Allegato B
Seduta n. 445 del 25/3/2004


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INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BALLAMAN e BRICOLO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
gli sbarchi di clandestini extracomunitari sulle coste della piccola isola di Lampedusa continuano con preoccupante intensità;
queste persone vengono inviate in un centro di accoglienza presente sull'isola dove restano per alcuni giorni;
successivamente vengono trasportati via nave sulla terraferma dove vengono inviati presso altre strutture di accoglienza;
questa procedura che non è positiva per persone che non appena ripresesi da autentiche odissee in mare si ritrovano a dover navigare per altre otto ore;
questa procedura inoltre non è positiva per gli abitanti e l'immagine turistica dell'isola;
per i casi più gravi viene utilizzato, per un tempestivo soccorso, l'elicottero che normalmente veniva utilizzato per il trasporto degli ammalati locali;
si sono verificati dei casi di decessi di persone residenti nell'isola in quanto con l'elicottero utilizzato per i trasporti sopra menzionati non era disponibile -:
se non si ritenga opportuno trasferire direttamente al loro arrivo queste persone in strutture sulla terraferma;
se non sia il caso di prevedere per i trasferimenti l'utilizzo di mezzi aerei della difesa;
se un eventuale aereo a disposizione per questi trasporti non possa essere utilizzato anche dagli abitanti dell'isola per raggiungere la terraferma.
(4-07890)

Risposta. - Si osserva, in via preliminare, che in materia di immigrazione, la normativa vigente prevede che sia il Questore a disporre per il trattenimento dei clandestini presso il centro di permanenza temporanea e assistenza più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del Ministro dell'Interno.
Relativamente all'ipotesi di trasferire i clandestini direttamente sulla terraferma con l'impiego di mezzi aerei della Difesa, non si ravvisano problematiche tecniche ostative.
L'Aeronautica militare collabora con i Dicasteri della Pubblica amministrazione, attraverso la stipula di opportune convenzioni, subordinatamente all'assolvimento prioritario dei propri compiti di istituto.
Per quanto riguarda l'assistenza ad ammalati gravi, tenuto conto che l'elicottero cui fanno cenno gli interroganti è fornito da un elisoccorso civile, si conferma che i presìdi medici hanno già la possibilità di richiedere un trasporto sanitario d'urgenza con i mezzi dell'Aeronautica militare, interessando le Prefetture.
Infatti, l'Aeronautica militare, come stabilito dalla Direttiva P.C.M. 21 novembre 2000 «Disciplina del trasporto aereo di Stato e per ragioni umanitarie», assicura continuativamente, nell'arco delle 24


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ore, la disponibilità immediata di un idoneo velivolo per il trasporto sanitario d'urgenza.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

DORINA BIANCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Trenitalia continua nello smantellamento della rete ferroviaria nell'alto Ionio calabrese, allontanando lentamente Crotone dal resto del territorio regionale e italiano;
con il nuovo orario ferroviario, che entrerà in vigore il 14 dicembre 2003, è stato definitivamente soppresso anche l'intercity Reggio-Bari via ionica, denominato «Pitagora», che era l'unico collegamento mattutino da Reggio per Bari e l'unico in serata per recarsi nella città dello Stretto;
è stato altresì eliminato l'ottimo servizio di auto al seguito per il nord Italia, che prima era attivo sia per Milano che per Torino;
pochi mesi fa la società di infrastrutture FS (Rfi) ha annunciato il finanziamento di oltre 460 milioni di euro per lo sviluppo della rete ferroviaria calabrese, anche se si tratta semplicemente della riproposizione di progetti risalenti a una decina di anni fa;
si guarda con interesse allo stanziamento di oltre 800.000 euro per finanziare la ristrutturazione dello scalo di Cutro, a pochi chilometri da Crotone;
non si riesce a comprendere quali siano le difficoltà per dare il via ad un'opera per la quale occorrerebbero pochi mesi di lavoro e che sarebbe utile agli insediamenti industriali della zona;
lo scalo di Cutro potrebbe inoltre rappresentare il punto di partenza per uno sviluppo nel territorio del trasporto ferroviario sia merci che passeggeri;
a differenza dell'impegno evidenziato nel recupero delle potenzialità del porto, si avverte un disinteresse nei confronti del miglioramento delle infrastrutture della zona, insieme con una capacità progettuale pressoché inesistente o quantomeno limitata al brevissimo termine;
basterebbe poco per reintegrare la linea ionica al resto della rete ferroviaria: il superamento delle difficoltà imposte dalla pendenza della galleria di Cutro e l'installazione dell'alimentazione elettrica per i treni sarebbero una spesa non ingente e determinerebbero una riduzione dell'inquinamento, una maggiore sicurezza e nessun problema particolare di modifica del tracciato -:
se intenda adottare iniziative presso Trenitalia contro lo smantellamento della rete ferroviaria ionica;
quali provvedimenti intenda al più presto intraprendere per evitare che la zona del crotonese, già tagliata fuori dall'Italia, si allontani anche dal resto della Calabria;
quali iniziative intenda adottare ai fini di un miglioramento delle infrastrutture del territorio e per consentire a tale area l'avvio di un processo di sviluppo globale.
(4-08084)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, relativamente al programma di ammodernamento della linea ionica Bari-Reggio Calabria, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che l'itinerario della linea in argomento è costituito da due tratte terminali.
La prima da Bari a Taranto e da Melito Porto Salvo a Reggio Calabria è a servizio delle aree metropolitane di Bari, Taranto e Reggio Calabria e per essa è previsto il raddoppio. La seconda comprende una tratta intermedia (Taranto-Melito Porto Salvo) caratterizzata da un traffico di tipo regionale ed interregionale, per la quale è previsto l'ammodernamento infrastrutturale e tecnologico.
Inoltre, la tratta Sibari-Metaponto-Taranto-Bari del suddetto itinerario è comune


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all'itinerario Gioia Tauro-Cosenza-Sibari-Metaponto-Taranto-Bari, oggetto di interventi di potenziamento infrastrutturale mirati alla realizzazione di un corridoio alternativo per il traffico merci da Gioia Tauro verso il Corridoio Adriatico.
In dettaglio, il Contratto di Programma prevede i seguenti interventi:
il raddoppio Bari-Taranto, per un importo di circa 419 milioni di Euro;
interventi di ammodernamento infrastrutturale consistenti nella velocizzazione degli itinerari di incrocio, nell'adeguamento dei moduli di precedenza e nella costruzione di sottopassi e marciapiedi per le stazioni di Vinosa, Castellaneta e Palagiano della tratta Sibari-Metaponto, per un importo di circa 5 milioni di Euro;
nella tratta Sibari-Metaponto, comune all'itinerario alternativo merci Gioia Tauro-Bari, sono previsti anche l'adeguamento del peso assiale in categoria D4, l'ampliamento della sagoma allo standard «P/C 45» per il transito di container a cubatura maggiorata «high cubes» e la messa a Piano Regolatore e la realizzazione degli ACEI delle stazioni di Sibari e Metaponto, per un importo complessivo di circa 32 milioni di Euro;
interventi di miglioramento sulla linea Metaponto-Melito Porto Salvo, consistenti nella velocizzazione degli itinerari di incrocio nelle stazioni della tratta Metaponto-Melito Porto Salvo, per un importo di circa 7 milioni di Euro, e nel restyling architettonico e rinnovo degli impianti di telecomunicazione al pubblico della stazione di Crotone, per un importo di circa 1 milione di Euro;
il raddoppio Melito P.S.-Reggio Calabria, per un importo di circa 167 milioni di Euro;
i raccordi per la fluidificazione del traffico ferroviario in corrispondenza dei Nodi di Taranto e Bari, che valgono rispettivamente 45 milioni di Euro ed 85 milioni di Euro circa.

Inoltre, riferisce Ferrovie dello Stato, nell'ambito del potenziamento tecnologico della linea Lamezia Terme-Catanzaro Lido, è in corso la messa a Piano regolatore e la realizzazione dell'ACEI nella stazione di Catanzaro Lido, per un importo di circa 9 milioni di Euro, nonché il restyling architettonico della stessa stazione ed il rinnovo degli impianti di teleinformazione al pubblico, per un importo di circa 3 milioni di Euro.
In ottemperanza alla Delibera CIPE del 29 settembre 2002, è stato, infine, avviato lo studio di fattibilità concernente la velocizzazione dell'intero itinerario Sibari-S. Lucido-Rosarnio, nell'ambito del quale è stato studiato anche il raddoppio della tratta Taranto-Metaponto.
Per quanto attiene la questione dei collegamenti ferroviari, in via preliminare si osserva che le questioni sollevate si inseriscono in un quadro caratterizzato, nel settore del trasporto ferroviario, da un delicato momento di transizione dal regime monopolistico a quello della concorrenza del mercato liberalizzato.
Ciò in un contesto di norme italiane e comunitarie che escludono la possibilità di interventi, contributi o aiuti di Stato nel settore del trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza non sottoposti ad obbligo di servizio pubblico.
La questione riguarda infatti servizi
intercity che, come noto, rientrano tra i servizi di trasporto effettuati da Trenitalia s.p.a in regime di libertà commerciale, senza alcun contributo pubblico e, quindi, senza un controllo diretto da parte dello Stato o delle Regioni. Nel settore dei servizi ferroviari di media e lunga percorrenza, inoltre, è stato di fatto disposto fin dal 2002 il blocco degli aumenti tariffari.
Nel merito della questione specifica, la società Ferrovie dello Stato ha comunicato che, con la nuova offerta orario del 14 dicembre 2003, l'
Intercity 680/695, denominato «Pitagora» Reggio Calabria-Bari e viceversa, che nel precedente orario circolava via Roccella-Crotone, non è stato soppresso ma istradato via Cosenza-Sibari.
La modifica della traccia di tale treno, che ha inteso principalmente razionalizzare


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e velocizzare il collegamento Reggio Calabria-Bari, si è anche resa necessaria in quanto i livelli di frequentazione del treno in parola sulla tratta ionica risultavano poco soddisfacenti alle attese commerciali di Trenitalia.
Il provvedimento, che consente al treno una velocizzazione media di circa 53 minuti e così collegando i due capoluoghi di regione (Reggio Calabria e Bari) in circa 6 ore e 30 minuti, sebbene abbia in effetti apportato la soppressione delle fermate sulla tratta ionica - dove la domanda di servizio proviene prevalentemente da una clientela pendolare - ha, d'altro canto prodotto nuove fermate sia sulla tratta Sibari-Cosenza sia sulla costa tirrenica a partire da Amantea.
Inoltre, fa conoscere F.S., sulla tratta Reggio Calabria-Catanzaro Lido è stato istituito, nella stessa fascia oraria del mattino, proprio per venire incontro alle esigenze dei pendolari, il nuovo treno del trasporto regionale R/3742, che costituisce una valida alternativa per le località che prima venivano servite dall'
Intercity Pitagora.
Tale nuovo collegamento, che percorrerà la tratta con gli stessi tempi dell'
Intercity, interesserà anche le stazioni di Brancaleone, Bianco, Bovalino e Monasterace che nel precedente orario non avevano la fermata del Pitagora.
Si evidenzia, inoltre, che al fine di rendere sistematici i collegamenti tra la costa tirrenica e quella adriatica è previsto il prolungamento del suddetto treno R 3742 fino alla stazione di Sibari in coincidenza con il Pitagora, che verrà allestito con nuovo materiale allo scopo di rendere più confortevole il servizio per la clientela dei bacini interessati.
Relativamente allo scalo di Cutro, RFI, in base ai contenuti del decreto legislativo n. 188 dell'8 luglio 2003 che disciplina l'utilizzo e la gestione dell'infrastruttura ferroviaria, in qualità di gestore dell'infrastruttura stessa, sta perseguendo una strategia di potenziamento degli itinerari ferroviari dedicati al trasporto merci in correlazione con il sistema logistico terrestre e marittimo esistente.
Tale attività, fa conoscere Ferrovie dello Stato, porterà ad una razionalizzazione dei terminali merci esistenti con eventuali interventi di potenziamento.
In questo contesto, anche lo scalo di Cutro verrà inserito nel più vasto piano nazionale di adeguamento e potenziamento del sistema ferroviario per il trasporto merci e sarà oggetto di interventi ad oggi in corso di definizione e di finanziamento.
In conclusione, ferma restando l'attenzione del Governo riguardo a tutti i servizi ferroviari, si evidenzia che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è disponibile ad intervenire con le Regioni nelle decisioni che coinvolgono sia i servizi di trasporto di media e lunga percorrenza sia quelli regionali.
Peraltro, la stessa Società F.S. ha assicurato che sta attentamente considerando le esigenze espresse dalle comunità interessate nell'area ed è quindi disponibile a valutare ipotesi alternative a favore dell'utenza, anche confrontandosi con le forze sociali, sindacali e politiche.
Per quanto attiene la viabilità stradale, si evidenzia che l'ammodernamento della statale «Jonica» è inserito nel primo programma delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla legge n. 443 del 21 dicembre 2001 (legge obiettivo).
L'ANAS, a riguardo, ha ritenuto opportuno precisare che l'intera progettazione preliminare per le tratte da ammodernare - per una estesa complessiva di 415 chilometri - è stata sviluppata secondo i regolamenti precedenti la «legge obiettivo» e le norme CNR/80 sulla progettazione stradale.
A seguito dell'emanazione del decreto ministeriale 5 novembre 2001 «norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade», nonché delle indicazioni fornite dalle amministrazioni territoriali competenti e delle disposizioni della «legge obiettivo», è emersa, pertanto, la necessità di adeguare e rivisitare tutta la progettazione preliminare.
La progettazione della «nuova» strada statale 106 «Jonica» è stata suddivisa in 11 mega-lotti omogenei di più ampio respiro progettuale.


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L'ANAS ha, pertanto, trasmesso un dettagliato prospetto relativo a ciascuno degli 11 lotti che contiene tutti gli elementi relativi all'iter progettuale e ai finanziamenti e che si allega.

Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

ALLEGATO «A»

Megalotto 1 (Locri):
Progetto Definitivo completato;
Decreto VIA: parere favorevole in plenaria 24 luglio 2003;
Prossima fase: conferenza servizi in corso;
Atto successivo: appalto contraente generale;
Finanziamento: Disponibilità QCS Calabria.

Megalotto 2 (Catanzaro):
Progetto Def. Istruttorio: completato;
Decreto VIA: parere favorevole in data 26 settembre 2003;
Definitivo «Merloni»: consegna servizi di progettazione 1o luglio 2003 ultimazione prevista 18 dicembre 2003;
Prossima fase: richiesta conferenza servizi su prog. definitivo in data 23 dicembre 2003;
Atto successivo: appalto contraente generale;
Finanziamento: Programma straord. ANAS e QCS Calabria.

Megalotto 3 (Sibari):
Progetto Preliminare: completato;
Fase attuale: Delibera favorevole in data 22 dicembre 2003 del CdA ANAS SpA;
Prossima fase: trasmissione al CIPE.

Megalotto 4 Lotti 8 (Scanzano) e 9 (Pisticci):
Progetto Esecutivo: Gara per aggiudicazione lavori in corso;
Finanziamento: Disponibilità PON Basilicata.

Megalotto 4a Variante di Nova Siri:
Progetto Preliminare: trasmesso al CIPE il 28 maggio 2003;
Decreto VIA: attivazione procedura VIA 30 giugno 2003;
Prossima fase: approvazione CIPE.

Megalotto 5a Palizzi 2o lotto:
Progetto Definitivo: completato;
Decreto VIA: ottenuto;
Conferenza Servizi: in corso;
Finanziamento: Fondi L.O. delib. CIPE 121/01;
Prossima fase: appalto integrato.

Megalotto 5o Reggio-Melito:
Progetto Preliminare: aggiudicato;
Fase attuale: consegna servizi di progettaz. 30 giugno 2003 ultimazione prevista 30 marzo 2004;
Prossima fase: trasmissione al CIPE.

Megalotto 6 (Simeri):
Progetto Preliminare:
Fase attuale: aggiudicazione provvisoria servizi di progettazione;
Prossima fase: aggiudicazione e consegna servizi di Progettazione:

Megalotto 7 (Roccella):
Progetto Preliminare:
Fase attuale: in fase di gara servizi di progettazione.
Prossima fase: aggiudicazione e consegna servizi di Progettazione.


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Megalotto 8 (Rossano):
Progetto Preliminare:
Fase attuale: aggiudicazione provvisoria servizi di progettazione;
Prossima fase: aggiudicazione e consegna servizi di progettazione.

Megalotto 9 (Crotone):
Progetto Preliminare: aggiudicato;
Fase attuale: consegna servizi di progettazione 1 ottobre 2003 ultimazione prevista 19 marzo 2004;
Prossima fase: trasmissione al CIPE.

Megalotto 10 (Bianco):
Progetto Preliminare
Fase attuale: aggiudicazione provvisoria servizi di progettazione;
Prossima fase: aggiudicazione e consegna servizi di Progettazione.

Megalotto 11 (Soverato):
Progetto Preliminare
Fase attuale: in fase di gara servizi di progettazione;
Prossima fase: aggiudicazione e consegna servizi di Progettazione.

BOVA e MEDURI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
numerosi cittadini, abitanti del comune di Locri da circa una settimana, a causa di visibili danni alla linea telefonica, si trovano con le abitazioni isolate dai servizi Telecom;
vivono in una condizione di notevole isolamento, vista l'importanza che oggi riveste il telefono per necessità ordinarie o straordinarie;
nonostante abbiano esposto il loro disagio agli operatori Telecom sollecitandone un intervento, non avrebbero ricevuto nessun tipo di assistenza;
anche i numeri di emergenza e delle forze dell'ordine potrebbero essere interessati da questo blocco del servizio -:
quali iniziative intenda assumere al riguardo perché possa essere ripristinato il servizio in condizioni di sicurezza.
(4-07726)

Risposta. - Si fa presente che la società Telecom - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha precisato che l'interruzione del servizio telefonico che ha interessato gli utenti del Comune di Locri è stata determinata da un guasto tecnico verificatosi sulla linea telefonica di un cliente.
Il guasto che secondo quanto riferito dalla società Telecom stessa è stato segnalato il 7 ottobre 2003, è stato riparato il successivo 12 ottobre, mettendo fine ai disagi che ne erano derivati.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha, attraverso numerosi precedenti atti di sindacato ispettivo, posto al Ministro la questione della carenza di risorse umane dei vigili del fuoco (il cui contratto è ormai scaduto da sedici mesi) nonché l'inopportunità di sottrarre ulteriori risorse ai peculiari obiettivi della protezione civile e dei vigili del fuoco, per impiegarli a fini impropri, in particolare per la difesa civile;
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Ravenna, che peraltro attualmente non ha ancora acquisito il «livello zero» ovvero il corso di formazione minimo indispensabile per interventi di difesa civile (batteriologico, nucleare, chimico ecc...), ha un organico già ridottissimo: le squadre di soccorso sono sempre


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al minimo consentito e questo solo grazie all'impiego del precario personale discontinuo;
in questo contesto la formazione viene sempre effettuata in orario extralavorativo vista l'impossibilità di sottrarre risorse al servizio;
la pineta di Ravenna è perennemente a rischio, lo smantellamento del polo chimico, lo sviluppo del polo commerciale e la presenza di molteplici impianti industriali a rischio di «incidente rilevante» gli impianti off-shore per il metano, sono solo alcuni dei motivi che rendono necessaria l'apertura di un distaccamento nautico a Marina di Ravenna e, più in generale, una riclassificazione del comando provinciale ed un'incremento degli organici in particolare al Porto ed a Faenza, mentre come sottolinea Il Resto del Carlino del 15 marzo 2003 si profila «un estate senza vigili del fuoco» -:
se il Governo non ritenga opportuno istituire una sede permanente a Cervia o comunque creare un distaccamento nautico a Marina di Ravenna, nonché procedere urgentemente ad un'incremento dell'organico provinciale.
(4-06700)

Risposta. - Il 28 gennaio 2004 è stata sottoscritta dalle parti l'ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro per il quadriennio normativo 2002-2005 e il biennio economico 2002-2003, relativo al comparto delle amministrazioni autonome dello Stato ad ordinamento autonomo, che comprende anche il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, limitatamente al personale di livello non dirigenziale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco presta l'attività istituzionale del soccorso tecnico urgente in qualunque frangente si renda necessario. I suoi reparti operativi, quindi, intervengono a tutela della pubblica incolumità e dell'integrità dei beni e degli insediamenti sia che si tratti di incidenti che si verificano nell'ordinario, sia in occasione di eventi di protezione civile o di difesa civile. È assolutamente improprio attardarsi in puntualizzazioni e differenziazioni avulse dalla realtà tra interventi di soccorso pubblico, di protezione civile e di difesa civile.
Non è esatta l'affermazione secondo cui «...il comando provinciale dei vigili del fuoco di Ravenna... non ha ancora acquisito il livello zero... per interventi di difesa civile...». Il monitoraggio effettuato dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile relativamente all'attuazione degli obiettivi prioritari individuati per l'anno 2003 ha evidenziato che il 9 per cento del personale del Comando è stato formato ai livelli zero ed uno.
In merito alla richiesta di incrementare l'organico del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Ravenna, occorre svolgere una premessa di carattere generale.
Nei dieci anni antecedenti la formazione di questo Governo le piante organiche dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco e la distribuzione sul territorio delle relative sedi di servizio non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali crescenti esigenze operative.
Gli esigui incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 175 del 2001, infatti non hanno consentito l'aumento delle dotazioni organiche delle singole sedi del territorio nazionale, ma solo l'attuazione di alcune misure prioritarie (ad es. adeguamento agli standard ICAO dell'organico VV.F. addetto al soccorso aeroportuale).
Di conseguenza la carenza di organico lamentata dalla S.V. con riferimento alla provincia di Ravenna rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
Nella consapevolezza di ciò, l'Amministrazione dell'Interno, implementando una serie di studi e progetti pregressi, alcuni dei quali in fase di attuazione, ha elaborato un progetto pluriennale di sviluppo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco che, in un'ottica di maggiore funzionalità e tempestività dei servizi istituzionali prevede:
il potenziamento dell'organico dei presidi VV.F. già esistenti a livello provinciale (sedi centrali e distaccamenti), secondo parametri collegati a determinati dati dell'ultimo


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censimento nazionale ISTAT, al numero degli interventi di soccorso tecnico urgente effettuati negli ultimi anni, nonché all'esigenza di rendere omogenea la presenza del C.N.VV.F sul territorio nazionale;
l'istituzione, nell'ambito del subprogetto «Soccorso Italia in 20 minuti», di circa 470 presidi aggiuntivi, tra distaccamenti permanenti, volontari e misti, individuati in modo da assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «115» in una parte largamente preponderante del territorio nazionale (resterebbero temporaneamente esclusi dall'intervento in venti minuti circa 5 milioni di abitanti collocati in prevalenza in zone difficilmente raggiungibili per le caratteristiche territoriali, per i quali è stata comunque ipotizzata la realizzazione di un progetto di autoprotezione);
l'adeguamento delle dotazioni organiche delle Direzioni regionali VV.F. ai nuovi compiti assegnati con il decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2002, il potenziamento dei nuclei specialistici di soccorso (aeroportuale, portuale, aereo, acquatico, nucleare-biologico-chimico-radiologico eccetera) e, più in generale, l'adeguamento degli organici ad altri svariati compiti d'istituto (soccorso presso autostrade, ferrovie, gallerie e viadotti, presso sedi di organi costituzionali eccetera).

L'attuazione del progetto pluriennale richiede, ovviamente, il supporto di specifici provvedimenti legislativi, che prevedano e finanzino i necessari consistenti incrementi di personale.
L'attuale Governo ha iniziato ad incidere in tal senso con la legge finanziaria 2003, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità (già assunte) ed ha consentito di procedere all'assunzione di altre 558 unità, come da autorizzazione contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica in data 31 luglio 2003.
Anche nella legge finanziaria 2004 sono state inserite misure volte all'assunzione di personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Infatti è previsto che la dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sia incrementata di 500 unità complessive di personale e, in aggiunta, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 280 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.
Si soggiunge che il decreto legge 30 gennaio 2004, n. 24 ha previsto all'articolo 2 un incremento di altre 500 unità della dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Un ulteriore incremento di personale, questa volta, volontario si potrà registrare a seguito dell'attuazione, già avviata, dell'appena citato progetto «Soccorso Italia in 20 minuti» nella parte in cui prevede l'attivazione di 334 nuovi distaccamenti volontari. Va tuttavia sottolineato che, in considerazione dei rilevanti costi finanziari, l'istituzione di tali sedi di servizio richiederà la partecipazione attiva degli Enti Locali attraverso un'opera di sensibilizzazione della popolazione alla diffusione del volontariato VV.F. e la messa a disposizione gratuita delle strutture immobiliari necessarie all'attivazione dei presidi di soccorso.
Ciò premesso in linea generale, con riferimento all'oggetto specifico dell'interrogazione, si rappresenta che per il Comando provinciale VV.F. di Ravenna è previsto complessivamente un organico di 215 unità (organico teorico), di cui 23 capi reparto, 60 capi squadra e 132 vigili permanenti. L'organico effettivo è attualmente formato da 196 unità, di cui 15 capi reparto, 49 capi squadra e 132 vigili permanenti.
In relazione a tale situazione, l'opportunità prospettata dalla S.V. di provvedere ad un incremento dell'organico delle strutture VV.F. della provincia di Ravenna sarà valutata in occasione della progressiva copertura delle vacanze dell'organico e dell'attuazione dei corsi di passaggio di qualifica, tenendo presente, da un lato, il


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quadro generale delle esigenze del territorio nazionale, dall'altro, la circostanza che la situazione dell'organico nella provincia in questione non è dissimile da quella riscontrabile in altre province.
L'Amministrazione ha piena consapevolezza della particolare situazione del porto di Ravenna e della presenza di impianti off-shore per il metano. Di recente si è provveduto a dotare la sede portuale di una nuova unità navale antincendio del tipo veloce (circa 30 nodi) e sono allo studio ulteriori assegnazioni di mezzi. L'aumento del numero degli specialisti nautici ivi in servizio sarà attuato quando un significativo aumento delle dotazioni organiche renderà tale misura compatibile con le altre esigenze del soccorso.
Allo stesso modo, in coincidenza con un significativo aumento delle dotazioni organiche sarà presa in considerazione la possibilità di istituire un presidio nautico a Marina di Ravenna, che potrebbe essere gestito dall'attuale distaccamento portuale di Ravenna.
Il distaccamento misto di Cervia è di istituzione abbastanza recente (aprile 2002). La sua trasformazione in distaccamento permanente non rientra al momento nei programmi dell'Amministrazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

BULGARELLI, CENTO e RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
martedì 1 luglio 2003 per protestare contro le scelte del Governo che vuole inserirli dentro il comparto sicurezza (militarizzando il corpo) un gruppo di vigili del fuoco ha dato vita ad una manifestazione pacifica davanti Palazzo Chigi durante la quale i vigili del fuoco hanno espresso lo stato di evidente esasperazione cui sono costretti dalle politiche in materia di soccorso e protezione civile, nonché dal mancato rinnovo del contratto fermo da oltre 18 mesi;
nel corso della manifestazione i vigili del fuoco hanno dato vita ad un saggio simbolico montando e innalzando una «scala controventata» retta da quattro funi, per pochi minuti, in una Piazza Colonna calda e deserta, mal sorvegliata dalle forze dell'ordine. Il gesto era più che un semplice atto di protesta ma, nelle intenzioni delle RdB (come riportato nel loro comunicato stampa), aveva valore simbolico rappresentando il rapporto di cooperazione e coordinamento tra i lavoratori, ed in effetti per chi ha potuto assistere al saggio, salvo i pericolosi interventi delle forze dell'ordine di cui si farà riferimento più oltre, si è trattato di uno spettacolo in cui i pompieri hanno dato prova di padronanza dell'arte e di un coordinamento simile a quello dei migliori equipaggi delle barche a vela da competizione; si è messa così in evidenza la capacità professionale di una categoria che non vuole essere assimilata né contrattualmente né nelle competenze alle forze di polizia;
una nota stonata nella breve e significativa manifestazione è venuta dall'atteggiamento delle Forze di Polizia che prima hanno tentato di impedire con la forza l'innalzamento della scala già issata di circa trenta gradi, mettendo gravemente a rischio i pompieri impegnati nell'operazione sottoposti ad una leva notevole, poi hanno stracciato lo striscione che chiedeva «Meno medaglie, più diritti e più salari» ed infine, a manifestazione terminata, hanno fermato con la scusa dell'identificazione alcuni vigili del fuoco, ma di fatto l'identificazione è stata impedita perché i poliziotti non hanno permesso ad alcuni vigili del fuoco di prendere i documenti nel furgoncino adiacente. Vani i tentativi di mediazione dei parlamentari presenti, ossia di Mauro Bulgarelli e della senatrice Loredana de Petris, è stato operato il fermo di 9 vigili del fuoco per oltre 3 ore e mezzo al I commissariato di Roma -:
se un simile atteggiamento repressivo delle forze dell'ordine di fronte ad un atto privo di alcun rischio, arrecante invece gravi pericoli per i manifestanti, non sia stigmatizzabile per il futuro; perché le forze dell'ordine non hanno proceduto


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secondo ragionevolezza, consentendo ai vigili del fuoco di esibire i propri documenti; quali siano le risposte del Governo alle serie e gravi questioni poste in luce dal sindacato di base dei vigili del fuoco.
(4-06846)

Risposta. - Il 28 gennaio 2004 scorso tra l'Aran e le organizzazioni di categoria è stato firmato il nuovo contratto nazionale dei Vigili del Fuoco.
L'impegno profuso dal Governo per il rinnovo di tale contratto è ampiamente testimoniato dai numerosi incontri tra il Ministro dell'Interno e quello della Funzione pubblica sullo stato delle trattative che, come si ricorda, sono iniziate in sede Aran già nell'agosto 2003.
La ridefinizione e l'esatta quantificazione degli oneri necessari per la positiva conclusione della vertenza negoziale hanno permesso di raggiungere un'intesa con le organizzazioni confederali.
A dimostrazione dell'importanza e della professionalità riconosciuta dal Governo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, si ricorda, inoltre, che è attualmente in discussione presso il Senato della Repubblica, il disegno di legge d'iniziativa governativa n. 2756, approvato dalla Camera dei Deputati il 12 febbraio 2004, recante una delega al Governo per la disciplina del rapporto di impiego del personale del Corpo.
In tale rinnovato ambito di riferimento, sono previsti l'istituzione di un autonomo compatto di negoziazione - nettamente separato quindi dal comparto sicurezza - per la disciplina di alcuni aspetti del rapporto di impiego tassativamente determinati ed un rinnovato ordinamento del personale per gli aspetti non demandati alla negoziazione.
La riforma persegue, quindi, finalità di alto profilo in quanto tende non solo ad incentivare l'operatività e l'efficienza del personale, ma anche a rendere più evidente e percepibile la funzione di sicurezza civile che il Corpo è chiamato ad espletare nella società, quale parte integrante e sostanziale del sistema di sicurezza statuale diretto al conseguimento degli obiettivi di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente.
Si ricorda, inoltre, che è stato recentemente approvato il decreto-legge n. 24 del 30 gennaio 2004, attualmente in corso di esame presso il Senato della Repubblica che, all'articolo 2, prevede un incremento di 500 unità complessive della dotazione organica dei vigili del fuoco.
Per quanto riguarda la manifestazione di protesta cui fa riferimento l'interrogante, si precisa che l'intervento del Personale di Polizia presente sul posto ha consentito che la stessa si mantenesse entro parametri di legalità.
Otto dimostranti sono stati, tuttavia, accompagnati presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza «Trevi-Campo Marzio» dove, oltre ad essere identificati, sono stati informati che sarebbero stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per manifestazione non preavvisata e, avendo utilizzato per la dimostrazione mezzi dell'Amministrazione di appartenenza, per il reato di peculato.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

BULGARELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il corpo dei Vigili del Fuoco di Rimini è da tempo afflitto da gravi carenze di organico, come ripetutamente segnalato da alcune organizzazioni sindacali di categoria, che in data 23 aprile 2003 hanno reso noto al prefetto di Rimini l'allarme della popolazione civile e il disagio degli operatori;
nell'ambito di tale incontro le organizzazioni sindacali chiedevano al prefetto, in qualità di rappresentante del Governo, di promuovere la convocazione di una riunione aperta alle autorità locali e ai parlamentari, volta a concentrare ogni sforzo possibile nella direzione del potenziamento del personale presso il comando provinciale dei VVF di Rimini;


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tuttavia a tutt'oggi il quadro è rimasto immutato e a causa delle carenze di organico il distaccamento estivo di Cattolica non ha potuto aprire i battenti e quello presso il locale aeroporto ha potuto continuare la sua attività solo grazie a un accordo con le rappresentanze dei lavoratori che hanno accettato di formare la squadra antincendio con sole 13 unità invece delle 15 previste per legge; la presenza di una squadra al di sotto delle 15 unità potrebbe portare alla chiusura dell'aeroporto, non sussistendo le condizioni di sicurezza per gli aerei di grandi dimensioni;
anche per quanto riguarda la squadra della centrale che opera sul territorio, solo in rari casi gli interventi vengono svolti con l'organico al completo, che dovrebbe ammontare a cinque unità;
appare evidente che l'attuale organico non garantisce un adeguato livello di efficienza nelle attività di soccorso, circostanza ulteriormente aggravata dalle caratteristiche del territorio della provincia di Rimini, denso di attività legate al turismo di massa, congressuale e fieristico e, parallelamente, aumentano i rischi per l'incolumità dei vigili del fuoco, costretti a intervenire in condizioni di precarietà;
va inoltre sottolineato che alla fine del 1996 è stato istituito il comando provinciale di Rimini dei VVF ma il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 aprile 1997 ha provveduto alla ripartizione delle dotazioni organiche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco prendendo in considerazione dati che si riferivano all'epoca in cui Rimini era un distaccamento del comando di Forlì e prendendo peraltro in esame dati relativi solamente a una frazione di anno solare riferita alla sola popolazione residente; oggi, nonostante l'istituzione della Provincia, della Sede Universitaria e del nuovo ente Fiera, che hanno determinato ulteriore incremento e sviluppo del tessuto economico e sociale di tutto il territorio, la dotazione organica del Comando Provinciale VVF di Rimini risulta, per effetto di pensionamenti ed esoneri per malattia o infortunio, di gran lunga inferiore a quella prevista dal succitato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1997 -:
se non ritenga doveroso e urgente intervenire per potenziare adeguatamente il Comando Provinciale dei VVF di Rimini, onde evitare il protrarsi di gravi rischi per la sicurezza della popolazione e per l'incolumità dei vigili del fuoco.
(4-07001)

Risposta. - Riguardo alla richiesta di potenziare l'organico del Comando provinciale di Rimini, occorre svolgere una premessa di carattere generale.
Nei dieci anni antecedenti la formazione di questo Governo le piante organiche dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco e la distribuzione sul territorio delle relative sedi di servizio non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali crescenti esigenze operative.
Gli esigui incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 175 del 2001, infatti non hanno consentito l'aumento delle dotazioni organiche delle singole sedi del territorio nazionale, ma solo l'attuazione di alcune misure prioritarie (ad es. adeguamento agli standard ICAO dell'organico VV.F. addetto al soccorso aeroportuale).
Di conseguenza la carenza di organico lamentata dall'interrogante con riferimento alla provincia di Rimini rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
Nella consapevolezza di ciò, l'Amministrazione dell'interno, implementando una serie di studi e progetti pregressi, alcuni dei quali in fase di attuazione, ha elaborato un progetto pluriennale di sviluppo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, in un'ottica di maggiore funzionalità e tempestività dei servizi istituzionali prevede:
il potenziamento dell'organico dei presidi VV.F. già esistenti a livello provinciale (sede centrali e distaccamenti), secondo parametri collegati a determinati dati dell'ultimo censimento nazionale Istat, al numero degli interventi di soccorso tecnico urgente


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effettuati negli ultimi anni, nonché all'esigenza di rendere omogenea la presenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sul territorio nazionale;
l'istituzione, nell'ambito del subprogetto «Soccorso Italia in 20 minuti», di circa 470 presidi aggiuntivi, tra distaccamenti permanenti, volontari e misti, individuati in modo da assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «115» in una parte largamente preponderante del territorio nazionale (resterebbero temporaneamente esclusi dall'intervento in venti minuti circa 5 milioni di abitanti collocati in prevalenza in zone difficilmente raggiungibili per le caratteristiche territoriali, per i quali è stata comunque ipotizzata la realizzazione di un progetto di autoprotezione);
l'adeguamento delle dotazioni organiche delle Direzioni regionali VV.F. ai nuovi compiti assegnati con decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2002, il potenziamento dei nuclei specialistici di soccorso (aeroportuale, portuale, aereo, acquatico, nucleare-biologico-chimico-radiologico ecc.) e, più in generale, l'adeguamento degli organici ad altri svariati compiti d'istituto (soccorso presso autostrade, ferrovie, gallerie e viadotti, presso sedi di organi costituzionali ecc.).

L'attuazione del progetto pluriennale richiede, ovviamente, il supporto di specifici provvedimenti legislativi, che prevedano e finanzino i necessari consistenti incrementi di personale.
L'attuale Governo ha iniziato ad incidere in tal senso con la legge finanziaria 2003, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità (già assunte) ed ha consentito di procedere all'assunzione di altre 558 unità, come da autorizzazione contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica in data 31 luglio 2003.
Anche nella legge finanziaria 2004 sono state inserite misure volte all'assunzione di personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Infatti è previsto che la dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sia incrementata di 500 unità complessive di personale e, in aggiunta, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 280 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.
Si soggiunge che il decreto legge 30 gennaio 2004, n. 24 ha previsto all'articolo 2 un incremento di altre 500 unità della dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Un ulteriore incremento di personale, questa volta, volontario si potrà registrare a seguito dell'attuazione, già avviata, dell'appena citato progetto «Soccorso Italia in 20 minuti» nella parte in cui prevede l'attivazione di 334 nuovi distaccamenti volontari. Va tuttavia sottolineato che, in considerazione dei rilevanti costi finanziari, l'istituzione di tali sedi di servizio richiederà la partecipazione attiva degli Enti locali attraverso un'opera di sensibilizzazione della popolazione alla diffusione del volontariato VV.F. e la messa a disposizione gratuita delle strutture immobiliari necessarie all'attivazione dei presidi di soccorso.
Ciò premesso in linea generale, con riferimento all'oggetto specifico dell'interrogazione, si rappresenta che, a fronte di un organico teorico di 176 unità, prestano attualmente servizio presso il Comando provinciale VV.F. di Rimini 168 unità, di cui 20 capi reparto, 58 capi squadra e 90 vigili permanenti.
In relazione a tale situazione, l'opportunità prospettata dall'interrogante di provvedere ad un incremento dell'organico delle strutture VV.F. della provincia di Rimini sarà valutata nel quadro generale delle esigenze del territorio nazionale, tenendo presente che la situazione dell'organico ivi riscontrabile è comune ad altre province.
In tal senso, si segnala che nel citato subprogetto «Soccorso Italia in 20 minuti» è ipotizzata, con riferimento alla provincia


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di Rimini, l'istituzione di un distaccamento permanente a Cattolica e di un distaccamento volontario a Marciano di Romagna.
La mancata attivazione del distaccamento stagionale di Cattolica è da mettere in relazione alla circostanza che nel 2003, al contrario degli anni precedenti, il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco non è stato destinatario di alcun provvedimento legislativo di assegnazione di fondi supplementari a carico del bilancio statale per sopperire alle esigenze straordinarie connesse alla campagna antincendi boschivi.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte del 13 ottobre 2002, un gruppo di ultras della Lazio uscito dalla vicina sede di tifosi del quartiere Piramide, ha messo in atto un violento pestaggio ai danni di un cittadino extracomunitario riducendolo in fin di vita;
questo episodio si inserisce in un crescente clima di intolleranza e razzismo che caratterizza una minoranza dei tifosi delle squadre di calcio della Capitale;
la tempestiva azione della questura ha permesso di individuare, in un gruppo di ultras laziali, i responsabili del grave episodio;
è necessaria una azione di prevenzione più efficace da parte delle forze dell'ordine per prevenire infiltrazioni di elementi di razzismo nelle tifoserie calcistiche -:
quali iniziative concrete si intendano intraprendere al fine di contrastare e soprattutto prevenire questi fenomeni di violenza sempre più spesso a sfondo razzista.
(4-04149)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che, in relazione al grave episodio di violenza perpetrato il 13 ottobre 2002 ai danni di un cittadino extracomunitario, le indagini condotte dalla Questura di Roma hanno consentito l'arresto, nelle ore immediatamente successive all'aggressione, di due dei cinque autori del gesto delittuoso e, nei giorni successivi, il fermo e la denuncia degli altri tre.
Il procedimento penale avviato a loro carico, per tentato omicidio aggravato dalla finalità dell'odio razziale, si è concluso in primo grado con sentenza di condanna per quattro dei componenti del gruppo; il quinto inquisito non risulta essere stato ancora giudicato.
Tutte le persone coinvolte sono risultate appartenenti al sodalizio di tifosi «
ultras» della S.S. Lazio sul quale, analogamente a quanto avviene per tutte le frange estreme delle tifoserie capitoline, era già in atto un ampio e costante monitoraggio, da parte delle Forze di Polizia, finalizzato a prevenire e reprimere ogni illegalità, con particolare riferimento a quelle connotate da motivazioni xenofobe ed antisemite.
Sul piano più generale dei provvedimenti di carattere preventivo riguardanti il fenomeno della violenza da parte delle tifoserie calcistiche, i dati riferiti al girone d'andata del corrente campionato di calcio di serie A, rispetto allo stesso periodo della stagione precedente, dimostrano l'efficacia degli strumenti normativi introdotti dal Governo (cosiddetta normativa «antiviolenza»).
In particolare, gli incontri durante i quali si sono registrati feriti sono diminuiti del 29 per cento (da 142 a 101), quelli dove si è reso necessario l'uso di lacrimogeni del 48 per cento (da 44 a 23); i feriti tra i tifosi sono diminuiti del 35 per cento (da 210 a 137) e quelli tra le Forze di Polizia del 43 per cento (da 570 a 324).
Anche le conflittualità che avevano caratterizzato gran parte del precedente campionato risultano affievolite. Infatti, le intemperanze nei confronti delle Forze dell'Ordine sono diminuite del 24 per cento (da 49 a 37 episodi) e gli scontri tra le opposte tifoserie del 15 per cento (da 110 a 93).
Si va, peraltro, confermando la tendenza ad una netta prevalenza dei disordini all'esterno degli impianti sportivi, dove risultano


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più frequenti i contatti tra gli opposti schieramenti. Sulla totalità degli incidenti occorsi in funzione di avvenimenti calcistici, solo il 26 per cento di questi si verificano all'interno degli stadi, il 13 per cento in ambito urbano ed il 2 per cento in ambito ferroviario; per contro, ben il 59 per cento dei disordini avvengono nelle adiacenze degli impianti sportivi e, in modo particolare, nelle fasi di afflusso e deflusso degli spettatori.
Sono, a tale riguardo, allo studio misure volte ad un ulteriore coinvolgimento delle stesse Società sportive, che potrebbero utilizzare, nella prospettiva di un progetto di graduale privatizzazione degli impianti, proprio personale di vigilanza all'interno degli stadi in funzione di raccordo tra l'evento agonistico e gli spettatori.
Tale iniziativa consentirebbe, tra l'altro, di recuperare personale delle Forze dell'ordine per i servizi di prevenzione all'esterno dello stadio e corrisponderebbe, in pieno, alle Raccomandazioni del Consiglio d'Europa, che ha invitato gli Stati membri ad affidare all'organizzatore dell'evento la sicurezza all'interno degli impianti, secondo una procedura già attuata in molti Paesi Europei quali Belgio, Inghilterra e Olanda.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CENTO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 6 aprile 2003 verso le 15,15 in una galleria in costruzione del tratto appenninico dell'alta velocità ferroviaria, nella zona di Barbarolo, sulla collina bolognese, si è verificato uno scoppio con successivo incendio;
a seguito di questo incendio, cinque operai che stavano lavorando in galleria sono rimasti ustionati in modo molto grave;
all'interno della galleria dove gli operai stavano lavorando si è improvvisamente creata una sacca di gas geologico, e, dato preoccupante, risulta che i rilevatori della presenza del grisou non hanno segnalato concentrazioni rischiose del gas;
nei giorni precedenti, le segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil, di Bologna e Firenze avevano già chiesto un incontro all'azienda per fare il punto sul sistema di prevenzione e sulla sicurezza del lavoro;
quanto è successo è ancora di più preoccupante perché ci sono altre gallerie oggi attive, comprese quelle per i lavori della variante di valico, dove il pericolo di grisou è presente -:
se non si debba immediatamente avviare un'inchiesta amministrativa, oltre a quella giudiziaria, per individuare le gravi responsabilità che hanno determinato l'incidente;
se vi siano state omissioni, ritardi, e la non applicazione delle leggi sulla sicurezza del lavoro;
come sia potuta avvenire la fuga di grisou senza che i rilevatori ne segnalassero la presenza;
se non si debbano rafforzare ulteriormente i controlli sull'applicazione e il rispetto delle norme di sicurezza da parte di tutti i soggetti coinvolti, potenziando a tal fine l'attività di prevenzione e controllo;
se non si intenda sollecitare la Tav ad avviare un'indagine interna in grado di stabilire con precisione quali sono state le cause del tragico incidente e le misure che si intendono adottare.
(4-05984)

Risposta. - In relazione all'atto di sindacato ispettivo in esame, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito sull'incidente avvenuto il 6 aprile 2003 presso il cantiere E5 «Rio dei Cani», in prossimità del fronte di avanzamento della galleria Monte Bibele nord a Barbarolo. Da informazioni ricevute da Cavet, il consorzio che sta realizzando la linea Bologna-Firenze, e responsabile delle procedure di sicurezza nei cantieri della linea veloce, l'incidente è stato causato da una scintilla provocata da un colpo di


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martello che accidentalmente ha colpito la cassaforma metallica utilizzata per gettare la calotta di rivestimento della galleria.
La scintilla ha innescato l'incendio di una sacca di gas non rilevata dalle centraline di allarme provocando una fiammata che ha investito 5 tecnici.
Gli operatori si trovavano in quel momento sulla piattaforma di servizio per controllare il completamento del getto di cemento.
Grazie all'immediato intervento del servizio GECAV (la specifica struttura del 118 costituita nel 1996 per la gestione delle emergenze nei cantieri dell'alta velocità) si sono potute limitare le conseguenze dell'incidente.
Il sistema di rilevamento gas è stato verificato dalla ASL subito dopo l'evento ed è stato trovato in stato di efficienza.
Il consorzio Cavet ha effettuato per tutti gli addetti al sistema di rilevamento attività di formazione-informazione come prescritto dal piano operativo sicurezza.
La normativa relativa alla sicurezza sui cantieri è stata definita dal decreto legislativo n. 494 del 1996, il quale prevede:
che l'obbligo di redigere il piano di sicurezza sia trasferito dalla sfera giuridica dell'appaltatore a quella del committente;
che si ottemperi, già in fase di progettazione esecutiva, a precise determinazioni in materia di sicurezza anticipando a tale fase il momento della predisposizione del piano generale;
che, infine, siano introdotte - oltre naturalmente al committente - figure soggettive con specifiche responsabilità in termini di programmazione e vigilanza (responsabile lavori, coordinatore per la progettazione, coordinatore per l'esecuzione dei lavori).

Per far fronte al dirompente innovativo impatto delle nuove norme sulle strutture organizzative preposte all'attuazione di opere da realizzarsi mediante cantieri temporanei o mobili, il Ministero del lavoro ha stabilito, con circolare n. 41 del 18 marzo 1997, che «le disposizioni del decreto legislativo n. 494 del 1996 si applicano ai cantieri per i quali l'incarico di progettazione sia stato affidato formalmente a partire dal 24 marzo 1997, data di entrata in vigore del decreto stesso».
Pertanto le nuove norme di sicurezza non si applicano alle tratte già affidate ai
general contractor, alla data del 24 marzo 1997 di entrata in vigore del decreto n. 494 del 1996.
Nel caso specifico della tratta Bologna-Firenze (dove è ubicato il cantiere Monte San Bibele) i lavori sono stato affidati a FIAT - che si avvale del consorzio CAVET - con la convenzione del 1991 e nel 1996 è stato dato l'avvio ai lavori con la stipula dell'atto integrativo.
TAV, pur non essendo vincolata per le ragioni temporali evidenziate dal decreto legislativo n. 494 del 1996, in considerazione della complessità delle lavorazioni, della rilevanza e della durata dei lavori della Bologna-Firenze - per i quali svolge il ruolo di committente - ha ritenuto opportuno impegnare i suoi
general contractor al rispetto del decreto per la parte applicabile in corso di esecuzione.
In particolare nel 1998, a seguito di specifiche prescrizioni delle Regioni Emilia Romagna e Toscana, si è adottata in tutte le gallerie della Bologna-Firenze una riclassificazione degli standard di sicurezza nello «scavo di gallerie in terreni grisuntosi» che ha permesso di adottare - anche nei tratti dove non era previsto per legge - impianti elettrici e macchinari antideflagranti, nonché sistemi di monitoraggio fisso dei gas.
Inoltre, in Emilia Romagna e Toscana, nell'intento di dotarsi di tutti i possibili strumenti per assicurare la sicurezza del lavoro nei cantieri, è stato istituito dalle Regioni - attraverso un accordo sottoscritto con TAV, Cavet, l'azienda USL di Bologna sud e l'ASL 10 di Firenze - l'Osservatorio per i monitoraggi della tratta AV (OMTAV).
Obiettivo specifico dell'Osservatorio è valutare le condizioni di lavoro e dell'ambiente, la quantità e il tipo di infortuni, il rispetto delle norme di sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente. Tramite le attività


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dell'Osservatorio le due Regioni producono informazioni utili per migliorare le attività dei servizi sanitari, in particolare per la prevenzione degli incidenti sul lavoro. Il modello di sorveglianza OMTAV è considerato tra i più avanzati a livello europeo.
Per chiarire in modo definitivo la dinamica dell'incidente sono in corso un'indagine della magistratura della AUSL e dell'ispettorato del lavoro.
La ASL di Bologna sud il 28 aprile - avendo terminato i rilievi necessari allo svolgimento delle indagini - ha proceduto autonomamente e senza imporre prescrizioni alcune al dissequestro della porzione di galleria di Monte Bibele posta sotto sequestro immediatamente dopo l'incidente.
Sulla vicenda TAV ha attivato Italferr, la società di ingegneria di Ferrovie dello Stato S.p.a. incaricata della supervisione dei lavori, e si mantiene in stretto contatto con Cavet. Se dall'indagine emergesse la necessità di ulteriori miglioramenti nelle procedure di sicurezza, TAV assicura il massimo impegno in tal senso.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
domenica 27 aprile 2003, gruppi neonazisti hanno imbrattato con svastiche i muri della Camera del lavoro di Crevalcore (Bologna);
anche ad Argelato, sempre in provincia di Bologna, nelle ultime settimane, si sono verificati episodi ed atti di intimidazione nei confronti di immigrati e nei confronti di militanti ed appartenenti a partiti di centro-sinistra;
episodi sfociati anche in atti vandalici nei confronti dei simboli della resistenza, come quello verificatosi alle onoranze ai caduti di Marzabotto -:
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato circa i fatti sopra esposti;
come il Ministro intenda, per la provincia di Bologna, garantire la agibilità democratica e la tutela dei simboli della resistenza.
(4-06185)

Risposta. - In merito all'interrogazione parlamentare in discorso si comunica che risulta pendente il procedimento penale contro ignoti relativo all'imbrattamento, con svastiche, dei muri della Camera del Lavoro di Crevalcore (BO), avvenuto il 27 aprile 2003.
In sede di denuncia, i rappresentanti della Cgil hanno riferito di non avere in corso vertenze sindacali o controversie tali da giustificare il gesto da parte di avverse fazioni politiche.
Anche le indagini relative all'episodio dell'imbrattamento del portone d'ingresso del Comitato «Onoranze ai Caduti di Marzabotto», avvenuto a Bologna il 28 aprile 2003, non hanno finora portato all'identificazione degli autori.
Il Prefetto ha riferito che tale sede è stata inserita tra gli obiettivi da vigilare da parte delle Forze dell'ordine in occasione dei servizi di controllo del territorio.
Quanto all'aggressione, avvenuta il 26 aprile 2003 ad Argelato (BO), ai danni di un cittadino extracomunitario, quattro degli aggressori, di cui due minorenni, sono stati successivamente identificati, grazie anche alle testimonianze di alcuni giovani che hanno confermato la versione dei fatti resa dalla vittima.
L'Autorità giudiziaria ha disposto una perquisizione domiciliare presso le abitazioni dei minorenni denunziati, nel corso della stessa sono stati rinvenuti, tra l'altro, due coltelli a serramanico.
Il 10 maggio 2003, ad Argelato si è svolta una manifestazione di solidarietà al giovane extracomunitario aggredito, con la partecipazione di esponenti politici ed amministratori locali. Il 21 maggio 2003, il Sindaco di quel Comune ha denunciato alla Stazione dei Carabinieri di San Giorgio di Piano di aver ricevuto, presso la sede comunale, un volantino anonimo, recante l'intestazione «Forza Nuova-Skin 88», riportante frasi ingiuriose e minacce con riferimento alla menzionata manifestazione.


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Mentre sono in corso le attività informative e investigative volte a individuare i responsabili dei citati episodi, le Autorità provinciali di pubblica sicurezza hanno disposto l'intensificazione dei servizi di osservazione e di vigilanza presso gli obiettivi sensibili, nonché di monitoraggio delle attività delle frange di «skinheads» presenti nella provincia.
Non vengono, infatti, sottovalutati né il significato, né la portata degli episodi di intolleranza politica che, anche quando hanno soltanto carattere dimostrativo e non producono danni rilevanti, possono degenerare in atti ancora più gravi e, comunque, tali da interferire sulla normale dialettica democratica.
In tal senso l'impegno delle Forze di Polizia non può non essere accompagnato, nel pieno rispetto della legalità, dall'appoggio di tutte le forze istituzionali e politiche.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante insieme ad altri colleghi parlamentari ha effettuato una visita, il 26 maggio 2003, al cosiddetto CPT (Centro di permanenza temporanea immigrati) di Bologna, riscontrando personalmente delle gravi violazioni dei diritti umani: somministrazione di sedativi nel cibo; mancanza di adeguate terapie da somministrare ai tossicodipendenti; mancanza di informazione, in particolare vengono negati i permessi per i regolari colloqui e con i parenti e con l'avvocato previsto dalla legge che dovrebbe essere presente all'interno della struttura e a disposizione degli immigrati per ben due volte la settimana; totale mancanza di igiene;
la situazione è grave anche nel Centro di detenzione temporanea di Corso Brunelleschi a Torino dove oltre al problema della comunicazione, molti immigrati parlano solo la loro lingua e non si trovano traduttori, le condizioni igieniche sono davvero inaccettabili tanto che topi di fogna circolano liberamente e tranquillamente tra le baracche -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se non ritenga necessario far chiudere immediatamente detti centri di permanenza, previsti dalla famosa legge Bossi-Fini, perché non hanno più una funzione temporanea, ma bensì deleteria e vergognosa per chi si trova al loro interno e si vede giorno dopo giorno calpestare i propri diritti e la propria dignità.
(4-06476)

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come risulta anche da notizie di stampa, (l'Unità del 21 gennaio 2004), è in corso un'inchiesta della Procura e dei Carabinieri del NAS scaturita dalla denuncia di tre persone che sono state recluse nel centro di permanenza temporanea di Bologna;
le tre persone, due marocchini e un ecuadoregno, hanno allegato alla denuncia l'analisi del sangue da cui risultano tracce di Phenobarbital e Carbamazepina, due sedativi con effetto ipnotico che non possono essere somministrati senza prescrizione medica;
la Procura procede per il reato di somministrazione di sostanze alimentari alterate in modo pericoloso per la salute;
il sottoscritto già il 26 maggio 2003, con una interrogazione presentata in seguito ad una visita al Centro di Permanenza Temporanea a Bologna, aveva dichiarato di avere riscontrato personalmente violazioni dei diritti umani come la negazione di colloqui con parenti e con l'avvocato, totale mancanza di igiene e mancanza di adeguate terapie per i tossicodipendenti -:
se il Ministro interrogato non ritenga ormai improrogabile la chiusura immediata di tali centri di permanenza, perché non hanno più una funzione temporanea, bensì, secondo l'interrogante,


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deleteria e vergognosa per chi si trova al loro interno e si vede giorno dopo giorno calpestare i propri diritti e la propria dignità.
(4-08627)

Risposta. - Si comunica che, sulla base degli elementi forniti dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bologna, in data 5 dicembre 2003 un cittadino dell'Equador, già inserito nel Centro di Permanenza Temporanea di Bologna dal 29 agosto al 27 ottobre 2003, presentava denuncia a carico di ignoti, prospettando di essere stato sottoposto, dentro il C.P.T., a terapie improprie; in base alla sua denuncia, una volta dimesso dal centro, si era recato a Genova da parenti, si era sottoposto ad analisi del sangue in un laboratorio privato della stessa città, e le analisi avevano evidenziato tracce di carbamazepina e fenobarbital.
Nella stessa data del 5 dicembre 2003 un cittadino del Marocco, già inserito nel Centro di Permanenza Temporanea di Bologna dal 29 agosto al 25 ottobre 2003, presentava denuncia lamentando circostanze simili, pure evidenziate da analisi effettuate - a suo dire - in un laboratorio privato di Bologna.
In data 10 gennaio 2004, un cittadino del Marocco rappresentava direttamente al Pubblico Ministero di Bologna il proprio caso, analogo ai precedenti. Il 16 gennaio successivo il PM dottor Enrico Cieri faceva eseguire dal Nucleo Carabinieri NAS di Bologna perquisizione dei locali del Centro di permanenza temporanea: a tale atto il magistrato presenziava di persona.
Le ipotesi di reato enunciate nel decreto di perquisizione sono quelle di abuso d'ufficio, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, lesioni personali, in procedimento a carico di ignoti. Sempre in base a quanto comunicato dalla Procura di Bologna, la fase iniziale delle indagini non consente allo stato di formulare alcuna valutazione sulla effettiva sussistenza dei reati ipotizzati ed in particolare sulla sussistenza di una prassi di somministrazione sistematica ed indifferenziata di farmaci: ovviamente si attendono i referti analitici sui campioni acquisiti in sede di perquisizione e sequestro.
La Questura di Bologna informa che le denunce sono state presentate da:
Barahona Rodriguez Darwin Livingston; accompagnato al Centro di permanenza temporanea il 28 agosto 2003 a seguito di provvedimento di espulsione del Prefetto di Genova, il 27 ottobre 2003 era stato condotto alla frontiera aerea di Malpensa per il rimpatrio e nella circostanza poneva in essere comportamenti di resistenza e di violenza tali da determinare il rifiuto all'imbarco da parte del comandante dell'aereo; gli veniva quindi notificato l'ordine - poi non rispettato - di lasciare il territorio nazionale entro 5 giorni;
Lahar Said, pure accompagnato al Centro di permanenza temporanea di Bologna il 29 agosto 2003;
Khayri Mounir, che veniva accompagnato al Centro di permanenza temporanea il 12 dicembre 2003, a seguito di espulsione per rigetto della regolarizzazione, dovuta a una condanna per furto aggravato. Dopo numerose visite ambulatoriali per dolori addominali, il 3 gennaio egli veniva condotto dal Centro di permanenza temporanea all'ospedale di S. Orsola, nel quale da radiografia si riscontrava l'ingerimento di una lametta. Successivamente si allontanava dall'ospedale senza autorizzazione dei sanitari, si rendeva irreperibile, e il 10 gennaio si presentava al PM accompagnato da un avvocato.

