senza consultare il Ministero su un progetto carente dell'esaustiva rappresentazione dello stato di fatto e delle previsioni progettuali dello stato finale dell'opera realizzanda (articolo 23 del decreto legislativo n. 490 del 1999) e se poteva disporre l'interramento dei reperti senza il parere del Ministero (articolo 22 del decreto legislativo n. 490 del 1999);
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, relativa alla costruzione di un'autorimessa da parte di un privato cittadino nel Comune di Chieti in una zona adiacente ad un'area archeologica, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
culturali che spesso sono patrimonio civile dell'umanità -:
esclusivamente amministrative e non più funzioni scientifico-professionali, e quali motivi abbiano originato questi provvedimenti, costituendo ciò elemento di una strategia tendente ad un sistematico demansionamento di professionisti in organico nell'Opd, comportamento implicante - fra l'altro - episodi di mancata valorizzazione della loro rispettiva e pur rilevante competenza tecnica (comprovata da ottimi fascicoli personali), a fronte del mantenimento pervicace d'un trattamento economico di missione in favore per la beneficiata, tenuto conto che nei confronti di tutti quei professionisti interni, tale comportamento amministrativo potrebbe valutarsi come «violenza psicologica nell'ambiente di lavoro» (mobbing), in quanto si sarebbe determinato come un complesso d'atti, caratterizzati da ripetitività e durata di medio-lungo periodo, posti in essere da superiori gerarchici del Mbac (nella loro qualità) contro i predetti funzionari e comportanti e esplicantesi nei termini della sistematica non attribuzione d'incarichi adeguati o l'assegnazione di compiti squalificanti, con sottoutilizzazione dei funzionari stessi (o di taluni) e mancata organizzazione adeguata del lavoro istituzionale della compromissione della rispettiva immagine professionale e personale sul luogo di lavoro, nonché di altre conseguenze negative sui soggetti colpiti, di varia natura con particolare riguardo all'induzione di una demotivazione morale in taluni tra i predetti funzionari), avendo il menzionato comportamento amministrativo determinato nei confronti dei funzionari tecnici in parola una lesione dei propri diritti, esplicantesi in demansionamento professionale, che avrebbe dato luogo ad una pluralità di pregiudizi incidenti sull'intera vita professionale e di relazione degli interessati, con particolare riguardo alla lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione delle rispettive personalità nel luogo di lavoro;
Risposta. - In riferimento alla interrogazione parlamentare indicata in discorso, concernente questioni riguardanti il personale dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
pertanto privo di competenza a stipulare contratti di lavoro, se non secondo le procedure determinate dal segretariato generale del Ministero. In particolare, per quanto concerne l'affidamento dell'incarico di responsabile della sicurezza ad un soggetto esterno, si precisa che esso è avvenuto nel rispetto della disciplina della sicurezza nei luoghi di lavoro, ai sensi degli articoli 4, comma 4, lettera a) e articolo 8, comma 2, della legge n. 626 del 1994 e successive modificazioni. Inoltre quanto sopra è avvenuto nel rispetto delle procedure e dei limiti previsti per le spese in economia (decreto ministeriale 4 dicembre 2002 segretariato generale); per quanto riguarda le pubblicazioni dell'Opificio delle Pietre Dure si rende noto che le stesse sono tutte riferibili alla sua attività istituzionale; gli incarichi extra istituzionali svolti dal personale dell'Istituto sono stati autorizzati in conformità alle procedure amministrative in vigore ed in base alla normativa vigente, relative alle autorizzazioni degli incarichi extra istituzionali ed in particolare nel rispetto della circolare ministeriale 21 del 1999 e seguenti, delle quali l'ultima pervenuta è la n. 9/2003. I suddetti incarichi, inoltre, sono autorizzati, a seguito del vaglio del supremo Ministero, e confluiscono nella banca dati on line istituita presso il Ministero della funzione pubblica (www.anagrafeprestazioni.it); sull'organizzazione del laboratorio scientifico, si precisa che la dottoressa Daniela Pinna, biologo direttore coordinatore area C3 in servizio presso la Soprintendenza per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Bologna, ha iniziato a svolgere un'attività di collaborazione presso l'Opificio delle Pietre Dure, secondo accordi con la soprintendenza di appartenenza e con avallo del supremo Ministero, riguardante altresì le modalità in cui detta collaborazione si esplica.
natura amministrativa, ascrivibili nell'ambito dei compiti precipui di direttore coordinatore di un settore tecnico scientifico; si precisa che tali funzioni non hanno nulla a che fare con le funzioni ed i compiti spettanti ai funzionari amministrativi, funzioni che richiedono una diversa e specifica professionalità e che non potrebbero essere affidati ad esperti scientifici, non perché dequalificanti per questi ultimi, ma proprio in ragione della necessaria e specifica competenza e preparazione nel settore giuridico; infine, non si ritiene, nella maniera più assoluta, che sia stato assunto un qualsivoglia atteggiamento nei confronti dei funzionari che possa essere considerato dequalificante, persecutorio o comunque riconducibile al cosiddetto mobbing.
Risposta. - A partire dal mese di agosto 2000 l'Italia è stata interessata da una delle epidemie di febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue) più estese mai verificatesi in Europa. Dall'agosto del 2000 al giugno 2002 la malattia è stata diagnosticata in n. 13.695 allevamenti. La morbilità e la mortalità finali sono state rispettivamente del 17,9 per cento e del 4,2 per cento. Le perdite registrate complessivamente, tra ovi-caprini morti o abbattuti a seguito della malattia, hanno superato n. 519.208 capi, con danni diretti valutati in oltre 25 milioni di euro.
Basilicata e Puglia. L'incisivo intervento del Ministero della salute e del Centro nazionale di referenza presso gli organismi comunitari, ha accelerato l'emanazione della Direttiva 2000/75/CE del 20 novembre 2000, recepita nel nostro ordinamento con decreto legislativo n. 225 del 9 luglio 2003.
Campania, di problemi connessi alla febbre catarrale degli ovini (BT) ed alla relativa vaccinazione, risulta che le patologie lamentate dagli allevatori non appaiono direttamente correlate alla somministrazione dei vaccini contro la BT; la stessa Commissione d'inchiesta, inoltre, ha ribadito il fatto che le campagne vaccinali si sono tradotte in un vantaggio enorme per gli allevatori che, oggi, possono movimentare e, quindi, vendere i loro capi anche nelle regioni non contaminate, sottolineando che, dove la vaccinazione è stata eseguita per tempo, non c'è stato nessun problema di salute per gli animali. Inoltre, la limitazione degli spostamenti degli animali nei territori dove sono presenti circolazione virale o focolai clinici è mirata a impedire la diffusione dell'infezione ad altri territori e, pur costituendo un danno indiretto per gli allevatori coinvolti, consente di non estendere i danni ad ulteriori aree, con un danno sicuramente maggiore per l'economia del Paese.
A seguito della vaccinazione si può avere un certo rialzo febbrile che, di norma, dura 7-10 giorni, durante i quali è bene non sottoporre gli animali a stress, alla luce diretta del sole ed altri fattori debilitanti: inoltre, il vaccino non deve essere somministrato in animali gravidi nella prima metà della gravidanza, perché potrebbe determinare aborti e/o malformazioni fetali.
non è stato completato il piano di vaccinazione, per spostare gli animali da vita è necessario che la circolazione virale sia cessata da almeno da 60 giorni. Tali misure vengono poste in atto per tutelare e garantire i territori indenni che ricevono gli animali provenienti da aree infette.
stesso), nonché indennizzi per il blocco della movimentazione dei ruminanti per aree diverse da quelle individuate dal Ministero della salute sulla base della evidenza epidemiologica.
Deve, infine, essere sottolineato che il TAR Lazio, con Ordinanza n. 1108/94, ha respinto la richiesta di sospensiva presentata contro l'Ordinanza dell'11 maggio 2003 del Ministero della salute, sulla base delle seguenti motivazioni: «Ritenuto che non sussistono le ragioni richieste dalla legge per l'accoglimento della domanda cautelare, giacché, in disparte le evidenze scientifiche che nel rapporto costo/benefici, giustificano l'uso del vaccino esistente per eradicare la patologia in questione e per prevenire la diffusione ab imis negli ovini e nei bovini, il lamentato danno, nella comparazione degli interessi in gioco, non è tale in fatto e in diritto, da superare l'esigenza di salute pubblica veterinaria sottesa alla campagna vaccinale peraltro coerente con le indicazioni dell'Unione europea.
agli allevatori in merito alla lotta alla malattia ed alle nuove disposizioni dettate dal manuale operativo vaccinale emanato dal Ministero della salute; verrà inoltre distribuito un opuscolo illustrativo sulla malattia e sulle relative metodiche di lotta.
Risposta. - Per far fronte alle segnalate carenze di copertura dell'organico dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte, stante il tendenziale orientamento dei flussi di personale dalle regioni del nord a quelle del sud, risultando difficile il ricorso alla mobilità interna, appare prospettabile il reperimento di ulteriori risorse umane unicamente a conclusione delle procedure di reclutamento in corso.
psico-fisici e attitudinali; n. 271 unità (260 uomini e 11 donne) di allievo vice ispettore del Corpo di polizia penitenziaria. Nel periodo 11-24 febbraio 2004 si è tenuta, presso la direzione della scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di polizia e del personale dell'amministrazione penitenziaria di Roma - via di Brava, la prevista prova preliminare. Nel periodo maggio-luglio 2004, presumibilmente, i candidati risultati idonei (n. 270) verranno convocati per essere sottoposti agli accertamenti psico-fisici ed attitudinali e, successivamente, saranno effettuate le prove scritte ed orali.
sereno confronto sui temi della pace in Medio Oriente -:
Risposta. - Il Ministero degli esteri non dispone di elementi specifici sul caso sollevato nell'interrogazione in questione.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Telecom - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha comunicato quanto segue.
partirebbe così da parte di questa società, la vendita delle carceri storiche come Regina Coeli, San Vittore ed altri 80 istituti penitenziari di grandissimo pregio artistico e storico che saranno acquistati da enti locali o da soggetti privati;
Risposta. - Il 3 luglio del 2003 è stata costituita la società Dike Aedifica s.p.a., controllata al 95 per cento dalla Patrimonio dello Stato spa, ed avente la finalità di valorizzare il vastissimo patrimonio immobiliare, costituito dai penitenziari italiani, al fine di reperire i fondi necessari a soddisfare le pressanti esigenze di edilizia penitenziaria e giudiziaria del paese.
efficienti alle pressanti esigenze in materia di edilizia penitenziaria e giudiziaria.
Risposta. - Nell'istituto penitenziario di Larino sono presenti 204 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 179.
Più in generale, si rappresenta che il problema dell'affollamento è al centro di una continua ed intensa attività di monitoraggio da parte del competente ufficio del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
comitato scientifico idoneo a vagliare la coerenza dei progetto rispetto alle esigenze di valorizzazione del bene, nonché la tenuta economico finanziaria del medesimo;
Risposta. - Si precisa che, al momento, dagli atti ufficiali in possesso di questa Amministrazione, non risulta stipulato alcun accordo formale per la valorizzazione della Fortezza Santa Barbara di Pistoia.
della sanità e delle condizioni generali che viola la dignità dell'essere umano -:
Risposta. - Presso l'istituto penale di Parma i detenuti sono regolarmente sottoposti ad osservazione scientifica della personalità, ai sensi dell'articolo 13 dell'ordinamento penitenziario.
Per quanto concerne gli aspetti sanitari si ritiene opportuno preliminarmente indicare, in modo sintetico, gli interventi svolti da questa Amministrazione in materia di assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale, a fronte di una progressiva riduzione di stanziamenti sul capitolo di bilancio preposto all'assistenza sanitaria - 1764 - e alla contemporanea esigenza di far fronte ad una domanda di assistenza sanitaria da parte dei detenuti sempre più complessa ed articolata.
precisamente strutture sanitarie di primo livello, strutture sanitarie di secondo livello e strutture sanitarie di terzo livello costituite dai centri clinici dell'amministrazione penitenziaria che sono in grado di affrontare necessità medico-chirurgiche anche di elevato livello, avendo a disposizione strumenti diagnostici adeguati.
si è verificato un autentico blocco presso il servizio di rilevazione degli oggetti metallici, per altro già registrato nei giorni precedenti;
Risposta. - Presso l'aeroporto di Venezia, come in tutti gli scali aerei ubicati sul territorio nazionale, sono in uso apparecchiature, quali gli apparati metal detector, idonee a coadiuvare gli operatori ai varchi di sicurezza nei controlli alle persone che accedono alle cosiddette "aree sterili".
nella procedura esecutiva e la fissazione dei compensi ad essi spettanti;
Risposta. - Si rappresenta che il 12 marzo 2004 il Ministro della giustizia ha espresso il proprio concerto sul provvedimento citato nell'interrogazione indicata in oggetto.
di non più di 5 kg). Non solo alimenti ed oggetti per l'igiene personale, per i quali è prevista la possibilità di acquisto attraverso lo spaccio interno, ma anche giornali, riviste, libri e qualsivoglia materiale cartaceo. La disposizione è applicata con tale rigore che, paradossalmente, non è possibile introdurre in carcere neppure le istanze di licenza o i fogli da allegare ad istanze di vario tipo! Sempre al rientro in carcere, sono state, inoltre, introdotte rigorosissime procedure di perquisizione personale, e questo nonostante si sia sottoposti al controllo del metal detector, che arrivano alla completa denudazione del detenuto;
Risposta. - Nel corso del tempo la direzione della Casa di reclusione di Roma Rebibbia ha dovuto suo malgrado registrare un progressivo preoccupante aumento di esiti negativi riguardanti il percorso riabilitativo dei detenuti. Il verificarsi di allarmanti accadimenti - quali commissioni di reati, evasioni, uso di sostanze stupefacenti - si connota in modo maggiormente inquietante quando, come nel caso di specie, tali eventi riguardano detenuti che fruiscono di benefici premiali o, addirittura, sono ammessi a misure alternative alla detenzione.
di esecuzione) al fine di garantire ai detenuti che l'espletamento dell'attività lavorativa «si svolga nel pieno rispetto dei diritti».
se non ritengano di adoperarsi affinché al signor Marini vengano fornite le cure adeguate al suo stato di salute.
Risposta. - Igor Marini, in estradizione dalla Svizzera, è stato ristretto a far data dal 29 luglio 2003 presso la Casa circondariale «Lorusso e Cotugno» di Torino, nuova denominazione dell'istituto torinese «Le Vallette», a seguito di una prima ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Torino in data 7 luglio 2003, per associazione a delinquere e ricettazione aggravata in concorso.
Ministro interrogato, si intendano adottare per evitare il protrarsi di tale situazione.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Telecom - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha anzitutto precisato che la genericità delle affermazioni circa il lamentato ritardo con cui avverrebbe, in particolare in Sicilia, l'installazione di nuove linee telefoniche, non ha consentito l'effettuazione di accertamenti mirati e la possibilità di una risposta più dettagliata.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in discorso nella quale viene lamentata l'assenza di magistrati presso le sezioni distaccate di tribunale e la previsione di un'unica pianta organica presso la sede centrale di ciascun tribunale, chiedendo nel contempo l'istituzione della pianta organica predetta anche presso le sezioni distaccate, si rappresenta che la richiesta in questione può essere realizzata solamente per mezzo di un provvedimento legislativo.
Ad ogni buon fine, si illustra la situazione del personale di magistratura previsto per la sezione distaccata di Gubbio del tribunale di Perugia.
Risposta. - In relazione all'atto di sindacato ispettivo, citato in discorso, con cui l'interrogante rappresenta la situazione di possibile conflitto di interessi dell'ingegner Luigi Nicolais, assessore regionale alla ricerca della regione Campania, e contemporaneamente, professore ordinario presso la facoltà di ingegneria dell'università di Napoli nonché direttore dell'istituto CNR-ITMC si rappresenta quanto segue.
Napoli, si deve ritenere che il regolamento sull'istituzione e funzionamento degli istituti del CNR, non comporta, ex articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 382/1980, l'obbligatorietà del collocamento nella posizione di aspettativa da parte dell'università di appartenenza. L'articolo 9, comma 5, del predetto regolamento consente al consiglio direttivo del CNR di concedere eccezionali e motivate deroghe, da stabilirsi in rapporto alle esigenze connesse allo svolgimento dell'incarico.
Risposta. - Si comunica che, già alcune settimane prima, il Ministro dell'interno ha incontrato i vertici delle forze di polizia e dei Servizi di sicurezza per la preparazione, l'adozione e la messa a punto delle misure e dei relativi dispositivi di protezione e di ordine pubblico in occasione delle celebrazioni del 2 giugno e della successiva visita a Roma del Presidente degli Stati Uniti.
Come in altre circostanze, sono state decise appropriate limitazioni per il sorvolo dello spazio aereo della città di Roma.
Risposta. - Si fa presente che, alla fine del mese di marzo, si è svolto un primo incontro fra rappresentanti del Ministero interrogato, il Ministero della giustizia ed il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza, per predisporre la relazione sullo stato di attuazione della legge n. 149/2001.
tutelato di accudire alla prole, mediante il trasferimento in servizio alla sede di Roma, ove è ubicata l'abitazione della famiglia.
Risposta. - Si comunica che la vicenda segnalata, come avviene anche per situazioni analoghe, è attentamente seguita dall'amministrazione interrogata.
Risposta. - Per quanto riguarda la richiesta di rinunciare al ricorso presentato
avverso la sentenza del TAR Calabria n. 1285/2003 che aveva annullato la delibera della Giunta regionale della Calabria, avente ad oggetto «riproduzione Bronzi di Riace» e della conseguente convenzione stipulata in data 17 luglio 1998 tra il Ministero e la regione Calabria, si rappresenta che il Consiglio di Stato, pronunciandosi in via cautelare sulla istanza di sospensiva presentata da questo Ministero in sede di ricorso avverso la sentenza sopra richiamata, con ordinanza n. 790 del 24 febbraio 2004, ha sospeso l'efficacia della citata sentenza del TAR.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in discorso, si rappresenta che in materia di miglioramento del servizio giustizia, come è noto, il Governo ha proposto un'ampia riforma dell'ordinamento giudiziario, approvata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 14 marzo 2002, che attualmente si trova all'esame del Parlamento.
constatato che nel territorio Comunale di Firenze i segnali stradali verticali (mancanza e/o incompletezza delle prescrizioni di cui all'articolo 77 e seguenti del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione), le delimitazioni delle fermate dei veicoli di trasporto pubblico collettivo di linea (completa difformità da quanto disposto dall'articolo 151 e 352 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione), le delimitazioni degli stalli di sosta a pagamento (collocazione entro i limiti minimi previsti dall'articolo 158 codice della strada, e curiosa integrazione cromatica sferica rossa dentro le strisce azzurre, unica delimitazione consentita per la sosta a pagamento, così come disposto dall'articolo 149 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione), risulterebbero in contrasto con le disposizioni del codice della strada e del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del nuovo codice della strada, e che tali situazioni concorrono anche a creare situazioni di indubbia pericolosità alla circolazione stradale, oltre alla produzione di sostanze inquinanti e al rallentamento della fluidità veicolare -:
Risposta. - L'articolo 5 del nuovo codice della strada attribuisce agli enti proprietari di strade il compito di provvedere alla regolamentazione della circolazione con ordinanze motivate e rese note al pubblico mediante prescritti segnali.
con professionalità e puntualità tali da meritare elogi dai dirigenti e dall'utenza;
Risposta. - Al riguardo si ritiene anzitutto opportuno ribadire che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società.
Risposta. - Le richieste di riattivazione delle case mandamentali - non sempre convenienti nel quadro delle economie generali - devono passare attraverso due verifiche: la convenienza dell'operazione sotto il profilo del rapporto costi/benefici; la capacità ricettiva delle strutture che devono assicurare una capienza regolamentare di almeno 50 detenuti.
di Sansepolcro ed i Balestrieri di Gubbio, antiche istituzioni che, senza soluzione di continuità, hanno mantenuto l'uso della Balestra secondo le antiche tradizioni e nel rispetto delle regole tramandate»;
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde gli interroganti nel segnalare che fra le varie manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali dell'anno in corso è stato autorizzato anche il «Palio della balestra antica» di Lucca, chiedono se non si ritenga opportuno intervenire a tutela delle società dei balestrieri di Gubbio e Sansepolcro, alle quali è stato rilasciato, da parte della società italiana Brevetti, l'attestato di registrazione per marchio d'impresa della dicitura «Palio della Balestra».
pertanto, senza riuscire a formulare alcuna previsione sull'inizio dei lavori;
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con gli atti ispettivi cui si risponde congiuntamente, si rappresenta che per quanto riguarda le opere infrastrutturali relative allo scalo aeroportuale di Reggio Calabria, è stato sottoscritto in data 29 luglio 2002 con la regione Calabria l'Accordo di programma quadro nell'ambito del quale sono riportati i sottoelencati interventi, peraltro già inseriti nel quadro comunitario
di sostegno 2000-2006 con riferimento alla «misura III.2»:
Per quanto concerne la riqualifica e il potenziamento delle infrastrutture di volo, i diversi soggetti interessati ai lavori (società di gestione Sogas, Enav e Enac) avevano a suo tempo concordato di far coincidere temporalmente, ove possibile, i lavori di rispettiva competenza al fine di abbreviare il più possibile la chiusura dello scalo.
della legge 17 maggio 1999, n. 144 relativamente al limite di rimborso al vettore o ai vettori aerei selezionati.
Risposta. - In merito all'interrogazione in argomento, riguardante la sostituzione delle carrozze letto tipo MU (moderno ed unificato) con vetture di tipo T2S sulla relazione Roma-Reggio Calabria, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che Trenitalia S.p.a. ha in corso un processo di razionalizzazione dell'offerta notte nell'intento di offrire un servizio qualitativamente migliore alla clientela.
Si evidenzia come la lunghezza del compartimento e quella del letto siano maggiori nel singolo speciale (T2S) rispetto a quelle del singolo (MU).
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede di conoscere quali provvedimenti si intendono adottare per eliminare o mitigare, per gli enti senza scopo di lucro, il sistema di comunicazione, previsto dal comma 13-quinquies dell'articolo 39 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, in tema di effettuazione di tombole, riffe, lotterie di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 2001, n. 430.
manifestazioni, di avvalersi dell'ausilio dell'amministrazione medesima le cui competenze specifiche nel settore sono utili per scongiurare fenomeni elusivi o irregolari nell'interesse soprattutto dei consumatori.
del 1992 nella parte in cui escludeva dall'indennizzo i cittadini danneggiati da vaccinazione antipoliomielitica nell'arco temporale compreso tra il 1959 ed il 1966, costringendo il legislatore a rettificare il disposto normativo cassato, con legge n. 362 del 1999;
vaccinazioni una Commissione paritetica per la valutazione e quantificazione dei danni provocati da trattamenti sanitari obbligatori o fortemente incentivati dalle autorità sanitarie, al fine di accertare definitivamente il numero dei cittadini danneggiati negli ultimi quaranta anni e predisporre un piano finanziario di intervento e di risarcimento di tutti coloro che hanno subito gravi danni alla salute, come la signora Riccarda Vaia;
Risposta. - L'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89 («Proroga dei termini relativi all'attività professionale dei medici e finanziamento di particolari terapie oncologiche ed ematiche, nonché delle transazioni con soggetti danneggiati da emoderivati infetti»), convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 2003, n. 141, prevede stanziamenti, autorizzando una spesa di novantotto milioni e cinquecentomila euro per l'anno 2003 e di centonovantotto milioni e cinquecentomila euro, per ciascuno degli anni 2004 e 2005, per finanziare le transazioni da stipulare «con soggetti emotrasfusi danneggiati da sangue o emoderivati infetti, che hanno instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti».
nei confronti delle Asl e non già nei confronti dell'amministrazione centrale.
delle strutture di sostegno, realizzate negli anni cinquanta e ormai corrose;
Risposta. - Come riferito anche dall'interrogante, la soprintendenza locale, nonostante i limiti degli attuali finanziamenti sui fondi ordinari, già da alcuni anni, si è attivata per avviare un articolato progetto di intervento.
Per quanto riguarda il citato piano integrato territoriale, ottenuto dal comune di Pula e specifico per l'area di Nora, si rende noto che la soprintendenza competente non è stata sino ad ora coinvolta a nessun titolo, né in fase progettuale, né in quella di realizzazione di interventi ricadenti nel suddetto piano.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso, si comunica che il Consolato Generale a Boston ha informato che il connazionale Andrea Cafiero è stato espulso dagli Stati Uniti ed è stato imbarcato su un volo per Milano lo scorso 18 dicembre.
Risposta. - In merito all'interrogazione cui si risponde, in via preliminare, si fa presente che la rete infrastrutturale nazionale è stata divisa in tratte - principali e secondarie - ed in nodi e che il canone di utilizzazione per ciascuna traccia oraria risulta dalla somma di tre addendi:
Ciò premesso, si osserva quanto segue.
Infine, si segnala che ai sensi del decreto legislativo n. 188/2003 il sistema di calcolo dei canoni di accesso alla rete ferroviaria nazionale dovrà comunque essere rivisto entro dicembre 2005, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni.
Risposta. - In riferimento ai fatti accaduti il 28 e 29 febbraio 2004 che hanno causato notevoli disagi alla circolazione stradale e autostradale a seguito delle forti nevicate che hanno colpito l'Italia settentrionale, si fa preliminarmente presente che sulla dinamica degli eventi il Governo ha tempestivamente riferito nel corso del question time del 3 marzo 2004 in risposta alla interrogazione a risposta immediata n. 3-03130 dell'onorevole Cè.
aver disposto una nuova ispezione per verificare se, anche nei giorni immediatamente precedenti la nevicata in argomento, fossero state rispettate le precauzioni in termini di attività preventiva di manutenzione in sicurezza delle sedi viarie ed informativa rivolta agli automobilisti. Non avendo ancora acquisiti i risultati di quest'ultima ispezione, il presidente dell'Anas si era impegnato a comunicare al più presto alla Commissione medesima le risultanze dell'ispezione e a rendere noti gli eventuali provvedimenti adottati nei confronti del concessionario, nel caso in cui venissero accertate eventuali mancanze.
generi di conforto (cestini da viaggio, bevande calde, eccetera); proseguimento in taxi per circa 340 passeggeri; utilizzo di 14 bus per il proseguimento del viaggio di circa 500 passeggeri; pernottamento in albergo di circa 70 passeggeri.
Risposta. - La concessionaria Rai ha comunicato che la Convenzione, di recente rinnovata con questa Presidenza, ha confermato la diffusione del segnale della terza rete bis destinata alle trasmissioni in lingua slovena alle sole province di Trieste e Gorizia precisando che non esiste per la Rai nessun obbligo di consultazione della regione Friuli-Venezia Giulia.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare indicata in discorso con la quale si richiedono chiarificazioni in merito agli organi di amministrazione della fondazione teatro Massimo di Palermo, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
mandato quadriennale dello stesso Consiglio di amministrazione (la cui nomina è avvenuta il 24 luglio 2002).
Risposta. - Telecom Italia S.p.a., interpellata in merito all'atto di sindacato ispettivo in esame, ha comunicato di aver sottoscritto, recentemente, con Gepin Datitalia accordi di collaborazione relativi al miglioramento di applicazioni informatiche che si sono sviluppati fino a coinvolgere le società IT Telecom e Wireline.
propri dipendenti di svolgere la relativa attività lavorativa.
maresciallo capo. Si era creato un clima pesante, testimoniato pure dagli insulti rivolti ad un giornalista che invitava alla calma da un poliziotto in borghese, anch'egli facilmente identificabile;
Risposta. - Si comunica che la prefettura di Caserta ha riferito che durante la manifestazione tenutasi il 6 marzo 2004 a Pignataro Maggiore (Caserta), non vi sono stati scontri tra forze dell'ordine e dimostranti, né vi sono state persone che hanno riportato lesioni fisiche.
manifestazione terminava senza ulteriori turbative.
Risposta. - Su di un piano generale, il Governo italiano ha considerato e continua a considerare l'azione per favorire una soluzione giusta, duratura e complessiva del conflitto israelo-palestinese una delle principali priorità dell'azione internazionale del nostro Paese. Come Presidenza di turno dell'Unione europea l'anno scorso, abbiamo reso possibile tre incontri al vertice tra i Ministri degli esteri di Israele e ANP, Shalom e Shaath, fornendo così un contributo essenziale al mantenimento del dialogo in un momento di grave crisi. L'azione incessante dell'Italia in favore del dialogo ha inoltre permesso la convocazione, per la prima volta a livello semiministeriale dall'inizio della seconda Intifada, della Conferenza dei donatori per la Palestina, in quello che è stato un significativo contributo per il miglioramento delle condizioni della popolazione palestinese.
anche quando le imbarcazioni sono andate in mare, il quantitativo di pescato (mediamente 300 chilogrammi al giorno) non è stato sufficiente ad una remunerazione economicamente valida per il sostentamento dei pescatori e delle loro famiglie;
Risposta. - Si fa presente che il MiPAF considera fondamentale il ruolo della ricerca scientifica a sostegno della propria azione gestionale, oltre che di supporto ad una equilibrata attività di pesca.
razionale e della valorizzazione delle risorse biologiche del mare, attraverso uno sviluppo equilibrato della pesca, è proprio lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica applicata alla pesca.
