Risposta. - Si comunica che il «buono pasto» rappresenta, per il personale della polizia di Stato, così come per il personale dell'amministrazione civile dell'interno, un servizio sostitutivo di mensa da attivare nel caso in cui non sia possibile assicurare il vitto agli aventi titolo attraverso le strutture interne.
interessano i bambini nel momento del passaggio alla scuola media;
Risposta. - La scheda di valutazione di classe 5a elementare dell'alunno Andrea Cattaneo già segnalava «difficoltà di concentrazione che gli ha impedito di svolgere convenientemente i lavori intrapresi» in un quadro generale di buon livello per gli apprendimenti. Andrea si è iscritto in 1a media a Cesena proveniente da Lentini nell'anno scolastico 1999/2000 e non ha superato la classe prima media con un giudizio globale in cui si segnalava un processo di apprendimento frammentario, una scarsa e poco motivata partecipazione e la presenza di lacune significative nella preparazione di base.
possibili, così, anche a casa, il ragazzo è stato seguito all'interno del progetto «Il Cerchio Magico» gestito dall'ente locale, ma non sono stati raggiunti i minimi obiettivi giustificativi dell'ammissione all'esame come ratificato in seduta di consiglio di classe dalla votazione esplicita e successiva ad un'attenta disamina di tutto il percorso del corrente anno con attenzione particolare al processo di maturazione di atteggiamenti e comportamenti scolastici connessi alle responsabilità di ogni allievo (di ogni valutazione esiste documentazione formale).
Risposta. - Si osserva che il ricorso, da parte delle Forze dell'ordine, ad ogni utile
strumento tecnologico, ed in particolare ai sistemi di video-sorveglianza, è da connettersi, in primo luogo, alla crescente e generalizzata «domanda» di maggiore sicurezza da parte dei cittadini, che non è assolutamente possibile fronteggiare attraverso il mero incremento del personale di polizia impegnato nel controllo del territorio.
presso l'ULSS o sottoscrivere un contratto con la società privata;
Risposta. - L'onorevole interrogante, nel fare riferimento ad una nuova fase di gestione dell'istituto Codivilla Putti di Cortina d'Ampezzo, annunciata come sperimentazione di una compartecipazione tra sistema pubblico e soggetti privati, paventa da una parte una riduzione dei diritti sindacali dei lavoratori della struttura ospedaliera, dall'altra il pericolo di cessioni di strutture qualificate del sistema sanitario pubblico a soggetti privati.
- anche sulla base di valutazioni politiche - se approvare o meno il progetto proposto, questo Ministero non ha ulteriori elementi da fornire in merito all'atto parlamentare di che trattasi.
Dal 1o luglio 2003, pertanto, il complesso ospedaliero "Codivilla-Putti" di Cortina
d'Ampezzo verrà gestito dalla società mista a capitale pubblico e privato "Istituto Codivilla-Putti" costituita dall'U.L.S.S. n. 1 e dalla Giomi S.p.a.
Nel periodo di acquisizione definitiva del personale ULSS da parte della società, sarebbe stato applicato il contratto di lavoro della sanità privata, con garanzia di mantenimento del trattamento economico fondamentale previsto dal contratto di lavoro della sanità pubblica, se più favorevole.
Risposta. - Per effetto della disciplina normativa contenuta nella legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», il ministero della salute non ha oggi alcun potere di tipo organizzativo e gestionale nei riguardi dei servizi sanitari regionali.
e relazionate nelle proposte di deliberazione. Dà altresì atto che non sono rilevabili situazioni di incompatibilità ambientale riferite ai direttori in esame e, pertanto, il rapporto fiduciario, instauratosi con le delibere di nomina adottate il 27 novembre 2000 con i nn. 1534 (dottor Elio Tilli) e 1535 e 1536 (dottor Sabatino Casini), non è venuto meno. Non si evincono in atti informazioni di atteggiamenti negativi nei confronti dei manager assunti dal comitato ristretto dei sindaci e tantomeno dalle Conferenze dei sindaci delle aziende.
Risposta. - Il consolato generale d'Italia in Buenos Aires, in data 11 marzo 2003, ha ricevuto un fax da parte della signora Digiglio, con la richiesta di assistenza in favore del minore argentino «Patricio», afflitto da sindrome di Gorlin. L'interessata è stata immediatamente contattata da parte dell'ufficio assistenza del consolato generale.
Risposta. - In merito a quanto richiesto con l'interrogazione in esame, si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei ministri, e si rappresenta, preliminarmente, che la determinazione della misura dei canoni di abbonamento alle radiodiffusioni avviene con apposito decreto del Ministro delle comunicazioni.
Risposta. - In risposta all'interrogazione in esame si rappresenta, come comunicato dall'agenzia delle entrate, che la questione segnalata dagli interroganti è già nota agli uffici dell'amministrazione che, al riguardo, hanno già condotto un'istruttoria urgente sul comportamento tenuto dalla società Gerico.
già pagate dal contribuente; in questo caso l'invio delle comunicazioni dipenderebbe da un errore del concessionario che, quindi, senza alcun intervento dell'amministrazione, dovrebbe provvedere a rimuoverlo;
In nessuno dei due casi, quindi, sussisterebbero le condizioni per porre in essere iniziative di sospensione da parte dell'Amministrazione finanziaria.
Risposta. - Il giorno 25 aprile 2003, in Chieuti (FG), in onore di San Giorgio Martire, patrono di quel comune, ha avuto luogo, come tutti gli anni, la tradizionale «corsa dei buoi», a cui hanno partecipato quattro contrade, ognuna rappresentata da un carro e da un colore che le contraddistingue dalle altre.
hanno bisogno sono obbligati a procurarselo all'estero, andando incontro a gravi disagi pratici ed economici. Nonostante una sentenza della Corte di Cassazione che sancisce che i farmaci «necessari» acquistati all'estero debbano essere rimborsati dalle Asl ed una pronuncia del Difensore Civico della regione Campania proprio per obbligare la Regione stessa al rimborso della Lantus ad un ricorrente, molte Asl ostacolano o rifiutano il risarcimento delle spese sostenute dal paziente -:
Risposta. - I medicinali a base di «glitazoni» risultano classificati in fascia H, con prescrizione e distribuzione diretta da parte dei centri antidiabetici ai pazienti che necessitano di tali farmaci.
In questo contesto, quindi, devono essere lette le modalità di prescrizione e distribuzione dei glitazoni; tali modalità non intendono, infatti, penalizzare i pazienti diabetici, ma bensì costituiscono i presupposti di un'attività di Farmacovigilanza che il ministero della salute svolge costantemente ai fini di una migliore definizione qualitativa e quantitativa degli eventi avversi correlati all'uso di queste specialità.
espresso parere favorevole alla domanda presentata dalla stessa ditta farmaceutica «Aventis Pharma», di classificazione in classe H (con prescrizione e distribuzione diretta da parte dei centri antidiabetici identificati dalle regioni) del medicinale «Lantus», con l'indicazione «diabete mellito insulino dipendente», in ordine alle seguenti forme e confezioni:
La competente direzione generale dei farmaci e dispositivi medici del ministero della salute, pertanto, ha dato avvio immediato all'iter, di cui al comma 9-ter dell'articolo 3 della legge 15 giugno 2002, n. 112, previsto per le deliberazioni della CUF relative alla ammissione alla rimborsabilità dei farmaci da parte del Servizio sanitario nazionale, assumendo tutti i provvedimenti necessari a consentire, entro breve termine, la commercializzazione della insulina «Lantus» e la sua distribuzione gratuita, attraverso i centri antidiabetici, ai pazienti affetti da «diabete mellito insulino-dipendente».
Risposta. - Nel corso del 2002, la Commissione unica del farmaco (CUF) ha operato la revisione delle note limitative della prescrizione ai fini della rimborsabilità di alcuni farmaci collocati nella fascia A del prontuario terapeutico.
in considerazione di nuovo la prescrizione della «ossibutinina».
Risposta. - Tenuto conto che la materia trattata dall'interrogante riguarda, in linea generale, il sistema dei rapporti tra Stato e autonomie locali, si premette che la recente revisione del titolo V della Costituzione e il profondo processo di riforma delle istituzioni repubblicane in corso hanno ulteriormente ampliato lo spazio di autonomia delle comunità locali, già elemento fondante della nostra Costituzione.
della Presidenza della Repubblica nel dicembre del 2001, e nella quale l'interessato esprimeva perplessità riguardo alla procedura attivata dall'amministrazione comunale di Recoaro Terme in merito alle scelte da esse contenute relativamente all'appalto per la raccolta dei rifiuti e l'approvazione del piano regolatore, la prefettura di Vicenza ha preliminarmente riferito che il comune di Recoaro Terme, con delibera consiliare n. 20 del 4 aprile 2001, ha adottato un atto di indirizzo per l'affidamento del servizio di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti solidi urbani, a soggetti terzi specializzati.
nella stessa posizione rivestita al momento del trasferimento.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in esame, si assicura che resta ferma la determinazione del Governo di contrastare ogni forma di violenza e di illegalità politica diffusa e che, pertanto, rimane viva l'attenzione delle forze dell'ordine sulle attività del movimento politico «Forza Nuova», ribadendosi, inoltre, che ogni qualvolta le iniziative di tale formazione abbiano assunto carattere illegale si è provveduto ad informarne tempestivamente l'autorità giudiziaria.
delle tariffe adducendo a motivo proprio il miglioramento dei servizi offerti all'utenza;
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che la rimodulazione dell'offerta orario per i treni della media e lunga percorrenza, avvenuta, già dal mese di giugno 2002, sulla relazione Roma-Napoli, è stata caratterizzata dall'introduzione del sistema cadenzato dei treni Eurostar ed Intercity.
Risposta. - Si comunica che il «buono pasto» rappresenta, per il personale della polizia di Stato, così come per il personale dell'amministrazione civile dell'interno, un servizio sostitutivo di mensa da attivare nel
caso in cui non sia possibile assicurare il vitto agli aventi titolo attraverso le strutture interne.
Risposta. - Il signor Roberto Cardinali, trovato in possesso di 3 chili di cocaina, è stato arrestato il 29 dicembre 2001 all'aeroporto Maiquetia, vicino Caracas, con l'accusa di traffico di stupefacenti.
di sanatoria in relazione alle sanzioni inflitte per il mancato invio del modello CVS entro il 28 febbraio 2003.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede di conoscere se si intenda adottare un provvedimento normativo diretto a introdurre una sanatoria riguardante le sanzioni previste per il mancato invio, entro il 28 febbraio 2003, del cosiddetto modello CVS concernente i dati degli investimenti effettuati dai soggetti che hanno conseguito il diritto al contributo di cui all'articolo 8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.
fondato nelle carceri statunitensi, la procura federale ha proposto di dichiararsi colpevole del reato di interferenza in volo (reato per il quale gli Usa non sarebbero nemmeno competenti, essendosi verificato su un aeromobile battente bandiera italiana) e di patteggiare la pena minima garantendogli «in cambio» ed in via del tutto informale l'espulsione verso l'Italia;
Risposta. - La posizione attuale del signor Cafiero è quella di detenuto in stato di carcerazione preventiva, sotto l'autorità dell'Immigration and Naturalization Service (INS), in pendenza dell'esercizio della facoltà di appello da parte del District Attorney del Massachusetts contro la decisione di primo grado che lo ha prosciolto dalle imputazioni di possesso e spaccio di stupefacenti (non risulta che il tribunale abbia finora posto un termine per l'esercizio di tale facoltà). È altresì pendente il giudizio sull'imputazione - avanzata dal District Attorney - del reato di interferenza con l'equipaggio di un volo di linea. Nella prima udienza relativa a quest'ultimo procedimento che si è tenuta il 5 settembre 2003, il giudice ha dato all'avvocato del Cafiero l'opportunità di presentare una relazione integrativa sui fatti accaduti, riservandosi di comunicare quanto prima la data della prossima udienza.
per vietare la pubblicizzazione e la vendita dei cosiddetti apparecchi «anti-autovelox».
