Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 465 dell'11/5/2004
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(Atti intimidatori nei confronti di alcuni elettori del comune di Torrice (Frosinone) - n. 3-02342)

PRESIDENTE. Il sottosegretario per l'interno, onorevole Balocchi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Savo n. 3-02342 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 5).

MAURIZIO BALOCCHI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'ultima tornata elettorale per il rinnovo delle amministrazioni comunali del 25 e 26 maggio 2003 ha interessato, tra gli altri, anche il comune di Torrice, in provincia di Frosinone, cui fa riferimento l'onorevole Savo. A tale competizione elettorale hanno partecipato due liste civiche, sostenute da forze politiche facenti riferimento a formazioni politiche nazionali, anche se, come spesso avviene nei piccoli centri, la simmetria politica vigente nel Parlamento nazionale non è totalmente rispettata.
È risultata vincente la lista «Uniti per Torrice», che ha riportato il 54,33 per cento dei voti e che presentava come candidato sindaco il signor Giuseppe Baldesi. La lista concorrente era denominata «Tre torri». Da notizie pervenuteci dal prefetto di Frosinone, posso affermare che la campagna elettorale è stata assai intensa, a volte caratterizzata da una forte personalizzazione, ma nel cui contesto non sono state riscontrate anomalie di rilievo, né risulta vi siano stati elementi di disturbo.
Di ciò va dato merito all'azione sinergica delle Forze dell'ordine e della polizia municipale che, in attuazione delle disposizioni organizzative impartite dalla prefettura di Frosinone, ha effettuato mirati servizi di vigilanza, riuscendo a garantire che le campagna elettorale si svolgesse in un clima competitivo, ma corretto. Non risulta, quindi, che si siano verificati gravi atti intimidatori nei confronti di alcuno né, tantomeno, nei confronti di elettori lavoratori dipendenti da parte dei loro datori di lavoro.
Parimenti, non risultano essersi verificati atti di teppismo a danno della pubblicità elettorale della lista «Tre torri».
Quanto agli episodi verificatisi il 24 e 25 maggio 2003, cui fa riferimento l'onorevole Savo, il prefetto di Frosinone ha riferito che il temporaneo mancato funzionamento del depuratore e della rete della pubblica illuminazione è stato dovuto ad un guasto causato da alcuni addetti alla manutenzione che, nel corso dei lavori, hanno accidentalmente reciso un cavo elettrico. L'immediato sopralluogo effettuato dal comandante della polizia municipale di Torrice e l'intervento del tecnico addetto alla manutenzione del comune consentivano di riattivare prontamente i due servizi.
I sostenitori e i responsabili della lista «Tre torri» non risulta abbiano subito minacce né siano stati costretti ad abbandonare i seggi elettorali. Ai militari im


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piegati nel servizio di vigilanza, infatti, non sono stati segnalati fatti riconducibili a tali ipotesi.
Quanto, infine, alla asserita irruzione nel municipio da parte di facinorosi, il prefetto di Frosinone riconduce tale episodio all'ingresso, avvenuto a scrutinio ormai concluso, da parte del sindaco risultato vincente, unitamente ad una decina di suoi sostenitori, che sono entrati nella sede comunale per festeggiare e salutare gli impiegati presenti.
In presenza di competizioni elettorali locali, anche le questioni ad esse attinenti debbono necessariamente riflettere la dimensione e il carattere della competizione stessa, ove il personalismo, l'emotività e, a volte, l'esuberanza sono elementi ad essa connaturati e, se mantenuti nell'alveo della correttezza formale e sostanziale, sinceramente apprezzabili nella loro autenticità e genuinità.

PRESIDENTE. L'onorevole Savo ha facoltà di replicare.

