perfezionati entro le scadenze prescritte, nella considerazione
Per l'Esercizio finanziario 2005, il servizio di sartoria sarà necessariamente commisurato alle esigenze di Forza armata e all'entità delle risorse disponibili.
Quanto alla richiamata questione occupazionale, si sottolinea che nell'espletamento delle procedure concorsuali relative alle gare d'appalto, la Pubblica Amministrazione è tenuta ad agire in base ai criteri dell'interesse pubblico e a garantire la correttezza dello svolgimento delle operazioni di gara, senza poter influire e/o sindacare sulle scelte e sui rapporti, di lavoro e non, intercorrenti tra datore di lavoro privato e personale dipendente.
In conclusione, è di tutta evidenza che l'Amministrazione della difesa ha operato correttamente e in aderenza ai termini contrattuali vigenti con l'Associazione temporanea d'impresa in argomento.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
da anni gli abitanti della frazione di Monticelli nel Comune di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno attendono l'istituzione di un Ufficio Postale in considerazione della continua crescita demografica (circa 4.000 residenti) e pertanto si sono ufficialmente costituiti in un apposito Comitato;
sono state prodotte numerose istanze ed appelli per tale insediamento che consentirebbe ai cittadini di evitare la percorrenza dei 4 chilometri di distanza dall'Ufficio postale, più vicino;
il percorso per raggiungere l'attuale Ufficio postale risulta essere pericoloso e molto disagevole in quanto si deve transitare su una strada provinciale stretta, sconnessa e in più parte mancante anche dei marciapiedi;
l'attuale Ufficio postale di cui si servono gli utenti di Monticelli è del tutto inadeguato a provvedere alla popolazione in quanto è ubicato in un locale di appena 60 metri quadrati, nel quale si producono, sovente, anche problemi di salubrità;
la frazione di Monticelli ha una favorevole posizione geografica equidistante dai grossi centri di Eboli (7 chilometri) e Battipaglia (8 chilometri) nonché la presenza sul suo territorio di numerose attività commerciali ed agricole (circa 200 aziende);
Poste italiane spa ha intrapreso un processo di ristrutturazione organizzativa degli uffici locali che potrebbe tenere in considerazione le esigenze espresse in premessa -:
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza attivarsi presso Poste italiane spa al fine di conoscere quali iniziative intendano assumere in merito all'istituzione del nuovo ufficio postale che oltre ad eliminare i disagi lamentati dai cittadini di Monticelli consentirebbe anche un ulteriore sviluppo delle attività dell'intero territorio.
(4-11739)
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in relazione alle rimostranze avanzate dagli abitanti della frazione di Monticelli nel comune di Olevano sul Tusciano, in provincia di Salerno, che «attendono l'istituzione di un ufficio postale, in considerazione della continua crescita demografica...», ha comunicato quanto segue.
La stessa società ha, poi, reso noto che l'ufficio postale di Olevano sul Tusciano (dotato di tre postazioni e di un'ampia sala riservata alla clientela) si trova nelle immediate vicinanze della frazione di Ponticelli, ed è idoneo, grazie alla sua collocazione, a soddisfare le esigenze sia degli abitanti del comune omonimo sia della frazione limitrofa, come confermato anche dai risultati dei monitoraggi condotti sui dati di traffico.
Secondo quanto comunicato, l'azienda procede all'attivazione di un nuovo ufficio postale solo in presenza di una reale necessità in tal senso, accertata mediante l'applicazione di appositi parametri di valutazione.
A completamento d'informazione la società Poste Italiane ha fatto presente che, anche nel caso in esame, non mancherà di valutare, qualora se ne verificassero i presupposti, con la massima attenzione la richiesta avanzata.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la ASL Roma C il 10 maggio 2002 ha bandito un concorso interno per 12 posti per dirigente amministrativo;
la legge n. 401 del 29 dicembre 2000 all'articolo 2, comma 4, prevede che nei concorsi per l'accesso alla qualifica di dirigente dei ruoli amministrativi, tecnico e professionale del Servizio sanitario nazionale, il 50 per cento dei posti disponibili sia riservato ai dipendenti delle aziende sanitarie che bandiscono il relativo concorso i quali siano in possesso di diploma di laurea, provengano dalla ex carriera direttiva della stessa azienda, ovvero siano stato assunti tramite concorso per esami in qualifiche corrispondenti, e abbiano maturato un'anzianità di nove anni di effettivo servizio nella predetta carriera o qualifica;
per partecipare al concorso sono indispensabili il possesso del requisito fondamentale della laurea oltre al requisito novennale;
in tal senso, più volte si è espressa anche su richiesta specifica della stessa ASL, in maniera inequivocabile la Funzione pubblica;
la ASL tramite un arbitrato, ha conferito un incarico che sembra disattendere queste norme;
successivamente, attraverso la mobilità, è stato attuato un trasferimento presso gli IFO -:
se non s'intenda chiedere agli IFO, i provvedimenti che si intendano attuare per garantire il rispetto delle norme.
(4-10949)
Con successivo provvedimento n. 700 del 28 giugno 2002 si è proceduto all'ammissione di n. 36 candidati.
Il bando prevedeva la partecipazione di candidati interni (categoria D o D super), in possesso di diploma di laurea, provenienti dalla ex carriera direttiva aziendale, ovvero assunti, a seguito di concorso per esami, in qualifiche corrispondenti e con una anzianità di nove anni di servizio effettivo nella carriera o qualifica.
Il concorso si è svolto regolarmente con la partecipazione di tutti i candidati ammessi con riserva, da sciogliere al momento
I candidati ammessi con riserva risultavano in possesso di diploma di scuola media superiore o di laurea.
I motivi che hanno indotto l'Azienda USL RM/C ad ammettere con riserva i candidati sono derivati dall'esame dell'articolo 28, comma 9, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, per il quale «Nella prima applicazione del presente decreto e, comunque, non oltre tre anni dalla data della sua entrata in vigore, la metà dei posti della qualifica di dirigente conferibili (...) è attribuita attraverso concorso per titoli di servizio professionali e di cultura integrato da colloquio. Al concorso sono ammessi a partecipare i dipendenti in possesso di diploma di laurea, provenienti dalla ex carriera direttiva della stessa amministrazione o ente, ovvero assunti tramite concorso per esami in qualifiche corrispondenti, e che abbiano maturato un'anzianità di nove anni di effettivo servizio nella predetta camera o qualifica».
L'articolo 28 è inserito nel Titolo II, capo II, dello stesso decreto legislativo n. 29 del 1993; pertanto, in virtù dell'articolo 13, comma 1 («le disposizioni del presente capo si applicano alle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo»), la suddetta disposizione non è applicabile al personale delle Aziende U.S.L.
La legge n. 401 del 2000 ha provveduto a sanare tale disparità di trattamento.
A questo proposito l'Azienda ha precisato che «l'articolo 2, comma 4, della legge n. 401 del 2000, nel richiamare l'applicabilità del citato articolo 28 anche al personale del comparto sanità, ha riproposto in maniera quasi pedissequa la formulazione del comma 9 dell'articolo 28 disponendo che «In sede di prima applicazione (...) e, comunque, non oltre tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, nei concorsi per l'accesso alla qualifica di dirigente dei ruoli amministrativo, tecnico e professionale del Servizio sanitario nazionale, il 50 per cento dei posti disponibili è riservato ai dipendenti delle aziende sanitarie che bandiscono il relativo concorso i quali siano in possesso di diploma di laurea, provengano dalla ex carriera direttiva della stessa azienda, ovvero siano stati assunti tramite concorso per esami in qualifiche corrispondenti, e abbiano maturato una anzianità di nove anni nella predetta carriera o qualifica. I posti riservati sono attribuiti attraverso concorso per titoli di servizio professionali e di cultura integrato da colloquio.
Pertanto, in applicazione del citato articolo 2, comma 4, della legge n. 401 del 2000, questa Azienda ha bandito il concorso interno a n. 12 posti, per l'accesso alla qualifica di dirigente amministrativo e il relativo bando nell'indicare i requisiti di partecipazione al concorso, ha riprodotto in maniera pedissequa la formulazione dell'anzidetta disposizione.
Al concorso, hanno presentato domanda diversi dipendenti, alcuni dei quali in possesso del diploma di scuola media superiore.
Tale circostanza, ha comportato una valutazione di carattere prettamente giuridico sull'ammissibilità di detti dipendenti alle prove selettive del concorso in oggetto, tenuto conto che la disposizione in commento si prestava e si presta a varie interpretazioni».
La soluzione adottata è stata quella di procedere ad una ammissione con riserva dei candidati non laureati per i seguenti motivi:
a) la giurisprudenza ha sempre ritenuto che «l'esclusione può essere disposta soltanto se si ha la certezza della mancanza dello specifico requisito, così che è illegittima un'esclusione che venga disposta per dubbi sul possesso del requisito da parte del candidato» (vedi TAR Puglia, 17 ottobre 1986, n. 709);
b) diverse sentenze TAR, con riferimento all'articolo 28, comma 9, del decreto legislativo citato, hanno confermato che «sono ammessi a partecipare i dipendenti provenienti dalla stessa amministrazione che abbiano maturato nove anni di effettivo servizio nella ex carriera direttiva, anche se sprovvisti del prescritto titolo di studio»;
c) la giurisprudenza amministrativa, posto che con il concorso l'amministrazione ha l'opportunità di poter scegliere i migliori, ritiene, in linea di principio, che il concorso stesso, debba essere aperto alla più larga possibile partecipazione di concorrenti (Consiglio di Stato, sez. V, 26 marzo 1984, n. 265).
Peraltro, sia l'articolo 2, comma 4 sia l'articolo 28, comma 9 del decreto, indicando un termine temporale di applicabilità (... non oltre tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge ...) sono disposizioni di carattere transitorio tra il vecchio sistema dell'accesso alla Dirigenza, in passato consentito anche ai non laureati, e l'attuale, per il quale il possesso del diploma di laurea, appare condizione imprescindibile di accesso.
L'Azienda sanitaria ha, inoltre, segnalato che il giudice del lavoro nella seduta dell'8 aprile 2002, con ordinanza ex articolo 700 codice procedura civile, relativa ad un ricorso d'urgenza proposto da una candidata, ha ribadito, nel merito, come «la legge 402 del 2000, articolo 2 ultima parte, nel prevedere la riserva dei posti in favore dei dipendenti interni per il passaggio alla qualifica di dirigente amministrativo, prevede due distinti requisiti soggettivi:
a) la laurea e la provenienza dalla ex carriera direttiva della stessa azienda;
b) l'assunzione tramite concorso per esami nelle qualifiche corrispondenti e l'anzianità di servizio di almeno 9 anni nelle stesse».
Al concorso bandito ai sensi del citato articolo 65, svolto presso la Regione Lazio, sono stati ammessi numerosi dipendenti in possesso del solo diploma di scuola secondaria di secondo grado.
L'Azienda ha sciolto la riserva relativa all'ammissione dei candidati al concorso interno per l'accesso alla dirigenza, in possesso del titolo di istruzione secondaria di secondo grado.
È stato precisato che «la dottoressa Ilde Coiro, all'epoca Dirigente Responsabile della UOC Risorse Umane, effettuate le dovute valutazioni, ha ritenuto di dover firmare tutte le deliberazioni di inquadramento dei candidati dichiarati idonei, tra cui quelle del signor Giorgio Milano e del signor Enrico Lottici, in possesso del diploma di scuola media superiore, che risultano essere in possesso di tutti i requisiti, ma non quelle riguardanti l'inquadramento del signor Antonio Picone, in possesso del diploma di scuola media superiore, e della dottoressa Marisa Arata, laureata in pedagogia.
Per gli ultimi due dipendenti sono state adottate delibere di esclusione dai benefici di cui alla legge n. 401 del 2000, in quanto, a parere dell'Azienda, essi non risultavano essere in possesso dei requisiti di ammissione alla selezione interna.
Si fa presente che sia il signor Antonio Picone che la dottoressa Marisa Arata hanno proposto ricorso, attraverso l'istituto dell'Arbitrato che la ASL ha accettato.
Si precisa infine che il ricorso avanzato dalla dottoressa Capozzella, partecipante al concorso, innanzi al TAR di richiesta di sospensiva della graduatoria finale della selezione, di cui trattasi è stato respinto dal Giudice amministrativo».
In merito all'assunzione in servizio presso gli Istituti fisioterapici ospedalieri
Il signor Picone ha superato il concorso interno indetto dall'ASL RM/C. Sul piano interpretativo, in merito al bando predisposto dall'Azienda, è insorta una vera e propria controversia, ricomposta, ai sensi dell'articolo 4 del Contratto collettivo nazionale di lavoro quadro, in materia di procedure di conciliazioni ed arbitrato, a norma degli articoli 59 bis, 69 e 69 bis del decreto legislativo n. 29 del 1999, con l'emissione di Lodo arbitrale che ha ritenuto legittima l'avvenuta partecipazione dell'interessato al concorso interno per dirigenti, con il conseguente inserimento dello stesso nella graduatoria dei vincitori.
Il lodo arbitrale è stato emesso ai sensi dell'articolo 412-quater del codice procedura civile e non è stato impugnato entro i termini di legge. La posizione dirigenziale acquisita dal signor Picone non può, pertanto, essere oggetto di riesame da parte dell'Istituto; già presso l'Azienda di provenienza, inoltre, era scaduto il termine utile per l'eventuale impugnativa del provvedimento del Giudice unico adito.
Considerata l'attuale situazione, si è costituito un rapporto che può ritenersi intangibile, in conseguenza di un Lodo che ha il valore di una sentenza passata in giudicato.
Secondo quanto sostenuto dal Commissario Straordinario lo «status» dirigenziale conseguito dal signor Picone, per la irreversibilità della posizione acquisita, non sembra che possa essere riconsiderato, anche per l'esistenza dell'interesse pubblico al mantenimento dello stesso nell'incarico dirigenziale conferitogli.
