personale militare e civile italiano in missione in Iraq e in altri Paesi per conto della Repubblica.
fronte di abusi e violenze perpetrati invocando un'interpretazione fondamentalista della sharia, come testimoniano sempre più numerosi e drammatici casi, denunciati, tra l'altro, anche in un articolo de Il Corriere della Sera del 28 settembre 2004;
dell'istituto avrebbe chiesto ed ottenuto l'intervento della polizia per effettuare lo sgombero dell'edificio;
la gestione dell'occupazione studentesca sia per il perdurante atteggiamento di chiusura manifestato nel tempo, contrario al ruolo e alle funzioni educatrici e formative che la scuola, e in primo luogo di chi la guida e ne è maggiormente responsabile, dovrebbero avere;
hanno trattenuto gli accompagnatori per un'ora e mezza vanificando l'incontro in Campidoglio;
adottata fino ad oggi dal Ministro Moratti e rifiutata dalle diverse componenti del mondo della scuola.
da notizie di agenzia e dal quotidiano l'Unità di sabato 13 novembre si è appreso dell'esclusione di Adele Parrillo, ex convivente di Stefano Rolla, uno degli italiani uccisi nell'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003, dalla commemorazione ufficiale delle vittime, svoltasi venerdì scorso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma;
secondo quando riferito dalla stampa Adele Parrillo e Stefano Rolla vivevano insieme da circa sei anni, dopo che Stefano si era trasferito a casa di Adele. Adele e Stefano, come documentato dalle cartelle cliniche, stavano cercando di avere un figlio insieme e, per sottoporsi a tutte le cure necessarie, Adele aveva smesso di lavorare con assiduità come aiuto regista;
Adele e Stefano collaboravano strettamente alla realizzazione del lungometraggio «Guerrieri di Pace. Babilonia terra tra due fiumi», cui Stefano stava lavorando in Iraq;
Adele aveva parlato a lungo con Stefano al telefono la mattina stessa dell'attentato ma nessuno si premurò di avvertirla della morte del compagno. Lo seppe da sola, telefonando ad un consigliere militare che era al corrente della loro relazione;
prima dell'attentato Adele era considerata la moglie di Stefano Rolla. Dopo non è stata più nessuno;
Adele è stata esclusa dai programmi di assistenza psicologica offerti ai familiari delle vittime dell'attentato;
è stata esclusa anche dal risarcimento economico;
ha perso i diritti sul lungometraggio sulla missione militare italiana in Iraq cui stava lavorando insieme al convivente;
ha scritto ripetutamente ma senza esito al ministro dell'interno e a quello della difesa, segnalando la sua condizione e le difficoltà conseguenti, chiedendo di essere inserita nell'elenco ufficiale dei familiari delle vittime dell'attentato e di avere accesso allo stesso trattamento delle vedove;
ha chiesto invano di essere invitata come familiare alla commemorazione ufficiale dei defunti ad un anno dall'attentato: le è stato risposto via fax dal ministero dell'interno che la commemorazione era aperta al pubblico;
ha raccontato la sua storia e le sue difficoltà al Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Gianfranco Fini, incontrato alla commemorazione;
ad avviso degli interpellanti nel caso in questione è segno di insensibilità e crudeltà istituzionale negare alcun riconoscimento ad Adele Parrillo come compagna di Stefano Rolla -:
se, in base alla normativa vigente, Adele Parrillo possa essere inserita nell'elenco dei familiari delle vittime dell'attentato di Nassiriya - considerato che la stessa e Stefano Rolla costituivano una famiglia -, ed ottenere, come da lei sinora inutilmente richiesto, lo stesso trattamento riservato alle vedove delle vittime di Nassiriya, nonché, anche alla luce dei sacrifici professionali ed economici sostenuti dalla donna per costruire la relazione con il compagno scomparso, il risarcimento concesso agli altri familiari;
se non intendano invitarla ufficialmente come familiare in occasione delle prossime commemorazioni delle vittime di Nassiriya;
quali iniziative, anche normative intendano adottare, in situazioni analoghe, a riconoscimento e tutela dei conviventi del
