Risposta. - In merito a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo cui si risponde, riguardante il grave inquinamento dell'intera costa salernitana, sulla scorta delle notizie avute dalla Capitaneria di Porto e dal comune di Salerno, si rappresenta quanto segue.
che hanno portato in alcuni punti in superficie il materiale indicato;
Infine, il comune rappresenta che le analisi di rito per l'anno 2004, effettuate dall'ARPAC e riferite al periodo di campionamento aprile-agosto con cadenza quindicinale, trasmessi dalla stessa Agenzia il 5 ottobre 2004, per i tratti di mare menzionati nella nota ARPAC citata, mostrano, a meno di unici sfioramenti occasionali, per tutti i valori analitici risultati che rientrano nei limiti consentiti.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante segnala «anomalie» nella scelta dei concorrenti che partecipano alle trasmissioni televisive a quiz ed in particolare fa riferimento a quanto verificatosi nel corso della trasmissione Affari tuoi del 23 novembre 2004.
Risposta. - In relazione all'interrogazione cui si risponde, si rappresenta quanto segue, anche sulla base degli elementi forniti dal ministero del lavoro e delle politiche sociali.
(Treviso), venne sorpreso mentre riceveva alcune migliaia di euro da un tenente nei pressi della caserma;
Risposta. - L'impiego di personale militare in missioni all'estero - in Teatro Operativo - è definito da apposite direttive degli organi tecnico-operativi di vertice e da disposizioni diramate a livello periferico.
Risposta. - Nell'interrogazione parlamentare in argomento, l'interrogante chiede chiarimenti sui motivi del ritardo nella aggiudicazione alla EDS della commessa per la gestione e lo sviluppo del sistema informativo di questa amministrazione ed esprime preoccupazioni in ordine ai riflessi negativi che l'asserito ritardo comporterebbe per quanto concerne l'organizzazione delle risorse della società ed in particolare il mantenimento in servizio e la mobilità del personale dipendente.
che si era determinata in conseguenza dell'iter contenzioso.
dosi di droga, alcolizzati di ogni genere e svariati immigrati, creando ovvi disagi non solo ai residenti, ma anche a qualsiasi altro cittadino si trovi di passaggio nelle vicinanze, o malauguratamente giunga in stazione in un orario particolare;
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata cui si risponde, Ferrovie dello Stato spa ha riferito che la stazione di Torre del Greco rientra tra quelle della rete nazionale che presentano una modesta frequentazione giornaliera di passeggeri. Per tali impianti sono previsti progetti di razionalizzazione che prevedono specifiche soluzioni dettate dalla situazione in cui si trovano i fabbricati viaggiatori e le relative pertinenze.
Risposta. - La situazione interna della Colombia presenta attualmente aspetti critici, dovuti, in particolar modo, ai rapporti tra le autorità governative e le forze paramilitari (AUC) nonché all'esistenza della guerriglia (FARC).
Colombia. L'ONG in parola, che annovera fra le sue file anche numerosi volontari italiani, è presente nelle aree di conflitto in Colombia come in altri Paesi, per garantire con la propria presenza di osservatori internazionali la sicurezza degli attivisti locali in materia di diritti umani. Sebbene le dichiarazioni traessero spunto da un incidente specifico occorso nella comunità rurale di San José de Apartado fra i volontari di Peace Brigades International ed alcuni ufficiali dell'esercito, sembrerebbero tuttavia rivolte più generalmente alle organizzazioni umanitarie presenti nel Paese che, secondo il Presidente Uribe, da un lato predicherebbero la lotta all'impunità e la tutela dei diritti e dall'altro, con la loro condotta, ostacolerebbero il corretto corso della giustizia nel paese.
L'Italia ed i Partners europei rimangono comunque impegnati a verificare che il Governo colombiano rispetti gli impegni presi durante l'incontro dell'11 giugno 2004 e non hanno mancato di sollecitare ulteriormente le Autorità governative affinché si rendano promotrici attive della protezione effettiva dei diritti e delle libertà fondamentali all'interno del Paese. Da ultimo, si segnalano a tale riguardo le posizioni espresse tanto dalla Presidenza UE quanto dal sottoscritto in rappresentanza dell'Italia, in occasione della Conferenza di coordinamento e cooperazione con la Colombia, che ha avuto luogo a Cartagena de Indias dal 2 al 4 febbraio 2005, quale seguito dell'incontro per il sostegno internazionale alla Colombia tenuto a Londra nel luglio 2003.
fine di rafforzarne la vigilanza attraverso il potenziamento della rete regionale.
Risposta. - Il conflitto che da decenni oppone gruppi armati di varia natura alle autorità colombiane ha inciso profondamente non solo sulle condizioni di sicurezza e sullo sviluppo economico del Paese, ma anche sulla solidità delle istituzioni.
il semestre di Presidenza UE, l'Italia non ha mancato di incoraggiare la Colombia alla piena attuazione dei principi di trasparenza e di responsabilità nell'azione di contrasto all'illegalità, sottolineando in particolare la necessità di non creare fasce di impunità per crimini o abusi commessi da persone investite di pubbliche funzioni. La nostra ambasciata a Bogotà intrattiene regolari proficui contatti con le ONG italiane operanti in Colombia e non manca di prestare l'assistenza necessaria ai cooperanti italiani che segnalino la propria presenza e la propria attività.
L'Italia ed i Partners europei rimangono comunque impegnati a verificare che il Governo colombiano rispetti gli impegni presi durante l'incontro dell'11 giugno 2004 e non hanno mancato di sollecitare ulteriormente le Autorità governative affinché si rendano promotrici attive della protezione effettiva dei diritti e delle libertà fondamentali all'interno del Paese. Da ultimo, si segnalano a tale riguardo le posizioni
espresse tanto dalla Presidenza UE quanto dal sottoscritto in rappresentanza dell'Italia, in occasione della Conferenza di coordinamento e cooperazione con la Colombia, che ha avuto luogo a Cartagena de Indias dal 2 al 4 febbraio 2005 quale seguito dell'incontro per il sostegno internazionale alla Colombia tenuto a Londra nel luglio 2003. In preparazione della Conferenza di Cartagena, il Presidente Uribe ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni non governative per uno scambio di valutazioni sulla situazione colombiana.
Risposta. - Nell'ambito della tipologia delle ricerche segnalate nell'atto parlamentare in esame, le quali rientrano nello studio denominato PRISMA - (Progetto Italiano Salute Mentale Adolescenti), si segnala un progetto di ricerca, dal titolo «Prevalenza dei disturbi mentali in una popolazione urbana di preadolescenti e associazione tra assetto generico e comportamento», condotta dall'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), «Eugenio Medea» di Bosisio Parini (Lecco).
nella prima classe di industrie insalubri di cui all'Art. 216 del Testo Unico delle Leggi sanitarie Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, che nell'elenco delle industrie insalubri di prima classe del decreto ministeriale 5 settembre 1994: C) ATTIVITÀ INDUSTRIALI punto 14) INCENERITORI; quale industria insalubre di prima classe dovrebbe essere «isolata nelle campagne» (T.U. leggi sanitarie Art. 216); invece si trova ai confini del centro abitato del comune di Riccione ed anche ai confini del comune di Misano ed entro i confini del comune di Coriano, in zona intensamente abitata con un numero altissimo di persone esposte al rischio inquinamento entro un raggio di poche centinaia di metri;
Risposta. - In merito all'interrogazione parlamentare in esame, relativa alla realizzazione di una centrale termoelettrica in provincia di Rimini, si rappresenta quanto segue.
realizzarsi nel territorio del comune di Coriano (Rimini).
Risposta. - In merito a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo in argomento si rappresenta che il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio non ha specifiche competenze in materia di recupero e rimozione di relitti con il relativo carico giacenti sui fondali marini e, in mancanza di documentazione al riguardo, ha richiesto, comunque notizie, in ordine alla problematica evidenziata alla Capitaneria di Porto di Manfredonia che ha rappresentato quanto segue.
sembra presentare potenziali rischi di natura ambientale e che «non sussistono elementi che inducano a pensare che possano essere intervenuti cambiamenti della situazione precedente, in quanto i controlli periodicamente eseguiti dalle dipendenti unità navali non hanno mai rilevato presenza in zona di gasolio o altre sostanze inquinanti».
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare presentata con la quale l'interrogante chiede chiarimenti in merito all'applicazione della legge 12 marzo 1999 n. 68, recante norme per il diritto al lavoro dei disabili, con riguardo alle assunzioni a tempo indeterminato di personale docente effettuate in provincia di Vicenza e Brescia.
documenti attestanti lo stato di invalidità e l'iscrizione negli elenchi di collocamento.
centraline di rilevamento ambientale in territorio non riservato alla base militare americana;
Risposta. - In relazione agli articoli di stampa citati in premessa dagli interroganti la Difesa ha già fornito esaurienti risposte ad altri atti di sindacato ispettivo.
Le misure e le azioni descritte nel Piano sono state preventivamente coordinate con l'Autorità Territoriale di Governo di Sassari, competente per gli aspetti legati alla salvaguardia della popolazione civile.
Risposta. - L'interrogante lamenta inadempienze per quanto riguarda il pagamento delle competenze dovute dal gennaio 2002 alla cooperativa «Libertà» di Mestre per l'espletamento del servizio di pulizia svolto in scuole statali della provincia di Venezia.
come la stessa evidenziasse in maniera inequivocabile non soltanto le violazioni del Codice Internazionale Oms/Unicef ma, parimenti, quelle perpetrate nei confronti della vigente legislazione italiana, ossia il decreto ministeriale n. 500 del 1994 e successive integrazioni e/o modificazioni -:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, in merito alle problematiche relative ai costi dei sostituti del latte materno, si segnala che, in data 15 aprile 2004, il Ministro della salute ha inviato una lettera alle industrie italiane produttrici, invitandole a valutare la possibilità di avviare, in tempi brevi, ogni iniziativa idonea a ridurre significativamente i prezzi di tali prodotti e, ove possibile, a garantire, tramite il Servizio Sanitario Nazionale, la fornitura «agevolata» ai soggetti in condizioni economiche disagiate. Tale modalità di fornitura corrisponde a quanto già previsto dal decreto ministeriale 8 giugno 2001, con il quale è garantita l'erogazione gratuita di sostituti del latte materno per i nati da madri HIV positive.
Per quanto riguarda la promozione dell'allattamento al seno, il nostro Paese, in accordo con quanto espresso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, considera la promozione della salute materno-infantile un obiettivo strategico di salute pubblica, previsto nei Piani Sanitari Nazionali.
Con riferimento all'attività in atto del Ministero della Salute nel settore in questione, si segnalano i seguenti progetti:
Va precisato, inoltre, che l'attività della Commissione Salute Donna, da me presieduta, ha coinvolto, sin dall'inizio, la tematica in questione, non come isolato obiettivo di natura socio-sanitaria, ma come parte di un progetto complessivo mirato alla tutela della salute della donna e del bambino.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, concernente la costruzione di una struttura alberghiera sulla costa di Praia a Mare, si riferisce che è pervenuto un esposto del «Gruppo Nuovi Orizzonti», con il quale si denuncia che è in corso di realizzazione un'opera turistico alberghiera in località Fiuzzi, nel comune di Praia a Mare (CS), e che per tale progetto non sarebbe stata effettuata la valutazione di impatto ambientale. In data 11 agosto 2004, è pervenuto un esposto dell'Associazione Verdi-Ambiente e Società, con il quale è stata denunciata la medesima violazione.
né alla procedura di verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, in quanto l'opera ricade all'interno di un'area urbana e, pertanto, non rientra nella previsione dell'Allegato B, punto 8, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 che, invece, prevede l'obbligo di avviare la suddetta procedura di verifica solo per gli interventi turistici che ricadano al di fuori di un'area urbana.
Risposta. - In ordine alla problematica evidenziata con l'interrogazione parlamentare in esame, concernente l'inabissamento della nave cisterna Alessandro Primo al largo di Molfetta, sulla base di quanto comunicato dalla Capitaneria di Porto di Molfetta si riferisce che il giorno 30 gennaio 1991 la predetta nave partiva dal porto di Gela, diretta a Ravenna, con un carico di tonn. 3.000 circa di dicloroetano e di tonn. 550 circa di acrilonitrile.
della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, che ha aperto un'inchiesta, la Capitaneria di Porto ha eseguito un'intensa campagna di monitoraggio della zona in questione a partire dal giorno 14 settembre 2004.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in esame si fa presente che, in considerazione del carattere di transitorietà dell'istituto dell'incarico di presidenza, non si ritiene opportuno apportare alcuna modifica alla tabella di valutazione annessa all'ordinanza ministeriale n. 39 del 2004.
Risposta. - La questione dell'attentato contro l'Ambasciata d'Italia a Beirut è delicata ed investe diversi settori dello Stato. Da quanto risulta dai messaggi della nostra Ambasciata a Beirut, l'attentato è stato pianificato da elementi integralisti sunniti wahabiti ed è stato sventato a seguito di un'operazione condotta in tempi rapidissimi, su impulso del SISMI, che aveva precedentemente informato l'omologo Servizio libanese dell'attività sospetta di alcuni elementi. Veniva così individuato un gruppo, facente capo ad Ahmad Selim Mikati, già condannato per l'azione terroristica del 2000 a Tripoli che ha causato la morte di 40 persone, e da allora latitante, rifugiato nel campo palestinese di Ain El Heloue (periferia di Sidone) ove le forze dell'ordine libanese non possono accedere.
gruppo intendeva compiere attentati contro istituzioni libanesi ed i paesi le cui truppe sono presenti in Iraq.
Risposta. - La Difesa ha già avuto modo di riferire sulle questioni sollevate dagli interroganti, rispondendo ad altri atti di sindacato ispettivo.
Risposta. - Il Piano sanitario nazionale 2003-2005, confermando orientamenti programmatici consolidati, attribuisce un rilievo significativo alle problematiche delle persone anziane; in particolare, tra i «I dieci progetti per la strategia del cambiamento», è stato previsto quello finalizzato a
«Promuovere una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l'assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili».
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, con la quale si chiede se il Governo non ritenga giusto privilegiare l'indennizzo in rendita (INAIL), rispetto all'indennizzo in capitale e, comunque, ripristini «la soglia dell'11 per cento per la liquidazione in capitale», si comunica quanto segue.
partire dal quale l'infortunato o il tecnopatico aveva diritto alla rendita di inabilità.
Come si può evincere da quanto sopra detto, il nuovo sistema consente una più ampia e completa tutela della persona infortunata, sia dal punto di vista qualitativo, poiché la «Tabella delle menomazioni» prende in considerazione una dettagliata ed analitica serie di patologie e menomazioni, ben più ampia di quelle di cui alle tabelle allegate al TU n. 1124, sia dal punto di vista quantitativo poiché la soglia di indennizzabilità si è «comunque» abbassata dall'11 al 6 per cento.
Risposta. - In relazione alla interrogazione in argomento, si espone di seguito il parere del ministero interrogato e quanto riferito al riguardo dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (INPDAP).
n. 1092 del 1973 dispone che il cumulo dei trattamenti, di cui al comma 1, dell'articolo 130, dello stesso decreto non è ammesso nei casi in cui il nuovo rapporto costituisce deviazione, continuazione o rinnovo di quello precedente che ha dato luogo alla pensione.
di nomi con conseguente elusione dei controlli di frontiera;
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, sono state richieste informazioni al Comando generale del corpo delle Capitanerie di Porto il quale fa conoscere che la competente Capitaneria di Porto di Bari ha sensibilmente incrementato i controlli su tutte le unità RO/RO passeggeri in arrivo/partenza a/da il porto di Bari durante i periodi di massimo afflusso dei passeggeri nel porto di Bari, vale a dire nei mesi di luglio-agosto-settembre, dicembre-gennaio, aprile nonché nel corso delle trascorse festività natalizie.
rispetto al 2002 pari al 40 per cento mentre le capacità professionali continuano ad avere un andamento positivo;
Risposta. - Si comunicano gli elementi che il ministero delle attività produttive ha acquisito in merito alla prevista delocalizzazione produttiva dello stabilimento Wella di Castiglione D/Siviere, anche sulla base di elementi informativi forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per analogo atto di sindacato ispettivo.
I motivi, esposti alle rappresentanze sindacali dalla direzione della Wella Italia in data 31 agosto 2004, sono riferibili essenzialmente a:
Il Ministero delle attività produttive segue con particolare attenzione l'evoluzione della vertenza in questione e, nel quadro delle iniziative avviate per individuare una soluzione alle problematiche aziendali e dei lavoratori sono stati svolti presso il Ministero alcuni incontri tra i vertici dell'Azienda, le Organizzazioni sindacali e le RSU rappresentanti del Ministero e della Regione Lombardia, il Sindaco di Castiglione e alcuni Parlamentari.
Risposta. - Si fa presente che l'Autorità per le comunicazioni cui compete - ai sensi delle disposizioni di cui alla legge n. 249/1997 - lo svolgimento dell'attività di vigilanza in materia di pubblicità sotto qualsiasi forma, ha comunicato che alla conclusione delle verifiche connesse alla campagna pubblicitaria di cui è cenno nell'atto parlamentare cui si risponde, non sono emersi elementi tali da giustificare un intervento sanzionatorio da parte della stessa.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
pubblico per cinque mesi (dal 1o novembre 2001 al 31 marzo 2002);
Il Comitato ha l'obiettivo fondamentale di effettuare una rilevazione ed analisi sistematica del mercato, un monitoraggio sull'andamento dei prezzi in tutte le fasi della filiera produttiva, e di promuovere eventuali accordi con Amministrazione enti territoriali ed organismi pubblici, al fine di favorire azioni ed interventi atti ad incoraggiare la trasparenza nel processo di formazione dei prezzi, il corretto funzionamento del mercato e la cultura della «autotutela» dei consumatori. I risultati del lavoro di monitoraggio del mercato e le relative banche dati, curate dall'Istituto per la Promozione Industriale - I.P.I. - vengono costantemente aggiornate e pubblicate sul sito www.maposserva.it appositamente creato per la consultazione da parte dei consumatori e degli operatori economici.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa ha riferito che ogni carrozza in composizione ai treni è sottoposta ad operazioni di manutenzione programmata al fine di garantire la regolarità di marcia e la funzionalità degli impianti di bordo (climatizzazione, illuminazione e sonorizzazione) secondo piani manutentivi emanati dalla struttura Unità tecnologie materiale rotabile (UTMR) approvati dal Cesifer (certificazione sicurezza imprese ferroviarie) di Rete ferroviaria italiana spa.
Risposta. -L'Italia ha immediatamente compiuto passi formali nei confronti del Governo Federale Transitorio somalo: il Capo della Delegazione diplomatica speciale per la Somalia, Amb. Francesco Lanata, e l'inviato, straordinario del Governo italiano per la Somalia, onorevole Mario Raffaelli, hanno espresso ad una delegazione del Governo Transitorio somalo, guidata dal Primo ministro Ali Mohamed Ghedi, la più ferma protesta e lo sdegno per gli inqualificabili atti di devastazione verificatisi nel cimitero italiano di Mogadiscio.
Risposta. - Nell'ambito della tipologia delle ricerche segnalate nell'atto parlamentare in esame, le quali rientrano nello studio denominato PRISMA - (Progetto italiano salute mentale adolescenti), si segnala un progetto di ricerca, dal titolo «Prevalenza dei disturbi mentali in una popolazione urbana di preadolescenti e associazione tra assetto genetico e comportamento», condotta dall'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), «Eugenio Medea» di Bosisio Parini (Lecco).
Risposta. - L'interrogante lamenta inadempienze del centro servizi amministrativi di Venezia per quanto riguarda il pagamento delle competenze dovute dal mese di ottobre 2001 alla ditta «Aria s.a.s.» per l'espletamento del servizio di pulizia svolto in scuole statali del comune di Portogruaro (Venezia).
allo Stato, sempre senza previsione di oneri, anche i contratti stipulati dagli enti locali per l'affidamento dei servizi di pulizia nelle scuole.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante lamenta la soppressione di cattedre di insegnamento dello strumento musicale nelle prime classi della scuola secondaria di 1 grado della regione Campania ed in particolare della provincia di Benevento.
16 febbraio 2004, n. 300, aveva precisato che l'insegnamento dello strumento musicale nella scuola secondaria di 1o grado doveva continuare a svolgersi secondo le modalità organizzative e didattiche che hanno disciplinato la materia sin dal suo sorgere (DDMM. n. 201 e 202 del 1999).
Risposta. - Si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni cui compete lo svolgimento dell'attività di vigilanza sui servizi forniti dagli operatori, ai sensi delle disposizioni di cui alla legge n. 249 del 1997, ha da tempo istituito un gruppo di lavoro - denominato ufficio gestione segnalazioni «UGS» - allo scopo di esaminare le segnalazioni del tipo di quelle indicate dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde.
avrebbero deliberato necessariamente di procedere alla liquidazione del Consorzio;
Risposta. - Con riferimento ai quesiti posti dalll'interrogante si fa presente che non risultano agli atti provvedimenti in sospeso relativi al Consorzio Agrario di Torino relativi a piani di ristrutturazioni aziendali. Singole delibere, che prevedevano ristrutturazioni di depositi di carburanti di Chieri, Rivarolo, Chiasso Orbassano e Pinerolo, incarichi a professionisti e gestione informativa, sono già state autorizzate.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame riguardante la valutabilità in carriera, ai fini giuridici ed economici, del servizio non di ruolo prestato in qualità di insegnante nei doposcuola gestiti dagli ex patronati scolastici.
per quanto riguarda il riconoscimento del servizio al personale docente, rimanda alla legge n. 576 del 1970 la valutazione dei servizi prestati.
Risposta. - Si ritiene opportuno anzitutto precisare che il contributo statale di cui è cenno nell'atto parlamentare in esame (pari a 75 euro per ciascun accesso) è corrisposto agli operatori di telecomunicazioni non sui canoni di attivazione del servizio, ma sotto forma di sconto praticato sull'ammontare previsto nei contratti di abbonamento al servizio di accesso a larga banda ad internet, come stabilito dall'articolo 2 del decreto interministeriale 14 marzo 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 83 del 9 aprile 2003).
tenuto dalla società Fastweb che, nello stipulare nuovi contratti telefonici, indurrebbe gli utenti a credere che l'attacco sia immediato mentre ancora la società Telecom non ha disabilitato il collegamento, provocando notevoli disagi agli utenti stessi, si fa presente che la materia riguardante le controversie fra utenti ed organismi di telecomunicazione rientra nelle competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge n. 249 del 1997.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
di ruandesi potrebbero essere processati per il genocidio del 1994 nel quale furono trucidati 800 mila tutsi e hutu moderati;
Risposta. - I procedimenti nei confronti degli autori del genocidio ruandese del 1994 si svolgono seguendo due direttrici principali: i processi di fronte al Tribunale Penale internazionale per il Ruanda (T.P.I.R), istituito con la Risoluzione n. 955 del novembre 1994 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, ed i processi di fronte alla giustizia ruandese.
Risposta. - L'Italia ha immediatamente compiuto passi formali nei confronti del Governo Federale Transitorio somalo: il Capo della Delegazione diplomatica speciale per la Somalia, Ambasciatore Francesco Lanata, e l'inviato Straordinario del Governo italiano per la Somalia, Onorevole Mario Raffaelli, hanno espresso ad una delegazione del Governo Transitorio somalo, guidata dal Primo Ministro Ali Mohamed Ghedi, la più ferma protesta e lo sdegno per gli inqualificabili atti di devastazione verificatisi nel cimitero italiano di
Risposta. - In merito quanto richiesto con l'atto ispettivo cui si risponde riguardante la vicenda dei canoni dovuti dall'associazione diportisti maddalenini per una concessione demaniale marittima relativa ad una struttura asseritamene rientrante nella nozione di «punto di disormeggio» ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 2 dicembre 1997, n. 509, si pone in evidenza, per quanto di competenza di questa Amministrazione, che tale problematica verte sull'interpretazione dell'articolo 11, comma 3, della legge 23 dicembre 1999.
Libero e l'Unità) le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL del comparto ministeri hanno denunciato le «ripetute violazioni dei diritti sindacali, delle norme contrattuali e le vessazioni di tutto il personale» di cui si sarebbe resa responsabile la direttrice Angelica Carpifave; la stessa inoltre, più di recente, si sarebbe resa protagonista di alcuni attriti con l'ambasciatore italiano a Mosca;
Risposta. - Come noto, la nomina della dottoressa Angelica Carpifave a direttrice dell'istituto italiano di cultura di Mosca (ex articolo 14 legge n. 401 del 1990, è stata effettuata dal Ministro degli affari esteri a seguito di parere favorevole della commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero in occasione della seduta del 27 febbraio 2003.
all'attivazione del tavolo presso il ministero delle attività produttive, previsto per la fine del mese di settembre tra l'azienda, le amministrazioni locali e le organizzazioni sindacali, confronto -:
Risposta. - Si comunicano gli elementi che il ministero delle attività produttive ha acquisito in merito alla prevista delocalizzazione produttiva dello stabilimento Wella di Castiglione D/Siviere, anche sulla base di elementi informativi forniti dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, per i analogo atto di sindacato ispettivo.
I motivi, esposti alle rappresentanze sindacali dalla direzione della Wella Italia in data 31 08 2004, sono riferibili essenzialmente a:
Il Ministero delle attività produttive segue con particolare attenzione l'evoluzione della vertenza in questione e, nel quadro delle iniziative avviate per individuare una soluzione alle problematiche aziendali e del lavoratori, sono stati svolti presso il Ministero alcuni incontri tra i vertici dell'azienda, le organizzazioni sindacali e le RSU, rappresentanti del ministero e della regione Lombardia, il sindaco di Castiglione e alcuni parlamentari.
Etica e Forum permanente del Terzo settore hanno presentato il «Manifesto per la mobilità urbana sostenibile»;
Risposta. - L'interrogazione in esame riguarda la giornata europea «In città senza la mia auto» e, in particolare, le iniziative a sostegno della mobilità sostenibile. In merito, si illustrano di seguito le iniziative adottate da questo Ministero.
La pianificazione sopra richiamata deve essere concordata, per quanto riguarda le aree urbane, con i sindaci.
traffico, acquisto di flotte di veicoli a basso impatto ambientale, attivazione di centraline di monitoraggio per la qualità dell'aria, creazione delle strutture di mobility management (interventi strutturali - domeniche ecologiche 2000, programma stralcio di tutela ambientale e programmi radicali per la mobilità sostenibile MLN 118 di Euro);
Con tali provvedimenti sono stati finanziati complessivamente 254 progetti di mobilità sostenibile nelle aree urbane a favore di 85 enti locali.
Le azioni realizzate riguardano, per il punto a):
In relazione a quest'ultimo punto, il ministero, nel 2003, ha sottoscritto un protocollo di intesa con alcune regioni, province, comuni, istituti di ricerca e società private, finalizzato alla sperimentazione di dispositivi per l'abbattimento delle emissioni applicati a flotte di veicoli pesanti (bus e veicoli commerciali) adibiti a trasporto pubblico ed altri servizi di pubblica utilità. La sperimentazione è stata conclusa recentemente e, sulla base dei risultati conseguiti, il ministero potrà individuare, insieme al ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le modalità per agevolare l'omologazione di tali dispositivi e promuoverne l'utilizzo presso gli enti locali.
Infine, per quanto riguarda le risorse disponibili, si fa presente che, fermo restando che per l'attuazione dei PUT (piani urbani del traffico) e dei PUM (piani urbani della mobilità), sarebbero necessari per i comuni contributi ordinari che dovrebbero far fronte ad investimenti dell'ordine diverse decine di miliardi di euro, (i costi stimati per l'attuazione dei soli PUM delle città di Roma e Milano sono rispettivamente pari a 6 e 9 miliardi di euro), il Ministero potrà fornire, solo nell'ambito delle risorse, a sua disposizione, «contributi straordinari» alle azioni dei comuni.
Sulla base dei risultati emersi dal monitoraggio amministrativo e procedurale, anche al fine evitare ritardi o appesantimenti di natura burocratica da parte degli enti locali che beneficeranno del contributo, sarà data la priorità agli interventi «immediatamente cantierabili» per garantire, in tempi brevi, la realizzazione di progetti di razionalizzazione della mobilità in quelle aree urbane che presentano maggiori criticità in termini di inquinamento atmosferico e di congestione da traffico.
Si allega una sintesi degli impegni finanziari assunti e dello stato di attuazione dei programmi, nonché un dettaglio in merito agli interventi promossi dal ministero dell'ambiente e riportati nella tabella. (Disponibile presso il servizio Assemblea).
abbiamo ricevuto ha portato al ricovero in un ospedale psichiatrico di una cadetta di nazionalità straniera»;
Risposta. - In merito agli ipotizzati «casi di vessazioni psicologiche e fisiche», occorre in premessa precisare che avverso tali fenomeni e, più in generale, contro tutti gli atti di prevaricazione l'amministrazione difesa ha posto, nel tempo, una crescente attenzione nell'attività di prevenzione e contrasto ottenendo significativi risultati come, peraltro, reso noto dagli organi preposti al monitoraggio e al controllo.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, sono state richieste informazioni al comando generale del corpo delle capitanerie di porto che rappresenta, in via preliminare, come la destinazione e l'utilizzo effettivo del litorale di Marina grande di Bacoli investa due distinti aspetti.
dannose per la libera fruizione del litorale da parte di bagnanti ed altri utenti del mare non interessati al diporto nautico o alla pesca, risultavano altresì lesive per la tutela del patrimonio archeologico nazionale (ciò in considerazione del fatto che l'area di cui trattasi è attigua ad uno specchio acqueo sottoposto a vincolo da parte della soprintendenza ai beni culturali di Napoli) e per la preservazione dell'ecosistema marino in ragione del danneggiamento delle praterie di posidonia presenti derivante dall'affondamento delle strutture di zavorra funzionali agli ormeggi.
quali la regione Campania e i comuni costieri, spetta il compito di individuare soluzioni infrastrutturali adeguate alle peculiarità del «territorio» dagli stessi amministrato, al fine di contemperare i differenti interessi che, a vario titolo e rango, ruotano intorno alla fruizione dei litorali e degli specchi acquei prospicienti (balneazione, diporto, pesca, protezione del patrimonio archeologico e dell'ecosistema marino); tutti dotati, in punto di diritto, di pari dignità.
Risposta. - La Siria non ha formato oggetto di alcuna risoluzione di condanna per violazione dei diritti umani né nel corso della 60a Sessione annuale della Commissione per i diritti umani di Ginevra (marzo-aprile 2004), né dalla 58a Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York (settembre-dicembre 2003). Tuttavia, nel discorso generale sulla situazione dei diritti umani nel mondo, pronunciato dalla Presidenza irlandese a nome dell'Unione europea davanti alla Commissione per i diritti umani il 23 marzo 2004, è stata espressa preoccupazione per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali commesse in Siria. La Presidenza irlandese, in particolare, ha sottolineato che il trattamento riservato ai prigionieri di coscienza, ed il fatto che in alcuni casi vengano sottoposti alle corti penali militari procedimenti in cui sono direttamente implicati imputati civili, non è in linea con quanto previsto dagli standard internazionali. Infine, la Presidenza irlandese ha sollecitato
la Siria a continuare sulla strada intrapresa degli ultimi anni ed a sottoscrivere i principali strumenti internazionali a tutela dei diritti umani, come per esempio il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura ed altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti. Quest'ultima Convenzione è stata poi effettivamente sottoscritta dalla Siria il 19 agosto 2004.
Risposta. - Si comunicano gli elementi che il Ministero delle attività produttive ha acquisito in merito alla prevista delocalizzazione produttiva dello stabilimento Wella di Castiglione D/Siviere, anche sulla base di elementi informativi forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per analogo atto di sindacato ispettivo.
italiano e le motivazioni che escludono che, dalla decisione assunta, possa conseguire un futuro disimpegno della Wella anche per le attività commerciali del sito, destinate per contro ad essere rafforzate.
Risposta. - Al riguardo si ritiene anzitutto opportuno precisare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune le risorse di cui dispone, al fine di raggiungere il duplice obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché di garantire un efficiente servizio all'utenza.
cui gli stessi erano ubicati, non consentivano l'adeguamento alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 626/1994.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, è importante ricordare che nel primo programma delle opere strategiche deliberato dal CIPE in data 21 dicembre 2001, era difatti previsto il progetto per la realizzazione dell'hub portuale di Trieste «piattaforma logistica».
Risposta. - In aderenza con quanto previsto dal decreto ministeriale 10 ottobre 2002, che ha stabilito l'organico del personale civile dello stabilimento militare propellenti di Fontana Liri, ed espletate le previste procedure di concertazione con le organizzazioni sindacali territoriali, sono transitati nell'agenzia industrie difesa n. 202 unità.
creatasi nella zona de qua in palese violazione del decreto legislativo n. 152 dell'11 maggio 1999 e di qualunque norma sulla tutela della salute dei residenti nelle aree interessate.
Risposta. - In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale si chiede di conoscere quali interventi urgenti si intendano promuovere al fine di risolvere la grave, situazione di emergenza ambientale in atto nella zona Flegrea e di sollecitare la conclusione dei lavori di ristrutturazione dell'unico impianto di depurazione di Cuma presente nella zona, si rappresenta quanto segue.
Inoltre, è prevista la realizzazione di due impianti di essiccamento termico dei fanghi, a servizio dei cinque impianti, ubicati in posizione baricentrica presso Napoli Nord e Foce Regi Lagni. Per ciascun comprensorio depurativo sono individuati gli interventi che completano gli allacciamenti delle reti fognarie ai collettori comprensoriali.
di quest'ultimo e il depuratore di Cuma e dall'emissario di Coroglio.
il 1 gennaio 1948 e il 7 agosto 1966, per motivi riconducibili a ragioni politiche o religiose, alla partecipazione di un sindacato o alla partecipazione ad una attività sindacale;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, concernente l'eccessivo lasso di tempo occorrente per il riconoscimento del diritto, ai lavoratori interessati, dei benefici previsti dalla legge n. 172 del 1999 (che ha riaperto i termini della legge n. 36 del 1974), si fa presente quanto segue.
Risposta. - Le difficoltà che attraversa non solo l'industria dell'abbigliamento, ma l'intero comparto dei TAC (tessile, calzature ed abbigliamento) sono all'attenzione del ministero delle attività produttive che quotidianamente si trova ad affrontare problematiche analoghe.
quando non venga formalmente richiesta l'apertura di una «vertenza» al fine di esaminare la problematica di volta in volta segnalata.
Risposta. - Le difficoltà che attraversa non solo l'industria dell'abbigliamento, ma l'intero comparto del TAC (Tessile, Calzature ed Abbigliamento) sono all'attenzione del Ministero delle attività produttive che quotidianamente si trova ad affrontare problematiche analoghe.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, sono state richieste informazioni al Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto il quale rappresenta quanto segue.
agli eventuali orientamenti di politica giudiziaria.
Risposta. - Per quanto concerne il regolamento relativo alla normativa tecnica per la costruzione e le sistemazioni relative all'ambiente di lavoro a bordo delle navi mercantili e da pesca nazionali, previsto dall'articolo 34 del decreto legislativo 27 luglio 1999 n. 271, è in corso un'integrazione istruttoria voluta dal Consiglio di Stato, cui il regolamento stesso era stato inviato per il parere. Il predetto consesso ha infatti ritenuto necessario acquisire i pareri di diversi Ministeri, oltre a quello dei Ministeri concertanti.
a difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Oristano è emerso quanto segue.
dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), che nominava quale curatore fallimentare l'avvocato Teresa Rossi;
Risposta. - A seguito della sentenza di fallimento emessa, nei confronti della TMA, dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere, il curatore fallimentare designato ha proceduto, esercitando il proprio potere di scelta e su autorizzazione del giudice delegato, allo scioglimento del contratto preliminare di acquisto dell'immobile oggetto del predetto contratto con la Soprodimec, con la conseguenza che l'immobile è rientrato nella massa attiva e sullo stesso è stata trascritta la sentenza di fallimento.
al suddetto procedimento di revoca ex legge n. 241 del 1990.
Sulla scorta dei richiamati princìpi, è stato ribadito, relativamente al caso in esame, quanto segue:
Il predetto Tribunale ha, in conclusione, rappresentato che:
contaminazione che può avvenire sin dal momento del trasporto e dell'immagazzinamento -:
Risposta. - L'interrogazione si riferisce ai fatti che risalgono al 9 maggio ultimo scorso quando la nave Keoyang Majesty proveniente dal porto di San Lorenzo in Argentina, giunta nel porto di Chioggia è stata bloccata da attivisti di Greenpeace. Secondo le informazioni riferite dalla Capitaneria del porto di Chioggia la nave trasportava 50.830 tonnellate di farina di soia, di cui 20.000 destinate «ad essere» scaricate e le restanti 30.380 tonnellate in transito per il porto di Ravenna. Il certificato di analisi che accompagnava la merce, redatto dalla Schutter Argentina S.A. (società di certificazione accreditata presso la Grain and Feed Trade association), specificava che si trattava di prodotto ottenuto da soia geneticamente modificata, senza indicare alcun elemento ulteriore per specificare il tipo di Organismi geneticamente modificati, più precisamente, il tipo di «evento» in questione. La Capitaneria di Porto di Chioggia, intervenuta per le operazioni di controllo, ha fornito un'ampia relazione in ordine agli eventi citati ed ha fornito le necessarie informazioni relative a provenienza, destinazione, quantitativo, tipo di prodotto, così come riportato nel certificato redatto dalla Schutter Argentina S.A..
comunitaria di autorizzazione adottata ai sensi della direttiva 2001/18/CE. A questo riguardo, si ricorda che la norma nazionale di recepimento della direttiva citata, il decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224, prevede all'articolo 35 uno specifico sistema di sanzioni che riguarda, nello specifico, l'immissione in commercio di Ogm non autorizzati.
