Risposta. - In ordine alle problematiche relative alla statale n. 251 evidenziate con l'interrogazione parlamentare indicata in discorso, l'ANAS Spa interessata al riguardo, fa presente che per l'anno in corso
non sono previsti interventi sulle barriere di sicurezza in comune di Barcis in prossimità del «ponte di mezzo canale».
i) i mille agenti in più, previsti nella legge Bossi-Fini, che ancora non sono stati assunti;
Risposta. - Il Governo è fortemente impegnato a garantire la sicurezza dei cittadini e che i disagi verificatisi in alcuni casi - e per i quali sono già stati adottati i necessari interventi - non hanno indebolito in alcun modo l'operatività delle forze dell'ordine, anzi i risultati ottenuti testimoniano che l'azione da esse svolta è sempre più efficace.
stradale e le sale operative competenti per territorio (Sala Consilina e Lametia Terme).
missioni all'estero per le quali è necessaria la ratifica ministeriale, mentre al personale interessato viene corrisposto un acconto pari all'85 per cento dell'importo previsto.
biologici e chimici, qualificate sia sotto il profilo della dotazione individuale che sotto quello della formazione professionale specifica.
Parallelamente si sta pianificando l'adeguamento tecnologico delle sale operative di tutti i Comandi italiani a forte contenuto informatico con la dotazione dei più moderni sistemi di telecomunicazione.
Risposta. - Il 4 ottobre 2003, all'interno del centro di permanenza temporanea «Regina Pacis» di San Foca di Melendugno (Lecce), il marocchino Rahyour Issam, trattenuto nella struttura, tentava il suicidio mediante impiccagione all'interno della propria stanza, utilizzando una corda ricavata da un lenzuolo.
disagi a soggetti già fisicamente provati costretti ad interminabili code agli sportelli;
Risposta. - I disagi lamentati dall'utenza hanno interessato un periodo limitato di tempo e sono correlati all'implementazione di un nuovo sistema informatico per la gestione delle prenotazioni: la sostituzione del sistema informatico si è resa necessaria per allinearsi agli standards dei dati di trasmissione, secondo quanto previsto nella deliberazione della giunta regionale n. 1455 del 8 novembre 2002.
L'introduzione del nuovo sistema, che ha reso necessario un ulteriore periodo di specifica formazione per gli operatori, ha comunque garantito l'attivazione e l'operatività del servizio.
b) la possibilità, per i pazienti esenti per patologia, di usufruire delle prestazioni sanitarie necessarie, senza dover transitare all'ufficio accettazione amministrativa.
Inoltre l'IFO sta provvedendo per il personale dedicato alle attività di accettazione, alla realizzazione di un corso di formazione finalizzato all'accrescimento motivazionale degli operatori alle esigenze dell'utenza, in coerenza al progetto «Formarci» (progetto formazione continuata concertata), proposto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quale la regione Lazio ha aderito.
status, ma solamente perché l'intenzione della maggioranza era di non fermarsi in Italia, bensì di proseguire verso un altro Paese europeo;
previsioni delle convenzioni internazionali cui l'Italia aderisce e in ossequio alla nostra Carta costituzionale.
Risposta. - La Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato (ora Commissione nazionale per il diritto di asilo) si è trasferita in Puglia subito dopo lo sbarco dei profughi stranieri sulle coste salentine avvenuto il 31 gennaio 2002, al fine di procedere nel più breve tempo possibile all'esame delle loro domande di asilo e di evitare così agli stessi lunghe e stressanti attese, data anche la presenza in quel gruppo numeroso di donne e bambini.
stazione di Acireale i treni notte ed intercity effettuano, infatti, ben ventidue fermate;
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che Trenitalia S.p.a. ha avviato un programma di riorganizzazione dei servizi di vendita diretta, finalizzato a rendere efficiente e a razionalizzare il meccanismo di utilizzo di canali alternativi di vendita in sostituzione di alcune biglietterie di stazione, tra cui quelle di Acireale, Termini Imerese e Cefalù.
ispettivo in parola ed in considerazione dei possibili disagi che la chiusura delle biglietterie può determinare all'utenza interessata, ha ritenuto opportuno procedere ad una ulteriore approfondimento con Ferrovie dello Stato s.p.a. in ordine al programma di riorganizzazione dei servizi di vendita.
Risposta. - In riferimento alla interrogazione in oggetto, riguardante la riorganizzazione dell'Enel distribuzione nell'ambito della regione Veneto, e sulla base di quanto riferito in merito dalla stessa società, si fa presente quanto segue.
sia tecnico che operativo, specialmente per quanto riguarda le attività costruttive e manutentive, nonché per le attività di più immediato interesse per la clientela (riparazione guasti, interventi sui gruppi di misura, eccetera).
Risposta. - In merito ai quesiti posti nell'atto ispettivo in esame si risponde secondo gli elementi forniti dall'ufficio territoriale del governo di Bologna, e acquisiti presso la Regione Emilia-Romagna.
dello stato di fatto dei reparti a cui erano stati adibiti i segnalanti.
almeno in prima istanza, alle più volte citate fibre ceramiche e non all'amianto.
Risposta. - La Parmalat S.p.A. è stata posta in amministrazione straordinaria con decreto del Ministro delle attività produttive, ai sensi del decreto-legge n. 347 del 24 dicembre 2003, poi convertito in legge.
conservative, proprie e caratteristiche della amministrazione straordinaria.
tutela della salute della popolazione esposta ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, nel rispetto di uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione che sancisce il diritto alla salute per tutti, oltreché corrispondere ai dettami dell'Organizzazione Mondiale della Sanità;
Risposta. - In merito agli aspetti di tutela sanitaria indicati dall'interrogante, si ribadisce quanto affermato in precedenti occasioni sulla problematica generale della protezione della popolazione dai campi elettrici e magnetici a frequenza industriale (cosiddetti campi ELF a 50 Hz), quali quelli generati dalle linee elettriche ad alta tensione (elettrodotti), nonché dai campi elettromagnetici prodotti dalle numerose sorgenti ad alta frequenza (ripetitori radiotelevisivi, stazioni radio base per la telefonia cellulare, apparecchiature radar).
Con tali decreti presidenziali, entrambi emanati in data 8 luglio 2003, vengono fissati i limiti di esposizione e di attenzione nonché gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz), generati dagli elettrodotti ed ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, generati a frequenze comprese tra 100 Hz e 300 GHz.
Risposta. - In virtù dell'attuale disciplina normativa, la riorganizzazione della
rete ospedaliera rientra nella sfera delle attribuzioni regionali.
Per quanto riguarda la situazione legata alla chiusura di alcuni reparti ospedalieri dell'ospedale di San Marco in Lamis, dai dati acquisiti dall'ufficio territoriale del Governo di Foggia presso le Autorità sanitarie pugliesi, risulta che il provvedimento di riordino ospedaliero della regione Puglia, abbia costituito l'oggetto di una seduta, aperta al pubblico, del consiglio comunale di San Marco in Lamis, a cui hanno partecipato il presidente della regione Puglia e l'onorevole interrogante.
provvedimento regionale di riordino della rete ospedaliera.
Risposta. - Gli Uffici di sanità Marittima, aerea e di frontiera («USMAF»), a seguito del decreto ministeriale 12 settembre 2003 «individuazione degli uffici dirigenziali non generali», sono attualmente dodici, articolati in 34 unità territoriali, ed esercitano controlli sanitari relativi a passeggeri, merci e flussi migratori, connessi alla profilassi internazionale (o transfrontaliera).
Negli uffici, che non garantiscono un orario di apertura al pubblico continuativo nelle 24 ore, è comunque assicurata la reperibilità del personale, con particolare riguardo al dirigente medico responsabile, per interventi urgenti in materia di sanità pubblica.
tratti più rischiosi della trafficata autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in argomento interessata al riguardo, ha comunicato che nell'anno 2003 sono stati appaltati lavori per 52,5 milioni di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Tale somma, se confrontata con quella impiegata per interventi analoghi (per l'anno 2001 di 8,5 milioni di euro e per il 2002 di 17 milioni di euro), testimonia l'impegno profuso dalla società medesima per il recupero manutentorio di detta autostrada.
deficit staturale è stato completamente recuperato entro l'inizio della pubertà;
Risposta. - Il «deficit dell'ormone della crescita» è riconosciuto quale patologia che dà «diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza», in quanto inserito (codice di esenzione 039.253.3) tra le «malattie croniche e invalidanti» di cui al decreto del Ministro della sanità 28 maggio 1999, n. 329 «Regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche e invalidanti ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124». I soggetti affetti da tale patologia hanno diritto a fruire, in regime di esenzione, esclusivamente delle prestazioni sanitarie indicate nel suddetto provvedimento.
decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329) il pacchetto prestazionale possa, in sede di aggiornamento del provvedimento medesimo, essere soggetto ad integrazioni o modifiche, qualora i risultati della ricerca applicata e delle evidenze scientifiche lo dovessero richiedere.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame per quanto attiene la questione dei collegamenti ferroviari, in via preliminare si osserva che le questioni sollevate si inseriscono in un quadro caratterizzato, nel settore del trasporto ferroviario, da un delicato momento di transizione dal regime monopolistico a quello della concorrenza del mercato liberalizzato.
percentuale media nazionale, è stata soppressa in quanto, nei bacini interessati al collegamento ed in prossimità della stessa fascia oraria, sulla stessa relazione altri treni effettuano la fermata in questione.
Ferrovie della Stato S.p.a. fa inoltre presente che tale scelta commerciale è legata anche ad una migliore razionalizzazione dei turni del materiale rotabile della relazione Pescara-Milano, la cui offerta è attualmente costituita da 4 coppie di eurostar nonché da 2 coppie di treni Intercity.
il Regolamento per il rilascio delle concessioni, varato dall'Agcom con deliberazione n. 78 del 1 dicembre 1998, vieta (articolo 7, comma 5) la trasformazione delle concessioni in essere - siano esse in chiaro, pay o televendite - in altre concessioni «di tipologia differente»;
Risposta. - La decisione del 2 aprile 2003 con cui la Commissione europea ha autorizzato la concentrazione Newscorp/Telepiù - dando vita alla piattaforma unica satellitare Sky - ha imposto, tra l'altro, alla Newscorp la vendita delle società Europa TV e Prima TV esercenti le reti televisive nazionali criptate terrestri.
Prima TV di operare anche come broadcaster di pay tv dopo lo switchover dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali in Italia.
analogiche a quelle digitali in Italia; la Commissione ha imposto il controllo congiunto di TF1 su entrambe le società e TF1 intende operare in chiaro, secondo gli impegni presi davanti alla Commissione: se il Ministero delle comunicazioni non avesse autorizzato il cambiamento delle modalità di trasmissione da criptato in chiaro di Europa TV, avrebbe violato la decisione della commissione con l'ulteriore conseguenza che TF1 avrebbe abbandonato la società, facendo venire meno il controllo congiunto richiesto in sede comunitaria; l'unico operatore che al momento in Italia è in possesso di una chiave di criptaggio è Sky Italia. Pertanto, se il Ministero avesse imposto alle emittenti terrestri di mantenere le trasmissioni in forma codificata, avrebbe obbligato le società Europa TV e Prima TV a rivolgersi, per la chiave di criptazione, a Sky violando la decisione della Commissione europea che ha prescritto la vendita delle società a fini anticoncentrativi.
Occorre, peraltro, considerare che il Ministero non avrebbe potuto modificare i provvedimenti di concessione rilasciati in base alla gara per il rilascio delle concessioni televisive nazionali avvenuta nel 1999, senza alterare, di fatto e «a posteriori», le condizioni della gara stessa. Ciò anche alla luce di quanto disposto dalla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 421/03/CONS che all'articolo 1, comma 2, espressamente fa salvi gli effetti connessi alla natura e ai limiti dei titoli abilitativi rilasciati a Europa TV e a Prima TV.
L'istanza presentata da Prima TV è stata riscontrata dal Ministero delle comunicazioni con nota del 9 gennaio 2004. Anche in questo caso si è trattato di una presa d'atto sottoposta alle condizioni che la prosecuzione dell'attività deve avvenire nel rispetto delle condizioni dettate dalla legge n. 249 del 1997 (articolo 3, commi 6 e 7) per le reti eccedentarie, come prorogate dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 352, e che la società deve impegnarsi al rispetto degli ulteriori obblighi previsti dalla normativa per le emittenti in chiaro.
Angelo Codignoni dal gruppo Mediaset/Fininvest si ritiene opportuno far presente che l'accertamento dei requisiti del nuovo acquirente non compete al Ministero delle comunicazioni ma all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che, come è noto, autorizza i trasferimenti di proprietà delle imprese radiotelevisive.
Risposta. - In merito all'interrogazione in argomento, relativamente alla mancata chiusura delle porte delle toilette dei treni da/per la Sicilia prima dell'imbarco sulle navi traghetto, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che gli accertamenti effettuati al riguardo hanno rilevato il carattere episodico dell'inadempienza da parte del personale di scorta sui treni che ha anche il compito di chiudere le ritirate a circuito chiuso.
avrebbero potuto provocare, sia per le modalità con cui il pacco è arrivato nel nostro territorio, senza che fosse presa alcuna misura igienica e sanitaria a scopo precauzionale; se non ritenga opportuno adottare immediatamente le opportune iniziative per accertare modalità e responsabilità della vicenda, affinché in futuro non si verifichino episodi di questo genere che rappresentano una seria ipoteca sulla tutela della qualità dell'ambiente e della salute dei cittadini.
Risposta. - Al riguardo, nel far presente che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si comunica che le ricerche effettuate dalla società Poste italiane in merito al segnalato episodio hanno evidenziato che non si è trattato di un pacco ma di un invio di corrispondenza recante l'indicazione «materiale biologico» che, proveniente dall'Australia, è stato recapitato presso l'ufficio di recapito urbano di Roma Trullo per essere consegnato, il mattino successivo, al destinatario tramite il postino di zona. Stando a quanto riferito, però, nella notte dall'involucro in parola, forse danneggiato durante il viaggio, sono fuorusciti piccolissimi grilli per cui gli impiegati di turno dopo aver informato i responsabili hanno inserito l'incarto con il rimanente contenuto in una busta di plastica, subito sigillata, che, non appena possibile, è stata consegnata al destinatario; è stata, successivamente effettuata la bonifica del locale, cautelativamente circoscritto dalle forze dell'ordine.
in realtà tale «benevolenza» è del tutto grottesca a fronte di una azienda, Fininvest-Mediaset, che dichiara un bilancio incommensurabilmente superiore al piccolo Comune di Guardavalle -:
Risposta. - Effettivamente, nel settembre del 2002, la giunta del comune di Guardavalle (Catanzaro) adottava una delibera riguardante l'attivazione nel proprio territorio di un ripetitore Tv finalizzato alla visione dei canali televisivi delle reti «Fininvest-Mediaset».
frequenza dei sinistri che comportano gravissime conseguenze sociali ed economiche;
Risposta. - La Società autostrade per l'Italia, concessionaria dell'ANAS, ha redatto il progetto definitivo della IV corsia per l'allargamento della tratta autostradale A4 Milano-Venezia ed ha acquisito i necessari pareri degli enti preposti compreso quello per il rilascio delle deroghe ai sensi dell'articolo 3 del decreto ministeriale 5 novembre 2001.
Euro, non avverrà però prima di una quindicina di anni, salvo inconvenienti;
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che l'asse ferroviario transeuropeo ad alta velocità e per il trasporto combinato nord-sud Berlino-Halle/Lipsia-Eufurt-Norimberga-Monaco di Baviera-Verona recentemente esteso fino a Napoli e, quindi Palermo attraverso il futuro Ponte sullo Stretto di Messina, rientra tra i 29 progetti della rete TEN (Trans european network) che, grazie anche all'intensa opera del Governo italiano in seno agli organi europei, sono stati definiti d'interesse prioritario dalla Commissione europea nell'ottobre 2003 in seguito al recepimento del rapporto Van Miert.
Secondo gli ultimi dati disponibili, sono in corso di realizzazione i raddoppi sulle tratte Poggio Rusco-Nogara e S. Giovanni-Crevalcore e le tecnologie sulla tratta Tavernelle-Nogara.
Risposta. - La liberalizzazione dei servizi di telecomunicazione - inizialmente attuata con decreto legislativo n. 103 del 1995 e con decreto del Presidente della Repubblica n. 420 del 1995 successivamente con la delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 467 del 2000 - ha reso possibile la diffusione di attività concernenti la messa a disposizione del pubblico di posti telefonici pubblici, i phone center, nonché di punti di accesso alla rete internet, gli internet point.
Tali centri che, peraltro, sono costantemente monitorati e controllati delle forze dell'ordine, anche in collaborazione con personale specializzato della società Telecom per le necessarie verifiche tecniche, risultano gestiti in prevalenza da cittadini extracomunitari che costituiscono imprese individuali regolarmente iscritte alla Camera di commercio, che hanno come oggetto sociale le attività commerciali legate alla telefonia cui, spesso vengono associati altri servizi quali invio e ricezione fax, fotocopiatura di documenti, commercializzazione di prodotti legati alla telefonia e, talvolta, il servizio di trasferimento e spedizione di denaro in Italia ed all'estero.
Risposta. - L'etichettatura degli alimenti è attualmente disciplinata da varie direttive comunitarie, recepite nel nostro Paese con il decreto legislativo n. 109/1992 e successive modificazioni.
ed eventualmente attenersi alle decisioni assunte in quella sede.
Risposta. - La Commissione nazionale per la formazione continua, nel rispetto delle vigenti disposizioni normative, con la determinazione assunta nella seduta del 20 novembre 2003 non ha modificato le sue determinazioni, ma si è limitata a richiamare gli organizzatori di eventi di formazione residenziale concernenti le medicine alternative o non convenzionali alla rigorosa osservanza delle determinazioni in precedenza assunte, recepite nell'Accordo raggiunto dalla Conferenza Stato-Regioni in data 20 dicembre 2001 e confermate con il successivo accordo del 13 marzo 2003.
alle esigenze di specifica qualificazione dei diversi profili professionali.
Risposta. - Come evidenziato dall'interrogante, in concomitanza con la riunione informale dei Ministri degli affari esteri dell'Unione europea tenutasi a Riva del Garda (Trento) il 5 e 6 settembre 2003, nella stessa località si è svolto un «Forum alternativo», organizzato dal «tavolo per un'Europa sociale-Riva 2003» composto da circa 30 tra movimenti e associazioni.
soprattutto della produzione di latte rappresenterebbe una drammatica prospettiva di sottosviluppo -:
Risposta. - Secondo quanto appreso per il tramite della prefettura di Firenze, l'amministrazione comunale fiorentina sembra abbia deciso di soprassedere, almeno per il momento, alla cessione delle proprie quote relative alla centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno.
Risposta. - Il decreto del Ministro della sanità 18 maggio 2001, n. 279 («Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124»), disciplina le modalità di esenzione dalla partecipazione al costo, nel caso di malattie rare, per le correlate prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza ed individua specifiche forme di tutela per i soggetti affetti da simili patologie.
Fra essi, si sono particolarmente impegnati nella ricerca rivolta alle malattie rare (sia a livello di ricerca corrente sia di ricerca finalizzata) gli istituti «Bambino Gesù» di Roma, «Burlo Garofolo» di Trieste, «Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) e «Giannina Gaslini» di Genova.
dei cittadini extracomunitari, di ordine pubblico o di altri servizi d'istituto -:
Risposta. - In merito all'interrogazione parlamentare in esame, si comunica che nel comprensorio di Lamezia Terme l'operatività delle consorterie mafiose è risultata più evidente dopo lo scioglimento del consiglio comunale.
linea con le previsioni organiche. A tali esigenze di potenziamento si sta rispondendo con la gradualità imposta dai limiti delle risorse disponibili, obiettivamente insufficienti, e dalle concomitanti, analoghe esigenze di personale dei presidi di numerose altre realtà territoriali.
Risposta. - Le iniziative da adottare per consentire, ai bambini affetti dalla patologia indicata nell'atto ispettivo in esame, qualificata assistenza nelle ore di scuola, rientrano nella competenza delle regioni.
malattia del diabete mellito, considerata di alto interesse sociale».
Per tutto il mese di settembre, la scuola ha mantenuto l'organizzazione dell'anno, precedente e, nel contempo, ha organizzato incontri per cercare di definire se il momento del pasto fosse o no un momento «terapeutico».
tale bando prevede uno stanziamento di 24 milioni di euro -:
Risposta. - In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, si premette, innanzitutto che le entrate derivanti da sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato sono destinate ad iniziative a vantaggio dei consumatori, come previsto dall'articolo 148 della legge del 23 dicembre 2000 n. 388 (legge finanziaria 2001) ed il comma 2 dello stesso articolo prevede la riassegnazione delle predette entrate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze ad un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero delle attività produttive per essere destinate alle succitate iniziative con decreto del Ministro delle attività produttive, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti.
Per tale linea di azione sono state convogliate risorse di cofinanziamento per complessivi 24.000.000 di euro, la parte più cospicua di quelle disponibili, per la realizzazione di progetti tesi alla crescita culturale dei vari settori di interesse consumeristico. Con successivo decreto 3 luglio 2003 (pubblicato in supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 166 del 19 luglio 2003) sono state ripartite le risorse complessive (24.000.000 di euro) nelle tre tipologie di progetti sopra menzionate riservando: euro 10.000.000 per i progetti di rilevanza nazionale; euro 3.800.000 per i progetti di rilevanza regionale; euro 10.000.000 per i progetti proposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano per il completamento di iniziative già avviate a favore dei consumatori.
è stata assicurata una metodologia di valutazione completamente trasparente.
Gli esiti della fase istruttoria hanno determinato l'inserimento nelle graduatorie di n. 110 progetti idonei, sulla base dei parametri oggettivi per l'attribuzione del punteggio di cui all'articolo 10 del decreto ministeriale 3 luglio 2003; le graduatorie dei progetti ritenuti idonei, distinti per tipologia e per soggetto proponente, sono state approvate con decreto del 12 novembre 2003 e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 20 novembre 2003, n. 270.
A tali progetti sono da aggiungersi un progetto delle associazioni nazionali ed un ulteriore progetto proposto dalle regioni che in base alla posizione occupata in graduatoria e ai residui dei fondi disponibili, sono risultati finanziabili non completamente, come disposto dall'articolo 11, comma 2 del sopra citato decreto 3 luglio 2003.
quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per verificare quali misure siano state predisposte nel predetto protocollo d'intesa, perché i locali siano resi agibili e siano quindi cautelati coloro che per anni sono stati messi in pericolo dall'esalazione dell'amianto presente nella struttura.
Risposta. - Per effetto della disciplina normativa contenuta nella legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3; recante «modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», il Ministero della salute non ha oggi alcun potere di tipo organizzativo e gestionale nei riguardi dei servizi sanitari regionali.
nel 1999 l'Azienda sanitaria locale decise di utilizzare il cortile interno e i locali del piano terra del padiglione Sciuti come sede dell'autoparco per gli automezzi aziendali e per la gestione delle autoambulanze del 118, che precedentemente stava presso una struttura in fitto. Per l'allocazione dell'autoparco furono completamente ristrutturati tutti gli ambienti del piano terra dell'edificio ed il cortile interno, in modo da organizzare: lo spogliatoio e i servizi igienici dei circa 150 operatori che afferivano all'autoparco (autisti barellieri eccetera); gli uffici amministrativi per la gestione dell'attività del 118; le officine di manutenzione degli automezzi dell'Azienda sanitaria locale; il parcheggio delle ambulanze e degli automezzi dell'Azienda sanitaria locale.
Dall'esame dei campioni, fatta dal CRIA-ARPAC, gli stessi hanno fatto rilevare valori fisiologici che vanno da un valore inferiore a 0,6 a 1,3 ff/l, evidenziando così la totale assenza di rischio amianto nella struttura controllata e nell'ambiente circostante.
all'interno dello stesso di MCA, la probabilità che tale materiale possa rilasciare fibre nell'aria e il rischio per il personale Asl che opera nel presidio e per la popolazione circostante di esposizione a fibre di amianto.
Probabilità che il MCA possa rilasciare fibre e relativo rischio: il MCA dell'edificio Sciuti è costituito da 2.900 metri quadrati di Glasal. Questo è un materiale di cemento contenente amianto per il 15 per cento in matrice compatta e nella fattispecie non riceve alcuna sollecitazione né meccanica, né fisica, né atmosferica. L'ultima indagine ambientale fatta nel mese di febbraio 2003 ha evidenziato l'assenza di rischio amianto da fibre aerodisperse negli ambienti ove è presente e, pertanto, non costituisce alcun rischio per il personale e per il vicinato.
dall'onorevole Pezzella nella interrogazione parlamentare n. 4 del 4 aprile 2001, possono essere opportunamente rassicurate.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in argomento, si rappresenta quanto segue.
del gioco in questione. La sera precedente, su istruzione della Farnesina, l'ambasciatore d'Italia a Lubiana ha compiuto un analogo passo presso il Ministro degli esteri della Slovenia.
(dati destinati alla competente A.S.L.), nonché l'annotazione di tali informazioni sul libretto radiologico personale, fornito gratuitamente ai cittadini -:
Risposta. - Il decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 187 ha recepito la direttiva 97/43/Euratom in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche.
della qualità delle prestazioni, indispensabili per garantire la necessaria azione radioprotezionistica.
Risposta. - L'eventuale collegamento tra ambienti criminali e l'amministrazione comunale di Pozzuoli (NA) è stato particolarmente seguito anche sotto il profilo investigativo sin dai fatti ai quali fa riferimento l'interrogazione.
a euro 600 mensili, per un monolocale, e a euro 1.500, per un appartamento da tre locali, a cui bisogna sommare le spese condominiali ordinarie e straordinarie e di utenze varie;
siano stabiliti canoni di locazione adeguati e proporzionati al reddito, siano garantiti i servizi sociali nei quartieri ad un valore economico proporzionato alla loro qualità e al reddito dei nuclei abitativi e siano controllati ogni atto di intermediazione tra proprietario e affittuario, per assicurare ad ogni persona, indipendentemente della provenienza nazionale, un bene immobiliare dignitoso e a prezzo contenuto;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in discorso, cui si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei ministri, per quanto di competenza e nei limiti delle prerogative degli enti locali, si fa presente che per favorire l'accesso al mercato delle locazioni, l'articolo 2, comma 4, e l'articolo 8 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 prevedono delle agevolazioni fiscali per i locatari che affittino un alloggio alle condizioni contrattuali stabilite nei contratti-tipo definiti fra le organizzazioni della proprietà edilizia e quelle dei conduttori.
locale di procedere allo sgombero di un centinaio di nomadi di etnia rumena che si erano insediati abusivamente in un'area demaniale posta in via Triboniano, a poca distanza del campo nomadi ubicato nella stessa via, nei pressi dell'impianto di riciclaggio dell'Azienda municipale per i servizi ambientali. Da quello stesso impianto era stato sottratto materiale di recupero (legname, plastica, cartoname, eccetera) con cui realizzare abitazioni provvisorie.
l'esistenza di barriere architettoniche nell'edificio dove è ubicato l'Ispettorato Territoriale della Sicilia, organo periferico del Ministero delle Comunicazioni;
Risposta. - Al riguardo si significa che come precedentemente annunciato e come dallo stesso dottor Petrotta confermato con una nota inviata alla direzione generale per gli affari generali e personale del ministero delle comunicazioni, in data 3 marzo 2004 il capo dell'Ispettorato territoriale della Sicilia ha provveduto alla revoca del trasferimento ed alla consegna delle chiavi dell'ascensore all'interessato che ha, quindi, ripreso servizio presso la sede precedentemente occupata.
(per la pratica impossibilità a svolgere un'attività lavorativa);
Risposta. - La sindrome da stanchezza cronica («CFS» o Chronic Fatigue Syndrome) è una patologia definita nel 1994 da una commissione di studio internazionale nominata dai Centers for disease control («CDC») di Atlanta, USA.
Per quanto riguarda la richiesta di inserimento della «Cfs» negli elenchi delle malattie di cui al decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329 «regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche e invalidanti ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124», occorre considerare, da un lato, la difficoltà di univoca definizione dei casi, non correlata a segni clinici oggettivi, né desumibile da esami strumentali e di laboratorio, dall'altro, la difficoltà di definire il fabbisogno delle prestazioni necessarie ed appropriate per il trattamento e il monitoraggio della malattia e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti.
il modo con cui l'Azienda ha deciso di procedere finirà con il favorire una situazione conflittuale che, stando alle Associazioni sindacali, non migliorerà a seguito della sottoscrizione del Protocollo sulle relazioni sindacali prevista a breve -:
Risposta. - Con riferimento alla interrogazione in argomento, si comunica che l'Enel ha evidenziato di non avere modificato in alcun modo la propria struttura territoriale e di non avere soppresso le proprie «direzioni territoriali». Dal mese di ottobre 2002 tutte le articolazioni territoriali della rete, ovunque operanti, hanno assunto la denominazione di «unità territoriali rete» al fine di distinguere il loro ruolo da quello delle unità territoriali commerciali, alla luce della riorganizzazione di Enel distribuzione con l'articolazione fra area rete ed area mercato.
paga con crescenti difficoltà nell'assicurare servizi di trasporto regionali efficienti e regolari -:
Risposta. - In merito all'interrogazione in discorso, riguardante gli intendimenti di Trenitalia S.p.a. a riassumere personale di macchina e di bordo ormai in pensione per coprire le carenze di organico, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che tale iniziativa ha riguardato un'azione meramente ricognitiva allo scopo di sondare la disponibilità dei pensionati, purché ancora in possesso di tutti i requisiti psicofisici richiesti per il personale in argomento, ad offrire la propria esperienza professionale ed essere utilizzati in qualità di riserva.