BENITO SAVO. Signor Presidente, che devo dire? Dal punto di vista formale, potrei essere soddisfatto per la risposta; dal punto di vista sostanziale, certamente non lo sono.
Ciò è chiaro, ma non per i problemi ìnsiti nel Governo che sostengo. È cambiato il Governo centrale, ma non sono cambiati i sensori terminali sul territorio periferico, signor sottosegretario! La ringrazio della risposta che ci ha fornito - confezionata, a suo dire, da parte del prefetto - ma faccia approfondire le indagini. A proposito del prefetto, gli chieda se è vero o meno che all'interno della busta in cui erano contenute le schede non vi fosse l'accompagnamento del verbale, che era la sintesi finale del voto. Chieda questo al prefetto!
Io personalmente e lei come rappresentante del Governo siamo vittime degli stessi sensori! Chi le parla, signor sottosegretario, porta sulla pelle quarant'anni di processi per la sua azione politica e grazie agli stessi sensori! Come poteva essere diversa la risposta! Ma con queste risposte formali non si uccide la speranza. Infatti, noi, le nostre lotte, in periferia e in provincia, le continueremo a fare, a difesa della democrazia e della libertà.
Non esiste traccia, quando arriva la busta, delle schede all'interno della prefettura e il giorno dopo si è costretti a chiederle al comune. Non è affatto vero che, quando è stata fatta irruzione all'interno del comune, i seggi erano chiusi: ciò è avvenuto esattamente due ore prima della chiusura dei seggi. Il prefetto mente, i carabinieri mentono!
Si tratta delle stesse persone che hanno posto sotto processo chi vi parla per quarant'anni. Il risultato della giustizia (perché, presto o tardi, la giustizia arriva) è questo: l'onorevole Savo è in Parlamento, il che vuol dire che non ha mai violato la legge ed è stato sempre assolto con formula piena! Sono gli stessi che hanno mandato sotto processo il sottoscritto e la sua famiglia. Alla fine, dopo processi durati rispettivamente sei, sette anni, tre anni, quattro anni ed altro tempo ancora, siamo stati assolti sempre con formula piena, nella maggior parte dei casi perché il fatto non sussisteva.
Signor rappresentante del Governo, se non vogliamo obbedire alla filosofia del Gattopardo, che è deprimente per la nostra nazione e per il popolo della Ciociaria, dobbiamo continuare la nostra lotta, come Governo, per liberare la Ciociaria da quella caricatura dei cosiddetti poteri forti, che hanno attuato ogni forma di ricatto nei riguardi non di qualche elettore, bensì di tutti.
Il prefetto non parla dei caroselli intentati dagli avversari, quando si andava, come è normale, a cercare proseliti: di tutto questo non vi è traccia.
Per quanto riguarda i danneggiamenti alla proprietà comunale, il discorso è ritenuto un incidente: perchè non hanno chiesto a chi era presente - ed erano soltanto due unità - di raccontare quando questi facinorosi sono entrati dentro il municipio, in particolare dentro la stanza dell'ex sindaco, rovinando le bandiere, togliendo


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i quadri e strappando le ordinanze del sindaco, che sino ad allora era in carica?
Signor rappresentante del Governo, mi avvio alla conclusione: lei è vittima, come il sottoscritto, della permanenza di certi personaggi in quel territorio. Dove è scritto che il maresciallo dei carabinieri debba rimanere su quel territorio per 25 anni? In quale altro paese della Ciociaria o della nazione, quel maresciallo dei carabinieri, grazie alle cui informazioni il sottoscritto si è «fatto» quarant'anni di processi, rimane un tale lasso di tempo nell'esercizio delle sue funzioni?
Non esiste quindi una negata giustizia a livello di centro o di vertice, ma anche a livello del popolo, che cerca di difendere la libertà e le regole democratiche, che non si osservano a Frosinone, ed, in particolare, a Torrice, paese al quale mi riferisco.
Le ripeto: un maresciallo dei carabinieri non può rimanere nello stesso paese per 25 anni ed il prefetto non può disconoscere la mancanza del verbale originale, sintesi di uno svolgimento elettorale corretto; approfondisca quindi il tema, che ritorna nei giorni nostri.

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