Allegato B
Seduta n. 476 del 14/6/2004


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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

ONNIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Sardegna, con l'arrivo dell'estate, si ripropone, come ogni anno, il, problema degli incendi e si invoca la massima mobilitazione per prevenire e arginare le gravissime conseguenze cagionate dai roghi, che compromettono, nell'immediato e per il futuro, l'equilibrio ambientale e lo svolgimento di qualsiasi attività umana collegata al territorio percorso dal fuoco;
la Sardegna è, purtroppo, la regione italiana più colpita dagli incendi. Così, stando agli anni più recenti, secondo i dati diffusi dal Corpo forestale dello Stato (www.incendiboschivi.org), nel periodo 1o gennaio-15 luglio 2002, si sono contati, nell'isola, ben 998 incendi (contro i 660 roghi segnalati in Calabria, al secondo posto per numero di incendi registrati in quell'intervallo temporale), che hanno percorso 7.561 ha di superficie (in Calabria, 5.052); nei due mesi di luglio-agosto 2002, in Sardegna si sono avuti poi 981 incendi (480 in Calabria) ed è stata interessata dalle fiamme un'area di 5.445 ha (in Calabria 1.832). La stampa locale ha recentemente evidenziato come, l'anno scorso, siano scoppiati nell'isola 2.000 incendi (molti di origine dolosa) e addirittura 12.000 ettari di terreno siano stati distrutti dal fuoco;
per la prossima estate, l'emergenza incendi si prevede, nell'isola, particolarmente drammatica, in quanto, durante l'ultimo autunno, l'inverno e anche in


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primavera, si è registrata una piovosità notevolmente superiore alle precedenti annate e, di conseguenza, vaste aree, in precedenza prive di vegetazione, appaiono ora invase da erbe e arbusti che, seccandosi, potranno costituire facile esca e alimento per la propagazione delle fiamme;
a fronte di dati e previsioni tanto allarmanti, appare indispensabile organizzare al meglio, fin d'ora, la prevenzione e la reazione contro gli incendi e contro l'attività dei piromani;
da sempre, un contributo essenziale è al riguardo assicurato dal Corpo dei Vigili del fuoco - struttura che fa capo al Ministero dell'interno - operante insieme al Dipartimento della protezione civile e al Corpo forestale;
in Sardegna, tuttavia, secondo quanto denunciato il 30 maggio scorso sul quotidiano locale più diffuso, il predetto Corpo ormai da anni sarebbe penalizzato da forti carenze di personale, essendo l'organico assai lontano dagli standard europei (un vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti);
tale situazione parrebbe particolarmente evidente nella provincia di Cagliari, assai esposta al rischio di incendi, potenzialmente ancor più pericolosi per la presenza di vasti, insediamenti turistici a ridosso delle aree che potrebbero essere coinvolte dai roghi;
per fronteggiare le emergenze, pur con i vuoti d'organico cui si è fatto riferimento, gli appartenenti al Corpo, in servizio nell'isola, sarebbero costretti ad un impegno continuo, che, considerando le fatiche e la pericolosità degli interventi, finisce per esporli a maggiori rischi;
nel medesimo contesto sopra richiamato, si è anche evidenziata la difficoltà incontrata dai vigili del fuoco, nell'operare proficuamente contro gli incendi, a causa dell'inadeguatezza dei mezzi a disposizione. Così, in Sardegna, elicotteri, aerei Canadair e altri mezzi speciali non sarebbero stabilmente presenti; le autobotti in dotazione al Corpo, di concezione ormai datata, non potrebbero essere utilizzate nella maggior parte degli interventi, perché le loro grandi dimensioni le rendono inadeguate ai percorsi su sentieri o strade sterrate; per spegnere i focolai, e immediatamente circoscrivere l'incendio, sarebbero poi indispensabili particolari strumenti ad aria compressa («soffiatori»), che invece mancherebbero -:
quale sia l'attuale situazione dell'organico e dei mezzi a disposizione del Corpo dei Vigili del fuoco in Sardegna;
quali iniziative si ritenga opportuno assumere per assicurarne l'urgente potenziamento, anche in vista della prossima stagione estiva.
(3-03450)

RUZZANTE e COLASIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella città di Padova, in occasione delle elezioni amministrative del 12 e 13 giugno 2004, nel corso delle operazioni di allestimento dei seggi elettorali, alcuni Presidenti di seggio si sono accorti che nella scheda elettorale per le elezioni amministrative per il Comune è stato stampato il simbolo della «Margherita» con apposta in basso la dicitura «insieme per Piove», inoltre è stato sbagliato anche il simbolo dei Verdi, nel quale è stata aggiunta la dicitura «Girasole»;
tali simboli non corrispondono a quelli che sono stati presentati presso il Tribunale competente territorialmente e gli errori di stampa riguardano tutte le schede per le elezioni comunali distribuite presso i vari seggi cittadini;
lo stesso errore è avvenuto nelle schede elettorali dei Comuni di Selvazzano e di Monselice;
l'errore di cui sopra, a giudizio degli interroganti, denota una grossolana mancanza di controllo da parte dei competenti uffici territoriali di Padova del Ministero dell'interno -:
se il Ministro interrogato sia al corrente degli errori di stampa verificatisi


