Allegato B
Seduta n. 445 del 25/3/2004


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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
gli uffici giudiziari del circondario di Parma sono esposti ad una situazione di precarietà nello svolgimento delle normali attività aggravata, negli ultimi mesi, dalle vicende connesse al crac Parmalat;
l'accresciuto fabbisogno e i procedimenti inerenti il crac Parmalat, sia nel settore penale che in quello civile, stanno comportando un aumento del già gravoso sovraccarico di lavoro dovuto anche alle nuove attribuzioni di competenze introdotte, negli anni scorsi, da diverse innovazioni legislative (decreto legislativo 19 febbraio 1998 n. 51 e decreto legislativo 28 agosto 2000 n. 274);
la settimana Commissione del CSM nei giorni scorsi è intervenuta presso il Ministero della Giustizia in relazione alle evidenti difficoltà in cui versano il Tribunale e la Procura di Parma e ha chiesto di aumentare l'organico dei magistrati e di dotare gli uffici di tutti i supporti logistici, informatici e di personale amministrativo richiesti e necessari per fronteggiare le attuali eccezionali esigenze di servizio connesse alla gravissima inchiesta giudiziaria in corso;
il problema dell'organico del personale amministrativo riguarda tutti gli uffici giudiziari di Parma;
presso il Tribunale di Parma si riscontra una carenza di 15 posti nelle figure ad alta qualificazione professionale, con conseguente concentrazione dei compiti di responsabilità su un contingente più limitato;
presso la Procura della Repubblica di Parma mancano diverse unità sulle 38 previste e, nonostante il recentissimo impiego di 5 operatori, assunti a tempo determinato per 7 mesi, l'aggravio continua a persistere;
presso l'UNEP di Parma non sono ancora stati coperti 7 posti di ufficiale giudiziario;
analoghi problemi risultano essere presenti anche presso la sezione distaccata del Tribunale di Fidenza e del locale UNEP, nonché presso l'ufficio del giudice di Pace di Parma, dove la situazione potrebbe a breve incrinarsi a seguito di prossimi pensionamenti di figure direttive e di cancellieri;
il processo di informatizzazione degli uffici evidenzia la mancanza di un adeguato piano di formazione del personale;
le Organizzazioni sindacali, provinciali ed aziendali, hanno espresso forti preoccupazioni circa il rischio di una crisi di funzionalità dei servizi e di un forte aumento dei carichi di lavoro del personale, costretto a inevitabile lavoro straordinario, senza certezza dei tempi di pagamento dello stesso -:
se il Governo è a conoscenza della situazione di emergenza descritta in premessa;
quali iniziative il Ministro intenda assumere per garantire le condizioni di normalità nello svolgimento delle funzioni all'interno degli uffici giudiziari di Parma.
(2-01133) «Motta».


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Interrogazioni a risposta scritta:

SGOBIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 23 marzo scorso, il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, durante il programma tv «Ballarò» dedicato al terrorismo internazionale, ha testualmente affermato: «le moschee sono centri in cui c'è l'acqua in cui nuotano i terroristi. Lì i terroristi trovano rifugio» e facendo riferimento alla matrice degli attentati in Usa e Spagna, ha posto la questione «se non siamo di fronte a uno scontro di civiltà, tra regimi moderati e l'integralismo islamico. Se così fosse, il livello di risposta deve esser diverso da quello delle normali operazioni di polizia»;
a parere dell'interrogante le suddette affermazioni, fatte da un autorevole rappresentante del Governo, sono gravi, imprudenti e inopportune, perché rischiano di alimentare ulteriormente le polemiche e di compromettere seriamente il dialogo con la comunità islamica presente sul nostro territorio -:
quali sono le informazioni di cui dispone il Ministro della Giustizia, a supporto delle suddette dichiarazioni, e se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di creare un clima di serenità e di rispetto reciproco tra il Governo e la comunità islamica presente in Italia.
(4-09537)

SUSINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da diversi anni si è affermato presso il penitenziario di Gorgona (Livorno) un modello di carcere diverso da quello che si attua negli altri istituti di pena;
tale modello ha dato nel corso degli anni risultati importanti e documentati per quanto riguarda il recupero dei detenuti e il loro reinserimento nella società;
il lavoro e l'impegno dei detenuti ha contribuito inoltre alla preservazione e alla valorizzazione di un ambiente naturale che fa dell'isola una realtà di grande pregio paesaggistico;
era allo studio da parte dell'Amministrazione carceraria un progetto teso a consolidare e rilanciare il modello di «Carcere aperto» realizzato a Gorgona attraverso nuovi criteri di selezione dei detenuti fondati sulla bassa pericolosità sociale e la provenienza da comuni toscani;
è in corso di stipula un Protocollo di Intesa tra la Direzione del Carcere di Gorgona e la Regione Toscana e gli Enti locali livornesi tale da rappresentare una cornice generale alla quale dovranno essere riferiti i progetti, le attività e le iniziative attuate sull'isola;
da tempo è in atto un rapporto proficuo e costante tra la Direzione del Carcere e l'associazionismo livornese impegnato a supportare le attività lavorative che i detenuti svolgono sull'isola;
i due recenti delitti che sono avvenuti sull'isola hanno condotto l'amministrazione carceraria ad assumere iniziative circa il trasferimento di una parte notevole dei detenuti attualmente presenti a Gorgona nonché la sospensione del Comandante della Polizia Penitenziaria e del Direttore, quest'ultimo unanimemente riconosciuto come l'ispiratore e la vera e propria anima di quel nuovo modello di detenzione -:
quali iniziative intenda assumere per salvaguardare e rilanciare il modello di «Carcere Aperto» che è stato attivato presso il Penitenziario di Gorgona.
(4-09543)

PATARINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che gli agenti di Polizia in servizio presso la casa circondariale di Taranto, lamentano da tempo l'assoluta inadeguatezza dell'organizzazione e della gestione della loro mensa;


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così come è stato denunciato da diverse organizzazioni sindacali il servizio fornito dall'impresa appaltatrice lascia molto a desiderare sia sul piano della quantità che della qualità, per non parlare delle inaccettabili condizioni igienico-sanitarie dei locali della cucina e della struttura ambientale;
i predetti agenti stanchi di denunciare, senza mai essere ascoltati, gli inconvenienti derivanti da una tale situazione, che determina pericolose conseguenze sia sotto il profilo della serenità operativa sia sotto quello dell'efficienza, hanno deciso ultimamente di astenersi dalla mensa -:
se non ritenga di intervenire con le più opportune iniziative al fine di accertare i termini reali della incresciosa situazione e, nel caso di conferma, di rimuoverla, restituendo dignità al servizio di refezione e, conseguentemente, rispetto umano nei confronti di fedeli servitori dello Stato che, come nel resto d'Italia, anche a Taranto, spesso compiono il loro dovere in condizioni di assoluta precarietà e, non di rado, ai limiti della stessa vivibilità.
(4-09545)

PISCITELLO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
è in fase avanzata la predisposizione di una convenzione fra Ministero della giustizia e Poste Italiane Spa con l'obiettivo di trasferire a quest'ultima l'intera gestione del servizio di notificazione degli atti giudiziari;
allo stato attuale tale servizio è gestito presso ciascun ufficio giudiziario dall'Ufficio Notificazioni, Esecuzioni e Protesti (UNEP) che si avvale dell'opera di ufficiali giudiziari, pubblici ufficiali dipendenti del Ministero di giustizia, ai quali è affidata dai codici di procedura penale e civile (CPC articolo 137-153; CPP articolo 151-163) l'attività di notifica;
circa il 60 per cento delle notifiche è consegnato direttamente «a mano», mentre per la parte restante l'atto viene preparato dall'ufficiale giudiziario e spedito per posta;
è convinzione comune e predominante presso gli operatori e gli studiosi del diritto che sia da individuare proprio nella notificazione tramite servizio postale degli atti giudiziari una delle principali cause di dilatazione dei tempi dei processi e pertanto non sembra che possano essere valutazioni di efficienza a spingere verso l'attuazione della convenzione, efficienza che sarebbe al contrario maggiormente garantita da un potenziamento della gestione delle notifiche da parte dei UNEP;
la ragione di un progetto di tal genere non sembra neanche da ricercare in questioni concernenti il bilancio statale se è vero che la spesa a carico del Ministero è attualmente compresa fra i 0,33 e gli 1,22 euro se la notifica viene effettuata a mano, mentre, come si deduce accedendo semplicemente al sito internet di Poste Italiane spa, con il servizio di Raccomandate online il costo lievita fino ai 4,50-5,10 euro per l'utente privato. La convenzione in esame prevede inoltre un ulteriore aumento della spesa a carico del Ministero di giustizia;
considerazioni riguardanti il miglioramento del servizio derivanti dall'eventuale attuazione di detta convenzione non paiono tali da giustificare un aggravio dei costi così rilevante, se si considera che la possibilità di controllare la certezza e la trasparenza del tracciato degli atti trasmessi a mezzo posta, uno dei motivi ispiratori della riforma, è già disponibile tramite semplice accesso al sito di poste italiane o utilizzando apposito numero verde;
l'ufficiale giudiziario, in quanto pubblico ufficiale, è obbligato a garantire terzietà, segretezza e rispetto della privacy (DL 196/03), condizioni che sarebbero messe seriamente a rischio nell'affidare ad


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un soggetto privato la gestione diretta ed esclusiva delle notifiche giudiziarie -:
quali vantaggi effettivi, secondo i ministri interessati, dovrebbero derivare dall'attuazione della convenzione in questione a fronte di un aumento della spesa stimabile ben oltre il 300 per cento per ogni singola notifica non più gestita dagli UNEP;
se non ritengano opportuno il coinvolgimento nella definizione di tale progetto della rappresentanza degli ufficiali giudiziari, categoria che sarebbe fortemente colpita oltre ad essere quella maggiormente competente in materia.
(4-09547)