DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
senza alcuna motivazione inviata all'Ente, seppur nel corso di quegli stessi anni gli ospedali mauriziani abbiano erogato prestazioni di eccellenza, unanimemente riconosciute dalla popolazione piemontese e dalla stessa Regione Piemonte (le tabelle ufficiali regionali collocavano negli anni 2000, 2001, 2002 gli ospedali mauriziani nei primissimi posti per qualità e quantità delle prestazioni, tra gli ospedali piemontesi), abbiano raggiunto alti livelli di qualificazione professionale e abbiano coperto settori nei quali la Regione Piemonte era da anni in grave ritardo, come nei casi di cardiochirurgia e oncologia;
di quanto sequestrato e per accertare le basi legali su cui si fonda questo provvedimento.
l'Ordine Mauriziano, posto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ente di diritto pubblico previsto dalla XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione, svolge la propria attività ed attua i propri fini istituzionali ai sensi della legge speciale 15 novembre 1962, n. 1596, approvata in attuazione della citata disposizione costituzionale;
le successive leggi di riforma sanitaria, a partire dalla legge n. 833 del 1978, hanno sempre ribadito la natura pubblica dell'Ente, la collocazione nell'ambito della sanità pubblica delle prestazioni erogate dagli ospedali mauriziani, la natura obbligatoria del rapporto convenzionale da parte della Regione Piemonte;
le stesse leggi di riforma sanitaria hanno sempre fatto salvo l'ordinamento giuridico che regola il funzionamento dell'Ordine, imponendo a quest'ultimo l'applicazione nella normativa riguardante le Aziende sanitarie locali ed ospedaliere, solo «in quanto compatibile», proprio per la dovuta salvaguardia della legge speciale regolante l'attività dell'Ordine;
la rilevanza pubblica dell'Ente è oltremodo sottolineata dalla disposizione della citata legge speciale che attribuisce al Ministero dell'interno e al Ministero del Tesoro il controllo su alcuni atti assunti dal Consiglio di Amministrazione dell'Ente;
numerose sentenze del Consiglio di Stato hanno riaffermato, nel corso degli ultimi anni, l'unitarietà dell'Ente, pur nella pluralità dei compiti affidati, garantendo al Mauriziano una tutela derivante dalla configurazione costituzionale e dal ruolo del Patronato esercitato dalla Presidenza della Repubblica;
in considerazione del grave stato di disavanzo manifestatosi nei bilanci dell'Ente, con decreto del Presidente della Repubblica 19 settembre 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 12 ottobre 2002, n. 240, si è provveduto allo scioglimento degli organi ordinari dell'Ordine Mauriziano ed è stato nominato, per una durata di sei mesi, commissariato straordinario il prefetto dott.ssa Anna D'Ascenzo;
successivamente, con il decreto del Presidente della Repubblica 8 aprile 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 15 maggio 2003, n. 111, si è provveduto alla proroga del suddetto incarico commissariale, sino al 30 aprile 2004;
in data 27 aprile 2004, risulta essere stato adottato un decreto del Presidente del Consiglio di cui, per altro, non risulta ancora la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale - disattendendo in tal modo quanto previsto al riguardo dall'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092 - con il quale si dispone la nomina ex novo del succitato prefetto D'Ascenzo a commissario straordinario dell'Ente Ordine Mauriziano;
la situazione di grave dissesto finanziario dell'Ente risulta originato da vari fattori, già evidenziati nei verbali del Collegio dei revisori dei Conti per l'esercizio dell'anno 1997, regolarmente inviati al Ministero dell'interno e del tesoro, in cui si evinceva tra l'altro lo stato di conflittualità con la Regione Piemonte ed il conseguente disavanzo dell'Ente. Fattori che in qualche modo sono sembrati accentuarsi nel corso degli ultimi due anni;
in particolare, nonostante l'Ente sia sempre stato inserito dalla Regione Piemonte nei programmi di ripiano dei deficit sanitari, finanziati dallo Stato, a partire dal 1998 ne è stato inopinatamente escluso
sempre a partire dal 1998 l'Ente risulta essere stato rimborsato, per le prestazioni pubbliche erogate a favore della Regione stessa, come una struttura privata, per cui i due concomitanti fattori, esclusione dal ripiano e rimborsi impropri, hanno determinato lo sbilancio accumulato dall'Ente negli anni 1999-2002 -:
