Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 451 del 7/4/2004
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4293)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, svolgerò due considerazioni che motivano il nostro voto. La prima, di merito, riguarda le questioni oggetto di questo dibattito, in particolare gli emendamenti presentati dai colleghi del centrosinistra, che abbiamo ritenuto di dover sostenere.
A mio avviso, si stabilisce un precedente grave. Infatti, il membro nazionale italiano, parte dell'organismo europeo denominato Eurojust, è designato - in base ai voti espressi in quest'aula - direttamente dal ministro della giustizia. Si tratta di un membro che eserciterà poteri di grande rilevanza e che farà parte di un organismo che - a nostro avviso - è palesemente di carattere giudiziario sovranazionale. Ciò fa parte di un ragionamento che noi riteniamo in contrasto con l'impianto ordinamentale dei magistrati italiani, in particolare con le prescrizioni costituzionali poste a presidio dell'indipendenza e dell'autonomia dell'ordine giudiziario.
Siamo dunque in presenza di un organismo giudiziario sovranazionale (a noi tutto ciò pare evidente). Tuttavia, il rappresentante italiano sarà designato dal Governo. Dunque, egli non potrà godere di tutte le prerogative che normalmente hanno i magistrati secondo la nostra Costituzione.
Inoltre, siamo in presenza di un provvedimento che fa riferimento al nostro rappresentante, affidando al ministro della giustizia poteri direttivi nei suoi confronti. Ciò è in ulteriore contrasto con i principi di autonomia ed indipendenza di cui dovrebbe godere ogni magistrato.
Questo potere direttivo, a nostro avviso, andava espressamente escluso con riferimento alle competenze giurisdizionali.
I colleghi della maggioranza hanno invece sostenuto le scelte operate con questo provvedimento, affermando che Eurojust è un organismo con poteri non prettamente giurisdizionali, bensì amministrativi. Faccio notare che, in questo caso, spetta al ministro persino la nomina del giudice che dovrà far parte dell'organismo di controllo europeo ed anche dell'assistente. Quest'ultimo, peraltro - come è stato detto - potrà svolgere le veci del magistrato stesso e non necessariamente dovrà essere un magistrato.
Vi sono diversi elementi da considerare. Credo che anche i colleghi che hanno sostenuto che il ruolo di questo organismo non sarebbe prettamente giurisdizionale dovrebbero misurarsi con il dibattito che si è svolto all'interno del Consiglio superiore della magistratura. In tale sede, sono state espresse alcune valutazioni e posizioni ed anche i componenti del CSM che hanno sostenuto una tesi diversa da quella di cui sono convinta sottolineano che questi rappresentanti europei avranno poteri importanti, come l'accesso ai registri delle notizie di reato. Essi stessi, quindi - anche nel caso in cui le competenze in questione si considerino quantomeno di natura mista, amministrative e giurisdizionali - sottolineano l'opportunità di riconoscere al Consiglio superiore della magistratura un potere di intervento nella nomina più penetrante, rendendo vincolante il parere del Consiglio stesso seppure la nomina dovesse essere effettuata dal ministro della giustizia.
Nel provvedimento in esame non è prevista né la nomina da parte del Consiglio superiore della magistratura né un potere vincolante di questo organismo che possa intervenire in modo opportuno anche nelle scelte del ministro. Questi aspetti che vengono sottolineati e che sono stati messi in evidenza dal Consiglio superiore della magistratura avrebbero dovuto essere tenuti in seria considerazione, sia per quanto riguarda le nomine sia per quanto riguarda i limiti da stabilire per evitare che i poteri direttivi riconosciuti al ministro possano interferire con l'attività giudiziaria. Infatti, questo organismo - è