(2-01381) «Grillini, Cima, Folena, Adduce, Boato, Tolotti, Sandi, Gasperoni, Gambini, Marone, Bellillo, Zunino, Grignaffini, Realacci, Fistarol, Giachetti, Bimbi, Vertone, Zanotti, Minniti, Magnolfi, Giacco, Lucidi, Lolli, Cazzaro, Lumia, Sasso, Chiaromonte, Provera, Di Serio D'Antona, Russo Spena, Siniscalchi, Battaglia, Gentiloni Silveri, Gambale, Carbonella, Pecoraro Scanio, Abbondanzieri, Albonetti, Alfonso Gianni, Leoni, Ruzzante, Squeglia, Paola Mariani, Vigni, Angioni, Valpiana, Pinotti, Pisa, Preda, Piscitello, Mantini, Olivieri, Vendola, Pisapia, Amici, Lulli, Raffaldini, Spini, Carli, Rognoni, Fumagalli, Calzolaio, Panattoni, Manzini, Bandoli, Benvenuto, Mussi, Sereni, Deiana, Innocenti, Pennacchi, Melandri, Buglio, Buffo, Cialente, Maccanico, Trupia, Buemi, Nesi, Chiti, Motta, Pistone, Pollastrini».
la Costituzione della Repubblica italiana, all'articolo 8, primo e secondo comma, prevede che i rapporti con lo Stato delle confessioni religiose diverse dalla cattolica siano regolati per legge sulla base di intese con la relativa rappresentanza e che tali confessioni possano organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastanti con l'ordinamento italiano;
giusta questa previsione costituzionale, negli anni novanta sono state predisposte varie bozze di intesa tra la Repubblica. italiana e le più rappresentative comunità islamiche presenti in Italia: l'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche (U.c.o.i.i.), l'Associazione dei mussulmani italiani (A.m.i.) e la Comunità religiosa islamica italiana (C.o.r.e.i.s.), anche alla luce dell'accordo di cooperazione siglato nel 1992 dallo Stato spagnolo con la Commissione islamica di Spagna;
tuttavia, nonostante la presenza sempre più numerosa di credenti nella religione islamica, vuoi a seguito dei fenomeni migratori, vuoi anche per la conversione a tale fede di cittadini italiani, nessun progresso è stato fatto da allora con riguardo a questi negoziati, né risulta che la commissione interministeriale per le intese con le confessioni religiose, istituita con decreto del Presidente della Repubblica del 14 marzo 1997, abbia allo studio la questione;
una delle conseguenze di questa situazione consiste nel mancato riconoscimento degli effetti civili dei matrimoni contratti con rito islamico e nell'impossibilità, quindi, di regolarli per legge nel rispetto dei principi dell'ordinamento giuridico italiano, prevedendo il matrimonio islamico sia la poligamia che lo scioglimento del matrimonio per volontà unilaterale del coniuge, aspetti - questi - che contrastano con principi fondanti del nostro ordinamento e violano norme di applicazione necessaria in materia, quali quelle di cui all'articolo 117 del codice civile;
secondo stime ufficiose, l'1,5 per cento dei mussulmani presenti in Italia sono poligami, costituirebbero, cioè, circa 15 mila casi; ciò comporta che, anche nei casi di matrimoni misti, molte donne, che abbiano contratto matrimonio secondo rito islamico e siano presenti sul nostro territorio, sono prive di qualsiasi tutela a
l'impossibilità di garantire, in tali situazioni, adeguate ed efficaci forme di tutela giuridica proprie del nostro diritto di. famiglia comporta la costante e preoccupante crescita di violenza familiare e di disagio sociale, di cui, in parte, si sono fatti carico, laddove possibile, i singoli enti locali nel cui territorio si registrano tali drammatiche vicende;
oltretutto, alcuni dei casi richiamati riguardano donne sposate con cittadini del Marocco, i quali in Italia compiono o hanno compiuto abusi, nonostante il loro Paese di provenienza abbia adottato, ad esempio, nel febbraio 2004 un nuovo codice della famiglia, che, nel porre limiti rigorosi alla poligamia, nel concedere alle donne il diritto di divorziare o innalzando per le stesse l'età minima per contrarre matrimonio, ha assunto il valore di un nuovo «progetto di società»;