La soia Roundup Ready è attualmente autorizzata anche in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Giappone, Corea, Messico, Russia, Sud Africa, Svizzera, U.S.A. e Uruguay. In particolare, in Argentina, paese di provenienza della merce, è l'unico tipo di soia autorizzato per la coltivazione. Pertanto, è facilmente prevedibile che nel caso specifico si tratti del tipo di soia autorizzato nell'Unione Europea.
il quotidiano Il Mattino di Napoli, nella cronaca di Salerno del 12 luglio 2004, dà notizia di una lettera a firma del presidente provinciale di Salerno del S.I.B. - Sindacato Italiano Balneari - Raffaele Vuolo Olivieri, e del suo omologo cittadino, Severino Falivene, inviata al presidente della regione Campania, all'assessore regionale all'ambiente, al sindaco di Salerno, agli assessori provinciale a cittadino all'ambiente, al presidente della provincia e al Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno;
nella suddetta missiva si invoca l'intervento urgente delle istituzioni e amministrazioni locali per porre fine alla condizione di grave degrado in cui versa da molti giorni il mare di Salerno, invaso da sporcizia e rifiuti galleggianti di ogni genere, oltre ad un aspetto denso e limaccioso delle acque che trova un superfluo riscontro negli stessi allarmanti dati batteriologici e chimico-fisici rilevati dall'ARPAC;
la dura presa di posizione dei rappresentanti delle imprese turistico-balneari non è altro che l'epilogo di una protesta generale che ogni anno, nel pieno della stagione estiva, emerge in tutta la sua gravità per la cronica irrisolutezza del problema dell'inquinamento marino;
secondo l'interrogante è chiaro che in tale contesto parlare di qualità dell'offerta turistica, sviluppo economico e opportunità occupazionali legate alle attività turistico-balneari, risulta alquanto improbabile, se non retorico;
a Salerno città il mare sporco interessa ormai quasi l'intero vasto litorale, con le situazioni più critiche alle foci di fiumi e torrenti, ed in particolare dell'Irno, e nelle zone prospicienti il porto commerciale;
in provincia situazioni critiche si registrano oltre che lungo l'intero tratto della litoranea, fino a Pontecagnano, anche più a sud, fino ad Agropoli, Capaccio, Eboli e Battipaglia, e alla foce dell'Alento, a Casal Velino: luoghi dove in passato s'erano registrati segni di miglioramento;
notevole preoccupazione destano anche le condizioni di alcuni tratti della Costa d'Amalfi che con le sue magnifiche «perle» è annoverata dall'Unesco tra i patrimoni mondiali dell'umanità;
considerati i gravi e negativi riflessi che tale situazione determina, oltre che sull'economia del territorio, anche sul piano della tutela ambientale e della salute dei cittadini, appare improcrastinabile, operare in questo vasto e rinomato bacino marittimo un intervento urgente delle istituzioni preposte alla vigilanza ed al controllo delle diverse attività ad esso afferenti -:
se i ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione esposta;
se, e quali iniziative, ciascuno per le proprie competenze, intendano urgentemente assumere in ordine alla grave circostanza riferita, con particolare riguardo alla verifica delle operazioni di controllo, vigilanza e identificazione delle fonti da cui deriva il grave stato di degrado e inquinamento delle acque dell'intera costa salernitana;
se, non intendano adottare iniziative normative volte a prevedere un necessario ed urgente inasprimento delle sanzioni e delle pene previste dal nostro ordinamento per coloro che si rendono responsabili dei reati di inquinamento ambientale e di procurato pericolo per la salute pubblica, fino a considerare l'ipotesi di sospensione delle licenze d'esercizio e, nei casi più gravi, il sequestro e la confisca dei beni funzionali all'espletamento delle stesse attività che hanno causato danni ambientali alle coste e alle acque marine, al fine di tutelare l'ambiente, la salute dei cittadini ed i già precari livelli occupazionali del settore turistico, nell'interesse di tutta la collettività, degli operatori onesti e degli stessi irresponsabili «inquinatori».
(4-10485)
La citata Capitaneria di Porto, in relazione alla vicenda, ha rappresentato che, a partire dal mese di settembre 2001, ha posto in essere ogni attività utile diretta al controllo delle principali fonti di inquinamento nelle aree rientranti nella propria giurisdizione, al fine della prevenzione e repressione delle condotte comportanti pregiudizio alle risorse marine e costiere.
In virtù di quanto sopra, ha proceduto ad un capillare monitoraggio degli scarichi confluenti in mare, nonché all'accertamento della legittimità delle condotte sottomarine e l'uso delle stesse.
A seguito di detta attività di controllo, dove sono state ispezionate n. 24 condotte sottomarine in 23 comuni, sono state accertate anomalie relative alla gestione e funzionamento, per cui ha provveduto ad interessare, per i necessari interventi, gli enti competenti (regione, provincia e comuni), nonché ad inviare informativa di reato all'autorità giudiziaria.
L'attività di controllo in materia ambientale ha riguardato principalmente la verifica degli impianti di depurazione in provincia di Salerno; attività condotta congiuntamente al personale dell'A.R.P.A.C. di Salerno.
In merito a detta attività, il Comando ha ricevuto delega d'indagine dalle procure della Repubblica di Salerno e Vallo della Lucania dirette alla verifica del rispetto del decreto legislativo n. 152/1999 e n. 22/1997.
Dette ispezioni, eseguite su 87 impianti di depurazione in 53 località della provincia hanno portato ad accertare anomalie e malfunzionamenti per i quali oltre alla denuncia all'autorità giudiziaria, la Capitaneria di Porto ha provveduto ad informare gli enti competenti (regione Campania, provincia Salerno, ARPA, Commissario di Governo c/o regione Campania; Ente Ambito Sele e l'Ente Sarnese Vesuviano).
La Capitaneria di Porto, infine, ha fatto presente di aver impartito disposizioni alle Unità navali dipendenti circa la necessità di segnalare la presenza a mare di rifiuti di vario genere, accertarne la provenienza, specificando il tratto di mare interessato.
Il comune di Salerno, da parte sua, ha comunicato che il dipartimento provinciale dell'ARPAC ha trasmesso con nota del 14 ottobre 2004 gli esami analitici relativi a un presunto inquinamento del tratto di mare compreso dalla foce del Torrente ASA alla foce del Fiume Irno, accertamenti effettuati in collaborazione e con l'ausilio di mezzi navali della capitaneria di Porto di Salerno.
Nella sua relazione, sulla base di 8 puntuali sopralluoghi e 5 prelievi di campioni di mare, lì dove visibilmente si presentava con surnatanti di natura da determinare, di cui si fa riferimento nell'interrogazione in oggetto indicata, conclude:
a) che il materiale inquinante è di natura vegetale dovuto a possibili correnti
b) il basso valore degli streptococchi fecali e coliformi fecali sono indice di un inquinamento in atto non attribuibili a scarichi civili.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il telegiornale satirico di Canale 5 «Striscia la notizia» nella edizione di martedì 23 novembre 2004 ha trasmesso un servizio relativo al programma televisivo della RAI «Affari tuoi» in cui si mostrava con dovizia di particolari come uno dei vincitori del premio da 20.000 euro abbinato alla Lotteria Italia fosse in realtà il fidanzato della produttrice del programma e, come tale, a conoscenza dei meccanismi «riservati» legati all'attribuzione dei premi;
la scelta dei concorrenti che partecipano alla trasmissione «Affari Tuoi», come ad altre trasmissioni del servizio pubblico e privato in cui sono in palio premi, dovrebbe essere legata esclusivamente al caso e alla fortuna, diversamente si comprometterebbe irrimediabilmente la fiducia degli utenti televisivi non solo verso queste trasmissioni ma anche verso le stesse istituzioni che dovrebbero sovrintendere e garantire il corretto svolgimento di questi giochi a premio;
non è la prima volta che «Striscia la notizia» evidenzia in maniera palese queste ed altre «anomalie» presenti nei programmi televisivi, a premi e non -:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno per le rispettive competenze, non ritengano urgente, necessario ed opportuno avviare un'attenta indagine per appurare la veridicità del fatto esposto e se nella fattispecie sia configurata la semplice casualità o altro;
se e quali provvedimenti intendano adottare in caso siano accertate eventuali responsabilità;
se e quali altre iniziative ritengano intraprendere affinché non si verifichino episodi simili a quello sopra ipotizzato, al fine di tutelare il cittadino utente televisivo sgombrando il campo da ogni dubbio sulla credibilità, regolarità e autenticità di queste trasmissioni.
(4-11815)
Al riguardo, l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha comunicato che nel corso delle operazioni di assegnazione dei premi della Lotteria Italia 2004 durante la trasmissione televisiva Affari tuoi non si è verificata alcuna irregolarità, come invece denunciato da Striscia la notizia.
Infatti, il regolamento della lotteria, di cui al decreto direttoriale del 6 settembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 225 del 24 settembre 2004, non prevede alcuna preclusione alla partecipazione soggettiva, considerato che i biglietti di lotteria sono titoli al portatore. Di conseguenza, tutti gli acquirenti di biglietti, telefonando al numero 16463, possono concorrere, in caso di estrazione e di dichiarata disponibilità al gioco, all'assegnazione dei premi in palio.
Inoltre, rileva l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, tutta la procedura, dall'estrazione del codice identificativo del biglietto all'assegnazione dei premi, si svolge sotto la costante vigilanza di una commissione di controllo appositamente costituita.
Pertanto, l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, avendo constatato l'assoluta regolarità del premio assegnato nel corso della puntata della trasmissione televisiva Affari tuoi del 25 settembre 2004, non ha ravvisato alcun motivo per procedere all'invalidazione della vincita.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
dal 3 maggio 2004 la Forman spa del gruppo tessile Palzileri con sede a Legnaro (Padova) via Garibaldi, 24 è stata posta in liquidazione;
l'azienda ha circa 150 dipendenti tutti abitanti nel territorio e da anni ha dato certezze alla vita delle famiglie ed ha rappresentato, anche per immagine, un punto di forza dello sviluppo industriale della zona;
la mobilità dei dipendenti a seguito della liquidazione della società creerebbe loro seri problemi di stabilità familiare, con lo spettro reale della disoccupazione, poiché appare difficile poterli ricollocare in enti o aziende del medesimo territorio vista la situazione di grande difficoltà dell'economia della zona -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per la salvaguardia del posto di lavoro delle 150 famiglie della Forman spa.
(4-10025)
In data 3 maggio 2004 la ditta FORMAN SPA con sede a Legnaro ha comunicato all'amministrazione provinciale di Padova la necessita di porre in liquidazione la società e di dover procedere al licenziamento di 152 dipendenti ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 223/1991.
In data 22 giugno 2004 la stessa ditta ha informato la provincia di Padova di non aver raggiunto alcun accordo in sede sindacale quindi, ai sensi dell'articolo 4, comma 6, legge n. 223/1991, le parti sono state convocate dalla predetta amministrazione provinciale.
In data 19 luglio 2004 si è quindi tenuto l'incontro tra le parti conclusosi con un accordo che prevede la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria della durata di 12 mesi per 123 lavoratori; la garanzia di affidamento di commesse per un periodo di due anni ad una società o ad una cooperativa che dia occupazione ad oltre 50 dipendenti; un intervento di riqualificazione ed inserimento mirato a carico della ditta con il contributo della regione Veneto ed un incentivo economico a tutti i lavoratori.
Le rappresentanze aziendali e sindacali sono state coadiuvate nel trovare soluzioni concrete al problema anche grazie alla fattiva collaborazione delle istituzioni rappresentate dal prefetto di Padova, dall'assessore alle politiche del lavoro della regione Veneto, dal Presidente della provincia di Padova nonché dal sindaco di Legnaro.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il 12 dicembre 2003 un alto ufficiale dell'Esercito venne arrestato per truffa e peculato per aver preteso denaro, secondo l'accusa, dai militari che chiedevano di partecipare a missioni all'estero;
l'ufficiale, comandante di una unità interforze di stanza a Motta di Livenza
tale notizia fu ripresa anche dagli organi di stampa;
a giudizio dell'interrogante l'impressione che si poteva ricavare dalla vicenda è che non si fosse trattato di un caso isolato;
altri militari di altre caserme avrebbero dovuto sottostare al pagamento di due mensilità della missione per poter partire -:
se corrisponda al vero che alcuni militari siano stati soggetti al pagamento di tangenti per poter essere impiegati in missione;
se vi siano delle inchieste ancora in corso al fine di debellare il fenomeno ed individuare i colpevoli;
se per quanto consti al Governo, vi sia il ragionevole dubbio che il sistema di pagamenti di tangenti è tuttora in funzione ed è consolidato nel sistema.
(4-10596)
Esse stabiliscono i requisiti necessari e prevedono la selezione del personale senza privilegio o favoritismo alcuno.
Ciò nonostante, in esito ad alcune segnalazioni anonime, sono state effettuate le opportune verifiche che, ad oggi, non hanno fatto emergere riscontri oggettivi, ad eccezione dell'unico caso immediatamente denunciato alla Procura competente.
In particolare, con sentenza di patteggiamento in data 5 maggio 2004, divenuta irrevocabile il successivo 25 giugno, il tribunale militare di Padova ha condannato a due anni di reclusione il colonnello Filippo Marinelli, già Comandante del CIMIC GROUP SOUTH (con sede in Motta di Livenza - Treviso), arrestato il 10 dicembre 2003, in flagranza di reato, dai Carabinieri del comando provinciale di Treviso.
Il predetto organo giudicante, nella richiamata sentenza, ha evidenziato, tra l'altro, che l'ufficiale si era fatto consegnare denaro in contanti, mai restituito, a fronte di esigenze personali o della caserma del tutto false, raggirando le parti offese, le quali, in buona fede, avevano aderito alle richieste in prospettiva di una missione all'estero, oppure di benefici di servizio o, ancora, per non essere danneggiate in sede di valutazione della documentazione caratteristica.
Dalle risultanze processuali, non è emerso il coinvolgimento di altre persone in relazione ai presunti illeciti connessi con l'impiego dei nostri militari all'estero.
Ciò conferma la singolarità dell'episodio e la solidità etico-morale delle istituzioni militari.
Quanto all'articolo di stampa dal titolo «Tangenti per andare a Nassiriya», pubblicato il 29 luglio 2004 dal quotidiano Il Manifesto, è stato trasmesso al comando Provinciale carabinieri di Roma per il successivo inoltro all'autorità giudiziaria della capitale.
Inoltre, lo stesso comando provinciale è stato incaricato di informare l'autorità giudiziaria in ordine al contenuto del servizio diffuso il 29 luglio 2004 da RAI News 24, nonché di un'intervista andata in onda il 26 settembre 2004, durante la trasmissione Mai dire iene, nella quale un sedicente militare dell'Arma ha affermato di aver ricevuto richieste di tangenti per essere inviato in missione all'estero.
Le relative indagini sono tuttora in corso.
La Difesa, nell'ottica della massima trasparenza e in uno spirito di fattiva collaborazione, conferma il proprio impegno e la propria disponibilità a fornire qualsiasi elemento di riscontro, qualora se ne prospettasse l'esigenza.
Altresì si provvederà a denunciare all'autorità giudiziaria eventuali eventi come quello in questione che danneggiano l'immagine delle istituzioni militari.
In conclusione, è ragionevole ritenere che la vicenda citata costituisca un mero caso isolato.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
la crisi nazionale del settore informatico ha riflessi molto gravi per l'occupazione in Basilicata;
la EDS multinazionale del settore ITC ha programmato una ristrutturazione, davanti al Ministero delle Attività Produttive, con un esubero strutturale di 550 unità;
tale obiettivo, è stato raggiunto;
l'EDS, poi, ha avviato un processo di mobilità per 280 dipendenti, 25 dalla sede di Tito in Basilicata e le posizioni scadono il 31 dicembre 2004;
l'EDS, intanto, ha aperto la procedura di trasferimento per Milano di 10 lavoratori di Tito, cui se ne aggiungeranno altri 15;
è del tutto evidente che quasi tutti questi dipendenti, prevalentemente donne sposate con figli, finiranno per lasciare il lavoro;
mentre si consuma questa drammatica situazione, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca non aggiudica alla EDS, che dopo un estenuante contenzioso ha vinto la gara, la commessa per la gestione dei servizi ministeriali;
tale assegnazione consentirebbe di mantenere in attività circa 200 dipendenti;
se il Ministro provvedesse con urgenza ad aggiudicare i lavori all'EDS, secondo la sentenza del Consiglio di Stato, vi sarebbe una ricaduta benefica verso l'azienda di Tito, che non dovrebbe «mandare a casa» un centinaio di dipendenti -:
quali azioni intenda porre in essere affinché sia dato corso nel più breve tempo possibile alla aggiudicazione della commessa, di modo che prorogando il contratto all'EDS sarà possibile continuare tranquillamente nelle attività di Tito e non vi saranno trasferimenti o licenziamenti.
(4-11876)
Si comunica innanzi tutto che, in data 21 dicembre 2004, è stato emanato il decreto di aggiudicazione della gara in argomento. Il consequenziale contratto quinquennale sarà stipulato a breve termine ed il trasferimento di competenze dall'attuale gestore al nuovo aggiudicatario sarà operativo, orientativamente, a metà febbraio 2005.
Il tempo intercorso è stato necessario per gli adempimenti connessi con l'esecuzione delle decisioni del Consiglio di Stato sulla materia, a seguito delle quali l'amministrazione ha dovuto, tra l'altro, procedere alla riconvocazione dell'apposita Commissione per l'attribuzione dei punteggi.
I lavori della commissione citata, riconvocata in esecuzione dell'ordinanza del Consiglio di Stato n. 3682 del 30 luglio 2004, sono stati completati il 17 dicembre 2004, con una proposta di aggiudicazione della gara al Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) con mandataria la società EDS. In accoglimento della proposta il 21 dicembre 2004 è stato emanato il suddetto decreto di aggiudicazione, di cui è stata data comunicazione alle imprese partecipanti al procedimento concorsuale.
Quanto alla richiesta dell'interrogante volta a conoscere i motivi dell'asserito ritardo, va chiarito che l'interrogazione non rappresenta esattamente l'effettiva situazione
A tale proposito, è opportuno ricordare che la gara in questione si era conclusa nel mese di febbraio 2003 con il seguente risultato: 1o classificato: RTI con mandataria la società IBM Italia SpA (RTI IBM), 2o classificato: RTI EDS.
Il terzo concorrente, società EDA (Enterprise Digital Architects, ex Enterprise Ericcson SpA), non era stato ammesso alla valutazione dell'offerta economica non avendo raggiunto il punteggio minimo richiesto nella valutazione tecnica.
Il contenzioso sviluppatosi al riguardo ha dato luogo a due sentenze del Consiglio di Stato, la n. 1458/2004 e n. 1459/2004. Mentre con quest'ultima sentenza, accogliendo il ricorso proposto dal RTI EDS, è stata censurata la legittimità dell'offerta RTI IBM, rendendo quindi nullo il provvedimento di aggiudicazione al medesimo RTI, con la prima è stato accolto il ricorso della società EDA, nella parte in cui si censura l'iter seguito dalla Commissione nell'attribuzione dei punteggi, nei casi in cui non vi è stata unanimità di valutazione.
L'amministrazione, in esecuzione di tale sentenza, ha proceduto ad una riconvocazione della commissione, chiedendo ad essa di integrare i propri verbali con ulteriori elementi indicati dal Consiglio di Stato nella sentenza.
La commissione ha completato i propri lavori il 7 luglio 2004. Sulla base dei verbali trasmessi dalla Commissione, l'amministrazione ha provveduto all'aggiudicazione al 2o classificato, RTI EDS.
Nel frattempo la società EDA, non ritenendo corretta l'interpretazione della sentenza n. 1458/2004 da parte dell'amministrazione, ha presentato ricorso per ottemperanza al Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato ha emesso al riguardo la sopra menzionata ordinanza n. 3682 del 30 luglio 2004, con la quale, pur ritenendo legittima la scelta dell'amministrazione di non indire una nuova gara, ha considerato non compiuta l'esecuzione della sentenza citata, in quanto l'attività richiesta alla commissione non doveva limitarsi ad una integrazione dei verbali a suo tempo prodotti, dovendo invece riguardare una nuova e compiuta valutazione delle offerte presentate dalla società EDA e dal RTI EDS. Le motivazioni di tale ordinanza sono state depositate in data 1o ottobre 2004, con la decisione n. 6457/2004.
In esecuzione dell'ordinanza del Consiglio di Stato l'amministrazione ha dovuto sospendere le attività propedeutiche alla stipula del contratto ed ha riconvocato nuovamente la commissione che, come già riferito, ha completato i lavori il 17 dicembre 2004.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
a seguito di una precedente interrogazione dello scrivente presentata il 25 settembre 2003, grazie all'interessamento del citato dicastero, Ferrovie dello Stato spa ha realizzato unicamente ristrutturazioni esterne;
mancando di affidare i locali della stazione, liberi dalla gestione della circolazione, al comune di Torre del Greco (già precedentemente consultato e disponibile) in comodato gratuito ed a prestigiose associazioni culturali senza scopo di lucro. Attualmente, l'intera struttura permane in uno spaventoso abbandono;
risultano, infatti, più che allarmanti le condizioni in cui versa la stazione ferroviaria di Torre del Greco, in via Monsignor Felice Romano, annoverata tra i plessi monumentali più antichi della città. La data di costruzione è riconducibile al 1840 all'indomani dell'inaugurazione della tratta ferroviaria della linea Napoli-Portici nel 1839. Sono preoccupanti le condizioni in cui versa la stazione, in quanto essa diventa, soprattutto nei periodi invernali o in generale all'imbrunire, ospizio di tossicodipendenti che lì si ritrovano, purtroppo, a somministrarsi
la stazione, adiacente al porto, non è sottoposta ad alcuna sorveglianza diretta da parte delle Forze dell'Ordine, né sottoposta a controlli di videosorveglianza indiretti;
ormai da anni, non è più funzionante neanche la biglietteria: chiunque volesse acquistare biglietti, può farlo solo presso un negozio della zona, oppure alla distante stazione della Circumvesuviana in piazza della Repubblica;
mancano le ordinarie informazioni per gli orari di arrivi e partenze o qualsiasi altro supporto utile per i passeggeri;
a questo si aggiunga anche che dai ruderi dei locali adiacenti alla stazione, che in origine costituivano gli alloggi del custode (disabitati dal 1950) derivano numerosi animali, contribuendo a peggiorare le condizioni igieniche dell'intero complesso;
nel sottolineare, pertanto, lo spreco, nonché l'inutilità della avvenuta ristrutturazione già peraltro notevolmente rovinata -:
se il Ministro interrogato ritenga opportuno intraprendere concretamente tutte le iniziative possibili, presso Ferrovie dello Stato spa, per dare vita alla storica stazione ferroviaria di Torre del Greco, nell'ottica di un articolato piano di riqualificazione e decoro sotto ogni profilo sociale, economico e culturale, eventualmente affidando al comune di Torre del Greco la gestione del prestigioso complesso.
(4-10725)
La valorizzazione commerciale è la prima possibilità che viene analizzata perché, oltre a produrre utili, garantisce un presenziamento indotto, altrimenti si esamina la possibilità di affidare in comodato i locali disponibili.
Nel caso specifico dell'impianto di Torre del Greco, il numero dei locali a disposizione consente di individuare sia soggetti terzi a cui locare spazi commerciali e alloggi sia locali da affidare in comodato gratuito per usi pubblici assicurando, in ogni caso, i servizi in stazione per i viaggiatori.
Il fabbricato viaggiatori è stato, negli ultimi mesi, oggetto di interventi per il ripristino delle facciate. Per evitare il rapido degrado dell'immobile è stato elaborato uno studio di rifunzionalizzazione di ambienti al piano terra per il recupero di locali ed è stato dato mandato alla Società Ferservizi di procedere alla gara per l'affitto.
Al pianoterra dello stesso fabbricato sono presenti altri due locali che, a seguito di richiesta del Comune di Torre del Greco, potranno essere assegnati in comodato gratuito per usi pubblici.
Per l'immobile attiguo al fabbricato viaggiatori è in corso di stipula un contratto di locazione per l'alloggio ubicato al 1o piano con un istituto di vigilanza che garantirà comunque un'ulteriore presenza qualificata ai fini della security.
Per i locali al piano terra infine è in corso una gara per locare gli spazi da destinare a «Caffè ristoratore».
Per quanto riguarda la carenza di informazioni al pubblico, si deve segnalare che più volte sono stati asportati i quadri-orario da parte di ignoti. È infine programmata entro l'anno 2005 l'attivazione di un nuovo sistema automatico di informazione sonora e visiva che integrerà quello cartaceo.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
della signora Luz Perly Cordoba, dirigente sindacale contadina, presidentessa dell'Associazione dei contadini di Arauca di Fensuagro-CUT, organizzazione colombiana di Via Campesina, arrestata il 18 febbraio 2004, mentre seguiva all'università una lezione di diritto, non si sono avute, nonostante la mobilitazione internazionale per la sua liberazione, più notizie;
la signora Luz Perly Cordoba è conosciuta, in tutto il mondo, per il suo impegno in difesa dei contadini colombiani, per i diritti dell'infanzia, per le numerose iniziative a sostegno di un'apertura democratica in Colombia, per essersi battuta a favore di una soluzione politica negoziata del sanguinoso conflitto che colpisce il popolo colombiano da troppo tempo;
il 3 aprile 2004, la stessa ha ricevuto il Premio Danese della Pace, proprio per il suo costante impegno in qualità di attivista nella difesa dei diritti dei contadini della Colombia -:
se e quali iniziative siano state intraprese, attraverso tutti i canali istituzionali possibili, per sollecitare, così come viene richiesto da più organizzazioni democratiche e da numerose personalità in tutto il mondo, la liberazione della signora Luz Perly Cordoba e la fine della repressione in Colombia nei confronti delle organizzazioni contadine, affinché sia possibile finalmente avviare un reale processo di democrazia in quel tormentato Paese sudamericano.
(4-10363)
Un quadro piuttosto preoccupante della situazione interna del Paese è stato peraltro fornito sia dall'Alto Commissario per i Diritti Umani, nel suo Rapporto relativo alla situazione nel Paese del 17 febbraio 2005, sia da Amnesty International, nel Rapporto Annuale 2004. In quest'ultimo, rapporto viene denunciato il clima di generale violazione dei diritti umani all'interno della Colombia, che sarebbe direttamente collegato all'impunità sostanzialmente garantita ai gruppi paramilitari da parte del Governo. Le forze di sicurezza governative si sarebbero inoltre rese responsabili di numerosi casi di detenzione arbitraria, diniego del diritto alla privacy, della libertà di circolazione e del giusto processo, nonché di casi di torture e trattamenti degradanti nei confronti dei detenuti.
Nel quadro della 60a sessione della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (marzo-aprile 2004), l'Italia ed i Partners europei hanno promosso l'adozione di una specifica «Dichiarazione della Presidenza» relativa alla situazione nel Paese, negoziata con la stessa controparte colombiana e finalizzata ad incoraggiare il Governo a porre fine al conflitto interno, affinché si faccia attivo promotore della creazione di una democrazia stabile e garante della tutela effettiva dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Nella medesima Dichiarazione è stata altresì espressa la preoccupazione condivisa dall'Italia e dai Partners europei nei confronti dei perduranti ostacoli frapposti al pieno esercizio da parte della popolazione civile dei diritti e delle libertà di opinione ed espressione.
In occasione dell'incontro tenutosi l'11 giugno 2004 a Bogotà tra le autorità della Colombia e la Troika dell'UE in materia di diritti umani, la Delegazione dell'Unione europea ha inoltre presentato una démarche nei confronti delle dichiarazioni rese il 27 maggio 2004 dal Presidente Uribe in merito all'operato dell'Organizzazione Non Governativa Peace Brigades International e di altre ONG che agiscono nel Paese.
Con le sue dichiarazioni il Presidente colombiano aveva pubblicamente accusato i volontari dell'ONG Peace Brigades International di intralciare le operazioni condotte dall'esercito per contrastare l'attività delle FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie della
A seguito delle dichiarazioni del Presidente Uribe, il Vice presidente Santos, nel corso dell'incontro con la Troika dell'Unione europea a Bogotà e successivamente con le ONG coinvolte, compresa Peace Brigades International, a Bruxelles nel corso dello stesso mese, ha dichiarato alla Troika dell'Unione europea il proprio impegno a:
a) informare le istituzioni, le forze di polizia locali ed i rispettivi organi dirigenti che a nessuna ONG dovrà essere impedito di svolgere il proprio lavoro;
b) preparare un documento nel quale il Governo reiteri il proprio supporto alle ONG internazionali che operano in Colombia;
c) organizzare un incontro con le autorità locali spiegando le dichiarazioni sopra citate.
Anche da parte del locale Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani è stato reiterato l'invito alle Autorità colombiane ad esercitare una maggiore vigilanza in difesa dei diritti umani, nonché un appello alle medesime Autorità al pieno rispetto della normativa internazionale vigente in materia.
In merito al caso specifico relativo all'arresto della sindacalista colombiana, signora Luz Perly Cordoba, da informazioni assunte dall'Ambasciata italiana a Bogotà è emerso che la signora Luz Perly Cordoba è stata arrestata a seguito di un'indagine del DAS (Dipartimento Amministrativo di Sicurezza) con le gravi accuse di ribellione e associazione a delinquere fondate su dichiarazioni di sue ex guardie di scorta e di ex-guerriglieri della FARC. Il procedimento penale è ancora in corso e la sindacalista colombiana è reclusa nel carcere «Buon Pastore» di Bogotà, dal quale lo scorso 23 dicembre ha scritto una lettera aperta pubblicata su internet. Sulla rete sono numerosi i siti che danno sue notizie ed uno, in particolare, le è completamente dedicato (www.perlylibre.org).
Si segnala, infine, che la nostra Rappresentanza diplomatica ha sempre, nei frequenti contatti istituzionali intrattenuti ad ogni livello con le Autorità colombiane, avuto cura di rimarcare la fondamentale importanza che in uno stato di diritto assume il rispetto e il grado di tutela dei diritti dell'uomo, della libertà di stampa e di opinione. Si ricorda, a tal ultimo proposito, a testimonianza della concretizzazione di tali sforzi in iniziative tangibili, il contributo finanziario di 100.000 Euro erogato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo di questo Ministero, in favore della «Defensoria del Pueblo», l'Ente Colombiano preposto alla difesa dei diritti umani e delle libertà del cittadino, al
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giampaolo Bettamio.
il Colectivo de Abogados Jose Alvear Restrepo lavora da molti anni per la tutela e la difesa dei diritti umani in un clima di intimidazione e minaccia costante, ma mai come in questo ultimo anno ha subito attacchi tanto forti da parte del governo colombiano nella persona del Presidente Alvaro Uribe Velez e da parte dei gruppi paramilitari che operano nel Paese;
ancor prima della presentazione pubblica organizzata da Diakonia e dalla Coordinacion Colombia, Europa, Estados Unidos, di un saggio di valutazione del primo anno di governo del Presidente Alvaro Uribe Velez, dal titolo «El Embrujo Autoritario, Primer Afno de Gobierno de Alvaro Uribe Velez», frutto del lavoro di ricerca e redazione di circa 80 ONG colombiane che fanno parte della Plataforma Colombiana Desarrollo y Derechos Humanos, avvenuta in data 10 settembre 2003, sono iniziati gli attacchi contro tutte le organizzazioni che nel paese difendono i diritti umani ed in particolare contro il Colectivo;
il Presidente colombiano Avaro Uribe Velez ha risposto alla presentazione del saggio con dichiarazioni pesantissime che gettano un'ombra infelice e preoccupante sulla possibilità di svolgere nel paese attività politica alla luce del sole lontana dalla lotta armata. In pratica il Presidente colombiano ha definito le ONG che lavorano sui diritti umani, come organizzazioni terroristiche, attaccando in questo modo la parte più attiva della società civile colombiana;
le dichiarazioni del Presidente Uribe in questione hanno ricevuto la critica dell'Unione Europea, di Amnesty International e dei Democratici del Congresso degli Stati Uniti d'America;
nonostante tutto ciò il clima di intimidazione e minacce è andato sempre più accentuandosi soprattutto nei confronti del Colectivo. In un paese dove i gruppi paramilitari operano nella più totale impunità compiendo violenze di ogni sorta e genere contro la popolazione civile, questo desta enormi preoccupazioni, rendendo necessaria una presa di posizione internazionale forte a fianco di chi da sempre difende i diritti e la democrazia contro la violenza di un conflitto devastante che da più di 40 anni dilania questo paese;
molti nostri concittadini sono attivamente impegnati nell'ambito delle ONG in questione per la salvaguardia dei diritti umani in Colombia -:
quali iniziative il Governo italiano, attraverso le opportune sedi diplomatiche, intenda intraprendere presso il Governo colombiano affinché promuova la pacifica risoluzione dei conflitti politici nel paese e cessi al più presto il pericoloso clima di sfiducia e criminalizzazione nei confronti dei difensori dei diritti umani, delle ONG ed in maniera particolare nei confronti del Colectivo de Abogados Jose Alvear Restrepo, perché ne venga garantita la sicurezza e l'incolumità fisica in particolare a fronte dei paramilitari con cui le Forze Armate e di Polizia non dovrebbero avere più alcuna contiguità, operando unicamente per la difesa della popolazione civile e dei suoi rappresentanti; quali iniziative abbia preso la nostra ambasciata in Colombia per il perseguimento di questi fini ed in particolare in appoggio alle ONG impegnate sul terreno dei diritti umani.
(4-08428)
Nelle diverse sedi internazionali e nel corso di incontri bilaterali, nonché durante
Amnesty International, secondo quanto riportato nel rapporto annuale 2004, denuncia un clima di generale violazione dei diritti umani all'interno della Colombia. La ONG sostiene che esso sarebbe direttamente collegato sia all'impunità sostanzialmente garantita ai gruppi paramilitari - finalizzata principalmente a consentire una loro rapida smobilitazione - sia alla collusione di appartenenti alle forze di polizia con gli esponenti dei gruppi paramilitari. Sono stati registrati numerosi casi di detenzione arbitraria, diniego del diritto alla privacy, della libertà di circolazione, nonché di casi di torture e trattamenti degradanti nei confronti dei detenuti. Valutazioni critiche sulla situazione dei diritti umani in Colombia e che riflettono nella circostanza le preoccupazioni di Amnesty International sono peraltro contenute anche in un rapporto dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani pubblicato il 17 febbraio 2004.
Tali problematiche sono inoltre ampiamente riprese nel testo di Dichiarazione della Presidenza relativa alla situazione del Paese, negoziata con la stessa controparte colombiana che, anche nel 2004, l'Italia ed i Partners europei hanno promosso in occasione della 60a sessione della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. La suddetta dichiarazione è principalmente finalizzata ad incoraggiare il Governo a porre fine al conflitto interno, facendosi attivo promotore della creazione di una democrazia stabile e della tutela del diritto alla libertà di associazione e di espressione. in particolar modo, è stata espressa la preoccupazione, condivisa dall'Italia e dai Partners europei, nei confronti dei perduranti ostacoli frapposti al pieno esercizio da parte della popolazione civile dei diritti e delle libertà di opinione ed espressione.
Nel mese di giugno scorso, il Presidente Uribe ha rivolto dure critiche all'operato di alcune ONG presenti nel Paese fra cui l'Organizzazione Non Governativa «Peace Brigades international». Tali dichiarazioni hanno suscitato la reazione dell'Unione Europea, che, in occasione dell'incontro tenutosi l'11 giugno 2004 a Bogotà con le autorità colombiane in materia di diritti umani, ha presentato una démarche nella quale venivano richiesti chiarimenti ed assicurazioni alle autorità colombiane che nei riguardi di tali organismi non fossero comminate sanzioni o fossero adottati provvedimenti che ne impedissero l'operato.
A seguito di tale démarche, il Vice Presidente Santos ha incontrato la Troika dell'UE a Bogotà e successivamente le ONG coinvolte, compresa PBI, a Bruxelles nel mese di giugno 2004. In tale occasione il Vice Presidente Santos ha dichiarato alla Troika dell'UE il proprio impegno a:
a) informare le istituzioni, le forze di polizia locali ed i rispettivi organi dirigenti che a nessuna ONU, compresa PBI e UNCTAD, dovrà essere impedito di svolgere il proprio lavoro;
b) preparare un documento nel quale il Governo reitera il proprio supporto alle ONG internazionali che operano in Colombia;
c) organizzare un incontro con le autorità locali spiegando le dichiarazioni sopra citate.