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nelle schede elettorali per le elezioni amministrative dei Comuni di Padova, Monselice e Selvazzano;
quali misure intenda adottare per verificare le ragioni di questo grave errore e per evitare che, in futuro, si possano ripetere simili incidenti che mettono a rischio il diritto di voto dei cittadini;
se il Governo, e in particolare il Ministro interrogato, non ritenga opportuno controllare con la massima attenzione un'operazione fondamentale per ogni democrazia quale è l'esercizio del diritto di voto, piuttosto che perdere tempo, energie, e soldi dei cittadini per inondare i cellulari di milioni di italiani invitandoli formalmente a recarsi alle urne, ma sostanzialmente, a giudizio degli interroganti, chiedendo un sostegno all'attuale Presidente del Consiglio, evidentemente preoccupato di uscire sconfitto dalle urne.
(3-03455)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si continua a parlare, ormai da settimane, della probabile saldatura fra il terrorismo islamico ed il terrorismo internazionale;
in particolare, in occasione della terribile esecuzione del nostro concittadino Fabrizio Quattrocchi, avvenuta in data 14 aprile 2004, sembra che uno dei terroristi abbia interloquito con Quattrocchi in perfetto italiano con l'espressione «neanche per sogno», espressione che, se effettivamente pronunciata, non può, secondo l'interrogante, che appartenere a qualcuno di madrelingua italiana;
il famoso video in possesso di «Al Jazira» confermerebbe la circostanza;
se dalle informazioni in possesso del ministro risulti la circostanza della presenza di un terrorista di probabile madrelingua italiana durante l'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi e, in caso affermativo, se tale circostanza sia da ritenersi confermativa della saldatura fra terrorismo islamico e terrorismo italiano.
(3-03456)

Interrogazioni a risposta scritta:

MILIOTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con lettera del 12 dicembre 2003, prot. n. 2003/24266/Gab., avente per oggetto «Rinnovo Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura, previsto dall'articolo 19 della legge n. 44 del 1999. Designazione membri», il prefetto di Agrigento comunicava al Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket in Roma che l'Associazione antiusura e antiracket «Lo Mastro» ONLUS, risultava essere l'unica associazione provinciale iscritta nello speciale elenco, di cui al decreto ministeriale 7 settembre 1994, n. 614, istituito presso l'UTG di Agrigento;
con decreto n. 1001/M19/1(6)/Uff. VI del 12 marzo 2004 il Ministro dell'interno ricostituiva il «Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura», scaduto, nominando in seno allo stesso i rappresentanti della associazioni e organizzazioni iscritte negli elenchi tenuti dai Prefetti di cui all'articolo 13, comma 2, legge 23 febbraio 1999, n. 44, tutti già nominati con il decreto ministeriale del 21 dicembre 1999 e con il decreto ministeriale del 29 gennaio 2002, ma escludeva il rappresentante dell'associazione «Lo Mastro» che, pur inserita negli speciali elenchi prefettizi dal 2002, non è mai stata designata quale componente del Comitato di Solidarietà in questione;
l'associazione «Lo Mastro«, cui veniva riconosciuto il diritto di accesso ai documenti ed agli atti inerenti le procedure adottate dal Ministero dell'interno per il rinnovo del Comitato di Solidarietà, notava che molti membri di tale Comitato erano stati rinominati, in violazione del principio di rotazione biennale dei membri delegati delle associazioni e organizzazioni antiusura ed antiracket, nonché


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riconfermati per la terza volta i medesimi nominativi in rappresentanza del CNEL;
da quanto su scritto appare chiara secondo l'interrogante, la violazione dell'articolo 19, comma 1, lettere c) e d), della legge n. 44 del 1999 e degli articoli 1 e seguenti del decreto ministeriale n. 614 del 1994 e del decreto ministeriale n. 451 del 1999 in relazione all'articolo 13 della legge n. 44 del 1999 -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare affinché si giunga ad una corretta applicazione della legge ed al rispetto del principio di rotazione tra le diverse associazioni e organizzazioni in essa descritto.
(4-10188)

CEREMIGNA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare a seguito dei ripetuti episodi di violenza ed intolleranza politica, verificatisi in Roma nel territorio del IX Municipio, che si sono manifestati con allarmante frequenza subito dopo l'apertura di una sezione del Partito Forza Nuova, in via Nicola Nisco n. 9, e che sono stati ampiamente enumerati e documentati nell'esposto presentato in data 22 maggio 2004 al prefetto ed al Questore di Roma dal Presidente del Municipio medesimo.
(4-10189)