Da questi dati si evince con certezza che 2 dei 3 denunciati hanno posto in essere atti concreti tesi a evitare l'espulsione. E ciò fa da oggettiva cornice alle denunce medesime.
Sull'attività dei medici in servizio al Centro di permanenza temporanea di Bologna, ricordo che il protocollo interno definisce Servizio Sanitario «del C.P.T. (...) un servizio di Medicina generale il cui fine è quello di garantire e preservare la salute della persona ospite. Tale servizio sarà svolto salvaguardando l'autonomia professionale e richiamandosi ai doveri deontologici ed etici, rispettandoli nella loro integrità. Ulteriore principio fondamentale è


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l'autentico rispetto della dignità della persona nelle sue diversità etnica, religiosa, culturale».
I medici in servizio presso il Centro di Bologna sono tenuti ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni impartite ed ogni somministrazione di medicinali è effettuata dietro prescrizione medica, informando il paziente sulla terapia.
Non risultano essere stati somministrati ad alcun ospite del Centro di permanenza temporanea farmaci contenenti fenobarbital, mentre risulta essere stata somministrata carbamazepina esclusivamente ad una paziente affetta da «cefalee con nevralgia del trigemino», secondo una normale prescrizione medica per coloro che soffrono di tale patologia.
In merito alla presunta adulterazione del cibo, esso viene fornito in modo preconfezionato da una ditta di
catering, individuata dalla prefettura di Bologna a seguito di regolare gara; in sede di indagine sono stati sequestrati campioni di pasti perfettamente conservati e sigillati.
Fino al 31 dicembre 2003 il servizio di mensa era gestito da altra ditta, sempre aggiudicataria di gara pubblica, che forniva pasti in recipienti preconfezionati, che impedivano la manomissione.
Sono stati effettuati inoltre accertamenti sulle modalità delle macchine erogatrici delle bevande calde, che sono risultate direttamente collegate alla rete idrica, e pertanto non suscettibili di manomissione.
Venendo alle questioni di carattere più generale relative ai Centri di permanenza temporanea, delle due l'una: o se ne contesta la stessa esistenza in vita, o si contestano le modalità della loro gestione. Se il problema riguarda i Centri di permanenza temporanea in sé considerati, è superfluo ricordare che, in base alla legge n. 40 del 1998, nota come legge Turco-Napolitano, che sul punto è stata solo parzialmente modificata dalla legge n. 189 del 2002, la cosiddetta Fini-Bossi, chi entra clandestinamente, a meno che non abbia i requisiti per l'asilo o non vi siano fondati motivi umanitari, va allontanato dal territorio nazionale, con il riaccompagnamento nel paese di provenienza. Per fare questo è indispensabile accertare l'identità del clandestino, perché sia certa la provenienza dell'interessato e lo Stato di provenienza non ponga ostacoli alla riammissione; l'indagine, che viene svolta caso per caso, punta a far emergere eventuali altri elementi significativi, per garantire al meglio tutte le posizioni che le normative internazionali tutelano; questi accertamenti richiedono del tempo, durante il quale chi è entrato clandestinamente deve essere posto, entro un massimo di 60 giorni, nelle condizioni di non dileguarsi.
Per questo, chi contesta i Centri di permanenza temporanea deve ammettere con chiarezza che la sua posizione è la seguente: coloro che, al di fuori dei confini europei, desiderano entrare in Italia, possono farlo liberamente, senza rispettare alcuna regola. Con la conseguenza che nessun clandestino va espulso e che, anzi, va eliminata la stessa nozione di clandestinità. È una opinione che non è condivisa né dal Governo né dal Parlamento italiani, i quali hanno deciso diversamente: e non solo questo Governo e questo Parlamento, ma anche quelli della precedente legislatura. Se, invece, il problema riguarda le condizioni di trattamento all'interno dei Centri di permanenza temporanea, chiunque visitando i centri di permanenza italiani e centri analoghi presenti in altri Stati dell'Unione europea, potrà constatare che quelli italiani garantiscono standard di vita oggettivamente rispettosi della dignità delle persone ospitate. Il livello delle prestazioni e dei servizi resi all'interno dei Centri di permanenza temporanea è stato stabilito in apposite linee guida per la gestione approvate con direttiva del Ministero dell'interno l'8 gennaio 2003.
Le linee guida fissano standard qualitativi e quantitativi da rispettare e garantiscono, perciò, la massima trasparenza nella gestione quotidiana delle strutture e nelle procedure di affidamento della gestione. Grazie ad esse è stato possibile, da un lato, omogeneizzare il livello delle prestazioni e, dall'altro, introdurre criteri obiettivi nella scelta degli enti gestori chiamati a formulare offerte trasparenti in termini di miglioramento delle prestazioni


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rese e dei corrispettivi richiesti. In ogni centro sono assicurati, oltre ai normali servizi alla persona, (lavanderia, barbieria, vitto, generi di conforto e quant'altro), il servizio di mediazione linguistica e culturale, l'assistenza sociale e psicologica, l'informazione sui diritti, doveri e sulla condizione dello straniero, l'intrattenimento degli ospiti, il servizio di assistenza sanitaria. Il rispetto dei diritti fondamentali degli stranieri ospiti nei centri è stato non solo garantito, ma anzi rafforzato ed esteso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alla Bonfiglioli riduttori di Bologna, azienda presso la quale lavorano circa mille dipendenti, dal 3 luglio 2003, è in corso una vertenza allo scopo di raggiungere un accordo correttivo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici;
risulta all'interrogante da notizie di stampa del quotidiano l'Unità del 17 ottobre 2003, che durante le tre ore di sciopero per turno, indette per il 16 ottobre 2003, davanti ai cancelli della sede centrale della Bonfiglioli di Lippo di Calderara, siano intervenuti i carabinieri per registrare i nomi dei rappresentanti sindacali presenti;
l'accaduto si configura, ad avviso dell'interrogante, come un gravissimo atto di intimidazione nei confronti dei lavoratori -:
quali siano le valutazioni del ministro su questo atto, secondo l'interrogante, ingiustificabile e di natura intimidatoria e per quali motivi siano stati registrati i nomi degli scioperanti.
(4-07799)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che presso l'azienda metalmeccanica «Bonfiglioli Riduttori S.p.A.» di Calderara di Reno (Bologna), su iniziativa della FIOM-CGIL, nei giorni dal 16 al 20 ottobre 2003, sono state attuate agitazioni sindacali tese a riaprire la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria, peraltro già sottoscritto a livello nazionale.
Nella circostanza, i manifestanti hanno messo in atto azioni di picchettaggio davanti ai cancelli dello stabilimento, con esposizione di cartelli, striscioni e bandiere.
In considerazione della tensione suscitata dalle manifestazioni di protesta, nonché a seguito della specifica richiesta di intervento formulata dalla predetta società, l'Arma dei Carabinieri ha eseguito opportuni servizi di vigilanza.
In uno di questi, alle ore 13,30 del 16 ottobre 2003, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Calderara di Reno è stato avvicinato da una persona che lo informava che la protesta era causata dalla volontà di difesa del salario e del contratto di lavoro e che non era intenzione dei manifestanti bloccare l'accesso dei camion allo stabilimento, ma solo di sostare agli ingressi della «Bonfiglioli Riduttori S.p.A.».
Allo scopo di identificare il proprio interlocutore, non conosciuto personalmente e, a differenza di analoghi episodi verificatisi in occasione di precedenti scioperi, privo di cartellino di riconoscimento, il militare ha chiesto allo stesso l'esibizione di un documento.
Analogamente, dopo circa mezz'ora, un altro militare della medesima Stazione dei Carabinieri è stato avvicinato da una donna, qualificatasi come segretaria della «FIOM», che, spiegando i motivi della manifestazione, ha ribadito che non era intenzione degli scioperanti bloccare l'accesso dei camion allo stabilimento, ma solo di stazionare agli ingressi.
Anche in tale occasione il militare, non conoscendo l'interlocutore, ha richiesto alla donna l'esibizione di un documento di identità.
Il successivo 17 ottobre, verso le ore 8.00, personale del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale è intervenuto presso la predetta azienda, dove era stata segnalata una rissa.


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I militari hanno accertato che un manifestante impediva l'ingresso nello stabilimento ad un dirigente aziendale, che aveva richiesto l'intervento del personale dell'Arma e che, in seguito all'episodio, si è riservato di formalizzare atto di querela.
In merito all'identificazione delle persone sopra descritte, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna ha evidenziato che non è stata inoltrata alcuna comunicazione all'Autorità Giudiziaria, non essendo stata ravvisata alcuna ipotesi di reato a procedibilità d'ufficio.
Si evidenzia, infine, che nel corso della suddetta manifestazione non si sono verificate turbative all'ordine e alla sicurezza pubblica e, pertanto, nessuna informativa è stata trasmessa all'Autorità Giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Sant'Egidio del Monte Albino (Salerno), il 12 giugno 2003, alle ore 6, come riportato dal quotidiano «Il Mattino», il signor Gerardo Maiorino, sostenitore, durante l'ultima tornata elettorale (25 maggio 2003), del candidato alla carica di sindaco, Roberto Marrazzo, è stato aggredito, all'interno di un bar, da cinque persone, tutte con il viso nascosto, armate di manganelli e bastoni;
a seguito dell'aggressione il signor Maiorino ha riportato fratture e contusioni;
nello stesso articolo viene riportata una dichiarazione, secondo la quale l'aggressione sarebbe stata motivata da un movente politico;
l'aggressione del Maiorino rappresenta, se confermato il movente politico, un gravissimo atto di intimidazione, di limitazione delle libertà personali e del godimento dei diritti politici -:
se sia a conoscenza di quanto accaduto e se e quali atti urgenti intenda porre in essere per evitare il ripetersi di tali gravi episodi.
(4-06662)

Risposta. - Si comunica che il giorno successivo all'aggressione, cui l'interrogante fa riferimento, il Questore di Salerno dispose in via d'urgenza le misure di vigilanza presso le abitazioni della vittima, nonché del Sindaco del Comune di Sant'Egidio del Monte Albino (Salerno) e del fratello di quest'ultimo, consigliere regionale.
Anche in considerazione dei riscontri rilevati nel contesto investigativo avviato da tempo dalla locale Direzione investigativa antimafia nei confronti di un gruppo camorristico operante nel territorio del Comune in parola, in favore del predetto amministratore locale è vigente la misura della «tutela su auto specializzata», mentre suo fratello ed il suo collaboratore sono destinatari della «vigilanza generica radiocollegata alle abitazioni ed ai luoghi di lavoro».
Le indagini dirette all'identificazione degli autori degli atti intimidatori e condotte dalla Sezione operativa di Salerno della Direzione investigativa antimafia, sono tuttora in corso ed al momento coperte da segreto istruttorio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 10 novembre 2003, alle ore 5.30, veniva rinvenuto, nella bacheca aziendale dalla Fincantieri di Castellammare di Stabia, un volantino con la seguente scritta «al vigilante Aniello Annunziata. Stai attento, ti porteremo alla morte» con la stella a cinque punte, simbolo delle Brigate Rosse, ma privo della sigla del gruppo terroristico;
Aniello Annunziata, insieme ad alcuni colleghi e ad un istituto privato di vigilanza, è responsabile della sicurezza e della sorveglianza nel cantiere navale di Castellammare, dove attualmente lavorano


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1.500 operai impegnati nella costruzione di un traghetto per conto della Tirrenia;
Annunziata, come predisposto dalla Procura di Torre Annunziata, che sta coordinando le indagini, per motivi di sicurezza, non potrà uscire di casa e per una settimana non potrà recarsi sul posto di lavoro, mentre l'abitazione sarà vigilata giorno e notte da una puttuglia delle forze dell'ordine;
recentemente le forze dell'ordine, con l'arresto della brigatista Nadia Desdemona Lioce, hanno condotto, in tutta Italia, una vasta azione contro la riorganizzazione delle Brigate Rosse;
secondo quando riportato da alcuni organi d'informazione l'attenzione degli inquirenti sarebbe concentrata all'interno del cantiere navale di Castellammare di Stabia -:
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per garantire la sicurezza di Aniello Annunziata e dei suoi familiari;
quali misure urgenti intenda adottare per scongiurare il ripetersi di episodi ditale gravità, in relazione ad una possibile recrudescenza, anche in Campania, del fenomeno terroristico delle Brigate Rosse.
(4-08073)

Risposta. - Si comunica che la scritta a contenuto minatorio rinvenuta il 10 novembre 2003 nella bacheca aziendale dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia e indirizzata ad una guardia particolare giurata in servizio nello stesso stabilimento era stata tracciata con una penna in calce ad una «comunicazione interna».
A fianco, era stata disegnata una stella che richiamava quella di David e non il noto simbolo delle Brigate Rosse, senza ulteriori sigle o scritte.
Dell'episodio è stata prontamente informata l'Autorità giudiziaria.
Il giorno successivo la guardia giurata ha presentato querela contro ignoti per il reato di minacce.
Risulta che l'interessato abbia ripreso regolarmente l'attività lavorativa presso la Fincantieri, dove non si sono verificati ulteriori episodi del genere.
Per quanto concerne l'iniziativa contro le Brigate Rosse e le altre formazioni eversive, si assicura che, dopo gli arresti eseguiti nell'ultimo periodo, sono in corso, in varie parti del territorio nazionale, accurate indagini, tutte coperte dal riserbo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

MAURA COSSUTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che al termine dei lavori della Conferenza oraria, organo che definisce l'assetto orario dei trasporti ferroviari, la società Trenitalia Spa ha comunicato alle parti sociali che a partire dall'entrata in vigore dell'orario di esercizio 2003-2004 prevista per il prossimo 15 dicembre, saranno dimesse dal servizio 57 vetture letto;
tale scelta nasce, ad avviso dell'interrogante, esclusivamente dalla logica dell'azienda Trenitalia di mantenere sotto controllo l'equilibrio dei conti economici senza alcun riguardo per la qualità dei servizi offerti alla clientela e per il destino dei lavoratori addetti ai servizi notturni, dipendenti delle aziende che hanno in appalto il servizio;
la conseguenza principale della scelta di Trenitalia è infatti la perdita nel 2004 di circa 13.000 corse rispetto alle 45.000 complessive previste per il 2003 con la creazione immediata di un esubero di almeno 150 lavoratori su un totale di 500 impegnati complessivamente nel servizio notturno;
ripercussioni negative dovute alla suddetta scelta, con creazione di ulteriori esuberi di personale, si avranno anche in altri comparti ferroviari, in particolare in


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quelli della manutenzione e della pulizia delle carrozze -:
se non ritengano di intervenire presso l'azienda Trenitalia Spa affinché sia ripensato l'orario di esercizio 2003-2004 al fine di mantenere stabili rispetto alla stagione 2002-2003 i servizi all'utenza e quindi di evitare gli esuberi di personale previsti;
se, altresì, non ritengano opportuno invitare l'azienda, qualora non si receda dal taglio delle corse programmato, ad utilizzare gli addetti alle vetture letto risultanti in esubero per la scorta alle vetture cuccette, oggi coperta con specifiche assunzioni di personale a tempo determinato.
(4-07621)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che con l'orario entrato in vigore dal 14 dicembre 2003 Trenitalia S.p.a. ha dismesso 45 vetture letto di 1a generazione, 57 in totale comprese quelle di scorta e quelle in riparazione, che sono tra le più vecchie del parco rotabile e responsabili del 50 per cento dei guasti.
Il provvedimento in questione si è reso necessario per i seguenti motivi:
negli ultimi due anni il mercato delle vetture letto ha registrato una flessione strutturale del 14 per cento circa;
per fronteggiare la situazione relativa al servizio notte durante il periodo estivo del 2003 Trenitalia s.p.a. ha lanciato campagne promozionali che non sono riuscite però a bloccare l'andamento negativo per le vetture letto, anche se contenuto ad un meno 2-3 per cento, mentre hanno sortito ottimi risultati per quanto riguarda i posti a sedere e le carrozze cuccette;
già durante il corso dell'anno 2003, per mancanza di passeggeri, è stato soppresso il servizio carrozze WL per un totale di circa 4.000 corse su base annua; in questa circostanza, per risolvere la questione relativa al personale, la Compagnia delle WL ha raggiunto un accordo sindacale consistente in una ridistribuzione delle ferie degli addetti al servizio vetture letto che ha consentito di non assumere lavoratori stagionali durante il periodo estivo; questa riduzione di corse ha comportato tra l'altro un risparmio dei costi di pulizia per Trenitalia s.p.a. pari a circa 500.000 euro su base annua.

Per il 2004, Trenitalia S.p.a. prevede la riduzione di ulteriori 8.400 corse di vagoni letto e, sempre per quella data, si prevede di sostituire le carrozze WL su quattro coppie di treni con carrozze cuccette comfort sulle quali verrebbe offerto al cliente un servizio standard vagone letto (lenzuola, coperte, cuscini, kit igienico). Per l'accudienza di questo nuovo servizio è in corso una trattativa commerciale con la Compagnia WL.
Complessivamente, il numero delle corse di cuccette
comfort con servizi standard WL sarebbe di 8.600, con il vantaggio per il cliente di poter disporre di circa 200 corse in più rispetto al 2003 e poter beneficiare di una riduzione del costo medio del servizio.
Per quanto attiene alle problematiche del personale della Compagnia delle WL, il Ministero del lavoro e della tutela sociale ha riferito che in data 21 gennaio 2004, è stato raggiunto un accordo in base al quale Trenitalia s.p.a. ha esternalizzato a
Wagon Lits il servizio di cuccette T 4 e Wagon lits ha revocato le 168 unità dichiarate esuberanti.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

DEIANA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 30 ottobre 2003 era indetta dal Comitato contro la guerra dell'università di Roma «Tor Vergata», nell'atrio tra il bar e l'auditorio della facoltà di lettere, un'assemblea-dibattito, regolarmente autorizzata dalla presidenza della facoltà il cui titolo era «Le vene aperte dell'America Latina» con la partecipazione di alcuni


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relatori e specialisti su progetti politico-economici di quella parte del mondo;
mentre alcuni studenti predisponevano l'atrio alla riunione sistemando l'amplificazione si presentavano due poliziotti in borghese qualificandosi ai ragazzi presenti come agenti della Digos e chiedendo di conoscere le generalità di tre responsabili dell'iniziativa;
alla replica dei presenti che l'assemblea era regolarmente autorizzata e a quale titolo facessero quella richiesta hanno risposto di trovarsi li per un normale riconoscimento, invitando il ragazzo che aveva rivolto la domanda a non alimentare un clima di tensione e aggiungendo che rifiutare di fornire le proprie generalità costituiva un reato;
i tre studenti presenti fornivano quindi agli agenti i documenti di riconoscimento, chiedendo a loro volta di poter vedere l'autorizzazione che giustificasse la loro presenza all'interno dell'università e i loro numeri di matricola, ottenendo solo i rispettivi nomi, mentre uno dei due precisava che nomi e numeri li chiedeva lui;
nel frattempo, richiamato da altri studenti, interveniva il segretario di facoltà cercando di ottenere spiegazioni in merito alla presenza dei due agenti di polizia all'interno dell'università durante un'iniziativa ampiamente riconosciuta dalle stesse istituzioni di facoltà e lamentato l'opportunità di questo intervento poliziesco e per tutta risposta veniva anche a lui richiesto di fornire le proprie generalità -:
cosa abbia da riferire il Governo in merito a un'iniziativa tanto grave e da chi siano state impartite le disposizioni che hanno consentito a questi due agenti, qualificatisi come appartenenti alla Digos, di irrompere all'interno di un'università pubblica dove era in atto un'iniziativa democratica e autorizzata, in modo del tutto arbitrarie e, ad avviso dell'interrogante, intimidatorio.
(4-08190)

Risposta. - In relazione all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che la mattina del 30 ottobre 2003 si è svolta, nei locali della Facoltà di Lettere dell'Università di Roma, «Tor Vergata», un'assemblea-dibattito indetta dal «Comitato contro la guerra» su tematiche riguardanti l'America Latina.
Il Questore di Roma ha riferito che, nell'occasione, alcuni agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza «Romanina», in abiti borghesi, hanno proceduto all'identificazione di due giovani che stavano allestendo una postazione di microfoni all'interno dell'atrio della Facoltà in parola.
È stato, altresì, identificato il Segretario della Facoltà il quale, giunto sul posto poco dopo, confermava che la manifestazione era stata autorizzata dal Rettore.
Il Questore di Roma ha precisato che, nella circostanza, non era presente personale in servizio presso la DIGOS.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella zona di confine tra Milano e Corsico, a poche centinaia di metri da Porta Genova, vi è la stazione di San Cristoforo, sul Naviglio, divenuta zona di pertinenza esclusiva di giovani rumeni irregolari;
i giovani, ogni giorno, si presentano verso le ore 16,30-17 ed iniziano a fare i bagni nel Naviglio, mentre in prossimità hanno realizzato tende di lamiera, per poi dedicarsi ad abbondanti ed incontrollate libagioni nelle ore serali e notturne, generando pericolo e disturbo;
il presidente del consiglio di zona 6 ha inviato una lettera-esposto ai responsabili dell'ordine pubblico denunciando una situazione che rende esasperati i cittadini della zona;
non sembra che ad oggi vi sia stata una risposta significativa da parte delle forze dell'ordine pur sapendo che i responsabili di tali disturbi sono extra-comunitari sprovvisti di permesso di soggiorno -:


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se non ritenga di segnalare ai responsabili territoriali delle Forze dell'Ordine di accentuare i controlli nella zona di San Cristoforo, al confine fra i comuni di Milano e di Corsico, reprimendo l'illegalità e controllando la condizione personale dei giovani rumeni che ai giornalisti intervenuti sul posto avrebbero spavaldamente confessato di essere irregolari.
(4-07252)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che l'area retrostante la Stazione ferroviaria «Milano-San Cristoforo», è sottoposta ad assidui controlli da parte della Questura e del Compartimento di Polizia Ferroviaria.
In detta zona erano stati rintracciati, il 23 agosto 2003, tre cittadini rumeni, privi di documenti di identificazione e di permesso di soggiorno; costoro, accompagnati all'Ufficio Immigrazione, sono stati successivamente espulsi.
Il 3 ottobre 2003, durante un controllo, è stato tratto in arresto un cittadino rumeno per violazione all'articolo 13 della legge 30 luglio 2002, n. 189 (ordine del Questore di lasciare lo Stato entro 5 giorni) e altri quattro extracomunitari sono stati accompagnati in Questura.
Recentemente, nell'area in questione una decina di extracomunitari rumeni hanno costruito alcune baracche ove trovare riparo per la notte; altri trenta stranieri, tra cui donne e bambini, hanno trovato riparo in un immobile in disuso vicino alla stazione.
Il Prefetto di Milano ha riferito che sono state avviate le procedure per lo sgombero e il ripristino dell'area, evidenziando che nella zona non esistono insediamenti stabili di cittadini rumeni o di altra nazionalità straniera, trattandosi piuttosto di occupazioni occasionali e limitate, soprattutto, al periodo invernale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - promesso che:
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Biella ha da tempo segnalato al Ministro una delicata situazione, che può compromettere l'efficienza e l'efficacia del servizio derivante da una consistente e preoccupante carenza di organico;
la carenza di organico è riferibile sia al personale amministrativo che al personale operativo;
al momento l'organico operativo del comando è di ottantaquattro unità e la riduzione, in considerazione delle assenze programmate per salto-turno e congedo ordinario, limita di fatto il servizio di soccorso tecnico urgente ad una partenza formata da cinque unità oltre a tre di rinforzo;
il comando provinciale di Biella non dispone di distaccamenti permanenti ma soltanto del distaccamento volontario di Trivero-Ponzone che offre un organico di tredici unità complessive ed è situato a circa quaranta chilometri dalla sede di Biella;
è doveroso segnalare che la provincia biellese, composta da ottantatré comuni dislocati in territorio in gran parte montuoso è caratterizzata da una netta prevalenza di imprenditoria collegata al settore tessile ad elevata tecnologia ed automazione;
l'esperienza maturata nel corso degli anni e le statistiche degli interventi, dimostrano che il servizio antincendio che il comando provinciale è in grado di fornire è appena sufficiente a contrastare l'inizio degli incendi di stabilimenti tessili, presso i cui magazzini vi sono elevate giacenze di materiali di solito altamente infiammabili, costringendo il comando medesimo, quasi sempre, a richiedere rinforzi di risorse umane e di mezzi ai comandi vicini;
tale situazione va ovviamente a detrimento della tempestività dell'intervento, elemento essenziale per poter domare, circoscrivere e vincere gli effetti devastanti degli incendi;


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le carenze di organico del settore amministrativo, a loro volta, hanno fatalmente indotto il comando ad impiegare sei unità di personale operativo a turno giornaliero, ancor più riducendo quindi il contingente di personale operativo di partenza;
appare dunque necessaria una revisione dell'organico complessivo del comando provinciale dei vigili del fuoco di Biella incrementando la pianta organica del settore operativo ed autorizzando l'immissione di almeno tre nuove unità da destinare al settore amministrativo;
risulta che il comando dei vigili del fuoco di Biella, in persona del suo comandante provinciale, abbia già provveduto a formalizzare tali richieste a codesto Ministero -:
quali urgenti provvedimenti intenda assumere per ovviare agli inconvenienti lamentati dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Biella e, in particolare, per sapere se, in ragione dei dati disponibili e relativi all'attività svolta nel corso degli anni, non ritenga di dover provvedere con la massima urgenza a rivedere la pianta organica del settore operativo portandola almeno a novanta unità, insieme con l'autorizzazione all'immissione di tre nuove unità da destinare al settore amministrativo.
(4-08539)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Biella ha rilevato come, nell'ambito della realizzazione della nuova sede del comando provinciale di Biella ubicata alla periferia della città di Biella, la superficie complessiva delle autorimesse risulta pari a 645 metri quadri, addirittura inferiore di circa 200 metri quadri alla superficie destinata alle autorimesse della vecchia sede prossima alla dismissione;
nell'ambito della nuova sede del comando provinciale di Biella non risulta, per incomprensibili ragioni, la realizzazione della palestra, di cui invece è dotata la vecchia sede in via di dismissione;
appare necessario ed al tempo stesso ragionevole prevedere la realizzazione di un ampliamento attraverso l'edificazione di un corpo di fabbrica a due piani fuori terra da destinarsi, al piano terreno, ad autorimessa ed al primo piano a palestra con gli annessi locali servizi igienici, depositi e laboratori;
appare in ogni caso disdicevole che una sede nuova dei vigili del fuoco parta con locali e servizi addirittura minori della vecchia sede -:
se non ritenga di dover progettualmente valutare la possibilità ed anzi la necessità di realizzare un corpo di fabbrica idoneo a garantire una adeguata superficie complessiva delle autorimesse in ragione del numero dei mezzi a disposizione del comando provinciale di quelli di futura assegnazione, nonché la realizzazione della palestra assolutamente indispensabile per l'addestramento e per le eventuali emergenze.
(4-08540)

Risposta. - Come è noto, negli ultimi dieci anni, le piante organiche delle strutture periferiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e la distribuzione sul territorio delle relative sedi non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali crescenti esigenze operative, cosicché la carenza di organico lamentata rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
Va, tuttavia, evidenziato che, nei due anni e mezzo di questo Governo, sono stati istituiti 79 nuovi distaccamenti tra volontari, misti e permanenti, e ne sono già stati effettivamente aperti ben 48, a fronte dei 35 istituiti dal precedente Governo e dei soli 23 resi operativi.
Gli esigui incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 175 del 2001, riguardanti il potenziamento del Corpo, non hanno consentito l'aumento delle singole sedi del territorio nazionale, ma solo l'adozione di alcuni provvedimenti


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prioritari, tra i quali l'adeguamento dell'organico dei vigili del fuoco addetti al soccorso aeroportuale agli standard previsti dall'organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO).
Nella consapevolezza di tale situazione, l'Amministrazione dell'interno, implementando una serie di studi e di progetti pregressi, alcuni dei quali in fase di attuazione, ha elaborato un progetto pluriennale di sviluppo del corpo nazionale che, in un'ottica di maggiore funzionalità e tempestività dei servizi istituzionali, prevede il raggiungimento di vari obiettivi: il potenziamento dell'organico dei presidi dei vigili del fuoco già esistenti a livello provinciale (sedi centrali e distaccamenti); l'istituzione, nell'ambito del progetto «Soccorso Italia in 20 minuti», di circa 470 presidii aggiuntivi, tra distaccamenti permanenti, volontari e misti, individuati in modo da assicurare interventi di soccorso entro 20 minuti dall'allertamento del 115 in una parte largamente preponderante del territorio nazionale; l'adeguamento delle dotazioni organiche delle direzioni regionali dei vigili del fuoco ai nuovi compiti assegnati con il decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2002; il potenziamento dei nuclei specialistici di soccorso (aeroportuale, portuale, aereo, acquatico, nucleare, biologico, chimico e radiologico) e, più in generale, l'adeguamento degli organici agli ulteriori compiti richiesti al Corpo dalle esperienze emergenziali odierne, quali il soccorso presso le autostrade, le ferrovie, le gallerie, i viadotti o presso le sedi degli organi costituzionali.
L'attuazione del progetto pluriennale richiede, ovviamente, il supporto di specifici provvedimenti legislativi che prevedano e finanzino i necessari consistenti incrementi di personale.
L'attuale Governo ha avvertito il potenziamento degli organici dei vigili del fuoco come una delle priorità del settore della sicurezza civile ed ha dunque iniziato a incidere sul problema attraverso la legge finanziaria per il 2003, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità - peraltro già assunte - ed ha consentito di procedere altresì all'assunzione di ulteriori 558 unità sulla base dell'autorizzazione prevista nel decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio 2003.
Anche nella legge finanziaria per il 2004 il Governo ha inserito misure volte all'assunzione di personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si è previsto, infatti, che la dotazione organica del Corpo sia incrementata di 500 unità e, in aggiunta, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 280 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza dell'antincendio.
Si segnala, inoltre, che, sulla
Gazzetta Ufficiale n. 26 del 2 febbraio 2004, è stato pubblicato il decreto-legge n. 24 del 30 gennaio 2004, attualmente in corso di esame presso il Senato della Repubblica (disegno di legge A.S. 2720), che, all'articolo 2, ha previsto un ulteriore incremento di 500 unità complessive della dotazione organica del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Incrementi di personale, questa volta volontario, si potranno registrare, peraltro, con la piena attuazione del ricordato subprogetto denominato «Soccorso Italia in 20 minuti», nella parte in cui prevede l'attivazione di nuovi distaccamenti volontari che concorreranno ad assicurare interventi di soccorso entro 20 minuti dall'allertamento del 115 ad altri 6 milioni di abitanti in aggiunta ai 46 milioni già serviti così rapidamente. Resterebbero al momento esclusi da un intervento in 20 minuti circa 5 milioni di italiani, collocati comunque prevalentemente in zone difficilmente raggiungibili per caratteristiche geografiche e di territorio.
Occorre rilevare che attualmente il Governo ha già incrementato il numero del personale volontario disponibile, portandolo dalle precedenti 4.100 unità alle 5.500 attuali.


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Per quanto riguarda, specificamente, la situazione del personale operativo del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Biella, si segnala che per lo stesso è prevista una dotazione organica di 84 unità, analogamente agli altri Comandi istituiti a seguito della costituzione delle nuove province o di pari tipologia esistenti. Attualmente l'organico presenta una carenza di un'unità.
Allo stesso Comando provinciale, nello scorso mese di dicembre, sono stati assegnati un addetto amministrativo di livello A2 ed un operatore tecnico professionale di livello B1.
Ulteriori assegnazioni di personale operativo al Comando saranno prese in considerazione in occasione delle assunzioni previste dalla legge finanziaria 2004.
Si rappresenta, infine, che i lavori di costruzione della nuova sede del Comando provinciale sono quasi terminati.
Il 28 novembre 2003 è stata effettuata la consegna provvisoria dell'immobile e sono in corso i lavori di completamento della centrale telefonica per consentire il trasferimento dell'attività alla nuova sede presumibilmente entro il prossimo mese di marzo. La superficie destinata ad autorimessa è di circa 750 mq., a cui sarà possibile aggiungerne altri 950 in un apposito fabbricato separato, con una disponibilità di spazi da adibire al rimessaggio di mezzi dei vigili del fuoco superiore alle attuali esigenze del Comando VV.F di Biella. Riguardo a quest'ultimo fabbricato, si segnala che è stata esperita la gara di appalto ed è stato già stipulato il relativo contratto con la ditta aggiudicataria.
Nella nuova sede non è stata prevista la palestra delle dimensioni di un campo di pallavolo, in quanto da tempo tale impianto non fa più parte del progetto tipo delle sedi VV.F. L'attuale articolazione dell'orario di lavoro del personale non giustifica più l'apertura di un campo da gioco coperto. È stato contemplato, comunque, un locale destinato alle esigenze di mantenimento dell'efficienza fisica del personale mediante idonee attrezzature meccaniche.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

DELMASTRO DELLE VEDOVE, LA STARZA, LO PRESTI e CARRARA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la società Poste italiane il cui unico azionista è il ministero dell'economia e delle finanze, sta effettuando in tutta Italia una intensa politica di incentivazione al pensionamento anticipato e «consensuale» del personale che ha maturato 35 anni di contribuzione offrendo consistenti incentivi economici tra cui anche il pagamento del riscatto della laurea per raggiungere il minimo contributivo;
tale politica, però, prescinde dalle esigenze dei singoli territori determinando forti squilibri nelle dotazioni organiche che talvolta compromettono il servizio e la produttività dell'azienda stessa;
cosa ancor più grave è che l'azienda sta attuando una autentica attività di mobbing nei confronti di quei dipendenti che non si mostrano disponibili ad accettare le incentivazioni finalizzate al pensionamento anticipato e «consensuale», sottoponendolo ad una notevole pressione psicologia con reiterate convocazioni nelle sedi regionali e con la paventata possibilità di dimensionamenti e/o trasferimenti;
risulta agli interroganti che un gruppo di dirigenti che ha compiuto 55 anni di età e 35 di contribuzione e che non mostrano interesse agli incentivi non ha ottenuto il legittimo pagamento dei premi loro spettanti per gli obiettivi raggiunti nel 2002 e contestualmente stanno assistendo alle assunzioni di personale dirigente esterno senza esperienza specifica e con una remunerazione superiore in un'ottica programmata di sostituzione con chi va in pensione;
a fronte del rifiuto del pensionamento anticipato e incentivato la società avrebbe già fatto sapere sono previsti provvedimenti di sollevamento di funzioni attualmente ricoperte, dimensionamento, affiancamento ed ulteriori simili iniziative


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al fine di indurre i dirigenti recalcitranti ad accettare il pre-pensionamento «spontaneo e consensuale» -:
se non ritengano che la politica attuata dalla società Poste italiane sia in palese contrasto con quella attuata dal ministero dell'economia e delle finanze, azionista unico della predetta società, e dal Governo che invece punta ad incentivare la permanenza in servizio di tutti i lavoratori sia in ambito pubblico che privato;
se non sia anti-economico ed anti-produttivo il ricorso alle assunzioni di personale dirigente privo di specifica esperienza ed adeguata professionalità proveniente da altre società italiane operanti nei settori più disparati ma certamente non omologabili alla società Poste italiane;
quali iniziative intendano porre in atto per far sì che sia rispettata a pieno la volontà dei dipendenti della società Poste italiane spa di continuare a lavorare fino al limite di età previsto dalle leggi vigenti senza per questo dover subire improprie pressioni ed inaccettabili condizionamenti di qualsiasi natura.
(4-07815)

Risposta. - In merito all'interrogazione con la quale vengono posti quesiti in ordine alla politica di incentivazione al pensionamento anticipato del personale, attuata da Poste Italiane S.p.A., si rappresenta quanto segue.
Al riguardo, sentita la citata Società, occorre premettere che il processo di risanamento e sviluppo avviato dall'Azienda, che ha consentito di ottenere posizioni di rilievo sul mercato e risultati positivi nel 2002, si è basato anche sulla rimodulazione qualitativa delle competenze interne.
Nell'ultimo quinquennio Poste italiane ha introdotto cambiamenti profondi nella compagine operativa, nella presenza sul territorio, oltre ad uniformarsi agli obblighi derivanti dai livelli di qualità imposti dal servizio universale. Per effetto delle profonde modifiche introdotte e al fine di fronteggiare le mutate esigenze di un mercato sempre più concorrenziale ed in continua e rapida evoluzione, nonché l'esigenza di raggiungere gli obiettivi in tempi sempre più contenuti, la Società si è avvalsa di professionalità differenziate per settore e ad elevata specializzazione in grado di gestire anche strumenti tecnici di grande complessità. Tale sforzo innovativo postula la disponibilità di risorse, con capacità direzionali e requisiti adeguati.
Le assunzioni di personale dirigente rispondono all'esigenza di disporre di nuove professionalità, non presenti nell'Azienda stessa, idonee a dirigere e sostenere l'attività per raggiungere migliori risultati e consolidare quelli già conseguiti. Il trattamento retributivo dei dirigenti, analogamente a quanto accade per tutte le altre figure professionali di cui Poste Italiane si avvale, in armonia con le clausole del Ccnl, tiene conto delle specifiche competenze maturate in passato, delle caratteristiche e peculiarità del lavoro svolto, del tempo richiesto e dell'impegno necessario.
In tale ambito rientra anche l'accordo con le Organizzazioni Sindacali Assipost e Fndai-Federmanager, che contiene i criteri per la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro dei dirigenti, in possesso dei requisiti per accedere alla pensione di anzianità o di vecchiaia.
L'acquisizione di personale dall'esterno rientra nella normale rimodulazione del sistema e contribuisce al ricambio fisiologico in una società che opera sul mercato in regime di concorrenza, senza riflessi negativi a carico del personale interno, il quale conserva tutte le possibilità di sviluppo professionale offerte dal nuovo modello organizzativo.
È in questa direzione che negli anni 2001-2002 l'Azienda ha operato il riassetto del personale, sentite le Organizzazioni Sindacali, nel rispetto della legge n. 223 del 1991, che reca norme in materia di mercato del lavoro. Per fronteggiare la riduzione della compagine aziendale sono state utilizzate anche le risorse offerte dai contratti di apprendistato.
Giova, comunque, precisare che il
turn over, le altre iniziative e, ove possibile, l'esodo volontario del personale, adottati sin


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dal 1998, sono stati preferiti ai processi di mobilità collettiva.
Si soggiunge che nel 2003 sono stati privilegiati obiettivi tesi alla specializzazione e al miglioramento del livello professionale dei dipendenti, attraverso percorsi di riconversione e formativi specificamente studiati per valorizzare e favorire la crescita professionale delle risorse già disponibili.
Per quanto riguarda, infine, il presunto contrasto tra le decisioni assunte dalla Società Poste e gli indirizzi impartiti da questa Amministrazione, si precisa che le iniziative adottate dalla società sono finalizzate al raggiungimento degli obiettivi fissati da questo Ministero, in qualità di azionista unico.
Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Mario Baldassarri.