Repubblica 230/2000 si impone un primo bilancio delle realizzazioni eseguite e dei finanziamenti concessi in ragione della richiamata finalità -:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in oggetto indicata, si ritiene opportuno far preliminarmente presente che con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230 (articoli 121 e seguenti) sono state apportate rilevanti modifiche all'intero impianto normativo della Cassa Ammende.
complesso industriale, ritrovamenti archeologici di epoca romana-longobarda riferibili ad insediamenti di notevole estensione, tale da poterla far ritenere il più importante sito archeologico dell'agro bassanese;
delle strutture archeologiche al fine di garantire la corretta salvaguardia della pubblica fruizione»;
Risposta. - Si precisa, innanzitutto, che gli studi condotti negli anni Trenta - seppur non definendo l'area in questione come il più importante sito archeologico
dell'agro bassanese - hanno permesso di inserire l'area stessa nel sistema di centuriazione della pianura veneta nord-occidentale e che le ricerche più recenti hanno stabilito che i reperti rinvenuti non risultano antecedenti alla fine del I secolo a.C. In particolare, per quanto concerne il disco votivo menzionato dall'interrogante, lo stesso risulta attribuibile al periodo della romanizzazione del territorio veneto e ciò esclusivamente sulla base dei confronti stilistici e iconografici: esso, infatti, fu rinvenuto privo di qualsiasi contesto in una zona, successivamente indagata dalla soprintendenza, che non ha restituito alcuna testimonianza archeologica.
di gestione e anomalie di ogni genere, denunciando in particolare un vuoto di potere dovuto alla perdurante assenza del Sovrintendente dottor Desderi Claudio che in concorrenza con i doveri professionali sarebbe stato impegnato in attività lavorativa in Italia e all'estero estranea alla fondazione, il vuoto di potere sarebbe stato, illegittimamente colmato dal Vicepresidente della Fondazione Teatro Massimo, dottor Gaetano Armao;
Risposta. - Gli organi di amministrazione, dopo la nomina del nuovo sovrintendente, hanno adottato un piano preventivo economico-finanziario per l'anno 2004 ed hanno predisposto un programma di attività della Fondazione.
Risposta. - Un giovane frequentatore del centro sociale «Coppola Rossa» di Adelfia (Bari) ha presentato, nel pomeriggio del 27 febbraio 2004, una querela alla Stazione Carabinieri di Casamassima (Bari), affermando che, nella mattinata del giorno precedente, mentre si trovava insieme a un'amica all'interno del locale ipermercato, sarebbe stato avvicinato da cinque aderenti a «Forza Nuova» e due di questi, dallo stesso riconosciuti, lo avrebbero aggredito, colpendolo con una testata sulla bocca e schiaffeggiandolo.
I due aggressori, dopo aver lasciato l'edificio commerciale, si erano dileguati insieme ad altre persone a bordo di un'autovettura e venivano poi denunciati, in stato di libertà, per lesioni personali, dai Carabinieri di Casamassima all'autorità giudiziaria.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'interrogazione indicata in discorso, si fa presente che il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, cui sono state richieste informazioni a riguardo fa conoscere che i provvedimenti adottati sono stati emessi al fine di garantire la sicurezza della navigazione nei canali marittimi della laguna.
dal comune di Chieti fu rilasciata ad un privato cittadino l'autorizzazione a realizzare, su un'area pertinenziale di un proprio fabbricato, un'autorimessa in via Asinio Herio, in una zona ubicata nel centro storico della città e del Parco archeologico della Civitella;
l'area dove doveva sorgere l'autorimessa, è pressoché adiacente al Teatro Romano e, nelle previsioni del PRG del comune di Chieti, insiste nella perimetrazione della zona «A» con indice di edificabilità zero;
tale progetto aveva avuto il parere favorevole della soprintendenza di Chieti con la prescrizione che le opere previste dovessero essere eseguite sotto la direzione dello stesso ente;
dopo due giorni dall'inizio dei lavori, all'affiorare di reperti archeologici importanti, classificati inizialmente come resti di una «Domus» di epoca romana, segnalati da un cittadino di Chieti, la soprintendenza si sostituì alla proprietaria nel prosieguo degli scavi;
dagli scavi veniva alla luce una «Domus» oltre a numerosi suppellettili (pettini, monete, anfore, mosaici) di notevole valore archeologico;
in data 25 agosto 2003 a seguito di nuovo nulla osta del 5 agosto 2003 della stessa soprintendenza di Chieti rilasciato con nuove prescrizioni i lavori di costruzione venivano ripresi;
in data 4 settembre 2003 il soprintendente di Chieti dichiarava sul quotidiano il Centro che la realizzazione del garage è compatibile con i modesti resti archeologici ritrovati;
nonostante le numerose polemiche (ci sono stati interventi a salvaguardia della repertata da parte di Legambiente e Italia Nostra) i lavori sono proseguiti, con la cementificazione dei muri perimetrali e con la costruzione di pilastri in cemento armato posti tra le murature rinvenute negli scavi di presumibile epoca romana della famosa «Domus» -:
se esista il verbale di inventario e/o catalogazione dei reperti ritrovati durante gli scavi eseguiti dalla soprintendenza nella proprietà di cui al costruendo garage;
se nel progetto di edificazione di detto garage, esista la planimetria quotata dei reperti rinvenuti con i prospetti e le sezioni sia dello stato di fatto iniziale, sia al momento dei rinvenimenti dei reperti, nonché la progettazione dello stato finale completa (pianta, prospetti e sezioni) della famosa «Domus» con innestate le parti costruende in cemento armato;
se per i lavori di costruzione del garage la soprintendenza poteva disporne la prosecuzione su un bene del sottosuolo classificato come reperto archeologico (ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 490 del 1999), se poteva rilasciare i nulla osta (iniziale e di ripresa dei lavori)
se le opere edili in cemento armato eseguite ed eseguendi rispettino le prescrizioni di legge e siano da completare (anche in relazione alla documentazione acquisita dalla soprintendenza archeologica di Chieti) e se nella realizzazione dell'opera siano state soddisfatte tutte le norme di salvaguardia dei reperti in oggetto;
se si intenda arrivare all'accertamento del rispetto delle prescrizioni di legge e, nel caso, quali interventi si voglia porre in essere per ripristinare il sito archeologico in oggetto.
(4-08149)
Innanzitutto occorre precisare che la proprietà in questione ricade all'interno del perimetro della città romana ma fuori del parco archeologico della Civitella, distante almeno duecento metri e ben delimitato da un muraglione ottocentesco.
Com'è noto, nel momento in cui sono stati rinvenuti resti archeologici, la Soprintendenza competente è intervenuta, operando uno scavo stratigrafico estensivo su tutta la proprietà, al fine sia di accertare le consistenze e le strutture eventualmente superstiti sia, principalmente, di raccogliere il maggior numero di informazioni - grafiche e fotografiche di dettaglio - sull'insediamento antico.
Le ricerche eseguite hanno permesso di stabilire che la frammentarietà dei manufatti rinvenuti non appartiene ad un periodo storico definito, che i reperti rinvenuti non hanno continuità planimetrica né funzionale e che giacciono su quote differenti di cui non conservano né pavimenti né piani di calpestio; l'insieme di tali considerazioni hanno fatto ritenere che essi non sono attribuibili ad una «domus».
A seguito di tali esiti la Soprintendenza competente ha, pertanto, ritenuto di non procedere alla valorizzazione dell'insieme dei rinvenimenti, in quanto non presenta caratteristiche di leggibilità per la fruizione.
L'Ufficio ha, comunque, provveduto a conservare i materiali archeologici rinvenuti, procedendo all'elencazione di quelli più consistenti e intervenendo sui frammenti, attraverso un processo di pulitura, preliminare ad un eventuale restauro e ad uno studio per l'immissione definitiva degli stessi nelle collezioni.
Si comunica che tutta la documentazione relativa al rinvenimento archeologico nella proprietà Di Domenico, comprese foto, piante e sezioni dei resti e delle relative fotografie, prima durante e dopo le diverse operazioni, è conservata presso gli archivi della Soprintendenza.
Per quanto riguarda i lavori successivi relativi al garage, si rende noto che tali interventi non sono stati eseguiti su un bene archeologico, ma nella restante proprietà privata, nella salvaguardia della tutela dei resti ivi rinvenuti, con disposizioni scritte e/o impartite in cantiere, secondo quanto indicato dalla stessa Soprintendenza, ai sensi delle leggi vigenti.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
all'interrogante risulta che nell'Opificio delle Pietre Dure in Firenze (articolazione del ministero per i beni e le attività culturali) sono riscontrabili situazioni conflittuali tra varie categorie di personale che ciò comunque si riflette negativamente, per l'Opificio, sulla capacità di tutelare con la migliore efficacia beni
se, con riferimento all'attività quotidiana dell'Opificio, in rapporto ad unità di personale in servizio di missione (il quale appartenga a qualsiasi qualifica od area), l'ente in cui il servizio sia stato svolto e registri sul documento di viaggio le loro firme comprovanti l'arrivo e la partenza;
se il personale dell'Opd medesimo, quando escano da quelle strutture durante l'orario lavorativo, non richieda affatto permessi scritti e non timbri il tesserino, digitando il relativo codice («permesso personale», «assenza per servizio» eccetera);
se (nel recente passato e fors'anche attualmente) i contratti di collaborazione coordinata e continuativa siano stati stipulati secondo la disciplina della legge 24 giugno 1997, n. 196 («Norme in materia di promozione dell'occupazione») e cioè per posti relativi a profili professionali non facilmente reperibili o comunque necessari a garantire specifiche esigenze di supporto tecnico nel campo della prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (in quest'ultimo caso, purché l'autonomia professionale e le relative competenze siano acquisite dal personale in servizio entro e non oltre quattro mesi);
se - in particolare - tali contratti (che - a quanto risulterebbe - non sarebbero indispensabili per l'attività dell'amministrazione) vengano tuttora remunerati non con fondi specifici, bensì con fondi assegnati per la funzionalità dei reparti, e se da anni l'incarico di responsabile della sicurezza sia stato affidato ad un ingegnere privato per un costo annuo di circa 17.000 euro (pagati dalla cittadinanza attraverso tasse, imposte, contributi);
se l'Opd curi esclusivamente pubblicazioni riferibili all'Opificio stesso;
se corrisponda al vero che talune unità di personale dipendente, pur dovendo rispettare nell'Opd un orario lavorativo a tempo pieno, vengano autorizzate ad effettuare altrove prestazioni di lavoro solo formalmente definite occasionali, ma in realtà continuative od almeno periodiche. Si tratterebbe spesso, infatti, d'autorizzazioni a svolgere incarichi di docenza in corsi universitari aventi durata semestrale, incarichi che sovente verrebbero rinnovati annualmente già per più volte consecutive;
se nell'Opd taluni incarichi siano stati affidati ad una biologa (area «C3», biologo coordinatore) proveniente dalla soprintendenza per i beni ambientali, artistici ed architettonici di Bologna del ministero per i beni e le attività culturali (ed ivi stabilmente assegnata), la quale per l'esercizio della funzione di direttore scientifico dell'Opd (con particolare riguardo al coordinamento delle varie fasi dei lavori di diagnostica, eseguiti nell'Opificio stesso) percepirebbe il trattamento economico corrispondente a servizio di missione, e se tale biologa eserciti tali incarichi dal lunedì al mercoledì (dalle ore 9 alle 15) mentre questi contestualmente siano stati tolti a personale interno (anche in posizione di comando), preesistente all'uopo e d'almeno pari qualificazione (laureati in chimica, iscritti al relativo Ordine professionale);
se risulti veritiero che, invece, la maggior parte delle analisi effettuate dal laboratorio dell'Opd consisterebbe in accertamenti chimici, chimico-fisici e fisici, e se tali funzioni d'analisi debbano e possano essere esercitate più propriamente da personale d'elevata qualificazione scientifico-professionale, ivi in organico e stabilmente presente (il sottoscritto chimico direttore coordinatore - «C3S» -, due chimici direttori - «C2» -, un direttore fisico - «C2» -, un biologo - «C1» - e due capi tecnici biologi - «C1» - laureati in biologia);
se particolarmente, a fronte delle funzioni esercitate nell'istituto fiorentino dalla biologa «C3» bolognese, ad altro personale chimico (laureato ed iscritto al corrispondente ordine professionale) inquadrato in posizione superiore siano state assegnate (da alcuni mesi) mansioni
se dunque ed infine non sia il caso che l'amministrazione in discorso revochi alla predetta biologa bolognese il conferimento delle funzioni di direttore scientifico dell'Opd, eliminando ciò che, ad avviso dell'interrogante, determinerebbe sprechi di risorse erariali nonché ottemperando a giurisprudenza univoca (Corte di Cassazione - sez. III civ. - sentenza 30 aprile 2001, n. 7023; Tar-Campania - sez. I -, sentenza 27 giugno 2001, n. 3417) ed alla normativa disciplinante le rispettive professioni dei laureati iscritti ai corrispondenti albi od ordini o collegi professionali (si prenda ad esempio, per i chimici, il regio decreto 1 marzo 1928, n. 842 - tuttora vigente -, con speciale riguardo al terzo comma dell'articolo 16 che sancisce: «Devono essere redatte dagli iscritti all'albo le perizie e le analisi che devono essere presentate alle pubbliche amministrazioni», atteso che tali fonti giuridiche attestano, infatti, che le attività attinenti nelle amministrazioni pubbliche alla chimica sono d'esclusiva competenza del chimico laureato ed iscritto al corrispondente albo professionale).
(4-07688)
Innanzitutto, occorre precisare che l'attività dell'Istituto è organizzata nel rispetto delle professionalità ad esso assegnate, delle mansioni individuate dal CCNL e dalla circolare 95/2001 del segretariato generale di questo Ministero.
In merito alle questioni poste, si comunica che: l'arrivo e la partenza dei dipendenti in missione è sempre documentata, tenendo conto sia della tipologia degli enti presso i quali è svolta l'attività, che essendo di natura pubblica o assimilabile possono sempre fornire gli opportuni riscontri, sia ricorrendo anche agli strumenti previsti dal Testo unico sulla documentazione amministrativa (decreto del Presidente della Repubblica n. 455 del 2000); per quanto riguarda l'uscita del personale durante l'orario di lavoro, non risultano irregolarità; in merito ad eventuali assunzioni ai sensi, della legge 24 giugno 1997 n. 196, si evidenzia che l'Istituto è struttura periferica del Ministero per i beni e le attività culturali,
Si evidenzia che la dottoressa Pinna svolge nel laboratorio un'attività che consiste sostanzialmente nella sostituzione del dottor Matteini Chimico direttore coordinatore, a seguito dell'aspettativa di quest'ultimo, senza pregiudizio alcuno o diminuzioni o dequalificazioni degli altri funzionari del laboratorio scientifico.
In proposito, si rende noto che, nel maggio 2002, il soprintendente ha convocato una riunione plenaria del laboratorio scientifico, per discutere e decidere l'assetto del laboratorio conseguente tale aspettativa, nonché per decidere la sostituzione del dottor Matteini, nella mansione di direttore del laboratorio, con una figura scientifica maturata nel campo dei beni culturali; in tale sede è emerso l'interesse per la dottoressa Pinna, biologo direttore coordinatore e in possesso di titoli pertinenti in servizio presso altra Soprintendenza, e per la cui nomina gli interessati hanno espresso parere positivo; la direzione del laboratorio scientifico affidata alla dottoressa Pinna consiste nell'attività direttiva e di coordinamento, ma non nello svolgimento delle analisi chimiche, che vengono eseguite da dipendenti esperti in chimica a ciò specificatamente preposti che si assumono la responsabilità interna delle analisi, mentre unico soggetto titolare di responsabilità esterna presso l'Opificio è il soprintendente. Pertanto, le indagini chimiche vengono svolte dai chimici, le indagini biologiche dai biologi, le indagini di fisica dai fisici, secondo le rispettive qualifiche e professionalità; ma tutti costoro sono soggetti ad una direzione unitaria (direttiva e coordinamento appunto) che spetta al funzionario di area C3, e che può anche non essere un chimico o un biologo purché appartenente all'area scientifica; non sono state assegnate funzioni di natura amministrativa a funzionari dell'area tecnico scientifica, ivi compresi quelli assegnati al laboratorio scientifico, se non quelle strettamente legate all'area e al profilo professionale di appartenenza (in attuazione dell'articolo 52 e dell'articolo 18 del contratto collettivo integrativo del MBAC e ai sensi della circolare ministeriale n. 95 del 2001), ovvero per i funzionari tecnico scientifici dell'area C3 super: la gestione amministrativa e logistica per il settore tecnico scientifico da questi diretti, la responsabilità per gli acquisti attinenti al settore, la responsabilità dei programmi scientifici, insomma tutte quelle funzioni e compiti, anche aventi risvolti di
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
il comparto zootecnico della provincia di Benevento, a causa del blocco della movimentazione degli animali, bovini e ovini in particolare, per effetto della febbre catarrale, la cosiddetta blue tongue, si trova in una situazione grave e irreversibile ed ormai prossima al collasso;
l'isolamento dei capi allevati all'interno del territorio beneventano e in generale campano, che dura ormai da più di due anni, ha comportato finora rilevanti perdite economiche per le aziende zootecniche, dovute alla riduzione degli sblocchi commerciali degli animali, bovini e ovini, alla diffidenza degli allevatori nei confronti delle norme sanitarie, nonché degli effetti collaterali del vaccino superiori a quelli statisticamente accettabili;
rappresentanti della categoria degli allevatori, hanno chiesto al Ministro della salute adeguate garanzie sull'efficacia del vaccino, lo sblocco immediato della movimentazione degli animali per gli allevamenti che hanno aderito alla profilassi secondo le direttive europee, nonché il risarcimento da parte dello Stato e dell'Unione europea, per i danni diretti e indiretti derivanti dalla somministrazione dei vaccini;
sono stati inoltre sollecitati provvedimenti per la riduzione della zona di protezione intorno ad un allevamento infetto, per la liberalizzazione della movimentazione degli animali, indipendentemente dal raggiungimento della copertura vaccinale dell'80 per cento in ambito provinciale unitamente ad altre disposizioni per la difesa contro la blue tongue -:
quali iniziative intenda adottare, affinché possano essere soddisfatte le richieste predette, al fine di tutelare la salute dei consumatori dei prodotti zootecnici, sbloccando nel contempo la circolazione degli animali e permettendo la ripresa della zootecnia e delle imprese legate al settore che, senza urgenti provvedimenti, rischiano la chiusura dell'attività con pesanti conseguenze sull'economia e sull'occupazione nella provincia beneventana e nell'intera Campania.
(4-08608)
Prima dell'emanazione della Direttiva 2000/75/CE del 20 novembre 2000, le norme comunitarie vigenti prevedevano lo stamping-out (l'abbattimento e la distruzione degli animali sensibili); questo avrebbe significato la distruzione, principalmente, di tutto il patrimonio ovino, ma anche di quello bovino, a partire dalle regioni Sardegna (agosto 2000), Calabria e Sicilia e successivamente a quello delle regioni Toscana e Lazio (settembre 2001),
Tali misure prevedono la delimitazione, intorno all'azienda infetta, di una zona di protezione avente un raggio minimo di 100 chilometri e, in aggiunta, una zona di sorveglianza di ulteriori 50 chilometri, da queste zone di restrizione non è consentito movimentare animali vivi, ovuli e sperma di ruminanti tra cui bovini, ovini, caprini e bufalini verso i territori liberi, anche se destinati direttamente ad un macello. Ciò avrebbe determinato a partire dalla comparsa del primo focolaio (agosto del 2000) il blocco totale della movimentazione dalle zone interessate, fino ad oggi, per quasi 39 mesi.
L'ordinanza dell'11 maggio 2001 (misure urgenti di profilassi vaccinale obbligatoria contro la blue tongue) è stata emanata dopo che il Consiglio superiore di sanità, nella seduta del 24 aprile 2001, aveva espresso il proprio parere favorevole affinché, al fine di ridurre in modo significativo la circolazione del virus, tutti i ruminanti domestici ed i bovini in particolare fossero sottoposti a profilassi vaccinale, poiché costituiscono il maggior serbatoio virale.
Il Consiglio superiore di sanità, nella seduta del 5 dicembre 2003, ha nuovamente espresso il parere favorevole all'impiego del vaccino polivalente nella composizione con i sierotipi 2, 9, 4, 16.
La strategia adottata dal Ministero della salute e dal Centro nazionale di referenza, basata sulla sorveglianza e sulla profilassi vaccinale, ha consentito di ridurre le zone di restrizione, previste dalla Direttiva 2000/75/CE (100 km zona di protezione), ad un'area di 20 chilometri di diametro intorno all'allevamento dove è stata evidenziata circolazione virale. Tale strategia ha permesso di riaprire i canali commerciali, consentendo la movimentazione degli animali vivi dalle zone di sorveglianza, risultanti come zone a minore rischio in seguito all'immunizzazione degli animali sensibili (completamento della campagna di vaccinazione).
La profilassi vaccinale completata nell'anno 2002 solo in Sardegna e Toscana, ha consentito di ridurre, nei rispettivi territori, la malattia a qualche focolaio; conseguentemente la Commissione Europea (Decisione 2002/783/CE) ha previsto la possibilità di movimentare animali vivi vaccinati, provenienti dalle zone di sorveglianza ricadenti in province che hanno completato la campagna di vaccinazione, verso il restante territorio nazionale, nonché la possibilità di movimentare dalle zone di protezione animali vaccinati verso qualunque impianto di macellazione.
La linea di condotta strategica, promossa dall'Italia, ha ricevuto, a più riprese, il riconoscimento della Commissione Europea la quale, derogando sostanzialmente a quanto previsto dalla Direttiva 2000/75/CE, ha sancito, a partire da novembre 2001 con l'emanazione della Decisione 2001/783/CE e successive modifiche, l'istituzione di zone di restrizioni più limitate corrispondenti al territorio di singole province, suscettibili di essere stralciate ogniqualvolta l'attività di sorveglianza promossa dal Piano abbia dimostrato l'assenza di circolazione virale in detti territori.
La Commissione Europea ha condiviso fin dall'inizio e sostenuto la strategia di lotta adottata dalle Autorità sanitarie italiane attraverso la fornitura del vaccino necessario alle campagne vaccinali, l'approvazione formale ed il cofinaziamento dei piani di sorveglianza e di profilassi vaccinale annualmente presentati.
Si sottolinea, inoltre, che le Autorità sanitarie italiane sono chiamate a relazionare sulla situazione epidemiologica e sulle attività svolte, presentando un apposito rapporto, in sede di Comitato per la catena alimentare e la sanità animale, che si riunisce mensilmente a Bruxelles, alla stessa Commissione e a tutti i Paesi membri.
Dalla relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta, istituita il 6 marzo 2003 dal Ministro della salute per verificare la sussistenza, in particolare in Puglia e
La presenza e la replicazione del virus vaccinale nell'animale vaccinato non rendono quest'ultimo un consistente veicolo di trasmissione, in quanto la quantità di virus vaccinale in circolo è inferiore a quella minima necessaria per infettare il vettore e il vettore può trasmettere l'infezione solo se infetto. Questo dato, dichiarato dal produttore del vaccino, è stato confermato, sia per gli ovini sia per i bovini, nel corso delle prove di sicurezza e di efficacia del vaccino effettuate dal Centro nazionale di referenza per le malattie esotiche-Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise Teramo, in accordo con quanto stabilito con Decisione 2001/75/CE dall'Unione Europea.
Dai dati ad oggi disponibili è evidente come le campagne di vaccinazione effettuate sul territorio nazionale abbiano, indubbiamente, prodotto un beneficio in termini di riduzione della circolazione vitale con conseguente riduzione del territorio sottoposto a restrizione dei movimenti. In alcune zone, l'effetto di riduzione della circolazione vitale è meno evidente in quanto, nel corso del 2003, sono stati vaccinati per la prima volta territori non interessati dalla precedente campagna di vaccinazione. Per esempio, nella provincia di Rieti, dove si sono avute, tra l'altro, 11 aziende con sieroconversioni (il 20,4 per cento del numero totale di aziende con sieroconversioni nel Lazio nel 2003).
È dimostrato in modo significativo che la riduzione del numero di comuni sottoposti a restrizione smentisce l'affermazione, sostenuta da più parti, che «il persistere delle sieroconversioni nelle aziende sentinella ha, di fatto, determinato le condizioni perché fossero mantenute le restrizioni per la movimentazione degli animali verso le rimanenti parti del territorio nazionale, salvo in limitati periodi finestra, nonostante fossero stati raggiunti i requisiti relativi alla percentuale della popolazione immunizzata previsti dalle disposizioni vigenti».
La Blue Tongue è una malattia virale per la quale al momento non esistono terapie efficaci.
Nelle zone infette l'unico rimedio per non fare ammalare gli ovini è vaccinarli, e l'unico vaccino oggi disponibile è un vaccino vivo attenuato. Tale vaccino è un prodotto simile al vaccino del morbillo o della polio; contiene, quindi, il virus ancora vivo ma con potere patogeno notevolmente ridotto. Il vaccino, una volta iniettato nell'animale, si replica e stimola la reazione immunitaria dell'organismo inducendo l'immunità che protegge l'animale dalla malattia. Dal momento della vaccinazione, per ottenere l'immunità dell'animale si devono attendere circa 30 giorni.
Nel mondo esistono 24 diversi sierotipi del virus della Blue Tongue e per proteggere gli animali è necessario utilizzare il vaccino prodotto con il sierotipo o i sierotipi presenti nel territorio. In Italia sono presenti 4 sierotipi (il 2, 4, 9 e il 16), distribuiti in modo diverso nelle varie regioni.
Come per ogni altro vaccino, la vaccinazione nei confronti della «Lingua Blu» può procurare, in alcuni casi, effetti indesiderati. Per evitare le possibili complicazioni, è necessario attenersi scrupolosamente alle precauzioni ed alle avvertenze d'uso e vaccinare solo gli animali in buone condizioni di salute.
Se dopo la vaccinazione si osservano effetti indesiderati, è necessario chiamare immediatamente il Servizio veterinario della Unità sanitaria locale competente per territorio, per accertare se tali effetti possano essere dovuti al vaccino oppure ad altre cause.
Con riguardo all'ipotesi che la somministrazione del vaccino negli animali possa influire sulla quantità del latte prodotto, sono stati eseguiti diversi studi, su bovini e su ovi-caprini, che non hanno evidenziato diminuzioni significative, se non per pochi giorni, nella produzione del latte. Questa indicazione è confermata anche dai dati delle produzioni registrate, nel 2002, dalle associazioni degli allevatori.
Il virus infetta, oltre agli ovi-caprini, anche i bovini e alcuni ruminanti selvatici: gli ovi-caprini si ammalano e possono morire. Gli animali che sopravvivono alla fase acuta della malattia possono, tuttavia, andare incontro ad un lento processo di deperimento, con esito spesso infausto e perdite notevoli di produzioni. I bovini, invece, salvo rarissimi casi, non si ammalano: possono tuttavia infettarsi, in quanto il virus può albergare nel loro sangue per un periodo piuttosto prolungato (almeno 60 giorni), durante il quale essi potrebbero infettare gli insetti vettori (i Culicoides) che li pungessero. Gli insetti, una volta infettatisi, trasmettono il virus ad altri animali tramite la puntura.
I bovini possono fungere da «serbatoio» del morbo: l'infezione c'è, ma, quasi sempre, senza alcun sintomo evidente. Quando il virus è presente nel loro sangue e vengono punti dagli insetti vettori, questi ultimi possono pungere altri animali, infettandoli. E per questa ragione che non solo gli ovini, ma anche i bovini, non possono essere spostati da territori infetti in regioni dove non è presente la Blue Tongue e che, per bloccare la diffusione dell'infezione, si devono immunizzare anche i bovini oltre agli ovini ed ai caprini.
L'igiene degli allevamenti è una delle principali misure di profilassi per ridurre la densità dei vettori. Il Culicoides Imicola, il principale vettore dell'infezione nel nostro Paese, necessita, per riprodursi, di terreni, anche di piccole dimensioni, umidi e ricchi di materiale organico. Questi insetti preferiscono il terreno umido e fangoso, posto ai margini delle raccolte d'acqua; le piccole pozze d'acqua con residui di letame e di altro materiale sono un ottimo luogo per la riproduzione. Quando per le condizioni strutturali dell'allevamento, è possibile mantenere il terreno e le superfici asciutte e il materiale organico, quale il letame, non è accessibile agli insetti, la loro densità si riduce, più o meno sensibilmente.
In Sardegna, dopo la vaccinazione effettuata tra gennaio e aprile 2002, sono morti o sono stati abbattuti n. 9 animali in tutto, mentre nei due anni precedenti, quando ancora la vaccinazione non era stata eseguita, erano morti o erano stati abbattuti, nel 2000, n. 260.856 animali e, nel 2001, n. 232.771 animali.
La vaccinazione dei bovini è l'unico rimedio per impedire che questi animali si infettino, costituendo una nuova fonte di infezione per gli altri animali presenti nel medesimo territorio: la vaccinazione diminuisce la circolazione del virus nel territorio, riducendo le aree infette.
Nel dicembre 2003, sono state modificate le norme internazionali ed europee che regolano il controllo della malattia ed il Ministero della salute ha potuto emanare un provvedimento che permette di movimentare gli animali vaccinati anche dalle zone infette, perché è stato riconosciuto dagli esperti internazionali che gli animali vaccinati non solo non si ammalano, ma non rappresentano nemmeno un rischio significativo per la diffusione dell'infezione verso territori indenni. Gli animali vaccinati possono essere movimentati anche dalle zone infette, a condizione che, in quei territori, sia stato completato correttamente il piano di vaccinazione. Nei territori in cui
Il Ministero della salute ha costantemente perseguito l'obiettivo di consentire la liberalizzazione dei movimenti degli animali nelle e dalle aree sottoposte a restrizioni a causa della circolazione del virus della febbre catarrale degli ovini, sempre nel rispetto delle regole internazionali e comunitarie.
Per quanto riguarda la sicurezza del prodotto immunizzante la Commissione d'inchiesta istituita dal Ministro della salute lo scorso anno, ha confermato la correttezza dei protocolli e ha consentito di rilevare, anche attraverso la partecipazione dei Carabinieri NAS, danni vaccinali estremamente ridotti.