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stato ribadito più volte - svolgerà un'attività giudiziaria. L'articolo 5 prevede poteri di grande rilevanza. Mi riferisco al potere di chiedere all'autorità giudiziaria competente di valutare l'avvio delle indagini, di porre in essere un coordinamento e via dicendo. Si tratta di poteri che riteniamo utili ed opportuni, considerando che la lotta alla criminalità, al terrorismo ed alle mafie sicuramente va affrontata a livello sovranazionale. Si tratta di poteri che devono essere connaturati e collegati strettamente alle garanzie fondamentali previste nel nostro ordinamento e che consideriamo irrinunciabili.
Quindi, il provvedimento che verrà approvato in Assemblea costituisce un precedente rispetto al nostro ordinamento: per la prima volta il ministro della giustizia potrà interferire - questa è la nostra valutazione - con le scelte assegnate ad un organismo che, a nostro avviso, eserciterà poteri giurisdizionali. Lo consideriamo un precedente molto grave, che da solo sarebbe sufficiente a determinare un voto contrario.
Tuttavia, vi è anche un elemento di carattere generale che motiva il nostro voto contrario, derivante da una valutazione precedente al provvedimento in esame: mi riferisco alla valutazione che il nostro gruppo, il GUE, ha effettuato a livello europeo.
Noi, in sede di Parlamento europeo, abbiamo espresso un voto contrario alla costituzione di Eurojust, non perché fossimo contrari in via di principio, ma perché le funzioni di coordinamento ed i poteri assegnati mancano di un controllo democratico superiore. Difettano, cioè, di un controllo superiore di carattere democratico, che invece è parte integrante del nostro ordinamento ed è previsto dalla Costituzione italiana.
Abbiamo infatti un ministro al quale è affidato un compito di controllo, per conto del Parlamento, e quest'ultimo può interrogare il ministro su determinate questioni o addirittura proporre una mozione di sfiducia qualora egli non abbia esercitato il proprio controllo o lo abbia fatto in modo non efficace. Il Parlamento è sovrano anche nel riconoscimento dell'autonomia nei riguardi di un altro potere, quello della magistratura; autonomia che noi consideriamo preziosa ed irrinunciabile, ma rispetto alla quale tuttavia è prevista una forma di controllo democratico, che invece in sede europea è del tutto assente.
Pertanto, l'idea di strutturare momenti di cooperazione giudiziaria, che a nostro avviso sono importanti, non può essere sviluppata in assenza di queste garanzie, né è pensabile costituire uno spazio giuridico europeo in assenza di quelle garanzie fondamentali. Riteniamo che non sia opportuno farlo, dal momento che ci troviamo in una fase politico-istituzionale, non soltanto nel nostro paese o in Europa ma nel mondo, in cui si ritiene che, per garantire, o per pensare di garantire, la sicurezza nel paese e nel mondo, sia lecito ed opportuno ledere quei diritti e quelle garanzie fondamentali che invece noi continuiamo a ritenere - e non soltanto noi di Rifondazione comunista - assolutamente irrinunciabili e non sacrificabili per ragioni di sicurezza. Ragioni che noi avvertiamo fortemente, ma che possono essere soltanto coniugate, e non bypassate, da altri aspetti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 13,15)

GRAZIELLA MASCIA. Per questa ragione, sottolineiamo come sia indispensabile, in ogni scelta che si compie sul piano legislativo, che tali aspetti cooperino tra loro. Crediamo sia un errore criticare, come fanno i colleghi della maggioranza, determinate scelte compiute nel passato dal centrosinistra, (a volte criticate dagli stessi esponenti del centrosinistra a posteriori) soltanto perché in questo momento essi detengono la maggioranza.
Oggi, pertanto, i colleghi della maggioranza ritengono opportuno fissare certe modalità di nomina, in un organismo con tali caratteristiche, perché sono al Governo ed hanno un loro ministro della giustizia. Penso invece che sarebbe buona


