Allegato B
Seduta n. 479 del 17/6/2004


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

INNOCENTI, CORDONI, DELBONO, ALFONSO GIANNI, GASPERONI, SGOBIO e BATTAGLIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la sentenza della Corte costituzionale n. 30 del 13 gennaio 2004 ha evidenziato che il meccanismo di perequazione automatica delle pensioni è inefficace ed ingiusto;
il costo della vita è aumentato in questi ultimi anni in modo significativo tanto che è palese la progressiva perdita del potere d'acquisto dei trattamenti pensionistici sia pubblici che privati creando grandi difficoltà a milioni di pensionati i quali vedono peggiorare le loro condizioni di vita;
la Camera dei deputati nella seduta n. 403 del 17 dicembre 2003 ha approvato all'unanimità un ordine del giorno (n. 9/4489/10) a firma degli onorevoli Fiori e Biondi con il quale si

impegna il Governo:

dassumere periodicamente idonei provvedimenti per impedire che le pensioni perdano il loro potere d'acquisto;
recentemente alla Camera dei deputati sono state presentate, da parte di tutti i gruppi dell'opposizione, proposte per modificare i meccanismi di adeguamento dei trattamenti pensionistici in modo da poterli allineare alla crescita del costo della vita -:
quali iniziative siano state assunte, o siano in corso di adozione, per rispondere positivamente a questa giusta richiesta dei pensionati.
(3-03484)

Interrogazioni a risposta scritta:

PISTONE, BENVENUTO, CENNAMO, MAURA COSSUTTA, FLUVI e SGOBIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 30 giugno 2004 scadrà la proroga degli sfratti e dal giorno dopo numerose famiglie italiane, diverse persone con handicap e molti anziani potrebbero trovarsi in gravi difficoltà alloggiative;
è dovere di ogni Governo farsi carico delle persone meno tutelate e più deboli economicamente;
con la legge n. 431 del 1998 è stato istituito il fondo sociale che, come rimedio importante per far fronte a queste situazioni, necessita però di maggiori risorse finanziarie, soprattutto per le città ad alta densità abitativa -:
se non ritenga opportuno adottare urgenti iniziative normative volte a prevedere nuova e opportuna proroga, soprattutto a tutela dei soggetti socialmente più esposti e, nello stesso tempo, a dotare di risorse aggiuntive il suddetto fondo sociale nei comuni dove il fenomeno è maggiormente avvertito, con assoluta priorità per le categorie sociali più a rischio.
(4-10267)

MENIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'attività svolta dal Club Alpino Italiano è sottoposta alla vigilanza ministeriale ai sensi della legge 26 gennaio 1963, n. 91;
sulla rivista ufficiale del CAI si dà notizia di una nuova classificazione alpina - di stampo europeo -, sottoposta alla verifica di diversi geografi europei, denominata SOIUSA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino);
balza all'occhio come nella nuova SOIUSA l'intera area dell'ormai ex Venezia Giulia e dell'Istria viene sottratta al «sistema alpino» e posta invece in pieno «sistema dinarico»; quindi la zona di


