Allegato B
Seduta n. 504 del 3/8/2004


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SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

BULGARELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel reparto di ematologia dell'ospedale «San Salvatore» di Pesaro negli anni compresi tra il 1976 e il 1995 si verificarono numerose sperimentazioni di nuove terapie per la cura della leucemia; come accertato dalle indagini avviate dalla magistratura, nel reparto diretto dal professor Guido Lucarelli, a partire dalla fine degli anni settanta, furono effettuati trapianti di fegati espiantati da feti abortiti su malati di leucemia e talassemia; tali interventi, pur essendo stati effettuati alla luce del sole e ampiamente documentati in vari convegni internazionali dall'equipe del professor Lucarelli, non furono, tuttavia, mai autorizzati dal ministero della sanità; per stessa ammissione del professor Lucarelli, essi erano di natura sperimentale e dopo alcuni anni furono abbandonati perché nel frattempo la ricerca si era orientata, per la cura di gravi malattie del sangue, verso il trapianto di midollo osseo;
anche il reparto di ematologia dell'ospedale «San Salvatore» di Pesaro iniziò a praticare i trapianti di midollo ma, fino al 1992, essi furono effettuati in una sorta di struttura fantasma e, ancora una volta, senza alcuna autorizzazione; come risulta infatti dalla documentazione depositata presso l'assessorato alla Sanità della Regione Marche, il reparto di ematologia dell'ospedale di Pesaro ottenne la qualifica di «centro trapianti» solo il 27 marzo 1992 ma, a quella data, risultavano già eseguiti dall'equipe del professor Lucarelli ben 692 trapianti;
dopo il 1992 i decessi sospetti nel reparto di ematologia non cessarono - dei quali sicuramente provocati da epatite di tipo «B» fulminante scatenatasi presumibilmente per l'utilizzo di flebo infette - tanto che fu avviata una indagine da parte della magistratura che giunse a inquisire il professor Lucarelli per «omicidio colposo»;
lo stesso professor Lucarelli, pur avendo sempre fermamente rigettato qualunque accusa rivolta al suo operato professionale, in alcune interviste concesse a organi di stampa ha affermato di essere certo che la morte di molti pazienti sia da addebitare all'uso di flebo infette;
alcuni familiari delle vittime e organi di stampa hanno infine sostenuto la tesi che i decessi nel reparto di ematologia possano essere fatti risalire all'operato criminale di personale interno al reparto ematologico; in particolare ciò risulta dal memoriale indirizzato in data 2 marzo 2003, dal signor Francesco Miccoli alla procura generale di Ancona e da alcune inchieste giornalistiche - come quella apparsa sul settimanale «L'Espresso» in data 28 febbraio 2002 e sul quotidiano «Il Resto del Carlino» in data 5 gennaio 2002 - nelle quali si sostiene che il suicidio per impiccagione di un infermiere in servizio presso l'ospedale, signor Claudio Guiducci, possa essere conseguenza della volontà di tacitare quest'ultimo perché a conoscenza dell'identità dell'ipotetico criminale -:
se, in considerazione della gravità degli avvenimenti occorsi negli ultimi vent'anni nel reparto di ematologia dell'ospedale San Salvatore di Pesaro e del dolore che le numerossisime morti di pazienti lì degenti ancora genera nei familiari, non ritenga opportuno predisporre un'indagine interna al reparto in oggetto, volta a ricostruire dettagliatamente, anche sulla scorta delle evidenze emerse da precedenti


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indagini della magistratura, il corso e la natura degli eventi e in grado di escludere con ragionevole certezza eventuali attività criminose che nel periodo in oggetto abbiano avuto luogo.
(4-10694)

BALLAMAN. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in una vasta zona del Friuli-Venezia Giulia si sta verificando una prolificazione senza precedenti di zecche, la cui potenziale pericolosità è assai nota;
non è chiaro come nei giorni scorsi si sia sparsa l'illazione secondo la quale il maggior focolaio di questo fenomeno sia individuabile in Val Tramontina, in provincia di Pordenone;
in realtà, a quanto risulta allo scrivente, la proliferazione di zecche è sintomatica di vastissime aree geografiche, comprese quelle di pianura;
la polemica che è seguita alla diffusione di una simile notizia ha avuto, comunque, il benefico effetto di aprire un dibattito sulla necessità di un intervento generalizzato di profilassi e di disinfestazione;
in particolar modo, è emerso che varie Aziende sanitarie locali disporrebbero di una sorta di vaccino antizecca mentre altre unità di prevenzione dislocate sul territorio nazionale non garantirebbero un servizio di profilassi che miri a debellare i rischi legati ad una puntura di zecca;
la situazione è resa ancor più discutibile dal fatto che decine di escursionisti del Nord Italia si recherebbero con regolarità oltreconfine per acquistare in Austria e in Svizzera il vaccino contro le malattie trasmesse dalle zecche (in queste aree d'Europa il farmaco in oggetto sarebbe in libera vendita);
le zecche sono in grado di trasmettere all'uomo gravi patologie, quali il morbo di Lyme e alcune forme di encefalite;
appare allora palese come il ministero della salute non possa non occuparsi della vicenda, disponendo un'uniformazione sull'intero territorio nazionale della profilassi contro le malattie trasmesse dalla puntura di una zecca -:
se effettivamente in Friuli-Venezia Giulia sia in corso un'anomale proliferazione di zecche e se tale fenomeno sia in effetti localizzato soprattutto in Val Tramontina, in provincia di Pordenone;
se sia vero che alcune Aziende sanitarie locali garantirebbero gratuitamente ai richiedenti un vaccino antizecca, mentre altre Unità di prevenzione dislocate sul territorio nazionale sarebbero completamente sprovviste di qualsiasi sistema di profilassi;
se risulti anche al Ministro il fenomeno del pendolarismo oltreconfine, allo scopo di acquistare in Austria e in Svizzera il vaccino contro le patologie che possono essere trasmesse in occasione della puntura di zecca;
se intenda o meno attivarsi con le Regioni e le Asl dell'intero territorio nazionale al fine di concordare una politica uniforme e coordinata per affrontare la situazione venutasi a creare.
(4-10699)