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cosa mantenere fisse alcune regole, indipendentemente dal ruolo di maggioranza o di opposizione che si ricopre in un dato momento storico. Le questioni di principio devono valere sempre e non è sufficiente cambiare la casacca per mutare opinione!
Pertanto, sia per le ragioni di merito che attengono al provvedimento in esame sia per quelle di principio connesse alla scelta europea di costituire un organismo senza le necessarie garanzie democratiche, esprimeremo un voto contrario sul disegno di legge in discussione (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Rivolgo un saluto agli studenti del liceo scientifico di Frattamaggiore, presenti in tribuna.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonito, al quale ricordo che il tempo a disposizione del suo gruppo è esaurito. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BONITO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sarò breve. Annuncio che il gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo esprimerà su questo provvedimento una sofferta posizione di astensione. Cercherò, ancorché rapidamente, di spiegare le motivazioni politiche di tale voto e della sofferenza che lo accompagna.
Il provvedimento in esame è, a nostro avviso, di fondamentale importanza. Si tratta della legge attraverso la quale il nostro paese, con il voto del Parlamento nazionale, dà attuazione alla decisione del Consiglio dell'Unione europea con cui si è istituito in Europa l'Eurojust, strumento attraverso il quale rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità.
Lo abbiamo detto nel corso del dibattito e, giocoforza, dobbiamo ribadirlo in sede di dichiarazione di voto finale: sentiamo una sorta di primogenitura rispetto all'istituzione di Eurojust, la riteniamo un'importante istituzione che appartiene alla nostra politica ed alla nostra visione dell'Europa. Era Presidente del Consiglio italiano Massimo D'Alema quando, a Tampere, l'Unione decise di istituire tale struttura. La nostra posizione politica e parlamentare non può prescindere, dunque, da quello che riteniamo essere stato un momento storico.
L'Europa decise, allora, di fare un passo avanti importantissimo per costruire uno spazio giuridico comune in cui far vivere norme condivise attraverso le quali, sul piano della giustizia penale, raggiungere l'obiettivo fondamentale della sicurezza dei cittadini europei. Attraverso tale sicurezza possiamo garantire al nostro popolo lo sviluppo dell'economia, lo sviluppo sociale e dei diritti.
Ecco perché siamo particolarmente legati a tale provvedimento. Ciò nondimeno, dobbiamo astenerci nel voto finale giacché in esso è stata inserita un'articolata disciplina che contrasta chiaramente con le supreme regole della Costituzione.
Il ministro, nella sua relazione al disegno di legge, sostiene che l'Eurojust, benché formato da magistrati, benché funzionalmente istituito per chiedere l'inizio dell'azione penale, sia un organismo amministrativo e che amministrative siano le funzioni che ad esso fanno capo. Noi riteniamo, deducendolo dalla stessa disciplina contenuta nella decisione che si va ad attuare, che il ruolo e le funzioni di Eurojust siano, viceversa, eminentemente giudiziari. D'altra parte, essi si inseriscono nel suddetto contesto: la costruzione di uno spazio giuridico europeo.
Ci sembrano inaccettabili le disposizioni dell'articolo 2 che consentono al ministro di dare direttive al magistrato. Riteniamo inaccettabili anche le disposizioni dell'articolo 3 secondo cui, in palese, evidente e stridente contrasto con le disposizioni della decisione, il membro nazionale può essere assistito da dirigenti dell'amministrazione della giustizia.
Ci sembra, altresì, inaccettabile che il rappresentante del ministro (l'assistente nominato dal ministro) sia totalmente fungibile con il magistrato e possa andare a «mettere il naso» in tutti i fascicoli penali giacenti presso le procure della Repubblica del nostro paese. Ecco il motivo della nostra astensione e della nostra sofferenza.
Ci conforta, però, una considerazione politica. Il prossimo rappresentante di Eurojust