Risposta. - Si comunica che la pubblicità, a mezzo spot televisivo o via internet, dei cosiddetti «Antiautovelox» si è diffusa in passato in relazione all'impiego da parte degli organi della polizia stradale (polizia stradale, arma dei carabinieri e polizie municipali) di tecnologie diversificate per la misurazione della velocità.
chiaramente il segno di una minaccia diretta alla persona, dimostrando che gli autori ne conoscono i comportamenti le abitudini e il luogo di residenza;
Risposta. - Si comunica che nella notte tra il 9 ed il 10 aprile 2003, a Gioia Tauro (Reggio Calabria) ignoti hanno esploso tre colpi di arma da fuoco, presumibilmente con un revolver di grosso calibro, contro l'autovettura, parcheggiata nel cortile antistante l'abitazione di proprietà del signor Larocca, segretario generale comprensoriale della FILT-CGIL, nonché segretario della locale camera del lavoro.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con
la quale l'interrogante chiede iniziative per il rinnovo del contratto scuola.
Risposta. - Si comunica che l'articolo pubblicato il 23 gennaio 2003 dal quotidiano La Stampa, che a sua volta riprendeva quanto pubblicato pochi giorni prima sul Wall Street Journal, si riferiva alle indagini che il 2 ottobre 1998 condussero al fermo del fondamentalista egiziano Ali Hassanayn Misbah e di altri due connazionali ritenuti appartenenti alla così detta «cellula di via Tonale».
procura della Repubblica e, perciò, di carattere riservato.
Risposta. - Nel far presente il comportamento tenuto dal comune di Calcinato e dall'ufficio delle entrate di Montichiari, lamenta la inosservanza della risoluzione del ministero delle finanze del 22 febbraio 1993, n. 391009, riguardante il trattamento tributario, ai fini dell'imposta di bollo, delle osservazioni al progetto di piano regolatore generale adottato dal consiglio comunale.
italiane accelerino il più possibile le procedure di regolarizzazione, e per prevedere forme di salvaguardia degli immigrati residenti ed in attesa di regolarizzazione, in modo da scongiurare motivi di disagio e sofferenza dei lavoratori e delle loro famiglie e far sì che la politica dell'immigrazione raggiunga gli obiettivi sociali che è chiamata a perseguire.
Risposta. - Si rappresenta che il sistema della regolarizzazione di cittadini immigrati extracomunitari in Italia è uno dei problemi più sentiti e seguiti da parte del Governo e, con particolare attenzione, da questa amministrazione.
mentre dal 7 luglio è prevista una media di 800 contratti e di altrettante convocazioni.
Risposta. - Si comunica che anche per la stagione estiva 2003 è stato elaborato, in un apposito «tavolo tecnico» interforze costituito presso il dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno, un piano di potenziamento dei servizi di vigilanza nelle località di maggiore affluenza turistica, tenuto conto delle obiettive risorse di personale disponibili e dell'apporto informativo delle rappresentanze locali, sia istituzionali che di categoria.
mese di giugno (nel 2002 erano state 20, ossia 14 in meno), 39 nel mese di luglio (erano state 30), 44 nel mese di agosto (erano state 45, ossia una in più) e 39 nel mese di settembre (erano state 35); inoltre, è stato istituito, sempre per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, il posto di polizia temporaneo di Cesenatico.
Risposta. - Si comunica che l'episodio che ha colpito la sede di Alleanza nazionale a Capannoli (Pisa) è avvenuto la notte tra il 17 ed il 18 marzo 2003, allorché ignoti hanno fatto esplodere un grosso petardo dinanzi alla serranda d'ingresso del locale, infrangendo una vetrata.
questo caso provocando la frantumazione di una vetrata, senza altri danni; nelle vicinanze sono state rinvenute scritte murali minatorie e simboli anarchici.
fine di individuarne gli autori e di limitare i pericoli per l'ordine pubblico.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in oggetto, si comunica che in occasione del referendum svoltosi il 15 giugno 2003, per l'attuazione dei complessi dispositivi di vigilanza e controllo predisposti per assicurare il regolare svolgimento della consultazione, si è reso necessario impiegare oltre 62 mila unità delle forze di polizia, delle forze armate e di altri corpi.
uomini e mezzi realizzando dei presidi stagionali a carattere temporaneo;
Risposta. - Si comunica che anche per la stagione estiva 2003 è stato elaborato, in un apposito «tavolo tecnico» interforze costituito presso il dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno, un piano di potenziamento dei servizi di vigilanza nelle località di maggiore affluenza turistica, tenuto conto delle obiettive risorse di personale disponibili e dell'apporto informativo delle rappresentanze locali, sia istituzionali che di categoria.
direttamente alle questure interessate, allo scopo di rendere massimo l'impiego dei rinforzi nelle attività di prevenzione, evitando di immobilizzarne una parte per compiti, altrimenti necessari, di supporto logistico (vigilanza degli uffici, attività amministrative, ed altri).
sanitaria, laddove - come accade nella regione Veneto - la politica dei tagli ai reparti e dell'aumento dei ticket riduce sia la quantità che la qualità di un servizio pubblico fondamentale per i cittadini.
Risposta. - Per effetto della disciplina normativa contenuta nella legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», il Ministero della salute non ha oggi alcun potere di tipo organizzativo e gestionale nei riguardi dei servizi sanitari regionali.
L'insieme di queste innovazioni necessita di tempi adeguati per l'ulteriore qualificazione e miglioramento dei servizi erogati».
avviso dell'interrogante, a riaccendere dolorosi ricordi in cittadini che hanno sofferto lutti e dolori inenarrabili -:
Risposta. - Per effetto della disciplina normativa contenuta nella legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», il ministero della salute non ha oggi alcun potere di tipo organizzativo e gestionale nei riguardi dei servizi sanitari regionali.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione
dell'ente poste italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
adottati dalle competenti autorità giurisdizionali statunitensi, lamenta le degradate condizioni in cui sta vivendo la drammatica esperienza carceraria;
Risposta. - Il signor Tommaso Cerrone è stato arrestato a New York il 24 ottobre 2002. Nei giorni immediatamente successivi, il consolato generale d'Italia a New York, puntualmente informato dell'accaduto dalle autorità locali, ha preso contatto con l'avvocato Shean, difensore d'ufficio del signor Cerrone. Il consolato generale ha quindi formulato, come da richiesta del padre del connazionale detenuto, domanda di visita consolare. La visita però non è stata effettuata perché fissata in data posteriore al trasferimento del detenuto nella prigione «Western Tidewater Regional Jail» di Suffolk (Virginia).
scorrimento veloce, le tangenziali ed i raccordi autostradali;
Risposta. - Si comunica che il fenomeno delle gare clandestine di automobili o di altri veicoli è da tempo oggetto di attenzione da parte delle forze dell'ordine e del ministero dell'interno, che ha impartito varie direttive alle autorità provinciali di pubblica sicurezza, invitandole a prevedere, nei piani coordinati di controllo del territorio, anche specifici servizi di vigilanza nelle ore notturne sulle arterie stradali che, per le loro caratteristiche, più si prestano ad essere teatro di tali competizioni criminali.
Risposta. - Si rappresenta che il sistema della regolarizzazione di cittadini immigrati extracomunitari in Italia è uno dei problemi più sentiti e seguiti da parte del Governo e, con particolare attenzione, da questa amministrazione.
nel procurarsi, detenere, fornire o esportare medicinali;
Risposta. - L'attività degli informatori, anche per quello che riguarda la consegna dei campioni gratuiti di medicinali, è regolata dall'articolo 13 del decreto legislativo n. 541 del 1992, ed in tale dispositivo risulta evidente che tali soggetti agiscono in un regime di dipendenza dall'azienda produttrice, che ha la responsabilità e la proprietà del materiale, ivi compresi i medicinali distribuiti.
Risposta. - Si comunica che l'11 febbraio 2003 il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria), Don Giuseppe Campisano, ha denunciato presso la locale stazione dell'Arma dei carabinieri che la sera precedente, mentre parcheggiava la propria vettura, uno sconosciuto, con il volto travisato, aveva esploso al suo indirizzo un colpo di pistola. Il proiettile aveva frantumato il vetro anteriore sinistro dell'auto conficcandosi in uno dei sedili.
presidio, unitamente alla vigilanza generica radiocollegata presso la sede parrocchiale e la canonica.
2002, ha effettuato 1.469 pattugliamenti per 303 giorni complessivi e dall'Arma dei carabinieri che dispone, nella provincia, di un reparto operativo, 9 comandi compagnia, 92 frazioni ed una sezione anticrimine. Gli operatori complessivamente impiegati, compreso il contingente della guardia di finanza, è di 4.398 unità alla data del 31 maggio uscente, con un rapporto tra numero di abitanti per singolo operatore di polizia di 127, contro la media regionale che è di 179 abitanti e quella nazionale che è di 252.
Risposta. - Si comunica che la competente autorità giudiziaria ha avviato i necessari accertamenti, tuttora in corso, in merito alle dichiarazioni rilasciate il 25 settembre 2002 al TG3 dall'ex sindaco di Brindisi, dottor Michele Errico, che ipotizzava la possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici del brindisino.
sindaco di Brindisi tra gli obiettivi sensibili nel quadro delle misure di controllo del territorio attuate dalle forze dell'ordine locali.
cantieri da parte delle forze dell'ordine, anche per quanto riguarda l'effettiva rispondenza tra il personale presente e quello autorizzato.
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che il tema della regolamentazione della durata dei trasferimenti di personale a Chiasso fu definito dall'emanazione del foglio disposizioni n. 137 del 90 dell'allora direttore compartimentale che stabiliva, in attuazione dell'accordo sindacale del 27 novembre 1990, un vincolo di permanenza nella località pari a 10 anni.
Risposta. - Tra il 22 e il 24 luglio 2003 all'interno della base aerea di Aviano ha
avuto luogo una esercitazione denominata Salty Nations, condotta dal 31o Fighter Wing e finalizzata all'addestramento di tutto il personale U.S.A.F., in vista della valutazione N.A.T.O. del 2004.
l'ispettorato di pubblica sicurezza Viminale di Roma, è un ufficio della polizia di Stato il cui personale, che ammonta complessivamente a circa 680 unità, effettua attività di vigilanza, scorte e tutela a numerose personalità;
l'ispettorato «Viminale» non dispone di una mensa interna motivo per il quale molti operatori di polizia che da esso dipendono, per consumare il pranzo, devono recarsi con mezzi propri presso le mense esterne disponibili;
appaiono evidenti le difficoltà che questi lavoratori di polizia incontrano non solo per raggiungere in tempo utile la mensa più vicina ma anche per consumare il pasto e fare rientro in ufficio in orario per riprendere il regolare turno di servizio;
gli operatori addetti ai servizi di scorta e tutela, sono spesso costretti a permanere in un determinato luogo senza avere la possibilità di allontanarsi per il tempo necessario per la consumazione del pasto presso una delle mense di servizio;
anche in questo caso sono costretti a recarsi presso i più vicini esercizi commerciali e nutrirsi sostenendo i relativi costi di tasca propria;
non è accettabile che tali operatori di polizia, per motivi esclusivamente di servizio, non siano nelle condizioni di consumare un regolare quanto dovuto pasto, se non acquistandolo a proprie spese;
il sindacato di polizia «Rinnovamento sindacale per l'U.G.L.», ha ripetutamente sollecitato il dipartimento della pubblica sicurezza per la più rapida soluzione di questa importante problematica, segnalando che tale particolare situazione è esplicitamente prevista, tra le tante, dall'articolo 1, comma 1, lettera b) della legge 18 maggio 1989, n. 203;
già a partire dall'anno 2000, in casi analoghi, il ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica aveva espresso parere favorevole all'erogazione del beneficio ad altro personale appartenente alla polizia di Stato amministrato dal R.A.M.I. -:
se non ritenga necessario, oltre che urgente, intervenire con la determinazione che il caso richiede, disponendo la distribuzione dei buoni pasto agli operatori di polizia dell'ispettorato di pubblica sicurezza «Viminale» ed eventualmente anche attivando convenzioni con esercizi commerciali limitrofi dove sia possibile utilizzarli, come già avviene per altri uffici di polizia.