NESI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere: se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte a disciplinare in modo preciso l'istituto dei «Funerali di Stato», anche allo scopo di evitare che si creino confusioni dolorose con altre forme di onoranze funebri che - senza nulla togliere alla solennità delle manifestazioni - non possono peraltro avere carattere istituzionale.
(4-10194)

FRAGALÀ. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da notizie di cronaca del 22 maggio 2004, si apprende che a Nagylak, frontiera ungaro-romena, transitano ogni settimana autotreni carichi di animali destinati ai macelli di mezza Europa;
spesso, i cosiddetti «carichi della morte», per espletare tutti gli accertamenti prescritti dalla legge, sono costretti ad attendere ore ed ore, prima di passare attraverso la frontiera;
i volontari dell'associazione «Animal's Angel», che cercano di controllare e salvaguardare il benessere degli animali, vengono fermati e privati per qualche ora del passaporto, in quanto colpevoli di aver fotografato le pessime condizioni degli animali, in particolare dei cavalli «parcheggiati» sotto il sole, e privi assistenza veterinaria;
nonostante l'impegno della missione italiana, inviata dal Ministero della Salute, per aiutare i colleghi ungheresi, sembra che i controlli siano una messinscena;
per evitare i controlli veterinari e sull'identità degli animali, sarebbe infatti sufficiente pagare, brevi manu, una tangente pari ad Euro 25, all'agente di polizia di frontiera romeno;
in questo modo, gli autotreni possono transitare senza soste e senza controllo e gli animali non sono fatti scendere per le visite veterinarie e per essere abbeverati e foraggiati;
tutto ciò in violazione di quanto previsto dalla direttiva Cee 91/496, la quale impone che il «controllo d'identità» venga eseguito per ciascun animale. Inoltre «è fatto obbligo che il veterinario ufficiale esegua un esame fisico su tutti i capi e si assicuri che gli animali in questione vangano scaricati al posto di ispezione frontaliero in sua presenza»;
altresì la normativa che disciplina il trasporto internazionale(decreto legislativo n. 532/1992) impone tempi e soste determinati: per i cavalli, ad esempio il tempo di percorrenza massimo è di ventiquattro ore. Ma ogni dodici ore occorre


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fermarsi un'ora, e ogni otto occorre far abbeverare e foraggiare i cavalli. Poi scattano le ventiquattro ore di riposo in una stalla autorizzata -:
quali provvedimenti intendano adottare per garantire il rispetto della disciplina internazionale sul trasporto degli animali, in modo da salvaguardare il benessere degli animali medesimi.
(4-10196)

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra sabato e domenica 6 giugno 2004 un centinaio di teppisti, approfittando del clima di festa col quale Livorno salutava il ritorno in serie A della squadra di calcio, ha semidistrutto i locali che ospitano il comitato elettorale dell'onorevole altero Matteoli, ferito carabinieri e vigili urbani, attaccato il comitato elettorale del candidato sindaco sostenuto dalla Casa delle Libertà -:
quali iniziative urgenti di tutela dell'ordinato svolgersi della campagna elettorale si intendano assumere.
(4-10204)

MORONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
al personale della Polizia di Stato ai sensi della legge del 15 novembre 1973 e successivo regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 5 maggio 1975 è riconosciuta un'indennità di rischio-applicazione;
tale indennità è stata adeguata una prima volta in virtù della legge n. 163 del 18 novembre 1975;
dal 1o febbraio 1981, ai sensi dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 310 del 9 giugno 1981, tale indennità è stata ulteriormente adeguata;
ad avviso dell'interrogante, il rispetto per il lavoro delle forze di polizia deve essere sempre al centro dell'attenzione delle istituzioni;
tanti professionisti mettono a repentaglio ogni giorno la propria incolumità lavorando per tutelare la sicurezza della nostra comunità;
dal 1981 non si è più registrato alcun adeguamento dell'indennità di rischio-applicazione per il personale della Polizia di Stato -:
se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a prevedere oramai necessario procedere ad un ulteriore legittimo adeguamento di tale indennità di rischio-applicazione, che renda merito del lavoro svolto dalle nostre forze di polizia, dando compiutamente il senso del rispetto della solidarietà e della gratitudine che le istituzioni non possono non nutrire nei confronti di tanti professionisti.
(4-10212)

