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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, onorevole Tortoli, ha facoltà di
ROBERTO TORTOLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio. Signor Presidente, in merito a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo n. 3-01554 presentato dall'onorevole Delmastro Delle Vedove e riguardante la nuova direttiva dell'Unione europea sulle acque di balneazione, si rappresenta quanto segue.
riferimento vengono privilegiati indicatori microbiologici affidabili, quali enterococchi intestinali ed escherichia coli, spesso fattori cruciali per una buona qualità delle acque ai fini della balneazione.
Commissione e la richiesta delle delegazioni, è stata invitata la Presidenza irlandese a proseguire i lavori sull'argomento. Ad oggi, non è ancora pervenuta alcuna comunicazione in merito per il semestre in corso.
PRESIDENTE. L'onorevole Del Mastro Delle Vedove ha facoltà di replicare.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, sono decisamente soddisfatto della risposta che il Governo ha fornito e che testimonia l'estremo interesse e la encomiabile diligenza con i quali il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio segue questo momento decisivo anche per economia italiana.
Il 9 dicembre 2002 è stata presentata al Consiglio ambiente la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla qualità delle acque di balneazione. Tale proposta nasce dall'esigenza di revisione della direttiva 76/160/CEE, recepita con decreto del Presidente della Repubblica n. 470 del 1982, per adeguarla agli sviluppi tecnico scientifici ed all'esperienza acquisita in materia di gestione delle acque di balneazione, nonché per renderla coerente ai nuovi principi ed all'impianto innovativo della recente direttiva quadro 2000/60/CE.
Tra le disposizioni innovatrici inserite nella proposta della nuova direttiva si sottolinea l'importanza della semplificazione dei parametri di controllo, dell'attenzione alle misure di gestione, di un'adeguata conoscenza delle caratteristiche geografiche e degli impianti sulle stesse, della garanzia di una chiara e tempestiva informazione al pubblico.
Per quanto riguarda la semplificazione dei parametri utilizzati, come standard di
Le acque di balneazione, pertanto, in base alla qualità, vengono distinte in tre classi: scarsa, buona o eccellente. La classificazione viene effettuata applicando il metodo di calcolo del 95o percentile ai valori dei campioni prelevati in un triennio, al fine di rilevare il trend evolutivo della qualità dell'area controllata.
Lo stato «buono» rappresenta il limite minimo che deve essere garantito per tutte le acque, al di sotto del quale queste vengono considerate di qualità «scarsa» e, pertanto, non conformi alla direttiva, fatto salvo un periodo transitorio di tre anni per l'adozione di adeguate misure per il ripristino della qualità.
La frequenza di monitoraggio è bimestrale e può essere ridotta per le zone di «buona» ed «eccellente» qualità. Per situazioni eccezionali, ossia anomale, è prevista la possibilità di sospensione del monitoraggio e, in alcuni casi, è obbligatoria la predisposizione di piani di emergenza e sistemi di sorveglianza ed allarme rapido.
Entro due anni dall'entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri devono identificare le acque di balneazione nel proprio territorio e formarne un elenco che deve essere aggiornato annualmente. L'eventuale eliminazione delle acque da esso deve essere legata a cambiamenti di usi o di abitudini e non determinata da situazioni di inquinamento.
Inoltre, al fine di assicurare il controllo e la riduzione delle fonti di inquinamento sulle acque di balneazione, la proposta prevede la definizione del «profilo» che deve comprendere informazioni sulle caratteristiche del sito e delle principali fonti di inquinamento. Tale profilo deve essere aggiornato periodicamente.
La proposta, infine, impone l'obbligo di un'adeguata informazione, in situ ed anche tramite Internet, ai cittadini, con particolare riferimento alla classificazione delle acque e al profilo dell'area interessata e prevede la consultazione pubblica per l'elenco delle acque, il profilo e le misure di gestione delle acque di balneazione.
Per quanto attiene all'attività intrapresa dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, si fa presente che sono stati consultati esperti ed effettuati incontri con le regioni in considerazione della loro competenza e dell'esperienza acquisita in applicazione della citata direttiva 76/160/CEE. Per gli aspetti prettamente tecnici, con particolare riferimento agli allegati, ci si avvale della collaborazione dell'Istituto superiore di sanità.
In considerazione del fatto che nel nostro paese vengono utilizzate per la balneazione estese aree costiere e che tale utilizzo dei corpi idrici risulta di importanza strategica per l'economia turistica italiana, la delegazione italiana ha avanzato delle proposte che riflettono il forte interesse dell'Italia per la tutela di tali acque.
La discussione fino ad oggi è stata piuttosto complessa a causa anche delle differenti posizioni. Infatti, in generale, i paesi del nord Europa presentano una situazione diversa sia per quanto riguarda l'estensione delle aree interessate alla balneazione sia per la durata della stagione balneare, chiaramente dipendente dalle condizioni meteo-climatiche. Tutto ciò ha comportato l'espressione da parte di questi paesi di esigenze e di posizioni non sempre condivisibili dall'Italia.
Per quanto riguarda lo stato dei lavori, si fa presente che la proposta è stata oggetto di diverse riunioni in sede di gruppo ambiente durante il semestre greco, ed in particolare durante quello italiano. Infatti, visto il forte interesse dell'Italia per la rielaborazione della normativa in materia di balneazione, sono stati intensificati gli incontri di negoziazione. Il semestre si è concluso con un Consiglio dei ministri in data 22 dicembre 2003, nel quale i ministri dei vari paesi sono stati chiamati ad approvare il nuovo testo di compromesso della Presidenza dell'Unione europea.
Preso atto dell'impossibilità di pervenire ad un accordo tra la proposta della
L'atto di sindacato ispettivo che oggi discutiamo è stato presentato alla fine del 2002, proprio in ragione del fatto che il semestre greco e quello italiano di Presidenza dell'Unione europea lasciavano intendere un avvio decisamente più efficace di queste trattative, alla luce della elementare considerazione secondo la quale la Grecia, da una parte, ma soprattutto l'Italia, avevano un interesse ed una sensibilità particolari rispetto a tale problema.
L'Italia, in particolare, è bene ricordarlo, è il paese che in assoluto, nell'ambito dell'Unione europea, presenta la maggiore estensione di spiagge.
Ahimè, vengo a sapere che, malgrado gli sforzi profusi dal nostro Governo in ambito europeo, non si è ancora addivenuti ad una sintesi decisiva ed efficace, in ragione del fatto che alcuni paesi dell'area nordica dell'Europa, che hanno evidenti e differenti esigenze sul piano geografico rispetto alle nostre, hanno manifestato opinioni diverse e soprattutto una diversa sensibilità.
È sembrato opportuno, oltre che saggio, non aver ceduto sul punto, preferendosi differire nel tempo il momento della decisione, proprio in relazione al fatto che il nostro paese presenta esigenze assolutamente primarie - considerata la rilevanza strategica che l'attività turistico-alberghiera riveste nel nostro paese - degne di tutela in via prioritaria.
Detto questo, ed auspicando che il Governo prosegua nella sua opera di sensibilizzazione nei riguardi anche dei paesi nordici per addivenire ad una proposta che sia almeno rispettosa della specificità delle esigenze proprie del nostro paese, ringrazio il rappresentante del Governo, il ministro dell'ambiente e l'intero staff di collaboratori per l'estrema sensibilità con la quale stanno seguendo questo momento particolarmente importante per la vita anche economica, oltre che naturalistica, del nostro paese.