L'eventualità di non effettuare la vaccinazione porterebbe, di fatto, all'immediata applicazione delle vigenti misure sanitarie previste dalla Direttiva 2000/75/CE, più restrittive e penalizzanti di quelle attuali, con il conseguente blocco delle movimentazioni degli animali per tutte le regioni ancora libere che potrebbero essere considerate comunque infette. Questo comporta sia l'impossibilità di trasferire i vitelli da ingrasso dalle zone di produzione a quelle di finissaggio, sia il divieto di trasporto verso i macelli, come richiesto dagli stessi allevatori. La mancata applicazione delle norme comunitarie comporterebbe, con ogni probabilità, l'applicazione di sanzioni per le produzioni agro-zootecniche italiane. Si precisa che attraverso le riunioni e gli incontri svoltisi per decisione del Ministro stesso, le associazioni e le organizzazioni professionali del settore hanno partecipato alla valutazione preventiva della situazione, concordando di mantenere indenni le zone attualmente libere e di favorire la movimentazione, consentita, peraltro, dalla sola vaccinazione per quanto riguarda le aree infette.
E opportuno sottolineare che il Ministero della salute, da sempre, ha incoraggiato e favorito la ricerca rivolta a sviluppare vaccini sicuri ed efficaci inattivati: è stato approvato un progetto di ricerca dal titolo «Produzione di vaccini inattivati, ricombinanti e sviluppo di metodi diagnostici innovativi per il controllo e la diagnosi della Blue Tongue» al quale partecipano il Centro nazionale di referenza, l'Istituto zooprofilattico di Sassari, l'Izs della Sicilia, le università di Bologna e di Bari. Sebbene i risultati siano incoraggianti, ancora si è lontani dal conseguimento della pronta disponibilità di vaccini inattivati: attualmente non esistono, a livello mondiale, vaccini alternativi a quelli utilizzati.
Con Circolare ministeriale del 15 dicembre 2003, le regioni sono state sollecitate a privilegiare, per gli interventi vaccinali, i veterinari aziendali in grado di conoscere direttamente la situazione sanitaria e manageriale degli allevamenti. Anche il nuovo protocollo vaccinale impone ai sanitari la verifica, con maggior puntualità, della gestione delle procedure di vaccinazione, compresa la farmaco-vigilanza.
Per quanto riguarda il rimborso dei danni diretti, le regioni provvedono alla liquidazione, fatto salvo il rimborso da parte del Ministero della salute. Per quanto riguarda i danni indiretti, risulta che alcune regioni, come il Lazio, la Basilicata, la Toscana e la Sardegna hanno emanato apposite norme per far fronte ai danni indiretti; altre stanno provvedendo in tal senso (Umbria, Marche e Abruzzo).
L'Ordinanza del Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle politiche agricole e forestali, emanata il 2 aprile 2004, ha disposto, nell'ambito della campagna di vaccinazione 2004 per la febbre catarrale degli ovini, la vaccinazione entro il 30 aprile 2004 di tutti i ruminanti presenti nel territorio nazionale, salvo proroghe fino al successivo 31 maggio.
Vengono previsti, oltre agli indennizzi per gli animali abbattuti nei focolai accertati di febbre catarrale degli ovini, anche indennizzi per eventuali danni vaccinali diretti (aborti o mortalità) ed indiretti (calo della produzione del latte, ridotta inseminabilità o fecondabilità, atassia, alterazioni a carico del vello con distacco di parti dello
Le risorse finanziarie individuate nell'Ordinanza assicurano il riconoscimento e la liquidazione dei danni diretti ed indiretti; gli indennizzi agli allevatori saranno anticipati dalle singole regioni, nel rispetto delle procedure previste dalla legge n. 218/1988, relativa all'indennità per l'abbattimento di animali, il rimborso alle regioni sarà effettuato con le modalità indicate dalla legge citata.
L'Ordinanza è attualmente alle valutazioni dell'organo di controllo.
In data 18 marzo 2004, inoltre, il Ministro della salute ed il Ministro delle politiche agricole e forestali, insieme al coordinamento degli assessori alla sanità e degli assessori all'agricoltura delle regioni e delle province autonome, hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni degli allevatori Aia, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, per un puntuale esame in merito alla situazione della profilassi vaccinale contro la Blue Tongue.
Al termine dell'incontro, Governo e regioni hanno convenuto sulla necessità di proseguire la campagna vaccinale di prevenzione, in quanto il vaccino è innocuo ed efficace ed è attualmente l'unico presidio scientificamente accertato, in varie sedi nazionali ed internazionali, per contrastare la diffusione della Blue Tongue e consentire la movimentazione e commercializzazione dei capi.
Alla luce delle osservazioni espresse dai rappresentanti delle Associazioni di categoria, si è concordato di istituire un Comitato permanente di coordinamento, composto da rappresentanti dei Ministeri citati, dei coordinamenti regionali degli Assessori alla sanità ed alla agricoltura e dell'Associazione italiana allevatori.
Va segnalato che, in data 11 giugno 2004, i Ministri della salute e delle politiche agricole e forestali hanno emanato un'Ordinanza, all'esame dell'organo di controllo, che permette la movimentazione degli animali sensibili non vaccinati contro la Blue Tongue destinati alla macellazione.
L'Ordinanza consente la movimentazione degli animali, provenienti dalle regioni, soggette a restrizione, e destinati direttamente alla macellazione, verso tutto il territorio nazionale, a condizione che: a) sia dato adeguato preavviso al servizio veterinario di destinazione, almeno 48 ore prima dell'invio dei capi; b) sia stata effettuata per gli ovini e caprini una visita clinica da parte del veterinario ufficiale, prima del carico, con esito favorevole; c) gli animali siano inviati all'impianto di macellazione sotto vincolo sanitario e il loro arrivo a destinazione sia verificato da parte del veterinario ufficiale della azienda sanitaria locale di arrivo; d) l'avvenuta macellazione sia annotata sul documento di accompagnamento dei capi, da trasmettere al servizio veterinario della azienda sanitaria locale di origine; e) il trasferimento degli animali, nelle zone di restrizione, avvenga nelle ore diurne e, qualora ciò non sia possibile, gli stessi siano sottoposti a trattamento antiparassitario.
L'Ordinanza prevede, altresì, che le regioni indenni, previa comunicazione, possano vietare, con provvedimento motivato, l'invio di partite di animali sensibili verso stabilimenti di macellazione.
La movimentazione degli animali sensibili non è consentita per i capi non vaccinati, provenienti da territori epidemiologicamente sconosciuti e/o da territori in cui si abbia evidenza di circolazione virale negli ultimi 60 giorni.
È consentita fino al 31 luglio 2004 la movimentazione degli animali sensibili non vaccinati, da aziende situate nelle zone di protezione, esclusivamente verso il macello più vicino situato all'interno della stessa AUSL.
Qualora non sia presente il macello, gli animali potranno essere inviati a quello più vicino, all'interno della stessa provincia o regione, a condizione che l'autorità veterinaria competente lasci apposita autorizzazione, che il trasferimento avvenga nelle ore diurne e gli animali siano macellati nel giorno di arrivo.
Le stesse conclusioni sono contenute nei provvedimenti giurisdizionali finora intervenuti nell'iter dei ricorsi presentati contro l'Ordinanza 11 maggio 2003.
Per quanto riguarda la situazione nella provincia di Benevento, la locale prefettura ufficio territoriale del Governo ha comunicato che il Servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale Benevento 1 sta attuando dal 2001 il piano sentinella, inteso a monitorare la circolazione virale sul territorio mediante prelievo ematico nei bovini, i quali, a differenza degli ovini, non manifestano sintomatologia clinica della Blue Tongue, ma sono serbatoio e diffusori del virus.
In conformità a quanto indicato dal Ministero della salute, nel corso della prima campagna vaccinale sono stati vaccinati circa 108.000 capi di bestiame tra bovini, bufalini ed ovi-caprini, con il 45 per cento del patrimonio zootecnico sensibile alla malattia, vaccinato nell'ultimo trimestre 2002.
Tale risultato è stato conseguito grazie agli incontri informativi avuti con gli allevatori per rassicurarli in merito alla innocuità del vaccino.
In ordine alla seconda campagna vaccinale, l'azienda sanitaria locale in questione ha comunicato di aver raggiunto, con l'ausilio di veterinari liberi professionisti, circa il 90 per cento del patrimonio vaccinabile.
La stessa azienda sanitaria locale ha riferito che, a distanza di alcune settimane dall'inizio della campagna vaccinale, sono state segnalate da parte degli allevatori, patologie ascrivibili alla vaccinazione, quali aborti, malformazioni fetali, calo della lattazione e, nel corso dell'anno, riduzione della fertilità e della fecondità.
Dopo ogni segnalazione di sintomatologie particolari, il Servizio veterinario ha effettuato sopralluoghi presso le aziende zootecniche interessate, inviando reperti anatomo-patologici all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici e recuperando materiale video-fotografico.
Il territorio della provincia di Benevento, malgrado gli ottimi risultati raggiunti, è stato considerato «a rischio», con conseguente limitazione agli spostamenti degli animali e ingenti danni economici.
Per l'anno 2004, è stata riconfermata la necessità di vaccinare gli animali sensibili con vaccino tetravalente con sierotipi 2, 4, 9 e 16; la terza campagna prevede la vaccinazione dell'80 per cento degli animali sensibili alla Blue Tongue, con l'applicazione di un protocollo vaccinale più restrittivo e la previsione del periodo, compreso tra la fine dell'anno 2003 ed il 20 aprile 2004, quale arco temporale per effettuare le vaccinazioni.
Non essendovi, tuttavia, disponibilità di vaccino alla data del 5 marzo 2004, il settore veterinario regionale ha reso noto che la campagna vaccinale è terminata il 31 maggio 2004.
La regione Campania ha comunicato all'azienda sanitaria locale Benevento 1 la decisione di vaccinare con i sierotipi 2 e 9, come negli anni precedenti, perché è stata dimostrata, mediante il piano Sentinella effettuato su tutto il territorio, l'assenza di circolazione dei sierotipi 4 e 16.
Il servizio veterinario competente ha segnalato alla Direzione generale aziendale la necessità di convenzionare i veterinari liberi professionisti per effettuare la profilassi vaccinale.
È stato sottolineato, inoltre, che, in accordo con le organizzazioni di categoria, così come per le prime campagne vaccinali, saranno effettuati incontri per fornire informazioni
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
il sottosegretario alla giustizia, onorevole Michele Vietti, ha rilasciato alcune dichiarazioni agli organi di informazione secondo le quali il Governo avrebbe messo in cantiere circa 400 milioni di euro da destinare alla costruzione di nuove carceri ovvero alla ristrutturazione di quelli già esistenti;
nel medesimo articolo, il provveditore Giuseppe Rizzo sottolinea l'assoluta inadeguatezza dell'organico del personale amministrativo e di custodia destinato alle strutture penitenziarie del Piemonte;
il provveditore quantifica tale carenza in circa mille unità;
poi, il medesimo provveditore chiariva che alcune carenze di personale derivavano dalla mobilità del medesimo verso altre regioni, ove, in alcuni casi, il personale era addirittura sovrabbondante;
sul punto il sottosegretario faceva riferimento alla intenzione di bandire concorsi pubblici di assunzione di unità di detto personale;
tale situazione è aggravata dalle condizioni di lavoro del personale anzidetto e dalle retribuzione economiche dei medesimi, decisamente inadatte a consentire un livello di vita dignitoso -:
se sia a conoscenza delle carenze evidenziate in premessa e se risponda al vero che le unità di personale amministrativo e di custodia delle strutture penitenziarie del Piemonte risultino carenti per circa mille unità;
quali iniziative il Governo intenda adottare per ovviare a tale pericolosa situazione e quando saranno banditi i concorsi di assunzione a cui ha fatto cenno il sottosegretario alla giustizia;
quante unità di personale si ritiene necessario assumere e se non si ritenga utile, prima delle assunzioni, ma in tempi assolutamente solleciti, procedere ad accertare eventuali richieste di mobilità così da procedere ad una migliore e più efficace ridistribuzione del personale in questione;
se non si ritenga doveroso procedere in ogni caso ad una ridefinizione delle retribuzioni del personale in questione, assegnato a compiti estremamente gravosi ma essenziali per la pacifica convivenza tra i cittadini.
(4-04201)
A quest'ultimo proposito si evidenzia che, per quanto riguarda il comparto sicurezza, nella Gazzetta Ufficiale «Concorsi ed esami» del 18 marzo 2003 sono stati banditi concorsi pubblici per l'assunzione nel Corpo di polizia penitenziaria del seguente personale: n. 298 unità di vice commissario-commissario del ruolo direttivo ordinario del Corpo di polizia penitenziaria, per i quali è assicurata la relativa copertura finanziaria dall'articolo 19 del decreto legislativo n. 146 del 2000. Nei giorni 1 e 2 marzo 2004 si è tenuta, presso la direzione della scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di polizia e del personale dell'amministrazione penitenziaria di Roma-via di Brava, la prevista prova preliminare a seguito della quale sono stati giudicati idonei 590 candidati. Non sono state ancora programmate le successive fasi concorsuali (prove scritte, prova orale e accertamenti
Sono state inoltre espletate le prove concorsuali relative alla assunzione di 168 unità, elevate a 284 con PCD del 6 ottobre 2003 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2003), di cui 24 da destinarsi nell'ambito del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte, di personale femminile del ruolo degli agenti ed assistenti del Corpo di polizia penitenziaria, avviate in data 29 dicembre 2003 alla frequenza del previsto corso di formazione della durata di dodici mesi. Si sono altresì concluse le prove selettive relative all'accesso, mediante concorso pubblico per titoli, al gruppo sportivo «Fiamme azzurre» per un totale di n. 23 posti: con P.D.G. del 24 marzo 2004 le candidate sono state nominate agenti del Corpo di polizia penitenziaria.
Si segnala altresì che l'amministrazione penitenziaria, ai sensi dell'articolo 50, comma 12 della legge n. 388 del 2000, ha provveduto negli anni 2002 e 2003 all'assunzione di rispettive n. 569 e n. 537 unità di agenti ausiliari di leva, di cui n. 49 unità complessivamente assegnate al provveditorato regionale del Piemonte.
In relazione al personale appartenente al comparto ministeri, si comunica che in attuazione dell'articolo 34, commi 5 e 6, della legge 289/2002 ed in deroga al blocco delle assunzioni per l'anno 2003, con decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 2003 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria entro il 31 dicembre 2003 ha assunto, pur entro il limite di budget di spesa assegnato, complessivamente 23 unità di personale risultato vincitore ed idoneo in precedenti concorsi.
Inoltre nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004 sono stati pubblicati i bandi di concorso per complessive 751 unità destinati a varie professionalità dell'area C, posizione economica C1 e C2, e B2 (infermiere professionale).
Sono state infine avviate le procedure di riqualificazione interne di cui all'articolo 15 CCNL, relative al passaggio tra le aree, per complessivi 1101 posti dell'area funzionale C, posizione economica C1; e B, posizione economica B1, dei vari profili professionali. Il personale risultato idoneo sarà quindi ammesso a frequentare i previsti corsi di formazione, al termine dei quali si potrà procedere all'inquadramento nelle nuove posizioni economiche.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
dall'inizio della seconda «intifada» (28 settembre 2000) e fino alle ore 16 del 19 novembre 2003 il numero delle vittime è di ben 3.614 esseri umani, di cui 851 israeliani e 2.700 palestinesi;
l'ambasciata israeliana in Italia recentemente si è presa la libertà di spedire a deputati e senatori una cartolina anonima dov'è riprodotto un fotomontaggio in cui un terrorista alla finestra è associato al leader dell'ANP. Sotto la scritta «anche lui sta con Arafat», come per dire se stai con Arafat sei come il terrorista;
l'interrogante ha immediatamente scritto all'Ambasciata israeliana in Italia, confessando che, inizialmente, avevo pensato al gesto di uno squilibrato il quale, all'insaputa dei responsabili dell'Ambasciata stessa, avesse utilizzato abusivamente il suo marchio. Ho saputo poi trattarsi invece di un'inaudita forma di propaganda;
simili iniziative, al di là del cattivo gusto, appaiono del tutto controproducenti nella prospettiva della costruzione di un
se il Ministro non intenda manifestare attraverso le opportune sedi diplomatiche il proprio disagio di fronte a simili iniziative che minano ogni possibile pacificazione.
(4-08311)
Su di un piano generale, il Governo italiano ha considerato e continua a considerare l'azione per favorire una soluzione giusta, duratura e complessiva del conflitto israelo-palestinese una delle principali priorità dell'azione internazionale del nostro Paese. Come Presidenza di turno dell'Unione europea, l'anno scorso, abbiamo reso possibile tre incontri al vertice tra i Ministri degli esteri di Israele e ANP, Shalom e Shaath, fornendo così un contributo essenziale al mantenimento del dialogo in un momento di grave crisi. L'azione incessante dell'Italia in favore del dialogo ha inoltre permesso la convocazione, per la prima volta a livello semi-ministeriale dall'inizio della seconda Intifada, della Conferenza dei donatori per la Palestina, in quello che è stato un significativo contributo per il miglioramento delle condizioni della popolazione palestinese.
Su di un piano particolare, specificatamente relativo al «Patto per la pace», va ricordato che il Governo italiano ha seguito sin dall'inizio con grande attenzione l'iniziativa delle società civili israeliana e palestinese che ha condotto alla redazione del documento firmato a Ginevra, i promotori di questa iniziativa Yossi Beilin e Yasser Abed Rabbo sono stati ricevuti alla Farnesina dal Ministro degli esteri Franco Frattini, che nell'occasione ha confermato l'appoggio italiano a questa iniziativa, come a tutte quelle che promuovono il dialogo tra i due popoli.
Il Governo italiano, peraltro, ha rilasciato lo scorso 2 dicembre, giorno della firma del Patto per la pace, un comunicato come Presidenza dell'Unione europea a nome dei Venticinque, in cui si definiva questa iniziativa un utile contributo all'importante dibattito all'interno delle opinioni pubbliche israeliana e palestinese sul possibile esito finale, dei negoziati. Si ribadiva inoltre la convinzione che il Patto per la pace non si ponesse come alternativa alla Road Map, unico strumento internazionalmente condiviso e accettato dalle parti per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, ma come suo utile complemento.
Il Governo italiano ha, d'altra parte, da sempre incentivato la collaborazione delle società civili israeliana e palestinese promuovendo una serie di iniziative people to people, mirate in particolare alle generazioni più giovani che rappresentano la migliore speranza per un futuro di pace nella regione.
In relazione all'esigenza di rilancio del negoziato israelo-palestinese, nel ribadire come sopra accennato il costante impegno dell'Italia, d'intesa con i partners europei, per favorire la ripresa del processo negoziale in Terra santa, il Governo italiano si è in particolar modo adoperato con la Presidenza dell'Unione europea, con gli Stati Uniti e con la Russia per una rapida convocazione di una riunione ministeriale del Quartetto. Per questo abbiamo salutato con particolare soddisfazione la riunione di New York dello scorso 4 maggio, dalla quale è giunto il messaggio di forte impegno della Comunità internazionale che auspicavamo e di cui vi era al momento grande bisogno.
In particolare, il Governo italiano ha apprezzato il contenuto del Comunicato finale del Quartetto, in cui ha visto riproposti una serie di princìpi da esso pienamente condivisi ed oggetto di diverse sue prese di posizione: la necessità che le questioni di statuto finale siano risolte attraverso l'accordo tra le parti; la centralità del Quartetto e della Road Map; la creazione di un meccanismo di verifica degli adempimenti e della performance delle parti; il sostegno al piano di ritiro israeliano del premier Sharon nella misura in cui esso sia compatibile con la Road Map.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
nel mese di gennaio 1999 il signor A.P. fa richiesta di voltura sulla sua linea telefonica, 095/531553, a favore del suo socio, il quale pagava quale anticipo conversazione la somma di 200.000 delle vecchie lire;
fino a tutto il 2001 il signor A.P. non ottiene alcun riscontro alla sua richiesta di restituzione dell'anticipo conversazione sulla linea telefonica precedentemente intestata allo stesso;
dal 2001 comincia a chiamare il 187 della Telecom per conoscere lo stato dell'arte del procedimento di rimborso e solamente nel giugno 2002 l'operatore Telecom gli consiglia di inviare un fax di richiesta allo 800.856871;
il 15 ottobre 2002, dopo l'ennesima telefonata al 187, viene invitato ad inviare un secondo fax di richiesta;
il 29 ottobre 2002, sempre telefonicamente viene comunicato che il numero della richiesta di rimborso è 9999041609 e che nel giro di qualche settimana avrebbe ricevuto la somma;
il 27 gennaio 2003, durante l'ennesima telefonata al 187, gli viene comunicato che a giorni verrà effettuato il rimborso;
l'8 settembre del 2003 invia un terzo fax di sollecito e dopo pressanti rimostranze fatte al servizio 191 gli comunicano il numero di telefono dell'ufficio amministrazione di Palermo dove effettuare il sollecito. Al numero di telefono di Palermo non risponde nessuno oppure è sempre occupato -:
quali iniziative normative intenda adottare affinché sia garantita piena tutela ai diritti degli utenti.
(4-08780)
Il mancato rimborso al cliente dell'anticipo conversazioni dovuto per la voltura effettuata nel febbraio 1999, è stato causato da una anomalia del sistema informatico che gestisce in automatico la restituzione dell'anticipo conversazioni ai clienti, che ha impedito la regolare e tempestiva definizione della pratica.
Nonostante fosse stata confermata telefonicamente al cliente la fondatezza del suo reclamo e fosse stata varie volte avviata e sollecitata la procedura manuale volta al superamento del problema, solo recentemente è stato possibile concludere l'iter della pratica in questione, a causa di ulteriori imprevedibili problematiche tecniche.
In data 21 aprile, infatti, il cliente è stato informato telefonicamente dell'avvenuto rimborso di 103,29 euro relativo all'anticipo conversazioni, di 16,14 euro per interessi legali maturati a partire dall'1 febbraio 1999, effettuato tramite bonifico sulle coordinate bancarie dallo stesso comunicate.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il giorno 3 luglio u.s. durante una conferenza stampa il Ministro della giustizia ha illustrato la costituzione di una nuova società avente lo scopo di realizzare i programmi di edilizia carceraria. La società ha il nome di Dike Aedifica Spa ed è controllata da Patrimonio dello Stato spa;
scopo della società - il cui presidente è il rettore del Politecnico di Milano e nel cui consiglio siedono rappresentanti del ministero della giustizia, dell'economia e di patrimonio spa - sarebbe di contribuire allo sviluppo del sistema carcerario italiano;
ciò dovrebbe avvenire utilizzando l'edilizia penitenziaria storica quale leva di finanziamento di infrastrutture carcerarie moderne, riducendo, a dire del Ministro, anche gli oneri a carico della finanza pubblica;
il Ministro ha spiegato che essendo la maggior parte dei penitenziari di proprietà del demanio e dunque della Patrimonio dello Stato spa, il primo passo sarebbe quello di contattare gli enti locali, per verificare il loro interesse all'acquisizione degli immobili, che saranno in seguito messi in vendita con il meccanismo della gara. Toccherà agli stessi comuni coinvolgere i privati -:
se i Ministri interrogati non reputino che questa operazione di privatizzazione mascherata delle strutture carcerarie di enorme pregio artistico e storico, comporterà enormi rischi di speculazione immobiliare a danno del patrimonio immobiliare demaniale e del patrimonio storico di tutti.
(4-06859)
La società in questione opererà in stretta collaborazione con gli enti locali, e con essi realizzerà interventi organici all'interno dei nuclei urbani favorendo la creazione di vere e proprie «cittadelle della giustizia».
I presidi a tutela del patrimonio artistico e culturale sono rigorosamente rispettati. Patrimonio Spa opera in stretto coordinamento con il Ministero dei beni culturali.
Inoltre, Dike Aedifica, non solo non procura alcun danno al patrimonio del Paese che semmai valorizza, ma genera anche un significativo beneficio per la finanza pubblica. Facendo leva finanziaria sulle undici carceri dismesse, con Dike Aedifica infatti si potranno avviare le gare per la costruzione di undici carceri nuove - moderne, efficienti e in linea con gli standard Unione europea - più due tribunali e un carcere minorile. Il sollievo per le casse dello Stato sarà pari a 530 milioni di euro.
Presidente del consiglio di amministrazione della Dike Aedifica è il rettore della Luiss, Adriano De Maio, consigliere delegato è il già presidente della Associazione nazionale costruttori edili, Vico Valassi.
Al Consiglio di amministrazione della predetta società, costituito da membri di altissimo livello, si affianca un Comitato di coordinamento e programmazione, previsto dall'articolo 23 dello Statuto della società, di cui fanno parte di diritto il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria ed il capo del dipartimento della giustizia minorile del Ministero della giustizia. Il Comitato è, altresì, composto da quattro componenti nominati dal Ministro della giustizia.
Il Comitato generale di coordinamento e di controllo ha come fine precipuo - indicato nello Statuto - quello di «fornire al Consiglio di amministrazione un apporto finalizzato alla definizione ed attuazione dell'indirizzo programmatico dell'attività sociale».
Ai sensi dell'articolo 23 dello Statuto, in tale ambito il Comitato - esclusa ogni attività di amministrazione - svolgerà proprio funzioni di supporto alla promozione, coordinamento e programmazione delle attività aziendali, nonché di monitoraggio della loro rispondenza alle esigenze delle Amministrazioni competenti in materia edilizia, giudiziaria e penitenziaria, anche fornendo al Consiglio di amministrazione un apporto tecnico-giuridico-scientifico.
Si realizza con ciò una iniziativa assolutamente innovativa, che consentirà di poter rispondere in termini concreti, agili ed
Non esiste pertanto alcuna ipotesi di privatizzazione mascherata, né tanto meno di spericolate speculazioni immobiliari, ed appare ovvio che detta Spa si muoverà in conformità alle leggi vigenti, in relazione alle prerogative del Ministero per beni e le attività culturali.
È poi inesatto che con Dike Aedifica si avvia la vendita di carceri come Regina Coeli e San Vittore. A parte ogni altra considerazione di opportunità generale, Regina Coeli e San Vittore sono istituti funzionanti che ospitano migliaia di detenuti. Con Dike Aedifica invece verranno utilizzate, come leva di finanziamento, carceri vuote e dismesse presenti in abbondanza nel nostro paese. Si tratta, per lo più, di infrastrutture non solo inutilizzate, ma sovente in totale abbandono. In questa direzione spingono, se non altro, elementari considerazioni di carattere economico.
Attualmente le carceri in via di trasferimento a Patrimonio Spa sono undici, tutte vuote e dismesse.
In definitiva, si ritiene di potere affermare che le esigenze e le preoccupazioni prospettate nell'atto di sindacato ispettivo siano già state tenute in debita considerazione all'atto della costituzione della società Dike Aedifica.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
risulta all'interrogante che i detenuti della sezione alta sorveglianza della casa circondariale di Larino in provincia di Campobasso starebbero manifestando il loro disagio per un imminente progetto del Ministero di raddoppiare il numero dei detenuti previsti in ogni sezione;
da circa un anno questi vivono in due in una cella concepita per una sola persona, ed ora dovrebbero viverci addirittura in tre e lo stesso carcere a breve dovrebbe ospitare ben 267 detenuti, pur essendo stato collaudato per sole 90 persone;
altra problematica è la tipologia dei servizi igienici, poiché il bagno dovrebbe essere condiviso in futuro da ben tre persone annullando totalmente la concezione della privacy e ponendo la questione della promiscuità e convivenza con detenuti affetti da varie malattie infettive -:
quali iniziative intenda intraprendere, affinché tale progetto venga sospeso e annullato non solo in questo istituto, ma anche in tutti gli altri presenti sul nostro territorio e trovare conseguentemente altre soluzioni al problema del sovraffollamento dei detenuti in Italia.
(4-08526)
I detenuti presenti nella sezione alta sicurezza sono 63 per una capienza regolamentare di 50 posti.
Tali dati, sebbene indicativi di uno stato di affollamento della predetta Casa circondariale, rientrano nella media nazionale.
Per quanto riguarda il progetto di ampliamento della capienza dell'istituto di Larino, evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo, si rappresenta che esso rientra in un più ampio lavoro di razionalizzazione degli spazi detentivi disponibili, avviato nel 2001 e non ancora concluso.
È stato ipotizzato un criterio di riordino delle capienze di tutti gli istituti presenti sul territorio nazionale, per giungere ad una uniformità del livello di affollamento di ogni struttura e per ottimizzare, soprattutto, quelle situazioni che più delle altre si discostano dai parametri ottimali, al fine di garantire ai detenuti parità di trattamento.
In particolare, i lavori da effettuare presso l'istituto di Larino, tra i quali l'adeguamento della struttura al nuovo regolamento di esecuzione ammontano, presumibilmente, ad una spesa di euro 1.500.000,00 e sono inseriti nel programma triennale 2004-2007.
L'esecuzione degli stessi è tuttavia legata alle disponibilità finanziarie disponibili.