(4-05781)
Tale beneficio è stato introdotto, per quanto riguarda l'intero comparto del pubblico impiego, dall'articolo 2, comma 11, della legge n. 550/1995, a seguito della nuova disciplina dell'orario di servizio articolato in cinque giorni lavorativi (cosiddetta settimana corta), di cui alla legge n. 724/1994. Con la medesima disposizione i provvedimenti in materia sono stati demandati alla contrattazione tra amministrazioni e organizzazioni sindacali, fatta salva l'adozione, per il personale non contrattualizzato, di specifici provvedimenti di recepimento normativo.
Per il personale della polizia di Stato, tale modalità di vettovagliamento è stata introdotta dall'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 16 marzo 1999, n. 254, di recepimento del «contratto» relativo al quadriennio normativo 1998/2001 ed al biennio economico 1998/99.
La citata disposizione ha, peraltro, subordinato la concessione del buono-pasto alle ipotesi in cui non sia possibile assicurare presso l'organismo interessato o presso altro ufficio o reparto della stessa sede, direttamente o mediante appalti, il funzionamento della mensa obbligatoria di servizio.
Il personale in servizio presso l'ispettorato di pubblica sicurezza «Viminale» di Roma può contare sulla mensa di servizio ubicata presso la struttura di via Castro Pretorio, poco distante dalla sede del dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno. Il restante personale dell'Ispettorato, che presta servizio di vigilanza presso altre sedi distaccate e per il quale non si rende possibile la fruizione di una mensa di servizio, fruisce di ristorazione in convenzione.
Occorre, peraltro, osservare che la disciplina vigente in materia deriva da norme contrattuali definite, in accordo con le principali sigle sindacali, mediante gli strumenti della concertazione e sulla base delle istanze rappresentate in sede negoziale, ovviamente nell'ambito delle risorse stanziate per i rinnovi contrattuali.
Per quanto riguarda il parere reso dal Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, richiamato dall'interrogante, si precisa che il citato dicastero, in risposta ad un quesito formulato a suo tempo dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha chiarito soltanto a quale amministrazione deve farsi risalire la competenza all'eventuale rilascio dei «tickets».
Per completezza, si soggiunge che l'ultimo «contratto», approvato con decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164, all'articolo 37 si è limitato a fissare l'importo del buono pasto giornaliero nella misura di euro 4,65.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
presso la scuola media statale «Via Pascoli» di Cesena, diretta attualmente dalla professoressa Alessandra Venturi, è stato bocciato agli esami di licenza media un alunno, Andrea Cattano;
il fatto ha un retroscena: inizialmente non ammesso agli esami, con provvedimento del Consiglio di Classe della III F, adottato nella seduta n. 8 del mese di giugno l'alunno vi è stato poi riammesso per intervento del TAR Emilia Romagna - cui si è rivolta la famiglia del bambino - che ha ritenuto illegittimo il provvedimento di non ammissione;
ma l'esito degli esami sostenuti da Andrea Cattano è stato negativo, a giudizio degli insegnanti, tanto da determinare una bocciatura;
Andrea Cattano è giunto a Cesena nel 1999 dalla Sicilia, per un trasferimento della famiglia dettato da esigenze di lavoro, proprio pochi giorni prima dell'avvio dei corsi della prima media «Via Pascoli»;
non è difficile riconoscere e comprendere le difficoltà enormi di inserimento, non solo scolastico, affrontate da un bambino di 11 anni, allontanato dai propri riferimenti affettivi e culturali, difficoltà che si aggiungono a quelle che già
la prima esperienza stravolgente è la bocciatura in prima media, ma giunge fino alla terza senza ulteriori problemi e con la volontà di inserirsi e «recuperare», testimoniata dalla frequenza costante di corsi pomeridiani di tutoraggio per ragazzi in difficoltà scolastica, volontà e sforzo dei quali non è possibile non tener conto, al di là del rendimento;
nei costanti colloqui che i genitori di Andrea hanno avuto con gli insegnati nel corso dell'ultimo anno scolastico, nessuno ha mai accennato all'eventualità di una non ammissione agli esami o di una bocciatura, in considerazione anche del fatto che tali drastiche decisioni vengono assunte dagli istituti, e comunicate ai genitori, con largo anticipo, in quanto maturate in seno ai Consigli di Classe nei mesi di aprile-maggio;
anzi, poco prima dell'avvio degli esami i professori hanno insistito con i genitori affinché Andrea, dopo la licenza media, fosse iscritto in scuole professionali di avviamento al lavoro, e pochi giorni prima degli scrutinii, qualche insegnante ha chiesto ad Andrea quali argomenti avrebbe portato agli esami, tanto che il ragazzo ha predisposto un percorso tematico e lo ha loro sottoposto;
la notizia della bocciatura è giunta, dunque, non solo del tutto inattesa, ma come una beffa;
si tenga conto che Andrea, sostenuto anche dai suoi genitori, aveva comunicato più volte ai professori il desiderio di diventare cuoco e di iscriversi ad una scuola idonea una volta conseguita la licenza media;
in tutto l'arco dei quattro anni scolastici di Andrea non vi è alcuna segnalazione riguardo ad assenze ingiustificate, note personali, rimproveri scritti, se mai vi è un giudizio espresso dall'insegnante di arte che lo definisce tra i migliori alunni e dotato di enormi potenzialità;
tale bocciatura, soprattutto per come è maturata, rischia di infierire su un bambino che ha dato più volte prova di voler riuscire e guardare, nonostante le grandi difficoltà, con fiducia al futuro e che aveva già scelto il suo futuro professionale, ora penalizzato -:
se della mancata comunicazione di genitori di Andrea Cattano, da parte dei suoi professori, della non ammissione agli esami dello studente, si possa configurare una violazione di natura disciplinare.
(4-06819)
L'anno scolastico successivo l'alunno ha cambiato sezione, rimanendo nella stessa scuola, ma inserendosi in una sezione a tempo prolungato che poteva assicurare percorsi individualizzati, anche di recupero, più regolari e continui. Al termine dell'anno scolastico il giudizio segnalava difficoltà e incertezze nella preparazione, scarsa partecipazione e impegno discontinuo. Il consiglio ha però proposto la promozione.
In classe seconda, anno scolastico 2001/2002, il consiglio si è espresso per la promozione sollecitando, in maniera formale, lo studio estivo poiché permanevano difficoltà, incertezze e frammentarietà per i contenuti di conoscenza, scarso interesse ed impegno saltuario.
Nell'ultimo anno scolastico i genitori di Andrea sono stati chiamati ripetutamente, anche con convocazioni ufficiali, per segnalare le difficoltà; sono stati attivati tutti i percorsi di individualizzazione dell'insegnamento
In ordine ai contatti con le famiglie intrattenuti nel corrente anno, oltre le convocazioni ufficiali ad ottobre e a gennaio a firma del dirigente scolastico su sollecitazione del consiglio di classe viste le difficoltà presentate dallo studente c'è stato un incontro negli ultimi giorni di marzo in cui i docenti di matematica, inglese, educazione artistica congiuntamente hanno esposto al padre, a nome di tutti, le difficoltà presenti e reali raccogliendo però la ferma convinzione del genitore che comunque Andrea doveva essere promosso.
La coordinatrice di classe ha incontrato la madre negli ultimi giorni di maggio, segnalando che il disimpegno continuo, la mancanza di adeguate competenze maturate e gli atteggiamenti poco responsabili ponevano il consiglio di classe nelle condizioni di non poter ammettere l'alunno all'esame di licenza. Inoltre, a richiesta dell'insegnante di educazione artistica, si precisa che nel colloquio con il padre, ella ha sottolineato come Andrea «abbia una buona mano» ma che saltuariamente si impegna in modo da raggiungere valutazioni superiori alla sufficienza.
Le prove d'esame, svoltesi con un presidente di Commissione esterno alla scuola, hanno confermato il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi della programmazione educativa e didattica, compresi gli obiettivi minimi del percorso individualizzato predisposto appositamente per Andrea.
Per quanto esposto non si ritiene che si possa ravvisare nella vicenda alcuna responsabilità degli insegnanti del consiglio di classe e della commissione esaminatrice.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
su tutto il territorio nazionale sono installati dispositivi elettronici mirati al video ed audio controllo dei cittadini, allo scopo di perseguire eventuali attività illegali connesse a reati di vario tipo;
tale servizio di telecontrollo si sta sempre più intensificando anche in ragione alle attività sperimentali che la Polizia Stradale sta attuando per il controllo dei perimetri stradali allo scopo di sanzionare le diverse fattispecie che rientrano fra le infrazioni e le violazioni al codice della strada;
tali strumenti di controllo elettronico, sebbene rientranti nelle legittime attività di controllo dei reati che purtroppo si consumano sul territorio nazionale, tuttavia stanno sempre più soffocando gli spazi di libertà individuali dei cittadini, i quali finiscono per sentirsi spiati, osservati e finanche ascoltati anche in luoghi privati, oltre che per strada e nei luoghi di lavoro, violando così il diritto alla privacy -:
quale sia la posizione del ministro in merito e se non ritenga di verificare se tali sperimentazioni siano finalizzate al perseguimento di reati maggiori e di vigilanza sui fenomeni malavitosi e terroristici, oppure potranno, in futuro, essere utilizzati per l'accertamento di violazioni minori al codice della strada per sanzionare i trasgressori, risultando quindi delle vere e proprie violazioni ai diritti individuali e alle garanzie personali che la Costituzione riconosce come elementi fondativi della nostra democrazia.
(4-06427)
Sotto tale aspetto, questi sistemi hanno dimostrato una indubbia efficacia, anche come semplice deterrente, specie nelle aree più a rischio o con riguardo ad obiettivi sensibili, e ciò giustifica la crescente richiesta di collegamento di strumentazioni di tal genere con le centrali operative delle Forze di polizia da parte di amministrazioni locali o associazioni di categoria (ad esempio, quelle degli esercizi pubblici per la prevenzione delle rapine).
Si tratta, del resto, di servizi in definitiva funzionali alla tutela di interessi pubblici di rilievo costituzionale, quali la sicurezza, la vita, la salute, nonché la libertà di movimento.
Tenuto conto di ciò, il Garante per la protezione dei dati personali, in attesa di una eventuale, specifica legislazione sul punto, ha - come noto - sintetizzato gli adempimenti, le garanzie e le tutele necessarie ai sensi della normativa vigente in materia di privacy e di protezione dei dati personali, predisponendo un «decalogo» al quale le Forze di polizia si attengono scrupolosamente.
Inoltre, quando tali sistemi vengono installati a cura di amministrazioni locali, le stesse Forze di polizia, nell'autorizzare i nuovi collegamenti con propri uffici, collaborano nella definizione di metodologie di impiego che rispettino i criteri del «decalogo».
Per quanto riguarda, in particolare, l'utilizzo di dispositivi elettronici per il controllo a distanza del traffico da parte degli organi di polizia stradale, si osserva che esso è in linea con le previsioni del codice della strada e della legge 1o agosto 2002, n. 168, con le recenti modifiche apportate dal decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 10 agosto scorso.
Infatti, l'accertamento remoto delle violazioni in materia di superamento dei limiti di velocità, di sorpasso e di comportamenti di guida sulla viabilità autostradale ed extraurbana principale è ora espressamente autorizzato, rispettivamente, dagli articoli 142, 148 e 176 di detto codice.
Anche l'impiego di tali dispositivi, nei servizi di polizia stradale, è effettuato con accorgimenti e modalità che permettono il rispetto della «privacy».
