Allegato B
Seduta n. 583 del 9/2/2005


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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
un elevato numero di aziende artigiane ed industriali trevigiane sono da tempo, loro malgrado, oggetto di verbali di accertamento da parte degli ispettori Inps e Inail e di notifiche di cartelle esattoriali, perché considerate responsabili di evasioni contributive;
la vicenda trae origine dalla decisione - causa la mancanza nel corso degli ultimi 6-7 anni nel Nordest di personale operaio qualificato e specializzato, soprattutto nella lavorazione del metallo (meccanici,


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saldatori, carpentieri, pulitori) - di molte aziende locali di appaltare ad altre imprese specializzate l'esecuzione di singole o specifiche porzioni del proprio ciclo produttivo. Tale decisione, del tutto normale per le aziende locali in quanto rientrante nella fattispecie di appalto lecito ex articolo 1655 del codice civile ovvero di contratto d'opera ex articolo 2222 del codice civile, è stata invece ritenuta da Inps ed Inail in aperta violazione del divieto di interposizione di manodopera di cui alla legge n. 1369/1960, con conseguente messa a carico dell'azienda committente dei dipendenti dell'impresa esecutrice, in quanto le società fornitrici risultavano prive dei requisiti di cui all'articolo 2 della legge n. 196/1997;
è quanto è accaduto alla Nuova Enopieve Srl per aver affidato alla C.M.M.I. Srl l'incarico per l'esecuzione di silos in acciaio inox e che oggi si vede contestato di aver impiegato, nei periodi maggio-luglio 1999 e maggio-agosto 2000, tre operai forniti dalla C.M.M.I. Srl, con una cartella esattoriale pendente dell'importo di euro 10.000,03;
secondo la giurisprudenza e secondo le interpretazioni del Ministero del lavoro si configura l'illecito appalto di manodopera quando i lavoratori sono inseriti nel ciclo produttivo dell'azienda committente; nei casi in cui, invece, la consistenza dei mezzi materiali necessari per l'esecuzione dell'opera o del servizio è assai rarefatta, è difficile la distinzione tra le due fattispecie. In tali casi, infatti, l'oggetto dell'appalto finisce per coincidere, in grandissima parte, con le prestazioni fisiche degli operai dell'appaltatore e tende a risolversi dunque nella mera organizzazione del lavoro, tanto è che la giurisprudenza, al fine di accertare la sussistenza di una violazione dell'articolo 1 della legge n. 1369/1960, verifica l'esistenza o meno di una autonomia organizzativa e gestionale dell'appaltatore, che assume su di sé l'organizzazione dei propri uomini e/o mezzi;
per le aziende venete era, peraltro, del tutto normale, sotto il profilo logistico-organizzativo, affidare la costruzione di uno specifico prodotto presso il piazzale esterno dell'azienda medesima o addirittura direttamente presso il cantiere ove il prodotto è destinato a servire, al fine di evitare trasporti troppo lunghi e costosi;
si deve, altresì, tener conto che l'introduzione nel nostro ordinamento del lavoro interinale ad opera della legge 24 giugno 1996, n. 1997 (meglio nota come Pacchetto Treu) ha di fatto provocato il proliferare di società non autorizzate che, allo scopo di presentarsi come agenzie operanti sul mercato regolarmente, rendevano dichiarazioni e talvolta documenti falsi, contribuendo a confondere e ad indurre in errore molti imprenditori, che oggigiorno si ritrovano, appunto, a dover rimborsare agli istituti previdenziali ingenti oneri contributivi, nonostante le fatture salate già pagate alle false agenzie;
secondo i dati in possesso di Unindustria di Treviso, a partire dal 1998 in Veneto si sono presentate innumerevoli imprese che, esibendo opportuna documentazione (iscrizione a CCIAA, INAIL e INPS; regolarità dei documenti di lavoro dei propri dipendenti, referenze per lavori già svolti; disponibilità di mezzi e attrezzature adeguate, eccetera) proponevano alle aziende locali l'esecuzione di opere o di servizi che andavano incontro alle loro necessità e, nel tempo, si sono poi rivelate imprese «fantasma», nel senso che operavano per brevi periodi per poi cessare e ricomparire sul mercato con altro nome e a volte sede;
le contestazioni dell'Inps, si basano su una normativa - la legge n. 1369/1960, appunto - la cui ambiguità ha generato un lungo contenzioso giudiziario che pone a rischio la sopravvivenza stessa di molte delle aziende coinvolte; del resto che si trattasse di normativa dubbiosa oramai anacronistica è confermato dalla sua abrogazione ad opera del decreto legislativo n. 276 del 2003, attuativo della Riforma Biagi -:
se alla luce dell'abrogazione della citata legge n. 1369 del 1960 non si ritenga


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opportuno adottare una opportuna iniziativa normativa volta ad escludere chiaramente l'applicazione di essa alle fattispecie passate, e a consentire di definire il contenzioso generato e che si potrebbe ancora generare, tenuto conto che le aziende artigiane ed industriali trevigiane hanno agito in buona fede e sono in realtà vittime di eventuali inadempienze delle imprese esecutrici e considerato che le somme addebitate dall'Inps potrebbero non essere mai incassate dall'Istituto per il rischio di fallimento di molte aziende.
(2-01460)«Luciano Dussin».

Interrogazione a risposta scritta:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Servizio per il Controllo Parlamentare della Camera dei deputati ha presentato la tabella analitica per Ministero su atti inviati e atti attuati dall'inizio della XIV legislatura al 30 settembre 2004;
il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali su 147 atti ricevuti ha dato attuazione a 44, con una percentuale del 29,93 per cento;
il tasso di attuazione, dunque, risulta piuttosto basso, anche in relazione alle grandi trasformazioni messe in campo dal Governo in carica sia in tema di istituti giuslavoristici sia in tema di pensioni;
appare necessario che il dicastero sia più vigile rispetto agli impegni che il Parlamento assume e trasmette al Governo per la loro attuazione, soprattutto in considerazione del fatto che è ambizione dell'esecutivo assicurare la massima attenzione alla sfera dei problemi che riguardano i lavoratori ed i pensionati -:
quali siano gli atti pervenuti dalla Camera dei Deputati di maggiore rilievo ritenuti oggettivamente attuabili entro il termine della XIV legislatura, e quali siano le ragioni che hanno sin qui impedito l'attuazione degli atti in misura percentuale più elevata rispetto a quella registrata dal Servizio per il Controllo Parlamentare della Camera dei Deputati.
(4-12838)