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Stazione dei Carabinieri di Fratte attraverso l'assegnazione di un congruo numero di nuove unità -:
la Stazione dei Carabinieri di Salerno-Fratte, con sede in Salerno alla via Calata San Vito n. 4, esercita i suoi compiti istituzionali in un ambito territoriale assai vasto ed esteso;
difatti tale Stazione è chiamata a operare su di un territorio, nel Comune di Salerno, di 19,32 kmq e con 46.478 abitanti, comprendente parte del centro urbano della Città, il popoloso e storico quartiere di Fratte e tutta la «Città collinare» (circa un terzo della superficie e della popolazione di Salerno);
in particolare la «Città collinare» ricomprende le frazioni del Comune di Salerno, e, precisamente, San Nicola a Fratte, Brignano Inferiore, Brignano Superiore, Matierno, Ogliara, Pastorano, Cappelle Inferiore, Cappelle Superiore, Casa Roma, Casagallo, Rufoli, Sant'Angelo di Ogliara, e sino al confine con il Comune di San Mango Piemonte;
si tratta di un territorio che ha necessità di un'azione particolarmente attenta ed intensa di vigilanza, di controllo, di prevenzione e repressione delle attività criminose, legate alla cosiddetta microcriminalità, alla diffusione di sostanze stupefacenti, a furti nelle abitazioni, ed altri preoccupanti episodi, che suscitano giustificato allarme nella popolazione;
ciononostante, la Stazione dei Carabinieri di Salerno ha una dotazione di appena 15 unità, di cui 3 Ispettori, 3 Sovrintendenti e 9 Applicati-Carabinieri;
questa dotazione è assolutamente inadeguata ed insufficiente per garantire un controllo efficiente ed un monitoraggio continuo e completo del territorio;
invero l'indicata dotazione della Stazione non può assicurare il sistema di vigilanza richiesto dalle esigenze obiettive del territorio ed assai atteso dalla cittadinanza, malgrado gli sforzi lodevoli ed il puntuale servizio assolto da tutti i Carabinieri assegnati alla Stazione medesima;
si rende indispensabile ed urgente, proprio per realizzare un sistema compiuto di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, l'adeguato potenziamento della
se e quali provvedimenti possono essere con sollecitudine adottati per rafforzare e per potenziare la Stazione dei Carabinieri di Salerno-Fratte, con l'assegnazione di un numero adeguato di nuove unità, assicurando così un sistema più continuo, puntuale ed efficiente di monitoraggio, di vigilanza e di controllo dell'intero territorio cittadino, rientrante nel bacino di competenza della predetta Stazione.
(5-02774)
da organi di stampa nazionali e regionali, (quali l'edizione di la Repubblica del 19 gennaio 2004 e l'Unione Sarda del 15 dicembre 2003), viene riportata la notizia di una possibile presenza di radioattività nelle acque della Maddalena come conseguenza del grave incidente al sommergibile statunitense Hartford, avvenuto nell'ottobre scorso;
nel silenzio delle autorità americane, ma anche italiane, sull'accaduto, l'istituto di ricerca indipendente Criirad (Commission de recherche et d'information independantes sur la radioactivité), diretta dall'ingegnere e fisico nucleare Bruno Chareyon ha analizzato le acque dove è avvenuto l'incidente;
i risultati di queste analisi sono allarmanti: nelle alghe prelevate nella zona dell'incidente in due riprese subito dopo l'incidente, il 17 e il 18 novembre e il 9 dicembre, è stata trovata una forte concentrazione di torio 234. Addirittura tra i 3.900 e i 4.700 becquerels nelle alghe rosse prelevate, un po' meno in quelle verdi, ma in quantità comunque da quattro a sette volte superiori al normale;
il torio 234 è il primo discendente dell'uranio 238 ma anche un componente del combustibile nucleare che alimenta i sommergibili: questo rende credibile la tesi di un inquinamento come conseguenza dell'incidente;
si tratta di valori enormemente alti che non è possibile commisurare con quelli antecedenti all'incidente perché le autorità italiane e americane non hanno mai reso noto il risultato delle rilevazioni periodicamente effettuate nelle acque della Sardegna;
sempre il quotidiano l'Unione Sarda nell'edizione del 15 dicembre 2003 rivela il contenuto del piano di emergenza in caso di incidente nucleare (il piano originario risale al 1979, ma è rimasto secretato per anni);
il piano non contempla, a differenza degli altri piani di emergenza quali quelli di Taranto, La Spezia e Gaeta, il rischio di fusione nucleare e appare inoltre palesemente sottodimensionato poiché non calcola il forte carico turistico della zona. E, cosa ancora più grave, ipotizza a quanto risulta all'interrogante, una evacuazione della popolazione solo volontaria -:
se siano a conoscenza di cosa sia realmente avvenuto nelle acque della Maddalena e se sussistano rischi alla salute dei cittadini e all'ambiente a causa dell'incidente occorso al sommergibile nucleare 768 Hartford;
se sia stata valutata, a causa dell'aumento della radioattività delle acque, l'opportunità di avviare operazioni di bonifica dell'area interessata a tutela della salute pubblica e dell'importante ecosistema marino;
se non si intenda modificare con urgenza e integrare il piano di emergenza a tutela delle salute delle popolazioni introducendo principi più idonei e rigidi quali:
la realizzazione delle prove di evacuazione;
il dimensionamento del piano di evacuazione in relazione del carico turistico dell'area interessata;
la contemplazione, come avviene nel piano di emergenza del Porto di La Spezia, anche del caso di una accidentale fusione nucleare;
la creazione di un osservatorio ambientale sanitario per il monitoraggio della qualità dell'ambiente - aria, acqua e salute dei cittadini - che renda periodicamente pubblici i risultati.
(4-08621)