Risposta. - Il pacchetto azionario della Soc. Lips Italiana è detenuto per il 50 per cento della società Fincantieri e per il 50 per cento della società Finlandese Wartsila, in quanto, quest'ultima, ha acquisito ed incorporato la società Lips Olanda già proprietaria del 50 per cento della Lips Italiana.
operativa per la commercializzazione di motori Wartsila.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in argomento, l'ANAS S.p.A., interessata al riguardo, ha riferito che l'itinerario Gela-Catania è costituito dai seguenti tre tratti di strade statali la cui estesa complessiva è di chilometri 95 circa: la strada statale n. 117-bis «Centrale Sicula» dal chilometro 91+830 al chilometro 73+240; la strada statale n. 417 «di Caltagirone» dal chilometro 0+000 al chilometro 70+100; la strada statale n. 192 «della Valle del Dittaino» dal chilometro 84+550 al chilometro 80+200.
arteria, da realizzarsi nel breve e medio termine e già inseriti nei piani ANAS (piano compartimentale di fabbisogno, piano straordinario 2003, contratto di programma 2003-2005, programma per il miglioramento delle sicurezza sulla rete stradale nazionale legge 166/2002, articolo 15);
Per ciò che concerne la Fase 1, oltre ai lavori di manutenzione ordinaria ricorrente, attualmente in corso, l'ANAS ha in fase di esecuzione, di appalto e di progetto i seguenti interventi.
Per la realizzazione della Fase 2 è necessaria la progettazione preliminare.
Valpiana n. 9/4624-B/1, in cui si impegnava il Governo ad attivare nei primi ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge 8 marzo 2000, n. 53 un osservatorio epidemiologico per lo studio e l'osservazione dell'andamento delle nascite pre-termine, analizzando le cause anche in relazione all'epoca di inizio dell'astensione obbligatoria pre parto da parte di ogni lavoratrice -:
Risposta. - L'articolo 20 del decreto legislativo n. 151/2001 ha previsto per le lavoratrici la facoltà di posticipare l'inizio del congedo di maternità: la dipendente può decidere di astenersi dal lavoro un mese prima della data presunta del parto e quattro mesi dopo il parto.
& Gynecology and Reproductive Biology 2003; 110 (2):153-58; Spinelli A et al. A case-control study of preterm delivery in Italy. In corso di stampa.
psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale...» ed, ancora, all'articolo 4, lettera b): «... i diritti dell'animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo» -:
Risposta. - È necessario ricordare che l'attuale normativa, cioè il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 116, che disciplina la protezione degli animali destinati alla sperimentazione, all'articolo 8, comma 1, lettera b), prevede che per il rilascio dell'autorizzazione ad effettuare esperimenti sui primati non umani, sui cani e sui gatti deve essere tenuto in considerazione il parere preliminarmente e specificatamente espresso dall'apposito ufficio presso l'Istituto superiore di sanità che ha assunto la denominazione: servizio della sicurezza per la sperimentazione animale.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, di cui si allega il testo, si comunica che il 12 giugno 2003, la polizia municipale di Padova, nel corso di un servizio di controllo del territorio svolto in collaborazione con l'Arma dei carabinieri nella zona antistante la stazione ferroviaria, riceveva la segnalazione da parte di alcuni cittadini che, nelle vicinanze, si stava svolgendo attività di spaccio di stupefacenti.
Risposta. - Il 10 novembre 2003 il comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Lecco ha predisposto, nel contesto di un'ampia attività di prevenzione interessante diversi comuni, un servizio di controllo del territorio, mirato, tra l'altro, al contrasto del fenomeno della prostituzione sulle strade.
In tale contesto, lungo la superstrada n. 36 «Valsassina», undici donne di nazionalità italiana, in atteggiamento inequivocabile, sono state accompagnate presso gli uffici della stazione carabinieri di Costa Masnada, anche al fine di evitare palesi situazioni di pericolo (distrazione durante la guida, rallentamenti improvvisi) per la circolazione, trattandosi, come detto, di una superstrada, peraltro molto frequentata.
Risposta. - A seguito dell'insorgenza dell'epidemia di influenza aviaria in diversi Paesi del sud-est asiatico e dell'evolversi della conseguente situazione epidemiologica e al fine di impedirne l'insorgenza nel territorio comunitario, la Commissione europea e il Ministero della salute, hanno adottato tempestivamente le seguenti misure: divieto di importazione, dalla Thailandia, di carne di pollame e di prodotti derivati. La Thailandia era l'unico Paese autorizzato, tra quelli interessati dall'epidemia, ad esportare la carne di pollame verso la Comunità europea; divieto di importazione di uccelli ornamentali e da voliera («uccelli diversi dal pollame»), da tutti i Paesi asiatici colpiti inclusi asiatici, interessati dall'epidemia, inclusi quelli destinati ad essere introdotti nel territorio comunitario al seguito di viaggiatori.
negli ultimi giorni lungo la strada statale 251 della Valcellina - Val di Zoldo sono emerse alcune gravissime lacune tecniche, dovute alla scarsa manutenzione effettuata negli anni su questa infrastruttura viaria ma anche ad atti vandalici e all'usura del tempo;
in particolar modo occorre rimediare senza indugio alcuno ai danni provocati dai teppisti negli imbocchi della galleria che unisce i territori comunali di Montereale Valcellina e di Andreis, in provincia di Pordenone;
in questo caso specifico i vandali hanno divelto e rese inutilizzabili le sbarre di sicurezza che dovrebbero calarsi automaticamente in occasione di incidenti stradali all'interno del tunnel;
senza tali dispositivi, il bilancio di un eventuale sinistro all'interno del traforo potrebbe essere tragicamente aggravato dal sopraggiungere di ulteriori veicoli;
in comune di Barcis, poco prima del «ponte di mezzo canale» si deve, poi, provvedere alla sostituzione dei guardrail in quanto quelli attualmente installati risultano troppo datati e usurati per reggere ad un'eventuale collisione con un veicolo in corsa;
sempre per quanto concerne le protezioni laterali presenti in svariati tratti della 251, si evidenzia che spesso si tratta di guardrail non più a norma e di proporzioni eccessivamente basse;
un terzo motivo di disagio che necessita di un immediato interessamento di questo ministero e, di riflesso, dell'Anas è quello che si riscontra salendo lungo la stessa 251 in direzione del comune di Claut;
nel caso appena segnalato, prima della biforcazione per Cimolais e Erto e Casso, la carreggiata lamenta evidenti segni di cedimento lungo i muri di contenimento della massicciata laterale;
tali opere, realizzate decenni fa, sono vistosamente coperte di crepe e minacciano di crollare in più punti;
è, del resto, notorio che le tre situazioni in questione rappresentano solo le incombenze più urgenti che devono essere risolte su questo asse viario di primaria importanza, trattandosi dell'unica strada che consente un rapido accesso alla provincia di Belluno salendo dall'Alto pordenonese -:
se non ritenga impellente richiamare all'attenzione dell'Anas, della provincia di Pordenone e della regione Friuli Venezia Giulia i tre casi di degrado strutturale suesposti, anche nell'intento di scongiurare tragedie della strada quanto mai annunciate.
(4-08058)
L'ANAS informa che le barriere di sicurezza all'imbocco della galleria che unisce i territori comunali di Montereale Valcellina e di Andreis, per la quale sono stati segnalati atti vandalici, sono state sostituite e la stessa è sottoposta ad interventi di manutenzione ordinaria concernente gli impianti elettrici.
Inoltre, per gli stessi impianti l'ANAS ha proceduto ad opere di modifica per un più sollecito intervento in caso di incendio.
Più in generale, rende noto la società stradale, le gallerie di Sant'Antonio Alta 1a-2a-3a in comune di Erto e Casso, per un importo di circa euro 255.000,00= (euro duecentocinquantacinquemila), sono state interessate da lavori per illuminazione, completati nello scorso settembre.
Sono stati altresì effettuati lavori di asfaltatura in tratti saltuari e sono in corso di appalto lavori di consolidamento di un muro a secco al chilometro 72+180 e di consolidamento spalle e muri d'ala di un ponte al chilometro 77+800.
Inoltre, sono stati approvati due progetti per il ripristino dei muri di sostegno ammalorati, oggetto comunque di costante monitoraggio, al chilometro 73+100 e 79+150.
Altro intervento di rilievo riguarda il consolidamento del ponte sul torrente Cimoliana al chilometro 82+100.
L'ANAS fa conoscere che l'intera statale è oggetto di interventi di ordinaria manutenzione, effettuati abitualmente, come taglio erba, pulizia cunette e fossi, segnaletica, riparazione o sostituzione delle barriere incidentate, ripristino di pavimentazioni danneggiate e, periodicamente, si procede ai consueti servizi sgombraneve e spargisale.
La società stradale pone in evidenza come, compatibilmente con le risorse economiche, si sia sempre cercato di effettuare lungo l'itinerario in argomento tutti gli interventi necessari alla sicurezza della circolazione.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
quanto denunciato sul quotidiano «Corriere della Sera» di lunedì 4 agosto è di una gravità assoluta:
a) ufficiali giudiziari nelle caserme dei carabinieri e nei commissariati perché il Viminale non paga più l'affitto ai legittimi proprietari, con relativi sequestri cautelativi di computer e macchine fotocopiatrici;
b) aumento del debito accumulato dalla logistica delle forze dell'ordine dai 400 ai 512 milioni di euro in soli due anni (dal 2001 al 2003);
c) tagli, imposti dalla finanziaria 2003, non solo per le spese delle forze di polizia, ma anche per i presidi antincendio dei Vigili del fuoco che tutelano d'estate il patrimonio boschivo (con l'attuale siccità e il pericolo di incendi si può ben immaginare quanti danni arrecherà questo disservizio);
d) disconnessione del servizio «Vsat» sul tratto calabrese dell'autostrada A3 istituito con i fondi europei destinati alla sicurezza del Mezzogiorno, con il risultato che le pattuglie della Polstrada non possono più collegarsi tra loro e con il Centro operativo autostradale di Lamezia Terme;
e) volanti della polizia inutilizzate per mancanza di fondi per le manutenzioni;
f) indennità per 15 milioni di euro, negate ad oltre 10 mila agenti, «stornate» dal Ministero dell'economia e delle finanze su altre voci;
g) imbarcazioni della Guardia costiera che non possono prendere il largo e pattugliare le coste per mancanza dei fondi per il carburante;
h) finanziamenti finiti per i voli charter destinati al rimpatrio di clandestini;
l) le fotocopiatrici della DIA a Roma bloccate per mancanza di carta;
m) agenti costretti a pagare di propria tasca le trasferte e mancanza di fondi per le divise;
tutto ciò, se non riguardasse la sicurezza dei cittadini e le capacità operative delle forze dell'ordine, potrebbe essere oggetto di facile scherno sulle capacità di questo Governo in materia di sicurezza e programmazione economica -:
come si pensi, nonostante il ben noto impegno delle nostre forze dell'ordine, di garantire la sicurezza dei cittadini in queste condizioni;
se non si ritenga, quanto sta avvenendo, in palese e manifesta contraddizione con le dichiarazioni e gli impegni presi da questo Governo in materia di sicurezza;
entro quanto tempo, al di là delle dichiarazioni di esponenti vari del Governo, s'intenda risolvere questa condizione scandalosa fornendo alle nostre forze dell'ordine tutto quanto necessita per svolgere i loro compiti;
se è vero che i fondi destinati, come indennità, ad oltre 10 mila agenti, siano stati «stornati» per altre vicende e quanto s'intenda dare loro quanto dovuto;
se non si ritenga, quantomeno, irresponsabile aver tagliato i fondi ai servizi antincendio e come si stia affrontando, attualmente, questa emergenza;
come s'intenda, al di là delle ben note divergenze esistenti nell'attuale maggioranza, affrontare il problema clandestini e permettere alla nostra Guardia costiera di svolgere, con tutti i mezzi necessari, il proprio lavoro.
(4-07237)
Nel merito delle questioni sollevate dall'interrogante, si fa presente che, per quanto concerne la esposizione debitoria dell'amministrazione dell'interno nei confronti dei locatori pubblici e privati degli immobili dove hanno sede molti uffici di polizia, è in corso un programma di ripianamento del debito su più annualità.
La legge finanziaria 2004 ha, inoltre, istituito un fondo straordinario di 171 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006, finalizzato alla estinzione, nell'arco del triennio, dei debiti accumulati negli ultimi anni dal Ministero dell'interno, tra i quali, in primo luogo, quelli contratti per le locazioni di immobili adibiti a presidi delle Forze dell'ordine.
Inoltre, la legge di bilancio 2004 ha significativamente aumentato gli stanziamenti per l'affitto di immobili destinati ai presidi in parola (+20,8 milioni di euro per la Polizia di Stato, pari ad un incremento del 19,77 per cento rispetto alle previsioni iniziali del bilancio 2003 e +16,5 milioni di euro per l'Arma dei carabinieri, pari ad un incremento del 9,2 per cento rispetto al bilancio 2003).
La stessa legge ha, tra l'altro, incrementato di 11,9 milioni di euro anche le previsioni di spesa per l'alloggiamento delle Forze di Polizia (+28,25 per cento) e di 12 milioni quelle per la manutenzione dei locali demaniali della Polizia di Stato (+52,16 per cento).
La disconnessione del servizio «Vsat» sul tratto calabrese dell'autostrada A3 tra Salerno e Villa San Giovanni è dipesa dalla indisponibilità di risorse finanziarie sufficienti a sostenere gli oneri economici connessi alla tecnologia satellitare; sono stati, infatti, revocati, con decorrenza dal 1o luglio scorso, i servizi di esercizio e manutenzione forniti dalla S.p.a. Telespazio.
Per sopperire all'interruzione di tale servizio è stato disposto il ripristino dei collegamenti radio tra le pattuglie della Polizia
Sono in corso, tuttavia, contatti con la stessa società Telespazio per rideterminare, attraverso una transazione, il credito vantato da quest'ultima nei confronti del Ministero dell'interno e per verificare la possibilità di nuove soluzioni tecnologiche che, tenendo conto dell'architettura del sistema positivamente sperimentato in questi anni, siano compatibili con le effettive disponibilità finanziarie, secondo i criteri di gestione dei Fondi europei nell'ambito della programmazione 2000-2006.
La riduzione delle disponibilità di bilancio per i così detti «consumi intermedi», quali quelli per l'acquisto di beni e la fornitura servizi, in conseguenza del così detto «decreto taglia-spese» (decreto-legge 6 settembre 2002, n. 194, convertito con modificazioni dalla legge 31 ottobre 2002, n. 246) e della legge finanziaria 2003, ha effettivamente determinato problemi in molte realtà territoriali per la manutenzione e la riparazione dei veicoli della Polizia di Stato.
Già lo scorso anno si è fronteggiata la consistente riduzione delle somme a disposizione dei direttori degli autocentri della Polizia di Stato, da un lato attraverso manovre compensative di bilancio e, dall'altro, attraverso misure di contenimento e razionalizzazione della spesa, che hanno consentito di ridurre sensibilmente l'impatto sui livelli operativi.
La legge di bilancio 2004 ha incrementato di 16,2 milioni di euro (+33,3 per cento), rispetto alle previsioni iniziali dell'anno precedente, le risorse per la manutenzione degli automezzi in questione; inoltre, è stata mantenuta la dotazione di 110,248 milioni di euro sul «fondo per i consumi intermedi», istituito lo scorso anno, per fronteggiare le eventuali nuove o maggiori spese relative agli stessi consumi.
Inoltre, per alleggerire gli oneri relativi alla manutenzione degli automezzi, è stato stipulato un contratto con la Fiat Auto Van s.r.l., che prevede un «pacchetto» di ricondizionamento, manutenzione e riparazione di 2.500 autovetture «Marea-edizione Volante» per un periodo di 30 mesi e/o 60 mila chilometri.
Non corrisponde al vero l'affermazione secondo la quale, almeno alla data della presentazione dell'interrogazione cui si risponde, sarebbero stati esauriti i fondi destinati all'organizzazione di voli charter per il rimpatrio degli stranieri extracomunitari destinatari di provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale; si precisa, al riguardo, che i voli speciali si sono susseguiti per l'intero 2003, nel corso del quale sono stati effettuati più di 20 voli per il rimpatrio di oltre 1.700 stranieri.
Quanto al pattugliamento delle coste, si comunica che al dipartimento della pubblica sicurezza, cui compete il coordinamento degli interventi operativi delle unità aeronavali impegnate nelle attività di prevenzione e contrasto in mare dell'immigrazione clandestina, non risulta pervenuta alcuna comunicazione ufficiale circa casi di impossibilità di utilizzare imbarcazioni della guardia costiera per mancanza di carburante.
Con riferimento, invece, all'assunzione di 1.000 agenti della Polizia di Stato, prevista dal decreto-legge n. 253 del 10 settembre scorso (convertito dalla legge n. 300 del 6 novembre) per fronteggiare i compiti connessi alla normativa in materia di immigrazione ed asilo, si informa che il 9 dicembre scorso ha avuto inizio il corso di addestramento per 537 unità di personale, reclutate utilizzando la graduatoria degli idonei di un precedente concorso bandito nel novembre 1996; la conclusione del corso è prevista per l'8 dicembre prossimo.
Le rimanenti unità di personale saranno reclutate, come previsto dallo stesso decreto-legge, fra i militari in ferma breve; l'immissione in servizio di questo personale, per il quale si sono già espletate le visite mediche prescritte per l'accertamento della permanenza dei requisiti psico-fisici necessari, è prevista per il prossimo mese di maggio.
Quanto al pagamento delle competenze accessorie, si informa che le indennità di missione, se automatizzate dai reparti periferici, vengono liquidate entro il mese successivo a quello di espletamento, salve le
Per gli anticipi di missione al personale delle Forze di Polizia è utilizzato un fondo assegnato alle questure, che viene di volta in volta reintegrato con appositi trasferimenti di risorse dalle prefetture-uffici territoriali del Governo; insufficienze del fondo possono verificarsi solo eccezionalmente, nelle more delle operazioni di reintegro.
Anche il compenso per lavoro straordinario viene corrisposto di regola entro il mese successivo da quello dello svolgimento, mentre altri pagamenti non superano, di norma, un tasso di tempo di tre mesi.
Nel corso del 2003, invece, non è stato possibile avviare procedure di gara per la fornitura di vestiario destinato agli operatori della Polizia di Stato a causa della indisponibilità di fondi.
La direzione investigativa antimafia, inoltre, ha negato che si siano verificati i disservizi segnalati da alcuni organi di stampa e ripresi dall'interrogante, sostenendo, viceversa, di essere stata in grado di fronteggiare la riduzione delle disponibilità per spese correnti, derivante dalla legge finanziaria 2003, con misure di contenimento dei costi, di riorganizzazione e razionalizzazione interna, senza intaccare la funzionalità dell'organismo.
Per quel che riguarda, infine, i finanziamenti a favore del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, si precisa che la legge finanziaria per il 2003 non ha inciso specificamente sui servizi antincendi boschivi dei Vigili del fuoco.
Va, d'altra parte, sottolineato, a tale proposito, che sin dal 1977 (decreto del Presidente della Repubblica n. 616) la materia dello spegnimento degli incendi boschivi è attribuita alla competenza primaria delle regioni e che tale assetto di competenze è stato confermato dal decreto legislativo n. 112 del 1998 e, da ultimo, dalla legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353 del 2000.
Pertanto, nell'attuale quadro normativo, la materia non rientra tra i compiti di istituto in senso stretto del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, se non quando l'evento mette a repentaglio l'incolumità delle persone o l'integrità degli insediamenti civili; il Corpo nazionale può essere, tuttavia, coinvolto in tale settore di attività dalle regioni a titolo di concorso e previa stipula di appositi accordi di programma.
Detto questo, si fa presente, su un piano più generale, che la necessità di adeguare le dotazioni di mezzi e attrezzature a disposizione dei Vigili del fuoco è fortemente avvertita dal Governo che ha ritenuto di perseguire questo obiettivo attraverso la previsione di appositi stanziamenti di bilancio.
In particolare, grazie alle risorse economiche previste dalle leggi finanziarie per il 2002 (10.329.000 euro per ciascuno degli anni dal 2002 al 2016 per un importo complessivo di 154.935.000 euro e, in aggiunta, per finalità specifiche di difesa civile, 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 pari a 60 milioni di euro spendibili fin dal primo anno) ed il 2003 (20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 sempre pari a 60 milioni di euro spendibili fin dal primo anno), il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sta procedendo a rinnovare, attraverso la progressiva e rapida acquisizione di nuovi mezzi e materiali di tipo sia tradizionale che specialistico, il proprio parco automezzi.
Nel dettaglio, si precisa che gli obiettivi riguardano:
il rafforzamento dei nuclei elicotteri e dei presidi di soccorso in mare con l'acquisizione di barche di ultima generazione;
il potenziamento dei mezzi aeroportuali per l'adeguamento del servizio antincendio negli aeroporti alle norme ICAO che avrebbero dovuto essere recepite già dal 1996;
la sostituzione progressiva dei mezzi e dei materiali più tradizionali di spegnimento degli incendi;
l'istituzione di task force preposte alla difesa della popolazione da attacchi nucleari,
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il 4 ottobre 2003 Luca Ruberti e Rosanna Mazzarello hanno inoltrato un esposto alla procura della Repubblica di Lecce in cui dichiarano di aver ricevuto la serata del 3 ottobre 2003, intorno alle 23 circa, presso i rispettivi telefoni cellulari, diverse chiamate da parte di trattenuti presso il Centro di Permanenza Temporanea Regina Pacis di San Foca. «Nel corso delle telefonate» hanno dichiarato «ci veniva richiesto di intervenire inviando soccorsi medici, a fronte di una situazione di forte tensione, di maltrattamenti in corso e di disordini.»; a Luca Ruberti, veniva richiesto, in particolare, di intervenire in soccorso di un kurdo che aveva tentato di suicidarsi a mezzo di una corda, e che allora era a terra privo di sensi. I due giovani hanno quindi chiamato il 118 ed esposta la situazione. Richiamato dall'operatrice del 118, gli venne confermata la notizia del tentativo di suicidio e riferito che, a detta delle forze dell'ordine, la persona era sotto le cure dell'infermeria del centro e non si riteneva necessario il ricovero in ospedale;
Rosanna Mazzarello, insieme al signor Manfredi De Pascalis, si è quindi recata in questura per chiedere un sopralluogo del questore o di un suo vice, e qui le è stato riferito che gli avvenimenti di cui sopra erano stati portati a conoscenza sia dei Carabinieri di Melendugno che della Prefettura di Lecce. In seguito, ripetute telefonate, provenienti sempre dall'interno del Centro, continuavano a riferire di una situazione di preoccupante disordine. In particolare, un interlocutore telefonico di Luca Ruberti, lamentava di essere stato coinvolto in pestaggi nella mattinata (4 ottobre 2003) che gli avrebbero prodotto fratture alle costole. A differenza delle conversazioni avute nella serata di ieri, ha esposto Ruberti «la sua voce risultava fortemente impastata come se la bocca fosse interessata da ferite»;
alla luce di quanto sopra esposto, i due giovani hanno chiesto alla Procura di procedere ad accertamento dei fatti e ad eventuali connesse responsabilità penali;
simili accadimenti non sono inediti nel centro in questione, dove si moltiplicano appelli disperati di soccorso, tentati suicidi, denunce di maltrattamenti da parte dei trattenuti;
in seguito all'esposto il capogruppo alla Regione di R.C. Michele Losappio ha fatto un sopralluogo di due ore e mezza al Regina Pacis: «Le persone ascoltate» ha dichiarato Losappio al Nuovo Quotidiano di Puglia «hanno confermato che fra gli ospiti si sta diffondendo una preoccupante tendenza al suicidio e all'autolesionismo». Un altro tentato suicidio ha infatti fatto seguito a quello del curdo. Il consigliere regionale ha concluso che «occorre fare qualcosa perché la situazione rischia di diventare intollerabile.»;
già in passato il centro di permanenza temporanea è stato oggetto di indagini, sia per maltrattamenti che per illeciti amministrativi;
ad avviso dell'interrogante il centro di permanenza temporanea in questione è stato trasformato di fatto in un carcere privato ed è gestito in modo autoritario, incontrollato ed incontrollabile -:
se non si ritenga, al fine di prevenire il peggio, utile procedere ad una ispezione presso il Centro Regina Pacis anche in vista delle possibilità di revocare l'accreditamento dello stesso.
(4-07678)
Immediatamente soccorso da un connazionale e dai carabinieri in servizio di vigilanza al Centro, il predetto Rahyour veniva tempestivamente trasportato presso l'infermeria per le cure del caso; i sanitari gli riscontravano escoriazioni e abrasioni al collo, giudicandolo guaribile in 8 giorni.
Nella circostanza, lo straniero riferiva che tale gesto era riconducibile a problemi legati alla propria salute.
Lo stesso giorno i signori Luca Ruberti e Rosanna Mazzarello presentavano un esposto-denuncia presso la Procura della Repubblica di Lecce riguardante assenti «maltrattamenti» che si sarebbero verificati presso il Centro di permanenza «Regina Pacis» nella serata del 3 ottobre nei confronti di una persona di nazionalità curda e nella mattinata del 4 ottobre nei confronti di persona non identificata.
Dalle indagini espletate, la Procura della Repubblica di Lecce ha comunicato di non aver ravvisato ipotesi di reato e, pertanto, con provvedimento del Pubblico ministero, in data 30 ottobre 2003, il citato esposto è stato archiviato.
Quanto al livello delle prestazioni e dei servizi resi all'interno dei C.P.T., esso è stato stabilito in apposite linee guida per la gestione approvate con direttiva del Ministero dell'interno l'8 gennaio 2003. Le linee guida fissano standard qualitativi e qualitativi da rispettare e garantiscono, perciò, la massima trasparenza nella gestione quotidiana delle strutture e nelle procedure di affidamento della gestione. Grazie ad esse è stato possibile, da un lato, omogeneizzare il livello delle prestazioni e, dall'altro, introdurre criteri obiettivi nella scelta degli enti gestori chiamati a formulare offerte trasparenti in termini di miglioramento delle prestazioni rese e dei corrispettivi richiesti. In ogni centro sono assicurati, oltre ai normali servizi alla persona (lavanderia, barbieria, vitto, generi di conforto e quant'altro), il servizio di mediazione linguistica e culturale, l'assistenza sociale e psicologica, l'informazione sui diritti, doveri e sulla condizione dello straniero, l'intrattenimento degli ospiti, il servizio di assistenza sanitaria.
I centri non hanno alcuno scopo afflittivo ed al loro interno non vi è un regime carcerario; non sono istituti di pena, ma strutture il cui perimetro esterno è vigilato dalle forze di polizia ed al cui interno vi è libertà di movimento e spazi ricreativi. I loro ospiti possono colloquiare con l'esterno ed è possibile ricevere la visita, oltre che dei propri legali, anche dei propri familiari.
Nel precisare, infine, che in ordine alla gestione dei centri opera la costante attività di vigilanza delle autorità locali e del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, si ricorda che la concezione e le modalità di istituzione dei CPT corrispondono ad una trasparente e coerente politica di governo del fenomeno dell'immigrazione condivisa e definita concordemente con gli altri partner dell'Unione europea.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
l'istituto san Gallicano e l'istituto Regina Elena formano, accorpati, il cosiddetto «Ifo», ossia gli istituti fisioterapici ospedalieri, operanti in Roma attraverso un'unica struttura;
il centro Ifo è diventato il più grande polo oncologico dell'Italia centrale e meta di pazienti affetti da gravi patologie tumorali provenienti da tutte le regioni d'Italia;
sono state lamentate da più pazienti pesanti disfunzioni nella fase di accettazione dei malati da parte della struttura creando chiaramente enormi e intollerabili
tali disfunzioni si verificano anche per le visite intra-moenia, cioè quelle in regime privatistico ma effettuate presso la struttura pubblica;
l'attenzione e il rispetto per i malati di tumore deve concretizzarsi, oltre che in un livello medico scientifico elevato, peraltro ampiamente presente in seno alla struttura, anche in un servizio amministrativo efficiente e di qualità;
questo Governo ha sempre riservato grande attenzione alla tutela dei diritti del malato come statuito dalla nostra Carta costituzionale -:
quali provvedimenti il ministero della salute intenda adottare per il corretto funzionamento amministrativo della struttura Ifo, affinché il commissario straordinario, professor Luigi Giusto Spagnoli, e il suo vice dottor Vaglia, provvedano ad eliminare le suddette disfunzioni.
(4-08089)
Il nuovo sistema informatico ha introdotto i seguenti parametri innovativi:
a) anagrafica completa;
b) collegamento tra ambulatori, servizi diagnostici, accettazione amministrativa, accettazione sanitaria ricoveri, reparti di degenza con conseguente possibilità di elaborazione dei flussi informativi in tempi assai rapidi;
c) attivazione di sportelli multifunzionali per i servizi di pagamento dei ticket e prenotazione visite;
d) elaborazione di report statistici sugli indicatori di attività, di interesse della struttura ospedaliera;
e) attivazione di postazioni di prenotazione/accettazione, decentrate presso le strutture di degenza e le strutture ambulatoriali;
f) è in fase sperimentale il collegamento tra il Laboratorio di Patologia Clinica ed alcuni Reparti-pilota per la trasmissione dei referti in via telematica.
I disagi si sono progressivamente ridotti negli ultimi 2 mesi grazie alla dimestichezza degli operatori con il sistema nonché al potenziamento e riorganizzazione del servizio accettazione amministrativa/CUP IFO.
L'esternalizzazione del servizio di prenotazione telefonica ha consentito l'ingresso dell'IFO nel progetto regionale di centro unico di prenotazione regionale (RECUP). Si è registrata, di conseguenza, una progressiva diminuzione dei tempi necessari per effettuare le prenotazioni/accettazioni: l'accettazione della pratica amministrativa, in linea con gli standard nazionali, viene, infatti effettuata attualmente in 3 minuti contro i 6/7 minuti iniziali; i tempi necessari alla compilazione di tutti i campi obbligatori all'atto della prenotazione telefonica sono di 5 minuti, anziché 10/12 minuti iniziali.
A fronte di una richiesta di prenotazioni che è progressivamente aumentata nei mesi di maggio-novembre 2003, fino a raggiungere il numero di 10.008 nel mese di novembre, l'Ente si è adoperato a ridurre le criticità riscontrate per limitare i disagi all'utenza.