Si informa, infine, che il 30 giugno 2003, è stato stipulato un protocollo d'intesa tra il Ministero dell'interno e le associazioni Confcommercio, Confesercenti e Comufficio-SMAU per l'attuazione di un progetto nazionale per la difesa degli esercizi commerciali dalle rapine attraverso sistemi di telecamere collegate con le sale operative delle Forze di polizia ed attivabili con la semplice pressione di un pulsante.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
all'Istituto Codivilla Putti di Cortina d'Ampezzo, dal 1 giugno 2003 avrà inizio una nuova fase di gestione dell'ospedale, annunciata come sperimentazione di una compartecipazione tra sistema pubblico e soggetti privati: la ULSS n.1 di Belluno, che manterrà la maggioranza della nuova società con il 51 per cento, e la società GIOMI S.p.a. con il 41 per cento;
le intense originarie fra ULSS e socio privato, prevedevano per la gestione sperimentale la durata di tre anni e la previsione di verifiche della Regione in ordine ai risultati gestionali e al rispetto delle modalità di intesa fra le parti e tutti i soggetti interessati, in primo luogo i dipendenti e i lavoratori della struttura ospedaliera, al termine della fase sperimentale e in caso di esiti positivi chiamati a scegliere se restare dipendente pubblico
tali accordi e la natura stessa della compartecipazione fra pubblico e privato sono stati sostanzialmente smentiti in una riunione del 23 aprile 2003 avvenuta tra Amministrazione, società privata e organizzazioni sindacali: in realtà la «sperimentazione» si configura come cessione da parte dell'azienda sanitaria alla Società GIOMI, con l'obbligo per i dipendenti di optare fra pubblico e privato non oltre i sei mesi dall'inizio della nuova fase di gestione;
in tal modo, l'intesa fra la ULSS e la società GIOMI appare obiettivamente e pregiudizialmente lesiva dei diritti e dello status professionale acquisiti dai dipendenti dell'Ospedale Codivilla Putti (circa centoventi): o essere posti di fatto nella situazione di dover accettare il passaggio al privato, in tempi immediati e senza effettive o negoziate garanzie contrattuali e professionali, o essere inseriti in mobilità presso l'azienda sanitaria pubblica solo a condizione che, come comunicato dalla ULSS, le richieste di trasferimento ad altra struttura pubblica non confliggano con le esigenze dell'ospedale Codivilla Putti o con domande già presentate da altri dipendenti di diverse strutture;
in sostanza, i dipendenti dell'ospedale sono così dinanzi ad un'intesa aziendale la quale anziché prefigurare forme innovative di compartecipazione dei soggetti privati nel sistema pubblico, si delinea, al pari di altre situazioni analoghe in Veneto e nel Paese, come cessione di strutture o servizi anche di elevata qualificazione ai soggetti privati;
non è altrimenti giustificabile, nel caso di merito, che i dipendenti debbano perdere il loro «status» di dipendenti pubblici, nonostante la maggioranza della società resti pubblica e soprattutto senza che sia possibile oggi conoscere o anche solo prevedere i risultati, dunque il consolidamento o il rigetto dell'intesa fra pubblico e privato, di una gestione che oggi e per i prossimi tre anni è stata presentata come sperimentale -:
se ritenga che l'intesa tra pubblico e privato per l'ospedale Codivilla Putti realizzi una riduzione dei diritti sindacali dei lavoratori della struttura ospedaliera;
se, riconosciuta la potestà legislativa della Regione in materia concorrente come la tutela della salute, di cui al vigente articolo 117 della Costituzione, quale sia la valutazione di intese, che delineano la cessione di strutture qualificate del sistema sanitario pubblico a soggetti privati, anziché svilupparsi secondo effettivi criteri di compartecipazione fra pubblico e privato a garanzia dei diritti degli utenti del sistema sanitario.
(4-06310)
Al riguardo, occorre richiamare, innanzitutto, l'articolo 9-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, successivamente novellato dall'articolo 10 del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 che dava la possibilità alle regioni di sperimentare nuovi modelli gestionali che realizzassero forme innovative di collaborazione tra strutture del Servizio sanitario nazionale e soggetti privati, attraverso l'autorizzazione ai progetti presentati dalle regioni da parte della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano; la legge 16 novembre 2001, n. 405 di conversione del decreto-legge n. 1879/2001, n. 347 ha modificato detta procedura di autorizzazione, ponendo la stessa in capo alle regioni.
Stante quanto precede, poiché l'autorizzazione dei progetti di sperimentazione gestionale è di competenza esclusiva delle regioni che, in piena autonomia, decidono
Inoltre sull'argomento l'Ufficio territoriale del Governo di Belluno ha trasmesso in data 28 giugno una dettagliata nota sull'iter dei fatti oggetto dell'interrogazione in esame:
«L'ospedale "Codivilla Putti" di Cortina d'Ampezzo è stato riconosciuto, ai sensi del decreto ministeriale 31 gennaio 1995, "ospedale specializzato interregionale" (d.G.R. Veneto n. 4620 del 5 settembre 1995); tale configurazione ha creato in tal modo le premesse per la formulazione della proposta di sperimentazione gestionale;
la Giunta regionale Veneto, con deliberazione n. 740 del 19 marzo 1999, ha quindi previsto, che l'Ospedale "Codivilla Putti" fosse sede di sperimentazione gestionale; tale previsione è stata confermata dalla giunta regionale con deliberazione n. 3223 dell'8 novembre 2002;
l'ULSS n. 1 di Belluno, con deliberazione n. 1331 del 1o ottobre 1999, ha approvato il progetto di sperimentazione gestionale dell'ospedale, che prevede, in sintesi, la costituzione di una società a capitale totalmente pubblico, la successiva cessione del 49 per cento del capitale della società predetta a favore di un partner privato in grado di contribuire alla crescita e allo sviluppo della medesima e l'affidamento alla stessa società della gestione del complesso ospedaliero "Codivilla Putti";
la giunta regionale del Veneto, con deliberazione n. 445 del 15 febbraio 2000, ha espresso parere di congruità sulla deliberazione n. 1331/1999 dell'ULSS, ponendo alcune prescrizioni. A seguito delle direttive fornite dalla Conferenza Stato-Regioni alle regioni e dalla regione Veneto alla ULSS n. 1, quest'ultima ha provveduto, con deliberazione n. 420 del 14 marzo 2001, a rielaborare ed integrare, alla luce anche dell'aggiornamento del piano economico finanziario, il progetto di sperimentazione gestionale dell'ospedale "Codivilla-Putti";
la giunta regionale del Veneto, con deliberazione n. 1426 dell'8 giugno 2001, ha poi approvato il suddetto progetto, disponendone la trasmissione alla Conferenza Stato-Regioni per la definitiva adozione;
nelle more dell'approvazione del progetto da parte della Conferenza Stato-Regioni, l'articolo 3, commi 6 e 7, della legge 16 novembre 2001, n. 405, ha disposto che la competenza in tema di autorizzazione dei progetti di sperimentazione gestionale fosse trasferita dalla Conferenza-Stato-Regioni alle regioni. Pertanto, la regione Veneto ha autorizzato, con d.G.R. n. 844 del 12 aprile 2002, l'avvio della sperimentazione gestionale del Codivilla-Putti, secondo il progetto approvato con d.G.R. n. 1426/2001;
in attuazione della deliberazione n. 844 del 12 aprile 2002, l'ULSS n. 1 di Belluno ha approvato, con deliberazione n. 703 del 13 giugno 2002, la costituzione di una società denominata "Istituto Elioterapico Codivilla-Putti di Cortina" S.r.l.;
in data 10 dicembre 2002, è stato stipulato il contratto di cessione di quote tra l'U.L.S.S. n. 1 e la Giomi S.p.a., società risultata aggiudicataria della gara per la selezione del partner privato; in sede di assemblea straordinaria, riunitasi in data 9 giugno 2003, è stato deliberato un aumento di capitale scindibile, che dovrà essere sottoscritto e versato:
a) quanto al 51 per cento dall'ULSS, mediante conferimento dei beni materiali ed immateriali attinenti all'ospedale "Codivilla-Putti";
b) quanto al 49 per cento dal socio privato, mediante conferimento in denaro;
con il conferimento dei beni attinenti all'ospedale "Codivilla-Putti" successivo all'aumento di capitale deliberato dall'Assemblea, si darà effettivo avvio alla sperimentazione gestionale, prevista dall'articolo 9-bis del decreto legislativo n. 502/192. La data di effettivo avvio della sperimentazione è stata fissata per il 1o luglio 2003.
Al termine dei primi tre anni di gestione, sulla base degli esiti delle verifiche effettuate sui risultati conseguiti, verranno adottate le conseguenti determinazioni (in sintesi prosecuzione o cessazione della gestione).
Dal punto di vista giuridico, l'affidamento della gestione dell'ospedale "Codivilla-Putti» alla società mista "Istituto Codivilla-Putti" sembra possa configurarsi come cessione, da parte dell'U.L.S.S. n. 1, di parte dell'azienda alla società stessa.
L'azienda, quindi, ha ritenuto, ai fini della determinazione del trattamento giuridico ed economico da riservare al personale operante presso l'ospedale oggetto di sperimentazione, di seguire le procedure di informazione e consultazione con le parti sindacali, previste dall'articolo 47 della legge n. 428 del 1990.
Da precisare che, contrariamente a quanto si legge nell'interrogazione parlamentare, la ULS ha precisato che prima dell'avvio della procedura di cui all'articolo 47 della legge n. 428 del 1990, nessuna preliminare intesa era avvenuta tra ULSS, Giomi SpA e lavoratori della struttura ospedaliera interessata.
Nella prima riunione con le parti sindacali (23 aprile 2003), i rappresentanti dell'ULSS n. 1, della società Giomi e della Società Istituto Elioterapico "Codivilla- Putti", hanno formulato una proposta, che, in sintesi, prevedeva:
l'acquisizione, da parte della Società mista, per un certo numero di mesi, dei dipendenti dell'ULSS n. 1, in servizio presso l'Ospedale "Codivilla-Putti» di Cortina d'Ampezzo, mediante l'istituto del comando/distacco;
al termine del periodo di comando/distacco, la facoltà, per i dipendenti, di scegliere, nei limiti della disponibilità di posti nella dotazione organica dell'ULSS, se permanere alle dipendenze dell'ULSS stessa o se transitare definitivamente alla Società, con rapporto di lavoro dipendenza;
alla scadenza del triennio, nel caso di valutazione negativa dei risultati della sperimentazione, l'impegno dell'ULSS a riassorbire tutti i dipendenti transitati alla società.
La proposta trovava la sua ragione, non tanto nell'applicazione stretta delle norme in materia di cessione d'azienda, che prevedono il trasferimento al cessionario dei contratti di lavoro, quanto nella opportunità di applicare a tutto il personale della società - sia quello acquisito dall'ULSS, che quello autonomamente assunto dalla società stessa - medesimo trattamento giuridico ed economico.
L'ULSS è, infatti, consapevole della peculiarità della sperimentazione gestionale, che consente di derogare alla normativa vigente, anche in virtù di quanto espressamente disposto dall'articolo 4, comma 6, della legge n. 412 del 1991.
La proposta di passaggio del personale alle dipendenze della società - pur se con garanzia di riassorbimento da parte dell'ULSS in caso di fallimento della sperimentazione - non è, però, stata accolta dalle parti sindacali.
Il confronto è pertanto continuato e, nella riunione del 16 maggio 2003, si è convenuto di applicare le disposizioni dell'articolo 23-bis, comma 7, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ai sensi del quale: "sulla base di appositi protocolli d'intesa tra le parti, le amministrazioni possono disporre, per singoli progetti di interesse specifico dell'amministrazione e con il consenso dell'interessato, l'assegnazione temporanea di personale presso imprese private. I protocolli disciplinano le funzioni, le modalità di inserimento e l'eventuale attribuzione di un compenso aggiuntivo, da porre a carico delle imprese destinatarie".
Con le parti sindacali è stato, quindi, sottoscritto un verbale di accordo che prevede che il personale dipendente dell'ULSS n. 1, in servizio presso l'ospedale Codivilla-Putti di Cortina d'Ampezzo, venga acquisito dalla società "Istituto Codivilla-Putti" mediante l'istituto del comando, per tutto il triennio di durata della sperimentazione gestionale.
I dipendenti comandati manterranno, pertanto, il rapporto di lavoro con l'ULSS n. 1, ma cesseranno temporaneamente di esserne alle dipendenze funzionali per passare a quelle dell'istituto Codivilla-Putti.
I contenuti dell'accordo sono stati condivisi da tutti i dipendenti interessati».
