Risposta. - Il comportamento assunto dal comune di Bisceglie contrasta con la normativa vigente, che consente alle amministrazioni locali di disporre liberamente della propria bandiera, ma non di quelle nazionali ed europea, la cui gestione è rimessa al Governo, che esprime il potere esecutivo della Repubblica e dispone, pertanto, l'impiego dei simboli ufficiali di essa, in conformità alla legge.
in una dichiarazione apparsa sul quotidiano la Repubblica del 9 marzo 2004 ha ammesso che: «i prezzi dei carburanti hanno subito un'impennata sospetta che desta preoccupazioni nella categoria. Incrementi di questa portata non sono compatibili con la realtà visto che il prezzo del greggio incide solo per il 14 per cento sul prezzo finale. La responsabilità è di chi specula» -:
Risposta. - In esito a quanto rappresentato nell'interrogazione in esame si fa presente in via preliminare che concorrono alla formazione del prezzo della benzina il costo industriale, l'accisa, l'IVA e, nelle regioni a statuto ordinario, l'imposta regionale, ove istituita.
disagi nella circolazione che rischiano di divenire insopportabili per gli utenti e per le popolazioni;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, l'ANAS S.p.a., interessata al riguardo, informa che la deviazione del traffico in località La Madonnuccia lungo la E45 è stata resa necessaria per eseguire i lavori di consolidamento dell'impalcato del viadotto «Bisolla».
Risposta. - La questione dei crediti delle imprese italiane nei confronti della Libia (per un ammontare di oltre 600 milioni di euro) continua a rappresentare una priorità del negoziato bilaterale con Tripoli per la chiusura delle pendenze del passato. Come noto, tale questione ebbe inizio nel corso degli anni ottanta, quando da parte delle Autorità libiche fu impartita la disposizione di non onorare i contratti sottoscritti con imprese italiane. Vennero pertanto bloccati tutti i pagamenti per beni e servizi ricevuti, anche nel caso in cui le somme erano già state depositate presso le banche libiche per il successivo accredito in Italia.
Risposta. - Il Governo italiano, d'intesa con i partner europei, ha sempre seguito con attenzione il caso del fisico nucleare israeliano Vanunu, effettuando anche dei passi presso le competenti Autorità israeliane per ottenere un trattamento umanitario e di clemenza nei confronti dello stesso.
che ha preparato nello stesso periodo, e dalle affermazioni che ha fatto durante i procedimenti giudiziari, è chiaro che vi è un pericolo tangibile che con un alto livello di probabilità Vanunu voglia divulgare segreti di Stato».
che utilizzeranno la A4, dedicando a tal fine, con la collaborazione della direzione lavori del cantiere, un sistema di informazione tempestivo;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, l'ANAS spa, interessata al riguardo, ha comunicato che gli ampliamenti a tre o a quattro corsie della sede autostradale avvengono, di prassi, con una organizzazione dei lavori che consente di minimizzare le interferenze dei cantieri con il traffico veicolare. Anche in occasione degli interventi di ampliamento della Milano-Bergamo, sarà sviluppato un programma di informazione all'utenza basato sull'istallazione di cartelloni informativi sulla natura e durata dei lavori e sull'utilizzo di portali a messaggio variabile.
in sicurezza questo svincolo costerebbe non più di 4.000.000 di euro -:
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si rappresenta che in data 21 settembre 2004 il Commissario Straordinario per l'emergenza socio-ambientale, nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il decreto di approvazione del progetto definitivo del passante di Mestre che unirà due rami della A4 e della A27 per Belluno, decongestionando l'attuale tangenziale di Mestre gravata quotidianamente da circa 180 mila veicoli.
Risposta. - La «Società Mercurio S.r.L.», nell'ambito della realizzazione di una campagna pubblicitaria per «Conto Arancio», ha inoltrato una richiesta di autorizzazione al fine della effettuazione di uno spot con la presenza, in alcune scene, di situazioni riconducibili all'attività svolta dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame l'ANAS Spa, interessata al riguardo, fa presente che l'itinerario della strada statale n. 597 «del Logudoro», la quale collega Olbia a Sassari, è composta dai seguenti tratti:
1o tratto - dalla strada statale 131 a Su Campu.
stradale informa che il Compartimento ANAS di Cagliari impegna circa 150 mila euro annui per la manutenzione ordinaria. Nell'ultimo anno sono stati eseguiti interventi di manutenzione straordinaria per l'installazione di barriere metalliche per un importo di 1 milione 600 mila euro.
2o tratto da Su Campu allo svincolo di Monti.
3o tratto da Monti ad Olbia.
Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, il ministero degli affari esteri, a seguito di una specifica nota informativa dell'Ambasciata d'Italia a Washington, ha comunicato che, pur non essendoci elementi circa un eventuale incontro a Roma, nel dicembre 2001, di inviati americani con cittadini iraniani o esponenti dell'amministrazione o del Governo italiano, risulta che sul funzionario del Pentagono Larry Franklin, menzionato nell'atto di sindacato ispettivo presentato, siano in corso accertamenti - non ancora conclusi, e su cui vige la riservatezza - da parte delle Autorità federali in ordine all'accusa di aver fornito al governo israeliano informazioni classificate sull'Iran.
per la ricerca di armi di distruzione di massa in Iraq) ha recentemente consegnato un rapporto - di pubblico dominio - nel quale si afferma che detta Commissione non ha trovato prove al riguardo. Il capo del programma nucleare iracheno precedentemente al 1991, Ja'far Diya' Ja'far, ha da parte sua dichiarato alla predetta Commissione che l'Iraq non ha importato uranio all'estero successivamente ad un acquisto di materiale fissile dal Niger, avvenuto nel 1981.
Risposta. - Com'è noto, a seguito della sentenza dichiarativa di fallimento della società calcistica, il Tribunale Fallimentare di Foggia ha autorizzato l'esercizio provvisorio dell'attività, consentendo in tal modo di porre in vendita all'asta l'azienda sportiva, ma con il mantenimento del titolo sportivo.
noto che sino ad ora sono stati stanziati finanziamenti per oltre venti milioni di euro agli enti sportivi e che gli interventi hanno interessato sia le strutture calcistiche che quelle polifunzionali della città e della provincia di Foggia, in un'ottica di promozione dell'esercizio delle diverse discipline sportive, rivolta, tra l'altro, anche ad incentivare la partecipazione giovanile a tali attività.
Risposta. - La questione dei crediti delle imprese italiane nei confronti della Libia (per un ammontare di oltre 600 milioni di euro) continua a rappresentare una priorità del negoziato bilaterale con Tripoli per la chiusura delle pendenze del passato. Come noto, tale questione ebbe inizio nel corso degli anni ottanta, quando da parte delle Autorità libiche fu impartita la disposizione di non onorare i contratti sottoscritti con imprese italiane. Vennero pertanto bloccati tutti i pagamenti per beni e servizi ricevuti, anche nel caso in cui le somme erano già state depositate presso le banche libiche per il successivo accredito in Italia.
Esteri Siala, si è sottolineata la convergenza degli interessi dei due Paesi nell'attuale fase di apertura e di modernizzazione dell'economia libica.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, l'ANAS spa, interessata al riguardo, fa presente che l'adeguamento della strada statale 401 «Ofantina», nel tratto compreso tra il chilometro 14+700 ed il chilometro 29+300, rientra tra gli interventi inseriti nel Piano Pluriennale della Viabilità 2003-2012, in corso di approvazione e esaminato con parere favorevole dalla Conferenza unificata il 28 ottobre 2004. L'investimento previsto per l'ammodernamento ammonta a 13,934 milioni di euro.
Relativamente a detti interventi è in corso di redazione la progettazione preliminare.
Risposta. - La Difesa ha sempre considerato con la massima attenzione la questione evidenziata dagli interroganti, nell'ottica di contemperare le attività di natura addestrativa svolte presso il Poligono di Capo Teulada con le esigenze connesse all'esercizio della pesca nelle aree interdette.
delle indennità dello stesso anno. Infatti, ai sensi del decreto legislativo n. 154/2004 (articolo 14, comma 7), le disposizioni in materia di servitù militari n. 898/1976), si applicano anche allo «sgombero di specchi d'acqua interni e marini». In esito a ciò:
Per quanto concerne la riduzione delle aree interdette, è stata disposta la riduzione del 50 per cento delle stesse, eliminando lo sgombero nella zona E311, ove sarà consentita la pesca e il transito per quasi tutto l'anno, ad eccezione di soli venti giorni in cui la suddetta area sarà interdetta per le esercitazioni navali.
proiettili e solo dopo che le vedette preposte al controllo della sicurezza dell'area avevano verificato che le imbarcazioni si trovavano esternamente alla campana di sgombero, veniva autorizzata la ripresa dell'attività.
del professor Carlo Rubbia, già alla guida dell'ente dal 1999 all'ottobre 2001, in veste di Commissario straordinario, essendo pervenuta dall'Enea una documentazione, distribuita ai senatori, concernente le pregresse esperienze di studio e professionali del candidato;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, con la quale vengono chiesti elementi informativi in ordine agli organi dell'Enea e al nuovo comparto di afferenza ex articolo 21 del decreto legislativo 3 settembre 2003, n. 257 di riordino dell'Ente, si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri e si fa presente quanto segue.
è rimessa alla competenza della contrattazione collettiva quadro l'individuazione del comparto entro cui collocare il personale dipendente dell'ENEA (cfr. l'articolo 40, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che recita: «Mediante appositi accordi tra l'ARAN e le confederazioni rappresentative, sono stabiliti i comparti della contrattazione collettiva nazionale riguardanti settori omogenei o affini). Attraverso tale disposizione, la legge determina il superamento del precedente assetto, che inquadrava i dipendenti dell'Enea nel contesto di un procedimento di contrattazione collettiva parzialmente differente rispetto a quello relativo ai comparti di contrattazione, innanzitutto perché lo stesso avveniva con riferimento ai cosiddetti «monocomparti», definiti direttamente dall'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, fra i quali era inclusa l'ENEA;
comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001.
Attraverso tale lettera le stesse Organizzazioni sindacali hanno espresso la propria volontà di addivenire al più presto all'emanazione dei contratti «per limitare gli effetti dell'erosione inflattiva sulle retribuzioni del personale dell'Ente», con ciò convergendo sulla volontà sottesa all'emanazione degli atti di indirizzo sulla vacanza contrattuale che, facendo riferimento ancora al «monocomparto» dell'Enea ai sensi dell'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, implicitamente avallano la tesi relativa alla decorrenza dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 257 del 2003 a partire dalla tornata contrattuale successiva a quella in corso.
Risposta. - Si fa preliminarmente presente che la materia dell'aumento dei prezzi delle materie prime nel settore degli appalti pubblici risulta attualmente disciplinata dall'articolo 26 della legge n. 109 del 1994 che, dopo aver ribadito l'abrogazione dell'istituto della revisione prezzi, ha introdotto, con il comma 4, il meccanismo del prezzo chiuso.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, l'ANAS S.p.A., interessata al riguardo, ha comunicato che i lavori di ammodernamento del tratto di autostrada Curinga-Lamezia Terme corsia nord furono affidati all'Associazione temporanea di imprese Mambrini-Carchella ed il relativo contratto fu in seguito rescisso, ai sensi dell'articolo 340 della legge 2248/1865, per le gravi inadempienze della stessa.
3 milioni di euro. Tra questi lavori erano comprese alcune demolizioni tra cui quella relativa all'impalcato del viadotto sul fiume «Amato» in carreggiata nord.
Risposta. - In relazione all'interrogazione indicata in esame, sentita l'azienda di distribuzione competente nella zona interessata (Enel distribuzione), si forniscono i seguenti chiarimenti.
affidato in appalto il lavoro, in quanto colti da improvviso malore per l'eccessivo caldo, la durata dell'intervento si è protratta per circa 14 ore (fino alle ore 22 circa), cioè per circa 7 ore in più della durata inizialmente prevista.
Risposta. - Nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre 2002 la motonave Venus, battente bandiera libanese, si è incagliata ed è naufragata sulla costa di Castiglioncello.
2003, relativamente al territorio del comune di Rosignano Marittimo fino al 31 gennaio 2004, e la successiva ordinanza di protezione civile, n. 3324 del 7 novembre 2003, ha posto in essere misure urgenti di carattere straordinario per la rimozione e la demolizione della motonave.
dell'Anas tipo shadow toll. In effetti la Pizzarotti anticiperebbe i soldi necessari, in cambio di una concessione remunerata della durata di 33 anni e 7 mesi, di cui 30 per la gestione e 3 anni e 7 mesi per la progettazione definitiva, le autorizzazione e la costruzione;
Risposta. - Il progetto per la costruzione del tratto autostradale Sassuolo-Campogalliano, eseguito su commissione dell'Anas, prevede la realizzazione di un'infrastruttura a caratteristiche autostradali con intersezioni e svincoli a livelli sfalsati tale da collegare l'autostrada A22 con la strada statale 467 «Pedemontana» lungo la direttrice nord-sud.
Risposta. - Gli incrementi tariffari del settore autostradale decorrono, a norma delle convenzioni vigenti approvate e rese esecutive con apposito decreto emanato dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, dal 1o gennaio di ciascun anno.
Quanto sopra, riferisce l'Anas, ad esclusione di circa 712 chilometri di carreggiate nord/sud - di cui 342 chilometri sull'autostrada A14 e 370 chilometri sull'autostrada A1 - dove la superficie drenante verrà stesa durante i lavori di potenziamento che sono in fase di esecuzione o di prossimo avvio e circa 130 chilometri di carreggiate nord/sud con pendenze del 4-5 per cento su cui, stante la complessa gestione dello spargimento delle speciali sostanze antighiaccio, non è idoneo l'utilizzo della pavimentazione drenante.
Risposta. - In riferimento alle problematiche evidenziate con l'interrogazione parlamentare indicata in oggetto, l'ANAS
S.p.A., interessata al riguardo, relativamente ai finanziamenti pubblici alla società Autostrade Meridionali ed alla Tangenziale di Napoli, ha riferito che tutti i contributi erogati ad ogni società devono obbligatoriamente essere registrati nelle scritture contabili e trovare evidenza nei Bilanci d'esercizio conformemente ai principi contabili adottati. Contabilmente, i contributi pubblici sono portati in riduzione del valore dei cespiti devolvibili, indicati nell'attivo dello stato patrimoniale, ed indicati in apposito prospetto della nota integrativa al Bilancio.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, si fa presente che, in attuazione e in conformità ai criteri stabiliti dal contratto collettivo di lavoro integrativo sottoscritto il 25 ottobre 2000, e dai successivi accordi, questo Ministero, con decreto (pubblicato sul Bollettino Ufficiale del 28 marzo 2002), ha indetto una procedura di riqualificazione per la copertura di 950 posti nel profilo professionale di assistente amministrativo - posizione economica B3.
Risposta. - Il Governo italiano, d'intesa con i partner europei, ha sempre seguito con attenzione le vicende legate alla sicurezza dei volontari che operano nei Territori Occupati, cercando di assicurare l'adeguata
assistenza consolare a tutti i cittadini italiani che siano oggetto di misure arbitrarie o incontrino difficoltà ingiustificate con le Autorità in Israele e nei Territori palestinesi. Il Governo ha altresì espresso ferma condanna sulle violenze ai danni dei volontari internazionali, sottolineando l'inaccettabilità di qualsiasi violazione dei diritti umani nei confronti della popolazione civile.
Risposta. - Come è noto, il territorio comunale in questione è interessato, in larga parte, dai resti dell'antica civitas di Herdonia, resti messi in luce attraverso una serie di ricerche e di scavi, cui ha contribuito l'Amministrazione statale, quella regionale ed anche il Comune di Ordona, come attuatore del progetto conseguente al relativo Accordo di programma quadro.
Risposta. - La Costa d'Avorio si trova attualmente ad attraversare una delle fasi più drammatiche della crisi, apertasi nel settembre 2002 a seguito del tentativo di colpo di stato di un gruppo di militari ribelli che ha portato ad una divisione di fatto del Paese in due parti: il nord occupato dai ribelli ed il sud sotto controllo governativo. Il processo di pace in Costa d'Avorio sembrava aver compiuto importanti progressi con la conclusione degli Accordi di Accra il 30 luglio scorso, che stabilivano un calendario per l'adempimento degli impegni stabiliti negli accordi di pace di Linas Marcoussis (gennaio 2003). Tuttavia, l'attuazione degli stessi è rimasta sostanzialmente paralizzata.