Sono stati previsti:
a) un sistema di prenotazione diretta delle visite di controllo per i pazienti in follow-up, con prescrizione, al momento della visita, da parte dello specialista sul ricettario regionale;
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
il 31 gennaio 2002, sono sbarcate lungo le coste salentine, nei pressi di Gallipoli (Lecce), 205 persone, tra cui numerose donne - alcune delle quali in stato di avanzata gravidanza - e bambini di tenera età, ed in particolare: 106 di etnia Kurda provenienti dalla Turchia, 48 Kurdi dell'Iraq, 2 dal Pakistan, 1 dal Bangladesh, 2 afgani, 46 dallo Sri Lanka. Nel rispetto della normativa vigente e dei più elementari principi della civile ospitalità, anche in considerazione delle precarie condizioni di salute degli stranieri, tutti venivano ricoverati nei centri di accoglienza «Regina Pacis» e «L'abadessa» siti entrambi a pochi chilometri dal capoluogo salentino;
poiché la gran parte degli stranieri avevano manifestato la volontà di chiedere il riconoscimento di rifugiati politici e quindi del diritto di asilo, giungeva, nei giorni 13, 14 e 15 febbraio 2002 la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato, per l'esame delle singole posizioni dei richiedenti asilo;
il giorno 16 febbraio 2002 tutti gli ospiti del centro di accoglienza «L'Abadessa» venivano trasferiti nel centro «Regina Pacis» che, oltre ad essere un centro di accoglienza, è attrezzato per garantire la permanenza temporanea degli stranieri che sono in procinto di essere espulsi, a cagione dell'irregolare ingresso nel territorio nazionale;
la Commissione ha svolto un considerevole lavoro avendo esaminato oltre duecento casi ma v'è motivo di ritenere che lo abbia fatto in modo del tutto formale e gravemente superficiale, atteso che, per il tempo a disposizione, ha dedicato non più di pochi minuti per persona;
in un così brevissimo lasso di tempo non è obiettivamente possibile prendere in esame la reale situazione della persona richiedente asilo, ascoltando le sue ragioni, i motivi dell'allontanamento dalla sua
terra di origine, i pericoli cui andrebbe incontro qualora fosse costretta a fare ritorno nel suo Paese, soprattutto se si considera che il colloquio richiede una puntuale traduzione, resa assai difficile dalla non agevole conoscenza, da parte dei pochi operatori culturali o interpreti, degli innumerevoli dialetti in uso nelle varie etnie e tribù del popolo kurdo;
i membri della Commissione, al termine del frenetico quanto formale lavoro hanno concesso solo a 25 stranieri lo status di rifugiati, ponendo tutti gli altri nella condizione di dover subire la espulsione; ed è questa la ragione per cui numerosi stranieri sono stati accompagnati nel centro di permanenza temporanea del «Regina Pacis»;
da una accurata visita effettuata presso il centro del «Regina Pacis» da parte del senatore Maritati risulterebbe inoltre che a molti stranieri, subito dopo lo sbarco, sia stata frettolosamente rivolta la domanda se avessero voluto o meno avvalersi della facoltà di chiedere il riconoscimento dello status di rifugiato in Italia ma che, per mancanza di chiarezza, resa ancora più grave dalla difficoltà di interpretare una non facile lingua, molti di loro risposero negativamente non perché non avessero i requisiti per ottenere tale
per effetto dell'affrettato quanto irregolare verdetto della Commissione, alcuni di quegli stranieri stanno per essere espulsi dal territorio nazionale, sul presupposto che avrebbero attraversato la frontiera in modo illegale e fraudolento, in violazione dell'articolo 8, comma 2, lettera a), della legge n. 40 del 1998;
ed infatti il Questore di Lecce, probabilmente sulla scorta di precise disposizioni ricevute dagli attuali responsabili del Ministero dell'interno, in assenza del presupposto dello status di rifugiati e sebbene fossero trascorsi molti giorni dallo sbarco e si trovassero ormai in luoghi distanti dal punto di approdo, li ha considerati cittadini extracomunitari «sottrattisi al controllo delle frontiere», così intimando loro la immediata espulsione mediante accompagnamento in Turchia, questa volta sì, in violazione dell'articolo 8 della legge n. 40 del 1998 che attribuisce tale facoltà ai questori ma nel solo caso in cui lo straniero, sottrattosi ai controlli di frontiera, sia fermato all'ingresso o subito dopo;
in realtà la norma applicabile alla fattispecie è quella prevista nello stesso articolo 8, ma al comma 4, ove si detta che «le disposizioni del comma 2 non si applicano nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato politico ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari»;
la gran parte degli altri cittadini stranieri stanno per essere identificati dalle autorità consolari turche ed espulsi, con contestuale accompagnamento coatto;
tutto ciò deve essere considerato gravemente lesivo dei diritti fondamentali della persona, in violazione della convenzione di Ginevra sui rifugiati e in spregio all'articolo 10 della nostra Costituzione, che sancisce il diritto di asilo in favore di chiunque giunga nel nostro Paese, provenendo da una terra ove gli sia impedito l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana;
non possono certo essere sconosciute al Ministro interrogato quali siano le condizioni sociali, economiche e politiche in cui vivono i cittadini di etnia kurda in Turchia ed inoltre le gravissime condizioni, talvolta ai limiti della sopravvivenza, di coloro che vengono ristretti, per motivi politici, nelle carceri di quello Stato, come accadrà alla maggior parte di loro, se non a tutti, qualora le autorità del nostro Paese le consegnassero realmente all'autorità di polizia Turca;
a tutto il mondo è noto quali persecuzioni e discriminazioni sono perpetrate da lungo tempo ai danni del popolo kurdo, anche ad opera del Governo turco;
e ancora, non possono essere sconosciute al Ministro interrogato - e se lo sono sarebbe opportuno a parere dell'interrogante che lo stesso si documentasse - le condizioni di quegli immigrati che, giunti in Italia la scorsa estate e subito rimpatriati in Turchia a seguito di una verifica solo sommaria delle loro ragioni, sono successivamente e fortunosamente ritornati in Italia con i segni ancora evidenti delle torture subite;
in un paese come l'Italia, nel quale gli esponenti di Governo non mancano di richiamarsi giornalmente alle più alte tradizioni liberali, un tale trattamento non può essere riservato a nessun individuo;
a meno che ragioni di mera convenienza politica non consiglino di abbandonare tale strada e di condannare il nostro Paese - e l'attuale Governo - ad essere considerato un paese nel quale i diritti delle popolazioni e degli individui che subiscono persecuzioni e discriminazioni politiche vengono calpestati e violati -:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover intervenire perché sia ripristinata la legalità sostanziale in ossequio alle
(4-02261)
La Commissione si è trasferita, conservando la stessa composizione che ha nelle sedute, nella sede centrale di Roma e, dunque, si è avvalsa non solo dell'opera di funzionari di comprovata esperienza e professionalità che svolgono da anni questa attività, ma anche della presenza di un rappresentante dell'alto commissariato per i rifugiati che ha presenziato a tutti i lavori.
Relativamente ai tempi brevi di durata dell'attività della Commissione, lamentati dall'interrogante, si precisa che la stessa ha riferito di aver operato, con rigore e scrupolo, svolgendo le audizioni degli stranieri per tutto il tempo necessario ad una obiettiva valutazione dei fatti rappresentati dai richiedenti asilo, alla luce anche della realtà politica del paese di origine degli stessi.
Tutti gli stranieri sono stati ascoltati con l'ausilio di interpreti qualificati che si esprimevano nella loro lingua; pertanto non sono suscettibili di alcun rilievo le domande rivolte agli stessi per favorire la manifestazione della loro effettiva volontà in relazione ad una eventuale richiesta di asilo, senza alcuna coartazione in un senso o nell'altro.
Per quanto riguarda, da ultimo, la preoccupazione espressa dall'interrogante sulla particolare situazione dell'etnia curda è bene precisare che il problema non è nuovo né di facile soluzione. Sul fronte dell'ospitalità, tuttavia, l'Italia può essere considerato uno dei Paesi più sensibili ai temi umanitari, secondo una tradizione culturale improntata al rispetto ella dignità della persona senza distinzione di razza o religione.
La Commissione, nel corso della sua attività a Lecce dal 13 al 26 febbraio ultimo scorso, ha ritenuto che a 26 degli stranieri, non riconosciuti come rifugiati, potesse essere rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari da parte delle Questure competenti.
Il permesso di soggiorno per motivi umanitari viene riconosciuto in via temporanea per un anno (rinnovabile con verifica periodica) nei casi in cui non si riscontra nel Paese d'origine, una persecuzione diretta e personale, ma vi è una situazione di disagio reale.
Altre forme di protezione umanitaria in via generale, potrebbero essere disposte, com'è noto, ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 286 del 1998, esclusivamente con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, d'intesa con Ministri competenti, «in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il 1 ottobre 2003 Trenitalia, Divisione passeggeri, ha stabilito di chiudere la biglietteria di Acireale senza fornire alcuna motivazione oggettiva che abbia indotto la società in tal senso;
il 1 novembre 2003 verranno chiuse anche le biglietterie di Cefalù e Termini Imerese;
con una tale decisione Trenitalia ha, nei fatti, abbandonato e reso inoperativi i tre maggiori centri ferroviari siciliani non capoluogo di provincia;
nelle tre stazioni di cui sopra transitano tutti i treni a lunga percorrenza per le maggiori destinazioni italiane. Dalla sola
i suddetti centri rivestono, per la Sicilia, una importanza strategica di tipo industriale e turistico, con una area di interesse superiore a 140.000 abitanti, senza considerare l'indotto ed i centri limitrofi;
le sole presenze turistiche sono di per sé indicative: Acireale nel 2001 ha avuto più di 140.000 arrivi e Cefalù 90.000. Il polo industriale di Termini Imerese, con la presenza dello stabilimento Fiat, a giudizio dell'interrogante, giustifica da solo la presenza di un punto vendita Trenitalia;
la sola biglietteria di Acireale, da gennaio a settembre di quest'anno, ha emesso biglietti per più di 500.000 euro, per cui non sussistono ragioni economiche che possano aver indotto la Divisione passeggeri di Trenitalia a chiudere, a giudizio dell'interrogante perentoriamente ed improvvisamente, le biglietterie dei tre centri siciliani;
in Italia sono aperte e funzionanti altre biglietterie ferroviarie site in centri che non rivestono la stessa importanza turistica e strategica dei tre centri siciliani, e che non hanno lo stesso traffico e fatturato;
la chiusura delle biglietterie ferroviarie nelle stazioni mostra un disinteresse e una poca conoscenza del territorio in cui opera, da parte di Trenitalia e, conseguentemente, una perdita di immagine e di capillarità nella rete distributiva -:
quali iniziative intende assumere presso Trenitalia per far sì che la società riapra al più presto la biglietteria ferroviaria di Acireale e non chiuda le biglietterie di Cefalù e Termini Imerese.
(4-07770)
L'iniziativa, che non comporta particolari penalizzazioni per la clientela né disagi, contribuisce ad accrescere le alternative disponibili per l'acquisto di biglietti ed agevola la diffusione dell'utilizzo di sistemi più innovativi di vendita.
Nell'ambito delle stazioni di Acireale, Termini Imerese e Cefalù sono state già installate emettitrici automatiche di ultima generazione che sono in grado di svolgere, senza limiti di orario, tutte le attività precedentemente previste allo sportello (bigliettazione regionale e di lunga percorrenza, prenotazioni), attraverso l'utilizzo di carta di credito, bancomat e contanti; le stesse funzioni sono svolte da diverse agenzie di viaggio convenzionate, operanti nelle cittadine interessate.
A ciò si aggiunge la possibilità di acquisire biglietti via internet o telefonicamente, rivolgendosi al numero 892021 (ritirando, quindi, il biglietto presso le emettitrici self service presenti in stazione).
È, d'altronde, intendimento di Trenitalia S.p.a. ampliare e rendere ancora più capillare la rete di vendita esterna, coinvolgendo un numero ancora maggiore di operatori del settore (agenzie turistiche).
Inoltre, per venire incontro a coloro che dovessero eventualmente incontrare difficoltà a ricorrere a tali strumenti alternativi, per mancanza di tempo o altri motivi particolari, è anche previsto che la clientela in partenza da Acireale, Termini Imerese e Cefalù con i treni di media e lunga percorrenza (intercity ed espressi) possa effettuare direttamente a bordo, senza alcun sovrapprezzo, l'acquisto del titolo di viaggio, dandone tempestivo e preventivo avviso al personale viaggiante, al momento dell'accesso al treno.
Trenitalia S.p.a. ha curato con particolare attenzione l'informazione alla clientela su tutte le diverse soluzioni di acquisto dei biglietti ferroviari.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, stante la rilevanza della problematica sollevata con gli atti di sindacato
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
in data 24 giugno 2003, è stata presentata interrogazione a risposta scritta indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, cofirmata dall'interrogante (atto n. 4-06712), per sapere quali interventi il Governo intendesse assumere affinché l'ENEL, azienda controllata dallo Stato, ripristinasse nella regione Veneto la qualità di un servizio essenziale quale quello elettrico, dal momento che si rilevava un'attività di riorganizzazione dei centri operativi dell'Ente che prevedeva la chiusura, in parte già effettuata all'epoca, di alcune Direzioni Territoriali in Veneto, e la verticalizzazione in sede romana di varie strutture gestionali, commerciali, tecniche ed amministrative;
l'atto di sindacato ispettivo, a tutt'oggi, non ha ancora ottenuto risposta, mentre la riorganizzazione dell'ENEL procede speditamente, tanto che tutte le Direzioni Territoriali venete sono state ormai chiuse, rimanendo confermate a livello regionale solo le Unità Operative, per le quali si ipotizza un doppio futuro ruolo che potrebbe trasformarle anche in aree territoriali di business, organizzate e coordinate a livello centrale;
la mancanza di un coordinamento regionale delle realtà territoriali non sembra aprire l'orizzonte a nuovi vantaggi economici o funzionali, né sembra realmente possibile il coordinamento di decine di realtà territoriali da parte di un unico responsabile aziendale -:
se la riorganizzazione aziendale posta in essere dall'ENEL sia il frutto di una strategia seriamente meditata allo scopo di armonizzare il contenimento dei costi con l'erogazione di un servizio qualitativamente sempre migliore o non sia piuttosto il risultato di una valutazione semplicistica che, avendo come unico obiettivo il risparmio di spesa, pregiudica nei fatti la funzionalità dell'intero sistema;
quali provvedimenti intende prendere il Ministro per evitare che le conseguenze di una gestione miope dell'ENEL abbia ripercussioni negative sia per l'economia che per la qualità dei servizi resi alle imprese e ai cittadini.
(4-08392)
L'Enel non ha modificato in alcun modo la propria struttura territoriale e non ha soppresso le proprie «direzioni territoriali». Dal mese di ottobre 2002 tutte le articolazioni territoriali della Rete, ovunque operanti, hanno assunto la denominazione di «unità territoriali rete» al fine di distinguere il loro ruolo da quello delle «unità territoriali commerciali», alla luce della riorganizzazione dell'Enel distribuzione con l'articolazione fra area rete ed area mercato.
Tale assetto, a suo tempo oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, non pregiudica il servizio alla clientela, ma favorisce, invece, il conseguimento di più elevati ed uniformi standard di qualità. Le strutture, operative delle «unità territoriali rete» non hanno subìto alcuna modifica organizzativa non concordata con le organizzazioni sindacali stesse. Tali strutture continuano ad assicurare, anche attraverso l'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e di una maggiore efficienza operativa dovuta a sistemi più evoluti di gestione delle risorse, un adeguato presidio territoriale
Le disposizioni organizzative, attraverso cui è stata comunicata tale innovazione, non hanno comportato alcuna modifica alla struttura organizzativa, che rimane quindi immutata ed in grado di garantire un efficace presidio delle diverse realtà territoriali. Tali disposizioni si limitano ad attribuire le responsabilità di più «unità territoriali di rete» ad un unico dirigente. Tale scelta, del tutto normale e coerente con la corretta gestione del management aziendale, non compromette il coordinamento delle realtà territoriali e consente, invece, l'unitarietà di indirizzo e l'applicazione di criteri uniformi di gestione sull'intero territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
nei giorni scorsi la Fiom-Cgil di Bologna (come riportato dall'Unità - cronaca di Bologna del 13 maggio 2003) ha presentato un esposto alla magistratura bolognese per far aprire un'inchiesta sui rischi per la salute, dovuti ad ambienti contaminati dall'amianto, di quei dipendenti che hanno lavorato per anni nello stabilimento di Crevalcore (Bologna) della Magneti-Marelli;
tra detti lavoratori ci sono persone che si sono ammalate, diffondendo il timore tra le altre per i terribili effetti che l'amianto, probabilmente presente nello stabilimento, potrebbe avere, o già avuto, sulla loro salute -:
sia il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero;
se non ritenga di provvedere con una immediata inchiesta alla verifica della natura dei casi di malattia dei suddetti lavoratori a tutela della loro salute ed effettuare tutti gli accertamenti del caso sulla presenza o meno dell'amianto nello stabilimento della Magneti-Marelli di Crevalcore.
(4-06325)
«Il dipartimento di sanità pubblica dell'azienda USL di Bologna nord, nel corso degli anni, ha più volte espletato attività di controllo sull'applicazione della normativa in tema di sicurezza e igiene del lavoro da parte della ditta Weber-Magneti Marelli di Crevalcore.
In particolare, negli anni 1984, 1985 e 1986 sono state rilevate violazioni di natura antiinfortunistica ed igienistiche di cui è stata data notizia all'autorità giudiziaria.
Dal 1987 al 1994 l'azienda è stata oggetto di sopralluoghi mirati alla valutazione di fasi specifiche della lavorazione quali l'attività di fonderia e l'esposizione a rumore degli addetti di alcuni reparti.
Nel 1998 l'azienda è stata oggetto di un ulteriore sopralluogo di verifica in riferimento all'applicazione della normativa antiinfortunistica ed anche in questo caso si è provveduto alla stesura di apposito verbale di prescrizione in merito ad alcune apparecchiature in uso ed all'invio di notizia di reato all'autorità giudiziaria, nei confronti del responsabile della ditta Magneti Marelli (ex Weber).
Di tutte le attività succitate si è completato l'iter giudiziario ed amministrativo e tutte le irregolarità rilevate risultano essere state sanate.
Nel luglio del 2002, in rapporto ad alcune segnalazioni effettuate da dipendenti della ditta Magneti Marelli sulla comparsa tra gli stessi di patologie di natura neoplastica, si è effettuato un primo sopralluogo finalizzato tra l'altro alla acquisizione delle schede tecniche e di sicurezza dei materiali utilizzati nella lavorazione e alla verifica
Non avendo ritrovato tra il materiale in uso al momento del sopralluogo alcuna sostanza per la quale di potesse ipotizzare un rapporto causale e/o concausale con le patologie citate, si è richiesta documentazione tecnica e di sicurezza sulle materie prime utilizzate precedentemente anche da parte della ditta Weber.
Nel dicembre dello stesso anno, nel corso di incontri tenuti presso la sede del servizio con alcuni dipendenti dell'azienda, finalizzati ad identificare la presenza di sostanze potenzialmente nocive ed a quantificare la possibile pregressa esposizione, sono emersi dubbi sulla potenziale pericolosità di una fibra ceramica utilizzata da alcuni anni quale termoisolante.
I successivi accertamenti condotti sulla fibra ceramica hanno consentito di verificarne la pericolosità, confermata tra, l'altro dal fatto che per detta fibra la normativa prevedeva dal 1998 l'obbligo di etichettatura quale «R 49» (cancerogeno per inalazione).
Si è proceduto, pertanto, anche in applicazione del decreto legislativo n. 66 del 25 febbraio 2000, ad effettuare successive ed ulteriori ispezioni mirate ad evidenziare la presenza della sostanza, a quantificare l'entità dell'esposizione ed il numero di persone potenzialmente esposte.
Dei risultati dei sopralluoghi è stata immediatamente informata l'autorità giudiziaria con notizia di reato.
Nel contempo si è richiesto all'azienda di effettuare la prescritta valutazione del rischio e la conseguente individuazione degli esposti, richiamando l'obbligo di darne comunicazione dei risultati ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e di definire in contraddittorio con questi ultimi la corretta individuazione degli esposti.
Sulla base della valutazione del rischio sai è individuato il gruppo dei potenziali esposti; si ipotizza di integrare detto gruppo con ulteriori nominativi derivanti dagli ulteriori approfondimenti disposti dall'autorità giudiziaria competente ed attualmente coperti da segreto istruttorio.
Considerata la potenziale cancerogenicità della sostanza, nel marzo del corrente anno sono stati segnalati all'Ente assicuratore (INAIL) i casi dai quali era scaturita l'iniziativa sopra citata, in quanto era ipotizzabile l'esistenza di un nesso di causalità/concausalità con la sostanza individuata.
A tutt'oggi l'ente assicuratore non si è espresso in merito all'origine professionale delle patologie medesime.
I nominativi dei summenzionati sono stati inviati all'autorità giudiziaria.
Nello stesso periodo la Federazione impiegati operai metallurgici (FIOM) ha in formato il dipartimento della volontà di rafforzare quanto era stato rapportato alla magistratura con un ulteriore esposto-denuncia sull'utilizzo della materia prima.
Per il personale ancora in servizio ed incluso nel novero degli esposti a rischio, il dipartimento ha verificato l'apposito protocollo sanitario, comprendente esami cinici mirati ad accertare tra i dipendenti la presenza di patologie correlabili alla esposizione a cancerogeni.
Gli accertamenti sanitari sono stati espletati, come previsto dalla normativa, dal medico competente, al quale sono stati richiesti dal dipartimento gli esiti e la copia della risultante documentazione sanitaria.
Per il personale non più in servizio, il dipartimento stesso sta verificando l'esistenza in vita, attraverso richiesta ai competenti uffici anagrafici comunali, allo scopo di inserirlo in uno studio prospettico mirato ad accertare la comparsa di patologie rapportabili alla pregressa esposizione professionale.
L'autorità giudiziaria sta provvedendo ad inoltrare al dipartimento copia delle altre segnalazioni pervenute in forma spontanea da dipendenti della ditta Magneti Marelli, demandando allo stesso gli atti conseguenti ed in modo particolare l'evidenziazione di un eventuale nesso causale o concausale con l'esposizione professionale,
In conclusione, gli accertamenti ambientali e biologici consentono di ipotizzare che la genesi delle patologie in atto ed oggetto di segnalazione da parte della FIOM CGIL e della stessa A.G. sia attribuibile,
Sono comunque in corso ulteriori accertamenti mirati ad individuare eventuali danni biologici derivati ai lavoratori dalle fibre di amianto utilizzate nello stabilimento prima dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 277 del 1991.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
l'enorme dimensione, in quantità e qualità, del crack finanziario della Parmalat sovrasta nell'opinione pubblica e tra le stesse forze politiche l'attenzione che pur sarebbe utile avere per il destino industriale della società;
per quel che riguarda le attività industriali, il cui destino dipenderà dalle linee del piano cui sta lavorando il commissario straordinario Bondi, i riflettori sono concentrati per ovvie ragioni nel settore del latte e dei prodotti derivati;
tuttavia, la Parmalat è impegnata nel nostro Paese in un altro settore agro-alimentare, quello dei prodotti da forno, nel quale, dopo Ferrero e Barilla, è il terzo produttore in Italia;
i prodotti da forno costituiscono il secondo settore strategico della Parmalat Italia sostanzialmente coerente con la sua missione agro-alimentare;
i prodotti da forno della Parmalat si producono in quattro stabilimenti di cui due ubicati al nord, a Lurate e a Bovolone, e due al Sud, a Nusco e ad Atella, oltre che presso terzi;
la flessione delle vendite dei prodotti da forno Parmalat registrata negli ultimi mesi potrebbe essere frutto di problematiche connesse alla distribuzione e non ad una crisi di mercato -:
se il Governo non intenda attivarsi per tutelare la produttività dei suddetti stabilimenti e con essa i relativi rapporti di lavoro;
quali siano i contenuti essenziali del piano elaborato dal commissario straordinario.
(4-08830)
Con tale provvedimento sono state introdotte misure integrative e correttive alla vigente disciplina della procedura di amministrazione straordinaria (decreto legislativo n. 270 del 1999) per l'immediata ammissione a tale procedimento di imprese che presentino congiuntamente un numero di lavoratori subordinati non inferiore a mille, da almeno un anno, e debiti, inclusi quelli derivanti da garanzie rilasciate, per un importo non inferiore ad un miliardo di euro.
Con successivi decreti la procedura è stata estesa ad altre 18 imprese del gruppo. Con l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria, che ha precipue finalità conservative del patrimonio produttivo dell'impresa, è assicurata in primo luogo la continuazione delle attività ed il conseguente mantenimento dell'occupazione; conseguentemente l'azione del commissario straordinario è stata volta a garantirne la salvaguardia sul piano produttivo ed occupazionale, nelle more della predisposizione del programma di ristrutturazione del gruppo.
A norma del citato decreto-legge n. 347 del 2003, infatti, il commissario dovrà predisporre, entro 180 giorni dall'avvio della procedura, il piano di ristrutturazione delle società del gruppo, al fine di preservare i valori d'impresa ed al contempo rispondere alle aspettative dei creditori.
In tale sede, il commissario fornirà tutte le informazioni e le conseguenti indicazioni in ordine alle scelte strategiche ritenute necessarie ed opportune al fine di assicurare il massimo perseguimento delle finalità
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
come è ormai noto per campi elettromagnetici si intendono tutte quelle radiazioni che vengono emesse da sistemi fissi che operano ad alta e bassa frequenza. Al primo gruppo appartengono anche i sistemi radio base, meglio conosciuti come antenne per la telefonia cellulare, mentre si riferiscono al secondo gruppo gli elettrodotti e tutti gli elettrodomestici che ben conosciamo;
per quanto riguarda gli elettrodotti la letteratura scientifica ha concordato e dimostrato la loro nocività, così come è stata dimostrata la nocività relativamente alle apparecchiature quali ponti radio, ripetitori radiotelevisivi;
la complessità degli studi relativi alle antenne per la telefonia cellulare è rappresentata principalmente dalla relativa giovinezza di questa tecnologia e soprattutto dalla sua recente diffusione sociale. Ciò comporta che gli studi sui possibili danni per la salute dell'uomo non hanno ancora raggiunto risultati definitivi. Sono attualmente disponibili ricerche effettuate su campioni di popolazione che hanno avuto una esposizione alle emissioni di onde elettromagnetiche o di telefoni cellulari non più lunga di dieci anni, e che già ampiamente dimostrano come l'utilizzo di questa tecnologia debba tenere primariamente presente l'impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica;
l'elemento temporale, che si aggiunge alla difficoltà di misurare correttamente, per ciascun individuo, la quantità di radiazioni a cui è o è stato sottoposto, fa sì che i risultati ufficiali finora disponibili non abbiano ancora consentito una decisa presa di posizione della comunità scientifica anche se studi importanti, e tra questi l'Appello di Friburgo che raccoglie gli studi di importanti scienziati, lanciano un preoccupato allarme sugli effetti, considerati dannosi, dell'elettrosmog;
d'altro canto, anche la legislazione in proposito è alquanto complessa, ed è necessario fare riferimento a norme europee, ad indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità perché sia assicurata la tutela della salute della popolazione dagli effetti delle esposizioni a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, nel rispetto di uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione (articolo 32) che sancisce il diritto alla salute per tutti;
la Comunità europea, all'articolo 174, paragrafo 2, del trattato istitutivo, riguardo l'applicazione del principio di precauzione, prevede che quando un'attività o una tecnologia suscita il forte dubbio di essere dannosa per la salute e per l'ambiente, occorre prendere le necessarie misure precauzionali anche in assenza di una chiara relazione causa effetto dimostrata su base scientifica. Tali misure precauzionali debbono ovviamente individuare azioni volte a proteggere la salute pubblica quando i tempi della ricerca e della conoscenza dei danni non corrispondono adeguatamente a quelli dei cambiamenti tecnologici;
il livello di esposizione, anche all'interno della Comunità europea varia da paese a paese e che in Italia, il decreto del Ministero dell'ambiente n. 381 del 10 settembre 1998, prevede un limite espositivo di 6V/m, mentre il Belgio considera di 3V/m la soglia di sicurezza per l'uomo -:
se il Ministro, non ritenga necessario e urgente, secondo il dettame della Comunità europea riguardo l'applicazione del principio di precauzione, istruire una commissione di ricerca e indagine scientifica, composta da scienziati di riconosciuta fama e autorevolezza, sugli effetti dei campi magnetici dei sistemi radio base, meglio conosciuti come antenne per la telefonia cellulare, al fine di un'efficace
se non ritenga indispensabile al fine di un'adeguata valutazione dell'impatto che le istallazioni già esistenti hanno avuto e hanno sulla popolazione, avviare un serio studio epidemiologico, con particolare riferimento a quelle situazioni in cui cittadini e associazioni hanno denunciato gravi danni alla salute e all'ambiente, oltreché su scuole, ospedali e case di cura situati in prossimità di impianti di sistemi radio base.
(4-06598)
Si rammenta che, per quanto attiene ai campi ELF (bassa frequenza), l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), con il promemoria n. 263 dell'ottobre 2001, nel riportare le valutazioni dell'IARC (Associazione internazionale per la ricerca sul cancro) sui possibili effetti cancerogeni dei campi a bassa frequenza (ELF), ha affermato che «non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione ai campi ELF che sperimentiamo nei nostri ambienti di vita provochi un danno diretto alle molecole biologiche, compreso il DNA. Poiché non sembra verosimile che l'esposizione a campi ELF possa iniziare un processo cancerogeno, sono state condotte numerose ricerche per stabilire se non possa invece influenzare la promozione o la co-promozione del cancro. I risultati degli studi su animali condotti fino ad oggi suggeriscono che i campi ELF non siano né iniziatori né promotori del cancro».
In relazione allo stato delle conoscenze scientifiche, nel settore dell'alta frequenza, la stessa Organizzazione mondiale della sanità, nel giugno 2000, ha precisato che «nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute. Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi. (...)».
Si ricorda, inoltre, che la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), quale organismo non governativo, con rapporti ufficiali con l'Organizzazione mondiale della sanità collabora al progetto internazionale sui campi elettromagnetici, avviato nel 1996 e la cui conclusione è prevista per il 2005.
Nel 1998 la predetta Commissione ha rielaborato specifiche linee guida in materia di limiti di esposizione a tutti i tipi di campi elettromagnetici (con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz).
Anche se le linee guida della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti sono basate su analisi esaustive di tutti i dati scientifici, i limiti di esposizione hanno lo scopo di prevenire solo gli effetti sanitari connessi ad esposizioni acute a breve termine.
Il comitato in questione ritiene che, allo stato attuale delle conoscenze, le informazioni scientifiche sulla possibile cancerogenicità dei campi elettromagnetici siano ancora insufficienti, per stabilire ulteriori valori limite anche per la prevenzione degli effetti a lungo termine (effetti probabilistici o stocastici).