A tal fine, sono state attivate complesse procedure, sia nell'ambito del distretto che al di fuori dello stesso, che hanno portato a spostare le unità in soprannumero verso istituti con capacità recettive più ampie, rispettando sempre i limiti massimi di presenze, convenuti e ritenuti inderogabili dal Comitato europeo per la prevenzione delle torture e dei trattamenti inumani presso il Consiglio d'Europa.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
per volere del duca Cosimo I, nel 1539, l'architetto militare Giovan Battista Bellucci, su progetto di Nanni Unghero, iniziò la costruzione a Pistola di una nuova fortezza, nel luogo ove sorgeva quella, intitolata a San Barnaba, eretta dal fiorentini nei 1331;
la nuova fortezza Santa Barbara, a forma quadrilatera bastionata e circondata da un fossato, era complessivamente di dimensioni e capacità offensive piuttosto modeste anche se, nella Relazione del Commissario G. Battista Tedaldi sopra la città di Pistoia, del 1569, veniva così descritta: «... quello che rende la città sicurissima e munitissima, è la forte e munita cittadella, posta quasi a cavallo in su le mura, mezza di dentro e mezza di fuori di esse in quel luogo e punto dove la cortina di levante e quella di mezzogiorno fanno angolo assieme; il circuito di essa tirato in forma quadrata si misura intorno a 200 braccia;
nel 1774, il Granduca Pietro Leopoldo pose fine alla storia militare della Fortezza ordinandone il disarmo. La struttura fu in seguito usata come caserma, carcere militare e distretto e, dopo un periodo di degrado e rovina, nel 1970 è iniziato il recupero a cura dell'allora Soprintendenza al Monumenti di Firenze, che nel 1980 inaugurò il completamento di una prima importante fase di restauro e risanamento;
la fortezza Santa Barbara, situata nei centro storico dl Pistoia, rappresenta quindi uno degli elementi costitutivi dell'identità cittadina, connotata da un forte carico simbolico e storico in essa sedimentatosi nei tempo;
da tempo l'amministrazione comunale di Pistoia ha formalmente comunicato alla sovrintendenza di voler partecipare ad un rigoroso progetto di valorizzazione della struttura;
dalla stampa locale si apprende che la sovrintendenza sta procedendo con alcune associazioni culturali locali a definire un progetto di valorizzazione della fortezza che prevede la costruzione di spazi museali e l'utilizzo di parti della struttura per la realizzazione di servizi di ristorazione;
anche in un recente convegno, è stato manifestato l'interesse della fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia di procedere a finanziare progetti di valorizzazione della fortezza che vedano però partecipe anche l'amministrazione locale;
un compiuto progetto di valorizzazione della fortezza necessita di risorse significative che possono essere reperite solo con un pieno concorso di tutti i soggetti istituzionali interessati -:
se non ritenga opportuno, in piena coerenza con il principio di sussidiarietà e con il principio, sancito costituzionalmente, della leale collaborazione interistituzionale, realizzare un tavolo di concertazione che veda partecipi il Comune di Pistoia, la Provincia, la Regione, la sovrintendenza competente e quei soggetti che hanno manifestato il loro interesse, finalizzato alla costituzione in primis di un
se non ritenga opportuno adottare iniziateve di propria competenza affinché si proceda alla costituzione di una Fondazione, all'interno della quale far convergere le numerose competenze e professionalità dei diversi livelli istituzionali, nonché quelle dei soggetti privati coinvolti nel progetto valutando attentamente l'esigenza e l'opportunità di includere il comune di Pistoia nei progetti di valorizzazione attualmente in corso di definizione da parte della competente sovrintendenza;
se infine non ritenga contrario ad un corretto rapporto istituzionale e non coerente rispetto a una logica di valorizzazione incentrata sulla comunità locale, l'ipotetico non coinvolgimento nel processo di valorizzazione del Comune di Pistoia, amministrazione nel cui territorio il bene è situato.
(4-09186)
Si comunica, altresì, che esiste soltanto una bozza di convenzione, predisposta dall'agenzia del demanio, che prevede il coinvolgimento del comune di Pistoia, della provincia di Pistoia e della soprintendenza competente per la valorizzazione della Fortezza e che, prima dell'entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio, si era in attesa di una articolata proposta operativa da parte delle due amministrazioni locali sopra citate.
A seguito dell'entrata in vigore del suddetto codice - 1o maggio 2004 -, la competenza formale alla stipula di accordi per la valorizzazione di beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica è stata formalmente incardinata nel Ministero per i beni e le attività culturali.
Infatti, il Ministero può provvedere alla valorizzazione di detti beni nelle forme previste dall'articolo 115 del citato Codice.
Alla luce di quanto sopra esposto, si rende noto che questa Amministrazione provvederà ad avviare i necessari contatti al fine di acquisire le formali disponibilità e le proposte progettuali di tutti gli enti interessati per poi procedere alla definizione dell'accordo di valorizzazione previsto ai sensi dell'articolo 112, con l'individuazione degli obiettivi, dei tempi e delle modalità di attuazione della valorizzazione.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
a quanto risulta all'interrogante alcuni detenuti dell'istituto penale di Parma hanno trasmesso al direttore generale per gli istituti di prevenzione e pena un esposto nel quale si afferma che i detenuti non sarebbero sottoposti all'osservazione della personalità, di cui all'articolo 13 dell'ordinamento penitenziario, che dovrebbe essere compiuta all'inizio dell'esecuzione e proseguita nel corso della stessa;
l'osservazione della personalità è necessaria ai fini della valutazione della concessione di alcune misure alternative;
nell'istituto ben il 30 per cento della popolazione carceraria presente potrebbe scontare la pena detentiva utilizzando gli istituti alternativi;
l'ufficio educatori lamenta la presenza reale nell'istituto di un solo educatore del Cssa pur essendo previsto un contingente più numeroso;
non esistono, nell'istituto, attività sportive, socio-riabilitative e comunque quelle attività finalizzate al recupero del detenuto;
i detenuti reclusi nell'istituto di Parma denunciano anche una situazione del vitto,
se quanto esposto corrisponda al vero e quali provvedimenti intenda assumere affinché le condizioni di vita all'interno del carcere di Parma siano rese rispettose della dignità dei detenuti e, in particolare, siano rispettate le norme igieniche e sanitarie, nonché applicate le norme giuridiche in materia e dei regolamenti penitenziari.
(4-07814)
A Parma risulta attualmente in servizio un educatore C3 coadiuvato da un'altra unità appartenente alla medesima professionalità, posizione economica C2, in missione per due volte alla settimana e proveniente dall'istituto di Bologna.
Il potenziamento dell'organico presso l'istituto di Parma potrà avvenire successivamente al reclutamento di ulteriori unità ed allorquando saranno definite le procedure di riqualificazione previste dall'articolo 15, lettera a) C.C.N.L. comparto ministeri del 16 febbraio 1999, che prevedono inoltre la possibilità di passaggi trasversali tra diverse professionalità.
Presso l'istituto di Parma sono state comunque organizzate, per l'anno in corso, le seguenti attività:
a) Istruzione scolastica: corsi di prima alfabetizzazione; scuola elementare; scuola media -150 ore; istituto tecnico commerciale per ragionieri secondo e terzo anno; classe del biennio integrato con la formazione professionale per operatore addetto alle mansioni automatizzate d'ufficio; istituto tecnico per geometri, classe quinta;
b) Formazione professionale: corso per addetto alla legatoria; corso per elettricisti; corso per addetto alla ristorazione;
c) Attività culturali, ricreative, sportive: sportello informativo immigrati; stagione teatrale-concertistica; laboratorio teatrale; laboratorio di comunicazione tenuto da Don U. Cocconi; progetti «Informazione HLV»; torneo estivo di calcio;
d) Attività religiose: attività di catechesi annuale; corsi di preparazione ai sacramenti; incontri individuali e di gruppo con i Ministri dei Culti: Chiesa avventista del settimo giorno e testimoni di Geova;
e) Attività del presidio tossicodipendenti e alcooldipendenti: incontri individuali e di gruppo con operatori di comunità terapeutiche «Betania-Orizzonte»; gruppi di mutuo aiuto per alcooldipendenti tenuti dall'Associazione Alcolisti Anonimi; progetto gruppi terapeutici con tossicodipendenti; progetto nuove droghe; progetto «Integrazione stranieri in carcere»; progetto detenuti migranti «Lavorazioni tappi-borsa lavoro».
La riduzione di risorse finanziarie iniziali sul capitolo di bilancio 1764, intervenuta nel corso degli ultimi anni, ha infatti indotto questa Amministrazione a rivedere i criteri organizzativi del servizio sanitario in modo da utilizzare al massimo delle potenzialità tutte le risorse disponibili, in applicazione dei principi di economicità ed efficienza dell'azione della pubblica amministrazione.
Lo sforzo è stato diretto a predisporre presso tutti gli istituti penitenziari un servizio sanitario che, tenuto conto delle risorse disponibili, potesse garantire un'assistenza sanitaria conforme ai principi costituzionali (articoli 2 e 32).
In particolare, nel 1999 si è provveduto a classificare gli istituti penitenziari in tre livelli a ciascuno dei quali corrisponde uno specifico modello organizzativo di assistenza sanitaria, individuato mediante il criterio del numero di detenuti presenti,
Lo scorso anno è stato inviato ai Provveditori e alle Direzioni un documento di programmazione contenente le linee guida relative alle varie articolazioni del sistema. In particolare, si è intervenuti sulla medicina specialistica, prevedendo il mantenimento delle branche specialistiche effettivamente necessarie ed in relazione ai livelli di assistenza già definiti in precedenza. Nel caso specifico dell'istituto di Parma, sede di centro clinico, si è cercato, in primo luogo, di salvaguardare le branche specialistiche destinate alla cura dei soggetti presenti nell'istituto.
Per tali detenuti è stata avviata da tempo la realizzazione di un circuito nazionale che prevede la realizzazione di strutture di assistenza di primo livello per soggetti non autosufficienti (come l'istituto di Bari i cui lavori sono quasi ultimati ed altre sedi sono state già individuate) e strutture di livello intermedio per disabili autosufficienti. Ciò consentirà l'osservanza del principio della territorializzazione della pena anche per quei soggetti che altrimenti devono essere assegnati in una delle poche sedi attrezzate alla cura e all'assistenza delle minorazioni fisiche.
Proprio per garantire un servizio fondamentale per i disabili ospitati nell'istituto di Parma (il servizio tecnico sanitario della terapia della riabilitazione nei confronti di detenuti affetti da paraplegia), l'amministrazione interrogata, già dal 1999, a causa della difficoltà a reperire specialisti in tale settore ed in considerazione della particolare professionalità richiesta, ha autorizzato l'aumento del compenso orario per gli atti e gli interventi di particolare impegno, in analogia a quanto previsto nel Servizio Sanitario Nazionale.
Con nota del 29 settembre 2003 si è ribadita l'autorizzazione ad un ulteriore aumento nell'ambito di una più ampia rivalutazione del compenso del personale tecnico infermieristico.
Relativamente alla struttura sanitaria degli istituti di Parma, si comunica che il centro clinico, chiuso per lavori edilizi dal dicembre 2002, è stato riaperto di recente; è inoltre in fase di ultimazione un reparto di primo livello destinato ad accogliere detenuti disabili che allo stato sono assistiti presso altri reparti della stessa sede.
Anche l'istituto parmense ha risentito delle decurtazioni dei fondi intervenute negli ultimi anni, tanto che l'area sanitaria è stata oggetto di una recente verifica da parte del Provveditorato regionale sul numero e la tipologia delle prestazioni effettuate. Tale verifica ha evidenziato una attività sicuramente superiore ai mezzi tecnici e alla risorse finanziarie e umane disponibili.
L'amministrazione interrogata nell'anno 2003, oltre al budget iniziale sul capitolo 1764 di euro 4.566.500,00 da destinare all'assistenza sanitaria nell'ambito della regione, ha assegnato al Provveditorato dell'Emilia-Romagna integrazioni di fondi per euro 325.000,00, euro 623.500,00 ed euro 61.000,00, per un totale di euro 5.576.000,00, proprio per garantire in via prioritaria l'operatività del Centro Clinico di Parma.
Si rappresenta che i medici in servizio negli istituti penitenziari di Parma sono 3 di cui uno risulta distaccato presso la scuola di formazione della polizia penitenziaria della medesima città; gli stessi assicurano un monte ore effettivo di 51 ore sia nei giorni feriali che festivi.
Per quanto riguarda il personale infermieristico risultano presenti 4 infermieri di ruolo ed uno a convenzione, per un monte ore di complessive 90 ore nei giorni feriali ed altrettante nei giorni festivi.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
nella mattinata del 4 novembre 2002, presso l'aeroporto Marco Polo di Venezia,
alle ore 06.15 già centinaia di passeggeri erano in attesa, e la tensione saliva ogni qual volta qualcuno tentava di saltare la fila per paura di perdere il proprio volo;
i voli sono partiti con mezz'ora di ritardo, con le conseguenze prevedibili per chi in altri aeroporti aveva delle coincidenze da rispettare;
una visione, questa, di paese da terzo mondo, che non può avere nessuna giustificazione plausibile. L'interrogante è rimasto in fila per quaranta minuti ed ha potuto registrare gli umori di sconcerto e rassegnazione degli altri viaggiatori in attesa del proprio turno;
non servono spiegazioni sulla doverosa necessità di controlli puntuali su chi viaggia, servono però spiegazioni sulla mancata apertura di altri posti di controllo rimasti inutilizzati come è successo anche la settimana precedente -:
sia a conoscenza di questi fatti, che nel 2002, e per altro vissuti su un'aerostazione appena inaugurata, hanno dell'incredibile.
(4-04360)
Tali controlli sono espletati, come previsto dal decreto 29 gennaio 1999, n. 85 del Ministro dei trasporti, dalla società di gestione aeroportuale che si avvale di personale, con requisiti specifici che riveste la qualifica di guardia particolare giurata.
L'ufficio di polizia di frontiera svolge funzioni di vigilanza sull'operato del predetto personale, sul funzionamento dei macchinari e sulle misure adottate.
L'Enac fa conoscere che le disfunzioni e criticità effettivamente verificatesi nell'esplicazione dei controlli di sicurezza il 4 novembre 2002 presso l'aeroporto Marco Polo di Venezia, sono essenzialmente riconducibili alle seguenti cause: recente avvio in esercizio della nuova aerostazione con conseguente non ancora ottimizzazione dei relativi servizi; il servizio di security di recente istituzione anch'esso in corso di ottimizzazione e per il numero di addetti e per tipologia di procedura; non ancora ottimale tempo di apertura dei varchi di controllo di mattina, pur in pendenza di ordinanza 15/2000 emessa dalla direzione aeroportuale dell'Ente medesimo in data 10 luglio 2000.
Per dare soluzione a tali problematiche, la circoscrizione aeroportuale di Venezia ha provveduto a disporre l'anticipazione alle ore 5.30 dell'orario di apertura di tutti i varchi esistenti e a fissare in 15 minuti il tempo massimo di attesa dei passeggeri ai varchi medesimi. Sono inoltre in corso le ottimizzazioni strutturali, procedurali e organizzative per far sì che non si ripetano gli inconvenienti lamentati e per adeguare il livello di servizio del "Marco Polo" ulteriormente allo standard di eccellenza che gli compete.
Infine, l'Enac fa conoscere che allo scopo di disciplinare il servizio di security, sentita la polizia di Stato, la circoscrizione aeroportuale aveva emanato l'ordinanza n. 51/2002 con la quale si ordinava il subentro della polizia aeroportuale in caso di mancato espletamento da parte della società Save-Security dei servizi di assistenza di cui all'articolo 3 del decreto ministeriale 85/99.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
l'articolo 1 del Regolamento di cui al Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze 18 dicembre 2001, n. 455, prevede che sia adottato uno schema di convenzione-tipo tra i concessionari del servizio nazionale della riscossione e gli istituti di vendite giudiziarie, recante le modalità d'intervento degli istituti di vendite giudiziarie
la ritardata emanazione del decreto in questione, per il quale è richiesto il concerto del Ministro interrogato, realizza una situazione di carenza normativa che si ripercuote negativamente sulla attività degli istituti di vendite giudiziarie, determinando l'accumularsi di procedure inevase e il mancato recupero dei tributi da parte della pubblica amministrazione -:
quali siano le ragioni che impediscono al Ministro interrogato di esprimere il concerto richiesto, indispensabile per provvedere all'emanazione del decreto in questione.
(4-09521)
Il provvedimento è stato trasmesso in data 15 marzo 2004 al Ministero dell'economia che, quale Amministrazione proponente, ha l'onere di curarne il successivo iter legislativo.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
la casa di reclusione di Rebibbia, nota anche come Rebibbia «penale» è da sempre considerata come l'istituto pilota del circuito penitenziario italiano;
negli anni, infatti, anche per merito delle precedenti direzioni, si sono svolte al suo interno decine di manifestazioni culturali che hanno visto la partecipazione, insieme ai detenuti di moltissime personalità della cultura, dello spettacolo e dello sport, ma anche di numerosissimi operatori volontari provenienti dall'associazionismo. Da alcuni anni la Casa di Reclusione ospita anche la sezione semilibertà e articolo 21, che negli ultimi tempi è divenuta oggetto di pesanti iniziative di restrizioni;
risulta all'interrogante che sta accadendo che ogni richiesta, da parte dei detenuti in semilibertà, di cambiamento del trattamento (l'insieme di prescrizioni che regola la vita del semilibero), anche semplicemente tecnica, ad esempio il cambio del proprio domicilio lavorativo, è assunta come pretesto per la reintroduzione di fasce di «reperibilità» in cui non è possibile allontanarsi da determinato domicilio e si è sottoposti a controlli. Questo anche nel caso in cui tali obblighi erano stati da tempo cancellati dalla Magistratura di Sorveglianza, in assenza di note disciplinari e nell'ambito del processo di allargamento del trattamento che è parte integrante del processo di reinserimento del semilibero nella società;
tale ripristino indiscriminato e immotivato degli orari di reperibilità, che nella maggioranza dei casi significa per il detenuto un azzeramento della propria vita sociale, familiare ed affettiva ed è in procinto di essere applicato dalla direzione alla totalità dei detenuti compresi quelli in regime di semilibertà da molti anni;
un'ulteriore limitazione annunciata, è quella relativa all'orario di rientro in istituto, che verrà anticipato per tutti alle ore 22.30, come, peraltro sta già accadendo ai «nuovi giunti» in semilibertà. Anche in questo caso con pesanti ripercussioni sulla possibilità di mantenere dei rapporti affettivi reali con la propria famiglia, in particolare con figli in tenera età, che hanno la possibilità di «frequentare» il proprio genitore solo in quel limitato spazio serale;
dall'inizio del mese di febbraio, tale svilente situazione è nettamente peggiorata, essendo stata emanata una circolare interna che vieta ai detenuti semiliberi e in articolo 21, la possibilità di introdurre in Istituto, al rientro serale, oggetti di qualsiasi tipo (con l'esclusione dei vestiti, per i quali è previsto un «pacco» settimanale
anche nell'ambito lavorativo la situazione è nettamente peggiorata: una circolare ha infatti subordinato lo svincolo di quella parte dello stipendio che per regolamento è bloccato dalla direzione (1/5) solo previa presentazione di copie di bollette di utenze, scontrini fiscali e altre circostanziate «certificazioni» di spesa, mentre prima era possibile ottenere tali soldi facendo riferimento a generiche spese di mantenimento all'esterno (ad esempio cibo, benzina ecccetera);
altresì, la riconsegna ai detenuti del proprio fondo disponibile, costituito dallo stipendio esterno, meno il fondo vincolato, è stata limitata, con generose «decurtazioni», causando dei gravi problemi per chi con tali pochi soldi, onestamente guadagnati, deve viverci e magari mantenere la propria famiglia;
come è facile immaginare, tale situazione ha provocato un clima di grande tensione, sfociato in alcuni rapporti disciplinari in particolare durante le perquisizioni personali -:
se sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
quali siano le ragioni che hanno spinto i responsabili di Rebibbia ad adottare tali provvedimenti che limitano i diritti acquisiti dai detenuti in semi libertà, nonché il loro diritto alla privacy creando di conseguenza un clima di grande tensione e di non facile gestione che potrebbe degenerare;
quali iniziative intenda intraprendere affinché il regime di semilibertà possa essere goduto dai detenuti nel rispetto delle garanzie costituzionalmente sancite, così come avviene in altri istituti di pena.
(4-09354)
Premesso ciò si può, pertanto, affermare che i controlli che sono stati disposti negli ultimi tempi si sono resi necessari per la prevenzione e la repressione di reati a salvaguardia del mantenimento dell'ordine e della disciplina all'interno dell'istituto.
Peraltro, le misure adottate per la sicurezza interna sono state condivise dalla competente Magistratura di sorveglianza a garanzia di un più adeguato ed efficace programma di trattamento nei confronti dei detenuti interessati.
Per quanto concerne la riconsegna del «fondo disponibile», si evidenzia che il servizio riguardante le modalità di accreditamento e riscossione delle retribuzioni dei semiliberi e dei lavoranti all'esterno è stato disciplinato alla stregua delle disposizioni normative regolanti la materia de qua (articoli 2 e 24 Ordinamento penitenziario; articolo 48, comma 10 e 12, articolo 54, comma 1 e 3, articolo 56 Regolamento di esecuzione; articoli 145 e 188 C.P.), nell'esercizio del potere/dovere della direzione della Casa di reclusione di Roma Rebibbia (articolo 21, comma 3 e 51 Ordinamento penitenziario; articoli 48, comma 16 e 101, comma 3 e 4, Regolamento
Si evidenzia, difatti, che in passato i datori di lavoro, nonché i detenuti ammessi a svolgere attività autonoma, non ottemperavano alla normativa sopra citata (le cui direttive sono state confermate dal Regolamento di esecuzione del 2000 che, in alcuni casi, ha colmato preesistenti lacune, vedi l'introduzione del comma 3 dell'articolo 54), rendendo impossibile la costituzione del peculio, l'accantonamento del fondo vincolato, nonché il prelievo automatico delle spese di mantenimento.
A tale proposito si evidenzia che solo alcuni detenuti provvedevano autonomamente al pagamento di tali spese (a mezzo vaglia), mentre la maggior parte non corrispondendo alcunché avevano maturato debiti rilevanti nei confronti dello Stato.
Si deve, peraltro, sottolineare che la direzione dell'istituto è riuscita ad ottenere il rispetto di tale normativa da parte della generalità dei detenuti grazie al decisivo contributo della Magistratura di sorveglianza che, condividendo l'istanza dell'amministrazione, ha consentito il raggiungimento di tale obiettivo. Difatti, analogamente a quanto avviene in ogni caso di grave violazione alle prescrizioni normative, la concessione dei benefici a carattere premiale è stata subordinata al puntuale adempimento degli obblighi.
Si ricorda, comunque, che spesso i datori di lavoro segnalano difficoltà contingenti che temporaneamente impediscono l'accredito della remunerazione nei tempi stabiliti (in tali casi né la direzione né la Magistratura di sorveglianza hanno mai adottato provvedimenti sanzionatori).
Relativamente alla riscossione delle somme di denaro da parte dei semiliberi, si fa presente che la direzione ne ha sempre agevolato la pronta consegna, nella consapevolezza dell'estrema importanza che tale aspetto riveste per soggetti inseriti nel contesto esterno. In particolare non si procede alla dazione di somme predeterminate (prassi operativa comunemente seguita dalle direzioni che gestiscono semiliberi, che generalmente inseriscono nei programmi trattamentali una prescrizione limitativa del denaro da detenere giornalmente), ma si provvede, interpretando l'articolo 57, comma 11, del regolamento di esecuzione nel senso più vantaggioso per i detenuti, a consegnare quanto da essi richiesto in un'unica soluzione. Tale sistema è comunque il frutto della suddetta lettura «estensiva» della norma citata e l'eventualità che tale prassi abbia a subire delle eccezioni, dovute a ragioni contingenti che possono verificarsi in qualsiasi gestione di servizi, non può essere considerata quale lesione di diritti da parte di questa amministrazione.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'avvocato Luciano Randazzo legale del signor Igor Marini teste chiave nell'inchiesta Telekom Serbia avrebbe chiesto al gip di Torino che sia disposto il trasferimento in isolamento del suo assistito «gia minacciato quattro volte nei mesi scorsi» (ANSA del 29 luglio 2003);
dopo avere chiamato in causa, per le presunte tangenti dell'affare Telekom Serbia, importanti personaggi politici del centrosinistra il Marini avrebbe fatto sapere di essere pronto a rilasciare altre importanti dichiarazioni;
l'Italia, in anni recenti e oscuri, è stata al centro di episodi inquietanti (taluni conclusisi tragicamente) nei confronti di importanti testimoni di altrettanto importanti processi -:
quali provvedimenti siano stati adottati per tutelare l'incolumità del signor Marini e se non ritengano essenziale nell'ambito delle loro prerogative, fare in modo che ai teste sia assicurata una protezione particolare in riferimento all'importanza e strardinarietà delle sue conoscenze e delle informazioni che può fornire su una pagina particolarmente inquietante della nostra storia recente;
(4-07174)
In data 6 febbraio 2004, decorsi i termini di custodia cautelare per i reati di riciclaggio e ricettazione, il Marini era rimasto in carcere per il reato di calunnia in relazione ad una successiva ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Torino in data 16 dicembre 2003.
Lo stesso, con ordinanza del 12 marzo 2004 emessa dal GIP del tribunale di Torino, è stato rimesso in libertà in data 15 marzo 2004, per decorrenza dei termini di custodia cautelare, con ordinanza del 12 marzo 2004 emessa dal GIP del tribunale di Torino.
In merito alla detenzione del Marini, il competente dipartimento, con nota del 29 luglio 2003, aveva disposto, di concerto e in collaborazione con la direzione del citato istituto penitenziario, che la gestione del detenuto presso la sede penitenziaria torinese venisse, fin dal suo ingresso in istituto, affidata a personale di polizia penitenziaria di provata esperienza e professionalità, preposto alla gestione esclusiva del detenuto e all'uopo addestrato, anche al fine di salvaguardare la sua incolumità fisica e prevenire il compimento di gesti auto o eteroaggressivi.
Dal canto suo, la direzione dell'istituto penitenziario aveva adottato tutte le misure di sicurezza e di vigilanza del caso, al fine di salvaguardare la sicurezza, l'ordine e la disciplina dell'istituto, disponendo nei confronti del Marini l'adozione del cosiddetto provvedimento di sorveglianza a vista, col quale l'operatore del Corpo di polizia penitenziaria viene preposto esclusivamente al controllo del detenuto, in relazione al quale possono profilarsi problemi di sicurezza passiva.
Tutto il personale di polizia penitenziaria era stato allertato ad intensificare il livello di attenzione custodiale.
Inoltre, erano stati regolamentati i contatti sia con i familiari, regolarmente muniti di permesso dell'autorità giudiziaria procedente, disponendo che eventuali colloqui si svolgessero in apposita saletta alla presenza e sotto la vigilanza del personale sopra citato, sia con persone che, per ragioni del loro ufficio, potevano entrare in contatto col detenuto Marini.
Erano stati, infine, interdetti i contatti col resto della popolazione detenuta presso il predetto istituto.
Per quanto concerne le condizioni di salute del Marini, la direzione della Casa circondariale di Torino era stata invitata a predispone un attento monitoraggio, avendo cura di comunicare tempestivamente qualsiasi variazione della sua situazione psicofisica e adottando ogni intervento terapeutico che si fosse reso necessario per salvaguardare il suo stato di salute, avvalendosi eventualmente delle attrezzature e dei servizi medici del centro diagnostico terapeutico annesso all'istituto penitenziario.
Le condizioni di salute del Marini nel periodo di detenzione non avevano destato preoccupazioni di sorta.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
in Sicilia da molto tempo si verificano ritardi, fino a due o tre mesi, nell'installazione di nuove linee telefoniche da parte della Telecom;
questo crea non solo molti disagi alle famiglie ma anche forti danni economici all'attività delle imprese;
la Telecom in tal modo viene meno agli obblighi inerenti la garanzia del servizio universale -:
quali provvedimenti nell'ambito dei poteri di vigilanza che fanno capo al
(4-08956)
Tuttavia, in linea generale, la suddetta Telecom ha comunicato che in base ai dati aziendali non risultano situazioni di particolare disagio per gli utenti della zona indicata, in quanto l'installazione di nuove linee telefoniche avverrebbe in un tempo medio inferiore ai 10 giorni.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il problema dell'assenza totale o parziale di magistrati presso le sezioni distaccate è comune a tutte le sedi istituite in occasione della riforma del giudice unico di primo grado;
tale è la situazione in cui versa anche la sezione distaccata di Gubbio del tribunale di Perugia, generando diffusa e mo tivata preoccupazione delle istituzioni degli operatori e dei cittadini;
in tale sede gli affari civili e penali - anche i più delicati e complessi - vengono di fatto trattati pressoché unicamente da giudici onorari essendo il magistrato togato assegnatario regolarmente applicato presso la sede centrale;
presso tale sede distaccata si crea una situazione di palese disparità di trattamento;
infatti la previsione di un'unica pianta organica dei magistrati presso la sede centrale di ciascun tribunale determina una disparità di trattamento tra i cittadini residenti nei comuni ove è stata istituita una sezione di tribunale che nella migliore delle ipotesi, sono giudicati o vedono decise le loro controversie da giudici onorari sistematicamente delegati in assenza di magistrati togati, e i cittadini residenti nei comuni sedi di tribunale che hanno la possibilità di fruire di magistrati togati;
l'assenza di magistrati togati vanifica di fatto la possibilità espressa dal legislatore di portare il servizio Giustizia più vicino alla collettività e si rendono di fatto inoperanti le sedi distaccate istituite -:
se non ritenga di adoperarsi affinché sia introdotto il principio secondo cui per ogni ufficio giudiziario istituito, comprese le sedi distaccate, debba essere indicato nella relativa pianta organica il numero dei magistrati togati necessario al loro effettivo funzionamento;
se non ritenga di adottare ogni opportuno provvedimento affinché comunque in ogni caso venga assicurata e garantita la presenza effettiva di almeno un magistrato togato in ogni sede distaccata per la trattazione degli affari civili e penali, senza che lo stesso venga distolto da tale compito per la trattazione di affari della sede centrale;
quali iniziative intenda assumere per ovviare alla grave ed urgente situazione della sezione distaccata di Gubbio del tribunale di Perugia.
(4-08114)
Nel testo approvato dal Consiglio superiore della magistratura con deliberazione in data 10 dicembre 2003, il progetto organizzativo del tribunale di Perugia prevede (analogamente ad una precedente stesura) l'assegnazione di un solo magistrato togato (dottor Marco Verola) alla sezione distaccata di Gubbio, ivi destinato in via non esclusiva.