Risposta. - In base a quanto disposto dall'articolo 5 della legge 27 dicembre 2001, n. 459 sul voto all'estero per corrispondenza, l'elenco unico aggiornato dei residenti all'estero - finalizzato alla predisposizione delle liste elettorali distinte secondo le ripartizioni della Circoscrizione estero - si ricava dall'unificazione dei dati delle anagrafi dei cittadini italiani all'estero e degli schedari consolari.
per gli Italiani nel Mondo, del ministero degli affari esteri, del ministero dell'interno, del Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie e dei comuni, ha deciso di procedere subito ad una nuova operazione di allineamento delle due banche dati, che si concluderà entro la metà del mese di dicembre 2004 e che determinerà l'aggiornamento - a quella data - dell'elenco unico dei cittadini italiani residenti all'estero.
Risposta. - La questione sollevata nell'atto di sindacato ispettivo in esame risulta superata poiché il Prefetto di Pordenone, con decreto del 9 settembre 2004, ha annullato l'ordinanza del Sindaco di Azzano Decimo (Pordenone).
e repressione contro i manifestanti pacifisti che sono culminati, nel pomeriggio di domenica, a margine della manifestazione europea contro la guerra, con il fermo di due italiani, quello di Andrea Olivieri, che si sta protraendo da alcune ore, e quello di Vittorio Sergio, fermato per possesso di sostanze nocive e poi rilasciato perché in possesso di una semplice bottiglietta di liquido per lenti a contatto -:
Risposta. - Il signor Vittorio Sergio è stato fermato in quanto visto gettare un tubo di plastica che conteneva un liquido trasparente. Nei suoi confronti è stato deciso il non luogo a procedere quando il liquido è risultato innocuo, il suo fermo, durato fino alla tarda sera del 17 ottobre 2004, è proseguito più a lungo del previsto perché il signor Sergio aveva manifestato obiezioni sulle procedure seguite.
in data 11 novembre 2004 in occasione del decesso del leader dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Yasser Arafat, all'esterno dell'edificio di Palazzo di città del comune di Bisceglie è stata esposta la bandiera nazionale a mezz'asta in segno di lutto affiancata da quella palestinese e da quella comunemente nota come bandiera della pace -:
se il comportamento assunto dal comune di Bisceglie sia conforme alla vigente disciplina in materia di esposizione della bandiera nazionale sugli edifici pubblici;
se vi siano state disposizioni in merito da parte della presidenza o della prefettura di Bari;
i provvedimenti che si intendano assumere qualora venisse accertata la violazione della norma su riportata.
(4-11634)
Nella circostanza in esame, non ci sono state disposizioni, né da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, né da parte della prefettura di Bari in ordine alla esposizione della bandiera nazionale.
Si fa, altresì, presente che il prefetto di Bari, venuto a conoscenza di quanto accaduto, ha rivolto un richiamo al sindaco di Bisceglie.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
il prezzo della benzina è ormai insostenibile per i cittadini italiani e per la competitività del nostro sistema produttivo. Mentre per gli altri paesi europei l'impennata del petrolio rappresenta solo un ostacolo lungo la strada virtuosa del contenimento del costo della vita, per l'Italia, invece, si è rivelata, sotto questo aspetto, un serio problema;
il prezzo della benzina verde continua a viaggiare tra 1,09 euro e 1,1 euro con un aumento di 2 centesimi al litro in un mese. La nostra benzina è la più cara d'Europa superando di 3,7 centesimi la media Ue. Si prevede che il mese di marzo si possa concludere con un incremento del 2,2 per cento sul mese di febbraio. Ciò si dovrebbe tradurre in un incremento dello 0,05 per cento della variazione mensile dei prezzi, atteso che ogni aumento dei carburanti di 0,036 euro in un mese produce un rialzo dell'inflazione dello 0,1 per cento;
considerando che complessivamente a marzo l'aumento mensile dell'inflazione dovrebbe essere dello 0,3 per cento, l'incidenza positiva della benzina sul dato finale potrebbe essere di un sesto in quanto al carburante per l'autotrazione va aggiunto infatti il gasolio da riscaldamento;
ma se per ora gli effetti del caro-greggio saranno «limitati», perché riguarderanno solo i carburanti, entro l'estate sono destinati ad amplificarsi qualora i prezzi del petrolio dovessero mantenersi su questi livelli. È infatti facilmente prevedibile il rincaro delle bollette di luce e gas, che, con il riscaldamento, incidono per il 3,3 per cento sul calcolo del carovita;
le proposte sanzionatorie, peraltro tardive, suggerite dal Ministro delle Attività Produttive per far scendere il prezzo della benzina, tra cui l'istallazione ai caselli autostradali di cartelli con l'indicazione dei prezzi praticati e le distanze delle diverse aree di servizio, non risolvono il problema, poiché offrono soltanto la possibilità al consumatore di scegliere, ma non lo tutelano efficacemente dall'ingiustificato lievitare dei prezzi;
la fiscalità troppo elevata è invece unanimemente riconosciuta come una delle cause principali del caro-benzina. È stato calcolato che il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte alcune delle quali risultano davvero sconcertanti, come ad esempio:
1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
14 lire per la crisi di Suez del 1956;
10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
205 lire per la missione in Libano del 1983;
22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
Il tutto per un totale di 486 lire, cioè 0,25 euro;
buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia invece non è così. Anzi, su queste accise che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l'Iva, cioè una tassa sulla tassa;
nella situazione attuale una defiscalizzazione del prezzo della benzina, ossia un congelamento dell'Iva, e una riduzione delle imposte appare quanto mai opportuna e prioritaria per un allineamento dei nostri prezzi al valore medio europeo;
una struttura distributiva sostanzialmente oligopolista, con solo 8 marchi presenti sul mercato, di cui uno, a diretto controllo statale, l'AGIP, detiene circa il 40 per cento di una rete distributiva scarsamente automatizzata, rappresentano altri elementi causali dell'elevato costo della benzina;
in Italia i distributori «self-service» sono solo il 17 per cento della rete, contro il 93 per cento della Germania e l'83 per cento della Francia. Per non parlare della vendita diretta nei supermercati a prezzi scontati: in Italia sono solo 4 i centri commerciali autorizzati, mentre nel resto d'Europa quasi il 60 per cento delle vendite segue questo modello;
altra anomalia, tutta italiana è quella che vede i prezzi dei carburanti salire rapidamente quando aumenta il costo del petrolio e non scendere mai quando questo cala;
lo stesso presidente della Faib-Confesercenti, associazione dei gestori di distributori,
se il ministro interrogato, alla luce delle considerazioni esposte, non ritenga di dover intervenire urgentemente, al fine di ridurre gli effetti inflattivi determinati dall'aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti negli ultimi mesi anche con iniziative normative operanti nel senso indicato dall'interrogante, ovvero:
defiscalizzare il prezzo dei carburanti attraverso la sterilizzazione dell'Iva sui nuovi aumenti;
prevedere una riduzione complessiva delle imposte vigenti;
favorire l'incremento del processo di automazione dei distributori;
favorire il processo di liberalizzazione del mercato, sostanzialmente oligopolista con solo 8 marchi presenti;
prevedere un osservatorio che in maniera chiara e trasparente analizzi i prezzi dei carburanti;
inasprire le sanzioni per i casi di speculazioni.
(4-09405)
In particolare, informa il Ministero dell'economia e delle finanze che la misura dell'aliquota di accisa sulla benzina e sulla benzina senza piombo è quella fissata dall'allegato 1 al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come da ultimo modificato dall'articolo 23, comma 3, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 355 convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47, che ha incrementato la suddetta aliquota di 1,68 centesimi di euro per litro portandola ad euro 558,64 per mille litri, incremento da destinare per far fronte agli oneri derivanti dal rinnovo del contratto collettivo relativo al settore del trasporto pubblico locale.
Analogamente non esiste un'autonoma imposta di lire 22 per la missione in Bosnia. Invero, con decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 1, più volte reiterato, da ultimo con il decreto-legge 1o luglio 1996, n. 346 convertito con modificazioni dalla legge 8 agosto 1996, n. 428, l'aliquota di accisa sulla benzina senza piombo fu incrementata in via temporanea, da lire 1.003.480 per mille litri a lire 1.022.280 per mille litri per far fronte agli oneri derivanti dalla partecipazione alla missione di pace in Bosnia. Il predetto aumento venne poi confermato, in via definitiva, dall'articolo 8, comma 12, della legge 23 dicembre 1998, n. 448.
Per quanto concerne le altre imposte che l'interrogante sostiene gravino sulla benzina, si fa presente che esse non sussistono. Si ribadisce, infatti, che dal 1o gennaio 1993, la previgente imposta di fabbricazione sui prodotti petroliferi è stata sostituita dall'accisa armonizzata prevista dalle direttive 92/12/CEE del 25 febbraio 1992, 92/81/CEE e 92/82/CEE entrambe del 19 ottobre 1992, queste ultime due di recente abrogate dalla direttiva 2003/96/CE del 27 ottobre 2003 in corso di recepimento.
In ordine ai quesiti dell'on.le interrogante si formulano, altresì, le seguenti osservazioni.
Per quanto riguarda la possibilità di applicare alla benzina una riduzione complessiva delle imposte vigenti, in particolare, per quel che concerne l'IVA, l'interrogante prospetta misure dirette a «defiscalizzare il prezzo dei carburanti attraverso la sterilizzazione dell'IVA sui nuovi aumenti».
Posto che l'IVA è un'imposta ad valorem, ovvero proporzionale al prezzo di vendita del prodotto, si ritiene che tale proposta non sia conforme al regime IVA dettato dalla disciplina comunitaria.
A norma dell'articolo 11, paragrafo 1, lettera a), della Sesta direttiva del Consiglio del 17 maggio 1977, n. 388 «la base imponibile è costituita per le forniture di beni (...) da tutto ciò che costituisce il corrispettivo versato o da versare al fornitore». Inoltre, come specifica il successivo paragrafo 2, lettera a), dello stesso articolo «nella base imponibile si devono comprendere: le imposte, i dazi, le tasse e i prelievi ad eccezione della stessa imposta sul valore aggiunto».
Pertanto, in ordine alla questione evidenziata dall'interrogante, relativamente alla circostanza che per la benzina la base imponibile è comprensiva anche delle accise, si ribadisce, conformemente a quanto già precisato in precedenti documenti di prassi (risoluzione n. 2 del 18 novembre 1994; risoluzione n. 49 del 29 maggio 1998; circolare n. 226 del 3 dicembre 1999 dell'Agenzia delle entrate), che l'adozione di una disposizione che preveda l'esclusione dalla base imponibile IVA dell'ammontare di altre imposte, tasse o accise sarebbe in contrasto con le sopra citate norme comunitarie e provocherebbe l'attivazione di una procedura d'infrazione contro l'Italia presso la Corte di giustizia della Comunità europea.
Si assicura che il Ministero delle attività produttive segue con particolare attenzione l'andamento del mercato petrolifero, considerata l'attuale difficile congiuntura e fin dall'incontro tenuto lo scorso 11 marzo, ha espresso le proprie preoccupazioni ai rappresentanti dell'Unione petrolifera e dei gestori.
In tale occasione è stata proposta la Costituzione, presso il Ministero delle attività produttive, di una «unità per l'informazione» od «osservatorio» con il compito di individuare gli indicatori che concorrono al sistema di formazione del prezzo, di definire un nuovo metodo di rilevamento del prezzo italiano che tenga conto sia dei cambi valutari che dei diversi canali di vendita e di individuare il differenziale del prezzo italiano rispetto a quello dei partners europei. È stato, inoltre, proposto di implementare l'informazione ai consumatori anche, per esempio, attraverso una maggiore visibilità del prezzo mediante la cartellonistica stradale.
Un gruppo di lavoro, costituito presso il Ministero delle attività produttive, al quale partecipano anche i rappresentanti delle categorie interessate, sta provvedendo alla definizione di una strategia che consenta di dare operatività alle proposte, utilizzando anche le risorse e le attività istituzionali già in essere presso i competenti uffici del Ministero.
Si evidenzia che il Ministero delle attività produttive svolge una costante azione di monitoraggio sui prezzi dei prodotti petroliferi con il duplice scopo, da un lato, di rendere trasparenti le componenti del prezzo dei prodotti petroliferi e, dall'altro, di fornire una informazione più completa e corretta a beneficio dei cittadini/consumatori. Con detto monitoraggio si provvede, in particolare, alla verifica dell'andamento del prezzo dei carburanti sia in rapporto agli altri paesi europei che in relazione ai cambi valutari ed al costo del greggio, attraverso la raccolta e la diffusione dei dati, a livello nazionale ed internazionale, maggiormente rilevanti per una analisi puntuale del mercato petrolifero.
Per quanto, infine, riguarda l'incremento del processo di automazione dei distributori e il processo di liberalizzazione del mercato, si rammenta che la materia della distribuzione dei carburanti è, a seguito della recente riforma costituzionale, attribuita, in via concorrente, alla legislazione regionale. L'Amministrazione centrale è intervenuta da ultimo sulla materia, fornendo indicazioni alla programmazione regionale, con il decreto ministeriale 31 ottobre 2001 di approvazione delle «Linee guida per l'ammodernamento della rete distributiva dei carburanti», redatte ai sensi dell'articolo 19 della legge 5 marzo 2001, n. 57.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
la superstrada E45 continua ad essere una delle arterie su cui si manifestano
il valico appenninico è sicuramente quello in cui si evidenziano maggiori problemi, nonostante che in più occasioni l'ANAS abbia dato assicurazioni positive sugli interventi predisposti a garanzia della viabilità che insiste sulla superstrada;
ultimamente la situazione si è aggravata e si aggiunge a quella precedentemente, si ricorda nel versante toscano la deviazione sulla strada normale in zona Madonnuccia;
il viadotto «Fornello» comune di Verghereto è in uno stato sempre più precario in ambedue le direzioni di marcia e da oltre un mese il traffico è stato deviato nella direzione Roma-Ravenna all'altezza della località Canili sulla vecchia provinciale per un tratto di oltre 8 chilometri;
abitati come Villemontecorano e Verghereto sono attraversati da un flusso di traffico insopportabile, traffico che nel periodo estivo si è incrementato, tra l'altro si snoda sulla vecchia strada che presenta punti critici come il ponte in località Cà di Gallo;
il lavoro di adeguamento della E45 alle tipologie III CNR 80 nella tratta Orfio presenta ritardi inspiegabili tra Bagno di Romagna e Verghereto, il lotto Palmieri e quello di Canili e Verghereto, a parole dichiarati già appaltati non presentano alcun segno di cantiere avviato;
le gallerie Roccaccia di Bagno, del Verghereto, della Spagnola e di Montecoronaro presentano oltre all'atavica ristrettezza della carreggiata, problemi di scarsa illuminazione -:
quali interventi siano programmati e a quale fonte di finanziamento fanno riferimento, quali appaltati e per quale spesa, quali in corso di appalto e per quale cifra e inoltre quali interventi sono previsti sulla manutenzione ordinaria e a quanto ammonta l'entità di spesa;
quale sia l'esatta situazione del viadotto Fornello;
quali tempi siano previsti per riaprire il tratto Canili-Verghereto e quali tempi si prevedono per utilizzare la doppia carreggiata nel tratto «Orfio» e infine quali siano gli intendimenti sul futuro della E45 anche in relazione al progetto E55.
(4-10324)
Tali lavori si sono protratti più del previsto in quanto l'esecuzione delle demolizioni interferiva con il sottostante bacino idraulico della diga di «Montedoglio» e, pertanto, i tempi di esecuzione sono stati condizionati dal ritiro delle acque sottostanti. I lavori saranno tuttavia ultimati entro l'anno.
Lungo il tratto di competenza del Compartimento della viabilità ANAS per la Toscana sono stati altresì ultimati importanti lavori di ripristino della pavimentazione stradale e sono in corso di realizzazione e di appalto ulteriori interventi.
Sono inoltre in fase di progettazione interventi di miglioramento, inseriti nel Piano Triennale ANAS 2002-2004, del tratto compreso tra il confine compartimentale con la Regione Umbria e la località Pieve Santo Stefano.
La società stradale rappresenta che interventi di tale portata possono creare disagi all'utenza in quanto estesi e prolungati nel tempo comportando necessariamente deviazioni del traffico. La società medesima assicura, comunque, che si adopererà sempre al fine di mitigare gli inconvenienti che di volta in volta si verranno a presentare.
