Allegato B
Seduta n. 419 del 5/2/2004


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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

TAORMINA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 7 giugno 2002, il quotidiano Libero pubblicava parte del testo di una intercettazione telefonica effettuata dalla DIGOS di Roma da cui risultava che un


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avvocato della organizzazione presuntamente sovversiva, denominata CARC (Comitati di appoggio della Rivoluzione Comunista), sarebbe stato in un particolare rapporto, descritto espressamente come «patto scellerato», in virtù del quale avrebbe ottenuto notizie segrete e rassicurazioni sull'esito di una inchiesta contro gli stessi CARC, poi chiusa con un generale provvedimento di archiviazione (A);
in effetti, il testo pubblicato dal predetto quotidiano esisteva ed era di corrispondente contenuto (B);
il sottoscritto già aveva provveduto a denunziare le irregolarità nella gestione dell'inchiesta sull'omicidio D'Antona presso la Procura di Roma, rivolgendosi alla competente Procura di Perugia, la quale, però, ebbe ad archiviare la predetta denuncia. In esito alla notizia appresa per il mezzo della stampa in ordine alla configurabilità di un «patto scellerato», il sottoscritto presentò altra denunzia alla Procura di Perugia;
anche questa seconda iniziativa non trova, fino a questo momento, alcuna risposta, tanto che la procedura in questione è stata oggetto di ispezione effettuata dal Ministro della giustizia, ma nonostante ciò nulla si è ancora saputo della predetta denunzia (D);
dell'intera questione è stato puntualmente notiziato il CSM ove, nel frattempo, il magistrato Giovanni Salvi si trova in qualità di consigliere eletto, senza che, di nuovo, vi sia stato alcun seguito (E);
nel corso di alcune indagini svolte dalla Procura di Perugia, fu sentito il dottor Gabrielli, Capo della DIGOS di Roma, punta di diamante dell'antiterrorismo italiano e recentemente promosso questore per meriti speciali, vale a dire per l'arresto dei responsabili degli omicidi D'Antona e Biagi. In tale occasione, il dottor Gabrielli ha riferito alla Procura di Perugia, la sconvolgente notizia secondo la quale, in occasione della immediata consegna della intercettazione in questione effettuata personalmente ed a mani del Procuratore Capo di Roma, dottor Salvatore Vecchione, questi rifiutò la consegna e gli disse di recapitare il testo della medesima intercettazione proprio ai magistrati che conducevano tale inchiesta, tra i quali, ovviamente, il dottor Giovanni Salvi (F);
l'inchiesta D'Antona tra le molteplici anomalie, evidenziò soprattutto quella per cui, seguendo un certo filone investigativo coltivato sulla base di indicazioni provenienti da tal Giuseppe May, capo di quei CARC di cui all'intercettazione in questione con il cui avvocato si sarebbe instaurato il menzionato «patto scellerato», non si andò da nessuna parte. Anzi sarebbero stati individuati come possibili responsabili cittadini arrestati e poi riconosciuti totalmente estranei ai fatti;
i risultati notoriamente oggi raggiunti e che si sostanziano nell'aver colpito il cuore dell'organizzazione brigatista due volte assassina, si devono all'abbandono della pista riveniente dalle indicazioni di Giuseppe May e alla coltivazione di quella sempre ritenuta attendibile da parte della DIGOS della Questura di Roma;
è interesse dell'interrogante, a beneficio però, della necessità che si abbiano da tutti consapevolezze sicure ed accertate, conoscere se il «patto scellerato» esista, in cosa consista e tra chi intercorra;
in tale ottica va stabilito se gli uffici giudiziari della Procura di Roma e di quella di Perugia siano incorsi in omissioni rispetto a tali accertamenti -:
se i Ministri intendano accertare, ognuno nell'ambito delle proprie competenze:
a) se fu corretto il comportamento del Procuratore Capo Salvatore Vecchione allorché rifiutò la consegna della intercettazione personalmente recapitatagli dal dottor Gabrielli e se fu corretto il comportamento del medesimo il quale, invece di trasmettere gli atti alla Procura di Perugia, ex articolo 11 codice di procedura penale, inviò il dottor Gabrielli proprio dal magistrato «incriminato», mettendo così lo