Il Commissario straordinario ha precisato che il provvedimento dell'ASL RM C con cui il signor Picone è stato dichiarato vincitore del concorso dirigenziale è ormai definitivo; in presenza dell'interesse pubblico ad ottenere la prestazione dirigenziale ed in carenza di una diretta lesione di soggetti terzi, «appare veramente, ardua ogni legittima possibilità di riconsiderazione della posizione acquisita, quando anche dovesse essere ritenuta illegittima, dal signor Picone (Cassazione Sezione Unite 12 dicembre 1967 n. 2929) e ciò senza considerare che ogni valutazione in merito alla complessa vicenda avrebbe dovuto essere a suo tempo effettuata dall'ASL Roma C».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
dai quotidiani locali si apprende che è stata presentata un'interrogazione al Presidente della Regione Marche riguardante un presunto piano di ristrutturazione che interesserà la rete ferroviaria italiana;
vi sono notizie che tale ristrutturazione investirà anche il tratto adriatico, con particolare riguardo a quello della provincia di Pesaro e Urbino, con tagli che interesseranno i servizi di stazione, manutenzione e biglietteria;
va ricordato che il tratto ferroviario in questione è già stato penalizzato con la soppressione, ad esempio, della fermata a Pesaro dell'ES 9419/9412 (Milano-Pescara e viceversa), oggetto di un'interrogazione del 3 dicembre 2003 n. 4-08276, alla quale il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Nino Sospiri, risponde che la fermata è stata soppressa a causa dei «bassi coefficienti di riempimento rispetto alla media nazionale», nonostante il treno, specialmente il venerdì, fosse pieno di pendolari;
il timore è che a furia di operare tagli alle ferrovie la Provincia di Pesaro e Urbino si troverà fortemente penalizzata, a fronte invece di una vivace attività culturale, di
se quanto riferito in premessa corrisponda al vero e quali iniziative si intendano adottare presso i soggetti competenti affinché non si verifichino ulteriori disagi ai viaggiatori e possibili tagli ai posti di lavoro.
(4-10969)
Inoltre la società ferroviaria precisa che la stazione di Pesaro è stata inserita nel network gestito da Centostazioni s.p.a. con la finalità di riqualificare, valorizzare e gestire i complessi immobiliari secondo nuovi criteri.
Sempre nell'ambito degli interventi infrastrutturali Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. è impegnata in un vasto programma di innovazione tecnologica teso alla rifunzionalizzazione delle stazioni e delle linee ferroviarie.
Nella fattispecie, nuove tecnologie sono state adottate su alcune tratte del compartimento di Ancona (linea Rimini-Senigallia e linea Loreto-Pescara). A tal proposito il nuovo sistema di comando e controllo della circolazione dei treni (SCC) prevede il telecomando dal posto centrale ubicato a Bari.
L'innovazione di tale sistema è rappresentata dalla stretta interconnessione realizzata tra la gestione della circolazione, la manutenzione, la sorveglianza, e l'informazione alla clientela che consentirà di migliorare il servizio offerto ai clienti in termini di puntualità sicurezza e informazione.
Per quanto concerne invece la soppressione della coppia di eurostar 9412/9419 Pescara-Milano e viceversa che ha interessato la provincia di Pesaro-Urbino, Ferrovie dello Stato conferma che tale soppressione si è resa necessaria in quanto nei bacini interessati al collegamento si verificava, tra l'altro, un'offerta ridondante rispetto alla domanda con la presenza sulla linea di altri treni che in prossimità della medesima fascia oraria effettuano le medesime fermate dell'eurostar soppresso come si può evincere dal seguente prospetto:
Eurostar 9412: partenza da Pesaro alle ore 7.36; arrivo a Milano alle ore 10.55: Soppresso;
Intercity 562: partenza da Pesaro alle ore 7.01; arrivo a Milano alle ore 10.50;
Eurostar 9419: partenza da Milano alle ore 17.05; arrivo a Pesaro alle ore 20.23: Soppresso;
Intercity 573: partenza da Milano alle ore 16.50; arrivo a Pesaro alle ore 20.59.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il 9 gennaio 2004 è stato attuato uno «sciopero solidale» con un'altissima adesione dei lavoratori impiegati da RFI nelle navi traghetto che operano nello Stretto di Messina;
la singolare protesta (parte della retribuzione è stata devoluta a fini umanitari) non ha danneggiato i passeggeri, ed ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale le precarie condizioni dei traghetti RFI che operano nello Stretto di Messina;
la flotta RFI ha un'età media altissima (le navi ferroviarie - quelle che
alla vetustà della flotta si aggiunge una politica delle manutenzioni inadeguata e evidentemente mirata solo all'ossessivo contenimento dei costi, senza tenere conto delle effettive necessità d'intervento, della qualità delle manutenzioni e, soprattutto, del servizio cui le navi sono destinate;
tale politica ha portato le navi in uno stato di degrado che, in mancanza una radicale svolta, potrebbe provocare gravi conseguenze in termini di sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi;
anche nella previsione più ottimistica sui tempi di realizzazione del ponte sullo Stretto, quelle, navi, già inadeguate, non potranno certo garantire la loro funzione per i prossimi dieci anni e dovranno essere sostituite molto tempo prima, salvo la volontà di fermare il traghettamento dei treni;
nello stesso stato d'abbandono e di degrado versano invasature, ponti, passerelle e le altre strutture di terra;
la vetustà della flotta e una politica inadeguata delle manutenzioni sono elementi di forte preoccupazione per chi, in prima persona, ha la responsabilità della sicurezza delle navi e dei passeggeri trasportati; ma anche in chi ha a cuore le sorti della città di Messina, e dell'intero territorio, che non merita alcun tipo di abbandono e neppure di disattenzione;
non si deve arrivare alle emergenze di Lampedusa, Linosa e Pantelleria (isolate per una settimana) per capire che esiste un problema di infrastrutture portuali da terzo mondo e di navi vecchie ed inadeguate che merita attenzione e che va risolto peraltro in tempi brevi;
la mancata presentazione del piano industriale 2004/2006, l'assenza di piano di investimenti, il ridimensionamento del servizio del collegamento veloce con Reggio Calabria, la soppressione del collegamento con l'aeroporto, la mancanza di chiarezza sul ruolo di RFI nei nuovi approdi del gommato a Tremestieri, indicano chiaramente una scarsa attenzione, se non una vera e propria volontà di disimpegno da parte di una Società che a tutt'oggi è sovvenzionata allo Stato per garantire la continuità territoriale fra la Sicilia ed il «continente» e che è tenuta a prestare un servizio uniforme in tutta Italia senza consentire che i cittadini del meridione abbiano la convinzione (in forza di esperienza vissuta quotidianamente) di un «trattamento» sostanzialmente diverso e peggiore rispetto al resto dell'Italia;
treni (locomotive e carrozze), servizi ristorante (tovagliato e posate), linee (mono binario o doppio binario) sono chiaramente differenti;
uguale è il costo del biglietto per chilometri percorsi;
non ci sono due Italie così come non ci sono due RFI;
ciò che accade è grave e va risolto con estrema urgenza;
il «meridione» può tollerare ritardi ma certo non può sopportare di essere trattato meno bene di altre zone ovvero, addirittura, di non ottenere considerazione alcuna -:
quali iniziative urgenti intendono intraprendere per far sì che RFI, o chiunque sia in dovere di farlo, mantenga l'impegno di garantire un idoneo trasporto passeggeri lungo lo Stretto di Messina adeguando navi ed infrastrutture alle esigenze di un servizio necessario rivolto a cittadini civili ed evoluti e svolto da personale competente ed attento, peraltro, spesso demotivato proprio dall'evidente disimpegno dell'Azienda per la quale lavora.
(4-08611)
trasporto di carri ferroviari sulla rotta Civitavecchia-Golfo Aranci e di carri carrozze e ferrocisterne sulla rotta Villa San Giovanni-Messina;
trasporto di gommato leggero e pesante sulla rotta Villa San Giovanni-Messina;
trasporto di passeggeri a piedi con unità veloci sulla rotta Reggio Calabria-Messina.
Attualmente Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. riceve contributi in conto esercizio, a fronte degli obblighi di servizio, ad integrazione dei corrispettivi per il trasporto marittimo dei rotabili ferroviari nonché contributi in conto capitale per la manutenzione straordinaria delle aree e delle strutture portuali in concessione e per l'acquisto e manutenzione straordinaria del naviglio impiegato nel collegamento ferroviario.
Ciò premesso Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che il servizio di trasporto espletato da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. sullo Stretto di Messina viene svolto:
sulla relazione Messina Marittima-Villa S. Giovanni con navi traghetto adibite al trasporto dei passeggeri di carri merci e carrozze ferroviarie di autovetture e veicoli commerciali;
sulla relazione Messina Marittima-Reggio Calabria con unità veloci adibite al solo trasporto di passeggeri.
Tutte le navi sono munite di certificato di classe rilasciato dal Registro italiano navale a seguito delle previste visite periodiche effettuate a bordo delle stesse.
La manutenzione dei motori macchinari ed apparati di bordo nonché le operazioni di carenamento e pitturazione vengono regolarmente programmate ed effettuate rispettando le ore di funzionamento previste e le scadenze prefissate.
Dette lavorazioni vengono prevalentemente esternalizzate ed appaltate ad imprese del settore cui recentemente viene richiesta la certificazione serie ISO 9000.
Nonostante l'età di alcune navi, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. ha curato con particolare attenzione l'adeguamento della flotta alle nuove normative sulla sicurezza.
In particolare a seguito dell'adozione del Codice internazionale ISM il settore di navigazione di Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. quale società armatrice ha sviluppato il proprio sistema di gestione della sicurezza SMS. - Safety Management System compiendo un grosso sforzo per rendere la propria struttura e la propria organizzazione rispondente ai requisiti previsti dalla nuova normativa.
In ambito S.M.S. anche la politica della società Rete ferroviaria italiana s.p.a. in materia di sicurezza e protezione ambientale viene periodicamente verificata dall'Autorità marittima (Capitaneria di porto competente per territorio) che si avvale della collaborazione di auditor del Registro Italiano Navale.
È stato inoltre completato il programma di rinnovo degli impianti di automazione che ha comportato il conseguimento della certificazione di grado di automazione IAQ1 delle navi in servizio sullo Stretto di Messina.
Con tale grado di automazione è possibile la conduzione ed il controllo delle macchine direttamente dal ponte di comando.
Per quanto concerne invece la cessazione del servizio di collegamento veloce tra Messina e l'Aeroporto «Tito Minniti» di Reggio Calabria si fa rilevare che la stessa ha avuto luogo alla data prevista di scadenza (31 ottobre 2003) della convenzione con la società So.g.a.s. che gestisce lo scalo aeroportuale reggino.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
la società Trenitalia ha annunciato al pubblico la soppressione di alcuni treni Eurostar, a partire dal 14 dicembre 2003, sulla linea Adriatica, giustificando questa decisione attraverso una nota, in cui si dichiara che le riduzioni del servizio operate sono la logica conseguenza di un'insufficiente domanda, per cui, secondo la Divisione Passeggeri, i collegamenti lungo la linea Adriatica risultano «non solo sufficienti, ma addirittura esuberanti»;
la società non ha pensato di informare preventivamente della soppressione di detti treni la Regione e le Autorità Locali coinvolte, facendo così mancare la possibilità di concordare soluzioni diverse, o alternative di trasporto valide;
la regione Marche ha più volte sollecitato Trenitalia al prolungamento fino a Pescara di due Treni Intercity da e per Milano, richiesta fino ad oggi nemmeno presa in considerazione;
in un incontro con i dirigenti di Trenitalia convocato dall'assessorato regionale ai trasporti delle Marche sarebbe inoltre emersa una serie di disservizi da parte di Trenitalia sulla tratta in questione, fra i quali: una sistematica variazione di composizione dei treni, persistenti chiusure di carrozze con conseguente innalzamento dell'indice di affollamento, una scarsa utilizzabilità di impianti accessori (servizi igienici, aria condizionata, servizio di ristorazione in carrozza), uno stato di degrado nella manutenzione delle carrozze, una frequente intempestività o assenza di informazioni ai passeggeri, soppressioni nelle stazioni delle biglietterie e dei centri di informazioni degli utenti (sta per chiudere la stazione di Fabriano), una carente manutenzione degli impianti accessori nelle stazioni quali ascensori e scale mobili -:
se risultino quali siano i parametri di valutazione per stabilire quali tratte presentino adeguate domande di trasporto e quali siano i criteri conseguenti per stabilire l'aumento o la diminuzione dei treni;
quali iniziative intenda assumere il Governo per sollecitare la società Trenitalia ad una più attenta politica della qualità del servizio e per sollecitarla ad una maggiore collaborazione e confronto con le amministrazioni locali;
considerate le peculiari condizioni socio-economiche della zona, in riferimento soprattutto alle potenzialità turistiche e quindi alla necessità di un efficiente rete di trasporto e di collegamento con il resto d'Italia e d'Europa, se non si ritenga opportuno sollecitare la società Trenitalia ad una riconsiderazione delle annunciate soppressioni.
(4-07985)
4 coppie di ES*;
2 coppie di IC;
2 coppie di ICN;
1 coppia di EXP.
Al fine di ridurre al minimo possibili disagi alla clientela, la composizione dei treni passeggeri è normalmente mantenuta costante salvo qualche possibile e non frequente eventualità che obblighi a variare la composizione prevista.
Per quanto attiene alla chiusura delle carrozze si precisa che questa viene effettuata solo in conseguenza di motivi tecnici (guasto alle batterie o a dispositivi di sicurezza) che non ne garantiscono la fruibilità alla clientela.
Ferrovie dello Stato assicura inoltre che viene dedicata particolare cura alla manutenzione del materiale rotabile per quanto attiene ai parametri di sicurezza nonché a tutte le componenti (apparecchiature, dispositivi, arredi) che contribuiscono al comfort del viaggio.
Al fine di mantenere la migliore funzionalità ed il decoro tutte le carrozze vengono sottoposte ad operazioni di manutenzione programmata secondo piani manutentivi che prevedono l'esecuzione degli interventi necessari per mantenere i veicoli in efficienza e per prevenire l'insorgenza di guasti.