Dalla relazione organizzativa generale che accompagna il progetto in parola, inoltre, si ricava un impegno professionale del dottor Verola rivolto in via principale alla cura degli incombenti facenti capo alla sezione penale istituita presso le sede centrale.
Quanto ai giudici onorari di tribunale presenti presso la sezione di Gubbio, il progetto organizzativo non attribuisce ad essi alcuna espressa incombenza che esuli dal rispetto dei limiti imposti dalla vigente normativa all'azione giudiscente di dette figure.
Si precisa, infine, che il tribunale di Perugia (cui fanno capo cinque sezioni distaccate) dispone di un organico di magistrati complessivamente composto da 28 unità togate, 25 delle quali con funzioni di giudice. Allo stato, in particolare, risulta vacante uno dei due posti di presidente di sezione previsti in organico.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'ingegner Luigi Nicolais, assessore alla ricerca della Giunta regionale campana, ha recentemente vinto il concorso per direttore dell'istituto CNR-ITMC;
a seguito di ciò - attualmente - l'ingegner Nicolais, in qualità di direttore di istituti CNR, partecipa alla richiesta di fondi regionali destinati alla ricerca e, come assessore regionale alla ricerca, decide l'assegnazione degli stessi in insanabile conflitto di interessi -:
se non ritenga che l'ingegner Nicolais essendo inoltre professore ordinario presso la facoltà di ingegneria dell'università di Napoli, divenuto direttore dell'istituto in premessa citato, avrebbe anche dovuto mettersi in aspettativa, come previsto dalle norme che disciplinano la partecipazione a questo concorso e, più in generale, se si ritenga che si debbano evitare condizioni di ambiguità e sovrapposizione di ruoli tra loro in evidente conflitto.
(4-05053)
Premesso che la vigente normativa attribuisce ai rettori la competenza sullo stato giuridico del personale docente universitario; e che, quindi, ad essi viene riservata la valutazione sulla vigenza di una situazione di incompatibilità e la conseguente emanazione, d'ufficio, di un provvedimento di collocamento in aspettativa obbligatoria, in caso di nomina a componente della giunta regionale, così come previsto dall'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 382/1980, questo Ministero ha acquisito elementi istruttori dal rettore dell'università degli studi di Napoli Federico II.
Il rettore medesimo, producendo il decreto n. 2191, datato 13 giugno 2000, ha comunicato che il professor Nicolais è stato collocato in aspettativa senza assegni, a decorrere dal 3 giugno 2000 (data di insediamento della giunta regionale della Campania) e per tutta la durata della carica ad assessore dell'università, ricerca scientifica, innovazione tecnologica e nuova economia, come previsto dalle norme vigenti.
Quanto alla nomina a direttore dell'istituto per i materiali compositi e biomedici di
Il consiglio direttivo del CNR ha infatti reso noto di aver accolto la domanda di deroga del docente in questione sostenendo il preminente interesse, sia dell'università che del CNR, a mantenere una stretta interazione, considerati i significativi risultati ottenuti nell'ambito della ricerca.
In ordine all'ulteriore situazione di conflitto di interessi tra la carica di assessore regionale alla ricerca e quella di direttore dell'istituto dei materiali compositi e biomedici di Napoli si precisa che, il professor Nicolais ha in un primo momento conservato tale incarico, per il quale le norme vigenti non prevedono una specifica incompatibilità con il mandato di assessore regionale.
A tale riguardo, si deve osservare che, in assenza di specifiche incompatibilità sancite dalla legge, vanno applicati i principi generali per cui l'incarico attribuito al dipendente pubblico non deve determinare una situazione di conflitto di interessi.
Tale potenziale conflitto, non ipotizzabile nella prima fase del mandato incentrato, a quanto riferito sia dal CNR sia dell'interessato, su attività di programmazione, si sarebbe prospettato solo in una fase successiva inducendo il professor Nicolais a richiedere il congedo temporaneo. Secondo quanto comunicato dal Commissario straordinario del CNR, infatti, il Nicolais, nominato con D.P.CNR del 30 settembre 2002 per un periodo di quattro anni, decorrenti dal 15 ottobre 2002, è stato sostituito, a richiesta dello stesso a far data dal 1o marzo 2003; tale sostituzione, disposta inizialmente fino al 31 agosto 2003, è stata confermata, in un primo momento fino al 31 dicembre 2003, e poi fino al 30 giugno 2004.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
la visita ormai prossima del Presidente degli Stati Uniti George Bush a Roma, pone evidenti problemi di mantenimento dell'ordine pubblico;
la cittadinanza romana ha in proposito espresso una viva preoccupazione -:
quali misure di carattere preventivo si intendono predisporre per evitare che l'evento sia accompagnato da episodi di violenza e di distruzione tali da porre in pericolo l'incolumità dei cittadini.
(4-10144)
In particolare, in occasione della visita del Presidente Bush del 4 e 5 giugno, è stato definito un dispositivo di prevenzione finalizzato, da un lato, ad assicurare livelli massimi di protezione della delegazione statunitense e dei possibili obiettivi di azioni violente o terroristiche e, dall'altro, a garantire il diritto a manifestare.
Il dispositivo messo a punto è stato oggetto di ulteriore verifica nel corso del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi il 31 maggio 2004, che ha ritenuto valide le misure di carattere preventivo già disposte e, per lo svolgimento delle attività previste dal piano di sicurezza, ha deciso l'impiego di un ulteriore contingente delle forze di polizia, in aggiunta alle risorse ordinariamente disponibili nella capitale.
L'attuazione dei dispositivi programmati è stata affidata, come di consueto, al prefetto e al questore di Roma, autorità provinciali di pubblica sicurezza, consentendo alla visita del Presidente degli Stati Uniti di svolgersi positivamente anche sotto il profilo della sicurezza e dell'ordine pubblico.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la legge 28 marzo 2001, n. 149, recante «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante "Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori", nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile», è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile 2001;
l'articolo 39, comma 1, della citata legge n. 149 del 2001 stabilisce che «dopo i primi due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge e successivamente con cadenza triennale, il Ministro della giustizia e il Ministro per la solidarietà sociale, di concerto con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nell'ambito delle rispettive competenze, trasmettono al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della presente legge, al fine di verificarne la funzionalità in relazione alle finalità perseguite e la rispondenza all'interesse del minore, in particolare per quanto attiene all'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 6, commi 3 e 5, della legge 4 maggio 1983, n. 184, come sostituito dall'articolo 6 della presente legge»;
l'articolo 39, comma 1, della citata legge n. 149 del 2001 ha stabilito, inoltre, che «la presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale»;
dal combinato disposto degli articoli 39, comma 1, e 41, comma 1, della citata legge n. 149 del 2001, si desume chiaramente che i termini per la presentazione della prescritta relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge medesima sono già trascorsi alla data del 27 aprile 2003 -:
se i Ministri interrogati, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, siano in grado di fornire una motivazione in base alla quale da circa sei mesi non abbiano adempiuto all'obbligo di presentare al Parlamento la relazione di cui all'articolo 39 della legge n. 149 del 2001.
(4-07787)
In particolare, si evidenzia che il Ministero della giustizia ha da poco emanato il decreto per l'istituzione della banca dati, prevista dalla legge suddetta e si è impegnato a fornire, ai fini della relazione, sia alcuni dati sulle caratteristiche socio-anagrafiche dei minori, estrapolati a campione da alcuni tribunali per i minorenni, sia il dato assoluto sulle adozioni e gli affidamenti giudiziali.
Si fa presente, poi, che il Centro Nazionale ha ultimato il monitoraggio delle presenze dei minori negli Istituti. Inoltre è in corso la rilevazione relativa all'applicazione della legge in ambito regionale ed alla realizzazione di buone prassi a livello locale.
Si precisa che la relazione sullo stato di attuazione della legge n. 149/2001 sarà ultimata per il mese di ottobre 2004.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Grazia Sestini.
la Signora Beatrice Anna Lolli svolge servizio nella Polizia di Stato, con la qualifica di Vice Sovrintendente, presso la Questura di Livorno-Commissariato di Cecina, dove usufruisce di un alloggio collettivo di servizio;
il regolamento della Polizia di Stato sulla gestione e conduzione degli alloggi collettivi di servizio prevede, tra l'altro, che il personale fruitore del servizio non possa ospitare negli stessi alcuna persona, né detenere alcun tipo di elettrodomestico, cucinare, consumare pasti o quanto altro che possa variarne la destinazione d'uso o arrecare disturbo ad altri;
il Commissariato della Polizia di Stato di Cecina non è dotato di servizio mensa;
risulta direttamente all'interrogante che la Vice Sovrintendente della Polizia di Stato Beatrice Anna Lolli sia stata in astensione obbligatoria per maternità fino al 31 gennaio 2004, data oltre la quale doveva riprendere servizio presso il predetto Commissariato;
la Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli è residente in Roma dove abita con il coniuge, anch'egli dipendente dall'amministrazione statale in qualità di maresciallo dell'Aeronautica Militare in servizio;
a parere dell'interrogante, in considerazione dell'appartenenza dei coniugi a due Corpi Armati dello Stato, sebbene l'uno ad ordinamento civile e l'altro militare, le norme vigenti sulla tutela della maternità e della paternità, concernenti la fruizione di eventuali permessi, periodi di astensione facoltativa, congedo ordinario e straordinario non risultano adeguati e sufficienti a consentire alla Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli di poter accudire il proprio figlio Giulio nato il 27 ottobre 2003;
risulta direttamente all'interrogante che, in considerazione dei propri impellenti doveri verso la famiglia e, nella circostanza particolare, nei confronti del proprio bimbo di appena 3 mesi di vita, in data 25 giugno 2003 la Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli presentava ai Ministero dell'interno-Dipartimento della P.S.-Direzione Centrale per il Personale Servizio Sovrintendenti, Assistenti ed Agenti, istanza di trasferimento per la sede di Roma nella quale rappresentava, con congruo anticipo, le gravi difficoltà che avrebbe dovuto affrontare rientrando in servizio presso il Commissariato di Cecina (Livorno);
in data 8 ottobre 2003, il Ministero dell'interno con la nota n. 333.D/65982 a firma del Direttore della Divisione, comunicava che l'istanza, annotata agli atti, era preceduta da n. 19 istanze prodotte da pari qualifica con maggiore anzianità di servizio in sede, e che pertanto aveva scarse possibilità di essere accolta;
gli articoli 29 e 31 della Costituzione stabiliscono che la Repubblica italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale, protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo;
l'articolo 30 della Costituzione stabilisce che è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli;
il procedimento di trasferimento del personale della Polizia di Stato non dovrebbe, a giudizio dell'interrogante, prevalere su queste fondamentali norme costituzionali, che garantiscono all'istanza della madre di un bimbo così piccolo il diritto ed il dovere di accudirlo in modo accessibile, continuativo e sicuro, cosa resa impossibile dalla lontananza tra l'abitazione della famiglia ed i luoghi di lavoro di entrambi i genitori, in particolare quello della madre -:
quali urgenti ed immediate iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire, in considerazione dell'eccezionalità del caso descritto in premessa, alla Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli il suo dovere e diritto costituzionalmente
(4-08796)
Questo tipo di istanze è valutato con sensibilità e cura per soddisfare contemporaneamente le esigenze di impiego del personale della polizia di Stato e le aspettative dei singoli di prestare servizio senza pregiudicare aspetti importanti della vita personale e familiare.
La signora Beatrice Lolli, in servizio dal 22 giugno 1988 nella polizia di Stato con la qualifica di agente ed assegnata prima alla questura di Milano e poi a quella di Roma, dopo aver superato il concorso per vice sovrintendente è stata trasferita, in prima assegnazione con il nuovo ruolo, alla questura di Livorno e, precisamente, alle dipendenze del commissariato di Cecina dal 18 giugno 2001.
Il provvedimento derivava dalla circostanza che, nella graduatoria di merito, la predetta non si era collocata in posizione utile per l'assegnazione alla sede di Roma.
La vice sovrintendente Lolli, fino a oggi, ha inoltrato al Dipartimento della Pubblica Sicurezza tre domande di trasferimento alle quali è stato risposto negativamente poiché la dipendente non aveva maturato il requisito dell'anzianità di servizio previsto dall'articolo 55 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335/1982, cioè quattro anni dalla data di immissione al ruolo.
L'istanza di trasferimento della signora Lolli sarà esaminata con i prossimi avvicendamenti di personale che seguiranno con l'assunzione in servizio dei 3.824 sovrintendenti, vincitori del concorso interno per titoli di servizio indetto con decreto ministeriale del 30 gennaio 2003.
Al riguardo si segnala che di questi vincitori, in numero di novecento, a fine luglio 2004 concluderanno il corso di formazione per essere destinati alle sedi.
La signora Lolli, dal 28 gennaio 2003 al 1o marzo 2004, ha fruito di un periodo di astensione anticipata dal lavoro per maternità, della astensione obbligatoria pre e post partum e di un periodo di aspettativa per infermità.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la vicenda sulla «clonazione» o meglio riproduzione dei Bronzi di Riace, orgoglio dell'intera Calabria, continua ad essere oggetto di conflitto istituzionale;
il TAR di Reggio Calabria ha annullato la delibera della giunta regionale calabrese, avente ad oggetto la riproduzione dei guerrieri di Riace;
si è svolto anche un referendum che ha visto pronunciarsi in maniera inconfutabile e plebiscitaria la popolazione reggina per il no alla riproduzione;
contro la decisione del TAR si sono rivolti al Consiglio di Stato il Ministero per i beni e le attività culturali ed il Ministero della pubblica istruzione;
si tratta di un tentativo davvero incoerente e irrispettoso della volontà dell'intera città di Reggio Calabria;
il conflitto che rischia di innescarsi può ferire profondamente la stessa fiducia dei cittadini verso le istituzioni su un simbolo della comunità reggina -:
per quali motivi il Ministero dei beni e le attività culturali ed il Ministero della pubblica istruzione non intendono prendere atto della sentenza del TAR che ha negato la possibilità della riproduzione e del voto del referendum cittadino che ha confermato la volontà della popolazione di impedire che copie dei capolavori custoditi nel Museo nazionale di Reggio Calabria possano essere inviati in giro, scoraggiando quindi i turisti dal venire ad ammirarli nella loro sede naturale.
(4-09839)
Come probabilmente è noto, la sentenza del TAR, sulla base di una lettura non condivisibile del nuovo titolo V della Costituzione, prospetta una competenza preminente del comune sia in materia di tutela che in materia di valorizzazione del patrimonio culturale, a prescindere dall'appartenenza dei beni in questione.
Tale lettura del dettato costituzionale, non condivisa da questo Ministero, è stata di recente contraddetta anche dalla Corte Costituzionale, la quale, pronunciandosi su questione analoga, ha avuto modo di chiarire - con sentenza n. 26 del 2004 - che allo Stato, per i beni di propria pertinenza, spettano le attività amministrative e le operazioni sia di tutela che di valorizzazione.
Pertanto, essendo indubbio che i Bronzi di Riace, data la loro natura di beni archeologici, appartengono al demanio dello Stato, costituisce un preciso dovere istituzionale di questo Ministero coltivare il ricorso in questione, al fine di conseguire una pronuncia favorevole.
Altra questione è se, a seguito di detta pronuncia, si intenda poi procedere alla riproduzione dei Bronzi.
Al riguardo, si ritiene che ogni decisione potrà essere utilmente assunta solo dopo che si sia chiarita in via di principio l'indubbia legittimazione dello Stato a dettare disposizioni di tutela per tutti i beni e ad attuare la valorizzazione su quelli di propria pertinenza.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
quali iniziative intenda assumere per rendere più efficiente, complessivamente, il sistema giustizia;
quali iniziative intenda assumere per procedere all'espletamento dei concorsi per nuovi magistrati.
(4-05218)
Si segnala, inoltre, che nello scorso mese di marzo sono stati banditi due nuovi concorsi per l'accesso in magistratura complessivamente per oltre settecento posti di uditore giudiziario.
Infatti, con decreti ministeriale 28 febbraio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 2 marzo 2004 - 4a serie speciale, e con decreto ministeriale 23 marzo 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 marzo 2004 - 4a serie speciale, sono stati indetti due concorsi pubblici, per esami, rispettivamente a 380 posti e 350 posti di uditore giudiziario. Le date di svolgimento delle prove preliminari saranno stabilite con successivi decreti ministeriali, che saranno rispettivamente pubblicati nella Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale, concorsi ed esami - il giorno 7 settembre 2004 e 24 giugno 2005.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
considerato l'ambito di applicazione delle norme del codice della strada e del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione;
se la segnaletica stradale adottata nel territorio del comune di Firenze sia conforme alle norme del codice della strada, con particolare riferimento alla effettiva pericolosità di alcune situazioni attinenti alla circolazione e alla sosta dei veicoli;
in particolare se siano conformi alla normativa vigente i cerchi rossi, apposti per creare un'ulteriore casistica di pagamento per parcheggiare.
(4-07366)
Le ordinanze hanno essenzialmente lo scopo di legittimare la collocazione dei segnali e di fissare la decorrenza del provvedimento connesso anche in funzione dell'articolo 37 del citato codice che, al comma 3, prevede il ricorso contro i provvedimenti e le ordinanze che dispongono o autorizzano la collocazione di segnaletica entro un termine che decorre proprio dallo stesso provvedimento.
L'utente della strada, ai sensi del comma 2 dell'articolo 38 del nuovo codice della strada, è tenuto comunque al rispetto delle prescrizioni imposte con la segnaletica presente su strada ed è soggetto alle eventuali conseguenze sanzionatorie.
La mancata apposizione degli estremi dell'ordinanza, nella fattispecie in esame, non costituisce presupposto idoneo a rendere il divieto inefficace.
Laddove la norma abbia inteso far discendere dalla mancata apposizione sul segnale degli estremi autorizzativi, causa di inefficacia dello stesso, ciò è stato espressamente specificato.
Tale è il caso, ad esempio dei segnali di cui all'articolo 120 del regolamento di esecuzione e di attuazione che al comma 1, lettera e), per i segnali di passo carrabile prevedere: la mancata indicazione dell'ente e degli estremi dell'autorizzazione comporta l'inefficacia del divieto.
A sostegno di tale posizione si richiama anche la sentenza della cassazione civile n. 6474 del 18 maggio 2000.
Per quanto riguarda i cerchi rossi apposti entro delimitazioni di stalli di sosta, si rappresenta che gli stessi non rientrano tra le modalità di segnalamento previsto dalle norme vigenti e comunque tale disposizione attuata dal comune di Firenze non è più operativa.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
Poste italiane spa in data 31 dicembre 2003 ha notificato lettere di licenziamento a 37 lavoratori interinali del call center delle Poste italiane in Caltanissetta;
tale provvedimento è stato adottato con sorpresa dei lavoratori, che per diversi anni hanno lavorato presso il call center
tale provvedimento non è stato né annunciato né concordato con le organizzazioni sindacali, facendo venire meno i presupposti per una dialettica utile e necessaria ad altrettante eventuali problematiche qualora ne esistano;
incomprensibile è il provvedimento allorquando da poco erano stati ultimati i lavori di ampliamento di circa trenta postazioni di lavoro tali da far prevedere, ma sottovoce annunciato, l'ampliamento di organico;
il lavoro svolto al call center ha dato una nuova immagine positiva alle Poste italiane grazie alla professionalità degli operatori e dal lavoro svolto con perizia e precisione;
le segreterie territoriali dei sindacati hanno sensibilizzato la dirigenza di Poste italiane a ripristinare l'attività ormai ferma del call center e ad incrementare il numero degli occupati. Nessuna risposta è stata data anzi tale silenzio fa prevedere un disinteresse a continuare l'investimento dell'azienda a Caltanissetta;
i sindacati si mobiliteranno e prevedono di attivarsi con ogni azione capace di tutelare i lavoratori ed anche l'utenza, che a questo punto non può contare su una puntuale e professionale assistenza nei servizi postali;
i lavoratori non si sentono tutelati, anzi sono preoccupati per un futuro a cui nessuno ad oggi riesce a dare risposta;
l'aspetto sociale incide in maniera rilevante sul territorio a seguito di altri licenziamenti operati da altre aziende quale Atesia del gruppo Telecom Italia;
nell'intera provincia di Caltanissetta il livello di disoccupazione, già alto rispetto alla media nazionale, sta registrando una ulteriore impennata -:
se è a conoscenza di tale situazione dei fatti e se non ritenga di dover intervenire al fine di tutelare i diritti dei lavoratori, che a seguito di anni di acquisita professionalità si trovano senza occupazione e di garantire ai cittadini la regolare prestazione dei servizi.
(4-10391)
Tuttavia, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame si è provveduto ad interessare la predetta società Poste la quale ha precisato che i lavoratori applicati presso il call center di Caltanissetta sono stati, a suo tempo, assunti con contratto di lavoro interinale per lo svolgimento di attività che non era possibile eseguire utilizzando le ordinarie dotazioni organiche aziendali.
Come è prassi nei casi di assunzione temporanea di personale, ha assicurato la medesima società Poste, le organizzazioni sindacali sono state informate sia della durata dei contratti, sia delle relative proroghe.
Il contratto collettivo nazionale di lavoro di Poste italiane stipulato l'11 luglio 2003, ha, in proposito, recepito il contenuto della legge n. 196 del 1997 in materia di promozione dell'occupazione, ed ha definito i criteri, le modalità ed i motivi del ricorso all'istituto del contratto di lavoro temporaneo.
Il mancato rinnovo dei suddetti contratti, scaduti il 31 dicembre 2003, è derivato - stando a quanto riferito da Poste italiane - dal venir meno delle esigenze che avevano determinato l'assunzione degli operatori interessati.
Quanto ai lavori di ampliamento del call center in argomento - di cui è cenno nell'atto ispettivo in esame - la ripetuta società ha precisato che gli stessi sono stati effettuati nell'ottica di destinare a tale struttura lo svolgimento di ulteriori attività (peraltro ancora in corso di valutazione) coerenti con gli obiettivi economici aziendali.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
è stata chiusa a Viaggiano (Potenza) la sede della casa mandamentale;
la struttura disponeva di 10 celle, una stanza per il tempo libero, tre ambienti doccia e adeguate stanze per il ricevimento ospiti familiari;
la struttura ha assolto allo scopo di alleggerire la ricettività della casa circondariale di Potenza ed ha accolto detenuti al termine della loro pena da scontare;
nei mesi di luglio e agosto 2002 sono stati effettuati nella sede di Viaggiano lavori di ristrutturazione per una spesa di 20 mila euro;
le condizioni igienico-sanitarie sono state sempre di buon livello e in condizione di piena efficienza;
le 5 unità di polizia penitenziaria impegnate presso la locale struttura sono state trasferite a Potenza;
questa decisione contrasta con quanto sempre affermato negli interventi dal Ministro che anche in occasione dell'approvazione del cosiddetto indultino (legge n. 207 del 2003) ha affermato la necessità di migliorare le condizioni di vivibilità nelle carceri e di costruirne delle nuove piuttosto che mettere in libertà i detenuti;
la chiusura della casa mandamentale di Viaggiano è quindi in contraddizione con quanto affermato dal Governo e in relazione alle condizioni della struttura si tratta di una decisione palesemente incongruente e ingiustificata -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per scongiurare la chiusura della casa mandamentale di Viaggiano ma anzi di potenziarla e di ampliarne la capienza al fine di eliminare il sovraffollamento esistente nelle altre strutture presenti in Basilicata.
(4-07443)
Ciò posto, si comunica che la problematica riguardante la riutilizzazione della Casa mandamentale di Viggiano è stata affrontata nel corso di una riunione tenutasi il 6 aprile ultimo scorso presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all'esito della quale è stato convenuto, all'unanimità, di non utilizzare la struttura per fini penitenziari, essendo del tutto assenti i requisiti di cui sopra.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
i Consigli comunali di Gubbio e Sansepolcro hanno approvato un protocollo d'intesa volto a tutelare e valorizzare la tradizione del «Palio della Balestra», propria delle due città, anche al fine di evitare il proliferare di sagre e pali che impropriamente utilizzino la medesima denominazione senza potersi fregiare di un titolo che appartiene solo alle città di Gubbio e Sansepolcro;
non considerando tali giuste esigenze di tutela di una tradizione secolare, il Ministro delle Finanze, così come riporta la Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio 2004, ha autorizzato, fra le varie manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali dell'anno in corso, anche il «palio della balestra antica» di Lucca;
l'articolo 2 dello Statuto della Federazione dei Balestrieri recita: «la Federazione è costituita fra la Società dei Balestrieri
l'articolo 5 comma a) prevede «di mantenere inalterati, secondo la tradizione, il Palio di Maggio (ultima domenica) a Gubbio, in onore di S. Ubaldo ed il Palio di Settembre (seconda domenica) in onore di S. Egidio, senza l'intervento di altre società dei Balestrieri anche se federate»;
soprattutto, in data 8 marzo 1999, alle due società dei due comuni veniva rilasciato, da parte della Società Italiana Brevetti, l'attestato di registrazione per marchio d'impresa (n.ro 77558) della dicitura «Palio della Balestra» con il quale si riconosceva legalmente l'esclusivo diritto di uso di tali parole, impedendo da parte di altri soggetti a qualsiasi titolo -:
se il Ministro era a conoscenza di quanto esposto nelle premesse e, in tal caso, in base a quale valutazione e a quali norme ha acconsentito ad associare alle lotterie 2004 anche il sedicente «palio della balestra antica» di Lucca;
se il ministero non ritenga di intervenire a tutela delle società dei balestrieri di Gubbio e Sansepolcro, sulla base dell'esclusività della denominazione, registrata presso la Società italiana brevetti, escludendo dall'abbinamento a lotterie nazionali, manifestazioni e pali non riconosciuti ufficialmente come rientrati tra le storiche manifestazioni legate all'arte della balestra antica.
(4-09617)
Al riguardo, si fa presente che l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, al fine di non ledere l'immagine della lotteria nazionale «Palio della Balestra», ha modificato in «Palio di San Paolino di Lucca» la denominazione della manifestazione lucchese.
Pertanto, la problematica posta dagli interroganti ha trovato adeguata soluzione.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
l'Aeroporto «Tito Minniti» di Reggio Calabria, pur servendo una grossa utenza calabrese e siciliana, è stato sistematicamente emarginato;
in data 6 dicembre 2002 l'ENAC ha disposto la chiusura dell'aeroporto dello Stretto per effettuare interventi indifferibili sulla pista 1533;
la Società per la Gestione dell'aeroporto dello Stretto (SOGAS), che aveva già ottenuto da parte dell'ENAC l'approvazione del progetto esecutivo per l'intervento di riqualificazione della pista medesima, ha sospeso la pubblicazione sulla G.U.R.I. del relativo bando, prevista per il 13 dicembre 2002, al fine di rimodulare il progetto alla luce dei lavori appena eseguiti; il nuovo bando di gara è stato pubblicato sulla G.U.R.I. in data 3 febbraio 2003;
il progetto esecutivo con il relativo cronoprogramma è stato inviato all'ENAV subito dopo l'approvazione da parte dell'ENAC, in data 9 agosto 2002;
soltanto in data 10 marzo 2003 l'ENAV, durante una riunione convocata a Roma, ha comunicato di non aver neppure avviato la fase preliminare di progettazione delle opere che lo stesso Ente dovrà eseguire lungo il perimetro della pista e,
anche se la SOGAS decidesse di avviare i cantieri per l'esecuzione dei lavori, la pista non sarebbe agibile in assenza del completamento dei lavori di competenza ENAV (segnaletica AVL e segnaletica verticale);
lo stesso sottosegretario di Stato, onorevole Mario Tassone, intervenendo in Parlamento, ha evidenziato il rischio che il trasporto aereo sia destinato a perdere credibilità, a causa delle «forti e continue fibrillazioni» che pervadono il settore;
sempre secondo il sottosegretario Tassone «i soggetti istituzionali - ENAV ed ENAC - sono ormai affetti da assoluta autoreferenzialità, al punto che gli stessi si ritengono sganciati perfino da qualunque obbligo di rendicontazione verso l'autorità politica»;
la mancanza di controllo sui citati soggetti istituzionali consente agli stessi di agire e programmare a proprio piacimento, con il risultato di creare danni enormi all'intero trasporto aereo e agli utenti come quelli dell'Aeroporto dello Stretto;
la penalizzazione dell'aeroporto «Tito Minniti» di Reggio Calabria deriva anche dalle agevolazioni tariffarie, puntualmente escluse per quello scalo;
gli utenti dell'aeroporto dello Stretto sono, infatti, vessati da esose tariffe, che diventano agevolate per altri aeroporti del sud del Paese -:
quali urgentissime iniziative intenda attuare al fine di far uscire dalla penalizzante emarginazione l'aeroporto di Reggio Calabria;
quali urgenti iniziative intenda attuare per riportare dignità all'intero trasporto aereo italiano.
(4-05938)
con i precedenti atti investigativi, privi a tutt'oggi di regolare risposta, l'interrogante ha provveduto a denunziare le costanti discriminazioni prodotte dai vari organismi competenti nei confronti dell'aeroporto «Tito Minniti» di Reggio Calabria; l'aeroporto dello Stretto sta continuando a subire costanti rinvii all'avvio;
l'Alitalia, compagnia di bandiera che ha il monopolio dei trasporti nell'aeroporto dello Stretto, ha attuato un nuovo piano tariffario, che appare decisamente penalizzante per gli utenti di quell'area;
il nuovo piano, infatti, prevede tariffe elevate per i viaggiatori dell'aeroporto dello Stretto, nel mentre sono state disposte agevolazioni tariffarie per i viaggiatori di altri aeroporti calabresi;
la discriminazione tariffaria appare ancora più penalizzante alla luce del fatto che l'aeroporto dello Stretto viene utilizzato da tutti i viaggiatori della provincia reggina, ma anche quella messinese, alla quale si aggiunge la catanese quando le eruzioni vulcaniche dell'Etna rendono inservibile l'aeroporto del territorio -:
se non ritenga necessario ed urgente attivare le iniziative opportune al fine di creare equità tra i viaggiatori della stessa regione Calabria;
se non ritenga necessario avviare le procedure necessarie per inserire l'utenza della struttura reggina nella gestione degli oneri di servizio che, i commi 35 e 36 dell'articolo 52 della legge n. 448 del 2001, disciplinano in termini di assoluto vantaggio per l'aeroporto di Crotone.