LA GRUA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Sindaco di Vittoria (Ragusa) Francesco Aiello, nei giorni scorsi, attraverso interviste televisive ad emittenti locali, nonchè attraverso notizie diffuse alla stampa, ha denunciato pubblicamente episodi particolarmente inquietanti che si sarebbero verificati in detta città, dove persone ignote si sarebbero fatte fraudolentemente consegnare da parte di numerosi cittadini dei certificati elettorali;
secondo quanto affermato dal primo cittadino, detti episodi si sarebbero verificati in alcuni quartieri periferici della città e nei confronti di persone anziane;
tale notizia ha destato vivo allarme fra la popolazione fortunatamente non abituata a simili azioni che, se vere, potrebbero incidere pesantemente sul risultato delle prossime elezioni europee, mettendo a nudo uno spaccato assolutamente negativo della città di Vittoria dove il degrado politico avrebbe raggiunto livelli estremamente preoccupanti -:
quante segnalazioni di cittadini in ordine a simili episodi siano giunte alle Forze dell'Ordine;


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se risulti al Ministro interrogato che siano stati riscontrati comportamenti diretti a privare i cittadini del loro diritto al voto e di quali informazioni disponga in ordine agli episodi denunciati.
(4-10213)

MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
venerdì 14 maggio 2004, in occasione dell'apertura della campagna elettorale a Biella, l'organizzazione giovanile del partito di Alleanza Nazionale ha organizzato in viale Matteotti un comizio pubblico con concerto all'aperto;
due ragazzi, che normalmente stazionano negli adiacenti giardini Zumaglini, sono intervenuti alla manifestazione mostrando una foto di Che Guevara;
i due ragazzi sono stati percossi da alcuni dei presenti e uno di loro ha riportato la frattura della mandibola;
una volante della Polizia di stato e un'ambulanza del 118 sono intervenute per soccorrere i due aggrediti;
negli anni passati si sono verificati analoghi episodi di violenza a danno di semplici cittadini o di esponenti politici, come testimoniano numerose cronache giornalistiche apparse sulla stampa locale -:
se sia a conoscenza dell'episodio in premessa;
se risulti al Ministro che siano state avviate indagini in relazione all'accaduto;
quali provvedimenti intenda prendere per ristabilire nella città di Biella una democratica e civile convivenza durante il periodo elettorale e oltre, visto il ripetersi di episodi di questo tipo.
(4-10217)

BIMBI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 5 giugno attorno alle ore 18 circa a Padova, in Piazza delle Erbe, la Polizia ha caricato per più volte un gruppo di giovani per disperdere una manifestazione non autorizzata di persone che intendevano protestare contro la denuncia di alcuni militanti del Centro sociale «Gramigna», indagati per aver spaccato la vetrina elettorale del sindaco Giustina Destro, avvenuta nei giorni precedenti;
imanifestanti erano una trentina, così come dichiarato concordemente dalle tre testate dei giornali locali in data 6 giugno;
l'interrogante, essendo stata avvertita della situazione, mentre nell'attigua Piazzetta Pedrocchi partecipava ad una manifestazione elettorale dell'onorevole Rutelli, si è recata sul posto, dove, a lato dei banchi del mercato e di fronte alla fontana, si trovavano, rispettivamente una ventina di poliziotti in assetto antiguerriglia e, in posizione opposta, non più di quindici manifestanti. I manifestanti erano tutti a mani nude e lo sono restati durante tutta la mia permanenza sulla piazza. Ai lati della piazza sostavano diversi cittadini che avevano assistito agli scontri;
il funzionario presente, quando l'interrogante si è qualificata, ha spiegato che la manifestazione non era autorizzata e che, dopo il rifiuto opposto alla richiesta di scioglimento, egli era stato colpito al volto, mentre dai manifestanti partivano «insulti pesanti», alcune «bottiglie di vetro vuote»e un melone «di almeno tre chilogrammi». Per quello che è stato riferito dal funzionario, non c'erano, al momento, contusi o feriti tra gli agenti;
i manifestanti, hanno lamentato che la polizia fosse intervenuta senza dare loro alcuna possibilità di spiegare le proprie ragioni. Inoltre, da notizie pervenute all'interrogante, risulta che alcuni dei manifestanti, prima di essere messi in stato di fermo, sarebbero stati picchiati e anche calciati quando già si trovavano a terra. In effetti uno dei manifestanti si trova ancora all'ospedale;
i cronisti locali e i fotografi che si trovavano sul posto hanno confermato l'improvvisa e repentina azione della polizia,


