Allegato B
Seduta n. 454 del 21/4/2004


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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
tre ostaggi italiani, «operatori privati della sicurezza», sono nelle mani delle «Brigate verdi di Maometto» che minacciano di ucciderli come hanno fatto il 14 aprile con il quarto ostaggio, Fabrizio Quattrocchi, se l'Italia non ritira le sue truppe dall'Iraq e libera i musulmani arrestati in Italia;
da diversi giorni si parla del rapimento e liberazione immediata di due persone dei servizi segreti italiani, che non risultano però all'Ambasciata italiana a Baghdad nell'elenco ufficiale degli italiani presenti in Iraq;
sono circa 40 gli ostaggi, di dodici nazionalità diverse, nelle mani di vari gruppi iracheni; gli scontri a Falluja sono scoppiati il 5 aprile quando i Marines USA hanno isolato la città e condotto operazioni militari per cercare di arrestare i responsabili dell'uccisone, dell'ustione e della mutilazione di quattro agenti di sicurezza privati USA avvenuta il 31 marzo;
soltanto a Falluja, nella scorsa settimana, durante gli scontri sono rimasti uccisi oltre 700 iracheni di cui oltre la metà donne e bambini;
fonti verificate dall'ONG «Un Ponte per...» hanno segnalato la presenza di tiratori scelti americani a Falluja che hanno sparato contro l'inerme popolazione in fuga dalla città, ma anche a persone che soccorrevano feriti, e persino ad ambulanze. Inoltre è stato segnalato l'uso di cluster bomb, le cosiddette bombe a grappolo il cui uso è vietato dalle convenzioni internazionali;
in un rapporto Amnesty International ha denunciato che i civili sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto di questi scontri, e che le parti in conflitto hanno finora ignorato il diritto internazionale umanitario;
le forze statunitensi hanno chiuso il giornale Al-Hawza vicino al leader sciita radicale Moqtada Sadr (leader tra i meno rappresentativi) e represso alcune manifestazioni inizialmente pacifiche dei suoi fedeli che contestavano l'operato del CPA e la Costituzione provvisoria;
dopo l'arresto del portavoce di Moqtada Sadr e la decisione di circondare la sua casa la protesta è immediatamente esplosa;
a Najaf, 2.500 soldati americani attendono l'ordine di attacco per catturare «vivo o morto» il leader sciita radicale Moqtada Sadr;
l'ayatollah Al Sistani, massima autorità sciita in Iraq ha avvertito gli Stati Uniti di non entrare nella città santa di Najaf a caccia di Moqtada Sadr perché le conseguenza sarebbero inimmaginabili;
il generale Richard Myers, capo di Stato maggiore statunitense ha annunciato l'invio di rinforzi in Iraq per far fronte alla situazione della sicurezza;
il contingente militare italiano a Nassirjya il 6 aprile ha partecipato a diversi scontri a fuoco per riconquistare tre ponti occupati da manifestanti iracheni. Durante gli scontri sono rimasti feriti 11 bersaglieri italiani e sono morti diversi iracheni, tra cui alcune donne e bambini;
il coinvolgimento sempre più diretto delle truppe italiane nella guerra e la crescente instabilità del paese, hanno costretto per la prima volta dopo 13 anni le nostre ONG ad abbandonare l'Iraq;
con una cassetta di circa sette minuti diffusa dall'emittente araba Al Arabia, il leader di Al Qaeda Osama Bin Laden ha annunciato la possibilità di una tregua con quelle nazioni europee che interrompano gli attacchi verso i musulmani. Nel nastro Bin Laden afferma che la porta per una


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tregua è aperta per tre mesi e che la condizione chiave è il ritiro delle truppe occidentali dai paesi arabi;
il 15 aprile scorso il Presidente degli Stati Uniti George Bush ha dato con una lettera il via libera al Piano del premier israeliano Ariel Sharon che prevede il ritiro parziale delle truppe israeliane da Gaza ma anche l'annessione di alcune parti dei territori occupati, ed in particolare della Cisgiordania ad Israele, e che esclude il ritorno dei profughi palestinesi in territorio israeliano;
il via libera degli Stati Uniti al nuovo Piano di Sharon rappresenta la fine di ogni possibilità di realizzazione della Road Map, che ha rappresentato per l'intera Comunità Internazionale, l'unica soluzione possibile per uscire dal sanguinoso conflitto israelo-palestinese, e che è stato il traguardo al quale si sono ispirati tutti i tentativi di accordo e sostegno internazionale;
questo appoggio degli Stati Uniti, oltre alla critica dell'autorità palestinese, ha registrato la contrarietà del segretario generale della Nazioni Unite e quella dell'Unione europea che secondo il portavoce della Commissione UE, Reijo Kemppnen non riconoscerà nessun cambiamento dei confini senza un accordo tra le parti;
il 15 aprile è stato ucciso Khalil Naimi, il portavoce dell'ambasciata iraniana a Baghdad;
il 17 aprile è stata eseguita l'esecuzione mirata del leader palestinese Rantisi da parte dei servizi di sicurezza israeliani;
il Primo Ministro spagnolo Zapatero ha annunciato, al suo secondo giorno come capo del Governo, il ritiro «nel più breve tempo e nella maggiore sicurezza possibili» delle truppe spagnole che si trovano in Iraq,