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stesso in condizione di conoscere la importante e segreta notizia; se fu corretto, infine, il comportamento del predetto magistrato, e dello stesso dottor Salvi e di tutti gli altri magistrati del pool ai quali fu inviato il dottor Gabrielli, consistito nel non aver mai trasmesso l'intercettazione in questione alla Procura di Perugia;
b) se effettivamente sia intercorso il «patto scellerato» tra l'avvocato Cerulli ed il dottor Giovanni Salvi, inquirente sull'omicidio D'Antona;
c) in caso affermativo se il patto sia stato un fatto interpersonale o sia stato esteso ad organi investigativi ed ad altri magistrati del pool investigativo sull'omicidio D'Antona o se abbia coinvolto apparati dello Stato e settori della politica neo e/o vetero comunisti;
d) se fu corretto il comportamento del dottor Giovanni Salvi, di attendere ad una indagine che riguardava, sotto i necessari profili, il Dicastero del lavoro di cui era Ministro il fratello, e, ove l'esistenza del suddetto patto sia accertata, di tenere rapporti confidenziali con l'Avvocato Cerulli fino, a quanto sembra, a dargli notizie coperte da segreto come quella relativa alle indagini in corso sui CARC di Giuseppe May;
e) se fu corretto e se attualmente lo sia il fatto che la Procura di Perugia non abbia dato esito, almeno per quanto a conoscenza dell'interrogante, alla denuncia presentata dopo la scoperta dell'intercettazione di cui in premessa, tenuto conto che risposta conosciuta è invece quella della incriminazione per calunnia ai danni del magistrato Giovanni Salvi (sic!), a carico dei giornalisti che pubblicarono il testo della medesima intercettazione.
(3-03039)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BIELLI e SEDIOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, prevede nel comma 5 dell'articolo 8 che lo statuto degli enti locali «promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell'Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti»;
il medesimo articolo di tale decreto legislativo si riferisce puntualmente ai «cittadini» relativamente alle previsioni statutarie di «istanze, petizioni e proposte» nonché per i «referendum» (comma 3), mentre parla più ampiamente e non casualmente di «popolazione» per «forme di consultazione» (comma 3) e per la promozione di «organismi di partecipazione popolare»;
conseguentemente il successivo articolo 17 definisce le circoscrizioni «quali organismi di partecipazione, di consultazione» (comma 1) e precisa che i loro organi «rappresentano le esigenze della popolazione» (comma 4) e che, proprio per questo, «sono eletti nelle forme stabilite dallo statuto e dal regolamento»;
proprio per applicare tali norme, omogenee ai noti orientamenti del Ministero dell'interno al momento della redazione del Testo Unico, e sulla base di una larghissima convergenza della dottrina circa la loro interpretazione (compresa quella che per i livelli di rappresentanza si esprime in forma più restrittiva ritenendo necessaria una previa revisione costituzionale) alcuni Comuni, tra cui quello di Forlì, hanno previsto nello Statuto l'estensione dell'elettorato per le circoscrizioni ai cittadini stranieri regolarmente residenti -:
quali provvedimenti intenda sollecitamente adottare per ritirare la circolare n. 4/2004 della Direzione centrale dei servizi elettorali del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno, ad avviso degli interroganti, palesemente illegittima, che impedirebbe l'esercizio del diritto di elettorato dei residenti non cittadini, in modo da evitare


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incertezze rispetto al regolare svolgimento delle elezioni per la disapplicazione di norme statutarie regolarmente vigenti.
(5-02840)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI GIOIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco svolge quotidianamente, nonostante la scarsità e l'inadeguatezza dei mezzi a disposizione e l'insufficienza dell'organico, un costante e faticoso lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini tutti;
l'attuale consistenza del Corpo che ammonta a 27 mila uomini è del tutto insufficiente a garantire una copertura organica dell'intero territorio nazionale e nonostante ciò si registrano dei ritardi nell'assunzione degli oltre 3 mila idonei che hanno superato l'ultimo concorso espletato;
questa situazione priva numerosi Comuni di un distaccamento dei Vigili del Fuoco nel proprio territorio o comunque in un'area sufficiente vicina da rendere tempestivi gli interventi;
tra le città che necessitano di un distaccamento permanente vi è sicuramente Lucera, in provincia di Foggia, dove la situazione si è andata ulteriormente aggravando in seguito a ripetuti episodi incendiari;
nel caso specifico, i Vigili del Fuoco che provengono dalla città di Foggia non riescono ad arrivare prima di mezz'ora nonostante la scorta che viene fornita loro dall'Arma dei Carabinieri -:
cosa si intenda fare per adeguare gli organici del Corpo dei Vigili del Fuoco a livello nazionale e se, in questo quadro, sono stati previsti e quali saranno i nuovi insediamenti;
se si intenda e quando, nel caso specifico della città di Lucera, dove vivono circa quarantamila persone, istituire un distaccamento permanente dei vigili del fuoco per restituire agli abitanti la necessaria tranquillità.
(4-08792)

