Allegato B
Seduta n. 430 del 1/3/2004


Pag. 12874


...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

SGOBIO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 24 febbraio scorso l'italiana Barbara Contini, come riferito dal portavoce della Cpa (Autorità provvisoria di coalizione), è stata nominata coordinatore della provincia di Dhi Qar, con sede nel capoluogo Nassiriya, dall'amministratore del governo della coalizione in Iraq Paul Bremer;
a parere dell'interrogante, tale nomina è la prova provata del coinvolgimento pieno dell'Italia nell'occupazione dell'Iraq -:
quale sia il giudizio del governo italiano e se i ministri interrogati non ritengano opportuno, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, far conoscere le modalità che hanno portato alla nomina di Barbara Contini.
(4-09122)

RAISI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a Nampula, in Mozambico, sono scomparse decine di bambini e bambine di strada e altri bambini di famiglie povere che vivono nella zona, venduti e sfruttati probabilmente per il traffico di organi;
i parenti e le maestre si sono rivolti alle monache missionarie «Serve di Maria», impegnate in una missione locale, chiedendo aiuto e protezione, poiché la polizia locale non dava attenzione alle denunce fatte;
tale situazione è stata confermata dallo stesso padre Tomè Makhweli, arcivescovo di Nampula, e l'agenzia di notizie dei missionari la Misna ha dichiarato che


Pag. 12875

i bambini attualmente scomparsi sono già più di ottanta e che il centro dell'orribile commercio è proprio Nampula;
si sospetta che i servizi pubblici della regione siano coinvolti in una quadriglia mafiosa per la vendita degli organi sani prelevati da bambini, usati per i trapianti;
le monache, ora minacciate da uomini armati da pistole e macete, chiedono una pressione internazionale presso il Governo del Mozambico. Le suore hanno ripreso con video e fotografie le immagini di corpi di bambini morti, con gli organi asportati;
a Bologna grazie all'impegno di Padre Benito Fusco, Padre Bruno Querceti e dell'associazione Aurora e con il contributo del comune di Bologna è in attivazione il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sessualmente abusati;
grazie a questa iniziativa anche l'Italia, (unica nazione europea che sino ad oggi era sprovvista di tale importante organo) può finalmente contribuire ad aiutare questi bambini e le loro famiglie -:
se sia a conoscenza della situazione sopra descritta, se non sia il caso di sostenere e proteggere le realtà religiose e laiche che, a rischio della vita, denunciano i predetti traffici, se non ritenga che sia necessario sensibilizzare l'opinione pubblica affinché si abbatta il muro dell'omertà e della paura, quali iniziative intenda intraprendere affinché sia garantita l'incolumità dei religiosi e laici che operano in Mozambico.
(4-09132)

CIMA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Governo cinese pubblicava nel dicembre 2003 una lista di supposti terroristi di etnia Iugura ricercati all'estero, chiedendo ai Paesi in cui si trovavano di localizzarli ed estradarli;
il documento ufficiale del Ministero della Pubblica Sicurezza cinese definiva «organizzazioni terroriste» quattro gruppi Iuguri, compresi il WUYC (World Uighur Youth Congress) e l'ETIC (East Turkistan Information Center): entrambi i gruppi sono operanti in Germania e denunciano gli abusi contro gli Iuguri in Cina rivendicando l'autodeterminazione o l'indipendenza per la regione. I nomi dei due presidenti dei suddetti gruppi figuravano nella lista dei «terroristi» stilata dal Governo cinese;
diverse centinaia di Iuguri accusati di coinvolgimento in questa attività di informazione e opposizione sono state condannate a morte sin dalla metà degli anni '90 e migliaia di altri sono stati arrestati, imprigionati con processi iniqui e torturati;
in passato la Cina esercitò notevoli pressioni sui Paesi confinanti per rimpatriare forzatamente gli Iuguri accusati di separatismo e di attività terroristiche. Nonostante alcuni di essi fossero stati riconosciuti come rifugiati il Governo cinese ne ottenne il rimpatrio coatto;
secondo Amnesty International il governo cinese sta tentando di bloccare le attività politiche degli attivisti Iuguri fuori dal Paese e raccogliere il consenso internazionale per la repressione in atto nella Regione Autonoma Iugura dello Xinjiang;
sempre secondo Amnesty International le autorità cinesi continuano a non distinguere tra l'opposizione violenta e l'esercizio pacifico del diritto alla libera espressione, associazione e culto. Le massime autorità considerano ogni richiesta di maggiore autonomia come una forma di «separatismo etnico» che, secondo la normativa vigente in Cina, rappresenta un crimine contro la sicurezza di Stato e come tale è punibile;
Amnesty International, pur ammettendo che alcuni gruppi o individui Iuguri possano essere responsabili di azioni criminali, chiede che gli Stati fatti oggetto della richiesta di estradizione valutino con estrema cautela tali istanze sottoponendole ad uno stretto esame: il rischio reale


