Allegato B
Seduta n. 524 dell'8/10/2004


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ATTIVITĄ PRODUTTIVE

Interrogazioni a risposta scritta:

SGOBIO. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 2 ottobre 2004, i lavoratori della Postalmarket hanno manifestato di fronte al negozio «Bernardi» di Limbiate, in provincia di Milano, per protestare contro i ritardi della società Bernardi nella realizzazione del piano industriale;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che il negozio della «Bernardi», la società che ha acquistato la storica azienda milanese, è anche al centro di una vertenza che un gruppo di lavoratrici Postalmarket ha avviato contro la loro mancata assunzione che era nei patti sindacali con la società;
i lavoratori della Postalmarket - circa quattrocento di loro sono in cassa integrazione a zero ore - lamentano la mancata presentazione finora da parte della società di un piano per la realizzazione di un centro commerciale che doveva garantire la piena occupazione a pochi mesi dalla scadenza prevista dall'accordo siglato in sedi ministeriali -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alle parti, soluzioni


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utili a dare risposte certe e rassicuranti ai lavoratori, riguardo il loro futuro occupazionale.
(4-11186)

CAPARINI. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
l'industria tessile italiana attraversa una fase di gravissima crisi dovuta, in massima parte, alla concorrenza dei paesi asiatici. Oltre il 70 per cento circa della produzione mondiale di contraffazioni proviene dal Sud-Est asiatico: Cina, Corea, Thailandia e Taiwan. Il mancante 30 per cento circa dalla produzione mondiale di contraffazioni proviene dal bacino mediterraneo, dove il nostro paese detiene il triste primato seguito dalla Spagna, Turchia e Marocco;
il fenomeno della contraffazione si presenta come un insieme complesso di violazioni a leggi, norme e regolamenti, vincoli contrattuali che regolano i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento commerciale dei prodotti di ogni genere;
contraffazione ed importazioni parallele costituiscono un giro d'affari enorme ed in continuo sviluppo che alimenta, spesso senza saperlo, un'industria criminale che sfrutta questo mercato per reinvestire nel traffico di droga e nello sfruttamento della prostituzione;
i danni prodotti dalla contraffazione sono molteplici, i nocumenti all'erario e alle aziende sono enormi: ogni anno 12 mila posti di lavoro scompaiono solo in Italia e sono stimati in 250 mila i posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni a livello mondiale, a causa della contraffazione, di cui 100 mila circa nella sola Unione europea;
è stato stimato che il giro d'affari di questo fenomeno si attesta oltre i 100 miliardi di dollari l'anno in tutto il mondo pari al 5-6 per cento dell'intero commercio mondiale;
il fenomeno della contraffazione indebolisce la posizione di mercato dei legittimi produttori, mette a rischio il settore della distribuzione autorizzata, inganna i consumatori e si abbassa gli standard di qualità con un rischio notevole per la sicurezza in quanto vengono immessi sul mercato articoli potenzialmente pericolosi;
il preoccupante fenomeno colpisce indistintamente le aziende titolari di grandi marchi come le piccole aziende, che trovano nel prodotto contraffatto un temibile concorrente, per non parlare del fatto che dietro al commercio di questi prodotti si nascondono reati gravi, come lo sfruttamento minorile, le vendite senza licenza, l'evasione fiscale;
spesso accade che le aziende italiane intraprendano azione di risarcimento del danno per la contraffazione subita, ma la stessa non ha esito alcuno o nel peggiore dei casi non è nemmeno possibile intraprendere un'azione legale poiché, per l'ordinamento cinese la società che per prima deposita il marchio ne è titolare;
un altro paradosso è rappresentato dal fatto che spesso le imprese italiane che vorrebbero registrare il proprio marchio si trovano nell'impossibilità di farlo perché questo è già stato registrato in maniera abusiva ed illegale da società estere;
la contraffazione consiste nell'apposizione da parte delle imprese truffatrici di false indicazioni di provenienza, nell'imitazione del prodotto o del suo imballo;
l'industria della contraffazione in Cina ha un giro d'affari di oltre 16 miliardi di dollari l'anno, che costa alle aziende occidentali decine e decine di miliardi di dollari di mancate vendite;
molte aziende si preoccupano, altresì, del calo di immagine dovuto all'immissione sul mercato di imitazioni di pessima qualità dei loro prodotti;
diverse fonti confermano che si tratta di un fenomeno in espansione, invece, è più incentrato sulla realizzazione e sulla vendita di beni di largo consumo;
l'enormità e la capillarità delle attività di contraffazione in Cina rendono vani anche gli sforzi più cospicui delle