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come pure la pesantezza degli interventi, in particolare dei pestaggi di gruppo, operati da alcuni poliziotti anche quando i fermati si trovavano a terra. Tale dinamica è visibile nei servizi fotografici del giorno dopo (domenica 6 giugno), su Il mattino di Padova, Il Gazzettino, Il Corriere del Veneto;
anche diversi cittadini, che pure esprimevano opinioni politiche differenti sulle ragioni delle proteste dei manifestanti, confermavano la durezza dell'intervento della Polizia, alcuni con espressioni di sostegno alle modalità del suo operato, altri esprimendo sdegno per lo spiegamento di forze, per il «clima di militarizzazione» della piazza, e particolarmente per i pestaggi a terra;
diversi cittadini, tra cui un gruppo di giovani, hanno sostato in piazza sino alle 21 facendo interposizione nonviolenta tra manifestanti e polizia;
nel periodo in cui l'interrogante si è trattenuta nella piazza, la polizia ha mantenuto l'assetto antiguerriglia presidiando l'angolo vicino alla fontana. Nel contempo i manifestanti, dalla parte opposta ai poliziotti, hanno usato a tratti un megafono per gridare le loro ragioni, chiedendo anche il rilascio dei compagni nel frattempo fermati. È stato lanciato qualche pomodoro. Una bottiglia è stata lanciata verso il centro della piazza da una strada laterale, da una locazione chiaramente diversa e distante da quella dei manifestanti;
la contestazione di effrazione al codice che ha dato adito alle cariche della Polizia («manifestazione non autorizzata») e l'esiguo numero dei manifestanti, inducono a considerare l'azione della Polizia gravemente sproporzionata, tenuto conto della non pericolosità evidente dei soggetti (prevalentemente giovani e giovanissimi), della loro numerosità, dei comportamenti verbali e materiali messi in essere (anche tenuto conto del racconto del funzionario menzionato);
la non pericolosità della situazione è dimostrata anche dal fatto che una decina circa di persone, tra cui l'interrogante, hanno potuto far fronte alla quindicina di dimostranti, discutendo con essi ed anche contestando aspramente le loro posizioni politiche: senza subire né offesa, né minaccia di alcun tipo;
le modalità utilizzate dalla Polizia nell'intervento sui manifestanti del 5 giugno a Padova appare opposta a quelle (ispirate dall'attenzione a non eccitare gli animi ed alla moderazione degli interventi) con cui si è mantenuto l'ordine pubblico in altre occasioni, in particolare durante le imponenti manifestazioni di Firenze (in occasione del Social Global Forum) e di Roma (manifestazione del 4 giungo 2004);
le modalità stesse di presidio della piazza e di intervento della Polizia sono sembrate all'interrogante particolarmente controindicate a mantenere un clima di tranquillità in città durante il periodo elettorale;
la piazza è controllata da diverse telecamere che possono fornire gli elementi per mostrare sia i comportamenti dei dimostranti che la proporzionalità o meno dell'uso della forza da parte della Polizia -:
quali ordini abbia ricevuto la Polizia quanto alle modalità di presidio ed intervento a Padova in Piazza delle Erbe il 5 giugno;
se sia disponibile e visionabile il materiale delle riprese delle telecamere che sorvegliano la piazza;
quali misure si intenda adottare affinché, a Padova, il presidio dell'ordine pubblico da parte della Polizia, particolarmente in periodo elettorale, ma anche nei restanti tempi dell'anno, avvenga in maniera tale da non eccitare gli animi e sempre utilizzando misure di sorveglianza ed intervento proporzionali ai rischi effettivi per le persone e per le cose;
se non sia il caso di sottoporre il personale di polizia, in parallelo all'addestramento sin ad oggi ricevuto, anche ad un addestramento specifico relativo all'apprendimento


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di tecniche non violente di intervento sulle persone.
(4-10218)

FOLENA, CRUCIANELLI, DUCA e CARBONI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa (in particolare la Repubblica del 18 maggio 2004, pagina 29, articolo «Lo strano caso dei carabinieri di Termoli. Indagano la moglie del sindaco: sfrattati» a firma Lello Parise) si apprende che i carabinieri di Termoli avrebbero rinvenuto, nello studio privato della dottoressa Patrizia De Palme sito in San Severo (Foggia) un ecografo di proprietà della Asl 4 in uso presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale «San Timoteo» di Termoli di cui la dottoressa De Palme è primario;
sempre secondo l'articolo succitato, successivamente a tale rinvenimento, l'onorevole Di Giandomenico, consorte della dottoressa De Palme e sindaco di Termoli, avrebbe intimato in questa sua ultima qualità lo sfratto per la locale stazione dei carabinieri, sita in un edificio di proprietà comunale;
ad avviso dell'interrogante il comportamento del sindaco di Termoli rappresenta il tentativo di intimidire o quantomeno vendicarsi nei confronti dei tutori della legge -:
se il Governo non intenda provvedere al pagamento dei canoni arretrati al fine di assicurare ai carabinieri di Termoli la possibilità di svolgere serenamente il proprio lavoro a difesa della legalità.
(4-10223)

ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 5 giugno, a Padova, si sono verificati nel centro cittadino episodi di tensione sfociati in diverse cariche della Polizia nei confronti di un gruppo di poche decine di giovani che stavano manifestando;
tale episodio si è verificato intorno alle ore 18.00, quando era ancora in corso il mercato sito in Piazza delle Erbe, ed in orario di grande affluenza al centro ed alle piazze in particolare;
secondo quanto riferito l'intervento delle forze dell'ordine è stato determinato dal fatto che per la manifestazione non risultava inoltrato il preavviso di cui all'articolo 18 TULPS;
il primo intervento è stato messo in atto non appena i giovani del centro sociale Gramigna hanno aperto alcuni striscioni di carta ed avviato l'impianto voci allestito su una macchina;
immediatamente dopo si sono verificate almeno tre cariche, molto violente, come attesta la documentazione fotografica apparsa sulla stampa locale, che hanno coinvolto, nella rincorsa tra i banchi del mercato, altre persone presenti in piazza, molte delle quali giovanissime, ed addirittura minorenni, che sono state fatte oggetto di manganellate, afferrate per il collo e trascinate fino ai mezzi di polizia;
a seguito di quanto sistematicamente descritto, sono stati fermati ed accompagnati in Questura alcuni giovani, tra cui tre minorenni; elemento preoccupante è il fatto che nonostante specifica richiesta dei giovani, i genitori dei medesimi non abbiano ricevuto comunicazione alcuna dell'avvenuto fermo da parte delle autorità di Polizia;
l'interrogante ritiene che vada salvaguardato per ogni cittadino il diritto alla libera manifestazione del pensiero, ed esprime forte preoccupazione per il ripetersi di episodi che vedono contrapposte le forze dell'ordine e le componenti giovanili che frequentano le piazze del centro di Padova, episodi che si sono ripetuti in queste ultime settimane con eccessiva ed inspiegabile frequenza, tanto più nel periodo elettorale;


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tali avvenimenti stanno innalzando artificiosamente i toni del dibattito nel territorio e quindi sarebbe più opportuno evitare interventi di forza, specialmente in situazioni che possono coinvolgere semplici passanti e a fronte di una violazione di legge a ridottissima «valenza criminale» come una contravvenzione al TULPS -:
se non ritenga di dover chiarire in base a quali presupposti e a quali ordini, in special modo con riferimento alle modalità dell'intervento e all'uso, secondo l'interrogante, sproporzionato della forza, sia intervenuta la Polizia;
se non ritenga, per poter meglio accertare l'accaduto, di dover acquisire il materiale delle riprese delle telecamere che sorvegliano la Piazza delle Erbe per poterlo visionare;
se non ritenga di dover valutare l'opportunità di sottoporre il personale di Polizia, in parallelo all'addestramento sino ad oggi ricevuto, anche all'apprendimento specifico di tecniche non violente di gestione dei conflitti e di intervento sulle persone;
se non ritenga che debba essere assicurato il diritto a manifestare e transitare liberamente e senza coercizioni nel centro di Padova, diritto di tutti i cittadini la cui limitazione risulta particolarmente grave data l'imminente scadenza elettorale.
(4-10233)

ZANELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 17 marzo, presso l'istituto di Medicina Legale dell'Università di Padova si è verificato il furto di una grande quantità di sostanze stupefacenti, sequestrate nel corso di un'operazione dalle forze dell'ordine, e che si trovavano presso i laboratori per accertamenti tossicologici sul principio attivo; circa 44 chilogrammi, dei quali trenta di eroina, dieci di cocaina e il resto diviso fra anfetamine, pasticche e prodotti dopanti, per un valore che si aggira sui 5 milioni di euro;
tali sostanze erano conservate nel deposito del laboratorio dell'Istituto a cui si accede attraverso una porta blindata e solo se si è in possesso di un pass e del codice d'allarme di un sistema di vigilanza controllato elettronicamente;
secondo quanto riportato dalla stampa, il furto sarebbe stato compiuto senza forzare la serratura della porta blindata e neutralizzando il sistema d'allarme;
solitamente, per eseguire accertamenti tossicologici sul principio attivo sono necessari solo pochi grammi di una sostanza;
a tale episodio si aggiunge un evento che è assai inquietante e cioè il suicidio, il 22 aprile di Luciano Tedeschi, primo dirigente chimico di Tossicologia all'Istituto di medicina legale che aveva rilasciato affermazioni, riportate dalla stampa che lasciano spazio ad ulteriori supposizioni e congetture -:
se siano al corrente del furto avvenuto presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Padova e delle inquietanti modalità che Io hanno caratterizzato e che farebbero pensare anche al possibile coinvolgimento di qualcuno dei dipendenti;
se il Ministro dell'interno sia al corrente del grave episodio avvenuto, che per modalità, tempistiche e quantità di stupefacenti trafugati, presenta aspetti di una certa preoccupazione, visto che la città di Padova è tra i mercati di spaccio di sostanze stupefacenti più importanti dell'intero Nordest del Paese;
se possiedono informazioni circa le motivazioni per cui fosse custodita presso l'Istituto una così ingente quantità di sostanze stupefacenti, dal momento che per le consuete analisi tossicologiche sul principio attivo, conseguenti ad un sequestro


