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Presidente dell'Argentina Kirchner hanno deciso un approccio comune nelle relazioni dei loro Paesi con il Fondo Monetario Internazionale (FMI);
com'era largamente prevedibile il Presidente del Brasile Lula da Silva ed il
incontratisi a Rio de Janeiro, i due presidenti hanno diramato un comunicato congiunto, in data 16 marzo 1004, con il quale si chiede pubblicamente che il «surplus» primario dei conti pubblici, al netto di interessi, che viene stabilito di comune accordo con il Fondo Monetario internazionale sia compatibile non soltanto con la sostenibilità del debito, ma anche e soprattutto con la crescita economica dei due Paesi (cfr. Il Sole-24 Ore di mercoledì 17 marzo 2004, alla pagina 9);
pur avendo scelto due linee di intervento diverse, Argentina e Brasile hanno scelto la «solidarietà nella diversità», come ha dichiarato il ministro degli esteri brasiliano Celso Amorin (cfr. quotidiano citato);
idue Paesi, assolutamente centrali per la stabilità del continente sudamericano, sono altresì determinati a richiedere al Fondo Monetario Internazionale di modificare le regole sulla contabilità degli investimenti pubblici destinati alla realizzazione delle infrastrutture, che dovrebbero essere esclusi dalla spesa pubolica nel calcolo del «surplus» primario, cosi come il Presidente brasiliano Lula da Silva da tempo continua a chiedere sia al Fondo Monetario Internazionale che al 0-7;
appare ormai molto chiara la posizione di Argentina e Brasile, che, pur nella consapevolezza della propria gigantesca posizione debitoria, sono assolutamente determinati a non assumere una posizione di mera passività nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, nei confronti del quale intendono ribadire che, per evitare quel default che creerebbe problemi enormi non solo ai due Paesi debitori ma allo stesso FMI, prima viene lo sviluppo economico-sociale dei Paesi e quindi il pagamento di interessi ritenuti eccessivi -:
se il Governo italiano non ritenga poter adottare iniziative per sostenere con forza, nelle sedi competenti, la posizione di indipendenza rivendicata da Argentina e Brasile nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, che non intendono assolutamente piegarsi alle esigenze del soggetto creditore ritenendo che esse debbano necessariamente essere coniugate con le esigenze primarie dello sviluppo economico e sociale dei due Paesi latino-americani.
(3-03240)