Relativamente alle iniziative di ordine normativo, ai fini di una adeguata tutela della popolazione, sono stati emanati i due decreti del Presidente del Consiglio dei ministri previsti dall'articolo 4, comma 2, lettera a), della legge quadro 22 febbraio 2001, n. 36, concernenti la protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
Si sottolinea che gli schemi dei provvedimenti normativi, proposti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministero della salute, avevano ottenuto, nel corso dell'istruttoria procedimentale, dopo ampia ed approfondita discussione, il parere favorevole dell'assemblea generale del Consiglio superiore di sanità reso nella seduta del 24 giugno 2002.
Vanno pure segnalate le conclusioni cui è pervenuto il Comitato internazionale di valutazione per l'indagine sui rischi sanitari connessi all'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromaghetici («CEM»), istituito nell'ottobre 2001, a seguito di una direttiva del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro delle comunicazioni.
Questo Comitato, nel proprio documento ufficiale pubblicato dall'ANPA nel settembre 2002, ha dichiarato che «tutte le analisi delle informazioni scientifiche attualmente disponibili hanno indicato che, pur essendovi delle lacune nelle conoscenze che richiedono di proseguire l'attività di ricerca per migliorare ulteriormente la valutazione dei rischi sanitari, non c'è conferma che l'esposizione ai campi elettromagnetici al di sotto dei limiti indicati dalle linee guida dell'Icnirp del 1998 abbia generato conseguenze sanitarie negative».
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
il cosiddetto riordino ospedaliero della regione Puglia, come si temeva da più parti, sta generando una situazione di grave tensione sociale in vaste aree della regione;
la chiusura di molti reparti specializzati in piccoli centri della regione ha già determinato numerose proteste, scioperi e blocchi stradali da parte di moltissime comunità;
nella giornata del 7 agosto 2002, a San Marco in Lamis, grosso centro nelle vicinanze di San Giovanni Rotondo, l'intera popolazione ha proclamato uno sciopero cittadino e una partecipata e vibrante manifestazione di protesta per la chiusura di alcuni reparti ospedalieri;
si sta assistendo in questo modo non ad un presunto riordino degli ospedali pugliesi e ad una loro riqualificazione, ma solo e soltanto alla chiusura di numerosissimi reparti specialistici nei piccoli e medi centri, con tutti i relativi disagi per le popolazioni locali;
questa situazione non fa che aggravare lo stato di cose presenti, in zone, ad esempio quelle della provincia di Foggia, in cui la mancanza di un'adeguata rete di infrastrutture rende già difficile la vita in molti centri periferici -:
se il Governo non intenda adottare un'iniziativa mirata a porre rimedio a questa crescente situazione di disagio per i cittadini, in un campo quello della salute, che dovrebbe essere prioritario visto che chi subirà più danni saranno le persone più in difficoltà sia economica sia fisica;
se non ritengano di stanziare risorse finanziarie finalizzate ad investimenti mirati, alla salvaguardia e al rafforzamento delle strutture sanitarie esistenti piuttosto che impegnarsi solo ed esclusivamente nella definizione delle «grandi opere» che, probabilmente avranno un «ritorno d'immagine» ma che sicuramente non renderanno più facile la vita agli italiani che si vedono ogni giorno di più sottratti nuovi servizi.
(4-07517)
Un particolare impulso alla programmazione regionale dei servizi sanitari è derivato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione».
La competenza nazionale, infatti, è limitata alla definizione degli standard o degli indirizzi tesi a garantire un giusto equilibrio tra le macroaree dell'assistenza sanitaria (territoriale, ospedaliera, di prevenzione).
Le regioni assumono, sulla materia in esame, le decisioni di volta in volta più appropriate, tenendo conto delle diverse situazioni e, naturalmente, nei limiti e nel rispetto della normativa vigente.
Le regioni possono avvalersi dei finanziamenti previsti nell'ambito del programma straordinario di investimenti in sanità, finalizzandoli al miglioramento ed alla razionalizzazione delle proprie reti ospedaliere, nonché allo sviluppo dei servizi sanitari territoriali.
Per quanto riguarda specificamente il Ministero della salute, l'orientamento, peraltro conforme alle esperienze regionali sull'argomento, è quello di ridurre i posti letto per acuti a favore di quelli per la riabilitazione, e, ancora di più, di privilegiare forme diverse dalla ospedalizzazione.
Tale orientamento appare pienamente giustificato, tra l'altro, dal cambiamento demografico che si è verificato, negli ultimi decenni, nel nostro Paese.
In particolare, il costante aumento della popolazione anziana ha determinato il progressivo aumento delle patologie di tipo cronico le quali, nel tempo, stanno imponendosi sulle patologie ad andamento acuto.
Conseguentemente, si sta rafforzando anche il bisogno di servizi sociosanitari, dal momento che molte patologie croniche richiedono non solo interventi sanitari, ma anche, e soprattutto, adeguati servizi per la gestione della non autosufficienza.
L'adeguamento della rete ospedaliera alle esigenze reali della popolazione, nonché il successivo alleggerimento da parte della stessa di compiti e funzioni assistenziali, ha contribuito alla diffusione dei cosiddetti «centri di eccellenza».
Relativamente a quest'ultimo punto, in relazione alla situazione della regione Puglia, giova ricordare che il piano di riordino della rete ospedaliera pugliese del 2002 individua alcuni centri di eccellenza, quali:
azienda consorziale policlinico di Bari (microchirurgia e reimpianto arti);
A.O. policlinico di Bari (malattie apparato genitale e prostata; ictus stroke units, trapianti, fibrosi cistica, sclerosi multipla, thalassemia, coordinamento sangue, patologie mammarie, oncologia pediatrica, AIDS, cefalee, malattie metaboliche e diabetologia);
un centro di assistenza in ciascuna azienda u.s.l. ed azienda ospedaliera (procreazione medicalmente assistita);
un centro per la ipertensione arteriosa presso le strutture di nefrologia, cardiologia o medicina delle aziende uu.ss.ll. e delle aziende ospedaliere;
Ospedale oncologico di Bari (malattie oncologiche).
Proprio alla luce delle evidenze emerse nel confronto presso il consiglio comunale, la giunta regionale ha adottato, in data 30 settembre 2002, la deliberazione n. 1429, contenente integrazioni alla strutturazione dello stabilimento ospedaliero di San Marco in Lamis.
Infine, si segnala che il comune di San Marco in Lamis ha presentato ricorso al competente TAR Puglia avverso il succitato
Quest'ultimo, con articolata sentenza n. 5637 del 20 novembre 2002, ha respinto il ricorso.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
la profilassi internazionale, ovvero i controlli sanitari che vengono effettuati per obbligo di legge sui flussi migratori di passeggeri, merci e vettori in transito alle frontiere allo scopo di tutelare la salute pubblica dall'importazione nel territorio nazionale e comunitario di patologie infettive gravi per l'uomo, quali peste, febbre gialla, colera, ebola, Sars e, per il bestiame, la bse, è di competenza dello Stato sin dalla nascita del servizio sanitario nazionale con la legge n. 833 del 1978;
in pratica, essa viene esercitata dal ministero della salute attraverso i propri uffici periferici: l'Usmaf, con uffici di sanità marittima e aerea di frontiera, di cui sedici uffici principali e trentadue unità territoriali, e l'Uvac-Pif, con sedici uffici veterinari per adempimenti comunitari e ventinove posti di ispezione frontaliera;
tali uffici, dislocati lungo le frontiere marittime aeree e terrestri, dovrebbero costituire un filtro sanitario medico e veterinario primario atto a garantire la salvaguardia della salute pubblica;
i confini marittimi italiani si snodano lungo 7mila chilometri di coste e le recenti esperienze in tema di immigrazione clandestina evidenziano che gli sbarchi più rilevanti in termini numerici (2mila immigrati in soli 10 giorni) sono avvenuti, e si prevede continueranno ad avvenire, con estenuante regolarità lungo le coste delle isole minori della Sicilia, dove non risulta siano istituiti uffici sanitari medici di frontiera del ministero della salute -:
se il Ministro interrogato, in considerazione delle perplessità e delle apprensioni anche sanitarie che tali episodi suscitano tra gli addetti ai lavori e la popolazione isolana, e al fine di scongiurare che la situazione possa sfuggire dal controllo istituzionale, ritenga opportuno adottare le opportune misure idonee ad assicurare che all'atto dello sbarco siano esercitati nei confronti degli immigrati i necessari controlli sanitari istituzionali di competenza, in considerazione del fatto che molti di loro provengono da zone ad alta densità endemica o epidemica per quanto riguarda malattie infettive sottoposte al regolamento sanitario internazionale;
se il Ministro interrogato ritenga sufficienti le procedure sui controlli mirati anti Sars finora messe in atto nell'ambito delle direttive del Governo, ovvero idonee ad offrire confortevoli garanzie per la tutela della salute pubblica, in particolar modo nell'ipotesi di una recrudescenza di tale patologia;
se il Ministro interrogato ritenga le strutture sanitarie periferiche del ministero (Usma) idonee ad assicurare in qualsiasi momento e per qualsiasi evenienza i servizi di profilassi internazionale cui tali uffici sono preposti, in relazione all'assetto organico, funzionale, alla quantità e alla qualità delle risorse umane, tecnologiche e strumentali impiegate.
(4-06766)
Attraverso le citate unità, vengono svolte attività negli ambiti delle circoscrizioni regionali, sub-regionali o pluriregionali di competenza, con copertura su tutto il territorio nazionale.
Dal 29 settembre 2003, sono in servizio n. 63 medici (dirigenti sanitari di primo livello) in più rispetto al passato, assunti temporaneamente, in attuazione dell'ordinanza con la quale è stato assegnato al dipartimento della protezione civile il coordinamento degli interventi in materia di sindrome acuta respiratoria severa «SARS» (ordinanza Presidenza del Consiglio dei ministri 30 aprile 2003, n. 3285): di questi, n. 39 sono stati già assegnati in servizio presso gli uffici di sanità marittima, aerea, e di frontiera, n. 24 hanno l'obbligo contrattuale di raggiungere, entro 24 ore dalla disposizione, qualsiasi sede che venga loro indicata.
Si è ridotto, pertanto, drasticamente il ricorso a sanitari esterni, assegnati a tali funzioni dalle regioni stesse.
Si è concordato, inoltre, con lo stesso dipartimento che negli aeroporti, siti in località ove non sia presente una struttura del Ministero della salute (aeroporti di Alghero, Bergamo-Orio al Serio, Firenze, Forlì, Lamezia Terme, Milano Linate, Rimini, Treviso e Verona), il controllo continui ad essere assicurato con il ricorso a tale collaborazione da parte delle regioni.
Di recente, il Ministero della salute ha elaborato un documento di pianificazione centrale per la gestione delle emergenze riguardanti gli Usmaf, in base al quale ciascun ufficio deve elaborare pianificazioni locali, utili per affrontare sul piano organizzativo e tecnico, in modo sempre più efficace ed efficiente, le emergenze che possano verificarsi, comprese quelle conseguenti a patologie infettive o all'arrivo di immigrati.
Per quanto riguarda l'ultima evenienza, gli uffici in questione sono tenuti ad effettuare, anche in collaborazione con le Aziende sanitarie locali e con medici della polizia di Stato, il controllo sanitario dei migranti (esclusi gli interventi terapeutici) per i quali le forze di polizia effettuano richiesta di intervento: il controllo, di carattere generale, deve valutare lo stato di salute dei soggetti che entrano in Italia, nonché evidenziare eventuali patologie non dichiarate.
Va ricordato che il regolamento sanitario internazionale non prevede restrizioni alla libertà di movimento per i soggetti, anche provenienti da Paesi sottoposti alle misure previste dal regolamento in questione (riguardanti esclusivamente peste, colera e febbre gialla), che non risultino ammalati, ad esclusione della sorveglianza sanitaria.
Dal 27 dicembre 2003, inoltre, a seguito della segnalazione di un caso di «SARS», nella provincia cinese del Guangdong, sono ripresi i controlli per i passeggeri provenienti da Cina e Hong Kong, con voli diretti e indiretti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
pochi giorni fa, lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, si è verificato l'ennesimo incidente stradale mortale;
nell'evento hanno perso la vita due autotrasportatori di Adrano (Catania);
l'autostrada Salerno-Reggio Calabria rappresenta un passaggio obbligato per migliaia di autotrasportatori siciliani, il quale non può tuttavia trasformarsi in una trappola mortale a causa dei perenni lavori in corso che rendono le corsie un vero e proprio rompicapo;
è un fatto grave che l'esecuzione dei lavori finisca con l'aumentare in maniera preoccupante il livello di pericolosità di un'autostrada, considerata a rischio dagli addetti ai lavori -:
quali iniziative intenda adottare per assicurare la conclusione dei suddetti lavori con la maggior celerità possibile o, almeno, garantire maggiore sicurezza nei
(4-08460)
Gli interventi effettuati hanno riguardato principalmente le pavimentazioni, le opere in verde, il ripristino delle barriere di contenimento e la segnaletica verticale, orizzontale e marginale.
La società stradale assicura che il miglioramento delle condizioni di sicurezza, auspicato dall'interrogante, deriverà principalmente dal monitoraggio e dalla omogeneizzazione delle segnaletica verticale - soprattutto di quella indicante i limiti di velocità - nonché del riordino della segnaletica orizzontale e marginale con segnalimiti e catadiottri, strumenti che individuano con esattezza i tracciati.
Inoltre, l'ANAS rende noto che nel dicembre 2003 ha emesso una disposizione che riconduce le tratte interessate dalle rescissioni contrattuali con le imprese (sei lotti) sotto la diretta responsabilità del servizio gestione e manutenzione - struttura istituita nell'ambito della direzione generale infrastrutture nel Mezzogiorno della società stradale - affinché, nelle more dei riaffidamenti degli appalti, sia rafforzata la sorveglianza e la manutenzione anche straordinaria.
Tale determinazione è scaturita dall'esigenza di fornire all'utenza condizioni di transitabilità di massima sicurezza ed efficienza anticipando anche soluzioni atte a fronteggiare le problematiche del prossimo esodo estivo.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
in Italia, la prevalenza del deficit dell'ormone della crescita (GH) è di 1:6.000-1:10.000 bambini in età scolare e la sua frequenza tra le cause di bassa statura è di circa l'1 per cento nell'età evolutiva;
pur non essendo di frequente riscontro, il deficit di GH non rientra nel novero delle malattie rare: con il termine «malattia rara» si intende infatti una condizione patologica irreversibile che colpisce l'1 per mille della popolazione generale e che, a differenza del deficit di GH, è responsabile di danni a carico del sistema nervoso centrale e di handicap;
il deficit di GH è spesso transitorio, poiché nella maggior parte dei pazienti la secrezione di GH si normalizza alla pubertà (75 per cento dei casi); solo in una minoranza di soggetti, il deficit persiste anche oltre l'epoca puberale, specie quando è totale e/o associato a deficit di altre tropine ipofisarie (panipopituitarismo) e richiede, perciò, una prosecuzione del trattamento anche nell'età adulta;
la valutazione della risposta al trattamento sostitutivo consiste nel rigoroso monitoraggio della velocità di crescita determinata con strumenti precisi ogni 3-6 mesi;
i bambini affetti da patologia onco-ematologica che presentano un deficit di GH dovrebbero essere trattati indipendentemente dal riscontro di una normale velocità di crescita, di un'età ossea corrispondente alla cronologica e di normali livelli circolanti di IGF-I ed IGF-BP3, poiché il deficit acquisito di ormone richiede tempo prima di poter influenzare negativamente i parametri biologici;
un aspetto importante del risultato staturale è rappresentato dalla precocità della diagnosi, dal momento che la statura finale correla con quella raggiunta all'inizio della pubertà e che pertanto un migliore risultato si otterrà nei casi in cui il
il ruolo metabolico del GH in età evolutiva è altrettanto importante del suo ruolo accrescitivo, per cui è oggi possibile e consigliabile proseguire tale terapia anche dopo il raggiungimento della statura finale, nei casi in cui si riconferma un grave deficit al momento della rivalutazione endocrinologica (retesting);
al raggiungimento della statura definitiva è necessario ritestare tutti i pazienti al fine di identificare i pazienti che sono a rischio di sviluppare la sindrome da deficit di GH dell'adulto;
il trattamento di cui sopra è disponibile in Italia mediante SSN solo per pazienti adulti con picco di GH dopo ITT inferiore a 3 ng/ml, vale a dire per un grave deficit di GH;
attualmente, al bambino con deficit di GH è concessa l'esenzione dal ticket solo per le seguenti prestazioni: 1) 89.01 anamnesi e valutazione, definite brevi; 2) 90.11.4 calcio totale; 3) 90.35.1 ormone samatotropo (GH); 4) 91.49.2 prelievo di sangue venoso; 5) 87.03.1 tomografia computerizzata del capo e 6) 88.33.1 studio dell'età ossea;
è necessario evidenziare l'inutilità del parametro n. 2 (non consistente con questa patologia endocrina), del n. 3 (la diagnosi è già stata formulata, quindi non richiede più determinazioni di GH) e del n. 5 (l'esame neuro-radiologico è stato universalmente sostituito dalla RMN);
in accordo con le indicazioni proposte dai protocolli internazionali e nazionali, i bambini con deficit di GH devono essere monitorati semestralmente valutando i seguenti parametri biologici: 1) emocromo; 2) funzionalità tiroidea (FT4-FT3-TSH); 3) Hb glicosilate; 4) cortisolo e/cortisoluria; 5) IGF-I e binding proteins; 6) testosterone o estrogeni e FSH e LH, nei soggetti in età puberale o in caso di precoce comparsa dei primi segni puberali; 7) funzionalità epatica e renale; 8) ecografia pelvica nelle femmine con sospetta pubertà anticipata o tarda e 9) risonanza magnetica nucleare (se non eseguita in precedenza) -:
se il Ministro non intenda opportuno adottare iniziative volte a garantire a tutti i soggetti che presentano un deficit di GH l'esenzione dal pagamento del ticket per le nove prestazioni di cui sopra.
(4-07009)
Prestazioni, le quali, giova ricordare, sono state individuate tenendo conto della «gravità clinica», del «grado di invalidità», nonché della «onerosità della quota di partecipazione derivante dal costo del relativo trattamento», così come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124 (ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell'articolo 59, comma 50, della legge 7 dicembre 1997, n. 449). Si fa presente che lo stesso articolo 5, appena citato, al comma 4 esclude dall'esenzione le prestazioni «finalizzate all'accertamento delle condizioni di malattia che danno diritto all'esenzione».
Allo stato attuale, quindi, non è possibile modificare, così come auspicato dall'onorevole interrogante, la tipologia delle prestazioni previste, normativamente, per il trattamento della patologia in questione.
Non si esclude peraltro che (come per tutte le altre patologie individuate nel suddetto
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
dal Resto del Carlino del 2 dicembre 2003 si apprende che alcuni pendolari, che si avvalgono dei servizi delle Ferrovie dello Stato, hanno messo in atto una raccolta di firme per protestare contro la soppressione dell'Eurostar 9419 Milano-Pescara delle 17,05;
la soppressione è prevista a partire dal 14 dicembre 2003, giorno dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario;
la petizione, contenente centinaia di firme, è stata trasmessa via fax a Trenitalia, al Ministero dei trasporti e agli Assessori competenti di Marche e Abruzzo;
Giacomo Accattoli, civitanovese che lavora a Milano, uno degli ideatori della raccolta di firme dichiara: «Il provvedimento di Trenitalia è del tutto ingiustificato. L'Eurostar ha un considerevole numero di utenti ed in particolare il venerdì è sempre pieno. Il servizio non è stato sostituito con uno equivalente in termini di orario e di tratta coperta. Per noi rimarrebbe solo l'Intercity il venerdì, un treno che fa già parte dell'orario attuale ed è più che pieno»;
già il 19 novembre l'Agenzia Adnkronos batteva la notizia: «I consiglieri regionali Pietro D'Angelo (Verdi), Ottavio Brini (FI), Stefania Benatti (Margherita), Roberto Tontini (Ds) e Gabriele Martoni (Pdci), componenti della quarta Commissione del Consiglio regionale delle Marche (Viabilità e trasporti), in una lettera inviata al presidente della Giunta regionale delle Marche, Vito D'Ambrosio, esprimono preoccupazione per "la riduzione del servizio di trasporto che incide negativamente sul diritto alla mobilità dei cittadini marchigiani" e richiedono "un intervento fattivo affinché alcuni treni a lunga percorrenza, recentemente soppressi da Trenitalia nella tratta marchigiana, vengano ripristinati«" -:
se non ritenga assolutamente indispensabile adottare le opportune iniziative presso Trenitalia affinché sia ripristinato l'Eurostar 9419, considerato da tutti gli utenti strategico e insostituibile per tutti i pendolari della tratta Milano-Pescara.
(4-08276)
Ciò in un contesto di norme italiane e comunitarie che escludono la possibilità di interventi, contributi o aiuti di Stato nel settore del trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza non sottoposto ad obbligo di servizio pubblico.
La questione sollevata riguarda infatti servizi Eurostar, che come è noto rientrano, insieme agli Intercity, tra i servizi di trasporto effettuati da Trenitalia in regime di libertà commerciale, senza alcun contributo pubblico e quindi senza un controllo diretto da parte dello Stato o delle regioni. Nel settore dei servizi ferroviari di media e lunga percorrenza, inoltre, è stato di fatto disposto fin dal 2002 il blocco degli aumenti tariffari.
Nel merito della questione specifica, la società Ferrovie dello Stato ha comunicato che con la nuova offerta orario del 14 dicembre 2003, la fermata effettuata a Pesaro dall'Eurostar 9419/9412 Milano-Pescara e viceversa, che presentava bassi coefficienti di riempimento rispetto alla
In particolare:
IC 564: partenza: Pescara 6,33; arrivo: Milano 12,40;
IC 573: partenza: Milano 16,50; arrivo: Pescara 23,15.
Relativamente alla richiesta di far circolare il treno ES* 9419 solo nella giornata di venerdì, così come richiesto dal signor Giacomo Accattoli, ideatore di una raccolta di firme sul territorio marchigiano, Ferrovie ha fatto conoscere che la stessa non risulta al momento attuabile per motivi di ordine tecnico-commerciale.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
dal 6 febbraio scorso sono iniziate le trasmissioni della rete analogica in chiaro Sportitalia, di proprietà al 51 per cento dell'imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar e al 49 per cento del gruppo francese Eurosport, e del multiplex digitale terrestre D-Free, di proprietà al 51 per cento dello stesso Ben Ammar e al 49 per cento di TF1;
questo è l'approdo della dismissione da parte di Sky Italia dei suoi network terrestri che fanno capo a Europa tv (telepiù bianco) e Prima tv (telepiù nero), dismissione obbligatoria in seguito all'autorizzazione alla concentrazione tra Telepiù e Stream;
Tarak Ben Ammar sedeva fino al mese di aprile 2003 nel Consiglio di amministrazione di Mediaset in rappresentanza a quanto risulta all'interrogante del finanziere saudita Al Waleed e che in questa veste, assieme allo stesso Al Waleed, era stato ricevuto con tutti gli onori a Palazzo Chigi dal Presidente Berlusconi il 31 agosto 2001;
il presidente del gruppo Eurosport, partner di Ben Ammar, è Angelo Codignoni, già responsabile dei Club di Forza Italia e protagonista dell'iniziativa del gruppo Fininvest in Francia attraverso La Cinq;
inizialmente il 55 per cento di Europa tv e Prima tv erano state cedute, il 30 aprile 2003, alla Spafid, Società di Mediobanca (nel cui Consiglio di amministrazione siede Tarak Ben Ammar);
l'Autorità Garante delle Comunicazioni in data 7 maggio 2003 aveva autorizzato il trasferimento della maggioranza delle azioni e dei titoli abilitativi di Europa tv e di Prima tv alla Spafid definendo l'operazione «non un trasferimento di azienda ma un semplice mutamento della proprietà delle società titolari»;
la stessa Autorità in data 26 novembre 2003 ha autorizzato l'acquisto per 112 milioni di euro delle due società da parte della Holland C&S e della TF1 Sa, anche in questo caso escludendo che si tratti di trasferimento di azienda;
a quanto risulta all'interrogante, i trasmettitori delle emittenti di cui si tratta sarebbero ospitati sui tralicci di Elettronica industriale, società del gruppo Mediaset;
Europa tv è titolare di una concessione per trasmettere programmi a pagamento e che Prima Tv è titolare di una abilitazione provvisoria, mentre entrambe le società sono autorizzate alla sperimentazione del digitale terrestre;
secondo l'interrogante l'approvazione da parte della Antitrust Europea e successivamente dell'AGCom dell'acquisto di Europa TV e Prima TV da parte del signor Ben Ammar costituisce una mera autorizzazione all'acquisto e nulla ha a che fare con l'aggiramento di un divieto regolamentare certamente non superabile -:
se non sia palesemente illegittima la decisione (DGCA, 1365, SEG, V) con la quale il 24 dicembre scorso il Ministero delle Comunicazioni definisce «atto dovuto per questo Ministero prendere atto, in via espressa, della trasformazione delle modalità di trasmissione da accesso condizionato ad accesso non condizionato», in quanto apertamente in contrasto con il Regolamento per il rilascio delle concessioni del dicembre 1998;
se un ulteriore motivo di illegittimità non sia da rilevarsi nella mancanza di esplicita autorizzazione essendo la decisione del Ministero limitata ad una mera «presa d'atto»;
quale sia il titolo autorizzativo che legittima l'emittente Prima Tv, dal momento che secondo l'interrogante, la palese illegittimità della trasformazione della concessione di Europa Tv produce automaticamente una seconda illegittimità per il possesso di due concessioni ad accesso condizionato da parte di un singolo proprietario rendendo così «eccedentaria» la abilitazione provvisoria in capo a Prima Tv;
perché Rai non presentò un'offerta per Prima tv e i suoi trasmettitori, preferendo faticose e costose trattative con decine di tv locali per acquisire le frequenze necessarie a garantire la copertura del territorio ai suoi multiplex in digitale terrestre.
(4-09064)
Nella citata decisione la Commissione aveva imposto anche alcune condizioni in merito al futuro acquirente delle reti televisive terrestri in parola, stabilendo che il medesimo doveva essere un soggetto indipendente rispetto a Newscorp - dotato dei requisiti finanziari, professionali e commerciali previsti dalla legislazione italiana per esercitare l'attività di diffusione televisiva - e doveva includere nel proprio business plan la trasmissione di uno o più canali di televisione a pagamento, da diffondere dopo il passaggio dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali. L'acquirente individuato dal venditore Newscorp doveva ricevere la preventiva approvazione della Commissione europea.
Nei 18 mesi di tempo concessi per perfezionare la vendita delle società Europa TV e Prima TV, la Commissione ha imposto che le reti terrestri facenti capo alle due predette società fossero gestite da un management indipendente da Newscorp. Tale condizione è stata soddisfatta mediante l'autorizzazione, rilasciata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con delibera n. 158/03/CONS, al trasferimento della maggioranza delle società Europa TV e Prima TV alla società SPAFID (100 per cento Mediobanca), con lo scopo di gestire fino al momento della dismissione le attività di radiodiffusione terrestre in maniera autonoma, da una persona fisica indipendente.
In data 30 ottobre 2003 la Commissione europea, dopo una lunga istruttoria, ha autorizzato l'acquisto di Europa TV e Prima TV da parte di Holland Coordinator & Service Company Italia S.p.a., di cui è legale rappresentante il signor Tarak Ben Ammar, imponendo la condizione del controllo congiunto, su entrambe le emittenti, da parte della società di diritto francese TF1, nonché quella relativa all'obbligo di
Sulla base delle decisioni della Commissione europea, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha autorizzato il trasferimento di proprietà delle azioni di Europa TV e Prima TV alla società Holland con delibera n. 421/03/CONS del 26 novembre 2003. In tale delibera sono state richiamate tutte le condizioni imposte dalla Commissione europea, ivi compreso il controllo congiunto di TF1 su entrambe le emittenti, da realizzare con l'insediamento di un consiglio di amministrazione delle società Europa TV e Prima TV formato da 3 consiglieri di Holland e da due consiglieri di TF1, che sulle questioni attinenti il «business plan» ed il «budget» assumesse le decisioni con la maggioranza qualificata di quattro voti, nonché la condizione che Prima TV operasse come broadcaster di pay tv dopo lo switchover dalla radiodiffusione televisiva analogica a quella digitale in Italia.
Tale autorizzazione, pertanto, ha riguardato l'acquisto delle azioni da parte di Holland con il controllo congiunto di TF1 ed è stata rilasciata dopo aver accertato il possesso dei requisiti soggettivi della nuova società ai sensi della legge n. 249 del 1997, ivi compreso l'aspetto del controllo societario e l'indipendenza da altri soggetti (articolo 3, commi 2 e 3, della legge n. 249/1997).
In proposito si fa presente che i titoli abilitativi delle società interessate sono i seguenti: quanto a Europa TV, una concessione per la radiodiffusione televisiva in ambito nazionale su frequenze terrestri; quanto a Prima TV, una autorizzazione provvisoria in qualità di «rete eccedentaria», ai sensi dell'articolo 3, commi 6 e 7, della legge 249 del 1997 (analogamente al regime di Retequattro).
Come è noto, infatti, la legge n. 249 del 1997 prevede che ad uno stesso soggetto non possano essere rilasciate più di due concessioni, se emittente televisiva nazionale in chiaro su frequenze terrestri, e più di una concessione, se emittente televisiva nazionale ad accesso condizionato su frequenze terrestri. La società Telepiù (controllante Europa TV e Prima TV) nel 1999, all'atto del rinnovo delle concessioni televisive nazionali, ha chiesto il rilascio di due concessioni in forma codificata per le società Europa TV e Prima TV; tuttavia ha ottenuto la concessione la sola società Europa TV nonostante entrambe si fossero classificate utilmente in graduatoria, mentre Prima TV è stata abilitata a proseguire con il regime provvisorio delle reti eccedenti previsto dalla medesima legge n. 249 del 1997 (quindi ad effettuare simultaneamente le trasmissioni via etere terrestre e via cavo o via satellite).