MAZZUCA POGGIOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Signora Beatrice Anna Lolli svolge servizio nella Polizia di Stato, con la qualifica di Vice Sovrintendente, presso la Questura di Livorno-Commissariato di Cecina, dove usufruisce di un alloggio collettivo di servizio;
il regolamento della Polizia di Stato sulla gestione e conduzione degli alloggi collettivi di servizio prevede, tra l'altro, che il personale fruitore del servizio non possa ospitare negli stessi alcuna persona, né detenere alcun tipo di elettrodomestico, cucinare, consumare pasti o quanto altro che possa variarne la destinazione d'uso o arrecare disturbo ad altri;
il Commissariato della Polizia di Stato di Cecina non è dotato di servizio mensa;
risulta direttamente all'interrogante che la Vice Sovrintendente della Polizia di Stato Beatrice Anna Lolli sia stata in astensione obbligatoria per maternità fino al 31 gennaio 2004, data oltre la quale doveva riprendere servizio presso il predetto Commissariato;
la Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli è residente in Roma dove abita con il coniuge, anch'egli dipendente dall'amministrazione statale in qualità di maresciallo dell'Aeronautica Militare in servizio;
a parere dell'interrogante, in considerazione dell'appartenenza dei coniugi a due Corpi Armati dello Stato, sebbene l'uno ad ordinamento civile e l'altro militare, le norme vigenti sulla tutela della maternità e della paternità, concernenti la fruizione di eventuali permessi, periodi di astensione facoltativa, congedo ordinario e straordinario non risultano adeguati e sufficienti a consentire alla Vice Sovrintendente


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Beatrice Anna Lolli di poter accudire il proprio figlio Giulio nato il 27 ottobre 2003;
risulta direttamente all'interrogante che, in considerazione dei propri impellenti doveri verso la famiglia e, nella circostanza particolare, nei confronti del proprio bimbo di appena 3 mesi di vita, in data 25 giugno 2003 la Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli presentava ai Ministero dell'interno-Dipartimento della P.S.-Direzione Centrale per il Personale Servizio Sovrintendenti, Assistenti ed Agenti, istanza di trasferimento per la sede di Roma nella quale rappresentava, con congruo anticipo, le gravi difficoltà che avrebbe dovuto affrontare rientrando in servizio presso il Commissariato di Cecina (Livorno);
in data 8 ottobre 2003, il Ministero dell'interno con la nota n. 333.D/65982 a firma del Direttore della Divisione, comunicava che l'istanza, annotata agli atti, era preceduta da n. 19 istanze prodotte da pari qualifica con maggiore anzianità di servizio in sede, e che pertanto aveva scarse possibilità di essere accolta;
gli articoli 29 e 31 della Costituzione stabiliscono che la Repubblica italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale, protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo;
l'articolo 30 della Costituzione stabilisce che è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli;
il procedimento di trasferimento del personale della Polizia di Stato non dovrebbe, a giudizio dell'interrogante, prevalere su queste fondamentali norme costituzionali, che garantiscono all'istanza della madre di un bimbo così piccolo il diritto ed il dovere di accudirlo in modo accessibile, continuativo e sicuro, cosa resa impossibile dalla lontananza tra l'abitazione della famiglia ed i luoghi di lavoro di entrambi i genitori, in particolare quello della madre -:
quali urgenti ed immediate iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire, in considerazione dell'eccezionalità del caso descritto in premessa, alla Vice Sovrintendente Beatrice Anna Lolli il suo dovere e diritto costituzionalmente tutelato di accudire alla prole, mediante il trasferimento in servizio alla sede di Roma, ove è ubicata l'abitazione della famiglia.
(4-08796)

