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soppresso e superato dalla legge 350 del 2003 (finanziaria 2004) articolo 4, comma 227, che alla medesima lettera d) prevede la «nomina di un Amministratore senza diritto di voto», si configura perciò in contrasto con la normativa europea e nazionale vigenti;
legati al ciclo del cemento, in particolare quelli delle ecomafie, dando, anche in assenza di una seria e concreta volontà di intervento, il colpo di grazia ad anni di battaglie per la difesa del patrimonio ambientale e culturale e per la legalità nel nostro Paese e se per questi motivi intendano istituire un nucleo interforza, dotato di tutti gli strumenti anche tecnologici, presso il prefetto di Palermo per una seria e concreta lotta a tutti gli interessi derivanti dal ciclo del cemento;
antidegrado, nell'area dell'ex mercato ortofrutticolo di Bologna che hanno portato all'erronea apertura della porta dei locali dell'Associazione «Ex M24»;
variante alla predetta concessione, approvava il nuovo progetto per la costruzione del medesimo albergo;
il comune di Milano sta accingendosi a deliberare la vendita sul mercato di una ulteriore quota di AEM SpA, Società quotata in Borsa e già «privatizzata» per il 49 per cento del capitale azionario;
il Comune di Milano intenderebbe ridurre la quota di capitale propria divenendo così socio di minoranza della società medesima;
tale nuova fase di privatizzazione della società si basa su due proposte di delibera consiliare di iniziativa della giunta municipale, la prima delle quali (la n. 324) concernente la cessione di parte delle azioni AEM SpA detenute dal comune di Milano nonché l'offerta di vendita accelerata e l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile in azioni AEM SpA, la seconda (la n. 325) concernente le modifiche da apportare allo Statuto della società AEM SpA;
a seguito delle modifiche statutarie che la Giunta municipale di Milano propone all'approvazione del Consiglio comunale e dell'Assemblea di AEM SpA, il Comune manterrebbe una quota di minoranza in Assemblea (33,4 per cento);
tale quota di minoranza del capitale, per effetto della nuova norma statutaria proposta, si tradurrebbe al contrario in una quota predeterminata di maggioranza nel Consiglio di Amministrazione;
il combinato disposto del ruolo dì minoranza del Comune nella detenzione del capitale con il non rispecchiamento del medesimo ruolo in seno al Consiglio di Amministrazione, il quale risulterebbe al contrario composto da una maggioranza di consiglieri nominati da un soggetto di minoranza quale il Comune, proprio per effetto di un intreccio di norme tra loro contrastanti, potrebbe determinare una incerta e instabile governance della società oggetto di privatizzazione, con il possibile accumulo di conflittualità tra i diversi soggetti comproprietari;
tutto ciò porterebbe alla situazione paradossale per cui un eventuale socio che per effetto di un O.P.A. arrivasse a possedere l'intera quota azionaria non riferibile al Comune di Milano (ovvero il 66,6 per cento) si troverebbe però ad essere rappresentato solo da una minoranza nel Consiglio di Amministrazione (tre su quattro nel caso di sette membri; tre su cinque nel caso di atto; quattro su cinque nel caso di nove) e che tale situazione potrebbe determinare contenziosi il cui effetto si riverbererebbe negativamente sia sulla proprietà della società e i suoi assetti come sul servizio e la qualità dello stesso che la società è tenuta a erogare ai cittadini, alle imprese e alle famiglie;
poiché la modifica statutaria in esame prevede che, per l'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione, il voto di lista si sommi alla nomina diretta da parte dell'Ente pubblico, e che tale disponibilità di sommatoria di nomine, a giudizio degli interpellanti, si basa su un potere di nomina richiamantesi a poteri speciali riferiti ad uno specifico articolo di legge, l'articolo 2 lettera d) della legge n. 474, il quale tra l'altro è stato
sempre a giudizio degli interpellanti, le delibere sopra richiamate appaiano perciò non conformi all'attuale disciplina che regola i servizi pubblici locali -:
se non intenda fornire la corretta interpretazione della normativa che disciplina i servizi pubblici locali con riguardo agli aspetti sottolineati nella premessa, al fine di garantire l'osservanza delle disposizioni sulla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali su tutto il territorio nazionale.