Al di fuori della manutenzione programmata nel caso di avarie o anormalità accidentali vengono eseguiti interventi di riparazione specifici che mirano alla eliminazione delle cause che hanno prodotto tali anormalità.
Ferrovie dello Stato comunica infine che è in corso una radicale riqualificazione del parco vetture dedicato al servizio intercity ed ai treni notturni di qualità.
Si fa presente inoltre che nella Regione Marche le uniche stazioni dotate di ascensori e scale mobili sono le stazioni di Ancona e Pesaro; per quanto riguarda il loro funzionamento non sussistono problematiche e la manutenzione viene svolta con regolare cadenza per cui la situazione di tali impianti in relazione alla sicurezza ed alla manutenzione è sotto controllo.
Le stazioni citate insieme ad altre centouno del territorio nazionale sono state affidate in gestione nel corso dell'anno 2003 alla società Centostazioni che nell'ambito di un programma di valorizzazione provvede anche alla manutenzione ed all'esercizio degli impianti di sollevamento garantendo il rispetto delle nuove norme emanate con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 29 settembre 2003 recante «individuazione delle funzioni e compiti degli uffici speciali per i trasporti ad impianti fissi (USTIF)».
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
come denuncia il giornale Libero, di domenica 21 settembre 2003 a Roma sono stati rilasciati contrassegni di invalidità per autovetture a centinaia, tant'è che nei pressi di Camera e Senato se ne constatano moltissimi tutti i giorni;
è visibile che molto spesso il conducente non appare invalido, né porta invalidi, non si capisce quindi come possa circolare con un contrassegno di invalidità;
capita magari - ha ragione Libero - che al vero invalido non viene rilasciato alcun attestato e che il «finto invalido» riesca con furbizia ed «appoggi» ad ottenere il contrassegno -:
se intendano adottare iniziative anche normative per stroncare il fenomeno delle autorizzazioni all'accesso nei centri storici delle città concesse ai finti invalidi.
(4-07441)
«Come previsto dall'articolo 381 del Regolamento n. 495 del 1992 del nuovo Codice della Strada, il contrassegno speciale viene rilasciato dai Comuni previo accertamento sanitario presso l'Ufficio Medico Legale della ASL di appartenenza, dal quale risulti che la persona richiedente ha capacità di deambulazione sensibilmente ridotta.
Il contrassegno è nominativo, non legato a nessuna autovettura ed ha validità su tutto il territorio nazionale.
Con l'attivazione dei varchi elettronici, avvenuta il 1o ottobre 2000, i disabili residenti nel comune di Roma possono accedere alla zona a traffico limitato (ZTL) tramite Unità di bordo applicata su qualunque veicolo utilizzato, oppure comunicando alla S.T.A. S.p.A. n. 5 targhe da abbinare al contrassegno.
Con deliberazione n. 6 del 13 gennaio 2004, la Giunta comunale ha stabilito di ridurre da cinque a tre il numero delle targhe che ciascun disabile può fornire per il proprio contrassegno».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
il canone Telecom pesa enormemente sul bilancio dei cittadini, soprattutto pensionati, costretti a pagare somme elevatissime;
la Telecom sembra avere oramai abbandonato il progetto di abolizione del canone predetto -:
se non ritenga di dover assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte all'abolizione del canone di abbonamento Telecom, in modo da venire incontro alle attese di tutti i cittadini.
(4-10715)
Ciò premesso si specifica che il canone di abbonamento alla società Telecom Italia - di cui viene richiesta l'abolizione - trova la sua ragione d'essere nella copertura dei costi di realizzazione e manutenzione della linea telefonica di accesso, vale a dire della porzione di rete necessaria a collegare l'utente alla più vicina centrale telefonica di Telecom, collegamento che è ad esclusiva disposizione dell'utente, indipendentemente dall'utilizzazione che ne viene fatta.
È possibile, pertanto che il costo del canone possa risultare, nel caso in cui l'utente effettui poche telefonate, superiore o, comunque, sproporzionato rispetto al costo delle telefonate stesse.
Il mantenimento del canone di abbonamento trova fondamento nel quadro regolamentare in materia di comunicazioni elettroniche; la normativa comunitaria e la conseguente normativa nazionale, infatti, stabiliscono che l'operatore notificato quale avente una notevole forza di mercato (SMP) nel settore della telefonia fissa - quale Telecom Italia - adotti un sistema contabile a fini regolamentari (la cosiddetta contabilità regolatoria) nel quale le voci di costo e ricavo relative alla rete di accesso sono separate da quelle relative alla rete di trasporto, ovvero la rete che interconnette tutte le centrali telefoniche dell'operatore e che viene utilizzata per trasportare una chiamata telefonica sul territorio nazionale.
Tale sistema di contabilizzazione permette di verificare che i costi relativi alla rete di accesso siano integralmente coperti dagli introiti derivanti dai canoni di abbonamento e che i costi relativi alla rete di trasporto siano coperti dagli introiti
Attraverso la contabilità regolatoria, inoltre, è possibile vigilare sull'osservanza del divieto di coprire i costi di uno dei suddetti comparti (reti di accesso e rete di trasporto) con i ricavi originati dall'altro (il cosiddetto divieto di sussidio incrociato tra aggregati contabili regolatori).
La disposizione, inoltre, sembra rispondere al principio di equità tra gli utenti: se, infatti, venisse abolito il canone di abbonamento ed i costi della rete di accesso fossero coperti con gli introiti del traffico telefonico, gli utenti che effettuano chiamate telefoniche in misura superiore alla media si vedrebbero addebitati, nella fattura telefonica, non solo i costi fissi relativi alla propria linea telefonica, ma anche, in quota parte, i costi fissi relativi alle linee telefoniche che effettuano poche o, addirittura, nessuna telefonata.
Di contro, un utente che non effettuasse chiamate farebbe pagare agli altri utenti il costo fisso della propria linea telefonica che continuerebbe ad essere attiva ed a sua disposizione nonostante il nullo o scarso utilizzo.
Il divieto di sussidio incrociato, inoltre, risponde all'esigenza di favorire lo sviluppo della concorrenza del mercato dell'accesso, impedendo alla Telecom di offrire in modalità forfetaria servizi (accesso e traffico) che hanno costi differenti e presentano un diverso grado di concorrenza.
La richiesta di abolizione del canone, inoltre, non può trovare giustificazione nella presenza sul mercato di offerte commerciali di operatori concorrenti di Telecom Italia che non ne richiedono il pagamento.
Tali operatori, infatti, collegano direttamente l'utente attraverso proprie infrastrutture o prendono in affitto da Telecom la linea telefonica dell'utente (cosiddetto accesso disaggregato o unbundling local loop) pagando essi stessi, in questo secondo caso, il canone di locazione a Telecom Italia.
Non sussistendo a carico dei suddetti operatori alternativi alla Telecom il divieto di sussidio incrociato, pertanto, gli stessi possono coprire i costi derivanti dall'affitto della linea attraverso i proventi di altri servizi come, ad esempio, il traffico telefonico.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
le tariffe ADSL praticate in Italia sono molto superiori a quelle praticate in altri paesi;
in particolare esse risultano essere tre volte superiori a quelle applicate in Francia -:
se il Governo sia a conoscenza di sperequazioni così vistose per gli utenti italiani di tecnologia ADSL e dei motivi che possano determinarle.
(4-11431)
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni regolamenta le condizioni tecniche ed economiche dei soli servizi intermedi, vale a dire di quei servizi che l'operatore notificato (Telecom Italia) offre agli operatori concorrenti al fine di consentire a questi ultimi la formulazione delle relative offerte ai clienti finali.
I principali servizi intermedi sono l'unbundling - che a sua volta prevede due tipologie di offerta dette full unbundling e shared access - ed il servizio di ADSL wholesale (cosiddetta ADSL all'ingrosso).
La differenza consiste nel fatto che nel caso di full unbundling l'operatore concorrente noleggia da Telecom Italia il doppino telefonico al quale connette direttamente i propri apparati a larga banda per l'offerta dei servizi ADSL e tali apparati sono ospitati all'interno della centrale Telecom a fronte di un ulteriore costo relativo allo spazio occupato, mentre nel caso dello
L'offerta ADSL wholesale, infine, consiste nella utilizzazione, da parte di Telecom Italia, del doppino telefonico per realizzare gli accessi ADSL che vengono consegnati all'operatore concorrente solo in un numero limitato di punti raccolta a livello regionale.
La principale differenza rispetto all'unbundling sta nel fatto che l'operatore concorrente sostiene meno investimenti, ma ha un minor controllo sulle prestazioni dei servizi offerti in quanto la rete di accesso è completamente controllata da Telecom.
Le tipologie di servizi intermedi differiscono, inoltre, sotto il profilo del prezzo che, nel caso dell'unbundling, tiene conto del costo effettivo della rete (orientamente al costo), mentre per l'ASDL wholesale è pari al prezzo di offerta finale all'utente (praticato da Telecom) ridotto di un margine compreso fra il 47 per cento ed il 55 per cento a seconda del tipo di offerta.
Tale percentuale di riduzione serve all'operatore concorrente per replicare all'offerta di Telecom Italia ed ottenere adeguati margini di redditività ed invero, ogni volta che Telecom effettua una variazione dei prezzi finali ai propri clienti, deve, al contempo, prevedere una corrispondente variazione dei prezzi dei servizi ADSL wholesale.
Tutto ciò premesso si fa presente, per quanto attiene la rappresentata differenza dei prezzi di tali servizi fra Italia e Francia, che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha segnalato che i prezzi del full unbundling e dello shared access praticati dalla Telecom sono, rispettivamente di 8,30 euro/mese e di 2,80 euro/mese, mentre l'operatore dominante francese (France Telecom) offre gli stessi servizi a 10,50 euro/mese e 2,90 euro/mese.
In merito al servizio ADSL wholesale il confronto appare più problematico in quanto i prezzi variano in funzione della configurazione dell'accesso, del valore della banda minima garantita, del numero degli accessi che vengono assicurati su uno stesso collegamento dati; tuttavia considerata una configurazione tipo (che prevede 640 kbit/s di velocità massima, 25 kbit/s di velocità minima garantita) l'offerta di Telecom Italia per ogni singolo accesso, è pari a 19,00 euro circa di canone mensile mentre quella di France Telecom è, per lo stesso periodo, di circa 21 euro.
Stando ai suddetti dati appare che il quadro generale dei prezzi dei servizi all'ingrosso praticati in Italia sia comparabile con quello esistente in Francia, almeno per quanto attiene alle offerte all'ingrosso praticate dagli operatori dominanti soggetti ad obblighi regolamentari.
La differenza dei costi riguardanti i servizi ADSL, per gli utenti finali, di cui è cenno nell'atto parlamentare in esame, invece, sembra verosimilmente imputabile alla diversa dinamicità del mercato francese, dovuta alle differenti strategie commerciali praticate dagli operatori concorrenti.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il 13 ottobre 2003, presso l'ospedale Bambino Gesù di Roma, decedeva, straziata dagli effetti devastanti di una cancrena gassosa, Ylenia Canelli, di soli sedici anni;
la giovane, in data 24 settembre 2003, alla guida del suo motorino, era rimasta coinvolta in un incidente stradale in via Papiria a Roma, a seguito del quale veniva ricoverata presso il pronto soccorso del policlinico Casilino, dove i sanitari, riscontrato un trauma da frattura del femore e dell'acetabolo destri, provvedevano agli accertamenti radiografici ed agli interventi di sutura delle ferite riportate;
nel corso delle circa sette ore di permanenza presso il pronto soccorso del policlinico Casilino le condizioni di salute
risulta all'interrogante che i sanitari di turno presso il policlinico Casilino avrebbero ingiunto ai familiari di Ylenia di accettare il trasferimento della giovane presso l'ospedale Spolverini di Ariccia, sostenendo che nessuna delle strutture ospedaliere della Capitale fosse in condizione di assicurarne il ricovero, a causa dell'accertata indisponibilità di posti letto;
trasferita la giovane all'ospedale Spolverini di Ariccia alle ore 17 circa del 24 settembre 2003, il medico di turno praticava immediatamente un intervento di trazione dell'osso, innestando un supporto metallico nel femore;
nelle ore a seguire, e fino al giorno successivo, si sono progressivamente evidenziati i primi sintomi di un ulteriore aggravamento della paziente, culminati nelle tipiche manifestazioni collegate all'insorgenza di cancrena;
nonostante le ripetute ed angosciate richieste di intervento dei familiari, Ylenia sarebbe stata visitata soltanto alle ore 15 del 25 settembre dai medici del nosocomio, i quali avrebbero esortato la paziente ed i familiari a rimanere tranquilli, essendo «la situazione sotto controllo»;
l'invito a non allarmarsi sarebbe stato ribadito dallo stesso primario del reparto in cui era stata ricoverata Ylenia, nonostante i sintomi della cancrena in atto si manifestassero con evidenza percepibile anche da chi non fosse in possesso di alcuna cognizione di carattere medico-chirurgico;
a fronte dell'inarrestabile aggravamento dello stato di salute della giovane paziente, alle ore 18 del 26 settembre 2003 veniva chiesto il trasferimento in un ospedale dotato di reparto di rianimazione, con diagnosi circoscritta esclusivamente alle fratture ossee riportate a seguito dell'incidente nonché all'insorgenza di una sintomatologia anemica;
ottenuta la disponibilità del reparto di rianimazione dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, veniva quindi disposto il trasferimento di Ylenia nella principale struttura ospedaliera pedriatrica della capitale, presso la quale veniva immediatamente diagnosticata una cancrena gassosa ormai diffusa nell'intero organismo;
nonostante sia stata assistita in modo esemplare dai sanitari e dal personale infermieristico dell'ospedale Bambino Gesù per tutto il periodo di ricovero, Ylenia ha cessato di vivere il 13 ottobre 2003;
la vicenda di Ylenia Canelli presenta profili inspiegabili e sconcertanti laddove si consideri, accanto all'atavico dramma della insufficiente capacità recettiva delle strutture ospedaliere del Paese, che i progressi realizzati nel campo della medicina consentono oggi di prevenire con relativa facilità l'insorgenza di cancrena o, comunque, di contrastarne efficacemente gli sviluppi in presenza di diagnosi tempestiva;
è assolutamente necessario accertare le gravi responsabilità che emergano dall'episodio descritto in premessa e, conseguentemente applicare le sanzioni più severe a coloro che risultassero responsabili -:
quali iniziative di propria competenza intenda assumere e, in particolare, se non ritenga di procede ad un'ispezione, esercitando i poteri di cui all'articolo 115 del decreto legislativo n. 112 del 1998;
quali atti intenda porre in essere affinché in futuro non abbiano più a ripetersi analoghe vicende.