Per quanto riguarda la lotta al terrorismo nel Paese, il 31 agosto 2004, al termine di un lungo dibattito, la Corte Costituzionale colombiana ha respinto per vizi procedurali la riforma antiterrorista presentata dal Governo che si proponeva di dare alle Forze Armate facoltà giudiziarie straordinarie nella lotta contro i gruppi armati illegali. Fin dalla sua presentazione al Congresso, la riforma antiterrorista ha provocato aspre polemiche sia a livello nazionale che internazionale. Questi sviluppi sono anche il frutto dei costanti richiami al rispetto dei principi dello Stato di Diritto effettuati dalle maggiori istanze internazionali, con l'attivo contributo dell'Italia. A titolo di esempio, merita ricordare che anche le Nazioni Unite avevano fatto presente che l'attribuzione di poteri giudiziari a membri delle Forze Armate era incompatibile con i principi di indipendenza ed imparzialità dell'amministrazione della giustizia come definiti, tra l'altro, nel Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici e nella Convenzione Americana sui Diritti Umani che formano parte integrante del sistema costituzionale colombiano.
Inoltre, in data 7 luglio 2004, è stata effettuata in Colombia la visita del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, James Lemoyne. Agli ambasciatori comunitari Lemoyne ha tracciato un quadro della situazione politica in Colombia dimostrandosi preoccupato in particolar modo per la crescente quantità di droga che continua ad essere prodotta e per gli enormi costi militari, finanziari e soprattutto umani che il Paese sta affrontando per combattere questi traffici illeciti.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giampaolo Bettamio.
secondo quanto denunciato dal Collettivo Antipsichiatrico Violetta Van Gogh e dal Laboratorio Antipsichiatrico C.a.S.P., nelle scuole di sei città italiane si starebbe svolgendo una ricerca di tipo epidemiologico, denominata «progetto prisma» tesa a individuare «problemi comportamentali» e in non specificato «disagio e malessere psicologico» nei preadolescenti;
il progetto in questione consisterebbe nella somministrazione di un questionario a genitori e agli insegnanti e in un colloquio tra psichiatri e un campione casuale di genitori e bambini;
i quesiti che comparirebbero nel questionario sarebbero di estrema vaghezza - con domande del tipo «suo figlio fa pensieri strani?» - e farebbero riferimento alla cosiddetta ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder - Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività), sindrome la cui fondatezza è fortemente contestata da anni negli ambienti psichiatrici internazionali sia perché non esiste un'analisi clinica in grado di diagnosticarla sia perché un'adeguata eziologia di tale sindrome è sconosciuta;
il fatto più preoccupante è che gli psichiatri sperimenterebbero nell'ambito del «progetto prisma» la somministrazione ai bambini del farmaco Ritalin, droga a base di anfetamina classificata nella tabella 1 degli stupefacenti, la cui dipendenza può portare persino alla morte, come dimostrano vari casi registratisi negli Stati Uniti -:
quale sia il programma dettagliato delle sperimentazioni previste nell'ambito del «progetto prisma»;
se risponda al vero che nell'ambito di tale progetto sia prevista la somministrazione del farmaco Ritalin;
che tipo di controllo il ministro della salute prevede di esercitare sullo svolgimento del «progetto prisma».
(4-09216)
Tale ricerca è stata finanziata dal ministero della salute nel 2001, a seguito di una convenzione tra la Direzione generale della ricerca scientifica e tecnologica e l'Istituto in questione; la stessa direzione generale effettua il controllo del progetto attraverso la valutazione delle relazioni semestrali nelle quali sono riportate le fasi di avanzamento dei lavori.
La ricerca si propone di indagare la prevalenza dei disturbi mentali, in un campione di ragazzi delle scuole medie residenti in 6 città italiane: lo studio è di tipo esclusivamente epidemiologico, non prevedendo in alcun modo interventi di tipo terapeutico, quali la somministrazione del farmaco «Ritalin» o di altri medicinali.
La descrizione metodologica del progetto, che è svolto da sei unità operative (Milano, Lecco, Pisa, Rimini, Roma e Cagliari) e le informazioni fornite dai responsabili della ricerca confermano l'esclusività delle finalità conoscitive sulla prevalenza dei disturbi psichici.
Il progetto viene realizzato tramite la somministrazione, ad un campione di circa 3.600 studenti delle scuole medie inferiori, di un questionario (Child Behavior Checklist) e la conduzione di un'intervista strutturata ad un sottogruppo di studenti ed ai loro genitori, mirata a valutare i disturbi affettivi, i disturbi dell'ansia, il disturbo dell'attenzione/iperattività, il disturbo oppositivo/provocatorio, il disturbo della condotta; si rileva, pertanto, che non è stata indirizzata verso il solo disturbo dell'attenzione/iperattività, e che sono assenti finalità mirate al trattamento terapeutico dei disturbi riscontrati.
Il progetto di ricerca, il cui termine è stato l'8 luglio u.s., prevede la sola «incidenza e prevalenza» dei fenomeni senza il coinvolgimento di ritorno della popolazione giovanile: i questionari somministrati sono anonimi e, pertanto, l'intervento terapeutico non è praticamente attuabile per l'impossibilità della identificazione del compilatore.
È doveroso precisare che è stata posta ogni attenzione nella procedura di somministrazione dei questionari, per garantire il completo anonimato.
Per lo svolgimento del progetto, inoltre è stato richiesto dal Presidente dell'istituto suddetto il patrocinio del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Nel marzo 2003, dopo un attento esame del progetto, il Ministero in questione ha ritenuto di sottoporlo all'attenzione dei genitori degli allievi coinvolti, che hanno rilasciato il loro formale consenso informato.
Nel luglio 2003 a seguito di una riunione a cui hanno partecipato i direttori degli uffici scolastici regionali, gli stessi sono stati incaricati di verificare la correttezza della procedura seguita e di adottare gli eventuali provvedimenti ritenuti opportuni.
Va segnalato, inoltre, che i ministeri della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca hanno costituito un comitato scientifico interministeriale per la realizzazione del programma nazionale di comunicazione contro lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle malattie mentali, da realizzarsi con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
a Raibano, nel comune di Coriano è in attività un inceneritore che rientra sia
ora proprio a fianco di questo inceneritore discusso e discutibile, in particolare per quanto concerne la localizzazione, dovrebbe sorgere una centrale per la produzione di energia elettrica (430 Megawatt) a ciclo combinato alimentate a gas naturale, un così detto impianto «turbogas»;
benché esista un'attivissima lobby che sponsorizza questo tipo di centrali presentandole come non inquinanti, in realtà le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia pur essendo efficienti e tecnologicamente avanzate, «sono altamente inquinanti» e «pericolose per la salute dell'uomo». Come ha dimostrato un importante studio dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna, pubblicato sul numero di novembre 2003 de «La chimica e l'industria», organo ufficiale della Società chimica italiana;
«una centrale a ciclo combinato a gas naturale (turbogas) da 800 Mw, - spiega Nicola Armaroli, autore della ricerca - brucia un miliardo di metri cubi di gas l'anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e ultrafini, le più pericolose per la nostra salute». «Nonostante questo, - continua Armaroli - in nessuno delle decine di progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi quelli già autorizzati dal ministero dell'ambiente, si fa menzione della produzione di questi pericolosi inquinanti»;
in particolare si sottolinea l'inopportunità di aprire centrali di questo tipo in pianura padana dove andrebbero ad aggravare una situazione già critica sul piano ambientale. La pianura padana, infatti, per le polveri fini ed ultrafini, è una delle zone più inquinate d'Europa;
in occasione della pubblicizzazione degli studi sopra richiamati Armaroli sottolineò l'inadeguatezza per la salute pubblica della legge al riguardo; infatti per ottenere l'autorizzazione per nuove centrali si richiede la stima della produzione di particolato ultragrossolano emesso direttamente dai camini (primario). «Questo approccio - dichiarò Armaroli - è idoneo a stimare le polveri da impianti a olio combustibile o carbone, ma si rivela inutile per valutare l'inquinamento da polveri di centrali a gas che producono particolato di piccola taglia» che è assolutamente il più pericoloso per la salute perché tanto più piccole sono le particelle emesse tanto più penetrano nelle vie respiratorie;
gli studi del Cnr confermano quindi le denunce che da anni erano state lanciate da associazioni ecologiste e comitati, ad esempio dal WWF di Jesi, che già in un documento del 1998 esprimevano forti preoccupazioni per la costruzione di una serie di centrali di questo tipo in provincia di Ancona;
numerosi studi condotti negli Stati Uniti sulle centrali termoelettriche a ciclo combinato alimentate a gas naturale hanno dimostrato che sono una sorgente tutt'altro che trascurabile dell'inquinamento atmosferico: ossidi di azoto, monossidi di carbonio, ossidi di zolfo, le famigerate polveri sottili eccetera coerentemente negli Usa e particolarmente in California è stata adottata una normativa scrupolosa per autorizzare questo genere d'impianti;
se in Italia venisse adottata una normativa analoga, in Pianura Padana tali impianti sarebbero interdetti, a meno che non vi fosse un sostanziale miglioramento della qualità dell'aria e il fatto è degno di riflessione -:
se non si ritenga di dover adottare iniziative normative volte ad aggiornare le procedure per la valutazione dell'impatto ambientale, adattandole alla particolare e pericolosissima natura sottile delle emissioni degli impianti «turbogas» e se non si ritenga, alla luce di quanto emerso e della prossimità dell'inceneritore, una centrale di questo tipo assolutamente inopportuna a Raibano;
se non si ritenga infine doveroso verificare la compatibilità ambientale del suddetto inceneritore.
(4-10097)
Per quanto riguarda l'osservazione secondo cui le indagini condotte negli Stati Uniti sulle centrali termoelettriche a ciclo combinato alimentate a gas naturale (turbogas) dimostrerebbero che tali impianti rappresentano una sorgente tutt'altro che trascurabile di polveri sottili, si fa presente che in Europa, a causa del diverso sistema di distribuzione di energia elettrica, vengono utilizzate tipologie di turbine a gas differenti da quelle attualmente diffuse negli Stati Uniti. Anche i sistemi impiegati in Europa per l'abbattimento delle emissioni inquinanti si basano su tecnologie di riduzione completamente differenti.
Pertanto, non risulta coerente estendere i risultati di uno studio realizzato sugli impianti turbogas presenti sul territorio statunitense al contesto della realtà italiana.
A sostegno di ciò, si fa presente che la direttiva 2001/80 sui grandi impianti di combustione, attualmente vigente in ambito comunitario, fissa per i turbogas limiti di emissione per i soli ossidi di azoto e per il monossido di carbonio, non prevedendo alcuna limitazione per le polveri, proprio in virtù del fatto che tale inquinante non viene generato da cicli combinati di gas naturale se non in quantità trascurabili.
Nel relativo decreto di recepimento, attualmente in fase di concertazione tra i Ministeri competenti, l'Italia provvederà comunque ad inserire norme più severe al fine di limitare ulteriormente le emissioni derivanti da questi impianti, introducendo limiti più restrittivi per gli ossidi di azoto ed inserendo, in aggiunta a quanto stabilito dalla direttiva 2001/80, valori limite anche per i metalli pesanti.
Per quanto riguarda le polveri di natura primaria il CNR, nell'esprimere la propria posizione ufficiale in merito, concorda con altre autorevoli fonti nel considerare non rilevanti le emissioni primarie di polveri provenienti da cicli combinati alimentati a metano.
Per quanto concerne, invece, le polveri di natura secondaria, occorre tener presente che la produzione di tale tipologia di inquinante non dipende esclusivamente dalle centrali termoelettriche, ma coinvolge tutti i processi di combustione e tutte le sorgenti di emissione (industriale e civile). Infatti, è estremamente complesso effettuare una stima di tale tipologia di inquinamento, anche perché la produzione di dette polveri secondarie non è direttamente collegabile alla quantità di articolato emesso alla fonte, ma dipende da reazioni successive che si verificano tra inquinanti di altra natura, tra cui ossidi di azoto e composti organici volatili, le cui emissioni da impianti turbogas risultano comunque inferiori rispetto a quelle provenienti da tutte le altre tipologie di impianti di produzione di energia elettrica.
Riguardo la valutazione di impatto ambientale, si rappresenta che la società Hera spa (Holding Energia Risorse Ambiente) ha presentato in data 18 febbraio 2003 al ministero delle attività produttive richiesta di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio, ai sensi della legge 9 aprile 2002, n. 55 e contestuale richiesta al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio di pronuncia di compatibilità ambientale, per una centrale termoelettrica da 230 MWe da
In data 21 febbraio 2003 è stato pubblicato sui quotidiani La Voce ed Il Resto del Carlino il relativo Avviso al Pubblico.
In merito all'estratto della ricerca del dottor Armaroli dell'«Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr», citata dall'interrogante, in particolare laddove si afferma che «una centrale a ciclo combinato da 800 MW brucia un miliardo di metri cubi di gas l'anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e ultrafini, le più pericolose per la nostra salute» «Nonostante questo, in nessuno dei progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi quelli già autorizzati dal ministero dell'ambiente, si fa menzione di questi pericolosi inquinanti», occorre precisare che non risponde a verità il fatto che non si tenga in considerazione nell'ambito della procedura di VIA, dell'emissione di polveri sottili durante l'esercizio della centrale.
Gli Studi di Impatto Ambientale delle centrali, infatti, normalmente includono nella parte relativa alla «qualità dell'aria» anche la produzione e la ricaduta al suolo delle polveri sottili.
Nella fattispecie della Centrale di Coriano, la Commissione VIA ha ritenuto di dover integrare quanto contenuto nel SIA con una richiesta di approfondimenti inviata alla società proponente in data 10 agosto 2004. In tale nota si invitava la Società Hera spa a fornire, tra le altre cose, anche «Approfondimenti, anche con una ricerca bibliografica, sulle emissioni di particolato primario e secondario generato dalle centrali con particolare riferimento alle polveri sottili ed ultrasottili, facendo le opportune considerazioni in merito e se necessario le adeguate modellazioni della loro dispersione e concentrazione al suolo. Eventualmente prevedere le specifiche opere di riduzione degli inquinanti, di mitigazione e compensazione» e ancora «includere in tutte le mappe di modellazione delle concentrazioni al suolo la planimetria degli abitati circostanti la centrale e di tutti i sensori sensibili locati in un raggio che includa le aree di massima ricaduta».
Infine, relativamente all'attività nel medesimo comune di Coriano, di un inceneritore i cui effetti emissivi andrebbero a sommarsi a quelli della Centrale, occorre precisare che la Commissione VIA nell'ambito delle proprie valutazioni di merito, ha preso in considerazione anche questo aspetto, infatti in data 28 giugno 2004 la Società Hera spa ha fatto seguito ad una specifica richiesta emersa in sede di sopralluogo da parte della Commissione VIA, inviando uno studio dell'Università di Bologna Dipartimento di Chimica industriale e dei materiali dal titolo: «Studio di impatto ambientale dell'impianto di incenerimento dei rifiuti - Sistema integrato di monitoraggio ambientale applicato all'inceneritore di Coriano (Rimini)».
In ogni caso, si fa presente che l'istruttoria tecnica da parte della Commissione VIA non è ancora conclusa e, pertanto, non sono possibili anticipazioni di sorta sugli esiti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
da circa 15 anni il relitto della nave Et Suyo Maru giace presso l'istmo di Lesina, in Puglia, a dodici miglia dalle isole Tremiti; il mercantile di costruzione giapponese, lungo 95 metri, vi si è arenato in circostanze ignote il 16 dicembre del 1988; di natura ignota è anche il carico - blocchi di manufatti compatti di natura non identificata, come si legge in alcune interrogazioni parlamentari presentate già nell'anno 1990 - che in parte sarebbe tuttora presente nella stiva della nave mentre la maggior parte sarebbe stata scaricata furtivamente dagli stessi marinai e di essa si sarebbe persa ogni traccia; nei serbatoi dell'imbarcazione vi sarebbe inoltre ancora molto carburante, solo parzialmente fuoriuscito attraverso la catena nel corso degli anni;
un'inchiesta del giornalista Gianni Lannes, apparsa nel numero della rivista Avvenimenti del 13 giugno 1999, ricostruisce la storia dell'imbarcazione in oggetto, che sarebbe stata varata in Giappone nel 1969 con il nome di Eden V ma avrebbe poi cambiato nome in occasione di ogni successivo viaggio intrapreso: Pollux nel 1980, Mania nel 1983, Harris nel 1984, Hara nel 1985, Happiness nel 1986, Fame, Leskas Sky e Kiriaki nel 1987, Ocanido, Sea Wolf e Et Suyo Maru nel 1988;
ignoto è anche il proprietario del natante, anche se nel 1988 essa sarebbe stata venduta dalla società «Noura-Court-Apt 105» di Limassol (Cipro); in occasione del suo ultimo viaggio il mercantile batteva bandiera maltese ma il compartimento marittimo di La Valletta, all'indomani del naufragio, ha affermato di ignorarne l'esistenza, il che lascia supporre che i documenti di bordo potessero essere falsi;
nel castello di prua del relitto vi sarebbero tuttora una dozzina di sacchi colmi di scorie tossiche; nonostante alcuni tentativi di disincagliamento intentati da privati (la ditta Poli di Chioggia nel 1989 e successivamente la società del signor Costantino Serlenga), il relitto è tuttora affiorante dalle acque dell'istmo di Lesina e costituisce un gravissimo rischio ecologico -:
se sia in grado di chiarire di quale natura fosse il carico trasportato dall'imbarcazione Et Suyo Maru e in quali circostanze essa abbia fatto naufragio;
se recentemente siano stati effettuati sopralluoghi da parte delle autorità competenti per accertare lo stato attuale dell'imbarcazione e il livello di inquinamento da esso prodotto nelle acque circostanti;
per quale motivo, in considerazione del grave rischio ambientale prodottosi in seguito al naufragio, non sia stata disposta la rimozione del relitto.
(4-10517)
In data 16 dicembre 1988 veniva avvistata una nave da carico incagliata sulla spiaggia di Marina di Lesina, che dai primi accertamenti eseguiti dalla stessa Capitaneria di Porto risultava trattarsi di nave maltese dal nome «Eden V» proveniente da Beirut e diretta a Ploce.
Successivi sopralluoghi eseguiti a bordo della nave portarono ad accertare che i documenti di bordo erano falsi e che la nave aveva assunto, dal 1980 in poi, diversi altri nominativi dopo l'originario nome di «ETSUYO NARU».
Le violazioni accertate sono state oggetto di comunicazione alla competente autorità giudiziaria.
Le ultime analisi effettuate in data 24 ottobre 1997 dal Presidio Multizonale di Prevenzione dell'USL FG/8 di Foggia riscontravano l'assenza di idrocarburi e di altre sostanze tossiche nelle acque e nella sabbia nelle vicinanze della nave.
Il naufragio, secondo la versione del Comandante della nave, ebbe a verificarsi per le pessime condizioni meteo presenti nella zona che determinarono l'avvicinamento alla costa per trovare riparo.
Il rischio di inquinamento ambientale è stato sempre escluso in quanto le ispezioni eseguite non hanno evidenziato tale pericolo.
Il relitto, ridotto a poche lamiere, non costituisce pericolo per la navigazione ed i tentativi per la sua rimozione nel corso degli anni hanno dato esito negativo.
La vicinanza del relitto alla spiaggia ed i fondali poco profondi richiedono un ingente investimento per il quale occorrerebbe apposito stanziamento.
Dagli atti della Capitaneria di Porto risulta che la nave fosse priva di carico al momento del sinistro.
In conclusione, la citata Capitaneria di Porto ritiene che la presenza del relitto non
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
da un articolo apparso sul Corriere della Sera di martedì 28 settembre 2004 si apprende la notizia dell'assunzione a tempo indeterminato, nelle scuole elementari di Vicenza, di 28 «riservisti», provenienti per la maggior parte dal Sud, su un totale di 62 posti disponibili per le graduatorie permanenti;
quasi la metà dei posti disponibili è stata dunque assegnata a persone che, a prescindere dal punteggio e quindi dagli anni di insegnamento, sono in possesso di certificati d'invalidità civile per motivi di salute propri o dei familiari, di cui agli articoli 1 e 18 della legge n. 68 del 1999;
il fatto denunciato è comune a molti distretti scolastici, tra cui Brescia;
questa situazione ha impedito l'assunzione degli insegnanti locali che da molti anni, in alcuni casi da più di vent'anni, esercitano la professione, in condizioni di precariato, nelle scuole elementari;
l'accertamento delle condizioni di disabilità, che da diritto di accedere al sistema per l'inserimento lavorativo dei disabili, viene effettuato dalle Unità Sanitarie Locali mediante le apposite commissioni di cui all'articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, secondo i criteri indicati nell'atto di indirizzo e coordinamento emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri;
sono state più volte riscontrate maggiore benevolenza e magnanimità nella valutazione dell'invalidità da parte di alcune commissioni che ingenerano una palese discriminazione;
presso il competente Ministero non è disponibile l'albo dei «riservisti» assunti. L'assenza di tale elenco non consente di certificare l'esatto numero di coloro che hanno usufruito della legge n. 68 del 1999 creando, di fatto, una ulteriore disparità nei confronti dei precari in possesso dei requisiti di punteggio e degli anni d'insegnamento richiesti;
nel computo di coloro che hanno usufruito della legge n. 68 del 1999 non si tiene conto dei dipendenti degli enti locali passati in mobilità alle dipendenze dello Stato -:
se il Ministro si sia attivato, o come intenda procedere, al fine di espletare le necessarie verifiche sulle certificazioni d'invalidità e sulla corretta applicazione della legge per l'inserimento lavorativo dei disabili rispetto alle graduatorie di tutto il territorio nazionale.
(4-11138)
Al riguardo si fa presente che detta legge, nell'abrogare esplicitamente la legge 2 aprile 1968 n. 482, detta disposizioni innovative soprattutto per quanto concerne i benefici e la quota di riserva. In particolare l'articolo 1 riguardante il collocamento dei disabili, prevede l'inserimento lavorativo delle persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali che comportino una invalidità superiore al 45 per cento accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento della invalidità civile.
A tale categoria la legge riserva il 7 per cento dei posti da calcolare sul numero degli occupati a tempo indeterminato.
L'articolo 18 riguarda, invece, gli orfani, i coniugi superstiti e categorie equiparate cui la legge riserva la quota dell'1 per cento sul totale degli occupati a tempo indeterminato.
L'articolo 7 della medesima legge prevede, inoltre, che i predetti beneficiari, iscritti nell'apposito elenco, hanno diritto alla riserva dei posti nei limiti della complessiva quota d'obbligo e fino al 50 per cento dei posti messi a concorso.
Con circolare ministeriale n. 248 del 7 novembre 2000 sono state fornite indicazioni operative per una corretta applicazione della legge n. 68 del 1999.
In merito alle operazioni effettuate in provincia di Vicenza si precisa che erano disponibili per le nomine in ruolo di insegnanti di scuola elementare n. 62 posti. Il competente Centro servizi amministrativi, in applicazione del parere del Consiglio di Stato espresso dalla Sezione II nella adunanza del 13 dicembre 2000, e della conseguente circolare del ministero del 2 febbraio 2001, secondo la quale possono essere nominati aspiranti riservisti inclusi in III fascia solo dopo aver esaurito le fasce precedenti, ha proceduto ad immettere in ruolo n. 12 aspiranti non riservisti inclusi nella seconda fascia.
Il 50 per cento dei residui 50 posti, quindi n. 25 e non n. 28, come indicato nell'interrogazione, è stato di conseguenza destinato ai beneficiari delle categorie protette e precisamente n. 22 ai disabili e n. 3 agli orfani.
Si ricorda a tale riguardo che il ministero prima dell'inizio di ogni anno scolastico predispone e mette in linea un apposito tabulato affinché gli uffici periferici possano ricavare il numero massimo dei posti da destinare ai disabili ed agli orfani. Questo tabulato riporta la quota di occupati a tempo indeterminato sulla quale vengono calcolate le percentuali di nomine da effettuare nei confronti delle categorie citate (7 per cento ai disabili e 1 per cento agli orfani).
Il centro servizi amministrativi di Vicenza ha quindi proceduto legittimamente all'assunzione a tempo indeterminato di n. 25 riservisti.
Si fa presente, inoltre, che nelle avvertenze ai modelli di domanda di aggiornamento e/o trasferimento e di iscrizione nelle graduatorie permanenti è specificato che, in occasione del conseguimento da parte del candidato del primo rapporto di lavoro a tempo determinato, gli uffici dell'amministrazione scolastica dispongono adeguati controlli sulle dichiarazioni rese dai candidati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 con il quale è stato approvato il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa.
Tale adempimento risulta regolarmente svolto, oltre in sede di assunzione a tempo determinato, anche e a maggior ragione per le assunzioni a tempo indeterminato.
Con riguardo alla situazione specifica del Veneto risulta che il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale - a seguito di segnalazioni, anche da parte delle organizzazioni sindacali, in merito all'autenticità delle dichiarazioni sostitutive e/o delle certificazioni attestanti il possesso dei titoli di riserva prodotti - ha invitato i dirigenti dei centri servizi amministrativi ad effettuare più approfonditi accertamenti in merito.
Le verifiche effettuate non hanno evidenziato irregolarità di sorta.
In merito alla situazione di Brescia si fa presente che in applicazione alle su indicate norme, il Centro servizi amministrativi di Brescia ha stipulato n. 21 contratti di lavoro a tempo indeterminato con docenti riservisti invalidi civili, su un totale di n. 51 posti da attribuire, scorrendo la graduatoria permanente comprendente n. 2023 docenti.
La determinazione della quota di riserva è stata calcolata sull'organico provinciale delle singole classi di concorso, detraendo i docenti già immessi in ruolo per riserva.
All'atto dell'assunzione sono stati regolarmente richiesti ed esibiti i necessari
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il quotidiano La Nuova Sardegna di Sassari è tornato nel numero del 30 ottobre 2003, con diversi articoli, sulla questione dell'ampliamento della base della marina militare americana a la Maddalena e sul boato avvertito il 23 di ottobre, variamente ed incredibilmente giustificato dal sindaco;
i fatti sono oggetto di due interrogazioni pubblicate rispettivamente il giorno 1 ottobre 2003 con il n. 3-02714 ed il giorno 29 ottobre 2003 con il n. 3-02814;
gli interroganti auspicano risposte sollecite in considerazione della gravità delle questioni segnalate;
uno degli articoli pubblicati il 30 ottobre segnala le seguenti questioni:
1) non vi è o almeno non è conosciuto alcun piano di emergenza per la protezione e la salvaguardia della popolazione civile di La Maddalena, oltre 12.000 persone residenti alle quali si aggiungono circa 30.000 trentamila villeggianti nella stagione estiva, del personale civile e militare, circa 5000 persone, che opera nella base militare americana che dispone di strutture e di fabbricati nell'isola di La Maddalena, nella nave appoggio, nei sommergibili a propulsione nucleare all'ancora nell'isola di Santo Stefano, nei depositi e nell'arsenale ivi realizzati;
2) nelle gallerie realizzate nell'isola di Santo Stefano si trova un ingente quantitativo di armi: 30 mila kalashnikov, 400 missili filoguidati Fagot, 48 postazioni missilistiche, 5 mila razzi katjuscia, 10 mila razzi anticarro, 5 mila spolette per armare razzi ed oltre 35 milioni di cartucce, il materiale bellico innanzi elencato, rinvenuto dagli agenti della DIA nel 2001, è quello sequestrato nel mese di marzo dell'anno 1994 nel canale d'Otranto in esito alle indagini svolte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino che hanno portato all'arresto del petroliere russo Alexandre Zukhov con la imputazione di traffico di armi;
3) il Comando della marina militare americana non ha mai consentito all'assessorato all'ambiente della Provincia di Sassari di installare le centraline di monitoraggio ambientale nelle isole di La Maddalena e di Santo Stefano, in prossimità delle strutture della base per verificare la presenza di inquinamento radioattivo -:
se quanto detto corrisponda al vero e in tal caso:
a) per quali ragioni non stato predisposto o non sia conosciuto il piano di emergenza a salvaguardia della popolazione civile di La Maddalena in caso di incidente nelle strutture della base americana ove si trova materiale nucleare e radioattivo;
b) se risultino al Governo notizie su:
1) le ragioni per le quali il materiale bellico di provenienza russa, sottoposto a sequestro dall'autorità giudiziaria italiana si trovi depositato nell'isola di Santo Stefano nella completa disponibilità della marina militare americana;
2) chi abbia trasportato il materiale bellico nell'isola di Santo Stefano;
3) se vi sia stata autorizzazione dell'autorità giudiziaria italiana procedente;
c) a quale titolo il Comando americano impedisce il posizionamento delle
quali iniziative intendono assumere l'onorevole Presidente del Consiglio dei ministri e gli onorevoli Ministri interrogati, ciascuno per quanto di propria competenza:
a) per approntare o rendere noto il piano di emergenza, se esistente, per la salvaguardia e per la tutela delle persone residenti nell'arcipelago di La Maddalena;
b) per consentire alla provincia di Sassari di installare la rete di monitoraggio ambientale nelle isole di La Maddalena e di Santo Stefano.
(4-11770)
Ciò detto, il munizionamento ed il materiale d'armamento custodito nell'isola di Santo Stefano risale al carico d'armi occultato e rinvenuto a bordo della motonave Jadran Express il 15 settembre 1994 durante la sosta dell'unità nel porto di Taranto e già sottoposto a provvedimento di sequestro disposto dalla prefettura di Taranto - ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 15 maggio 1993, n. 144 - in data 1o giugno 1994 per l'accertata violazione delle disposizioni sull'embargo decretate dall'ONU.
Il materiale bellico, affidato - su conforme direttiva della competente autorità prefettizia - in custodia alla Marina militare per essere depositato presso strutture idonee è stato trasportato, a cura di ditta privata abilitata, all'interno del Magazzino Munizionamento Torpedini del comprensorio logistico dell'isola di Santo Stefano in uso alla Marina militare italiana e non, come asserito dagli interroganti, alla Marina militare statunitense.
Successivamente, nel contesto del procedimento penale avviato per i fatti in esame, la procura della Repubblica presso il tribunale di Torino - con provvedimento in data 10 agosto 1999 ha disposto il sequestro dello stesso carico di armi che è stato affidato in custodia giudiziale al personale preposto al citato magazzino.
In merito al controllo ambientale, nell'area dell'arcipelago sono installate cinque centraline per il controllo della radioattività in aria (dislocate sull'isola di Santo Stefano, isola di Caprera - due punti - isola di La Maddalena e Palau) e due centraline per il controllo della radioattività in acqua (dislocate sulle isole di Santo Stefano e di La Maddalena).
Inoltre, il Centro interforze studi ed applicazioni militari (CISAM), organismo tecnico-scientifico della Difesa, ha prelevato campioni ambientali per accertare, come peraltro già in atto semestralmente ed ininterrottamente sin dal 1974, l'eventuale presenza di elementi inquinanti nell'area in questione.
Anche la Marina militare continua ad assicurare a favore della provincia di Sassari una fattiva collaborazione fornendo il necessario supporto per lo svolgimento delle periodiche attività di prelievo di campioni di flora, fauna e sedimenti da sottoporre ad analisi di laboratorio, nel più generale contesto del monitoraggio ambientale dell'area in questione che è, da anni, costantemente monitorata mediante diverse reti di rilevamento della radioattività.
In aggiunta, la Marina USA ha in atto un programma di monitoraggio ambientale che prevede l'esame dei campioni di acqua di mare e sedimenti con cadenza trimestrale.
Con riferimento agli strumenti di pianificazione, esiste un «Piano di emergenza», dell'agosto 2003, predisposto dal Comando militare marittimo autonomo in Sardegna, limitato alle attribuzioni e competenze dei Comandi militari interessati.
Il piano, oltre a contenere la descrizione dell'organizzazione militare in loco:
a) contempla le misure di emergenza più idonee da attuarsi al verificarsi di incidenti;
b) fissa i posti di ormeggio più indicati in relazione all'orografia ed alle condizioni ambientali della base;
c) prevede i controlli ambientali e detta le norme di sicurezza da adottarsi in caso di incidente.
Il Piano, infatti, fa parte integrante del più generale Piano di emergenza, recentemente rielaborato dalla prefettura di Sassari, in perfetta aderenza a quanto previsto dal decreto legislativo n. 230/1995.
I moduli di intervento previsti nel Piano assicurano la piena applicazione di tutte le misure di protezione finalizzate a garantire l'incolumità della popolazione civile e del personale militare che opera presso la base di Santo Stefano.
In conclusione, la Difesa ha posto in essere ogni possibile misura per il controllo ambientale e per prevenire eventuali incidenti.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il servizio di pulizia e custodia di un istituto scolastico superiore nel comune di Venezia e di due scuole elementari nel comune di Marcon (Venezia), è affidato in appalto alla cooperativa «Libertà» di Mestre (Venezia), la quale impiega, per lo svolgimento di questo servizio, n. 28 soci-lavoratori, di cui n. 12 in stato di svantaggio, ex legge 381 del 1991;
la cooperativa «Libertà», pur avendo regolarmente svolto il servizio di pulizia e custodia, come da contratto, dal 1 gennaio 2002 ad oggi, per detta prestazione non ha percepito alcun compenso;
il soggetto obbligato al pagamento di questo servizio è il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e l'importo dovuto alla cooperativa in argomento, per il periodo 1 gennaio 2002/30 novembre 2002, ammonta a complessivi euro 397.678,12;
tale mancato pagamento ha causato gravissime difficoltà alla succitata cooperativa che, già a partire dal mese di novembre 2002, non è più in grado di, pagare gli stipendi ai lavoratori, i quali, a loro volta, minacciano scioperi e la sospensione, entro breve tempo, dell'intero servizio, con grave danno per le scuole interessate e ripercussioni a catena sull'utenza scolastica;
con lettera raccomandata, a firma dell'avvocato Vito Spagnolo di Mirano (Venezia), che rappresenta la cooperativa «Libertà», il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è stato diffidato e invitato all'immediato pagamento di quanto dovuto alla cooperativa stessa -:
quali siano i motivi all'origine del mancato rispetto, da parte del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del dovere contrattuale di pagamento delle spettanze alla cooperativa «Libertà», dal momento che la medesima cooperativa ha, sempre e comunque, fornito regolarmente il servizio per cui era stata incaricata;
se al ministero vi sia a coscienza del grave stato di crisi, economica e fiduciaria, causato da questo comportamento sia all'interno della cooperativa coinvolta, tra i soci-lavoratori, sia all'esterno della stessa, nei rapporti con gli istituti scolastici, le autorità cittadine e la rappresentanza del ministero dell'istruzione nella regione Veneto;
quando pensi, il Ministro, di risolvere la questione, liquidando alla cooperativa «Libertà» quanto dovuto, evitando così di aggravare ulteriormente una situazione già arrivata al collasso.
(4-04861)
A tale proposito, si fa innanzi tutto presente che sono risultate largamente insufficienti le risorse finanziarie trasferite dagli enti locali in sede di applicazione dell'articolo 8 della legge n. 124 del 3 maggio 1999, che ha disposto il trasferimento nei ruoli dello Stato del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) dipendente dagli enti locali, senza oneri per lo Stato. Per effetto della stessa legge n. 124 del 1999, come è noto, sono stati trasferiti allo Stato, sempre senza previsione di oneri, anche i contratti stipulati dagli enti locali per l'affidamento dei servizi di pulizia nelle scuole.
Ciò ha comportato un onere assai rilevante, non previsto né coperto dalla legge n. 124 del 1999 e, pertanto, si è reso necessario reperire ulteriori ingenti risorse finanziarie.
Del problema si è fatto carico questo Governo, che ha provveduto a risolverlo con il decreto-legge n. 212 del 25 settembre 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n 268 del 22 novembre 2002. L'articolo 3 del citato decreto-legge n. 212 del 2002 ha disposto, infatti, l'integrazione degli stanziamenti iscritti nell'ambito dei centri di responsabilità relativi agli Uffici scolastici regionali, al fine di consentire i pagamenti riguardanti il subentro dello Stato nei contratti stipulati dagli enti locali per le funzioni amministrative, tecniche ed ausiliarie nelle istituzioni scolastiche statali. L'incremento degli stanziamenti è stato di euro 151.586.000 per l'anno 2002, di euro 173.424.000 per l'anno 2003 e di euro 135.078.000 a decorrere dall'anno 2004.