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sarà un magistrato di assoluta fiducia del ministro, ma voi stessi nel testo legislativo prevedete le direttive del ministro, quindi la possibilità di revocarlo, così come la possibilità di non rinnovarlo. Ebbene, arriveranno - a breve - i tempi in cui il ministro non sarà più un rappresentante della Lega e in cui il potere ministeriale avrà un'impronta fortemente democratica, perché avrà la nostra impronta. Arriveranno presto i tempi in cui al nostro paese potremo restituire l'ordinarietà del rispetto dei principi costituzionali e, allora, arriveranno anche i tempi in cui potremo mettere a posto tutte queste cose (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi, al quale chiedo cortesemente di essere sintetico. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, il mio sforzo di sintesi, alla luce dei suoi suggerimenti, sarà ancora più incisivo.
I temi dell'Europa appassionano poco il nostro Parlamento e temo, purtroppo, anche il nostro paese. Se devo dolermi, in sede di dichiarazione di voto, di una questione assai principale rispetto a tutte le altre, è per la distrazione con la quale il provvedimento in esame è stato affrontato. Nel lamentare questo, adduco anche la mia personale responsabilità di non aver svolto approfonditamente tutte le argomentazioni e le ragioni che, invece, abbiamo cercato di portare questa mattina nel dibattito in Assemblea.
I temi dell'Europa, Presidente, onorevoli colleghi, sono quelli che oggi potrebbero far appassionare molti giovani alla politica: sono i temi della grandezza di una dimensione ideale, che molto spesso sfugge all'interno del nostro paese, sempre più piegato su questioni contingenti e provinciali, che certamente non possono suscitare (e non suscitano) nessuna passione. Sui temi dell'Europa, invece, ci si può ancora appassionare. Pensare che, solo qualche anno fa, immaginare una giustizia europea era davvero un'illusione, un'ambizione lontana! Dunque, vederla oggi concretizzarsi in quest'aula, attraverso un voto, fa sì che sia per me un grandissimo privilegio essere protagonista di quest'epoca. Sento su di me questa grande responsabilità, e sento su di me anche il grande orgoglio di avere scritto insieme a voi questa pagina importante della storia europea.
Signor Presidente, avremmo voluto davvero votare a favore del provvedimento in esame. Avremmo voluto farlo perché crediamo nell'Europa: non solo nell'Europa dei ragionieri, ma nell'Europa delle comunità. Crediamo nell'Europa degli ideali, di una grande ed unica giustizia europea, dalla quale tutti i cittadini si possano sentire egualmente garantiti, siano essi cittadini dell'Estonia, della Lituania, piuttosto che dell'Italia o del Portogallo: tutti uniti sotto unici confini, ma soprattutto sotto eguali diritti, laddove questi diritti sono garantiti, appunto, da una giustizia comune.
Questo organismo nuovo nasce, purtroppo, con delle deroghe e delle violazioni che non ci persuadono. L'idea, che è stata qui rappresentata, di un magistrato del pubblico ministero che possa ricevere direttive da un ministro certamente non ci persuade. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il fascismo conobbe la regola secondo la quale il ministro della giustizia dava direttive ai pubblici ministeri. La Carta costituzionale cancellò immediatamente quella norma e tradusse quel potere di direttiva in potere di vigilanza. Avremmo voluto anche noi che il ministro della giustizia avesse potuto esercitare il suo potere di vigilanza sul corretto funzionamento dell'organismo che stiamo andando a costituire. Avremmo sostenuto con forza quel potere del ministro. Allo stesso modo, non troviamo affatto scandaloso che egli, con la responsabilità politica che gli è propria, possa utilizzare i suoi uffici per la cooperazione giudiziaria internazionale.
Purtroppo, non è così e si è voluto a tutti i costi introdurre un potere di direttiva, che verrà esercitato nei confronti di