L'ANAS fa presente che il tratto emiliano della E45 inizia alla progressiva chilometrica 162+698, in località Montecoronaro in provincia di Forlì-Cesena e termina alla progressiva chilometrica 250+565 in provincia di Ravenna.
A causa delle precarie condizioni statiche del viadotto «Fornello» dal chilometro 167+600 al chilometro 167+850 è stata necessaria la chiusura sulla carreggiata nord del tratto della strada statale 3bis dal chilometro 162+800 al chilometro 168+125. Il tratto chiuso al traffico non ha svincoli fino al chilometro 168+125, in località Verghereto.
Al riguardo si prevede un primo intervento immediato, per un ammontare di 200 mila euro, per la riapertura al traffico di una sola corsia di marcia. L'intervento consta di lavorazioni con calcestruzzi e di fornitura e posa di carpenteria metallica, per una durata di circa 70 giorni. Detti lavori si prevede possano essere completati prima dell'inverno.
Un secondo intervento, dell'importo di circa 700 mila euro, andrà a completare il precedente per la carreggiata nord e a sistemare completamente la carreggiata sud.
Tale intervento, che dovrebbe consentire la riapertura al traffico su due corsie per ogni senso di marcia, verrà presumibilmente realizzato nel corso della prossima primavera al termine delle procedure di finanziamento e successivamente di gara.
In merito alle irregolarità del piano viabile, l'ANAS comunica che sono in corso di esecuzione i lavori di sistemazione della pavimentazione lungo tutto il tratto di competenza compartimentale della statale 3bis «Tiberina» per un ammontare di 300 mila euro.
Sono, inoltre, in corso dal chilometro 170+365 al chilometro 172+200, direzione sud sul viadotto «Savio» i lavori di consolidamento strutturale di 16 solette e si sta provvedendo alla installazione delle barriere di sicurezza danneggiate nonché al ripristino della segnaletica orizzontale e verticale.
Sono inoltre stati aggiudicati i lavori di adeguamento al tipo III C.N.R. dal chilometro 164+640 al chilometro 167+560 e lavori di miglioramento delle condizioni di sicurezza tramite la messa a norma delle barriere.
Per quanto riguarda i lavori di adeguamento della piattaforma stradale al tipo CNR III del viadotto Orfio, la società stradale rende noto che gli stessi saranno conclusi nel luglio 2005 e che da tale data sarà possibile riutilizzare la doppia carreggiata.
Relativamente al futuro della E45, anche in relazione al progetto della E55, l'ANAS specifica che le due infrastrutture fanno parte della proposta, allo studio, per realizzare in finanza di progetto il collegamento autostradale Orte-Venezia, il quale si compone, altresì, del Tunnel di Mestre.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
in data 4 marzo 2004 la Commissione esteri della Camera dei deputati con voto unanime approvava la risoluzione 7-00368, a prima firma dell'onorevole Spini, con cui si impegnava il Governo ad assumere come priorità fondamentale nel rapporto bilaterale con Tripoli la risoluzione del problema dei crediti vantati dalle imprese italiane operanti in Libia e che hanno subito il blocco dei cantieri negli anni '80;
nonostante i ripetuti incontri tra il Governo italiano e quello libico ed i progressi registrati che hanno portato al superamento delle sanzioni contro la Libia e alla collaborazione in materia di contrasto all'immigrazione, nessun risultato è stato invece ottenuto per quanto concerne la risoluzione del problema dei crediti delle imprese italiane, pur ritenuto dal Governo e dal Parlamento questione prioritaria nel rapporto bilaterale;
in particolare, l'accordo sottoscritto a Tripoli il 28 ottobre 2002 tra il Governo italiano e quello libico, che impegnava la Libia al pagamento entro il 31 marzo 2003 dei crediti vantati dalle ditte italiane, non è stato onorato;
secondo l'A.I.R.I.L., l'associazione che raggruppa le aziende italiane interessate al blocco dei crediti, l'accordo bilaterale italo-libico del 28 ottobre 2002 sarebbe stato segretato dal Governo italiano -:
quali iniziative intenda intraprendere per tutelare le 115 aziende italiane incorse nel blocco dei pagamenti da parte delle autorità libiche;
se risponda al vero che l'accordo italo-libico è stato segretato e in caso affermativo quali ne siano le ragioni e se non ritenga di rimuovere la segretazione.
(4-11172)
In occasione dei colloqui avuti dal Presidente del Consiglio dei ministri a Tripoli il 28 ottobre 2002 era stato identificato un meccanismo che affidava la valutazione dei singoli crediti alla Banca Italo-Araba (UBAE) e alla Società Mista Italo Libica. Tale valutazione «tecnica» avrebbe dovuto consentire successivamente il pagamento dei crediti entro scadenze prefissate. I contenuti dei colloqui su questo ed altri argomenti furono oggetto di un «Processo Verbale delle Conclusioni Operative» sottoscritto da entrambe le parti.
Nel febbraio del 2003, gli organismi tecnici in questione hanno presentato il loro rapporto, che tuttavia, non è mai stato accettato da parte libica; di conseguenza, alle imprese creditrici non è stato effettato alcun pagamento alla scadenza prevista.
Da allora, si sono succeduti incontri e contatti per cercare di superare la posizione di chiusura assunta da Tripoli. Dopo le recenti visite del Presidente del Consiglio in Libia, i contatti che vengono periodicamente intrattenuti con le Autorità libiche su tale questione sembrano collocarsi in un contesto maggiormente positivo, anche se permangono ancora rilevanti differenze tra la posizione libica e le aspettative da parte nostra.
Anche in occasione della recente visita del Vice Ministro delle attività produttive, Urso, svoltasi in occasione dell'inaugurazione della quinta edizione della fiera internazionale «ItalExpo Libia», nei contatti avuti con il Ministro dell'economia e commercio Elkheir e con il Vice ministro degli Esteri Siala, si è sottolineata la convergenza degli interessi dei due Paesi nell'attuale fase di apertura e di modernizzazione dell'economia libica.
Il Vice Ministro Urso, tenendo conto del ruolo centrale svolto dall'Italia nei recenti successi politici della Libia, ha sottolineato l'aspettativa del nostro Governo che siano compiuti decisivi passi in avanti per chiudere definitivamente il capitolo del passato. Al riguardo, il Vice Ministro ha specificatamente citato la questione dei crediti tuttora insoluti vantati dalle imprese italiane e quella dei visti per i nostri profughi.
È nostro intendimento continuare a perseguire una soluzione che possa essere ritenuta soddisfacente dalle aziende creditrici, chiarendo alla controparte libica che una chiusura della vicenda rappresenta una premessa indispensabile per un pieno rilancio delle relazioni economiche, così come di tutto il rapporto bilaterale, anche nell'ottica di una piena normalizzazione dei rapporti tra la Libia e l'Unione europea.
Per quanto riguarda infine la natura giuridica del Processo Verbale di cui sopra, si precisa che tale documento non costituisce un accordo internazionale, ma un semplice resoconto dei colloqui avuti in tale occasione che peraltro non risulta sia stato posto sotto segreto ma si è ritenuto preferibile limitarne la circolazione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
Mordechai Vanunu, tecnico israeliano presso la centrale nucleare di Dimona, nel deserto del Negev, fu arrestato nel 1986 dai servizi segreti israeliani all'aeroporto di Fiumicino, a Roma, con l'accusa di spionaggio e tradimento allo Stato per aver denunciato all'opinione pubblica internazionale l'attività di Israele in materia di armamenti nucleari; nello stesso anno, venne condannato con un processo segreto senza giuria; in realtà, Vanunu non aveva rivelato piani segreti a potenze straniere bensì aveva reso pubblico un progetto illegale e clandestino, sconosciuto alla stessa popolazione israeliana, e denunciato che Israele, tra gli anni '70 ed '80, anche aveva sviluppato un vasto arsenale di armi nucleari, in violazione di tutti i trattati internazionali vigenti;
dopo aver trascorso 18 anni in carcere, di cui 11 in completo isolamento, fu rilasciato nell'aprile 2004 per fine pena; tuttavia, lo scorso 12 novembre Vanunu è stato nuovamente arrestato a Gerusalemme Est mentre si trovava nella Chiesa Anglicana di S. Giorgio; un folto gruppo di uomini armati, appartenenti all'Unità di polizia israeliana contro i crimini internazionali, ha fatto irruzione nella chiesa e prelevato Vanunu dalla sua abitazione, posta nel complesso stesso del monastero; l'accusa, anche in questo caso, è quella di aver passato, «informazioni classificate» sul nucleare militare di Israele;
secondo quanto riferito dalla polizia israeliana, nella sua stanza sarebbero stati inoltre trovati documenti e materiali di notevole rilevanza;
appare estremamente improbabile che Vanunu, sottoposto a regime di strettissima sorveglianza, abbia potuto raccogliere nuove informazioni sugli sviluppi dell'arsenale nucleare posseduto da Israele, tanto che è lecito ritenere che il nuovo arresto sia dovuto in realtà al fatto che egli, uscito di prigione, abbia continuato a denunciare e a rilasciare dichiarazioni alla stampa circa la presenza di armi nucleari in Israele;
quella di Vanunu, dunque, a giudizio dell'interrogante, appare una vera e propria persecuzione contro una persona che ha l'unica colpa di aver svelato al mondo i pericoli per la pace derivanti dai piani di armamento nucleare attuati da tempo dallo stato di Israele; attualmente il tecnico israeliano continua a essere sottoposto a rigide misure di sicurezza e gli è impedito di parlare con esponenti della stampa -:
se non ritenga doveroso e urgente mettere in campo ogni utile iniziativa presso le opportune sedi diplomatiche e la comunità internazionale per porre fine a quella che appare come una vera e propria persecuzione ai danni di Mordechai Vanunu e affinché gli sia restituita la libertà e il pieno godimento dei diritti civili, anche in considerazione del fatto che questi ha recentemente dichiarato che al tempo del suo primo arresto aveva sperato, dopo aver rivelato di essere stato rapito a Roma, che l'Italia chiedesse il suo rilascio, ipotizzando in seguito, non essendo il nostro governo intervenuto, un coinvolgimento dei servizi italiani nel suo sequestro.
(4-11704)
Mordechai Vanunu è stato regolarmente rilasciato dalle Autorità israeliane nell'aprile 2004, al termine della pena detentiva cui era stato condannato. Il ministero dell'interno israeliano ha tuttavia emesso delle ordinanze che pongono delle restrizioni alle libertà del signor Vanunu, in considerazione dei «seri danni che potrebbe causare alla sicurezza dello Stato d'Israele e alla possibilità che egli diffonda segreti di Stato». Peraltro secondo quanto affermato dal portavoce del ministero della giustizia israeliano, «dalle lettere da egli scritte durante la sua incarcerazione, dal materiale
Le ordinanze, che hanno durata di un anno, prevedono la proibizione di lasciare il paese; l'informazione preventiva da parte di Vanunu del suo luogo di residenza e dei suoi movimenti; il divieto di avere contatti con cittadini stranieri; il divieto di avvicinarsi a località da cui potrebbe abbandonare il paese.
Il governo israeliano ha inoltre giustificato le misure adottate sulla base di una decisione dell'Alta Corte di Giustizia israeliana, secondo la quale il diritto ad abbandonare il paese è un diritto relativo, non assoluto, che può essere limitato per serie motivazioni, nel caso in cui, cioè, esso potrebbe mettere in pericolo la sicurezza dello Stato.
Tenuto conto di questo specifico contesto, non consta al Governo italiano al momento attuale che sia stata decisa alcuna misura lesiva dei diritti e delle libertà fondamentali del signor Vanunu, che risulta essere stato regolarmente rilasciato l'11 novembre dopo un breve periodo di fermo per aver violato la proibizione di parlare con la stampa.
Il Governo italiano è pienamente consapevole del carattere di estrema delicatezza della vicenda umana e politica del signor Vanunu, ed intende continuare a seguire il caso in parola con particolare attenzione - così come ha sempre fatto ed in stretto raccordo con i partners europei - valutando la portata delle limitazioni cui egli verrà sottoposto, anche in relazione all'eventuale violazione delle libertà fondamentali che egli potrebbe subire.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
l'autostrada A4 Milano-Venezia asse portante dell'economia lombarda e dell'intero paese è, in entrambi i sensi di marcia, la più trafficata d'Italia, una delle più congestionate d'Europa con 130.000 veicoli al giorno;
le opere avviate sono indispensabili a sostenere i lavori che consentiranno l'ampliamento dell'autostrada dalla barriera di Milano a Bergamo, partendo con la tratta più critica per il traffico, quella compresa tra l'area di servizio «Brianza» (tra Caponago e Cavenago) e l'Adda. Saranno insediati cantieri fissi tra Grezzago e Trezzo, nei pressi dell'Adda, risolte oltre 200 interferenze con tubi e cavi di vario genere, dall'elettricità al telefono, dall'acqua al gas, e completata l'acquisizione delle aree che ospiteranno l'ampliamento dell'autostrada lungo i 35 chilometri del tracciato;
i lavori dureranno 30 mesi, durante i quali si realizzeranno 70 chilometri di nuova corsia autostradale (30 per lato), altrettanti di corsie d'emergenza, 30 di doppio spartitraffico centrale ed altri 30 di barriere acustiche, oltre a demolire 42 cavalcavia, a realizzarne 39 ed a costruire nuovi ponti sull'Adda e sul Grembo;
la coabitazione del traffico con i cantieri sarà l'emergenza da affrontare al fine di evitare ulteriori rallentamenti e il conseguente aumento dell'incidentalità già brillantemente affrontati nel corso dell'ampliamento della Milano-Varese verso Malpensa. È in quella occasione che si è sviluppato il metodo di lavoro che verrà seguito per la A4, realizzando cantieri lineari a bordo strada, che occupano la sola corsia di emergenza per tratti di un chilometro;
gli interventi più complessi, che corrispondono alla demolizione dei vecchi cavalcavia e nella collocazione dei nuovi, saranno realizzati chiudendo singole tratte in singole notti, anche in questo caso con un metodo già sperimentato per la A8, anche se mai applicato su una scala così importante;
l'impegno del Governo deve ora concentrarsi sulla necessità di informare le decine di migliaia di automobilisti e camionisti
il servizio d'informazione radiofonica sul traffico Isoradio riveste a tal fine un ruolo fondamentale sino ad oggi completamente mancato per quel tratto autostradale -:
se il Ministro, in base al contratto di servizio intenda verificare che la Rai attivi un idoneo servizio tramite il quale gli automobilisti potranno avere notizie in tempo reale sulla collocazione dei cantieri e le chiusure al traffico, oltre a quelle usuali sulle condizioni di circolazione.
(4-11196)
La società stradale rende noto che l'informazione sarà, altresì, assicurata per mezzo di Isoradio, servizio RAI di pubblica utilità che, allo stato, copre 1732 chilometri di autostrade del gruppo Autostrade per l'Italia e 113 chilometri dell'Autostrade dei Fiori. Isoradio trasmette, tra le ore 6.00 e le ore 24.00, notizie sul traffico nonché otto notiziari giornalieri. Inoltre, vengono diffuse notizie in ordine ad eventi critici, quali incidenti, rallentamenti, frane, eccetera, e previsioni del traffico durante i fine settimana. In particolare, la frequenza unica di Isoradio (103.3 MHz) si riceve lungo la Milano-Brescia nel tratto tra Dalmine e Brescia.
L'acquisizione nell'anno 1999 da parte della RAI della frequenza 103.2 MHz ha permesso la diffusione del canale anche al nodo cittadino di Milano assicurando la continuità di informazione sull'autostrada A4 e la copertura dei tratti dell'Autosole e delle autostrade dei Laghi.