(4-08029)
L'Assessorato alla sanità, dopo l'accaduto e dopo essere stato informato della istituzione, da parte della ASL RM H, di una Commissione d'indagine, ha sollecitato,
In data 26 novembre 2003, la stessa Azienda ha comunicato di aver trasmesso, alla luce degli accertamenti svolti, tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Velletri per le ritenute indagini in merito ai comportamenti di alcuni professionisti sanitari.
L'Assessorato alla sanità, in data 23 dicembre 2003, ha interpellato il Direttore generale della Azienda, in merito all'opportunità di attivare iniziative di ordine disciplinare, in quanto «Sembrano emergere... profili di condotte professionali erronee, connotate quanto meno da negligenza da parte di alcuni sanitari intervenuti...», come risulta dalla suddetta comunicazione della Azienda.
A tal riguardo, il Ministero della giustizia segnala che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, in riferimento al decesso della giovane Ylenia Canelli, il 10 novembre 2004 ha iscritto il procedimento penale n. 9372/04 Mod. 21; è stata acquisita, inoltre, tutta la relativa documentazione medica, nonché la consulenza tecnica del medico legale, disposta dalla Procura della Repubblica di Roma. Allo stato, sono in corso ulteriori atti istruttori.
L'ufficio requirente ha precisato, inoltre, che il citato provvedimento è scaturito dal provvedimento n. 6436/03 Mod. 44 (a carico di ignoti), iscritto il 30 settembre 2003.
Il competente Assessorato ha confermato di seguire con la massima attenzione gli esiti giudiziari della vicenda.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
la signora Giovanna Muscas, di 54 anni residente a Ussana, piccolo centro del sud della Sardegna, è madre di tre figli, una ragazza, Claudia di 20 anni, e due ragazzi, Fabrizio, di 17 anni deceduto nel febbraio 2003 e Marco, diciannovenne, attualmente in vita vegetativa;
il marito, Giampaolo Cocco, è morto improvvisamente il 23 dicembre 2002 dopo tre mesi di sofferenza legata ad un tumore all'esofago;
i due figli maschi sono stati colpiti, nel gennaio del 1992, da una malattia rara, l'andrenolecodistrofia, già nota all'opinione pubblica grazie al film «L'olio di Lorenzo»;
tale patologia si accanisce nella distruzione della mielina, portando lentamente ma progressivamente alla morte dopo un coma vegetativo irreversibile;
da quando Fabrizio e Marco avevano rispettivamente 8 e 6 anni, la signora Muscas vive relegata all'interno delle pareti domestiche accudendo i propri figli e, per ultimo in ordine di tempo, il marito, 24 ore al giorno con l'aiuto della sorella e della figlia Claudia;
grazie alle cure e gli accertamenti ricevuti presso la divisione di neuropsichiatria infantile dell'ospedale «Giuseppe Brotzu» di Cagliari, Marco e Fabrizio sono cresciuti e sono stati cresimati dall'arcivescovo di Cagliari, monsignor Ottorino Pietro Alberti;
il figlio maschio superstite, Marco, titolare di una pensione d'invalidità del 100 per cento ed in attesa della pensione di cieco assoluto, vive oggi solo grazie ai medicinali e all'«olio di Lorenzo» che gli vengono iniettati direttamente nell'esofago e dell'assistenza di un progetto mirato dei servizi sociali assicurata per due ore al giorno da un gruppo di giovani, riuniti in cooperativa;
la Asl n. 8 di Cagliari gli fornisce una parte di medicinali e presidi sanitari, peraltro insufficienti, mentre il resto del materiale occorrente per le cure, deve essere acquistato dalla signora Muscas;
nonostante i «viaggi della speranza» del piccolo Marco, al Bambino Gesù di Roma e all'istituto Besta di Milano, è stato drammaticamente riscontrato che la scienza
il signor Cocco, di professione muratore, ha effettuato versamenti previdenziali per circa 13 anni e, nonostante questo, la signora Muscas non ha diritto al 70 per cento della pensione di reversibilità;
questa madre coraggiosa di 54 anni ha effettuato versamenti previdenziali per 14 anni quando lavorava come artigiana prima e come bracciante agricola dopo, e se vorrà ottenere, fra 6 anni, la pensione minima, dovrà effettuare dei versamenti per altri due anni -:
quali provvedimenti possano essere adottati in favore della signora Muscas che, condannata all'infelicità, ha bisogno di un aiuto concreto per far fronte alle difficoltà legate non solo alla mancanza, attuale, di denaro ma anche alla normativa previdenziale.
(4-06790)
Relativamente agli aspetti sanitari evidenziati, occorre specificare che la patologia in discussione è inclusa nell'elenco allegato al decreto del Ministro della sanità 18 maggio 2001, n. 279 «Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera, b) del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124», pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2001), rientrando nell'ambito del gruppo delle «leucodistrofie».
Per detta malattia viene garantita, pertanto, una adeguata assistenza sanitaria, come previsto dall'articolo 6 del citato decreto, «l'assistito riconosciuto esente ha diritto alle prestazioni di assistenza sanitaria,..., incluse nei livelli essenziali di assistenza, efficaci ed appropriate per il trattamento ed il monitoraggio della malattia dalla quale è affetto e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti».
Per quanto concerne la vicenda della signora Muscas, riportata nell'interrogazione in esame, l'Ufficio territoriale del Governo di Cagliari ha comunicato che, nel corso del 2003, il comune di Ussana ha concesso alla signora un sussidio di euro 1.330 e che la stessa gode dell'assistenza domiciliare.
La signora Muscas non usufruisce di alcuna pensione, mentre percepisce per il figlio Marco una pensione di invalidità prefettizia e indennità di accompagnamento per i ciechi civili assoluti, per un importo mensile di euro 864.
Allo stato attuale, la condizione economica del predetto nucleo familiare è tale da rendere necessario un ulteriore aiuto economico, perché negli ultimi tempi sono state sostenute rilevanti spese dovute, oltre alla continua assistenza per il figlio, anche a spese funerarie per altri familiari.
A seguito di un appello rivolto al Presidente della Repubblica, la Signora Muscas ha ricevuto un contributo straordinario nel mese di ottobre 2003.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
l'azienda sanitaria locale di Salerno ha rilasciato al sig. Avallone Francesco, nato il 3 settembre 1942 a Fiume d'Italia un improbabile tesserino, sanitario nel quale lo stesso risulta nato nella Repubblica di Bosnia Erzegovina;
di fronte alle rimostranze della persona in questione, gli addetti dell'Asl gli hanno risposto che si trattava di un errore dovuto al sistema informatico;
sarebbe opportuno informare gli eruditi estensori del tesserino che Fiume è appartenuta al Regno d'Italia fino alla sua cessione alla Jugoslavia a seguito del Trattato di pace del 10 febbraio 1947 e che a seguito dell'estinzione della Jugoslavia è ora appartenente alla Repubblica di Croazia;
appurato dunque che mai e poi mai Fiume sta o sia stata nella Bosnia Erzegovina, va comunque ricordato che la legge 15 febbraio 1989, n. 54, prescrive che i documenti di cittadini nati in territori ex italiani abbiano il diritto di veder riportato sui documenti l'indicazione del solo comune di nascita in italiano senza nessun altra specificazione -:
se si sia a conoscenza che ipotesi analoghe a quelle citate in premessa continuano quotidianamente ad accadere in diverse pubbliche amministrazioni;
quali iniziative si intendano adottare in proposito e se non si ritenga di richiamare le Amministrazioni pubbliche all'osservanza delle disposizioni della legge 54 del 1989.
(4-10278)
Gli operatori, in servizio alla ricezione delle scelte e/o revoche, da parte degli utenti, dei medici di medicina generale e dei medici pediatri, sono strettamente vincolati alle tabelle del sistema stesso, al momento dell'inserimento dei relativi dati.
«Nel caso del Signor Avallone, probabilmente, l'operatore dopo l'inserimento del luogo di nascita "Fiume d'Italia", riscontrato che lo stesso non faceva parte del territorio italiano, ha dovuto indicare lo Stato Estero di appartenenza poiché la procedura richiedeva obbligatoriamente la specifica del dato de quo.
Questa Azienda, ai fini dell'applicazione della legge 54 del 1989, ha prontamente inoltrato specifica segnalazione alla Ditta fornitrice del software affinché vengano apportate le necessarie modifiche al software medesimo».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
nei giorni scorsi è stata recapitata alla cittadina italiana Maria Sain, abitante a Santa Maria delle Mole (Roma) una intimazione delle autorità croate alla consegna di un proprio immobile esistente nel comune di Verteneglio (Istria ex zona B);
in particolare, il documento firmato dal «rappresentante del comune di Verteneglio» adduceva che, gli immobili descritti e registrati nel comune catastale di Verteneglio ai numeri civici 411/1 e 411/2, erano «tenuti in possesso illegalmente, offendendo i diritti di proprietà del comune di Verteneglio, che nei libri tavolari del tribunale comunale di Buie risulta proprietario degli stessi beni» e si invitava «a consegnare al comune di Verteneglio entro 15 giorni i suddetti beni immobili svuotati da oggetti e persone» Si aggiungeva anche che in caso contrario si sarebbe richiesto il «pagamento dell'utile dovuto all'uso dei beni negli ultimi 5 anni come pure dell'indennizzo dei danni causati su detti beni»;
in realtà, gli eredi della famiglia Pilastro hanno da sempre mantenuto il possesso degli immobili in oggetto e pagato regolarmente le tasse comunali e statali sugli stessi; i beni in oggetto erano stati abusivamente nazionalizzati dalla Repubblica Socialista di Croazia con la decisione UP/I-03/1-1159-4/73 di data 7 gennaio 1974 ma una successiva ed ultimativa decisione del 12 aprile 1978, del Segretariato comunale per gli affari amministrativi e di ispezione, sospendeva l'esecuzione amministrativa del sopraccitato decreto «per quanto riguarda il passaggio alla proprietà sociale dei beni immobili» sopra indicati;
da tutto ciò si desume che non vi è mai stata nazionalizzazione di quei beni e le attuali pretese delle attualità croate sono palesemente lesive dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani -:
quali passi voglia intraprendere il Ministro, nello specifico caso, a tutela e
(4-11690)
Nel caso specifico, è stata interessata, nel febbraio 2004, la nostra Ambasciata a Zagabria ed il nostro Consolato generale a Fiume circa l'istanza della signora Sain (vedova Pilastro), volta ad ottenere il recupero di un bene immobile sito nel Comune di Verteneglio, nazionalizzato dal comune di Buie con decisione del 1974.
Il Consolato generale a Fiume, il 12 marzo 2004, ha fornito direttamente all'interessata gli elementi di valutazione e di riscontro richiesti. In particolare, è stato segnalato che, disponendo del numero di partita tavolare e di particella catastale, sarebbe stato possibile chiedere al tribunale di Buie il rilascio dell'estratto tavolare storico (con decorrenza 1947), che riporta cronologicamente «la vita» del bene (descrizione, passaggi di proprietà, provvedimenti vari, quali la nazionalizzazione, eventuali diritti pendenti). La richiesta di libera disponibilità dell'immobile non sarebbe evidentemente stata concessa dalle Autorità jugoslave, in quanto il bene in questione non risulta nelle liste di tali beni compilate a seguito degli accordi in materia.
Il Consolato generale a Fiume ha, inoltre, richiamato l'attenzione dell'interessata in merito alla «Legge sulle modifiche ed integrazioni alla legge sull'indennizzo del patrimonio tolto durante il periodo del regime comunista jugoslavo», emanata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale croata che ha abrogato alcuni articoli, di una precedente legge del 1996, che escludevano i cittadini stranieri dalla possibilità di ottenere l'indennizzo dei beni nazionalizzati o confiscati. La legge in questione è stata pubblicata il 5 luglio 2002 sulla Gazzetta Ufficiale n. 80.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
le persone affette da Hiv, in Italia, sono oltre centomila;
nel 2002 le nuove infezioni sono state circa quattromila;
oltre cinquemila sono multidrug resistent -:
quali iniziative intenda assumere per contrastare ancora più efficacemente il virus dell'Hiv.
(4-09503)
a) il monitoraggio dell'infezione da HIV;
b) strategie terapeutiche;
c) strategie terapeutiche alternative;
d) problematiche cliniche specifiche;
e) popolazioni particolari (immigrati, tossicodipendenti, detenuti, donne, gravidanza e neonato, infanzia e adolescenza).
Il Ministero della salute, nell'ambito della suddetta Commissione nazionale, sta elaborando uno specifico «Sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi di HIV», anche alla luce dei recenti cambiamenti intervenuti nello sviluppo storico della patologia AIDS e, in particolare, dell'introduzione di nuovi e più potenti farmaci antiretrovirali, che rendono insufficiente la rilevazione dei casi di AIDS, ai fini della stima dei soggetti con infezione da HIV. L'entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante il codice in materia di protezione dei dati personali, ha configurato la normativa da applicare circa la raccolta dei dati personali che afferiranno al sistema di sorveglianza che si propone di attivare, le cui finalità sono di esclusivo interesse epidemiologico, utilizzando peraltro solo strumenti statistici.
Il Ministero della salute si è adeguato con tempestività ai principi della Dichiarazione di Dublino relativa all'Unione per combattere l'HIV/AIDS in Europa e in Asia Centrale, firmata il 24 febbraio 2004.