nel riconoscere valore alla diversità culturale e religiosa, è necessario uno sforzo culturale, ma anche politico, legislativo e amministrativo, al fine di organizzare i rapporti giuridici con la società civile sotto forma di «intese» per realizzare una piena integrazione delle comunità mussulmane nella società, nella quale queste hanno deciso in piena libertà di vivere, nel pieno e totale rispetto delle leggi in vigore -:
quali opportune iniziative intenda intraprendere per assicurare, da un lato, la sollecita ripresa dei negoziati con le comunità islamiche, così da giungere in tempi ragionevoli alla stipula di opportune intese tali da garantire la piena libertà di culto ai fedeli dell'Islam e il rispetto delle garanzie poste a presidio della dignità della persona - come del resto reclamano gli stessi mussulmani che rifuggono dall'estremismo fondamentalista - e, dall'altro, la conclusione di eventuali accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, finalizzati, in particolare, al riconoscimento reciproco dei diritti e doveri nascenti dall'istituto del matrimonio, laddove tali Paesi abbiano varato leggi per l'abolizione della poligamia e del ripudio e siano fautori dell'emancipazione femminile e dello Stato di diritto.
(3-03938)
(Presentata il 30 novembre 2004)
nelle giornate 13 e 14 novembre 2004 un forte vento si è abbattuto in Versilia (Lucca) e in particolare nel comune di Pietrasanta, dove la violenza calamitosa è stata molta intensa: sono state danneggiate abitazioni, strutture produttive (artigianali e industriali), boschi e soprattutto nella frazione di Strettoia Montiscendi l'evento calamitoso è stato di elevata intensità con il danneggiamento anche di una Scuola materna;
per molte famiglie, imprese e attività agricole e forestali l'evento calamitoso ha creato consistenti difficoltà con gravi danni alla loro economia;
le colline e le montagne versiliesi e Apuane sono state negli anni passati devastate da estesi incendi per cui si rende urgente e necessario il ripristino ambientale e boschivo per eliminare il forte rischio di frane che di fronte ad insistenti piogge potrebbe essere una minaccia per la popolazione e le attività a valle;
rilevante è stato l'impegno delle istituzioni, dei volontari, della popolazione per il pronto intervento per far fronte alle prime necessità dei danneggiati -:
se ritenga di intervenire a sostegno di chi ha subito danni, di attivare urgentemente le procedure previste in tali situazioni calamitose e di adottare iniziative per stanziare adeguati finanziamenti anche per il rimboschimento delle aree boschive distrutte dagli incendi.
(5-03742)
gli agenti della polizia stradale svolgono un lavoro certamente stressante per loro, quanto vantaggioso per tutti i cittadini;
l'organico della polizia stradale che è assegnato alla sede di Colleferro, risulta essere formato da 17 persone che da sole debbono provvedere ad espletare il loro lavoro su un territorio che si estende dai confini della provincia di Frosinone fino al grande raccordo anulare di Roma;
oltre l'entità del lavoro che viene svolto quotidianamente con gravosi turni, ovviamente anche notturni, loro debbono svolgerlo anche in precarie condizioni ambientali poiché la sede a loro destinata è fatiscente;
gli uffici della polizia stradale siti nella Via Latina risultano essere inadeguati anche secondo le vigenti norme di sicurezza sul lavoro e, tra l'altro, hanno il tetto di copertura dell'edificio fatto di lastre di eternit -:
se non ritenga che si possa e si debba intervenire per porre fine a tale situazione, a dir poco indecorosa, per chi lavora costantemente impegnato a tutelare la salute pubblica, e, poiché esiste una persistente carenza di personale, non ha sufficiente lasso di tempo di riposo, tra un turno notturno e l'altro, con evidenti possibili rischi sia per la salute personale che per il delicato lavoro che deve essere svolto;
se non creda che si debba provvedere almeno a restaurare la sede in cui gli agenti della polizia stradale di Colleferro si trovano a dover lavorare, dal momento che l'eternit risulta essere da tempo tra i materiali messi al bando in quanto cancerogeno.