DI GIOIA - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
tra gli impegni, presi a parole, dall'attuale Governo vi era quello di ammodernare il sistema delle infrastrutture nel Mezzogiorno;
in verità su questo terreno abbiamo verificato solo continui rinvii e annunci sulle grandi opere ma, nei fatti, nessun intervento serio è stato intrapreso;
questa situazione rischia di far fallire gli sforzi operati dal precedente Governo di centro sinistra che avevano determinato una ripresa della sviluppo e dell'occupazione nel Mezzogiorno;
tra gli impegni presi e non mantenuti vi era quello di migliorare e rendere funzionale la rete ferroviaria nel Sud d'Italia;
la situazione viaria e ferroviaria, in particolare della Puglia, rischia di giungere al collasso aggravando la già difficile realtà economica e sociale della regione -:
se e quando si intenda, finalmente, intervenire per rendere più moderno ed efficiente il sistema di infrastrutture nel Mezzogiorno, consentendone così il pieno sviluppo;
quali opere, non sulla carta, saranno intraprese, nel corso dei prossimi mesi, per migliorare il sistema viario e ferroviario della regione Puglia;
se ed e in che tempi si intenda arrivare al raddoppio della linea ferroviaria Foggia-Caserta di cui a più riprese è stato annunciato l'inizio dei lavori senza che gli stessi siano mai iniziati.
(4-07619)

Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in esame, Ferrovie dello Stato S.p.A. ha riferito che l'infrastruttura ferroviaria in concessione a Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. nella Regione Puglia si sviluppa per circa 890 km di cui un terzo a doppio binario ed oltre il 60 per cento elettrificata.
Negli ultimi anni sono stati avviati significativi tratti di raddoppio tra i quali vanno annoverate, sulla linea Bari-Taranto, le tratte in variante tra Bitetto e Acquaviva delle Fonti e tra Gioia del Colle e Castellaneta, per un'estesa totale di circa 47 km che, eliminando le anse di Grumo e di Castellaneta, hanno permesso una riduzione della lunghezza del tracciato di circa 10 km.
È in corso il completamento del raddoppio di tutta la direttrice adriatica, parte integrante del sistema di corridoi merci di interesse europeo (rete Terfn) che collega il sistema di porti meridionali (Brindisi, Taranto, Gioia Tauro) con il Nord Italia ed il centro Europa.
La linea si innesta sulla direttrice del Brennero e interseca il Corridoio paneuropeo 5; Bari è il terminale occidentale del Corridoio 8 che collega l'Adriatico con i Balcani fino al Mar Nero.

Raddoppio Pescara-Bari:
nel gennaio 2003 è stato inviato al CIPE, secondo l'
iter procedurale della legge n. 443/2001, il progetto del raddoppio della tratta Termoli-Lesina, di circa 35 km, che interessa il territorio pugliese nella tratta, di


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circa 18 km, tra Chieuti e Lesina, la cui attivazione è prevista entro il 2006.
I lavori nella stazione di Chieuti sono stati sospesi a seguito di criticità di tipo autorizzativi.
Il raddoppio del tratto Lesina-Apricena, di circa 12 km, è stato attivato il 10 novembre 2003 ad esclusione della sottostazione elettrica (SSE) di Lesina, che verrà attivata nel 2004.
Per quanto riguarda il raddoppio del tratto di circa 7 km, intermedio tra le stazioni di Apricena e S. Severo, previsto in affiancamento, è in corso il riappalto dei lavori a seguito della rescissione del contratto d'appalto con la CIR/Coop. Costruttori; la data di attivazione è prevista per ottobre 2006.

Raddoppio Bari-Lecce:
l'intervento prevede il raddoppio delle tratta Bari Parco Sud-Bari Torre a Mare, Mola-Fasano e Suturano-Surbo.
Su tutte e tre le tratte sono in corso le opere civili e l'attrezzaggio tecnologico del secondo binario realizzato in affiancamento all'esistente, contestualmente è prevista la soppressione di tutti i passaggi a livello.
L'attivazione del raddoppio Bari Parco Sud-Bari Torre a Mare, che rientra negli interventi di potenziamento del nodo di Bari e comprende la realizzazione di tre nuove fermate (Triggiano, il Trullo, Centro Interservizi), è programmata per il 2004.
Il completamento del raddoppio della tratta Mola-Fasano è previsto per il 2005, con attivazione già dal 2004 della tratta Mola-Polignano; con i Comuni di Mola, Polignano e Fasano non sono stati ancora perfezionati gli accordi per la soppressione dei passaggi a livello, tale circostanza, tuttavia, non condiziona l'attivazione della tratta.
L'attivazione del raddoppio della tratta Suturano-Squinzano è programmata entro il 2004, mentre la tratta Squinzano-Surbo verrà attivata nel 2005.

Raddoppio Bari-Taranto:
gli interventi previsti sono il raddoppio delle tratte Acquaviva delle Fonti-Gioia del Colle, Castellaneta-Palagianello-Massafra, Massafra-Bellavista-Taranto, Bari S. Andrea-Bitetto, oltre ai due collegamenti merci, uno lato nord, fra Bari S. Andrea e Bari Parco Nord, e l'altro lato Sud, tra Bellavista e Cagioni, per la connessione diretta della linea Bari-Taranto, rispettivamente con la linea Adriatica e con la linea Jonica.
Sulla tratta Acquaviva delle Fonti-Gioia del Colle è in corso la costruzione della sede di affiancamento all'esistente tracciato con attivazione programmata entro il 2004.
Relativamente al raddoppio della tratta Castellaneta-Palagianello si fa presente che il 7 novembre 2003 si è chiusa la conferenza di servizi. L'attivazione è stata programmata entro il 2006.
Relativamente al raddoppio della tratta Palagianello-Massafra ed alla realizzazione del raccordo Bari S. Andrea-Bari Parco Nord sono in corso le procedure per il riaffidamento dei lavori a seguito di rescissione del contratto di appalto con la CIR/Coop. Costruttori; le attivazioni sono programmate entro il primo semestre 2006.
Sulla tratta Massafra-Bellavista-Taranto sono in corso le opere civili, l'attivazione è programmata per il 2005.
Nel marzo 2003 è stato trasmesso al CIPE il progetto preliminare del raddoppio della tratta Bari S. Andrea-Bitetto che prevede una soluzione condivisa con gli Enti locali per l'attraversamento di Modugno; l'attivazione dell'intervento è programmata per il 2007, subordinatamente alla conclusione dell'
iter autorizzativo ancora in corso.
Per quanto riguarda la bretella di collegamento tra la linea Bari-Taranto e la linea Taranto-Metaponto è in corso la conferenza di servizi; l'attivazione dell'intervento è programmata per il 2006.

Elettrificazione linea Brindisi-Taranto:
sono in corso i lavori di elettrificazione della linea Brindisi-Taranto, per un'estesa di 68 km, che prevedono anche la realizzazione di una sottostazione elettrica in località Francavilla Fontana ed altre opere complementari di adeguamento degli esistenti impianti tecnologici.


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L'attivazione dell'intervento è prevista entro il 2004.

Raddoppio linea Caserta-Foggia:
nel piano di sviluppo dei fondamentali itinerari, la riqualificazione della Caserta-Foggia è inserita con il progetto di raddoppio delle tratte Cervaro-Bovino (di cui circa 15 km in prevalente affiancamento ed il resto in variante) e Bovino-Orsara (in variante), dell'estesa complessiva di 35 km circa.
In data 25 febbraio 2003 si è aperta la conferenza di servizi, ancora non chiusa in quanto mancano le delibere approvative del Comune di Foggia e della Regione Puglia.
Sono in corso sia la progettazione del raddoppio della tratta Orsara-Apice che comprende il valico appenninico di Ariano Irpino sia studi per la velocizzazione della relazione in corrispondenza di Foggia, con la realizzazione di uno
shunt di collegamento diretto con la linea Foggia-Bari, e per l'individuazione di interventi mirati alla riqualificazione dell'itinerario Napoli-Bari fra Cancello e Benevento allo scopo di stendere verso sud-est i benefìci prodotti dal sistema AV-AC.
Le stime dei costi degli interventi e la loro programmazione potranno essere definite a conclusione delle attività in corso.
Per quanto riguarda i lamentati ritardi nella realizzazione delle infrastrutture viarie in Puglia, l'ANAS S.p.A. ha riferito che sono stati posti in opera sulla rete viaria insistente sul territorio pugliese una serie di interventi, di progettazione e di appalto lavori che trovano riferimento sia nel programma di infrastrutture di cui alla Delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 sia nei programmi triennali ANAS.
A titolo esemplificativo si indicano i seguenti interventi:
SS.SS. n. 96-99 - progetto dei lavori di adeguamento alla sez. 3 C.N.R. - lotti 1o e 2o. Sono in fase si appalto i lavori per il raddoppio del tratto Foggia-Cerignola della S.S. 16, lotti 1o, 2o, 3o e variante di Cerignola.

Si segnalano, altresì, i progetti relativi:
al completamento funzionale della variante esterna alla città di Lecce S.S. 16 - S.S. 613;
all'ammodernamento S.S. 275 - tratta Maglie-S. Maria di Leuca.

Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

GASPERONI e LUSETTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'intero territorio della provincia di Pesaro e Urbino è stato interessato, nel periodo primavera-estate 2003, da una perdurante siccità come risulta dai valori della piovosità giornaliera relativi a tutte le 15 stazioni metereologiche della rete dell'Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche;
la perdurante siccità ha provocato un sensibile incremento del dissesto idrogelogico - per altro già marcatamente presente sul territorio messo a dura prova da tutti gli eventi atmosferici eccezionali - della Provincia di Pesaro e Urbino;
tale dissesto ha provocato il riattivarsi di movimenti franosi, danni alla viabilità (ponti stradali) e ad edifici in genere, tra cui diversi istituti scolastici;
sulla stampa locale emerge che da una prima ricognizione sul territorio è stata effettuata una stima sommaria dei danni alle infrastrutture, che possono essere dettagliati come segue: 20.000.000 euro per l'immediato ripristino della circolazione stradale, 40.000.000 euro di danni rilevati alle infrastrutture stradali (viadotti), 20.000.000 euro per il ripristino dei movimenti franosi in atto, 15.000.000 euro per la sistemazione di edifici e centri abitati, per un totale di 95.000.000 di euro;
dal «Corriere Adriatico» del 6 ottobre 2003 si apprende che il presidente della provincia di Pesaro e Urbino, Palmiro Ucchielli, ha scritto una lettera al


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Presidente del Consiglio Berlusconi, al Ministro delle infrastrutture e trasporti, Lunardi, al Ministro dell'interno Pisanu, ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, oltre che al presidente della regione Marche, Vito D'Ambrosio, e all'assessore regionale per la protezione civile Gianmarco Spacca, per chiedere che venga riconosciuto lo stato di emergenza per il territorio provinciale anche per quanto riguarda le infrastrutture e non solo l'agricoltura, per la quale è già arrivato il riconoscimento dalla regione -:
se ritenga di accogliere la proposta di riconoscimento dello stato di emergenza anche per i danni alle infrastrutture della provincia di Pesaro e Urbino.
(4-07753)

Risposta. - La Regione Marche, a causa dei dissesti idrogeologici causati dalla prolungata siccità dell'estate 2003, ha inoltrato, con nota n. 6915 del 5 dicembre 2003, una richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri.
A seguito di tale istanza il Dipartimento della Protezione Civile ha effettuato, in data 16 dicembre 2003, un sopralluogo, congiuntamente con i tecnici della Provincia di Pesaro ed Urbino e della Regione Marche, per verificare la sussistenza dei presupposti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera
c), necessari per la delibera dello stato di emergenza.
La situazione di dissesto riscontrata sulla base dei rilievi tecnici, tuttavia, non è risultata essere di estensione e di intensità tale da richiedere il ricorso a mezzi e poteri straordinari e, pertanto, come comunicato dal Dipartimento della protezione civile al Presidente della Regione con nota n. DPC/CG/0058660 del 31 dicembre 2003, non si è proceduto alla dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge n. 225 del 24 febbraio 1992.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.

GHIGLIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Torino il 10 ottobre 2003 si sarebbero verificati diversi raid anarchici in occasione della «tre giorni contro il sistema carcerario e la repressione» dal titolo «Scateniamoci» promossa dagli esponenti dei centri sociali piemontesi;
i raid sono stati effettuati contro l'ospedale psichiatrico «Villa Cristina», la sede Rai in via Verdi e il «BIT» di Corso Unità d'Italia;
sono state arrestate cinque persone tra cui Ermanno Gallo, ex brigatista, incarcerato nel 1975 e latitante in Francia dal 1982 al 1985;
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, gli attivisti avrebbero avuto sede nel centro sociale di corso San Maurizio «Fenix»;
gli episodi verificatesi sono all'ordine del giorno a Torino dove gli esponenti dei numerosi centri sociali manifestano la propria violenza scorrazzando per la città con armi improprie;
già da tempo l'interrogante denuncia una carenza di intelligence nella città di Torino, causa dell'impreparazione delle forze dell'ordine durante gli episodi di scontro -:
quali urgenti misure intenda adottare per salvaguardare la legalità nella città di Torino dalle azioni degli esponenti dei centri sociali;
quali provvedimenti intenda adottare per rafforzare l'intelligence torinese e, a tal proposito, se non ritenga opportuno un controllo delle strutture che si dovrebbero occupare di prevenzione per far emergere eventuali carenze di strumenti operativi e di uomini affinché le forze dell'ordine non giungano impreparate durante gli episodi di guerriglia urbana.
(4-07733)

Risposta. - Si comunica che in occasione delle manifestazioni promosse a Torino dal 9 all'11 ottobre 2003 da esponenti di alcuni Centri Sociali piemontesi (così dette «Giornate internazionali contro la repressione ed il carcere»), la Questura di


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Torino aveva predisposto un piano specifico ed accurato di servizi di pattugliamento e vigilanza.
Le attività informative della stessa Questura e fonti di
intelligence avevano consentito di tracciare per tempo un quadro sufficientemente preciso sia dei partecipanti, italiani e stranieri, sia dei possibili obiettivi (penitenziari, sedi istituzionali e di rappresentanza diplomatica) di atti dimostrativi.
Nel pomeriggio di venerdi 10 ottobre 2003 piccoli gruppi di
squatters hanno dato vita ad azioni di disturbo del tutto estemporanee, e pertanto non prevedibili, comunque di modesta rilevanza, in zone periferiche della città, proprio per la impossibilità di colpire gli obiettivi prestabiliti, presidiati dalle Forze dell'Ordine.
Nei pressi di via Ventimiglia sono state scagliate alcune lampadine contenenti vernice all'indirizzo degli uffici dell'Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (UNICRI) e dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL); inoltre sono stati affissi due striscioni su un cavalcavia pedonale.
Quasi contemporaneamente, alcune persone, parzialmente travisate, a bordo di due autovetture, si sono introdotte nell'area della clinica psichiatrica «Villa Cristina», dove hanno tracciato scritte sui muri e danneggiato alcune telecamere; cinque degli autori di quest'ultimo gesto sono stati colti in flagranza di reato e tratti in arresto per violenza privata, danneggiamento ed altri reati; con le stesse imputazioni è stata denunciata una sesta persona nei giorni successivi.
La manifestazione svoltasi dinanzi alla sede RAI di Torino, pur non preannunciata, è stata prontamente posta sotto controllo dalle Forze dell'Ordine ed ha assunto caratteristiche di mera iniziativa propagandistica, senza creare alcuna turbativa all'ordine pubblico.
Nel corso della «tre giorni», che si è conclusa senza incidenti con un concerto dinanzi al carcere «Le Vallette», sono stati individuati circa sessanta partecipanti, alcuni dei quali provenienti dalla Spagna, dalla Francia, dalla Grecia e dal Portogallo.
La Questura di Torino, nel corso dell'ultimo triennio, ha indagato ben 167 aderenti al movimento anarchico, 24 dei quali sono stati tratti in arresto, ed è tuttora impegnata in delicate indagini in questo settore sia a livello nazionale che internazionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

GIORDANO, ALFONSO GIANNI, VENDOLA e TITTI DE SIMONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 6 aprile 2003 intorno alle 15,15 si è verificato l'ennesimo incidente a causa dei lavori per l'Alta Velocità in una galleria in costruzione a Barbarolo, sulla collina bolognese;
nell'incidente sono rimasti gravemente feriti e ustionati 5 operai che lavoravano nel cantiere;
l'incidente, prima uno scoppio e poi un incendio, potrebbe essere stato causato dall'impatto di un martello pneumatico contro una superficie dura; la scintilla formatasi avrebbe causato l'esplosione, dovuta probabilmente alla presenza del gas grisù nella galleria; detto gas non è stato rilevato dalle apparecchiature di controllo;
erano state ripetutamente segnalate in precedenza, durante i lavori di scavo, infiltrazioni di questo gas; segnalazioni, da quello che si evidenzia, rigorosamente ignorate;
la carenza di sicurezza in cui centinaia di operai sono costretti a lavorare oramai rischia di produrre una strage -:
che iniziative intenda intraprendere affinché vengano rispettate le leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;
se non ritenga opportuno che sia avviata un'indagine amministrativa che permetta individuare le gravi responsabilità che hanno prodotto l'incidente;


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che provvedimenti intenda assumere affinché vengano interrotti immediatamente i lavori.
(4-06084)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato S.p.A. ha riferito sull'incidente avvenuto il 6 aprile 2003 presso il cantiere E 5 «Rio dei Cani», in prossimità del fronte di avanzamento della galleria Monte Bibele nord a Barbarolo. Da informazioni ricevute da Cavet, il consorzio che sta realizzando la linea Bologna-Firenze, è responsabile delle procedure di sicurezza nei cantieri della linea veloce, l'incidente è stato causato da una scintilla provocata da un colpo di martello che accidentalmente ha colpito la cassaforma metallica utilizzata per gettare la calotta di rivestimento della galleria.
La scintilla ha innescato l'incendio di una sacca di gas non rilevata dalle centraline di allarme provocando una fiammata che ha investito 5 tecnici.
Gli operatori si trovavano in quel momento sulla piattaforma di servizio per controllare il completamento del getto di cemento.
Grazie all'immediato intervento del servizio GECAV (la specifica struttura del 118 costituita nel 1996 per la gestione delle emergenze nei cantieri dell'alta velocità) si sono potute limitare le conseguenze dell'incidente.
Il sistema di rilevamento gas è stato verificato dalla ASL subito dopo l'evento ed è stato trovato in stato di efficienza.
Il consorzio Cavet ha effettuato per tutti gli addetti al sistema di rilevamento attività di formazione/informazione come prescritto dal piano operativo sicurezza.
La normativa relativa alla sicurezza sui cantieri è stata definita dal decreto legislativo n. 494 del 1996, il quale prevede:
che l'obbligo di redigere il piano di sicurezza sia trasferito dalla sfera giuridica dell'appaltatore a quella del committente;
che si ottemperi, già in fase di progettazione esecutiva, a precise determinazioni in materia di sicurezza anticipando a tale fase il momento della predisposizione del piano generale;
che, infine, siano introdotte - oltre naturalmente al committente - figure soggettive con specifiche responsabilità in termini di programmazione e vigilanza (responsabile lavori, coordinatore per la progettazione, coordinatore per l'esecuzione dei lavori).

Per far fronte al dirompente innovativo impatto delle nuove norme sulle strutture organizzative preposte all'attuazione di opere da realizzarsi mediante cantieri temporanei o mobili, il Ministero del lavoro ha stabilito, con circolare n. 41 del 18 marzo 1997, che «le disposizioni del decreto legislativo 494 del 1996 si applicano ai cantieri per i quali l'incarico di progettazione sia stato affidato formalmente a partire dal 24 marzo 1997, data di entrata in vigore del decreto stesso».
Pertanto le nuove norme di sicurezza non si applicano alle tratte già affidate ai
general contractor, alla data del 24 marzo 1997 di entrata in vigore del Decreto 494 del 1996.
Nel caso specifico della tratta Bologna-Firenze (dove è ubicato il cantiere Monte San Bibele) i lavori sono stato affidati a FIAT - che si avvale del consorzio CAVET - con la convenzione del 1991 e nel 1996 è stato dato l'avvio ai lavori con la stipula dell'atto integrativo.
Tav, pur non essendo vincolata per le ragioni temporali evidenziate dal decreto legislativo 494 del 1996, in considerazione della complessità delle lavorazioni, delle rilevanze e della durata dei lavori della Bologna-Firenze - per i quali svolge il ruolo di committente - ha ritenuto opportuno impegnare i suoi
general contractor al rispetto del decreto per la parte applicabile in corso di esecuzione.
In particolare nel 1998, a seguito di specifiche prescrizioni delle Regioni Emilia Romagna e Toscana, si è adottata in tutte le gallerie della Bologna-Firenze una riclassificazione degli standard di sicurezza nello scavo di gallerie in terreni grisuntosi che ha permesso di adottare - anche nei tratti dove non era previsto per legge - impianti


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elettrici e macchinari antideflagranti, nonché sistemi di monitoraggio fisso dei gas.
Inoltre, in Emilia Romagna e Toscana, nell'intento di dotarsi di tutti i possibili strumenti per assicurare la sicurezza del lavoro nei cantieri, è stato istituito dalle Regioni - attraverso un accordo sottoscritto con TAV, Cavet, l'azienda USL di Bologna sud e l'ASL 10 di Firenze - l'Osservatorio per i monitoraggi della tratta AV (OMTAV).
Obiettivo specifico dell'Osservatorio è valutare le condizioni di lavoro e dell'ambiente, la quantità e il tipo di infortuni, il rispetto delle norme di sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente. Tramite le attività dell'Osservatorio le due Regioni producono informazioni utili per migliorare le attività dei servizi sanitari, in particolare per la prevenzione degli incidenti sul lavoro. Il modello di sorveglianza OMTAV è considerato tra i più avanzati a livello europeo.
Per chiarire in modo definitivo la dinamica dell'incidente è in corso un'indagine della magistratura della AUSL e dell'Ispettorato del lavoro.
La ASL di Bologna sud il 28 aprile 2003 - avendo terminato i rilievi necessari allo svolgimento delle indagini - ha proceduto autonomamente e senza imporre prescrizioni alcuna al dissequestro della porzione di galleria di Monte Bibele posta sotto sequestro immediatamente dopo l'incidente.
Sulla vicenda TAV ha attivato Italferr, la società di ingegneria di Ferrovie dello Stato S.p.A. incaricata della supervisione dei lavori, e si mantiene in stretto contatto con Cavet. Se dall'indagine emergesse la necessità di ulteriori miglioramenti nelle procedure di sicurezza, TAV assicura il massimo impegno in tal senso.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

INNOCENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'amministrazione comunale di Pistoia, d'intesa con la prefettura, ha rappresentato da tempo l'esigenza di una nuova sede della questura per migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi ai cittadini e contemporaneamente rispondere positivamente alle giuste richieste degli operatori che devono poter lavorare in condizioni decorose;
è stata individuata l'area all'interno del piano di recupero di una zona di grande rilievo, è stato definito il progetto esecutivo approvato dal ministero, si è costituita la società per realizzarla;
pur essendo pronta la concessione edilizia i lavori non possono essere avviati in quanto la ditta costruttrice attende, ormai da troppo tempo, di sottoscrivere i relativi atti con il ministero interrogato -:
quale sia il motivo per il quale non si sbloccano le procedure necessarie per iniziare i lavori nonostante le ripetute sollecitazioni delle autorità locali rimaste, per ora, senza alcuna risposta;
quali iniziative concrete intenda adottare per rimuovere rapidamente le cause di questi ritardi che rischiano di vanificare tutto l'impegno profuso in sede locale e rendere inutili le risorse finanziarie impegnate fino a questo momento nonché di deludere le legittime attese di tutta la comunità locale che esige un servizio di qualità in un compito così delicato per la sicurezza dei cittadini.
(4-05511)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che l'immobile che ospita la Questura di Pistoia risulta effettivamente inadeguato sotto il profilo della sicurezza e della funzionalità operativa.
Nel mese di luglio del 2003 il dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha accreditato alla Prefettura la somma di euro 54.000,00 per l'esecuzione di alcuni lavori urgenti, anche in ottemperanza alla legge 626 del 1994.
Inoltre, la Società proprietaria dell'immobile è stata diffidata a realizzare le opere di manutenzione di propria spettanza, pena, in caso di inadempienza, l'esecuzione d'ufficio


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in danno, secondo quanto previsto dal contratto di locazione.
Per quanto concerne le iniziative finalizzate alla costruzione di una nuova sede, nella quale accorpare anche la Sezione della Polizia stradale, si comunica che il progetto definitivo è stato presentato nel 2001, sia per il rilascio della concessione edilizia, sia per la verifica di congruità del canone di locazione da parte della locale Agenzia del territorio.
Il canone richiesto per la nuova sede ammonta ad euro 1.450.000,00 circa, a fronte di quello attualmente corrisposto, ammontante ad euro 294.380,43, per l'immobile della Questura, locato fino al 2006, e di euro 26.000,00 per quello della Sezione della Polizia Stradale, locato fino al 2005.
Al riguardo, gli attuali stanziamenti di bilancio non consentono, al momento, l'assunzione di impegni che comportino un aggravio così rilevante degli oneri in questione.
Di tali circostanze è stata informata anche la Prefettura di Pistoia, alla quale sono state peraltro date contestuali assicurazioni che, in via del tutto eccezionale, sarà verificata la possibilità di autorizzare le trattative volte all'acquisizione in fitto di un locale adeguato a soddisfare le accresciute esigenze dell'Ufficio immigrazione della Questura.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

TONINO LODDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
di recente sono apparse in Italia lettere ed e-mail di dubbia origine, redatte in lingua inglese, che annunciano ai destinatari una forte vincita ad una lotteria estera;
talune delle lettere di cui si è a conoscenza recano il nome di lotterie estere autorizzate, quali ad esempio la «Luckyday International» olandese, la «Lottery La Primitiva» spagnola, o nomi di pura fantasia come «Sunsweetwin Promo Lottery» (Alfonstraat B56, 1002 BS AMSTERDAM), «International Lotto» (41132, NL-1007 DB AMSTERDAM), «Royal Dutch International Lotto», «Lottery International Promotion»;
i destinatari, cui è annunciata la vincita di una forte somma, vengono invitati a comunicare sollecitamente i propri dati personali e a rendere note le proprie coordinate bancarie, o quantomeno a rivolgersi ad un numero telefonico, ad un indirizzo di posta elettronica o al recapito postale indicato;
spesso, gli annunci in questione sottolineano inoltre che in caso di tardiva reazione la vincita sarà annullata, invitando nel contempo i presunti vincitori non residenti nello Stato estero in cui si tiene la lotteria a operare il pagamento di una tassa amministrativa (da 200 a 1000 euro) cui è subordinato il versamento della vincita; non appena tale tassa viene versata il presunto organizzatore della lotteria interrompe i contatti e l'importo versato in buona fede dalle vittime risulta irrimediabilmente perso;
tra i numeri di telefono che compaiono in dette lettere o e-mail si trovano, ad esempio, i seguenti: 0031.620.226664; 0034.659.128375; 0031.630.325549; 0031.645.840660; 0031.205.241417; 0031.630.886423; 0034.91645273; 0034;
tra gli indirizzi e-mail figurano i seguenti: sdmitry\/\@rn.ru; affeballack\/\@moldova.com; morgan2020ngbanny\/\@fsmail.net; femikelvin2020ng\/\@netzero.net; proluckyday2003\/\@netscape.net; globallotterynl\/\@netscape.net; vertexsecuritas\/netscape.net; globalinfo2003\/netscape. net... -:
cosa intenda fare il Governo per informare i cittadini in modo capillare sulla necessità di non reagire a dette lettere o e-mail, astenendosi sempre dal comunicare i propri dati personali o le proprie coordinate bancarie e, soprattutto, dal versare qualsivoglia importo;
se non intenda adottare iniziative normative, da concordare anche in sede europea,


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per arginare l'attività illecita dei gestori della predetta truffa internazionale che, ad avviso dell'interrogante, dovrebbero essere tempestivamente individuati, anche tramite i numeri telefonici e gli indirizzi e-mail indicati in premessa.
(4-07919)

Risposta. - Si comunica che il Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha avviato da tempo il monitoraggio e l'analisi del fenomeno delle truffe in rete, attraverso i più svariati espedienti, quali e-mail riferite a vincite a presunte lotterie ovvero a fantomatiche eredità da «sbloccare» a pagamento; più in generale, se anche i messaggi sono diversificati nel contenuto, essi presentano, comunque, le stesse modalità di esecuzione ed il medesimo fine di estorsione.
Si è potuto riscontrare, inoltre, che a fronte degli innumerevoli messaggi, solo in alcuni limitatissimi casi, la truffa si è realmente perfezionata, con l'esborso di quanto richiesto da parte della vittima designata.
Per arginare il fenomeno, oltre alle dovute iniziative investigative intraprese per l'individuazione dei colpevoli, è stata data ampia diffusione, sia tramite gli organi d'informazione che attraverso internet sul sito ufficiale della Polizia di Stato, dei suggerimenti da seguire nei casi di ricezione dei messaggi truffaldini.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere:
i motivi per cui non si è proceduto al rinnovo dei vertici delle Ferrovie dello Stato;
se sono state esaminate accuratamente le spese di questa società, che si mantiene con pubblico denaro, al fine di accertare la necessità e la corrispondenza della spesa alla pubblica utilità;
se siano consapevoli del degrado esistente nelle nostre ferrovie, che pongono il nostro Paese fuori dall'Europa -:
cosa intendano perché cambino metodi e sistemi e dotare il nostro Paese di una moderna rete ferroviaria con convogli nuovi, ad avviso dell'interrogante, gli attuali.
(4-07203)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, con la quale si sollecitano iniziative intese a dotare l'Italia di una moderna rete ferroviaria, si rappresenta quanto segue.
Con riferimento al rinnovo dei vertici di Ferrovie dello Stato, si fa presente che l'Assemblea ordinaria della citata Società, convocata in data 29 gennaio 2004, ha deliberato la nomina del Consiglio di Amministrazione, il quale ha successivamente designato l'Amministratore delegato della Società.
Per quanto riguarda la strategia perseguita dalla Società Ferrovie dello Stato, la stessa ha comunicato di avere come obiettivo il mantenimento della
leadership in Europa, nell'ambito della quale risulta nelle prime posizioni per sicurezza, investimenti e traffico.
La società ha precisato che l'incremento della capacità sotto l'aspetto quantitativo e qualitativo della rete rappresenta un intervento prioritario per aumentare le quote di trasporto, attraverso il potenziamento delle infrastrutture (le linee Alta Velocità/Alta Capacità, i valichi alpini, i nodi e gli itinerari merci).
Inoltre, Rete Ferroviaria Italiana è impegnata nella realizzazione di importanti interventi sull'infrastruttura al fine di incrementare e migliorare la capacità della rete (nel triennio 2003-2005 è prevista una spesa di oltre 21.000 Meuro).
In particolare, la società prevede:
la configurazione della rete per un'integrazione tra Sistema AV/AC e rete convenzionale nella logica dei corridoi e dell'interoperabilità europea (Van Miert);
la focalizzazione degli investimenti sui nodi delle grandi aree metropolitane, le


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quali rappresentano elementi critici per l'efficiente funzionamento della rete e per lo sviluppo dei servizi;
la modernizzazione infrastrutturale e tecnologica delle linee e degli impianti per maggiori prestazioni sia tecniche che di qualità nei confronti dei clienti e l'incremento dei livelli di sicurezza;
la creazione nel sud d'Italia di nuove linee ed il potenziamento della rete esistente per l'integrazione con le direttrici europee e lo sviluppo del traffico regionale.
Si precisa, altresì, che è previsto il miglioramento della qualità anche attraverso un rinnovamento generale della flotta. Per il materiale rotabile, Ferrovie dello Stato si affianca alla Germania e alla Francia nel progetto HTE (treno alta velocità europeo) per il treno Alta Velocità del 2010, che rappresenta un'importante opportunità di sviluppo per le imprese nazionali.
Si soggiunge, infine, che Trenitalia ha in programma investimenti in materiale rotabile, quantificabili nel triennio 2003-2005 in 4.500 Meuro circa. In particolare:
per il traffico passeggeri si prevede il potenziamento Eurostar per l'Alta Velocità la riqualificazione del prodotto InterCity ed il progetto HTE;
per il trasporto regionale l'acquisizione di nuove locomotive e carrozze ed il miglioramento di quelle esistenti;
per il trasporto delle merci l'acquisizione di nuove locomotive (trazione e manovra) e nuovi carri.