L'organo politico ha convocato, il successivo 12 marzo, la Commissione Nazionale per l'AIDS e le altre malattie emergenti e riemergenti, con l'obiettivo di redigere un Piano per la lotta all'AIDS per il triennio 2004-2006, che tenesse conto dei principi contenuti nella richiamata Dichiarazione.
La Commissione ha liquidato, nella riunione del 24 giugno 2004, un documento tecnico, denominato «Indirizzi per la programmazione di interventi e lotta contro l'AIDS nel triennio 2004-2006», trasmesso al Ministro della salute per le valutazioni; tale documento, rappresentando l'ulteriore sviluppo di quello definito a Dublino, fornisce una risposta alle domande che provengono, non solo dal recente Congresso di Bangkok, ma anche dalle comunità scientifiche, a livello nazionale ed internazionale, e dalla collettività.
Il documento, elaborato anche con il concorso dei rappresentanti designati dalla Conferenza Stato-regioni, può rappresentare un'utile ipotesi di discussione per l'elaborazione di un testo da approvare nella forma di Accordo o Intesa Stato-regioni.
Con riferimento alle macroaree, identificate nella Dichiarazione di Dublino, vengono proposte azioni prioritarie, finalizzate al contenimento della diffusione dell'infezione da HIV e all'ottimizzazione dell'assistenza, in raccordo, con azioni specifiche, sia di tipo «verticale», indirizzate a specifiche popolazioni a rischio, sia di tipo «trasversale», coinvolgenti più popolazioni o la popolazione in generale.
La mutata epidemiologia dell'infezione da HIV nel nostro Paese, così come nella gran parte dei Paesi occidentali, rende, in pratica, esposta l'intera popolazione, che, pertanto, dev'essere destinataria di opportune campagne di sensibilizzazione ed educazione.
Alcune popolazioni, tuttavia, rimangono maggiormente vulnerabili ed alcuni ambienti sociali rappresentano, in ragione della loro valenza simbolica e sociale, «luoghi» privilegiati per la realizzazione di interventi preventivi ed educativi.
In conformità con quanto raccomandato nella citata Dichiarazione, le azioni identificate
Le azioni «trasversali» già citate, riguardano i programmi di formazione in tema di HIV, l'offerta del test HIV volontario, la sorveglianza dell'infezione da HIV e MST, la sorveglianza delle infezioni HIV/TB/Virus Epatite, l'accesso universale all'assistenza e cura, gli interventi sociali e del volontariato sociale, i progetti di ricerca, le relazioni internazionali.
Per quanto riguarda la situazione epidemiologica del nostro Paese, si è osservata una drastica diminuzione di nuovi casi di AIDS, a seguito dell'introduzione della terapia antiretrovirale combinata, anche se il numero di nuove infezioni è ancora abbastanza elevato (circa 3.000/anno).
Questa situazione comporta, con l'aumento della sopravvivenza delle persone sieropositive, una tendenza ad un lieve incremento del numero di persone infette, stimato oggi intorno a 120.000.
Devono essere riconosciuti gli indubbi successi ottenuti, persistendo, tuttavia, la necessità di un incremento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica e di stanziamenti consistenti per maggiori fondi alla ricerca.
Al momento attuale, in Italia, il problema maggiore è che, nel 50 per cento dei casi, la sieropositività è scoperta al momento della diagnosi di AIDS conclamato; questo ritardo diagnostico è la conseguenza dell'aumento di casi in soggetti non tossicodipendenti, attribuibile alla bassa percezione del rischio nelle persone che contraggono l'infezione per via sessuale.
Il Ministero della salute ha realizzato campagne di informazione e di prevenzione ai fini del contenimento della diffusione della epidemia di HIV, con una serie di iniziative a carattere nazionale, mirate a favorire l'accesso al relativo test e l'adozione di misure di prevenzione, nel rispetto dei principi della non discriminazione e della privacy.
Si è inteso in particolare tutelare la popolazione femminile, anche nel quadro più ampio della tutela della salute riproduttiva e del controllo delle malattie sessualmente trasmesse, nonché di avviare o consolidare le iniziative rivolte alla fasce deboli della popolazione.
Nelle campagne informative realizzate, il target dei soggetti destinatari è stato individuato nella popolazione generale.
Il Piano di comunicazione integrato per la lotta contro l'AIDS approvato dal Ministro della salute il 30 aprile 2004, nell'ambito della VII campagna informativa-educativa 2003-2004, prevede l'utilizzo di diversi mezzi di comunicazione, rivolti al target della popolazione giovanile e generale, da svolgersi soprattutto durante l'estate; tali iniziative, che interessano tutto il territorio nazionale, sono state avviate nello scorso mese di giugno.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
sono sempre più numerosi i clienti Telecom che lamentano l'attivazione di servizi telefonici aggiuntivi senza che questi siano stati espressamente richiesti dagli stessi;
la disattivazione di tali servizi comporta spese e disagi per gli interessati;
questa procedura sembra essere diventata una prassi consolidata e, almeno finora, i clienti non sembrano avere adeguati mezzi a loro disposizione per tutelarsi -:
quali urgenti iniziative normative intenda assumere affinché questi abusi abbiano termine e per individuare forme di ristoro per il disagio subito, a favore dei clienti delle compagnie telefoniche;
quali forme di penalizzazioni intenda adottare nei confronti della società qualora
(4-11666)
Si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni cui compete lo svolgimento dell'attività di vigilanza sui servizi forniti dagli operatori, ai sensi delle disposizioni di cui alla legge n. 249 del 1997, ha da tempo istituito un gruppo di lavoro - denominato ufficio gestione segnalazioni «UGS» - allo scopo di esaminare le segnalazioni del tipo di quelle indicate dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde.
Nel quadro dello svolgimento di tale attività di controllo e con specifico riferimento alla fattispecie in esame, il competente dipartimento dell'Autorità ha segnalato, per i conseguenti provvedimenti sanzionatori, le anomalie riscontrate relativamente ad attivazioni non richieste del servizio di preselezione automatica e di unbundling.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la prima sezione del Consiglio di Stato, in data 17 marzo 2004, in relazione al quesito del Ministero della Salute, riguardante l'eventuale obbligatorietà dell'iscrizione ai rispettivi albi professionali dei sanitari dipendenti da amministrazioni pubbliche, ha specificato che l'obbligatorietà dell'iscrizione è affermata da alcune decisioni della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, da un parere del Consiglio di Stato, da sentenze della corte di cassazione;
questo indirizzo riposa sulla considerazione che l'obbligo di iscrizione non è correlato allo status lavorativo, ma alla circostanza oggettiva dell'esercizio dell'attività professionale ed alla soggezione che ne deriva alle norme che costituiscono la deontologia professionale;
sempre la prima sezione del Consiglio di Stato, alla stessa data, ha specificato, però, che di recente la Corte di Cassazione (sezione VI, 1 luglio 2003 n. 28306) si è espressa nel merito in senso negativo, richiamandosi all'articolo 3 del decreto-legislativo del capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, che attribuisce al consiglio dell'ordine il potere di disciplinare nei confronti dei soli «sanitari liberi professionisti» (comma 1, lettera f) all'articolo 10 dello stesso decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato secondo il quale «i sanitari che siano impiegati in una pubblica amministrazione ed ai quali... non sia vietato l'esercizio della libera professione, possono essere iscritti all'albo», all'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 1950, n. 221, il quale afferma che «l'iscrizione all'albo dà diritto al libero esercizio della professione in tutto il territorio della Repubblica»;
la prima sezione del Consiglio di Stato condivide esplicitamente la conclusione cui è pervenuta la Corte di Cassazione nella sentenza citata;
sempre secondo la prima sezione del Consiglio di Stato dalle indicazioni fornite dalle norme citate emerge «con chiara evidenza che l'iscrizione all'ordine professionale è obbligatoria per i liberi professionisti, facoltativa per coloro che esercitano la professione alle dipendenze di amministrazioni pubbliche» aggiungendo la considerazione che per la quasi generalità delle professioni l'iscrizione all'albo è vietata agli impiegati pubblici (fra le altre, sulla professione di ingegnere ed architetto, l'articolo 7 del R.D. 23 dicembre 1925, n. 2537; sulla professione di geometra, l'articolo 7 del R.D. 11 febbraio 1929, n. 271; sulla professione di attuario, l'articolo 6 della legge 9 febbraio 1942, n. 194; sulla professione di commercialista,
secondo il parere della prima sezione del Consiglio di Stato, essendo questo il quadro normativo di riferimento, si comprende come la giurisprudenza abbia potuto attribuire «valenza meramente descrittiva al dissonante disposto dell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, secondo il quale appartengono al ruolo sanitario del servizio sanitario nazionale i dipendenti iscritti ai rispettivi ordini professionali»;
in ogni caso, dalle norme contenute nel citato decreto del Presidente della Repubblica n. 761 del 1979, alle quali faceva riferimento il Parere del Consiglio di Stato n. 330 del 1999, è stata prevista la disapplicazione dall'articolo 52, comma 1, lettera d) del contratto collettivo nazionale del lavoro 20 settembre 2001;
come esplicitato infine ancora dalla prima sezione del Consiglio di Stato, sempre in data 17 marzo 2004, «resta da osservare, con riferimento alle norme di cui è fatta menzione nella relazione dell'amministrazione, che l'articolo 1, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 483, e l'articolo 2, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 2001, n. 220, concernenti la disciplina di accesso nei ruoli del personale sanitario del servizio sanitario nazionale, vanno interpretati, secondo il corretto impiego dei canoni di ermeneutica giuridica, in modo coerente con le indicazioni desumibili dal sistema generale in cui sono inserite. Sicchè deve ritenersi che il requisito dell'iscrizione all'albo professionale in essi previsto si riferisca ai soli candidati che non siano già dipendenti del Servizio sanitario e sia necessario soltanto ai fini dell'ammissione alla procedura concorsuale. Questa interpretazione, d'altra parte, vale anche ad evitare riflessi sotto il profilo della legittimità delle norme citate, che, avendo natura regolamentare, devono uniformarsi alla disciplina posta dalle fonti primarie;
la prima sezione del Consiglio di Stato ha espresso infine il parere esplicito, secondo cui allo stato della legislazione l'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo riguarda soltanto i liberi professionisti, non pure i sanitari dipendenti pubblici, salvo che non siano autorizzati ad esercitare anche la libera professione;
il collegio provinciale di Cagliari dell'Ipasvi a quanto risulta all'interrogante, avrebbe dato mandato, nelle scorse settimane, ad una società di recupero crediti per la costituzione in mora per diversi dipendenti pubblici in relazione a quote associative obbligatorie impagate -:
se tale procedura possa risultare alla luce del parere particolarmente articolato della prima sezione del Consiglio di Stato di cui sopra e dell'attuale giurisprudenza in vigore corretta e sostenibile.
(4-11609)
La Prima Sezione del Consiglio, con il parere n. 133 del 17 marzo 2004, si è espressa nel senso che «allo stato della legislazione, l'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo riguarda soltanto i liberi professionisti, non pure i sanitari dipendenti pubblici, salvo che non siano autorizzati ad esercitare anche la libera professione».
Il Ministero della salute ha inviato copia del parere a tutte le Federazioni interessate, per dovere di informazione e per le eventuali iniziative di competenza.
In merito all'iniziativa del Collegio I.P.A.S.V.I. della provincia di Cagliari, la competente Prefettura - Ufficio territoriale
Per quanto concerne la questione di maggiore interesse nel contesto, nell'esposizione del citato parere sarebbe chiaramente ed esplicitamente riconosciuto che l'iscrizione all'Albo - obbligatoria, come detto, per i liberi professionisti - è possibile, ma solo facoltativa, per coloro che esercitano la propria attività alle dipendenze della Pubblica amministrazione, difformemente rispetto a quanto accade per altre professioni, per le quali l'iscrizione al rispettivo ordine od albo è vietata per i dipendenti pubblici.
Nel confermare che il Collegio degli Infermieri si è attivato per ottenere il pagamento delle quote da parte di alcuni iscritti dipendenti pubblici, il Presidente dell'I.P.A.S.V.I. ha sottolineato che i medesimi hanno volontariamente presentato - sebbene ciò sia, si ripete, solo facoltativo - regolare domanda d'iscrizione e sono dunque tenuti, conseguentemente, a corrispondere le prescritte quote associative.
Coloro per i quali è stata attivata tale procedura di recupero non avrebbero peraltro mai presentato domanda di cancellazione dall'Albo, né risulta che abbiano comunque rinunciato all'iscrizione; gli interessati vengono ritenuti quindi semplicemente morosi nei confronti del loro ordine professionale, con la precisazione che, in costanza d'iscrizione, il Collegio ha il dovere istituzionale di provvedere al recupero delle quote da parte di tutti gli iscritti, senza entrare nel merito se essi siano liberi professionisti ovvero dipendenti pubblici, autorizzati o meno a svolgere la libera professione».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
da pochi giorni (31 settembre 2004) risulta essere terminata l'utilizzazione di lavoratori interinali, cui si era fatto ricorso nei mesi scorsi per evitare la chiusura di numerosi sportelli postali di piccoli comuni (oltre una trentina) della zona sud della provincia di Salerno;
è ancora recente il ricordo delle molteplici manifestazioni di protesta per la sopravvivenza dei detti uffici svoltesi nell'estate appena trascorsa e dell'incontro del Ministro delle comunicazioni con delegazioni locali in cui fu assicurata la sopravvivenza degli sportelli postali dei piccoli comuni della zona sud della provincia di Salerno ed, in particolare, del Cilento;
tale vasta area (comprendente oltre settanta comuni costieri ed interni da Agropoli a Sapri), risulta essere stata impropriamente suddivisa e scorporata dal suo insieme ed oggi dipende, in parte, dalla Filiale Poste SA 2; quest'ultima è destinata da sempre a ricorrenti carenze, specie nel periodo feriale e nonostante i cospicui flussi turistici della zona costiera, proprio in ragione della sua stessa assurda «affiliazione» postale;
la seconda filiale della provincia di Salerno risulta, infatti, composta da ben 98 uffici monopersonale su un totale complessivo di 157 con conseguente impossibilità di assicurare (a meno del ricorso continuo al lavoro interinale o ad apposto definitivo adeguamento del personale o alla modifica della distribuzione degli uffici fra filiali) la sopravvivenza dell'operatività, specie dei piccoli uffici; tanto in considerazione dell'impossibilità di non concedere mai le ferie ai dipendenti dei vari piccoli uffici postali anche a prescindere da ogni altro eventuale motivo giustificato di assenza dal lavoro degli stessi;
è necessario per il Cilento, zona con tanti piccoli comuni e frazioni e relativi uffici postali, si eviti per sempre, con adeguati provvedimenti, il ricorrente problema
le ragioni fin qui esposte imporrebbero incisivi interventi non esclusa una più razionale riaggregazione e suddivisione delle filiali postali dell'intera provincia di Salerno;
appaiono, quindi, quantomai necessari adeguati, non demagogici e definitivi provvedimenti che non possono non essere che d'impulso del Ministro competente per settore, atteso per di più che la cosiddetta privatizzazione (ad avviso di molti solo «presunta») dell'Ente Poste Italiane Spa con socio unico costituito dall'erario italiano non può essere comunque svincolata, per i molteplici immaginabili aspetti sociali, dalla dovuta logica di assicurare un adeguato servizio pubblico -:
quali provvedimenti si intendano adottare in merito a quanto delineato in premessa.
