Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 518 del 30/9/2004
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TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE SCRITTA SUL DOC. IV-QUATER, N. 108

Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità concernente il deputato Giorgio Galvagno, con riferimento ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Casalemonferrato (proc. n. 563/02 RGNR). Il procedimento trae origine da una querela sporta da Guido Cardello, avvocato del foro della stessa città.


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Come risulta dal capo d'imputazione, il Galvagno avrebbe offeso la reputazione del Cardello con una lettera intitolata «Voglio reagire alla menzogna e alla violenza morale», pubblicata sul periodico La nuova provincia in data 10 aprile 2002, riferendosi a una precedente lettera del Cardello, pubblicata sul quotidiano La Stampa - cronaca di Asti del 31 marzo 2002, in cui il medesimo si firmava «Avvocato Cardello antifascista», scrivendo le parole: «Al sedicente avvocato antifascista - come si firma - ...caro avvocato se le sue parole da legale mi lasciano dubbioso sulla sua professionalità, sul suo senso di giustizia e di democrazia ho delle preoccupanti certezze».
La Giunta ha esaminato il caso nella seduta del 28 luglio 2004, nel corso della quale ha proceduto all'audizione del deputato interessato. Quest'ultimo in tal sede ha evidenziato che tutti gli anni il Comitato unitario antifascista astigiano organizza le celebrazioni per il 25 aprile. È costume che in tali circostanze parli, oltre che un rappresentante dell'ANPI, anche il deputato del collegio, che in questo caso era lui. Senonché, nel 2002, nel mese di marzo nella città di Asti e sui giornali locali scoppiò una violenta polemica, giacché in seno al Comitato si decise che avrebbe parlato per il 25 aprile il sindaco della città e non il deputato del collegio. Ciò in ragione di una sua pretesa inadeguatezza, a motivo della professione di idee da parte sua che non sarebbero state conformi, a dire dei suoi critici, allo spirito della Liberazione. Inoltre, la sua reputazione sarebbe stata compromessa per avere egli riportato una pena patteggiata in passato, durante il suo mandato a sindaco di Asti. In realtà, quel patteggiamento non costituiva affatto un'ammissione di colpa, ma solo un modo per terminare sollecitamente una vicenda giudiziaria discutibile, legata a decisioni che egli, insieme ad altri sindaci della provincia, aveva assunto con riferimento a un impianto di smaltimento di rifiuti. Con l'articolo apparso sulla Nuova provincia del 10 aprile 2002 egli ha inteso reagire a un attacco scomposto mossogli da un cittadino, l'avvocato Guido Cardello, con una lettera pubblicata dalla sezione di Asti della Stampa di Torino, nella quale lo stesso Cardello sottolineava che egli aveva riportato una condanna. Ha ricordato altresì che il 23 aprile 2002, dopo un giro di interventi sull'ordine dei lavori dell'Assemblea in cui esponenti del centro-sinistra avevano denunciato un'aggressione fascista al Teatro Vascello di Roma, egli aveva preso la parola per fatto personale per narrare quanto appena esposto.
In seno alla Giunta è maturata la convinzione che sussistano gli elementi per dichiarare le affermazioni del deputato richiedente riconducibili all'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Deve infatti considerarsi, in primo luogo, che tutta la polemica è scaturita dalla qualità stessa di deputato ricoperta dal Galvagno. Nell'aprile 2001 per le celebrazioni della Liberazione il Comitato antifascista di Asti aveva infatti invitato a parlare il deputato del collegio, allora dell'Ulivo. Nel 2002 invece non ha ritenuto di fare altrettanto, per motivi nel cui merito non rileva qui entrare. È evidente però che proprio da questa contraddizione ha preso le mosse la reazione del deputato Galvagno.
In secondo luogo, la polemica di cui si tratta appare pur sempre connotata da elementi storico-politici, ai quali è difficile pretendere che il deputato del collegio si sottragga. Tant'è vero che, sia pure successivamente alla pubblicazione della sua lettera sulla Nuova provincia, egli ha segnalato l'episodio all'Assemblea della Camera.
Per questi motivi, la Giunta, all'unanimità, ha deliberato nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento rientrano nell'ambito d'applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

Erminia MAZZONI, relatore.

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