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un magistrato, il quale (in tal modo si rafforza ulteriormente l'iniquità di questa norma) può essere sostituito da colui che magistrato non è, vale a dire da un assistente che non ha gli stessi requisiti e le stesse prerogative.
Ciò si pone in contrasto non solo con la Costituzione, ma anche con la decisione, perché la stessa prevede che il membro nazionale debba ricoprire funzioni di giudice, di pubblico ministero o di polizia giudiziaria se ha le medesime prerogative, mentre voi state introducendo una norma, sapendo che quelle funzioni potranno essere esercitate da chi non ha quelle prerogative. Si tratta di una violazione dell'ordine costituzionale, ma anche di una violazione grave della stessa decisione che istituisce Eurojust, della quale abbiamo discusso.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, far nominare dal ministro un giudice che non sarà collocato fuori ruolo, scegliere nel «mazzo» quello che si preferisce maggiormente, ad onta dei principi di autonomia e di indipendenza previsti dal nostro ordinamento, credo sia una violazione ulteriormente grave. Infine, continuare ad insinuare che non si tratta di funzioni giudiziarie si scontra con la deroga all'articolo 329 del codice di procedura penale di cui abbiamo discusso, e che farà in modo che il ministro della giustizia, tramite le sue direttive, potrà aggirare il segreto istruttorio, il segreto di indagine, avvalendosi del membro nazionale di Eurojust.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, spero di essere riuscito, con le mie doti di sintesi, a racchiudere in questo breve intervento tutte le gravi questioni sollevate ed anche il nostro stridente rammarico per non poter votare a favore di questo provvedimento.
Abbiamo voluto Eurojust, vogliamo una giustizia europea; vi consentiamo di approvare questo provvedimento, perché con la nostra astensione vi consentiremo di farlo, ma sarebbe stato necessario varare un provvedimento migliore. Auspichiamo, così come il relatore, che al Senato vi possa essere un ulteriore approfondimento e un ravvedimento rispetto ad alcune posizioni assolutamente sbagliate, per far sì che Eurojust non solo nasca, ma sia anche conforme ai principi del nostro ordinamento (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo - Congratulazioni).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sinisi, anche per il suo sforzo di sintesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, il gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro ha evitato di intervenire nel corso dell'esame degli articoli e degli emendamenti per non appesantire il dibattito ed anche perché non ha condiviso nessuna delle posizioni espresse dall'onorevole Bonito e dai rappresentanti dell'opposizione, ritenendo esaustivi i rilievi formulati dall'onorevole Cola.
Annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro sul provvedimento in esame. Contrariamente ai sentimenti espressi dall'onorevole Bonito, non si tratta di un voto espresso con sofferenza, ma di un voto «lieto», che racchiude anche un auspicio positivo, perché con il provvedimento in esame compiamo un ulteriore passo verso la realizzazione delle azioni previste nel terzo pilastro dell'Unione europea, quindi in direzione di una più compiuta cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri. Non riteniamo, con questo provvedimento, di aver realizzato tale processo politico, ma sicuramente si tratta di un contributo utile.
Stiamo dando attuazione ad una decisione del Consiglio europeo, strumento automaticamente vincolante per gli Stati membri, che acquista efficacia nel momento in cui verrà approvata una legge di attuazione. Stiamo, quindi, dando attuazione ad uno strumento già di per sé vincolante per il nostro paese. Tra l'altro, il Governo ha pensato di dare attuazione alla suddetta decisione con una disposizione


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abbastanza scarna che, per gran parte della normativa, rinvia al testo della decisione stessa.
Quindi, su tali temi non occorreva sviluppare un'ampia discussione, trattandosi del recepimento del testo della decisione.
Per quanto concerne l'indicazione dei soggetti che costituiranno l'Eurojust - questo organo dell'Unione con personalità giuridica - è la stessa decisione, all'articolo 2, a dettare i principi che gli Stati membri dovranno seguire.
Per quanto riguarda le competenze, aldilà della lettura parziale ed impropria fornita a quest'Assemblea, non rileggo il testo degli articoli 6 e 7 della decisione, ma è ben chiaro che non vi è alcun potere di iniziativa da parte dell'Eurojust, posto che è prevista solo una funzione di collaborazione e cooperazione. Il testo della decisione, come anche quello del disegno di legge in esame, ribadisce continuamente che si costituisce un organo che collabora nell'assolvimento delle funzioni di competenza degli organi nazionali. In ogni passaggio e in ogni nota, si ribadisce che la competenza all'azione penale rimane degli organi nazionali.
Si tratta di un passaggio che, sempre nel rispetto dell'autonomia e della sovranità degli Stati, procede nell'ottica di un rafforzamento della difesa comune e, quindi, di una maggiore vivibilità dello spazio di libertà comune dell'Europa. Ma, oggi, con questo provvedimento, non stiamo affidando il potere giudiziario ad un organismo diverso dall'autorità nazionale. È solo un'attività di rafforzamento, non vi sono prerogative violate, anzi vi sono garanzie rafforzate in quanto, in un momento di difficoltà internazionale e di insicurezza per i singoli cittadini, offriamo una speranza di maggiore garanzia di tutela per tutti.
Dunque, confermo nuovamente il voto favorevole del mio gruppo sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cola. Ne ha facoltà.