L'ANAS fa presente, infine, che entro il 2005 è prevista la copertura di ulteriori 150 chilometri della rete della concessionaria Autostrade per l'Italia nei tratti in cui la RAI è riuscita ad acquisire le frequenze.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
nella mattina del 13 luglio 2004 è accaduto un gravissimo incidente sulla A27, a 800 metri dallo svincolo verso l'A4, quanto un TIR è piombato sulla lunga coda di mezzi impegnata, come ogni giorno a qualsiasi ora, ad entrare nella Tangenziale di Mestre, determinando un tamponamento a catena che ha causato 5 morti in una strage annunciata;
la velocità del mezzo e il mancato rispetto delle distanze di sicurezza, o forse un malore, saranno certamente all'origine della tragedia, ma concorre in modo preponderante che la situazione di intasamento continuo in cui versa l'ormai «famigerato» svincolo dell'A27, uno stretto imbuto dove confluiscono ben tre autostrade, un punto nero ad altissimo rischio per chiunque si trovi a percorrere questo tratto di strada per spostarsi a nordest dell'Italia;
la Società Autostrade Venezia-Padova, dopo la realizzazione della terza corsia sulla Tangenziale di Mestre, ha più volte sollecitato il Ministro per le infrastrutture ad intervenire per mettere in sicurezza questo tratto autostradale, dando anche la propria disponibilità a contribuire finanziariamente;
il problema è grave e la soluzione va trovata urgentemente, anche perché mettere
se il Ministro interrogato non ritenga di adottare urgenti iniziative presso i soggetti competenti, volti a garantire, come la messa in sicurezza dello svincolo della A27, per risolvere la cronicità dei problemi che questo tratto viario comporta, così da evitare in futuro ulteriori disastri e gravi tragedie come quella richiamata in premessa.
(4-10507)
Non appena verrà completato il progetto esecutivo del primo stralcio, potranno essere aperti i relativi cantieri.
A partire da tale data sono previsti 1320 giorni per il completamento dell'opera.
L'arteria sarà completamente aperta nel 2008 e, nel frattempo, è stata attrezzata una terza corsia dinamica per diminuire l'attuale congestione del traffico.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
le reti televisive nazionali pubbliche e private stanno trasmettendo la pubblicità di un istituto di credito che sponsorizza, ai fini di investimento, lo strumento finanziario denominato «conto arancio»;
in tale spot viene rappresentato un vigile del fuoco, munito di dispositivi di protezione individuale, attrezzature e mezzi del corpo nazionale dei vigili del fuoco, situato all'interno di una lussuosa villa che, nelle intenzioni del committente, dovrebbe rappresentare l'agiatezza di cui gode il vigile del fuoco, frutto degli investimenti effettuati in modo oculato nel «conto arancio» dell'istituto di credito;
i vigili del fuoco sono impegnati, da diversi mesi, anche attraverso le iniziative del sindacalismo di base, in una battaglia in difesa del salario, e contro il caro vita, diventato insostenibile, nonostante i dati ottimistici diffusi quotidianamente dall'ISTAT e dal Governo;
lo spot in questione, sfruttando la credibilità e la considerazione di cui godono i vigili del fuoco nei confronti dell'opinione pubblica, espone, a giudizio dell'interrogante, il corpo nazionale all'ilarità pubblica trasmettendo nel contempo un messaggio distorto, rappresentando i suddetti lavoratori come personaggi facoltosi, con retribuzioni tali da consentire investimenti bancari rilevanti -:
se il Ministro dell'interno sia a conoscenza della pubblicità in questione e se la stessa sia stata autorizzata;
se, in caso affermativo, ne siano derivati degli utili e per quale finalizzazione;
se e quali iniziative intenda adottare per riportare l'immagine e il decoro dei vigili del fuoco nei canoni più consoni alle attività di questi lavoratori e soprattutto più aderenti alla realtà.
(4-11008)
Per meglio valutare l'opportunità di aderire alla suddetta richiesta, sono intercorsi numerosi contatti con la citata Società e, raggiunta una intesa di massima, sono state messe a disposizione immagini di repertorio riferite ad interventi di soccorso del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
È stato chiesto alla «Società Mercurio S.r.L.» di rimuovere dal filmato ogni riferimento al Ministero dell'interno ed al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile ed al numero di soccorso 115.
È stato, quindi, visionato un filmato di prova realizzato secondo le indicazioni fornite.
Constatato che il filmato, a parere di questa Amministrazione, non portava nocumento all'immagine del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, bensì ne esaltava la serenità con cui lo stesso quotidianamente affronta, con elevata preparazione tecnico-professionale, passione ed altruismo, i rischi connessi all'attività svolta per la tutela dei beni e delle persone, ne è stata autorizzata la messa in onda.
Relativamente ad eventuali utili derivati, si rappresenta che l'impiego dei mezzi è stato soggetto alle tariffe previste per i servizi a pagamento resi dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, come da vigenti disposizioni.
Per quanto concerne l'equipaggiamento, le ditte fornitrici sono state autorizzate a fornire dietro pagamento il materiale da loro prodotto e che questo, dopo l'utilizzo in occasione delle riprese, è stato consegnato all'amministrazione senza alcun ulteriore onere.
Conto Arancio ha versato all'Opera Nazionale di Assistenza del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco un contributo volontario di euro 2.500.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
la regione Sardegna non conosce, sull'intero suo territorio, una rete autostradale;
la strada statale Olbia-Sassari è, in assoluto, una delle più trafficate e nel contempo importanti vie di comunicazione dell'intera regione;
il traffico sulla predetta arteria è particolarmente intenso, con tendenza all'aumento, anche in ragione dei porti di Olbia e di Golfo Aranci che producono un intenso andirivieni di mezzi pesanti;
come se non bastasse, la strada ha, sin dall'inizio, accusato seri problemi derivanti, presumibilmente, da un'inadeguata preparazione del fondo del sedìme, che produce cedimenti dell'asfalto;
tale condizione ha prodotto una iper-attività manutentiva, con costi assolutamente elevati e senza ottenimento di risultati significativi, rendendo semplicemente cronicizzata la spesa per la sistemazione del sedime stradale;
è maturo il tempo di una seria riflessione sulla opportunità di un intervento definitivo che, peraltro, impone un ripensamento complessivo circa l'arteria di cui si parla -:
a quanto ammontino le risorse finanziarie utilizzate per interventi manutentivi sulla strada statale Olbia-Sassari;
se non si ritenga maturo il tempo di progettare una importante trasformazione della predetta strada statale, sostituendola con una strada a quattro corsie con collegamento alla superstrada Sassari-Cagliari, in tal modo modernizzando una rete stradale che senza dubbio penalizza, oggi, la regione Sardegna al paragone con tutte le altre regioni italiane.
(4-11122)
Il tratto ha un'estesa di Km. 5, attraversa il territorio di Logudoro con un andamento planimetrico che prevede curve di medio raggio e presenta una situazione stabile del piano viabile. Per quanto riguarda i lavori di manutenzione, la società
Il tratto ha un'estesa di circa km. 25 e costituisce variante al vecchio tracciato delle strade statali n. 199 e n. 597. Tale tronco è stato aperto al traffico nell'aprile 1995 e consegnato nel 1996 all'ANAS su sollecitazione anche della Prefettura di Sassari, in attesa della classificazione a statale della strada e del collaudo definitivo dei lavori, a tutt'oggi ancora non completato per difficoltà di ordine tecnico sollevate dalla Commissione di collaudo sull'esecuzione dei lavori principali.
Contestualmente alla presa in consegna, nelle more della formale statizzazione, la Direzione lavori dell'ANAS ha invitato il suddetto Compartimento di Cagliari ad effettuare immediatamente, a mezzo di risorse finanziarie in propria disponibilità, le lavorazioni urgenti per la messa in sicurezza dell'arteria stessa nonché a procedere alla redazione di apposite perizie di intervento finalizzate all'esecuzione di quanto necessario per la corretta funzionalità della strada che potesse effettuarsi senza inficiare le operazioni di collaudo.
Sono stati eseguiti interventi di manutenzione straordinaria di 1 milione 130 mila euro per risanamenti della sovrastruttura stradale e di 720 mila euro per la stesa di conglomerato bituminoso tipo bynder. Sono in corso di ultimazione due interventi di fresatura con successiva posa in opera di una nuova sovrastruttura composta dagli strati di base, bynder e tappeto d'usura, per un importo complessivo di 6 milioni 700 mila euro. Detti lavori hanno interessato l'intera estesa dell'arteria per un totale di Km. 25+590.
Il tratto, per un'estesa di circa Km. 24 costruito negli anni '80 dall'Amministrazione provinciale di Sassari, è stato regolarmente statizzato e presenta una situazione stabile del piano viabile.
Ad oggi è in appalto per tutto il tratto un intervento che prevede la stesa del tappeto drenante per un importo di 2 milioni 430 mila euro, mentre sono in esecuzione i lavori per la posa in opera di nuove barriere per 2 milioni di euro.
L'ANAS rende noto, infine, che per quanto concerne l'intervento di adeguamento a quattro corsie dell'arteria, lo stesso è inserito nell'Accordo di programma quadro, stipulato nel luglio 2003, con la previsione di spesa, per il tratto Ploaghe-Olbia, dell'importo di 330 milioni di euro. Inoltre, lo stesso intervento è stato interamente recepito nella proposta del Piano Pluriennale della Viabilità 2003-2012 redatto dalla società stradale.
Attualmente la proposta di Piano Decennale è all'esame della Conferenza Stato-Regione, ai fini dell'iter approvativo.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
la stampa degli Stati Uniti d'America ha dato ampio risalto dell'esistenza di una indagine ufficiale dell'FBI nei confronti di alcuni personaggi chiave all'interno del Pentagono, come Larry Franklin, sospettati di aver lavorato in operazioni di «intelligence» a favore di Israele e del Mossad, al quale avrebbero trasmesso documenti ufficiali americani relativi alla situazione in Medio Oriente ed in particolare in Iran;
in particolare, la rivista specializzata «Washington Monthly» del mese di settembre 2004, riporta la notizia secondo cui Larry Franklin si incontrò a Roma nel dicembre 2001 con il trafficante d'armi iraniano Manucher Ghorbanifar, personaggio ritenuto agente della cosiddetta rete «Iran Contra», coinvolta in traffici di armi e di stupefacenti;
secondo il «Washington Monthly» da questo incontro sarebbero scaturite analisi sulla situazione interna irachena e di altri Paesi del Medio Oriente; risulta inoltre che nello stesso periodo si siano svolte alcune riunioni relative alla storia poi rivelatasi falsa, dell'uranio, che sarebbe arrivato dal Niger nella disponibilità di Saddam Hussein per la costruzione della bomba atomica;
la stampa italiana, per il vero, in varie occasioni ha ricordato che la vicenda dell'uranio proveniente dal Niger nacque a Roma, con il coinvolgimento di un personaggio sedicente amico dei servizi segreti alleati, tanto che su tale vicenda sarebbe in corso un'inchiesta da parte del magistrato romano dottor Franco Ionta;
in questo quadro confuso e certamente poco chiaro appare grave che il «Washington Monthly», nel numero citato, citando fonti del governo americano, affermi che all'incontro del dicembre 2001, presentato come estraneo alle linee ufficiali della politica estera americana, sarebbe stato presente anche Niccolò Pollari, direttore del Sismi, e addirittura il Ministro della difesa Antonio Martino; la rivista scrive altresì che l'ambasciata americana a Roma e la Cia non erano a conoscenza dell'incontro;
in una vicenda tanto torbida e ricca di falsificazioni della realtà, sarebbe certamente opportuno, se possibile, smentire ufficialmente il mensile «Washington Monthly» almeno per quanto concerne la presenza di autorevolissimi cittadini italiani agli incontri che avrebbero visto la presenza di Larry Franklin -:
se le affermazioni, gravi, del mensile statunitense «Washington Monthly» del mese di settembre 2004 siano destituite di fondamento o se, al contrario, corrispondano al vero;
in particolare, se l'incontro del dicembre 2001 a Roma sia confermato e se ad esso abbiano effettivamente partecipato autorevoli personaggi del nostro Paese;
se risulti che la vicenda dell'uranio proveniente dal Niger sia stata trattata nell'incontro sopra ricordato di Roma e, in caso affermativo, quali siano i nominativi dei protagonisti, le provenienze geografiche e politiche e comunque gli ambienti dai quali uscivano i protagonisti di questa torbida vicenda.
(4-11918)
Più specificamente, Larry Franklin, che prestava servizio presso l'Ufficio del sottosegretario alla Difesa Douglas Feith, sarebbe stato accusato dalle autorità investigative statunitensi (FBI) di aver passato notizie riservate all'American Israel Public Affairs Committee (organizzazione non governativa regolarmente operante negli Stati Uniti).
Tali circostanze sono state peraltro smentite, sia dall'organizzazione in questione, sia dall'ambasciata israeliana a Washington, oltre che dallo stesso governo israeliano.
Da parte sua, il Dipartimento della Difesa ha ufficialmente dichiarato che sta collaborando fattivamente, su tale questione, con il Dipartimento della Giustizia, al fine di acclarare le eventuali responsabilità.
Quanto all'ipotesi di tentativi da parte di Saddam Hussein, dopo il 1991, di acquisire uranio dal Niger per lo sviluppo del programma nucleare dell'Iraq, si segnala che l'Independent Survey Group (gruppo di esperti istituito dall'Amministrazione americana
La predetta fonte irachena ha inoltre dichiarato alla Commissione in questione che un secondo contatto del regime iracheno con il Niger sarebbe avvenuto a Baghdad, quando un Ministro nigerino avrebbe visitato la capitale irachena, intorno al 2001, per facilitare l'acquisto di petrolio per il proprio Paese, senza tuttavia fare alcun riferimento a forniture di uranio.
Si fa, infine, presente che la suddetta questione è stata oggetto anche di indagini da parte dei mezzi di informazione americani.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
nella giornata di ieri, martedì 6 aprile, il Tribunale di Foggia ha dichiarato fallita la società «Foggia Calcio»;
il club era stato ceduto, solo pochi giorni fa, dall'ex amministratore unico, Antonio Vitale, alla Intertrad Limited Spa di Giuseppe Vacca;
tale decisione ha gettato nello sconcerto sia i tifosi che l'intera città che ha visto scivolare la propria squadra di calcio dai fasti della serie A sino all'attuale fallimento e che, giustamente, collegano tale crollo ad una situazione più generale, per la città di Foggia, di difficoltà economica -:
se il CONI era a conoscenza della situazione di crisi che stava attraversando la società «Foggia Calcio» e quali interventi ha compiuto prima che si arrivasse all'attuale situazione di fallimento;
se non si ritenga, quanto accaduto alla società «Foggia Calcio» sintomo di una più generale mancanza di programmazione per favorire lo sviluppo delle attività sportive nel nostro Paese e cosa si intenda fare nel Mezzogiorno, e in particolare nella città di Foggia, per ampliare le strutture sportive e favorire la partecipazione dei giovani a tali attività.
(4-09739)
Conclusasi l'asta e superati gli ulteriori requisiti richiesti dalle normative federali, in data 30 giugno 2004, il titolo sportivo è stato attribuito, all'U.S. Foggia s.r.l., a cui ha fatto seguito l'inserimento della società calcistica nel campionato serie C/1. Si rende noto che alla nuova società sono stati trasferiti, unitamente al parco giocatori, anche i vivai giovanili, consentendo il proseguimento completo dell'attività sportiva calcistica.
In merito alle altre richieste dell'interrogante, concernenti, più in generale, lo stato delle infrastrutture sportive nella città e nella provincia di Foggia, occorre rammentare che, ai sensi degli articoli 56 e 60 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977, le competenze relative all'ampliamento delle stesse ricadono direttamente sugli Enti locali territoriali.
Il ministero interrogato interviene invece in applicazione della legge n. 65 del 1987, la quale prevede finanziamenti per la realizzazione di programmi straordinari di interventi finalizzati alla costruzione, all'ammodernamento ed a qualsiasi altro tipo di intervento migliorativo a favore dell'impiantistica sportiva. Al riguardo, si rende
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Mario Pescante.
il miglioramento dei rapporti diplomatici tra Italia e Libia è sicuramente molto positivo;
esso può incidere non poco a frenare l'esodo verso il nostro Paese e può, altresì contribuire ad intensificare le relazioni culturali, economiche e commerciali tra i due Paesi;
tuttavia permangono alcune perplessità scaturenti dalle parole del colonnello Gheddafi che, secondo l'agenzia Ansa del 1 settembre 2004, avrebbe rinnovato la richiesta al nostro Paese di un indennizzo per risarcire il popolo libico;
il presidente Gheddafi, però, non ha più fatto parola delle somme dovute alle imprese italiane che da anni rivendicano le spettanze per forniture o lavori realizzati in Libia;
il Governo a suo tempo assicurò che i crediti delle imprese suddette sarebbero stati soddisfatti entro il 31 marzo 2003;
dagli incontri svoltisi in Libia alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri e di alcuni membri dell'esecutivo era legittimo aspettarsi una parola definitiva in merito; vi è stato invece il più assoluto silenzio -:
quale sia il contenuto dei colloqui avuti e degli accordi sottoscritti.