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delle forze dell'ordine, sono necessari ridotti quantitativi.
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MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'associazione Medici Senza Frontiere ha denunciato che trentotto cittadini africani sbarcati a Lampedusa lo scorso 2 giugno hanno ricevuto un decreto di espulsione dall'Italia in violazione delle norme sulla richiesta di asilo;
si tratta di tredici persone provenienti dal Darfur (regione occidentale del Sudan dove è in corso quella che l'ONU ha definito la più grave emergenza umanitaria del momento) e di venticinque tra etiopi ed eritrei arrivati a Roma lo scorso 8 giugno, presso il cosiddetto «hotel Africa», i tre capannoni vicino alla stazione Tiburtina dove vivono, in condizioni precarie, circa cinquecento richiedenti asilo;
Medici Senza Frontiere, che dall'anno scorso lavora nella struttura di Roma Tiburtina offrendo alle persone che vi abitano assistenza sanitaria e legale, attraverso un comunicato stampa ha diffuso la seguente ricostruzione: sul trattamento ricevuto dai nuovi arrivati: «sbarcati a Lampedusa lo scorso 2 giugno i cittadini africani sono stati trasferiti alla Questura di Crotone dove hanno immediatamente ricevuto un decreto di espulsione che li obbliga a lasciare il Paese entro 5 giorni. Ci trattavano come prigionieri. Ci hanno spogliati e fatti stare nudi in piedi per essere perquisiti, racconta Mohammed, fuggito dal Darfur due mesi fa. Tutti gli africani sentiti da MSF hanno dichiarato di essere venuti in Italia per presentare richiesta d'asilo. Un diritto garantito dalle Convenzioni internazionali, dalla Costituzione e dalla legge italiana ma che è stato loro negato con una frettolosa espulsione. A nessuno di loro sono state illustrate le procedure per la richiesta d'asilo e nessuno ha potuto beneficiare della presenza di un mediatore culturale così come previsto dalla legge italiana. Ci hanno dato un foglio di carta che siamo stati obbligati a firmare anche se non era scritto nella nostra lingua e nessuno ci ha spiegato di cosa si trattasse, prosegue Mohammed, "Solo dopo abbiamo saputo che si trattava del decreto di espulsione"»;
Medici Senza Frontiere sta provvedendo a presentare i ricorsi presso la prefettura competente per bloccare i decreti di espulsione e offrirà a queste persone, in fuga dai loro paesi, l'assistenza legale necessaria per accedere alla procedura per il riconoscimento dello status di rifugiati;
la tendenza del Ministero dell'Interno di impedire l'ingresso di organizzazioni non governative all'interno dei centri d'identificazione determina l'impossibilità di verificare possibili infrazioni o violazioni del diritto d'asilo;
il conflitto di Darfur, dove un milione di persone ha abbandonato i propri villaggi e 130.000 rifugiati sono fuggiti in Ciad, è considerato dall'Onu la più grave emergenza umanitaria in corso;
costringere le persone a tornare nei paesi dove le loro vite sarebbero messe in pericolo rappresenta, secondo l'interrogante, una violazione dei diritti umani;
l'Italia è l'unico paese della Comunità Europea a non avere una legge organica sul diritto d'asilo -:
se risulti vero quanto riportato in premessa;
quali siano le cause che hanno determinato quella che appare all'interrogante una grave violazione del diritto d'asilo, garantito dalla Costituzione italiana;
quali iniziative intenda adottare per evitare che i trentotto cittadini africani sbarcati a Lampedusa il 2 giugno scorso siano espulsi;
quali iniziative intenda prendere per garantire alle persone, che a rischio della propria vita arrivano in Italia, l'applicazione senza violazioni o infrazioni della


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procedura per il riconoscimento del diritto d'asilo.
(4-10237)