L'intervento attuato con il sopra citato decreto-legge ha consentito di soddisfare tutte le esigenze finanziarie pregresse derivanti dai contratti in questione, ivi comprese, quindi, quelle delle scuole menzionate nell'interrogazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
i ventidue anni trascorsi dall'adozione del Codice Internazionale Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità)-Unicef sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno non hanno visto cambiare a sufficienza il modo in cui le compagnie di alimenti per l'infanzia, molte delle quali avevano peraltro sottoscritto lo stesso Codice, commercializzano i loro prodotti;
le etichette sono migliorate ed in molti Paesi la pubblicità più appariscente è scomparsa ma, all'opposto, si sono evidenziate altre violazioni, più sottili e insidiose, come il riapparire di forniture gratuite agli ospedali, la persistente promozione di uno svezzamento precoce, i club per neonati e la pubblicità su Internet;
la promozione delle compagnie allontana le madri e gli operatori sanitari dall'allattamento al seno e li spinge verso l'alimentazione artificiale, contribuendo così all'insorgere di malattie evitabili e, in condizioni di povertà, ad un aumento delle morti infantili. Si calcola che circa 4.000 bambini muoiano ogni giorno nei paesi a basso reddito per il fatto di non essere allattati al seno;
la necessità di verificare il rispetto del Codice Internazionale è purtroppo una realtà oggi, come lo era 22 anni fa;
nell'ambito del 3 Progetto di Monitoraggio dell'IBFAN (Rete Internazionale di Azione per l'Alimentazione Infantile), l'ICMC (Coalizione Italiana per il Monitoraggio del Codice) ha condotto tra il giugno ed il settembre 2000 un'inchiesta raccogliendo dati in 6 regioni italiane, in istituzioni sanitarie pubbliche e private, farmacie e catene di supermercati e negozi specializzati, arrivando ad acquisire prove indiscutibili di reiterate violazioni del Codice succitato da parte di dieci compagnie di alimenti per l'infanzia;
successivamente la stessa Coalizione ICMC ha sottoposto all'attuale Ministero della salute detta pubblicazione, sottolineando
se il ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero; se non ritenga di dover attivare un controllo serio e permanente - ad esempio attraverso un monitoraggio costante, affidato a persone e/o organizzazioni competenti in materia - sul rispetto del Codice Internazionale Oms/Unicef e del decreto ministeriale n. 500 del 1994 e successive modificazioni;
se non ritengadi promuovere le opportune iniziative normative affinché sia istituito un servizio di vigilanza, anche all'interno del ministero stesso, che raccolga le denunce di violazione, comprovate da documentazione, che dovessero pervenire da singole persone e/o organizzazioni;
se non ritenga altresì di adottare provvedimenti normativi per rendere operativa la circolare n. 16 del 24 ottobre 2000 «Promozione e tutela dell'allattamento al seno» del Ministero della salute.
(4-06486)
Le imprese hanno aderito positivamente all'invito ed, in particolare, le ditte Milupa, Nutricia, Plasmon Dietetici Alimentari, Humana, Chiesi Farmaceutici, Nestlè, Syrio, si sono impegnate a:
a) ridurre dell'8-10 per cento i prezzi di cessione dei latti d'inizio allattamento, in polvere, entro ottobre 2004;
b) fornire al Servizio Sanitario Nazionale, a prezzi agevolati, i latti in polvere, destinati a famiglie indigenti.
La legislazione italiana in materia comprende provvedimenti, sia di carattere sanitario sia di tutela in ambito lavorativo e di regolamentazione delle strutture (asili nido, ospedali). In particolare, oltre la circolare del Ministero della Sanità n. 16/2000, citata nell'interrogazione, si reputa opportuno menzionare il decreto ministeriale 24 aprile 2000 «Adozione del progetto obiettivo materno-infantile relativo al Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000» «Promozione e tutela dell'allattamento al seno» e il decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della L. 8 marzo 2000, n. 53».
a) la costituzione di un apposito gruppo di lavoro interdisciplinare, in attuazione delle raccomandazioni formulate dai componenti OMS e UNICEF nella Dichiarazione degli Innocenti, adottata nel 1990, nella quale si individua, come punto chiave della promozione dell'allattamento al seno, la creazione di una cultura sull'argomento, supportata anche da una strategia di comunicazione ampia ed esauriente;
b) la campagna di informazione per la promozione dell'allattamento al seno, in via di realizzazione, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, svolta tramite la diffusione di un opuscolo, la trasmissione di uno spot pubblicitario e l'utilizzo di altri materiali informativi;
c) la campagna di informazione sulla corretta alimentazione del bambino;
d) la predisposizione, in vista della settimana mondiale per l'allattamento al seno, dal 1o al 7o ottobre 2004, di una sezione del portale del Ministero della salute dedicata all'allattamento al seno, in cui vengono rese disponibili informazioni di carattere generale, sulla legislazione, sulle iniziative nazionali ed internazionali, eccetera;
e) l'elaborazione di un piano di monitoraggio periodico sull'allattamento al seno, in via di definizione; le relative linee guida sono state definite durante il workshop, realizzato il 16 marzo presso l'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Centro di Collaborazione OMS per la Salute materno infantile dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico «Istituto per l'Infanzia Burlo Garofolo» di Trieste.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
secondo quanto emerge anche dal quotidiano 24 ore in Calabria del 13 agosto 2004, sulla costa di Praia a Mare, cittadina turistica dell'alto tirreno casentino, nel cui mare sovrasta regina l'Isola Dino, che vanta il primato di isola più grande della Calabria, sito di interesse comunitario, sarebbe in costruzione una struttura alberghiera con una volumetria superiore a 50.000 mc, senza avere preventivamente valutato alcuna compatibilità ambientale;
la costruzione è ad opera di privati che usufruirebbero di un terreno ed un campo di calcetto, costruiti con finanziamenti pubblici;
a detta dell'interrogante la scelta del cemento per incrementare il turismo non è mai quella giusta se di devastano zone e coste balneari di una bellezza unica, orgoglio del nostro paese -:
se sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
quali provvedimenti intenda intraprendere per verificare l'impatto ambientale dell'opera anche in relazione ad eventuali vincoli archeologici.
(4-10804)
In seguito a ciò, questa amministrazione, ha provveduto a richiedere alle amministrazioni competenti per territorio, ogni informazione utile al riguardo.
In merito al progetto in esame, l'amministrazione regionale, ha comunicato che «non è stata richiesta la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA regionale».
L'amministrazione comunale, allegando alcune delle autorizzazioni necessarie per la costruzione dell'opera, tra cui il permesso a costruire, ha affermato che il progetto de quo non deve essere assoggettato né a VIA
Sulla questione, in data 20 settembre 2004 è stata inviata all'Assessorato competente della regione Calabria, una nota con la quale, in relazione al progetto de quo, si afferma che, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 357/1997, «occorre osservare il criterio di Valutazione di Incidenza anche per quei progetti che ricadono esternamente al perimetro di un sito di importanza comunitaria come l'Isola di Dino, in virtù delle perturbazioni che comunque si possono generare nel contesto ecologico dinamico della rete Natura 2000» e che, quindi, il progetto in esame deve essere sottoposto a valutazione di incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357/1997.
In riferimento agli aspetti di competenza, questa amministrazione, dopo l'esame della documentazione inviata dal comune di Praia a Mare, ha ritenuto opportuno che sia verificata, con i preposti uffici regionali, la possibilità che il progetto in questione possa rientrare tra le tipologie di opere di cui all'Allegato B del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, anche con riferimento al punto 7, lettera b): «progetti di sviluppo di aree urbane, nuove o in estensione, interessanti superfici superiori ai 40 ha; progetti di sviluppo urbano all'interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori ai 10 ha».
Pertanto, al fine di stabilire se per l'intervento in esame debba essere avviata o meno la procedura di verifica ex articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, i competenti uffici del ministero hanno invitato il comune di Praia a Mare a volere richiedere al competente ufficio regionale una propria valutazione in merito, restando in attesa degli sviluppi della questione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il 1 febbraio 1991 a 16 miglia al largo di Molfetta affondava la nave cisterna Alessandro I;
la nave trasportava 3000 tonnellate di dicloretano, 550 di acrilonitrile e 150 tonnellate di gasolio che costituiva il carburante necessario alla navigazione;
dopo l'inabissamento venivano condotte le opportune operazioni di bonifica;
a 12 anni dall'accaduto Legambiente e la Lega navale di Trani hanno eseguito nuove esplorazioni sul relitto, rilevando la presenza (come attesta un film dossier presentato il 20 settembre 2004 a Trani dal titolo «Profondità Svelate» di cui si sono interessati anche mezzi di informazione quali Rai3 Puglia, Sky, Repubblica e Telenorba) di bolle di gasolio del diametro di circa 1 metro sulla verticale della nave inabissata -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
se non ritengano, ognuno per la propria competenza, di verificare l'efficacia delle operazioni di bonifica a suo tempo effettuate a largo di Molfetta e valutare la necessità di predisporre ulteriori monitoraggi delle acque sovrastanti il relitto e di conseguenza una nuova bonifica;
se ritenga, sulla base dei dati acquisiti, che vi siano le premesse per un futuro o prossimo disastro ecologico qualora la falla o un cedimento strutturale del relitto assumesse dimensioni maggiori a scapito della fauna marina e della salute degli abitanti la zona costiera interessata.
(4-11010)
Secondo quanto appurato nel corso delle indagini esperite dalla Procura della Repubblica, Direzione Marittima e Capitaneria di Porto, in data 1o febbraio 1991, la nave affondava a 16,5 miglia a nord-est dal porto di Molfetta a causa dell'imperizia, negligenza ed imprudenza della condotta del Comandante della nave.
A seguito dell'affondamento della motonave, la Capitaneria di Porto provvide ad effettuare rilievi subacquei nell'area con l'impiego di telecamere filoguidate; le immagini raccolte consentirono di verificare la sostanziale integrità dello scafo e delle sovrastrutture, eccezion fatta per alcune deformazioni della struttura nella zona mediana e poppiera. Veniva, inoltre, accertata nei pressi della cisterna contenente acrilonitrile una lieve fuoriuscita di bollicine gassose, provenienti dalle flange di accoppiamento di due tronchetti di tubolatura, verosimilmente sconnessi a seguito dell'urto sul fondo.
Vennero, quindi, identificati diversi punti di campionamento in superficie e in profondità al fine di rilevare la presenza di inquinanti eventualmente fuoriusciti dalla motocisterna. I campionamenti, condotti con frequenza giornaliera, diedero esito negativo per il dicloroetano, mentre per quanto attiene l'acrilonitrile vennero, in due solo occasioni, in zone prossime al relitto, rilevate concentrazioni massime di 2,7 e 10 p.p.m., parametri comunque al di sotto della soglia di rischio.
Le operazioni di bonifica dei prodotti nocivi furono eseguite dal R.T.I. TECNOSPAMEC, secondo le modalità operative delineate nel progetto di recupero approvato dal Comitato Interministeriale nella seduta del 16 febbraio 1991.
Le stesse consentirono di recuperare 2.845 tonnellate di dicloroetano e mc. 883 di soluzione acquosa contenente acrilonitrile.
Si provvide, inoltre, alla sigillatura delle casse contenenti il bunker residuo, stimato in circa 150 tonnellate.
Per quanto attiene ai prodotti chimici non recuperati si ritiene che l'acrilonitrile, atteso il suo peso specifico inferiore all'acqua, si sia disperso nell'ambiente marino circostante, seppur lentamente, come risulta dall'esito dei campionamenti effettuati nelle aree circostanti.
Con riferimento invece al dicloroetano, più pesante dell'acqua, si ritiene di poter affermare che la parte non recuperata, circa il 6-7 per cento del carico presente a bordo al momento del sinistro, si sia riversata nelle varie strutture compartimentali dello scafo, attesa la sistematica negatività del monitoraggio del sedimento circostante il relitto effettuato prima, durante e dopo le operazioni di bonifica che porterebbero ad escludere che detto prodotto sia fuoriuscito dalla nave.
Considerato che il relitto della nave, come verificato attraverso le riprese subacquee effettuate al momento dell'affondamento e ripetute recentemente, si presenta con l'assetto longitudinale fortemente appruato e la parte prodiera conficcata nel fango, si ritiene di poter affermare che il prodotto, già contenuto nei doppi fondi della nave, si trovi adesso ad una quota di diversi metri sotto il piano di sedime, completamente racchiuso in una sorta di gabbia di ferro e fango e che pertanto non corra il rischio di disperdersi o venire a contatto con l'ambiente.
Tale ultima supposizione risulta avvalorata dalle analisi effettuate, con esito negativo, nei mesi di ottobre 2003 e ottobre 2004 dal laboratorio di Biologia Marina della Provincia di Bari, su campioni di acqua prelevati nella zona di mare interessata dall'affondamento della motonave.
Con riferimento alle presunte bolle di gasolio del diametro di circa 1 metro sulla verticale della nave inabissata di cui si parla nell'interrogazione parlamentare in oggetto, si evidenzia che su disposizione
Nel corso di tutti i sopralluoghi in zona, effettuati dai mezzi navali dipendenti nel periodo in questione, non è stata rilevata la presenza in superficie di bolle di gasolio.
Tale attività di monitoraggio è culminata in data 4 e 5 ottobre 2004 con una operazione complessa effettuata con l'ausilio del 2o Nucleo sommozzatori Guardia costiera di Napoli e del pattugliatore multiruolo d'altura CP 906 «Nave Corsi». Nel corso delle giornate in questione sono state effettuate riprese subacquee del relitto con l'ausilio di due robot filoguidati (R.O.V.) e campionamenti di acqua di mare in superficie e a tre metri di profondità. Tutte le verifiche hanno dato esito negativo, non essendo stata accertata nella zona in questione, né in supérficie, né in profondità, la presenza di indizi indicanti il trafilamento di combustibile in atto.
Al contrario, è stata appurata la presenza in zona di un'ingente bio-massa costituita dalle più svariate specie ittiche, segno evidente dell'assenza di prodotti tossici.
Sarà in ogni caso compito dell'Amministrazione che rappresento approfondire ulteriormente, tramite il competente Istituto centrale di ricerca applicata al mare (ICRAM), le attività di monitoraggio e, se si dovesse rendere necessario, curare gli aspetti ambientali di un eventuale progetto di bonifica.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'ordinanza ministeriale n. 39 del 1 aprile 2004 (protocollo n. 464), relativa al conferimento degli incarichi di presidenza, di durata annuale, negli Istituti della scuola primaria e secondaria di 1 grado, della scuola secondaria superiore e degli istituti educativi, non prevede (come le precedenti ordinanze ministeriali relative al conferimento degli incarichi di presidenza), tra i titoli di studio e di cultura, di cui al punto 2) della tabella di valutazione dei titoli, allegata all'ordinanza ministeriale suddetta, la cura di pubblicazioni;
sarebbe opportuno e giusto che nella attribuzione dell'incarico di presidenza si tenesse contro, tra i titoli di studio e di cultura (laurea, specializzazioni, perfezionamenti post-universitari, inclusione in graduatorie di merito nei pubblici concorsi a cattedre...) anche della cura di pubblicazioni (libri, articoli...) sia a carattere didattico (libri di testo per gli studenti di ogni ordine e grado di scuola) sia a carattere divulgativo (saggi, romanzi...), in modo da valutare in modo più completo il livello culturale degli aspiranti all'incarico di presidenza, riconoscendo nel contempo l'attività svolta, spesso umilmente, da molti docenti che hanno curato anche numerose pubblicazioni -:
se ritenga opportuno prevedere nelle prossime ordinanze ministeriali per il conferimento degli incarichi di presidenza, tra i titoli di studio e di cultura, che gli aspiranti all'incarico possono avere, anche la cura di pubblicazioni (libri, articoli...) sia a carattere didattico (libri di testo per gli studenti di ogni ordine e grado di scuola) sia a carattere divulgativo (saggi, romanzi, articoli a stampa...), attribuendo eventualmente un punteggio diverso in base al tipo ed al contenuto della pubblicazione, in modo da valutare in modo più completo il livello culturale degli aspiranti all'incarico di presidenza.
(4-11402)
Ai sensi dell'articolo 29, comma 5, dell'ultimo periodo del decreto legislativo n. 165 del 2001, infatti, dall'anno scolastico successivo alla data di approvazione della prima graduatoria del corso-concorso per dirigenti scolastici, non sono più conferiti incarichi di presidenza.
Come è noto, con Decreto dirigenziale generale del 22 novembre 2004, è stato indetto il corso-concorso ordinario per il reclutamento di n. 1.500 dirigenti scolastici e ne consegue, per quanto detto, che gli incarichi di presidenza non saranno più conferiti dopo la pubblicazione delle relative graduatorie finali.
Si ritiene, inoltre, di dover precisare che, ai fini del conferimento degli incarichi in parola, sono stati finora valutati esclusivamente titoli aggiuntivi con una rilevanza oggettiva e con esclusione di quelli che, invece, sarebbero valutati con criteri discrezionali.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il 24 ottobre 2004, il quotidiano la Repubblica riportava un articolo riguardante gravi ombre ed incertezze che pesano sulla mancata strage all'Ambasciata italiana di Beirut in Libano;
il quotidiano afferma che trascorse quattro settimane dal mancato attentato, dall'esame dei luoghi, delle circostanze e dei documenti emerge che la verità sulla vicenda appare essere stata manipolata;
se così fosse ci troveremmo di fronte ad un clamoroso caso di «depistaggio» su cui bisogna accertare eventuali responsabilità di apparati italiani civili e militari -:
di quali informazioni il Governo disponga in merito al mancato attentato all'Ambasciata italiana di Beirut.
(4-11411)
Da quanto riferito in merito alla nostra Ambasciata a Beirut, Mikati stava pianificando una serie di attentati, da effettuare contemporaneamente, presumibilmente tramite autobomba condotta da kamikaze, contro alcune Sedi diplomatiche (Ambasciate d'Italia e di Ucraina) ed alcuni enti istituzionali nella capitale libanese (Palazzo di Giustizia, Direzione Generale della Sureté Générale, sede centrale delle Forze di Sicurezza, sede della Polizia Giudiziaria).
La motivazione degli attentati, sarebbe quella di colpire paesi impegnati attivamente in Iraq e, per quanto riguarda il Libano, paesi moderati che condannano duramente il terrorismo.
Il Ministro dell'interno libanese ha fatto presente, inoltre, alla nostra Ambasciata, che Ahmad Selim Mikati, arrestato insieme ad Ismail Mohamad Khatib (che aveva da poco costituito a Beirut una cellula di Al Qaeda) e ad altre 8 persone (tra cui 3 uomini ed 1 donna palestinesi), manteneva contatti con gruppi islamici integralisti: il primo in Germania, Sudan, Giordania ed Iraq; ed il secondo in Italia, Arabia Saudita, Danimarca, ed Ucraina.
Oltre a far emergere alcuni ulteriori dettagli circa la composizione del gruppo degli organizzatori dell'azione terroristica - che, si ricorda, sono tuttora in stato d'arresto -, le indagini relative al pianificato attentato hanno confermato che il predetto
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
gli Stati Uniti intendono riposizionare le proprie truppe in tutto e il mondo e in particolare in Europa Corriere della Sera del 27 novembre 2003;
il progetto prevede il ritiro di parte delle forze dislocate in Giappone, Corea del Sud e Germania da dove un numero consistente dei 70 mila uomini, attualmente stanziati sul territorio tedesco, potrebbero essere spostati in Polonia e nei Balcani, in particolare nella grande base di Tuzla (Bosnia), ed eventualmente anche in altri Paesi dell'Europa orientale, dove piccole basi Usa avrebbero l'opportunità di predisporre in qualsiasi momento ponti aerei verso il Medio Oriente;
l'amministrazione americana mantiene uno stretto riserbo sui dettagli del piano di riposizionamento per quanto riguarda l'Italia, ma già sono in esecuzione radicali ristrutturazioni di alcune basi Usa sul nostro territorio, a partire dal raddoppio del canale navigabile di Camp Darby, per dimezzare i tempi di carico delle navi, dai lavori così detti strutturali alla base di Santo Stefano - la Maddalena e dal potenziamento delle strutture di Catania - Sigonella;
è in discussione al Pentagono anche la creazione di nuovi centri di comando regionali tra cui uno italiano, per intelligence e corpi speciali -:
se il Governo non ritenga che un tale rafforzamento, dietro la giustificazione dell'impellente necessità di combattere il terrorismo, non si traduca nei fatti, invece, in un rafforzamento, oltre che in una legittimazione della pericolosa strategia a geometria variabile e dell'unilateralismo bellico strategico su cui si fonda la politica degli Usa a livello mondiale;
se non giudichi necessario che l'accettazione da parte del nostro Paese di un siffatto impegno non comporti questioni estremamente importanti sotto il profilo politico, costituzionale, geopolitico e strategico militare, che dovrebbero essere prioritariamente vagliate, discusse e sottoposte alla decisione del Parlamento.
(4-12718)
Gli Stati Uniti sono impegnati in un processo complessivo di trasformazione del loro strumento militare, avviato dal Sottosegretario della Difesa fin dall'inizio del suo mandato. Si tratta di una trasformazione funzionale ad una dottrina d'impiego incentrata su una maggiore mobilità e flessibilità delle forze, per adeguarle agli impegni che caratterizzano il quadro geostrategico attuale, primo tra tutti la lotta al terrorismo.
Tale processo contempla una possibile ridislocazione delle forze e dunque una riconfigurazione della presenza militare statunitense nel mondo, comunque senza incremento quantitativo degli effettivi. Il processo rimane soggetto, di fatto, a consultazioni con alleati e partners, in vista delle conseguenti decisioni operative che verranno assunte in sintonia con i paesi interessati.
In tale contesto di revisione strategica, non si può escludere che possa essere inserita anche una diversa dislocazione della presenza militare americana sul territorio nazionale.
Tale modifica degli assetti dovrà, naturalmente, configurarsi nell'ambito degli accordi che regolano la materia concernente l'utilizzazione delle basi in Italia, da parte di forze alleate. Sono accordi che trovano il proprio fondamento:
nel Trattato di Washington;
nelle Convenzioni di Londra e di Ottawa, del 1951;
nel Protocollo di Parigi, del 1952;
nel decreto n. 2083 del Presidente della Repubblica, del 1962.
In tale quadro di impegni assunti dall'Italia nell'ambito dell'Alleanza del Nord Atlantico, si inseriscono quelli con gli Stati Uniti:
il Bilateral Infrastructure Agreement, del 1954;
lo Shell Agreement, del 1955;
vari accordi tecnici integrativi.
Con riferimento alle ipotizzate attività di ristrutturazione di alcune basi USA sul nostro territorio si precisa che, come si è ampiamente illustrato in sede parlamentare, si tratta solo di migliorie infrastrutturali per le quali non è necessaria alcuna revisione dei preesistenti Accordi bilaterali.
In particolare, per la Base di Camp Derby era stato in passato autorizzato un progetto di ampliamento e di potenziamento delle capacità di carico/scarico della banchina del canale navigabile «Navicelli» a seguito di un Capability Package NATO, ma i relativi lavori non risulta siano stati mai realizzati.
Per quanto concerne il comprensorio militare dell'isola di Santo Stefano e della base militare di Sigonella, i progetti autorizzati interessano interventi finalizzati al conseguimento di migliorie nella qualità della vita del personale militare e civile che vi opera e nella protezione anti-terrorismo delle installazioni.
La ristrutturazione non prevede, quindi, alcun potenziamento delle stesse sia in termini di incremento di personale che di attività operativa.
In conclusione, oggi, come nel passato, la presenza di forze statunitensi in alcune basi nazionali è riconducibile agli accordi sottoscritti dal nostro paese nell'ambito della storica alleanza tra i due paesi nel quadro della NATO, fattore imprescindibile di salvaguardia della pace, della libertà e della democrazia.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il piano sanitario Nazionale ha espresso l'intendimento di attivare iniziative di grande rilievo e di ampio respiro per la tutela della salute della popolazione anziana;
particolarmente significativa appare la volontà di assicurare l'accesso ai dispositivi medici e servizi sanitari atti a migliorare le funzioni quali udito, mobilità, vista, masticazione e continenza, che tendono facilmente a deteriorarsi con l'età;
pare superfluo sottolineare la straordinaria rilevanza, per la popolazione anziana, di un buon mantenimento di tutte le funzioni sovra ricordate, senza le quali scema grandemente la qualità della vita e si avvia una esistenza sociale di ripiego e tendenzialmente orientata verso una progressiva mancanza di autonomia;
la capacità di intervento del Servizio Sanitario nazionale in questo settore, dunque, assume una rilevanza letteralmente strategica ed addirittura di forte risparmio di risorse pubbliche, direttamente proporzionale all'aumento del tempo di autosufficienza per la popolazione anziana -:
quali iniziative siano state assunte in concreto - o si intendano assumere - al fine di assicurare alla popolazione anziana l'accesso a tutte le funzioni sanitarie in grado di migliorare l'udito, la mobilità, la vista, la masticazione e la continenza;
se sia a conoscenza del Ministro che le Regioni, nell'ambito dei loro specifici piani sanitari, abbiano assunto tale obiettivo come primario in relazione al bisogno di salute della popolazione anziana.
(4-08437)
Nella consapevolezza della pregressa sottovalutazione del problema della non autosufficienza, vengono individuate precise misure da adottare in tale ambito, e specificatamente: rendere più efficace ed efficiente la gestione dei servizi esistenti, attraverso l'introduzione di meccanismi competitivi, sostenere maggiormente le famiglie che si incaricano dell'assistenza, stimolare la pluralità dell'offerta dei servizi, incrementare la rete di assistenza informale ed il volontariato, sperimentare nuove modalità di organizzazione dei servizi, e definire adeguati controlli per gli erogatori dei servizi sociali e sanitari.
Si è passati, quindi, da un approccio squisitamente clinico, nel quale il sistema di offerta sanitaria era fondato, quasi esclusivamente, sull'ospedale, ad un'assistenza mirata ad un approccio multidisciplinare, volto «a promuovere i meccanismi di integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie» e, conseguentemente, a favorire l'assistenza territoriale.
Il territorio si caratterizza come soggetto che provvede in modo unitario e continuativo al soddisfacimento dei bisogni sanitari dei cittadini, in una percezione di globalità.
I Servizi e le Istituzioni diventano, pertanto, i «nodi» fondamentali di una rete di assistenza, nella quale viene garantita la realizzazione di percorsi assistenziali integrati, l'intersettorialità degli interventi, nonché la continuità assistenziale nel passaggio da un «nodo» all'altro, con l'intento di vedere «ottimizzata la permanenza nei singoli nodi in funzione dell'effettivo stato di salute».
Per quanto riguarda lo specifico quesito posto nell'interrogazione in esame, si segnala che, con decreto ministeriale 19 aprile 2002, il Ministro della salute ha istituito una Commissione con il compito di studiare le modalità per la realizzazione, in ambito odontoiatrico, di un programma nazionale di assistenza protesica riabilitativa, da erogare, in regime di gratuità, agli anziani socialmente deboli.
In particolare la Commissione, al fine di testare la reale operatività del programma, ha proposto l'avvio di una sperimentazione su base regionale, realizzata con specifici finanziamenti del Ministero della salute. Per quanto riguarda l'ambito della competenza regionale, si precisa che, dopo l'emanazione dell'ultimo Piano sanitario nazionale, solo alcune Amministrazioni regionali hanno provveduto ad adottare un proprio documento programmatico.
A tal proposito, è opportuno, tuttavia, ricordare che, sia nei Piani sanitari regionali, di recente approvazione sia in quelli precedenti all'emanazione del vigente Piano sanitario nazionale, le problematiche socio-sanitarie relative alla popolazione anziana si pongono, da sempre, fra quelle prioritarie.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
(4-11318)
Nel sistema previgente all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 38 del 2000, detta «soglia» rappresentava il grado di diminuizione dell'attitudine lavorativa a
Nel sistema vigente, come è noto - articolo 13 del suddetto decreto legislativo - la nozione di attitudine al lavoro, è stata sostituita con quella di «danno biologico», vale a dire di lesione permanente, di origine lavorativa, all'integrità psico-fisica della persona.
Il nuovo sistema di indennizzo, pertanto, si struttura ora nei seguenti parametri:
franchigia per gradi di menomazione inferiori al 6 per cento;
indennizzo in capitale del danno biologico per gradi di menomazione pari o superiori al 6 per cento e fino al 16 per cento;
indennizzo in rendita per gradi di menomazione pari o superiori al 16 per cento, di cui una quota per danno biologico ed un'ulteriore quota aggiuntiva che ristori anche le conseguenze patrimoniali di esso, in modo differenziato in relazione alla incidenza della menomazione sulla capacità dell'assicurato di produrre reddito.
Si ritiene, pertanto, che un ripristino della previgente normativa, potrebbe determinare una forma di tutela degli infortunati e tecnopatici meno completa e puntuale di quella vigente.
Colgo l'occasione per inviarle cordiali saluti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'articolo 44, comma 2, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, nella sua letterale formulazione, pare escludere l'applicabilità del divieto di cumulo di cui all'articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica 1092/73, nei confronti del personale che, trovandosi nelle condizioni ivi previste, avesse provveduto ai prescritti versamenti per accedere al regime di totale cumulabilità;
con nota 15 luglio 2004, il dirigente dell'INPDAP - sede di Piacenza, Ufficio gestione pensionati - ha ritenuto applicabile l'articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica 1092/73 all'istanza presentata dal signor Iannone Paolo (già docente di ruolo in scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali, in pensione dal 1 gennaio 1999, iscrizione n. 13753284, titolare altresì di modesta pensione INPS e di contratti di supplenza temporanea stipulati dai dirigenti scolastici) nato a Bari il 6 giugno 1945 e residente in Piacenza, Via XX Settembre 86 -:
in quale tipologia di incompatibilità fra quelle previste dall'articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica 1092/73 sia stata fatta rientrare la situazione più sopra prospettata del signor Iannone e in quali particolari casi debba applicarsi la disposizione normativa dal comma 4 dell'articolo 131.
(4-10805)
Preliminarmente, l'INPDAP fa presente che il signor Iannone è titolare della pensione n. 13753284 e di contratti di supplenza temporanea stipulati dai dirigenti scolastici.
Inoltre, l'Istituto precisa che l'articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica
In particolare, i trattamenti individuati dal citato comma 1, dell'articolo 130, sono quelli derivanti da servizi resi alle dipendenze di amministrazioni statali, comprese quelle con ordinamento autonomo, di regioni, province, comuni o dagli altri Enti suindicati.
L'Istituto precisa che gli articoli in esame riproducono sostanzialmente le norme già contenute nel decreto del Presidente della Repubblica n. 758 del 1965, che continuano ad essere vigenti per il restante personale delle amministrazioni pubbliche.
Questo Ministero chiarisce che l'articolo 44, della legge n. 289 del 2002, ha previsto per i titolari di pensione di anzianità (o di vecchiaia anticipata), la facoltà di cumulare totalmente i redditi da lavoro dipendente o autonomo purché risultino soddisfatti sia il requisito del possesso di una anzianità contributiva pari o superiore a 37 anni ed un età anagrafica di 58 anni, sia il versamento di un importo una tantum.
In carenza di uno solo dei requisiti citati, il regime di cumulo fra pensione e reddito da lavoro autonomo o dipendente è disciplinato dal Testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, che si pone come normativa speciale rispetto alla disciplina generale dettata dall'articolo 44, della legge n. 289 del 2002.
Sulla specifica questione riguardante la possibilità per i pensionati pubblici di espletare attività lavorativa, anche nello stesso ambito pubblico, pur continuando a percepire ratei di pensione, alla luce della specifica normativa di settore sopra esposta, si sono svolte delle riunioni presso questo Ministero con i rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, e del Dipartimento della Funzione pubblica.
A conclusione delle predette riunioni si è ribadita la vigenza delle disposizioni sopra menzionate che si pongono tra l'altro, come già affermato, quali normative speciali rispetto alla disciplina generale dettata dall'articolo 44, della legge n. 289 del 2002 e, pertanto la questione strettamente connessa a profili previdenziali e, quindi, afferente alle competenze di questa Amministrazione risulta chiarita.
Colgo l'occasione per inviarle cordiali saluti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
recenti controlli hanno evidenziato inquietanti episodi relativi ad una pericolosa situazione per la navigazione sulla tratta Bari-Durazzo-Bari;
nei periodi di maggiore traffico (vacanze natalizie e vacanze estive), alcune navi-traghetto hanno effettuato la suddetta tratta, con a bordo un numero di passeggeri superiore a quanto consentito dalla normativa vigente anche in materia di sicurezza;
in questi periodi, infatti, migliaia di passeggeri non prenotati prendono d'arrembaggio gli sportelli delle Agenzie incaricate dell'imbarco, sollecitando così l'appetito di chi, senza scrupoli, imbarca anche mille passeggeri in più rispetto alla capienza ufficiale dei traghetti;
le infrazioni riguarderebbero, quindi, sia la materia «finanziaria o doganale» in quanto vengono eluse le tasse portuali, sia la materia sanitaria, per carenza di servizi igienici adeguati al numero degli imbarcati, sia la materia della sicurezza, per la precaria stabilità del mezzo e soprattutto per l'inadeguatezza dei servizi di emergenza: infatti salvagente e scialuppe di salvataggio non corrispondono al numero dei passeggeri imbarcati;
inoltre le polizie italiana ed albanese ricevono elenchi incompleti di diverse centinaia
si fa rilevare che un eventuale e deprecabile incidente od avaria, su una nave stipata all'inverosimile di passeggeri, potrebbe trasformarsi in una tragedia che, al rischio di perdite di vite umane, aggiungerebbe perdita di credibilità del porto e della intera città di Bari -:
se i Ministri interrogati non ritengano necessaria un'operazione di controllo presso il porto di Bari attraverso la capitaneria di porto, la Dogana e gli Uffici della Polizia di frontiera;
se, nel caso di accertamento di infrazione, i Ministri interrogati non ritengano necessario intervenire non solo con una «sanzione amministrativa» sul comandante della nave, ma anche con il ritiro dell'autorizzazione all'attracco, per le navi dedite a tale traffico illecito, e con il ritiro della licenza alle Agenzie marittime implicate.
(4-11361)
Nell'ultimo triennio tale attività effettivamente ha consentito di accertare l'avvenuto imbarco e trasporto di un numero maggiore di passeggeri rispetto a quello cui le unità risultavano abilitate limitatamente alle tratte Durazzo-Bari e Igoumenitsa/Corfù-Bari.
La citata Capitaneria di Porto ha rilevato come l'attività di controllo posta in essere, unitamente alle relative sanzioni amministrative applicate ex articolo 1224 del Codice della navigazione, abbia tuttavia sensibilmente ridotto il fenomeno in parola.
Infatti, nel corso della stagione estiva 2004 sono state accertate esclusivamente n. quattro infrazioni a carico di:
M/N «ATHENS» - IMO N. 6909624 battente bandiera panamense, in arrivo dal Porto di Durazzo con elevazione di due verbali in data 21 agosto 2004 per il trasporto di cinquanta passeggeri in eccedenza ed in data 28 agosto 2004 per il trasporto di 30 passeggeri in eccedenza;
M/N «PENELOPE A» - IMO N. 7400261 battente bandiera Bahamas, anch'essa proveniente dal Porto di Durazzo con elevazione di due verbali in data 28 agosto 2004 per il trasporto di 850 passeggeri in eccedenza ed in data 29 agosto 2004 per il trasporto di 600 passeggeri in esubero.
In considerazione dei dati accertati, la Capitaneria di Porto di Bari precisa che tale ultima unità navale, normalmente in servizio di linea in altro porto nazionale ma trasferita temporaneamente sulla linea Bari-Durazzo per il solo periodo estivo, è stata sottoposta a controllo sistematico ad ogni accosto.
Sulla scorta degli elementi in possesso di detto Ufficio emerge che la fenomenologia in questione è da ricondurre esclusivamente a carenze di controlli in partenza dal Porto albanese di Durazzo non rilevandosi, di conseguenza, alcuna responsabilità a carico delle Agenzie marittime operanti nel porto di Bari.
