Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 465 dell'11/5/2004
Back Index Forward

Pag. 3


...
(Rilascio di cartelle cliniche di dimissione di pazienti redatte solo in lingua tedesca da parte dell'ospedale di Bressanone - n. 3-02922)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, onorevole Guidi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delmastro delle Vedove n. 3-02922 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 2).

ANTONIO GUIDI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, l'articolo 6 della Costituzione, nel sancire il principio generale della tutela nei confronti delle minoranze linguistiche, ne delega la concreta attuazione all'emanazione di «apposite norme», che, per la regione di cui all'interrogazione in esame, hanno la loro fonte nel decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, recante approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige.
L'articolo 99, tra l'altro, dispone la parificazione, all'interno della regione, della lingua tedesca a quella italiana, la quale resta «la lingua ufficiale dello Stato».
Il successivo articolo 100, pur riconoscendo ai cittadini di lingua tedesca della provincia di Bolzano la facoltà di usarla nei rapporti con gli uffici giudiziari e con


Pag. 4

gli organi e uffici delle pubbliche amministrazioni, limita tale facoltà all'ipotesi che dette amministrazioni siano situate nella provincia o abbiano competenza a livello regionale.
D'altro canto, che l'uso esclusivo della lingua tedesca sia sottoponibile ad eccezioni, è deducibile dalla lettura del quarto comma dello stesso articolo, nel quale si fa riferimento a «casi di uso congiunto delle due lingue negli atti destinati alla generalità dei cittadini, negli atti individuali destinati ad uso pubblico e negli atti destinati a pluralità di uffici».
La questione, sollevata dall'onorevole interrogante, riguarda tipologie di atti destinati a ricomprendere, in maniera organica e funzionale, i dati sanitari relativi ai singoli casi di ricovero, i quali, per la loro stessa natura e allo scopo di consentire un idoneo prosieguo terapeutico successivamente alla fase di ricovero, devono poter circolare su tutto il territorio nazionale con la più ampia e immediata comprensibilità; è indispensabile, pertanto, che le schede di dimissione ospedaliera vengano redatte in entrambe le lingue.
Va sottolineato, al riguardo, che, al fine di tutelare la salute pubblica, l'articolo 36, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 574, recante norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino-Alto Adige in materia di uso della lingua tedesca e della lingua ladina nei rapporti dei cittadini con la pubblica amministrazione e nei procedimenti giudiziari, ha previsto, con specifico riferimento a «le etichette e gli stampati illustrativi delle specialità medicinali e dei preparati galenici erogabili dal servizio sanitario nazionale», l'obbligo di redigere gli stessi «congiuntamente nelle due lingue italiana e tedesca».
Si segnala, inoltre, che l'Azienda sanitaria di Bressanone ha precisato che gli organi e gli uffici aziendali usano, nel rispetto dell'articolo 100 dello statuto di autonomia e del codice sugli obblighi di servizio e di comportamento dei propri collaboratori, nella corrispondenza e nei rapporti verbali, la lingua del richiedente e rispondono nella lingua in cui gli atti sono stati avviati da altro organo o ufficio. Nel caso in cui sia avviata d'ufficio, la corrispondenza si svolge nella lingua presunta del cittadino al quale è destinata. In quest'ultima ipotesi, la lingua può comunque essere immediatamente modificata a seguito di comunicazione, anche verbale, del cittadino interessato.
La direzione sanitaria dell'azienda riferisce che è altamente improbabile che a pazienti di lingua italiana sia stata rilasciata la documentazione sanitaria in lingua tedesca, ma non esclude tuttavia che pazienti con cognome tedesco e di madrelingua italiana possano aver ricevuto la documentazione sanitaria in lingua tedesca, nel caso in cui non abbiano specificato precedentemente la preferenza linguistica.
Non si può tralasciare l'ipotesi in cui i pazienti, dovendosi sottoporre a cure in altre strutture e/o presso altri specialisti, non abbiano espresso la necessità di poter disporre in lingua italiana della documentazione sanitaria. L'ente aziendale comunque ha confermato di poter garantire la traduzione puntuale e corretta di tutta la documentazione sanitaria su richiesta del paziente e/o del medico curante.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-02922.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Onorevole Presidente, onorevole sottosegretario, la risposta fornitami mi soddisfa pienamente dal punto di vista della puntuale - e, anzi, puntigliosa - illustrazione della normativa che regola questa materia. Non mi soddisfa, invece, in quella parte in cui riporta le dichiarazioni altamente menzognere - questo sì - della ASL di Bressanone. Soltanto in questo paese può accadere che una minoranza linguistica abbia la possibilità di ricevere qualunque tipo di documentazione pubblica nel proprio idioma, mentre la maggioranza linguistica - tenendo conto di quello che l'onorevole sottosegretario ha detto e cioè che la lingua ufficiale dello Stato, fino a prova contraria, è la lingua


