in Italia il prezzo del latte artificiale in polvere è superiore del 300 per cento rispetto ai prezzi praticati in Austria, Svizzera, Germania, Francia e Slovenia;
questo comporta - soprattutto per i genitori che hanno avuto dei gemelli o dei neonati prematuri - delle enormi ed inaccettabili differenze di costo nell'allattamento dei loro bambini rispetto al resto dell'Europa; analizzando i dati, recentemente raccolti dagli «Amici della Neonatologia Trentina Onlus», si viene a scoprire che il prezzo medio di 10 latti in polvere al 3 febbraio 2003 era sui 35 euro/kg, (pari a 4,8 euro/litro), con variazioni tra i 30 ed i 40 euro/kg (da 4 a 6 euro/litro) tra marche diverse;
secondo i dati dell'informatore Farmaceutico, il prezzo medio dei 10 latti è aumentato del 6,5 per cento tra il 2002 ed il 2003 e, negli ultimi mesi vi sono stati aumenti del 5 per cento (più il doppio rispetto ai dati registrati dall'Istat);
la media dei prezzi praticati dalle farmacie comunali di Trento è ora di 33,40 euro/kg (in Trentino si pratica l'8-10 per cento di sconto rispetto ai prezzi fissati per il resto dell'Italia);
la media di 6 confezioni di latte acquistate al di là del Brennero è di 10 euro/kg (1,3 euro/litro); tre marche sono presenti sia in Italia che in Austria e Germania e le differenze variano dal + 200 per cento al + 300 per cento;
un professore universitario ha calcolato che, se un bambino consuma circa 150 litri di latte nei primi sei mesi, oltre 100.000 bambini italiani - non allattati al seno - consumano ogni anno oltre 15 milioni di litri di latte e, le ditte italiane, incassano 50 milioni di euro in più rispetto a quel che ricaverebbero vendendo la stessa merce all'Estero;
già nel 1996 l'Audiconsum aveva pubblicizzato i listini dei latti italiani e già allora risultavano notevolmente più alti rispetto al resto dell'Europa;
nel 2000 l'Antitrust ha condannato sei Ditte con 10 marchi (provvedimento n. 8087 del 2 marzo 2000) svelando l'esistenza di un cartello di grandi aziende e di un «sistema di divisione concertata dei turni di forniture di latte artificiale agli ospedali»;
la circolare n. 16 del 24 ottobre 2000 del Ministero della Sanità prendendo spunto dal provvedimento dell'Antitrust invitava gli Assessorati competenti a vigilare perché non si verificassero situazioni che potevano interferire negativamente sull'allattamento al seno, e perché vi fosse correttezza e trasparenza nell'acquisto dei sostituti del latte materno;
il problema non è solo economico, ma anche sanitario poiché non riguarda un articolo di lusso, ma un elemento essenziale per neonati e lattanti privi di latte materno, anche perché, l'allattamento artificiale è più diffuso proprio nelle famiglie a più basso reddito, nei bambini prematuri e nei casi patologici ed anche nei gemelli, portando così ad un raddoppio o ad una triplicazione delle spese -:
se sia a conoscenza della grave situazione che incide tantissimo sul bilancio delle famiglie, soprattutto in quelle a più basso reddito, in quelle con neonati prematuri, nei casi patologici e nei parti gemellari;
quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere per porre rimedio a questa situazione a dir poco scandalosa che ci vede penalizzati - proprio in un bene prezioso quali sono i bambini - nel confronto con altri Stati dell'europa Austria, Svizzera, Germania, Francia e perfino con la Slovenia, anche al fine di eliminare questa sperequazione rispetto ad altri Paesi, ed evitare così, alle famiglie italiane, questa, secondo l'interrogante, ingiusta ed ingiustificabile «Tassa sui neonati», in un momento come questo dove si spendono molte parole ed azioni per porre in essere azioni di sostegno ed aiuto alle famiglie.
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