(4-07746)
a) progetti P.O.N. (con integrale copertura finanziaria); riqualifica e potenziamento delle infrastrutture di volo 15-33, (5,00 milioni di euro); potenziamento delle infrastrutture di volo 15-33, II lotto (3,00 milioni di euro); prolungamento della pista di volo 33 (8,00 milioni di euro); impianti di smistamento e controllo sicurezza del 100 per cento dei bagagli da stiva (1,60 milioni di euro).
b) progetti idonei (attualmente senza copertura finanziaria); sistemazione area land side (3,00 milioni di euro); ristrutturazione ed adeguamento aerostazione passeggeri (8,00 milioni di euro); potenziamento delle infrastrutture di volo - III lotto (10,00 milioni di euro).
In particolare tale esigenza riguardava i progetti degli aiuti visivi luminosi (AVL) e il progetto di riqualifica della pista di volo.
In un primo momento era stato raggiunto l'accordo sull'avvio dei lavori al 1o ottobre 2003, gradualmente spostato a marzo 2004, a causa di problemi inerenti la procedura di aggiudicazione dei lavori di competenza della Società di gestione Sogas.
Gli interventi coordinati Sogas e Enav sono poi effettivamente iniziati il 1o marzo 2004 e sono ancora in corso.
Relativamente alla segnaletica verticale, attualmente in fase di completo rifacimento per ottemperare alle prescrizioni del «Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti» emanato dall'Ente nazionale per l'aviazione civile, si fa presente che i lavori saranno ultimati entro il prossimo mese di luglio. A tal riguardo è opportuno porre in evidenza che essi non hanno una diretta relazione con l'agibilità della pista, poiché vengono effettuati con modalità tali da non inficiare l'operatività aeroportuale e tantomento con i lavori di riqualificazione della stessa pista di volo.
Per quanto attiene, infine, alle tariffe applicate nei collegamenti da e per l'aeroporto reggino, si deve osservare che, a seguito della liberalizzazione del trasporto aereo, avvenuta con l'approvazione dei Regolamenti europei costituenti il cosiddetto terzo pacchetto e fatta naturalmente eccezione per i collegamenti tra rotte gravate da oneri di servizio, ciascun vettore comunitario può scegliere liberamente, in ambito sia nazionale sia europeo, gli aeroporti su cui operare e le tariffe da applicare in base a considerazioni di carattere prettamente commerciale su cui l'Enac o il Ministero non hanno competenza.
Per quanto concerne invece l'estensione degli oneri di servizio pubblico all'aeroporto in argomento, si fa conoscere che le previsioni delle leggi finanziarie 2003 e 2004 hanno esteso il regime di continuità territoriale ad un consistente numero di aeroporti tra cui, appunto, quello di Reggio Calabria.
Infatti, l'articolo 82 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003), ha stabilito di applicare le disposizioni di cui all'articolo 36 della legge 17 maggio 1999, n. 144 anche alle città di Albenga, Cuneo, Taranto, Crotone, Bolzano, Aosta e per le isole di Pantelleria e Lampedusa, in conformità alle disposizioni previste dal regolamento del Consiglio della comunità economica europea (CEE) n. 2408/92 del 23 luglio 1992 nei limiti delle risorse già preordinate.
Successivamente, l'articolo 4 comma 206 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004) ha previsto l'estensione degli oneri di servizio pubblico per i voli di linea effettuati tra gli scali aeroportuali di Reggio Calabria e Messina e tra lo scalo aeroportuale di Foggia e i principali aeroporti nazionali.
Inoltre, il successivo comma 207 del citato articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 ha disposto l'incremento di 10 milioni di euro per gli anni 2004 e 2005 e di 7,5 milioni di euro per l'anno 2006, per le finalità di cui all'articolo 36, comma 4
Tali previsioni finanziarie, tuttavia, impongono attente valutazioni ai fini dell'individuazione delle priorità di istituzione anche in rapporto alla effettiva disponibilità delle risorse necessarie. Valutazioni sulle quali il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'Ente nazionale per l'aviazione civile stanno congiuntamente lavorando.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
da circa un mese la Società Trenitalia ha modificato il servizio delle carrozze letto, dirette da Roma a Reggio Calabria e viceversa, sostituendo gli scompartimenti letto di prima classe con cabine a due letti di tipo «speciale», le cui dimensioni rendono speciale a parere dell'interrogante solo le dimensioni degli stessi viaggiatori;
chi viaggia per lavoro ha il diritto, qualora decida di usufruire del servizio letto e paghi profumatamente per lo stesso, di poter riposare durante la notte con quel minimo di comfort che ogni servizio di trasporti dovrebbe offrire;
le istituite carrozze speciali rendono impossibile il citato servizio, giacché il viaggiatore che supera il metro e sessanta di altezza e gli ottanta chilogrammi di peso è costretto a riposare su un letto la cui larghezza è adatta solo ad un bambino; è persino impossibile stare seduti sul letto aperto a causa di una sbarra metallica che blocca l'afflusso di sangue agli arti inferiori;
le numerose e fino ad oggi inutili lamentele dei viaggiatori costringeranno gli stessi ad abbandonare questo servizio, preferendo certamente quello aereo;
il nuovo servizio costituisce un'ulteriore penalizzazione, prodotta da Trenitalia nei confronti del Mezzogiorno d'Italia -:
quali urgenti iniziative intenda attuare presso Trenitalia affinché sia ripristinato un adeguato e confortevole servizio-letto anche sulle carrozze dirette al sud e non siano ulteriormente penalizzati i servizi ferroviari calabresi.
(4-08659)
In tale ottica sono previste la progressiva dismissione delle carrozze T6 e VL più vetuste che saranno sostituite da carrozze T4 e la trasformazione delle T2S in circolazione in vetture ad elevato standard qualitativo.
I provvedimenti di dismissione del materiale rotabile più vetusto hanno riguardato, in particolare, i treni 751/752 Milano-Reggio Calabria e viceversa, 894/895 Reggio Calabria-Roma e viceversa, 793/792 Roma-Palermo e viceversa.
Tale scelta commerciale è stata operata in ragione della specifica domanda di servizi VL a basso costo da parte del bacino di utenza in questione ed ha già riscosso il gradimento della clientela facendo registrare un significativo incremento di traffico (circa il 17 per cento nel 1o trimestre 2004 con circa 4.300 passeggeri trasportati rispetto ai 3.700 circa del corrispondente periodo 2003.
Per quanto riguarda, infine, le dimensioni del compartimento e del letto VL singolo speciale (T2S) rispetto al VL singolo (MU), che di seguito si riportano:
VL: Compartimento: singolo speciale (T2S): lunghezza 1930 mm, larghezza 1220 mm; singolo MU: lunghezza 1920 mm, larghezza 1660 mm.;
VL: Letto: singolo speciale (T2S): lunghezza 1860 mm, larghezza 680 mm; singolo MU: lunghezza 1810 mm, larghezza 790 mm.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 2001, n. 430, ha semplificato gli adempimenti necessari per l'effettuazione di tombole, riffe, lotterie e pesche di beneficenza promosse da enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assistenziali, culturali, ricreativi e sportivi, ivi comprese le pro-loco ed i partiti politici, e consentite se dette manifestazioni sono a fine meramente ludico o a scopo benefico o necessarie per far fronte alle esigenze finanziarie degli organismi suddetti;
il comma 13-quinquies dell'articolo 39 del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito dalla legge n. 326 del 2003 e connesso alla manovra economica per il 2004, ha introdotto anche per i soggetti citati in precedenza l'obbligo di preventiva comunicazione all'amministrazione del monopoli della natura della manifestazione, almeno 30 giorni prima della data fissata per la medesima;
in particolare per quel che riguarda le oltre 6.000 pro-loco sparse sul territorio nazionale, si tratta di una inspiegabile penalizzazione, ove si consideri che l'amministrazione in ogni momento può effettuare ispezioni per verificare la reale natura della manifestazione; si aggiunga peraltro che in ambito di legge finanziaria per il 2004 non è stata accolta alcuna delle richieste di agevolazione fiscale presentate delle associazioni suddette, che devono considerarsi benemerite poiché, con costi limitatissimi per le amministrazioni pubbliche, promuovono cultura, sport e turismo in ambito locale -:
quali provvedimenti di carattere normativo si intendano adottare per sopprimere o mitigare il sistema della comunicazione di effettuazione di tombole, ritte o pesche di beneficenza a carico degli enti senza scopo di lucro, introdotto con il comma 13-quinquies del decreto-legge n. 269 del 2003, eventualmente potenziando i controlli a campione successivi, ai fini della verifica del rispetto delle disposizioni in materia di giochi.
(4-08764)
Al riguardo si fa presente che l'invio di una autonoma comunicazione al Ministero dell'economia e delle finanze - amministrazione autonoma dei monopoli di Stato da parte dei soggetti che intendono dare inizio a manifestazioni di sorte locali (di cui all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 430 del 2001), è stato previsto dall'articolo 39, comma 13-quinquies al fine di evitare fenomeni di elusione del monopolio statale dei giuochi.
Detta comunicazione è preventiva rispetto a quella da inviare ai comuni, competenti a vigilare sullo svolgimento delle manifestazioni di sorte locali, e alle prefetture, competenti a vietarne lo svolgimento nei casi di mancanza dei requisiti e delle condizioni per l'ulteriore proseguo delle stesse (articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 430 del 2001).
In virtù di tale comunicazione preventiva si consente all'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di avere a disposizione il quadro aggiornato di tutte le manifestazioni di sorte che si svolgono sul territorio nazionale permettendo, conseguentemente, alle prefetture ed ai comuni, deputati a vigilare sullo svolgimento di tali
La comunicazione, come precisato dai monopoli di Stato con la circolare 2004/4632/COALTT (del 14 aprile 2004), dovrà essere inviata dagli enti organizzatori delle manifestazioni di sorte locali agli ispettorati compartimentali dei Monopoli di Stato, competenti per territorio, per il rilascio del nulla osta.
Gli ispettorati valuteranno le modalità di svolgimento delle manifestazioni di sorte locali affinché le stesse non risultino coincidenti con attività di giuoco riservato allo Stato e potranno espressamente subordinare il rilascio del nulla osta all'ottemperanza di specifiche prescrizioni. In ogni caso decorsi trenta giorni dalla data di ricezione della comunicazione senza l'adozione di un provvedimento espresso, si intenderà comunque rilasciato il nulla osta allo svolgimento delle manifestazioni predette.
Nei casi in cui fossero richieste prescrizioni specifiche sulle modalità di svolgimento della manifestazione, e ciò, come già precisato, solo al fine di evitare fenomeni di elusione del monopolio statale dei giuochi, gli ispettorati ne daranno tempestiva comunicazione anche al prefetto e al sindaco del comune in cui si effettua la manifestazione e richiederanno, eventualmente, l'ausilio del locale Comando della guardia di finanza allo scopo di porre in essere tutte le attività di vigilanza necessarie.
Pertanto si ritiene che la procedura volta ad autorizzare lo svolgimento delle manifestazioni di sorte locali non risulti appesantita dalla disposizione in argomento che, sostanzialmente, ha previsto unicamente l'invio di una comunicazione preventiva all'amministrazione dei monopoli di Stato consentendo, inoltre, senza creare particolari disagi, di economizzare l'attività di controllo, a garanzia, si ribadisce, anche e soprattutto delle associazioni senza scopo di lucro che svolgono effettivamente le attività ritenute dall'ordinamento meritorie, nonché di soddisfare l'esigenza di economicità, di efficienza e di semplificazione dell'azione amministrativa.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
la signora Riccarda Vaia, residente in Cavalese (Trento), aveva presentato domanda amministrativa il 22 febbraio 1995 con la quale chiedeva al Ministero della Salute il conferimento dell'indennizzo previsto dalla legge n. 210 del 1992 poiché assumeva di aver subito una poliomielite anteriore acuta, gravemente invalidante, a causa della vaccinazione antipoliomielitica praticata il 21 maggio 1960, su invito delle autorità sanitarie competenti;
visto il rifiuto del Ministero di esaminare la domanda amministrativa sull'assunto che la vaccinazione che aveva provocato il danno non era, all'epoca, obbligatoria, Riccarda Vaia adiva il Tribunale di Trento per sentire accertare il proprio diritto all'indennizzo;
chiedeva al giudice l'accoglimento di formale eccezione di illegittimità costituzionale, che pure formalmente sollevava, nei confronti dell'articolo 1 della legge n. 210 del 1992, nella parte in cui escludeva dall'indennizzo i cittadini danneggiati da vaccinazioni antipoliomielitica, non obbligatoria, ma tuttavia fortemente incentivata e consigliata dall'autorità sanitaria;
il Tribunale di Trento sollevava eccezione di illegittimità costituzionale della legge n. 210 del 1992 nei termini denunciati dalla signora Vaia Riccarda, lamentando altresì l'illegittimità costituzionale della riduzione del 70 per cento dell'indennizzo dovuto per il passato operata dal decreto-legge n. 450 del 1996, convertito dalla legge n. 641 del 1996;
successivamente la Corte costituzionale, con sentenza n. 27 del 1998, dichiarava la fondatezza della censura e dichiarava l'incostituzionalità della legge n. 210
all'esito del giudizio, in data 2 dicembre 2003 il Tribunale di Trento ha condannato il Ministero della salute a conferire alla signora Riccarda Vaia, l'indennizzo previsto dalla legge n. 210 del 1992, e l'assegno una tantum di cui alla legge n. 238 del 1997 con decorrenza dall'anno 1960, ma abbattuto del 70 per cento del suo valore attuale per tutti gli anni precedenti la presentazione della domanda amministrativa;
la sentenza n. 187/2003 del Tribunale di Trento ha concluso la causa n. 627/96 dopo ben 7 anni di giudizio;
l'importo dell'indennizzo dovuto per il passato ha subito un forte abbattimento ai sensi del decreto-legge n. 450 del 1996, convertito dalla legge n. 641 del 1996;
tuttavia il giorno del deposito della sentenza è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale a firma dei Ministri Sirchia e Tremonti che riconosce ai soggetti che abbiano subito danni da emotrasfusione (consistente in contagio dal virus dell'epatite C) già beneficiari di indennizzo ai sensi della legge n. 210 del 1992, il diritto a percepire una ulteriore somma a titolo di risarcimento dei danni che varia da 388.000 euro, per chi non abbia almeno una sentenza favorevole, fino a 400.000 euro, per chi abbia almeno una sentenza favorevole, ma escludendo dal diritto al risarcimento tutti coloro che abbiano subito vaccinazione obbligatoria o consigliata;
ciò comporta una ingiustificabile disparità di trattamento tra i cittadini danneggiati da trattamento sanitario obbligatorio o incentivato, (come Riccarda Vaia, ai quali spetta soltanto l'indennizzo vitalizio ex legge n. 210 del 1992), ed i cittadini danneggiati da trattamento sanitario facoltativo (emotrasfusione) ai quali viene conferito anche un significativo risarcimento del danno, senza tener conto del fatto che normalmente soltanto i primi subiscono il danno fin dalla più tenera età ed avrebbero maggior diritto all'attribuzione del beneficio risarcitorio-compensativo del maggior danno ricevuto;
la signora Vaia ha chiesto in giudizio la corresponsione dell'assegno vitalizio previsto dalla legge con decorrenza dalla data della lesione, nella stessa misura attualmente prevista dalla legge e con interessi e rivalutazione, mentre le è stato riconosciuto una assegno una tantum che ha un valore puramente simbolico, poiché consiste in una somma pari a circa cinque euro al giorno per tutti gli anni trascorsi dal 1960 al 1995, che pare più un'elemosina che un indennizzo;
ildecreto dirigenziale del 17 novembre 2003, a firma del Direttore generale del Ministero della salute, dottor Filippo Palumbo, quantifica in 452.311,21 euro il risarcimento riconosciuto agli emotrasfusi che abbiano un'età compresa tra 41 e 50 anni che abbiano almeno una sentenza favorevole;
il problema è stato sollevato anche in Senato con interrogazione parlamentare a firma di dodici senatori di tutte le forze politiche ma non risulta aver ricevuto una risposta concreta e fattiva da parte del Ministro -:
se ritenga giusto che alla signora Riccarda Vaia, gravemente invalida a causa di vaccinazione antipoliomielitica, venga attribuito un indennizzo di cinque euro al giorno per i quaranta anni trascorsi dal 1960 ad oggi, a titolo di totale risarcimento di tutti i danni patiti, mentre ad un emotrasfuso che abbia subito un danno molto minore, e nei limiti della prescrizione decennale, viene riconosciuto un risarcimento di 400.000 euro aggiuntivo rispetto all'assegno vitalizio previsto dalla legge n. 210 del 1992;
se non ritenga opportuno costituire con le associazioni dei danneggiati da
se non ritenga corretto rinunciare, tramite la competente Avvocatura dello Stato, ad ogni contestazione in giudizio contro la sentenza del Tribunale di Trento, preferendo la meno dispendiosa strada dell'accordo transattivo, come è stato fatto per gli emotrasfusi (anche privi di sentenza favorevole), con il regolamento interministeriale pubblicato il 2 dicembre 2003 in attuazione del decreto-legge n. 89 del 23 aprile 2003.
(4-09619)
L'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 89/2003, rimette ad un successivo decreto del Ministro della salute, da adottarsi di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, la fissazione dei criteri «in base ai quali sono definite le transazioni di cui al comma 1», da individuare «anche sulla base delle conclusioni cui è pervenuto il gruppo tecnico istituito con decreto del Ministro della salute 13 marzo 2002».
Tale gruppo tecnico è stato costituito con lo specifico compito «di individuare congrui criteri di quantificazione delle possibili pretese creditorie ed eventuali prospettive di definizione transattiva delle vertenze in atto con pazienti emofiliaci danneggiati a causa di emoderivati infetti».
Alla fine dei propri lavori, il gruppo tecnico ha elaborato un'ipotesi di definizione transattiva, individuando 747 posizioni.
Il decreto del Ministro della salute 3 novembre 2003, ritenute condivisibili le risultanze del lavoro svolto dal gruppo tecnico, le ha recepite all'atto di individuare i criteri in base ai quali procedere alla stipula degli accordi transattivi.
Detto provvedimento, limitando ulteriormente il proprio campo di applicazione, ha indicato, quali unici destinatari, i soggetti emofiliaci, considerate la gravità e la cronicità della patologia.
Del resto, già l'articolo 3 della legge 20 giugno 2003, n. 141, conferiva un mandato ben preciso, attribuendo la facoltà all'amministrazione di transigere esclusivamente con soggetti danneggiati da sangue o da emoderivati infetti e, contestualmente, riconoscendo specifici, limitati fondi per le eventuali definizioni, nonché stabilendo che l'utilizzabilità dei fondi medesimi fosse arginabile ai soli casi di controversie risarcitorie effettivamente instaurate.
D'altro canto, il fatto che l'applicazione estensiva della legge 20 giugno 2003, n. 141, non sia auspicabile deriva dalla diversa natura dei danni da vaccino rispetto ai danni da emotrasfusioni.
Mentre in questo secondo caso l'ipotesi transattiva trova il suo spazio in una ipotizzabile responsabilità dello Stato nell'ambito della propria attività di indirizzo sul buon uso del sangue, lo stesso non può dirsi in materia di vaccini.
In quest'ultimo caso, infatti, la responsabilità dello Stato appare insostenibile, posto che è facilmente configurabile un'eventuale responsabilità all'atto della somministrazione ovvero della conservazione dei vaccini e, quindi, a livello di aziende sanitarie locali.
Di talché, ne deriva che possibili azioni risarcitorie risultano esperibili esclusivamente
Pertanto, decade anche la possibilità di perseguire la via transattiva con lo Stato, dal momento che la stessa trae la sua origine proprio da una richiesta risarcitoria nei confronti dello Stato, che abbia molte probabilità di essere accolta in sede giudiziaria e l'unica soluzione resta quella del riconoscimento dell'indennizzo, il quale appare già idoneo a coprire l'ineliminabile quota di rischio residuo connesso alla somministrazione di un vaccino.
Tuttavia, l'incremento dell'indennizzo, la cui necessità, per l'appunto, potrebbe essere valutata da un eventuale, nuovo gruppo tecnico, potrà avvenire solo previo parere favorevole del Ministero dell'economia e delle finanze.
Inoltre, è opportuno sottolineare che, con la sentenza n. 1155/2004, il TAR - Lazio abbia dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato avverso il decreto ministeriale 3 novembre 2003, impugnato nella parte in cui ha limitato ai soli soggetti emofiliaci la possibilità di accedere alla procedura transattiva.
La giustificazione di tale scelta, osserva il collegio giudicante, va cercata «nello stato del contenzioso tra gli emofiliaci e lo Stato», nonché nell'«evidente maturazione delle questioni sotto i profili dell'accertamento del diritto e della quantificazione del risarcimento». Sicché, non apparirebbe «ingiusta» la precedenza accordata agli emofiliaci, «alla luce sia del pregresso contenzioso, sia dello stato di definizione dello stesso, non ravvisabile negli stessi termini in capo ai soggetti danneggiati diversi».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
lungo la costa sudoccidentale della Sardegna, nel territorio del comune di Pula, in provincia di Cagliari e a soli trenta chilometri dalla città capoluogo, l'area archeologica di Nora, già definita in epoca romana antiquissima urbium, riveste primario interesse per gli studiosi e per i numerosissimi visitatori, italiani e stranieri;
nell'area in questione sono state rinvenute testimonianze di insediamenti risalenti addirittura all'epoca nuragica, ma la città di Nora fu fondata dai fenici e conobbe grande rigoglio in epoca punica, già dal IV secolo a.C., fino a raggiungere la massima fioritura tra il II e il III secolo d.C., durante la dominazione romana;
l'importanza della città, nel periodo punico superiore a quella di Cagliari, era principalmente dovuta alla particolare collocazione geografica e ai suoi tre porti (nelle insenature a Nord Est, Nord Ovest e Sud Est), che favorivano in modo particolare i traffici commerciali, con la Spagna, la Grecia, la penisola italiana, la Gallia meridionale e, soprattutto, l'Africa;
le fortune della città e la prosperità dei suoi abitanti sono confermate dai reperti archeologici e dalle fonti letterarie;
anche la ricchezza delle abitazioni e i fregi che le adornano evidenziano l'importanza della città, in epoca punico-romana;
di particolare interesse e bellezza risultano, tra l'altro, i mosaici che pavimentavano alcune abitazioni romane;
purtroppo, tali beni archeologici, d'inestimabile valore, versano da tempo in preoccupante stato di conservazione, tale da rendere ormai indifferibile un immediato e radicale intervento di recupero e salvaguardia;
i più importanti mosaici già alcuni anni fa avevano evidenziato inequivocabili segni di degrado - in quanto le tessere si staccavano dallo strato sottostante - ed erano stati, perciò, protetti, pur in via provvisoria e d'emergenza, con apposite coperture;
a proposito di altri mosaici, tuttora esposti alle intemperie, si paventa addirittura la prossima e irreversibile perdita, e viene denunciata l'assoluta inadeguatezza
già nel 2003, per interessamento della Soprintendenza archeologica di Cagliari, è stato elaborato da uno specialista del settore un programma di restauro dei mosaici dell'area di Nora, prevedendosi che ogni tessera sia staccata e, quindi, risistemata solo dopo aver effettuato, anche a mezzo di appositi scavi, specifiche indagini sullo strato inferiore dell'opera;
tale piano d'intervento richiederebbe una spesa stimata in un milione di euro;
già l'anno scorso la Soprintendenza archeologica di Cagliari avrebbe richiesto, senza esiti, al competente Ministero ulteriori finanziamenti da destinare alla zona di Nora;
si lamenta inoltre che «il Piano integrato specifico per Nora è fermo e anche quei fondi destinati al parco archeologico non sono mai arrivati» agli Enti competenti;
lo stato di abbandono della struttura, incompatibile con l'importanza dell'insediamento e con la bellezza dell'intera area, può vanificare anche gli sforzi tuttora sostenuti dai ricercatori di numerose Università (Milano, Viterbo, Genova, Pisa) e dalla locale Soprintendenza per portare alla luce le vestigia di epoca fenicia;
l'area di Nora dovrebbe meritare particolare riguardo - oltre che per l'interesse storico - anche quale polo d'attrazione per i turisti, che, soprattutto dalla primavera all'autunno di ogni anno, visitano la costa e soggiornano nelle numerose strutture ricettive, alcune di recentissima creazione;
tra l'altro, ormai da alcuni anni, presso il teatro romano di Nora (risalente al I-II secolo d.C.) vengono organizzate, in estate, importanti manifestazioni culturali, cui hanno partecipato artisti di livello internazionale;
anche in altre zone dell'isola, appaiono opportuni interventi per la salvaguardia e la valorizzazione degli insediamenti di epoca nuragica, troppo spesso trascurati nonostante la loro peculiarità e il richiamo che esercitano sui visitatori;
la vocazione turistica della Sardegna, importantissima fonte di reddito per i residenti, dovrebbe essere pienamente realizzata integrando tutte le opportunità e le diverse attrattive del territorio, senza essere limitata alla bellezza del mare e delle coste -:
quali informazioni si abbiano a disposizione circa le attuali condizioni dei reperti dell'area archeologica di Nora;
quali iniziative si vogliano assumere per scongiurare il degrado dei beni archeologici della zona in questione;
se si voglia dare corso ai finanziamenti ritenuti necessari, per quali importi, in quali tempi e secondo quali modalità;
se non si ritenga opportuno assicurare altresì la migliore conservazione e la valorizzazione dei beni archeologici di epoca nuragica, presenti in tutte le zone della Sardegna.
(4-09789)
Si precisa solamente che il progetto complessivo per il recupero e la valorizzazione dell'area comprende, oltre al restauro dei mosaici, secondo le modalità descritte anche dall'interrogante, la sostituzione delle recinzioni ormai degradate, il rifacimento del sistema informativo, sia in forma tradizionale di pannelli, sia utilizzando sistemi informatici rivolti anche ai non vedenti, completando quanto già messo in opera in anni precedenti riguardo all'accessibilità del sito ai portatori di handicap motori.
Al riguardo, si comunica che tale progetto è stato regolarmente presentato per il finanziamento sui fondi dell'otto per mille nell'anno 2004, erogati direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Si ritiene, inoltre, opportuno segnalare che nelle immediate adiacenze della zona archeologica, parzialmente posizionata anche sopra l'antica città romana, è presente un'area militare della Marina che, qualora vi fosse un rinnovato interesse per un uso militare, ciò impedirebbe di effettuare indagini estese, nonché limiterebbe la fruizione dell'intero complesso urbano antico di Nora.
In merito, infine, alla richiesta di una migliore conservazione e valorizzazione delle aree nuragiche della Sardegna, che peraltro richiederebbero cospicui e continui finanziamenti, è necessario rammentare che, anche se questa amministrazione riconosce il ruolo che tale patrimonio archeologico riveste, le note difficoltà della finanza pubblica, risentendo di un sostanziale contenimento delle risorse disponibili, comportano una limitazione delle azioni anche in tale settore.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
il signor Andrea Cafiero, 40 anni, romano, istruttore di sub in apnea nelle acque del Messico, da oltre un anno è detenuto negli Stati Uniti, in un carcere di massima sicurezza;
il 5 giugno del 2002 il signor Cafiero è stato arrestato per aver dato in escandescenza su un volo Cancun-Roma della «Air Europe», cosa che ha costretto il comandante dell'aereo ad un atterraggio forzato all'aeroporto di Boston;
al cittadino italiano, che al momento dell'arresto è stato trovato con indosso 180 grammi di cocaina ma successivamente prosciolto dall'accusa di importazione di droga, gli Usa hanno proposto di riconoscersi colpevole del reato di «interferenza di volo», reato per il quale il 5 settembre prossimo si terrà, negli Stati Uniti, la prima udienza, e per il quale, peraltro, loro stessi non sono in alcun modo competenti, in quanto l'aereo batteva bandiera italiana;
a tutt'oggi, il signor Cafiero, nonostante una sentenza di assoluzione, risulta indebitamente trattenuto in un carcere di un paese straniero cosiddetto «amico» -:
quali iniziative intendano intraprendere, ognuno per gli ambiti di propria competenza, affinché venga concesso al signor Andrea Cafiero il diritto di fare rientro nel proprio Paese, nel pieno rispetto delle norme che regolano il diritto internazionale e nel rispetto del quarto emendamento della Costituzione americana, secondo cui una prova conclusiva può essere invalidata se deriva da una perquisizione non autorizzata da mandato giudiziario, come avvenuto nei fatti elencati in premessa e relativi al momento dell'arresto.
(4-07271)
Va precisato che il carcere dove il signor Cafiero è stato detenuto non è un istituto di massima sicurezza, bensì una State Facility con condizioni di detenzione meno dure delle maximun security prisons.