(2-01072) «Quartiani, Duilio, Pollastrini, Mantini, Fumagalli, Capitelli, Micheli, Chiti, Turco, Tocci, Spini, Santino Adamo Loddo, Raffaldini, Tolotti, Monaco, Ottone, Nigra, Maran, Ruzzante, Ranieri, Dameri, Bova, Pennacchi, Rava, Zunino, Sereni, Bolognesi, Abbondanzieri, Zanotti, Sandi, Sedioli, Marcora, De Luca, Cialente, Coluccini, Rotundo, Sasso, Motta, Grandi, Gambini, Lulli, Agostini, Galeazzi, Vigni, Kessler, Lucidi».
nell'aula consiliare del comune di Civitavecchia, alle ore 17.00 dell'11 febbraio scorso, si è svolta, su richiesta dei gruppi di opposizione, un'ennesima seduta sulla Convenzione già sottoscritta tra comune, Enel e Governo per la conversione a carbone della centrale Enel Tor Valdaliga Nord;
tale seduta del Consiglio era conseguente ad una pubblica manifestazione dei «comitati no-coke» che si era trasformata in atti di vandalismo e di occupazione con blocco dei binari della linea ferroviaria a Civitavecchia;
gruppi estranei alla cittadinanza ed al territorio da mesi si sono infiltrati nei movimenti democratici di opposizione alla Convenzione e tra i cittadini che chiedono una maggiore qualità dei servizi;
durante la discussione si sono verificati atti di intimidazione nei riguardi del sindaco, dei membri della giunta e dei consiglieri di maggioranza, con lanci di monetine, minacce, interruzioni continue e, per ultimo, anche con aggressioni fisiche;
il sindaco e gli assessori sono stati costretti ad allontanarsi dall'aula consiliare e ad essere accompagnati a casa dalle forze dell'ordine, con cortei di minacciosi facinorosi che hanno compiuto atti di intimidazione durante la notte sotto l'abitazione del sindaco -:
se codesto Ministero abbia una conoscenza precisa dei fatti e consapevolezza dei gravi attentati all'ordine pubblico nonché delle minacce che nulla hanno a che vedere con le legittime preoccupazioni per la tutela della salute dei cittadini e, al contrario, sono poste in essere strumentalmente, per impedire l'esercizio delle funzioni democratiche amministrative e se si abbia esatta conoscenza della gravità della situazione dell'ordine pubblico connessa alla Convenzione Governo, Enel e Comune;
quali iniziative si intendano prendere per consentire ad amministrazioni elette democraticamente di governare il territorio senza minacce ed intimidazioni che riportano il Paese agli anni bui del passato.