(4-11156)
Il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito alle problematiche inerenti al territorio provinciale di Salerno, ha comunicato che i 157 uffici postali che compongono la filiale di Sala Consilina, nell'assicurare l'attività di circa 250 sportelli al giorno, risultano idonei a soddisfare le esigenze della clientela locale, nonostante le difficoltà orografiche e climatiche, la viabilità precaria e la mancanza di collegamenti pubblici che presentano le zone in esame e che rendono particolarmente impegnativa, e talvolta difficoltosa, la distribuzione e la gestione delle risorse.
Nell'ambito territoriale di competenza della filiale di Sala Consilina - secondo quanto precisato dalla stessa società - il risultato del rapporto sportelli/famiglie si colloca ad un livello superiore alla media nazionale.
Secondo quanto riferito, il dato conferma un presidio capillare del territorio da parte dell'azienda che, nel rispetto degli impegni assunti per lo svolgimento del servizio universale, assicura la propria presenza anche in aree dove i ricavi, a causa dei volumi di lavoro complessivamente inadeguati, non coprono i corrispondenti costi.
Quanto poi alle risorse impegnate, la stessa società ha precisato che non si rilevano carenze sia nel settore del recapito, sia in quello della sportelleria, anche grazie all'inserimento di un congruo contingente di risorse flessibili che, oltre a fornire un ausilio nello svolgimento dei servizi, ha contribuito ad agevolare la fruizione delle ferie da parte del restante personale.
A completamento d'informazione, la concessionaria ha reso noto che nel territorio in esame gli interventi di razionalizzazione estiva hanno coinvolto 44 uffici postali e si sono concretizzati in iniziative consistenti in una temporanea rimodulazione
La società Poste Italiane ha, altresì, comunicato che gli investimenti aziendali, i progetti di lay out e le altre iniziative finalizzate al miglioramento degli ambienti di lavoro e dell'immagine aziendale risultano in corso d'attuazione e rispettosi della programmazione prevista.
Si soggiunge, infine, che, per gli aspetti di stretta competenza relativi al controllo del livello del servizio erogato da Poste Italiane S.p.A. nella provincia di Salerno, la verifica del mantenimento dei livelli qualitativi del servizio stesso, viene svolta da questa Autorità di regolamentazione, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 261 del 1999, dalla quale non si evincono, allo stato attuale, effetti negativi sui livelli di qualità.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
nella bozza del collegato alla Finanziaria, che il ministero delle attività produttive avrebbe messo a punto nei giorni scorsi, ci sarebbe una norma per istituire un commissario ad acta incaricato di seguire «i programmi di smantellamento delle armi di distruzione di massa» della Russia;
il 26 novembre 2004 il Consiglio dei ministri avrebbe approvato un disegno di legge che ratificherebbe l'accordo fra la Federazione russa e l'Italia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari «radiati» dalla marina militare ex sovietica;
il sostegno che il Governo italiano avrebbe assicurato alla Russia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari in disarmo e la distinzione delle armi chimiche, sarebbe pari a 720 milioni di euro;
i possibili candidati per la nomina a «commissario ad acta» sarebbero il generale Carlo Jean (commissario governativo per l'emergenza nucleare e presidente della Sogin, la società pubblica che ha il compito di smaltire l'uranio delle centrali nucleari italiane dismesse), Paolo Togni (capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente, nonché ex manager della Waste management) ed infine il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso;
i russi avrebbero dichiarato di avere 40 mila tonnellate di testate chimiche depositate in sette magazzini. L'80 per cento sarebbe composto da gas nervino;
riguardo ai depositi, il sito di Pochec, dove verrebbe costruito l'impianto per la distruzione in due fasi delle testate chimiche, sarebbe il più grande e custodirebbe il 18,8 per cento di tutte le armi chimiche russe pari a oltre 7.500 tonnellate di gas tossici; si tratterebbe soprattutto di bombe per aereo e testate per missili al nervino;
non a caso il Presidente Silvio Berlusconi avrebbe deciso di ratificare questo accordo così delicato il giorno delle elezioni americane, andando in visita in Russia e ben sapendo che l'attenzione mediatica sarebbe stata rivolta quasi esclusivamente al risultato delle suddette elezioni;
tutto ciò secondo l'interrogante avrebbe lo scopo di favorire alcune acciaierie italiane;
gli arsenali russi da bonificare conterrebbero sostanze altamente radioattive;
sembrerebbe allo studio una legge che sostanzialmente acconsentirebbe il passaggio di prodotti di scarto di qualsiasi provenienza trasportati su mezzi targati non UE -:
per quale ragione lo Stato italiano abbia intenzione di farsi carico dell'attuazione di un processo di bonifica così costoso e impegnativo;
se vi sia una correlazione tra gli interventi di bonifica citati in premessa e la volontà del Governo non solo di ripristinare in Italia il ricorso alla produzione energetica nucleare ma persino alla pericolosa
(4-11902)
L'Accordo sul smantellamento dei sommergibili nucleari è in fase di ratifica: il relativo disegno di legge è all'esame della Camera dei deputati. Per quanto concerne l'Accordo relativo al settore chimico si è invece in attesa di ricevere chiarimenti dalla controparte russa su alcuni emendamenti del testo proposti da Mosca.
L'impegno così assunto dal Governo italiano va visto nella prospettiva di quel globale processo di riduzione degli arsenali di armi di distruzione di massa iniziato dopo il 1989, che ha visto primariamente coinvolti gli Stati Uniti d'America e la Federazione Russa, ed ha portato l'attenzione internazionale a focalizzarsi sugli immani problemi di natura tecnologica, ecologica e finanziaria connessi a tale processo.
L'emergere di tali problemi ha generato la consapevolezza della necessità di uno sforzo collettivo internazionale, specialmente indirizzato verso la Federazione Russa, maggiormente sprovvista dei mezzi per gestire autonomamente tali attività, mentre aumentavano i rischi inerenti ai precari controlli degli arsenali. Si è così sviluppato un nuovo approccio verso tali problemi: la cosiddetta «Riduzione cooperativa della minaccia», nel cui contesto il Vertice di Kananaskis ha visto i Paesi del G8 impegnarsi ad investire, nell'arco di 10 anni, la somma complessiva di 20 miliardi di dollari per fronteggiare e ridurre la minaccia causata dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa ed, in particolare, «prevenire il rischio che armi nucleari, chimiche, radiologiche o biologiche» possano essere usate a scopi terroristici.
In stretta relazione a tale impegno, i Paesi del G8 hanno adottato una serie di principi diretti a superare gli ostacoli precedentemente individuati nella realizzazione dei progetti di cooperazione per la distruzione e lo smantellamento delle armi di distruzione di massa.
Sulla scorta di tali premesse, fondamentalmente ogni Paese ha la responsabilità di rispettare ed attuare i propri obblighi nei settori della non proliferazione, del disarmo, della lotta al terrorismo e nel settore della sicurezza nucleare, assicurando la propria collaborazione con le iniziative dei partner sulla base delle priorità individuate congiuntamente. Tali priorità sono state definite con particolare riguardo alla Federazione Russa - ove le dimensioni del problema sono oggettivamente maggiori - e riguardano tra i principali settori proprio quello della distruzione delle armi chimiche e lo smantellamento dei sottomarini nucleari non più in servizio.
Per ciò che concerne, infine, l'eventualità - citata quale primo punto fra le premesse dell'interrogazione - di istituire un Commissario ad acta, incaricato di seguire «i programmi di smantellamento delle armi di distruzione di massa» nella Federazione Russa il Ministero degli esteri ha reiteratamente manifestato le sue riserve in merito. Infatti, si era tra l'altro rilevato che gli accordi stipulati con la Federazione Russa contengono articolati elementi che definiscono con precisione la natura ed i tempi per l'attuazione degli stessi, non rendendosi pertanto necessaria l'istituzione di una nuova figura responsabile per la loro attuazione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
sulla Gazzetta Ufficiale n. 254 del 28 ottobre 2004 è stato pubblicato il decreto 27 agosto 2004 del Ministero della salute recante «Attuazione di un programma di monitoraggio per la ricerca di contaminanti chimico-fisici nelle derrate alimentari, provenienti dalla Bosnia-Herzegovina e dal Kosovo»;
in tale provvedimento si indicano l'uranio e l'arsenico quali parametri chimico-fisici da analizzare;
per tale monitoraggio i decreti ministeriali n. 61589 del 16 luglio 2003 del Ministero dell'economia e delle finanze e n. 32530 del 22 aprile 2004 del medesimo ministero assegnavano la somma di 976.104 euro;
studi effettuati dal laboratorio di biomateriali dell'università di Modena e Reggio Emilia hanno evidenziato, oltre all'uranio, presenze di metalli semplici o combinati, quali ferro, zinco o titanio, nei tessuti di persone decedute, militari e civili, nelle aree interessate dalla cosiddetta «guerra nei Balcani» -:
sulla base di quali informazioni siano state indicate la Bosnia-Herzegovina e il Kosovo quali aree interessate alla potenziale presenza di uranio e arsenico nelle derrate alimentari;
quali siano la tipologia merceologica e il volume delle importazioni in Italia di derrate alimentari provenienti dalla Bosnia-Herzegovina e dal Kosovo;
quali misure siano state adottate negli ultimi anni per controllare la presenza di contaminanti chimico-fisici particolarmente pericolosi per la salute dei consumatori;
se il Governo non ritenga opportuno estendere il monitoraggio ad altri parametri, quali ferro, zinco e titanio.
(4-11679)
Il primo consiste nel fatto che l'attività produttiva si è svolta, per decenni, in importanti siti industriali e minerari, senza adeguato controllo delle emissioni nocive e dell'impatto ambientale complessivo.
In Kosovo, tra l'altro, insiste uno dei più rilevanti centri minerari d'Europa ed un importante polo metallurgico (Kosovka Mitrovica), i cui impianti, oggi inattivi, sono stati fonti di emissione, sino al 1999, di metalli quali il piombo, l'arsenico e il cadmio.
Ulteriore causa del deterioramento ambientale è l'impatto complessivo dei recenti conflitti militari, che hanno interessato in maniera consistente le aree produttive e industriali, con conseguente immissione nell'ambiente di sostanze tossiche, sprigionatesi dai bombardamenti.
È ampiamente documentato l'aumento considerevole dei livelli di arsenico nelle acque superficiali dell'area balcanica, successivo al periodo bellico.
Per i territori della Bosnia-Herzegovina e del Kosovo, inoltre, è stata espressa preoccupazione riguardo alle possibili conseguenze dell'impiego di proiettili all'uranio impoverito negli eventi bellici.
Il decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, nella legge 28 febbraio 2004, n. 27, ha disposto la realizzazione di una campagna di monitoraggio sulle condizioni sanitarie dei cittadini italiani che, a qualunque titolo, abbiano preso parte alle missioni nei suddetti territori.
Il Ministero della salute, in concerto con il Ministeri della difesa e dell'interno, ha emanato il decreto 22 ottobre 2002 recante «Campagna di monitoraggio sulle condizioni sanitarie dei soggetti di cui all'articolo 4-bis del decreto-legge 20 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, nella legge 28 febbraio 2001, n. 27», con il quale, a scopo cautelativo, è stata prevista anche l'adozione di un
Il decreto del Ministero della salute 27 agosto 2004, recante il «Piano di monitoraggio per la ricerca di contaminanti chimico-fisici provenienti dalla Bosnia-Herzegovina e dal Kosovo», ha disposto l'attuazione del programma di controllo, al momento in fase iniziale. Con quest'ultimo provvedimento l'arsenico e l'uranio sono individuati quali contaminanti da includere con priorità nel monitoraggio.
La selezione di questi due contaminanti dev'essere intesa come integrativa del programma complessivo di monitoraggio, che prevede la determinazione di cadmio, piombo e mercurio, i cui livelli nei prodotti alimentari sono già oggetto di controllo ufficiale, secondo le vigenti disposizioni nazionali ed europee.
I tre metalli, unitamente all'arsenico nelle sue forme inorganiche, rappresentano i più pericolosi contaminanti chimici inorganici, potenzialmente presenti negli alimenti; costituiscono, pertanto, oggetto prioritario di valutazione sanitaria a livello mondiale.
La loro presenza, al di sopra dei limiti medi normalmente riscontrati, non è in linea di principio da escludersi negli alimenti provenienti dalle regioni balcaniche, a motivo della contaminazione ambientale alla quale si è già fatto riferimento.
Per quanto riguarda l'uranio, sebbene tutte le indagini svolte nell'area balcanica, a cominciare dalle campagne internazionali del Programma Ambientale delle Nazioni unite (UNEP), abbiano escluso la presenza di una contaminazione diffusa da uranio impoverito e abbiano giudicato altamente improbabile il trasferimento di uranio impoverito nella catena alimentare, si è stabilito di includere questo contaminante nel programma di monitoraggio a puro scopo cautelativo, atteso il carattere conoscitivo e precauzionale del programma stesso.