Pertanto, in linea con quanto sopra esposto, Ferrovie dello Stato si propone di raggiungere livelli di efficienza per competere sul mercato liberalizzato, attraverso alleanze ed acquisizioni, al fine di rafforzare la posizione del Gruppo sul mercato internazionale.
Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Mario Baldassarri.

MARTELLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le Ferrovie dello Stato, divisione RFI, hanno venduto alla società Grandi Stazioni il palazzo adiacente alla stazione di Venezia S. Lucia, già sede della direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato oggi trasferita a Mestre;
tale palazzo, attualmente in fase di ristrutturazione, è ancora sede della mensa ferroviaria;
l'atto di affidamento del servizio ristorazione, con cadenza biennale alla Ristodlfve, società strumentale del dopolavoro ferroviario di Venezia scade nel settembre 2003, con la possibile conseguente chiusura della mensa ferroviaria;
dopo la vendita del palazzo avvenuta circa due anni fa le Ferrovie dello Stato non hanno provveduto a progettare ed a realizzare un locale mensa alternativo, sempre in ambito ferroviario;
da circa un anno le organizzazioni sindacali dei ferrovieri hanno più volte posto il problema alle Ferrovie dello Stato evidenziando che la chiusura della mensa ferroviaria determinerebbe la perdita del posto di lavoro per 23 dipendenti e l'impossibilità di aver garantito il diritto alla mensa per 300 ferrovieri, in particolare macchinisti e personale di bordo;
a tutt'oggi non si è riscontrata nessuna iniziativa da parte dell'azienda per risolvere il problema;
l'interrogante auspica che le Ferrovie dello Stato realizzino un locale mensa alternativo per non pregiudicare l'erogazione del servizio a favore dei ferrovieri -:
in relazione a quanto detto in premessa, quali iniziative di propria competenza intenda assumere a tutela dei livelli occupazionali.
(4-06358)

Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in discorso, riguardante i servizi di ristorazione aziendale presso la mensa di


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S. Lucia, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che a seguito della cessione alla società Grandi Stazioni dell'immobile adiacente alla stazione in argomento, presso cui viene attualmente svolto il servizio di mensa, la società Ferservizi, quale fornitore del servizio di gestione amministrativa della ristorazione, ha tempestivamente affrontato la questione relativa alla riallocazione della mensa stessa, di concerto con Trenitalia s.p.a. e Rete Ferroviaria Italiana s.p.a.
Al riguardo, si ritiene opportuno evidenziare che è intendimento del Gruppo Ferrovie dello Stato di non chiudere la mensa in questione e che, a tal proposito, è stata avviata una ricognizione dei locali presso i quali poter spostare le attività di ristorazione svolte finora a S. Lucia.
I nuovi locali, individuati a suo tempo nelle adiacenze della Scuola professionale di Rete Ferroviaria Italiana s.p.a., non sono stati ancora resi disponibili.
A tal proposito, si informa che di recente l'Associazione nazionale dopolavoro ferroviario ha concluso con Rete Ferroviaria Italiana s.p.a un contratto di locazione commerciale riguardante una serie di immobili di proprietà di Ferrovie in cui sono ricompresi anche gli spazi dove viene svolto il servizio di ristorazione aziendale tramite mensa.
Si informa, ancora, che è in via di definizione il contratto relativo all'affidamento del servizio mensa all'Associazione nazionale dopolavoro ferroviario che prevede tra l'altro la responsabilità del gestore sia della ristrutturazione dei locali sia dell'attrezzaggio dei locali stessi.
Sarà cura della stessa Associazione individuare con Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. adeguate soluzioni contrattuali per garantire lo svolgimento del servizio mensa presso nuovi spazi idonei.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'acuirsi della crisi internazionale e il clima di guerra che si va profilando in queste ultime settimane aumentano il rischio di possibili attacchi terroristici ad obiettivi sensibili nel nostro Paese;
nella dispensa fornita dal ministero dell'interno, dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, in relazione ai corsi di formazione per il personale del corpo nazionale, sono indicate le attività di difesa civile, finalizzate alla garanzia della continuità di Governo, la salvaguardia degli interessi vitali dello Stato, la protezione fisica della popolazione, la protezione della capacità economica produttiva, logistica e sociale della nazione;
le commissioni interministeriali tecniche per la difesa civile, operanti presso il ministero dell'interno, con potere d'indirizzo rispetto agli uffici territoriali del Governo, sono sovraordinate nelle attività e nei compiti dal nucleo politico militare (N.P.M.);
il ministero della difesa è l'unica amministrazione a conoscere i rischi relativi all'utilizzo di armi NBC e, qualsiasi forma cooperativa, non può provenire da amministrazioni civili;
l'organizzazione sindacale RdB P.I. del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stata informata, nell'ambito di un incontro, presso l'ufficio territoriale del Governo di Milano, di un progetto che prevede l'istituzione dei «comitati di difesa civile», presieduti e coordinati dai prefetti;
il ministero dell'interno, attraverso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, intenderebbe impegnare squadre di vigili del fuoco nell'ambito delle attività di difesa civile;
il corpo nazionale dei vigili del fuoco, come previsto dalla legge n. 225 del 1992, è la struttura di riferimento della protezione civile con compiti direttamente correlati alle attività di soccorso tecnico urgente


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e di protezione civile e non in ruoli pertinenti le strategie militari -:
se intenda confermare l'esistenza del progetto di creazione dei «comitati di difesa civile» in ambito territoriale;
se non reputi opportuno chiarire urgentemente, con una nota specifica, alle organizzazioni sindacali, come si voglia utilizzare il personale del Corpo nazionale, nell'ambito della difesa civile.
(4-05645)

Risposta. - In merito all'atto di sindacato ispettivo in argomento, occorre sviluppare preliminarmente alcune essenziali considerazioni:
esiste un'unica Commissione interministeriale per la difesa civile, organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri previsto dal Manuale, nazionale per la gestione delle crisi, la cui presidenza è delegata al Ministero dell'interno. Essa non ha poteri decisionali, opera su mandato del Nucleo politico militare (NPM), cui riferisce in ordine alle proprie attività, e non ha poteri di indirizzo specifico nei confronti delle Prefetture-Uffici territoriali di Governo, che in materia operano nell'ambito degli indirizzi di questa Amministrazione. Svolge invece, sulla base delle indicazioni del NPM, funzioni di coordinamento nei confronti delle Amministrazioni statali e degli enti pubblici e privati erogatori di servizi pubblici essenziali;
il Ministero dell'interno espleta la missione istituzionale della difesa civile, a livello centrale, attraverso il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, a livello territoriale, attraverso i Prefetti (sotto il profilo della direzione e coordinamento del sistema locale di difesa civile) e le strutture periferiche del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco (sotto il profilo operativo);
il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, nei limiti delle proprie competenze istituzionali, ha intrapreso numerose iniziative in termini di pianificazioni elaborate, di direttive impartite, di interventi effettuati, di strutture, strumentazione e attrezzature messe in campo:
nell'ambito della citata Commissione interministeriale tecnica di difesa civile si è proceduto, a seguito degli eventi dell'11 settembre, alla revisione e all'aggiornamento del piano di difesa nucleare-radiologica, allargando gli scenari ad ipotesi di tipo terroristico;
dal mese di ottobre 2001 sono stati elaborati e trasmessi ai Comandi provinciali ed ai Prefetti una decina di documenti tecnici contenenti gli scenari incidentali attesi di tipo NBC (nucleare-biologico-chimico), con le procedure di intervento e di comportamento da tenere in presenza di materiale potenzialmente contaminato;
in relazione al rischio radiologico, è in funzione una nuova rete nazionale gestita e controllata a livello centrale ed articolata su 1.200 stazioni di rilevamento, che garantiscono il monitoraggio h 24 delle radiazioni gamma in aria. La rete segnala automaticamente ed in tempo reale gli andamenti anomali del fondo ed il superamento di soglie di attenzione, ciò che consente l'individuazione dell'ampiezza delle aree interessate e la valutazione costante degli scenari di rischio e degli eventuali interventi da avviare. A ciò si aggiunga che tutti i Comandi provinciali sono dotati di attrezzature di rilevamento campale di radiazioni alfa-beta-gamma e di rilevamento della contaminazione in area e che il Corpo nazionale nel suo complesso dispone di sei gruppi operativi speciali dislocati strategicamente sul territorio attrezzati per operare in ambienti contaminati;
infine, con gli stanziamenti straordinari della legge finanziaria 2002, pari a 20 milioni di euro/anno per un triennio, il Dipartimento ha disposto la costituzione in tutti i capoluoghi di regione di
task force del Corpo nazionale dei vigili del fuoco qualificate sia sotto il profilo della dotazione individuale sia sotto il profilo della formazione professionale, con la redazione di specifici protocolli di intervento finalizzati a queste emergenze;
i Prefetti sono l'unica autorità di difesa civile a livello territoriale e, in tale veste, hanno la responsabilità tra l'altro di


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predispone il piano provinciale di difesa civile. Essi sono supportati, nelle decisioni che competono loro, dai Comitati provinciali di difesa civile, organi collegiali costituenti l'equivalente dei Comitati provinciali di protezione civile e composti dai rappresentanti di tutte le amministrazioni e gli enti pubblici e privati in grado di fornire adeguate professionalità per le attività e le pianificazioni nella materia. Tali Comitati non hanno poteri decisionali.

Il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è impegnato nelle attività di difesa civile nei limiti delle proprie competenze istituzionali, che si concretano nella fattispecie nella tutela dell'incolumità delle persone e nella salvaguardia dei beni, mediante interventi di soccorso tecnico urgente in situazioni di pericolo immediato derivanti da eventi di tipo nucleare-biologico-chimico-radiologico. A titolo di esempio, nel periodo dell'allarme antrace il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha gestito sul territorio nazionale quasi 1.600 interventi con una punta di 500 a Roma, senza dimenticare la rimozione di 3.000 tonnellate di ammoniaca dal centro della città di Mitrovica durante la guerra del Kosovo, realizzata dal Comando provinciale di Venezia pur in presenza di contingenti internazionali francesi e statunitensi.
Ne consegue che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco non è coinvolto in alcun modo in strategie militari, che peraltro rientrano nell'esclusiva competenza del Ministero della difesa.
Tutto ciò premesso, si risponde alle specifiche richieste contenute nell'interrogazione.
In relazione ai Comitati provinciali di difesa civile, questo Ministero intende confermarne l'esistenza, quali indispensabili organi di supporto e consulenza dei Prefetti.
Quanto alla trasmissione alle organizzazioni sindacali di una nota informativa specifica sull'impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in attività di difesa civile, l'Amministrazione non ha reputato che fosse necessario provvedervi, dato che le attività di soccorso tecnico urgente, a fronte di qualunque tipo di rischio o situazione pregiudizievole per la pubblica incolumità, rientrano nei compiti istituzionali del Corpo già fissati per legge. Comunque l'Amministrazione in ogni occasione utile ha fornito, sia di iniziativa che su richiesta delle organizzazioni sindacali, sia nel corso di incontri informali che nel corso di riunioni formali con le predette organizzazioni estese alla trattazione del presente argomento, informazioni sulle modalità e forme di coinvolgimento del personale e delle risorse strumentali del Corpo nel settore.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che in una lettera aperta inviata dalla segreteria provinciale del Siulp di Gorizia al Capo della Polizia (16 settembre 2003) si evince che la riduzione dei fondi destinati alla sicurezza ha determinato una serie di disservizi che pesano quotidianamente sull'attività degli addetti;
tra i gravi problemi evidenziati emerge, tra l'altro:
otto degli undici mezzi che costituiscono il parco auto della polizia di frontiera risultano in attesa di riparazione per mancanza di fondi (tra questi vi sono i fuoristrada utilizzati per il pattugliamento misto con il personale della polizia slovena);
mancanza di stampanti per i pc e altro materiale di cancelleria;
inefficienza dei terminali Schengen posti presso il valico internazionale di Sant'Andrea;
presso il valico di Casa Rossa è attivo un solo terminale posizionato all'interno degli uffici;
nella 4a Zona Polizia di Frontiera di Udine non si è ancora insediato il nuovo dirigente, mentre nel settore di Gorizia


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non è designato un secondo dirigente che sostituisca il titolare quando è in missione;
risulta inoltre che i servizi di missione, le prestazioni straordinarie e le indennità accessorie siano liquidate al personale del settore Polizia di Frontiera di Gorizia con molto ritardo;
sembra che nel pomeriggio dell'8 settembre 2003 la società «Digitel», che per conto della Telecom doveva predisporre la linea adsl presso gli uffici del valico di Sant'Andrea, ha interrotto il lavoro smontando quanto fatto nella mattinata perché i fondi per l'intervento sono stati dichiarati insufficienti;
secondo notizie stampa (Corriere della Sera 20 settembre 2003) dei 4 miliardi di euro preventivati dal Ministero dell'interno per la finanziaria per il 2004 solo 775 milioni saranno effettivamente assegnati;
la mancata assegnazione in finanziaria dei fondi al Ministero dell'interno penalizzerà il rafforzamento della logistica, il rinnovo del contratto dei dipendenti dell'Amministrazione, le retribuzioni dei dirigenti e le indennità del personale;
gli unici finanziamenti confermati sono quelli che riguardano l'attuazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione;
alla luce di ciò, la situazione denunciata dalla Segreteria provinciale di Gorizia è destinata ad acutizzarsi e i disservizi ad aumentare penalizzando anche altre realtà locali che pure vivono situazioni analoghe -:
quali iniziative intenda adottare per porre rimedio a quanto segnalato dalla segreteria provinciale del Siulp di Gorizia;
quali iniziative intenda adottare per far fronte alla mancata assegnazione nella prossima finanziaria dei fondi al Ministero dell'interno che, se confermata, avrà - ad avviso dell'interrogante - pesanti ripercussioni sulla qualità delle prestazioni professionali degli agenti di pubblica sicurezza.
(4-07518)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in argomento si osserva che la manovra di bilancio per l'esercizio 2004 prevede un incremento complessivo di 723,703 milioni di euro degli stanziamenti relativi al Centro di Responsabilità Pubblica sicurezza, le cui dotazioni complessive ammontano a 7.208,636 milioni di euro (6,6 per cento in più rispetto al dato corrispondente del precedente esercizio finanziario).
Vanno segnalati l'istituzione di un fondo di 171 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006, da destinare alla estinzione dei debiti accumulati negli ultimi anni dal Ministero dell'Interno, soprattutto per le locazioni di immobili adibiti a presidi delle Forze dell'Ordine, e, tra le spese in conto capitale, di un fondo di 125 milioni di euro per investimenti finalizzati ad esigenze infrastrutturali nel quadro della lotta alla criminalità ed al terrorismo.
Per sostenere l'impegno contro il terrorismo è stato istituito, con la legge finanziaria 2004, un ulteriore fondo di 100 milioni di euro per le necessità correnti di funzionamento dei servizi dell'Amministrazione dell'interno.
Sono stati significativamente incrementati, rispetto alle previsioni del bilancio 2003, gli stanziamenti per talune «voci» di spesa risultati effettivamente insufficienti negli ultimi anni, generando difficoltà nella gestione di servizi o attività di particolare importanza operativa.
Così, sono state incrementate le previsioni di spesa per fitto di caserme e uffici della Polizia di Stato (+ 20,8 milioni di euro, pari ad un aumento del 19,77 per cento) e dell'Arma dei Carabinieri (+ 16,5 milioni di euro, pari ad un aumento del 9,22 per cento), quelle per l'accasermamento delle Forze di Polizia (+ 11,9 milioni di euro, pari ad un aumento del 28,25 per cento), per la manutenzione dei locali demaniali della Polizia di Stato (+ 12 milioni di euro, pari ad un aumento del 52,16 per cento) e degli automezzi della stessa Polizia (+ 16,2 milioni di euro, pari ad un aumento del 33,3 per cento).
Sono state previste anche risorse per i miglioramenti economici e per l'incentivazione della produttività del personale delle


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Forze Armate e di Polizia (con esclusione dei dirigenti), nella misura di 360 milioni di euro per il 2004 e di 690 milioni per il 2005; in relazione alle esigenze dei servizi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, è stato incrementato di 200 milioni di euro lo stanziamento relativo al trattamento accessorio dello stesso personale (pure con esclusione dei dirigenti).
In merito alle specifiche problematiche relative alla provincia di Gorizia cui l'interrogante fa cenno, si riferisce quanto segue.
La Polizia di Frontiera di Gorizia non dispone di 11 autoveicoli, ma di 17, di cui solo 1 in avaria alla data del 23 gennaio 2004; tutti i fuoristrada risultano efficienti.
Per quanto riguarda il valico internazionale di S. Andrea, si fa presente che i problemi che si registrano nell'accesso alle banche dati S.D.I. (Sistema di Indagine) e S.I.S. (Sistema Informativo Schengen) sono da ricondurre alla linea locale (LAN) di trasmissione dati tra i
pc-server ed i pc-client e non alle apparecchiature informatiche, che sono pienamente funzionanti.
La soluzione definitiva del problema richiede la sostituzione della intera linea in cavo coassiale, attiva dal 1996, a causa del degrado dei cavi impiegati nelle tratte interrate; è in corso la relativa procedura.
Il valico dispone, comunque, di due personal computer portatili che consentono di accedere alle stesse banche dati attraverso un tradizionale collegamento GSM con schede «Sim» dedicate.
I lavori per l'installazione della linea ADSL presso gli Uffici dello stesso valico, interrotti l'8 settembre 2003, sono ripresi ed ultimati il giorno 22 dello stesso mese.
Il temporaneo funzionamento di un solo terminale «Schengen» nel valico di Casa Rossa è stato causato da un guasto di rilevante entità che aveva interessato gli
hard-disk di due pc-server e di un pc-client e che si era protratto per la difficoltà di reperire sul mercato i pezzi di ricambio; si era perciò sopperito con l'utilizzo di una configurazione informatica provvisoria, collegata via ponte radio.
Il problema è comunque stato superato già nel mese di ottobre 2003, per cui allo stato le postazioni informatiche presenti all'interno dell'Ufficio risultano funzionare regolarmente.
In argomento, si informa, comunque, che entrambi i valichi in questione sono inseriti in un elenco di Uffici che saranno serviti da una nuova linea VPN-HDSL e da una rete Intranet in fase di realizzazione, che comporterà un rinnovamento complessivo del sistema (hardware, servizi, trasmissione dati, ecc.), con il superamento definitivo delle problematiche finora riscontrate.
Relativamente alle stampanti in dotazione agli Uffici di Polizia di Frontiera di Gorizia, si precisa che il loro numero viene considerato sufficiente, anche se le apparecchiature cedute in comodato gratuito dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, in virtù di una convenzione stipulata nel 2001, sono prive di un pacchetto di manutenzione, sicché sono sorte difficoltà allorché si è trattato di riparare guasti o di sostituire componenti soggetti a consumo.
In ogni caso, è in corso l'
iter per l'acquisto, tramite convenzione con la Consip a livello nazionale, di un quantitativo di nuove apparecchiature del genere, che verranno distribuite alle Zone Telecomunicazioni regionali, per l'assegnazione ai vari Uffici secondo scale di priorità definite localmente.
Per quanto riguarda il materiale di cancelleria e di rapido consumo, risulta che ogni richiesta è sempre stata soddisfatta tempestivamente, nei limiti delle disponibilità finanziarie.
Per quanto concerne i dirigenti della 4a Zona di Polizia di Frontiera di Udine e del Settore di Polizia di Frontiera di Gorizia, si informa che il titolare del primo Ufficio è stato designato il 7 novembre 2003, in sostituzione del precedente collocato in aspettativa, mentre, quanto al secondo Ufficio, non è previsto un funzionario istituzionalmente incaricato di funzioni vicarie, per cui, in caso di impedimento o assenza del titolare, la direzione è assunta dal dipendente con qualifica più elevata.
Quanto, infine, al pagamento delle competenze accessorie, si informa che le indennità di missione, se automatizzate dai reparti


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periferici, vengono liquidate entro il mese successivo a quello di espletamento, salve le missioni all'estero per le quali è necessaria la ratifica ministeriale, mentre al personale interessato viene corrisposto un acconto pari all'85 per cento dell'importo previsto.
Il compenso per lavoro straordinario viene corrisposto di regola entro il mese successivo; gli altri pagamenti non superano, di norma, un lasso di tempo di tre mesi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalle indagini in corso sulle Brigate Rosse emerge sempre più chiaramente la centralità - in tale organizzazione terroristica - di Firenze e della Toscana -:
se risultino al Governo informazioni concernenti l'eventuale individuazione del «covo» fiorentino delle BR, gli eventuali collegamenti con il terrorismo fondamentalista, gli eventuali obiettivi «locali» potenzialmente attivati da tali cellule terroristiche, gli eventuali collegamenti con organizzazioni culturali e sindacali operanti sul territorio e gli eventuali collegamenti tra le BR toscane e gli attentanti degli ultimi mesi a Pisa nei confronti di dirigenti di An e sindacati;
quali specifiche misure di sicurezza siano state approntate in Toscana nei confronti degli eventuali obiettivi locali delle BR toscane.
(4-07863)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in argomento si assicura che il Ministero dell'Interno valuta con estrema attenzione la circostanza che il territorio della Toscana sia stato in più occasioni coinvolto, nell'ultimo periodo, da fatti connessi al terrorismo: dal tragico episodio avvenuto il 2 marzo 2003 sul diretto Roma-Firenze nei pressi di Terontola (AR), che causò la morte dell'agente della Polizia Ferroviaria Emanuele Petri, il ferimento del sovrintendente Bruno Fortunato, nonché l'arresto di Nadia Desdemona Lioce e l'uccisione del suo compagno Mario Galesi, entrambi diretti ad Arezzo, fino ai recenti sviluppi delle inchieste sulle Brigate Rosse-PCC, che il 24 ottobre scorso hanno consentito l'arresto in questa Regione di quattro persone gravemente indiziate di appartenere a quella organizzazione terroristica (Cinzia Banelli, nata a Grosseto e residente in provincia di Pisa, Bruno Di Giovannangelo, residente a Pisa, Roberto Morandi e Simone Boccaccini, entrambi nati e residenti a Firenze).
Allo stato non vi sono riscontri in ordine a collegamenti tra le Brigate Rosse-PCC ed il terrorismo di matrice islamica, come più dettagliatamente riferito alla Camera dei Deputati dal Ministro dell'interno in occasione dell'Audizione svolta l'8 gennaio 2004 dinanzi alla I Commissione.
Sono in corso, in più province toscane, indagini particolarmente accurate, in ordine alle quali è doveroso il massimo riserbo, per individuare possibili ulteriori militanti delle Brigate Rosse-PCC ed eventuali appartamenti o locali utilizzati da quella organizzazione terroristica.
Quanto alle azioni incendiarie che negli ultimi mesi sono state eseguite a Pisa dal gruppo eversivo «Cellule di Offensiva Rivoluzionaria», sono pure in corso specifiche indagini che, allo stato, non hanno evidenziato collegamenti con elementi delle Brigate Rosse-PCC.
Con l'occasione si informa che, tenuto conto anche dei rischi di attentati terroristici di matrice straniera, sono state impartite specifiche direttive alle Autorità provinciali di pubblica sicurezza di tutto il Paese per la massima attivazione dei dispositivi di vigilanza e sicurezza a protezione dei possibili obiettivi, con particolare riguardo alle sedi istituzionali, giudiziarie, carcerarie, di partito e di movimenti politici e sindacali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.


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MIGLIORI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
risulta dal nuovo orario invernale delle Ferrovie dello Stato l'istituzione di due nuovi treni Eurostar, destinati a divenire tra qualche mese quattro, con destinazione Roma-Bologna-Milano e ritorno senza, incredibilmente la previsione di sosta a Firenze;
tale ipotesi, se confermata, risulterebbe totalmente inaccettabile stante:
a) i sacrifici ambientali, di traffico, di sviluppo sofferti da Firenze e dall'area metropolitana fiorentina dai lavori e dagli obiettivi non condivisibili del tracciato e della stazione dell'alta velocità la cui firma definitiva è prevista per il 25 novembre prossimo venturo a Roma tra enti locali, Ferrovie dello Stato e Governo;
b) l'impossibilità di ogni futura ipotesi di collegamento metropolitano in sotterranea della città di Firenze e della sua area derivante dalla pervicace volontà delle Ferrovie dello Stato, supportate incredibilmente dagli enti locali, di organizzare il transito di Firenze solo nella prospettiva dei collegamenti nazionali senza previsione e possibilità alcuna per potenziare i collegamenti locali;
c) la totalmente insufficiente prestazione dei servizi ferroviari per i collegamenti regionali che ha comportato la violazione da parte delle ferrovie degli accordi stipulati con la regione Toscana e relative penalizzazioni economiche;
d) lo storico ruolo nazionale del Polo fiorentino all'interno della stessa organizzazione complessiva delle Ferrovie dello Stato addirittura rafforzato ultimamente dalla realizzazione all'Osmannoro del Polo tecnologico ferroviario e dalla proposta ufficiale degli enti locali e della stessa camera di commercio di individuare in Firenze la sede dell'Agenzia ferroviaria europea -:
quali iniziative si intendono assumere presso Trenitalia affinché sia evitata una inammissibile umiliazione del ruolo e dello sviluppo della città di Firenze.
(4-07939)

Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.A. ha riferito che con la nuova offerta orario del 14 dicembre 2003 la relazione Roma-Milano è stata arricchita di un nuovo collegamento eurostar flag ship dedicato prioritariamente alla clientela business.
Tale collegamento, effettuato con materiale di elevato qualità e comfort, osserva i seguenti orari:
ES*9301; partenza: Milano Centrale 7.53; arrivo Roma Termini 12.08.
(con fermate a Milano Rogoredo ore 8.03, Bologna ore 9.38 e Roma Tiburtina ore 11.59).
ES* 9302: partenza: Roma Termini 6.20; arrivo: Milano centrale 10.35.
(con fermate a Roma Tiburtina ore 6.28, Bologna ore 8.51 e Milano Rogoredo ore 10.23).
ES*9303 partenza: Milano Centrale: 17.15; arrivo: Roma Termini 21.28.
(con fermate a Milano Rogoredo ore 17.26, Bologna ore 18.55 e Roma Tiburtina ore 21.18).
ES*9304 partenza: Roma Termini 17.55; arrivo: Milano Centrale 22.10.
(con fermate a Roma Tiburtina ore 18.03, Bologna ore 20.30 e Milano Rogoredo ore 22.00).