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 11 aprile 2001 il Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, dott. De Gennaro, trasmetteva la circolare n. 600/AFP. 9527.9/21.32291.19844 indirizzata ai Prefetti della Repubblica, ai Commissari del Governo per le Province Autonome di Trento e Bolzano, al Presidente della Regione Valle d'Aosta e, per conoscenza, al Gabinetto del Ministro dell'interno, al Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, al Direttore Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, nonché ai Questori della Repubblica;
in tale circolare, si legge testualmente: «Di seguito a precorsa corrispondenza concernente l'Accasermamento, si rappresenta che le risorse stanziate sul relativo capitolo di bilancio, anche per il corrente anno, risultano assolutamente inferiori all'effettive necessità (...) Si rende, quindi, necessario sospendere, per il prossimo biennio, tutte le iniziative, concernenti i trasferimenti di sede di Uffici della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, che comportino un aggravio di spesa. Ciò significa, pertanto, che non si potrà tener conto delle proposte relative a locazioni, finanziariamente più onerose, di nuovi immobili in cui riallocare i citati Uffici (...) Da tale disciplina sono ovviamente escluse tutte quelle situazioni eccezionali che richiedono l'immediato avvio della procedura per l'assunzione in locazione essendo necessario poter disporre, in tempi molto brevi, di nuovi immobili. Il riferimento è relativo unicamente a quelle fattispecie - come, ad esempio, quando è stato emesso un provvedimento di sfratto esecutivo o è stata comprovata l'inagibilità dei locali in atto occupati - che rendono improcrastinabile l'individuazione di un'altra idonea struttura in cui trasferire l'Ufficio ... »;
in data 27 settembre 2002 il Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, dott. De Gennaro, trasmetteva la circolare n. 600.AFP.9503/SEGR, indirizzata ai Prefetti della Repubblica, ai Commissari del Governo per le Province Autonome di Trento e Bolzano, al Presidente della Giunta Regionale della Valle d'Aosta e, per conoscenza, al Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - 4o Rep. - SM - Ufficio Infrastrutture, nonché ai Direttori Interregionali della Polizia di Stato;
in tale circolare si legge testualmente che: «Com'è noto, in seguito al "monitoraggio" condotto nel settore dell'Accasermamento, è emersa una marcata situazione debitoria sia nei confronti dei locatori pubblici e privati che degli Uffici Territoriali del Governo in conseguenza di anticipazioni non rimborsate (...) Fino a successive indicazioni resta, pertanto, confermata la vigenza della nota circolare del Capo della Polizia in data 11 aprile 2001 sul contenimento della spesa; in particolare è tuttora valida sia la sospensione di tutte le nuove iniziative relative al trasferimento dei Reparti in nuove sedi che la tassatività delle deroghe alla moratoria espressamente indicate (...) Alla luce di quanto sopra, si invitano vivamente le SS.LL a soprassedere dall'invio di proposte relative a trasferimenti o alla realizzazione di nuove sedi, qualora non rientrino nelle ipotesi derogatorie contemplate nella circolare dell'11 aprile 2001»;
in data 12 febbraio 2003 il dott. De Gennaro trasmetteva la circolare n. 600/C/CC/SEGR. Indirizzata agli stessi destinatari della precedente circolare del 27 settembre 2002;
in tale ultima circolare si legge testualmente: «... La riduzione degli stanziamenti 2003 sui capitoli 2614 e 2663 rispetto a quelli già insufficienti dell'esercizio finanziario 2002 non solo non lascia alcun margine di manovra per nuove iniziative infrastrutturali, ma potrà ripercuotersi negativamente sulle stesse procedure contrattuali. Per non aggravare ulteriormente


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la già critica situazione occorre attuare ogni intervento atto a evitare iniziative unilaterali di Sindaci o di Uffici e comandi territoriali, finalizzate alla realizzazione di nuove caserme o al trasferimento delle attuali in nuovi immobili, senza la prescritta, preventiva autorizzazione ministeriale (...) In particolare, si richiama l'attenzione delle SS.LL. sull'opportunità di una scrupolosa ricognizione finalizzata a monitorare le seguenti possibilità: eventuale utilizzo di beni demaniali disponibili sul territorio; trasferimento di presidi, ubicati in immobili fatiscenti e inadeguati, ed in assenza di soluzioni alternative, in località limitrofe, in presenza di accertata disponibilità dell'Ente locale a mettere a disposizione gratuitamente idonee strutture; accorpamento e ripiegamento di Reparti, nel rispetto delle esigenze di ordine e sicurezza pubblica e delle relative procedure; applicazione ed esecuzione di accordi ad hoc e di intese con le Regioni e gli altri Enti locali. Ed in particolare: comodato d'uso gratuito non inferiore a cinque anni dall'occupazione congruito dall'Agenzia del Demanio»;
dal prossimo 10 maggio, l'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma e le aree V e V-bis della Prefettura di Roma saranno trasferite nei nuovi locali dell'edificio di via Alvari, a ridosso del Grande raccordo autostradale Roma-L'Aquila, località Tor Sapienza, con nuovi ed ulteriori oneri a carico dell'Amministrazione dell'interno -:
come il Ministro interrogato possa giustificare il trasferimento dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma e alcuni Uffici della Prefettura di Roma nei nuovi locali di via Alvari, alla luce delle tre circolari ministeriali sopra richiamate considerato, altresì, che gli Uffici in parola non rientrano nelle situazioni eccezionali previste dalla circolare dell'11 aprile 2002, quali la presenza di provvedimenti di sfratto esecutivo o la comprovata inagibilità dei locali in atto occupati.
(4-10238)