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
l'articolo 120 della Costituzione della Repubblica prevede che il Governo possa sostituirsi alle Regioni nel caso di mancato rispetto delle norme in materia di tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali;
una tale situazione potrebbe essersi verificata nella regione Abruzzo in conseguenza dei fatti appresso riportati:
a) con delibera della Giunta Regionale d'Abruzzo n. 1533 del 27 novembre 2000 sono stati stabiliti i criteri di valutazione dell'attività dei direttori generali delle A.S.L. dell'Abruzzo, stabilendo in particolare «di considerare la valutazione complessiva positiva soltanto qualora i Direttori Generali avranno conseguito sui 19 obiettivi assegnati, almeno 13 giudizi di obiettivo raggiunto e numero 6 giudizi di obiettivo parzialmente raggiunto»;
b) con delibera della giunta Regionale d'Abruzzo n. 1534 del 27 novembre 2000 è stato nominato Direttore Regionale della A.S.L. di Lanciano-Vasto, il dottor Elio Tilli e con lo stesso atto sono stati individuati gli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi di cui al comma 5 dell'articolo 3-bis del decreto legislativo n. 502 del 1992;
c) in data 23 agosto 2002 il direttore regionale della direzione sanità della regione Abruzzo con prot. 24236/DR rimetteva al componente la Giunta Regionale competente proposta di deliberazione ad oggetto: «Verifica dei risultati aziendali e del raggiungimento degli obiettivi del direttore generale dell'Azienda U.S.L. di Lanciano-Vasto»; in tale documento si valutava negativamente l'attività espletata dal Direttore Generale dell'azienda USL di Lanciano-Vasto, soprattutto con riferimento alla gestione economica;
la Giunta regionale nel corso della seduta del 30 agosto 2002 con riferimento alla proposta di deliberazione sopra menzionata deliberava la conferma del dottor Tilli;
una gestione inadeguata delle risorse economiche normalmente si traduce in una riduzione dei servizi sanitari prestati ai cittadini -:
se ritenga che nella regione Abruzzo i livelli essenziali di assistenza siano garantiti.
(4-06054)
Pertanto, si risponde ai quesiti contenuti nell'atto parlamentare in esame, sulla base degli elementi a tal fine inviati all'ufficio territoriale di Governo dell'Aquila, previa acquisizione presso le autorità sanitarie della regione Abruzzo.
«In data 30 agosto 2002 il Segretario della giunta regionale nel restituire la proposta di deliberazione citata, precisava che la giunta regionale (che aveva esaminato anche la situazione relativa ad un altro direttore regionale) aveva deciso quanto segue:
"la giunta regionale prende atto delle risultanze tecniche predisposte dalla struttura
Con successivo provvedimento n. 1119 del 12 dicembre 2002 la giunta regionale ha proceduto alla conferma del dottor Tilli, con le motivazioni nello stesso indicate».
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
l'Ainee (Associazione italiani nati all'estero esperanza) ha denunciato, tramite il suo presidente Francisco Antonio Sposato, la grave situazione di un bambino di 7 anni, attualmente residente in Argentina;
tale bambino, di nome Patricio, è affetto da una malattia congenita che lo obbliga a vivere con serie difficoltà motorie;
come conseguenza di tale rara malattia, la sua situazione è stata aggravata da una stenosi nella regione infraglottidea che ha reso necessaria una tracheotomia, con la quale il bambino dovrà convivere per il resto della sua vita;
secondo i medici locali vi sarebbe un solo modo per rendere migliore la vita al piccolo Patricio, ma le cure di cui ha bisogno le potrebbe ricevere solo in un centro clinico di Bologna;
Patricio oltre ad essere argentino è, per discendenza, anche un cittadino italiano ed è per questo motivo che i suoi genitori si sono rivolti al Console generale italiano in Argentina, dottor Placido Vigo, affinché vi sia un aiuto, da parte del nostro Paese, per aiutare il loro bambino;
la situazione sarebbe attualmente bloccata per motivi burocratici legati alla necessaria trascrizione di atti da parte della nostra amministrazione e il conseguente riconoscimento di Patricio come cittadino italiano -:
se sia a conoscenza della situazione e se non si ritenga necessario, vista l'urgenza del caso in questione, un intervento immediato per sbloccare la situazione e consentire, in questo modo, al piccolo Patricio di ricevere tutte le cure necessarie.
(4-05894)
Il giorno successivo, tenuto conto della gravità del caso umanitario segnalato, veniva deciso un intervento immediato del consolato generale.
Dopo aver espletato nella mattinata dello stesso giorno le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana, si provvedeva al rilascio di un passaporto italiano per il piccolo Patricio, così da consentirgli di partire immediatamente per l'Italia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
il canone di abbonamento Rai è un'imposta dovuta per la detenzione dell'apparecchio televisivo atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive che legittima il suo titolare e tutti gli appartenenti al suo nucleo familiare a detenere apparecchi televisivi in ogni residenza o dimora;
la definizione del canone di abbonamento quale imposta viene dedotta dalla Corte costituzionale e dalla Corte di cassazione quale mera detenzione di apparecchio televisivo indipendentemente dall'utilizzo che ne venga fatto o se le trasmissioni seguite siano di emittenti private o che per motivi orografici non sia possibile ricevere uno o più canali della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;
la riscossione dell'imposta è affidata all'ufficio del Ministero delle finanze denominato Sat (Sportello abbonamenti tv) al quale spetta anche l'applicazione delle sanzioni previste qualora il versamento del canone non venga effettuato secondo i termini previsti dalla legge;
il Sat si avvale, su tutto il territorio italiano, di aziende concessionarie del servizio di riscossione dei tributi -:
quali siano le sanzioni previste per gli utenti che non paghino l'imposta;
se vi siano delle distinzioni nelle sanzioni determinate dalle singole aziende concessionarie del servizio di riscossione tributi e tra quelle direttamente previste ai sensi della legge dal Ministero competente in materia.
(4-04628)
La mancata corresponsione del canone, dovuto da chi detiene uno o più apparecchi televisivi, è attualmente sanzionata in maniera differente a seconda che si tratti di pagamento effettuato in ritardo oppure di omesso pagamento.
Nel primo caso, infatti, qualora il ritardo sia inferiore a trenta giorni, è prevista l'applicazione di una sanzione amministrativa pari ad un dodicesimo del canone, mentre, se il ritardo supera i trenta giorni della scadenza la sanzione è pari ad un sesto del canone (articolo 3 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 31 dicembre 1947 n. 1542); tale sanzione assorbe quella per tardivo pagamento della tassa di concessione governativa (articolo 19, comma 2 del decreto legislativo 18 dicembre 1997 n. 473).
Nel caso in cui, invece, sia stato elevato processo verbale di contestazione da cui risulti il mancato pagamento del canone da parte di coloro che non sono ancora abbonati, alla regolarizzazione segue l'applicazione di una sanzione compresa tra euro 103,29 ed euro 516,46 (articolo 19, comma 3, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 473); si applica, inoltre, la sanzione per l'omesso pagamento della tassa di concessione governativa che è compresa tra il 100 per cento ed il 200 per cento dell'importo dovuto, con un minimo di euro 103,29.
Si evidenzia, inoltre, che la sanzione è quantificata (in applicazione delle leggi vigenti) dall'ufficio finanziario competente, e non può in alcun modo essere oggetto di autonoma determinazione del concessionario del servizio nazionale della riscossione.
Pertanto, non vi sono, né potrebbero esserci, in rapporto al singolo concessionario che procede alla riscossione, differenze nella determinazione delle sanzioni irrogabili per il mancato pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.
risulta che da alcuni giorni, a circa ventottomila contribuenti di Bologna e provincia, risultati in debito per non aver pagato multe e imposte varie, la Gerico spa, stia inviando lettere incomprensibili nel linguaggio e dal tono perentorio, di invito al pagamento, pena il recupero coattivo;
la Gerico è una società per azioni che gestisce in concessione la riscossione dei tributi in Bologna e provincia;
nelle lettere ricevute dai contribuenti si legge che la Gerico «senza ulteriori avvisi si riserva di procedere coattivamente su eventuali possidenze immobiliari e mobiliari nonché su rapporti di lavoro, con fermo degli autoveicoli, pignoramento presso il datore di lavoro, iscrizione ipotecaria e vendita immobiliare»;
le lettere parlano solo di «cartelle esattoriali già notificate» ed elencano una serie di numeri di protocollo incomprensibili per i cittadini che da diversi giorni si accalcano in fila davanti agli uffici di Gerico per carpire spiegazioni sul cosa gli si chiede di pagare;
le lettere dovrebbero essere ingiunzioni per le irregolarità già segnalate, ma ventottomila cartelle sembrano un numero spropositato di persone che non abbiano ottemperato alle ingiunzioni -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali siano le loro valutazioni;
se, in considerazione del grave malcontento creatosi fra i contribuenti di questa città, non ritengano chiedere delucidazioni alla Gerico spa;
se non reputino necessario accertare le eventuali responsabilità della Gerico, e se nel frattempo non si debba considerare l'ipotesi di attivazione delle procedure di sospensione delle cartelle poco chiare in attesa della notifica ai cittadini delle cartelle corrette.
(4-04568)
Dagli accertamenti svolti è emerso che il fenomeno denunciato non riguarda le cartelle di pagamento, bensì i solleciti inviati dal concessionario della riscossione della provincia di Bologna a contribuenti che in passato sono stati raggiunti da cartelle risultate non pagate.
Tale iniziativa, seppure di per sé legittima, sembra però che sia stata condotta dalla società concessionaria in modo non del tutto adeguato.
In effetti, dall'esame del contenuto di alcuni dei citati solleciti si è rilevato che la Gerico ha utilizzato modalità di comunicazione con il contribuente inappropriate in quanto i solleciti si limiterebbero ad evidenziare il numero identificativo della cartella non pagata, senza, però, fornire ulteriori indicazioni sulle motivazioni della pretesa creditoria.
Inoltre, sembra che la Gerico non abbia dimostrato adeguata capacità nel valutare preventivamente le conseguenze dell'iniziativa adottata, nel senso che la sua struttura organizzativa non sarebbe stata in grado di far fronte all'impatto derivante dalle richieste di informazioni provenienti da molti dei numerosissimi contribuenti (nell'ordine di 30.000) destinatari dei solleciti in questione.
Sulla base di detti elementi, l'agenzia delle entrate ha richiesto puntuali chiarimenti alla stessa società concessionaria la quale ha dato assicurazioni che eviterà in futuro il riproporsi di condizioni simili a quelle che hanno generato disagi ai contribuenti della provincia di Bologna provvedendo, in particolare, sia ad indicare in modo chiaro negli eventuali solleciti, successivi alla cartella di pagamento già regolarmente notificata, le ragioni della pretesa tributaria e gli elementi identificativi della cartella cui si riferisce, sia a potenziare la capacità ricettiva delle strutture di front-office della società.
Relativamente all'ipotesi prospettata dall'interrogante di attivare le procedure di sospensione delle cartelle poco chiare in attesa della notifica ai cittadini delle cartelle corrette, si osserva che, come peraltro evidenziato nel testo dell'interrogazione, la vicenda trae origine da inviti al pagamento, e non da cartelle di pagamento. A fronte di tali solleciti, inviati dal concessionario, esistono in astratto due possibilità:
a) che le cartelle di pagamento precedentemente inviate siano state in realtà
b) che le cartelle di pagamento precedentemente inviate non siano state effettivamente pagate: in questa ipotesi, l'iniziativa del concessionario è legittima anche se, come detto, condotta in modo inadeguato.
L'agenzia delle entrate ha assicurato che sta, comunque, continuando a vigilare sull'efficienza e sull'idoneità della struttura organizzativa dell'azienda concessionaria, nonché sulle modalità di gestione dell'attività di riscossione della società, per garantire la legittimità dell'azione di recupero svolta dal concessionario e, conseguentemente, per evitare il rischio che in futuro possano ripetersi situazioni tali da recare disagi nei confronti dei contribuenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.
il 22 aprile di ogni anno a Chieuti (Foggia), nell'ambito dei festeggiamenti in onore di S. Giorgio, si corre la «Corsa dei buoi», durante la quale un carro molto pesante, carico di rami di lauro, viene trainato da quattro coppie di buoi;
i preparativi per la corsa sono lunghissimi; durante tutto l'anno si allenano i buoi, poi la sera del 21 aprile gli animali vengono fatti entrare in paese simulando la gara e portati nelle stalle dei Partiti (le contrade del carro) dove vengono attentamente sorvegliati;
il mattino del 22 i buoi vengono invece lavati e addobbati e, dopo che il Sindaco ha estratto l'ordine di partenza, carri e carrieri si dirigono verso la Chiesa per ricevere la benedizione;
a questo punto i carri si portano in aperta campagna, dove ha inizio la gara vera e propria: al segnale convenuto i carri si girano su se stessi ed i buoi iniziano a galoppare, trascinando il carro addobbato, verso il paese attraverso un percorso lungo 5 Km; la folla corre insieme ai carri, incitando i propri campioni, mentre un gruppo di uomini a cavallo pungola i buoi con lunghi bastoni -:
se il Governo non ritenga che la «Corsa dei buoi di Chieuti» sia una palese violazione dell'articolo 727 del codice penale in materia di maltrattamento degli animali, e in caso affermativo, quali provvedimenti intenda adottare affinché venga impedito che anche quest'anno abbia luogo una festa anacronistica, in cui vengono inflitte inutili sofferenze ad incolpevoli animali.
