Allegato B
Seduta n. 382 del 3/11/2003


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POLITICHE COMUNITARIE

Interrogazione a risposta orale:

ALBERTA DE SIMONE. - Al Ministro per le politiche comunitarie, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Gazzetta Ufficiale del 3 giugno scorso, n. 126, ha reso noto l'elenco dei comuni ai quali è stata prorogata la cosiddetta «Tremonti-bis»;
dei 1610 comuni agevolati, solamente una piccola manciata appartiene al Mezzogiorno del nostro Paese;
la stampa nazionale di questi giorni dedica ampio spazio alle vicende relative alla cosiddetta «Tremonti-bis», la legge n. 383 del 2001 finalizzata ad agevolare gli investimenti effettuati tra il 1o luglio 2001 e il 31 dicembre 2002 ed alla sua proroga fino al 31 luglio 2004, avvenuta tramite decreto convertito in legge nel febbraio scorso per oltre 1600 comuni danneggiati dalle calamità del 2002, tra le quali il terremoto del Molise e l'eruzione dell'Etna (legge n. 27 del 21 febbraio 2003);
motivo di tanto interesse e di vivace polemica è l'aver scoperto, ancora prima della pubblicazione, che dietro un burocratico elenco di decreti ministeriali, si celava una agevolazione riservata a sei regioni del nord: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna;
il Ministero dell'economia sottolineava che le agevolazioni non andavano alle intere regioni ma soltanto a piccoli comuni danneggiati dalle piogge insistenti del 2002;
l'elenco dei comuni non è stato reso noto fino al 3 giugno scorso, tanto che il Commissario europeo Monti aveva chiesto


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al governo italiano di integrare la scarsa documentazione fornita, in risposta alla denuncia presentata dal presidente della regione Campania, Antonio Bassolino;
i piccoli comuni che, secondo il governo, nel 2002 hanno subito danni paragonabili al terremoto in Molise sono Milano, Torino, Genova e Venezia tra i capoluoghi di regione, e poi Alessandria, Bergamo, Como, Cremona, Gorizia, La Spezia, Lecco, Mantova, Pordenone, Ravenna, Rimini, Savona, Sondrio, Varese e Verbania tra i capoluoghi di provincia;
la Lombardia vede agevolati 852 comuni, il Piemonte 347, la Liguria 162, il Friuli 102, l'Emilia 76, il Veneto 71;
nel resto d'Italia sono agevolati soltanto alcuni comuni nelle province di Campobasso, Catania, Foggia, Lucca, Pistoia, Ragusa e Vibo Valentia;
le agevolazioni non vanno ad imprese danneggiate ma ad aziende, artigiani e professionisti che decidono di fare nuovi investimenti in quelle aree e non in altre;
oltre al presidente della regione Campania hanno fatto sentire la loro protesta anche quasi tutti i presidenti regionali della CONFAPI del centro-sud, guidati da Dario Scalella, e il Presidente di Confindustria, Antonio D'Amato, che ha sottolineato l'iniquità del provvedimento ed ha fatto notare che i suoi stabilimenti si trovano tutti, sia al nord che al sud, in comuni non agevolati;
l'agevolazione consiste nella possibilità di scaricare dalle imposte il 50 per cento degli investimenti realizzati per la quota in aumento rispetto alla media dei precedenti cinque anni;
dal momento che i comuni agevolati sono quasi tutti del nord, si configura un trattamento fiscale differenziato nel territorio nazionale che è vietato dalle norme comunitarie, perché porta una distorsione della concorrenza ed in questo caso a favore delle zone più ricche del paese;
all'inganno derivante dalle violazioni delle disposizioni europee si è aggiunta la beffa per i cittadini meridionali di vedersi definire razzisti da un esponente del governo italiano, il Ministro Castelli -:
se i Ministri competenti vogliano garantire che il Governo correggerà quella che ad avviso dell'interrogante appare una palese violazione normativa avvenuta prima che l'Italia abbia un ulteriore bocciatura dal Commissario europeo.
(3-02819)