SERGIO COLA. Signor Presidente, mi rendo perfettamente conto della fondatezza, perlomeno a livello de iure condendo, delle osservazioni svolte; tuttavia non si può assolutamente mettere in discussione la piena legittimità del provvedimento che ci avviamo ad approvare, assolutamente conforme alla decisione del Consiglio dell'Unione europea n. 187 del 2002.
Indubbiamente, onorevole Mascia, quando vi sarà un diritto penale europeo, quando vi sarà una procedura penale europea, sarà possibile attribuire ai magistrati che faranno parte dell'Eurojust anche poteri di carattere giurisdizionale. Ma, fin quando la sovranità nazionale rimarrà integra nell'ambito dell'esercizio della giurisdizione soprattutto penale, discorsi del genere rimarranno solamente a livello di pia aspirazione, che potrà essere soddisfatta solo in tempi lunghi. Mi pare che questo sia l'equivoco che ha caratterizzato tutti gli interventi un po' demagogici dell'opposizione.
Presidente, intendo sottolineare che il provvedimento contenente l'istituzione dell'Eurojust è importantissimo, soprattutto con riferimento alla competenza per materia. Se vi fossero poteri giurisdizionali, indubbiamente i risultati sarebbero enormemente maggiori di quelli che si potranno perseguire con l'istituzione di tale organo.
Basterà ricordare che con l'istituzione dell'Europol, nel 1995, si prevedeva il perseguimento dei seguenti obiettivi: prevenzione e lotta contro il terrorismo, lotta al traffico illecito di stupefacenti, alla tratta di esseri umani, alle reti di immigrazione clandestina, al traffico illecito di materie radioattive e nucleari, al traffico illecito di autoveicoli, lotta contro la falsificazione dell'euro e riciclaggio.
A questi se ne aggiungono altri importantissimi; intendo la criminalità informatica, la frode, la corruzione, i reati finanziari contro gli interessi europei, il riciclaggio


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dei proventi illeciti e la criminalità ambientale. È quindi un obbligo l'approvazione di questo provvedimento anche se, e lo dico con sincerità, dissento dalla decisione presa in relazione agli assistenti giudiziari nominati tra i dirigenti amministrativi. E questo per una ragione molto semplice (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego! State dilatando i tempi! L'onorevole Cola stava finendo; lasciatelo concludere!

SERGIO COLA. Signor Presidente, questo accade quando non si segue un provvedimento e si è ignari di quanto si sta discutendo!

PRESIDENTE. Non ti curar di lor ma guarda e passa!

SERGIO COLA. L'aspetto davvero importante è che l'articolo 2 della decisione recita testualmente che possono essere nominati membri o assistenti i magistrati del pubblico ministero, i giudici e i funzionari di polizia che abbiano le stesse prerogative. Riteniamo questo un ostacolo di un certo rilievo e, visto che siamo abituati ad essere franchi, non condividiamo tale decisione e auspichiamo che possa essere rivista, per incompatibilità di carattere giuridico, dall'altro ramo del Parlamento. Per il resto, mi rifaccio a quanto è stato detto nell'ampio dibattito e preannuncio il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).

NINO MORMINO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NINO MORMINO, Relatore. Posto che aspiro ad un riconoscimento da parte della Presidenza, così com'è stato fatto per l'onorevole Sinisi, ed essendo dell'opinione che la migliore sintesi è il silenzio, non farò altro che rimandare alle considerazioni già esposte nelle precedenti fasi del dibattito. Anche a nome del gruppo di Forza Italia, preannuncio il voto favorevole sul provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

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