Allegato B
Seduta n. 380 del 28/10/2003


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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
negli Stati Uniti è uscito un rapporto intitolato «Gulag nascosto» a cura del Comitato statunitense di tutela dei diritti umani nella Corea del Nord, del quale fanno parte esperti provenienti dall'Onu e da «Amnesty International». In esso sono riportati dati allarmanti che portano nuovamente alla ribalta la crudeltà e ottusa violenza del regime comunista nordcoreano. Tra 150 e 200 mila prigionieri, reclusi per presunti reati politici e religiosi, sono detenuti in campi di prigionia nei quali vengono costretti a vivere in condizioni disumane;
nonostante la difficoltà di filtrare nelle strette maglie del regime di Pyongyang, la repressione politico-religiosa e contro la libertà d'espressione è stata documentata dai racconti degli esuli nordcoreani fuggiti in Corea del Sud e dai rapporti che ogni anno stilano «Amnesty International», «Human rights watch» e «Reporter sans frontierés». Il rapporto 2003 dell'associazione di diritto pontificio «Aiuto alla Chiesa che soffre», sulla base dei documenti sulla libertà religiosa del dipartimento di Stato americano e dell'«International Church Concern», ha posto la Corea del Nord al primo posto nella triste classifica dei paesi nei quali i cristiani, a causa della loro fede e del rifiuto al culto personale del presidente Kim Jong-II, sono stati arrestati e imprigionati;
tali violazioni, in spregio ai principi base della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'Onu che è stata uno dei cardini per la ricostruzione del mondo dopo le violenze della seconda guerra mondiale, costituiscono una inqualificabile violazione delle norme per la tutela dell'uomo che sono ormai parte integrante del diritto internazionale e del sistema su cui si regge la comunità degli Stati;
il 13 maggio 2003 il commissario europeo per le Relazioni esterne Chris Patten, rispondendo ad una interrogazione presentata all'Europarlamento, ha affermato: «La troika Ue ha visitato la Corea del Nord nel giugno 2002 e ha detto a chiare lettere che l'Ue si aspetta che in tale paese siano compiuti progressi concreti in materia di diritti dell'uomo. La troika ha


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rilevato che dovrebbe essere consentito l'accesso di osservatori indipendenti per verificare la veridicità di numerose informazioni negative che circolano a livello internazionale sulla situazione nella Repubblica democratica popolare di Corea. Desta particolare preoccupazione la situazione per quanto riguarda i campi di reclusione, la libertà di culto, la tortura e il trattamento dei rifugiati rimpatriati. L'Ue continuerà a sollevare queste questioni con il governo della Corea del Nord ogniqualvolta se ne presenterà l'occasione»;
nell'aprile 2003, per la prima volta da quando è nata, la Commissione per i diritti umani dell'Assemblea generale dell'Onu ha adottato una risoluzione di espressa condanna alla Corea del Nord e ha invocato l'invio di osservatori delle Nazioni Unite e delle Organizzazioni non governative;
molti dei detenuti nei campi di prigionia sono esuli nordcoreani fuggiti in Cina che, una volta scoperti, sono stati rimpatriati a forza dal governo cinese, al tempo stesso firmatario della Convenzione sullo status dei rifugiati del 1952 e alleato-tutore del regime comunista di Pyongyang -:
se, attraverso la rappresentanza diplomatica italiana a Seul e i canali di comunicazione con gli altri paesi che hanno a cuore la tutela dei diritti umani e con le Ong, sia in possesso di dati più certi sulla reale consistenza numerica dei campi di prigionia nordcoreani e sul trattamento a cui sono sottoposti i prigionieri;
se, in funzione del ruolo di primo piano dato alla tutela dei diritti umani nel programma del Governo italiano per la guida semestrale dell'Unione europea, ritenga opportuno riproporre all'attenzione delle istituzioni comunitarie il dramma della Corea del Nord. Se inoltre consideri di farsi portavoce presso gli Stati membri dell'Unione europea che faranno parte nella sessione del 2004 della Commissione per i diritti umani dell'Onu perché la Corea del Nord sia nuovamente inserita nell'agenda dei lavori e si arrivi alla formulazione di una risoluzione di condanna ancora più incisiva e in grado di portare risultati più concreti rispetto a quella del 2003;
se intenda inoltrare una protesta nei confronti della Cina che, avendo stretto un patto scellerato con Pyongyang, è di fatto complice delle crudeltà che avvengono in Corea del Nord.
(4-07849)