In data 16 dicembre 2003 le società Europa TV e Prima TV hanno rivolto al Ministero delle comunicazioni due separate istanze comunicando il cambio delle modalità di trasmissione da criptato a chiaro, affinché lo stesso Ministero ne prendesse atto in via espressa e, se del caso, imponesse ulteriori prescrizioni. La società Prima TV, nella medesima data, ha altresì prodotto istanza di integrazione della abilitazione alla sperimentazione in tecnica digitale terreste già rilasciata in data 10 gennaio 2003.
Nelle istanze le società hanno motivato che il cambio di modalità di irradiazione da codificato in chiaro avveniva in ossequio all'approvazione del business plan ricevuta dalla Commissione europea con la nota del 30 ottobre 2003 citata, business plan che prevedeva l'irradiazione di un canale in chiaro da parte di Europa TV e la trasformazione delle trasmissioni da analogico a digitale da parte di Prima TV, con l'obbligo, per quest'ultima, di trasmettere almeno un canale in modalità di pay tv dopo lo switchover delle trasmissioni da analogico a digitale in Italia.
A sostegno delle suddette richieste le società Europa TV e Prima TV hanno evidenziato, altresì, che: il business plan approvato dalla Commissione europea il 30 ottobre 2003, è basato su trasmissioni televisive in chiaro che si sostengono solo con la pubblicità e non con i canoni di abbonamento, con la condizione che almeno un canale a pagamento sia realizzato da Prima tv dopo lo switchover dalle trasmissioni
Il Ministero delle comunicazioni, nell'esaminare le istanze presentate, ha dovuto valutare le seguenti circostanze:
la Commissione europea, con una decisione in materia di concorrenza, ha autorizzato la concentrazione Newscorp/Telepiù sul satellite, purché venissero dismesse le emittenti televisive terrestri facenti capo alla società Telepiù;
la Commissione ha autorizzato l'acquirente Holland Italia sulla base di un business plan basato su trasmissioni in chiaro e ha imposto il controllo congiunto di TF1, che è un operatore di televisione precipuamente in chiaro;
l'Autorità ha autorizzato il trasferimento di proprietà a favore di Holland Italia, con il controllo congiunto di TF1, richiamando nelle premesse del provvedimento le condizioni dell'autorizzazione rilasciata dalla Commissione europea con lettera del 30 ottobre 2003.
Nel rispetto degli anzidetti parametri - decisione europea ed osservanza dei limiti derivanti dalla normativa interna - il Ministero ha adottato, in data 24 dicembre 2003, un provvedimento di «presa d'atto» della trasformazione delle modalità di trasmissione di Europa TV da codificato a non codificato, che, alla luce della ripetuta decisione europea, appare atto dovuto, senza peraltro modificare i titoli abilitativi già rilasciati alle predette società, consistenti in una concessione e in una abilitazione provvisoria ex lege e, quindi, senza alterare «gli effetti» dei limiti antitrust che all'epoca determinarono il rilascio della concessione per Europa TV e l'abilitazione provvisoria per Prima TV.
Nel provvedimento di presa d'atto sono stati previsti, oltre all'obbligo di rispettare gli impegni assunti da Europa TV nella domanda di concessione sulla base del disciplinare di gara sui quali è stato assegnato il punteggio in graduatoria (in particolare: impegno a produrre in proprio una quota percentuale di programmi e servizi informativi non inferiore al 10 per cento della programmazione annuale prevista e una quota di percentuale di programmi autoprodotti non inferiore al 4,5 per cento della programmazione annuale prevista al netto di quella a carattere informativo), anche l'impegno di rispettare gli obblighi di programmazione previsti per le emittenti in chiaro (trasmissione di un telegiornale quotidiano autoprodotto in tre edizioni), nonché l'obbligo di non alterazione dei limiti antitrust applicati alle due emittenti all'atto della gara, che determinarono per Prima TV l'esercizio provvisorio come «rete eccedente».
La società deve, altresì, rispettare gli obblighi imposti dalla Commissione europea di realizzare almeno un programma di pay tv dopo lo switchover della televisione analogica a quella digitale in Italia.
La società Prima TV ha presentato, contestualmente alla comunicazione delle trasmissioni in chiaro, anche una istanza volta ad ottenere l'ampliamento della sperimentazione in tecnica digitale terrestre ad ulteriori aree di servizio, in vista della completa digitalizzazione della rete, ai sensi della legge n. 66 del 2001 e del regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 435 del 2001.
In esito a tale istanza è stato rilasciato in data 9 gennaio 2004 il provvedimento di integrazione richiesto, la cui durata è condizionata a quanto previsto dal citato decreto-legge n. 352 del 2003 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2004, n. 43, in merito alla prosecuzione di esercizio delle reti eccedenti, e al rispetto degli obblighi imposti dalla Commissione europea per la vendita di Prima TV.
In riferimento a quanto osservato in merito alle delibere dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 78 del 1998 e n. 421/03/CONS, si osserva ulteriormente quanto segue.
La delibera n. 78 del 1998 (regolamento per il rilascio delle concessioni televisive private su frequenze terrestri), prevede, all'articolo 7, comma 5, il divieto di trasformazione della concessione radiotelevisiva in ambito nazionale in una appartenente a tipologia differente. Ma alla disposizione può verosimilmente riconoscersi una ratio giustificativa solo nel caso in cui esso miri ad impedire la trasformazione dalla tipologia di emittente nazionale a quella di emittente locale, essendo queste le tipologie, in senso proprio, alle quali corrisposero all'epoca della gara distinte graduatorie. Peraltro, ogni questione al riguardo appare superata dalla decisione della Commissione europea, che si inserisce in un procedimento di dismissione a fini anticoncentrativi, le cui condizioni sono state espressamente dettate dalla stessa Commissione.
Ed infatti, nella delibera n. 421/03/CONS, con la quale l'Autorità ha autorizzato il trasferimento delle azioni a Holland Italia, è evidenziato che «ogni variazione dal titolo abilitativo può comportare la decadenza, dal titolo medesimo, se non previamente autorizzata dal Ministero».
La stessa Autorità, pertanto, sembra concordare sulla necessità di una autorizzazione del Ministero - intervenuta, come sopra precisato, con i provvedimenti di presa d'atto - affinché l'emittente possa mutare la propria programmazione da criptato in chiaro, come previsto nelle condizioni dettate dalla Commissione europea.
È opportuno sottolineare che nessun nocumento viene procurato a terzi da tale trasformazione delle trasmissioni, in quanto la società Europa TV mantiene la propria concessione senza attribuzione di nuove frequenze e la società Prima TV mantiene la possibilità di esercizio provvisorio ai sensi della legge n. 249 del 1997 come modificato dal decreto-legge n. 352 del 2003, senza attribuzione di ulteriori frequenze.
Non sono, inoltre, da sottovalutare i benefici che la diffusione in chiaro di questa emittente nazionale può apportare al sistema televisivo sotto l'aspetto del pluralismo informativo. Oltre all'impegno ai precisi obblighi imposti attraverso la presa d'atto, non può trascurarsi di considerare che, anche secondo l'esperienza degli altri paesi europei, l'evoluzione tendenziale del settore richiede di riservare le trasmissioni in forma codificata alla diffusione digitale, sia satellitare che terrestre, ciò in linea con le misure imposte dalla Commissione a Prima TV.
Quanto, infine, all'asserita dipendenza del signor Tarak Ben Ammar e del signor
L'autorizzazione di cui alla delibera 421/03/CONS citata risulta rilasciata sulla base dell'accertato possesso dei requisiti soggettivi degli acquirenti da parte della ripetuta Autorità, ivi compreso l'aspetto del controllo societario e l'indipendenza da altri soggetti di cui all'articolo 3, commi 2 e 3, della legge n. 249 del 1997.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
Rete Ferroviaria Italiana SpA, attraverso la propria flotta, esercita, tra l'altro, un servizio di traghettamento dei treni viaggiatori da e per la Sicilia;
il personale di scorta ai treni dimentica di interdire, mediante chiusura delle porte, l'accesso alle ritirate durante l'attraversamento dello Stretto di Messina, pur essendo consentite ai viaggiatori l'utilizzo dei servizi di bordo nell'eventuale sopravvenienza di necessità fisiologiche;
tale consapevole dimenticanza ed il conseguente uso delle ritirate durante la navigazione crea disagi a coloro che per motivi di viaggio o di lavoro si trovino poi a transitare sul ponte binari della nave traghetto;
non si ha notizia di interventi realmente risolutivi da parte di Trenitalia SpA -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa;
se risultino provvedimenti presi da Trenitalia SpA per contrastare il fenomeno;
quali iniziative intenda assumere presso Trenitalia affinché agli utenti ed ai lavoratori sia risparmiata l'evidenza di un ambiente così igienicamente degradato.
(4-07601)
Al fine di sensibilizzare il personale in questione al rispetto dell'articolo 146, comma 1, del regolamento della prefazione generale orario di servizio che disciplina la chiusura delle ritirate delle carrozze dei treni prima dell'imbarco sulle navi traghetto da/per la Sicilia, sono state impartite, da Ferrovie dello Stato, specifiche disposizioni volte ad informare i viaggiatori sulla chiusura delle ritirate nelle carrozze e sulla possibilità di utilizzare i servizi igienici presenti a bordo nave, con un annuncio sonoro.
Circa le inadempienze sul rispetto di tale regolamento Ferrovie dello Stato ha previsto provvedimenti disciplinari.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
in data 18 luglio 2003 le agenzie di stampa e d'informazione riportano la notizia che un pacco proveniente dall'Australia contenente migliaia di grilli è stato recapitato all'ufficio postale di via Lenin a Roma senza passare per alcun tipo di controllo igienico-sanitario;
se non ritenga che si tratti di un episodio molto grave sia per i rischi di «contaminazione» ambientale e di carattere sanitario che gli insetti presenti nell'involucro
(4-07044)
Quanto ai «rischi di contaminazione ambientale e di carattere sanitario», paventati dall'interrogante, Poste italiane ha tenuto a precisare di aver attuato puntualmente gli standard di sicurezza stabiliti dal Cisa (Comitato interministeriale di sicurezza aerea), in applicazione della vigente normativa europea in materia di sicurezza del trasporto della corrispondenza e dei pacchi.
È, tuttavia, il caso di sottolineare che alcuni rischi sono oggettivamente inscindibili dai servizi postali come da altri servizi di interesse generale, ai quali sono connaturati: ragioni di dimensione complessiva delle attività, esigenze di efficienza operativa e temporale proprie del servizio, vincoli strutturali imposti dal tipo di attrezzature utilizzate e da procedure di lavorazione non modificabili ed altre difficoltà minori possono incidere negativamente sull'ordinario standard di sicurezza.
D'altra parte non può negarsi che nell'eventualità di uso improprio, più o meno consapevolmente avventato o, come in alcuni casi, deliberatamente delittuoso, di un servizio tipicamente di massa, i dispositivi di sicurezza possono risultare in qualche misura inefficaci.
A tale proposito, tuttavia, la società Poste pur non potendo escludere la possibilità del ripetersi, in futuro, di episodi del genere in forme sempre nuove e diverse, ha assicurato il massimo impegno nell'affrontare le problematiche che di volta in volta dovessero presentarsi.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il comune di Guardavalle in provincia di Catanzaro il 23 settembre 2002 ha approvato una delibera (GM n. 150) che prevede l'assegnazione di 1.300 euro al responsabile del servizio per l'attivazione di ripetitori TV della rete Fininvest-Mediaset in Guardavalle Centro, località di Tonnina;
da questa delibera, dichiarata immediatamente eseguibile, si può evidenziare che il bilancio del comune di Guardavalle finanzia direttamente le attività del Gruppo Fininvest-Mediaset, vale a dire le attività di una impresa commerciale privata che non ha alcun titolo di servizio pubblico;
attraverso questa «operazione finanziaria» si dà a intendere che il Gruppo Fininvest-Mediaset versa in tali gravi difficoltà economiche da richiedere al comune di Guardavalle di accollarsi gli oneri, sia pure di modesta entità, dell'impresa privata;
se non ritenga, anche attraverso opportune modifiche da attuare con iniziative legislative sulle disposizioni che disciplinano gli enti locali e i servizi pubblici locali, che erogazioni di tale natura debbano essere interdette.
(4-04930)
Al riguardo, secondo quanto riferito dalla prefettura-UTG di Catanzaro, si informa che la delibera in questione non ha mai trovato concreta attuazione e che è stata, anzi, revocata, con apposita delibera del 10 febbraio scorso per mancanza dei presupposti di fatto e di diritto, dalla Commissione straordinaria che attualmente gestisce quel comune, sciolto, come è noto, per infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata con decreto del Presidente della Repubblica del 21 novembre 2003 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 15 dicembre 2003).
Detto questo, si ritiene opportuno ricordare che, dopo l'approvazione della legge costituzionale n. 3 del 2001, recante «Modifiche al titolo quinto della parte seconda della Costituzione», il rapporto tra ente locale e Stato assume una connotazione nuova in quanto il nuovo articolo 114 della Costituzione, stabilendo che la Repubblica è costituita da comuni, province, città metropolitane, regioni e Stato, colloca questi enti in posizione paritaria e equiordinata.
Conseguentemente, la stessa legge di revisione costituzionale ha abrogato l'articolo 130 della Costituzione del 1948, con la completa caducazione di ogni forma di controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti locali.
In ogni caso, si segnala che la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante «disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3», ha previsto, all'articolo 7, comma 7, che la Corte dei Conti, ai fini del coordinamento con la finanza pubblica, verifichi il rispetto degli equilibri di bilancio degli enti locali e che, secondo i principi di controllo successivo sulla gestione, verifichi, altresì, la sana gestione finanziaria ed il funzionamento del controllo interno degli enti locali.
Inoltre, si evidenzia che, relativamente all'acquisizione di ogni utile informazione sul comportamento degli enti locali in ambito finanziario, l'articolo 28 della legge 27 dicembre 2002 n. 289 (finanziaria per l'anno 2003) ha introdotto efficaci strumenti di monitoraggio in ordine alle attività finanziarie degli enti locali medesimi allo scopo di assicurare il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Governo. In particolare, il comma 1 dell'anzidetto articolo 28, attribuisce al Ministero dell'economia e delle finanze il potere di acquisire le relative informazioni, anche in riferimento all'obbligo di utilizzo delle convenzioni Consip avvalendosi dei servizi ispettivi di finanza pubblica ovvero dei propri rappresentanti nei collegi sindacali o di revisione presso gli enti locali.
Il successivo comma 6 dello stesso articolo prevede l'invio in forma telematica alla Corte dei Conti delle informazioni relative al patto di stabilità interno nonché dei principali documenti contabili degli stessi enti locali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
sull'autostrada A4 Milano-Venezia in entrambi i sensi di marcia grava quotidianamente un traffico veicolare anche di mezzi pesanti sempre più intenso;
la pericolosità del suddetto tratto viario, a causa delle annose carenze infrastrutturali, è evidenziato dall'eccezionale
la struttura dell'A4 risulta ad oggi invariata, ancora lontana dall'essere realizzata la sede per la quarta corsia nonché le ulteriori migliorie necessarie, già oggetto di studi progettuali -:
quale sia lo stato di avanzamento dei lavori di costruzione della quarta corsia per il suddetto tratto autostradale e come si intenda procedere per ridurre il cronico disagio dell'utenza.
(4-08347)
La società stradale rende noto che è attualmente in corso di redazione il progetto esecutivo.
Il Viceministro per le infrastrutture e per i trasporti: Ugo Martinat.
quello del rapporto poco virtuoso tra trasporto delle merci su gomma e su rotaia costituisce un problema annoso del nostro Paese, che in Europa è purtroppo fanalino di coda. La situazione appare tanto più grave considerata la delicata morfologia del territorio italiano, che più di altri richiederebbe soluzioni ecologicamente sostenibili per i trasporti;
anche per quanto concerne la mobilità delle persone, l'impossibilità materiale di ampliare le carreggiate autostradali, la grave situazione del traffico nella rete viaria ed i connessi problemi di sicurezza, oltre che la necessità di rispettare le normative comunitarie sulla qualità dell'aria, renderebbero necessario attivarsi in ogni modo per favorire il trasporto collettivo;
la mobilità di merci e persone è peraltro destinata a continuare ad aumentare con ritmi incalzanti, in particolare sulle rotte internazionali, per effetto della globalizzazione economica e, più da vicino e nell'immediato, per effetto dell'integrazione europea;
in particolare, l'ingresso dell'Austria nell'Unione europea, l'entrata in vigore del trattato di Schengen sull'abbattimento delle frontiere e la nascita dell'Euro, stanno avendo l'effetto di accrescere considerevolmente il flusso di traffico lungo l'asse del Brennero, che costituisce la principale arteria di comunicazione tra l'Italia e la Germania, che è tutt'oggi il nostro principale partner economico. La situazione è oltretutto destinata ad aggravarsi con lo sviluppo del sistema portuale dell'Adriatico, destinato ad assurgere al ruolo di porto navale dell'Europa sul Mediterraneo e le cui merci, per raggiungere il nord Europa, passeranno in gran parte lungo il Brennero;
l'incremento del traffico di transito lungo le Alpi rischia di creare danni gravissimi alle economie delle popolazioni alpine e di conseguenza anche al loro tessuto sociale, oltre che di compromettere irrimediabilmente l'ambiente di quello che può essere considerato uno dei principali polmoni d'Europa. Non a caso la Svizzera e l'Austria si battono da anni affinché l'attraversamento del loro territorio avvenga con mezzi non inquinanti;
anche il Parlamento italiano ha approvato il Piano generale dei trasporti e della logistica che prevede un forte impulso del trasporto ferroviario;
per affrontare il problema l'Unione Europea ha individuato nella realizzazione della ferrovia ad alta capacità Monaco-Verona una delle priorità infrastrutturali del continente. Il completamento dell'opera, che costerà svariati miliardi di
tuttavia, paradossalmente, l'attuale ferrovia del Brennero appare oggi ancora sottoutilizzata, mentre l'autostrada A22 vede costantemente crescere il flusso di traffico merci;
tra i motivi che stanno alla base del sottoutilizzo della ferrovia del Brennero v'è quello del suo sparso collegamento con altre rotte nello snodo di Verona;
in particolare, la tratta Verona-Bologna, cruciale per intercettare la veloce direttrice ferroviaria Milano-Roma, dispone incredibilmente ancor oggi di un solo binario. La principale via di comunicazione tra il vivace nordest italiano, la Germania, il nord Europa e tutto quanto sta a sud di Verona, a cominciare dalla capitale, è insomma costituita ancor oggi da una infrastruttura dimensionata secondo le esigenze di fine '800;
del problema si dibatte da decenni e pare che a giustificare il mantenimento di un solo binario su quella tratta fossero, nel periodo della Guerra Fredda, vecchie strategie militari. Vera o meno che fosse quell'interpretazione, oggi la situazione è totalmente cambiata e con essa le esigenze di mobilità e di trasporto. Tanto che il contratto di programma tra lo Stato e F.S. SpA prevede il completamento del raddoppio della linea d'intervento, già finanziato da anni;
da almeno una decina d'anni, chiunque si trovi a percorrere in treno la tratta Verona-Bologna può osservare i lavori in corso per la realizzazione di una nuova ferrovia. Tali lavori appaiono tuttavia lentissimi ed interminabili e non è dato di sapere se e quando il nordest italiano potrà finalmente disporre di un collegamento ferroviario col resto del Paese all'altezza delle proprie esigenze -:
quali concrete iniziative intenda intraprendere affinché la tratta ferroviaria Verona-Bologna sia dotata al più presto di un sistema di binari moderno, efficiente ed all'altezza del potenziale flusso di traffico generato dalle economie del nordest e dal collegamento con la ferrovia Monaco-Verona.
(4-08692)
In tale contesto, il raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Verona, della lunghezza di 114 km, è previsto sia dal piano generale dei trasporti e della logistica sia dalla delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 di approvazione del primo programma delle opere strategiche, ai sensi della cosiddetta «legge obiettivo».
Tale progetto, inoltre, è previsto nell'ambito del contratto di programma 2001-2005, con Ferrovie dello Stato s.p.a., con un costo stimato attualmente in circa 810 milioni di euro.
Peraltro, la linea Bologna-Verona è attualmente oggetto di un programma di potenziamento tecnologico e infrastrutturale avviato da RFI con l'obiettivo di sviluppare i traffici specie quelli merci e integrare i porti dell'alto Tirreno con i grandi corridoi internazionali. Gli interventi infrastrutturali già realizzati fra Verona e il Brennero hanno consentito, tramite l'adeguamento alla più ampia sagoma ferroviaria della linea, l'istituzione del servizio di autostrada viaggiante fino a Verona. Sono in corso interventi di potenziamento tecnologico, la cui ultimazione è programmata entro il 2006, che consentiranno di incrementare la potenzialità fino a 240 tracce al giorno rispetto a quello attuale di 180 tracce al giorno.
È stata, inoltre, interamente ultimata la progettazione esecutiva per il raddoppio delle rimanenti tratte e per il piano regolatore generale di Isola della Scala e di Bogara ed è stato ultimato il raddoppio della tratta Nogara-Cà di David.
Tutti i lotti dei lavori di raddoppio sono stati consegnati, ad eccezione della tratta tra Poggio Rusco e San Felice sul Panaro, di 17 chilometri interamente finanziata e i cui lavori verranno consegnati nel secondo semestre dell'anno in corso.
Il termine per il completamento di tutti i lavori e la conseguente attivazione del raddoppio della linea Bologna-Verona è previsto entro il 2008 e avverrà con l'attivazione dell'ultima tratta Poggio Rusco-Ostiglia-Nogara, di circa 24 chilometri, che comprende il nuovo ponte sul fiume Po ad Ostiglia, in provincia di Mantova, i cui lavori sono già stati anticipatamente avviati con la costruzione, in officina, delle travate metalliche.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il fenomeno dei phone center sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti, in Italia ne esistono circa 2400, l'80 per cento dei quali gestito da extracomunitari. Si sta assistendo, dunque, ad una vera e propria proliferazione di tali attività, la cui funzione consiste nel mettere a disposizione del pubblico i servizi di telefonia, di internet e di spedizioni di denaro nei Paesi stranieri;
possiamo considerarli delle micro realtà imprenditoriali che producono un giro di affari di tutto rispetto: nel 2002 ha superato i 400 milioni di Euro vista l'affluenza di stranieri che, ad un costo basso, possono chiamare i propri familiari nei loro paesi di origine con una maggiore frequenza (da ogni phone center partono ogni mese più di 7000 ore di telefonate);
a giudicare dalla provenienza dei gestori sembra che si possa parlare di specializzazione etnica: il 40 per cento di loro sono marocchini, il 25 per cento senegalesi, il 15 per cento latinoamericani;
l'apertura di un phone center è subordinata al rilascio di una autorizzazione amministrativa da parte del comune e al rispetto di quanto convenuto dalla legge in ordine agli esercizi commerciali (legge 114/98) e in materia di servizio di telecomunicazioni;
alcuni phone center operano, peraltro, ottenendo formalmente la licenza commerciale per l'apertura di un punto vendita di altra natura ma esercitano l'attività di telecomunicazioni attraverso accordi stipulati da operatori telefonici autorizzati, sfuggendo così ai controlli di pubblica sicurezza;
ad avviso dell'interrogante vi è il rischio che esercizi di questo genere, possano servire a coprire attività illecite -:
se il Governo disponga di informazioni sull'entità del fenomeno.
(4-08027)
Il codice delle comunicazioni elettroniche - di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003 - ha abolito la citata normativa ed ha stabilito la possibilità di espletare i suddetti servizi attraverso la presentazione di una semplice dichiarazione.
Quanto, infine, alla possibilità che il gestore di un esercizio commerciale di altra natura che, pertanto, non ha come oggetto sociale principale l'attività di telecomunicazioni offra alla propria clientela tali servizi, si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con delibera 102/03/CONS del 14 aprile 2003 ha stabilito di non considerare fornitore di un servizio pubblico di telecomunicazione gli esercenti che mettono a disposizione dei propri clienti solo le apparecchiature terminali di rete, esonerandoli pertanto dall'obbligo di presentazione delle dichiarazione cui sono tenuti i fornitori di servizi telecomunicazioni.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
da una indagine multiscopo sulle famiglie eseguita dall'ISTAT «Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari» si evince che circa 16 milioni di italiani risultano essere in soprappeso e che oltre 4 milioni sono obesi;
il 36 per cento dei bambini di 7-9 anni sono in soprappeso od obesi (percentuale la più elevata in Europa);
se fa presente che i distributori automatici di snacks e bevande gassate sono presenti nelle scuole e nei posti di lavoro, senza che su tali apparecchi vengano apposti cartelli nutrizionali informativi;
non esiste nemmeno una regolamentazione degli spot pubblicitari riguardanti gli alimenti per l'infanzia -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro per determinare la obbligatorietà delle informazioni (etichette) nutrizionali sugli alimenti, affinché possa anche essere possibile espletare un attento controllo della pubblicità e della commercializzazione di prodotti alimentari contenenti fonti concentrate di sostanze nutritive.
(4-08139)
Quanto sopra vale anche per l'etichettatura nutrizionale, regolamentata dal decreto legislativo n. 77/1993, in attuazione della direttiva 90/496/CEE.
In linea con la normativa comunitaria, l'etichettatura deve, necessariamente, fornire informazioni sul contenuto nutritivo degli alimenti sotto l'aspetto qualitativo (elenco degli ingredienti), restando, tutt'oggi, facoltativa l'etichettatura nutrizionale, che prevede l'indicazione della quantità dei vari nutrienti (proteine, carboidrati, grassi, eccetera) e del rispettivo valore energetico.
Peraltro, per poter sostenere proprietà particolari di un prodotto, vige l'obbligo, a tutela del consumatore, dell'etichettatura nutrizionale, in grado di fornire elementi specifici sulla composizione complessiva del prodotto.
In vista della revisione, a livello comunitario, della direttiva in materia, il Ministero della salute ha manifestato alla Commissione europea la sua disponibilità a rendere obbligatoria l'etichettatura nutrizionale, quale elemento insostituibile per orientare i cittadini alla necessaria informazione ed educazione nutrizionale.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
in data 13 novembre 2003 il Ministro della salute ha comunicato che «gli eventi di formazione residenziale concernenti medicine alternative o non convenzionali, salvo quelli relativi all'agopuntura ed alla fitoterapia, sono tutti sospesi in attesa delle determinazioni che la commissione nazionale per la formazione continua assumerà nella seduta del 20 novembre 2003» e che la commissione riunita in data 20 novembre 2003 ha rinviato la decisione al Consiglio superiore di sanità e che al momento non è possibile prevedere l'evoluzione che la situazione potrà avere;
un recente sondaggio condotto dalla Format e pubblicato sul numero 284 del 27 novembre 2003 di Salute di Repubblica su un campione di 864 persone dimostra che il 31,7 per cento della popolazione ha ricorso alle MnC negli ultimi 3 anni (il 23,4 per cento nell'ultimo anno). Più della metà degli utenti, sia nei dati ISTAT che nel sondaggio Format, scelgono l'omeopatia, la medicina complementare maggiormente penalizzata dal provvedimento ministeriale e che un'inchiesta condotta in Toscana dall'agenzia regionale di sanità sull'opinione di 2.228 medici di famiglia nei confronti delle MnC dimostra che il 15,2 per cento del campione pratica le MnC e il 57,8 per cento le consiglia ai propri pazienti; l'11 per cento ha una formazione specifica e il 29,2 per cento sarebbe interessato ad averla, mentre ben il 65,7 per cento è favorevole all'introduzione dell'insegnamento delle MnC nei corsi universitari;
il provvedimento sembra non tenere conto della volontà espressa dalla deliberazione di Terni del maggio 2002 della FNOMCeO, che invece prendeva in considerazione tutte le MnC più diffuse (agopuntura, omeopatia, fitoterapia, omotossicologia, antroposofia, medicina tradizionale cinese, ayurveda, chiropratica e osteopatia) e invitava Governo e Parlamento ad approvare una legge che riconosca e regolamenti l'esercizio nel nostro Paese delle MnC e che fra gli obiettivi formativi di interesse nazionale per il 2002 che la Commissione nazionale per la formazione continua in medicina aveva proposto per specifiche categorie professionali, aree e discipline erano compresi la valutazione dei fondamenti scientifici e dell'efficacia delle medicine alternative e non convenzionali;
il provvedimento appare in contrasto con quanto deciso dall'accordo raggiunto dalla Conferenza Stato-Regioni in data 20 dicembre 2001 sugli obiettivi di formazione continua di interesse nazionale, proposti dalla Commissione nazionale per la formazione, dove il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano convenivano sul fatto che le determinazioni relative ad aspetti e criteri generali del programma e quelle a carattere prescrittorio approvate dalla Commissione, ..., vanno considerate nell'attuale fase come proposte alla Conferenza Stato-Regioni che provvederà ad assumerle sotto forma di accordi e che solo le determinazioni relative ad aspetti applicativi od ordinari sono assunte dalla Commissione stessa e, comunque, i rappresentanti regionali possono chiederne la conferma alla Conferenza Stato-Regioni -:
se sia opportuno avere assunto tale provvedimento che di atto impedisce l'aggiornamento professionale di migliaia di medici con una ricaduta pesante sui cittadini che sempre più numerosi ricorrono alle MnC e in particolare alla terapia omeopatica, dato che la formazione continua in medicina rappresenta in primo luogo una garanzia di sicurezza per i pazienti;
quale convenienza ci sia nell'adottare un provvedimento che evidentemente non rappresenta gli interessi della categoria dei medici e degli altri operatori sanitari, in particolare in una fase in cui il Parlamento si apprresta a legiferare su questa materia;
se sia legittimo tale provvedimento, e se non fosse più opportuno sottoporre la questione alla Conferenza Stato e Regioni
(4-08302)
Inoltre, la determinazione del 20 novembre 2003 non rientra neanche fra quelle riguardanti «aspetti applicativi ed ordinatori», rimessi, in base all'accordo del 20 dicembre 2003, a determinazioni «direttamente assunte dalla Commissione, salvo che i rappresentanti regionali non ne chiedano la conferma da parte della Conferenza Stato-Regioni», in quanto si limita all'interpretazione di determinazioni già assunte ed a chiarirne la portata, in relazione alle disfunzioni nel frattempo riscontrate.
Peraltro, l'accordo del 13 marzo 2003 ha espressamente autorizzato la Commissione ad adeguare il programma di educazione continua in medicina («ECM») sulla base «dell'esperienza acquisita» per eliminare le disfunzioni che si siano rilevate.