(4-11811)
da martedì 23 novembre 2004 a Venezia un gruppo di cittadini kurdi, provenienti da diverse città italiane, ha iniziato uno sciopero della fame per il riconoscimento dello status di rifugiati politici;
le violazioni dei diritti umani in Turchia e negli altri stati nei quali il popolo kurdo risiede sono state ampiamente dimostrate;
sono stati espressi forti dubbi sull'ammissione della Turchia alla comunità europea, anche in sede di parlamento europeo, proprio in virtù della constatazione di tali violazioni e dello scarso tasso di democrazia presente in quel paese;
non sono cessate le operazioni militari dell'esercito turco contro le organizzazioni della resistenza del popolo kurdo con numerose vittime (49 dal 1o giugno al 28 settembre) e l'evacuazione di alcuni villaggi;
i diritti all'autodeterminazione del popolo kurdo vengono reiteratamente disconosciuti;
paesi come la Germania ospitano 900.000 rifugiati mentre l'Italia ne accoglie circa 10.000 ed ancor oggi è assente una specifica normativa sul diritto d'asilo. Al vaglio della commissione nazionale per il diritto d'asilo ci sono le istanze di alcuni cittadini kurdi residenti a Venezia;
di fronte a chi fugge da terre dove c'è una situazione di persistente repressione il diritto d'asilo è l'unica risposta civile -:
se non ritenga di dover accogliere le domande d'asilo presentate finora dai suddetti cittadini kurdi e di dover garantire la loro protezione umanitaria.
(4-11820)
come riportato da diversi organi di informazione, nel corso di una occupazione studentesca avvenuta il giorno 22 novembre 2004 al liceo classico statale «Manara» di Roma, il dirigente scolastico
in base a molte testimonianze da parte degli studenti - che avrebbero occupato la scuola per esprimere dissenso nei confronti della nuova riforma scolastica e verso una serie di scelte discutibili, a loro giudizio, adottate dal preside dell'istituto - la polizia avrebbe fatto irruzione nell'edificio pur non essendosi verificato sino a quel momento alcun episodio di violenza;
a seguito dello sgombero il dirigente scolastico del Manara nel corso di una riunione serale con genitori e studenti avrebbe ritenuto questi ultimi responsabili dei danneggiamenti all'edificio, e pertanto avrebbe chiesto loro il rimborso degli stessi per una somma che ammonterebbe a 50.000 euro;
sempre nella stessa sede il preside avrebbe categoricamente rifiutato la disponibilità mostrata dagli studenti a ripulire le scritte a vernice sui muri, perché imputabile, in quel caso, di una denuncia per lavoro nero e lavoro minorile, come riferiscono alcuni genitori presenti alla riunione;
nel corso di una conferenza stampa presso la sede dei Cobas svoltasi ieri 24 novembre, gli studenti avrebbero ribadito la loro estraneità ai fatti contestati, ed anzi avrebbero mostrato, con l'ausilio di due video - come riportato da «Il Corriere della Sera» sulla cronaca di Roma di oggi - che i danni in questione sarebbero stati provocati proprio dall'intervento della polizia;
in base alle testimonianze raccolte da molti genitori, la protesta poi sfociata nell'occupazione dell'istituto, sarebbe motivata dall'atteggiamento rigido e poco incline al dialogo che avrebbe da sempre contraddistinto l'operato del dirigente scolastico, in risposta a diverse richieste degli studenti concernenti comunque il settore delle attività didattiche;
già prima dell'occupazione il preside avrebbe negato a tutti indistintamente l'accesso e l'utilizzo dell'aula tradizionalmente loro riservata, motivando, a quanto risulta all'interrogante, tale decisione con il fatto che all'interno si fumasse e non ritenendo opportuno - dunque - individuare e sanzionare eventualmente i colpevoli, in luogo di un divieto incondizionatamente assoluto per tutti;