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Trieste, quella dell'intero Carso classico, del bacino ipogeo ed epigeo del fiume Timavo, che dai tempi di Augusto apparteneva alla X Regio Venetia et Histria ed era sita nelle Alpi giulie meridionali o carsiche, con questa proposta ne verrebbe esclusa;
va ricordato come la Società Geologica Italiana, massimo organo nazionale della ricerca geologica, nel suo volume «Alpi e Prealpi Carniche e Giulie» scrive: «nell'avvicinamento alle Prealpi Giulie si attraversa la propaggine nord occidentale del Carso che dal punto di vista strutturale costituisce un'importante zona di cerniera tra i sistemi alpino e dinarico». Questo riferimento alla «zona di cerniera» è tradizionalmente indicato in tutte le opere geologiche o geografiche che riguardano l'intera catena alpina: da sempre le Alpi Giulie, nella loro interezza, hanno fatto parte del «sistema alpino», fino al passo di Vrata - Fiume Culpa, ad est di Fiume;
va invece rimarcato come, secondo questa nuova suddivisione, il Carso uscirebbe dalle «Prealpi del Carso», facente parte del sistema alpino, per entrare nel «sistema dinarico» (in cui l'Italia non è presente), con la conseguenza che la zona di Trieste, da un punto di vista geografico, non apparterrebbe più all'Italia;
dalla bibliografia citata nello studio sulla SOIUSA, è facile intuire che il suggerimento dell'appartenenza del Carso e dell'Istria al «sistema dinarico», proviene dalle strutture amministrative statali e/o private della Repubblica di Slovenia. Guarda caso tale divisione somiglia molto alla posizione sostenuta da parte jugoslava nel corso delle trattative preliminari del Trattato di Pace nel 1945, la quale recitava: «il confine naturale tra la regione italiana e quella balcanica non corre, come affermano gli italiani, sullo spartiacque alpino, ma è costituito dalla linea che divide le Alpi Giulie e le Dinaridi dalla pianura friulana. Il confine naturale, così concepito, è pressoché coincidente con la linea etnica». Da parte italiana all'epoca così ci si esprimeva: «la regione naturale italiana nello spartiacque fra l'Adriatico e il Mar Nero che passa per il Monte Nevoso e termina nel Vallone di Buccari. Prima del 1880 nessun geografo aveva negato l'appartenenza del Monte Nevoso alle Alpi giulie. Se gli altipiani carsici non fanno parte del sistema alpino, essi non rientrano neanche nel sistema dinarico, ma costituiscono una entità geomorfologica indipendente»;
va dunque, conclusivamente rilevato a giudizio dell'interrogante, che, nonostante l'unificazione europea, paiono leggersi in termini geografici e geopolitici gli effetti delle ingiustizie e delle pretese di sessant'anni fa -:
se i Ministri interrogati siano informati di quanto sopra riportato e quali valutazioni ne facciano;
se il Governo ritenga o meno di intervenire su una questione che a giudizio dell'interrogante è assai più delicata di quanto potrebbe sembrare, giacché la geografia viene usata in funzione etnico-politica;
quali passi intendano muovere e quali istruzioni intendano impartire, anche nei confronti del Club Alpino Italiano, affinché sia ripristinata la tradizionale ripartizione del sistema alpino italiano, rassicurando peraltro gli abitanti di Trieste e del confine orientale che, anche geograficamente e non solo politicamente e moralmente, si trovano in Italia e non invece in una propaggine dinarica.
(4-10273)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il risultato delle recentissime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, al di fuori dell'Inghilterra, sembra, a giudizio dell'interrogante, riflettere le frustrazioni o quanto meno le insoddisfazioni dei popoli di tutti i 25 paesi membri dell'Unione europea;
i motivi della profonda insoddisfazione che, eccezion fatta per pochi Paesi


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(Spagna, Grecia ed Italia), è stata espressa dai popoli europei in realtà ha assai poco a che vedere con i problemi dell'Europa, ma appare probabilmente legata alla disastrosa politica economica e sociale seguita dai governi nazionali;
in realtà si ha la sensazione che la gravità della situazione economica nei paesi del Vecchio Continente possa essere il risultato pratico del cosiddetto «paradigma di Maastricht» che, imposto nell'ormai lontano 1992 ha pesantemente soffocato gli investimenti produttivi nelle industrie e nelle infrastrutture, ed ha conseguentemente prodotto disoccupazione di massa, caduta del gettito fiscale e progressivo smantellamento dello stato sociale;
in questo modo è nato il movimento di protesta contro i governi nazionali, indipendentemente dalla loro collocazione politica, da parte dei popoli europei, espresso con il duplice dileggio di una modestissima partecipazione al voto (44 per cento degli aventi diritto su base europea) e di una forte sconfitta dei governi nazionali;
la riflessione del momento successivo alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, dunque, non può non estendersi sino a svolgere serie riflessioni sul «conto consuntivo» della logica di Maastricht -:
se non ritenga che le caratteristiche del voto di giugno per il rinnovo del Parlamento europeo non siano tali da consigliare una attenta, approfondita e critica riflessione sulla logica di Maastricht che a giudizio dell'interrogante, in dodici anni di rigorosa applicazione, ha creato, sul piano economico e sociale, guasti che si sono riversati soprattutto in danno degli strati sociali più deboli delle popolazioni europee e che hanno spinto, i popoli dei 25 Paesi dell'Unione europea a punire i rispettivi governi nazionali che, al di là della fisionomia politica, non hanno né saputo né potuto rimediare ai guasti prodotti dai vincoli imposti a tutti i Paesi.
(4-10277)