Per quanto concerne, in particolare, le medicine alternative o non convenzionali si fa presente che la Commissione, con la determinazione del 20 novembre 2003, non ha disposto nei confronti delle stesse alcuna sospensiva.
La sospensiva degli accreditamenti, fino alla riunione della Commissione già programmata per il 20 novembre 2003, è stata disposta direttamente dalla segreteria della Commissione, in data 5 novembre 2003.
A fronte di generalizzate interpretazioni distorte degli «obiettivi formativi di interesse nazionale» rilevate in sede di monitoraggio, la segreteria della Commissione ha ritenuto opportuno sottoporre, con procedura d'urgenza, le questioni più rilevanti alla valutazione della Commissione, disponendo, a titolo meramente cautelativo, la sospensione degli accreditamenti fino alle determinazioni di quest'ultima.
La Commissione, nella seduta del 20 novembre 2003, non ha sospeso l'accreditamento degli eventi formativi concernenti le medicine non convenzionali, ma si è limitata a chiarire la portata dell'obbligo, sancito dalla legge, di finalizzazione di ciascun evento ad uno degli obiettivi formativi di interesse nazionale e di coerenza dell'evento stesso con le finalità di qualificazione specifica della categoria cui è diretto al fine di contrastare interpretazioni manifestamente in contrasto con le disposizioni di legge e con i contenuti degli accordi Stato-regioni, rilevate in sede di monitoraggio degli eventi formativi.
La corretta interpretazione delle disposizioni di legge sulla formazione continua e delle prescrizioni contenute negli accordi Stato-regioni può pregiudicare l'accreditamento di molti eventi di medicine non convenzionali già proposti: tuttavia occorre rilevare che l'interpretazione adottata sulla finalizzazione dell'evento ad un obiettivo di interesse nazionale e sull'interesse specifico dell'evento per la categoria per la quale esso è stato proposto, è di portata generale e si riferisce a tutti gli obiettivi e a tutti gli eventi, anche se, in concreto, tale interpretazione può incidere in maniera diversa sui vari obiettivi e sugli eventi proposti.
Infine, per quanto riguarda l'esigenza di sottoporre la questione alla conferenza Stato-regioni, si fa presente che il Ministero della salute ha già iniziato la procedura per sottoporre alla valutazione della suddetta conferenza il piano di attuazione della seconda fase del programma di educazione continua in medicina «ECM» da realizzare nell'anno 2004, il quale comprende l'avvio dell'accreditamento sperimentale dei provider (organizzatori di eventi formativi) di formazione residenziale e di formazione a distanza («FAD»), nonché la rideterminazione degli obiettivi formativi di interesse nazionale per il prossimo triennio, coerentemente con quelli stabiliti dal Piano sanitario nazionale 2003-2005, e con riferimento
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
il 4, 5 e 6 settembre 2003 a Riva del Garda, si svolgerà il Forum Alternativo, durante il quale verranno affrontati vari temi: l'Europa, la sostenibilità per le generazioni future delle politiche economiche, la pace e altro;
per l'occasione a Riva del Garda si attendono partecipanti provenienti da molte località italiane, ed anche dalla Svizzera, dalla Francia, dall'Austria e dalla Germania;
alle conferenze interverranno decine di relatori la cui fama è ormai riconosciuta in tutto il mondo: tra gli altri, Susan George, Samir Amin e Riccardo Petrella;
nella due giorni di dibattiti si prevede la partecipazione di tremila/cinquemila persone, mentre se attendono ventimila per la manifestazione che si terrà il 6 settembre 2003;
a Riva un windsurfing festival ha visto la partecipazione di quarantamila persone;
il tavolo «Per un'Europa sociale» e il gruppo di continuità del Forum sociale Europeo hanno rivolto un appello alle istituzioni nazionali e trentine affinché venga concessa per lo svolgimento del Forum Alternativo la struttura fieristica «la Baltera», che è senza dubbio l'unica struttura adatta nella zona -:
se, tenuto conto delle necessità di non disperdere i dibattiti in maniera caotica sul territorio, che potrebbero essere invece concentrati nell'ambito di un'unica struttura, non intenda adoperarsi per favorire l'utilizzo della struttura fieristica «la Baltera» a Riva del Garda per lo svolgimento delle manifestazioni del Forum «Per un'Europa sociale».
(4-06927)
Lo svolgimento del predetto «controvertice» è stato possibile anche grazie alla disponibilità mostrata dal presidente della provincia autonoma di Trento che ha concesso l'utilizzazione della struttura fieristica «La Baltera» sita a Riva del Garda, come richiesto dall'interrogante e dagli stessi organizzatori.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il comune di Firenze sta procedendo, ad avviso dell'interrogante, in modo confuso e contraddittorio alla privatizzazione delle quote pubbliche della centrale del latte;
in particolare, paiono totalmente assenti le necessarie garanzie per i produttori del latte del Mugello che rappresentano il grosso del quantitativo complessivo del latte gestito dalla centrale di Firenze;
sia il futuro ingesso nell'area dell'Unione europea di Paesi produttori di latte che l'inserimento nel mercato nazionale del latte microfiltrato potrà penalizzare lo storico rapporto tra territorio produttivo e area geografica di consumo che rappresenta una risorsa ed una garanzia di qualità;
nella zona del Mugello, già colpita da fenomeni preoccupanti di disoccupazione, una eventuale crisi del settore agricolo e
quali iniziative urgenti di sostegno agli allevatori del Mugello si intendono assumere, una volta venute meno le garanzie di conferimento alla centrale del latte di Firenze.
(4-04623)
In relazione al quesito posto dall'interrogante, si soggiunge che la comunità montana del Mugello, al fine di mantenere il legame tra l'azienda in questione e il territorio del Mugello, aveva manifestato l'intenzione di acquisire una parte delle quote societarie in caso di eventuale privatizzazione, e a tale scopo aveva disposto, nel proprio bilancio, l'accantonamento delle necessarie risorse finanziarie.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
è sempre più grave il problema della diagnosi e della cura delle malattie rare in quanto è scarso o nullo l'interesse delle industrie farmaceutiche di avviare ricerche in tale campo in quanto poco remunerativo -:
quali iniziative si intendano adottare per incentivare, anche con fondi pubblici, la ricerca nel campo della diagnosi e della cura delle malattie rare al fine di dare adeguata tutela anche a quei cittadini colpiti da tali patologie.
(4-06175)
Tale decreto, inoltre, istituisce la rete nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare, costituita da presidi accreditati, appositamente individuati dalle regioni.
La prescrizione delle prestazioni erogabili in esenzione dalla partecipazione al costo, viene effettuata secondo criteri di efficacia e di appropriatezza, rispetto alle condizioni cliniche individuali, con riguardo ai protocolli definiti dai centri di riferimento ed in collaborazione con i presidi della rete.
Presso l'Istituto superiore di sanità è stato istituito il registro nazionale delle malattie rare, allo scopo di raccogliere tutti i dati anagrafici, anamnestici, clinici, strumentali, laboratoristici e relativi ai fattori di rischio ed agli stili di vita dei soggetti affetti da malattie rare.
Più in particolare, si ricorda che l'articolo 58 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 («disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» - legge finanziaria 2003) ha introdotto, a favore delle aziende farmaceutiche che effettuano investimenti sul territorio nazionale, finalizzati alla ricerca ed allo sviluppo del settore farmaceutico, un sistema di «premio di prezzo» (premium price) nell'ambito della procedura negoziale del prezzo dei farmaci innovativi registrati con procedura centralizzata o di mutuo riconoscimento, ovvero registrati con procedura nazionale, ove il nostro Paese venga designato quale paese di riferimento per la procedura comunitaria di mutuo riconoscimento.
Nel campo della diagnosi e della cura relative alle malattie rare, inoltre, una specifica attenzione alla ricerca scientifica viene dedicata dagli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico (IRCCS).
Nel caso dell'Istituto «Burlo Garofolo», il Ministero della salute ha utilizzato le proprie risorse finanziarie (capitolo di bilancio 2305), affinché esso sia in grado di produrre un nuovo farmaco da impiegare nella cura della glicogenosi.
Si conferma in tal senso la posizione di attenzione di questo Ministero nei confronti di tali malattie nel senso di verificare e sostenere all'occorrenza tutte le attività di conoscenza nonché l'adozione delle misure necessarie per sostenere tali peculiari ambiti di ricerca.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
la provincia di Catanzaro, per quanto ridimensionata con la istituzione delle provincie di Vibo Valentia e Crotone,ha continuato a mantenere le influenze negative sia delle organizzazioni mafiose presenti nel territorio lametino sia di quelle delle provincie limitrofe e necessita quindi, di uomini e mezzi da utilizzare per tutte le relative attività di contrasto;
il territorio lametino, in particolare, a causa della lotta intestina tra le cosche mafiose presenti che ha raggiunto livelli devastanti, ha bisogno di particolari attività di controllo e di investigazione che ha già prodotto diversi importanti risultati;
i recenti scioglimenti dei consigli comunali di Lamezia Terme e Botricello evidenziano connivenze tra 'ndrina e politica, e quindi la capacità della criminalità organizzata di inserirsi nelle istituzioni;
le ultime due operazioni tabula rasa e Zecchino d'oro sono state portate a termine dalla polizia di Stato di Lamezia Terme con l'ausilio di uomini in forza della questura di Catanzaro che sta garantendo il controllo del territorio mediante l'istituzione di un nucleo ad hoc (Nucleo Lamezia), mentre l'attività investigativa ha gravato esclusivamente sulla locale squadra mobile;
la citata situazione ha indebolito l'attività investigativa e preventiva nel resto del territorio provinciale catanzarese;
anche la città di Catanzaro non può essere considerata «isola felice» in quanto crocevia di interessi illeciti che stanno sfociando, in questi ultimi periodi, in numerosi atti dinamitardi in danno di operatori economici e in aumento della micro-criminalità;
particolare attenzione merita poi la fascia ionica catanzarese dove si risente l'influenza delle cosche mafiose reggine e crotonesi e dove nella zona tra Guardavalle e Botricello non esiste alcun presidio di Polizia;
è stata da tempo richiesta la istituzione di una sede distaccata del commissariato di polizia di Stato in Catanzaro Lido, ma a tutt'oggi, non si è realizzata la richiesta;
le organizzazioni mafiose hanno monopolizzato di fatto quasi tutte le attività economiche e sociali della provincia di Catanzaro ed è comprensibile come per far fronte alle istanze di sicurezza provenienti dai vari contesti produttivi e sociali presenti nel territorio della provincia sono necessari impegni e sforzi sempre più determinati che vengono profusi con sacrifici personali da parte di tutti gli operatori di polizia, costretti a sobbarcarsi carichi di lavoro ormai insostenibili;
a tutto quanto va aggiunta la riduzione di organico negli uffici della divisione personale, della divisione anticrimine, e della divisione amministrativa e sociale il cui personale viene impiegato quotidianamente nei gravosi servizi di accompagnamento
quali urgenti iniziative intenda attuare per garantire un adeguato aumento degli organici e dei mezzi delle Forze di polizia presso la questura di Catanzaro;
se non intenda autorizzare l"istituzione di ulteriori presidi di polizia al fine di consentire una presenza continua e capillare sul territorio.
(4-06680)
Sulla base di indicazioni emerse anche in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, è stato attivato un piano straordinario finalizzato ad un capillare controllo della zona.
Con il supporto del servizio centrale operativo della Polizia di Stato è stato costituito, nel giugno del 2003, un gruppo di lavoro composto da dieci unità, operanti direttamente ed in via continuativa nell'ambito lametino.
Per aumentare i livelli di sicurezza nell'intera provincia di Catanzaro, in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica è stata disposta un'intensificazione dei servizi di prevenzione a carattere generale nei quartieri Lido e Santa Maria, nella zona sud del capoluogo, con l'impiego, oltre che di unità cinofile e del 5o reparto volo di Reggio Calabria, anche di operatori delle pattuglie del nucleo di controllo selettivo del territorio. Tale dispositivo straordinario si aggiunge ai servizi ordinari, tra cui il «poliziotto e carabiniere di quartiere», la cui sperimentazione è stata avviata nel capoluogo dal 21 marzo 2003.
Per quanto riguarda gli organici della Polizia di Stato si comunica, sulla base di dati aggiornati al febbraio scorso, che gli uffici dislocati nell'intero ambito provinciale contano su una forza effettiva di 661 unità sulle 683 previste negli organici. Le maggiori carenze si registrano, peraltro, negli uffici del capoluogo dove si conta una forza effettiva di 434 unità sulle 510 previste: mentre in ambito provinciale, comprendente il commissariato distaccato di Lamezia Terme, si registra un sovraorganico di 54 unità (227 a fronte delle 173 previste).
Per ottimizzare la distribuzione territoriale delle Forze di polizia, sono state già da tempo avviate le intese istituzionali per l'istituzione di un commissariato sezionale di pubblica sicurezza nel quartiere lido del capoluogo.
A tal fine l'amministrazione provinciale ha manifestato la propria disponibilità a concedere, a titolo gratuito, due piani nell'ambito del centro polifunzionale in località «Giovino». Il prefetto ha riferito, al riguardo, che la struttura verrà consegnata entro il corrente anno.
Nelle more, a Catanzaro lido, è stata attivata una stazione mobile che, nella fascia oraria 7.00/24.00, opera come ufficio di polizia decentrato per raccogliere e comunicare tempestivamente alla sala operativa della questura le denuncie e le segnalazioni dei cittadini. In orario notturno la stessa Stazione opera come presidio mobile, attuando posti di blocco e verifiche a esercizi pubblici.
Sul versante dell'azione di contrasto alla criminalità e, in particolare, a quella organizzata, risultati positivi si registrano sul fronte della lotta al traffico di stupefacenti, con un incremento dei sequestri delle sostanze psicotrope che, nel corso del 2003, è stato pari al 101,58 per cento rispetto al 2002. Nel solo mese di gennaio del corrente anno si è avuto un aumento altrettanto significativo con 86,28 chilogrammi di droghe sequestrate, contro gli 0,17 chilogrammi del gennaio 2003.
Nello stesso mese si è registrato un incremento delle persone denunciate, rispetto allo stesso periodo 2003, pari al 37,94 per cento.
Il Ministero dell'interno è pienamente consapevole che i mutati scenari socioeconomici della provincia, nella quale si registra una preoccupante crescita di alcuni indici della criminalità, rendono comunque non più adeguate le dotazioni attuali di personale delle Forze di polizia, anche se in
In prospettiva il Governo sta operando concretamente per risolvere il problema delle carenze di organico di molti uffici e reparti delle Forze dell'ordine, con l'avvio di un rilevante programma di potenziamento a livello nazionale.
In particolare, nell'ambito delle autorizzazioni alle assunzioni di personale nella pubblica amministrazione per l'anno in corso, previste dalla legge finanziaria per il 2003, con decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio è stata autorizzata l'assunzione di 1.465 operatori per la Polizia di Stato e di 1.435 per l'Arma dei carabinieri (oltre a 882 unità per la Guardia di finanza, 120 per la Polizia penitenziaria e 88 per il Corpo forestale dello Stato).
Con riferimento, invece, all'assunzione di 1.000 agenti della Polizia di Stato, prevista dal decreto-legge n. 253 del 10 settembre scorso (convertito dalla legge n. 300 del 6 novembre) per fronteggiare i compiti connessi alla normativa in materia di immigrazione ed asilo, si informa che il 9 dicembre scorso ha avuto inizio il corso di addestramento per 537 unità di personale, reclutate utilizzando la graduatoria degli idonei di un precedente concorso bandito nel novembre 1996, la conclusione del corso è prevista per l'8 dicembre prossimo.
Le rimanenti unità di personale saranno reclutate, come previsto dallo stesso decreto-legge, fra i militari in ferma breve; l'immissione in servizio di questo personale, per il quale sono state già espletate le visite mediche di verifica dei requisiti psicofisici necessari, è prevista per il prossimo mese di maggio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'interrogante è venuto a conoscenza di diverse situazioni di disagio riconducibili alla mancata corretta applicazione della normativa in materia di handicap, di cui alla legge n. 104 del 1992 e alla legge n. 833 del 1978, da parte dell'amministrazione sanitaria e da parte dei dirigenti scolastici;
in particolare l'interrogante ha avuto notizia di un caso particolarmente grave interessante una bambina che frequenta una scuola d'infanzia presso il comune di Rapallo (Genova), bambina affetta da conclamato e riconosciuto diabete mellito insulino-dipendente;
i genitori della suddetta bambina hanno da tempo sollecitato l'applicazione della normativa citata in materia, al fine di consentire alla loro figlia un'assistenza qualificata durante le ore di asilo;
il tribunale di Roma, con ordinanza 28 febbraio 2002, depositata in cancelleria in data 6 marzo 2002, sezione I lavoro, ha accolto il ricorso di genitori che lamentavano una grave sindrome allergica non riconosciuta dalla ASL territoriale, ordinando alla stessa ASL di disporre la presenza presso l'istituto scolastico frequentato dal minore di un infermiere professionale per tutelare le esigenze terapeutiche del minore stesso -:
quali iniziative intenda adottare affinché sia garantita alle persone affette dalla patologia indicata il diritto all'istruzione e il diritto alla salute, diritti entrambi di portata costituzionale.
(4-04936)
In particolare, la legge n. 115/1987 dispone, all'articolo 1, comma 1, che «le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano predispongono, nell'ambito dei rispettivi piani sanitari e dei limiti finanziari indicati dal fondo sanitario nazionale, progetti-obiettivo, azioni programmate ed altre idonee iniziative dirette a fronteggiare la
Il susseguente comma 2 ha previsto che gli interventi regionali siano rivolti, tra l'altro, «ad agevolare l'inserimento dei diabetici nelle attività scolastiche, sportive e lavorative».
Per quanto riguarda, in particolare, il caso segnalato, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha comunicato che nell'anno scolastico 2000-2001 la bambina ha iniziato a frequentare la scuola materna senza problemi ed è stata inserita in una sezione omogenea con il numero massimo di alunni.
Nel marzo 2001 le veniva diagnosticato il diabete mellito.
In data 27 marzo 2001, si è tenuto un incontro scuola-famiglia con la consulenza del medico scolastico e di una psicologa del consultorio, in attesa che l'Azienda sanitaria locale ed i servizi del comune di Rapallo si organizzassero per affrontare adeguatamente la situazione.
Nell'incontro veniva concordato che la mamma sarebbe rimasta a scuola per effettuare le rilevazioni della glicemia.
Dopo i primi giorni veniva richiesta alle maestre la disponibilità di dare alla bambina, in caso di dubbio calo di zuccheri, uno zuccherino (in accordo con genitori e medici).
A decorrere dal 17 maggio 2001, dopo altri incontri, l'Azienda sanitaria locale inviava a scuola gli infermieri 2 volte al giorno, fino al termine dell'anno scolastico.
All'inizio dell'anno scolastico 2001/2002 i genitori della bambina diffidavano i docenti dal dare lo zuccherino e chiedevano assistenza qualificata e personalizzata all'interno della scuola per tutto l'orario di frequenza della bambina, dichiarando anche che la bambina non sarebbe andata a scuola in mancanza dei richiesti interventi.
Dopo i ripetuti incontri tra rappresentanti della scuola, della ASL, del comune e dell'ospedale pediatrico, veniva attivata la seguente organizzazione per tutto l'anno scolastico:
un assistente al pasto, un'ora al giorno, fino alla data dell'8 febbraio 2002 ed ore 1,5 da febbraio a giugno 2002 (personale fornito dal comune);
n. 3 accessi degli infermieri;
adattamento dell'orario di servizio dei docenti in modo da assicurare la compresenza prima, durante e dopo il pranzo.
Dall'esito di questi incontri è emersa l'opportunità di mantenere un ambiente normale attorno all'allieva, per favorire la sua autonomia; pertanto, su conforme parere dell'ospedale pediatrico curante, presente la mamma e i servizi territoriali, veniva deciso che, a partire dall'11 ottobre 2002, sarebbe stata tolta l'assistente al pasto mentre rimanevano assicurati i n. 3 accessi giornalieri degli infermieri.
Tale organizzazione è stata garantita per l'intero anno 2002-2003 ed il dirigente scolastico non ha rilevato particolari difficoltà, anche se la bambina richiede alcuni riguardi cui la scuola ha fatto fronte con proprie risorse (adattamenti degli orari, contatto agevolato con gli infermieri e la mamma, ricorso eventuale al 118, conservazione a scuola di medicinali salva-vita, incontri periodici con i medici curanti ed eventuale utilizzo indiretto delle risorse di sostegno presenti nella scuola).
Pur non rientrando nelle competenze dirette di questo Ministero, nel ringraziare l'interrogante, assicuriamo che, avendo la delega sulla disabilità, oltre che specifica competenza, seguiremo con attenzione il caso segnalato.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
il Ministero delle attività produttive ha emanato nei mesi scorsi un bando per il cofinanziamento di iniziative a vantaggio dei consumatori;
se le procedure relative al predetto bando si siano concluse;
se intenda rendere noto quali progetti sono stati finanziati;
quali siano gli enti che hanno proposto gli stessi;
quali verifiche e controlli siano stati messi in atto per verificare che i percettori dei finanziamenti fossero in possesso dei requisiti previsti nel bando e che i progetti siano stati effettivamente attuati.
(4-08538)
Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze è stato riassegnato al capitolo 1650 «Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare ad iniziative a vantaggio dei consumatori», dello stato di previsione del Ministero delle attività produttive, l'importo di euro 29.290.853.
Per la realizzazione delle finalità anzidette, questo Ministero ha predisposto un programma di iniziative, sulle quali le competenti Commissioni parlamentari hanno espresso parere favorevole, ripartendo le risorse disponibili, pari all'importo delle predette sanzioni.
Tale programma è stato recepito nel decreto del Ministro delle attività produttive del 26 maggio 2003 che ha previsto in allegato, tra l'altro, una specifica linea di azione finalizzata al cofinanziamento (fino ad un massimo del 70 per cento delle spese previste) di:
a) progetti di rilevanza nazionale, proposti dalle associazioni dei consumatori presenti nel CNCU, in materia di informazione su prezzi e tariffe, sicurezza, qualità, etichettatura e pubblicità, RC auto, strumenti normativi dei diritti dei consumatori;
b) progetti di rilevanza regionale, proposti dalle associazioni dei consumatori presenti sul territorio, sulle stesse materie [di cui al punto a)];
c) progetti proposti dalle regioni per il completamento di iniziative già avviate a favore dei consumatori.
Lo stesso decreto 3 luglio 2003 reca le disposizioni per l'ammissione al cofinanziamento da parte dei soggetti proponenti, disciplinandone i requisiti, fissando termini e modalità per la presentazione delle domande, definendo puntualmente le modalità ed i termini per l'istruttoria dei progetti ed esplicitando in termini quantitativi i parametri per l'attribuzione del punteggio ai progetti (ritenuti ammissibili). In tal modo
Successivamente si è, quindi, effettuata l'attività istruttoria sulla base delle domande pervenute, si sono esaminati 150 progetti, ripartiti tra 50 associazioni e 17 regioni e suddivisi in base al soggetto proponente nel seguente modo:
n. 38 progetti di rilevanza nazionale proposti da n. 14 soggetti;
n. 66 progetti di rilevanza regionale proposti da n. 36 soggetti;
n. 46 progetti, proposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano per il completamento di iniziative già avviate a favore dei consumatori, (n. 17 soggetti).
In base all'ammontare complessivo delle risorse sono stati ammessi al cofinanziamento n. 84, ripartiti come segue:
su n. 38 progetti idonei di rilevanza nazionale ne sono stati ammessi n. 26;
su n. 29 progetti idonei di rilevanza regionale ne sono stati ammessi n. 29;
su n. 43 progetti proposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano per il completamento di iniziative già avviate a favore dei consumatori ne sono stati ammessi n. 29.
In ordine alla fase attuativa dei progetti, ai sensi dell'articolo 13 del decreto 3 luglio 2003, il direttore generale per l'armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori ha nominato, con propri decreti, le commissioni incaricate di effettuare gli accertamenti necessari ad acquisire le informazioni da fornire alle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nonché di verificare presso i beneficiari lo stato di avanzamento dei progetti, la loro realizzazione e le spese sostenute.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
si è concluso nei giorni scorsi, l'accordo tra Asl Na 1 e seconda università degli studi di Napoli, perché i locali siti nell'ex area dell'ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi vengano utilizzati come nuova sede del primo policlinico;
un protocollo d'intesa siglato dal sindaco della città partenopea la Ivervolino, il direttore generale dell'Asl Na 1, ed il governatore della regione Campania, Bassolino;
un accordo che non ha tenuto conto di un piccolo problema, rilevato prontamente da molti quotidiani in cronaca locale, e cioè che, a quanto risulta dall'interrogante, i predetti locali sede dell'ex manicomio sarebbero a dir poco zeppi d'amianto, un materiale dichiaratamente cancerogeno;
del caso si sta occupando la procura della Repubblica, che ha avviato un'indagine già nel 1995, da cui è emersa l'alta pericolosità della struttura, per i malati che ancora vi risiedono, per i cittadini del quartiere, nonché per i dipendenti del 118, che ne occupano l'autoparco -:
(4-04041)
Pertanto, si risponde ai quesiti contenuti nell'atto parlamentare in esame, sulla base degli indispensabili elementi a tal fine acquisiti dalle competenti Autorità sanitarie della regione Campania, per il tramite dell'ufficio territoriale del governo di Napoli.
Si riporta l'articolata relazione tecnico-amministrativa redatta dall'Ufficio gestione MCA della ASL Napoli 1.
«Dopo i dovuti accertamenti fatti sulle documentazioni a disposizione degli uffici preposti all'attività di gestione, di controllo, di verifica e di ispezione, si evidenzia:
nel 1995, nel corso di un'indagine, disposta dalla dottoressa Casella e dalla dottoressa Catena della procura della Repubblica, presso la procura circondariale sezione lavoro, con delega n. 217006/1995, finalizzata alla verifica delle condizioni dei pazienti ricoverati nonché delle condizioni di igiene e sicurezza, per la tutela della salute dei lavoratori dell'ospedale psichiatrico L. Bianchi, gli ispettori dottor G. Sanniola del servizio igiene e medicina del lavoro e P.I. Botte del servizio prevenzione e sicurezza in ambienti di lavoro - interdistretto 48-49-50, rilevarono, nei reparti V e VI donne dell'edificio Sciuti, la presenza di materiale contenente amianto (MCA) nelle lastre di Glasal (cemento-amianto) dei pannelli sandwich (n. 2 lastre di cemento-amianto dello spessore di 5 millimetri con interposto materiale isolante di polistirolo ad alta densità dello spessore di 50 millimetri), utilizzato per realizzare le separazioni degli spazi utilizzati per dormitorio e per attività comuni dei pazienti. Dopo aver effettato un esame a vista delle condizioni del Glasal, classificato "MCA a matrice compatta", gli ispettori impartirono all'Azienda sanitaria locale la disposizione di "eseguire un'indagine ambientale per verificare l'eventuale rilascio nell'ambiente di fibre di amianto e di controllare, periodicamente, l'integrità degli stessi, data la tipologia di pazienti, disponendo altresì, nel caso che i materiali risultavano manomessi e/o danneggiati, di procedere all'incapsulamento delle parti danneggiate".
Il risultato delle indagini fu tale che gli ispettori ritennero soddisfatta la condizione di sicurezza. A seguito di tale verbale e nell'ambito dell'organizzazione e della ottimizzazione dell'assistenza ai malati mentali, l'Azienda, nei mesi di giugno e luglio 1997, anche in attuazione della legge sulla dismissione dei manicomi, con provvedimenti del direttore sanitario, dottor F. Rossano, organizzò il trasferimento dei pazienti, dal padiglione Sciuti in altre strutture, nell'ambito dello stesso ospedale e in strutture territoriali nella regione Campania. Il padiglione Sciuti, dopo il trasferimento dei pazienti, fu chiuso e staccato dalle utenze di luce, acqua e riscaldamento; inoltre fu interdetto ai dipendenti ed ai pazienti;
nel corso dell'ispezione di cui al punto 1 fu rilevata anche la presenza di MCA nella centrale termica, gestita in appalto dalla società Termogestione Aster. A questa società furono impartite prescrizioni, ex articolo 21 decreto legislativo 758/1994 di adeguamento al decreto legislativo 277/1991 per l'esposizione dei lavoratori al rischio amianto.
L'organo di vigilanza accertò alla scadenza dei termini l'avvenuta eliminazione delle difformità contestate. Anche la centrale termica, vista la consistente riduzione degli edifici utilizzati, nel mese di aprile 1999 fu disattivata e chiusa. Il servizio termico ai rimanenti edifici del presidio fu assicurato con la realizzazione di quattro piccole centrali ad acqua calda, posizionate direttamente negli edifici attivi;
Ai piani I, II, III dell'edificio, interdetti all'accesso, rimasero i circa 2.900 metri quadrati di pannellatura di Glasal nelle condizioni dell'epoca in cui furono trasferiti i ricoverati.