Inoltre, la citata Capitaneria di porto fa conoscere che l'Autorità portuale di Bari, regolarmente portata a conoscenza dell'esito dei controlli eseguiti in materia ed in riscontro alle varie sollecitazioni operate in tal senso, ha in progetto la realizzazione di un impianto elettronico di rilevamento del numero dei passeggeri in arrivo/partenza dalle unità scalanti il porto stesso. Tale progetto agevolerà sensibilmente l'attività sino ad ora svolta manualmente dal personale del Comando stesso.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
la società Procter & Gamble opera in oltre 140 paesi occupando circa 106.000 dipendenti in attività di ricerca, produzione e commercializzazione di beni di largo consumo, cosmetici, fragranze e prodotti farmaceutici attraverso 40 marchi come, ad esempio, Dash, Pringles, Ace, Mastro Lindo, AZ, Pantene, Tempo, Oil of Olaz, Infasil, Max Factor e altri;
nel marzo dello scorso anno la società multinazionale Procter & Gamble ha concluso un accordo di acquisto della maggioranza delle azioni della società Wella di cui attualmente possiede l'81,2 per cento del capitale azionario;
lo stabilimento di Castiglione delle Stiviere della Wella venne realizzato nel 1961, grazie alle facilitazioni insediative dell'area, in base alle norme sulle aree depresse; la caratteristica principale della Wella è sempre stata la capacità di penetrazione e fidelizzazione dei parrucchieri grazie alla capacità di consegna di piccole quantità di merce in tempi brevissimi, la produzione diretta di mobili per salone, l'assistenza e la formazione dei parrucchieri stessi, mentre, al contrario, il tentativo di commercializzazione dei prodotti direttamente al pubblico, è stato interrotto nel 2002;
lo stabilimento di Castiglione delle Stiviere, al 30 giugno 2004, impiega 461 dipendenti a tempo indeterminato a cui si aggiungono 42 dipendenti a tempo determinato per un totale di 503 dipendenti;
la Procter & Gamble ha presentato un piano di consolidamento che complessivamente comporterà 1.200 licenziamenti dovuti alla chiusura di impianti Wella al fine di «ottimizzare la catena globale e sviluppare sinergie» a cui se ne aggiungeranno altri 330 di lavoratori alle dirette dipendenze della Procter & Gamble;
in particolare, per quanto concerne la provincia di Mantova, è stata annunciata la chiusura, entro sei mesi, della produzione presso lo stabilimento di Castiglione delle Stiviere che attualmente conta su 461 dipendenti (10 dirigenti, 41 quadri, 280 impiegati e 130 operai) a cui bisogna aggiungere 42 dipendenti a tempo determinato e interinali;
il bilancio occupazionale sarà pesantissimo con la perdita del lavoro per 185 dipendenti su 461: un taglio occupazionale pari al 40 per cento del totale della forza lavoro;
nel comunicato diramato dall'azienda si legge che «P&G e Wella hanno recentemente siglato un accordo globale sulle strutture produttive, per creare ulteriore efficienza per entrambe le aziende. La cooperazione nell'area della produzione e della distribuzione apporterà sinergie a P&G e Wella attraverso l'unione dei punti di forza e l'eliminazione delle aree di sovrapposizione. Questa decisione è coerente con la strategia di lungo termine di entrambe le aziende per mantenere e migliorare la competitività a livello globale. In Italia il consolidamento delle produzioni avrà come risultato la chiusura dello stabilimento di Castiglione entro il primo trimestre del 2005»;
secondo la P&G e la Wella risulterebbe da uno studio che «il polo produttivo di Wella Italia sconta uno svantaggio competitivo che dipende soprattutto dalla sua posizione geografica e dalle sue dimensioni»; per questi motivi la «P&G» è intenzionata a trasferire la produzione nello stabilimento francese di Saarguimnes situato in Lorena;
la complessiva ristrutturazione avviata dal gruppo P&G si propone di determinare un risparmio nell'ordine degli 8 milioni di euro all'anno, di cui circa 800.000 derivanti dalla chiusura dello stabilimento di Castiglione delle Stiviere: una cifra risibile rispetto ai numeri in gioco;
queste considerazioni in realtà, a giudizio dell'interrogante, contrastano con i dati economici che evidenziano come lo scorso anno l'azienda abbia chiuso il bilancio annuale con una crescita dell'utile
dai dati economici, infatti, si desume che lo stabilimento Wella di Castiglione delle Stiviere è sempre stato in forte attivo:
anno 2000; fatturato 144.940; utile pretasse 16.461;
anno 2001; fatturato 148.826; utile pretasse 23.599;
anno 2002; fatturato 154.430; utile pretasse 26.764;
anno 2003; fatturato 147.469; utile pretasse 28.826;
anno 2004; (primo semestre); fatturato 81.116; utile pretasse 16.498 (dati espressi in migliaia di euro);
in occasione dell'incontro con le organizzazioni sindacali in data 31 agosto 2004, l'amministratore delegato di Wella Italia ha motivato la decisione aziendale facendo riferimento a tre fattori: 1) i costi della logistica; 2) il costo del lavoro; 3) l'impossibilità di ampliamento dello stabilimento;
in realtà le organizzazioni sindacali hanno ampiamente controdedotto che: 1) i dati della logistica non tengono conto che l'Italia è il secondo mercato di sbocco di Wella, quindi i trasporti di prodotti nel nostro paese trovano ampie giustificazioni; 2) i dati forniti dalla proprietà riguardano l'incidenza del costo del lavoro per unità di prodotto e quindi dipendono dalla tipologia e dal costo dei materiali: in particolare Wella Italia ha appena dimesso dal 31 dicembre 2003 la produzione di prodotti ad alto valore aggiunto trasferendola in Francia; 3) le istituzioni locali hanno fornito ampie rassicurazioni circa la possibilità di ampliamenti del sito produttivo;
sempre dalle affermazioni espresse dall'azienda si evincerebbe che in realtà l'obiettivo è quello di cominciare con la riduzione del costo del lavoro con la chiusura del settore della produzione presso lo stabilimento di Castiglione delle Stiviere per poi arrivare alla chiusura totale delle attività;
considerato che la posizione del Governo rispetto al settore della chimica appare, a giudizio dell'interrogante, alquanto preoccupante in quanto il Ministero delle attività produttive si è limitato, nell'ottobre del 2002, a consegnare alle organizzazioni sindacali un documento intitolato «Ricognizione dei problemi dell'industria chimica italiana», mentre, sempre nel 2002, all'assemblea di fine anno il presidente di Federchimica parte della sua relazione a quella che, addirittura, ha definito la «morte della chimica italiana»;
gli eventi di Castiglione delle Stiviere, con la dichiarata chiusura della produzione della Wella, ripropongono in tutta la sua drammaticità l'assoluta mancanza di una qualsivoglia politica industriale in questo paese e nella regione Lombardia -:
tutto ciò premesso e considerato, come il Ministro delle attività produttive intenda intervenire per contribuire al salvataggio di questa importante realtà produttiva al fine di mantenere inalterati gli attuali livelli occupazionali.
(4-10799)
Nel complesso di Castiglione delle Stiviere, edificato nel 1961 in base alle agevolazioni sulle zone depresse, la società Wella produce prodotti destinati a parrucchieri.
La caratteristica principale dell'azienda è la capacità di penetrazione e fidelizzazione degli utenti grazie ad una rete commerciale di notevole efficienza, sostenuta anche da attività collaterali di non trascurabile importanza quali quelle di produzione diretta di arredi per saloni, assistenza e formazione professionale di parrucchieri.
Gli occupati, al 30 giugno 2004, risultano essere 461 a tempo indeterminato e 42 a tempo determinato, per un totale di 503. Di questi, 10 sono dirigenti, 41 quadri, 280 impiegati, 172 operai. L'età media è di circa 40 anni, l'occupazione femminile è equivalente a quella maschile.
La Wella S.p.a. cede il controllo della società alle multinazionali estere Procter e Gamble nella primavera del 2003. L'acquisizione di parte della nuova società dà inizio ad un processo di riorganizzazione per individuare sinergie tra i due gruppi, l'uno particolarmente forte nella grande distribuzione, l'altro invece nel segmento parrucchieri.
Il processo di analisi riorganizzativa del gruppo «P. e G.» porta, dopo un processo che dura circa un anno e mezzo, alla decisione di chiudere le attività collegate alla produzione dello stabilimento di Castiglione D/Stiviere.
A fine agosto 2004 vengono ufficializzate le posizioni della proprietà e cioè:
il trasferimento delle attività legate alla produzione allo stabilimento francese di Saargummines in Lorena ed il contemporaneo licenziamento di 134 unità lavorative a tempo indeterminato, operanti a Castiglione D/Siviere;
la permanenza in Castiglione delle attività collegate al centro distribuzione prodotti ed alla struttura di produzione arredi per saloni.
previsti risparmi sul costo della logistica;
costo del lavoro;
possibilità di ampliamento della struttura produttiva attualmente confinata in una zona residenziale.
In particolare, nel corso di uno degli ultimi incontri, l'Amministratore della Wella, ha presentato un ampio documento contenente indicazioni sulle strategie di sviluppo della società, di contenimento della forte concorrenza del settore e sulle esigenze di razionalizzazione e di ottimizzazione della sua struttura produttiva, volto a dimostrare le ragioni della decisione assunta di interruzione delle attività produttive. Sono state illustrate, nel contempo, le programmate azioni di marketing volte a consolidare la presenza della società sul mercato italiano e le motivazioni che escludono che, dalla decisione assunta, possa conseguire un futuro disimpegno della Wella anche per le attività commerciali del sito, destinate per contro ad essere rafforzate.
Dal canto loro le Organizzazioni sindacali hanno voluto riconfermare la loro contrarietà alla chiusura dell'attività produttiva e la non condivisione delle motivazioni presentate dalla società. Purtuttavia le stesse Organizzazioni sindacali hanno espresso la loro disponibilità a discutere un progetto industriale che possa assicurare al sito di Castiglione il mantenimento degli attuali equilibri in termini di attività produttive, servizi ed occupazione.
Alla luce di tale apertura, il Ministero delle Attività Produttive ha sollecitato la società e l'azionista Procter & Gamble a procedere alla presentazione di un progetto corrispondente alle aspettative espresse dalle Organizzazioni sindacali e fatte proprie anche dai rappresentanti delle Amministrazioni locali. A tal fine, il Ministero ha offerto la propria collaborazione finalizzata ad ogni iniziativa che possa promuovere la localizzazione nell'area di valide attività produttive sostitutive di quelle attualmente svolte dalla Wella, così come ad assecondare l'eventuale inserimento di nuovi operatori dello specifico settore.
Il Ministero ha tuttavia richiamato l'esigenza che, l'azienda si astenga da ogni decisione riguardante l'interruzione delle attività produttive, fino alla presentazione ed approvazione del predetto progetto.
A conclusione della riunione, il Ministero ha anticipato l'impegno ad una riconvocazione delle parti entro breve termine, entro cui dovranno trovare concreta esecuzione le azioni individuate.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
da tempo si apprende dalla cronaca quasi quotidiana di episodi di delinquenza ordinaria per mancato soccorso alle vittime soprattutto della strada, delinquenza deplorata con coro unanime dai media in diffusione sia su carta stampata che per TV;
in particolare sono state allestite a spese delle Stato per questo dilagante tipo di reato campagne pubblicitarie educative di solidarietà a fronte di episodi nei quali il senso di responsabilità dei cittadini deve avere la prevalenza su altri atteggiamenti come quello di sottrarsi con la irresponsabile fuga ad un soccorso tempestivo e molto spesso in grado di salvare la vita ai malcapitati soprattutto vittime della strada;
in senso più lato del temine ed in special modo intorno alle festività di fine anno, le sigle pubblicitarie della solidarietà verso i meno fortunati sono state un continuo susseguirsi sui giornali e sulle TV, tanto da evidenziare come in Italia è da ogni parte avvertito questo sentimento che trova come massima espressione, la presenza dai nostri soldati in missione di pace all'estero anche a costo della loro stessa vita;
ma anche verso gli animali in difficoltà è fortemente sentito dagli italiani un sentimento di misericordia con idee che continuamente vengono promosse ad esempio, contro il semplice abbandono, forse per quel senso di pietà percepito soprattutto nei confronti di esseri che per un verso o per un altro sono stati più vicini all'uomo;
malgrado le lodabili proposte dei media che sorgono spontanee nel nostro Paese, in favore anche degli animali, si può invece, assistere in netto contrasto con questa tendenza, ad uno spot pubblicitario sul alcuni canali TV tra cui la TV di Stato di una ben nota società petrolifera americana, che attraverso un'inqualificabile sequenza di ciniche inquadrature, intende promuovere i propri prodotti in dispregio al gesto stesso del soccorso,
si tratta di un automobilista che fermando la propria autovettura per prestare aiuto ad un animale disteso sull'asfalto, si vede improvvisamente rubare la macchina dallo stesso nelle vesti di una furba scimmia che si fingeva morta;
ilmessaggio inconscio che la ironica scenetta lascia nella mente degli spettatori ricorda per certi versi quello delle favole di Esopo, solo che alla moralità delle metafore si sostituisce in questo caso il beffardo messaggio sull'etica di comportamento o forse anche il suggerimento per qualche sgradevole sorpresa da evitare;
ilricorso a questa forma di autentica «diseducazione civica» contro i pericoli del proprio istinto altruista ma finalizzata ad incrementare con una pubblicità di questo genere il miliardario fatturato della medesima società, dovrebbe essere vietato se non dalla scarsa sensibilità dei responsabili TV almeno dal Garante preposto anche alla moralità degli spot televisivi, come questo -:
se non ritenga di potersi attivare al fine di richiedere un intervento della competente Autorità garante della concorrenza e del mercato nei casi in cui, come quello descritto in premessa, il messaggio pubblicitario assume connotati diseducativi abusando della naturale credulità degli spettatori minori.
(4-09022)
È stato, infatti, evidenziato che la situazione rappresentata non sembra configurare violazione delle normative di settore, ivi comprese quelle poste a tutela dei telespettatori minorenni, atteso l'evidente carattere irrealistico e paradossale dello sviluppo della vicenda narrata, rafforzato, peraltro, dalle affermazioni della voce fuori campo («con i nuovi regali Esso tutti vogliono essere automobilisti») che appaiono conferire al messaggio una connotazione ironico-umoristica di immediata percezione.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
con il passaggio dalla lira all'euro, si sono verificate operazioni speculative che hanno determinato un drastico innalzamento del livello dei prezzi;
basti pensare che quello che, un tempo costava 1000 lire oggi costa 1 euro (equivalente a circa 2000 lire di allora);
i prezzi sono sostanzialmente raddoppiati, facendo diminuire di circa la metà il potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni;
ad avviso dell'interrogante, il Governo dovrebbe intervenire per porre fine a tale scandalosa situazione -:
quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per far fronte a quanto descritto in premessa, ed in particolare per prevenire eventuali abusi posti da parte degli operatori commerciali.
(4-10406)
La trasparenza e la stabilità dei prezzi sono state costantemente al centro dell'azione del Governo. In particolare, il Ministero delle attività produttive, nella sua attività istituzionale, pone una attenzione costante al processo di formazione dei prezzi ed al corretto funzionamento del mercato, anche per evitare che il passaggio all'Euro possa rappresentare un'occasione indebita, per alcune categorie, per un «aggiustamento» dei prezzi verso l'alto.
Pur non essendo stato possibile impedire, nel regime di libera concorrenza in cui agiscono gli operatori economici, che nel periodo successivo all'entrata in circolazione dell'euro, si verificassero ingiustificate variazioni, nondimeno a livello istituzionale si è cercato di assicurare che la conversione dei prezzi avvenisse secondo le regole previste dalla normativa comunitaria e nazionale, tramite la promozione di accordi di autoregolamentazione, la previsione di strumenti di controllo e di monitoraggio e svolgendo altre attività di informazione ai consumatori.
In particolare, per quanto concerne gli interventi di competenza del Dicastero delle Attività Produttive, si segnala che:
su iniziativa del Ministero delle attività produttive già in data 7 dicembre 2001 è stato siglato, da parte del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (C.N.C.U.), e da associazioni del commercio e della distribuzione, un Protocollo d'intesa con l'obiettivo di assicurare, nella fase di change-over e per il periodo di doppia circolazione, comportamenti trasparenti e corretti tali da evitare artificiosi fenomeni di arrotondamento dei prezzi al rialzo;
un ulteriore accordo è stato siglato dalle imprese industriali e commerciali che aderiscono al Comitato Euro promosso da Indicod (associazione che raggruppa oltre 26.000 imprese dell'industria e della distribuzione di beni di largo consumo), con l'impegno ad operare con la massima attenzione per mantenere la stabilità dei listini e quindi dei prezzi di vendita al
è stata trasmessa, con la collaborazione dell'Unioncamere, una circolare alle Camere di commercio volta ad una rilevazione dei rincari dei prezzi che risultassero artificiosi e a mantenere desta l'attenzione degli operatori e delle istituzioni sull'andamento del mercato;
a seguito del forte incremento dei prezzi ortofrutticoli, causati dalle note vicende climatiche dell'inverno 2002-2003, è stato costituito, su iniziativa del Ministero delle politiche agricole e forestali, d'intesa con il Ministero delle attività produttive, un Osservatorio prezzi della filiera ortofrutticola, che sin da allora e a tutt'oggi diffonde settimanalmente, attraverso i rispettivi siti web e grazie alla collaborazione con il Consorzio Infomercati, le rilevazioni sui principali prodotti nei più importanti mercati nazionali all'ingrosso;
con Decreto ministeriale 2 gennaio 2003, il Ministro delle attività produttive ha istituito presso la Direzione generale per l'armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori il «Comitato tecnico per il monitoraggio dei prezzi dei beni e servizi di largo e generale consumo», presieduto dallo stesso Ministro Marzano, dove sono presenti, oltre alle componenti istituzionali nazionali e territoriali, i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle principali categorie produttive (Confagricoltura, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CONFAPI, Conf. italiana Agricoltori-CIA, Conf. Naz. artigianato e piccola e Media impresa-CNA e Comitato di filiera ortofrutticola).
Si ricorda, infine, che il Ministro delle attività produttive, proprio allo scopo di frenare l'impennata dei prezzi dei generi di prima necessità, ha promosso l'Accordo che è stato sottoscritto, in data 16 settembre 2004, tra il Governo e le Associazioni della media e grande distribuzione italiana finalizzato ad assicurare una stabilità, almeno fino alla fine dell'anno in corso, dei prezzi dei prodotti «...a marchio privato o a marchi della catena commerciale e dei prodotti di primo prezzo, ossia quei prodotti che vengono incontro alle esigenze delle fasce economicamente più deboli della popolazione e dei pensionati». Si tratta della ampia gamma di prodotti alimentari, e non, che fanno capo ai «marchi» delle catene della grande distribuzione.
Si auspica, pertanto, che tale accordo possa assumere una funzione positiva in ordine alla esigenza di calmierare i prezzi al dettaglio e di stimolare una ripresa dei consumi, considerato peraltro l'impegno governativo per un prolungamento della durata dello stesso accordo da parte della Grande Distribuzione al fine di mantenere fermi i prezzi almeno fino alla primavera del 2005.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
sulla gran parte dei treni italiani, ivi compresi gli intercity, l'aria condizionata non è funzionante;
i viaggiatori sono pertanto costretti a sopportare notevolissimi disagi -:
se non intenda adoperarsi presso Trenitalia spa, affinché la qualità dei servizi offerti possa finalmente arrivare ad eguagliare quella degli altri paesi europei.
(4-10741)
Oltre agli interventi di manutenzione programmata, necessari per evitare l'insorgere di guasti o di anomalie nel funzionamento degli impianti di bordo, vengono eseguite operazioni di manutenzione correttiva al fine di eliminare le avarie accidentali che si possono verificare durante la marcia del convoglio.
Tali interventi vengono effettuati anche durante le brevi soste del treno nelle stazioni se la natura del guasto è tale da permettere l'intervento altrimenti a fine corsa prima della partenza del treno successivo.
Inoltre, prima della partenza del treno (IC ed EC-giorno), viene sempre controllato lo stato di funzionalità degli impianti di climatizzazione delle carrozze; da tale monitoraggio si rileva che nel periodo ottobre 2003/luglio 2004, il 99 per cento degli impianti di climatizzazione controllati risultano funzionanti.
Per quanto concerne la Divisione trasporto regionale, il piano di investimenti prevede nel periodo 2004-2007 una spesa di circa 2,5 miliardi di euro pari a circa il 30 per cento del fatturato della Divisione relativo allo stesso periodo.
In particolare tale impegno finanziario riguarda sia l'acquisto di nuovi mezzi sia la ristrutturazione e la riqualificazione di carrozza già in uso.
La percentuale delle carrozze già climatizzate crescerà gradualmente fino a raggiungere nel 2006 il 90 per cento dell'intero parco mentre, sempre per lo stesso anno, sarà dell'86 per cento la percentuale dei posti a sedere offerti in materiale nuovo o ristrutturato.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il 19 gennaio 2005, il cimitero italiano di Mogadiscio è stato devastato e le salme lì sepolte sono state buttate in discariche o in mare da non meglio identificate bande di criminali che, secondo le prime frammentarie informazioni apprese dalla stampa, dovrebbero essere collegate a interessi edilizi per la costruzione di una nuova moschea;
non sono da escludere anche implicazioni politiche, visto che tre giorni dopo la profanazione è stato assassinato l'ex capo della polizia di Mogadiscio, Yusuf Ahmed Serenle, che intervenendo alla radio nazionale aveva duramente condannato l'accaduto;
il Governo ha prontamente espresso la volontà di non sottovalutare la gravità di un gesto che offende la memoria degli italiani di Somalia, dando istruzioni all'ambasciatore a Mogadiscio di presentare il rincrescimento dell'Italia;
l'apprezzamento per le pronte rassicurazioni del vice premier somalo Hussein Mohammed Aidid sulle indagini e la sua espressione delle «più profonde scuse al governo italiano e al popolo del Paese che è il nostro più grande e storico amico», unito alla comprensione per la situazione di caos in cui versa quella nazione appena uscita dalla guerra civile, non sottrae le neonate istituzioni della Somalia dal dovere di garantire il massimo impegno nelle indagini -:
se il Governo sia a conoscenza delle risultanze delle prime indagini compiute dalle autorità somale e se, in generale, il Governo italiano possa ragionevolmente sperare in una piena ed efficace cooperazione da parte somala;
se, come suggeriscono alcune indiscrezioni, oltre alla pista dell'affarismo edilizio sia da seguire quella del fondamentalismo islamico che avrebbe visto nella profanazione del cimitero italiano la prima mossa di un escalation contro i segni della presenza occidentale nei Paesi africani a maggioranza musulmana.
(4-12660)
Da parte sua, il Presidente somalo Abdullahi Yusuf Ahmed ha voluto tributare uno speciale omaggio alla memoria degli italiani di Mogadiscio, recandosi presso la chiesa-sacrario dove sono sepolti in Kenya circa 780 caduti italiani della seconda guerra mondiale. Il Primo ministro somalo Ghedi si è impegnato ad un pronto ristabilimento dell'ordine nell'area del cimitero ed ha disposto l'invio di un'apposita missione a Mogadiscio a tal fine.
I suoi esiti dipenderanno dalle condizioni sul terreno, che non appaiono facili: si ricorda a questo proposito che il nuovo Governo somalo risiede ancora a Nairobi e non ha per il momento il controllo di Mogadiscio. Va peraltro segnalato che le autorità religiose musulmane di Mogadiscio hanno espresso il loro sdegno per quanto avvenuto e molti settori della società civile si sono associati alla condanna.
Lo stesso Primo Ministro Ali Mohamed Ghedi dovrebbe raggiungere Mogadiscio con una delegazione di membri di Governo e di Deputati del Parlamento Transitorio Federale il 15 febbraio 2005, per iniziare il graduale processo di reinsediamento in patria delle autorità legittimamente costituite grazie ad una progressiva ripresa di controllo dell'intero territorio somalo.
Ghedi ha annunciato ai nostri rappresentanti che tra le prime sue azioni di governo egli intende impartire le necessarie disposizioni affinché l'area del cimitero torni quanto prima sotto il controllo delle legittime autorità di Governo e gli autori delle devastazioni vengano puniti.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la Federazione Europea delle Associazioni di volontariato O.N.L.U.S. costituitasi all'interno della Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista «Molinette» di Torino, ha segnalato che, nelle scuole, è in corso la compilazione di questionari per rilevare, sul modello di quanto fatto negli USA, il «disturbo dell'iperattività e dell'attenzione»;
tali criteri rischiano di stigmatizzare ampie percentuali di bambini ed adolescenti come affetti da disturbi psichici con il pericolo di essere successivamente sottoposti a trattamenti a base di psicofarmaci;
negli USA, nonostante le rassicurazioni iniziali di un uso limitato di farmaci, più di sei milioni di bambini ed adolescenti sono trattati solo per questo «disturbo» con psicofarmaci a base di anfetamine i quali hanno una quantità impressionante di effetti collaterali: infatti, sono in corso notevoli controversie anche di tipo legale -:
se il Ministro intenda accertare se tale rilevazione sia in corso e quali siano le sue finalità;
quali iniziative intenda assumere il Ministro allo scopo di fare chiarezza su tali interventi a sfondo epidemiologico e di conseguenza curativi, realizzati all'interno di istituti educativi.
(4-08592)
Tale ricerca è stata finanziata dal Ministero della Salute nel 2001, a seguito di una convenzione tra la Direzione generale della ricerca scientifica e tecnologica e l'Istituto in questione; la stessa Direzione generale effettua il controllo del progetto attraverso la valutazione delle relazioni semestrali nelle quali sono riportate le fasi di avanzamento dei lavori.
La ricerca si propone di indagare la prevalenza dei disturbi mentali, in un campione di ragazzi delle scuole medie residenti in 6 città italiane: lo studio è di tipo esclusivamente epidemiologico, non prevedendo in alcun modo interventi di tipo terapeutico, quali la somministrazione del farmaco «Ritalin» o di altri medicinali.
La descrizione metodologica del progetto, che è svolto da sei unità operative (Milano, Lecco, Pisa, Rimini, Roma e Cagliari) e le informazioni fornite dai responsabili della ricerca confermano l'esclusività delle finalità conoscitive sulla prevalenza dei disturbi psichici.
Il progetto viene realizzato tramite la somministrazione, ad un campione di circa 3.600 studenti delle scuole medie inferiori, di un questionario (Child Behavior Checklist) e la conduzione di un'intervista strutturata ad un sottogruppo di studenti ed ai loro genitori, mirata a valutare i disturbi affettivi, i disturbi dell'ansia, il disturbo dell'attenzione/iperattività, il disturbo oppositivo/provocatorio, il disturbo della condotta; si rileva, pertanto, che non è stata indirizzata verso il solo disturbo dell'attenzione/iperattività, e che sono assenti finalità mirate al trattamento terapeutico dei disturbi riscontrati.
Il progetto di ricerca, il cui termine è stato l'8 luglio 2004, prevede la sola «incidenza e prevalenza» dei fenomeni senza il coinvolgimento di ritorno della popolazione giovanile: i questionari somministrati sono anonimi e, pertanto, l'intervento terapeutico non è praticamente attuabile per l'impossibilità della identificazione del compilatore.
È doveroso precisare che è stata posta ogni attenzione nella procedura di somministrazione dei questionari, per garantire il completo anonimato.
Per lo svolgimento del progetto, inoltre è stato richiesto dal Presidente dell'Istituto suddetto il patrocinio del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Nel marzo 2003, dopo un attento esame del progetto, il Ministero in questione ha ritenuto di sottoporlo all'attenzione dei genitori degli allievi coinvolti, che hanno rilasciato il loro formale consenso informato.
Nel luglio 2003 a seguito di una riunione a cui hanno partecipato i Direttori degli Uffici scolastici regionali, gli stessi sono stati incaricati di verificare la correttezza della procedura seguita e di adottare gli eventuali provvedimenti ritenuti opportuni.
Va segnalato, inoltre, che i Ministeri della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca hanno costituito un Comitato Scientifico interministeriale per la realizzazione del programma nazionale di comunicazione contro lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle malattie mentali, da realizzarsi con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
fin dal gennaio 2000 le competenze sulle pulizie degli edifici sede di scuole materne ed elementari, in precedenza compito dei comuni, sono passati allo Stato contestualmente al passaggio del personale ATA comunale nei ruoli statali;
questo Ministero è subentrato dalla stessa data, nei contratti in essere già stipulati dai comuni e riguardanti l'affidamento a ditte esterne delle operazioni di pulizia dei plessi scolastici in argomento;
detti contratti sono stati successivamente prorogati fino a comprendere, temporalmente, il corrente anno scolastico;
nel comune di Portogruaro per 15 plessi scolastici, dipendenti dalle direzioni didattiche del 1 e del 2 circolo le operazioni di pulizia sono in gran parte garantite dalla ditta ARIA sas;
dal mese di ottobre 2001 alla citata ditta non vengono liquidate da parte del CSA di Venezia, territorialmente competente, le fatture relative all'esecuzione dei servizi di cui trattasi;
ciò nonostante la ditta ha continuato a garantire fino al 18 maggio 2002 l'effettuazione degli interventi contrattualmente previsti, rappresentando peraltro più e più volte al CSA di Venezia la difficile situazione finanziaria in cui progressivamente si veniva a trovare;
dal 20 maggio 2002 stante la situazione, la ditta ha formalmente comunicato la sospensione dei servizi e del pagamento degli stipendi al proprio personale impiegato nell'appalto;
detta sospensione ha causato e causa disservizi all'utenza scolastica, sconcerto nell'opinione pubblica e rilevante danno alla ditta e al personale impiegato;
il sottosegretario Aprea, ignorando - ad avviso dell'interrogante - che i governi del centro sinistra hanno sempre garantito la necessaria copertura finanziaria degli appalti trasferiti in seguito alla legge 124 del 1999, ha assicurato il 4 novembre 2002, con confusi riferimenti normativi, alcune misure atte ad assicurare i rivendicati pagamenti;
il decreto-legge n. 212 del 25 settembre 2002 convertito nella legge n. 268 del 22 novembre 2002, ha garantito la copertura finanziaria dei suddetti contratti di appalto a decorrere l'anno finanziario 2002;
a causa dell'entrata in vigore del decreto ministeriale 29 novembre 2002, decreto «taglia spese» del ministro Tremonti, le amministrazioni scolastiche regionali, come avrebbe comunicato agli interessati il 9 dicembre il Direttore Generale del Veneto Enzo Martinelli, informano che le somme loro attribuite con il suddetto decreto legge sarebbero indisponibili per il pagamento dei crediti maturati -:
quali iniziative intenda attivare il Ministro, per superare comportamenti chiaramente schizofrenici del Governo, al fine di garantire il pagamento di dette prestazioni, per assicurare l'immediato ripristino delle operazioni di pulizia necessarie ad una normale e decorosa attività didattica, ciò con particolare riferimento al comune di Portogruaro, e per evitare il ripetersi di simili incredibili situazioni intollerabili in un Paese civile.
(4-04864)
A tale proposito, si fa innanzi tutto presente che sono risultate largamente insufficienti le risorse finanziarie trasferite dagli enti locali in sede di applicazione dell'articolo 8 della legge n. 124 del 3 maggio 1999, che ha disposto il trasferimento nei ruoli dello stato del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) dipendente dagli enti locali, senza oneri per lo Stato. Per effetto della stessa legge n. 124 del 1999, come è noto, sono stati trasferiti
Ciò ha comportato un onere assai rilevante, non previsto né coperto dalla legge n. 124 del 1999 e, pertanto, si è reso necessario reperire ulteriori ingenti risorse finanziarie.
Del problema si è fatto carico questo Governo, che ha provveduto a risolverlo con il decreto-legge n. 212 del 25 settembre 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 268 del 22 novembre 2002. L'articolo 3 del citato decreto-legge n. 212 del 2002, ha disposto, infatti, l'integrazione degli stanziamenti iscritti nell'ambito dei centri di responsabilità relativi agli uffici scolastici regionali, al fine di consentire i pagamenti riguardanti il subentro dello Stato nei contratti stipulati dagli enti locali per le funzioni amministrative, tecniche ed ausiliarie nelle istituzioni scolastiche statali. L'incremento degli stanziamenti è stato di euro 151.586.000 per l'anno 2002, di euro 173.424.000 per l'anno 2003 e di euro 135.078.000 a decorrere dall'anno 2004.
L'intervento attuato con il sopra citato decreto-legge ha consentito di soddisfare tutte le esigenze finanziarie pregresse derivanti dai contratti in questione, ivi comprese, quindi, quelle delle scuole menzionate nell'interrogazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
nonostante il MIUR abbia più volte ribadito la regolamentazione dei corsi ad indirizzo musicale in base alla normativa previgente (decreto ministeriale 201 e 202/99), risulta all'interrogante che indiscriminati tagli avverrebbero in Campania a danno delle cattedre di strumento musicale;
tali provvedimenti, ad avviso dell'interrogante, ledono fortemente il diritto allo studio dei minori e quello delle famiglie a scegliere il percorso formativo desiderato, nonché incidono in forma considerevole sui livelli occupazionali dei lavoratori del settore musicale;
in tal modo si dubita della «normalità» della classe di concorso A077 (circolare Prot. n. 5141/P/C21 del 21 maggio 2004) e si tagliano quasi tutte le prime classi di strumento musicale pur in presenza, nella fattispecie, di iscrizioni e richieste delle famiglie (circolare del 24 maggio Prot. n. 5141);
da notizie pervenute all'interrogante risulta che nel caso registratosi in particolare a Benevento, nonostante la nota ministeriale n. 3000 del 16 febbraio 2004 che ribadisce l'espletamento delle prove attitudinali per l'iscrizione alle classi di strumento musicale per l'anno scolastico 2004/2005 secondo la normativa previgente, e quindi, la formazione delle prime classi obbligatoria in presenza di nuove iscrizioni, il CSA avrebbe operato un indiscriminato taglio sulle prime classi già formate di strumento musicale in ben sette scuole su otto. Ciò ha determinato la scomparsa nell'organico della A077 di Benevento di ben 20 cattedre su 32 preesistenti, svilendo, di fatto, la natura del corso ad indirizzo musicale che prevede, ai sensi di legge, l'insegnamento di quattro specialità strumentali su ciascuna classe -:
come il Governo intenda provvedere al fine di contenere il danno prodotto da tali provvedimenti in termini occupazionali e di crescita culturale.
(4-10266)
A tale riguardo si fa presente che questa Amministrazione, con nota ministeriale del
Per una erronea interpretazione del Centro servizi amministrativi di Benevento, non erano state autorizzate alcune prime classi di insegnamento dello strumento musicale.
Successivamente, l'Ufficio scolastico regionale per la Campania ha provveduto, nel corso delle operazioni di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, ad attivare le cattedre necessarie per soddisfare le richieste delle famiglie.
Pertanto, la problematica evidenziata dall'interrogante può ritenersi superata.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
sono sempre più frequenti le attivazioni di servizi non richiesti da parte dei gestori telefonici;
molti utenti, sia di telefonia fissa sia mobile, si vedono attivati servizi e pacchetti tariffari non richiesti;
in alcuni casi, stando a quanto pubblicato da alcuni quotidiani, l'attivazione avviene addirittura non consultando gli utenti o nonostante il loro diniego -:
quali iniziative normative il Ministro intenda promuovere per rafforzare la propria vigilanza preventiva e i propri poteri sanzionatori nei confronti degli operatori del settore che operano in violazione della normativa vigente, e quali forme di informazione e tutela dei consumatori intenda adottare al riguardo.
(4-10049)
Nel quadro dello svolgimento di tale attività di controllo e con specifico riferimento alla fattispecie in esame, il competente dipartimento dell'Autorità ha segnalato, per i conseguenti provvedimenti sanzionatori, le anomalie riscontrate relativamente ad attivazioni non richieste del servizio di preselezione automatica e di unbundling.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
a seguito dell'insediamento dei commissari liquidatori del Consorzio agrario provinciale di Torino nel mese di marzo 2003 era emersa, malgrado la dipendenza della procedura liquidatoria l'ipotesi di ristrutturare l'azienda procedendo al contestuale ricorso alla procedura di concordato;
in tale ottica è stato messo a punto, anche con la collaborazione della società di consulenza ACCENTURE, un piano di ristrutturazione economico-aziendale;
tale piano di ristrutturazione è stato rimesso al ministero vigilante nel mese di dicembre 2003;
in esecuzione del medesimo sono state adottate dai commissari delibere attuative nel mese di febbraio e marzo 2004 al ministero vigilante che non hanno dato seguito ad alcuna autorizzazione -:
se risulta che i Commissari, visti i mancati interventi autorizzativi del ministero e del Comitato di sorveglianza,
quali iniziative in tal caso il ministero intenda adottare per salvaguardare la continuità dei servizi resi dal Consorzio agli operatori agricoli ed i posti di lavoro dei dipendenti del Consorzio e degli agenti allo stesso collegati.
(4-10325)
L'unica delibera connessa al piano di rilancio non autorizzata è quella che prevedeva l'assunzione a tempo indeterminato di una persona con la qualifica di direttore del Consorzio stesso, autorizzazione negata in ragione della procedura di liquidazione coatta amministrativa alla quale è sottoposto l'organismo.
Con nota del 17 settembre 2004 l'Autorità di sorveglianza precisava che non si contestava l'incarico di Direttore del Consorzio, ma unicamente la durata dello stesso in ragione del prevedibile termine, ope legis, degli esercizi provvisori nei consorzi in liquidazione coatta amministrativa; non si escludeva, quindi, un'altra modalità che tenesse conto delle scadenze previste dalla legge.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
l'articolo 485 del decreto legislativo n. 297/94 prevede il riconoscimento di numerosi servizi prestati fuori ruolo ai fini giuridici ed economici della ricostruzione del servizio in ruolo;
tra i servizi utilizzabili a tal fine - tra i quali figurano il servizio non di ruolo prestato presso le scuole statali e pareggiate, comprese quelle all'estero, quello prestato presso le scuole degli educantati femminili, e finanche quello nelle scuole popolari, sussidiate o sussidiarie - non è stato espressamente indicato anche il servizio prestato in qualità di incaricati nei dopo scuola gestiti dagli ex patronati scolastici;
tale «dimenticanza» crea una evidente quanto illegittima disparità di trattamento -:
se non ritenga opportuno adottare normative volte a modificare l'articolo 485 del richiamato decreto legislativo n. 297/94, inserendo nell'alveo dei servizi utili ai fini della ricostruzione del servizio in ruolo, quello prestato in qualità di incaricati nei dopo scuola gestiti dagli ex patronati scolastici.
(4-10826)
Si premette che il decreto legge 370/70, convertito con modificazioni nella legge 576 del 1970, articolo 2, ha consentito, agli insegnanti elementari statali di ruolo, il riconoscimento, ai fini della carriera, del servizio prestato in qualità di insegnante non di ruolo nelle scuole elementari o degli educandati femminili statali o parificate, nelle scuole secondarie ed artistiche statali o pareggiate, nelle scuole popolari, sussidiate o sussidiarie, nonché i servizi di ruolo e non di ruolo prestati nelle scuole materne statali o comunali. Da tale riconoscimento è esclusa la valutazione del servizio prestato in qualità di insegnante incaricato nei doposcuola gestiti dagli ex patronati scolastici.
Si fa presente che il decreto del Presidente della Repubblica n. 417 del 31 maggio 1974 «Norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato», all'articolo 81
Successivamente anche il decreto legislativo n. 485 del 16 aprile 1994 «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione» all'articolo 485, riconosce utili, agli effetti della carriera, gli stessi servizi elencati nella più volte citata legge 576 del 1970.