(3-03071)
il quotidiano la Repubblica, edizione di Palermo di domenica 1o febbraio 2004, riportava in prima pagina la notizia della creazione di una «Task force dei vigili urbani contro l'abusivismo edilizio»;
dalla lettura dell'articolo si comprende bene che ormai, la questione dell'abusivismo edilizio a Palermo, è divenuta una vera emergenza, che sta devastando definitivamente il territorio, soprattutto perché interessa gli ultimi ritagli di territorio che erano riusciti a preservare dal dilagare dell'abusivismo edilizio degli anni novanta;
vere e proprie opere di lottizzazioni abusive stanno interessando i quartieri di Cruillas, Villagrazia, Falsomiele. Decine e decine di strutture sono sorte a ridosso degli impluvi naturali che dovrebbero preservare il territorio dagli effetti devastanti di eventi meteorici di particolare intensità;
i dati forniti dalla Sezione di Edilizia Abusiva della polizia municipale di Palermo rappresentano perfettamente la drammatica consistenza, di quello che non è più un fenomeno, ma una tragica regola. 82 sono i cantieri abusivi sequestrati, solamente nel 2000, nel 2002 i sequestri salgono a 113, nel 2003 diventano 140, ed all'Autorità Giudiziaria vengono segnalate circa 400 persone implicate nell'attività di costruzione abusiva;
questi dati sono di una sola sezione di Polizia Giudiziaria che opera nel controllo del territorio. Considerando che la gran parte di territori interessati sono aree ad alto interesse mafioso, si viene a determinare un grande affare per la malavita che determina e gestisce sia il rapporto di caporalato per la manovalanza che la fornitura delle materie prime del ciclo del cemento;
appare chiaramente che questi «affari» interessano sia come fonte di riciclaggio che come fonte di investimento le grandi famiglie mafiose che da sempre hanno investito nell'edilizia a Palermo. Dal sacco di Palermo degli anni 1970 e 1980 ad oggi è cambiato poco. Amministrazioni distratte, interessi economici altissimi, devastazione del territorio;
analizzando gli aspetti economici emerge che un terreno destinato a verde agricolo viene venduto a Palermo a 100.000/120.000 delle vecchie lire, per mq. contro le lire 30.000 del prezzo di mercato abituale, si comprende come si attivi una speculazione fondiaria enorme;
si realizzano strutture mediamente da 120/140 mq. coperti, con costi da 250/300 milioni delle vecchie lire. Se volessimo fare una semplice moltiplicazione delle 140 strutture per costo medio avremmo un affare da 35 miliardi e questa è solo una piccola parte dell'affare;
questi numeri confermano in modo drammatico che il solo effetto annuncio prima e, il condono edilizio poi, ha provocato nel corso del 2002 un aumento dell'abusivismo edilizio valutato intorno al 9 per cento, con una concentrazione del 55 per cento del nuovo abusivismo nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria ormai una casa su quattro è abusiva. Come ha dichiarato il procuratore generale di Salerno «L'azione di contrasto, che ha portato a demolizioni anche rilevanti sotto il profilo ambientale ha dovuto segnare il passo, una volta che si è diffusa la voce di un possibile condono, con un effetto moltiplicatore dei reati»;
questo ennesimo condono edilizio il terzo in 18, come risulta da stime attendibili, comporta spese maggiori ai ricavi: a fronte dell'introito massimo prevedibile 5,1 miliardi di euro i comuni italiani dovranno spendere una cifra di circa 8,7 miliardi per le opere di urbanizzazione e per portare i servizi essenziali. Per non parlare del danno incalcolabile al già disastrato territorio italiano -:
se i Ministri siano consapevoli che il condono edilizio alimenta gli interessi illegali
se esistano agli atti del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio delle aerofotogrammetrie che documentino lo stato dell'edilizia, al 31 marzo 2003, del comune di Palermo in modo da poter far riscontro alle eventuali richieste di sanatoria per costruzioni realizzate dopo la scadenza dei termini del condono.
(4-08915)
il Consiglio dei Ministri su relazione del Ministro Scajola in data 31 ottobre 2002 ha emanato il decreto di scioglimento del Comune di Frattamaggiore;
il decreto del Presidente della Repubblica è stato notificato in data 5 novembre 2002 e ha determinato i nomi della commissione straordinaria: il prefetto Alfonso Noce, il vice prefetto Sante Frantelizzi e il vice prefetto Raffaele Barbato;
i diciotto mesi scadranno il 5 maggio 2004 e i commissari straordinari non avrebbero chiesto la proroga;
le elezioni amministrative dovrebbero essere fissate per il 12/13 giugno 2004, e per soli otto giorni la cittadinanza di Frattamaggiore rischia di rimanere fuori dal turno elettorale, visto che dalla data delle elezioni fissate dovrebbero esserci quarantacinque giorni liberi antecedenti ad esse per la convocazione dei comizi elettorali e tal termine sarebbe ordinatorio e non perentorio;
l'elenco dei comuni, che dovranno andare al voto, dovrebbe essere noto il 20 febbraio;
la durata della sospensione della democrazia a Frattamaggiore diverrebbe di ben trenta mesi -:
se il Ministro non ritenga di adoperarsi perché nella prossima primavera si possa ripristinare un'amministrazione eletta dai cittadini.