Nell'ambito della realizzazione dell'autoparco, benché le normative di riferimento non lo prevedessero espressamente, furono rimosse tutte le colonne pluviali esterne di eternit (cemento con il 15 per cento di amianto) dell'edificio Sciuti. In occasione dei lavori di rimozione dei MCA furono eseguite, dai Servizio controllo inquinamento atmosferico (SCIA) della regione Campania, analisi di laboratorio su campioni di aria prelevati direttamente sugli operatori mentre questi eseguivano la rimozione di MCA. Le indagini accertarono la presenza di solo 1 ff/l a fronte delle 20 ff/l, considerate ammissibili dalle norme; l'ufficio tecnico centrale, area distrettuale, in data 13 dicembre 1999 comunicò all'ispettore dottor G. Sanniola, a seguito di specifica richiesta, il proprio piano di monitoraggio per la ricerca di MCA presenti in tutte le strutture esistenti nell'ospedale psichiatrico L. Bianchi, citando meticolosamente le risultanze dell'analisi dei campioni di massa di ciascuna tipologia di materiale rilevato, l'ubicazione e la quantità degli stessi. Da tale nota si rileva che l'80 per cento dei MCA è costituito da cemento amianto (eternit) e la restante parte è costituita da rivestimenti coibenti di tubazioni, guarnizioni tessili e guarnizioni di bruciatori che si trovano nelle apparecchiature e impianti della centrale termica e di distribuzione del fluido termico;
al termine dei lavori di realizzazione dell'autoparco, nel mese di marzo 2001, l'organo di vigilanza nella persona del dottor Sanniola, su segnalazione del personale, ha eseguito un nuovo sopralluogo all'edificio Sciuti disponendo ulteriori interventi di rimozione di frammenti di lastre di Glasal mischiati a dei materiali di risulta di lavori edili, richiedendo contestualmente le analisi di laboratorio per il campione di Glasal e per il materiale coibente di tubazioni esterne dell'impianto di riscaldamento centralizzato nonché la verifica dell'eventuale presenza di fibre di amianto nell'area dell'autoparco (negli ambienti di lavoro e nell'area circostante all'edificio Sciuti). I risultati delle analisi, certificati dallo SCIA con nota 1945 del 26 giugno 2001 evidenziarono che: il Glasal era costituito da amianto per il 15,4 per cento, il rivestimento coibente delle tubazioni dell'acqua calda conteneva fibre di amianto per il 12,5 per cento. Con la stessa nota lo SCIA certificava che tutti i campionamenti ambientali fatti, facevano rilevare presenza di fibre in quantità fisiologica da 1,5 a 2,9 ff/l (limite messo dalle leggi vigenti 20 ff/l); all'inizio del 2003, nell'ambito dei controlli periodici, fatti dall'ufficio gestione MCA è stata eseguita una nuova campagna di controllo ambientale finalizzata alla verifica di eventuali fibre aerodisperse. A tal fine sono stati prelevati 45 campioni di aria nell'edificio Sciuti ove si trova la maggiore concentrazione di MCA (2.900 metri quadrati di Glasal).
Premesso quanto sopra, si sintetizza l'attuale situazione dell'ospedale psichiatrico "L. Bianchi" per quanto attiene la presenza
Presenza di MCA: nell'ultimo censimento, fatto nel mese di gennaio 2003 a cura dell'ufficio gestionale materiali contenenti amianto, istituito dall'Azienda sanitaria locale: in attuazione del punto 4/a del decreto ministeriale 6 settembre 1994, è risultata la presenza di MCA nel presidio L. Bianchi:
nell'edificio Sciuti, nei 2.800 metri quadrati di pannelli di Glasal;
nella centrale termica, ove erano ubicate le caldaie che alimentavano le esigenze termiche di tutto il complesso (acqua calda, riscaldamento, cucina, eccetera) sotto forma di guarnizioni di flange e bruciatori, di coibentazioni di caldaie e tubazioni e di rivestimento dei camini;
nelle pluviali, fecali e tettoie di eternit presenti nei circa 40 edifici del presidio.
Riguardo all'MCA della centrale termica: l'edificio dell'ex centrale termica, dopo il fermo degli impianti, nel 1999, è stato chiuso e reso inaccessibile. Le chiavi dell'edificio sono custodite dal servizio di vigilanza. Allo stato attuale, la chiusura dell'edificio è stata realizzata sigillando ermeticamente tutte le aperture in modo da impedire qualsiasi possibilità di fuoriuscita, anche per cause naturali, di aria verso l'esterno e di conseguenza di eventuali fibre di amianto. Anche in questo caso, il rischio amianto per il personale ed il vicinato è assente.
Riguardo all'MCA di eternit delle pluviali, fecali, coperture, tettoie eccetera dei circa 40 edifici che costituiscono l'ex Ospedale "L. Bianchi": preliminarmente, si evidenzia che la direzione aziendale con verbale di commissione dell'8 maggio 2002 ha deciso di recintare in maniera invalicabile, in modo da impedirne l'accesso al personale ed ai pazienti, tutta l'area del complesso, non necessaria alle residue attività svolte.
I manufatti di eternit delle pluviali, fecali, coperture, tettoie eccetera di circa 40 edifici che costituiscono l'ex ospedale L. Bianchi, per il 90 per cento si presentano in perfette condizioni di conservazione e di funzionalità, il rimanente 10 per cento presenta difetti funzionali dovuti solo ad usura e/o a conseguenze di perturbazioni atmosferiche di particolare intensità. Il Piano regionale amianto, approvato con deliberazione del consiglio regionale nella seduta del 10 ottobre 2001 e pubblicato nel B.U.RC. n. 58 del 5 novembre 2001, al Capitolo 2o (censimento amianto) al punto 2-4 (ambienti e settori interessati alle attività di censimento), capo edilizia pubblica (pagina 35 del B.U.R.C.), stabilisce che "non sono oggetto di censimento strutture o manufatti in cui l'amianto è inglobato in una matrice cementizia (Eternit) o polimerica (linoleum di vinil amianto) il cui stato di conservazione è tale da non consentire la liberazione e la dispersione di fibre in ambiente". Lo stesso piano regionale, al punto successivo "edilizia privata" ribadisce che "non formano oggetto del censimento i seguenti materiali e manufatti in cemento armato costituenti coperture in Eternit, tubi, grondaie, serbatoi per la raccolta dell'acqua e canne fumarie, purché in buone condizioni di conservazione".
Ciò fa ritenere che il Piano regionale amianto, escludendo dall'attività di censimento il materiale di eternit, sia per le strutture pubbliche che private, ritiene lo stesso privo di pericolosità derivante dal rischio da amianto.
Per tutto quanto esposto sopra, si ritiene che le preoccupazioni e le perplessità manifestate
A conferma di quanto sopra, si fa presente che dal 1995, quando l'Asl NA 1 è venuta a conoscenza della presenza di MCA nell'edificio Sciuti, e più in generale in tutti gli edifici dell'ex ospedale L. Bianchi, è stata attivata la procedura che il decreto legislativo 277/1991 stabilisce per tale problematica. L'articolo 22 del citato decreto stabilisce che il rischio amianto, per i lavoratori, si concretizza esclusivamente in presenza di polveri aerodisperse provenienti dall'amianto o dai materiali contenenti amianto. Partendo da tale assunto, tutta l'attività di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori e della popolazione circostante è stata impostata al controllo qualitativo dei MCA, e alle condizioni di esercizio e di utilizzo dello stesso: il tutto finalizzato alle condizioni di sicurezza riferite alla presenza di fibre di amianto nell'aria.
Nello specifico per il MCA dell'edificio Sciuti costituito da 2.900 metri quadrati di Glasal, per il MCA della centrale termica e per il MCA dell'Eternit delle pluviali e fecali coperture eccetera dei circa 40 edifici che costituiscono l'ex ospedale L. Bianchi, controllata e verificata l'assenza di fibre nell'aria e preso atto che lo stesso materiale, nelle condizioni di esercizio non poteva liberare fibre si è ritenuto di aver soddisfatto compiutamente al dettato dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 277/1991 e, più in generale, a quanto necessario alla tutela della salute dei pazienti, dei lavoratori e della popolazione.
L'Azienda ha anche preso in considerazione la totale rimozione di tutti i materiali contenenti MCA, ma visti i costi esorbitanti di tale intervento, assommanti ad alcuni milioni di euro, ha ritenuto tale esborso incompatibile con i bilanci della Asl NA 1, rinviando il tutto ai programmi di riconversione e riutilizzo della struttura».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
da un lancio odierno dell'agenzia Ansa si è venuti a conoscenza del fatto che il sito sloveno della testata on-line Mladina, offre, a titolo gratuito ed accessibile a chicchessia, un link ad una versione particolare del famoso gioco tetris, dal nome Fojba2000, ove i quadratini da eliminare sono stati sostituiti da disegni animati di persone gettate nella cavità carsiche;
il gioco, già di per sé di pessimo gusto, è accompagnato da una musichetta di sottofondo ad imitazione di qualsiasi gioco on-line di abilità -:
quali urgenti iniziative intenda assumere il Governo per sollecitare l'intervento delle autorità slovene ed ottenere l'oscuramento del link citato in premessa, lesivo di ogni umano rispetto.
(4-08964)
Appena venuto a conoscenza della deprecabile esistenza di un link nel sito sloveno della testata Mladina che offriva a titolo gratuito una versione particolare del gioco Tetris, denominata «Fojba 2000», ho sollecitato, tramite il segretario generale del Ministero degli esteri, un intervento diplomatico presso il Governo di Lubiana per l'immediata eliminazione del link.
In proposito la Farnesina, sollecitata dai miei uffici, ha comunicato quanto segue.
«L'11 febbraio scorso è stato convocato al Ministero degli esteri l'ambasciatore di Slovenia a Roma, in relazione alla pubblicazione
Il Ministro degli esteri sloveno e l'ambasciatore di Slovenia a Roma hanno entrambi espresso valutazioni di netta contrarietà verso la volgarità ed il pessimo gusto dell'iniziativa di inserire un gioco sulle Foibe da parte del sito del periodico sloveno "Mladina", pur nel rispetto della libertà di stampa e di informazione.
Attraverso i predetti colloqui è stato possibile alcuni elementi rilevanti: il gioco sulle Foibe è presente da tempo sul sito sloveno Mladina (più di un anno) e, nonostante numerose proteste sia in Slovenia che in Italia, il gioco non è stato finora cancellato; nella valutazione slovena l'orribile gioco, nel suo cattivo gusto, sarebbe da ricondurre ad un contesto interno sloveno, colpendo "domobranci (collaborazionisti/nazionalisti)" e "partizanci (partigiani)" e non sarebbe rivolto, nemmeno provocatoriamente, contro gli italiani. Elemento di distinzione questo, che ovviamente non diminuisce in alcuna maniera il forte disagio recato da un "passatempo" del genere».
Tali considerazioni, ovviamente, non riducono in alcun modo la valenza negativa del messaggio derivante da questo gioco che istiga, soprattutto i più giovani, alla violenza e all'odio, e che, al di là delle intenzioni di coloro i quali lo hanno ideato, realizzato e messo a disposizione del pubblico, genera dolorosi ricordi di una tragica pagina della nostra storia.
Sarà cura del Governo continuare quindi ad operare presso le autorità slovene affinché un ignobile videogioco cessi di diffondere ulteriormente i propri devastanti effetti diseducativi e di banalizzare ulteriormente una vicenda drammatica come quella delle foibe e delle sue numerose vittime che, d'ora in poi, verranno ricordate nel «giorno del ricordo» il 10 febbraio di ogni anno.
Il Ministro per l'innovazione e le tecnologie: Lucio Stanca.
tra i tipi di inquinamento cui è soggetto l'uomo, non può certamente essere sottovalutato quello dovuto alle radiazioni ionizzanti assorbite per radio diagnostica;
le parti dell'organismo più facilmente aggredibili sono il midollo osseo e la pelle che, se danneggiati, possono causare neoplasie, quali leucemia e tumori cutanei;
gli effetti estremamente nocivi delle radiazioni in questione possono interessare, oltre al soggetto esposto, anche i suoi figli;
gli effetti delle radiazioni ionizzanti possono creare gravi danni al DNA delle cellule germinali e, in particolare, possono determinare mutazioni genetiche e aberrazioni cromosomiche;
il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, avente ad oggetto l'attuazione delle direttive Euratom 80/836, 84/467, 84/467, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti, ha introdotto, nel nostro ordinamento, norme volte alla prevenzione e alla tutela delle persone esposte a tali radiazioni che, come anche denunciato da esperti e studiosi, sono state spesso disapplicate;
con decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 187, concernente l'attuazione della direttiva 97/43 Euratom sulla protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche, alcune delle suddette norme sono state abrogate: tra queste l'articolo 114 del decreto legislativo n. 230 del 1995 che, assieme all'articolo 111, disciplinava la condotta degli operatori in relazione al concreto impiego delle radiazioni in campo medico;
in particolare, ai fini del controllo dell'esposizione e dell'ottimizzazione della protezione, l'articolo 114 imponeva la registrazione, a cura del medico specialista, delle indagini e dei trattamenti con radiazioni ionizzanti riguardanti ciascun paziente
se il Ministro non ritenga di adottare le opportune iniziative normative volte a ripristinare la normativa già prevista dall'articolo 114 del decreto legislativo n. 230 del 1995 per meglio tutelare la salute individuale e avere strumenti efficaci di controllo rispetto ai trattamenti medici con radiazioni ionizzanti;
quali iniziative abbia intrapreso, o intenda intraprendere, ai fini del controllo dell'impiego e dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti, nonché dell'ottimizzazione della protezione;
se, presso il ministero della salute, sia attualmente operativo un sistema di monitoraggio costante sull'inquinamento da radiazioni ionizzanti che interessi la popolazione dell'intero territorio nazionale.
(4-05882)
Il precedente decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, anch'esso citato dall'interrogante, aveva lo scopo di recepire una serie di direttive Euratom in materia di radiazioni ionizzanti, fra le quali la direttiva 84/466/Euratom, successivamente sostituita dalla Direttiva 97/43/Euratom: l'articolo 114 prevedeva l'obbligo della registrazione delle prestazioni con radiazioni ionizzanti sia presso le strutture sanitarie sia sul libretto radiologico personale (da istituire appositamente), prevedendo un decreto attuativo necessario a definirne le modalità.
Il decreto legislativo n. 187/2000, che ha abrogato l'articolo 114 citato, prevede all'articolo 12 la registrazione delle indagini e dei trattamenti con radiazioni ionizzanti, da parte dell'esercente e del responsabile dell'impianto radiologico, senza obbligo di registrazione sul libretto radiologico personale.
Inoltre non sono previste specifiche linee-guida per la registrazione delle prestazioni, né a livello di utilizzatori, né a livello di organismi regionali.
La genericità delle disposizioni citate è stata rilevata dagli esperti dell'Istituto superiore di sanità: peraltro le modalità di registrazione, idonee ad assicurare la raccolta omogenea dei dati più rilevanti, erano già state oggetto di studio e approfondimento da parte di un gruppo di lavoro, il «Comitato di coordinamento per gli interventi di radioprotezione dei lavoratori e della popolazione», istituito presso l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (I.S.P.E.S.L), con il compito di predisporre uno schema di decreto attuativo dell'articolo 114 del decreto legislativo n. 230/1995.
Facevano parte del comitato esperti del Ministero della salute, dell'istituto superiore di sanità, dell'agenzia nazionale protezione ambiente (ANPA) e di strutture ospedaliere diverse.
I lavori prodotti, tuttavia, non hanno avuto concretizzazione a livello legislativo, per l'entrata in vigore dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 187/2000.
L'istituzione del libretto radiologico personale avrebbe potuto fornire al medico specialista informazioni utili per evitare esami radiologici superflui, contribuendo a rendere tempestivamente disponibili, per successive esigenze mediche, i dati sanitari relativi a prestazioni già effettuate.
È necessario, tuttavia, sottolineare come nel decreto legislativo attualmente in vigore siano contemplati strumenti moderni ed efficaci di protezione dei pazienti nelle esposizioni radiologiche, quali l'introduzione dei livelli diagnostici di riferimento (che costituiscono un efficace mezzo di controllo delle esposizioni radiologiche, pur assicurando la necessaria informazione diagnostica e la previsione dell'obbligatorietà di programmi di garanzia della qualità.
Sono stati sanciti i fondamentali principi della radioprotezione, quali l'ottimizzazione, la giustificazione ed assicurazione
Inoltre, le autorità sanitarie regionali che effettuano le valutazioni delle esposizioni della popolazione a radiazioni a scopo medico provvedono a trasmetterle al Ministero della salute con periodicità quinquennale.
Infine, presso questo Ministero è operativo un sistema di monitoraggio (SICRA), al quale affluiscono i dati sulla radioattività ambientale.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
(4-06326)
Dopo la notifica di un avviso di garanzia per abuso ed omissioni di atti d'ufficio al sindaco, avvenuta il 17 gennaio scorso, la prefettura di Napoli ha chiesto all'autorità giudiziaria competente la disponibilità della documentazione utile per attivare il procedimento finalizzato all'esercizio dei poteri di accesso previsti dall'articolo 1 comma 4 del decreto-legge n. 629 del 1982, convertito dalla legge n. 726 del 1982 e successive modifiche.
Il Ministro dell'interno con proprio decreto del 2 febbraio 2004 ha delegato il Prefetto di Napoli ad esercitare i citati poteri di accesso ed accertamento volti a verificare se ricorrano pericoli di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nei confronti del comune.
Conseguentemente il prefetto con decreto del 5 febbraio scorso ha nominato la commissione di accesso per svolgere i dovuti accertamenti, tuttora in atto.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
in queste ultime settimane, a Milano, sono state attuate violente azioni di sgombero nei confronti di centinaia di Rom, attraverso tre successive azioni condotte dalla polizia municipale;
durante queste operazioni sono state distrutte le abitazioni, bruciate le masserizie, maltrattate le persone che abitavano quegli spazi ed espulsi oltre novanta migranti;
pressioni costanti di tale tenore sono messe in pratica anche verso i migranti che abitano la casa occupata di via Adda, con continui rastrellamenti, intimidazioni e fermi verso le persone provenienti da quel fabbricato;
sembrerebbe che tali comportamenti facciano parte di una politica sistematica che le istituzioni pubbliche di Milano stanno mettendo in atto da qualche tempo, nei confronti dei migranti di ogni provenienza;
a Milano, il diritto alla casa e ad una abitazione dignitosa riguarda tutta la popolazione che vive nel capoluogo lombardo, perché mancano più di 90.000 alloggi, ci sono 21.000 famiglie in lista di attesa di una casa popolare (di cui metà migranti), il costo di un immobile vale da euro 3.000 al mq in periferia a oltre euro 15.000 in centro, ci sono oltre 6.000 sfratti esecutivi, 35.000 richieste di aiuto al Fondo Sostegno degli affitti;
a Milano, per la liberalizzazione degli affitti concessa dalla legge 431/1998 il canone di locazione è aumentato di oltre il 65 per cento, e normalmente è superiore
per quanto attiene i cittadini migranti, sembrerebbe che i proprietari di casa non affittino a stranieri senza avere preteso rigidissime garanzie, la locazione ai cittadini stranieri è concessa con costi aggiuntivi e, sovente, con fideiussione bancaria, l'affitto è transitorio e il pagamento è spesso a persona e non a mq., esiste un mercato abitativo mediato da agenzie immobiliari che controllano le operazioni di ricerca e negoziali e che speculano sulla debolezza contrattuale del cittadino migrante, da cui esigono somme consistenti quale onere preventivo, senza garantire il buon esito della stipulazione contrattuale;
tra i cittadini migranti, solo il 60 per cento è riuscito a trovare un alloggio, di cui il 30 per cento in condizioni abitative accettabili e il restante 30 per cento in condizioni di degrado e sovraffollamento, sotto i limiti di abitabilità, mentre il residuo 40 per cento vive la condizione di incertezza diffusa, assenza igienica, sovraffollamento estremo e nomadismo abitativo;
inoltre, ai cittadini migranti sembrerebbe che sia applicato un canone «speciale» che si assesta ad oltre il 60-70 per cento in più rispetto al canone medio concordato, e il 25 per cento in più rispetto al canone libero medio, e che tali contratti, per oltre l'80 per cento sono in nero;
in generale, per tutti i cittadini locatari, vigerebbe il mercato nero dell'affitto e l'evasione fiscale da parte dei locatori, perché i proprietari di casa, nel 50 per cento dei casi, non rilasciano alcuna copia del contratto di affitto all'inquilino; per gli altri casi il canone stipulato è a libero mercato, a patto in deroga, per uso diverso (foresteria, transitorio, posto letto, ed altro), spesso senza registrazione, utilizzando lo strumento dello «sfratto dormiente» per finita locazione o disdetta, quale pressione per aumentare e/o per non registrare il canone di locazione;
in più, rispetto al resto del Paese, Milano registra il maggiore aumento incontrollato degli affitti e delle spese accessorie, l'utilizzazione intensiva dello sfratto e della finita locazione, l'assenza delle manutenzione degli stabili, l'espulsione dai centri storici e dalle aree di interesse speculativo (ad esempio in zona Isola, l'azione di sfratto verso l'area che il comune vuole destinare alla futura «Cittadella della Moda») delle categorie sociali economicamente più deboli, il degrado ambientale ed urbanistico, l'oppressione fiscale e tariffaria contro i proprietari della prima casa, il fermo di ogni edificazione di case popolari e/o a edilizia convenzionata -:
ad avviso dell'interrogante andrebbe stigmatizzata ogni azione repressiva da parte delle istituzioni di Milano nei confronti della popolazione migrante, che subisce la difficile situazione abitativa cittadina; per dare impulso ad una utilizzazione sociale e regolata del mercato locativo, attraverso l'intervento pubblico e mediante la requisizione per assicurare l'equa utilizzazione collettiva e sociale dei beni immobili sfitti di proprietà pubblica e privata, avviando tale azione in accordo con le organizzazioni politiche, sindacali e sociali presenti sul territorio milanese;
se non valutino di adottare misure urgenti per il miglioramento delle condizioni abitative pubbliche e private, al fine di garantire il pieno rispetto del principio della pari dignità e delle pari opportunità abitative tra tutti i cittadini (residenti e migranti), così come stabilisce la Costituzione, che affida alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'esercizio dei diritti concreti di cittadinanza civile, sociale, politica, culturale, ecc., non solo a vantaggio dei cittadini italiani, ma anche a beneficio di tutti gli stranieri che vivono in Italia;
quali provvedimenti normativi urgenti intendano intraprendere affinché
quali misure ritengano realizzare per fronteggiare sistemazioni collettive di emergenza in strutture adeguate e dignitose, superando la precarietà e l'insostenibilità sociale dei campi provvisori, dei centri di prima accoglienza e dei centri di detenzione temporanea e per la realizzazione di un piano sociale straordinario di edilizia popolare.
(4-08048)
Inoltre, per i nuclei familiari deboli a più basso reddito, l'articolo 11 della legge n. 431 del 1998 ha istituito il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, la cui dotazione annua è determinata dalla legge finanziaria. Al fine di poter soddisfare un numero maggiore di famiglie in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, grazie all'impegno del Ministero delle infrastrutture e trasporti il Governo ha deciso di aumentare il Fondo di ulteriori 120 milioni di euro rispetto alla dotazione prevista dalla legge finanziaria 2004 di 246 milioni di euro. È, inoltre, intenzione del Ministero di incontrare le regioni per chiedere anche un loro fattivo contributo economico, affinché anche esse si rendano ancora più protagoniste nell'ambito delle politiche sulla casa, per far fronte al fabbisogno da loro stesse accertato che è pari ad oltre 500 milioni di euro.
Per quanto attiene, poi, all'accesso all'edilizia residenziale pubblica, si fa presente che, ai sensi dell'articolo 40, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, come sostituito dall'articolo 27 della legge 30 luglio 2002, n. 189 recante: «Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo», gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo hanno diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e ai servizi di intermediazione delle agenzie sociali eventualmente predisposte da ogni regione o dagli enti locali per agevolare l'accesso alle locazioni abitative e al credito agevolato in materia di edilizia, recupero, acquisto e locazione della prima casa di abitazione.
Il Ministero dell'interno, per quanto di propria competenza, ha comunicato le notizie fornite dalla prefettura di Milano che di seguito si riportano.
Il mercato immobiliare nel comune di Milano è di difficile accesso agli appartenenti alle fasce deboli, sia italiani sia immigrati.
L'amministrazione comunale di Milano, per fronteggiare il problema dell'accoglienza degli immigrati extracomunitari, ha allestito sette campi sosta, nelle aree periferiche della città, ove trovano alloggio circa 1250 persone di etnia «Rom».
Ciononostante, le aree messe a disposizione si rivelano insufficienti, dato il continuo flusso di immigrati che in parte trovano alloggio nei centri di accoglienza gestiti da enti assistenziali, in parte spesso occupano abusivamente fabbriche dismesse, cascine abbandonate oppure aree contigue ai campi nomadi.
La prefettura suddetta riferisce altresì che il 13 ottobre scorso l'assessorato alla sicurezza, periferie e protezione civile del comune di Milano ha incaricato la polizia
Nel corso di tale operazione sono stati allontanati tutti gli occupanti abusivi, tra cui molte donne e bambini e, contestualmente, sono state installate le barriere architettoniche di interdizione.
La prefettura precisa che una delibera della giunta municipale ha destinato l'area in questione ad uso locazione, con affitto oneroso, a favore di un privato.
Il successivo 29 ottobre la locale questura è intervenuta presso l'area industriale dismessa di via Polidoro da Caravaggio, a seguito di querela della società proprietaria dell'immobile che ne aveva chiesto la liberazione. Nell'area, infatti, avevano trovato rifugio gran parte dei «Rom» allontanati nell'ultima operazione effettuata in via Triboniano.
Erano presenti 183 nomadi, tra cui numerosi minori, accompagnati presso l'ufficio immigrazione, dove si è proceduto alla loro identificazione ed alla verifica delle singole posizioni in materia di soggiorno.
Al termine del controllo sono state rimpatriate le 77 persone prive di permesso di soggiorno. Altri 15 stranieri sono stati condotti presso il locale centro di permanenza temporanea, in attesa di rimpatrio. Sono stati notificati 22 provvedimenti di espulsione, mentre due persone di etnia «Rom» sono stati arrestati perché inottemperanti all'ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale. Sono state rilasciate 30 persone in regola con le norme sul soggiorno e sette donne in stato di gravidanza. Altrettanti bambini, in stato di abbandono, sono stati affidati alle strutture di accoglienza della città, come disposto dal competente tribunale dei minori.
Per quanto riguarda l'immobile di via Adda, cui fa riferimento l'interrogante, la prefettura di Milano riferisce che lo stesso è stato occupato da cittadini extracomunitari (attualmente circa 300). Le forze di polizia da alcuni mesi svolgono servizi di prevenzione e controllo rivolti sia alla ricerca di irregolari, sia a contrastare gli episodi di reati contro il patrimonio.
Nel corso dei vari servizi effettuati sono state identificate 127 persone e operati 200 fermi di polizia giudiziaria. Quattro persone sono state tratte in arresto per inosservanza dell'ordine di rimpatrio.
In relazione agli interventi da parte delle Istituzioni locali, la prefettura di Milano segnala il programma regionale edilizia residenziale pubblica 2002-2004 (produttivo d'effetti negli anni 2003-2005), che individua aree diverse del fabbisogno abitativo. In particolare, l'area della «marginalità sociale», l'area del «disagio grave» e l'area della «difficoltà».
Detto Programma prevede varie misure d'intervento, tra cui la locazione temporanea, al fine di promuovere l'offerta di alloggi in affitto da destinare a soggetti che hanno esigenze di alloggio per periodi limitati. È questo un intervento mirato all'area del «disagio» e della «difficoltà» e promuove le iniziative di comuni e altre istituzioni rivolte a fornire alloggi a canoni concordati anche in aggiunta ad altri servizi.
Nell'ambito della «marginalità sociale» il Programma ha previsto uno stanziamento di 2,5 milioni di euro per comuni e Aler che presentino progetti per la realizzazione di «centri di integrazione sociale» o «centri sperimentali per l'accoglienza di emergenze abitative» (160 persone). La regione Lombardia prevede di pubblicare un secondo bando dello stesso importo per la medesima finalità.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
in data 9 dicembre 2003 l'interrogante presentava un'interrogazione per denunciare
fino al mese di ottobre 2003, il problema dei portatori di handicap veniva risolto permettendo loro di posteggiare nello scantinato e di raggiungere i vari piani usando l'ascensore indicato come numero uno, da sempre adibito al trasporto di persone e cose;
dai primi di novembre 2003 l'ascensore indicato come numero uno è stato chiuso al pubblico, quindi anche ai portatori di handicap;
a fronte di una richiesta formale avanzata alla Direzione dal dipendente dottor Petrotta, portatore di handicap grave, con lettera del 28 novembre 2003, per l'uso dell'ascensore di cui trattasi, la direzione lo trasferiva, seduta stante, presso la dipendenza provinciale di Palermo sita al quinto e sesto piano della via Epicarpo n. 3 per il cui accesso è in uso un solo ascensore che è soggetto a ripetuti guasti;
il Ministro ha risposto testualmente: «... Ciò premesso si comunica che con nota del 23 gennaio 2004, è stata disposta la revoca dell'ordine di servizio emesso nei confronti del dottor Petrotta, per cui l'interessato è stato assegnato presso il settore precedentemente occupato. Nel frattempo il dirigente dell'Ispettorato in argomento è stato invitato a fornire un duplicato delle chiavi del montacarichi di cui trattasi al citato dipendente, al fine di consentire al medesimo un agevole accesso dal sotterraneo ai piani superiori»;
da informazioni assunte dall'interrogante risulta, invece, che la situazione denunziata permanga nello stesso stato documentato dalla precedente interrogazione -:
se quanto affermato dall'interrogante corrisponda al vero quali siano i motivi per cui il Ministro abbia dato informazioni erronee in risposta alla precedente interrogazione.
(4-09123)
Il citato responsabile dell'Ispettorato, infatti, in ottemperanza alle disposizioni impartite dalla competente direzione generale, già nel mese di febbraio, aveva messo a disposizione dell'interessato il duplicato della chiave dell'ascensore in argomento ma, prima del suo ritiro, il citato dottor Petrotta ha atteso la stipula, da parte dell'Ispettorato, di idonea copertura assicurativa.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la sindrome da stanchezza cronica (CFS, o chronic fatigue sindrome) è una patologia (con decorso solitamente cronico) caratterizzata da stanchezza cronica e debilitante che riduce di oltre il 50 per cento le capacità lavorative o di studio senza una causa nota; può manifestarsi con dolori muscolari, articolari, febbricola, mal di gola e con disturbi neuropsicologici, quali difficoltà nella concentrazione, perdita della memoria, vertigini, disturbi del sonno o della vista;
in Italia circa 200 mila persone sono costrette a dover convivere con questa patologia cronica fortemente debilitante, con significative conseguenze sia sul piano economico (per le ingenti spese mediche e farmacologiche) che sul piano lavorativo
il ministero della salute non ha ancora riconosciuto tale patologia, che l'istituto superiore di sanità non ha ancora provveduto ad inserire nell'elenco delle malattie rare, mentre, dal lato previdenziale, non è attualmente prevista una pensione d'invalidità per i soggetti affetti da tale sindrome -:
se il Ministro della salute non intenda provvedere al riconoscimento di tale malattia, oramai ampiamente nota, quanto a capacità debilitante, alla letteratura medico-scientifica;
se il Ministro della salute non intenda porre in essere tutti gli strumenti necessari affinché l'istituto superiore di sanità provveda ad inserire la CFS nell'elenco delle malattie rare;
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, vista l'oggettiva impossibilità a svolgere una normale attività lavorativa per i soggetti affetti da tale patologia, non intenda provvedere all'inserimento di tale patologia cronica tra quelle considerate invalidanti e che hanno diritto ad una pensione;
se il Governo, data la grave situazione economica in cui versano diversi soggetti affetti da questa patologia (praticamente costretti a lasciare il lavoro, nell'impossibilità in molti casi di pagarsi le cure), non intenda adottare iniziative normative volte ad istituire un apposito fondo che sia in grado, sin da subito, di aiutare quanti quotidianamente sono costretti a lottare con questa malattia rara che il nostro Stato non riconosce.
