e circa 30 dipendenti a contratto fisso oltre ad alcuni a contratto a tempo determinato;
essere di costo relativamente contenuto dando così risposte ottimali, anche dal punto di vista della sicurezza, alla gestione dei servizi e rispondendo così più organicamente alle necessità della nostra ampia comunità;
il terrorismo internazionale non colpisce solamente i Paesi coinvolti nella guerra in Iraq;
la scoperta in Francia di una bomba sui binari della linea ferroviaria Parigi-Basilea e le rivelazioni di un pentito di Al Qaeda circa un piano di attentati in Italia già prima dell'11 settembre, ci offrono una lettura purtroppo diversa sulle reali finalità di un terrorismo che non colpirebbe solo i paesi coinvolti nella guerra in Iraq;
secondo questi inquietanti progetti, nel mirino dei terroristi figurerebbero anche paesi come la Francia, notoriamente in buoni rapporti con il mondo arabo, o come l'Italia, che sarebbe stata oggetto di un piano di attentati quando ancora non si era verificata la tragedia delle torri gemelle;
il partito di Alleanza Popolare-Udeur si è da sempre dichiarato contrario ad una guerra senza l'avallo dell'ONU -:
quali iniziative a livello nazionale ed internazionale, anche di concerto con gli altri paesi europei, intendano intraprendere al fine di ridurre al minimo i rischi di attentati terroristici, nella convinzione che occorra grande fermezza e l'unità di tutta l'Europa per sconfiggere il terrorismo internazionale.
(3-03226)
Ibrahim Salem Abayat è uno dei tre palestinesi esiliati in Italia a seguito dell'accordo con Israele per lo sgombero della Chiesa della Natività di Betlemme;
il giorno 25 maggio 2002 verso le ore 23, presso la residenza romana di Nemer Hammad, rappresentante dell'OLP in Italia, il citato Abayat ha ricevuto una telefonata di Khaled Mashall, capo dell'ufficio politico di Hamas e ciò nonostante il divieto pattuito con le autorità italiane di mantenere contatti con esponenti della citata organizzazione in Italia;
l'attività di Hamas di arruolamento di terroristi nel nostro Paese è nota ai servizi segreti italiani che hanno accertato che anche da alcune moschee italiane sono partiti dei mujaheddin e dei shahid che recentemente si sono fatti esplodere in Irak -:
se i fatti citati siano noti al Ministro;
se i tre palistinesi esiliati in Italia sono ancora ivi presenti e in quali condizioni vi permangono;
se sia noto il tipo di relazioni intercorrenti tra Abayat e Nemer Hammad.
(5-03039)
la comunità italiana in Venezuela, intendendosi i soli connazionali con passaporto, conta circa 150.000 connazionali dei quali circa 110.000 dipendenti dal Consolato generale di Caracas, mentre oltre un milione sono i venezuelani di origine italiana;
l'immobile ove ha sede il Consolato generale di Caracas è una palazzina moderna, detenuta in affitto, ad un costo di circa 10.000 US$ al mese. La palazzina è di poco oltre 1.200 metri quadrati su due piani (il 3o è inagibile) e senza possibilità di ampliamenti. In essa lavorano il Console generale ed un console suo collaboratore
la struttura dell'Ufficio è stata concepita per accogliere 100-150 persone al giorno ovvero le utenze per una comunità in situazione di normalità;
da alcuni anni il Venezuela vive una situazione di acuto e progressivo disagio, in una crescente crisi economica legata anche all'attuale Presidenza del Paese. Caracas è quotidianamente interessata da una diffusa criminalità - scioperi, interventi della polizia, dimostrazioni anti-Chavez - che hanno portato ad una forte contrazione dell'economia colpendo soprattutto le piccole e medie imprese (quasi la metà delle 11.000 aziende operanti nel paese alcuni anni fa sono state chiuse) molte delle quali erano di proprietà di italiani di prima o seconda generazione;
si è quindi generata una profonda insicurezza collettiva e la gran parte della nostra collettività è preoccupata degli eventi, mentre alcune migliaia di connazionali sono ridotti all'indigenza;
si sono quindi moltiplicate le richieste di aiuto ai nostri consolati e particolarmente a quello di Caracas con una media di 350-400 domande quotidiane di intervento presso le strutture consolari, sia per la messa a punto della documentazione di stato civile che l'emissione o rinnovo dei passaporti sia di molte persone che chiedono un aiuto per sopravvivere, tenuto conto che il sistema socio-sanitario pubblico venezuelano è di fatto inesistente;
si sono aggiunte in queste settimane le difficoltà legate alle elezioni dei COMITES in una realtà dove il servizio postale è inefficiente e confuso tanto che ben pochi dei circa 45.000 aventi diritto al voto nella sola Caracas riusciranno o potranno esercitarlo non fosse che per le difficoltà di consegna delle schede;
il consolato è quindi quotidianamente assediato da lunghe file di connazionali con liste di attesa di mesi per poter accedere agli sportelli e ciò, nonostante l'obbiettivo impegno della grandissima maggioranza dei dipendenti addetti e del prodigarsi dell'Autorità consolare che già ha messo in atto tutti i possibili tentativi per razionalizzare al meglio l'accesso agli uffici, lo spazio d'attesa, i sistemi di prenotazione;
dal punto di vista assistenziale, la richiesta più di sovente avanzata è quella, almeno per la fascia più debole ed anziana della nostra comunità, di sussidi per l'assistenza medica e le cure farmacologiche ed ad essa si tenta di dare risposta attraverso contributi necessariamente ridotti e condizionati alle disponibilità economiche;
un'ipotesi che appare molto valida sarebbe quella di coprire l'intera collettività con una polizza di assicurazione privata che, studiata con premi differenziati e legati al reddito, potrebbe essere molto conveniente per i connazionali di discrete o buone condizioni economiche e poco costosa per le finanze pubbliche per assistere quella fascia di connazionali indigenti (cui comunque già oggi si cerca di dare un aiuto) permettendole di poter accedere almeno alla medicina di base e di primo intervento;
si ritiene che, come da una ipotesi di massima già elaborata dallo stesso Console Generale, con una spesa annua di circa 400.000 euro sarebbe possibile assistere in modo decoroso circa 2.000 connazionali indigenti ed aiutare in modo sostanziale altri 3-5.000 connazionali in difficoltà economiche, ma che parzialmente potrebbero concorrere a sostenere le spese sanitarie -:
se non si ritenga, per quanto attiene la situazione logistica del Consolato di Caracas, di dover adottare le opportune iniziative affinché siano riuniti in un solo immobile ampio e funzionale tutti i servizi consolari e quelli forniti dall'Ambasciata, nonché l'ICE e l'Istituto di cultura. Approfittando del crollo del valore degli immobili a Caracas l'acquisizione demaniale di un simile complesso (che potrebbe poi essere chiamato «Casa Italia») potrebbe
se non si ritenga opportuno, per quanto attiene alle necessità di assistenza sanitaria, approfondire l'ipotesi di assistenza sanitaria volontaria sopra evidenziata, esperendo ovviamente ogni passo per modulare la risposta più completa e conveniente alla necessità, ma tenendo in considerazione come stiano aumentando in Venezuela gli italiani, oggetti di «nuove povertà».
(4-09542)