Il tempo minimo di percorrenza di ore 3.55 del collegamento in questione tra Milano e Roma tende a soddisfare le esigenze di mobilità del particolare segmento della clientela della media e lunga percorrenza (da Roma per Bologna a Milano e viceversa).
La fermata alla stazione di Firenze Campo di Marte non è consentita, inoltre, sia nel collegamento del mattino per il rispetto della traccia oraria sia nel collegamento pomeridiano dove non sussistono le condizioni tecniche per tale fermata.
È, comunque, opportuno ricordare che tutti gli altri collegamenti eurostar della


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relazione Roma-Milano fermano alla stazione di Firenze S.M.N.
Circa le criticità nei collegamenti regionali della Toscana, si fa presente che le stesse sono state determinate dalle rilevanti variazioni nell'organizzazione del lavoro introdotte dall'entrata in vigore del nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro delle attività ferroviarie del 1o settembre 2003.
Attualmente, Ferrovie dello Stato s.p.a. ritiene che possano considerarsi superate le difficoltà maggiori riscontrate nella circolazione.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

MINNITI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella mattina di venerdì 4 maggio 2002, ignoti hanno appiccato il fuoco nella sede dell'Automobil club in via De Nava a Reggio Calabria, e che soltanto il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato più gravi danni;
a distanza di soli due giorni, alle due di notte del mattino è stato appiccato un secondo incendio che, di fatto, risulta essere la continuazione del primo tentativo e che ha questa volta causato ingenti danni rendendo inagibili gli uffici dell'Automobil club e del Pubblico registro automobilistico;
l'accanimento con cui si è tentato di distruggere la sede dell'Aci ha in sé elementi inquietanti per l'accurata preparazione ed esecuzione del piano criminoso e per le conseguenze gravi che ha prodotto nonostante il generoso intervento dei vigili del fuoco -:
quali siano le valutazioni del Ministro sulla vicenda e se, in particolare, in considerazione della natura dei servizi erogati dall'Aci al pubblico e ai propri soci non possa ritenersi utile dal punto di vista criminale la distruzione di atti e documentazioni che possono avere anche un interesse giudiziario;
se si possa escludere una finalità estorsiva, non necessariamente rivolta direttamente contro l'Aci, e comunque quali misure verranno prese, anche attraverso un potenziamento delle forze dell'ordine impegnate nelle indagini, per garantire rapidità ed efficacia alle indagini stesse e per ricondurre la situazione in condizioni di normalità.
(4-02864)

Risposta. - Si comunica che dalle indagini esperite dalla Questura di Reggio Calabria è emerso che entrambi gli incendi che si sono verificati, il 3 ed il 6 maggio 2002, presso l'Ufficio Provinciale A.C.I. di quella città, cui l'interrogante fa riferimento, erano diretti a danneggiare la sede di un'agenzia di assicurazioni ubicata nello stesso stabile.
Al riguardo, è stato appurato che la direzione generale della società di assicurazioni aveva interrotto il rapporto lavorativo con gli agenti titolari dell'agenzia in questione, a causa di una loro forte esposizione debitoria.
Le risultanze investigative sono confluite in un procedimento penale tuttora pendente presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

MUSSOLINI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli italiani nel mondo. - Per sapere - premesso che:
la minoranza italiana dell'Istria slovena sta vivendo un lungo periodo di difficoltà. Infatti, secondo quanto è possibile apprendere tramite i quotidiani locali (Il Piccolo di Trieste, La Voce del Popolo - quotidiano ufficiale della minoranza italiana in Croazia e Slovenia) le autorità competenti slovene stanno tutelando sempre meno i diritti della comunità italiana, mettendo in seria difficoltà i nostri connazionali d'oltre confine;


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emblematico è il caso di Radio e Tele Capodistria, le quali rischiano di vedere interrotte le proprie trasmissioni per mancanza di fondi, i quali devono essere erogati dallo Stato sloveno;
non esistono problemi solo di ordine finanziario, ma anche di tipo etnico e culturale; infatti, il bilinguismo sloveno-italiano viene troppo spesso trascurato o applicato in modo da colpire la dignità morale e culturale della comunità italiana;
a causa del clima sempre più pesante che si è venuto a creare nella comunità italiana, recentemente un deputato della minoranza italiana presso il Parlamento sloveno, ha rassegnato le sue dimissioni in segno di protesta -:
pur nella consapevolezza che spetti allo Stato sloveno tutelare le minoranze etniche residenti sul proprio territorio, se vi siano iniziative politico-diplomatiche in corso da parte del Governo italiano di fronte a tali evidenti situazioni di disagio da parte della minoranza italiana di tutela e salvaguardia di un patrimonio umano e culturale di tale rilevanza oltre confine.
(4-08680)

Risposta. - L'Italia e la Slovenia attraversano, attualmente, una fase di crescita del dialogo politico e della reciproca collaborazione. I vertici degli organismi rappresentativi della Comunità nazionale italiana in Slovenia hanno peraltro segnalato, nei mesi scorsi, una crescente insoddisfazione per il complessivo trattamento ricevuto da parte della Slovenia.
L'Onorevole Battelli, membro del Parlamento della Slovenia eletto al seggio specifico garantito da quel Paese alla nostra Minoranza, si è dimesso all'inizio di gennaio dalla carica di Presidente della Commissione parlamentare sulle questioni delle nazionalità, in segno di protesta verso un atteggiamento delle Autorità slovene nei riguardi delle minoranze autoctone (quelle italiana ed ungherese sono ufficialmente riconosciute) giudicato di scarsa attenzione.
Il gesto dell'Onorevole Battelli ha ottenuto l'effetto, nell'immediato, di una rinnovata attenzione verso le esigenze della Minoranza da parte dei vertici istituzionali e politici della Slovenia. L'Onorevole Battelli, dopo un periodo di riduzione di contatti, ha avuto colloqui diretti con il Presidente della Repubblica, il Presidente del Parlamento ed il Primo Ministro sloveni.
L'Italia ha puntualmente colto l'occasione di numerosi incontri a livello politico e tecnico, sia in ambito bilaterale che multilaterale, per evidenziare l'aspettativa che, da parte slovena, sia garantita una piena tutela dei diritti della nostra Minoranza autoctona, anche con riferimento ad un'applicazione del bilinguismo più estesa - in linea con quanto realizzato dall'Italia -, non rigidamente limitata alla pura delimitazione storica dei territori di applicazione originaria (Comuni di Pirano, Capodistria, Isola).
Le esigenze italiane di piena tutela della nostra Minoranza autoctona in Slovenia, sia sul piano finanziario che su quello dell'identità culturale, sono state confermate anche a livello più alto dal Presidente del Consiglio, Onorevole Berlusconi, al Premier Sloveno, Rop, in occasione di un incontro bilaterale avvenuto a margine del Vertice della Quadrilaterale di Brdo (30 gennaio 2004), nonché dal Ministro degli Esteri Frattini allo stesso Premier ed al suo omologo, Rupel, in occasione di colloqui bilaterali a latere della partecipazione alla Conferenza degli Ambasciatori Sloveni (2 febbraio 2004).
Da parte slovena, anche a seguito dei colloqui sopra menzionati, sono state fornite assicurazioni circa un rinnovato impegno verso le tematiche di interesse della Minoranza, in particolare attraverso l'avvio di uno studio volto all'individuazione delle principali problematiche delle minoranze e delle possibili soluzioni, nonché, è stato previsto nello specifico un aumento dei fondi destinati a Radio TV Capodistria.
Rimane necessaria - nella percezione della Minoranza - una costante attenzione per impedire possibili ridimensionamenti o limitazioni di diritti precedentemente acquisiti e per la soluzione di persistenti criticità nell'ambito del bilinguismo, mezzi di informazione e finanziamenti. A ciò si


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aggiunge qualche preoccupazione per il rafforzamento di una campagna culturale che parrebbe intesa ad un «processo di de-territorializzazione e di cancellazione della memoria storica e delle radici culturali degli Italiani» (sostituzione di toponimi istro-veneti, presentazione di celebri artisti della cultura istriana quali Sloveni ecc.).
Anche la positiva soluzione di alcune specifiche questioni che avevano posto in pericolo diritti acquisiti (diritti linguistici per gli esami di maturità e almeno temporanea salvaguardia delle trasmissioni in lingua italiana di RTV Capodistria) sarebbe stata ottenuta, nella valutazione della Minoranza, soprattutto in virtù della forte pressione esercitata dall'Italia e dalla Comunità Internazionale.
In tale quadro, particolare preoccupazione ha suscitato, negli ambienti della Minoranza, la sensibile riduzione di consistenza numerica registrata dalla Comunità nazionale italiana, e da tutte le minoranze nel Paese, nell'ultimo censimento della popolazione in Slovenia, i cui risultati sono stati resi pubblici nel 2003. Anche molte persone che si erano dichiarate, dieci anni prima, di «nazionalità» (questo è il termine in uso nell'ordinamento di Lubiana) italiana, hanno preferito definirsi slovene. Il risultato definitivo evidenzia meno di 2300 appartenenti alla Minoranza, a fronte dei circa 3000 registrati in precedenza, mentre 3800 persone si dichiarano «di madrelingua italiana».
Le interpretazioni di tale dato non sono univoche; alcuni osservatori evidenziano un atteggiamento generale delle Autorità slovene improntato ad un rispetto soprattutto formale delle norme - peraltro avanzate - per la tutela delle minoranze di cui la Slovenia si è dotata, piuttosto che ad una effettiva realizzazione ed applicazione di tali strumenti, con la conseguenza di un clima che renderebbe «scomodo», in Slovenia, il dichiararsi appartenenti ad una minoranza. Inoltre, l'imminente piena adesione della Slovenia all'Unione Europea non incoraggerebbe i singoli a segnalare una propria «differenza» di identità, un elemento che comunque la società slovena non tenderebbe tuttora a considerare favorevolmente.
Si segnala infine che nei giorni 11 e 12 febbraio 2004 si è tenuta la Commissione Mista italo-slovena al termine della quale è stato firmato il Programma Esecutivo dell'Accordo di collaborazione culturale per gli anni 2004-2007.
La prima parte del Programma è delegata proprio alla collaborazione nel campo dell'istruzione e della cultura a favore delle due minoranze, con l'impegno delle due Parti a sviluppare ulteriormente la collaborazione volta a favorire la vita culturale degli appartenenti alle rispettive minoranze, in conformità alla Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la tutela delle minoranze, alla Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, nonché agli Accordi e alle Intese internazionali vigenti. I settori di collaborazione riguardano istruzione, formazione, borse e visite di studio, scambi di materiale didattico, nonché l'interesse alla realizzazione di iniziative relative al settore dell'istruzione e della cultura, finalizzate alla salvaguardia dell'identità storica, artistica, culturale e linguistica della minoranza italiana autoctona in Slovenia e della minoranza autoctona slovena in Italia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
non passa giorno senza essere obbligati a leggere sulle cronache giornalistiche dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, arrestato a Palermo il 16 aprile 2002;
le dichiarazioni del Giuffrè sono riferite soprattutto a rapporti tra mafia e politica e coinvolgono politici nazionali, regionali, comunali e provinciali, quasi tutti del centro-destra;
come premio il Giuffrè ha ottenuto cinque giorni di permesso straordinario da trascorrere, per le festività natalizie, in una località segreta e superprotetta con i


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familiari, «al fine di superare l'inevitabile crisi di sconforto e il senso di solitudine degli stessi connessi non solo alla lontananza del congiunto, ma altresì al nuovo ed inconsueto sistema di vita imposto dalle cautele necessarie per la loro protezione»;
il permesso, pur se consentito dalle norme in vigore, è stato concesso al Giuffrè, uomo che ha scelto di collaborare con la giustizia, ma avrebbe sulle spalle omicidi, tra i quali quelli di due giovani imprenditori che non si erano voluti piegare alla legge del racket e che dopo essere stati strangolati, furono dallo stesso Giuffrè sciolti nell'acido, per farne scomparire qualsiasi traccia;
ad avviso dell'interrogante il collaboratore è del tutto inattendibile -:
se il Ministro dell'interno non ritenga, necessario far revocare il regime di protezione affidato al Giuffrè;
se non ritenga di dover assumere le opportune iniziative per una revisione della legislazione in materia di collaboratori di giustizia.
(4-05239)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in argomento, si riferisce che Antonino Giuffrè, in quanto collaboratore di giustizia, è stato ammesso il 25 settembre 2002 al programma di protezione su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
Il permesso di cui questi ha goduto in occasione delle festività natalizie è stato concesso dal Magistrato di Sorveglianza di Milano con provvedimento del 27 dicembre 2002, da fruire, in regime di detenzione domiciliare, entro il 6 gennaio 2003 insieme con i familiari in una struttura protetta individuata dal Servizio Centrale di Protezione.
Il Magistrato riteneva sussistenti i presupposti previsti all'articolo 30, comma 2o, della legge 26 luglio 1975, n. 354, con riferimento alla ipotesi degli «eventi familiari di particolare gravità», in considerazione dello stato di disagio psicologico nel quale versavano i congiunti del detenuto.
Tale provvedimento, di esclusiva competenza dell'Autorità Giudiziaria, seguiva analoghe decisioni, già pronunciate dalla Magistratura, mentre il Giuffrè era in custodia cautelare.
La collaborazione del Giuffrè è, allo stato, curata proceduralmente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che coordina le attività investigative connesse alle sue dichiarazioni: esse sono coperte dal riserbo istruttorio e su di esse questo Ministero non ha titolo per interloquire.
Quanto all'attendibilità del collaboratore in questione, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, tramite il Ministero della Giustizia, ha precisato che la stessa è stata finora positivamente valutata in numerosi provvedimenti dei giudici di quel Distretto, tra cui possono essere ricordate:
l'ordinanza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone sottoposte ad indagini per il reato di cui all'articolo 416-
bis c.p. e per concorso nel delitto di estorsione aggravata ai sensi dell'articolo 7 legge n. 203 del 1991;
le ordinanze del Tribunale della Libertà che hanno confermato il provvedimento di cui al punto che precede;
la sentenza della Corte di Assise di Palermo nel processo contro Riina Salvatore ed altri imputati di omicidio aggravato in danno di Savoca Giuseppe ed altri;
la sentenza della Corte di Assise di Appello di Palermo nel processo contro Rinella Salvatore ed altri, fra cui lo stesso Giuffrè, imputati del reato di omicidio aggravato in danno dei fratelli Sceusa. In questo processo al Giuffrè è stata riconosciuta la speciale attenuante di cui all'articolo 8 legge 203 del 1991.

In merito alla eventuale revisione della normativa in vigore, ferma restando la sovranità del Parlamento, non se ne ravvisa la necessità, visti i positivi risultati conseguiti nei primi due anni di applicazione.


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La normativa introdotta al termine della passata legislatura non ha provocato contrazioni di nuovi ingressi nei programmi di tutela. A due anni dall'inizio dei lavori dell'attuale Commissione (8 ottobre 2001), le nuove ammissioni di collaboratori sono state 276 (102 in più rispetto al biennio precedente); le capitalizzazioni, cioè i provvedimenti che segnano la conclusione di un programma, con l'inserimento socio-lavorativo del collaboratore, sono state 362, a fronte delle 83 del biennio precedente. Alla data del 7 ottobre 2003, il numero complessivo dei collaboratori inseriti in un programma è 1114, in linea con la media degli anni precedenti.
È significativo che, nonostante l'invarianza dei numeri, nell'ultimo biennio, grazie anche alle nuove norme, si è registrato un calo delle spese dell'intero sistema della protezione nella misura del 30 per cento; fra le cause, l'ancoraggio a parametri oggettivi degli assegni corrisposti mensilmente, la razionalizzazione degli oneri per la difesa e l'aumento delle capitalizzazioni: pur se queste ultime comportano un esborso immediato (una sorta di liquidazione per consentire l'avvio di un lavoro), in realtà ottengono un risparmio alla distanza, perché non viene più corrisposto l'assegno di mantenimento.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

PISTONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel 1993 hanno avuto inizio i primi lavori nella sede centrale del settore «Uffici» del comando provinciale dei Vigili del fuoco della città di Reggio Calabria;
i lavori consistevano: a) nella costruzione del nuovo blocco da utilizzare per locali da destinare alle necessità del personale operativo e alla rimessa del magazzino; b) nella costruzione della palestra; c) nella costruzione del castello di manovra;
nel 1998 tutti i suddetti lavori si interrompono improvvisamente a causa del fallimento delle ditte appaltatrici, con conseguente abbandono e non ultimazione degli stessi, lasciando soprattutto la costruzione del castello di manovra con evidenti difetti di costruzione proprio nei punti che sono fondamentali per lo svolgimento delle istruzioni al personale (i davanzali, dove si dovrebbe agganciare la scala per svolgere normale addestramento tecnico-professionale, sono stati costruiti più larghi delle misure standard delle scale);
nel corso di questi anni, il rappresentante dell'amministrazione ha, di volta in volta, comunicato ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali di categoria che i lavori non potevano riprendere a causa dei mancati conteggi economici necessari per saldare le ditte appaltatrici;
sono oramai cinque anni che i Vigili del fuoco di Reggio Calabria sono costretti a destreggiarsi all'interno di un vero e proprio cantiere abbandonato, prestando la loro attività in condizioni non ottimali, né dal punto di vista abitativo né da quello del rispetto delle leggi, che gli stessi vigili dovrebbero far rispettare;
i fondi a suo tempo stanziati per i lavori di cui sopra sono stati indirizzati per altre opere costruite in altre province della regione, con buona pace dei Vigili del fuoco;
anche il parco automezzi del comando provinciale di Reggio Calabria risulta essere largamente insufficiente per le necessità ordinarie e non adeguato alla situazione orografica della provincia e che gran parte degli automezzi che servono per il quotidiano soccorso hanno più di venti anni e che i decibel di rumorosità all'interno dell'abitacolo risultano essere altissimi, tanto da mettere a repentaglio la salute degli operatori stessi -:
se non ritengano opportuno, ciascuno per i propri ambiti di competenza, adoperarsi per sbloccare la situazione di stallo descritta in premessa;


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se non ritengano urgente intervenire con l'obiettivo di procedere al rifinanziamento delle opere avviate e mai portate a compimento e per dare una degna sistemazione ai Vigili del fuoco della città di Reggio Calabria, anche in funzione di un necessario ed imprescindibile rafforzamento degli organici per meglio affrontare le continue emergenze ed i continui bisogni del territorio.
(4-05994)

Risposta. - Il Comando Provinciale di Reggio Calabria è costituito da tre distinti fabbricati appartenenti, rispettivamente ad un privato, all'Amministrazione comunale di Reggio Calabria e al Demanio dello Stato.
Al fine di conseguire una gestione unitaria, l'immobile di proprietà comunale è stato acquistato molto di recente. Per tale immobile, entro il corrente anno, saranno avviati a cura di questa Amministrazione i lavori di adeguamento igienico-sanitari negli alloggiamenti del personale, nella cucina e nella mensa.
Il fabbricato di proprietà demaniale, adibito ad uffici, è stato recentemente completamente ristrutturato. Nell'area della sede risulta invece da tempo abbandonato il cantiere per la costruzione di nuove autorimesse e magazzini. Tali lavori appaltati dal Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche per la Calabria, sono sospesi per il successivo fallimento di due imprese succedutesi nei lavori, come anche asserito dall'On.le Pistone. In proposito si fa presente che sono in atto contatti con il predetto Provveditorato per individuare una soluzione alternativa.
Si informa, altresì, che recentemente sono ripresi i lavori per il completamento della palestra e del castello di manovra per l'addestramento dei vigili del fuoco, il cui termine è previsto nell'anno corrente.
In merito alla situazione del parco veicoli di soccorso del Comando di Reggio Calabria, si precisa che questa amministrazione sta procedendo, grazie anche agli stanziamenti previsti dalle leggi finanziarie 2002 e 2003 e dalle leggi di potenziamento delle Forze di polizia, a rinnovare gradualmente il parco automezzi per le sedi provinciali di tutto il territorio nazionale. Nell'ambito di tale operazione sarà tenuta nella dovuta considerazione anche la situazione del Comando di Reggio Calabria, che comunque è attualmente in linea con quella degli altri Comandi provinciali. Al riguardo si segnala che di recente sono stati consegnati una autopompa serbatoio (ottobre 2003) e un furgone (febbraio 2004). A brevissima scadenza sarà consegnata una autobotte.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

RAISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la procura della Repubblica di Bologna in questi giorni ha inviato avvisi di garanzia ad undici membri delle forze dell'ordine e ad un infermiere della Croce Rossa per alcuni fatti che si sarebbero verificati lo scorso 2 marzo 2003, al Centro di permanenza temporanea di Bologna, quando le Forze dell'ordine intervennero per sedare una rivolta degli ospiti clandestini i quali stavano danneggiando lo stesso centro;
di fronte all'ennesimo attacco ai danni di rappresentanti della Polizia - ai quali va tutta la più sincera solidarietà dell'interrogante - risulta chiara la volontà colpevolista e denigratoria che pervade le fila di una parte della sinistra italiana;
desta perplessità che l'opinione pubblica di questo paese - in tema di contenimento della micro criminalità - ritenga necessario regolarizzare l'immigrazione rimpatriando chi viene in Italia a compiere attività criminali, mentre di contro alcuni esponenti della sinistra contestino le operazioni di polizia atte a sedare le insurrezioni nei centri di CPT, nei quali sono trattenute persone con precedenti penali in attesa di rimpatrio;
si tratta di due pesi e due misure che i cittadini non comprendono e non giustificano -:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non intenda verificare


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disponendo un'inchiesta amministrativa quanto sia effettivamente accaduto il 2 marzo 2003, presso il centro di permanenza temporanea di Bologna.
(4-06234)

Risposta. - Si comunica che il 2 marzo 2003 personale della Questura di Bologna, su richiesta di operatori della Croce Rossa, è intervenuto all'interno del blocco «E» del Centro di Permanenza Temporanea di quel capoluogo, per sedare una violenta rivolta scoppiata dopo un tentativo di fuga da parte di due stranieri.
A seguito dell'intervento delle Forze dell'ordine, alcuni extracomunitari ospitati nel Centro hanno sostenuto di essere stati oggetto di violenze ed hanno presentato una denuncia alla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale, che, dovendo procedere in sede di incidente probatorio ad una ricognizione personale, ha emesso informazioni di garanzia, per il reato di concorso in lesioni, nei confronti di 11 agenti della Polizia di Stato, di un Carabiniere e di un infermiere della Croce Rossa.
Alla stessa Procura della Repubblica, il 5 marzo 2003, sono stati segnalati 5 extracomunitari che, nel corso dei disordini, si sono resi responsabili di danneggiamenti e lancio di oggetti nei confronti delle Forze dell'Ordine.
Poiché entrambi i procedimenti risultano tuttora nella fase delle indagini preliminari, non si ritiene di effettuare ulteriori valutazioni sulla vicenda, nel pieno rispetto dell'operato della magistratura.
Va, in ogni caso, espressa piena solidarietà nei confronti di quegli operatori delle forze dell'ordine che, in ragione dell'esercizio dei propri doveri, si espongono oltre ai rischi di istituto anche a possibili conseguenze di natura giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

REALACCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con l'approvazione della convenzione fra il ministero delle infrastrutture e la società Stretto di Messina, per la realizzazione del ponte sullo stretto, è stato approvato anche il Piano economico-finanziario dell'opera, contenuto nell'allegato F della convenzione medesima;
tale documento prevede, fra l'altro, a carico delle Ferrovie dello Stato, il versamento di un canone di 100,6 milioni a decorrere dal 2012, anno di apertura dell'opera, fino ad arrivare a 142,9 milioni di euro al 2041. Tale canone risulta assolutamente sproporzionato all'entità del traffico ferroviario che interesserà il ponte. Risulta all'interrogante, infatti, che i trasporti di merci fra la Sicilia e il continente vedano una progressiva diminuzione del volume di traffico ferroviario a vantaggio del trasporto aereo o via mare;
tale sproporzione sembra determinata dalla necessità di garantire prestiti sul mercato e le obbligazioni che saranno emesse per coprire il 60 per cento delle risorse indispensabili per realizzare l'opera;
l'entità del canone e la sua durata avranno pesanti ripercussioni sul futuro delle Ferrovie dello Stato che, prescindendo dall'incertezza determinata dal processo di liberalizzazione in atto, saranno costrette, per onorare l'oneroso impegno di cui trattasi, ad aumentare le tariffe per i cittadini e le merci e ad effettuare minori investimenti sulla rete. Tale previsione appare ancor più triste, se si pensa che con l'importo dei canoni che le Ferrovie verseranno per utilizzare il Ponte, si potrebbe elettrificare e raddoppiare l'intera rete ferroviaria siciliana:
non reputino i Ministri interrogati che il canone previsto nella convenzione per il Ponte sullo stretto a carico delle Ferrovie, sia un peso troppo rilevante per un ente che già deve garantire l'aumento di capitale della società Stretto di Messina e progettare e realizzare i collegamenti ferroviari -:
quale conseguenza avrà un onere finanziario così ingente sul processo di


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liberalizzazione in corso, in particolare con riferimento alla separazione tra RFI e Trenitalia;
se non ritengano che il canone previsto nella citata convenzione inciderà negativamente sul volume degli investimenti per l'ammodernamento della rete ferroviaria al Sud, oppure provocherà un insostenibile aumento delle tariffe;
se non condividano l'opinione dell'interrogante che tale operazione più che un project-financing sia il solito stratagemma per far pagare ai cittadini il rischio d'impresa.
(4-08779)

Risposta. - Si fa presente che il presupposto su cui si base il piano finanziario del Ponte sullo Stretto di Messina è quello di trasferire alla Concessionaria (che è soggetto di diritto pubblico) gli stessi proventi oggi messi a disposizione per l'esercizio dei traghetti delle Ferrovie dello Stato.
Perciò il piano finanziario è stato impostato prevedendo pedaggi uguali a quelli previsti per i traghetti nel 2012 (anno di apertura del Ponte) e prevedendo altresì la devoluzione del «contributo di continuità territoriale», oggi erogato a Rete Ferroviaria Italiana, in favore della Concessionaria del Ponte.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

ROSATO, BOCCIA, DAMIANI e PISTELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con la legge 12 agosto 2000, il governo della repubblica federale di Germania ha istituito un fondo di indennizzo, gestito dalla Fondazione «Memoria, Responsabilità e futuro» a favore di quanti si sono trovati nel corso della seconda guerra mondiale, nei territori occupati o all'interno del Terzo Reich, nelle condizioni di schiavitù o di lavoro forzato;
nel corso del 2002 sono stati erogati, alla maggior parte dei soggetti riconosciuti aventi diritto, importi pari al 50 per cento della prevista somma di liquidazione ammontante a 7.667.38 euro, mentre i restanti sono rimasti del tutto esclusi, anche se tramite l'International Organization for Migration di Ginevra, che cura l'istruzione delle pratiche e le relazioni con gli appellanti, sono stati chiesti a costoro ulteriore documentazione probante la condizione coatta;
tali erogazioni sono spettanti a coloro che furono sottoposti a condizioni particolarmente dure di lavoro forzato, a coloro che furono colpiti da malattie derivate dalla deportazione, a coloro che subirono danni alla proprietà privata -:
se il Governo intenda intervenire presso le Autorità tedesche per conoscere i motivi per i quali le erogazioni a valere per il biennio 2003-2004 sono state sospese, tanto nella liquidazione del saldo quanto nel primo rateo, e per sollecitare una loro ripresa anche in considerazione dell'avanzata età degli appellanti, molti dei quali non versano in condizioni economiche e di salute particolarmente felici.
(4-09030)

Risposta. - L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (O.I.M.), che cura tra l'altro l'istruzione delle richieste di compensazione di coloro che furono sottoposti a lavoro coatto durante il secondo Conflitto mondiale, ha indicato che la corresponsione della seconda rata ai beneficiari che hanno ricevuto la prima (riconosciuti quindi come aventi diritto all'indennizzo), verrà erogata a partire dal 2005.
Tale ritardo è dovuto alla necessità di esaurire preventivamente il vaglio delle restanti domande di rimborso, che sono ancora il 15 per cento del totale ricevuto dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Inoltre, sarà necessario esperire le procedure relative agli oltre 21.000 appelli che sono stati inoltrati all'Organizzazione internazionale per le migrazioni da coloro che si sono visti respinta la domanda. Infatti, in presenza di un ammontare


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fisso del fondo di cui dispone la Fondazione per i risarcimenti, è necessario verificare l'esatto numero dei beneficiari finali prima di utilizzare le risorse finanziarie rimaste dopo il pagamento della prima rata.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.