alcuni genitori degli studenti coinvolti hanno riferito all'interrogante che il preside sarebbe solito richiedere il rispetto di particolari orari e modalità di presentazione della domanda di convocazione del comitato studentesco, diversi da quelli consueti e che sarebbe solito ricevere solo in orari pomeridiani a scuola chiusa;
inoltre, risulta all'interrogante che dall'inizio dell'anno non sarebbe mai stata svolta l'attività pomeridiana lasciando chiusa di fatto la scuola tutti i pomeriggi -:
quali ragioni di ordine pubblico sarebbero alla base dell'intervento della polizia volto a reprimere una protesta pacifica di studenti che sino a quel momento non aveva fatto registrare episodi di violenza;
nel caso in cui i video dimostrassero l'estraneità degli studenti ai danni subiti dall'istituto e testimoniassero invece la responsabilità delle forze dell'ordine su quanto accaduto, quali iniziative intenda adottare il Ministro dell'interno affinché siano individuati e puniti eventuali comportamenti che trascendono dai normali compiti di controllo e ristabilimento dell'ordine, laddove questo venga messo in discussione;
se non si ritenga che l'adozione di simili metodi repressivi in una scuola non contribuisca, anziché a sedare la tensione, ad alimentare ed acuire la possibilità di disordini, peraltro in un contesto in cui era in atto una mobilitazione pacifica e legittima;
se non ritenga il comportamento del dirigente scolastico, sia per ciò che concerne
se non ritenga opportuno avviare un'ispezione e, nel caso in cui venissero individuate eventuali violazioni di norme regolamentari ministeriali da parte del dirigente scolastico, quali iniziative intenda adottare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nei confronti di quest'ultimo perché siano garantiti i legittimi diritti degli studenti e perché resti prerogativa dell'istituzione scolastica l'apertura al dialogo e al confronto tra tutte le componenti, dirigenti, docenti, genitori, studenti, e la collaborazione tra di loro;
se non si ritenga di adottare iniziative affinché siano evitate, a fronte di iniziative pacifiche e non violente irruzioni da parte delle forze dell'ordine negli istituti scolastici come quella di cui sopra, fermo restando che il diritto alla mobilitazione pacifica e civile nelle scuole costituisce ancora una forma legittima nell'espressione democratica del dissenso.
(4-11847)
il Sindaco della città di Acerra (Napoli) con un pubblico manifesto del Municipio denunciava, in occasione della ricorrenza dei defunti, l'impossibilità di assicurare il servizio aggiuntivo delle lampade votive al cimitero, sottolineando, al contempo, la necessità di ripristinare assoluti livelli di legalità e trasparenza nella gestione delle relative attività;
il periodico locale Oblò del 6 novembre 2004, ha pubblicato un servizio secondo il quale alcuni vigili urbani avrebbero personalmente gestito affari di tipo edilizio, indicando, anche, particolari inquietanti sulla gestione delle concessioni di edificabilità e sul ruolo di taluni consulenti dell'Ufficio Tecnico;
ad Acerra da oltre un anno opera una commissione di accesso della Prefettura incaricata di accertare il livello di alcuni rapporti tra Ente Locale ed organizzazioni criminali operanti sul territorio e che ad oggi ancora non sono state fornite indicazioni in grado di produrre scelte da parte del Ministero -:
se la Commissione di accesso abbia individuato finora situazioni di compromissione tra l'amministrazione di Acerra e presenze malavitose;
se essa Commissione abbia acquisito agli atti la pubblica denuncia del Sindaco;
se alla luce di quanto dichiarato sul periodico Oblò, da redazionale mai smentito, non si intenda promuovere un indagine sui rapporti tra ufficio tecnico e mondo delle imprese.
