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stesso, atteso che esso ha sfiorato di trasformarsi in tragedia per i militari a bordo e per la popolazione civile delle isole di Favignana e Levanzo, nonché della stessa città di Trapani;
il giorno 26 gennaio 2004, nei pressi dell'isola di Levanzo (Arcipelago delle Egadi), al largo della città di Trapani, è precipitato in mare, alle 19,10, un potente cacciabombardiere F-16, denominato Fighting Falcon, in dotazione al 37o Stormo della base dell'aeronautica di stanza a Trapani;
negli ultimi 15 anni, nella stessa zona aerea, sono occorsi altri 6 gravi incidenti, nonostante la rinomata professionalità dei nostri piloti e delle nostre forze aeree:
nel 1988 un aereo precipitava in fase di atterraggio all'interno dell'aeroporto di Birgi provocando la morte del maggiore Vidale e del sergente Montagna;
il 13 giugno 1989 il sottotenente Provvidenti Parsi precipitava in mare con il suo F-104 mentre sorvolava la Sicilia, dinanzi alle coste di Marsala;
il 7 agosto 1990 un F-104 del 37o Stormo è precipitato in Contrada Ranieri Cesarò, provincia di Messina, durante un volo di trasferimento provocando la morte del tenente Falco;
il 12 novembre 1996 un F-104 precipitava in mare a circa due miglia dalla base di Birgi; in questa occasione il pilota, il capitano Trimarchi, pur lanciandosi con il paracadute non riusciva comunque a salvarsi, il suo corpo essendo stato ritrovato due giorni dopo a circa dieci metri dalla carlinga dell'aereo;
infine, il 15 aprile 1997, il tenente Faedo precipitava in mare con il suo F-104 a circa 35 miglia dalla base di Birgi, divenendo il sesto pilota a perire nella stessa zona aerea in oggetto -:
quale sia stata la ragione di quest'ultimo grave incidente e la dinamica dello
quale sia il grado di efficienza e sicurezza dei velivoli acquistati recentemente dagli Stati Uniti da parte dell'aeronautica.
(2-01049) «Craxi, Boato».
il 14 gennaio 2004 il presidente della regione Sardegna e il Ministro interrogato si sono incontrati a Roma, in merito alle direttive dello stesso Ministro di accogliere il progetto statunitense riguardante interventi da realizzare nell'area de La Maddalena, che prevedono un ampliamento delle strutture americane presenti sull'isola di quasi il 300 per cento, con ristrutturazione degli impianti di generazione di energia da mobili a stabili, progetto precedentemente rigettato dal comitato paritetico regionale sulle servitù militari;
il Ministro interrogato, con una nota ministeriale del 30 settembre 2003, decide, avvalendosi della facoltà prevista dall'articolo 3 della legge n. 898 del 1976, di avvallare il progetto statunitense di «migliorie infrastrutturali», che sottoposto al parere del comitato paritetico regionale sulle servitù militari era stato respinto, presentando il complesso dei lavori esposti nel progetto come urgenti, indispensabili e indifferibili, in particolare per gli aspetti riguardanti la sicurezza del personale della base, considerando tale progetto come un mero rifacimento e ammodernamento delle strutture esistenti;
il progetto della US Navy, sommario, ma molto esplicito, trasforma, invece, il punto d'approdo per nave appoggio per sommergibili d'attacco, secondo il titolo dell'accordo segreto del 1972, in una nuova ed effettiva base nucleare statunitense, con tutti i rischi per l'ambiente e le popolazioni, che già si sono esplicitati più volte, non ultimo l'incidente del 25 ottobre 2003 che ha visto il sommergibile Hartford, seimila tonnellate di stazza e armato di missili Tomahawk, incagliarsi sugli scogli al largo dell'Isola di Caprera e per il quale sono stati rimossi su due piedi il commodoro Greg Parker e il capitano dell'Hartford, Christopher R. Van Metre;
nell'isola de La Maddalena - Santo Stefano il punto di approdo per la nave appoggio della US Navy per sommergibili di attacco, relativo ad una modifica apportata l'11 agosto 1972 all'accordo bilaterale fra la Repubblica italiana e Stati Uniti del 1954, riferito ad infrastrutture bilaterali, ha un preminente carattere militare e strategico, tale da non poter essere ricondotto dentro un accordo tra il presidente della regione Sardegna e il Ministro interrogato, e contestualizzato con temi e problematiche territoriali, quelle sì di stretta e precipua pertinenza regionale;
tale accordo, fra l'altro, pur nella impropria procedura con cui è stato condotto, non può eludere quanto lo stesso comitato paritetico regionale sulle servitù militari ha già deliberato in proposito, proprio nel rispetto di una regolare sistema di competenze -:
se il Governo non consideri tale sovvertimento dell'accordo iniziale, che trasforma il punto d'appoggio per sommergibili americani, all'interno di una struttura italiana, in vera e propria base americana sul territorio nazionale, materia di pertinenza e rilevanza che va ben oltre la competenza di semplici accordi regionali e non sia piuttosto una questione il cui carattere strategico-militare preveda una discussione e decisione nella sede istituzionale propria, che è il Parlamento.