RUSSO SPENA e MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori della polizia di Stato, come tutti i cittadini, dovrebbero godere del diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e quant'altro mezzo di diffusione (ex articolo 21 della Costituzione) e di associarsi liberamente in partiti per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica nazionale (ex articolo 49 della Costituzione), diritto ribadito espressamente dall'articolo 114 della legge 121 del 1981 (che prevede la cessazione del divieto di iscrizione ai partiti politici per gli appartenenti alla Polizia di Stato, a partire da un anno dall'entrata in vigore della legge stessa, non essendo intervenute, nel frattempo, nuove discipline a modificare la materia);
da una decina d'anni presta servizio a Porto Tolle (Rovigo), Comune veneto ubicato nel cuore del Parco del Delta del Po, un'Assistente Capo della Polizia di Stato, militante di un partito del Centro-sinistra, dirigente sindacale del SIULP, nonché ambientalista, distintosi per la sua attività contro il bracconaggio e la repressione dei reati ambientali in genere;
il 6 maggio 2003, il suddetto poliziotto, ha pubblicato un suo articolo su Il Gazzettino - cronache di Rovigo dal titolo: «Parco, dove è finita la coerenza?», firmato non in qualità di appartenente alla Polizia di Stato, ma come associazione ambientalista denominata «Amici del parco del Delta del Po»;
nell'articolo esprimeva il suo parere di cittadino-ambientalista ed evidenziava le contraddizioni emerse nello schieramento del centro destra di Porto Tolle, il quale per le elezioni amministrative del 25 e 26 maggio aveva fatto un patto elettorale con i cacciatori antiparco;
l'8 maggio 2003, sempre su «Il Gazzettino - cronache di Rovigo, il segretario del PRC di Porto Tolle, in un articolo dal titolo: «Verso le elezioni. Normalità nei rapporti. A confronto due voci in vista delle amministrative del 25 e 26», riprende sostanzialmente, concetti espressi dall'ambientalista poliziotto;
il 10 maggio 2003, il questore della provincia di Rovigo, proponeva per l'Assistente Capo in questione, la sanzione disciplinare della pena pecuniaria, per la violazione all'articolo 81 della legge n. 121 del 1981, avendo assunto, a suo dire, «un comportamento che ha compromesso l'assoluta imparzialità delle sue funzioni» facendogli recapitare i due articoli di stampa «incriminati» con tanto di timbro «STAMPA D.I.G.O.S.»;
l'ambientalista, nel suo articolo, aveva stigmatizzato il comportamento contraddittorio di esponenti di Forza Italia nazionali, regionali e locali, che prima si erano distinti per fare approvare la legge che ha istituito il Parco del Delta del Po, salvo, poi, arrivare ad accordi elettorali con i cacciatori antiparco -:
se non ritenga di dover intervenire presso il questore di Rovigo, affinché revochi la sanzione disciplinare nei confronti del poliziotto, reo solo di aver espresso la propria opinione in materia ambientalista;
quali iniziative intenda intraprendere perché venga garantito anche ai lavoratori della Polizia di Stato il diritto ad esprimere il proprio pensiero e di associarsi liberamente in partiti, così come sancito dagli ex articoli 21 e 49 della Costituzione e ribadito dall'articolo 114 della legge n. 121 del 1981.
(4-06339)

Risposta. - Si comunica che il Questore di Rovigo ha motivato il procedimento


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disciplinare disposto nei confronti dell'Assistente Capo della Polizia di Stato Fabio Roccato, in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Porto Tolle, con il rilievo che l'articolo a sua firma pubblicato il 6 maggio 2003 da Il Gazzettino aveva preso apertamente posizione contro uno degli schieramenti impegnati nella campagna elettorale in corso in quel Comune: ne aveva evidenziato nel dettaglio presunte contraddizioni, anche con riferimento a dichiarazioni ed atti di esponenti di partito, e aveva sostenuto un altro partito, che aveva il merito di «guardare al futuro in termini più moderni».
Il Questore di Rovigo, ritenendo che le dichiarazioni del dipendente costituissero una presa di posizione partitica, tenuto conto della campagna elettorale in corso ha contestato al medesimo la violazione dell'obbligo di imparzialità, previsto per gli appartenenti alla Polizia di Stato dall'articolo 81 della legge n. 121 del 1981, il quale dispone che essi «devono in ogni circostanza mantenersi al di fuori delle competizioni politiche e non possono assumere comportamenti che compromettano l'assoluta imparzialità delle loro funzioni», né «svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni e organizzazioni politiche».
Il procedimento disciplinare, avviato il 10 maggio 2003 con la contestazione degli addebiti, dopo una proroga di dieci giorni concessa all'interessato per la presentazione delle proprie giustificazioni, si è concluso il 19 agosto 2003 con l'irrogazione della sanzione disciplinare pecuniaria dei 2/30 della retribuzione per la mancanza contestata.
La Questura di Rovigo ha riferito che i temi affrontati nell'articolo del 6 maggio 2003 sono da anni oggetto di una contrapposizione aspra tra le associazioni venatorie e dei pescatori della zona da un lato e le associazioni ambientaliste dall'altro, con rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Di tale contesto quell'Ufficio ha tenuto conto nella valutazione del comportamento del dipendente.
Lo stesso Assistente Capo, da esponente di un'associazione ambientalista, era più volte intervenuto su tali temi attraverso articoli pubblicati dalla stampa locale, senza mai incorrere in censure da parte dei superiori proprio perché, a differenza dell'ultimo caso, il diritto di manifestazione del pensiero non aveva travalicato i limiti che la disposizione menzionata pone al personale delle Forze di Polizia.
Si tratta di prescrizioni tese a salvaguardare l'imparzialità della Polizia di Stato, impedendo il coinvolgimento del relativo personale in situazioni che potrebbero comprometterla o comunque farne dubitare, sia pure limitatamente ad ambiti territoriali circoscritti.
D'altra parte, la stessa legge n. 121 del 1981, nel disciplinare l'ordinamento della Polizia di Stato, ha previsto anche altre ipotesi nelle quali i diritti fondamentali riconosciuti ai cittadini subiscono limitazioni funzionali ad assicurare il buon andamento e la necessaria «neutralità» delle attività di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, come il divieto di iscriversi a sindacati diversi da quelli di Polizia (articolo 82) e il divieto di sciopero (articolo 84).
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dopo i fatti di Pescara di tre anni fa (quando, in occasione della partita Pescara-Ancona, scoppiarono grossi disordini tra tifosi e polizia che costarono diversi feriti ai primi, in seguito al trasferimento dei tifosi giunti nel capoluogo abruzzese che vennero prelevati e dirottati in aperta campagna dalle forze dell'ordine), la storia si ripete a Cagliari. Il 10 maggio 2003, in occasione del match, molto sentito da entrambe le tifoserie, il Collettivo, gruppo trainante della tifoseria dorica, organizzava 2 voli aerei per un totale di 50 persone, che andavano a sostenere la propria squadra al Sant'Elia. Mentre per il primo aereo atterrato a Cagliari non c'è stato nessun problema, per il secondo, su segnalazione del comandante dello stesso, le forze dell'ordine hanno provveduto a fermare il gruppo, vietandone l'accesso


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allo stadio e trasportandolo immediatamente alla Questura di Cagliari. Le accuse mosse sono quelle di disturbo del servizio, in particolare quello di ristorazione, e danneggiamento alle suppellettili, accusa quest'ultima, secondo gli stessi tifosi inventata di sana pianta in quanto le cosiddette intemperanze, denunciate dal personale di bordo, sarebbero riconducibili al lancio di qualche coro, peraltro cessato durante il volo. A breve distanza di tempo è giunto poi anche il secondo aereo, con la restante parte di tifosi, i quali, pur non avendo ricevuto pari trattamento, hanno preferito non abbandonare il resto del gruppo;
al termine della «detenzione» presso la Questura, protrattasi fino alla mattina della domenica successiva, tutti i tifosi venivano raggiunti da un provvedimento di «rimpatrio con foglio di via obbligatorio» per anni 3, essendo stati qualificati come «persone pericolose per la collettività», indesiderabili e, quindi, obbligate a non fare mai più ritorno, neanche per motivi personali, nella città di Cagliari;
provvedimento, questo, che, a quanto risulta all'interrogante,normalmente viene adottato solo nei confronti di delinquenti abituali o di prostitute;
e ciò in aggiunta a probabili provvedimenti inerenti alla nuova normativa «anti violenza» che, se irrogati, aggiungerebbero al danno la beffa;
l'episodio, che, per gravità, si va ad aggiungere a quello sopra menzionato accaduto a Pescara tre anni orsono, si colloca in un contesto più ampio di dura repressione che, negli ultimi anni, ha colpito la tifoseria anconetana. Vi è da chiedersi, se ci sia una scelta, scientemente compiuta dagli organi di polizia, di prendere di mira questa tifoseria che, peraltro, oltre a non essere assolutamente tra le più «calde» del mondo calcistico italiano, si è distinta più volte sul fronte della lotta al razzismo negli stadi e dell'impegno sociale in collaborazione con molte associazioni locali, tra le quali Emergency;
risulta peraltro all'interrogante che in diversi casi la magistratura anconetana non abbia convalidato i provvedimenti del questore di Ancona;
basti pensare alla disparità di trattamento che, spesso, ha contribuito a bersagliare la tifoseria dorica, riguardo al trattamento in trasferta. Mentre è divenuto abituale per le tifoserie ospiti allo stadio del Conero di Ancona, arrivare e spesso entrare, sfondando i cancelli, senza pagare il biglietto, ciò è divenuto, invece, secondo l'interrogante, un pretesto per reprimere brutalmente gli anconetani in trasferta;
ciò è avvalorato anche dalle insistenti proteste esercitate dalle frange moderate della tifoseria dorica -:
quali valutazioni dia dei fatti descritti in premessa e in particolare, quali siano state le motivazioni che hanno indotto la questura di Cagliari ad assumere i gravi provvedimenti che hanno impedito al Collettivo Ancona di raggiungere lo stadio sabato 10 maggio 2003.
(4-06466)

Risposta. - Si comunica che, in occasione della partita di calcio disputata allo stadio di Cagliari il 10 maggio scorso tra la formazione locale e l'Ancona, la Questura aveva disposto uno speciale servizio di ordine pubblico anche in aeroporto, in previsione dell'arrivo, con due voli da Roma, di una quarantina di tifosi dorici.
La gara era stata classificata «a rischio», in considerazione dell'accesa rivalità tra le due tifoserie, che si era manifestata nei giorni immediatamente precedenti l'incontro, con scambi di insulti e minacce tra le opposte fazioni sui siti
Internet.
La tensione era ulteriormente alimentata anche dalla posta sportiva in palio per le due compagini, entrambe interessate in quella fase della stagione alle prime posizioni di classifica ed alla promozione alla serie superiore.


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Il primo gruppo di sostenitori anconetani, sbarcati intorno alle ore 16.55, veniva trattenuto nell'aerostazione in attesa dell'arrivo del secondo volo, previsto per le 19,00, per un unico trasferimento sotto scorta allo stadio.
Il secondo gruppo composto da 21 tifosi dorici, peraltro, si rendeva responsabile, a bordo dell'aeromobile, di atti di intemperanza.
Su segnalazione del comandante dell'aereo, un contingente del Reparto Mobile della Polizia di Stato veniva, quindi, inviato presso l'aeroporto dove i 21 giovani, privi del biglietto d'ingresso allo stadio, venivano condotti per accertamenti alla Caserma «Carlo Alberto» di Cagliari e trattenuti, d'intesa con l'Autorità Giudiziaria, per il tempo necessario alle procedure di identificazione e stesura degli atti di deferimento. Gli stessi, muniti di foglio di via obbligatorio, ripartivano la mattina seguente per Roma.
L'altro gruppo in attesa, informato dei fatti e sollecitato a recarsi allo stadio, preferiva in un primo momento rimanere in attesa degli sviluppi della situazione. Alcuni di essi venivano poi accompagnati allo stadio a partita iniziata ma la maggior parte decideva di reimbarcarsi sul primo volo diretto a Roma per il ritorno.
Dalla ricostruzione dei fatti fornita dal Prefetto di Cagliari, emerge che le Forze di Polizia hanno tenuto un comportamento improntato a obiettive esigenze di tutela dell'ordine pubblico, nel pieno rispetto delle norme vigenti.
Analogamente, il Questore di Ancona ha riferito che nel corso del campionato 2002/2003 erano stati emessi 21 provvedimenti di divieto di accesso agli impianti sportivi nei confronti di altrettanti tifosi locali responsabili di violenze. Di questi, 4 non sono stati convalidati dal G.I.P. per motivi esclusivamente procedurali, correlati al tardivo inoltro da parte del Pubblico Ministero.
In una sola occasione un centinaio di facinorosi della tifoseria ospite, vincendo l'azione di contrasto delle Forze dell'ordine, era riuscito ad eludere i controlli scavalcando le basse recinzioni esistenti e forzando una delle porte d'ingresso alla curva sud dello stadio «del Conero» di Ancona; tali disordini sono accaduti in occasione del
«derby» con la formazione dell'Ascoli del 27 aprile 2003.
Il Questore ha, pertanto, riferito che non risponde al vero che le tifoserie ospiti entrino abitualmente allo stadio «Del Conero» sfondando i cancelli e prive di biglietto d'ingresso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

RUSSO SPENA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
all'assessore comunale Villani Giuseppe di Altavilla Irpino veniva incendiata l'autovettura, parcheggiata nello spazio condominiale del proprio appartamento;
è stata accertata la natura dolosa di tale atto incendiario, attuato da persone che, evidentemente, pensavano di condizionare a loro favore l'attività amministrativa dell'assessore Villani;
continuano a pervenire all'assessore Villani minacce tramite posta o telefono;
pur essendo trascorsi alcuni mesi e pur avendo Villani fornito valide indicazioni ai carabinieri di Altavilla sull'identità dell'attentatore o attentatori, le indagini non sembrano approdare a nessuna valida conclusione -:
quali misure intendano predisporre, idonee a salvaguardare l'incolumità dell'assessore Villani e utili a permettere a quest'ultimo di poter svolgere con serenità il mandato istituzionale.
(4-06971)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica


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che il giorno successivo all'attentato incendiario, perpetrato nella notte compresa tra il 16 e il 17 marzo 2003 ai danni dell'autovettura dell'assessore comunale all'Ecologia ed igiene di Altavilla Irpina (Avellino) il Prefetto di Avellino ha convocato un'apposita Riunione tecnica di coordinamento dei responsabili delle Forze dell'ordine, che disponeva la misura della vigilanza generica radiocollegata all'abitazione della vittima.
La misura è stata prorogata fino al 31 marzo 2004 e, a tale scadenza, si procederà alla verifica della sussistenza delle esigenze di protezione nei confronti del predetto amministratore.
Il Comando generale dell'Arma dei Carabinieri ha riferito che l'esito delle indagini, condotte dai militari della locale Stazione, coperte da segreto ai sensi dell'articolo 329 del codice di procedura penale, è al vaglio dell'Autorità giudiziaria.
Sono altresì in corso le indagini finalizzate all'individuazione dell'autore di una missiva minatoria, pervenuta all'amministratore locale nello scorso mese di giugno.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che la mattina del 22 ottobre 2003 alle ore 6.00, una voltante della polizia della questura di Firenze si è presentata a casa di una famiglia di cittadini cinesi, chiedendo di uno di esso in particolare. Il cittadino in questione è un lavoratore in fase di emersione, e, insieme al datore di lavoro, era già stato chiamato in prefettura per la firma del contratto di soggiorno e per il rilascio del permesso, come previsto dall'articolo 33 del decreto legislativo 189/2002;
il permesso non gli fu rilasciato in quanto non erano chiari alcuni dati riguardanti il lavoratore e il datore di lavoro e, quindi, il rilascio del permesso venne rimandato a data da destinarsi, dopo aver chiarito gli aspetti mancanti;
successivamente il lavoratore, anche a seguito della sottoscrizione, ad avviso dell'interrogante inconsapevole, da parte del suo datore di lavoro di un atto di diniego di applicazione della procedura di emersione, sarebbe stato prelevato e trasferito in questura e in quella sede trattenuto anche dopo l'avvenuta sua identificazione -:
quali informazioni abbia circa la correttezza delle procedure degli uffici stranieri delle questure.
(4-07896)

Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in argomento, si comunica che il cittadino cinese Hu Shaomin, nato il 3 settembre 1956, ha presentato nel luglio scorso «dichiarazione di emersione di lavoro irregolare», in qualità di datore di lavoro di Zuh Guangyin, nato il 27 marzo 1964.
Entrambi sono stati convocati dall'Ufficio territoriale del Governo di Firenze per il giorno 18 settembre 2003, ai fini dell'espletamento della pratica di emersione.
Peraltro, poiché a seguito di accertamenti da parte dell'Ufficio Immigrazione erano emersi dubbi sull'effettiva identità del menzionato lavoratore cinese, si è proceduto a rilievi fotodattiloscopici nei suoi confronti.
È emerso che Zhu Guangyin, fornendo generalità diverse, era stato destinatario di due provvedimenti di espulsione emessi dal Prefetto di Forlì Cesena il 15 giugno e il 27 giugno 2000 nonché condannato il 6 febbraio 2001 dal Tribunale di Firenze, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Il Prefetto di Firenze, pertanto, ha rigettato la domanda di regolarizzazione e ha emesso, in data 22 ottobre 2003, decreto di espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera del Sig. Zhu Guangyin;


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questi è stato rimpatriato con volo per Pechino nel pomeriggio dello stesso giorno. Il decreto di espulsione è stato convalidato dal Tribunale di Firenze.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

SAIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella città di Montegrotto Terme sono sempre più numerosi ed inquietanti i segnali di violenza ed intolleranza politica, ciò crea allarme negli amministratori locali e nell'intera comunità;
fin dal suo insediamento il sindaco dottor Luca Claudio è stato destinatario di minacce telefoniche, atti di vandalismo ai danni della sua automobile e di quella della consorte, telefonate anonime eccetera;
contestualmente si sono verificati altri numerosi atti vandalici ai danni della cosa pubblica, in particolare ai danni di opere effettuate dall'attuale amministrazione come danneggiamento della segnaletica, della pregiata pavimentazione a trachite dell'isola pedonale del caratteristico centro cittadino, distruzione di lastre di trachite all'ingresso della città e di macchinari nei cantieri pubblici, oltre all'imbrattamento dei muri cittadini con scritte ingiuriose ed offensive;
la situazione, già non rassicurante di per se è andata via via deteriorandosi, richiedendo un intervento forte delle istituzioni deputate al controllo ed alla sicurezza pubblica quando, dopo che altre ripetute minacce erano state rivolte anche ad altri componenti della amministrazione comunale, l'assessore comunale Omar Tasinato ha subito una violenta aggressione fisica;
si ha motivo di credere che alla base di questi accadimenti vi sia un tentativo di destabilizzazione politica con l'intento di far cadere l'attuale giunta, anche con l'arma della diffamazione;
nell'agosto scorso è stata poi recapitata ai cittadini di Montegrotto una lettera anonima che riportava la sottoscrizione generica «gli anziani di Montegrotto Terme» che accusava il sindaco di aver usato l'auto del comune per scopi propri e non, come è vero, per recarsi a trovare gli anziani durante il loro soggiorno estivo organizzato dal Comune (gli anziani e le categorie sociali che li rappresentano hanno pubblicamente disconosciuto quella lettera e condannato gli autori della stessa) -:
se non intenda adottare iniziative per tutelare la sicurezza e l'incolumità fisica degli amministratori della città di Montegrotto Terme.
(4-08105)

Risposta. - Si comunica che sono tuttora in corso le indagini sulle intimidazioni e gli atti di vandalismo denunciati negli ultimi mesi del 2003 dal Sindaco, dall'Assessore alle politiche sociali e da alcuni consiglieri di maggioranza del Comune di Montegrotto Terme (Padova).
Tali episodi sono stati esaminati anche nel corso della seduta del 31 ottobre 2003 del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Padova, cui ha partecipato lo stesso Sindaco; a seguito della riunione sono stati disposti specifici servizi di controllo del territorio comunale, mentre le abitazioni dello stesso Sindaco e dell'assessore, in attesa dell'esito delle indagini, sono state sottoposte a vigilanza generica radiocollegata.
Quanto agli atti di vandalismo ai danni del patrimonio comunale, ai quali fa cenno l'interrogante, l'episodio più rilevante risale al 20 novembre 2001, allorché ignoti, entrati in un cantiere per la pavimentazione di una pista ciclabile, hanno incendiato una baracca adibita a ricovero di attrezzi.
Il Comando generale dell'Arma dei Carabinieri ha, comunque, rappresentato un miglioramento della situazione dell'ordine e


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della sicurezza pubblica nel territorio di Montegrotto Terme, dove nel 2003 sono stati denunciati 395 reati a fronte dei 565 dell'anno precedente.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

SERENA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da anni la provincia di Treviso si trova in condizioni di rischio per la sua sicurezza a causa di una insufficiente presenza di Vigili del Fuoco;
da anni il comando provinciale e le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco vanno denunciando le gravi carenze di organico e attrezzature e la vetustà degli equipaggiamenti e degli automezzi di servizio;
per assicurare un minimo di sicurezza e di tempestività agli interventi, il personale è spesso costretto a durissimi turni di lavoro e a dover fare affidamento sulla collaborazione dei comandi provinciali limitrofi (Padova, Pordenone, Bolzano), per supplire alle deficienze organizzative dei distaccamenti periferici, in particolare Castelfranco e Vittorio Veneto, oltre che della sede centrale;
l'elevatissima densità di abitazioni, industrie, fiumi, canali, traffico e, quindi, l'altissima percentuale di rischi umani ed ambientali che caratterizzano la provincia di Treviso richiedono urgenti ed adeguate dotazioni di personale e mezzi, così come evidenziato dai gravissimi incidenti verificatisi nell'ultimo periodo sulla A4 e sulla A27;
ripetutamente, le locali organizzazioni sindacali di categoria e il comando provinciale dei Vigili del Fuoco hanno formulato ai competenti ministeri precise richieste al fine di adeguare le piante organiche alle mutate esigenze rafforzando la sede centrale di Treviso ed i distaccamenti di Montebelluna e Conegliano, attraverso un'aumentata dotazione di personale, mezzi ed equipaggiamenti efficienti e per reperire una sede idonea al distaccamento di Vittorio Veneto;
analoghe richieste sono state già avanzate dall'interrogante in precedenti atti di sindacato ispettivo;
è inspiegabile che il corpo dei Vigili del Fuoco disponga in altre realtà italiane di mezzi e risorse decisamente superiori alle esigenze, tant'è che risulterebbe che qualcuno di questi mezzi non venga neppure utilizzato -:
se non si ritenga di valutare rapidamente l'adozione di provvedimenti specifici relativi a quanto sopra esposto.
(4-06113)

SERENA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio Comunale di Castello di Godego Treviso ha approvato all'unanimità in data 13 gennaio 2003 un ordine del giorno in cui si sottolineava che:
da anni la provincia di Treviso si trova in condizioni di rischio per la sua sicurezza a causa di un numero del tutto insufficiente di Vigili del Fuoco;
il Comando Provinciale e le Organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco, da anni, denunciano invano le gravi carenze dell'organico e delle attrezzature e la vetustà degli equipaggiamenti e degli automezzi di servizio;
per assicurare un minimo di sicurezza e tempestività agli interventi, il personale è spesso costretto a durissimi turni di lavoro e a dover fare affidamento sulla collaborazione dei comandi provinciali limitrofi, ad esempio Pordenone, Padova e Belluno, per supplire alle deficienze organizzative dei distaccamenti periferici, in particolare Castelfranco Veneto e Vittorio Veneto, oltre che della sede centrale;
l'elevatissima densità di abitazione, industrie, fiumi e canali e traffico e, quindi, l'altissima percentuale di rischi


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umani ed ambientali che caratterizzano la provincia di Treviso richiedono con urgenza adeguate dotazioni di mezzi e personale, così come evidenziato dai gravissimi incidenti dei giorni scorsi sulle autostrade A4 e A27;
e si esprimeva la solidarietà e gratitudine ai Vigili del Fuoco, il cui ruolo risulta ogni giorno sempre più fondamentale per la tutela dei cittadini e del territorio; quindi
si sollecitavano i Ministeri degli Interni e delle Infrastrutture ad accogliere con urgenza le richieste formulate dalle locali Organizzazioni sindacali di categoria e del loro Comando provinciale per adeguare le piante organiche alle mutate esigenze, per rafforzare la sede centrale di Treviso e i distaccamenti di Montebelluna e Conegliano, attraverso l'aumento di personale e la dotazione di mezzi ed equipaggiamenti efficienti e per reperire una sede idonea al distaccamento di Vittorio Veneto;
si chiedevano, infine al Governo provvedimenti specifici e rapidi che riconoscano anche sul piano economico, e normativo l'importanza e la pericolosità della professione del Corpo dei Vigili del Fuoco, comparto sicurezza e lavoro usurante -:
se non ci si intende attivare nel senso auspicato dall'ordine del giorno richiamato, anche alla luce di precedenti analoghi solleciti inoltrati dall'interrogante.
(4-07212)

Risposta. - Nei dieci anni antecedenti la formazione di questo Governo le piante organiche dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco e la distribuzione sul territorio delle relative sedi di servizio non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali crescenti esigenze operative.
Gli esigui incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 175 del 2001, infatti non hanno consentito l'aumento delle dotazioni organiche delle singole sedi del territorio nazionale, ma solo l'attuazione di alcune misure prioritarie (ad es. adeguamento agli standard ICAO dell'organico VV.F. addetto al soccorso aeroportuale).
Di conseguenza la carenza di organico, lamentata dall'interrogante per il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso, rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
Nella consapevolezza di ciò, l'Amministrazione dell'interno, implementando una serie di studi e progetti pregressi, alcuni dei quali in fase di attuazione, ha elaborato un progetto pluriennale di sviluppo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco che, in un'ottica di maggiore funzionalità e tempestività dei servizi istituzionali, prevede:
il potenziamento dell'organico dei presidi VV.F. già esistenti a livello provinciale (sedi centrali e distaccamenti), secondo parametri collegati a determinati dati dell'ultimo censimento nazionale ISTAT, al numero degli interventi di soccorso tecnico urgente effettuati negli ultimi anni, nonché all'esigenza di rendere omogenea la presenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sul territorio nazionale;
l'istituzione, nell'ambito del subprogetto «Soccorso Italia in 20 minuti», di circa 470 presidi aggiuntivi, tra distaccamenti permanenti, volontari e misti, individuati in modo da assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «115» in una parte largamente preponderante del territorio nazionale (resterebbero temporaneamente esclusi dall'intervento in venti minuti circa 5 milioni di abitanti collocati in prevalenza in zone difficilmente raggiungibili per le caratteristiche territoriali, per i quali e stata comunque ipotizzata la realizzazione di un progetto di autoprotezione);
l'adeguamento delle dotazioni organiche delle Direzioni regionali VV.F. ai nuovi compiti assegnati con il decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2002, il potenziamento dei nuclei specialistici di soccorso (aeroportuale, portuale, aereo, acquatico, nucleare-biologico-chimico-radiologico eccetera) e più in generale, l'adeguamento degli organici ad altri svariati compiti


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d'istituto (soccorso presso autostrade, ferrovie, gallerie e viadotti, presso sedi di organi costituzionali eccetera).

L'attuazione del progetto pluriennale richiede, ovviamente, il supporto di specifici provvedimenti legislativi, che prevedano e finanzino i necessari consistenti incrementi di personale.
L'attuale Governo ha iniziato ad incidere in tal senso con la legge finanziaria 2003, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità (già assunte) ed ha consentito di procedere all'assunzione di altre 558 unità, come da autorizzazione contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica in data 31 luglio 2003.
Anche nella legge finanziaria 2004 sono state inserite misure volte all'assunzione di personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Infatti è previsto che la dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sia incrementata di 500 unità complessive di personale e, in aggiunta, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 280 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.
Si soggiunge che il decreto legge 30 gennaio 2004, n. 24 ha previsto all'articolo 2 un incremento di altre 500 unità della dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Un ulteriore incremento di personale, questa volta, volontario si potrà registrare a seguito dell'attuazione, già avviata, dell'appena citato progetto «Soccorso Italia in 20 minuti» nella parte in cui prevede l'attivazione di 334 nuovi distaccamenti volontari. Va tuttavia sottolineato che, in considerazione dei rilevanti costi finanziari, l'istituzione di tali sedi di servizio richiederà la partecipazione attiva degli Enti Locali attraverso un'opera di sensibilizzazione della popolazione alla diffusione del volontariato VV.F. e la messa a disposizione gratuita delle strutture immobiliari necessarie all'attivazione dei presidi di soccorso.
In merito all'inadeguatezza dei mezzi, risponde al vero che il parco è carente e vetusto (per ben il 60 per cento circa si tratta di mezzi che hanno un minimo di 20 ad un massimo di 35 anni), ma è anche vero che tale situazione è sorta e si è aggravata in anni in cui il Paese non era guidato da questo Governo. Quello attuale è il primo Governo che ha affrontato il problema con decisione e sta cercando di darvi una soluzione, che comunque non potrà che essere graduale.
Grazie agli stanziamenti di bilancio previsti dalle leggi di potenziamento delle Forze di polizia e dalle leggi finanziarie per il 2002 (10.329.000 euro per ciascuno degli anni dal 2002 al 2016 per un importo complessivo di 154.935.000 euro e, in aggiunta, per finalità specifiche di difesa civile, 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005) ed il 2003 (20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005), il Corpo nazionale dei vigili del fuoco sta procedendo a:
rafforzare in maniera significativa i nuclei elicotteri e i presidi di soccorso in mare, con l'acquisizione di barche di ultima generazione;
potenziare i mezzi aeroportuali per l'adeguamento del servizio antincendio negli aeroporti alle norme ICAO, che avrebbero dovuto essere recepite già dal 1996;
sostituire progressivamente i mezzi ed i materiali più tradizionali di spegnimento degli incendi;
istituire
task force preposte alla difesa della popolazione da attacchi nucleari, biologici, chimici e radiologici (NBCR), qualificate sia sotto il profilo della dotazione individuale che sotto quello della formazione professionale.

Parallelamente si sta pianificando l'adeguamento tecnologico delle sale operative di tutti i Comandi italiani a forte contenuto


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informatico con la dotazione dei più moderni sistemi di telecomunicazione.
Ciò premesso in linea generale, con riferimento all'oggetto specifico dell'interrogazione, si rappresenta che per il Comando provinciale VV.F. di Treviso, costituito da una sede centrale e da cinque distaccamenti permanenti (Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Motta di Livenza e Vittorio Veneto) - oltre che dal distaccamento volontario di Asolo - è previsto complessivamente un organico di personale permanente di 312 unità (organico teorico), di cui 40 capi reparto, 88 capi squadra e 184 vigili permanenti. L'organico effettivo è attualmente formato da 277 unità, di cui 18 capi reparto, 77 capi squadra e 182 vigili permanenti.
In relazione a tale situazione, l'opportunità prospettata dall'On.le interrogante di provvedere ad un incremento dell'organico VV.F. in provincia di Treviso sarà valutata nel quadro generale delle esigenze del territorio nazionale, tenendo presente che la situazione dell'organico ivi riscontrabile è comune ad altre province.
In merito all'ammodernamento delle attrezzature e dei mezzi, si rappresenta che la situazione complessiva del parco automezzi di soccorso in dotazione al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Treviso non è complessivamente dissimile da quella delle analoghe sedi del CNVVF sul territorio nazionale.
Nell'anno in corso saranno distribuiti gli automezzi acquisiti a fine esercizio 2003 e si provvederà a dotare anche il Comando in questione di nuovi automezzi.
Con riferimento alla nuova sede di servizio del distaccamento di Vittorio Veneto, si rappresenta innanzitutto che, stante la limitatezza dei fondi di bilancio a disposizione di questa Amministrazione, non è possibile attualmente programmarne la costruzione. Pertanto, sono stati presi contatti informali con il Comune, che si è dichiarato disponibile al reperimento di un'area idonea sulla quale costruire, a proprie spese, la nuova sede da destinare in locazione a questa Amministrazione, che nel frattempo ha gia provveduto a trasmettere copia dei dati planimetrici e di stima per il fabbricato in argomento In attesa della disponibilità dell'area, l'Amministrazione si sta adoperando per il reperimento di un immobile idoneo da adibire a distaccamento provvisorio.
Riguardo al richiesto miglioramento delle condizioni economiche del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco si fa presente che con le leggi finanziarie 2003 e 2004 sono stati previsti per i rinnovi contrattuali i seguenti fondi complessivi:
quota parte dei 3.570 milioni di euro (570 milioni per l'anno 2003, 1.030 milioni per l'anno 2004 e 1.970 milioni per l'anno 2005) destinati alla contrattazione collettiva nazionale a carico del bilancio statale;
2.240.000 euro (1.640.000 euro a decorrere dal 2003 e 600.000 euro a decorrere dal 2004) e 1.290.000 euro (290.000 euro a decorrere dal 2003 e 1.000.000 di euro a decorrere dal 2004) da destinare rispettivamente al personale dei profili del settore aeronavigante ed al personale in possesso di specializzazione di sommozzatore in servizio presso le sedi di nucleo, in ragione della peculiarità dell'attività svolta nel soccorso tecnico urgente ed anche al fine di garantire il progressivo allineamento alle indennità corrisposte al personale specialista delle Forze di polizia;
1.470.000 euro (1.070 a decorrere dal 2003 e 400.000 a decorrere dal 2004) da destinare al trattamento accessorio dei padroni di barca, dei motoristi navali e dei comandanti di altura in servizio nei distaccamenti portuali.

Inoltre, il decreto legge 30 gennaio 2004, n. 24 ha previsto all'articolo 1 che, per il personale del settore operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco addetto alle attività di soccorso ed inserito nei turni continuativi di servizio, il contratto collettivo nazionale di lavoro definisca una speciale indennità che tenga conto dell'effettiva presenza in servizio e dello svolgimento dei relativi compiti. Ai fini della corresponsione di tale emolumento è stata autorizzata la spesa di 10 milioni di euro a decorrere dal 2004.