(4-08917)
è in atto nella città di Napoli un aumento allarmante della recrudescenza criminale;
nonostante i risultati positivi dell'operazione ad alto impatto e del rafforzamento delle forze dell'ordine con l'invio di un contingente di 500 uomini a Napoli, molti quartieri della città continuano ad essere in balia della criminalità organizzata;
tra l'8 e il 9 dicembre scorso in via Seggio del Popolo nella circoscrizione Mercato-Pendino a scopo di rapina veniva barbaramente trucidato il ventiduenne Claudio Tagliatatela;
della stessa circoscrizione Mercato-Pendino fa parte il territorio di Forcella tristemente noto per la storica presenza del dominio di una nota famiglia malavitosa: i Giuliano;
lo stesso sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino è del parere che territori come Forcella e piazza Garibaldi dovrebbero essere bonificati e setacciati dalle forze dell'ordine almeno ogni 15 giorni;
una serie di soggetti operanti nel quartiere di Forcella, hanno dato vita ad un'iniziativa denominata il «Manifesto per Forcella»; si tratta di un promemoria per le istituzioni in cui sono elencati una serie di richieste-proposte per la valorizzazione dell'intero quartiere;
a supporto del «Manifesto per Forcella», i diversi soggetti, attori dell'iniziativa hanno raccolto, in poco più di tre mesi, in una petizione popolare oltre mille firme di sottoscrizione dei residenti;
le condizioni ambientali e di tutela della sicurezza nella zona di Forcella sono precarie;
come testimonia la partecipazione degli abitanti all'iniziativa il «Manifesto per Forcella», esiste una Forcella onesta che vuole scommettere su se stessa e chiede risposte immediate alle istituzioni -:
quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intende adottare per garantire che nella zona di Forcella siano assicurati il controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine e la tutela di tutti quei soggetti e residenti che credono in un recupero sociale, culturale e legale del quartiere.
(4-08926)
il 10 febbraio 2004, di prima mattina, agenti e funzionari della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Polizia Municipale, alcuni in tenuta antisommossa, hanno fatto irruzione nell'area e nei locali del Centro XM24, in Via Fioravanti, 24 nell'ambito di una operazione congiunta delle tre forze di polizia contro la presenza di spacciatori nell'area dell'ex Mercato Ortofrutticolo, ed entrando hanno divelto porte, sfasciato computer, fotocopiatrice due amplificatori ed altro materiale;
a detta dei presenti, ad operazione di perquisizione completata e dopo un giro di telefonate le forze dell'ordine si sono fermate asserendo che c'era stato un errore di numero civico e che il luogo dell'incursione non doveva essere quello;
alcuni funzionari in borghese presenti, a diretta domanda da parte di un consigliere comunale di Rifondazione comunista hanno confermato che, per quanto riguardava l'operazione, si era trattato di uno spiacevole errore;
in particolare sostenevano di aver avuto il mandato dalla questura di sgomberare l'intera area dell'ex mercato ortofrutticolo e di non essere a conoscenza della presenza del centro XM24 in quell'area;
eppure tutta l'operazione dovrebbe essere stata preparata da un ordine di servizio che ne delimitava gli interventi e gli obiettivi;
appare all'interrogante incredibile e assurdo che operatori delle forze dell'ordine non siano a conoscenza, nell'ambito di un'operazione così delicata, della presenza, nell'area dell'ex Mercato ortofrutticolo, del Centro XM24, certificata da oltre due anni, da delibere dell'Amministrazione Comunale, da contatti frequenti con funzionari del Comune di Bologna per opere di ristrutturazione e questioni di gestione, con funzionari della Polizia Municipale di Quartiere Navile per denunce su situazioni di spaccio che si sarebbero verificate frequentemente nelle aree prospicienti (soprattutto nel deposito di auto da rottamare dei CC) e da rapporti della Digos sulle attività politiche, culturali e sociali del Centro in questione;