Non risulta inoltre che l'interessato abbia avanzato lamentele relativamente alle condizioni di detenzione.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
con la direttiva 91/440 Cee è iniziato il processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario. Questo processo, fra le altre cose, comporta la necessità di definire i pedaggi che le società di trasporto debbono e dovranno pagare al gestore della rete, Rete ferroviaria italiana, per l'utilizzo della rete stessa;
la definizione di pedaggi corretti, ed economicamente sensati, è decisiva per un trasporto ferroviario efficiente, per una allocazione ottimale delle risorse, per delle gare per le linee regionali e nazionali che siano realmente corrette;
il ministro dei trasporti, con il decreto n. 43 del 2000 ha recepito la struttura dei pedaggi proposta dal gestore della rete, Rete ferroviaria italiana. Ma i pedaggi che da tale decreto emergono non sono né giusti né sensati, e soprattutto penalizzano in modo gravoso le linee minori e regionali, elevandone i costi a favore delle linee più importanti, aggravandone i deficit già pesanti e appesi alle disponibilità di cassa delle regioni, e in definitiva del tesoro;
il decreto n. 43 del 2000 fa teoricamente riferimento all'usura, all'occupazione della linea, al consumo di elettricità, al tempo di sosta e percorrenza nei nodi e aggiunge dei diritti di accesso alle varie tratte ferroviarie. Ma è difficile ritenere sensato un sistema di calcolo che ipotizza lo stesso consumo di elettricità per una automotrice, che impegna probabilmente 200 kw, e un Etr 500, che esprime una potenza 44 volte superiore, un sistema che attribuisce la parte a chilometro, quella sensibile a velocità, peso ed usura, in modo poco difforme fra un piccolo convoglio regionale e un supertreno a lunga percorrenza oppure di «diritti di accesso» che attribuiscono sostanzialmente lo stesso costo ai 330 chilometri della direttissima Roma-Firenze e agli 80 chilometri in media di un convoglio regionale;
non si comprende in che modo si tiene conto della «qualità della linea» richiamata nello stesso decreto del Presidente della Repubblica n. 277 del 1998, né perché si grava così tanto (4 euro al minuto) per il tempo di percorrenza e sosta nei grandi nodi ferroviari, stante che quel costo è comune a convogli ferroviari di natura estremamente diversa;
si segnala come il criterio di calcolo per l'utilizzo delle tratte risulta penalizzante per il servizio passeggeri locale e regionale già oggi in sofferenza. La conseguenza di questo meccanismo è che i treni locali pagano per l'utilizzo della rete come gli Eurostar malgrado il differente utilizzo. Dai computi risulta infatti che sono sottovalutati i costi dei treni a lunga percorrenza, veloci e pesanti, e sopravvalutati i costi delle linee minori. In questo modo la stessa liberalizzazione ne risulta influenzata, sia nelle gare d'appalto per le linee minori sia in quelle per le linee a lunga percorrenza. Le prime saranno sfavorite perché necessariamente costose o in deficit, mentre le seconde favorite perché rinnovate, competitive e in attivo -:
quali provvedimenti intenda prendere in merito ai meccanismi di calcolo del pedaggio, per porre mano alla situazione descritta anche in vista di una imminente liberalizzazione del trasporto passeggeri e per rendere competitivo e concorrenziale nel passaggio alle regioni il servizio.
(4-05345)
a) il primo, equivalente ad una tariffa di zona, è relativo alla tratta/nodo;
b) il secondo, equivalente ad una tariffa di consumo, è calcolato a km per le tratte ed a minuto per i nodi;
c) il terzo, a compensazione dell'energia elettrica di trazione.
La direttiva europea 2001/14/CE sancisce i principi per la definizione dei pedaggi, lasciando, ai Paesi membri, ampi margini nella definizione dei canoni. La Commissione Europea si riserva comunque la facoltà di intervenire ove il metodo di computazione dei canoni appaia discriminatorio e lesivo del mercato ferroviario.
Il modello di canone usato in Italia è stato presentato in Commissione Europea e nel raffronto con gli altri modelli europei è risultato essere uno dei più bassi.
Si evidenzia che il modello italiano prevede la compensazione, cioè il rimborso al gestore, dei soli costi generati direttamente dalla circolazione dei treni (costo di gestione) più i costi dell'energia.
Molti altri modelli invece prevedono la compensazione dei costi totali, includendo, quindi, anche la quota di ammortamento dell'infrastruttura.
Le linee minori, cioè complementari, non sono penalizzate nel pedaggio (principio di solidarietà della rete) essendo stato per queste posta pari a zero la componente del canone cosiddetta a tratta/nodo.
Si fa presente, inoltre, che il canone di ciascuna traccia oraria è commisurato direttamente ai costi di circolazione di dette linee. Qualora si fosse infatti adottata la scelta di far corrispondere, per ciascuna linea, i ricavi da canone di utilizzo con i relativi costi di circolazione, le linee principali su cui circola più del 70 per cento di tutti i treni avrebbero avuto pedaggi bassissimi, mentre le linee secondarie avrebbero presentato prezzi molto più elevati.
La differenza di costo di gestione per un treno in più che circoli su di una linea principale è, difatti, praticamente nulla, al contrario di quanto accade per una linea scarsamente utilizzata.
Per un modello che abbia come obiettivo l'ottimizzazione della rete infrastrutturale, così come il suo massimo utilizzo, non è rilevante il tipo di treno che circola sulla singola tratta, essendo il costo circolazione di un treno merci o passeggeri sostanzialmente uguale, mentre lo è la frammentazione della richiesta ed il circolare con velocità difformi da quelle ottimali di utilizzo.
Ciò significa che treni troppo lenti o con percorsi brevi impegnano comunque tutta la linea limitando quindi complessivamente l'offerta capacità del gestore per altri servizi. È quindi preferibile che il richiedente programmi servizi che ottimizzano lo sfruttamento della capacità infrastrutturale.
Per quanto riguarda i costi di consumo elettrici, sarebbe risultato di difficile attuazione computare con estrema precisione il consumo di ogni singola motrice dovendosi valutare, di volta in volta, quale locomotore sia in uso. Infatti, per problemi organizzativi e di rotazione del materiale rotabile, un'impresa può alcune volte usare un locomotore ed altre averne disponibili con differenti caratteristiche.
Si deve altresì considerare quale sia il presumibile consumo in linea valutando elevati livelli di dettaglio anche per singole frazioni di tratta e provvedendo alla creazione di tabelle di computo con una quantità di variabili insostenibile.
Per semplicità si è, quindi, proceduto ad una valutazione forfettaria del consumo elettrico; questa, comunque, è direttamente proporzionale ai chilometri percorsi dal treno e pertanto i treni a lunga percorrenza non pagano la stessa quota parte del canone, riferibile a consumo di energia elettrica, pagato dai treni regionali o a breve percorrenza.
Si segnala inoltre che nell'addendo al canone relativo all'usura è incluso anche il numero di pantografi con cui il locomotore/elettrotreno circola ed il peso bloccato del treno; quindi, anche se in modo indiretto, è computata la maggiore potenza.
Lo schema di pedaggio usato è in verità molto flessibile e di anno in anno si possono prevedere elementi correttivi ed aggiornamenti. Così è in corso di definizione la modifica delle tabelle tecnico-economiche allegate al decreto ministeriale 43 T del 2000 al fine di aggiornare la messa in uso di nuove infrastrutture, le variazioni delle caratteristiche e delle prestazioni delle tratte esistenti, la situazione del traffico sull'infrastruttura nazionale nonché la possibilità di correggere discontinuità puntuali del modello in uso.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
le imponenti nevicate che hanno colpito il nostro Paese durante il fine settimana appena trascorso, hanno dimostrato l'inadeguatezza e le gravi carenze del sistema dei trasporti italiano, in particolare delle reti autostradale e ferroviaria, rispetto all'obiettivo di garantire, anche in condizioni atmosferiche avverse, il diritto alla libera circolazione dei cittadini e alla sicurezza dei trasporti;
migliaia di viaggiatori sono rimasti intrappolati per ore sulle autostrade e sulle ferrovie italiane in balia della neve e del freddo senza alcuna assistenza e nella indifferenza degli enti a cui è affidata la gestione delle infrastrutture di trasporto;
il maltempo di questi giorni infatti era stato previsto con sufficiente anticipo dai servizi meteorologici pubblici e privati, senza che nessuno informasse i cittadini intenti ad affrontare viaggi in autostrada o in ferrovia, dei rischi che tali spostamenti avrebbero potuto comportare -:
quali siano le responsabilità dei gravissimi disagi che hanno sopportato i cittadini italiani sulle strade e ferrovie durante lo scorso fine settimana e quali misure saranno adottate per scongiurare il ripetersi di tali disagi in futuro.
(4-09219)
Si fa presente, inoltre, che dati specifici e puntuali non solo sulla dinamica dei fatti ma anche sulle valutazioni su eventuali responsabilità nonché sulle iniziative che il Governo sta intraprendendo al fine di evitare il ripetersi dei disagi occorsi all'utenza sono stati forniti in varie sedi parlamentari non solo dal Governo ma anche dai rappresentanti degli enti e delle società responsabili della gestione autostradale.
Un primo chiarimento è stato fornito in data 4 marzo scorso, dal Viceministro onorevole Ugo Martinat in sede di audizione presso le Commissioni riunite VIII e IX della Camera dei deputati.
In quella sede, il Viceministro aveva illustrato l'insieme delle misure allo studio del Governo, finalizzate ad un migliore coordinamento degli interventi, per una maggiore informazione e iniziative normative.
Inoltre, presso l'8a Commissione del Senato della Repubblica in data 16 marzo e successivamente in data 24 marzo scorso si è svolta un'audizione dell'Amministratore delegato della società Autostrade per l'Italia. In tale sede è stato sottolineato, tra l'altro, che la società Autostrade è l'unica concessionaria che si è fatta carico delle informazioni in isofrequenza. Isoradio, infatti, è la sola emittente operante senza proventi con costi ripartiti tra autostrade d'Italia e Rai. Tale sistema di comunicazione radiofonica risente tuttavia di una scarsa copertura territoriale e del mancato coinvolgimento dell'intero sistema autostradale nazionale. Il rappresentante di Autostrade per l'Italia aveva, inoltre, rappresentato la necessità di approntare protocolli specifici per la gestione del palinsesto radiofonico al verificarsi di situazioni di emergenza.
Infine, in data 25 marzo scorso, sempre presso l'8a Commissione del Senato si è svolta un'audizione del presidente dell'Anas nel corso della quale lo stesso ha riferito di
Per dovere d'informazione l'Anas comunica che è in fase conclusiva l'indagine conoscitiva avviata dalla società medesima sui fatti accaduti.
A complemento di quanto riferito, per quanto di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si fa presente che l'attuale assetto normativo tariffario autostradale prevede l'utilizzo della formula del price cap.
L'articolo 21, comma 4, della legge n. 42 del 27 febbraio 2004 di conversione in legge del decreto-legge n. 355/2003 detto «mille proroghe», ha previsto che entro i prossimi mesi il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti debba sottoporre al CIPE una proposta di integrazione degli standard di qualità, con le relative modalità di misurazione, per migliorare qualità e sicurezza del servizio, fluidità in itinere e qualità ambientale.
Il Ministero si è già attivato richiedendo all'Anas una proposta preliminare, quale base di discussione oltre che con l'Anas stessa, con l'Aiscat e le Associazioni dei consumatori.
I nuovi criteri di qualità consentiranno di introdurre un premio/sanzione in tariffa anche in relazione alla customer satisfaction dell'utente autostradale e di sanzionare, in particolare, i fenomeni di cattiva gestione da parte dei concessionari quali: la gestione errata dei cantieri, delle emergenze, dei servizi di informazione, eccetera.
Per la individuazione di tali criteri occorrerà, ovviamente, un difficile lavoro di individuazione dei fenomeni oggettivamente misurabili sui quali spronare i concessionari ad una maggiore attenzione alle problematiche dell'utenza.
Per quanto riguarda l'andamento del traffico ferroviario, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che il 28 febbraio scorso, nonostante le avverse condizioni meteorologiche che hanno pesantemente condizionato l'intero sistema dei trasporti nelle aree interessate, Trenitalia S.p.a, ha trasportato sulla rete ferroviaria nazionale oltre 500 mila persone.
I disservizi alla circolazione si sono verificati principalmente a causa del ghiaccio che ha provocato la mancanza di trasmissione di corrente tra linea di contatto e pantografi dei treni.
Dalla mezzanotte del 28 febbraio, è stato possibile garantire la normale fluidità di circolazione del nodo di Bologna, permettendo di smaltire il traffico entro le prime ore del mattino del 29 febbraio 2004. Nel corso di tale giornata la situazione si è progressivamente normalizzata, anche se l'ondata di maltempo ha determinato ancora alcuni ritardi sulla rete veneta e sulla direttrice Venezia-Roma.
Va in ogni caso sottolineato che, grazie al programma di gestione adottato da Trenitalia S.p.a. in tale stato di emergenza, tutti i treni interessati sono stati sempre fermati nelle stazioni per garantire, comunque, un'adeguata assistenza e l'eventuale possibilità di utilizzare mezzi di trasporto alternativi.
Tale programma ha consentito di limitare i disagi per i passeggeri coinvolti attraverso gli interventi di seguito indicati: effettuazione di annunci sonori e visivi nelle stazioni interessate sia per aggiornare continuamente il ritardo dei treni sia per indirizzare i viaggiatori verso gli uffici assistenza per le varie esigenze; informazione costante e aggiornamento ai passeggeri a bordo treno sull'andamento della circolazione; servizi di stazione continuamente presidiati dagli addetti per assicurare la piena efficienza ed aumento del personale di assistenza dei centri di accoglienza a terra di Napoli, Roma, Milano, Bologna, Firenze, Verona, Venezia e Trieste; assistenza di circa 7.500 passeggeri con distribuzione di
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
è stata di recente rinnovata la convenzione tra la Presidenza del Consiglio e la Rai nazionale, accordo che si pone come garanzia dei programmi e dell'attività giornalistica nelle lingue delle minoranze;
la suddetta convenzione è stata rinnovata senza aver sentito il parere della Regione Friuli-Venezia Giulia, e senza aver consultato le associazioni di rappresentanza delle comunità delle lingue minoritarie;
le associazioni delle minoranza slovena, Skgz e Sso, hanno rilevato come la convenzione esclude dalla ricezione delle programmazioni in lingua slovena della Rete 3 bis la provincia di Udine, caratterizzata dalla presenza di una viva comunità slovena, per la quale le programmazioni in oggetto rivestono un grande ruolo culturale e sociale, considerato in particolare l'assenza di scuole della minoranza;
viene rilevato inoltre come persista la mancata ricezione delle programmazioni anche nella zona delle Valli del Natisone, anch'esse caratterizzate dalla presenza di comunità di minoranza slovena, nonostante siano ivi disponibili impianti e frequenze analogiche terrestri;
la Società Filologica Friulano rileva, inoltre, come, pur avendo a sua tutela la legge n. 482 del 1999, la lingua friulana non abbia ancora un accesso ufficiale e stabile nella programmazione RAI, come dovrebbe essere garantito dal Consiglio dei Ministri in sede di rinnovo della convenzione, e dal Ministero delle Comunicazioni in sede di predisposizione del Contratto di servizio per la Concessionaria pubblica;
Riccardo Illy, Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, ha recentemente riepilogato sia al Governo che alla Rai le carenze segnalate -:
se la Presidenza del Consiglio e il Ministero delle Comunicazioni intendano procedere ad un'opportuna integrazione della convenzione, assicurando la ricezione dei programmi a tutte le minoranze della Regione Friuli-Venezia Giulia.
(4-09609)
La medesima Rai ha fatto presente, altresì, di essere consapevole del mutato Contesto sociale e legislativo e dei problemi che ne derivano, che potranno trovare graduale soluzione con la diffusione del sistema digitale terrestre.
Per quanto concerne l'eventuale possibilità di estendere il segnale della terza rete bis alle valli del Natisone è stata avviata una verifica relativamente alla disponibilità delle frequenze ed alla capacità degli impianti.
In merito, infine, all'attuazione della legge n. 482 del 1999, si informa che, come previsto dall'articolo 12, comma 5, del contratto di servizio per il triennio 2003-2005, è stata istituita una apposita Commissione, composta da rappresentanti del Ministero delle comunicazioni e della Rai, che, a seguito della ratifica della Carta di Strasburgo sui diritti delle minoranze linguistiche, potrà compiutamente determinare il grado e le forme di tutela delle lingue individuate dalla predetta legge.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
lo statuto della fondazione Teatro Massimo di Palermo, costituito ai sensi e per gli effetti dei D.decreto-leggeL. n. 367/96 e 134/98;
all'articolo 10 in merito alla nomina del sovrintendente recita: «il sovrintendente è nominato dal consiglio di amministrazione fra le persone dotate di comprovata esperienza in materia di gestione e di organizzazione di spettacoli musicali e di gestione e di organizzazione di enti consimili, egli permane in carica per il periodo di durata del Consiglio di Amministrazione che lo ha nominato»;
nello stesso statuto non è prevista la figura di un sovrintendente ad interim;
L'articolo 13 comma 3 del decreto legislativo n. 367 del 1996, collega in modo temporale le cariche dei due organi di gestione delle Fondazioni, vale a dire il consiglio di amministrazione e il sovrintendente;
in data 21 agosto 2003 il consigliere d'amministrazione, in rappresentanza dell'autorità di Governo competente per lo spettacolo si è dimesso dall'incarico ed alla data odierna non è stato ancora sostituito;
a seguito delle dimissioni del sovrintendente della fondazione Teatro Massimo Claudio Desderi è stato annunciato, senza alcun passaggio dal Consiglio d'amministrazione della Fondazione stessa la nomina ad interim del maestro Pietro Carriglio -:
in virtù di quali norme dell'ordinamento sia stato possibile che il Presidente della Fondazione abbia comunicato agli organi di stampa le dimissioni del ex Sovrintendente della fondazione Teatro Massimo di Palermo Claudio Desideri e la nomina del suo sostituto in palese violazione dell'articolo 10 sopracitato che da queste esclusive competenze al Consiglio di Amministrazione;
in virtù di quale norma sia altresì possibile che venga conferito al nuovo Sovrintendente un incarico per un periodo di sei mesi, quando il su citato articolo 13 comma 3 del decreto legislativo 367 del 1996 obbliga espressamente a conferire l'incarico per lo stesso periodo di durata del Consiglio di Amministrazione, ossia quattro anni.
(4-08307)
Per quanto riguarda le dimissioni del rappresentante di questo Ministero dall'incarico nel Consiglio di amministrazione, si rende noto che le stesse risultano essere state presentate in data 5 settembre e il componente è stato sostituito con decreto 10 dicembre 2003.
In merito, invece, alle questioni riguardanti le dimissioni del precedente sovrintendente e la nomina del maestro Carriglio, si precisa che, in data 15 dicembre 2003, le suddette dimissioni sono state portate all'attenzione del Consiglio di amministrazione e da tale organo accettate e, conseguentemente, il Consiglio ha proceduto alla nomina del nuovo incaricato, secondo le attribuzioni di legge e di Statuto.
Si precisa anche che non risulta che siano intercorse comunicazioni stampa antecedenti all'esame in Consiglio di amministrazione di tali eventi.
Si chiarisce, infine, che, per quanto concerne il periodo di incarico del nuovo sovrintendente, la delibera di nomina del 15 dicembre 2003 prevede che il suo insediamento sia «a far data dalla sottoscrizione del contratto» senza alcun termine finale, attribuendo allo stesso i compiti previsti sia dalla legge che dallo Statuto della fondazione. Come anche esposto dall'interrogante e ai sensi delle disposizioni normative in materia, il conferimento dell'incarico dell'organo monocratico e di quello collegiale della fondazione esigono la contemporaneità, data la responsabilità di gestione ricadente su entrambi e, pertanto, il mandato dell'attuale Sovrintendente sarà sino al termine del
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
la Datitalia srl (ex Infosud) di Messercola (Caserta), i cui locali di lavoro sono a Napoli, al Centro direzionale isola E3 e, in misura minore, ad Arzano (Napoli), riceve commesse solo dal gruppo Gepin Datitalia spa (un indotto Telecom: produce i programmi informatici per l'amministrazione, fatturazione, contabilità, dei clienti Telecom; bollette di pagamento, reclami, rimborsi, eccetera);
la mattina del 24 dicembre scorso, i dieci dipendenti (cinque donne e cinque uomini) di Datitalia srl ricevevano un telegramma dove si annunciava la «cessazione dell'attività per il 31 dicembre 2003 con conseguente licenziamento di tutti e dieci i dipendenti»;
risulta all'interrogante che i dieci dipendenti sono in realtà dipendenti della Gepin, in quanto la lettera di assunzione è della Gepin. Essi lavoravano per Infosud presso i locali della Gepin quando la Datitalia srl rilevò l'Infosud (Probabilmente Infosud e Datitalia srl sono società di comodo del gruppo Gepin);
da notizie in possesso dell'interrogante risulta che all'atto dell'assunzione, nel 1998-99, i dieci dipendenti furono assunti con una cosiddetta «Borsa di studio» di varia durata (6-12 mesi), ma dopo 1-2 mesi di tirocinio e apprendistato per il restante periodo della «Borsa» prendevano 200-300 euro al mese, lavorando nell'attività produttiva per 7-8 e più ore al giorno, passando di ditta in ditta (Infosud-Datitalia srl), perdendo diritti quali l'anzianità, ferie non godute, assegni familiari, eccetera; da 2 anni, il padrone, affermando di voler applicare il contratto, ha tolto loro la 14 mensilità e altre voci accessorie come mensa, eccetera;
a parere dell'interrogante, quanto suddetto è un mero fenomeno di lavoro nero e sommerso di ditte alle quali Telecom e altre multinazionali della comunicazione si rivolgono. Ditte che si avvalgono di appalti e subappalti, non rispettano i diritti dei lavoratori, e per ragioni fiscali spezzettano un'unica azienda in tante microaziende-fantasma -:
se non ritengano opportuno porre in essere le opportune iniziative atte a verificare l'esattezza e l'entità di quanto esposto in premessa;
se non ritengano di dover adottare iniziative normative che rendano più rigida la disciplina delle ipotesi come quelle sopra rappresentate.
(4-08655)
La medesima società ha, peraltro, fatto presente che esulano dalla propria sfera di competenza le vicende - cui fa riferimento l'atto ispettivo medesimo - occorse ai lavoratori ivi impiegati.
Secondo quanto comunicato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a seguito degli accertamenti effettuati dalla competente direzione provinciale del lavoro di Caserta, è emerso che la S.r.l. Datitalia, costituita il 23 febbraio 2000 - avente ad oggetto lo svolgimento di attività nel settore informatico - fino al 30 maggio 2001, ha avuto come amministratore unico il signor Affinita Mario Aldo, a cui è subentrata, dal 31 maggio del 2001, la signora Affinita Alessia e che la società medesima non ha mai posseduto una sede operativa nella provincia di Caserta atta a consentire ai
La medesima direzione provinciale ha accertato, inoltre, che la società Datitalia, fino al dicembre del 2003, ha operato sulla base di incarichi di lavoro, commissionati dalla Gepin Engineering S.p.a con sede in Napoli, sulla base di «accordi produttivi» stipulati negli anni 2000, 2001, 2002 e 2003, che prevedevano sia la produzione di software, in base alle specifiche tecniche e funzionali stabilite dalla medesima Gepin Engineering, sia la fornitura di servizi di assistenza sistematica richiesti, di volta in volta, dalla stessa società Gepin Engineering; in assenza di una sede operativa della Datitalia idonea allo svolgimento delle attività dei dipendenti è presumibile, ad avviso della direzione provinciale del lavoro di Caserta, che l'attività lavorativa fosse svolta, esclusivamente, presso la sede di altre ditte.
Dalle verifiche effettuate dalla medesima direzione provinciale, sul registro dei Cespiti ammortizzabili non sono risultati beni idonei allo svolgimento dell'attività in parola registrati a favore della Datitalia S.r.l. e «dagli accordi produttivi» è emerso che il corrispettivo a corpo veniva determinato in base alla complessità dell'opera ed alla stima dell'impegno delle risorse professionali necessarie, mentre il corrispettivo, relativo a ciascuna produzione a man power veniva determinato in base alle ore di effettiva prestazione mediante l'applicazione di tariffe orarie. Inoltre, il personale utilizzato dalla Datitalia, doveva dimostrare alla ditta committente (Gepin Engineering) di possedere l'adeguata preparazione ed era facoltà della committente rifiutare l'impiego di personale della Datitalia non ritenuto idoneo a proprio insindacabile giudizio. Nelle produzioni a man power, inoltre, la Datitalia doveva fornire un gruppo di lavoro per il quale andava indicato un responsabile incaricato di intrattenere rapporti professionali con il capo progetto della ditta committente (Gepin Engineering) che svolgeva funzioni di coordinamento, controllo e supervisione dell'attività svolta dal gruppo di lavoro.
L'ex amministratore unico, signor Affinita Mario Aldo, attualmente socio della Datitalia S.r.l., nel corso degli accertamenti ispettivi, ha confermato che i propri dipendenti venivano impiegati come operatori di software presso altre società, sulla base di incarichi di lavoro della Gepin-Engineering dichiarando, inoltre, che i dipendenti della Datitalia S.r.l. avevano sempre lavorato solo nella provincia di Napoli.
Ulteriori riscontri effettuati dalla medesima direzione provinciale, hanno evidenziato che i lavoratori in questione sono stati assunti non mediante «borse di studio», ma con contratto a tempo indeterminato ai sensi di leggi di disciplina degli incentivi all'occupazione.
Secondo quanto riferito la direzione provinciale del lavoro di Caserta, a seguito di quanto emerso nel corso degli accertamenti, ha ritenuto opportuna la prosecuzione e l'approfondimento degli accertamenti stessi da effettuare, per competenza territoriale, dal servizio ispezione del lavoro di Napoli, in particolare sotto il profilo della verifica della dipendenza dei lavoratori interessati dalla Datitalia o dalla Gepin Engineering.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
sabato 6 marzo, a Pignataro Maggiore (Caserta), in occasione di una pacifica manifestazione contro la piattaforma dei rifiuti industriali tossici e nocivi e contro la centrale termoelettrica della vicina Sparanise, il corteo, con tantissimi bambini e madri di famiglia, è stato affrontato con manganellate e spintoni da poliziotti molto nervosi. Un bambino di sette anni, nella calca, è stato colpito da un poliziotto. Poteva finire in tragedia. I bambini piangevano a dirotto, terrorizzati;
in questa vicenda si è particolarmente distinto un graduato della polizia, facilmente identificabile da tutti perché aveva il grado che corrisponde a quello di
la mobilitazione era cominciata alle 15, in piazza Umberto I, dove erano confluite intere famiglie, i bambini delle scuole con i loro insegnanti, i disegni, gli striscioni; la Comunità ecclesiale, gli agricoltori della Coldiretti, i giovani del centro sociale «Tempo rosso», i comitati anti-piattaforma e anti-centrale, il «Comitato ambiente e salute in Terra di Lavoro», con rappresentanze di Presenzano, Carinola, Sparanise, Calvi Risorta, Pastorano, Francolise, di tutto l'Agro caleno. Ma il grosso era di Pignataro Maggiore, una presenza massiccia, pacifica, con amministratori comunali ed esponenti politici locali; hanno aderito i lavoratori della Olimpias. Il corteo dal casello autostradale di Capua ha fatto ritorno a Pignataro ed è stato ricevuto dal vice prefetto Paolino Maddaloni e dal questore Vincenzo Roca (a Palazzo Scorpio, sede dell'Amministrazione comunale), ai quali sono state illustrate le richieste della popolazione. Il vice prefetto e il questore riferiranno al prefetto di Caserta, Carlo Schilardi, che la gente è esasperata e che la strada non è quella della repressione; la difesa dell'ambiente e della salute non può essere reato, non può essere presa a manganellate;
fatti del genere rischiano, purtroppo, di incrinare il rapporto di fiducia con le Istituzioni e con le forze dell'ordine;
occorrono, secondo l'interrogante, formazioni adeguate e disposizioni precise; i manganelli non devono essere usati dagli agenti (e a Pignataro sono stati usati impugnati al contrario, in maniera illegittima). Lo ha giustamente osservato anche il Vescovo della Diocesi di Teano-Calvi, condannando l'aggressività delle forze dell'ordine -:
quali interventi il Ministro dell'interno ritenga di dover assumere affinché l'ordine pubblico, nei confronti di lotte popolari, pacifiche anche se radicali, non venga organizzato in termini di inaccettabile repressione.
(4-09384)
Il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine ha contribuito ad assicurare il corretto svolgimento dell'iniziativa garantendo sia il diritto costituzionale a manifestare pacificamente le proprie opinioni, sia il diritto di tutti i cittadini alla sicurezza.
Il corteo, che ha visto la partecipazione di circa 4000 persone fra le quali il Sindaco, gli amministratori comunali di Pignataro Maggiore, rappresentanti del clero, degli agricoltori, di cittadini di altri comuni limitrofi e gli esponenti del centro sociale autogestito «Tempo Rosso», iniziava regolarmente alle ore 15,00 e, dopo aver percorso le strade cittadine, deviava dal suo itinerario con l'intenzione di invadere la vicina sede ferroviaria, cosa che non riusciva grazie alla presenza delle forze dell'ordine che già presidiavano la stazione.
A questo punto i manifestanti proseguivano la marcia lungo la statale «Casilina» in direzione Capua (Caserta) con l'intento di raggiungere il casello dell'autostrada A1 Napoli-Milano, ponendo, alla testa del corteo, donne e bambini, che consentivano ai dimostranti di forzare i blocchi posti in essere dalle forze dell'ordine per impedire le variazioni al percorso non concordate.
Al fine di ricondurre il corteo nell'itinerario stabilito, il prefetto ed il questore prendevano contatti con il sindaco di Pignataro Maggiore e i rappresentanti del comitato organizzatore convincendoli ad invitare i manifestanti a rientrare nel centro cittadino.