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singole imprese, tutto ciò a causa dell'insufficiente legislazione cinese in tema di marchi e brevetti;
il Governo con la finanziaria per il 2004 è intervenuto a difesa dei prodotti italiani ed europei, preoccupato del confronto di questi con la concorrenza sleale dei Paesi orientali, addirittura ipotizzando l'introduzione di dazi a difesa dei prodotti made in Italy;
il Ministro per le attività produttive Antonio Marzano durante la visita in Cina nel giugno del 2004 ha annunciato l'accordo a Pechino in collaborazione con il Sipo, l'ufficio brevetti cinese: un primo passo concreto nella guerra alla contraffazione;
nel giugno 2004 è stato inaugurato a Shanghai lo Sportello unico Italia -:
quali iniziative siano allo studio al fine di tutelare la merce prodotta dalle aziende italiane nel rispetto della normativa vigente;
quali misure finalizzate al controllo della liceità della filiera di provenienza della merce prodotta nei paesi orientali e venduta nel mercato italiano siano allo studio;
se il Ministro, valutata la positiva portata delle misure attuate nella finanziaria per il 2004, intenda adottare idonee iniziative, anche di natura normativa, al fine di fronteggiare la concorrenza sleale subita dai prodotti del tessile-abbigliamento da parte dei produttori extra UE che invadono il nostro mercato con una crescente quantità di beni contraffatti in spregio a qualsiasi normativa sui brevetti.
(4-11197)

CRISTALDI. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha presentato il 22 ottobre 2002, l'atto di sindacato ispettivo n. 3-01510 a cui è stata data risposta dal Sottosegretario onorevole Salvatore Cicu;
l'atto ispettivo sollevava il problema legato al tentativo di realizzare nel territorio di Mazara del Vallo una distilleria da parte della ditta Bertolino nonostante gli enti locali interessati, le organizzazioni sindacali e sociali del territorio, l'intera popolazione del luogo si siano fortemente espressi negativamente sul progetto, forti anche di un vincolo di inedificabilità assoluta posto dall'assessorato regionale Beni Culturali sull'area interessata;
il Governo, tramite il Sottosegretario Cicu, ha reso noto il travagliato percorso del progetto riferendo al Parlamento che era stata avviata da parte del Ministero delle attività produttive in data 25 febbraio 2004, la procedura di revoca delle agevolazioni previste dalla legge n. 488 del 1992, e concesse con provvedimento del 30 giugno 1997;
il provvedimento di revoca si rendeva necessario non sussistendo le condizioni per la realizzazione dell'opera -:
se si sia provveduto alla revoca definitiva delle agevolazioni citate in premessa;
in caso affermativo, con quale provvedimento si sia proceduto alla revoca;
in caso negativo, quali particolari elementi abbiano sinora impedito al Governo di adottare gli atti di revoca che, a parere dell'interrogante, sono obbligatori.
(4-11204)

SGOBIO. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 7 ottobre scorso, la «Valeo», azien- da dell'indotto Fiat, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Melfi (Potenza) in conseguenza della mancata acquisizione della commessa per i cablaggi nella nuova Fiat Punto e per 180 addetti dell'impianto sono state avviate le procedure di cassa integrazione guadagni straordinaria;


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la chiusura dello stabilimento è stata comunicata ai sindacati durante un incontro nella sede dell'Associazione degli Industriali di Potenza;
secondo la Fiom Cgil «tale decisione testimonia che è già iniziata, e sta già provocando drammatiche conseguenze, un'operazione lanciata dalla Fiat e finalizzata alla mera riduzione dei costi ed è destinata ad avere tangibili effetti sull'intero settore auto del nostro Paese» -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, alfine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alla parti, soluzioni alternative a quelle annunciate dai vertici aziendali.
(4-11205)

SGOBIO. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le organizzazioni sindacali di categoria hanno proclamato per il 9 ottobre 2004 lo sciopero nazionale dei lavoratori del Gruppo Standa Billa, per protestare contro gli annunciati licenziamenti, tenuto conto che 300 lavoratori saranno dichiarati in esubero in tutta Italia, e per difendere i diritti acquisiti dopo anni di contrattazione e lotta;
risulta all'interrogante che la decisione di proclamare lo sciopero sarebbe stata presa dopo che il Gruppo tedesco Rewe, che ha acquisito i supermercati Standa, ha deciso di non riconfermare il contratto integrativo dei lavoratori Standa e di applicare indiscriminatamente a tutti i lavoratori il contratto Billa (catena di supermercati facente parte anch'essa del Gruppo) che, secondo le organizzazioni sindacali di categoria, peggiorerebbe notevolmente le condizioni dei lavoratori -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alla parti, soluzioni alternative a quelle annunciate dai vertici aziendali, nell'intento di garantire le condizioni di lavoro e di salario già acquisite e tutelare le conquiste ottenute in anni di contrattazione e trattativa sindacale dai lavoratori.
(4-11209)