la parte dell'ex mercato ortofrutticolo in cui hanno fatto incursione le forze dell'ordine è data in concessione dal comune all'associazione «Contropiani» e ad altre associazioni del quartiere ed è difficile credere che non sia stata notata la differenza tra una struttura con cancelli, porte, laboratori attrezzati e le zone dismesse, fatiscenti ed adibite allo spaccio;
la brillante operazione sopra descritta ha colpito solo e unicamente le strutture di XM24, mentre, appena tre ore dopo, gli spacciatori continuavano indisturbati le loro quotidiane attività sotto le tettoie del deposito di auto da rottamare dei CC;
la lista dei danni arrecati dall'«errore» è lunga e precisamente:
n. 12 porte vetrate in alluminio;
n. 12 vetri delle porte;
n. 12 serrature delle porte;
n. 1 porta in legno;
n. 2.000 manifesti cinematografici (materiale per una mostra da allestire);
n. 3 casse musicali;
n. 3 monitor da pc;
n. 3 joystic da pc;
n. 1 stampante da pc;
n. 1 Fotocopiatrice;
n. 1 stereo compatto;
n. 1 ventilatore;
n. 3 sculture in argilla (a cui è stato staccato il naso) valore inestimabile;
n. 1 saldatore professionale;
n. 1 armadio da ufficio;
Danneggiamento di vario materiale audio-video (cd, vhs, mini, dv) di valore inestimabile;
Cavi, interruttori, luci (neon e plafoniere) e parte dell'impianto elettrico;
Mano d'opera dei lavori di risanamento danni -:
quali iniziative intenda adottare per verificare come sia potuto accadere un tale increscioso errore per cui quattro camionette di carabinieri e polizia in tenuta anti-sommossa, accompagnate da numerose macchine di agenti in borghese e dei vigili urbani possano aver sbagliato numero civico, come da loro sostenuto;
quali iniziative intende assumere affinché siano risarciti i danni agli interessati e siano in proposito enunciati tempi certi e rapidi.
(4-08930)
l'articolo 13, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, dispone che «il permesso di soggiorno rilasciato [...] per i soli motivi di turismo non può essere rinnovato o prorogato oltre la durata di novanta giorni»;
un ragazzo di Macerata, fidanzato con una ragazza cubana, invitava la ragazza a trascorrere una vacanza in Italia. L'Ambasciata italiana a Cuba rilasciava il visto per 45 giorni e, conseguentemente, la questura di Macerata rilasciava il permesso di soggiorno per turismo per 45 giorni;
la ragazza chiedeva alla questura di Macerata la proroga del permesso di soggiorno fino ai novanta consentiti; risulta all'interrogante che allo sportello l'addetto avrebbe rifiutato di accettare la domanda di proroga affermando che aveva avuto disposizioni in tal senso e le avrebbe consigliato di parlare con il dirigente dell'immigrazione della questura di Macerata;
risulta, inoltre, all'interrogante che il dirigente dell'immigrazione avrebbe rifiutato la proroga del permesso di soggiorno fino a novanta giorni dicendo che la legge gli impedisce la proroga, poi a seguito delle obiezioni dell'avvocato che accompagnava la ragazza, avrebbe cambiato affermando che rientra nella sua discrezionalità rifiutare la proroga fino a novanta giorni per i permessi di soggiorno per turismo e che a lui non importava niente se altre questure si comportavano diversamente -:
se sia a conoscenza che da parte delle questure vi sia un trattamento non omogeneo per quanto riguarda la questione del rinnovo del permesso di soggiorno per turismo;
se non ritenga necessario adottare le opportune iniziative affinché sia data uniforme applicazione all'articolo 13, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999.