(3-02988)
il maresciallo capo dei carabinieri Ernesto Pallotta, ex segretario generale di Unarma, dal 1993 è impegnato, insieme ad altri militari per l'affermazione e l'estensione dei diritti democratici agli appartenenti alle Forze armate;
tale impegno si svolge nel pieno rispetto delle normative vigenti ed ai sensi degli articoli 2, 3 della Costituzione, non pregiudicando la fedeltà alle istituzioni ancorate dall'attività professionale esercitata dal sottufficiale;
dal 1993 ad oggi, il maresciallo Pallotta ha rilasciato innumerevoli interviste ai più importanti mass media nazionali, noti al comando generale dell'Arma che quotidianamente provvede alla recensione stampa degli organi di stampa;
dal 1993 ad oggi il sottufficiale ha subito inchieste disciplinari esclusivamente per l'appartenenza all'associazione Unarma, di seguito censurata, i cui provvedimenti sono ora impugnati presso la Corte di giustizia europea di Strasburgo;
gli ultimi due procedimenti avviati all'ispettore a seguito di alcune interviste rilasciate si sono concluse senza provvedimenti confermando l'esercizio del diritto alla libertà di parola, garantito dall'articolo 9 della legge n. 382 del 1978;
appare indiscutibile, quindi, alla luce del comportamento tenuto dal Comando generale e alla luce dello stesso articolo 9 che l'esercizio del diritto all'espressione del proprio pensiero è garantito ai militari, con esclusione di dichiarazioni di notizie riservate afferenti il servizio;
il maresciallo Pallotta, dall'11 novembre 2003 e nei giorni seguenti l'attentato contro i carabinieri a Nassiriya, rilasciava dichiarazioni alla stampa palesemente di cronaca e non certo di servizio o contenenti notizie a carattere riservato in quanto conosciuti all'opinione pubblica mondiale;
risulta all'interrogante che il 10 dicembre 2003 il Comando regione CC Lazio con foglio n. 1323/D-5, avviava l'ennesima inchiesta disciplinare per asserita violazione dell'articolo 9 della legge n. 382 del 1978 prefigurando addirittura la mancanza di fedeltà del maresciallo alle istituzioni ed altre contestazioni, a proprio avviso, prive di fondamento -:
se non valuti che l'attività disciplinare intrapresa nei confronti del Maresciallo Ernesto Pallotta non comporti il rischio di provocare ulteriori violazioni ai diritti del medesimo oltre a mettere in atto contenziosi a livello nazionale ed europeo pregiudizievoli allo spirito democratico delle Forze armate italiane;
se non ritenga doveroso, per evitare interpretazioni parziali e restrittive del diritto all'esercizio di espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, intervenire a chiarire in modo definitivo i dettami costituzionali e dell'articolo 9 della legge n. 382 del 1978, interloquendo in materia con i chiarimenti necessari a che tale articolo non sia soggetto ad interpretazioni mutevoli e arbitrarie, come sempre più frequentemente si sta verificando.
(5-02789)