(4-06135)
I relativi criteri sono stati pubblicati nell'articolo scientifico «The chronic fatigue syndrome: a comprehensive approach to its definition and study», Fukuda K, Straus SE, Hickie I, Sharpe MC, Dobbins JG, Komaroff A ed altri, ANN. INT.MED. 121:953-9, 1994.
Si tratta di una condizione ad eziopatogenesi non nota, per la quale sono state formulate, al momento, soltanto delle ipotesi.
In alcuni casi, infezioni virali o batteriche pregresse potrebbero agire come fattore causale, inducendo una risposta immunitaria abnorme, ma vi è anche il sospetto di una eziologia su base vascolare che interessa il distretto cerebrale, oppure di disturbi del metabolismo in grado di innescare la patogenesi.
La patologia è difficilmente inquadrabile dal punto di vista nosografico, sebbene la diagnosi di Sindrome di stanchezza cronica (CFS) venga formulata con metodo differenziale, escludendo la presenza, cioè, di altre malattie che producono gli stessi sintomi (ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche ed obesità).
In particolare, i criteri stabiliti per la diagnosi sono basati sulla presenza di una condizione di stanchezza cronica persistente per almeno sei mesi, tendente ad aumentare in seguito a piccoli sforzi, unita a quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei mesi: disturbi della memoria e della concentrazione; faringite; dolori delle linfoghiandole cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione delle stesse; cefalea; debolezza post esercizio fisico che perdura almeno 24 ore.
In molti pazienti la malattia può perdurare per diversi anni, rendendo talvolta necessario l'intervento farmacologico (immunomodulatori come timopentina, acetilcannitina, creatinina e magnesio; antivirali come amantina e acyclovir o immunoglobuline ad alte dosi); in altri tende a migliorare nel tempo spontaneamente.
Il decreto ministeriale 18 maggio 2001, n. 279, recante «Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124», individua specifiche forme di tutela per i soggetti affetti da malattie metaboliche ereditarie, ricomprese nell'elenco di malattie rare di cui all'allegato 1 del medesimo decreto.
Infatti, il regolamento dispone, all'articolo 6, che ai soggetti affetti da una di tali malattie vengano erogate, in regime di esenzione, tutte le prestazioni appropriate ed efficaci ai fini del trattamento e del monitoraggio della malattia rara accertata, nonché per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti.
L'articolo 8 del regolamento prevede l'aggiornamento, con cadenza almeno triennale, dei contenuti dello stesso.
Inoltre, in base alla normativa europea, ai fini dell'inquadramento di una patologia nell'ambito della categoria delle malattie rare, una malattia viene definita rara quando la sua prevalenza non è superiore alla misura sopra riportata (5/10.000 casi - regolamento 141/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio).
Purtroppo, un serio ostacolo relativo all'eventuale inserimento della «Cfs» nell'elenco delle malattie rare è costituito dal fatto che la stima di prevalenza - dello 0,42 per cento - riferita alla sindrome in esame da uno studio effettuato negli Stati Uniti su più di 28.000 individui (Jason LA, Richman JA, Rademaker AW, Jordan KM, Plioplys AV, Taylor RR, Mc Cready W, Huang CF, Plioplys S, «A community-based study of chronic fatigue sindrome» ARCH. INTERN. MED. 159: 2129-2137, 1999), supera la soglia, di 5 casi ogni 10.000 abitanti nella popolazione europea, la quale definisce le malattie rare nell'Unione Europea.
Tuttavia, una volta consolidati presso la Comunità scientifica gli orientamenti diagnostici e, soprattutto, terapeutici riguardo alla «Cfs» (l'Istitito superiore di sanità sta raccogliendo i casi rilevati nel registro nazionale malattie rare), il Ministero della salute potrà valutare, nell'ambito dei lavori della Commissione nazionale per la definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, la possibilità di assicurare a tale patologia adeguate forme di assistenza.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
come segnalato dalle organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori dell'Enel, da alcuni mesi è in corso una radicale trasformazione dell'Azienda, tramite lo strumento delle disposizioni organizzative, senza dare la possibilità, alle rappresentanze sindacali, di esprimere alcuna valutazione sul merito delle scelte;
attraverso una recente disposizione organizzativa, adottata anche questa senza interpellare le organizzazioni sindacali, della regione Veneto sono state cancellate tutte le Direzioni Territoriali, confermando solo le Unità operative a livello regionale;
non si riesce a comprendere quali possano essere i vantaggi economici e funzionali derivanti dalla rinuncia al coordinamento delle realtà territoriali, né si comprende come potrà concretizzarsi il coordinamento di decine di realtà territoriali, poste in capo ad un medesimo responsabile aziendale;
se siano al corrente di quanto sta avvenendo all'interno dell'Enel;
se non ritengano che scelte così importanti per il futuro di Enel debbano essere prese di concerto con le organizzazioni sindacali e non con semplici disposizioni organizzative, che trascurano del tutto il punto di vista del sindacato dei lavoratori;
se non ritengano che la scelta di sopprimere le direzioni territoriali vada nella direzione di rendere più gravosa, o addirittura impossibile, tutta l'attività di coordinamento delle realtà territoriali.
(4-08303)
Tale assetto, a suo tempo oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, non pregiudica il servizio alla clientela, ma favorisce, invece, il conseguimento di più elevati ed uniformi standard di qualità. Le strutture operative delle «unità territoriali rete» non hanno subito alcuna modifica organizzativa non concordata con le organizzazioni sindacali stesse. Tali strutture continuano ad assicurare, anche attraverso l'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e di una maggiore efficienza operativa dovuta a sistemi più evoluti di gestione delle risorse, un adeguato presidio territoriale sia tecnico che operativo, specialmente per quanto riguarda le attività costruttive e manutentive; nonché per le attività di più immediato interesse per la clientela (riparazione guasti, interventi sui gruppi di misura, eccetera).
Le disposizioni organizzative richiamate dall'interrogante, attraverso cui è stata comunicata tale innovazione, non hanno, come evidenziato dall'Enel, comportato alcuna modifica alla struttura organizzativa dell'Enel stessa, che rimane quindi immutata ed in grado di garantire un efficace presidio delle diverse realtà territoriali. Tali disposizioni si limitano ad attribuire le responsabilità di più «unità territoriali di rete» ad un unico dirigente. Tale scelta, coerente con una corretta gestione del management aziendale, non compromette il coordinamento delle realtà territoriali e consente, invece, l'unitarietà di indirizzo e l'applicazione di criteri uniformi di gestione sull'intero territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
da notizie provenienti dal mondo sindacale si apprenderebbe che, per il trasporto regionale, «Trenitalia» ricorre alla riassunzione di macchinisti e personale di bordo, ormai in pensione, per coprire le carenze di organico;
a parere dell'interrogante, tale procedura è intollerabile ed è assolutamente contraria sia al dettato del contratto, sia allo spirito di corrette relazioni industriali;
a parere dell'interrogante inoltre è inaccettabile che «Trenitalia» non trovi di meglio che reclutare macchinisti già in pensione per coprire i vuoti di organico determinati da una improvvida gestione delle risorse, orientata verso un taglio indiscriminato del personale che oggi si
se, relativamente alle politiche di gestione del personale, non ritengano opportuno intervenire per scongiurare l'adozione di tale pratica, che comporta l'assunzione di personale ormai usurato da una lunga vita di lavoro per impiegarlo in un ciclo di impegno professionale particolarmente delicato anche nel settore della sicurezza.
(4-08203)
Nella divisione trasporto regionale, comunque, sono stati assunti nell'anno 2003 circa 210 macchinisti e non c'è stata, di fatto, la necessità di utilizzare personale già esonerato.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
le organizzazioni sindacali di categoria continuano ad esprimere forti preoccupazioni per il futuro produttivo e occupazionale della «Lips Italia», alla luce anche delle posizioni della proprietà, che continua a negare qualsiasi trattativa di vendita in corso o anche di ipotesi di delocalizzazione dell'azienda, che attualmente si trova, a Livorno, nell'area del porto mediceo prossimamente interessata da una radicale trasformazione urbana;
ciò che lascia perplessi i lavoratori è soprattutto l'atteggiamento poco chiaro della Fincantieri, che dichiara di non considerare strategica l'azienda di cui è proprietaria al 50 per cento, e il fatto che un suo defilamento comporterebbe, di fatto, il rischio di una crisi produttiva della Lips;
la «Lips Italia» ha 37 dipendenti che, con la certificazione di qualità Iso 9002, producono e riparano eliche (monoblocco a passo fisso o a pale orientabili), oltre a essere punto di riferimento su scala nazionale, nel Global Network Wf3rtsilf3 Propulsion, per la commercializzazione di tutti i prodotti Lips (sistemi integrati di propulsione, eliche azimutali e trasversali, idrogetti) -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, affinché possano essere date risposte certe e sicure ai lavoratori che hanno il diritto di conoscere il reale futuro produttivo della «Lips Italia», soprattutto tenuto conto del fatto che Fincantieri è una società pubblica sulla quale il Governo può dire la sua e che, comunque, ha l'obbligo morale di garantire la continuità del lavoro a tutti i dipendenti.
(4-08211)
La società Wartsila ha acquistato, tra l'altro, dalla Fincantieri, la società Grandi Motori, con sede e stabilimento a Trieste, per la costruzione e manutenzione di motori marini e terrestri; in relazione a ciò, ha predisposto la vendita di pacchetti che comprendono l'impianto di propulsione dal motore principale all'elica, la quale elica, al momento, viene commissionata alla Lips Italiana; ha inoltre, a Genova, un'unità
Secondo contatti presi tra le proprietà nello scorso anno, risulta che la Wartsila, proprietaria anche della fabbrica ex Lips Olanda, abbia intenzione di acquistare le eliche direttamente da tale fabbrica, cercando di vendere il proprio pacchetto azionario della Lips Italiana alla Fincantieri. Tale situazione potrebbe porre la Fincantieri in diretta concorrenza con la Wartsila, perché si troverebbe nella condizione di vendere la singola elica a prezzi ovviamente non concorrenziali rispetto al pacchetto completo della stessa Wartsila.
Attualmente, presso lo stabilimento locale trovano occupazione n. 35 dipendenti di cui 22 operai e 13 impiegati tra tecnici ed amministrativi: In questi ultimi periodi, la società non ha dato luogo né a licenziamenti individuali o collettivi né ad esodi incentivati.
Si evidenzia infine che è in fase di attuazione un grande progetto di recupero delle strutture del cantiere Luigi Orlando e dell'area portuale comprendente la Lips. Tale piano prevede la delocalizzazione della stessa Lips ma non la chiusura dell'azienda.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
la strada statale Gela-Catania, importante arteria che collega l'intero calatino, è quotidianamente percorsa da una moltitudine di automobilisti che per vari motivi raggiungono il capoluogo etneo; che la totale insicurezza del tracciato causa ogni anno decine di incidenti purtroppo molto spesso mortali; malgrado ciò, come è noto, l'area in questione è rimasta esclusa dagli impegni finanziari per la realizzazione delle infrastrutture in Sicilia e dal piano di investimento nell'isola per quanto concerne l'innovazione della Rete Ferroviaria italiana -:
se non ritenga urgente mettere in atto ogni intervento utile a reperire i fondi necessari a rendere la strada in questione sicura e di agevole percorribilità da parte tanto degli ingenti flussi turistici, che del crescente numero di mezzi di trasporto commerciale; quindi, una strada più sicura e più scorrevole oggi è la giusta pretesa per un centro che vanta il riconoscimento dell'UNESCO per le importanti testimonianze barocche come «patrimonio dell'Umanità».
(4-08012)
La società stradale rende noto che il tratto cui fa riferimento l'interrogante è quello relativo alla strada statale n. 417 «di Caltagirone» che collega, appunto, l'area Calatina con la città di Catania.
Il tracciato si sviluppa su una piattaforma stradale di metri 10,50 e la sua pericolosità, in alcuni tratti, deriva essenzialmente dalla presenza di intersezioni a raso e di numerosi accessi privati.
L'arteria in argomento, fa conoscere la società stradale, è stata realizzata dall'amministrazione provinciale di Catania ed è stata presa in consegna dall'ANAS nell'anno 1977 a seguito dell'applicazione della legge 126/1958 (disposizioni per la statizzazione delle strade di uso pubblico). Da tale data non sono stati effettuati interventi che ne abbiano modificato l'andamento plano-altimetrico né, tantomeno, le caratteristiche geometriche.
Le problematiche afferenti la strada in questione devono essere inquadrate ed affrontate in due distinte fasi temporalmente parallele:
fase 1: interventi sia estesi che puntuali, finalizzati alla messa in sicurezza dell'attuale
fase 2: adeguamento dell'attuale tracciato a strada di tipo B del decreto ministeriale 5 novembre 2001 (strada a quattro corsie con caratteristiche autostradali) da realizzarsi, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, in un periodo di lungo termine.
Lavori in corso: Piano compartimentale di fabbisogno 2003: rifacimento del corpo stradale fortemente dissestato nel tratto compreso tra il chilometro 57+000 ed il chilometro 58+500 della strada statale n. 417. Importo lavori euro 299.416,10; ammodernamento dello svincolo al chilometro 28+615 della strada statale n. 417 con la strada provinciale n. 131. Importo lavori euro 996.761,00; lavori per la sistemazione dello svincolo al chilometro 14+700 della strada statale n. 417. Importo lavori euro 460.906,00.
Lavori appaltati: Piano straordinario 2003: riqualificazione delle barriere di protezione laterale dell'itinerario Catania-Gela. Importo lavori euro 11.011.400.
Lavori da appaltare: Piano compartimentale di Fabbisogno 2004: rifacimento del corpo stradale dissestato nel tratto compreso tra il chilometro 25+500 e il chilometro 28+100. Importo lavori euro 399.657,48.
Lavori in fase di progettazione esecutiva: Piano compartimentale di fabbisogno 2004: rifacimento del corpo stradale dissestato fra le progressive chilometriche 0+000 e 2+100. Importo dei lavori euro 420.000,00. Piano triennale 2002-2004: adeguamento strutturale dei viadotti Crocitta, Castellazzo, Simeto e del viadotto al chilometro 41+600. Importo presunto dei lavori 2,6 milioni di euro.
Programma per il miglioramento della sicurezza sulla rete stradale (legge 166/02 articolo 15): lavori di costruzione dello svincolo a livelli sfalsati al chilometro 50+000 della statale n. 417. Importo presunto dei lavori 3 milioni di euro; lavori per l'eliminazione di viziosità plano-altimetriche tra il chilometro 50+000 ed il chilometro 55+800 della statale n. 417. Importo presunto dei lavori 2,5 milioni di euro.
La società stradale informa, inoltre, che il decreto 3 aprile 2003 del Ministero dell'economia e delle finanze, ottemperando alla legge 448/2001 (Fondo nazionale per il sostegno della progettazione delle opere pubbliche), ha finanziato la progettazione relativa all'ammodernamento della strada statale n. 417 per un importo di euro 500.000.
La regione Sicilia - Dipartimento regionale della programmazione, con le modalità previste dal citato decreto ministeriale, ne ha richiesto l'accreditamento per procedere successivamente, mediante soggetto da individuarsi, all'iter di affidamento dei servizi di progettazione.
Per completezza d'informazione, l'ANAS fa presente, infine, che l'ammodernamento dell'itinerario in questione è incluso nella bozza dello studio della movimentazione delle merci e della logistica nella regione Sicilia quale «Asse della logistica orientale» mirato al trasporto diretto delle merci tra il porto di Catania, il futuro interporto, fino all'Area di sviluppo industriale (ASI) di Caltagirone.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
in data 22 febbraio 2000 è stato accolto dal Governo l'ordine del giorno
che tipo di provvedimenti siano stati presi per dare attuazione all'ordine del giorno e quali siano i risultati delle osservazioni.
(4-06338)
I presupposti per l'esercizio dell'opzione sono l'assenza di controindicazioni per il regolare decorso della gravidanza e che non venga arrecato pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.
Con il decreto ministeriale 16 luglio 2001, n. 349, questo Ministero ha adottato il regolamento recante «modificazioni al certificato di assistenza al parto, per la rilevazione dei dati di sanità pubblica e statistici di base relativi agli eventi di nascita, di nati-mortalità ed ai nati affetti da malformazioni».
Il certificato è composto da una serie di sezioni ed in particolare prevede una sezione «A» di informazioni socio-demografiche relative ai genitori, con riferimento anche alla condizione professionale della madre, una sezione «B», di informazione sulla gravidanza, incluse le notizie relative all'età gestazionale; una sezione «C» di informazioni sul parto e sul neonato.
Il predetto regolamento individua, inoltre, le modalità ed i tempi del flusso delle informazioni contenute nel certificato.
Tale strumento consente di acquisire sia indicazioni di carattere sanitario ed epidemiologico sia di carattere socio-demografico, necessarie per la Statistica sanitaria e per la programmazione sanitaria nazionale e regionale.
La rilevazione dei dati, potrà consentire, a livello sia locale che nazionale, di realizzare un adeguato monitoraggio dell'andamento delle nascite pretermine, evidenziando eventuali anomalie.
Inoltre, l'Istituto superiore di sanità (ISS) è da molti anni impegnato in ricerche e indagini, relativamente alla salute materno infantile, ed ha assicurato la propria disponibilità a svolgere la funzione di Osservatorio epidemiologico (presso il Centro nazionale di epidemiologia sorveglianza e promozione della salute) sulle nascite, in stretto coordinamento con il Ministero della salute, le regioni e l'ISTAT.
In tale contesto, si può effettuare un adeguato monitoraggio delle nascite pretermine e dei fattori di rischio, compresi quelli connessi con l'attività lavorativa e con periodo di sospensione dal lavoro.
Nel recente passato, il laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell'Istituto superiore di sanità ha condotto indagini campionarie a livello nazionale, intervistando donne al parto (1996 e 1999) e ad un anno dal parto (2002) e ha partecipato ad uno studio analitico a livello europeo (Europop: studio caso-controllo multicentrico sui parti pretermine e aborti spontanei - principale investigatrice dell'Istituto superiore di sanità: Angela Spinelli) i cui risultati sono stati pubblicati o sono in corso di pubblicazione su riviste internazionali: Ancel Py et al. Social difference of very preterm birth in Europe: interaction with obstetric history: Am J Epidemiol 1999; 149:908-15; Ancel Py et al: Very and moderate preterm births: are the risk factors different? Br J Obstet Gynaecol 1999;106:1162-70; Ancel Py et al. Risk factors for 14-21 week abortions: a case control study in Europe. The Europop group. Hum Reproduction 2000; 15:2426-32; Zeitlin JA et al. Marital status, cohabitation and risk of preterm birth in Europe: where birth outside marriage are common and uncommon. Paediatr Perinat Epidemiol 2002; 16: 124-30; Medda E et al. Genetic Amniocentesis: a risk factor for preterm delivery? European J of Obstetrics
Dagli studi emerge una correlazione fra nascite pretermine, aborti spontanei e condizioni socio-economiche disagiate.
È doveroso precisare che è costante l'impegno del Governo per la verifica puntuale di tale problematica alla luce di tutto quanto suesposto in ordine ai dati di ricerca acquisiti ed in corso di pianificazione per una corretta strategia di azione.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Antonio Guidi.
l'intubazione endotracheale è il passaggio di un tubo attraverso la bocca o il naso nella trachea;
l'intubazione è una procedura necessaria per la gente che ha bisogno di un sostegno respiratorio;
molti gatti, gattini, cani, furetti e maiali vengono utilizzati dalle facoltà di medicina delle università per insegnare agli studenti l'intubazione, sebbene esistano metodi migliori di insegnamento;
anche quando l'anestesia viene applicata agli animali, solo per attenzione veterinaria, gli stessi subiscono danni fisiologici di diversa entità: sanguinamento, tosse duratura, forti dolori alla trachea, eccetera;
i laureandi in medicina, essendo oggettivamente inesperti, praticano l'intubazione sugli animali ripetutamente in una singola sessione, aumentando così le possibilità di ferite gravissime all'apparato respiratorio degli indifesi esseri viventi al punto che non poche volte l'intubazione ne produce la morte;
in non molti Paesi della Comunità europea e non, i metodi di addestramento per l'intubazione vengono eseguiti sui manichini che riproducono perfettamente l'apparato respiratorio dell'essere umano;
l'utilizzo dei manichini consentirebbe ai laureandi in medicina un uso a tempo indeterminato e ripetuto della pratica dell'intubazione;
la maggior parte degli studenti si astiene dalla ripetizione della procedura dell'intubazione a causa dell'implicazione traumatica e mortale che ne consegue sugli animali;
le differenze anatomiche dei gatti, in particolar modo, sono troppo grandi per essere applicate agli esseri umani: i gatti hanno denti diversi, lingue proporzionalmente più grandi, salivazione più copiosa, laringi anteriori più piccole, cartilagini sagomate a volta e epiglottidi più grandi degli esseri umani;
anche per quanto riguarda gli altri esseri animali, le differenze anatomiche non consentono una reale cognizione tecnico-pratica dell'intubazione;
il 29 luglio 1993, il Governatore dello Stato di New York, signor Mario Cuomo, pose il veto - nel medesimo Stato - alla legislazione che avrebbe permesso a tecnici medici di praticare l'intubazione sui gatti, gattini e altri animali;
gli animali utilizzati per questa pratica vengono prelevati dai rifugi (si tenga conto che i rifugi dovrebbero essere santuari per animali senza casa e non allevamenti per laboratori), da società di allevamento che forniscono animali per studi e la notevole richiesta incoraggia non poco il sequestro di gatti e cani randagi;
a quanto risulta all'interrogante, quanto suddetto in premessa accadrebbe in maniera rituale anche nelle facoltà di medicina delle università italiane;
lo Stato italiano aderì nel 1978 alla Dichiarazione universale dei diritti dell'animale proclamata dall'UNESCO;
la suddetta dichiarazione all'articolo 8 così recita: «... la sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o
se il Ministro sia a conoscenza dello svolgimento di tali pratiche nelle facoltà di medicina delle università italiane e, in caso affermativo, quali iniziative intenda porre in essere affinché non si continuino a compiere atti di cotanta brutalità;
se il Ministero abbia mai redatto in tale senso una relazione e/o un monitoraggio sulle facoltà di Medicina dove le suddescritte pratiche troverebbero uno spazio abbastanza ampio della pratica dell'intubazione;
se il Ministro intenda adottare strumenti normativi per impedire il perpetrarsi di pratiche crudeli che violano il diritto alla vita e al benessere delle specie animali usati come cavie.
(4-05750)
Si può, comunque, affermare che non esiste alcuna autorizzazione relativamente all'uso del gatto ai fini dell'insegnamento della tecnica dell'intubazione a cui fa riferimento l'onorevole interrogante.
Da quanto sopra appare evidente che, qualora l'onorevole interrogante o altre persone venissero a conoscenza di tali inappropriati e non autorizzati interventi, essi potranno, anzi dovranno, denunciare il fatto alla magistratura e alle autorità competenti del territorio nel quale si verificano tali illeciti interventi, al fine di consentire la rigida applicazione, sia in sede giudiziaria che in sede amministrativa e tecnica, delle sanzioni come per legge previste.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
giovedì 12 giugno 2003 un gruppo di vigili urbani appartenenti alla squadra d'intervento speciale (SIS - corpo speciale dei vigili urbani utilizzato originariamente per fini sociali e armato di manganelli e ampliato da un'unità cinofila dall'attuale amministrazione di centrodestra) del comune di Padova tentava di entrare nel cso Pedro per effettuare, secondo quanto riferito dalla stessa squadra speciale un controllo antidroga che, a quanto pare, era stato «sollecitato dai cittadini che avevano notato la presenza in zona di un gruppo di spacciatori»;
in seguito al tentativo dei vigili sono nati dei tafferugli e durante l'arretramento la Squadra speciale avrebbe tamponato un'auto e una moto, rischiando di investire un frequentatore del cso Pedro e, un carabiniere, sopraggiunto in quel momento, avrebbe anche estratto una pistola secondo quanto confermato sia dai ragazzi del cso Pedro che dagli agenti della polizia municipale -:
se non ritenga che sulla vicenda debba essere fatta chiarezza e debbano essere identificate le responsabilità, anche personali, di questo episodio, a tutela delle istituzioni democratiche e per evitare che un clima non sereno si instauri nella città;
se non ritenga che, in vista della Festa annuale di Radio Sherwood, alla quale parteciperanno molte persone sia doveroso monitorare la situazione per evitare azioni che possano mettere a repentaglio la sicurezza di chi parteciperà alle attività previste.
(4-06685)
Giunti sul posto, gli equipaggi venivano raggiunti da insulti e provocazioni da parte di alcuni militanti del centro sociale «Pedro», ubicato nella predetta zona in particolare, un'autovettura condotta da un appartenente al centro sbarrava la strada al transito dei mezzi della polizia municipale, collidendo con uno dei veicoli mentre un gruppo di militanti fronteggiava, munito di bastoni e catene, gli operatori di polizia.
Nella circostanza, un militare dell'Arma, temendo per la propria e l'altrui incolumità fisica, estraeva la pistola d'ordinanza, tenendola comunque puntata verso terra e mettendola a posto poco dopo.
La questura chiedeva quindi l'intervento di alcune volanti per prevenire il verificarsi di turbative e disordini. Il pubblico ministero di turno, avvisato telefonicamente, non consentiva l'ingresso nei locali del centro sociale - considerato luogo privato - all'interno del quale si era riunito un consistente numero di attivisti.
Il personale di polizia procedeva all'identificazione di ventisette autonomi e, poco dopo, la situazione dell'ordine pubblico rientrava nella normalità.
Gli agenti della polizia municipale coinvolti nei fatti riconoscevano poi otto dei ventisette identificati e nei loro confronti il comando della Polizia municipale del comune di Padova inviava informativa di reato all'autorità giudiziaria.
Infine, l'annuale festa di Radio Sherwood, organizzata dall'area antagonista dei centri sociali, si è svolta dal 15 giugno al 15 luglio 2003 senza alcun incidente.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
secondo quanto riferito all'interrogante in una nota inviata dal Comitato per i diritti civili delle prostitute (che si allega), il giorno 11 novembre 2003, intorno alle ore 15, sulla superstrada Vallassina, alcune pattuglie dei carabinieri hanno prelevato e portato alla caserma di Costa Masnada di Lecco una decina di donne italiane che da anni esercitano in quella zona la prostituzione;
le donne sono state tutte identificate dalle forze dell'ordine e i loro documenti sono stati fotocopiati; ad una richiesta di spiegazioni da parte delle interessate, visto che non si trattava certo di persone sconosciute alle forze dell'ordine, è stato risposto che sarebbe stato impartito dal nuovo comandante l'ordine in questo senso, al fine di conoscere l'identità delle donne che lavorano lungo la Vallassina -:
se non ritenga, dal momento che nessun illecito penale è stato commesso dalle signore, in quanto il fatto di prostituirsi non costituisce reato, di dover verificare comportamenti e pratiche che si configurano come vero e proprio abuso di potere;
se non ritenga che sia contrario alla legge il trattenimento e la schedatura delle cittadine che esercitano la prostituzione;
se non ritenga di dover intervenire per dissuadere le forze dell'ordine da interventi estemporanei, visibilmente tesi a impedire la pratica della prostituzione sulla strada come previsto da un'iniziativa normativa del Governo che non è stata ancora approvata dal Parlamento.
(4-08043)
Nella caserma le donne sono state trattenute per il tempo strettamente necessario per le operazioni di identificazione e di verifica, con interrogazione della banca dati interforze, della sussistenza di eventuali provvedimenti a loro carico, nel pieno rispetto delle norme vigenti e, comunque, senza alcuna indebita «schedatura».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in relazione alla situazione dell'influenza dei polli che sta interessando diversi paesi asiatici, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha precisato che potrebbe essere più pericolosa della SARS;
la stessa OMS ha messo in dubbio che da parte del governo cinese ci sia la dovuta ed opportuna trasparenza su questo fenomeno precisando che non ha fornito alcuna informazione sull'influenza dei polli, nonostante il virus sta facendo strage in Vietnam, in Sud Corea, Giappone e Taiwan -:
quali siano le iniziative di intervento preventivo rispetto a questo problema e quali controlli intenda attivare per escludere qualsiasi possibilità di infiltrazione del virus nel nostro paese;
se non ritenga di dover aumentare, in questo momento così delicato, il livello di guardia contro eventuali traffici illegali di pollame dall'oriente, considerato che anche paesi europei come l'Olanda, hanno conosciuto lo scorso anno la più grave epidemia di influenza dei polli, che ha causato la morte di un veterinario a cui è stato individuato nei polmoni il virus e che, per debellare la malattia, le autorità olandesi hanno dovuto abbattere 30 milioni di volatili, con ingenti costi economici.
(4-08636)
Va precisato, inoltre, che nessuno dei Paesi asiatici è stato mai autorizzato ad esportare pollame vivo, di interesse zootecnico nell'Unione europea.
Il Ministero della salute, per prevenire eventuali fenomeni di triangolazioni illecite, ha disposto, richiedendo anche la collaborazione delle autorità doganali nazionali per gli specifici aspetti di competenza, l'intensificazione dei controlli, presso i posti di ispezione frontalieri veterinari (PIF), di tutte le partite di animali, carni e prodotti delle specie sensibili alla malattia, provenienti anche dai paesi terzi, diversi da quelli soggetti ai divieti d'importazione già richiamati.
A seguito dell'attenta e puntuale esecuzione dei controlli da parte delle Autorità preposte, sono state bloccate recentemente, presso il porto di Napoli, carni di pollame ed altra merce, provenienti dalla Cina, e destinate ad essere introdotte illegalmente nel territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.