se risponda al vero che il Commissario straordinario dell'Ente, dr.ssa Anna Maria D'Ascenzo, abbia inviato una lettera (datata 18 novembre 2002, prot. Comm.S. 257) alla Regione Piemonte e per conoscenza al Ministero dell'interno, tesoro e salute, con la quale riconosceva e difendeva le legittime ragioni dell'Ordine nei confronti della Regione Piemonte, addirittura ricorrendo contro la stessa, come aveva già fatto il precedente Consiglio d'Amministrazione, salvo poi, per ragioni inspiegabili, fare marcia indietro ed addirittura proporre, nella relazione finale della prima fase del Commissariamento, lo scioglimento dell'Ente ed il ritiro dei ricorsi avanti il Tar Piemonte, ritiro rigettato dal Presidente del Tar stesso, per cui verranno discussi il prossimo 21 dicembre 2004;
se risponda al vero che la convenzione stipulata nel maggio 2004 tra Regione Piemonte e Commissario dell'Ordine Mauriziano (richiesta dal precedente Consiglio d'Amministrazione sin dal 1998 e mai sottoscritta dalla Regione) in realtà confermi, anche per il periodo passato, la collocazione, dell'attività sanitaria prestata dagli ospedali dell'Ordine nell'area pubblica, come sempre Sostenuto dal precedente Consiglio d'Amministrazione;
se risponda al vero che nel periodo di vigenza del Commissariamento, il disavanzo del Mauriziano sia ulteriormente aumentato, anche in misura maggiore di quella registrata negli anni precedenti;
se risponda al vero che gli emolumenti dei quattro componenti l'Organo Commissariale, raggiungano cifre esorbitanti, ben superiori a quelle erogate nel complesso ai precedenti vertici dell'Ente;
se non ritenga che il provvedimento con il quale si è provveduto, in data 27 aprile 2004, alla nuova nomina del prefetto D'Ascenzo a commissario straordinario - seppur legittimo nella natura, alla luce di quanto disposto dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419 - risulti viziato dalla mancata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, nonché viziato nella sostanza, in quanto surrettiziamente volto ad aggirare il vincolo di durata della gestione commissariale prevista dall'articolo 12 dello statuto dell'Ente stesso e fissata in 18 mesi, stante il primo provvedimento di nomina datato 19 settembre 2002;
infine, quali siano i dettagli della proposta del Ministero dell'interno, apparsa sui giornali torinesi il giorno 18 settembre 2004, che pare sia finalizzata allo smembramento di un Ente secolare come l'Ordine Mauriziano, sostenendone la non attualità, la rischiosa alienazione del suo enorme patrimonio immobiliare, l'assorbimento da parte della Regione Piemonte delle attività sanitarie, il tutto in palese violazione della Costituzione, della legge speciale 1596/1962, della normativa vigente in materia sanitaria, di numerose sentenze delle Supreme Corti.
(2-01337)
«Violante, Benvenuto, Buemi, Buglio, Chianale, Cima, Dameri, Lucà, Merlo, Morgando, Panattoni, Provera, Rava, Turco, Vertone, Nigra».
le autorità statunitensi hanno emesso un ordine federale imponendo all'ufficio di Rackspace negli Stati Uniti di consegnare loro l'hardware di Indymedia situato a Londra. Rackspace è uno dei providers che ospitano il web di Indymedia con uffici negli Stati Uniti e a Londra. Rackspace ha acconsentito, senza prima renderlo noto a Indymedia, e ha consegnato i server di Indymedia nel Regno Unito. Questo atto ha colpito più di 20 siti di Indymedia in tutto il mondo;
nella giornata del 7 ottobre dei funzionari dell'FBI hanno sequestrato a Londra e negli USA i dischi contenuti nei computer che ospitano molti siti locali di Indymedia, fra cui l'edizione italiana italy.indymedia.org e altri del network Indymedia, tra cui quello palestinese, belga, africano, brasiliano e tedesco;
Indymedia è venuta a conoscenza del fatto che la richiesta di sequestrare i server di Indymedia ospitati da una compagnia americana con sede nel Regno Unito ha avuto origine da autorità italiane e svizzere;
su questi server erano ospitati più di 20 siti web di Indymedia, parecchie stazioni radio in streaming on line e altri progetti;
le ragioni fondanti di quest'ordine non sono ancora state rese note a Indymedia;
Rackspace aveva reso una dichiarazione pubblica in cui spiegava di aver spento i server in risposta a un ordine all'interno del Trattato di Mutua Assistenza Legale (MLAT), che stabilisce le procedure di assistenza reciproca fra nazioni per investigazioni riguardanti il terrorismo internazionale, rapimenti e riciclaggio di denaro sporco;