(4-11296)
In occasione dei colloqui avuti dal Presidente del Consiglio dei ministri a Tripoli il 28 ottobre 2002 era stato identificato un meccanismo che affidava la valutazione dei singoli crediti alla Banca Italo-Araba (UBAE) e alla Società Mista Italo Libica. Tale valutazione «tecnica» avrebbe dovuto consentire successivamente il pagamento dei crediti entro scadenze prefissate. I contenuti dei colloqui su questo ed altri argomenti furono oggetto di un «Processo Verbale delle Conclusioni Operative» sottoscritto da entrambe le parti.
Nel febbraio del 2003, gli organismi tecnici in questione hanno presentato il loro rapporto, che tuttavia, non è mai stato accettato da parte libica; di conseguenza, alle imprese creditrici non è stato effettato alcun pagamento alla scadenza prevista.
Da allora, si sono succeduti incontri e contatti per cercare di superare la posizione di chiusura assunta da Tripoli. Dopo le recenti visite del Presidente del Consiglio dei ministri in Libia, i contatti che vengono periodicamente intrattenuti con le Autorità libiche su tale questione sembrano collocarsi in un contesto maggiormente positivo, anche se permangono ancora rilevanti differenze tra la posizione libica e le aspettative da parte nostra.
Anche in occasione della recente visita del Vice Ministro delle attività produttive, Urso, svoltasi in occasione dell'inaugurazione della quinta edizione della fiera internazionale «ItalExpo Libia», nei contatti avuti con il Ministro dell'economia e commercio Elkheir e con il Vice ministro degli
Il Vice Ministro Urso, tenendo conto del ruolo centrale svolto dall'Italia nei recenti successi politici della Libia, ha sottolineato l'aspettativa del nostro Governo che siano compiuti decisivi passi in avanti per chiudere definitivamente il capitolo del passato. Al riguardo, il Vice Ministro ha specificatamente citato la questione dei crediti tuttora insoluti vantati dalle imprese italiane e quella dei visti per i nostri profughi.
È nostro intendimento continuare a perseguire una soluzione che possa essere ritenuta soddisfacente dalle aziende creditrici, chiarendo alla controparte libica che una chiusura della vicenda rappresenta una premessa indispensabile per un pieno rilancio delle relazioni economiche, così come di tutto il rapporto bilaterale, anche nell'ottica di una piena normalizzazione dei rapporti tra la Libia e l'Unione europea.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la strada statale 401 «Ofantina», che interessa le regioni Campania, Basilicata e Puglia, è pericolosa ed inadeguata rispetto all'intensità del traffico quotidiano;
soprattutto in prossimità di alcune curve, come dal chilometro 14+700 al chilometro 29+300 spesso si verificano incidenti stradali anche mortali;
il traffico di autotreni provenienti dall'area industriale di San Nicola di Melfi e dalle regioni Puglia e Campania, anche a causa del restringimento della carreggiata in alcuni tratti, quali quelli compresi tra i chilometri succitati, è causa di frequenti incidenti;
la strada in questione è percorsa quotidianamente anche dai pendolari, che si recano per motivi di lavoro nell'area industriale di San Nicola di Melfi;
anche il traffico proveniente dalla strada a scorrimento veloce Vitalba-Ofantina si immette su detta arteria, che è diventata quindi una delle principali vie di comunicazione di una vasta ed importante area interregionale;
l'ammodernamento e l'adeguamento di detta importante arteria non sono più procrastinabili;
l'ANAS, più volte interessata dagli Amministratori locali, finora non è intervenuta in maniera adeguata, limitandosi tutt'al più a piccole manutenzioni o al rifacimento del manto stradale -:
se non intenda con urgenza invitare l'ANAS ad intervenire sulla strada 401 «Ofantina» realizzando interventi di reale adeguamento ed ammodernamento della stessa.
(4-11335)
La società stradale informa, inoltre, che nell'ambito degli investimenti finalizzati al miglioramento della sicurezza stradale (articolo 5 legge 166/2002) sono previsti due ulteriori interventi:
a) eliminazione degli incroci a raso sulla strada statale 401 Dir «dell'Alto Ofanto e del Vulture» al chilometro 12+000 ed al chilometro 18+500 e adeguamento plano-altimetrico del tracciato;
b) eliminazione delle strettoie dal chilometro 15+000 al chilometro 19+000 della strada statale 401 «Ofantina».
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
i pescatori delle marinerie di Teulada e di S'Anna Arresi (provincia di Cagliari), sono ancora in attesa del pagamento degli indennizzi per il fermo pesca nel 2002 e della riduzione delle limitazioni all'esercizio della pesca nelle aree interessate da esercitazioni militari;
numerosi e reiterati sono gli impegni assunti dal Ministro della difesa e dal Comando della Marina Militare, ma ad essi non è seguito alcun provvedimento di attuazione;
l'ultimo incontro, fra regione sarda, sottosegretario della difesa onorevole Cicu, comando della regione militare della Sardegna, comando della Marina Militare, organizzazioni sindacali di categoria interessate, risale al 23 gennaio 2004, senza che ad esso siano conseguiti atti per attuare gli accordi sottoscritti;
in questa situazione, che ha gravi conseguenze sulle condizioni economiche dei pescatori delle marinerie interessate, le organizzazioni sindacali organizzano ricorrentemente manifestazioni per chiedere il riconoscimento dei diritti negati e l'attuazione degli accordi sottoscritti;
nel corso della manifestazione del 16 febbraio 2004, sostenuta anche dalle amministrazioni comunali interessate, sono state contestate violazioni alle ordinanze della capitaneria di porto Cagliari relative all'interdizione degli specchi di mare interessati da esercitazioni militari;
le contestazioni sono state rilevate nei confronti di circa 60 pescatori, e comportano la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 51 a 309 euro;
all'origine delle violazioni contestate il 16 febbraio 2004 stanno, in realtà, secondo l'interrogante, inadempienze e ritardi delle amministrazioni competenti, di fronte alle quali i lavoratori interessati difendevano i loro diritti, con una manifestazione autorizzata in un giorno e in ore in cui non erano in corso esercitazioni nelle acque interessate alla manifestazione -:
quali atti intendano porre in essere per dar corso agli impegni assunti sul pagamento degli indennizzi e sulla riduzione delle limitazioni all'esercizio della pesca nelle aree interessate da esercitazioni militari nelle acque citate;
se non intendano intervenire perché siano revocate le sanzioni sopra richiamate, viste le condizioni particolari nelle quali le violazioni sono state rilevate.
(4-11771)
il primo giugno 2004, nel corso di una esercitazione militare, nel poligono di Teulada, alcuni colpi di cannone sono caduti nello specchio di mare davanti alla spiaggia di «porto pino» nel comune di S. Anna Arresi, affollata di bagnanti;
il 3 giugno 2004, sempre nel corso di una esercitazione, sono stati sparati alcuni colpi di cannone a pochi metri dalle barche dei pescatori delle marinerie di S. Anna Arresi e di Teulada;
i pescatori della zona da molti mesi sono costretti a manifestare per difendere i loro diritti finora rimasti insoddisfatti, in particolare per rivendicare la revisione delle aree e dei periodi di interdizione alla pesca per esercitazioni militari;
il comando militare del poligono di Teulada era stato regolarmente preavvertito della manifestazione del 3 giugno;
alcuni giorni dopo, un gruppo di pescatori è stato aspramente apostrofato, con frasi irriguardose, dal comandante del primo reggimento corazzato col. Mongiorgi, provocando un alterco che avrebbe potuto sfociare in più gravi conseguenze; per questo comportamento il comandante è stato querelato per ingiurie;
numerosi incontri fra sindacati, regione sarda, autorità militari e sottosegretario alla Difesa, hanno definito gli impegni delle parti interessate;
nell'ultimo incontro, risalente al 23 gennaio 2004, è stato firmato un protocollo di intesa con cui il Ministero della Difesa si impegnava a liquidare gli indennizzi per il fermo pesca del 2002 e a ridurre le limitazioni all'esercizio della pesca; a quell'incontro non è seguito alcun provvedimento di attuazione;
è seguita invece, il 16 febbraio, la contestazione (e la relativa sanzione) per la violazione delle ordinanze della capitaneria di porto, nei confronti di circa 60 pescatori, che manifestavano per protestare contro la mancata attuazione dell'accordo;
gli episodi citati testimoniano il fatto che si è ormai logorata una atmosfera di dialogo e di comprensione reciproca fra i pescatori e le autorità interessate, con l'obiettivo di ricercare soluzioni per soddisfare le legittime aspettative dei pescatori;
al posto di una atmosfera positiva e di disponibilità ad affrontare i problemi, si è sostituito un clima di nervosismo e di tensione, che solo per un residuo senso di irresponsabilità non è sfociata in eventi gravi e irreparabili -:
se non ritengano di dover intervenire per ripristinare un metodo di collaborazione e di intesa, dando corso agli atti di attuazione degli impegni assunti, revocando le sanzioni sopra richiamate, richiamando il comando militare ad un atteggiamento tale da ripristinare un rapporto tradizionalmente corretto con le marinerie e con le popolazioni interessate.
(4-11772)
A tal fine, nell'ottica di una fattiva collaborazione e per andare incontro alle aspettative delle marinerie interessate, il 19 ottobre 2004, si è tenuta una riunione, alla presenza dell'onorevole Cicu, alla quale hanno partecipato autorità politiche, comandi militari e rappresentanti di categoria interessati, per esaminare gli aspetti della rinegoziazione degli indennizzi e della ridefinizione dei termini del Protocollo d'Intesa relativamente all'estensione ed al tipo di utilizzazione del Poligono.
In tale sede, è stato siglato un documento di Accordo che ha visto soddisfatte le richieste degli operatori ittici delle aree marine interessate, con particolare riguardo ai pagamenti degli indennizzi.
In particolare:
a) per il 2002 i mandati di pagamento risultano essere presso la Ragioneria Centrale, mentre i prospetti delle spettanze sono già stati inviati ai relativi sindaci;
b) per il 2003, sono state avviate le procedure per la presentazione delle domande. È stato stabilito, altresì, che nelle indennità del 2003 venga riconosciuta ai pescatori delle Marinerie di Capo Teulada e di Sant'Anna Arresi, la specificità derivante da un maggior danno arrecato dalla prossimità della zona di mare perennemente interdetta, che ne limita le attività lavorative;
c) per l'anno 2004, i pescatori potranno presentare, nel mese di gennaio 2005, le relative domande, per sanare la situazione dei ritardi accumulati;
d) per l'anno 2005, entro gennaio sarà avviata la procedura per la corresponsione
a) i pagamenti verranno effettuati nello stesso anno in cui sono avvenute le attività esercitative;
b) è prevista l'istituzione - nelle zone interessate dagli sgomberi - di appositi Presidi preposti alla redazione dei «verbali di sospensione dell'attività»;
c) saranno convocati nel gennaio 2005 specifici tavoli tecnici in Sardegna per illustrare, nei dettagli, la normativa e per soddisfare maggiormente le esigenze delle marinerie.
La Difesa ha, altresì, dato mandato all'Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per eseguire uno studio approfondito sull'area marina permanentemente interdetta.
Tale Istituto effettuerà sul posto, entro la fine dell'anno, una campagna di ricerca sullo stato dei fondali, finalizzata a valutare la possibilità - ove saranno garantite le condizioni di sicurezza - di trasformare l'area da perennemente interdetta a zona regolamentata, ovvero dove poter svolgere solo particolari modalità di pesca.
Con riferimento alle esercitazioni menzionate dagli interroganti, si sottolinea che le attività addestrative vengono autorizzate solo dopo un opportuno esame dell'impatto ambientale e previa consultazione del Comitato Misto Paritetico costituito presso la regione Sardegna (ex legge n. 898/1976).
Tali attività sono, altresì, soggette ad una rigorosa applicazione di specifiche norme tese a garantire il rispetto degli aspetti di sicurezza e di impatto ambientale.
A tal riguardo, le attività a fuoco dei giorni 1o e 3 giugno 2004, si sono svolte in aderenza alle citate norme, ivi inclusa l'emanazione delle relative ordinanze di sgombero da parte delle competenti Autorità.
In particolare, il 1o giugno 2004 si è svolta un'esercitazione a fuoco del Reggimento «Cavalleggeri Guide», nel corso della quale, le vedette preposte al controllo dello sgombero dell'area, segnalavano alla Centrale Poligono che alcuni colpi (proiettili inerti da esercitazione) erano terminati nelle acque antistanti le cosiddette «spiagge bianche».
La Centrale faceva, quindi, sospendere l'attività, accertando successivamente che si trattava di tre colpi finiti nello specchio d'acqua compreso nelle zone sgomberate, senza, pertanto, creare alcun problema per l'incolumità delle persone.
Allo scopo di chiarire gli aspetti della vicenda, il procuratore militare di Cagliari ha avviato gli accertamenti del caso.
Riguardo, invece, ai fatti del 3 giugno 2004, l'esercitazione è iniziata alle ore 09.00, ossia con un'ora di ritardo rispetto all'orario programmato, per la presenza di un'imbarcazione all'interno dello specchio d'acqua, per la quale è stato necessario disporre l'allontanamento dalla zona di esercitazione.
L'attività a fuoco è, quindi, proseguita regolarmente fino alle ore 10.00 circa, quando nel tratto di mare antistante Punta Niedda venivano individuate imbarcazioni da pesca provenienti dal porto di Teulada e dirette verso l'area di esercitazione che, tuttavia, per la loro posizione non pregiudicavano in quel momento il regolare svolgimento dell'attività in argomento.
Alle ore 10.20 durante lo svolgimento del secondo esercizio a fuoco, veniva disposta l'interruzione dell'attività di fuoco, per il sopraggiungere dal citato porto di Teulada del corteo di barche da pesca.
Successivamente, allo scopo di esaurire alcuni colpi ancora inseriti nelle bocche da fuoco ed evitare, per motivi di sicurezza, la complessa procedura per il disinnesco dei
Il reparto sospendeva le attività alle ore 10.40, mentre le imbarcazioni erano ancora ampiamente al di fuori della campana di sgombero.
Pertanto, in nessun momento il corteo di barche da pesca ha corso il benché minimo rischio.
Le circostanze di luogo e di tempo fin qui descritte sono documentate in una ripresa filmata effettuata dal Reparto che ha svolto l'esercitazione e messa a disposizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale ordinario di Cagliari.
A tal riguardo, altresì, è meritevole di riflessione il fatto che l'azione delle marinerie - oltre a violare palesemente le ordinanze emanate a norma di legge - ha inciso sia sotto il profilo addestrativo, stante l'annullamento di tutte le altre attività previste per il giorno 3 giugno, sia sotto quello finanziario per gli oneri connessi allo svolgimento di tale attività.
Per quanto attiene all'episodio che ha coinvolto il Comandante del 1o Reggimento Corazzato, la vicenda si riferisce ad una manifestazione di protesta, avvenuta l'8 giugno 2004, dei pescatori locali all'ingresso della sede dello stesso Reggimento, nel corso della quale i manifestanti avrebbero ostacolato i movimenti del personale attraverso l'ingresso principale, sia in entrata che in uscita.
L'Ufficiale ha presentato, a sua volta, nei confronti di tutti i partecipanti alla manifestazione, denuncia per ingiurie, minacce, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.
Al momento, l'intera vicenda è all'esame delle competenti Autorità Giudiziarie.
In ultimo, circa la possibilità di revocare le sanzioni comminate ai pescatori, l'articolo 6, comma 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172, nell'ambito dei principi fissati dalla legge n. 689/1981 (cosiddetta legge sulla depenalizzazione) conferisce ai Capi di Compartimento Marittimo la funzione sanzionatorie e ad essi soltanto è demandata la potestà di decidere sulla irrogazione, ovvero sulla revoca della sanzione.
Ne consegue che l'invocato provvedimento di revoca esula dalle competenze del dicastero interrogato.