Per quanto riguarda il volume e la tipologia delle merci importate nel nostro Paese dalla Bosnia-Herzegovina e dal Kosovo, si precisa che le importazioni di prodotti di origine vegetale sono molto modeste.
Relativamente ai prodotti di origine animale, si fa presente che in questi Paesi non vi sono, in conformità alle decisioni comunitarie in materia, stabilimenti autorizzati all'esportazione e, pertanto, non si verificano, al momento, importazioni soggette ai previsti controlli.
La Comunità europea pone, da anni, una particolare attenzione sui contaminanti chimici e chimico-fisici con maggior impatto potenziale sulla salute dei consumatori, ed ha emanato, in proposito, diversi provvedimenti legislativi per l'adozione dei livelli massimi tollerabili di sostanze tossiche nei prodotti alimentari, nonché di rigide procedure di controllo da parte dei Paesi membri, con specifico riferimento ai prodotti alimentari importati da Paesi terzi.
L'Italia partecipa attivamente al sistema di sorveglianza in tale settore.
Nel settembre 2004, con circolare emanata dalla competente Direzione Generale del Ministero della salute, sono state rafforzate le misure di controllo sugli alimenti vegetali (ortaggi a foglie, peperoni, cereali, patate) ed, in particolare, sui funghi coltivati provenienti dal Kosovo, per la ricerca di metalli pesanti, i cui livelli massimi, per il piombo e per il cadmio, sono previsti dal Regolamento n. 466/2001/CE e successive modifiche.
Con riguardo all'estensione del monitoraggio a ferro, zinco e titanio, si rammenta che nella prima fase, il monitoraggio prevede il dosaggio dell'uranio impoverito e dell'arsenico (secondo il decreto ministeriale 27 agosto 2004).
In base ai risultati conseguiti, il programma potrebbe essere esteso a parametri chimici di particolare incidenza sanitaria, quali i metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio) e i residui di antiparassitari, che potrebbero rappresentare una potenziale fonte di rischio derivante dal terreno fortemente contaminato.
Successivamente, potrà essere valutata anche la possibilità di procedere alla ricerca di metalli semplici, (ferro, zinco e titanio),
In merito all'opportunità dell'estensione del monitoraggio anche ai citati parametri, l'Istituto superiore di Sanità ha inteso precisare che la presenza di elementi chimici quali ferro, zinco e titanio, al di sopra dei livelli medi normalmente riscontrati, non è, in linea di principio, da escludersi negli alimenti provenienti dalle regioni dell'area balcanica, incluse la Bosnia-Herzegovina e il Kosovo, a causa dei fenomeni di contaminazione ambientale che interessano tali territori.
Tuttavia, il rischio associato alla presenza di questi metalli nei prodotti alimentari, non è paragonabile a quello rappresentato dai contaminanti inclusi nel programma di monitoraggio.
Gli studi, effettuati dal laboratorio di biomateriali dell'Università di Modena e Reggio Emilia, non hanno potuto accertare se la presenza di nanoparticelle di ferro, zinco e titanio, nei tessuti di persone decedute nelle aree in questione, fosse riconducibile ad una esposizione di natura alimentare o piuttosto inalatoria.
Appare, comunque, ragionevole ampliare, in futuro, il numero dei contaminanti da monitorare, in relazione ai risultati dei primi accertamenti analitici; nel caso che tali accertamenti dovessero segnalare la presenza di valori anomali per i contaminanti, attualmente oggetto del programma, potrebbe essere opportuno allargare lo spettro degli elementi chimici da indagare, anche in ragione dell'effetto avverso sinergico che possono presentare taluni agenti tossici, se presenti a determinate concentrazioni negli alimenti.
Anche se il possibile rischio per la popolazione italiana appare limitato a motivo dell'esiguo volume delle merci importate, una valutazione esaustiva del rischio consentirà di adottare le misure cautelative, se necessarie, per la tutela della salute dei consumatori.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
a seguito di un documento pervenutomi dall'Assoconsum di Napoli, si evince che Fastweb, grazie ad un incentivo statale di 75 euro, previsto dalla Finanziaria, per l'attivazione di un abbonamento, offre 4 mesi di servizi ridotti del 50 per cento usufruendo del contributo della Finanziaria;
in caso di rescissione dal contratto, nel primo anno, l'utente deve restituire i 75 euro -:
se, in tali casi, il contributo debba essere restituito allo Stato o alla società.
(4-08569)
Tale contributo viene corrisposto mediante uno sconto pari a 75 euro praticato sull'ammontare previsto nei contratti di abbonamento al servizio di accesso a larga banda ad internet e non sui canoni di attivazione del servizio.
L'articolo 3, comma 11, del citato decreto interministeriale prevede, inoltre, che entro 120 giorni dalla data di pubblicazione dell'avviso di esaurimento dei fondi, ciascun operatore di telecomunicazioni debba segnalare i dati relativi ai beneficiari dei lotti al medesimo assegnati per i quali non sia intervenuta, per qualsiasi motivo, la stipula e l'attivazione del servizio. I contributi sono quindi riconosciuti e rimborsati
Dalla procedura indicata dal citato decreto - che si basa, in effetti, su di un meccanismo di rivalsa - si evince, quindi, come gli interlocutori dell'amministrazione siano gli operatori di telecomunicazioni e non i beneficiari stessi, i quali intrattengono rapporti commerciali con i suddetti operatori.
Qualora, a seguito di controlli, risulti che gli operatori non hanno titolo alla corresponsione degli importi, i relativi contributi vengono revocati, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 5 del ripetuto decreto 14 marzo 2003 e la revoca comporta l'obbligo, a carico del soggetto assegnatario, di riversare all'erario l'intero ammontare percepito, rivalutato secondo gli indici ufficiali ISTAT, oltre agli interessi corrispettivi al tasso legale.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
come si evince da un comunicato Ansa del 6 maggio 2004, i carabinieri della tutela e del patrimonio culturale di Palermo hanno recuperato circa 300 reperti archeologici;
recuperi di questo tipo avvengono in ogni regione d'Italia -:
quale sia il numero dei reperti recuperati, regione per regione;
se il Ministro intenda rilasciare encomi, riconoscimenti simili od altro, utili ad eventuali avanzamenti di carriera a vantaggio di tutti coloro che effettuano ritrovamenti.
(4-11427)
Piemonte: 1999: 2; 2000: 32; 2001: 71; 2002: 168; 2003: 911; 2004 (al 31 ottobre 2004): 807; totale: 1991.
Valle d'Aosta: 1999: 0; 2000: 0; 2001: 0; 2002: 0; 2003: 0; 2004 (al 31 ottobre 2004): 0; totale: 0.
Liguria: 1999: 2; 2000: 34; 2001: 1; 2002: 118; 2003: 1426; 2004 (al 31 ottobre 2004): 53; totale:1634.
Lombardia: 1999: 5042; 2000: 849; 2001: 35.972; 2002: 437; 2003: 1937; 2004 (al 31 ottobre 2004): 823; totale: 45060.
Trentino-Alto Adige: 1999: 0; 2000: 0; 2001: 250; 2002: 0; 2003: 1; 2004 (al 31 ottobre 2004): 274; totale: 525.
Veneto: 1999: 140; 2000: 43; 2001: 22; 2002: 1231; 2003: 1898; 2004 (al 31 ottobre 2004): 1162; totale: 4496.
Friuli-Venezia Giulia: 1999: 904; 2000: 175; 2001: 19; 2002: 429; 2003:15; 2004 (al 31 ottobre 2004): 597; totale: 2139.
Emilia Romagna: 1999: 1242; 2000: 21; 2001: 1767; 2002: 131; 2003: 5; 2004 (al 31 ottobre 2004): 2537; totale: 5703.
Toscana: 1999: 518; 2000: 460; 2001: 252; 2002: 1554; 2003: 127; 2004 (al 31 ottobre 2004): 78; totale: 3389.
Marche: 1999: 23; 2000: 6; 2001: 9; 2002: 15; 2003: 30; 2004 (al 31 ottobre 2004): 0; totale: 83.
Umbria: 1999: 112; 2000: 20; 2001: 0; 2002: 1; 2003: 3; 2004 (al 31 ottobre 2004): 33; totale: 169.
Lazio: 1999: 1501; 2000: 3851; 2001: 55.570; 2002: 14.741; 2003: 1059; 2004 (al 31 ottobre 2004): 1116; totale: 77.838.
Abruzzo: 1999: 0; 2000: 2; 2001: 3; 2002: 234; 2003: 17; 2004 (al 31 ottobre 2004): 0; totale: 256.
Molise: 1999: 0; 2000: 0; 2001: 0; 2002: 0; 2003: 0; 2004 (al 31 ottobre 2004): 0; totale: 0.
Puglia: 1999: 14.596; 2000: 332; 2001: 2794; 2002: 2257; 2003: 1188; 2004 (al 31 ottobre 2004): 842; totale: 22.009.
Basilicata: 1999: 118; 2000: 164; 2001: 224; 2002: 191; 2003: 3; 2004 (al 31 ottobre 2004): 0; totale: 700.
Calabria: 1999: 19; 2000: 105; 2001: 2777; 2002: 300; 2003: 467; 2004 (al 31 ottobre 2004): 16; totale: 3684.
Sicilia: 1999: 2371; 2000: 1368; 2001: 3768; 2002: 995; 2003: 423; 2004 (al 31 ottobre 2004): 3087; totale: 12.012.
Sardegna: 1999: 633; 2000: 358; 2001: 31; 2002: 20; 2003: 198; 2004 (al 31 ottobre 2004): 312; totale: 1552.
Totale generale: 199927.642; 2000: 12.325; 2001: 103.684; 2002: 44.494; 2003: 10.476; 2004 (al 31 ottobre 2004) 12.320; totale: 210.941.
Al riguardo, il suddetto Comando ha reso noto che, nell'ultimo triennio, sono state attribuite al personale che si è distinto in particolari operazioni di recupero del patrimonio artistico, 48 medaglie di bronzo e 12 d'argento, segnalando che, alcune analoghe medaglie, sono state concesse anche a coloro che appartengono ad altre Forze di Polizia, in occasione di particolari risultati operativi.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
la disponibilità degli alloggi di servizio classificati ASC di tipo foresteria è particolarmente inadeguata per la Marina Militare nella sede di Roma in località Tor di Quinto;
gli organismi della rappresentanza militare hanno evidenziato come le condizioni di maggior disagio che ne derivano ricadono pesantemente sul personale del ruolo marescialli che condividono anche in sei persone lo stesso locale;
l'assegnazione di tali alloggi avviene con criteri gerarchici realizzando con ciò una condizione di tutela sociale inversamente proporzionale al reddito dei dipendenti in quanto risultano svantaggiati i gradi più bassi che dispongono di retribuzioni meno elevate;
risulta imminente l'assegnazione di 96 alloggi ASC di nuova costruzione dopo che è stata sbloccata la costruzione di uno stabile iniziata 15 anni or sono nell'area della città di Roma -:
se il Ministro nel disporre la ripartizione di tali alloggi intenda tener conto della situazione sopradescritta, adottando un criterio che tenga conto delle esigenze del ruolo dei marescialli che rappresentano la categoria più numerosa degli aventi diritto e possibilmente anche di quelle dei sergenti e dei volontari in servizio permanente.
(4-11525)
Tale situazione viene resa ancor più critica sia dalla trasformazione delle Forze armate in senso interamente professionale
In tale contesto, l'esigenza di risolvere, o quanto meno, ridimensionare la problematica degli alloggi acquista un'importanza primaria, nel quadro di un sempre più funzionale ed ottimale impiego delle risorse umane.
In tal senso, la «legge finanziaria 2005» (legge n. 311 del 30 dicembre 2004) ha stanziato, per l'anno in corso, una somma pari a 30 milioni di euro da destinare al finanziamento di un programma di edilizia residenziale in favore del personale delle Forze armate dei ruoli dei Sergenti e Volontari in servizio permanente.
Ciò anche al fine di poter garantire, nella sede di impiego, la disponibilità di un alloggio funzionale alle esigenze di servizio e, più in generale, a quelle del personale stesso.
Ciò premesso, il patrimonio alloggiativo di cui dispone la Marina militare nella sede di Roma, rispecchia la situazione suddescritta, in quanto l'entità delle richieste supera di gran lunga le effettive disponibilità abitative.
Alla luce di tale situazione ed allo scopo di attenuare - il più possibile - i disagi andando incontro alle legittime aspettative degli utenti, è stato perseguito l'incremento della disponibilità esistente, adottando standards che privilegiano la quantità a discapito, seppur in misura minima, della qualità abitativa.
Tale iniziativa ha consentito di garantire un alloggio di servizio collettivo a tutto il personale richiedente.
In conclusione, nel ribadire che l'assegnazione degli alloggi avviene nel rispetto di criteri funzionali alla mobilità del personale, si assicura che la Difesa è costantemente impegnata nell'individuazione di iniziative e soluzioni che permettano di contemperare le esigenze funzionali delle Forze armate e le aspettative del personale.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
persiste la situazione in cui si trovano gli istituti penitenziari della Lombardia, con particolare riferimento a quelli di Mantova, dove non vengono somministrati i farmaci necessari ai detenuti in quanto sono ultimate le risorse finanziarie a disposizione della Direzione operativa;
tale situazione, è da ricondurre ai corposi tagli alla sanità penitenziaria operati in sede di programmazione economica da parte del Governo;
tutto ciò rende più drammatica, inumana e ingiusta la situazione delle carceri;
la Regione Lombardia, pur stanziando Euro 4.000.000,00 (delibera di giunta n. 13915 del 1 agosto 2003) per far fronte a questa situazione, a tutt'oggi non ha ancora erogato alcuna somma, né pare intenzionata a farlo;
l'interrogante ritiene necessario che la regione che risulta inadempiente renda effettivamente disponibili le risorse stanziate -:
quali iniziative intendano intraprendere per risolvere questo problema urgente, drammatico e indegno di una società civile, come vuole essere la nostra.