CENTO. - Al ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 febbraio scorso, si è svolta a Roma, nel quartiere di Tor Sapienza, una manifestazione organizzata dal movimento per la casa e dai comitati contro l'alta velocità, per protestare contro la ripresa dei lavori dell'alta velocità ferroviaria;
durante la protesta, ci sono state tre cariche da parte delle forze dell'ordine, cariche - a detta di molti testimoni - ingiustificate e comunque del tutto sproporzionate, e l'arresto di un rappresentante del movimento dei disobbedienti di Venezia, Gabriele Greco;
il Greco, il cui reato ipotizzato è la violenza e la resistenza a pubblico ufficiale, sarà quindi processato con rito ordinario il 18 giugno prossimo;
secondo le dichiarazioni di Guido Lutrario, uno dei leader dei disobbedienti romani, Gabriele Greco avrebbe subito dei maltrattamenti durante le sue ore trascorse in prigione, e lo stesso Greco, come riporta l'Agenzia Ansa del 4 febbraio, ha dichiarato testualmente «Nel commissariato Prenestino sono stato chiuso nella «stanza volanti» dove c'erano due agenti che mi hanno insultato. Poi i due poliziotti sono usciti ed è entrato un terzo agente». È stato quest'ultimo, secondo il racconto di Greco, a picchiarlo e che poi lo ha accusato di averlo aggredito. «Mi ha fatto sedere in terra - ha detto - ed ha cominciato ad insultarmi. Se gli rispondevo mi dava pugni in testa e mi colpiva


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con un asciugamano bagnato. Se entrava qualche altro agente, si fermava. Questo è durato almeno cinque ore»;
Greco ha detto di essere stato poi portato in questura dove, «mi hanno fatto spogliare nudo, con la scusa che avrei potuto impiccarmi con le stringhe o qualche filo dei vestiti, e mi hanno chiuso in una cella per tutta la notte, dove ho dormito in condizioni igieniche disgustose. Quando ho detto che avevo sete mi è stato risposto di bere dal lavandino della cella, dove c'era il cartello «non potabile»;
queste accuse sono di una inaudita gravità, ed esigono l'immediata apertura di un'inchiesta da parte della magistratura e dei vertici della Polizia:
se il ministro intenda accertare se i fatti denunciati corrispondano al vero, aprendo a tal fine un'inchiesta amministrativa, e informando l'autorità giudiziaria di eventuali responsabilità degli agenti e dei funzionari della Pubblica sicurezza rispetto a quanto denunciato.
(4-08797)

CENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 febbraio scorso, si è svolta a Roma, nel quartiere di Tor Sapienza, una pacifica manifestazione organizzata dal movimento per la casa e dai comitati contro l'Alta velocità, per protestare contro la ripresa dei lavori dell'Alta velocità ferroviaria; la protesta, a cui hanno partecipato circa 200 persone tra cui donne e bambini, era partita in mattinata con un blocco del passaggio pedonale al cantiere Tav. Dopo il blocco, era seguita l'occupazione degli appartamenti di via Morbelli, sfitti dal 1996;
risulta all'interrogante che sarebbero immediatamente scattate tre cariche di polizia e carabinieri a colpi di manganelli, tanto che si sarebbero registrati diversi feriti tra i manifestanti, e il fermo di un rappresentante del movimento dei disobbedienti di Venezia, Gabriele Greco;
secondo molte testimonianze le cariche da parte delle forze dell'ordine sono partite senza alcuna reale giustificazione e mentre era in corso una trattativa tra la Tav e gli occupanti con il comune di Roma in qualità di garante;
lo stesso Nunzio D'Erme, il consigliere comunale del Prc sottoposto ad obbligo di firma per gli scontri del 4 ottobre scorso all'Eur, è stato denunciato per manifestazione non autorizzata, quando invece a detta dello stesso D'Erme, stava solamente discutendo con le forze dell'ordine per cercare di mediare;
si sta assistendo sempre più ad un netto cambiamento nella gestione dell'ordine pubblico da parte delle forze dell'ordine, una gestione che vede con preoccupazione ridurre gli spazi di dialogo e confronto con i manifestanti, privilegiando invece lo scontro anche duro -:
se le forze di polizia hanno usato i manganelli in violazione dei dispositivi regolamentari, e delle direttive emanate dalle forze dell'ordine;
se il ministro non ritenga del tutto sproporzionata la risposta militare attuata dalle forze dell'ordine alle proteste indicate in premessa, e se non reputi necessario aprire una indagine al fine di individuare delle responsabilità, a tutti i livelli gerarchici, nella gestione dell'ordine pubblico;
se le sempre più frequenti cariche e l'uso della forza da parte delle forze dell'ordine, in occasione di manifestazioni e di legittime proteste, corrispondano a un cambiamento delle direttive impartite per la gestione dell'ordine pubblico.
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