Pag. 12876

di tortura e di condanna a morte per tali individui dovrebbe impedire di attuare le procedure di rimpatrio;
all'inizio di dicembre Amnesty International reagiva alle notizie sulle trattative tra USA e Cina per il rientro di alcuni Iuguri detenuti nel campo di Guantanamo -:
se l'Italia abbia già ricevuto dal Governo cinese la richiesta di estradizione di soggetti supposti «terroristi» di etnia Iugura;
in caso affermativo quali intendimenti il Governo intenda adottare di fronte a tale richiesta di estradizione;
nel caso tale richiesta non fosse ancora pervenuta, come abbia intenzione di comportarsi nella possibilità che soggetti «terroristi» vengano individuati all'interno dei confini italiani.
(4-09134)

CIMA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 26 agosto 2003 si verificava una serie di brutali attacchi alla popolazione indigena di fede buddista del distretto di Khagarachari da parte di musulmani bengalesi spalleggiati dall'esercito del Bangladesh;
durante questi spaventosi eventi venivano bruciate, in nove diversi villaggi abitati da buddisti, 384 case e 4 templi oltre a diversi altri luoghi di culto profanati e danneggiati;
il Venerabile Shasana Priya Bhikkhu, del tempio buddista di Babupara Janakalyan, veniva prima minacciato e catturato dai musulmani e poi arrestato dai militari dell'esercito del Bangladesh;
durante questi attacchi un bimbo di otto mesi veniva soffocato e un uomo di nome Binod Bihari Khisa moriva negli scontri. Inoltre una ragazzina di 12 anni scompariva insieme ai suoi parenti e di alcune altre donne si perdevano le notizie;
le aree oggetto di scontro venivano abbandonate dagli abitanti in fuga e a tutt'oggi, per timore di nuovi attacchi molti indigeni non hanno ancora fatto ritorno alle loro case;
tutto ciò accadeva nell'indifferenza del Governo del Bangladesh che si adoperava anzi ad isolare il distretto allo scopo di tenere a distanza giornalisti e fotografi internazionali accorsi a documentare le atrocità commesse dai musulmani e dall'esercito;
tale genere di attacco non è una novità per il partito al Governo: il massacro di Dighinala del 1986 che costrinse più di sessantamila indigeni a rifugiarsi nello stato indiano di Tripura, il genocidio di Logang del 1992 e quello di Naniyachar dell'anno successivo nei quali furono uccisi centinaia di praticanti buddisti e date alle fiamme centinaia di case e templi e luoghi educativi;
nonostante esista un accordo di pace, firmato dalle controparti nel 1997, conosciuto come «The CHT Peace Accord» (Chittagong Hill Tracts Peace Accord), tale trattato non è mai stato applicato e, anzi, nel 2001 e nel 2002 le popolazioni indigene sono state costrette a subire ulteriori prevaricazioni -:
quali iniziative di carattere internazionale si intendano adottare affinché sia impedito il ripetersi di tali attacchi ai danni delle popolazioni indigene;
se il Governo abbia intenzione di adottare iniziative presso gli organi istituzionali del Bangladesh affinché i diritti delle popolazioni indigene siano rispettati;
quali misure possa adottare, o abbia intenzione di adottare, il Governo per fare rispettare il trattato di pace denominato «CHT Peace Accord»;
se il governo abbia intenzione di supportare Amnesty International nella difesa dei diritti umani in Bangladesh.
(4-09135)