In conclusione, l'azione della Difesa è finalizzata ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alle esigenze addestrative, alla sicurezza e all'impatto ambientale con le esigenze connesse all'esercizio della pesca nelle aree interdette.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
nella Gazzetta Ufficiale 13 settembre 2003, n. 213, è stato pubblicato il decreto legislativo 3 settembre 2003, n. 257, recante «Riordino della disciplina dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente - ENEA, a norma dell'articolo i della legge 6 luglio 2002, n. 137»;
il decreto di riordino rilancia l'ENEA come ente di ricerca, ridefinendone la missione e la struttura in modo da valorizzare le numerose competenze di ricerca e sviluppo tecnologico in un quadro comune con gli altri enti pubblici di ricerca;
il decreto richiede, tra l'altro, anche la definizione del comparto di contrattazione per il contratto di lavoro dei dipendenti, scaduto il 31 dicembre 2001;
l'ARAN è in attesa di riscontro alla richiesta di un atto di indirizzo sul comparto di contrattazione, avendone fatto domanda ai ministeri competenti già in data 23 settembre 2003;
la Commissione 10 (Industria, commercio, turismo) del Senato della Repubblica, nella seduta, in sede consultiva su atti del Governo, svoltasi il 28 ottobre 2003, ha espresso il proprio parere favorevole al Presidente del Consiglio dei ministri sulla nomina a presidente dell'ENEA
nel disegno di legge finanziaria 2004, attualmente in discussione, viene ancora data una importanza marginale alla ricerca scientifica e tecnologica nel nostro paese, il che potrebbe avere come diretta conseguenza un ritardo sullo sviluppo rispetto agli altri partner della Comunità Europea;
l'Italia, a giudizio dell'interrogante, si deve sempre più impegnare nel contenere la «fuga dei cervelli» verso altri paesi più sensibili, che hanno posto lo sviluppo della ricerca tra le maggiori priorità;
da tre anni sono bloccate le assunzioni di giovani ricercatori -:
entro quanto tempo il Governo intende nominare il nuovo vertice dell'Enea che, come recita l'articolo 6 del decreto in premessa, «è composto dal presidente e da sette membri, in possesso di elevate competenze scientifiche e gestionali», al fine di dare concreta attuazione alle recenti norme di riordino, lanciando un segnale forte di inversione di tendenza e superando logiche di clientelismo e nepotismo;
entro quanto tempo il governo, in attuazione dell'articolo 21 del decreto in premessa, intende fornire all'ARAN l'atto di indirizzo per la contrattazione collettiva di cui all'articolo 40 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, necessario a definire il comparto di contrattazione del personale dell'Enea, nell'ambito degli altri enti pubblici di ricerca.
(4-08150)
L'Ente si trova ora nella possibilità di esercitare i poteri di indirizzo in materia di definizione del comparto di appartenenza.
In esito a tale richiesta l'Enea con lettera 20 febbraio 2004, indirizzata al Dipartimento della funzione pubblica, ha assicurato che la problematica attinente all'individuazione del comparto di contrattazione sarebbe stata sottoposta ad esame e valutazione del nuovo Consiglio di amministrazione.
Ad ogni buon conto si segnala che le problematiche relative ai mutamenti di comparto vengono esaminate dall'organismo di coordinamento dei comitati di settore di cui all'articolo 41, comma 6, del decreto legislativo n. 165/2001 le cui determinazioni vengono attuate in sede di accordi collettivi quadro per la definizione dei comparti di contrattazione.
L'interrogante fa riferimento al decreto di riordino dell'ENEA, n. 257 del 2003, con il quale viene richiesta, fra l'altro, l'individuazione del comparto di appartenenza del personale dipendente dall'Ente ai fini del rinnovo del contratto collettivo scaduto il 31 dicembre 2001. Richiama, in proposito, la lettera dell'ARAN del 23 settembre 2003, con la quale l'Agenzia ha richiesto l'emanazione di un apposito atto di indirizzo, propedeutico alla predetta collocazione compartimentale. Domanda, infine, entro quanto tempo il Governo intenda fornire all'ARAN l'atto di indirizzo per la contrattazione collettiva, al fine di disporre la collocazione dell'ENEA nel comparto degli Enti di ricerca.
A tale proposito si fa presente quanto segue:
1) l'articolo 21, comma 1, del citato decreto legislativo n. 257 del 2003, reca: «Il rapporto di lavoro dei dipendenti dell'ENEA è regolato ai sensi del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. In deroga a quanto previsto dall'articolo 70, comma 4, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001, la contrattazione collettiva di cui all'articolo 40 del medesimo decreto legislativo definisce il comparto di contrattazione del personale dell'ENEA». In forza di tale previsione
2) in ogni caso, sarà compito della contrattazione collettiva - ai sensi del citato articolo 40, comma 2, nonché dell'articolo 41, comma 6, e dell'articolo 47 del decreto legislativo n. 165 del 2001, articoli che si applicano totalmente all'ENEA dopo la riforma recata con il decreto legislativo n. 257 del 2003 - individuare il comparto di appartenenza del relativo personale, che potrebbe, in ipotesi, essere diverso da quello degli Enti di ricerca, cui l'interrogante fa riferimento. È cioè alle libere determinazioni dell'autonomia collettiva l'individuazione di comparti ed aree di contrattazione, dovendo la stessa discendere dall'incontro di volontà delle parti negoziali.
Al riguardo, l'unico criterio legale cui obbliga la norma è relativo all'omogeneità o affinità delle amministrazioni ricomprese nel medesimo comparto (articolo 40, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001) mentre espressamente l'articolo 41, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, demanda ad un apposito organismo riassuntivo dei diversi comitati di settore (organismo di coordinamento dei comitati di settore), che delibera in forma collegiale, l'esercizio delle funzioni di indirizzo e delle altre competenze inerenti alla contrattazione collettiva, relativamente alla «stipulazione degli accordi che definiscono o modificano i comparti o le aree di cui all'articolo 40, comma 2»;
3) a prescindere da tali considerazioni in ogni caso l'articolo 21, comma 1, del citato decreto legislativo n. 257 del 2003, trova applicazione a partire dalla tornata contrattuale successiva a quella in corso.
Al riguardo, si evidenzia che il contratto collettivo di categoria è scaduto il 31 dicembre 2001. Considerato che il decreto di riordino dell'ENEA è entrato in vigore nel settembre 2003, per il periodo contrattuale 1o gennaio 2002-31 dicembre 2005, sulla base del principio tempus regit actum, al personale dell'Ente risultano tuttora applicabili le regole previgenti contenute nell'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001.
In ordine alla collocazione compartimentale dell'Ente, dovrà invece disporsi a partire dalla tornata contrattuale successiva all'attuale. In detta occasione, verrà stipulato da ARAN e confederazioni rappresentative un apposito contratto collettivo nazionale quadro, sulla base di un atto di indirizzo varato dall'organismo di coordinamento dei comitati di settore.
4) in ogni caso, va evidenziato che, a seguito della lettera dell'ARAN citata in premessa, del 23 settembre 2003, con la quale la stessa domandava informazioni circa l'atto di indirizzo per la collocazione nei comparti di contrattazione del personale dell'Ente, il Dipartimento della funzione pubblica ha richiesto, ai fini della predisposizione dello stesso atto da parte dell'organismo di coordinamento dei comitati di settore, un apposito avviso, all'ENEA, che, con propria lettera del 20 febbraio 2004, ha evidenziato la competenza sul punto del Consiglio di amministrazione dell'Ente, il quale valuterà la predetta richiesta;
5) nelle more del contratto quadro che disporrà la predetta collocazione compartimentale e per l'indicato periodo contrattuale 1o gennaio 2002-31 dicembre 2005, la contrattazione collettiva per l'ENEA avverrà, quindi, ai sensi dell'articolo 70,
In particolare, considerato il ritardo nella stipula del rinnovo contrattuale del settore, è stato dato mandato all'ARAN - tramite appositi atti di indirizzo - per l'erogazione dell'indennità contrattuale, nelle misure previste dal Protocollo del 23 luglio 1993, a titolo di anticipazione retributiva (rispettivamente, in data 23 marzo 2003 per il personale non dirigente, e, in data 27 maggio 2004, per il personale dirigente). Al riguardo, infatti, il citato protocollo Governo-sindacati del 23 luglio 1993, stabilisce che «dopo un periodo di vacanza contrattuale pari a 3 mesi dalla data di scadenza del CCNL, ai lavoratori dipendenti ai quali si applica il contratto medesimo non ancora rinnovato sarà corrisposto, a partire dal mese successivo ovvero dalla data di presentazione delle piattaforme ove successiva, un elemento provvisorio della retribuzione. L'importo di tale elemento sarà pari al 30 per cento del tasso di inflazione programmato, applicato ai minimi retributivi contrattuali vigenti, inclusa la ex indennità di contingenza. Dopo 6 mesi di vacanza contrattuale, detto importo sarà pari al 50 per cento dell'inflazione programmata. Dalla decorrenza dell'accordo di rinnovo del contratto l'indennità di vacanza contrattuale cessa di essere erogata;
6) i predetti atti di indirizzo erano stati espressamente sollecitati a questo Dipartimento con lettera del 9 marzo 2004 dalle Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL-CISAL, rappresentative per oltre l'80 per cento del personale dell'ENEA.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
in questi ultimi mesi il settore degli appalti pubblici vive un momento di crisi, a causa dell'improvviso aumento dei prezzi di acquisto di alcune materie prime;
molte imprese costruttrici, hanno segnalato che i prezzi di alcuni materiali utilizzati per la realizzazione di opere, hanno subito dei notevoli incrementi; nello specifico detti aumenti hanno riguardato in particolar modo il ferro, il cui prezzo è rincarato di oltre il 30 per cento, con la previsione di un eventuale ulteriore rincaro pari al 20 per cento;
tale situazione è determinata non solo dalla carenza di materie prime, ma anche dalla riduzione della produzione degli altoforni;
ulteriore problema è rappresentato dal mercato cinese che continua a sottrarre quote di produzione e materie prime ai mercati europei;
a ciò si deve aggiungere il problema dell'aumento dei prodotti petroliferi e del carbone, nonché gli effetti che a breve produrrà il nuovo contratto collettivo nazionale degli edili ove è previsto un rincaro medio del costo della manodopera di circa l'8 per cento;
tali aumenti, che risultano del tutto anomali rispetto al tasso di inflazione, stanno determinando un notevole squilibrio nei rapporti contrattuali in essere, tra costi e corrispettivi per cui, di fatto, molte imprese non sono più in grado di garantire l'avanzamento dei lavori;
il meccanismo del massimo ribasso che regola il mercato degli appalti pubblici e che porta nei fatti a prezzi scarsamente remunerativi per le imprese, a ritardi nell'esecuzione dei lavori e all'attivazione del contenzioso anche in sede giudiziaria;
in passato a tali esigenze soccorreva la disciplina della «revisione prezzi» che aveva lo scopo di ristabilire l'equilibrio costi-ricavi di appalto attraverso l'adeguamento del prezzo contrattuale all'aumento del costo della manodopera, dei materiali e dei noli;
il sistema revisionale una volta abolito, è stato contemporaneamente sostituito dal cosiddetto «prezzo chiuso» (legge n. 109 del 1994 articolo 26, commi 3 e 4) ove è stata prevista la possibilità di adeguamento economico contrattuale al verificarsi di mutamenti anomali del tasso di inflazione;
l'attuale meccanismo legislativo non fa fronte all'emergenza evidenziata, in quanto insufficiente ad ovviare a tutte quelle ipotesi in cui la lievitazione dei costi sia causata da fattori esclusivamente produttivi -:
quali iniziative, anche di natura normativa, intenda adottare al fine di porre rimedio a tale situazione, individuando uno strumento che risulti idoneo ad adeguare il prezzo contrattuale, sostitutivo del prezzo chiuso, in grado di riequilibrare il rapporto contrattuale stesso.
(4-09494)
Tale valore consiste nel prezzo dei lavori al netto del ribasso d'asta aumentato di una percentuale da applicarsi, nel caso in cui la differenza tra il tasso di inflazione reale ed il tasso di inflazione programmata nell'anno precedente sia superiore al 2 per cento all'importo dei lavori ancora da eseguire per ogni anno intero previsto per l'ultimazione dei lavori stessi.
Tuttavia, preso atto dell'emergenza derivante dai fenomeni che vengono riscontrati nell'interrogazione e delle conseguenti ripercussioni sul settore degli appalti pubblici interessato, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ritenuto opportuno avviare lo studio di una proposta normativa tesa a far fronte alle esigenze di adeguamento del prezzo contrattuale in grado di riequilibrare il meccanismo dei costi delle materie prime.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
da oltre due anni risultano sospesi i lavori di ristrutturazione della Salerno-Reggio Calabria sul tratto Curinga-Lamezia Terme (Catanzaro) corsia Nord;
in quel tratto si è costretti a viaggiare su una corsia unica, nonostante, inspiegabilmente, non sia in atto alcun lavoro -:
quali siano le motivazioni che hanno portato all'allontanamento della Ditta appaltatrice;
se non ritenga necessario ed urgente sollecitare la ripresa dei lavori sul tratto autostradale indicato.
(4-10967)
L'impresa al momento dell'abbandono del cantiere aveva eseguito lavori per circa
Per eseguire le demolizioni è stata autorizzata la chiusura al transito veicolare della carreggiata nord e l'istituzione del doppio senso di marcia sulla carreggiata opposta.
Nelle more della riprogettazione del lotto in questione, la società stradale avendone verificato la fattibilità, in occasione del passato esodo estivo, ha dato disposizioni all'Ufficio periferico dell'ANAS di ripristinare e restituire al transito un tratto di carreggiata nord, dell'estesa di chilometri 1,5, ancora non completamente demolito.
L'ANAS rende noto, infine, che la progettazione dei lavori di completamento è stata ultimata ed in data 10 agosto 2004 è stato pubblicato il bando per l'affidamento mediante licitazione privata.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
il giorno 7 luglio 2004 nel comune di Bondeno (Ferrara) la vasta area compresa a ovest del capoluogo fra la Via Vurgiliana e la Via bassa fino a Burana, Zerbinate e Stellata, per effetto dei lavori programmati dall'Enel, è rimasta senza energia elettrica per quasi 14 ore;
i cittadini residenti nella zona interessata ai lavori nell'area industriale di Ponti Spagna erano stati preventivamente avvisati attraverso opuscoli informativi che indicavano il periodo dell'interruzione a partire dalle 8,30 del mattino fino alle 15 dello stesso giorno, invece l'interruzione del servizio è avvenuta dopo le 22, senza preavviso creando difficoltà, disagi e danni materiali ai cittadini;
il numero verde Enel 800900900, ripetutamente contattato dai cittadini coinvolti nel black out, non è stato in grado di fornire indicazioni utili sull'orario del ripristino, anzi alle famiglie che si sono rivolte al numero verde (ad una voce registrata) veniva risposto fornendo orari non attendibili: le 15.30 poi le 18, poi le 20 in effetti il servizio veniva ripristinato alle ore 22;
alle numerose proteste dei cittadini, alle quali la stampa locale ha dato il giusto risalto, l'Enel Comunicazione dell'Emilia Romagna risponde il 13 luglio attraverso una lettera alla stampa: «I nostri tecnici hanno incontrato difficoltà impreviste, siamo rammaricati per l'accaduto»;
i cittadini sono stati privati di una adeguata risposta da parte dell'Enel sulla motivazione del disservizio subito e sulle responsabilità dello stesso -:
quali iniziative il Governo intende intraprendere affinché i cittadini della zona interessati dal black out abbiano cognizione sull'accaduto e, conseguentemente, gli stessi e le imprese colpite siano poste in grado di avviare le necessarie procedure per il risarcimento dei danni causati dall'Enel a seguito dell'interruzione del servizio.
(4-10498)
Il disservizio verificatosi il giorno 7 luglio 2004 è correlato allo spostamento di una linea elettrica in media tensione in doppia terna, così come richiesto dal Comune di Bondeno (FE), al fine di liberare un'area destinata ad uso artigianale e consentirne l'alimentazione previo potenziamento degli impianti esistenti.