Poiché le norme di riferimento non hanno incluso detto servizio tra quelli valutabili ai fini della carriera, questa Amministrazione non ha ritenuto di poter procedere al riconoscimento del servizio prestato in qualità di insegnante incaricato nei doposcuola gestiti dagli ex patronati scolastici.
A seguito di ricorsi avverso provvedimenti di ricostruzione di carriera, le sentenze nn. 157/158/159/160/161/162/177- 1980 del TAR Lazio, Sez. III si sono espresse per la valutabilità del servizio sopra citato. Avverso tali sentenze il Ministero ha proposto appello al Consiglio di Stato, che, con decisione n. 112 del 1982, VI sezione, del 23 ottobre, depositata il 12 marzo 1982, ha accolto l'operato dell'Amministrazione annullando le sentenze del TAR e conseguentemente confermando l'orientamento assunto dall'Amministrazione.
Il Consiglio di Stato ha, tra l'altro, precisato che «I Patronati scolastici non erano organi dello Stato, ma persone giuridiche pubbliche distinte da esso, anche se - per i loro compiti istituzionali di assistenza scolastica e per i contributi che ordinariamente ricevevano dalle Amministrazioni della pubblica istruzione - erano (fino al trasferimento alle Regioni delle attribuzioni statali in materia) sottoposti alla vigilanza ed al controllo del Provveditorato agli Studi e di un'apposita Commissione statale, poiché, inoltre, l'attività dagli stessi prestata aveva prevalente natura di assistenza, di ricreazione, di sorveglianza e solo in parte di didattica sussidiaria, il servizio prestato da insegnanti nei doposcuola gestiti dai Patronati non è uguale e - considerate le caratteristiche oggettive e soggettive di essi - non presenta neppure prevalenti elementi di identità col servizio prestato in qualità di insegnante nelle scuole elencate nell'articolo 2, legge 26 luglio 1970, n. 576 e, pertanto, non è applicabile agli insegnanti stessi il beneficio di cui agli articoli 2, 3 e 4 stessa legge».
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
come pervenutomi da un documento dell'Assoconsum, con il quale si denuncia la società telefonica Fastweb che quando stipula i contratti, induce, falsamente, il cliente a credere che l'attacco del servizio sia immediato, mentre invece effettua gli attacchi senza che la Telecom abbia realizzato il distacco della linea. Il che comporta che alcuni giorni dopo la Telecom effettua il distacco e l'utente deve personalmente o privatamente collegare i fili;
bisogna tener presente che Fastweb percepisce un canone di attivazione, tra l'altro, con contributo statale e che detto canone è comprensivo, anche, della messa in opera del servizio;
se il Ministro intenda chiarire se quando si verificano simili episodi, si riduca nel contempo il canone di attivazione.
(4-08570)
Ciò premesso, si fa presente che in merito al denunciato scorretto comportamento
A tale proposito si significa che la stessa Autorità ha adottato la delibera n. 182/02/CONS con la quale è stata disciplinata la procedura per la risoluzione delle controversie determinate dalla proposizione, da parte degli utenti, di denunce di disservizi provocati dagli organismi di telecomunicazioni.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
l'associazione Assoconsum ha inviato a molti parlamentari una proposta volta ad evitare un aumentare spropositato dei prezzi al dettaglio;
la stessa associazione consumatori napoletana ha più volte espresso che una delle possibilità operative contro il caro-prezzi, sia un accordo tra il Governo e le grandi catene di distribuzione -:
se il Ministro interrogato intenda convocare un tavolo con rappresentanti delle grandi catene di distribuzione allo scopo di individuare possibili soluzioni dirette a calmierare i prezzi.
(4-10738)
La trasparenza e la stabilità dei prezzi sono costantemente al centro dell'azione del Governo. In particolare, il Ministero delle attività produttive nella sua attività istituzionale pone una costante attenzione al processo di formazione dei prezzi e ad un corretto funzionamento del mercato. Proprio a tal fine è stato istituito, con Decreto 2 gennaio 2003, presso la Direzione generale per l'armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori, il «Comitato tecnico per il monitoraggio dei prezzi dei beni e servizi di largo e generale consumo», presieduto dal Ministro Marzano, dove sono presenti, oltre alle componenti istituzionali nazionali e territoriali, i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle principali categorie produttive (Confagricoltura, Confindustria, Confcommerio, Confesercenti, Confartigianato, CONFAPI, Conf. italiana agricoltori-CIA, Conf. Naz. Artigianato e Piccola e Media Impresa-CNA e Comitato di Filiera Ortofrutticola).
Si ricorda che il Ministro delle attività produttive si è adoperato proprio nel senso indicato nell'atto in questione ed ha promosso l'Accordo che è stato sottoscritto, in data 16 settembre 2004, tra il Governo e le Associazioni della media e grande distribuzione italiana finalizzato ad assicurare una stabilità, almeno fino alla fine dell'anno in corso, dei prezzi dei prodotti «... a marchio privato o a marchi della catena commerciale e dei prodotti di primo prezzo, ossia quei prodotti che vengono incontro alle esigenze delle fasce economicamente più deboli della popolazione e dei pensionati». Si tratta dell'ampia gamma di prodotti alimentari, e non, che fanno capo ai «marchi» delle catene della grande distribuzione.
Questo accordo può assumere una funzione positiva in ordine alla esigenza di calmierare i prezzi al dettaglio e di stimolare una ripresa dei consumi. A tale proposito il Ministero per le attività produttive si sta adoperando per un prolungamento della durata di tale impegno da parte della grande distribuzione a mantenere fermi i prezzi almeno fino alla primavera del 2005.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
come si evince da un comunicato Ansa, datato 14 gennaio 2005, un milione
vi è una grande mole di lavoro, da parte della giustizia, per far sì che nei confronti dei responsabili dell'immane tragedia di quel popolo siano presi provvedimenti;
vi sono già 80mila persone incriminate a seguito di processi pilota -:
se il Ministro interrogato intenda intervenire presso il governo ruandese, affinché sia fatta tempestiva chiarezza in merito alla summenzionata situazione.
(4-12460)
Il T.P.I.R ha sede ad Arusha (Tanzania) ed è deputato a giudicare i responsabili di crimini contro l'umanità commessi in territorio ruandese e negli Stati confinanti nel corso del 1994. È previsto che i processi debbano concludersi entro il 2008. Il Parlamento italiano ha approvato la legge 2 agosto 2002, n. 181, che regola la collaborazione giudiziaria dell'Italia con il T.P.I.R, mentre è in fase di ratifica l'accordo fra Governo italiano e Nazioni unite per l'esecuzione delle sentenze del Tribunale.
A tutt'oggi, il Tribunale ha emesso 15 sentenze di primo grado, 7 sentenze di secondo grado, mentre sono in corso 12 procedimenti. Sono inoltre detenuti ad Arusha 32 sospetti di genocidio in attesa di giudizio.
La giustizia ordinaria ruandese, dopo aver svolto un'intensa opera di repressione dei crimini commessi nel 1994, sta gradualmente lasciando il passo ad un sistema giudiziario ad hoc, istituito nel 2003 sul modello dei tribunali tradizionali di villaggio. Si tratta dei cosiddetti «Gacaca». Questi possono occuparsi solamente di crimini di minore gravità e hanno un duplice obiettivo: accelerare i processi in corso, affiancandosi alla giustizia ordinaria, e perseguire la coesione, la riconciliazione nazionale e la pacificazione tra i ruandesi, mediante la comprensione e il confronto su quanto accaduto nel 1994. È prevista l'istituzione di circa 9000 tribunali Gacaca nei villaggi del Paese (751 sono già funzionanti), che permetteranno di giudicare oltre 120.000 persone implicate nel genocidio. Grazie alla loro introduzione, quasi 50mila persone sono già state liberate, perché non vi erano atti ufficiali d'accusa nei loro confronti o perché il periodo di prigionia da loro scontato era superiore all'eventuale condanna per i crimini commessi.
L'istituzione dei Gacaca è considerata molto positivamente dall'Unione Europea, che ha sostenuto anche finanziariamente l'organizzazione delle corti e la preparazione dei giudici.
Sia l'Italia che l'Unione europea offrono la massima collaborazione al T.P.I.R. nonché alle forme di giustizia ruandesi che vanno nella direzione della riconciliazione nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
come si evince da un articolo a firma di Fausto Biloslavo, pubblicato su Il Giornale, giovedì 20 gennaio 2005, il cimitero italiano a Mogadiscio è stato devastato;
non si tratta di profanazione, ma di vera e propria distruzione di 700 tombe sia italiane che straniere;
il cimitero si trova a Mogadiscio sud, nella zona del clan di Aidid, generale che, tra il 1993 e il 1994, combattè contro truppe italiane ed americane nel tentativo, fallito, di riportare la pace mediante un intervento internazionale;
al momento, ci sono diverse supposizioni su chi siano i responsabili di questo terribile gesto;
nonostante quanto accaduto, il neo governo somalo ha posto le scuse immediate all'Italia e l'ha nuovamente ringraziata per il lavoro svolto nel varo delle nuove istituzioni somale -:
se il Ministro intenda intervenire, presso il governo somalo, affinché sia fatta tempestiva chiarezza su quanto avvenuto e siano individuati e garantiti alla giustizia i responsabili del barbaro gesto.
(4-12534)
Mogadiscio.
Da parte sua, il Presidente somalo Abdullahi Yusuf Ahmed ha voluto tributare uno speciale omaggio alla memoria degli italiani di Mogadiscio, recandosi presso la chiesa-sacrario dove sono sepolti in Kenya circa 780 caduti italiani della seconda guerra mondiale. Il Primo Ministro somalo Ghedi si è impegnato ad un pronto ristabilimento dell'ordine nell'area del cimitero ed ha disposto l'invio di un'apposita missione a Mogadiscio a tal fine.
I suoi esiti dipenderanno dalle condizioni sul terreno, che non appaiono facili: si ricorda a questo proposito che il nuovo Governo somalo risiede ancora a Nairobi e non ha per il momento il controllo di Mogadiscio. Va peraltro segnalato che le autorità religiose musulmane di Mogadiscio hanno espresso il loro sdegno per quanto avvenuto e molti settori della società civile si sono associati alla condanna.
Lo stesso Primo Ministro Ali Mohamed Ghedi dovrebbe raggiungere Mogadiscio con una delegazione di membri di Governo e di Deputati del Parlamento Transitorio Federale il 15 febbraio 2005 per iniziare il graduale processo di reinsediamento in patria delle autorità legittimamente costituite grazie ad una progressiva ripresa di controllo dell'intero territorio somalo.
Ghedi ha annunciato ai nostri rappresentanti che tra le prime sue azioni di governo egli intende impartire le necessarie disposizioni affinché l'area del cimitero torni quanto prima sotto il controllo delle legittime autorità di Governo e gli autori delle devastazioni vengano puniti.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
nel 1997, l'Associazione diportisti italiani, con sede a La Maddalena, provincia di Sassari, ha fatto richiesta al demanio di Olbia, allora competente per territorio, di una concessione demaniale marittima, per la posa in opera di un pontile galleggiante, di proprietà dell'associazione, dietro pagamento di un canone regolarmente pagato fino al 2002;
ottenuta la concessione, i diportisti hanno avviato la costruzione del sopracitato pontile;
i predetti lavori si sono conclusi nel 2001 anno in cui, l'associazione ha fatto richiesta al comune di La Maddalena di un'autorizzazione al transito sul lungo mare, regolarmente accordata;
tenuto conto che la legge n. 488 del 23 dicembre 1999, in combinato disposto con l'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 2 dicembre 1997, esonera dal pagamento dei predetti canoni, i titolari di pontili come quello appartenente all'associazione in oggetto, in quanto rientranti nella categoria di opere realizzate ai soli scopi turistico-ricreativo;
a riguardo l'associazione ha chiesto il relativo rimborso per il canone ingiustamente versato alla capitaneria di porto di Olbia divenuta competente sul territorio, con lettera datata 7 febbraio 2000;
ciò nonostante la capitaneria non ha provveduto alla sospensione del relativo canone di pagamento;
alcun provvedimento a riguardo è stato adottato dall'ufficio rimborsi dell'agenzia erariale di Sassari, prontamente informata dei fatti dai responsabili dell'associazione -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere al fine di accertare l'effettiva inesigibilità da parte degli organi competenti dei canoni versati dall'associazione diportisti dal 1997 al 2002.
(4-04324)
Infatti, la disciplina dei canoni per concessioni demaniali marittime è articolata in un sistema composto da una disciplina generale il cui riferimento è costituito dal decreto ministeriale 1o luglio 1989 e da diverse discipline particolari, dettate per specifiche utilizzazioni, quali il decreto ministeriale 342 del 1998, concernenti la realizzazione e gestione delle strutture dedicate alla nautica da diporto, il decreto ministeriale 11 ottobre 2001, concernente la cantieristica e cosi via.
In questa prospettiva, quanto disposto con la legge 488 del 1999 ha mera portata interpretativa, secondo quanto rilevato da questa Amministrazione e dal Ministero delle finanze. Infatti, per i «punti di ormeggio» non si applicano le disposizione del decreto ministeriale 342 del 1998, come al contrario, si sarebbe potuto opinare argomentando dal riferimento all'interesse turistico ricreativo contenuto nell'articolo 1, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 509/07 a proposito di dette strutture.
Nell'ambito del cennato quadro sistematico, alla esclusione dell'applicabilità delle norme concernenti i canoni per concessioni ad uso turistico-ricreativo disposta dalla legge 488 del 1999 consegue che, comunque, le concessioni per «punti di ormeggio» debbano essere assoggettate al pagamento di un canone concessorio. Quindi, alla stregua dei principi normativi generali, risulta escluso che possa farsi luogo, nel caso di specie, a concessione gratuita di beni demaniali.
Per il caso in questione, difatti, la capitaneria di porto, su indicazione della direzione marittima ha ritenuto di individuare nel canone ricognitorio ex articolo 39 del codice della navigazione, la misura dovuta dall'associazione.
Si fa presente, inoltre, che sull'argomento sono state impartite direttive agli uffici marittimi al fine di assicurare, per quanto di competenza di questa amministrazione, l'uniforme applicazione della disposizione sul territorio, come specificato con apposita circolare del 29 marzo 2004.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
la signora Angelica Carpifave è stata nominata dalla commissione nazionale per la promozione della cultura, in data 27 febbraio 2003, direttrice dell'istituto italiano di cultura per la sede di Mosca, con il voto contrario degli unici due esponenti del mondo culturale Gioachino Lanza Tomasi e l'accademico dei Lincei Gianfranco Chiaretti;
come si evince da ormai numerosi articoli apparsi su varie testate (ad esempio
a parere dell'interrogante, quanto riferito, rende inconciliabile la persona con il ruolo ricoperto -:
se sia a conoscenza della vicenda, se tutto ciò corrisponda al vero e, in caso affermativo, come pensi di porvi rimedio, in tempi rapidi, tenuto conto il nocumento che, ad avviso dell'interrogante, tale presenza arreca alla nostra nazione e a tutta la cultura italiana.
(4-10458)
In quell'occasione la commissione in parola, ai sensi dell'articolo sopra menzionato, si espresse a maggioranza, con l'astensione di due suoi membri in relazione anche alle nomine in altri istituti di cultura.
Risponde a realtà il fatto che a Mosca sia venuto meno un clima di serenità in ambito lavorativo, a seguito della situazione di contrasto fra la direttrice dell'istituto italiano di cultura ed il personale di ruolo e a contratto del medesimo istituto, che ha dato luogo a procedimenti disciplinari ed a contenziosi giudiziari tuttora pendenti. Una tensione che è stata più volte segnalata anche dalle sigle sindacali menzionate nell'interrogazione.
A seguito dell'aggravarsi delle cose, il Ministro degli esteri ha deciso di avviare il procedimento di revoca dell'incarico di direttore dell'IIC di Mosca nei confronti della dottoressa Carpifave, che si è concluso il 22 novembre 2004, con l'adozione del decreto ministeriale che ha fissato la cessazione dall'incarico per la dottoressa Carpifave al 27 dicembre 2004. L'interessata ha comunicato la propria cessazione il 24 dicembre 2004.
Attualmente, e sino alla nomina di un nuovo direttore, la gestione dell'istituto italiano di cultura di Mosca è affidata all'ambasciata d'Italia in Mosca.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giampaolo Bettamio.
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che, il 23 agosto 2004, il gruppo «Wella» ha comunicato l'intenzione di chiudere il sito produttivo di Castiglione delle Stiviere (Mn) con il conseguente licenziamento di circa 200 lavoratori e lavoratrici direttamente e indirettamente interessati alla produzione;
sempre secondo le organizzazioni sindacali di categoria si tratta di una decisione grave per il metodo e per le motivazioni «riguardanti una presunta dichiarata scarsa competitività» addotte vertici aziendali;
tale decisione riguarda una realtà che negli ultimi anni ha prodotto utili considerevoli (nel 2003 + 40 per cento) e una situazione economica e di capacità professionali che hanno permesso un costante andamento positivo;
il 15 settembre 2004, come testimoniano diverse agenzia di stampa, il Ministro alle attività produttive, Antonio Marzano, e il sottosegretario Mario Valducci hanno incontrato i rappresentanti della «Wella Italia», avevano annunciato, proprio su loro invito, l'apertura a livello regionale di un tavolo di confronto propedeutico
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori, a dare immediata attuazione al tavolo di trattativa annunciato dal Ministro delle attività produttive, individuando, insieme alle parti, soluzioni capaci di tutelare i lavoratori, che, loro malgrado, si trovano in questa delicatissima situazione, e utili a predisporre misure alternative a quelle annunciate, a salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e per garantire un futuro produttivo certo allo stabilimento stesso.
(4-11002)
Nel complesso di Castiglione delle Stiviere, edificato nel 1961 in base alle agevolazioni sulle zone depresse, la società Wella produce prodotti destinati a parrucchieri.
La caratteristica principale dell'azienda è la capacità di penetrazione e fidelizzazione degli utenti grazie ad una rete commerciale di notevole efficienza, sostenuta anche da attività collaterali di non trascurabile importanza quali quelle di produzione diretta di arredi per saloni, assistenza e formazione professionale di parruchieri.
Gli occupati, al 30 giungo 2004, risultano essere 461 a tempo indeterminato e 42 a tempo determinato, per un totale di 503, Di questi, 10 sono dirigenti, 41 quadri, 280 impiegati, 172 operai. L'età media è di circa 40 anni, l'occupazione femminile è equivalente a quella maschile.
La Wella Spa cede il controllo della società alle multinazionali estere Procter e Gamble nella primavera del 2003. L'acquisizione di parte della nuova società, dà inizio ad un processo di riorganizzazione per individuare sinergie tra i due gruppi, l'uno particolarmente forte nella grande distribuzione, l'altro invece nel segmento parrucchieri.
Il processo di analisi riorganizzativa del gruppo «P. e G.» porta, dopo un processo che dura circa un anno e mezzo, alla decisione di chiudere le attività collegate alla produzione dello stabilimento di Castiglione D/Stiviere.
A fine agosto 2004 vengono ufficializzate le posizioni della proprietà e cioè:
il trasferimento delle attività legate alla produzione allo stabilimento francese di Saargummines in Lorena ed il contemporaneo licenziamento di 134 unità lavorative a tempo indeterminato, operanti a Castiglione D/Stiviere;
la permanenza in Castiglione delle attività collegate al centro distribuzione prodotti ed alla struttura di produzione arredi per saloni.
previsti risparmi sul costo della logistica;
costo del lavoro;
possibilità di ampliamento della struttura produttiva attualmente confinata in una zona residenziale.
In particolare, nel corso di uno degli ultimi incontri, amministratore della Wella, ha presentato un ampio documento contenente indicazioni sulle strategie di sviluppo della società, di contenimento della forte concorrenza del settore e sulle esigenze di razionalizzazione e di ottimizzazione della sua struttura produttiva, volto a dimostrare le ragioni della decisione assunta di interruzione delle attività produttive. Sono state illustrate, nel contempo, le programmate azioni di marketing volte a consolidare la presenza della società sul mercato italiano e le motivazioni che escludono che, dalla decisione assunta, possa conseguire un futuro disimpegno della Wella anche per le attività commerciali del sito, destinate per contro ad essere rafforzate.
Dal canto loro le organizzazioni sindacali hanno voluto riconfermare la loro contrarietà alla chiusura dell'attività produttiva e la non condivisione delle motivazioni presentate dalla società. Purtuttavia le stesse organizzazioni sindacali hanno espresso la loro disponibilità a discutere un progetto industriale che possa assicurare al sito di Castiglione il mantenimento degli attuali equilibri in termini di attività produttive, servizi ed occupazione.
Alla luce di tale apertura, il ministero delle attività produttive ha sollecitato la società e l'azionista Procter & Gamble a procedere alla presentazione di un progetto corrispondente alle aspettative espresse dalle organizzazioni sindacali e fatte proprie anche dai rappresentanti delle l'amministrazioni locali. A tal fine, il ministero ha offerto la propria collaborazione finalizzata ad ogni iniziativa che possa promuovere la localizzazione nell'area di valide attività produttive sostitutive di quelle attualmente svolte dalla Wella, così come ad assecondare l'eventuale inserimento di nuovi operatori dello specifico settore.
Il ministero ha tuttavia richiamato l'esigenza che l'azienda si astenga da ogni decisione riguardante l'interruzione delle attività produttive, fino alla presentazione ed approvazione del predetto progetto.
A conclusione della riunione, il ministero ha anticipato l'impegno ad una riconvocazione delle parti entro breve termine, entro cui dovranno trovare concreta esecuzione le azioni individuate.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il 22 settembre 2004, si è celebrata la Giornata Europea «In città senza la mia auto»;
alla giornata, che ha concluso la «Settimana europea della mobilità sostenibile», finanziata dall'Unione Europea, sono stati coinvolti 36 paesi;
la giornata europea «In città senza la mia auto» si propone far comprendere ai cittadini l'importanza di realizzare azioni concrete contro l'inquinamento atmosferico causato dal continuo aumento del traffico veicolare negli ambienti urbani;
attualmente l'80 per cento del totale del combustibile utilizzato in Europa è usato nel trasporto su strada e negli ultimi 8 anni è soprattutto il traffico privato ad essere aumentato: + 9,4 per cento, mentre dal 1975 è raddoppiata la distanza media tra abitazioni e luoghi di lavoro;
gli spostamenti via strada sono una delle maggiori cause di inquinamento, responsabili di oltre il 40 per cento delle emissioni delle polveri fini responsabili dell'inquinamento delle città;
tre le misure proposte dall'iniziativa: incoraggiare mezzi alternativi di trasporto all'auto privata, informare i cittadini sui rischi connessi all'inquinamento urbano per la salute, mettere le città in un'altra luce grazie soprattutto alla riduzione del traffico veicolare;
in occasione della «Settimana europea per la mobilità sostenibile» le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL con le associazioni ambientaliste Amici della Terra, Legambiente e WWF, Acli, Banca
alla base del suddetto manifesto, l'invito ai cittadini ad usare meno l'auto privata, la sollecitazione ai datori di lavoro pubblici e privati di contribuire economicamente agli spostamenti più ecologici dei dipendenti, la richiesta a tutte le istituzioni, dal Governo alle Regioni ai Comuni, di una «svolta decisa e incisiva di investimenti a sostegno a tutte le modalità di mobilità sostenibile, a partire dal trasporto pubblico locale» -:
se non ritengano opportuno adottare iniziative, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, anche alla luce di quanto scritto in premessa, al fine di tutelare la salute dei cittadini, che, sempre più spesso, vivono in condizioni al limite della sostenibilità ambientale;
quali provvedimenti intendano adottare, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di migliorare la qualità della vita nelle città italiane.
(4-11005)
Il miglioramento della qualità della vita e la sostenibilità dello sviluppo urbano sono oggi gli obiettivi prioritari nelle politiche europee ed extraeuropee.
Il traffico veicolare è uno dei problemi comuni a molte città europee: l'inquinamento atmosferico ed acustico, la sicurezza e la qualità ambientale inadeguate rappresentano, infatti, le criticità più evidenti per le aree urbane.
In realtà, la mobilità delle persone e delle merci è una delle componenti fondamentali dell'assetto del territorio, poiché rappresenta uno degli strumenti essenziali per le attività economiche e sociali. L'esigenza di rispondere adeguatamente ad una domanda di mobilità in continua crescita, ha comportato, nell'ultimo decennio, un incremento consistente del sistema di trasporto privato, con un impatto ambientale non sempre controllabile, pertanto, l'esigenza di giungere, in tempi brevi, all'attuazione di una mobilità sostenibile e compatibile con gli obiettivi di qualità della vita, è una priorità ormai riconosciuta, sia al livello nazionale sia a livello locale.
La necessità più urgente per affrontare e risolvere l'emergenza inquinamento e migliorare la qualità della vita nelle città è quella di attuare una politica che offra soluzioni immediate e strumenti innovativi in grado di sviluppare un equilibrato sistema di mobilità: la razionalizzazione e l'ottimizzazione dei sistemi di distribuzione merci, la realizzazione di sistemi di trasporto pubblico locale che consentano un riequilibrio delle modalità di spostamento, il controllo della circolazione finalizzato alla riduzione del traffico motorizzato privato.
Le politiche d'intervento di questo ministero, in tale contesto, si sono inserite in un quadro organico di azioni per governare la domanda di mobilità, finalizzate ad una graduale disincentivazione del trasporto privato, all'incentivazione dell'utilizzo di carburanti a basso impatto ambientale, al miglioramento ed alla diversificazione dell'offerta di trasporti collettivo, nonché al supporto tecnico alla pianificazione agli enti locali e alle regioni.
Per quanto riguarda la politica messa in atto dal ministero dell'ambiente e tutela del territorio per il contenimento delle emissioni in ambiente urbano in merito all'attività tecnica di supporto alla pianificazione a breve e medio termine, si fa presente che le recenti norme in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria stabiliscono che le regioni elaborino ed attuino dei:
a) piani e programmi a medio/lungo termine per garantire il rispetto dei limiti alle concentrazioni atmosferiche degli inquinanti vigenti su tutti i Paesi del UE;
b) piani di azione a breve termine per far fronte a situazioni di superamento o di rischio di superamento dei suddetti limiti e delle soglie di allarme.
A tale proposito il Ministero, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali di carattere generale, nel corso dello scorso anno, ha attivato e reso operativo un tavolo tecnico costituito da rappresentanti del MATT, del ministero della salute, delle regioni, dell'UPI, dell'ANCI, dell'APAT, del CNR e dell'ENEA, al fine di agevolare il confronto fra i soggetti istituzionali coinvolti nelle attività di valutazione e gestione della qualità dell'aria, nella fase di transizione fra la precedente disciplina nazionale in materia e quella prevista dalle nuove direttive europee (direttiva 96/62/CE, recepita con decreto legislativo n. 351 del 1999, direttive 99/30/CE e 00/69/CE, recepite con DM 60/02, direttiva 02/03/CE recepita con decreto legislativo 21/05/2004 n. 183).
Nell'ambito del tavolo, si stanno affrontando in modo organico le problematiche legate alla valutazione e gestione della qualità dell'aria ed è in programma la definizione e all'attuazione dei sopraccitati piani di azione che possono implicare l'adozione di provvedimenti quali restrizione del traffico veicolare e/o di altri provvedimenti orientati all'abbassamento delle concentrazioni degli inquinanti in aria ambiente.
Il Ministero ha ritenuto prioritario procedere, in accordo con le regioni e i comuni a:
1) selezionare, secondo le disposizioni dettate dalle direttive comunitarie, le stazioni di monitoraggio per la valutazione del rispetto dei valori limite di qualità dell'aria ambiente;
2) definire strumenti per valutare il contributo delle sorgenti di origine naturale ai superamenti dei valori limite per il particolato, in modo da sottrarre tale contributo in accordo con quanto previsto nelle norme comunitarie;
3) mettere a disposizione di regioni ed enti locali il sistema modellistico, sviluppato su scala nazionale, adattandolo alla scala geografica regionale e locale. Tale sistema che consente di elaborare scenari di emissione, deposizione e concentrazione in aria a livello del suolo di inquinanti atmosferici quali S02 (biossido di zolfo), NOx (ossidi di azoto), NH3 (ammoniaca), COV (Composti Organici Volatili), 03 (ozono) e PM (polveri sottili), nonché calcolare i flussi degli inquinanti tra diverse aree geografiche, sarà adattato alla opportuna scala regionale e locale.
Ovviamente, il ministero ha messo a disposizione le proprie competenze e le proprie strutture per la realizzazione, in tempi brevi, degli obiettivi sopra descritti.
Circa i programmi di finanziamento attuati da questo ministero a favore della mobilità sostenibile, si fa presente che ha promosso, negli ultimi anni, progetti e iniziative volti alla realizzazione di interventi strutturali finalizzati alla riduzione permanente dell'impatto ambientale e dei consumi energetici derivanti dal traffico urbano.
Dal 1999 al 2003 sono stati impegnati per mobilità sostenibile circa 220 MLN di Euro a favore di enti locali e regioni, in particolare relativi a:
1) promozione di carburanti a basso impatto ambientale attraverso la conversione a gas metano e GPL di auto alimentare a benzina (Iniziativa Carburanti a basso impatto ambientale ICBI 25 MLN di Euro);
2) incentivi alla diffusione di ciclomotori a ridotti consumi e emissioni (accordo ANCMA 25 MLN di Euro);
3) promozione di veicoli alimentati a metano e incentivi per lo sviluppo della rete di distribuzione (accordo MATT-FIAT-Unione Petrolifera 15,5 MLN di Euro);
4) il governo della domanda di mobilità (Mobility Management 15,5 MLN di Euro);
5) la diffusione di servizi di trasporto alternativi all'auto privata (Car-Sharing circa 9 MLN di Euro);
6) progetti di mobilità sostenibile nelle aree urbane, quali servizi di taxi collettivo, sistemi telematici per la limitazione del
7) progetti per la riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle aree urbane nella regione Lombardia (accordo di programma con la regione Lombardia).
Si forniscono alcuni dati in merito ad alcuni dei principali comuni che hanno beneficiato delle iniziative sopra descritte: Roma 29 milioni di euro; Milano 18 milioni di euro; Torino 10 milioni di euro; Genova e Bologna 8 milioni di euro; Parma 5 milioni di euro; Napoli 4 milioni di euro; Firenze 3 milioni di euro).
Per quanto riguarda gli interventi di mobilità sostenibile nelle aree urbane, realizzati attraverso i contributi del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio, si riferisce che è stato possibile realizzare una serie di interventi finalizzati a garantire, tramite una riduzione delle emissioni inquinanti che derivano dai trasporti, un miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane.
Gli interventi realizzati nelle città italiane, mediante i finanziamenti ministeriali, sono sostanzialmente di due tipi:
a) quelli rivolti al miglioramento tecnologico dei veicoli e dei combustibili e al controllo delle emissioni dei veicoli circolanti;
b) quelli rivolti alla riduzione del numero di veicoli circolanti tramite la razionalizzazione e il governo della domanda di mobilità.
la promozione di carburanti gassosi (gas metano e GPL) per l'alimentazione delle flotte private e di quelle adibite al trasporto merci e al trasporto pubblico;
il controllo periodico (bollino blu) dei livelli di emissione di tutti i veicoli (compresi i ciclomotori e i motocicli);
l'installazione sugli autobus in circolazione di specifici dispositivi di trattamento dei gas di scarico tipo che permettano di ridurre la quantità dei principali inquinanti emessi dai motori diesel (polveri sottili, ossidi di azoto, idrocarburi, monossido di carbonio).
Per il punto b):
l'attuazione dei PUT (piani urbani del traffico) e dei PUM (piani urbani della mobilità), la realizzazione e la gestione integrata di sistemi innovativi per la mobilità collettiva, l'interscambio, il monitoraggio, la regolazione e il controllo del traffico e lo sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale;
la razionalizzazione e la regolazione del sistema di distribuzione delle merci in ambito urbano;
la razionalizzazione degli orari scolastici e della pubblica amministrazione;
la promozione del telelavoro;
l'incentivazione dell'uso integrato della bici con treni e bus;
la riduzione dell'uso dei veicoli privati tramite:
il potenziamento della flotta di trasporto pubblico e il miglioramento delle prestazioni fornite (anche tramite sistemi di telerilevamento connessi con la rete telefonica);
la valorizzazione dei ruoli dei mobility manager di area e di azienda nello sviluppo del trasporto collettivo;
creazione di percorsi preferenziali per il trasporto collettivo;
la destinazione di aree di parcheggio per favorire l'interscambio e l'accesso ai mezzi di trasporto pubblico e per assicurare libertà di circolazione ai mezzi privati usati collettivamente da più persone (car sharing e car pooling);
regolazione e tariffazione della sosta.
Come è noto, nella legge di delega al Governo per il «riordino, coordinamento e integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione», sono stati individuati 150 milioni di euro per la prosecuzione degli accordi programma in materia di sviluppo sostenibile e di miglioramento della qualità dell'aria. Inoltre, al fine di raggiungere elevati standard qualitativi nella gestione razionale delle risorse pubbliche e nell'ottica di un efficace ed efficiente spesa pubblica per l'attuazione delle politiche ambientali, il ministero ha avviato, a seguito delle attività di valutazione e controllo dei programmi di finanziamento sopraccitati, un procedimento di riallocazione dei finanziamenti disposti in passato per interventi di cui non è ad oggi garantita la realizzazione.
In tale ottica, a seguito del monitoraggio tecnico ed amministrativo dei 254 progetti finanziati da questo ministero a favore di 85 enti locali per interventi di mobilità sostenibile, per un totale di circa 135 milioni di euro, il MATT, ha individuato e provveduto a risolvere, in accordo con la consulta per la mobilità dell'ANCI, alcuni problemi giuridico-amministrativi che avevano bloccato i trasferimenti di risorse ai comuni relativamente ai programmi di finanziamento «interventi strutturali - domeniche ecologiche 2000» e ai «programmi radicali per la mobilità sostenibile».
In seguito a tali azioni, si è proceduto ad approvare le rimodulazioni di progetti dei comuni che hanno richiesto di apportare modifiche agli originari progetti finanziati, ormai non più rispondenti alle mutate politiche locali di mobilità.
Inoltre, sempre in accordo con ANCI, si sta procedendo al recupero delle risorse precedentemente assegnate a soggetti che non hanno, di fatto, realizzato gli interventi previsti; fino ad ora sono state «recuperate» risorse pari a 5 milioni di euro dal programma di finanziamento «programmi radicali per le aree urbane».
Tali fondi, in aggiunta a quelli previsti dall'articolo 3 della legge 179/2002 «provvidenze per il controllo delle emissioni inquinanti», pari ad euro 1.953.0000, saranno impiegati per finanziare ulteriori progetti locali di mobilità sostenibile.
In accordo con la consulta della mobilità sostenibile dell'ANCI e sulla base delle esigenze espresse dagli enti locali, si è deciso di «riallocare» le risorse per la realizzazione di progetti relativi a:
realizzazione di sistemi di trasporto e distribuzione merci a basso impatto ambientale in ambito urbano, finalizzati alla riduzione degli impatti negativi sull'ambiente e alla razionalizzazione degli spostamenti connessi alle operazioni di smistamento, consegna, carico e scarico delle merci;
equipaggiamento delle aree di parcheggio esistenti con infrastrutture che favoriscano l'intermodalità tra mezzi di trasporto privati e pubblici;
realizzazione di servizi di trasporto per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti e realizzazione di servizi di trasporto scolastici.
Si aggiunge, ancora, che con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio del 4 agosto 2004 è stato istituito il consiglio economico e sociale per le politiche ambientali (CESPA).
Il CESPA, presieduto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e costituito dal vertice istituzionale delle maggiori organizzazioni nazionali delle parti economiche e sociali, ha l'obiettivo di:
ottimizzare l'efficacia delle strategie e dei provvedimenti in campo ambientale sul piano economico, sociale produttivo ed occupazionale;
contribuire alla valorizzazione di una attiva partecipazione dei soggetti economici e sociali chiamati ad esprimersi sull'individuazione e sull'attuazione delle strategie di politica per l'ambiente;
aumentare la competitività delle nostre aziende anche attraverso una rivisitata politica di aiuti alle imprese basati sull'incentivazione della eco-efficienza;
avere a disposizione uno strumento condiviso per la valutazione degli effetti diretti ed indiretti delle politiche intraprese;
contribuire alla migliore integrazione e sinergia tra la programmazione del Governo centrale e quella delle istituzioni decentrate;
favorire l'armonizzazione tra le articolate competenze delle istituzioni;
inserire le nostre politiche in un più coordinato quadro normativo europeo ed internazionale;
contribuire alla diffusione della cultura dello «Sviluppo Sostenibile»;
promuovere e monitorare azioni e progetti congiunti e integrati degli aspetti ambientali, sociali ed economici nonché dai due rappresentanti da queste ultime segnalati al Ministro per la formalizzazione della nomina come membri supplenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il 14 ottobre 2004, il presidente dell'Anavafaf, Associazione che tutela i familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate, Falco Accame, ha denunciato il fatto che presso l'Accademia militare di Modena «una cadetta è stata ricoverata in ospedale psichiatrico a causa dello choc subìto, a seguito di alcune vessazioni psicologiche e fisiche subìte»;
secondo quanto denunciato dal presidente dell'Anavafaf «negli anni scorsi, diversi cadetti dell'Accademia di Modena si sono suicidati o hanno tentato di farlo. Tra le diverse cause vi sarebbe l'eccessivo stress cui sono sottoposti. Uno stato di grave tensione psicologica che, anche nei giorni scorsi, secondo le testimonianze che
l'Anavafaf, inoltre, denuncia il fatto che «all'interno dell'Accademia continuano a verificarsi episodi di violenza e vessazioni, anche oggi che il nonnismo è considerato oramai estinto ed è diventato uno specifico reato» -:
se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e dei fatti denunciati dall'Anavafaf;
in caso affermativo, quali atti intenda assumere al riguardo, affinché episodi del genere non si verifichino mai più, sia all'interno dell'Accademia di Modena e sia all'interno di qualsiasi struttura militare, e se non ritenga opportuno e urgente intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di verificare il sistema educativo e formativo in vigore nell'Accademia, attivando un'attenta e seria indagine, affidata anche a personale esterno, all'interno dell'Accademia stessa.