(4-06014)
La «corsa dei buoi», che ha origini secolari, ha come scopo quello di stabilire quale contrada si aggiudicherà il diritto di portare il Santo in processione.
Prima dell'inizio della gara, i buoi vengono portati a passo d'uomo dalla stalla alla Chiesa per la benedizione e durante tale tragitto nessuna persona prende posto sul carro.
Successivamente, si procede all'estrazione dell'ordine di partenza.
La gara, il cui via è dato dal Sindaco e che dura circa venti minuti, si sviluppa su un percorso di 4,500 Km circa.
Insieme ai carri corrono anche dodici cavalli con i relativi cavalieri che, oltre a proteggere il carro da eventuali disturbi da parte degli avversari, lo spingono con dei bastoni onde alleviare le fatiche dei buoi.
Sul carro possono prendere posto solo due persone e non risulta che vengano trasportati carichi di rami di «lauro».
Nella circostanza in questione, il comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Foggia non ha riscontrato alcuna violazione dell'articolo 727 codice penale (maltrattamento di animali) che punisce, come è noto, «chiunque incrudelisce verso animali senza necessità o li sottopone a strazio e a sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche, ovvero li adopera in giuochi, spettacoli o lavori insostenibili per la loro natura, valutata secondo le loro caratteristiche anche etologiche, o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura».
Inoltre viene perseguito «chiunque organizza o partecipa a spettacoli o manifestazioni che comportino strazio o sevizie per gli animali».
La legislazione odierna in materia di protezione degli animali garantisce la più ampia tutela del loro equilibrio psicofisico: l'osservanza scrupolosa di tali norme mette comunque al riparo da ogni timore di abuso nei loro confronti.
La vicenda sollevata dall'interrogante riguarda, in generale, l'esigenza sempre più avvertita di conciliare lo spirito religioso e popolare di manifestazioni e feste dalle tradizioni secolari, peraltro numerose nel nostro Paese, con l'odierna sensibilità nei confronti degli animali, che si auspica possa essere sempre più sviluppata indipendentemente da interventi di natura repressiva.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
l'insulina glargina (nome commerciale Lantus) è stata lanciata in Germania nel mese di maggio 2000, negli Stati Uniti nel 2001 e nel Regno Unito quest'anno; Aventis, la casa farmaceutica che la produce, dovrebbe commercializzare il prodotto nel resto dell'Europa, quindi anche in Italia, e del mondo soltanto tra il 2003 ed il 2004. Infatti la nuova fabbrica di Francoforte, che si prevede sia pronta per la fine dell'anno, potrà essere completamente operativa non prima del 2003, permettendo all'azienda di coprire le richieste che si prevede saranno numerosissime anche negli altri paesi;
questo nuovo analogo dell'insulina (che viene sintetizzato con la tecnica del DNA ricombinante, differendo dall'insulina umana nella posizione 21 della catena A, dove l'asparagina è sostituita da glicina) ha la caratteristica di agire in modo costante (a onda quadra) durante l'arco dell'intera giornata. In questo modo fornisce la copertura insulinica «basale» necessaria ai pazienti insulino dipendenti per evitare l'accumulo di zuccheri nel sangue tra un pasto e l'altro;
l'insulina glargina, al contrario delle altre insuline ad azione prolungata, non ha un picco di concentrazione e simula il profilo dell'infusione continua mediante microinfusore. Questa caratteristica la rende preferibile in molti casi alle altre insuline a lunga azione in quanto, come dimostrato da numerosi studi controllati, riduce il pericolo di ipoglicemie e migliora il controllo metabolico dei pazienti;
un altro analogo dell'insulina con un'azione simile a quella della glargina, realizzato dalla casa farmaceutica Novo Nordisk, è il determir ed è in fase di sperimentazione. Potrebbe essere pronto per l'approvazione entro il 2002-2003;
molti diabetici italiani utilizzano l'insulina glargina ormai da diversi mesi. È stata loro consigliata dai medici che li seguono e si è resa necessaria per raggiungere un miglior controllo metabolico e prevenire le gravi complicanze del diabete che noi tutti conosciamo e che spesso portano a gravi costi personali e sociali (cecità, amputazioni, dialisi, a volte il decesso). Infatti, l'unico modo per un diabetico di evitare tutto questo è quello di controllare al meglio il proprio diabete;
nonostante l'insulina glargina sia un farmaco «salvavita», i pazienti che ne
se sia a conoscenza di questa grave situazione;
se, vista la recente sentenza della Corte di Cassazione 4659/2001 del 29 marzo 2001 abbia emanato direttive precise alle Asl affinché agevolino i pazienti che necessitano, dietro prescrizione del diabetologo, di questa insulina e ne rimborsino per intero le spese di acquisto e spedizione;
quali iniziative abbia già adottato, ed intenda adottare, per consentire la più rapida commercializzazione o comunque disponibilità in Italia di questo nuovo tipo di insulina.
(4-06485)
La Commissione unica del farmaco (CUF), nell'atto di esprimere il parere favorevole che ha reso tali farmaci disponibili sul mercato e rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, secondo le modalità sopra indicate, ha richiesto alle aziende farmaceutiche titolari delle autorizzazioni all'immissione in commercio riguardanti le specialità medicinali a base di «glitazoni», lo svolgimento di specifici progetti di sorveglianza, per meglio identificare i pazienti affetti da diabete di tipo 2, che necessitano del trattamento con «glitazoni» e per meglio definire il rapporto rischio/beneficio di tali farmaci.
In tal senso, la decisione della CUF ha dato seguito alle conclusioni della Commissione europea che ha previsto, su parere espresso dal Commitee for Proprietary Medicinal Products (CPMP), che il rilascio dell'autorizzazione alla commercializzazione di tali farmaci venga sempre subordinato allo svolgimento di due studi clinici con gli obiettivi di:
a) raccogliere informazioni relative alla tollerabilità generale ed in particolare cardiovascolare;
b) raccogliere informazioni sulla morbilità/mortalità in pazienti in trattamento con associazioni di glitazoni e sulfaniluree o metformina.
In definitiva, i «glitazoni» sono disponibili per i pazienti affetti da diabete di tipo 2, i quali possono ricevere gratuitamente tali farmaci all'atto dei periodici controlli effettuati presso i centri antidiabetici.
In questo modo viene assicurata una più corretta prescrizione, una più adeguata sorveglianza degli effetti collaterali e un accesso gratuito ai farmaci, presso i centri specialistici a cui il paziente periodicamente si rivolge per i necessari controlli.
Per quanto riguarda la specialità medicinale «Lantus» (insulina glargine), essa è stata registrata con procedura centralizzata europea nel giugno 2000, ma non è, fino ad oggi, disponibile sul mercato italiano per ragioni legate alla ridotta capacità produttiva da parte dell'azienda farmaceutica titolare e per il ritardo, rispetto alla decisione europea, con cui l'azienda stessa ha chiesto la commercializzazione e il rimborso del farmaco in Italia.
A seguito della specifica e successiva richiesta inoltrata dall'azienda, la Commissione unica del farmaco (CUF), nel corso della riunione del 6-7 maggio 2002, ha
1 Flaconcino 10 ml (1000 UI); 5 Cartucce da 3 ml (300 UI); 5 Penne preriempite usa e getta da 3 ml (300 UI).
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
da informazioni pervenute all'interrogante sembra che il principio attivo dell'oxibutinina cloridrato non sia stato riclassificato per le persone con problemi di incontinenza di origine neurologica, nonostante le ampie di indicazioni clinico-scientifiche in merito;
diverse migliaia di persone con lesione al midollo spinale, con spina bifida e sclerosi multipla, utilizzano quotidianamente quantità importanti di questo farmaco per la prevenzione di complicanze alle vie urinarie;
le terapie riabilitative delle vescica neurologica prevedono protocolli per rendere continente la persona permettendogli uno svuotamento completo attraverso il cateterismo ad intermittenza;
gli specialisti in urologia, italiani ed occidentali in genere, prescrivono quotidianamente questo protocollo che ha il duplice risultato di evitare decessi precoci dovuti ad infezioni alle vie urinarie ed ai reni, oltre che per ulcere da decubito causate dall'acidità dell'urina;
l'effetto del protocollo sulla salute delle persone con vescica neurologica è indubitabile e testimoniato dalle numerose pubblicazioni internazionali in materia -:
quali iniziative intenda intraprendere affinché venga rivista la decisione riguardo il principio attivo dell'oxibutinina.
(4-05574)
Tale revisione prevedeva l'inserimento di una nuova nota, riguardante i farmaci a base del principio attivo «ossibutinina».
La prescrizione dell'«ossibutinina» in classe A, avrebbe dovuto limitarsi alla seguente indicazione: incontinenza urinaria nei casi in cui il disturbo minzionale sia correlato a patologie del sistema nervoso centrale (ad esempio, ictus, morbo di Parkinson, traumi, tumori, spina bifida, sclerosi multipla) e non sia risolvibile esclusivamente con presidi chirurgici o riabilitativi.
La CUF ha ricevuto alcune obiezioni da parte della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, riguardanti l'incremento della spesa farmaceutica che l'introduzione di nuovi farmaci avrebbe comportato.
Si è resa pertanto necessaria una nuova revisione, attualmente in corso, delle note limitative da parte della CUF, che prenderà
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
nel comune di Recoaro Terme, provincia di Vicenza, si sono riscontrate delle irregolarità sull'appalto ad una ditta esterna dei rifiuti solidi urbani e sull'approvazione del Piano regolatore;
una di queste irregolarità riguarda principalmente l'obbligo per tre dipendenti comunali a lavorare con la ditta appaltante il servizio, previo licenziamento e con l'abrogazione immediata di una serie di tutele e diritti sindacali;
il paradosso di questa vicenda è che addirittura è stata inviata una lettera al Sindaco Viero da parte dei 51 dipendenti nella quale, con un intento evidentemente provocatorio, gli stessi, mettono a disposizione la loro quota di premio di produzione affinché i tre dipendenti possano restare in carico all'amministrazione e possano essere retribuiti, in questa maniera, ancora per un anno;
da questo appalto si evince chiaramente un favore ai privati che, inoltre, comporterà un aggravio consistente di costi a carico dell'erario pubblico;
un altro episodio eclatante riguarda l'approvazione del piano regolatore che regola le costruzioni e la viabilità del Comune. Esso, infatti, è stato votato solo dalla maggioranza di sette persone perché l'opposizione, al momento del voto, ha abbandonato l'aula giacché i documenti che dovevano essere letti e controllati sono stati distribuiti solo due giorni prima dalla convocazione del consiglio comunale;
queste e altre irregolarità sono state riportate da parte di un dipendente comunale in una lettera inviata al Presidente della Repubblica;
a suddetta lettera ha risposto in data 15 dicembre 2001, protocollo UG n. 11592, a nome del Segretariato della Presidenza della Repubblica, il Direttore dell'Ufficio per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali signor Gino Onorato. In questa lettera si esprimevano delle perplessità per le scelte operate dalla locale amministrazione comunale relativamente all'appalto per la raccolta dei rifiuti e riguardo le modalità di approvazione del piano regolatore. Si comunicava altresì che tali perplessità erano già state trasmesse con lettera al Ministero dell'interno per le eventuali valutazioni di merito -:
se abbia ricevuto da parte del Segretariato della Presidenza della Repubblica suddetta lettera;
quali iniziative intenda assumere affinché si faccia chiarezza sull'intera vicenda.