Come comunicato all'utenza, l'intervento in parola avrebbe dovuto essere portato a termine in circa 6-7 ore, con un'interruzione dell'erogazione dell'energia dalle ore 8.00 alle ore 15.30 dello stesso 7 luglio. Tuttavia, a seguito di una serie di imprevisti tecnici, fra i quali anche la necessità di sostituire con personale Enel distribuzione alcuni addetti dell'impresa cui era stato
Relativamente all'estensione del disservizio, si precisa che la mancata alimentazione oltre il tempo preventivato ha riguardato circa 200 clienti in bassa tensione ed 1 cliente in media tensione ed ha comportato la limitazione dell'energia erogata ad un secondo cliente sempre in media tensione.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
il giorno 24 ottobre 2002 è naufragata in località «I Pungenti» - Porto Vecchio di Castiglioncello del comune di Rosignano Marittimo (Livorno) la motonave battente bandiera libanese Venus;
la suddetta motonave risulta a tutt'oggi abbandonata sulla scogliera dei «Pungenti»;
nell'imminenza della stagione estiva, il permanere della motonave a pochi metri dalla riva, in una situazione di equilibrio precario, arreca grave danno alla sicurezza pubblica e all'immagine di un territorio di rilevante interesse ambientale e a fortissima vocazione turistica;
la competenza della rimozione della motonave è statale;
il sindaco di Rosignano Marittimo, Gianfranco Simoncini, ha sin da subito posto il problema di una rapida rimozione della motonave, attraverso l'invio di quattro lettere, tra il 10 dicembre 2002 e il 26 febbraio 2003, al Ministro dell'ambiente e tutela del territorio e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
sono da tempo in atto confronti tra il Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e quello delle infrastrutture e dei trasporti, a seguito dei quali è emerso un forte impegno da parte del Ministero dell'ambiente e tutela del territorio a cofinanziare la rimozione della nave;
questioni di ordine tecnico-burocratico, anche legate alla sovrapposizione di competenze fra i ministeri interessati, sembrano allontanare i tempi della rimozione -:
quali provvedimenti intendano prendere affinché venga al più presto rimossa la motonave Venus, naufragata il 24 ottobre 2002 in località «I Pungenti» - Porto Vecchio di Castiglioncello del comune di Rosignano Marittimo (Livorno).
(4-11838)
A seguito del verificarsi di una situazione di grave rischio ambientale, in data 8 maggio 2003, è pervenuta, presso il Dipartimento della protezione civile, una nota della Prefettura di Livorno che, congiuntamente con il comune di Rosignano Marittimo e la Capitaneria di Porto di Livorno, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, della legge n. 225 del 1992.
Successivamente anche la Regione Toscana, in data 13 maggio 2003, sulla base delle segnalazioni inviate dagli organi competenti, ha rappresentato la medesima esigenza.
Il successivo 4 giugno i rappresentanti della Prefettura di Livorno, del Comune di Rosignano Marittimo, del Dipartimento della protezione civile, della Capitaneria di Porto di Livorno e dell'Ufficio Locale Marittimo di Castiglioncello hanno effettuato un sopralluogo per verificare l'effettivo stato di pericolosità del relitto della Venus confermando la necessità del ricorso alla dichiarazione dello stato di emergenza.
Quest'ultimo è stato, pertanto, deliberato dal Consiglio dei ministri, in data 31 luglio
In seguito alla predetta ordinanza, il comandante della Capitaneria di porto di Livorno è stato nominato commissario delegato al fine di realizzare interventi urgenti e di pubblica utilità per il superamento dell'emergenza, anche in deroga alla normativa nazionale e regionale. È stato, inoltre, autorizzato ad avvalersi di un soggetto attuatore che potrà agire sulla base di specifiche direttive ed indicazioni impartite dal commissario stesso, ricorrendo, ove non sia possibile l'utilizzo di strutture pubbliche, a liberi professionisti.
Infine il commissario può avvalersi della collaborazione di un comitato, con funzioni consultive, composto, oltre che dallo stesso commissario, anche dal sindaco del comune di Rosignano Marittimo, dal prefetto di Livorno, dall'assessore alla protezione civile della regione Toscana, da un rappresentante del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio nonché da un rappresentante del Dipartimento della protezione civile.
La copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'applicazione dell'ordinanza n. 3324 è stata prevista dall'articolo 4 dell'ordinanza stessa che ha provveduto a stanziare 250.000,00 euro a carico del Fondo della protezione civile ed altrettanto a carico del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, autorizzando, altresì, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli enti locali territorialmente competenti e la regione Toscana ad assegnare ulteriori risorse finanziarie. Inoltre sono state aggiunte le somme ricavate dalla vendita dei materiali ferrosi derivanti dalla rimozione e dalla demolizione del relitto.
In data 13 febbraio 2004, il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza, fino al 31 maggio 2004, al fine di completare le procedure per l'affidamento, mediante appalto concorso, del servizio di rimozione e demolizione del relitto.
Queste ultime sono state aggiudicate alla società Teseco s.p.a. che ha presentato un cronoprogramma dei lavori da effettuare.
È stato allestito un cantiere, la nave è stata «puntellata» da una cintura di grossi massi per evitare che lo scafo, danneggiato dal movimento del mare ed attaccato da ruggine e salsedine, si spezzasse nel corso dell'opera di smantellamento e sono state eseguite le operazioni di bonifica e di rimozione del materiale non ferroso, in particolare di circa 50 chilogrammi di amianto, concentrato principalmente nei rivestimenti di alcune tubazioni, e di olii ed altri liquidi residuati nei motori. Infine si è proceduto alla demolizione del relitto che è stato «tagliato» sul posto ed alla rimozione del materiale ferroso di risulta che è stato inviato alle acciaierie di Piombino.
Attualmente tutte le opere approntate per la rimozione della Venus, compresa la barriera anti-polvere e anti-rumore innalzata a protezione della passeggiata pedonale sul lungo mare e delle abitazioni presenti nell'area prospiciente a quella della nave, sono state completamente smantellate ripristinando l'originale stato dei luoghi. Inoltre si è concluso anche l'iter amministrativo e contabile predisposto per il superamento dell'emergenza.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
l'impresa Pizzarotti ha presentato all'Anas, attraverso lo studio legale Albini e Overy, una proposta di costruzione del tratto autostradale Sassuolo-Campogalliano di circa venti chilometri, per un importo di 220 milioni di euro;
per coprire i costi lo studio legale in questione ipotizza un pagamento da parte
non solo, ma l'Anas dovrebbe, secondo lo standard di qualità dei servizi sull'autostrada, riconoscere al concessionario una cifra per ogni automobile in transito -:
se risulti al Ministro interrogato che l'Anas abbia accettato questa richiesta;
a) in caso affermativo, chi abbia espresso la congruità prezzo dell'opera;
b) come siano stabiliti i parametri di incasso per i pedaggi da parte dell'impresa costruttrice;
c) come siano stati stabiliti i parametri di rimborso da parte dell'Anas per ogni automobile in transito.
(4-10753)
Tale progetto include tra le opere d'arte principali ponti, viadotti, cavalcavia, gallerie artificiali, sottopassi ed opere idrauliche.
L'asse principale dell'intervento, che risulta collocato per una parte significativa del suo tracciato parallelamente al fiume Secchia, si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 14,755 chilometri (esclusi gli svincoli) e può essere diviso in quattro parti, precisamente: dall'intersezione della A1 alla via Emilia; dalla via Emilia allo svincolo verso Rubiera; dallo svincolo di Rubiera a Magreta; da Magreta a Sassuolo (svincolo Pedemontana).
La società stradale informa che il progetto in questione è inserito nella delibera CIPE n. 121/2001, di cui alla legge Obiettivo.
Tale progetto è, attualmente, all'esame dei Ministeri competenti per essere successivamente sottoposto all'approvazione del CIPE. Atto, quest'ultimo, propedeutico all'avvio dei lavori.
L'intervento, di cui trattasi, con allegato progetto preliminare Anas, è stato oggetto di proposta ai sensi dell'articolo 37-bis della legge n. 109 del 1994, il cui esame è in corso.
A riguardo, l'Anas ha evidenziato che non vi è stato alcun pronunciamento in merito da parte della società stessa.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
Assoconsum ha segnalato all'interrogante che dal 1 luglio 2004, sulle autostrade si sono registrati aumenti del 2,26 per cento -:
quali siano state le motivazioni che hanno giustificato tali aumenti;
quando saranno eliminati i tratti non «drenanti» sulla A14 e sulla A1.
(4-11055)
Con la conversione in legge del decreto-legge n. 355 del 24 dicembre 2003, che ha dato il via libera all'attuazione del IV atto aggiuntivo alla Convenzione tra Anas e società Autostrade, sono stati disciplinati, tra l'altro, gli aumenti tariffari differiti però al 1o luglio 2004.
La società Autostrade per l'Italia ha praticato da tale data un adeguamento tariffario del 2,26 per cento.
L'Anas fa presente che i criteri di variazione annuale delle tariffe autostradali sono definiti in base a specifiche delibere del CIPE e sono recepiti in tutte le convenzioni della concessionarie autostradali rinnovate a partire dal 1997.
La normativa ed i patti convenzionali prevedono che le tariffe vengano adeguate annualmente in base al risultato di una specifica formula, price cap, i cui fattori e la cui applicazione sono controllati dall'Anas.
Per quanto attiene al quesito relativo al manto drenante di alcuni tratti autostradali, la società stradale informa che su tutta la rete vengono adottati standard elevati di pavimentazione drenante. Allo stato, su tutte le reti autostradali in concessione, compresa quella gestita da Autostrade per l'Italia S.p.A., si sta attuando un progressivo piano di sviluppo delle predette pavimentazioni.
Nello specifico, per le autostrade A1 Milano-Napoli e A14 Bologna-Bari-Taranto (3218 chilometri di carreggiate nord/sud), sulle tratte che si adattano alla presenza di pavimentazioni drenanti (2376 chilometri di carreggiate nord/sud), la situazione è la seguente:
previsioni al 31 dicembre 2004, A1: km. di drenante 820,8, percentuale drenante 67 per cento, km. residui 403,6; A14: km. di drenante 397,6, percentuale drenante 35 per cento, km. residui 754,4; totale: km. di drenante 1218,4, percentuale drenante 51 per cento, km. residui 1158,0.
La società stradale rende noto, infine, che gli attuali programmi di intervento prevedono entro l'anno 2006 il completamento a drenante dei 2376 chilometri di carreggiata dell'A1 e dell'A14.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
la società Autostrade Meridionali e la Tangenziale di Napoli non vivono una situazione florida;
la società Autostrade Meridionali è una delle società controllate da Autostrade per l'Italia;
entrambe le società hanno goduto di una favorevole impennata nel valore delle proprie azioni;
le summenzionate società hanno, anche, goduto di ingenti finanziamenti pubblici contemporaneamente a consistenti incrementi delle tariffe causati dagli stessi lavori di ammodernamento. Lo stesso dicasi della società Tangenziale di Napoli Spa anch'essa facente parte del gruppo Autostrade, anche se non è quotata in borsa -:
in che misura i finanziamenti pubblici ricevuti siano individuabili nei bilanci societari e di gruppo;
quale siano le ragioni per cui, malgrado i piani di ammodernamento e l'incremento delle tariffe, Autostrade Meridionali continui a risultare tra le autostrade nazionali più pericolose, così come evidenziano le statistiche ACI ed Istat;
quali siano i motivi per cui alla gestione delle gare e degli appalti in ambedue le società, nonostante esistano uffici preposti, l'amministratore delegato abbia fatto ricorso a delle professionalità esterne.
(4-11125)
Per quanto attiene alla sicurezza di percorribilità delle autostrade in questione, l'Anas rende noto che i dati sull'andamento dell'incidentalità rilevata nel corso dell'anno 2003 denotano solo lievi variazioni rispetto all'anno precedente. Il numero dei sinistri è passato da 535 nel 2002 a 539, il numero dei feriti si è invece ridotto, scendendo da 320 a 315 ed il numero dei decessi è salito da sette a otto.
Il tasso globale di incidentalità, che deriva dal rapporto tra numero di sinistri su 100 milioni di chilometri percorsi, consente la misurazione oggettiva del livello di sicurezza dell'autostrada. Per la società Autostrade Meridionali tale tasso, relativo all'anno 2003, risulta pari a 35,23. Tale valore risulta inferiore alla media ricavata sull'intera rete autostradale italiana. Se invece si rapporta il numero di incidenti alla estensione della tratta in gestione (51 chilometri) si ricava un dato di sinistrosità fuorviante in quanto influenzato del maggiore livello di traffico che contraddistingue la società Autostrade Meridionali rispetto alle altre tratte autostradali nazionali.
Per quanto riguarda la gestione delle gare e degli appalti in ambedue le società in argomento, l'Anas informa che l'organizzazione e le modalità di svolgimento delle attività operative, ivi incluse quelle connesse all'espletamento delle procedure per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, sono rimesse alla discrezionalità degli Amministratori. Questi ultimi, sulla base di obiettivi improntati alla produttività, efficienza, trasparenza ed imparzialità delle procedure, possono decidere di ricorrere a professionalità esterne. Tale ipotesi risulta espressamente prevista dalla normativa di riferimento, la quale, peraltro, impone il possesso di specifici requisiti soggettivi dei membri delle Commissioni di gara.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
i dipendenti del Ministero del Lavoro che aspirano a vedersi riconosciuta una riqualificazione nella posizione economica B/3, dopo aver partecipato a corsi di qualificazione, devono sostenere una prova d'esame particolarmente impegnativa;
la natura di questa prova, originariamente caratterizzata nel senso di una verifica dei titoli e dell'anzianità di dipendenti che hanno accumulato fino a 25 anni di servizio, viene di fatto alterata fino a farne un nuovo concorso -:
se il Ministro non ritenga in questo caso sufficiente l'adozione di un meccanismo di riqualificazione automatico che tenga conto dei titoli e dell'anzianità di servizio.
(4-10675)
Tale procedura si è esplicata in due fasi, la prima attraverso la partecipazione ad un corso di formazione, per un numero di candidati pari a tre mezzi del numero dei posti da ricoprire (nella fattispecie pari a 1.425 unità), l'altra con lo svolgimento di un colloquio finale sulle materie trattate durante il medesimo corso.
I candidati da ammettere al predetto corso sono stati individuati secondo il calcolo del punteggio conseguito da ciascuno di essi nella valutazione dei titoli culturali, professionali e di servizio posseduti, effettuata dalla commissione esaminatrice nominata per la procedura di riqualificazione in argomento.
Ciò premesso, si evidenzia che le procedure di riqualificazione del personale in esame, fortemente auspicate dalle organizzazioni sindacali di settore, traggono la loro ragion d'essere dalle esigenze maturate a seguito del processo di riforma e di riordino che ha interessato questo Ministero.
Il quadro normativo di riferimento delle procedure è rinvenibile nel contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto ministeri, del 16 febbraio 1999, che ha introdotto le aree di inquadramento A, B, C, in cui sono state accorpate le previgenti nove qualifiche funzionali. In particolare, nelle suddette aree sono presenti differenti posizioni economiche, alle quali corrispondono «specifiche professionali», «contenuti professionali» e «caratteristiche professionali di base».
L'accesso alle predette posizioni economiche avviene dall'esterno attraverso pubbliche procedure concorsuali, ovvero dall'interno della stessa area.
Il passaggio all'interno dell'area avviene a norma ed in forza dell'articolo 15, del Ccnl - Comparto Ministeri 1998/2001, mediante «...percorsi di riqualificazione ed aggiornamento professionale con esame finale, ...con graduatoria finale». Costituiscono elementi di valutazione la posizione economica di provenienza, l'esperienza professionale acquisita ed il possesso di titoli di studio e professionali coerenti con i processi di riorganizzazione o innovazione tecnologica.
Il dettaglio dei procedimenti è stato stabilito con il Ccnl e dai relativi e successivi protocolli d'intesa.
Al riguardo, inoltre, è opportuno ricordare quanto definito dalla Corte Costituzionale con le note sentenze n. 1 del 1999 con decreto e n. 218 del 2002, con le quali è stata ribadita la necessità di evitare criteri automatici di progressione di carriera all'interno della Pubblica amministrazione, stante il nuovo quadro normativo progressivamente delineatosi in ragione del decreto legislativo n. 29 del 1993 e del successivo decreto legislativo n. 165 del 2001.
Pertanto, questa Amministrazione, ai fini della individuazione dei partecipanti ai percorsi di riqualificazione, ha inteso valorizzare la professionalità acquisita dai singoli candidati, tenendo in debito conto il curriculum professionale ed individuando espressamente gli incarichi professionali effettivamente svolti e meritevoli di valutazione, in quanto afferenti ai profili professionali oggetto della procedura. L'inquadramento nei profili professionali è stato, infatti, subordinato al superamento di una prova finale che, scevra dal carattere della genericità, è idonea a garantire una seria verifica dei requisiti attitudinali.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il 29 settembre nella zona denominata South Hebron Hills (Colline a sud di Hebron), in Cisgiordania cinque israeliani incappucciati hanno aggredito con catene e bastoni bambini palestinesi ed operatori internazionali americani;
in questi giorni i volontari italiani dell'operazione Colomba, facente riferimento a Don Oreste Benzi, hanno subito, nella stessa zona, la stessa sorte, con conseguente ricovero ospedaliero per un volontario -:
quali iniziative si intendano attivare presso il governo israeliano per garantire la sicurezza dei volontari italiani ed in particolare di quelli dell'Operazione Colomba.