(4-11330)
Ciò premesso, la difesa è costantemente e scrupolosamente impegnata a monitorare verificare e adeguare l'efficienza dei sistemi formativi e addestrativi adottati presso tutti gli Istituti militari di formazione, compresa l'accademia militare di Modena, nonché a perfezionare quegli strumenti utili a rilevare ogni possibile situazione di disagio o disadattamento al loro interno.
Nel caso di specie, non sono stati rilevati elementi tali da indurre a ritenere che il sistema di vita esistente presso l'accademia in argomento sia caratterizzato da eccesso di rigore e da fattori oltremodo stressanti per i frequentatori, così come ipotizzato dall'interrogante.
Il personale impiegato nelle accademie per la formazione del personale viene accuratamente selezionato.
I prescelti a svolgere tale delicata funzione, infatti, sono in possesso di spiccate doti comunicative e relazionali e, nel contempo, vengono opportunamente formati per assolvere al meglio tale ruolo, mediante specifici corsi finalizzati allo sviluppo di capacità di osservazione, conoscenza e prevenzione delle situazioni di disagio e disadattamento.
Quanto al richiamato episodio di ricovero in ospedale di una cadetta, si tratta di un'allieva albanese, giunta in accademia militare in data 16 settembre 2004 per la frequenza del 186o corso, ed inviata presso l'ospedale militare di Milano in data 22 settembre 2004 e dimessa il giorno successivo con un provvedimento medico-legale di 60 giorni di licenza di convalescenza.
In data 7 ottobre 2004, l'addetto militare italiano a Tirana (Albania) ha comunicato che il ministero della difesa albanese aveva formalizzato le dimissioni della citata allieva dal corso.
Durante il breve periodo di permanenza trascorso presso l'istituto, equivalente ad una settimana, l'allieva ha svolto esclusivamente attività di carattere logistico-amministrativo.
Gli accertamenti esperiti, unitamente alla diagnosi emessa a base del citato provvedimento di licenza di convalescenza e al breve periodo di permanenza escludono nessi di causalità con il sistema formativo così come ipotizzato dall'interrogante.
Infine, con riferimento ai suicidi o ai tentati suicidi verificatisi in passato, si precisa che sono stati registrati tre casi di suicidio negli ultimi 5 anni, peraltro, non riconducibili a motivazioni connesse al servizio.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il Comune di Bacoli, nei Campi Flegrei, si caratterizza per la sua linea di costa molto articolata, fatta di insenature e spiagge di importante pregio ambientale;
negli ultimi anni, la popolazione flegrea ha assistito, indifesa, ad operazioni di vergognosa rapina del territorio, condotte da spregiudicati, che senza timore, hanno abusivamente occupato parti importanti di territorio demaniale, arrivando finanche a costruire manufatti abusivi in zone vincolate;
gli ultimi interventi di deindustrializzazione nei campi flegrei, dopo la chiusura dell'Olivetti, dell'Italsider, della Sofer, impongono l'urgenza di un'inversione di cultura rispetto all'uso del territorio così come è stato fatto fino ad oggi;
le istituzioni locali e gli organismi di controllo sono sempre intervenuti dopo che gli abusi e gli scempi si erano già realizzati;
le insenature da Baia a Capo Misento, d'estate, diventano luogo di approdo e di ormeggio per molte migliaia di barche per concessione temporanea della capitaneria di porto di Baia (Napoli), lasciando ai bagnanti locali e napoletani minimi spazi a mare e sulle spiagge;
una delle poche spiagge non occupate abusivamente ed utilizzata per la balneazione e per il ricovero invernale di 20 barche, di dimensioni massime pari a 3,50 metri, è quella individuata come «marina grande»;
gli ultimi pescatori del borgo marinaro ed alcuni pensionati, pescatori dilettanti, si sono visti recapitare il 25 ottobre 2004 una diffida, dal comandante della capitaneria di porto di Baia, a lasciare libero l'arenile, minacciando, scaduti i sette giorni di preavviso, il sequestro delle barche;
all'interrogante sembra inverosimile tale ingiunzione e, alla luce del normale buon senso, le barche sono sempre, in ogni parte del mondo, tirate a secco sulle spiagge, a meno che non si preferisca far togliere le barche dei pescatori, per poi assistere alla costruzione di qualche baracca abusiva -:
quali interventi e quali iniziative si intendono adottare, perché l'ultima parte di arenile libero di Marina Grande a Bacoli, d'inverno possa essere utilizzato dai pescatori locali nel rispetto delle leggi vigenti.
(4-11473)
Tali aspetti riguardano la competenza al rilascio di concessioni demaniali e la gestione, in senso ampio, del territorio che fa capo agli enti territoriali locali (comune di Bacoli e regione Campania) e l'attività di vigilanza ed accertamento di condotte non conformi alla legge posta in essere dagli organi preposti tra cui gli uffici periferici del corpo delle capitanerie di porto, territorialmente competenti.
Per quanto attiene l'aspetto di competenza dell'autorità marittima, è stato reso noto che i comandi locali, a far data dall'ottobre del 2002, hanno riferito di aver intensificato l'attività di vigilanza e controllo, con operazioni frequentemente condotte anche su impulso dell'autorità giudiziaria.
L'attività di vigilanza è stata finalizzata, in particolar modo, a ridurre le conseguenze pregiudizievoli sulla libera fruizione del pubblico demanio marittimo derivanti dal deposito non autorizzato di imbarcazioni sulla spiaggia e dall'abusivo posizionamento nei fondali antistanti di zavorre in calcestruzzo per strutture d'ormeggio superficiali, vale a dire i cosiddetti «corpi morti».
Le descritte condotte, a detta dell'autorità marittima, oltre a risultare direttamente
L'attività di vigilanza svolta in relazione alle descritte violazioni di legge è riassunta dai dati concernenti l'esito delle operazioni condotte dalle competenti autorità marittime nell'ultimo triennio.
Il comando generale del corpo fa conoscere che tale attività, nell'ambito della spiaggia di Marina grande, ha condotto dal 2002 al 22 dicembre 2004 all'effettuazione di 160 controlli, alla redazione di 20 informative di reato nonché, tra il 2003 ed il corrente anno, all'accertamento di 7 illeciti amministrativi per violazioni alle norme poste a tutela del vicino sito archeologico di cui all'ordinanza n. 24/2003 dell'ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli.
Ciò premesso, con specifico riguardo ai fatti oggetto dell'interrogazione, i comandi periferici hanno riferito che le acque antistanti e la costa attigua all'approdo di Marina Grande di Bacoli sono state interessate, dal 28 ottobre 2004, da una vasta azione di polizia giudiziaria promossa, su ampia scala, sotto la supervisione della capitaneria di porto di Napoli, con il coordinamento dell'ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli ed effettuata da personale dell'ufficio locale marittimo di Baia, in risposta, peraltro, a numerose rimostranze indirizzate da residenti.
L'azione è stata mirata, a detta dell'autorità marittima, a far cessare una complessiva situazione di «asservimento» della spiaggia, su cui venivano abusivamente collocati circa 50 mezzi nautici, all'interesse di circoscritti gruppi di utenti quali diportisti e pescatori dilettanti. Ciò in spregio del principio generale per cui è l'uso pubblico generale a costituire l'ordinaria destinazione del demanio marittimo.
I comandi periferici del corpo stesso hanno, altresì, riferito che l'occupazione non autorizzata dell'arenile, perpetrata anche con mezzi nautici di lunghezza di 5/6 metri, ostacolava le operazioni di pulizia di competenza del comune e che a latere di tale occupazione si era sviluppata un'attività, non regolamentata né autorizzata, di rimessaggio e piccola cantieristica con sostanziali riflessi sulla tutela del sito dall'inquinamento derivante da tale attività.
Inoltre, da una ricognizione del fondale svolta da personale appartenente al 2o Nucleo subacqueo della guardia costiera di Napoli, è stato accertata nel tratto di mare in questione un'ingente presenza di corpi morti utilizzati per la realizzazione di ormeggi abusivi, sufficiente, per numero e tipologia, ad arrecare danni sia alla flora marina (prateria di posidonia) sia al tratto di fondale soggetto a tutela del vincolo archeologico, per la presenza di importanti reperti di epoca romana, quali il sepolcro di Agrippina, la villa romana sommersa, le pile di archi di ville patrizie romane.
A seguito dell'accertamento della diffusa fattispecie di occupazione abusiva di ambito demaniale, il personale dei comandi periferici del corpo delle capitanerie di porto competenti, di concerto con la locale autorità giudiziaria, in attuazione dell'obbligo, posto alla polizia giudiziaria, di impedire il protrarsi dei reati accertati, ha operato la rimozione coatta delle cose utilizzate per commettere il reato sottoponendole a sequestro penale.
I comandi periferici del corpo stesso hanno posto in luce come l'operazione sia stata svolta con il fattivo concorso di altre amministrazioni interessate quali il comune di Bacoli e la soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Napoli e Caserta.
A detta del comando generale del corpo delle capitanerie di porto, tuttavia, la risoluzione delle problematiche evidenziate non può passare esclusivamente attraverso il reiterarsi dell'attività di vigilanza volta a contrastare le condotte contrarie alla legge.
Infatti, agli enti competenti nelle attività di gestione degli ambiti demaniali marittimi,
Quanto al caso di specie, se è pur vero che l'alaggio di mezzi nautici sul litorale è di per sé in linea con un uso lecito e generale del demanio marittimo, in tanto tale condotta può ritenersi conforme alla legge in quanto sia consentito a tutti, indistintamente, l'esercizio del diritto di fruizione dell'ambito demaniale de quo non risultando limitato l'esercizio di tale diritto alla concomitante appartenenza alla categoria di coloro che sono proprietari di un mezzo nautico. Ove tale limitazione sussista, di contro, essa impone il ricorso a pertinenti iniziative di polizia amministrativa (prima che repressiva) concernenti l'invio ai soggetti interessati di ordini o diffide.
Il fine di tali atti è non già ottenere una mera repressione della condotta vietata ma il ripristino dell'ordine tra i molteplici interessi concorrenti, definito anche in conformità agli strumenti di pianificazione dell'uso del demanio marittimo, eventualmente adottati dall'ente territoriale locale.
Il comando generale del corpo delle capitanerie di porto fa presente che nel quadro di una condotta incentrata sullo stazionamento di natanti posti in secco sulla spiaggia, la situazione di Marina grande di Bacoli si caratterizzava, altresì, per il diffuso esercizio di attività di piccola cantieristica quali la manutenzione e la pitturazione degli scafi con effetti direttamente lesivi, oltre che per l'ambiente, delle prerogative della generalità dei potenziali fruitori del litorale, meritevole, analogamente ai soggetti destinatari degli atti di diffida, di pari considerazione e tutela.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
l'agenzia d'informazione curda KNN ha documentato, anche recentemente, le misure repressive del governo siriano nei confronti della popolazione curda;
di fronte alle richieste dei curdi di parificazione culturale, sociale, economica e politica il Governo siriano ha reagito con arresti ed espulsioni dalle Università degli studenti;
successivamente alle sommosse del 12 marzo 2004 in molte città siriane (Damasco, Aleppo, eccetera) le misure di repressione si sono di fatto intensificate -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per favorire una positiva evoluzione delle vicende politiche in Siria e per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza delle minoranze etniche, nella consapevolezza che anche tale riconoscimento può favorire un progressivo processo di stabilizzazione, di pace e di convivenza in tutto il medio oriente.
(4-10640)
Nonostante tali progressi, secondo il Rapporto annuale 2004 di Amnesty International, in Siria un numero imprecisato di prigionieri di coscienza e di prigionieri politici (inclusi, tra l'altro, esponenti della minoranza kurda) resterebbero in stato di detenzione prolungata senza processo o verrebbero condannati a seguito di procedimenti giudiziari che non rispettano i principi del «giusto processo».
L'Unione Europea, ormai da lungo tempo impegnata in un intenso dialogo in materia di diritti umani con la Siria, segue con attenzione la questione delle minoranze etniche presenti nel territorio siriano, e si è prontamente attivata a seguito dell'arresto di circa 15 esponenti della minoranza kurda, tutti di giovane età, avvenuto in conseguenza dei moti di piazza scoppiati nel marzo di quest'anno nella città di Qamisly. Il 28 novembre ultimo scorso una delegazione dell'Unione europea dopo svariate pressioni, ha avuto il permesso di assistere ad una sessione del processo intentato contro i 15 giovani kurdi davanti alla Corte suprema di sicurezza della Siria, che è un organo giurisdizionale previsto dalla legge di emergenza, i cui giudici sono direttamente dipendenti dal potere esecutivo e contro il cui verdetto non è possibile presentare appello.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il 23 agosto la Direzione di Wella Italia di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, ha comunicato la chiusura dello stabilimento entro il primo trimestre 2005 con il licenziamento di quasi 200 lavoratori;
Wella, fondata nel 1880, è una delle realtà più dinamiche nel settore beauty care ed è presente in oltre 150 paesi del mondo;
il 17 marzo 2003 Procter&Gamble ha firmato un accordo di acquisto della maggioranza delle azioni dagli azionisti di maggioranza di Wella AG. L'accordo di dominio e di trasferimento degli utili è diventato effettivo il 9 giugno 2004;
attualmente Procter&Gamble possiede l'81 per cento delle azioni di Wella AG;
Procter&Gamble è una grande multinazionale che, soltanto nel settore Beauty, ha registrato un fatturato di 12 miliardi di dollari nell'esercizio Finanziario 2002/2003, un risultato che la pone tra le maggiori aziende del settore a livello mondiale con 130 marchi commercializzati in 180 nazioni;
a seguito dell'accordo di dominio e di trasferimento degli utili siglato il giugno scorso è stato fatto uno studio internazionale congiunto sulle produzioni il cui risultato è stato il consolidamento delle strutture produttive;
tale consolidamento è contraddetto in Italia in quanto viene decisa la chiusura dello stabilimento di Castiglione delle Stiviere che ha sempre brillato per la sua capacità produttiva e per la sua redditività;
quello di Castiglione delle Stiviere è l'unico stabilimento della Wella esistente in Italia e la sua chiusura equivale all'abbandono di una produzione nazionale toccando direttamente il sistema economico nazionale;
non risulta alcun segnale rispetto a questa decisione e tantomeno un confronto con le organizzazioni sindacali;
risulta all'interrogante che addirittura prima del 23 agosto 2004 la decisione di chiusura dello stabilimento sarebbe stata comunicata attraverso la questura;
questa multinazionale deve rispettare il nostro Paese, le istituzioni nazionali e locali, le organizzazioni sindacali -:
quali iniziative immediate intenda assumere al fine di convocare un tavolo di confronto con la Procter&Gamble, difendere una produzione nazionale e quindi far sì che siano mantenuti un ruolo e una prospettiva produttiva allo stabilimento della Wella di Castiglione delle Stiviere.
(4-10746)
Nel complesso di Castiglione delle Stiviere, edificato nel 1961 in base alle agevolazioni sulle zone depresse, la società Wella produce prodotti destinati a parrucchieri.
La caratteristica principale dell'azienda è la capacità di penetrazione e fidelizzazione degli utenti grazie ad una rete commerciale di notevole efficienza, sostenuta anche da attività collaterali di non trascurabile importanza quali quelle di produzione diretta di arredi per saloni, assistenza e formazione professionale di parruchieri.
Gli occupati, al 30 giugno 2004, risultano essere 461 a tempo indeterminato e 42 a tempo determinato, per un totale di 503. Di questi, 10 sono dirigenti, 41 quadri, 280 impiegati, 172 operai. L'età media è di circa 40 anni, l'occupazione femminile è equivalente a quella maschile.
La Wella S.p.a. cede il controllo della società alle multinazionali estere Procter e Gamble nella primavera del 2003. L'acquisizione di parte della nuova società dà inizio ad un processo di riorganizzazione per individuare sinergie tra i due gruppi, l'uno particolarmente forte nella grande distribuzione, l'altro invece nel segmento parrucchieri.
Il processo di analisi riorganizzativa del gruppo «P. e G.» porta, dopo un processo che dura circa un anno e mezzo, alla decisione di chiudere le attività collegate alla produzione dello stabilimento di Castiglione D/Stiviere.
A fine agosto 2004 vengono ufficializzate le posizioni della proprietà e cioè: il trasferimento delle attività legate alla produzione allo stabilimento francese di Saargummines in Lorena ed il contemporaneo licenziamento di 134 unità lavorative a tempo indeterminato, operanti a Castiglione D/Siviere; la permanenza in Castiglione delle attività collegate al centro distribuzione prodotti ed alla struttura di produzione arredi per saloni.
I motivi, esposti alle rappresentanze sindacali dalla direzione della Wella Italia in data 31 agosto 2004, sono riferibili essenzialmente a: previsti risparmi sul costo della logistica, costo del lavoro, possibilità di ampliamento della struttura produttiva attualmente confinata in una zona residenziale.
Il Ministero delle attività produttive segue con particolare attenzione l'evoluzione della vertenza in questione e, nel quadro delle iniziative avviate per individuare una soluzione alle problematiche aziendali e dei lavoratori, sono stati svolti presso il Ministero alcuni incontri tra i vertici dell'azienda, le OO.SS. e le RSU, rappresentanti del Ministero e della regione Lombardia, il sindaco di Castiglione e alcuni parlamentari.
In particolare, nel corso di uno degli ultimi incontri, l'amministratore della Wella, ha presentato un ampio documento contenente indicazioni sulle strategie di sviluppo della società, di contenimento della forte concorrenza del settore e sulle esigenze di razionalizzazione e di ottimizzazione della sua struttura produttiva, volto a dimostrare le ragioni della decisione assunta di interruzione delle attività produttive. Sono state illustrate, nel contempo, le programmate azioni di marketing volte a consolidare la presenza della società sul mercato
Dal canto loro le organizzazioni sindacali hanno voluto riconfermare la loro contrarietà alla chiusura dell'attività produttiva e la non condivisione delle motivazioni presentate dalla società. Pur tuttavia le stesse organizzazioni sindacali hanno espresso la loro disponibilità, a discutere un progetto industriale che possa assicurare al sito di Castiglione il mantenimento degli attuali equilibri in termini di attività produttive, servizi ed occupazione.
Alla luce di tale apertura, il Ministero delle attività produttive ha sollecitato la società e l'azionista Procter & Gamble a procedere alla presentazione di un progetto corrispondente alle aspettative espresse dalle organizzazioni sindacali e fatte proprie anche dai rappresentanti delle amministrazioni locali. A tal fine, il ministero ha offerto la propria collaborazione finalizzata ad ogni iniziativa che possa promuovere la localizzazione nell'area di valide attività produttive sostitutive di quelle attualmente svolte dalla Wella, così come ad assecondare l'eventuale inserimento di nuovi operatori dello specifico settore.
Il Ministero ha tuttavia richiamato l'esigenza che, l'azienda si astenga da ogni decisione riguardante l'interruzione delle attività produttive, fino alla presentazione ed approvazione del predetto progetto.
A conclusione della riunione, il ministero ha anticipato l'impegno ad una riconvocazione delle parti entro breve termine, entro cui dovranno trovare concreta esecuzione le azioni individuate.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
nel quartiere di Secondigliano, nella città di Napoli, sono stati chiusi due uffici postali Napoli 60 di piazza Di Vittorio e Napoli 8 di Via Dante, mentre un nuovo ufficio si è aperto a Via del Cassano. Si è, dunque, passati da tre a due uffici;
questo crea gravi disagi ai cittadini del quartiere oltre che per la infelice ubicazione dei due uffici rimanenti anche per la diminuzione degli sportelli aperti al pubblico;
l'ufficio di Via Cassano nonostante sia nuovo, non è dotato di display con la numerazione. Meccanismo questo che eviterebbe, in particolare, per l'ufficio di Napoli 76, lunghe file ai cittadini esponendoli alla pioggia d'inverno e al caldo torrido d'estate -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato perché siano potenziate e modernizzate le strutture postali esistenti nel quartiere ed eventualmente se non intenda attivarsi affinché si valuti l'opportunità che l'ufficio di Via Dante sia riaperto nel corso della stagione estiva, evitando in tal modo che i cittadini di Secondigliano siano vittime di numerosi disservizi.
(4-10588)
Ciò premesso si fa presente che la società Poste - interessata in merito a quanto rappresentato dal deputato nell'atto parlamentare cui si risponde - ha precisato che nell'ambito del generale piano di riassetto degli uffici del quartiere di Secondigliano già da tempo sono stati soppressi gli uffici di Napoli 60 e di Napoli 8, in quanto le gravi criticità strutturali degli ambienti in
A fronte della cessazione dell'attività dei due citati uffici, pertanto, la società ha istituito un nuovo ufficio in Via del Cassano, ristrutturato secondo il progetto aziendale di layout, che prevede l'offerta di servizi in ambienti più confortevoli e spaziosi, oltre che maggiormente tutelati dal punto di vista della sicurezza.
Tale ufficio dispone di 9 postazioni attrezzate che, secondo quanto comunicato da Poste italiane, risultano complessivamente superiori al numero degli sportelli attivati nei due uffici ora soppressi, mentre a breve lo stesso ufficio verrà dotato del sistema «gestione code» con display e numero d'ordine che consentirà alla clientela di attendere agevolmente il proprio turno in base al tipo di servizio richiesto.
Per quanto riguarda, infine, l'ufficio di Napoli 76, sito in corso Secondigliano, la società Poste ha comunicato che, a seguito dell'incontro tenutosi nel novembre 2004 con i rappresentanti del comitato di quartiere, è stata valutata positivamente la richiesta di aumentare il numero delle postazioni attrezzate, mentre la realizzazione di una pensilina esterna per il riparo della clientela in attesa sembra incontrare delle resistenze da parte del competente organo tecnico del comune, a causa dell'ubicazione dell'ufficio in parola in zona ricadente nel centro storico.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la legge 21 dicembre 2001, n. 443, cosiddetta Legge Obiettivo, ha delegato al Governo l'«individuazione delle infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti produttivi strategici e di preminente interesse nazionale da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese», attraverso un programma da inserirsi nel Documento di programmazione economico-finanziaria, attribuendo al CIPE il compito di valutare le proposte e approvare i progetti;
risulta inserito nel Primo Programma delle Infrastrutture Strategiche deciso dal CIPE con delibera n. 121 in data 21 dicembre 2001 alla voce 414,20, e previsto nel DPEF 2005-2008 tra le opere della Legge Obiettivo afferenti al Corridoio n. 5 Asse Est Ovest Lisbona-Kiev per la tratta italiana Torino-Trieste, il progetto per la realizzazione dell'«Hub portuale Trieste: piattaforma logistica», definito come potenziamento ed ampliamento delle aree operative, la cui fruibilità è prevista per il 2009;
il progetto è stato predisposto dall'Autorità Portuale di Trieste, per la creazione di una Piattaforma Logistica, che attraverso l'espansione dell'attuale area del Porto verso sud-est, renderebbe disponibile all'attività portuale uno spazio di quasi 250.000 mq, con un complesso di aree retroportuali per il deposito, la prima lavorazione, lo smistamento delle merci, in collegamento con la rete autostradale e ferroviaria, in un'ottica di trasporto intermodale;
il progetto è di estrema importanza per la valorizzazione del porto di Trieste, riconosciuto dall'Unione Europea come Porto Franco Comunitario, e di cui lo stesso DPEF sottolinea il ruolo fondamentale individuandolo come uno dei riferimenti portuali di una retroportualità continentale, data la sua naturale collocazione geografica che lo rende un punto di passaggio privilegiato per gli scambi intercomunitari con i Paesi dell'Est di nuova adesione, nonché il porto europeo più vantaggioso per i collegamenti con l'Estremo Oriente;
come sottolineato nel progetto dell'Autorità Portuale, la realizzazione della piattaforma permette il recupero di un'area attualmente degradata, e coinvolge anche la fascia oggi occupata dallo stabilimento della Ferriera inserendosi dunque in un'ottica di riconversione dello stesso;
il progetto ha completato il suo iter procedurale per quanto concerne alle competenze del Comune e della Regione in merito alla predisposizione della domanda al fine del suo inoltro al CIPE;
anche nella sua ultima seduta del 29 settembre 2004, dove il CIPE ha deliberato la ripartizione delle risorse destinate alla realizzazione delle opere della Legge Obiettivo inserite nel Programma di Infrastrutture Strategiche, non compare l'Hub portuale di Trieste -:
quali siano i motivi dell'assenza del progetto tra quelli approvati dal CIPE, e se ed in quali tempi il Governo intenda sostenere la realizzazione della piattaforma logistica di Trieste come previsto nel DPEF attraverso adeguati finanziamenti.
(4-11308)
Con successive delibere del CIPE doveva essere determinato l'ammontare delle risorse disposte dalla «legge obiettivo» da destinare a tale progetto.
Per fare fronte alla copertura finanziaria complessiva del progetto, quantificato dall'Autorità portuale di Trieste in 272 milioni di euro, la Autorità medesima ha formulato una richiesta di finanziamento anche al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, con decreto in data 3 giugno 2004, ha approvato un programma di interventi a favore delle Autorità portuali. Tra questi è stato ovviamente incluso anche quello relativo a Trieste denominato «lavori di infrastrutturazione mediante banchinamento e realizzazione dei piazzali retrostanti dell'area compresa tra lo scalo legnami e l'ex Italsider» disponendo un finanziamento a favore dell'Autorità portuale di Trieste per 61 milioni 974 mi1a e 828 euro a valere sulle risorse recate dall'articolo 36 della legge 2 agosto 2002, n. 166 di rifinanziamento della legge 30 novembre 1998, n. 413 di sostegno alla cantieristica.
Tale finanziamento costituiva, pertanto, un cofinanziamento per la realizzazione dell'opera. La copertura finanziaria residua fino alla concorrenza dell'importo di 225,2 milioni di euro, erano da reperirsi prevalentemente a valere sulle risorse recate dalla «legge obiettivo» ad approvazione del progetto definitivo.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, cui è stato inviato il progetto preliminare ed incaricato dell'istruttoria, dopo ampie ed attente verifiche, ha licenziato positivamente il progetto preliminare e, nella trasmissione al CIPE, ha specificato che il finanziamento completo dell'opera sarebbe stato preso in considerazione all'atto dell'approvazione da parte del CIPE medesimo del progetto definitivo.
Il CIPE, come noto, nella riunione del 20 dicembre 2004, ha approvato in linea tecnica il progetto preliminare con alcune prescrizioni relative ad una necessaria verifica ambientale ai sensi del decreto ministeriale 471/99 trattandosi di sito inquinato rinviando, pertanto, la copertura finanziaria dell'opera alla successiva fase di definizione ed approvazione del progetto definitivo.
In tal senso l'Autorità portuale di Trieste sta operando.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
già nel luglio 2002 era stato sottoscritto un accordo tra l'Agenzia Industria Difesa, ente subentrato al Ministero per la gestione degli stabilimenti dell'area industriale, e le organizzazioni sindacali nazionali (CGIL, CISL, UIL) sul reimpiego del personale in esubero, prevedendo l'obbligo, visto il particolare movimento di transazione, di avviare un metodo di confronto e concertazione, al fine di tutelare i lavoratori e la difesa del posto di lavoro;
l'Ente Stabilimento Propellenti, che ha individuato 80 esuberi, ha completamente disatteso l'accordo nazionale con le organizzazioni sindacali, utilizzando una metodologia di individuazione del tutto estranea a quella decisa a livello nazionale;
in data 11 dicembre 2003 è stato siglato, ad integrazione del precedente, un ulteriore protocollo d'intesa tra l'Amministrazione Difesa, Agenzia Industria Difesa e organizzazioni sindacali, ove si ribadisce che «la necessità del valore strategico del raggiungimento degli obiettivi di funzionalità ed efficienza delle unità produttive confluite nell'Agenzia Industria Difesa non vada disgiunto dall'esigenza di tutelare le prospettive lavorative del personale interessato, ai fini della salvaguardia dei livelli occupazionali in aree geografiche di particolare criticità» e «l'impegno da parte dell'Amministrazione Difesa a perseguire ogni utile iniziativa per il reimpiego anche presso altre pubbliche Amministrazioni centrali e territoriali, site nell'aria di riferimento del personale eccedente l'organico dell'Agenzia non ricollocabile in ambito difesa»;
secondo le proposte avanzate dal Ministero difesa, i lavoratori in esubero dovrebbero trasferirsi per la maggior parte in stabilimenti o uffici ubicati a Roma oltretutto in posizione extraorganico, determinando disagi e sacrifici per i lavoratori stessi -:
per quali ragioni il Ministero della difesa non rispetti il protocollo d'intesa sottoscritto con le organizzazioni sindacali in data 11 ottobre 2003, con il quale ci si impegnava a «perseguire ogni utile iniziativa per il reimpiego anche presso altre pubbliche Amministrazioni site nell'area del personale eccedente»;
se il Ministero della difesa intenda attivare un tavolo di confronto con l'Agenzia Industria Difesa, la Provincia di Frosinone, le Organizzazioni Sindacali, i Dirigenti periferici dell'Amministrazione Pubblica, nonché con i sindaci dei comuni interessati, affinché i lavoratori trovino una giusta collocazione nelle Pubbliche Amministrazioni del comprensorio al fine di non subire trasferimenti in altre province.
(4-11470)
Per le ulteriori 74 unità in esubero, la Difesa, nel rispetto degli accordi citati dall'Onorevole interrogante, ha assunto ogni utile iniziativa per verificare la possibilità di reimpiego nell'ambito della stessa regione, coinvolgendo anche altre Amministrazioni.
Purtroppo la ricerca, che si è indirizzata presso gli Enti locali (regione Lazio, provincia di Frosinone, A.N.C.I.) nonché la prefettura di Frosinone, ha dato esiti negativi.
In tale contesto, l'Amministrazione difesa, nonostante le difficoltà di collocazione connesse ai recenti provvedimenti di riorganizzazione dell'intero strumento militare, ha perseguito, in alternativa, il reimpiego delle unità eccedenti nell'ambito delle proprie strutture militari.
La maggior parte degli esuberanti (n. 62 dipendenti) è stata quindi trasferita - secondo le preferenze espresse dagli interessati e dopo opportuna concertazione svolta con le organizzazioni sindacali territoriali in data 24 marzo 2004 - nell'area limitrofa a Fontana Liri (Sora, Frosinone e Cassino), mentre soltanto 12 dipendenti sono stati assegnati ad un Ente di Roma.
In particolare, a quest'ultimo personale è stato, altresì, garantito - al fine di attenuarne i disagi - un servizio giornaliero di trasporto da Fontana Liri a Roma e viceversa.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
si è appreso da un comunicato stampa dell'agenzia Ansa del giorno li ottobre 2004 che il collettore fognario di Quarto, che raccoglie i reflui di oltre quarantamila abitanti, invece di addurre i reflui dell'intera cittadina Flegrea all'impianto di depurazione di Cuma per il trattamento delle acque, in realtà versa, da anni, direttamente in mare - alla Foce di Licola - i propri veleni senza alcun trattamento, in aperta e palese violazione del decreto legislativo n. 152 dell'11 maggio 1999 e di qualunque norma sulla tutela della salute dei residenti nelle zone interessate;
il comune di Quarto, da dove il collettore parte, ed i comuni di Pozzuoli e Giugliano, che il collettore attraversa, non hanno alcuna competenza sul predetto collettore, realizzato dal Commissariato regionale di Governo e dal C.I.P.E. quale opera di urbanizzazione primaria nell'ambito degli interventi della legge n. 219/81 e trasferito successivamente, con note del 30 marzo 1996 e 26 maggio 1997 del C.I.P.E., alla Regione Campania, che dovrebbe curarne la manutenzione;
il comune di Quarto, attraverso il proprio capo-settore dell'U.T.C., ha denunziato nel corso degli ultimi dieci anni al Commissariato straordinario di governo, agli assessorati dell'ambiente e del bilancio e patrimonio della Regione Campania, nonché al Prefetto di Napoli ed alla Procura della Repubblica, sezione ambiente, tale gravissima anomalia, ma nessun provvedimento urgente è stato preso in proposito pur essendo gravissimi ed evidenti i pericoli e i danni; il litorale Flegreo, nella zona compresa tra Pozzuoli e Giugliano (Napoli), vive da tempo in una situazione di totale degrado, ma la situazione evidenziata è di vero e proprio disastro ambientale per la quantità di reflui civili e industriali che sistematicamente da anni appestano il mare e il canale entro il quale scorrono, il tutto con gravissimo pericolo per le popolazioni interessate nonché per la fauna selvatica e per gli uccelli che si abbeverano in tale canale; tale zona rappresentava un tempo meta turistica e balneare molto ambita, mentre oggi le sue spiagge non sono neanche frequentabili perché alla foce di Licola, località densamente abitata, oltre allo scarico del Canale di Quarto vi sono altri due canali, l'alveo Camaldoli e il canale Abruzzese, nel quale si immettono altri scarichi abusivi provocando un inquinamento costante e disastroso;
il 6 luglio 2004, in sede di esame del disegno di legge Atto Senato n. 2983, recante «Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2004, n. 144, recante differimento della disciplina sulla qualità delle acque di balneazione» è stato accolto un ordine del giorno con il quale si impegna il Governo a verificare il corretto funzionamento dell'impianto di depurazione di Cuma, ad accertare la messa a norma degli impianti fognari, a verificare se la causa del mancato funzionamento dell'impianto sia dovuta agli scarichi di acque reflue; a tutt'oggi non si sono avute risposte atte a risolvere la gravissima emergenza ambientale nella zona;
già il 2 ottobre 2002 è stata presentata un'interrogazione (3-00642) con la quale si interrogava il Ministro dell'ambiente al fine di conoscere quali iniziative intendesse intraprendere per sollecitare la conclusione dei lavori di ristrutturazione dell'unico impianto di depurazione presente nella zona ed il 14 ottobre 2004 ne è stata presentata altra (0-07474) al fine di conoscere se non intendesse adottare con urgenza iniziative per sollevare il Commissario straordinario di Governo alla tutela delle acque della Campania dal suo ruolo, nominando, in sua vece, come già accaduto per il Commissariato per i rifiuti solidi, altro funzionario più efficiente, oppure per garantire un intervento immediato sulla zona interessata -:
quali iniziative intenda intraprendere nell'immediato tese a risolvere la gravissima situazione di emergenza ambientale
(4-11618)
L'adeguamento funzionale dell'impianto di depurazione di Cuma rientra tra i compiti affidati al Commissario di Governo per la Tutela delle acque nella regione Campania.
La concessione per la ristrutturazione, l'adeguamento e la gestione dell'impianto di depurazione di Cuma, unitamente a quelli di Acerra, Marcianise, Napoli Nord e Foce Regi Lagni e dei relativi sistemi di collettamento, ad eccezione di quello di Cuma, ha seguito l'iter procedurale previsto dagli articoli 37-bis e seguenti della legge n. 109/94, noto come project financing.
La concessione è stata affidata nel luglio 2003 alla ATI costituita da TM.E. spa Termomeccanica ecologia, Cooperativa cosruttori Srl e giustino costruzioni SpA; tale raggruppamento ha costituito, per l'esecuzione unitaria della concessione, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 37-quinquies della citata legge n. 109/1994 una Società per azioni avente ragione sociale «Hydrogest Campania SpA».
La concessione prevede, tra l'altro, che il nuovo Concessionario subentri nella gestione degli impianti di depurazione e della rete dei collettori, oggetto della concessione medesima, e delle reti fognarie dei comuni dei cinque comprensori e che realizzi interventi necessari alla rifunzionalizzazione degli impianti, con lo scopo di garantire la caratteristica qualitativa degli effluenti di depurazione conforme alla normativa in materia di riutilizzo.
L'esecuzione dei lavori comporterà significative variazioni dei cicli di trattamento a suo tempo realizzati:
nella linea liquame verrà eliminata la fase di sedimentazione primaria e sarà presente la fase di nitrificazione e denitrificazione per l'abbattimento dell'azoto, il trattamento terziario comprendente la fase di filtrazione e defosfatazione chimica, la disinfezione con i raggi ultravioletti, al fine di consentire il riutilizzo delle acque reflue trattate a scopi multipli;
nella linea fanghi sarà dimessa la fase di digestione anaerobica in quanto la stabilità del fango verrà assicurata dalla fase ossidativi della linea liquame.