(4-08931)
il giorno 10 febbraio 2004 le forze dell'ordine hanno eseguito una serie di controlli, ovvero un vero e proprio blitz
i locali dell'Associazione erano regolarmente concessi dal comune di Bologna e quindi nulla giustifica, a parere degli interroganti, i consistenti danni arrecati alla struttura e soprattutto alle attrezzature per la comunicazione;
a parere degli interroganti la vicenda rientra in un clima di intollerabile escalation di tensione nei confronti di realtà sociali più radicali presenti a Bologna, soprattutto in questo momento in cui si sta aprendo nella città una impegnativa campagna elettorale -:
quali iniziative intenda intraprendere per aprire una immediata indagine tesa a individuare ed accertare le responsabilità di natura disciplinare per un'azione violenta e totalmente ingiustificata quale quella verificatasi nei confronti dell'Associazione «Ex M24» di Bologna.
(4-08932)
la città di Cassano Ionio (Cosenza) ha registrato negli ultimi anni una preoccupante escalation criminale, con numerosi omicidi, dovuta ad una lotta tra le cosche mafiose;
la conseguente tensione registratasi nella locale Amministrazione comunale ha prodotto il Commissariamento dell'Ente;
lo scorso martedì 3 febbraio 2004 è iniziato il procedimento penale scaturito dall'operazione «Tamburo», nella quale sono coinvolte numerose cosche calabresi per le infiltrazioni nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria;
numerosi Comuni, tra cui quello di Cosenza, si sono costituiti parte civile nel citato processo;
a giudizio dell'interrogante, appare preoccupante e strana la mancata costituzione di parte civile del Comune di Cassano Ionio, ancorché gestito da un Commissario, considerato che numerosi episodi coinvolti nell'inchiesta «Tamburo» si sono registrati nel perimetro di quella città -:
se non ritengano necessario ed urgente sollecitare il Commissario del Comune di Cassano Ionio ad assumere l'iniziativa in questione, l'interrogante ritiene che sia ormai necessario il coinvolgimento delle maggiori Istituzioni per sconfiggere la criminalità organizzata, il cui contrasto non può essere delegato alle sole Forze dell'Ordine e alla Magistratura.
(4-08940)
un gruppo di condomini di un edificio residenziale sito in via della Liberazione, n. 2 nel Comune di Buonconvento, agivano contro il Piano Urbanistico Attuativo per la realizzazione del «Ghibellino Hotel» in piazza Gramsci, facendo notare come, in base al progetto presentato, la costruzione violasse le norme vigenti in materia di limite minimo di distanza tra edifici limitrofi, oltre ad ostacolare completamente il passaggio di luce ed aria sempre richiesto da specifiche disposizioni di legge;
le predette osservazioni venivano respinte dal Consiglio comunale, non ravvisandosi alcuna violazione di legge, ed il Piano Urbanistico per la realizzazione dell'albergo veniva approvato definitivamente;
la sentenza n. 622/1999 dell'adito TAR della Toscana, si pronunciava a favore dei proponenti e conseguentemente annullava sia la deliberazione consiliare di definitiva approvazione del Piano Urbanistico per la costruzione dell'albergo, sia la relativa concessione edilizia;
in data successiva, il Consiglio Comunale, previo rilascio da parte degli Uffici Tecnici di un atto autorizzativo in
detta nuova concessione edilizia n. 6/2000 di fatto ha reso possibile l'edificazione dell'albergo in deroga alle norme sulle distanze minime modificando però l'altezza massima, ridotta con l'eliminazione di un piano dell'albergo, sul presupposto che la sentenza del TAR avesse annullato la precedente concessione perché l'immobile era troppo alto;
sulla base di evidenziati contrasti tra la decisione del tribunale e la concessione edilizia n. 6/2000, i condomini presentavano ricorso alla Procura della Repubblica di Siena, sostenendo la illegittimità della concessione per violazione di legge e la integrazione della fattispecie di edificazione senza concessione -:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che, ai sensi dell'articolo 142 del Testo Unico n. 267 del 2000, non sia ravvisabile una grave e persistente violazione di legge tale da comportare una rimozione dell'amministratore competente al rilascio della concessione in oggetto.
(4-08942)