(4-11848)
secondo quanto riportato da un'agenzia (AGI) del 30 novembre, a seguito della denuncia del Forum per la Palestina, in questi giorni la città di Roma ospita alcuni bambini palestinesi del campo profughi di Chatila che hanno tenuto una iniziativa spettacolo lunedì 29 novembre 2004 alla galleria Alberto Sordi e che intendeva richiamare l'attenzione sulla insostenibile condizione dei profughi palestinesi;
martedì mattina i bambini palestinesi erano attesi in Campidoglio per essere ricevuti dal Vice Sindaco Maria Pia Garavaglia ma i tre accompagnatori dei bambini sono stati fermati dalla polizia davanti alla scuola ebraica del Lungo Tevere su indicazione del personale della scuola stessa;
gli agenti di polizia nonostante siano stati sollecitati telefonicamente a non ostacolare l'arrivo dei bambini in Campidoglio
ad aggravare l'umiliazione a cui sono stati gratuitamente sottoposti i bambini palestinesi alcuni membri della comunità ebraica hanno dato un bell'esempio di accoglienza e di riconciliazione sul suolo italiano dando suggerimenti sui tragitti «consentiti» e «interdetti» e lamentando il fatto che la pensione dove erano ospitati i piccoli profughi era inopportunamente troppo vicina all'istituzione ebraica;
questo gravissimo episodio ricorda tristemente la pratica disumana dei check point israeliani nei territori occupati che rende penoso per i bambini palestinesi, e talvolta impedisce, anche il recarsi a scuola -:
quali siano le valutazioni del Ministro sull'accaduto e in particolare quali validi motivi giustificassero il trattenimento degli ospiti, se non si ritenga che l'accaduto vada opportunamente e ufficialmente stigmatizzato al fine di evitare il ripetersi di accadimenti di questo genere.
(4-11851)
risulta all'interrogante che nel pomeriggio di giovedì 25 novembre 2004 la polizia sarebbe intervenuta nel liceo Tasso di Roma per metter fine alla occupazione studentesca iniziata nella mattinata dello stesso giovedì;
secondo notizie apprese dalla stampa ai giovani è stato dato un lasso di tempo assolutamente iniquo per abbandonare la scuola trascorso il quale la polizia ha fatto irruzione nell'edificio radunando tutti presenti nel cortile della scuola circondata da camionette e da mezzi blindati;
anche nella città di Bergamo la polizia ha sgomberato un istituto superiore, il liceo scientifico Lussana;
è del 22 novembre 2004 la cronaca dello sgombero da parte delle forze dell'ordine del liceo romano Manara eseguito con modalità sconcertanti;
la diffusione della protesta e dell'opposizione agli interventi legislativi sulla scuola che sta prendendo vita nelle scuole superiori da parte degli studenti, si inserisce in una stagione non conclusa di agitazioni, proteste e opposizione diffuse su tutto il territorio nazionale, da parte di comitati di genitori e lavoratori della scuola primaria;
la protesta studentesca si aggiunge alle imponenti manifestazioni che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi anni;
tutto questo costituisce la testimonianza della sussistenza di un grave e profondo malcontento, di una radicata e consapevole critica che il Paese esprime nei confronti delle scelte in materia di istruzione di questa maggioranza;
l'unica risposta che si sta adottando è quella repressiva e antidemocratica;
la comparsa di un movimento studentesco non può essere affrontato con la repressione e la violenza che l'interrogante considera contrari a qualsiasi logica pedagogica e di dialogo democratico;
secondo l'interrogante, ridurre la protesta studentesca ad una mera questione di ordine pubblico è contrario ad una cultura democratica e dialettica propria di qualsiasi paese civile;
la scelta di intervenire duramente nei confronti delle proteste studentesche è il segno di una scelta governativa che comporta, di fatto, l'eliminazione di qualsiasi espressione del dissenso, della critica e qualsivoglia contestazione proveniente dall'ambito studentesco e non solo -:
se non si ritenga auspicabile l'avvio di un processo di dialogo e confronto che modifichi la modalità di assunzione delle scelte in materia scolastica, imposte dall'alto senza alcuna considerazione dei soggetti direttamente coinvolti, secondo l'interrogante
(4-11863)