L'adozione di tale procedura per la realizzazione di opere pubbliche ha consentito all'Amministrazione un notevole risparmio economico; dall'esito della gara è risultata, infatti, una quota di partecipazione statale pari a circa 24 milioni di euro, a fronte di un investimento totale di circa 177 milioni di euro.
Si evidenzia che il funzionamento del depuratore di Cuma è comunque garantito dagli interventi di urgenza effettuati e finanziati dalla regione Campania per un importo pari a circa 10 milioni di euro.
Per quanto concerne il collettore di Cuma, che convoglia nell'omonimo impianto di depurazione gran parte dei liquami della città di Napoli, nonché quelli di alcuni comuni dell'area flegrea, si fa presente che il 18 dicembre ultimo scorso è stata assegnata la gara con appalto integrato per l'aggiudicazione dei lavori per la rifunzionalizzazione del sistema di trasporto di acque reflue costituito dal collettore di Cuma (che ha origine a Napoli nel nodo di Piedigrotta e si estende fino alla galleria di derivazione CASMEZ), dalla bretella di collegamento
Il progetto prevede, tra l'altro, operazioni di pulizia dei sedimenti, interventi di risanamento statico nonché costruzione e istallazione di opere accessorie nei collettori esistenti, in particolare due gallerie di servizio. Il collettore di Cuma, di epoca borbonica, necessita in particolare di interventi di rifunzionalizzazione ed adeguamento alle esigenze attuali e future dell'area servita, sia per l'oramai ultracentenario funzionamento, sia perché interessato dal fenomeno del bradisismo che ha causato tra l'altro variazioni di pendenza del collettore, sia per la presenza di notevoli quantitativi di sabbia che ne riducono lo speco.
La realizzazione degli interventi previsti consentirà di evitare il ripetersi di episodi, come quello dell'ottobre scorso, causato da un fuori servizio del collettore ed il conseguente sversamento del liquame non trattato nel Golfo di Napoli, con gravi rischi per la salute pubblica e notevoli danni per l'ambiente marino; il costo complessivo degli interventi è pari a circa 63 milioni di euro.
Per la ristrutturazione statica e funzionale del collettore di Cuma, dell'emissario di Coroglio e della bretella di collegamento dell'impianto di depurazione di Napoli Ovest, nell'Accordo di programma quadro (APQ) «Tutela e gestione integrata delle risorse idriche», firmato il 30 dicembre 2003 dalla Direzione competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministeri dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti e delle politiche agricole e forestali e la regione Campania, è previsto uno stanziamento pari a euro 44.267.735,00, in considerazione del fatto che, con la legge n. 135/97, sono già stati trasferiti circa 17 milioni di euro.
Si fa presente che l'Accordo programma quadro finalizzato a superare le situazioni di maggiore criticità, rilevate sul territorio regionale, individua, tra gli altri, gli interventi relativi ad opere di fognatura, collettamento e depurazione comprese nei programmi di risanamento ambientale disposti dai Commissari di Governo ai sensi delle ordinanze emergenziali.
L'impianto di depurazione e il collettore di Cuma dovevano essere consegnati al Concessionario entro il 30 aprile 2004.
Le attività relative alle fasi di attuazione di quanto previsto in concessione sono state bloccate a seguito dell'accoglimento da parte del Tribunale amministrativo regionale per la Campania del ricorso presentato dall'ATI Enel Hydro, accolto con sentenza n. 9571/04, che ha annullato l'ordinanza n. 160 del 7 giugno 2003 con la quale era stata disposta l'aggiudicazione definitiva al concessionario.
Il ricorso è stato giudicato fondato limitatamente al rilievo del vizio di difetto di istruttoria e di motivazione in cui è incorsa l'Amministrazione - Commissario delegato, nella parte in cui ha omesso di compiere un adeguato apprezzamento e approfondimento sui contenuti del piano economico finanziario (PEF) proposto da TM.E. SpA per verificare, alla luce delle indicazioni da esso scaturenti, la coerenza e la sostenibilità economica dell'offerta di ribasso poi giudicata vincitrice.
Il Commissario ha adempiuto a quanto disposto dalla sentenza e con ordinanza n. 148 del 9 novembre 2004 ha riaggiudicato la concessione all'ATI TM.E. S.p.A.
Il ricorso promosso ha, pertanto, rallentato l'avvio degli interventi sopra descritti con conseguente ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale del litorale.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
la legge 15 febbraio 1974 n. 36, così come modificata dalla legge 19 dicembre 1979 n. 648 e dalla legge 9 giugno 1999 n. 172, prevedeva la possibilità di ricostruire la posizione assicurativa nei confronti dei dipendenti di enti od imprese il cui rapporto di lavoro sia stato risolto tra
il signor Finesso Lucio, è stato licenziato dalle Officine e Fonderie Giovanni Breda s.p.a. di Cadoneghe (PD) il 21 marzo 1959, per ragioni riconducibili a discriminazioni sindacali;
la risoluzione del rapporto di lavoro del Finesso avvenne a seguito di licenziamento collettivo, disposto dalle Officine Breda per porre fine ad una lunga occupazione degli stabilimenti, culminata il 18 marzo del 1958 con la requisizione degli stessi ad opera dell'allora sindaco di Cadoneghe;
la quasi totalità dei licenziati, alla riapertura dello stabilimento, vennero riassunti ad esclusione dei dipendenti più attivi sindacalmente, tra cui il signor Finesso l'unico a non essere poi ammesso ai benefici previsti dalla legge n. 36 del 1974;
la prima domanda di ammissione ai benefici in questione fu presentata in data 18 marzo 1980 e fu respinta in data 12 dicembre 1985, perché, nel caso di specie, il comitato centrale ha considerato la risoluzione del rapporto di lavoro non riconducibile a discriminazioni sindacali;
la seconda istanza per l'ammissione ai benefici fu presentata in data 5 ottobre 1999 e fu anche questa respinta il 30 maggio 2002, perché il comitato centrale non ha ravvisato l'esistenza di un licenziamento politico sindacale, nonostante altri lavoratori nelle sue stesse condizioni siano stati ammessi a tali benefici;
avverso tale provvedimento il signor Finesso ha presentato ricorso amministrativo in data 30 settembre 2002;
sino ad oggi, dopo più di 40 anni dal licenziamento - che secondo l'interrogante è stato politico - come ampiamente documentato sia dal punto di vista giuridico che storico, il signor Finesso non ha ancora potuto ricostruire la sua posizione assicurativa -:
se il Ministro non intenda provvedere affinché sia definitivamente chiarita la posizione previdenziale del signor Finesso;
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire affinché l'applicazione della legge n. 36 del 1974, segno evidente di un mutamento politico-sociale iniziato con lo Statuto dei Lavoratori, non rappresenti un interminabile iter amministrativo, ma lo strumento per rimediare ai soprusi fatti a quei lavoratori che hanno pagato di persona le conquiste sindacali di fondamentale importanza.
(4-06340)
L'elevato numero di domande presentate (oltre 2000) ha determinato una notevole concentrazione di lavoro nell'organo collegiale, che ha proceduto nella massima, possibile celerità, tenuto conto della difficoltà e della complessità dell'indagine sulla documentazione presentata, nella maggior parte dei casi inadeguata a comprovare il possesso dei requisiti richiesti.
Ciò ha costretto il Comitato ad effettuare, per quasi tutti i richiedenti, approfonditi supplementi di istruttoria, complicati dalla non facile opera di ricostruzione di posizioni individuali risalenti a quasi 50 anni prima.
Si rappresenta, pertanto, che i lavori del Comitato si sono svolti in piena osservanza delle scadenze stabilite e che l'attività di esame è stata esaurita entro la scadenza fissata nella Direttiva annuale del Ministro per l'anno 2002 (31 dicembre 2002).
Premesso ciò, per quanto riguarda, in particolare, la posizione del signor Lucio Finesso, si fa presente che il signor Finesso aveva già presentato domanda nel 1980, nel corso della prima riapertura dei termini previsti dalla legge n. 36 del 1974.
Anche allora, il Comitato centrale in carica non aveva riscontrato la sussistenza dei requisiti utili per procedere alla ricostituzione pensionistica.
La nuova domanda del 1999, presentata nel corso della seconda riapertura dei termini, ai sensi della legge n. 172 del 1999, è stata respinta in assenza di elementi probanti la risoluzione del rapporto di lavoro per motivi politico-sindacali.
Avverso tale provvedimento, il signor Finesso ha presentato ricorso, in data 30 settembre 2002, entro il prescritto termine di giorni 30, ai sensi dell'articolo 5, 4o comma, della legge n. 36/74.
Il ricorso è stato respinto in quanto sullo stesso si è formato il silenzio-rigetto.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la direzione dell'azienda Frarica di Este (Padova) ha annunciato in questi giorni il licenziamento di 107 lavoratori;
tali licenziamenti sono dovuti essenzialmente alla delocalizzazione della produzione in Romania, mentre negli stabilimenti della provincia di Padova rimarrebbe solo una cinquantina di lavoratori che dovranno occuparsi della commercializzazione del prodotto;
al fine di scongiurare la chiusura di uno stabilimento produttivo di fondamentale importanza dal punto di vista occupazionale per la provincia di Padova, le organizzazioni sindacali hanno formulato varie proposte rimaste inascoltate dall'azienda;
nella giornata di venerdì 25 giugno vi sarà una manifestazione ad Este (Padova) contro i licenziamenti dei lavoratori della Frarica, assieme ai molti altri dipendenti di tutte le fabbriche in crisi della provincia di Padova -:
se il Ministro sia al corrente di quanto stia succedendo presso l'azienda Frarica di Padova che si accinge a licenziare più di 100 lavoratori per motivi legati alla decisione di delocalizzare la produzione in Romania;
quali iniziative il Ministro intenda adottare a breve per fare in modo di evitare di perdere 107 posti di lavoro nella provincia di Padova;
se il Ministro, vista la grave situazione occupazionale in cui versano molte aziende della provincia di Padova, non intenda intervenire per fare in modo che, la prospettiva di un abbattimento dei costi di produzione attraverso la delocalizzazione, non si trasformi in una crisi generalizzata delle moltissime aziende presenti nella provincia di Padova.
(4-10326)
L'Amministrazione, nel quadro della compatibilità con la normativa comunitaria, ha avviato una serie di iniziative volte, da un lato, a salvaguardare l'originalità e la creatività delle produzioni nazionali, dall'altra, ad individuare, nell'ambito della normativa vigente in materia di incentivazione, gli strumenti finanziari più efficaci per sostenere, ove possibile, le produzioni italiane.
Sul piano della politica settoriale l'idea programmatica che il ministero delle attività produttive ha proposto al Governo, riguarda una fase di sviluppo dei sistemi innovativi e della ricerca, una fase di difesa dalle aggregazioni anomale del nostro mercato attraverso controlli e strumenti anticontraffazione, nonché una fase di gestione delle crisi attraverso l'attivazione di strumenti ad hoc e l'istituzione di un Osservatorio nazionale.
Sul tema della «delocalizzazione di attività da parte della società Franca di Este di Padova», si evidenza che le strutture ministeriali non possono interferire nelle scelte di gestione imprenditoriale, tranne
Al riguardo, si informa, altresì, che nell'ambito della segreteria tecnica del Ministero delle attività produttive opera apposito Ufficio che si occupa di dette problematiche e che si attiva quando viene avanzata richiesta in tal senso, da parte dell'azienda, o delle stesse organizzazioni sindacali.
Attualmente non risulta pervenuta alcuna istanza a tal proposito
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
l'azienda Frarica di Este (Padova), ha annunciato nei giorni scorsi il licenziamento di circa 107 dei circa 170 lavoratori occupati nel proprio stabilimento;
tali licenziamenti non sono riconducibili ad una crisi di settore, ma unicamente alla scelta di delocalizzare la produzione operata dalla stessa Frarica, a causa dei crescenti costi di produzione;
stante questa situazione sono rimaste inascoltate le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali, volte alla salvaguardia di uno stabilimento produttivo di grande importanza per l'occupazione nella provincia di Padova;
la situazione attuale della Frarica, che, a quanto risulta all'interrogante, non versa di fatto in uno stato di crisi, non permetterebbe l'utilizzo di ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione o la mobilità -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della volontà dell'azienda Frarica di Este (Padova) di licenziare circa 107 lavoratori;
quali interventi il Ministro interrogato intenda adottare a supporto degli stessi.
(4-10417)
L'Amministrazione, nel quadro della compatibilità con la normativa comunitaria, ha avviato una serie di iniziative volte, da un lato, a salvaguardare l'originalità e la creatività delle produzioni nazionali, dall'altra, ad individuare, nell'ambito della normativa vigente in materia di incentivazione, gli strumenti finanziari più efficaci per sostenere, ove possibile, le produzioni italiane.
Sul piano della politica settoriale l'idea programmatica che il Ministero delle attività produttive ha proposto al Governo, riguarda una fase di sviluppo dei sistemi innovativi e della ricerca, una fase di difesa dalle aggregazioni anomale del nostro mercato attraverso controlli e strumenti anticontraffazione, nonché una fase di gestione delle crisi attraverso l'attivazione di strumenti «ad hoc» e l'istituzione di un Osservatorio nazionale.
Sul tema della «delocalizzazione di attività da parte della società Franca di Este di Padova», si evidenzia che le strutture ministeriali non possono interferire nelle scelte di gestione imprenditoriale, tranne quando non venga formalmente richiesta l'apertura di una «vertenza» al fine di esaminare la problematica di volta in volta segnalata.
Al riguardo, si informa, altresì, che nell'ambito della segreteria tecnica del Ministero delle attività produttive opera apposito ufficio che si occupa di dette problematiche e che si attiva quando viene avanzata richiesta in tal senso, da parte dell'azienda, o delle stesse organizzazioni sindacali.
Attualmente non risulta pervenuta alcuna istanza a tal proposito.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
nella notte tra sabato 6 novembre e domenica 7 novembre 2004, un rimorchio carico di 49 animali (13 cavalli e 36 vitelli) si è rovesciato sul ponte della motonave Eurostar, adibita al trasporto di merci e passeggeri, di proprietà della Grimaldi Group, in viaggio da Barcellona a Civitavecchia;
l'incidente provocato da una burrasca con mare forza 9, ha causato la morte di 11 cavalli e 2 vitelli, facendo proseguire il viaggio in condizioni di emergenza;
le testimonianze dei passeggeri hanno raccontato di scene strazianti causate dai nitriti e muggiti degli animali feriti e morenti;
quando la nave è arrivata in Italia (alle 18 di domenica con tre ore di ritardo), gli uomini della capitaneria, i carabinieri e i veterinari della Asl si sono trovati davanti ad uno spettacolo agghiacciante, con sangue dappertutto e carcasse di cavalli e vitelli schiacciate l'una sull'altra;
le indagini dei veterinari della Asl hanno evidenziato una serie di irregolarità e conseguentemente indotto la Capitaneria di Civitavecchia ha denunciare a piede libero il comandante della nave per non aver fissato nelle condizioni più sicure il rimorchio sul ponte;
i carabinieri hanno altresì denunciato per maltrattamento di animali, gli autisti romeni del rimorchio all'interno del quale si trovavano i cavalli e i vitelli, accertando fra l'altro, che il trasporto doveva avvenire via terra e non via mare;
anche la Lav (lega antivivisezione) ha preannunciato una serie di denunce nei confronti della società armatrice del traghetto, dei veterinari spagnoli e degli stessi trasportatori;
da notizie di stampa si apprende che le indagini hanno evidenziato una serie di irregolarità -:
se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a prevedere misure più severe che puniscano coloro che maltrattano gli animali anche con comportamenti superficiali, in considerazione anche del recente provvedimento approvato sulla tutela degli animali.
(4-11613)
Per quanto concerne le azioni intraprese nei confronti della società proprietaria della motonave coinvolta, la competente Capitaneria di Porto di Civitavecchia, a seguito delle indagini svolte, ha rilevato alcune irregolarità nel rizzaggio del carico ed alcune violazioni del decreto legislativo n. 532 del 30 dicembre 1992, come modificato dal successivo n. 388 del 20 ottobre 1998, riguardante la protezione degli animali durante il loro trasporto, punite con sanzione amministrativa.
La citata Capitaneria di porto di Civitavecchia che ha appunto effettuato gli accertamenti di cui sopra, ha trasmesso alla competente Autorità giudiziaria un'apposita informativa di reato in base all'articolo 1231 del Codice della navigazione a carico del comandante della nave, nonché del primo ufficiale, quale addetto al carico della motonave «Eurostar», per inosservanza delle disposizioni in materia di sicurezza della navigazione.
Per quanto attiene invece alla ventilata possibilità di inasprimento delle vigenti norme emanate a protezione degli animali anche alla luce del recente inserimento nel codice penale del titolo XII-bis «dei delitti contro il sentimento per gli animali» si reputa opportuno precisare che per tale materia non sono attribuite specifiche competenze istituzionali all'Amministrazione delle infrastrutture e dei trasporti.
La problematica, infatti, investe le precipue competenze del Ministero della giustizia cui competono le valutazioni in ordine
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
il decreto legislativo n. 271 del 27 luglio 1999 detta le norme per l'adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili e da pesca nazionali, come previsto dalla legge 31 dicembre 1998, n. 485;
il decreto si applica ai «lavoratori marittimi imbarcati a bordo di tutte le navi da pesca» (articolo 2) ove per lavoratore marittimo si intende «qualsiasi persona facente parte dell'equipaggio che svolge, a qualsiasi titolo, servizio o attività lavorativa a bordo di una nave da pesca»;
dall'interpretazione letterale sembrerebbe dunque che il decreto in parola sia applicabile a tutte le unità da pesca comprese quelle con un membro di equipaggio come da tabella di armamento;
l'armatore dell'unità da pesca deve designare, tra il personale di bordo, il «responsabile del servizio di prevenzione e protezione», sentito il «rappresentante alla sicurezza dell'ambiente di lavoro», anche quest'ultimo nominato dal personale di bordo (articolo 6, comma 5) e che tale disposizione appare di difficile applicazione per le unità con un solo membro di equipaggio, anche perché la persona imbarcata, nella maggior parte dei casi, è anche proprietario ed armatore e l'unità è generalmente inferiore alle cinque tonnellate di Tsl;
all'articolo 34 viene stabilito che la normativa tecnica per la costruzione e le sistemazioni relative all'ambiente di lavoro a bordo delle navi da pesca nazionali, in conformità alle norme Ilo n. 109, 134, 92 e 133 doveva essere emanata, con un apposito regolamento, entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto, ma questo regolamento ancora non è stato emanato;
detto regolamento appare di fondamentale importanza sia per le unità da pesca nuove che per quelle esistenti, così come per le Commissioni territoriali (articolo 18) che non hanno lo strumento necessario per verificare la conformità del piano di sicurezza;
al comma 3 dell'articolo 28 viene stabilito che con atto di indirizzo e coordinamento, su proposta di alcuni ministeri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, entro un anno dalla data di entrata in vigore del predetto decreto, sono individuati i criteri per assicurare unitarietà ed omogeneità di comportamento in tutto il territorio nazionale nell'applicazione delle disposizioni in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e che anche tale atto di indirizzo non è stato ancora emanato, con pregiudizio per l'operato degli organi di vigilanza (autorità marittima, le aziende sanitarie locali e gli uffici di sanità marittima) che non vengono messi nelle condizioni di svolgere le funzioni a loro delegate dal presente decreto;
il problema della sicurezza e della salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi in genere e in particolare delle navi da pesca è un problema importante, ma probabilmente, a similitudine della legge n. 626 del 1994 sui luoghi di lavoro a terra, andrebbe individuata una linea di demarcazione al di sotto della quale la materia della sicurezza è da applicarsi in minima parte o addirittura inapplicabile soprattutto in considerazione del ristretto ambiente di lavoro -:
se non sia il caso di provvedere all'emanazione dei regolamenti di attuazione, per non rendere difficoltosa l'applicazione delle norme a livello locale e per chi opera nel settore;
se non si ritenga opportuno definire un limite minimo di imbarcati al di sotto del quale non operano gli obblighi formali del decreto legislativo n. 271 del 1999;
se non sia il caso di valutare la possibilità che il piano di sicurezza dell'ambiente di lavoro di cui all'articolo 6 possa essere redatto dal personale degli enti di classifica riconosciuti e non dal personale tecnico delle costruzioni navali, di cui all'articolo 117 del Codice della navigazione e articolo 275 del relativo Regolamento di attuazione, in quanto l'ente di classifica segue l'unità da pesca dalla sua nascita e per tutto il resto del suo esercizio;
se non sia il caso di emanare i nuovi titoli professionali per il personale marittimo destinato alla pesca (attesi già dal 1999) indicando, in applicazione dei decreti sopra richiamati (decreto legislativo n. 271 del 1999 e decreto legislativo n. 298 del 1999), i corsi minimi che il personale marittimo è chiamato ad effettuare, consentendo a questi di praticare l'attività di pesca con un minimo di sicurezza, al pari di quanto già fatto per il personale marittimo navigante sulle unità mercantili e da passeggeri (Certificazione Stcw 78/95).
(4-06496)
La struttura ed il contenuto del decreto legislativo 271/99, recante norme per l'adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili e da pesca nazionali, sono stati definiti avendo a riferimento il decreto legislativo n. 626/94, adeguandone i contenuti ai settori particolari del lavoro marittimo e della pesca, settori questi espressamente esclusi dal campo di applicazione della normativa generale recata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 574/55 e n. 303/56.
Relativamente alla richiesta di prevedere un «limite minimo di imbarcati al di sotto del quale non operano gli obblighi formali del decreto n. 271/99», si pone in evidenza che l'articolo 6, comma 4 del citato decreto già prevede forme semplificate in caso di un numero ridotto di imbarcati.
Si fa inoltre presente che gli articoli 5 e 10 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 153 hanno disposto che venga emanato dal ministero della giustizia, di concerto con i ministeri della difesa e dell'ambiente e tutela del territorio, un regolamento per la definizione delle qualifiche, i titoli professionali e gli altri requisiti del personale della pesca.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
il 14 aprile 2003, i dipendenti del Consorzio di bonifica dell'Oristanese hanno proclamato lo stato di agitazione contro la proposta di licenziamento di 80 lavoratori, motivato dai vertici del Consorzio con la necessità di riequilibrare i conti;
lo stato di agitazione è stato proclamato all'unanimità al termine di una affollata assemblea dei lavoratori, che ha anche stabilito che fino al 17 aprile 2003 saranno garantiti i servizi essenziali;
le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil promuoveranno altre iniziative per coinvolgere nella protesta tutti gli enti locali della provincia e i rappresentanti politici del territorio -:
se non ritenga opportuno attivarsi affinché sia convocato un tavolo di trattativa tra le parti al fine di scongiurare il licenziamento annunciato e individuare, insieme alle parti, soluzioni alternative, capaci di garantire gli attuali livelli occupazionali,
(4-06072)
Il Consorzio di bonifica dell'Oristanese è un Ente pubblico economico nato nel 1996 dalla fusione dei tre consorzi di bonifica preesistenti nella provincia.
A questo Ente aderiscono circa 17.000 aziende agricole.
Con la fusione sono stati accorpati anche gli organici dei tre Consorzi, con la previsione di deliberare una nuova pianta organica razionale alla nuova struttura.
L'attività del Consorzio consiste principalmente nell'approvvigionamento, utilizzazione, conservazione, regolarizzazione e distribuzione delle acque, sia ad uso irriguo che potabile, ai fini anche della difesa e conservazione del suolo.
L'Ente, a causa di una crisi dovuta a un passivo nel bilancio e ad un notevole calo delle entrate, ha attivato la procedura per l'approvazione del «Piano di organizzazione variabile del personale "(P.O.V.), finalizzato a razionalizzare l'organico.
Il nuovo organico scaturito da tale piano, avrebbe permesso una notevole riduzione delle spese di gestione, necessaria a riequilibrare i conti economici.
Successivamente ad un incontro tenutosi in data 29 maggio 2003, tra le organizzazioni sindacali CGIL-UIL-CISL ed il Consorzio di bonifica dell'Oristanese, il Consiglio dei delegati ha sospeso la stesura de Piano dell'organizzazione variabile del personale che doveva prevedere la nuova pianta organica sulla quale eventualmente apportare le riduzioni del personale proposte dai vari membri della Deputazione amministrativa, organo esecutivo del Consorzio.
Pertanto, l'organico non ha avuto significative riduzioni se non quelle dovute ad alcuni pensionamenti.
È opportuno precisare, invece, che, stante le difficoltà economiche dell'Ente e le diverse soluzioni prospettate, ai fini della stesura del P.o.v., dalla maggioranza e dalla minoranza della Deputazione Amministativa, le organizzazioni sindacali hanno presentato alla regione Sardegna richiesta di commissariamento del Consorzio di bonifica dell'Oristanese, lamentando inoltre il mancato riconoscimento del ruolo dei sindacati e la illegittima posizione di alcuni membri della Deputazione Amministrativa e del Consiglio dei delegati.
Gli organi di gestione dell'Ente non avrebbero, inoltre, approvato tempestivamente il bilancio consuntivo 2003 e quello preventivo del 2004, sospendendo i ruoli suppletivi emessi nei confronti dei consorziati per l'anno 2002.
Pertanto, con decreto del presidente della Giunta regionale Sardegna su proposta dell'Assessore regionale all'agricoltura, è stato nominato, a far data dal 22 aprile 2004, il Commissario Straordinario dell'Ente, nella persona del signor Piero Piras, che ha provveduto all'approvazione dei predetti bilanci nonché all'emissione dei ruoli.
Attualmente, il Commissario straordinario sta predisponendo il nuovo P.o.v. e gli adempimenti necessari per arrivare alla elezione del nuovo Consiglio dei delegati, adempimento che è previsto per il marzo 2005.
Le organizzazioni sindacali aziendali, sentite in merito, hanno manifestato pertanto l'intenzione di riprendere la vertenza relativa al nuovo P.o.v., una volta insediati i nuovi amministratori.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la So.pro.di.me.c. srl ha sottoscritto un preliminare di acquisto di un immobile di proprietà della «TMA srl», versando una cospicua caparra; pochi giorni prima della stesura del rogito notarile per l'acquisto definitivo dell'immobile, la TMA srl subiva una procedura concorsuale fallimentare
la società So.pro.di.me.c. srl è stata inserita dal ministero delle attività produttive nelle graduatorie delle imprese che hanno diritto alle agevolazioni finanziarie previste dalla legge n. 488 del 1992;
la mancata acquisizione dell'immobile costituisce un grave danno per la società, vista l'esposizione finanziaria già effettuata nei confronti della TMA che non ha dato i frutti sperati;
al curatore fallimentare è stato fatto presente che il piano di sviluppo di impresa prevede l'acquisto dell'immobile e che lo stesso consentirebbe di avviare il processo per l'assunzione di 102 unità lavorative, fatto estremamente importante nel quadro occupazionale campano;
la società So.pro.di.me.c. srl ha chiesto di poter acquistare l'immobile per dare inizio al proprio piano di sviluppo anche in considerazione di altre trattative avviate dal curatore riguardanti altri beni;
l'attuale situazione, in cui versa la So.pro.di.me.c. rischia seriamente di compromettere la stabilità dei rapporti di lavoro dei dipendenti della stessa azienda -:
se ritengano di adottare iniziative a salvaguardia degli attuali livelli occupazionali della società citata in premessa.
(4-08843)
Conseguentemente la Soprodimec ha formulato specifica istanza di ammissione al passivo per il recupero della caparra versata.
Attualmente, ai fini della vendita dell'immobile, gli organi della curatela hanno ritenuto opportuno far stimare l'immobile nominando un consulente tecnico d'ufficio. Successivamente si procederà alla nomina del notaio per la relazione ipo-catastale, atto necessario per l'emanazione dell'ordinanza di vendita.
In seguito, con l'adozione delle opportune forme di pubblicità, la Soprodimec potrà concorrere all'acquisto dell'immobile, con altri eventuali concorrenti, secondo le regolari forme della vendita con o senza incanto, essendo preclusa, per ovvie esigenze di trasparenza, la vendita a trattativa privata.
Con riguardo ai contributi finanziari pubblici, si comunica che con decreto ministeriale n. 114003 del 12 febbraio 2002 è stato concesso in via provvisoria alla ditta Soprodimec srl un contributo in c/impianti pari a euro 1.979.229,00 a fronte di investimenti ammessi per euro 8.612.951,71 per un progetto di ampliamento con trasferimento dell'azienda nell'ambito di una unità produttiva ubicata in Napoli.
In merito alla realizzazione del programma oggetto delle agevolazioni è pervenuta, in data 18 maggio 2004, da parte della Banca concessionaria Centrobanca - SF Spa, la proposta di revoca delle agevolazioni in quanto la ditta, a fronte del programma approvato, non ha dimostrato di aver sostenuto spese, per un importo complessivo, in misura pari a quella necessaria per richiedere la prima quota del contributo che, a fronte del decreto modificativo, doveva essere pari al 33,3 per cento alla data del 18 aprile 2004. Inoltre, il programma originario risulterebbe a tutt'oggi di fatto non avviato.
L'azienda ha chiesto ed ottenuto con valuta 13 settembre 2002 la prima quota per anticipazione pari a euro 659.743,00.
In fase di avvio del procedimento di revoca l'impresa verrà invitata a rappresentare le proprie ragioni in sede di partecipazione
Relativamente agli asseriti danni che alla società Soprodimec derivano dalla mancata acquisizione dell'immobile in oggetto, la sezione fallimentare del Tribunale di S. Maria Capua Vetere ha, preliminarmente, ribadito i seguenti principi:
a) secondo l'articolo 104 legge fallimentare il curatore può procedere alla vendita dei beni solo dopo il decreto previsto dall'articolo 97 legge fallimentare (decreto di chiusura dello stato passivo);
b) in base al successivo articolo 108 legge fallimentare la vendita degli immobili deve farsi con incanto (salva la proposta del curatore che induca il giudice delegato ad ordinare, sentito il comitato dei creditori, la vendita senza incanto).
a) il decreto di esecutività dello stato passivo è stato emesso nel mese di gennaio 2004 in tempi pressoché «record», tenuto conto che la verifica dello stato passivo ha impegnato il giudice delegato ed il curatore nell'esame di centinaia di domande di ammissione al passivo (a seguito di alcune decine di udienze di verifica celebrate in meno di due anni dall'apertura del fallimento);
b) è evidente che, stante la ricordata preclusione di cui all'articolo 104 legge fallimentare, nessuna operazione di liquidazione poteva essere intrapresa prima della chiusura delle operazioni di verifica;
c) ciò nonostante, nel mese di novembre 2003 e proprio allo scopo di accelerare comunque i tempi della liquidazione (essendo ormai prossima la chiusura delle operazioni di verifica), il giudice delegato ritenne opportuno procedere alla stima dell'immobile prodromica alla vendita, nominando un consulente tecnico d'ufficio. Espletato l'incarico e depositato l'elaborato peritale, quest'ultimo è stato rimesso al curatore in data 5 marzo 2004, al fine di consentire la formulazione delle richieste conseguenziali (nella specie, l'istanza di nomina del notaio per la relazione ipo-catastale, ultimo atto prodromico all'emanazione dell'ordinanza di vendita).
a) la società Soprodimec non vanta alcun diritto sull'immobile in questione, essendo lo stesso acquisito alla massa attiva;
b) la posizione dell'istante è in definitiva - allo stato - analoga a quella di un potenziale acquirente di un bene da vendere secondo le regolari forme della vendita con o senza incanto;
c) a seguito della chiusura dello stato passivo, la procedura di vendita, in data 20 maggio 2004, è stata delegata interamente al notaio R. Orsi di S. Maria Capua Vetere.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
dal 9 maggio alcuni attivisti di Greenpeace stanno bloccando la nave coreana Keoyang Majesty al largo di Chioggia (Venezia), per impedire che possa scaricare in porto 40 mila tonnellate di soia, proveniente dall Argentina, che gli ecologisti affermano essere di produzione Ogm;
il movimento ecologista Greenpeace ha inviato, l'11 maggio, un esposto alla Capitaneria di porto, dogana, Carabinieri e Ispettorato repressione frodi alimentari in quanto il comandante della nave avrebbe affermato di non possedere la documentazione riguardante il carico di soia, prevista dalla normativa europea;
uno dei pericoli di introdurre nel territorio prodotti contenenti OGM è la
se non ritengano di dover adottare tutte le misure necessarie per verificare se il carico trasportato rispetti le norme sull'etichettatura e sulla tracciabilità di alimenti e mangimi contenenti Ogm o loro derivati, così come previsto dalla normativa comunitaria;
se non ritengono doveroso attivare controlli sulla rintracciabilità dei prodotti, impegnarsi per difendere le produzioni tipiche del nostro paese e salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori.
(4-10019)
Per quanto riguarda il regolamento (CE) n. 1830/2003, concernente la tracciabilità e l'etichettatura degli Ogm nonché di alimenti e mangimi ottenuti da Ogm, citato nell'interrogazione parlamentare in parola, l'articolo 4 prevede che, nella prima fase di immissione in commercio di un prodotto contenete un Ogm o da esso costituito, l'operatore trasmetta per iscritto l'identificatore unico che consente di individuare gli elementi caratteristici dell'evento in questione.
Lo stesso regolamento prevede, però all'articolo 5, che nel caso di alimenti o mangimi ottenuti da Ogm l'operatore trasmetta e conservi unicamente informazioni riguardanti le materie prime e gli ingredienti di tali prodotti, senza l'obbligo di indicare l'identificatore unico che consente, come si è detto, di individuare con precisione l'evento in questione.
L'articolo 9 del citato regolamento, richiamato nell'interrogazione parlamentare, riguarda l'obbligo della Commissione Europea o, se del caso, degli Stati membri, di trasmettere alla BCH (Biosafety Clearing House) le informazioni relative alle decisioni adottate circa l'immissione in commercio di Ogm destinati all'uso diretto nell'alimentazione umana o animale. In questo caso, l'informazione deve essere trasmessa alla BCH entro 15 giorni dalla decisione adottata.
L'articolo 45 del regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, anch'esso richiamato nell'interrogazione parlamentare, riguarda le sanzioni che gli Stati membri debbono stabilire e applicare nei casi di inosservanza delle disposizioni contenute nel medesimo regolamento. Benché tali sanzioni non siano ancora oggetto di un provvedimento normativo nazionale (risulta comunque che i lavori delle amministrazioni interessate alla definizione di tali sanzioni siano in corso), nel caso in esame non sembra comunque prefigurarsi un'infrazione specifica delle norme in materia di etichettatura stabilite dal citato regolamento 1829/2003 (si vedano in particolare gli articoli 24, 25, 26, 46 e 47).
L'unica infrazione che potrebbe in realtà configurarsi in relazione ai fatti richiamati nell'interrogazione parlamentare, riguarda l'eventuale immissione in commercio di soia geneticamente modificata che non sia stata oggetto di una preventiva decisione
Per quanto riguarda l'eventuale immissione di soia geneticamente modificata (GM) non autorizzata, si ricorda che attualmente nell'Unione Europea l'unico tipo di soia GM autorizzata, con Decisione n. 96/281/EC del 3 aprile 1996, è la seguente:
Glycine max L. cv A5403 (Roundup Ready soybeans). Tratto inserito: Tolleranza all'erbicida Glifosato; Metodo di inserimento: Bombardamento di cellule o tessuti della pianta con microparticelle; Utilizzo: Consumo umano e produzione di mangimi; Prodotto da: Monsanto Europe Company.
A seguito degli eventi menzionati nell'interrogazione parlamentare in oggetto, il Ministero dell'ambiente ha provveduto ad attivare i Carabinieri del Comando carabinieri per la Tutela dell'ambiente (CCTA), che hanno provveduto, in collaborazione con altri Corpi preposti alla vigilanza e controllo, ad effettuare verifiche accurate sulla qualità del carico della nave oggetto dell'iniziativa di Greenpeace cui si riferisce l'interrogazione, nonché della documentazione che accompagnava tale carico.
Questo Ministero ha, inoltre, convocato una prima riunione interministeriale presso la Direzione protezione natura in data 21 aprile 2004, per avviare l'iter per la messa a punto del decreto sulle sanzioni relative alle violazioni dei nuovi Regolamenti comunitari su alimenti e mangimi geneticamente modificati (Reg.(CE)1829/2003) e su etichettatura e tracciabilità degli Ogm (Reg.(CE)1830/2003). Il decreto sarà presentato per l'approvazione preliminare al Consiglio dei ministri.
Si precisa, comunque che, allo stato, la competenza dei controlli su etichettatura e tracciabilità non è di questa Amministrazione. In ogni caso, si ribadisce che i controlli effettuati dal CCTA hanno riscontrato che il materiale conteneva eventi transgenici, con la relativa documentazione d'accompagnamento. Non essendo specificato l'evento presente (come del resto previsto dalla norma in vigore), e non essendo pervenuto a questa Amministrazione il risultato delle analisi effettuate, non è possibile, allo stato, confermare se si tratti di eventi transgenici autorizzati.
La specifica dell'evento è obbligatoria in caso di Ogm viventi (semi e simili) ma non in caso di farine o altri derivati (olio, fibre...). Il carico della nave oggetto dell'iniziativa di Greenpeace trasportava soprattutto farina di soia. Tuttavia, è da verificare se altri prodotti trasportati (pellet di soia) non contengano semi in grado di germinare: i risultati di queste analisi non sono ancora pervenuti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.