Pag. 5

italiana - possa anche trovarsi nella condizione di dover quasi richiedere che le informazioni e i documenti vengano rilasciati in lingua italiana.
Mi pare un autentico paradosso, un esempio significativo di teutonica arroganza e prepotenza! Soprattutto, mi pare che si tratti di un comportamento pericoloso almeno quanto cretino, perché, onorevole sottosegretario, il caso di specie è quello di un cittadino piemontese, con cognome DOC piemontese, ricoverato occasionalmente - per sua sfortuna - nella ASL di Bressanone, dimesso con richiesta di cartella clinica per poter continuare le cure, cartella clinica che si è ritrovato in lingua tedesca, immaginando che si verifichi quell'ipotesi - invero assai difficile - che il proprio medico di base debba conoscere la lingua tedesca ovvero il paziente debba recarsi da un interprete per poter mettere a disposizione del proprio medico di base le informazioni necessarie per la prosecuzione della cura.
Ribadisco, onorevole sottosegretario - lo ha già ricordato lei - che la lingua ufficiale di questo paese è l'italiano. Mi pare che, dal punto di vista del rispetto delle minoranze linguistiche, siamo non il primo paese al mondo, ma un paese che fa del masochismo la propria ricetta, perché non è possibile che, in Alto Adige, un cittadino di lingua tedesca si ritrovi un documento in lingua italiana e debba richiederne la traduzione, mentre invece è possibile che un cittadino italiano, di lingua italiana, riceva un documento in lingua esclusivamente tedesca e debba chiedere alla ASL di Bressanone la cortesia di tradurla in lingua italiana.
Nel caso di specie - ripeto - si trattava di un paziente dal cognome tipicamente piemontese, per cui non potevano esserci dubbi sul fatto che né il nonno, né il bisnonno, né il trisavolo, né tutti gli avi di costui fossero di origine italiana: ciò nonostante, il documento è stato consegnato in lingua tedesca.
Credo che questo, onorevole sottosegretario, - lascio a lei, perché è più buono di me, l'opportunità di credere alla buona fede dell'ospedale di Bressanone - sia un atto tipico di arroganza e prepotenza teutonica, pari solo alla stupidità dell'atto e alla sua pericolosità.
Pertanto, chiedo che il Governo non solo faccia luce su questo specifico episodio - atteso che all'originale della mia interrogazione è allegata la cartella clinica in questione, redatta in esclusiva lingua tedesca - ma si faccia anche interprete di un comportamento di buonsenso che deve essere imposto alla ASL di Bressanone, in virtù del quale il documento intanto venga scritto in italiano e possa essere anche ovviamente scritto in lingua tedesca.
Credo che solo nel nostro Parlamento possano nascere problemi di questo genere! Vorrei sapere se in Francia o in Savoia capiti una cosa del genere, o se in Jugoslavia, soprattutto nelle terre irredente, si verifichino questi fatti! Penso che soltanto noi, per questa stranissima cupidigia di servilismo che offusca il prestigio del nostro paese, ci troviamo in simili condizioni.
Dunque, onorevole sottosegretario, la ringrazio e sono soddisfatto per la interessante, anche dal punto di vista della mia conoscenza personale, disquisizione giuridica e illustrazione della normativa vigente, che - peraltro - mi conferma che la ASL di Bressanone si è comportata male come, ahimé, male si comportano moltissime delle amministrazioni di lingua tedesca di quella regione.

Back Index Forward