La situazione si normalizzava dopo che il prefetto concordava con il sindaco di fissare una riunione nell'aula consiliare del comune di Pignataro durante la stessa serata; i dimostranti, senza mai venire in contatto con le forze dell'ordine, rientravano in città dove, alle 19,30 circa, la
Nell'incontro si conveniva di dare incarico alla prefettura di concordare due incontri tra i rappresentanti dei manifestanti e le istituzioni coinvolte sul tema oggetto della protesta: il primo con il Commissario di Governo per l'Emergenza Rifiuti in Campania, per affrontare le questioni relative alla realizzazione della piattaforma per i rifiuti tossici e nocivi nel territorio del comune di Pignataro; il secondo con l'assessore regionale alle attività produttive, per segnalare le situazioni collegate alla realizzazione di una centrale termoelettrica nel comune di Sparanise.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
una delegazione delle associazioni del Veneto ha svolto dal 29 dicembre al 5 gennaio nel territorio di Israele e Palestina un'intensa attività di incontri con forze politiche, religiose, istituzionali;
la delegazione ha visitato i campi profughi, villaggi palestinesi, insediamenti israeliani per poter meglio rendersi conto della situazione economica, sociale e culturale del Paese;
la situazione che si è prodotta a seguito delle decisioni del Governo israeliano di erigere il muro di separazione dalla Cisgiordania e alla striscia di Gaza, ha determinato un deterioramento delle condizioni di vita e di reddito dei territori palestinesi;
il reddito medio pro capite è precipitato del 15 per cento e il 35 per cento delle famiglie vive al di sotto la soglia di povertà. Tra la popolazione attiva, la disoccupazione supera il 70 per cento ed è causata sia per la impossibilità di uscire per recarsi in Israele a lavorare sia per il clima di incertezza che aleggia sulla società;
il turismo nei luoghi santi è oggi quasi sparito a causa del conflitto. La delegazione ha visitato siti archeologici e monumentali di fondamentale importanza per la religione cristiana come la chiesa di Santa Maria a Betlemme o di Santa Barbara ad Aboud in cui la follia della guerra ha distrutto molti dei beni culturali dell'umanità;
l'economia palestinese sopravvive grazie agli aiuti caritatevoli dei vari paesi del mondo e alle rimesse degli emigranti. Questi aiuti però sono insufficienti ad assicurare i mezzi indispensabili per la sopravvivenza della popolazione;
il 1 dicembre 2003 è stato sottoscritta a Ginevra, su impulso di personalità non governative israeliane e palestinesi, il patto per la pace. Il patto si fonda sul principio di due Stati, definisce i nuovi possibili confini, prevede una co-sovranità sulla città santa di Gerusalemme, suggerisce una soluzione praticabile alla delicata questione dei profughi palestinesi, contiene minuziose proposte e indica in termini dello status finale per tutte le questioni controverse;
il patto mostra che è possibile giungere ad un futuro di pace basato sul reciproco riconoscimento e può essere lo strumento per aprire il dialogo e riprendere il negoziato governativo -:
se il Ministro interrogato intenda farsi interprete, in concreto presso l'Unione europea, della ripresa della negoziazione del processo di pace tra le parti affinché la soluzione 2 popoli 2 stati possa essere raggiunta prima che il totale degrado sociale dell'economia e le speranze di pace siano annullate dalle operazioni militari;
se non ritenga utile attivarsi per sostenere tutti gli spazi di dialogo fra israeliani e palestinesi e perché sia verificata al più presto in sede ONU la coerenza dei contenuti del Patto per la pace con le risoluzioni dell'ONU relative all'area in questione.
(4-09627)
Su di un piano particolare, specificatamente relativo al «Patto per la pace», va ricordato che il Governo italiano ha seguito sin dall'inizio con grande attenzione l'iniziativa delle società civili israeliana e palestinese che ha condotto alla redazione del documento firmato a Ginevra. I promotori di questa iniziativa Yossi Beilin e Vasser Abed Rabbo sono stati ricevuti alla Farnesina dal Ministro degli esteri Franco Frattini, che nell'occasione ha confermato l'appoggio italiano a questa iniziativa, come a tutte quelle che promuovono il dialogo tra i due popoli.
Il Governo italiano, peraltro, ha rilasciato lo scorso 2 dicembre, giorno della firma del Patto per la pace, un comunicato come Presidenza dell'Unione europea a nome dei Venticinque, in cui si definiva questa iniziativa un utile contributo all'importante dibattito all'interno delle opinioni pubbliche israeliana e palestinese sul possibile esito finale dei negoziati. Si ribadiva inoltre la convinzione che il Patto per la pace non si ponesse come alternativa alla Road Map, unico strumento internazionalmente condiviso e accettato dalle Parti per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, ma come suo utile complemento.
Il Governo italiano ha, d'altra parte, da sempre incentivato la collaborazione delle società civili israeliana e palestinese promovendo una serie di iniziative people to people, mirate in particolare alle generazioni più giovani che rappresentano la migliore speranza per un futuro di pace nella regione.
In relazione all'esigenza di rilancio del negoziato israelo-palestinese, nel ribadire come sopra accennato il costante impegno dell'Italia, d'intesa con i partners europei, per favorire la ripresa del processo negoziale in Terra Santa, il Governo italiano si è in particolar modo adoperato con la Presidenza europea con gli Stati Uniti e con la Russia per una rapida convocazione di una riunione ministeriale del Quartetto. Per questo abbiamo salutato con particolare soddisfazione la riunione di New York dello scorso 4 maggio, dalla quale è giunto il messaggio di forte impegno della Comunità internazionale che auspicavamo e di cui vi era al momento grande bisogno.
In particolare, il Governo italiano ha apprezzato il contenuto del comunicato finale del Quartetto, in cui ha visto riproposti una serie di principi da esso pienamente condivisi ed oggetto di diverse sue prese di posizione: la necessità che le questioni di Statuto finale siano risolte attraverso l'accordo tra le parti; la centralità del Quartetto e della Road Map; la creazione di un meccanismo di verifica degli adempimenti e della performance delle Parti; il sostegno al piano di ritiro israeliano del Premier Sharon nella misura in cui esso sia compatibile con la Road Map.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la pesca dei molluschi bivalvi nel Compartimento marittimo di San Benedetto del Tronto versa in stato di grave crisi e ciò è dimostrato dal fatto che nell'arco degli ultimi 30 mesi sono stati effettuati ben 11 mesi di fermo;
nonostante il trasferimento di 26 imbarcazioni dal compartimento di San Benedetto del Tronto al Compartimento di Ancona, avvenuto quasi 2 anni fa a seguito dei problemi di sovrappopolamento di vongolare, la situazione non è migliorata in modo significativo;
la situazione sta diventando un problema di sicurezza pubblica, con atti di enorme gravità, come dimostra quanto accaduto nella serata di sabato 19 giugno 2004 a Porto San Giorgio (Ascoli Piceno), quando sconosciuti hanno posizionato due ordigni esplosivi nelle imbarcazioni del presidente e del vice-presidente del Consorzio Vongole del Piceno (Co.Vo.Pi), con il conseguente affondamento della barca del vice-presidente e gravi danni per quella del presidente;
contestualmente, ad aggravare la situazione, è sempre più diffuso in mare un mollusco concorrente della Venus Galina o Vongola comune, detto Scapharca o Scrigno di Venere, che le toglie spazio e risorse vitali, invadendo il territorio dalla costa fino ad oltre le 3 miglia;
pur essendo lo Scrigno di Venere commestibile e commercializzato con iniziative da parte di privati a livello locale, manca una efficace azione promozionale;
da alcuni studi scientifici effettuati presso il Cnr si evidenzia il timore che in pochi anni la specie autoctona (Venus Galina) possa essere definitivamente sopraffatta dalla Scapharca;
il locale consorzio di gestione Co.Vo.Pi. ha preso tutte le iniziative necessarie per poter operare in maniera ottimale, trattenendo in alcuni casi i pescatori dall'effettuare manifestazioni esasperate dettate dallo scontento e soprattutto dalle difficilissime situazioni economiche in cui versano;
a causa delle rigide modalità di ingresso e di uscita dal settore vongole, le imprese non possono dismettere l'attività secondo i canoni ordinari dell'attività economica e pertanto non possono orientarsi verso altri settori di pesca;
il perdurare della crisi potrebbe determinare seri problemi a tutti i nuclei familiari che vivono sugli introiti di questo settore particolare della pesca -:
se non sia il caso di attivare nei tempi più rapidi possibili, una task force per effettuare ricerche approfondite sulle cause della inusuale moria di vongole e dell'anomalia che si riscontra nel Compartimento di San Benedetto del Tronto, non compatibile neppure con la normale e riconosciuta ciclicità del prodotto;
se non sia opportuno predisporre una campagna di promozione dello Scrigno di Venere, la cui pesca e conseguente vendita avrebbe il duplice obiettivo di fornire una ulteriore fonte di ritorno economico alle imprese e di ridurre la competizione nei confronti della vongola comune;
se non sia il caso, anche per restituire la dovuta serenità agli operatori, di attivare le procedure per l'erogazione di provvidenze speciali per le imprese operanti in questo particolare settore, anche attraverso la creazione di un meccanismo di solidarietà tra Consorzi vongole per alleviare le difficoltà di molte imprese prossime al fallimento, che nei casi più esasperati possono portare a gesti di estrema gravità e comunque mai giustificabili.
(4-10306)
Infatti, uno dei requisiti necessari per il raggiungimento degli obiettivi dello sfruttamento
In tale direzione, si assicura l'impegno dell'amministrazione a porre l'azione della ricerca scientifica a sostegno delle molte imprese ittiche, al fine di far fronte alle emergenze che caratterizzano il settore.
Ciò premesso e con riguardo alla zona in oggetto, si ricorda che con il decreto ministeriale del 1o dicembre 2001 (Gazzetta ufficiale n. 16 del 19 gennaio 2002) è stato istituito un apposito comitato di coordinamento per la sperimentazione dell'attività di pesca dei molluschi bivalvi con draga idraulica nei compartimenti marittimi di Ancona e San Benedetto del Tronto ed è stata affidata al CN.R.I.S. M.A.R. di Ancona l'attività di monitoraggio e di ricognizione, attraverso studi e ricerche volte a pianificare eventuali operazioni di redistribuzione delle risorse ed a valutare nel complesso la gestione delle attività di pesca ivi svolte.
Quanto al mollusco lo «Scrigno di Venere», si ricorda che proprio il Comitato di gestione delle risorse biologiche del mare e la Commissione consultiva centrale per la pesca marittima, nel corso della riunione del 15 aprile 2004, hanno provveduto all'attribuzione del nome a tale mollusco.
Infine si precisa che, nel quadro giuridico vigente per il settore della pesca, esiste già lo strumento legislativo che consente l'applicazione di interventi compensativi delle perdite di reddito connesse ad emergenze ambientali e/o avversità meteo-marine, che hanno particolarmente colpito le attività di pesca ed acquacoltura.
Di conseguenza, l'impegno dell'amministrazione si sostanzia, non tanto nell'introduzione di nuove misure, bensì nel necessario adeguamento dei dispositivi esistenti, con specifico riferimento alla legge 5 febbraio 1992 n. 72, istitutiva del Fondo di solidarietà nazionale.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.
con il decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 si è perimetrata la funzione e l'ambito di operatività della cassa delle ammende, ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ai sensi dell'articolo 4, legge n. 547 del 9 maggio 1932;
la recente modifica dell'assetto normativo della cassa ha stabilito nuove finalità da perseguire attraverso la utilizzazione dei fondi disponibili, finalità maggiormente calibrate sui problemi più attuali e strutturali della amministrazione penitenziaria;
l'erogazione dei fondi della suddetta cassa è stata destinata, in particolare, al finanziamento dei programmi che attuano interventi di assistenza economica in favore delle famiglie di detenuti ed internati, nonché programmi finalizzati a favorire il reinserimento sociale degli stessi;
per realizzare le suddette finalità, l'articolo 129 del richiamato decreto del Presidente della Repubblica determina le modalità di presentazione dei progetti e l'iter per la relativa istruttoria ed approvazione, opportunamente specificato da un regolamento interno emanato dal consiglio di amministrazione della cassa;
l'importanza di realizzare compiutamente ed in tempi ragionevoli le richiamate finalità, impone dinamismo ed impegno da parte di tutti gli organi funzionalmente preposti alla gestione dell'ente;
il reinserimento effettivo del detenuto, oltre che rappresentare una finalità della pena costituzionalmente protetta (articolo 127) rappresenta una concreta risposta, in termini di prevenzione del crimine, per l'intera comunità;
l'attuale condizione carceraria, disagiata e precaria in molti istituti di reclusione, impone uno sforzo diretto ad un miglioramento qualitativo delle strutture;
a tre anni di distanza dalla entrata in vigore del decreto del Presidente della
quali interventi sono stati realizzati, utilizzando le risorse finanziarie della cassa ammende, per attuare le finalità previste dall'articolo n. 129 del decreto del Presidente della Repubblica 230/2000;
quali programmi sono stati ammessi al finanziamento e quanti si trovano, ad oggi, in una fase meramente istruttoria, in attesa di un provvedimento di accoglimento o di rigetto.
(4-08079)
Peraltro, ne sono state ampliate le competenze e sono state attribuite alla stessa nuove finalità tra le quali quelle precisate dall'articolo 129.
Espletate, pertanto, tutte le attività amministrative ed organizzative riguardanti il nuovo assetto della Cassa Ammende, il neo Consiglio di amministrazione, riunitosi per la prima volta il 23 gennaio 2001, prese atto che la novella de qua (segnatamente al disposto dell'articolo 129 citato) consentiva interventi ad ampio raggio che potevano investire sia la condizione della detenzione che quella della esecuzione penale esterna.
Per tale motivo il Consiglio ritenne che dovessero preliminarmente essere individuati i criteri da seguire per il finanziamento dei progetti.
Al contempo si prese atto che l'ampliamento delle funzioni stabilito dalla nuova normativa, nonché le disposizioni emanate in materia di contabilità pubblica nel corso degli ultimi anni imponessero una «rivisitazione» del bilancio della Cassa, non più rispondente a supportare il finanziamento delle nuove attività.
Per tali motivi, previo concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, si è provveduto a realizzare un nuovo bilancio e tale attività ha richiesto, inevitabilmente, un congruo lasso di tempo.
Successivamente, il Consiglio di amministrazione ha preso atto della necessità di redigere un regolamento interno che disciplinasse l'erogazione dei fondi, posto che il quadro normativo di riferimento presentava, sul punto, vistose lacune.
In data 18 febbraio 2004 tale regolamento amministrativo-contabile è stato approvato dal Consiglio di amministrazione; nello stesso tempo sono stati deliberati favorevolmente due progetti denominati «Và dove ti porta il cuore» e «La rete che cura» presentati dalla Direzione generale dei detenuti e del Trattamento del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
Trattasi di due progetti riguardanti la sperimentazione della telemedicina nelle carceri e l'attività di sostegno ed integrazione in favore di pazienti affetti da patologie psichiatriche o da gravi disturbi della personalità che all'interno delle carceri causano spesso episodi di autolesionismo o violenza.
Nel corso dell'ultima seduta del Consiglio è stata inoltre avviata la disamina di altri progetti già presentati.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
in palese contrasto con l'articolo 216 del testo unico delle leggi sanitarie, che prevede che insediamenti per attività produttive classificate insalubri di prima classe debbano esser posti lontano dalle abitazioni, il 2 febbraio 1999, il Comune di Rosà (Vicenza) ha dato il via libera ad un nuovo insediamento produttivo (PIP49) di 140.000 metri quadrati nell'area compresa tra via Pacelli, via Brega, via Dalmazia a ridosso di abitazioni civili;
sino dagli anni '30 la bibliografia archeologica del territorio bassanese segnala nella vasta area destinata a divenire
nella zona di San Pietro di Rosà, infatti, sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici di tradizione Paleoveneta, romani e altomedioevali già posti all'attenzione della Soprintendenza di Padova (Disco votivo, ciottoli incisi, strutture murarie, monete, vasellame, fondamenta di ville romane con pavimentazione a mosaico e, in un'antica chiesa in fase di restauro, fonte battesimale paleocristiano, seconda chiesa biabsidale carolingia, affreschi, tombe, eccetera);
all'interno del PIP49 dal 1997 e solo dopo reiterate insistenze da parte della cittadinanza, del Comitato di Paese e del locale Gruppo Archeologico, si è potuto iniziare un primo studio del sito di circa 8000 metri quadrati;
lo scavo ha confermato e incrementato l'importanza della «via del Nord», conosciuta come «via de Fontaniva» e successivamente come «via Zattiera», asse tra Nord e il Padovano sin da tempo immemorabile: la via si è conservata integra con le rogge dei veneziani per più di 3 chilometri verso Nord, straordinaria testimonianza viaria, arricchita da un sito abitativo di più di 1500 anni fa;
nel maggio 1999 prot. n. 7257 la Sovrintendenza ha comunicato al Comune la positività degli studi e degli scavi nel sito e ha classificato i ritrovamenti insediativi di età romana dal periodo primo secolo a.C. al IV-V secolo d.C.;
all'insaputa della Sovrintendenza e nonostante la stessa avesse stabilito che i ritrovamenti erano di proprietà dello Stato, nel 2001 il Comune di Rosà ha venduto un'area di 8000 metri quadrati a privati del consorzio PIP49, privando la cittadinanza della possibilità della fruizione alla disponibilità collettiva, come sancito dalla legge;
nel 2001 - prot. n. 14767 - la Sovrintendenza ha escluso i volontari del Gruppo archeologico locale dagli studi e dagli scavi in zona violando il disposto della legge 241 e dello Statuto, ma ha mantenuto i rapporti con il Consorzio PIP49;
nel novembre 2001 - prot. n. 16207 - la Sovrintendenza ha comunicato alla Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che durante i sopralluoghi effettuati presso l'area archeologica del PIP49 dal Soprintendente dottor Luigi Malnati e dal funzionario dottoressa Elena Pattenò si è riscontrato l'effettivo interesse archeologico del sito;
nel dicembre 2001, - prot. n. 16960 - la Soprintendenza ha comunicato al Comune di Rosà (VI) che il materiale rinvenuto nel sito è di proprietà dello Stato (decreto legislativo n. 490 del 1999);
l'11 gennaio 2002, alcuni consiglieri comunali hanno informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bassano del Grappa (VI), integrando un esposto già depositato nel 2001 (fascicolo 2771/01), circa le supposte illiceità, leggerezza, superficialità e violazione di legge da parte dell'amministrazione comunale;
nel febbraio 2002 - prot. n. 2141 - la Soprintendenza ha comunicato al Comune il parere di competenza del Comitato di settore per i Beni Archeologici riunitosi in seduta il 29 gennaio 2002: «il progetto PIP49 non può danneggiare in alcun modo le strutture emerse nel corso delle recenti campagne di scavo»;
nel marzo 2002 - prot. n. 4232 - la Soprintendenza, nel comunicare il nullaosta agli interventi del PIP49, li subordinava alla «... necessità durante i lavori di attenersi alle prescrizioni espresse nel decreto legislativo n. 490 del 1999, articolo 21, riservandosi di definire e concordare con i proprietari dei lotti interessati dai ritrovamenti archeologici "(non si tratta di Giuseppe Bordignon della Zincheria Valbrenta, ma di altri" e con l'amministrazione comunale le modalità di valorizzazione
il 24 maggio 2002, il comune di Rosà ha rilasciato le concessioni edilizie n. 95 e 96 al Consorzio PIP49 (per le opere di urbanizzazione dell'area) e al signor Giuseppe Bordignon (per la costruzione della nuova Zincheria Valbrenta di 74.000 metri quadrati), già oggetto di impugnativa preso il TAR Veneto, Consiglio di Stato, Tribunale Penale e Civile di Bassano del Grappa;
il 7 ottobre 2002, il Comitato di Paese S. Pietro ha segnalato alla Sovrintendenza di Padova il rischio archeologico nel PIP49, in quanto con la predisposizione per la rete fognaria la ditta appaltatrice dei lavori (Adige Bitumi) stava per violare il sito archeologico, nel frattempo recintato ad opera del Ministero per i Beni Archeologici con rete metallica e plastica e con l'apposizione di cartelli di colore giallo con l'iscrizione: «DIVIETO DI SCAVO legge n. 1089 del 1 giugno 1939 c.p.»;
visto l'esito infruttuoso della segnalazione alla Sovrintendenza di Padova, il 20 novembre 2002, si procedeva depositando presso la stazione dei Carabinieri di Rosà, nella persona del Comandante Maresciallo Chiantese, esposto (con allegata documentazione fotografica) alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bassano del Grappa (VI), richiedendo intervento urgente da parte dell'Autorità Giudiziaria onde fermare lo scempio;
il 23 dicembre 2003, - prot. n. 17684 - la Soprintendenza comunicava al Comitato di Paese e al Comune di Rosà che, a seguito del sopralluogo del 24 ottobre 2003, effettuato dalla dottoressa Elena Pettenò, si era rilevato che i lavori del PIP49 erano stati eseguiti secondo le prescrizioni dettate nella comunicazione del marzo 2002 prot. 4232 -, già citata;
la realtà, per chiunque si rechi in loco allo scopo di vedere il sito archeologico, è che non si vede più nulla ad eccezione di una cisterna: tutto è scomparso o sepolto;
la tutela del patrimonio archeologico è una priorità per lo Stato;
i «Quaderni di Archeologia del Veneto», massimo organo informativo della Regione Veneto, hanno evidenziato più volte l'importanza dei reperti di San Pietro di Rosà, che testimoniano l'origine stessa della storia e cultura bassanese, permettendo di conoscere uno spaccato di secoli, non solo sulla realtà del latifondo romano o della città, ma in un luogo lontano dai Municipia romani;
dall'8 agosto 2002, l'intera cittadinanza si è mobilitata per difendere la propria storia, istituendo un presidio permanente notte e giorno, con sacrificio anche economico per far fronte alle spese legali;
il presidente del Comitato di Paese, Stefano Zulian, nel novembre 2003 è stato oggetto di una vile aggressione, con grave pericolo della vita, sulla quale sono tuttora in corso indagini -:
se intenda accertare i motivi che hanno determinato scelte così penalizzanti per la tutela dei beni culturali, archeologici, ambientali;
se non ritenga in contrasto con la salvaguardia del patrimonio archeologico dello Stato il fatto che il controllo sia esercitato con superficialità, leggerezza, in contraddittorio con le stesse prescrizioni della Soprintendenza, in spregio del diritto della collettività e a danno dello Stato;
se intenda attivarsi affinché venga garantita la massima tutela dell'area archeologica succitata, il cui potenziale storico-culturale è fondamentale non solo per la cittadinanza locale ma per tutto il patrimonio archeologico nazionale.
(4-09350)
Le campagne di scavo, condotte fino all'anno 2001 dalla soprintendenza e, per diversi anni, anche dal gruppo archeologico locale, in accordo con lo stesso ufficio, hanno messo in luce solo materiali mobili, non attribuibili ad una precisa fase e funzione insediativa, senza evidenziare resti strutturali.
Per tali motivi, questa amministrazione, una volta visionato il progetto preliminare del consorzio PIP 49, ha espresso il nulla osta di competenza all'esecuzione dei lavori previsti, chiedendo contestualmente al comune di Rosà di verificare il piano di lottizzazione, al fine di valutare l'eventuale necessità di ulteriori saggi archeologici. Lo stesso consorzio, nell'anno 2001, in accordo con la soprintendenza e con propri fondi, ha eseguito ulteriori ricerche archeologiche nell'area in questione, operazione necessaria per poter procedere, in via definitiva, al suddetto piano.
L'indagine in estensione dell'area ha portato alla luce, in una zona ben circoscritta, i resti murati, purtroppo molto lacunosi a causa delle frequenti arature, di un complesso rustico, senza evidenziare strutture in elevato, né pavimentazioni musive.
Per quanto concerne l'asserita esclusione dei volontari del gruppo archeologico locale alle ricerche di scavo, la soprintendenza ha reso noto che tale decisione è stata motivata dalla necessità di garantire un corretto, esaustivo ed imparziale svolgimento delle indagini, limitando l'intervento di scavo al solo personale archeologico specializzato e addetto ai lavori, nell'esercizio delle potestà conferite dall'articolo 85 del decreto legislativo n. 490 del 1999 e della circolare ministeriale n. 94 del 2000.
Considerata, comunque, la convergenza di interessi storico-archeologici, ambientali, politici ed economici che hanno coinvolto più parti intorno all'area oggetto dell'indagine, la soprintendenza, anche a seguito di parere del competente comitato di settore, ha ravvisato la necessità di dettare al consorzio PIP 49 le prescrizioni opportune ad evitare qualsiasi danneggiamento dei resti archeologici. Il sopralluogo ministeriale, successivamente effettuato, ha confermato il rispetto delle disposizioni impartite.
Si rende noto, inoltre che, a seguito della richiesta di parere alla variante urbanistica esecutiva n. 1 PIP 49, la stessa soprintendenza ha espresso il proprio nulla osta alla realizzazione dei lavori, ritenendo che gli interventi non avrebbero prodotto alcun danno alla conservazione dei resti.
Si segnala, infine, che gli atti d'ufficio relativi alle indagini archeologiche eseguite sono stati visionati, su richiesta, dal Presidente pro-tempore dell'Associazione comitato circoscrizionale di San Pietro di Rosà.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
la crisi del Teatro Massimo di Palermo determina sconcerto e apprensione nella pubblica opinione siciliana e nazionale;
lo stato di crisi è direttamente riconducibili alle responsabilità di una gestione torbita e poco trasparente dell'importante istituzione culturale palermitana;
alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Massimo hanno rappresentato al presidente della Fondazione nonché sindaco di Palermo, onorevole Diego Cammarata, irregolarità
il Consiglio di Amministrazione aveva approvato la stagione artistica 2003-2004 solo dal punto di vista dei profili artistici riservandosi l'approvazione dal punto di vista finanziario all'esito delle variazioni di bilancio, strumento indispensabile per la verifica dei costi preventivati: in conseguenza di ciò, secondo gli interroganti, nessun contratto avrebbe potuto essere perfezionato e dunque i contratti sottoscritti sono privi di un presupposto indefettibile;
recentemente il Sovrintendente dottor Desderi si è dimesso dal suo incarico e ha caricato le sue dimissioni di significati polemici, criticando apertamente il Consiglio di Amministrazione della Fondazione -:
quali provvedimenti urgenti intenda adottare il Ministro per regolarizzare la gestione della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo, per ricondurre a criteri di trasparenza e legittimità il governo di una fondamentale istituzione culturale del nostro Paese ed eventualmente per rivendicare il risarcimento dei danni eventualmente subiti a causa di una gestione oscura e irregolare.
(4-08724)
Si ritiene, pertanto, che la regolarizzazione della gestione della Fondazione ha permesso di superare le segnalate irregolarità ed anomalie verificatesi in questi anni, riconducendo l'operato di tale istituzione a imprescindibili criteri di trasparenza e legittimità.
Per opportuna informazione, si rende noto, infine, che, dalle risultanze contabili provvisorie relative all'anno 2003, è emerso un sostanziale ridimensionamento del disavanzo registrato nell'anno 2002.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
da circa un mese si vanno ripetendo atti di provocazione e di violenza nei confronti dei militanti del centro sociale «Coppola rossa» di Adelfia (Bari);
l'ultimo recentissimo episodio è di particolare gravità, poiché ha visto un giovane del «Coppola rossa» sottoposto ad un pestaggio all'interno di un ipermercato;
tra gli autori del pestaggio, sarebbero stati riconosciuti aderenti all'organizzazione neo-fascista «Forza Nuova»;
il «Coppola rossa» rappresenta uno spazio aggregativo di socialità, di cultura, di contro-informazione e in quanto tale viene considerato un simbolo da abbattere da parte di chi adopera la violenza squadristica come strumento di lotta politica -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per contrastare lo squadrismo neo-fascista che torna a manifestarsi negli episodi di aggressione ai militanti del «Coppola rossa».
(4-09263)
Il 14 aprile, in varie località della provincia di Bari, personale dell'Arma dei Carabinieri, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari, arrestava 14 attivisti di «Forza Nuova», ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di lesioni personali, violenza privata, minacce e ingiurie. Tra di loro figurano anche i presunti autori dell'aggressione prima descritta.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la Capitaneria di Porto di Venezia, ha deciso di «declassare» i canali portuali del Porto di Venezia da 31,5 a 30 piedi;
tale scelta va fatta risalire alla impossibilità da parte dell'Autorità Portuale di continuare nell'escavo dei canali portuali;
tutto ciò può comportare gravi danni e la perdita di competitività per il Porto di Venezia -:
cosa impedisca lo scavo dei canali portuali e come intenda il Ministro intervenire per avviare tale opera fondamentale per il futuro del Porto di Venezia.
(4-09712)
Infatti, tali provvedimenti, classificati come dovuti e necessitati, sono scaturiti a seguito di una accertata situazione di interramento di alcuni tratti del canale Malamocco-Marghera segnalata dalla corporazione dei piloti di Venezia ed evidenziata dai rilievi dei fondali eseguiti dalla locale autorità portuale.
In dipendenza di tale situazione oggettivamente rilevata, la locale capitaneria di porto di Venezia ha proceduto a rendere noti i nuovi pescaggi massimi consentiti, vale a dire di trenta piedi, per le navi in transito nel predetto canale.
Al fine di consentire il superamento di tale limite, l'autorità portuale ha avviato tutte le iniziative del caso nell'ambito dei compiti assegnatile dalla legge n. 84/1994 articolo 6, comma 1, lettera b.
Il Comando Generale del Corpo delle capitanerie di porto fa inoltre presente che, per quanto concerne l'interruzione dell'attività di escavo dei canali portuali, queste hanno subito un rallentamento in quanto i siti individuati dal magistrato alle acque dove collocare i fanghi provenienti dai dragaggi portuali sono quasi del tutto esauriti. Ciononostante, la ditta affidataria dei lavori di escavo, in data 28 aprile ultimo scorso ha iniziato le operazioni di dragaggio finalizzate alla ricalibratura dei relativi fondali, limitatamente ad un tratto del canale di Malamocco-Marghera.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.