(4-11236)
Sul caso specifico, citato dall'interrogante, il Consolato Generale a Gerusalemme ha immediatamente informato l'ambasciata a Tel Aviv e la Farnesina circa l'aggressione subita da un volontario italiano, apparentemente ad opera di coloni israeliani, fornendogli tutta l'assistenza del caso. Fortunatamente, il nostro connazionale non ha riportato gravi ferite ed è stato rapidamente dimesso dall'ospedale. Il Governo non mancherà di riferire sui risultati dell'inchiesta aperta dalla polizia israeliana.
L'Italia, singolarmente e con i partners UE, coglie ogni utile occasione per richiamare israeliani e palestinesi al rispetto dei Diritti Umani, condannando in ogni occasione tanto il compimento di atti violenza e terrorismo palestinese, quanto l'eccesso di uso della forza da parte di Israele. L'azione del Governo è protesa ad incoraggiare Israele ed ANP a rispettare il Diritto Internazionale e le Risoluzioni dell'ONU, ma soprattutto a proseguire nell'opera tesa a giungere ad una cessazione generalizzata della violenza (incluso il terrorismo) e ad una ripresa del Processo di Pace. Ciò nella convinzione che sia questa l'unica strada per assicurare definitivamente il rispetto dei diritti inalienabili delle popolazioni israeliane e palestinesi.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il Presidente della regione Puglia, in qualità di Commissario delegato per l'emergenza ambientale, ha bandito una gara per la realizzazione di alcuni impianti di «termovalorizzazione» sul territorio regionale;
la realizzazione di questi impianti necessita di preventiva autorizzazione della competente amministrazione comunale;
dagli organi di stampa si apprende che l'amministrazione comunale di Ordona ha dato la sua disponibilità alla localizzazione sul territorio di un impianto di termovalorizzazione;
nel comune di Ordona è stato rinvenuto uno degli insediamenti archeologici più importanti del mediterraneo, laddove si sovappongono nei secoli resti di insediamenti del neolitico a vestigia della civiltà dauna del sesto secolo avanti Cristo a straordinari reperti della città tardo romana e medioevale di Herdonia;
sulla base di un accordo di programma la regione Puglia ha stanziato un milione di euro per l'iniziale valorizzazione del sito archeologico;
la movimentazione su tutto il territorio provinciale di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti comporterebbe degrado ambientale e diffusione nell'atmosfera di polveri e inquinanti gravamente nocivi per la conservazione del sito archeologico;
la combustione dei rifiuti libererebbe nell'ambiente diossina ed altre sostanze tossiche;
la vocazione agricola e turistico culturale del territorio sarebbero irrimediabilmente compromessi da una eventuale localizzazione di un impianto di termovalorizzazione -:
quali iniziative si intendano intraprendere a tutela del sito archeologico di Ordona;
quali adempimenti ha messo in atto la soprintendenza ai beni archeologici di Taranto al fine di tutelare e conservare il contesto paesaggistico ambientale in cui insiste uno dei patrimoni archeologici più importanti del mediterraneo.
(4-10577)
Ovviamente, la realizzazione del progetto sopra menzionato, che comporta estesi interventi di restauro e manutenzione dell'area del parco archeologico, rende necessaria una conservazione del territorio tale da permettere un armonico inserimento del parco medesimo nel restante contesto territoriale.
È peraltro da aggiungere che fino ad ora, agli uffici di questa amministrazione, sia centrali che periferici, non è pervenuto, da parte degli enti eventualmente interessati, alcun progetto per la costruzione di un impianto di termovalorizzazione.
A tale proposito, il direttore regionale, opportunamente sensibilizzato da questi uffici a seguito dell'interrogazione parlamentare in oggetto, ha richiesto al comune «ogni opportuna informativa circa le prospettive di localizzazione dell'impianto in questione affinché gli istituti periferici del ministero possano disporre di ogni elemento di valutazione utile per esprimere preventivi pareri di competenza, nell'ambito delle rispettive prerogative istituzionali in materia di tutela e conservazione dei beni culturali e paesaggistici».
Finora, a quanto risulta, nessun riscontro è stato dato dagli enti interpellati (Comune di Ordona e Assessorati regionali all'ambiente smaltimento rifiuti, nonché all'urbanistica e territorio).
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
negli ultimi giorni vi è stata in Costa D'Avorio una violenta recrudescenza della guerra civile in atto da tempo nel paese;
sono state coinvolte anche le truppe francesi che dovrebbero garantire la linea di cessate il fuoco tra le parti, con la perdita di almeno nove militari;
la situazione appare confusa, con scontri in diverse località del paese e gravi rischi per gli occidentali residenti oltre che per i rappresentanti dell'ONU che sono stati raggruppati in zone ritenute più sicure perché non diventino ostaggi delle parti in conflitto -:
quali siano le ragioni politiche che hanno portato a questa situazione ed in particolare se appaiano responsabilità del presidente Gbagbo in merito alla gestione dell'ordine pubblico;
quali disposizioni siano state date alla nostra rappresentanza diplomatica in Costa D'Avorio per la tutela degli interessi e della comunità italiana là residente;
se la nostra rappresentanza ad Abidjan risulti adeguatamente protetta da potenziali incursioni armate e se lo staff disponibile in loco sia sufficiente ad assicurare la massima assistenza possibile ai nostri connazionali eventualmente coinvolti negli scontri.
(4-11601)
Al centro del disaccordo vi sono le delicate questioni delle riforme legislative e costituzionali nonché l'avvio del disarmo, propedeutiche alla preparazione delle elezioni nel 2005.
Sullo sfondo di questa situazione di tensione, vanno inquadrate le drammatiche vicende dei bombardamenti delle forze governative su Bouaké e Korhogo tra il 4 ed il 6 novembre 2004 che hanno provocato la morte anche di 9 militari francesi. La reazione francese (che ha annientato la quasi totalità della forza aerea di Abidjan) è stata seguita da violente manifestazioni antifrancesi e xenofobe incitate da trasmissioni radio e televisive che hanno indotto molti stranieri a lasciare il Paese, nonché la chiusura di alcune Ambasciate (Austria, Olanda, Regno Unito, Repubblica Ceca, Svezia), mentre altre come Belgio, Francia, Germania e Spagna, oltre all'Italia, sono ancora presenti con personale ridotto.
Per quanto concerne l'individuazione delle responsabilità nei disordini, nonostante le critiche dell'ONU siano maggiormente rivolte al Presidente Gbagbo, si ritiene che la sfiducia reciproca e l'irrigidirsi su posizioni contrapposte rendano comunque tutte le parti del conflitto responsabili dell'involuzione della situazione.
La dichiarazione dell'Unione Europea del 4 novembre ha, fra l'altro, ribadito con forza il richiamo a tutte le parti di astenersi dal ricorso all'uso della forza; quella del 6 novembre del Consiglio di Sicurezza ha condannato gli attacchi contro le forze francesi di Bouaké nonché delle forze governative nel nord, quali violazioni del cessate il fuoco del 3 maggio 2003, chiedendo l'immediata cessazione delle ostilità.
Tali posizioni della Comunità internazionale sono state ribadite infine nella risoluzione 1572/2004 del 15 novembre 2004 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che stabilisce altresì alcune misure sanzionatorie: embargo immediato sull'acquisizione di armi, e, a partire dal 15 dicembre divieto di ingresso e transito nonché congelamento dei fondi nei confronti di coloro che ostacolano il processo di pace ivoriano (la lista degli individui sanzionati, che potrebbe ricomprendere sia membri del Governo che dell'opposizione, sarà predisposta da una apposita Commissione istituita con la medesima risoluzione).
In relazione all'ultimo punto sollevato dall'interrogante, è utile sottolineare come le esigenze di sicurezza dei nostri connazionali in Costa d'Avorio siano state oggetto di costante monitoraggio da parte dell'Unità di Crisi negli ultimi anni.
Nel mese di agosto 2004 era stata anche inviata in Costa d'Avorio una prolungata missione di specialisti volta a predisporre tutte le misure necessarie a ipotesi di rimpatrio o evacuazione della collettività italiana in caso di crisi.
Non appena avuto preavviso dall'Ambasciata ad Abidjan del delinearsi di una situazione passibile di mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri connazionali residenti, il ministero degli affari esteri ha attivato un'approfondita concertazione con tutti gli organismi governativi e militari nazionali interessati e - tramite quotidiane teleconferenze - con le Unità di Crisi degli altri Paesi Europei presenti in Costa d'Avorio, in particolare con la Francia, che coordinava le operazioni in loco.
In un contesto di piena collaborazione con i partner europei il nostro Governo ha tempestivamente inviato ad Abidjan, alcuni aerei C130 messi a disposizione dal Comando Operativo di Vertice Interforze, dislocando in loco un Nucleo Avanzato di Coordinamento ed un contingente militare di 40 Unità per assistere l'Ambasciata nelle operazioni di rimpatrio. Grazie a tali risorse sul campo è stato possibile partecipare alla spola tra Abidjan ed Accra messa in atto da tutti gli aerei europei presenti nell'area nella fase acuta della crisi e permettere a tutti gli stranieri che ne facessero richiesta di lasciare il Paese. Grazie all'efficace dispositivo sono rientrati tutti i connazionali che ne hanno fatto richiesta.
Il ministero affari esteri ha inoltre rinforzato le misure di sicurezza dell'Ambasciata inviando ulteriori 2 Carabinieri del 1o Reggimento Paracadutisti «Tuscania» e continua a seguire con la massima attenzione l'evolversi della situazione al fine di assicurare la tempestiva e regolare assistenza ai connazionali che sono voluti rimanere nel Paese.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
in applicazione al dettato costituzionale, gli italiani residenti all'estero sono chiamati al voto per i referendum e le elezioni politiche;
al mese di settembre scorso risultavano iscritti 3.386.000 cittadini all'AIRE e 4.023.000 alle anagrafi consolari, in altre parole - pur essendo trascorsi molti mesi dall'inizio del lavoro di riconciliazione dei dati tra le due anagrafi - resta molto alto il divario tra i due elenchi;
in questa situazione appare molto difficile che entro le date presunte per la indizione dei prossimi referendum e/o delle elezioni politiche del 2006 sia possibile disporre di un elenco certo, rigoroso ed appropriato dei cittadini italiani residenti all'estero che - si ricorda - eleggeranno dalla prossima legislatura 12 deputati e 6 senatori a costituzione vigente;
la legge prevede che a base della determinazione del corpo dei votanti sia l'AIRE, ma unanimemente si ritiene che i dati contenuti nelle anagrafi consolarti siano molto più precisi, anche perché è molto difficile per i consolati avere dati in tempi reali dai comuni di provenienza al fine di aggiornare gli elenchi dell'AIRE -:
quale sia la situazione precisa dei due elenchi e se il MAE ritenga che i dati AIRE siano rappresentativi della effettiva realtà dei votanti o se invece permangano gravi difficoltà nel recuperare dati certi e numericamente veritieri;
se non si ritenga doveroso dare al Parlamento un aggiornamento preciso dell'andamento delle procedure e previsioni certe per la completa verifica degli elenchi degli elettori;
se non si ritenga di dover porre gli elenchi consolari anziché quelli dell'AIRE come base per determinare il numero degli elettori che saranno chiamati al voto ed in tal senso sia da aggiornare la legislazione vigente.
(4-11617)
A tal fine, in occasione degli eventi elettorali che si sono succeduti dopo l'entrata in vigore della legge n. 459 del 2001, si è proceduto ad effettuare operazioni di allineamento informatico tra le due banche dati, che hanno di volta in volta aggiornato e migliorato l'elenco, sia per quanto riguarda la qualità che la quantità dei dati in esso contenuti, pur restando tuttora elevato il numero di dati non allineati provenienti dagli schedari consolari. Per i nominativi presenti in entrambe le banche dati, giova ricordare che il ministero dell'interno utilizza, nella predisposizione dell'elenco aggiornato, i dati relativi alla residenza e all'indirizzo risultanti negli schedari consolari (articolo 5, comma 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 2003).
Queste operazioni, realizzate in ossequio alle disposizioni normative vigenti, fanno parte di un progetto di più ampia portata, che ha come fine ultimo quello di realizzare un collegamento diretto tra le due banche dati in modo da consentire un aggiornamento immediato dei dati e quindi dell'elenco unico.
Il compito di coordinare gli interventi necessari alla realizzazione e all'aggiornamento dell'elenco unico nonché di individuare le misure necessarie per l'istituzione di un'eventuale rete telematica di scambio delle informazioni anagrafico-elettorali tra uffici consolari, ministero degli affari esteri, ministero dell'interno e comuni, spetta ad un apposito Comitato, previsto dall'articolo 6 del Regolamento di attuazione della legge n. 459 del 2001.
Il Comitato, recentemente istituito e di cui fanno parte rappresentanti del Dipartimento
La particolarità di tale nuova operazione è quella di adottare criteri di allineamento più elastici da un punto di vista statistico-informatico che, pur garantendo la certezza sull'identità ed univocità dei nominativi, ne consentano una maggiore probabilità di allineamento.
In attesa di conoscere i risultati dell'operazione in termini percentuali di miglioramento raggiunto, il Comitato si è già attivato, peraltro, per studiare eventuali modifiche normative, istituendo un apposito gruppo di lavoro legislativo al quale è affidato il compito di rivedere l'impianto normativo che disciplina l'intera materia anagrafico-elettorale. In tale ambito è prevista anche l'individuazione di eventuali procedure alternative a quelle attualmente in vigore, tra le quali quella relativa alla formazione dell'elenco dei residenti all'estero in base ai dati delle anagrafi consolari.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
da alcuni giorni, nel comune di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, vige il divieto, stabilito da un'ordinanza emessa dal sindaco, di circolare con la testa protetta dal casco o con il viso coperto dal velo;
tale ordinanza, giustificata dal Sindaco con motivi di sicurezza al seguito delle minacce di Al Quaeda, prevede multe da 20 a 200 euro per chi trasgredisce l'obbligo di mostrare il proprio viso, anche se si tratta di donne con il burqa o velate appartenenti alla comunità musulmana, che, nel comune, conta circa 200 persone su 13.500 abitanti;
a parere dell'interrogante la misura prevista dal sindaco, oltre che essere in palese contraddizione con l'articolo 3 della nostra Costituzione, è evidentemente discriminatoria e, di fatto, sospende i diritti democratici -:
se il Ministro sia al corrente di tale ordinanza;
se non ritenga che sia fortemente in contrasto con i princìpi della nostra costituzione, che colpisca in modo discriminatorio una cultura, un costume e la liberta di culto e debba, pertanto, essere ritirata.
(4-10690)
La decisione è motivata dal fatto che ai sindaci non è riconosciuto il potere di ordinanza di carattere generale in materia di ordine pubblico che, invece, spetta al Prefetto ai sensi dell'articolo 2 del Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza.
Si soggiunge, tuttavia, che il rispetto della libertà religiosa va sempre coniugato con l'osservanza dell'ordinamento giuridico vigente, limite imprescindibile anche nei confronti delle confessioni religiose, secondo quanto previsto dall'articolo 8 della Costituzione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
durante i tre giorni del Social Forum si sono susseguiti, da parte della Polizia londinese, una serie di atti di intimidazione
se non ritenga doveroso attivarsi immediatamente per manifestare alle autorità inglesi una ferma condanna dell'atteggiamento tenuto dalle forze dell'ordine.
(4-11339)
Il signor Andrea Olivieri è stato arrestato per aver aggredito un agente di polizia prendendolo a calci nelle gambe. È stato imputato di aggressione alla forza pubblica e trattenuto in cella fino al 18 ottobre 2004, data dell'udienza preliminare presso il tribunale di Bow Street. Il predetto è attualmente in libertà provvisoria su cauzione; si è in attesa della prossima udienza che dovrebbe aver luogo a breve.
Il consolato generale d'Italia a Londra ha seguito con attenzione sin dall'inizio il caso dei connazionali, prestando loro assistenza anche presso il commissariato di polizia dove sono stati condotti una volta fermati dalle autorità londinesi.
Il nostro consolato si mantiene in contatto con le autorità giudiziarie e di polizia britanniche che risultano aver posto in essere un atteggiamento improntato a criteri di correttezza e di professionalità. Non si è pertanto ritenuto di dover dar luogo ad alcuna protesta ufficiale.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.