(4-01850)
L'autonomia costituzionalmente riconosciuta agli enti locali rende questi ultimi liberi di formulare il proprio indirizzo politico-amministrativo attraverso gli atti di governo locale e la pariordinazione istituzionale attualmente sancita esclude ogni intervento autoritativo da parte dell'amministrazione centrale.
Da ciò deriva che eventuali censure da parte del Governo nei confronti delle iniziative dei rappresentanti diretti dei cittadini devono essere attentamente valutate e tali iniziative, in ogni caso, sono esposte al successivo giudizio politico dei cittadini stessi.
Per quanto concerne la vicenda oggetto dell'interrogazione descritta anche nella lettera citata nell'interrogazione che questo ministero ha ricevuto dal Segretariato Generale
Tale decisione è stata motivata principalmente dall'esigenza di ridurre i costi sostenuti dall'ente per l'espletamento del servizio e per aumentarne l'efficienza.
L'amministrazione comunale ha di ciò reso edotte le organizzazioni sindacali provinciali.
Successivamente, la giunta con delibera del 12 settembre 2001, ha individuato i dipendenti che dovevano passare alle dipendenze del nuovo gestore del servizio, e ha fornito al responsabile del settore tecnico ulteriori direttive per avviare il procedimento di gara.
Il 12 dicembre 2001 è stato sottoscritto il contratto di appalto con la ditta aggiudicataria.
Ciò premesso, in ordine alle questioni sollevate nella prima parte dell'interrogazione, l'amministrazione comunale ha precisato che i tre dipendenti ivi indicati non sono stati licenziati, bensì, gli stessi sono passati alle dipendenze del nuovo gestore del servizio trasferito mediante l'appalto. Agli stessi sono state riconosciute tutte le garanzie previste dalla legge.
Peraltro, la stessa amministrazione comunale per favorire l'accordo sul passaggio dei dipendenti comunali addetti al servizio di raccolta dei rifiuti alla ditta aggiudicataria dell'appalto, si era resa disponibile a riconoscere tutele e garanzie anche maggiori, nonché un compenso incentivante «una tantum» di tre mensilità per ciascuno dei dipendenti interessati.
Ciò nonostante, dopo una lunga trattativa, le organizzazioni sindacali hanno opposto un netto rifiuto a qualsiasi accordo che non prevedesse il mantenimento degli interessati alle dipendenze dell'amministrazione comunale.
A fronte di tale situazione l'ente comunale ha comunque portato a termine la procedura di «esternalizzazione» del servizio, garantendo agli interessati al trasferimento il minimo inderogabile di garanzie previste per legge.
Si precisa che, dal punto di vista tecnico, l'appalto è stato effettuato con il sistema del pubblico incanto e l'osservanza delle norme previste dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157 e successive modifiche ed integrazioni.
Inoltre, trattandosi di appalto avente rilevanza comunitaria la pubblicità è stata effettuata ai sensi dell'articolo 8 della citata normativa e l'aggiudicazione è avvenuta con il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Le organizzazioni sindacali tuttavia, in conseguenza della decisione dell'amministrazione comunale di appaltare il servizio di raccolta dei rifiuti e del conseguente trasferimento alla ditta privata dei dipendenti, dichiaravano lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente con la proclamazione di una giornata di sciopero e chiedevano l'intervento dell'Ufficio territoriale del Governo di Vicenza per l'attivazione della procedura di conciliazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 12 giugno 1990, n. 146, e successive modificazioni ed integrazioni.
Dopo una prima riunione, tenutasi il 28 novembre 2001, conclusasi infruttuosamente, le parti sono tornate ad incontrarsi, dapprima il 25 febbraio poi il 7 marzo 2002.
Da ultimo, in data 27 marzo 2002 - a seguito della mediazione operata in sede di conciliazione - le parti hanno accettato la proposta formulata dalla prefettura-UTG di Vicenza, firmando l'accordo.
Tale ipotesi, fra l'altro, ha garantito ai lavoratori trasferiti la possibilità di ricostituire il rapporto di lavoro nel caso la ditta privata fallisca o il comune decida di ritornare alla gestione del servizio in diretta economia, con garanzia di ricollocamento
In relazione al secondo argomento esposto dall'interrogante circa asserite irregolarità nell'approvazione della deliberazione consiliare n. 39 del 19 settembre 2001, avente per oggetto: «Revisione Piano Regolatore Generale - Adozione», l'amministrazione comunale di Recoaro Terme ha evidenziato la regolarità dei comportamenti che hanno portato all'approvazione della stessa, precisando che, non avendo l'amministratore l'obbligo di astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri, o di suoi parenti o affini sino al quarto grado, ai sensi dell'articolo 78, comma 2, del decreto legislativo 267/2000, non sarebbe stato più necessario per il medesimo uscire all'aula: il consigliere può rimanervi a patto che non partecipi alla discussione, né tantomeno alla votazione.
La prefettura di Vicenza ha inoltre riferito che in occasione dell'approvazione della delibera oggetto dell'atto di sindacato ispettivo in esame la procedura si è svolta con l'osservanza della disposizione richiamata.
Tutto ciò considerato si deve ribadire - come già enunciato nelle premesse - che su un piano più generale, dopo l'approvazione della legge costituzionale n. 3 del 2001, il rapporto fra ente locale e Stato assume una connotazione nuova.
Quando il nuovo articolo 114 della Costituzione stabilisce che la Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato, il legislatore pone questi enti in posizione paritaria e, se un primato deve riscontrarsi, esso è da attribuire all'ente più prossimo al cittadino che, non a caso, è citato nominalmente per primo nel nuovo testo normativo.
Tale nuova configurazione porta a ridimensionare il ruolo «sostitutivo» e «repressivo» dello Stato centrale, e a limitarlo a pochi casi specifici, connotati da una particolare gravità.
Gli interventi auspicati dall'interrogante, quindi, non rispondono ai presupposti necessari per l'adozione di qualsiasi iniziativa di rigore da parte del ministero dell'interno che deve essere contenuta all'interno degli specifici limiti normativi espressamente previsti dalla legislazione in vigore, e in particolare l'articolo 142 del Testo Unico sugli enti locali, n. 267 del 2000.
Tale articolo, infatti, motiva la rimozione e sospensione degli amministratori locali quando questi ultimi compiano atti contrari alla Costituzione, o gravi e persistenti violazioni di legge, o vi siano gravi motivi di ordine pubblico.
Tali estremi non appaiono rinvenibili nelle circostanze descritte dall'interrogante.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
da un po' di tempo ha fatto comparsa a Catanzaro un movimento di estremisti di destra chiamato Forza Nuova;
tale movimento si è caratterizzato per la sua iniziativa xenofoba, razzista e violenta;
dallo stesso comune di Catanzaro questa organizzazione è stata dichiarata «forza indesiderata» inspiegabilmente però l'amministrazione comunale ha, in seguito, concesso i propri locali a Forza Nuova per svolgere una manifestazione;
nonostante il clima della città venisse avvelenato dall'attività inquietante di questo movimento, le forze dell'ordine hanno rivolto la propria «attenzione» verso esponenti ed attivisti del Partito della Rifondazione Comunista, i quali hanno svolto, a Catanzaro come nel resto d'Italia, un'attività pacifica e legalmente riconosciuta; infatti sono state eseguite perquisizioni nei confronti di due giovani militanti del Prc impegnati anche nel movimento No Global -:
quali siano le ragioni che hanno indotto le forze dell'ordine a perquisire suddetti esponenti del Prc e del movimento No Global;
se non ritenga invece di dover spostare l'attenzione sull'attività di Forza Nuova che notoriamente organizza iniziative chiaramente eversive.
(4-05313)
Tale attenzione vi è anche nella provincia di Catanzaro, dove in più occasioni l'autorità provinciale di pubblica sicurezza è intervenuta per vietare lo svolgimento di manifestazioni pubbliche preavvisate da questa organizzazione, ovvero per formulare precise prescrizioni.
Ad esempio, è stata vietata la manifestazione prevista per il 6 febbraio 2002 nel centro cittadino, sul rilievo che, due mesi prima, nella stessa zona si erano verificati episodi di danneggiamento di una sede di Rifondazione Comunista ed il tentativo di aggressione del segretario locale di quel partito da parte di persone travestite.
Nel mese di dicembre 2002, essendo stata presentata una richiesta per lo svolgimento di un corteo lungo le vie centrali della città, in concomitanza con un'analoga iniziativa in ambito nazionale della stessa Forza Nuova, è stata vietata la manifestazione secondo il percorso proposto dagli organizzatori, consentendola solo nel quartiere periferico di Catanzaro Lido.
Al termine del corteo un nutrito gruppo di partecipanti ha assistito ad un concerto di musica «rock» organizzato da un noto leader «ultras» presso la struttura comunale denominata «Le Botteghe» (a tale episodio fa verosimilmente riferimento l'interrogazione cui si risponde, laddove contesta la concessione a Forza Nuova di locali pubblici da parte dell'Amministrazione comunale).
Quanto alle lamentate perquisizioni di due giovani militanti di Rifondazione Comunista, impegnati anche nel movimento «No-Global», il questore di Catanzaro ha riferito che effettivamente poco dopo le ore 23 del 13 dicembre scorso un equipaggio di una «volante» della polizia di Stato, nel corso di un servizio di controllo e di prevenzione generale, ha proceduto alla identificazione ed alla perquisizione di due giovani nei pressi di via Piave, al solo scopo di accertare l'eventuale possesso di armi o di esplosivi, essendo sembrato sospetto il loro atteggiamento.
Si tratta, infatti, di una zona oggetto di particolari attenzioni da parte delle forze dell'ordine nelle 24 ore, in quanto molto frequentata, anche nelle ore notturne, e prossima a possibili obiettivi di iniziative criminose quali scuole, banche ed uffici pubblici.
Non vi è stato, pertanto, alcun nesso tra l'iniziativa del controllo di polizia e l'appartenenza dei giovani fermati al partito della Rifondazione Comunista.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
le Ferrovie dello Stato hanno recentemente soppresso il treno con tratta Napoli/Margellina - Roma/Termini delle ore 7.20;
in realtà l'utenza cittadina in questione ha ricevuto dalla sospensione del servizio un notevole disagio, se si considera il numero non indifferente di pendolari che fruiva del servizio per raggiungere la città di Roma;
le Ferrovie dello Stato, contestualmente al riordino delle tratte ferroviarie, hanno proceduto ad aumentare il prezzo
all'aumento delle tariffe da parte della società ferroviaria, e all'invito all'utenza al trasporto su rotaie, non si è avuto - in contraddizione con tutto ciò - un miglioramento del servizio, in particolare sulle tratte dell'Italia Meridionale;
i motivi per cui è stata soppressa la tratta - servita da Eurostar - Napoli/Mergellina - Roma/Termini delle ore 7.20, che era addirittura insufficiente visto l'alto numero dei fruitori -:
se il Ministro non ritenga che le Ferrovie SpA, come unico erogatore del servizio ferroviario nazionale, abbiano l'obbligo di mantenere una rete di servizi che comprenda tutto il territorio nazionale, evitando «zone buie» che potrebbero comportare notevoli disagi di spostamento ai cittadini;
se non ritenga di doversi attivare per il ripristino immediato di tale tratta.
(4-03628)
Secondo Trenitalia S.p.a si è così generato, tra l'altro, un miglior sistema di coincidenze fra i treni di medio e lungo percorso e quelli regionali.
Per ottenere questo nuovo sistema cadenzato si è reso necessario, ha affermato Ferrovie dello Stato, lo spostamento di alcune tracce di treni di lungo percorso durante la mattinata e fine giornata.
In questa «architettura» di circolazione, l'Eurostar 9364, proveniente da Salerno e con fermata alle ore 7.20 nella stazione di Mergellina, è stato anticipato alle ore 6.34 proprio per raggiungere l'obiettivo di liberare il nodo di Napoli nelle fasce tipicamente pendolari dai treni di lunga percorrenza.
In alternativa, nella stessa fascia oraria è stata prevista la partenza dell'Eurostar 9432 da Napoli Centrale alle ore 7.30, con arrivo a Roma Termini alle ore 9.16 ed arrivo a Milano alle ore 14.00.
Trenitalia S.p.a sostiene di aver adottato tale soluzione a sostegno del traffico metropolitano e regionale e della sua regolarità di esercizio nel nodo di Napoli.