impegna il Governo:

ad adoperarsi con tutti gli strumenti diplomatici a disposizione per la liberazione degli ostaggi italiani nelle mani delle «Brigate verdi di Maometto» come si ha iniziato a fare con la mediazione dell'ulema sunnita e del Ministro degli Esteri dell'Iran;
fornire ogni informazione in suo possesso sulla situazione in Iraq, sulla presenza degli italiani in territorio iracheno e rendere conto dei motivi che hanno permesso l'operato clandestino di questi «operatori privati della sicurezza» in zona di guerra;
a ritirare immediatamente le truppe militari italiane dall'Iraq garantendo, come ha fatto la Spagna, un intervento umanitario e di sostegno al processo di democratizzazione sotto l'egida dell'ONU;
ad adoperarsi affinché l'Unione europea porti, con i suoi membri al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la richiesta di una nuova risoluzione che affidi alle Nazioni Unite la guida di una nuova fase senza l'impiego delle attuali truppe occupanti;
a sostenere una iniziativa europea destinata ad aprire iniziative di dialogo e cooperazione con i paesi arabi e musulmani;
a esprimere una netta contrarietà alla politica dell'uccisione mirata dei leader palestinesi annunciata da Sharon e sostenuta da Bush;
a esprimere una netta contrarietà al Piano di Sharon e Bush per una soluzione del conflitto del Medio Oriente, e a continuare a sostenere una proposta che permetta di avere due popoli e due stati dove un eventuale modifica dei confini passi obbligatoriamente per un accordo tra le parti.
(1-00360) «Pecoraro Scanio, Cima, Zanella, Bulgarelli, Cento, Lion, Boato».


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Risoluzione in Commissione:

La VI Commissione,
premesso che:
nel 1994 gli uffici dell'Agenzia delle entrate e dell'Agenzia del territorio di Cagliari sono stati accorpati in un'unica sede, denominata Cittadella Finanziaria, con l'intento di attribuire funzionalità ed efficienza agli uffici stessi e di semplificare i rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini;
la Cittadella Finanziaria concentra tutte le strutture ministeriali periferiche in materia di imposte e tasse che hanno rapporto diretto con il pubblico, nonché la Conservatoria dei registri immobiliari e l'Ufficio tecnico erariale, che fanno capo alla Direzione generale del catasto;
l'accorpamento ha effettivamente prodotto i risultati cercati, con generale soddisfazione dei contribuenti, dei dipendenti degli stessi uffici, delle istituzioni locali;
recentemente la direzione regionale dell'Agenzia delle entrate di Cagliari ha presentato un progetto di scorporo degli uffici finanziari, che prevede la separazione in tre sedi, oltre alla sede dell'Agenzia del territorio, con l'intento di ridurre i costi di affitto e di manutenzione degli attuali locali;
considerato che:
il tema della semplificazione dei rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini è un tema fondamentale, soprattutto in un settore così delicato come quello dell'amministrazione finanziaria;
la ricerca della semplificazione ha ispirato operazioni di accorpamento e rischia di essere gravemente compromessa da ritorni a frammentazioni di uffici e moltiplicazione di sedi, di cui il progetto dell'Agenzia regionale delle entrate della Sardegna, può costituire un pericoloso precedente;
il risparmio di oneri difficilmente può essere definito in modo ragionevolmente certo, mentre certi sono i danni che si provocano per i cittadini e per le categorie di professionisti interessati, e comunque va sempre operato un confronto analitico fra i benefici e i costi derivanti da simili progetti,

impegna il Governo:

a evitare progetti di scorporo (come quello degli uffici finanziari di Cagliari) e anzi a favorire processi di aggregazione e di accorpamento di uffici, per favorire recuperi di funzionalità e di efficienza e comunque per favorire semplificazione dei rapporti con i contribuenti;
ad evitare che iniziative pur opportune per la riduzione dei costi per gli uffici finanziari periferici, contemplino progetti di scorporo degli uffici stessi;
ad acquisire, su progetti di scorporo o di accorpamento di uffici finanziari periferici, il parere degli enti locali, delle organizzazioni sindacali dei dipendenti e delle organizzazioni dei professionisti interessati;
a corredare tali progetti di analisi benefici/costi, che contemplino gli effetti sui cittadini che intrattengono frequenti rapporti con l'amministrazione finanziaria.
(7-00411) «Benvenuto, Maurandi».