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A ciò si aggiunga, a dimostrazione dell'importanza e della professionalità riconosciuta dal Governo al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, che è attualmente all'esame delle Camere un disegno di legge di iniziativa governativa, recante una delega al Governo stesso per la disciplina del rapporto di impiego del personale del Corpo.
Il disegno di legge si propone, dopo un decennio di disallineamento tra natura privatistica del rapporto di impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e compiti di rilevanza costituzionale affidati ad esso, di realizzare un'incisiva riforma dell'ordinamento del personale stesso, al fine di renderlo il più confacente possibile sia alle tradizionali missioni istituzionali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, cioè il soccorso pubblico, la prevenzione incendi e la protezione civile, sia alla nuova missione della difesa civile.
Il cardine del riassetto risiede nel passaggio del rapporto di impiego dal regime privatistico, cui è attualmente assoggettato, ad un'autonoma disciplina di diritto pubblico, al pari di quanto avviene oggi per gli altri Corpi dello Stato chiamati alla difesa dei valori fondamentali della Repubblica, indicati all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
In tale rinnovato ambito di riferimento, sono previsti l'istituzione di un autonomo comparto di negoziazione per la disciplina di alcuni aspetti del rapporto di impiego tassativamente determinati ed un rinnovato ordinamento del personale per gli aspetti non demandati alla negoziazione.
La riforma persegue, quindi, finalità di alto profilo, in quanto tende non solo ad incentivare l'operatività e l'efficienza del personale, ma anche a rendere più evidente e percepibile la funzione di sicurezza civile che il Corpo è chiamato ad espletare nella società, quale parte integrante e sostanziale del sistema di sicurezza statuale diretto al conseguimento degli obiettivi di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente.
In merito ai livelli di sicurezza del personale operativo dei vigili del fuoco durante l'espletamento dei servizi d'istituto, si rappresenta che questa Amministrazione, avendo in massima considerazione i livelli di sicurezza del personale operativo durante l'espletamento dei servizi d'istituto, da tempo fornisce in dotazione allo stesso personale dispositivi di protezione individuale rispondenti agli standard più elevati. Si sta, inoltre, provvedendo in questo periodo all'ulteriore adeguamento di tali dispositivi - in questa direzione sono già stati distribuiti circa 25 mila nuovi elmetti -, anche alla luce dell'esito di ricerche e studi specifici sui rischi lavorativi e sulle patologie occupazionali degli operatori. I dispositivi di protezione saranno sempre più sofisticati (per esempio, occhiali con lenti antiappannamento resistenti al fuoco e ai traumi) e saranno individuati con metodo scientifico anche i requisiti psicofisici sia per l'ammissione sia la permanenza in servizio.
Merita di essere menzionata, infine, la circostanza che presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno è operante un osservatorio epidemiologico per le malattie e gli infortuni dei vigili del fuoco, preposto all'istituzione e all'aggiornamento di una banca dati contenente tutte le informazioni personali e professionali di ogni appartenente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che lo accompagnerà negli anni di servizio attivo unitamente ad un libretto individuale di formazione che ne certificherà i livelli di professionalità raggiunti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

SINISCALCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, come ampiamente riportato dalle cronache apparse sui quotidiani, (Il Mattino del 13 ottobre 2003) a Napoli sono stati danneggiati oltre quaranta impianti di cartellonistica pubblicitaria installati in città;
i danneggiamenti sarebbero avvenuti nel corso della notte;


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l'episodio di vandalismo e protesta mirata nei confronti delle strutture è stato denunciato dalla società che gestisce per il comune i tabelloni pubblicitari;
nonostante l'operazione vandalica si sia estesa nei confronti di molte zone della città, protraendosi necessariamente per un considerevole lasso temporale, non si sarebbero registrate individuazioni dei responsabili da parte delle pattuglie impiegate di notte per la sicurezza ed il controllo territoriale -:
se l'impiego di uomini e mezzi per assicurare una adeguata tutela ai cittadini ed alle strutture della città non possa, nel corso delle ore notturne, trovare opportuno rafforzamento nel tentativo di monitorare e prevenire con maggiore efficacia episodi di tal fatta.
(4-07689)

Risposta. - Il Prefetto di Napoli ha riferito che l'Amministrazione comunale del capoluogo partenopeo ha suddiviso gli spazi pubblicitari in 5 lotti, assegnando gli stessi con gara pubblica.
Il terzo e il quarto lotto sono stati aggiudicati alla società «Jolly Pubblicità S.p.A.», con sede in Noventa (PD), che ha l'obbligo, derivatole dall'aggiudicazione della gara, di rimuovere gli impianti pubblicitari abusivi presenti sul territorio comunale.
La Questura ha riferito che tale soluzione ha generato malumore tra alcune ditte escluse dalla gara di appalto.
Per i danneggiamenti di tabelloni pubblicitari, eseguiti dal mese di ottobre dello scorso anno, il dirigente della filiale della predetta società ha presentato formali denunce-querele alla Questura che ha predisposto appositi servizi di vigilanza ed ha informato la Procura della Repubblica per le determinazioni del caso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

VIANELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 16 giugno 2003, l'interrogante aveva (4-06100) per conoscere quali iniziative il Governo intendesse intraprendere per rafforzare le attrezzature e le dotazioni organiche dei Vigili del Fuoco nella Città di Venezia; ciò anche a seguito dell'incendio che ha devastato il Molino Stucky;
il comandante dei vigili del fuoco di Venezia, Adriano Pallone, nel corso di un'audizione avvenuta il 19 giugno 2003, presso il comune di Venezia ha affermato: «In organico abbiamo 582 effettivi, divisi su 4 turni e su 10 sedi... per coprire tutti i turni mancano altri 70 uomini, ma le speranze di ottenerli sono nulle. Per due motivi: perché Venezia è stata cancellata come possibile sede di trasferimenti..., perché a integrare l'intero contingente nazionale, verranno assunti 50 pompieri: sarebbero insufficienti anche per la sola Venezia, figuriamoci... Il problema più grande riguarda la carenza di dirigenti che devono coordinare i servizi..., ce ne mancano 8...»;
lo stesso comandante ha affermato, per quanto riguarda la dotazione di elicotteri antincendio oggetto della mia interrogazione del 16 giugno: «A quanto mi risulta il ministero non ci sente molto. A Costa (sindaco di Venezia) ho detto che l'elicottero antincendio non serve a nulla se il tetto dell'edificio che sta bruciando è ancora in piedi, perché l'acqua che viene gettata dall'alto scivolerebbe. Invece è utile in tutti gli altri casi, compresi gli incidenti stradali. Ma al ministero non tutti sono di questa opinione. Sento qualcuno annunciare che il primo elicottero arriverà entro giugno e il secondo entro dicembre. Mah...»;
il comune di Venezia, necessita di un forte ed attrezzato contingente di vigili del fuoco. Si ricorda a tale proposito il costante rischio di incendi nella, città storica e la presenza di un costante rischio industriale dato dagli impianti chimici di Porto Marghera -:
se veramente il Ministero abbia in programma l'assunzione di sole 50 unità per l'intero territorio nazionale;
quali risorse umane e finanziarie il ministero intenda dedicare alla città di Venezia vista la sua specificità;


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se il Ministero intenda, e, quando, inviare due nuovi elicotteri ai vigili del fuoco di Venezia.
(4-06743)

Risposta. - Negli ultimi anni le piante organiche dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco e la distribuzione sul territorio delle relative sedi di servizio non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali crescenti esigenze operative.
Gli esigui incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 175 del 2001, infatti non hanno consentito l'aumento delle dotazioni organiche delle singole sedi del territorio nazionale, ma solo l'attuazione di alcune misure prioritarie (ad es. adeguamento agli standard ICAO dell'organico VV.F. addetto al soccorso aeroportuale).
Di conseguenza la carenza di organico lamentata dalla S.V. con riferimento alla provincia di Venezia ed in particolare alla città capoluogo, rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
Nella consapevolezza di ciò, l'Amministrazione dell'Interno, implementando una serie di studi e progetti pregressi, alcuni dei quali in fase di attuazione, ha elaborato un progetto pluriennale di sviluppo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, in un'ottica di maggiore funzionalità e tempestività dei servizi istituzionali, prevede:
il potenziamento dell'organico dei presidi VV.F. già esistenti a livello provinciale (sedi centrali e distaccamenti), secondo parametri collegati a determinati dati dell'ultimo censimento nazionale ISTAT, al numero degli interventi di soccorso tecnico urgente effettuati negli ultimi anni, nonché all'esigenza di rendere omogenea la presenza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sul territorio nazionale;
l'istituzione, nell'ambito del subprogetto «Soccorso Italia in 20 minuti», di circa 470 presidi aggiuntivi, tra distaccamenti permanenti, volontari e misti, individuati in modo da assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «
115» in una parte largamente preponderante del territorio nazionale (resterebbero temporaneamente esclusi dall'intervento in venti minuti circa 5 milioni di abitanti collocati in prevalenza in zone difficilmente raggiungibili per le caratteristiche territoriali, per i quali è stata comunque ipotizzata la realizzazione di un progetto di autoprotezione);
l'adeguamento delle dotazioni organiche delle Direzioni regionali VV.F. ai nuovi compiti assegnati con il decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2002, il potenziamento dei nuclei specialistici di soccorso (aeroportuale, portuale, aereo, acquatico, nucleare-biologico-chimico-radiologico ecc.) e, più in generale, l'adeguamento degli organici ad altri svariati compiti d'istituto (soccorso presso autostrade, ferrovie, gallerie e viadotti, presso sedi di organi costituzionali ecc.).

L'attuazione del progetto pluriennale richiede, ovviamente, il supporto di specifici provvedimenti legislativi, che prevedano e finanzino i necessari consistenti incrementi di personale.
L'attuale Governo ha iniziato ad incidere in tal senso con la legge finanziaria 2003, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità (già assunte) ed ha consentito di procedere all'assunzione di altre 558 unità, come da autorizzazione contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica in data 31 luglio 2003.
Anche nella legge finanziaria 2004 sono state inserite misure volte all'assunzione di personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Infatti è previsto che la dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sia incrementata di 500 unità complessive di personale e, in aggiunta, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 280 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.


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Si soggiunge che il decreto legge 30 gennaio 2004, n. 24 ha previsto all'articolo 2 un incremento di altre 500 unità della dotazione organica del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Un ulteriore incremento di personale, questa volta, volontario si potrà registrare a seguito dell'attuazione, già avviata, dell'appena citato progetto «Soccorso Italia in 20 minuti» nella parte in cui prevede l'attivazione di 334 nuovi distaccamenti volontari. Va tuttavia sottolineato che, in considerazione dei rilevanti costi finanziari, l'istituzione di tali sedi di servizio richiederà la partecipazione attiva degli Enti Locali attraverso un'opera di sensibilizzazione della popolazione alla diffusione del volontariato VV.F. e la messa a disposizione gratuita delle strutture immobiliari necessarie all'attivazione dei presidi di soccorso.
Ciò premesso in linea generale, con riferimento all'oggetto specifico dell'interrogazione, si rappresenta che per il Comando provinciale VV.F. di Venezia, costituito da una sede centrale, da sei distaccamenti permanenti (Chioggia, Cavarzere, Iesolo, Mira, Portogruaro e San Donà di Piave) e dal distaccamento misto di Mirano, è previsto complessivamente un organico di 666 unità (organico teorico), di cui 82 capi reparto, 200 capi squadra e 384 vigili permanenti. L'organico effettivo, in virtù anche dell'assegnazione nello scorso autunno di 33 unità di capi reparto, è attualmente formato da 618 unità, di cui 56 capi reparto, 175 capi squadra e 387 vigili permanenti.
In relazione a tale situazione, l'opportunità prospettata dall'interrogante di provvedere ad un incremento dell'organico delle strutture VV.F. della provincia di Venezia, con particolare riferimento alla città capoluogo, sarà valutata nel quadro generale delle esigenze del territorio nazionale, tenendo presente che la situazione dell'organico ivi riscontrabile è comune ad altre province.
In tal senso, rientra già nei programmi di questa Amministrazione l'istituzione di un distaccamento permanente di città nel territorio del comune di Venezia e un distaccamento volontario a Caorle.
Riguardo alla dotazione di nuovi elicotteri, si segnala che dal giorno 23 giugno 2003 il Nucleo elicotteri presso il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Venezia ha in dotazione un elicottero AB 412 EP ed un elicottero A 109 Power, che si aggiungono agli elicotteri già schierati (1 elicottero AB 204 e 1 elicottero AB 206).
I nuovi elicotteri sono dotati entrambi di tecnologia idonea al volo strumentale e notturno e caratteristiche che consentono di effettuare le varie tipologie di missione rientranti nei compiti istituzionali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Sempre in tema di mezzi di servizio, si comunica che nello scorso autunno l'Amministrazione ha consegnato al Comando provinciale VV.F. di Venezia una nuova autogrù ed ha già in programma, per l'anno in corso, l'assegnazione di ulteriori veicoli antincendio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

ZANELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
già da ottobre 2002 l'organizzazione sindacale Cgil Vigili del Fuoco di Venezia aveva sollevato la problematica della disorganizzazione degli uffici dedicati al pagamento, non solo delle competenze accessorie dei lavoratori ma anche del pagamento in tempi congrui delle aziende fornitrici del Comando;
il 6 maggio 2003 la RSU - Rappresentanza Sindacale Unitaria - dei Vigili del Fuoco di Venezia ha indetto lo stato di agitazione fino a data da destinarsi per «ritardi cronici nel pagamento delle indennità accessorie, straordinari, vigilanze, 626 e anticipi missione» dovuta a «una gestione degli uffici competenti disorganizzata e coperta di volta in volta con travasi di personale da un ufficio ad un altro con disagi dello stesso che si trova a svolgere mansioni diverse per le quali non è stato adeguatamente formato»;
in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione il Comandante del Comando


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Provinciale ha disposto il trasferimento di personale negli uffici di ragioneria dislocando due lavoratori: un settimo livello con laurea in architettura e un terzo livello assunto come elettrauto;
i Vigili del Fuoco di Venezia svolgono una funzione fondamentale per la sicurezza cittadina prodigandosi con impegno e professionalità come hanno dimostrato i recenti interventi compiuti a fronte dei drammatici eventi che si sono susseguiti nella città -:
se il Ministro sia a conoscenza di tale situazione;
se non ritenga di dover accertare le responsabilità di tale ritardo nei pagamenti delle indennità accessorie, straordinari, vigilanze, 626 e anticipi missione;
se non ritenga che il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia debba procedere a una riorganizzazione degli uffici basata sulle competenze amministrative e contabili del personale.
(4-06268)

Risposta. - La situazione di difficoltà dell'ufficio ragioneria del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Venezia, preposto al pagamento delle competenze accessorie del personale si è manifestata solo nel periodo finale del 2002 ed ha comportato un lieve ritardo nel pagamento di dette competenze. Il pagamento delle aziende fornitrici, effettuato da un'altra sezione dello stesso ufficio, è invece avvenuto sempre senza alcun ritardo imputabile alla responsabilità del Comando.
La difficoltà è stata determinata dalla combinazione di due fattori: la saltuarietà della presenza in servizio del responsabile dell'ufficio a causa di problemi personali e l'esiguità degli addetti del ruolo del supporto tecnico-amministrativo-informatico, dei quali - tra l'altro - in servizio in regime di
part-time.
Il problema è stato risolto nei primi mesi del 2003 attraverso alcune misure organizzative. La direzione dell'ufficio per i pagamenti al personale è stata assunta da un altro funzionario in sostituzione di quello precedente nel frattempo trasferito ad un'altra sede sempre a causa dei suoi problemi personali. Contestualmente è stato assegnato all'ufficio, a domanda, un'unità di IV livello, assunto come elettrauto. L'istanza del predetto è stata accolta per una serie di ragioni concorrenti: la sua notevole dimestichezza nell'utilizzo del
personal computer, strumento indispensabile in un ufficio contabile; la presenza presso il Comando di un altro elettrauto specializzato di V livello già occupato nell'officina; la possibilità di supplire alla carenza di operai facendo eseguire lavori presso officine esterne e l'impossibilità invece di supplire alla carenza di dattilografi e coadiutori.
Inoltre, per smaltire l'arretrato esistente, è stato assegnato all'ufficio per un mese anche un'unità di VII livello in forza all'ufficio prevenzione incendi, laureato in architettura, ma assunto in un profilo richiedente ai fini dell'accesso il diploma di scuola media superiore. Raggiunto il risultato prefissato, tale unità è stata restituita in pianta stabile all'ufficio di provenienza.
Con i provvedimenti adottati la situazione si è normalizzata ed attualmente le spettanze sono corrisposte al personale con regolarità.
Si sottolinea come lo stato di agitazione indetto dalle RSU sia rientrato nei tempi previsti per il raffreddamento delle controversie.
Attualmente, a seguito dell'assegnazione di altro personale amministrativo, è in corso una riorganizzazione generale degli uffici, che sarà completata anche a conclusione delle attuali procedure di riqualificazione del personale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.

ZANELLA e CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 14 maggio 2003 a Venezia durante la cerimonia di inaugurazione del Mose gruppi di cittadini hanno cercato di manifestare il proprio dissenso con un corteo


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acqueo, con i manifestanti a bordo di battelli e piccole barche;
una ordinanza della Questura aveva istituito una cosiddetta «zona rossa» vietando ai manifestanti di avvicinarsi entro i 400 metri alla zona in cui si svolgeva la cerimonia e proibendo addirittura «interferenze sonore»;
risulta all'interrogante che durante il corteo acqueo un barchino con a bordo un gruppo di «disobbedienti» è stato pericolosamente avvicinato e circondato dalla polizia; l'episodio sarebbe stato filmato da una troupe di una televisione locale;
secondo alcune testimonianze la polizia avrebbe assunto comportamenti eccessivi -:
se non ritenga che l'ordinanza restrittiva e l'istituzione di una «zona rossa» siano state poco opportune e abbiano, di fatto, leso il dritto dei cittadini di manifestare la propria opinione;
se non ritenga che un dispiegamento di forze come quello messo in atto a Venezia in occasione dell'inaugurazione dei lavori del Mose sia stato sproporzionato rispetto alla volontà di manifestazione pacifica dei cittadini, degli ambientalisti e delle forze politiche;
se non ritenga che sia stato fatto un uso arbitrario della forza e che sia doveroso accertare chi ha dato l'ordine di usare manganelli e idranti contro i manifestanti.
(4-06312)

Risposta. - Si comunica che in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'opera di ingegneria progettata per contrastare il fenomeno dell'acqua alta a Venezia, denominata «Mose», svolta il 14 maggio 2003 al Collegio Navale Militare «Morosini», alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri, il gruppo consiliare dei Verdi e la sezione del WWF avevano proclamato una manifestazione di protesta.
Allo scopo di ridurre i rischi per la sicurezza e l'incolumità delle personalità partecipanti, il 13 maggio 2003 la Capitaneria di Porto di Venezia ed il Comune avevano emesso ordinanze finalizzate a interdire il traffico acqueo, la sosta e l'esercizio generale dei mestieri marittimi nell'area immediatamente prospiciente la struttura militare, pur garantendo la navigazione ai natanti non interessati all'avvenimento.
Durante la fase iniziale della cerimonia due imbarcazioni, con a bordo alcuni manifestanti, hanno ripetutamente tentato di violare le prescrizioni impartite dalla Capitaneria di Porto e dalla Questura, ma sono state fronteggiate dai mezzi nautici delle Forze di Polizia.
Contestualmente, circa duecento persone, prevalentemente aderenti al «coordinamento studentesco», hanno pacificamente manifestato nella pineta del quartiere di Sant'Elena, adiacente al Collegio militare.
Le Autorità provinciali di Pubblica Sicurezza hanno riferito che non è stata predisposta alcuna «zona rossa», bensì una zona di rispetto individuata dalla Capitaneria di Porto; inoltre, non è stato esercitato alcun uso arbitrario della forza, né si sono registrate situazioni tali da costringere il personale operante a ricorrere all'uso di strumenti di coazione.
Il dispiegamento dei reparti, commisurato alle esigenze di ordine pubblico rilevate, si è reso necessario per consentire la libertà di manifestazione del dissenso e il regolare svolgimento della cerimonia, evitando che gruppi di facinorosi attuassero l'intenzione di impedire l'evento.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.

ZANELLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i lavoratori della Polizia di Stato, ancorché «sindacalizzati» e «smilitarizzati» con l'entrata in vigore della legge n. 121 del 1981 («Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza»), sono gli unici che non godono del diritto di sciopero;
come tutti i cittadini, dovrebbero invece godere del diritto di manifestare


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liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (ex articolo 21 della Costituzione) e di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (ex articolo 49 della Costituzione), diritto ribadito espressamente dall'articolo 114 della legge n. 121 del 1981 (che prevede la cessazione del divieto di iscrizione ai partiti politici per gli appartenenti alla Polizia di Stato, a partire da un anno dall'entrata in vigore della legge stessa);
anche agli appartenenti alla Polizia di Stato eventualmente iscritti ad un partito dovrebbe essere garantito il diritto di diffondere le linee politiche del proprio partito;
l'articolo 81 della legge n. 121 del 1981 però, contraddice lo stesso articolo 114 della legge n. 121, perché detta «norme di comportamento politico», e vieta agli appartenenti alla Polizia di Stato, in forma molto generica, di «mantenersi al di fuori delle competizioni politiche... e di svolgere propaganda a favore o contro partiti»;
chi «trasgredisce» a tale norma è punito, ai sensi degli articoli 4 e 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 737 del 1981, con la sanzione disciplinare della pena pecuniaria;
il regolamento di disciplina della Polizia di Stato necessita, in base alle richieste che giungono da più parti, a partire dalle stesse forze sindacali della Polizia, di una riforma che avvicini gli operatori di polizia alla gente, così come recitano gli slogan dello stesso ministero dell'interno, avvicinamento che dovrebbe avvenire, anzitutto, con l'estensione dei diritti costituzionali già garantiti ai «normali cittadini»;
da una decina d'anni presta servizio a Porto Tolle (Rovigo), comune veneto ubicato nel cuore del Parco del Delta del Po, un assistente capo della Polizia di Stato, militante di partiti del Centro-sinistra, dirigente sindacale del S.I.U.L.P., nonché anche ambientalista distintosi per la sua attività contro il bracconaggio e la repressione dei reati ambientali in genere;
il 6 maggio 2003, in un suo articolo pubblicato su Il Gazzettino-cronache di Rovigo, dal titolo: «L'intervento. "Parco, dov'è finita la coerenza?«", da lui firmato non in qualità di appartenente alla Polizia di Stato ma dell'associazione ambientalista denominata «Amici del Parco del Delta del Po», espresse semplicemente il suo parere di cittadino-ambientalista ed evidenziò le contraddizioni emerse nello schieramento del centro destra di Porto Tolle, che alle elezioni amministrative che si sono tenute il 25-26 maggio 2003 fece un patto elettorale con i cacciatori antiparco;
l'8 maggio 2003, il segretario del P.R.C. di Porto Tolle, in un articolo pubblicato sempre su Il Gazzettino-cronache di Rovigo dal titolo: «Verso le elezioni. Normalità nei rapporti». A confronto due voci in vista delle amministrazioni del 25 e 26. Luigi Pizzo (Rifondazione Comunista): «Manca la coerenza», riprende, sostanzialmente, concetti espressi dall'ambientalista-poliziotto;
il 10 maggio 2003, il questore della provincia di Rovigo, proponeva per l'assistente capo in questione la sanzione disciplinare della pena pecuniaria, per la violazione all'articolo 81 della legge n. 121 del 1981, avendo assunto, a suo dire, «un comportamento che ha compromesso l'assoluta imparzialità delle sue funzioni», facendogli recapitare i due articoli di stampa «incriminati» con tanto di timbro «STAMPA D.I.G.O.S.»;
l'ambientalista in questione aveva stigmatizzato, nel suo articolo, il comportamento contraddittorio di esponenti di Forza Italia nazionali, regionali e locali che prima si erano distinti per fare approvare la legge che istituì il Parco del Delta, salvo, poi, arrivare, a quanto risulta all'interrogante, ad accordi elettorali con i cacciatori antiparco -:
se non ritenga che la sanzione comminata sia eccessiva rispetto al fatto che


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l'assistente Capo della Polizia di Stato ha semplicemente espresso la sua opinione di normale cittadino, su fatti, poi, inerenti all'ambientalismo e, solo indirettamente, la politica;
se non ritenga che l'iniziativa del questore sia in palese contraddizione con quanto previsto dalla legge n. 121 del 1981 «Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza» e, in caso affermativo, se non ritenga opportuno censurare la sua azione;
se non ritenga doveroso adoperarsi per assicurare che anche ai lavoratori della Polizia di Stato sia garantito, e non rimanga solo sulla carta, l'effettivo godimento dei diritti previsti dagli articoli 21 e 49 della Costituzione.
(4-06566)

Risposta. - Si comunica che il Questore di Rovigo ha motivato il procedimento disciplinare disposto nei confronti dell'Assistente Capo della Polizia di Stato Fabio Roccato, in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Porto Tolle, con il rilievo che l'articolo a sua firma pubblicato il 6 maggio 2003 da Il Gazzettino aveva preso apertamente posizione contro uno degli schieramenti impegnati nella campagna elettorale in corso in quel Comune: ne aveva evidenziato nel dettaglio presunte contraddizioni, anche con riferimento a dichiarazioni ed atti di esponenti di partito, e aveva sostenuto un altro partito, che aveva il merito di «guardare al futuro in termini più moderni».
Il Questore di Rovigo, ritenendo che le dichiarazioni del dipendente costituissero una presa di posizione partitica, tenuto conto della campagna elettorale in corso, ha contestato al medesimo la violazione dell'obbligo di imparzialità, previsto per gli appartenenti alla Polizia di Stato dall'articolo 81 della legge n. 121 del 1981, il quale dispone che essi devono in ogni circostanza mantenersi al di fuori delle competizioni politiche e non possono assumere comportamenti che compromettano l'assoluta imparzialità delle loro funzioni, né svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni e organizzazioni politiche.
Il procedimento disciplinare, avviato il 10 maggio 2003 con la contestazione degli addebiti, dopo una proroga di dieci giorni concessa all'interessato per la presentazione delle proprie giustificazioni, si è concluso il 19 agosto 2003 con l'irrogazione della sanzione disciplinare pecuniaria dei 2/30 della retribuzione per la mancanza contestata.
La Questura di Rovigo ha riferito che i temi affrontati nell'articolo del 6 maggio 2003 sono da anni oggetto di una contrapposizione aspra tra le associazioni venatorie e dei pescatori della zona da un lato e le associazioni ambientaliste dall'altro, con rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Di tale contesto quell'Ufficio ha tenuto conto nella valutazione del comportamento del dipendente.
Lo stesso Assistente Capo, da esponente di un'associazione ambientalista, era più volte intervenuto su tali temi attraverso articoli pubblicati dalla stampa locale, senza mai incorrere in censure da parte dei superiori proprio perché, a differenza dell'ultimo caso, il diritto di manifestazione del pensiero non aveva travalicato i limiti che la disposizione menzionata pone al personale delle Forze di Polizia.
Si tratta di prescrizioni tese a salvaguardare l'imparzialità della Polizia di Stato, impedendo il coinvolgimento del relativo personale in situazioni che potrebbero comprometterla o comunque farne dubitare, sia pure limitatamente ad ambiti territoriali circoscritti.
D'altra parte, la stessa legge n. 121 del 1981, nel disciplinare l'ordinamento della Polizia di Stato, ha previsto anche altre ipotesi nelle quali i diritti fondamentali riconosciuti ai cittadini subiscono limitazioni funzionali ad assicurare il buon andamento e la necessaria neutralita delle attività di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, come il divieto di iscriversi a sindacati diversi da quelli di Polizia (articolo 82) e il divieto di sciopero (articolo 84).
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.


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ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
domenica 5 ottobre 2003, intorno alle 15, a pochi passi da campo San Barnaba, a Venezia, è crollato, a causa degli effetti del moto ondoso, il muro inferiore di una palazzina dove vivono 3 famiglie che hanno lasciato la propria abitazione in attesa della messa in sicurezza della zona;
nella serata dello stesso giorno sono stati registrati altri due crolli che insieme al quello del pomeriggio hanno interessato un'area lunga circa una decina di metri e, secondo i Vigili del fuoco, sono finiti direttamente in acqua circa 10-12 metri quadrati di macerie;
il muro che dà sul rio di San Barnaba da circa due anni era stato puntellato con delle grosse travi perché si supponeva che la struttura non avrebbe retto a lungo;
l'Associazione cittadini stop al moto ondoso, attraverso il suo Presidente, ha denunciato la situazione dell'intera città lagunare che a causa del traffico di motoscafi e barconi e quindi del moto ondoso è esposta ad un estremo rischio -:
se, a fronte di questa situazione, non ritenga che la salvaguardia di Venezia e la tutela del suo straordinario ma anche fragilissimo patrimonio storico architettonico, non siano garantite dalle mega opere come il Mose e che il moto ondoso ha raggiunto livelli pericolosi e, ancor più dell'acqua alta, minaccia dalle fondamenta l'abitato della città che rischia il progressivo sgretolamento compromettendo incolumità stessa degli abitanti;
se non ritenga indispensabile che si dispongano fondi per finanziare gli interventi indispensabili al restauro e al recupero edilizio ed architettonico e un piano di contrasto al modo ondoso in grado di garantire misure efficaci di abbattimento del fenomeno.
(4-07629)

Risposta. - A Venezia il moto ondoso provocato dal traffico lagunare pone in serio pericolo la staticità degli edifici del centro storico e il delicato equilibrio della laguna.
Al fine di provvedere all'attuazione degli interventi straordinari necessari per fronteggiare la grave situazione il Consiglio dei Ministri del 15 novembre 2001 ha dichiarato lo stato di emergenza, prorogato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 gennaio 2004, fino al 31 dicembre 2005.
Successivamente è stata emanata l'ordinanza di protezione civile n. 3170 del 27 dicembre 2001, modificata dall'ordinanza n. 3196 del 12 aprile 2002, con la quale il Sindaco di Venezia è stato nominato Commissario delegato ai sensi dell'articolo 5, comma 4, della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
Quest'ultimo, per lo svolgimento delle sue funzioni, si è avvalso della collaborazione del Magistrato delle acque e di un Comitato consultivo presieduto dal Prefetto di Venezia.
Le attività intraprese per affrontare l'emergenza ed il loro relativo stato di attuazione sono state illustrate trimestralmente con una relazione trasmessa periodicamente al Dipartimento della Protezione civile.
Infatti, nell'ultima relazione trasmessa, relativa al terzo trimestre dell'anno 2003, si fa riferimento al moto ondoso nella laguna di Venezia ed alle specifiche attività messe in atto per contrastarlo.
Il Commissario delegato, con l'ausilio del Comitato consultivo, di cui all'articolo 1, comma 3, dell'ordinanza n. 3170 del 2001, presieduto dal Prefetto di Venezia, ha provveduto a dare maggiore risalto sia alla realizzazione del sistema integrato di rilevamento, controllo e gestione della navigazione, con l'uso di apparecchiature satellitari sulle unità a motore circolanti nella laguna di Venezia, sia agli aspetti logistici per la costituzione di un articolato piano di sistemi di approdi.
Il piano, presentato il 15 luglio 2003, consiste sia in una riorganizzazione degli approdi pubblici e delle strutture di ormeggio per le imbarcazioni adibite a trasporti di cose, le cosiddette «imbarcazioni da lavoro»,


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che operano in ambito urbano, sia nella costruzione di nuovi approdi, già in corso d'opera, atti a rendere più agevole il trasporto pubblico di passeggeri del servizio di linea.
È stata, inoltre, assegnata ad uno studio specializzato la progettazione di una nuova struttura di ormeggio nell'isola del Tronchetto, per circa 428 posti barca, da destinare alle imbarcazioni adibite a trasporto di merci.
Per la realizzazione di queste opere attualmente sono in corso rilievi sul territorio per indagare sulla composizione chimica dei fanghi presenti.
La struttura di ormeggio è legata alla realizzazione del futuro «Centro logistico di interscambio merci», sempre dell'isola del Tronchetto, la cui costruzione verrà seguita da una società a prevalente partecipazione pubblica, costituita sulla base di un protocollo di intesa cui hanno aderito le rappresentanze delle categorie del trasporto merci operanti nel territorio.
Un'altra importante novità è costituita dall'utilizzazione di un modello dinamico del traffico lagunare a scala urbana elaborato dal Consorzio Venezia Ricerche che affiancherà il modello del traffico acqueo a scala lagunare, programmato dal Magistrato delle acque.
Infine si è provveduto alla definizione delle aree per la raccolta dei rifiuti urbani.
Sul piano normativo, in collaborazione con l'Avvocatura del comune di Venezia, al fine di attuare un efficace sistema di controllo del traffico lagunare, è stato elaborato un ventaglio di proposte per il riordino della materia.
In particolare l'attività della Commissione consultiva, indetta dalla Provincia di Venezia, alla quale partecipa anche il Commissario delegato, si è rivolta alla modifica del «Regolamento provinciale per il coordinamento della navigazione locale della laguna veneta; adottato ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, con riferimento alle norme di comportamento, alle nuove caratteristiche idrodinamiche delle imbarcazioni di esclusivo impiego lagunare, ai vincoli di potenza massima degli apparati propulsivi ed ai limiti delle emissioni inquinanti.
Inoltre per regolare i flussi nella laguna nel luglio 2003 si è conclusa l'installazione delle segnaletiche lagunari costituite da pannelli posti in corrispondenza delle bocche di porto e degli accessi acquei.
Anche il controllo del moto ondoso è stato ulteriormente potenziato da parte degli organi di polizia. Infatti le operazioni di controllo, nel periodo dal 1o gennaio 2003 al 30 settembre 2003, sono ammontate a 139.491.
In materia di navigazione le violazioni amministrative accertate sono state 2.827 e le violazioni penali 344. Le imbarcazioni sottoposte a fermo amministrativo sono state 610 mentre quelle sottoposte a sequestro amministrativo, per mancanza di assicurazione, sono state 127.
Infine, per facilitare la navigazione nel rispetto della laguna, nella seconda metà di settembre 2003, l'Ufficio del Commissario delegato ha avviato i contatti per la realizzazione di un prototipo di imbarcazione per il trasporto merci a bassa generazione ondosa.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.