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PRESIDENTE. L'onorevole Onnis ha facoltà di
FRANCESCO ONNIS. Signor Presidente, signor ministro, forse non è necessario essere medici per cogliere appieno la dirompente patologia dell'Alzheimer. Sappiamo tutti in cosa consiste tale malattia: si tratta di un indebolimento fisico e mentale progressivo ed inarrestabile, uno sfacelo mentale e spesso un'irreversibile demenza senile.
I centri specializzati per questo servizio sono diffusi sul territorio in maniera congrua ed appropriata? Sono queste le domande, signor ministro, che le poniamo, sicuri che dal Governo arriverà una risposta rasserenante.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Sirchia, ha facoltà di
GIROLAMO SIRCHIA, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per assistere i malati affetti dal morbo di Alzheimer il Ministero della salute ha attivato, a partire dal 2001, un progetto assistenziale denominato «Cronost».
PRESIDENTE. L'onorevole Onnis ha facoltà di
FRANCESCO ONNIS. Signor Presidente, ero certo che il Governo, con l'intervento autorevole del ministro, avrebbe fornito una risposta tranquillizzante e positiva agli interrogativi posti.
Restano, tuttavia, alcuni dubbi e perplessità. Mi chiedo perché il progetto Cronos sia stato previsto per assistere 100 mila malati, e ne abbia invece assistiti, nonostante le precisazioni del ministro, soltanto 35 mila.
In Italia la situazione è già ai limiti dell'emergenza, davvero drammatica. Se i dati sono puntuali, esistono 600 mila pazienti accertati, 80 mila nuovi ammalati all'anno e tra 10-15 anni si stima che un milione di cittadini dovrebbe essere colpito da questo terribile morbo.
È un'emergenza che ci carica di grave responsabilità, sul piano civico, sul piano morale e sul piano economico. Un malato di Alzheimer, infatti, costerebbe 36 mila euro all'anno, 3 mila euro al mese, cui può aggiungersi la spesa per il badante, per chi se la può permettere. Esiste poi un corollario ancora più angosciante: i malati di Alzheimer vivono in famiglia ed è il contesto familiare che si deve sobbarcare l'assistenza per questi poveri nostri fratelli infelici.
Allora chiedo: i servizi a disposizione di questi ammalati sono validi e sufficienti?
Tale progetto garantisce la diagnosi differenziale presso i centri specialistici individuati dalle regioni, in particolare le unità valutative Alzheimer (UVA), assicura l'accesso ai farmaci e la rimborsabilità degli stessi e determina la presa in carico nel percorso assistenziale dei pazienti affetti da tale patologia.
Il progetto Cronos rappresenta quindi un modello teso alla migliore assistenza del paziente affetto da malattia di Alzheimer, in quanto riduce al minimo il rischio di trattamenti inappropriati e a volte rischiosi. Vale la pena di ricordare che l'Alzheimer non è una malattia guaribile, ma è una malattia trattabile in alcune condizioni. I pazienti vengono indirizzati alle UVA da parte dei medici di medicina generale e le UVA procedono alla diagnosi differenziale e alla definizione di un piano terapeutico.
In base al progetto Cronos, sono state attivate ben 501 strutture specialistiche per la diagnosi e il trattamento del morbo di Alzheimer. Tali centri risultano oggi distribuiti su tutto il territorio nazionale e in ogni singola regione. Va sottolineato, in particolare, che prima del progetto Cronos erano presenti solo 50 centri specialistici (il numero di tali centri è dunque aumentato di dieci volte).
Specificamente, i centri UVA istituiti in Sardegna risultano essere 11 per una popolazione assistita, nel primo anno di attività, di 39 pazienti per centro. In ogni caso, l'individuazione e l'accreditamento delle UVA è compito delle singole regioni nell'ambito della loro potestà di organizzazione assistenziale. Nel caso in cui i centri specialistici in una regione fossero ritenuti insufficienti, la regione può individuare e accreditare altre UVA.
Dall'inizio del progetto Cronos fino ad oggi, i pazienti che sono stati visitati e periodicamente controllati dai centri specialistici e presi in carico dalla medicina generale secondo un piano diagnostico e terapeutico integrato sono stati oltre 90 mila. Tale numero corrisponde alla prevalenza attesa di morbo di Alzheimer nel nostro paese. Nel 2003 la spesa a carico del Servizio sanitario nazionale per i farmaci ammessi al rimborso per il morbo di Alzheimer (donezepil, galantamina, rivastigmina) è risultata pari a 60,4 milioni di euro, con un aumento del 20 per cento della spesa e del 25 per cento delle dosi prescritte rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda la circostanza che solo 35 mila pazienti, a fronte dei 90 mila affetti da malattia di Alzheimer, siano in trattamento farmacologico, va precisato che ciò è giustificato e deriva dal fatto che i farmaci registrati a livello europeo ed ammessi al rimborso in Italia risultano efficaci solo su pazienti con morbo di Alzheimer di grado lieve moderato, che rappresentano una frazione dell'intera popolazione affetta da tale patologia.
Quanto, infine, alla richiesta di un incontro con la federazione Alzheimer Italia, il Ministero della salute ha già contattato tale associazione e ha dichiarato la propria disponibilità ad incontrare i suoi rappresentanti, come quelli di tutte le altre associazioni.
Per quanto riguarda i centri UVA, il cui numero, se non ho compreso male la risposta del ministro, potrebbe essere incrementato, non mi sembra siano stati raggiunti risultati ottimali in relazione alla distribuzione geografica di tali presidi. So che in molte regioni d'Italia, fra cui la Sardegna, la Puglia e la Calabria, tali centri non sono ben distribuiti e sono dislocati in modo irrazionale. Accade così che numerosi pazienti, e soprattutto i familiari che li accompagnano, debbano effettuare viaggi al di fuori della località di residenza percorrendo grandi distanze e affrontando dunque ulteriori spese e disagi. Si tratta di una situazione che, come è difficilmente contestabile, è drammatica e rischia di diventare sempre più drammatica.
Ma io ho pensato di raccogliere il grido di dolore, di disperazione, di queste famiglie e di queste fasce sociali.
Sono convinto che, anche grazie alle risposte del ministro, l'urlo di dolore che arriva da questi ammalati venga recepito e che le loro richieste, aspettative ed esigenze possano essere soddisfatte: sono convinto che loro, insomma, possano essere accontentati perché ritengo che, in una società civile come la nostra, meritino più di altri di avere l'attenzione del Governo e la solidarietà di noi tutti (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).