secondo l'interrogante interrompendo i servizi offerti dal network Indymedia si è calpestato il diritto alla comunicazione e all'informazione di tutte le migliaia di persone che utilizzano quotidianamente questi servizi; sequestrando quei dischi, che con tutta probabilità contenevano anche mail private oltre a pagine web, si è violato ripetutamente il diritto alla privacy e alla segretezza della corrispondenza; considerando che è possibile fare una copia dei dati dei computer per indagare sul loro contenuto un sequestro di questo genere è irragionevolmente repressivo;
il sequestro è stato operato da agenti federali statunitensi anche in territorio britannico su un server internazionale, senza rendere note le basi legali dell'operazione, senza fornire motivazioni per il sequestro e con una operazione di polizia per molti versi misteriosa;
questo sequestro di fatto lancia un messaggio, secondo l'interrogante, intimidatorio a tutti i cittadini che praticano su internet il diritto al dissenso attraverso la produzione dal basso di informazioni estranee ai circuiti commerciali;
questo sequestro ricorda all'interrogante molto da vicino le censure, gli oscuramenti e le persecuzioni che hanno segnato i periodi più bui del millennio appena trascorso;
ad opinione dell'interrogante, questa azione rappresenta una ingerenza gratuita nelle attività telematiche di un altro Stato sovrano, che potrebbe ripetersi in futuro anche su altri siti di comunicazione sociale, italiani ed internazionali, che svolgono attività pubbliche alla luce del sole, così come ha sempre fatto, sinora, il network Indymedia -:
se il nostro Paese abbia avuto un ruolo nella vicenda che ha condotto alla chiusura del server della rete Indymedia;
se ritenga di poter assumere iniziative per permettere una rapida e completa ripresa dell'attività di Indymedia, la restituzione
(2-01338)
«Titti De Simone, Mascia, Pisapia».
nei giorni 6 e 7 ottobre scorsi, a tre anni esatti dall'immane incidente di Linate dell'8 ottobre 2001, il sistema radar dell'aeroporto di Linate, che controlla il traffico aereo di tutto il Nord Ovest, ha subito diversi e successivi oscuramenti;
questi incidenti hanno sconvolto per ben due giorni sia il traffico aereo da e per Linate e Malpensa, sia quello dell'intero Nord Italia, con cancellazioni e ritardi di numerosi voli e conseguenti oneri e danni per le compagnie aeree nazionali (compresa l'Alitalia in delicata fase di riassetto e rilancio) e straniere;
l'ENAV, ente nazionale di assistenza al volo, istituzionalmente responsabile per il controllo del traffico aereo, pur avendo garantito la sicurezza con gli interventi di riduzione o ritardo dei voli imposta alle compagnie, non è stato in grado finora di dare una spiegazione tecnica chiara ed esauriente del continuo succedersi dei predetti episodi di oscuramento;
in ogni caso sono state escluse eventuali responsabilità di Enel e di Aem nei citati episodi;
i radar di Linate, al momento degli episodi di oscuramento, sembrerebbero essere stati in fase di manutenzione periodica programmata, fase che comunque, come tale, non dovrebbe determinare interruzioni o ritardi nel regolare controllo sul flusso dei voli da e per il Nord Italia;
l'intera manutenzione di tutti i radar degli aeroporti italiani, compresi quindi quelli di Linate, è assegnata in regime monopolistico di fatto alla Vitrociset, società privata nella quale la Finmeccanica, peraltro, possiede una partecipazione finanziaria di minoranza;
il primo contratto alla Vitrociset fu assegnato, secondo quanto sostiene il Corriere della sera dell'8 ottobre 2004, senza alcun concorso ancor prima del 1980, quando l'ente di controllo dei voli dipendeva ancora dall'Aeronautica militare, e da allora è sempre stato prorogato, come è avvenuto pure di recente, nonostante successivi annunci di prossima indizione di una gara europea, effettuati già nella primavera del 2003, ma preannunciata poi come programmata solo entro il 30 giugno 2005 -:
se il Governo intenda adottare iniziative normative volte ad accorpare in un unico ente le competenze, non sempre coordinate ma razionalmente integrabili, di ENAC ed ENAV e per superare l'attuale situazione di monopolio di cui gode la società Vitrociset per la manutenzione ad essa assegnata dall'ENAV, dei radar destinati al controllo del traffico aereo in Italia.
(3-03824)