(4-07530)
Per quanto attiene all'approvvigionamento farmaceutico degli istituti penitenziari, il competente Ufficio del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, tenuto conto delle difficoltà conseguenti alla progressiva riduzione degli stanziamenti di bilancio sul capitolo 1764, e alla recente normativa, in particolare l'articolo 1 del decreto legislativo 2 giugno 1999, n. 230,
In attuazione di tali direttive il Provveditorato regionale della Lombardia ha avviato una intensa collaborazione con le istituzioni regionali, che con la delibera n. VII/13915 in data 1o agosto 2003 hanno previsto un sistema di compensazione economica da parte delle Aziende sanitarie locali, fino alla concorrenza di 4.000.000,00 di euro all'anno per i farmaci acquistati dagli istituti penitenziari.
Nonostante l'apprezzabile disponibilità della Regione Lombardia, la procedura adottata è risultata incompatibile con le norme di contabilità dello Stato, perché ipotizzava una «gestione fuori bilancio» non consentita alle Amministrazioni dello Stato. Non potendo accogliere la soluzione proposta, sono state necessarie ulteriori iniziative per definire una diversa modalità attuativa, che è stata individuata nella diretta fornitura dei farmaci all'istituto penitenziario da parte della ASL di riferimento, adottando un modello già sperimentato con successo in altre Regioni, con un tetto di finanziamento non superiore alla spesa storica annuale per istituto penitenziario, pertanto, nello scorso mese di aprile, si è pervenuti ad un nuovo accordo.
Per quanto concerne, in particolare, le difficoltà di approvvigionamento dei farmaci da parte degli istituti lombardi, evidenziate nell'interrogazione, l'Ufficio del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha invitato il Provveditorato regionale per la Lombardia a riferire sulla situazione degli istituti penitenziari del proprio distretto, con particolare riferimento alla Casa circondariale di Mantova, precisando inoltre se le modalità di distribuzione e l'acquisto dei farmaci fossero avvenuti nel rispetto delle disposizioni ministeriali.
Relativamente al caso di Mantova, l'acquisto dei farmaci è stato effettuato direttamente dalla Direzione generale degli Istituti penitenziari nel rispetto di quanto previsto dal prontuario farmaceutico, ai sensi della predetta nota ministeriale del 6 febbraio 2003, in attesa di disposizioni che consentissero agli istituti di acquisire i fondi messi a disposizione dalla Regione Lombardia.
Nonostante la limitatezza delle risorse finanziarie e una presenza di detenuti più elevata rispetto all'anno scorso, è stata garantita una appropriata assistenza sanitaria, le proteste dei detenuti sono state motivate unicamente dalla scarsità di farmaci da banco.
L'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, per il tramite della Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Milano, ha comunicato «che le modalità di fornitura dell'assistenza farmaceutica alla popolazione detenuta negli Istituti Penitenziari della Lombardia, definite con la delibera della giunta regionale 13915 del 1o agosto 2003, sono state ampiamente illustrate ai rappresentanti dell'Amministrazione Penitenziaria Regionale, durante i lavori preparatori del citato provvedimento, e da loro condivise.
Le Aziende sanitarie locali sono in grado di rimborsare mensilmente la spesa farmaceutica sostenuta per la popolazione detenuta nelle carceri lombarde.
L'Assessore ha precisato che l'Unità Organizzativa «Rete Servizi e Emergenza Urgenza» della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia si è resa disponibile, con l'amministrazione penitenziaria regionale, per organizzare riunioni tecniche con le ASL ed i vari istituti penitenziari, al fine di agevolare la tempestiva applicazione della delibera regionale; ha inteso segnalare, inoltre, che eventuali problematiche, relative all'erogazione dell'assistenza farmaceutica non dipendono dall'amministrazione regionale.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
nel mese di luglio del 2000 è stata costituita con forma giuridica di associazione
l'obiettivo della nuova orchestra era in particolare la valorizzazione dei nuovi musicisti e la diffusione della cultura musicale sul territorio regionale;
gli oneri finanziari per il sostentamento dell'orchestra sono derivati dal contributo degli enti regionali e dello Stato;
nel 2004 il contributo della regione è di 1.400.000 euro e quello dello Stato di circa 70/80.000 euro su un bilancio complessivo di 1.600.000 euro;
nel Friuli Venezia Giulia è operante l'orchestra stabile della Fondazione del Teatro Verdi di Trieste alla quale annualmente allo stato concede un contributo di 17 milioni di euro;
si apprende dalla stampa che l'assessore regionale Antonaz, in una recente riunione del consiglio di amministrazione, avrebbe fatto intendere che, nel caso di mantenimento dell'incarico da parte del presidente Hauser, il futuro dell'orchestra sarebbe stato incerto;
si apprende altresì che l'assessore avrebbe l'intenzione di modificare l'attuale statuto dell'associazione e cambiare l'attuale rapporto di lavoro dei musicisti, passando dal rapporto a tempo determinato a quello a tempo indeterminato, in tal modo determinando la trasformazione dell'attuale orchestra in orchestra stabile;
secondo gli interroganti, una decisione del genere porterebbe il budget necessario ad almeno tre milioni e 500 mila euro rispetto agli attuali mille e seicento per coprire gli oneri di almeno 45 assunzioni stabili;
risulta agli interroganti che l'attuale presidente Hauser avrebbe dovuto sottoscrivere a titolo personale, a causa delle attuali difficoltà finanziarie, una fidejussione anche al fine di garantire il pagamento degli stipendi -:
se intenda inserire l'orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia nell'elenco degli istituti concertistici italiani «Ico», al fine di riconoscere all'associazione uno stanziamento dello Stato adeguato al nuovo progetto.
(4-10695)
L'associazione «L'orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia» ha presentato al Ministero per i beni e le attività culturali due distinte domande per l'anno 2004: l'una diretta ad ottenere contributi per lo svolgimento dell'ordinaria attività concertistica - già sovvenzionata negli anni precedenti -, l'altra finalizzata ad ottenere il riconoscimento della qualifica di Istituzione concertistico orchestrale (I.C.O.), ai sensi dell'articolo 28 della legge n. 800 del 1967.
Per quanto concerne la domanda per lo svolgimento dell'ordinaria attività concertistica, su conforme parere della competente Commissione consultiva per la musica espresso nella seduta del 21 ottobre 2004, è stata assegnata all'associazione «L'Orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia» una sovvenzione di euro 35.000,00, per l'attività concertistica programmata per l'anno 2004.
In riferimento alla seconda domanda, come è noto, la materia del riconoscimento della qualifica di Istituzione concertistico orchestrale (I.C.O.) è regolata dal decreto ministeriale 8 febbraio 2002 n. 47, recante i criteri e modalità di erogazione di contributi in favore delle attività musicali, in corrispondenza degli stanziamenti del Fondo Unico per lo spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163.
Al riguardo, occorre innanzitutto sottolineare che, nell'ipotesi di attribuzione della qualifica di I.C.O., il forte disavanzo di esercizio risultante negli anni 2002 e 2003 - su cui si basa la richiesta di contributo
Per opportuna conoscenza, si segnala che dal preventivo finanziario per l'anno 2004 emerge una spesa totale di euro 2.207.200,00, a fronte di entrate di circa 1.870.000,00 euro.
Occorre anche aggiungere che, sempre nel 2004, non risultano previsti incassi «da botteghino», cioè derivanti dalla vendita di biglietto di ingresso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, del citato decreto ministeriale n. 47/2002, requisito generale valevole, non solo ai fini della concessione del contributo economico, ma anche per il riconoscimento della qualifica di I.C.O.
Inoltre, è opportuno rammentare che, ai fini del riconoscimento della suddetta qualifica, l'articolo 10, comma 2, lettera c), del decreto ministeriale n. 47 del 2002 prevede, come requisito minimo la produzione di 9 concerti mensili a pagamento.
Nello specifico, si rende noto che l'Associazione in parola ha prodotto per l'anno 2004 una media di 5,7 concerti mensili (57 concerti in 10 mesi) e per l'anno 2003, una media di 6,9 concerti mensili (67 concerti in 11 mesi); come è evidente tale media si è sempre attestata al di sotto del limite minimo di 9 concerti a pagamento mensili. Inoltre, per opportuna informazione, si fa presente che dei 67 concerti del 2003, 41 sono stati gratuiti e solo 26 a pagamento.
In considerazione delle motivazioni sopra esposte, l'associazione «L'orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia» non possiede i requisiti prescritti dalla normativa di settore per il riconoscimento della qualifica di Istituzione concertistico orchestrale (I.C.O.), ai sensi del combinato disposto dell'articolo 28 della legge n. 800 del 1967 e dell'articolo 2, comma 5 e dell'articolo 10 del decreto ministeriale n. 47 del 2002.
In ogni caso, si precisa che la domanda per ottenere tale riconoscimento è stata presentata nel 2003, con riferimento all'anno 2004; nulla vieta, quindi, che, se la produzione artistica della predetta orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia si adeguerà ai parametri regolamentari vigenti, l'associazione potrà presentare una nuova istanza che sarà oggetto di valutazione indipendentemente dalla precedente determinazione.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
da un'indagine effettuata dall'associazione Greenpeace risulta che nei punti vendita Disney sono in commercio due pigiami per l'infanzia, i modelli Buzz Lightyear e Tigger, che contengono elevate quantità di ftalati, composti chimici sospettati di provocare nell'uomo danni al sistema riproduttivo, dermatiti, asma, depressione del sistema nervoso centrale e persino di elevare il rischio di cancro;
a tutt'oggi non esiste nessun regolamento Ue sull'utilizzo degli ftalati negli indumenti in generale e tantomeno nei pigiami per bambini, ma soltanto una normativa che riguarda i giocattoli e i prodotti di puericultura;
la mancanza di un tale regolamento purtroppo non basta a garantire la sicurezza dei prodotti in oggetto;
il problema tocca i settori più disparati: dall'abbigliamento ai profumi, dai mobili ai tappeti, dagli shampoo ai computer, dalle tappezzerie alle vernici, dai detersivi alle stoviglie di plastica;
un documento della Commissione della comunità europea - «Libro bianco: strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche» - afferma che: «la produzione complessiva di tali sostanze è passata da un milione di tonnellate nel 1930 a 400 milioni di tonnellate oggi» e
se sia a conoscenza della suddetta notizia e se vi sia un effettivo pericolo derivante da tali prodotti di abbigliamento;
in caso affermativo, in assenza di un regolamento Ue e tenuto conto che la tutela della salute dei cittadini rientra tra i compiti dello Stato, quali atti abbia intrapreso o intenda intraprendere al fine di tutelare e garantire la salute di cittadini, nel complesso, quali accorgimenti voglia predisporre nella valutazione della sempre più massiccia invasione di composti chimici nella nostra vita quotidiana.
(4-08381)
L'indagine era mirata alla determinazione di sei classi di composti chimici (bisfenolo A, alchilfenoli ed etossilati, ftalati, composti organostannici e muschi artificiali) in diversi prodotti di consumo, quali cosmetici, giocattoli, prodotti per la pulizia e tessuti.
Lo studio, effettuato su commissione della Associazione internazionale Greenpeace, ha evidenziato che la presenza degli esteri ftalici (noti col nome generico di ftalati), in taluni articoli, (in particolare i pigiami per bambini prodotti per conto della azienda Disney) è compresa tra 3 grammi e 6 grammi per 100 grammi di articolo.
Il plastificante utilizzato è risultato essenzialmente riconducibile al DiIsoNonilFtalato (DINP) che, nella sua formulazione tipica, comprende sempre quantità minori di altri ftalati, presenti nei prodotti di uso industriale.
Nello stesso rapporto viene precisato che gli ftalati, presenti nei campioni analizzati, provengono da stampe applicate al tessuto, e non dal tessuto stesso, e che soltanto sul 10 per cento del tessuto dei pigiami è presente la stampa.
In base alle conoscenze attuali, l'assorbimento cutaneo di esteri ftalici risulta generalmente molto ridotto; in particolare, l'assorbimento cutaneo del DINP negli animali da laboratorio è pari al 2-4 per cento delle dosi applicate, ed è accertato che la pelle umana è da 4 a 30 volte meno permeabile della cute dei ratti.
In particolare, nel rapporto del National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP-CERHR Export Panel Report on DINP, NTP-CERHR-DINP-00, Oct. 2000), è riportato che gli studi di comparazione, fra l'assorbimento dermale di ftalati nell'uomo e nei ratti, suggeriscono che l'assorbimento cutaneo di DINP nell'uomo può essere ritenuto trascurabile.
Analoga conclusione è confermata anche dal Rapporto di Valutazione del Rischio sul DINP, effettuato a livello comunitario in base al Regolamento 793/93/CEE (Draft Risk Assessment Report, May 2001).
Si ritiene, pertanto, che non sussistano elementi in grado di far supporre un effettivo pericolo derivante da tali articoli di abbigliamento, in accordo con i correnti modelli di valutazione del rischio.
A livello nazionale, sono stati emanati specifici provvedimenti normativi che disciplinano l'uso di esteri ftalici, sancendo, in alcuni casi, il divieto del loro impiego in quei settori nei quali venga ravvisato un potenziale rischio per i consumatori.
Si segnalano in particolare:
il decreto ministeriale del 30 settembre 1999, che vieta l'uso di alcuni esteri ftalici nei giocattoli in plastica morbida, destinati a bambini di età compresa tra 0 e 36 mesi;
il decreto ministeriale 28 marzo 2003, n. 123, che, in accoglimento della normativa comunitaria, regolamenta la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con sostanze alimentari o d'uso personale.
Va precisato, inoltre, che si sta provvedendo ad una riforma della normativa comunitaria, in materia di sicurezza nell'uso delle sostanze chimiche, allo scopo di armonizzare i regolamenti e le direttive in vigore.
In tale processo di armonizzazione, il nostro Paese svolge un ruolo significativo per la definizione del rischio tossicologico e per l'individuazione della relativa strategia di riduzione.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.