Peraltro, in futuro, la società prevede che la stazione di Napoli Mergellina accentuerà progressivamente il suo carattere di stazione metropolitana anche per le condizioni di impianto, limitato numero di binari, marciapiedi di ridotta lunghezza che non consentono la fermata di treni Eurostar 500 ed Intercity di elevata lunghezza.
Si fa presente, altresì, che l'indagine di customer satisfaction, svolta da Trenitalia S.p.a al fine di verificare il gradimento della nuova offerta da parte della clientela, sembra aver mostrato risultati soddisfacenti sia per l'Eurostar 9364 che ferma a Napoli Mergellina alle ore 6.34 sia per l'Eurostar 9432 che parte da Napoli Centrale alle ore 7.30.
Infatti, dalle valutazioni espresse sul nuovo orario, la Società ha evidenziato che l'80 per cento dei passeggeri dell'ES 9452 si ritiene soddisfatto del servizio offerto ed il 72 per cento ha confermato il gradimento per la fermata nella stazione di Napoli Centrale.
Viene, infine, sottolineato che dal giugno 2002 ad oggi, la domanda tra Roma e Napoli è significativamente aumentata: a dimostrazione di ciò è il fatto che i treni della media e lunga percorrenza trasportano circa 1.000 passeggeri in più al giorno e che l'offerta è ora aumentata di 3.000 posti al giorno, poiché tra le due città circolano 2 coppie aggiuntive di treni intercity e 1 treno Eurostar.
Per quanto attiene al prezzo del biglietto per la relazione Napoli-Mergellina-Roma Termini, attualmente in vigore, si rileva che lo stesso non ha subito variazioni in coincidenza con il cambio di orario del 16 giugno 2002.
Sempre relativamente alle tariffe, si precisa che gli aumenti non hanno riguardato il servizio di trasporto a media e lunga percorrenza, mentre incrementi nelle tariffe risultano praticati nell'ambito del trasporto pubblico locale relativamente ai treni regionali.
A seguito degli aumenti tariffari autorizzati per le regioni, in alcuni ambiti ove esistono sistemi di integrazione tariffaria (Campania), si assiste ad una anomalia dovuta al fatto che i prezzi dell'abbonamento IC, che consente l'accesso anche ai treni regionali, sono inferiori ai prezzi dell'abbonamento integrato, valido per viaggiare sui treni del trasporto regionale e sui mezzi degli altri vettori aderenti.
Tale situazione necessita di una soluzione, attualmente in fase di studio, finalizzata ad attuare interventi in grado di superare l'anomalia segnalata e, nel contempo, atti a garantire la trasparenza dei sistemi tariffari rispetto ai diversi livelli di servizio offerti alla clientela.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
l'ispettorato di pubblica sicurezza Viminale di Roma, è un ufficio della Polizia di Stato il cui personale, che ammonta complessivamente a circa 680 unità, effettua attività di vigilanza, scorte e tutela a numerose personalità;
l'ispettorato «Viminale» non dispone di una mensa interna, motivo per il quale molti operatori di polizia che da esso dipendono, per consumare il pranzo, devono recarsi con mezzi propri presso le mense esterne disponibili;
appaiono evidenti le difficoltà che questi lavoratori di polizia incontrano non solo per raggiungere in tempo utile la mensa più vicina ma anche per consumare il pasto e fare rientro in ufficio in orario per riprendere il regolare turno di servizio;
gli operatori addetti ai servizi di scorra e tutela, sono spesso costretti a permanere in un determinato luogo senza avere la possibilità di allontanarsi per il tempo necessario per la consumazione del pasto presso una delle mense di servizio;
anche in questo caso sono costretti a recarsi presso i più vicini esercizi commerciali e nutrirsi sostenendo i relativi costi di tasca propria;
non è accettabile che tali operatori di polizia, per motivi esclusivamente di servizio, non siano nelle condizioni di consumare un regolare quanto dovuto pasto se non acquistandolo a proprie spese;
il sindacato di polizia «Rinnovamento sindacale per l'Ugl», ha ripetutamente sollecitato il dipartimento della pubblica sicurezza per la più rapida soluzione di questa importante problematica segnalando che tale particolare situazione è esplicitamente prevista, tra le tante, dall'articolo 1, comma 1, lettera b) della legge 18 maggio 1989, n. 203;
già a partire dall'anno 2000, in casi analoghi, il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica aveva espresso parere favorevole all'erogazione del beneficio ad altro personale appartenente alla Polizia di Stato amministrato dal Rami -:
se non ritenga necessario oltre che urgente intervenire con la determinazione che il caso richiede, disponendo la distribuzione dei buoni pasto agli operatori di Polizia dell'ispettorato di pubblica sicurezza «Viminale», eventualmente anche attivando convenzioni con esercizi commerciali limitrofi dove sia possibile utilizzarli, come già avviene per altri uffici di polizia.
(4-05914)
Tale beneficio è stato introdotto, per quanto riguarda l'intero comparto del pubblico impiego, dall'articolo 2, comma 11, della legge n. 550 del 1995, a seguito della nuova disciplina dell'orario di servizio articolato in cinque giorni lavorativi (cosiddetta settimana corta), di cui alla legge n. 724 del 1994. Con la medesima disposizione i provvedimenti in materia sono stati demandati alla contrattazione tra amministrazioni e organizzazioni sindacali, fatta salva l'adozione, per il personale non contrattualizzato, di specifici provvedimenti di recepimento normativo.
Per il personale della polizia di Stato, tale modalità di vettovagliamento è stata introdotta dall'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 16 marzo 1999, n. 254, di recepimento del «contratto» relativo al quadriennio normativo 1998/2001 ed al biennio economico 1998/99.
La citata disposizione ha, peraltro, subordinato la concessione del buono-pasto alle ipotesi in cui non sia possibile assicurare presso l'organismo interessato o presso altro ufficio o reparto della stessa sede, direttamente o mediante appalti, il funzionamento della mensa obbligatoria di servizio.
Il personale in servizio presso l'ispettorato di pubblica sicurezza «Viminale» di Roma può contare sulla mensa di servizio ubicata presso la struttura di via Castro Pretorio, poco distante dalla sede del dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno. Il restante personale dell'ispettorato, che presta servizio di vigilanza presso altre sedi distaccate e per il quale non si rende possibile la fruizione di una mensa di servizio, fruisce di ristorazione in convenzione.
Occorre, peraltro, osservare che la disciplina vigente in materia deriva da norme contrattuali definite, in accordo con le principali sigle sindacali, mediante gli strumenti della concertazione e sulla base delle istanze rappresentate in sede negoziale, ovviamente nell'ambito delle risorse stanziate per i rinnovi contrattuali.
Per quanto riguarda il parere reso dal ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, richiamato dall'interrogante, si precisa che il citato dicastero, in risposta ad un quesito formulato a suo tempo dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha chiarito soltanto a quale amministrazione deve farsi risalire la competenza all'eventuale rilascio dei «tickets».
Per completezza, si soggiunge che l'ultimo «contratto», approvato con decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164, all'articolo 37 si è limitato a fissare l'importo del buono pasto giornaliero nella misura di euro 4,65.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
Roberto Cardinali, 28 anni, di Pesaro, è stato arrestato per «droga» a Caracas circa 18 mesi orsono;
il reato di cui si è macchiato resta comunque grave;
il giovane Cardinali però sta vivendo condizioni così drammatiche nel carcere di Caracas tali da fargli rischiare la vita;
la comunità pesarese ed i familiari del giovane hanno lanciato un disperato appello per salvare la vita di Roberto Cardinali;
l'Associazione marchigiani in Venezuela e don Aldo Fonti, missionario che vive in Venezuela, si stanno attivando con le autorità Venezuelane affinché venga garantito un giusto processo e vengano garantite opportune condizioni di vita per il giovane arrestato -:
quali interventi diplomatici e politici il Governo intenda porre in essere per garantire migliori e adeguate condizioni di vita al giovane Cardinali;
se il Governo italiano intenda chiedere garanzie al governo venezuelano per evitare maltrattamenti in carcere e garantire un'effettiva assistenza sanitaria a Roberto Cardinali;
se il Governo intenda intraprendere efficaci azioni diplomatiche per garantire un giusto trasferimento del detenuto in Italia, nelle more dell'entrata in vigore del provvedimento che consente al Venezuela di aderire alla convenzione internazionale sull'estradizione.
(4-06204)
Trasferito nella prigione Los Teques, è stato periodicamente e regolarmente visitato, sia dal console onorario a Los Teques, sia da funzionari del consolato generale a Caracas. Già in precarie condizioni di salute, il signor Cardinali è stato sottoposto nell'ottobre 2002 ad intervento chirurgico, a cura ed a spese del consolato. Le visite sono proseguite nei primi mesi del 2003, in particolare il 15 aprile ed il 6 maggio, per fornirgli sostegno economico e per sottoporlo a controllo medico, che ha attestato uno stato fisico soddisfacente. Compatibilmente con le drammatiche condizioni di detenzione delle carceri venezuelane, il consolato generale a Caracas, coadiuvato dal console onorario di Los Teques, ha quindi fornito al Cardinali ogni possibile assistenza, destinandogli un aiuto economico più cospicuo per l'anno in corso.
Per quanto riguarda il problema di ordine più generale, della precarietà del sistema carcerario venezuelano, l'adesione del Venezuela alla convenzione di Strasburgo sul trasferimento dei detenuti del 21 marzo 1983 - che sarà operativa a breve - dovrebbe consentire ai connazionali detenuti in quel Paese di richiedere di espiare in Italia la parte restante della pena inflitta dai tribunali venezuelani.
L'importante risultato dell'adesione alla citata convenzione è stato raggiunto anche grazie ai passi intrapresi dall'ambasciata d'Italia a Caracas, d'intesa con le altre rappresentanze comunitarie che affrontano simili problemi.
L'ambasciata d'Italia a Caracas sta ora svolgendo un'accurata indagine ricognitiva dei potenziali destinatari del provvedimento, al fine di concordare con quel ministero degli esteri i dettagli della fase iniziale di applicazione della convenzione.
Inoltre, i consolati in Venezuela, con l'ausilio dei consoli onorari e di volontari appartenenti ad associazioni religiose e non, incontrano costantemente i connazionali detenuti, fornendo loro assistenza economica e soprattutto sanitaria, attraverso i medici di fiducia delle sedi stesse.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
mediante il servizio Entratel possono ora effettuarsi, solo per via telematica, le comunicazioni dei dati relativi agli investimenti nelle aree svantaggiate;
per l'ultimo esercizio, tali comunicazioni potevano effettuarsi esclusivamente nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2003 e il 28 febbraio 2003, a pena di decadenza dai benefici nonché irrogazione di sanzioni;
l'invio on-line poteva avvenire solo a partire dal 19 febbraio 2003, visto che il prodotto informatico «CREDINVEST», scaricabile dal sito dell'agenzia delle entrate, era disponibile solo da tale data;
il programma di cui sopra andava installato, nonché studiato per osservare le istruzioni per la compilazione dei relativi moduli il che ha determinato un prolungamento dei tempi tecnici;
in questo brevissimo lasso di tempo è impossibile osservare le scadenze previste -:
se non intenda adottare iniziative normative volte ad introdurre una forma
(4-05749)
Al riguardo, l'agenzia delle entrate ha rappresentato che il supporto informatico per la trasmissione dei dati da parte dei soggetti che hanno conseguito il diritto al contributo anteriormente alla data dell'8 luglio 2002 è denominato «REPORT 388» e che lo stesso è stato reso disponibile sul sito della stessa Agenzia a partire dal 30 gennaio 2003.
Il prodotto informatico «CREDINVEST», cui si fa riferimento nell'interrogazione in esame, è, invece, utilizzabile ai fini della trasmissione all'agenzia delle entrate delle istanze di rinnovo (Mod. RTS) per l'attribuzione del credito d'imposta relativo agli investimenti nelle aree svantaggiate, previste dall'articolo 62, comma 1, lettera e) della legge 27 dicembre 2002, n. 289.
Per quanto concerne la proposta di sanatoria in relazione alle previste sanzioni, la medesima agenzia delle entrate ha fatto presente che il citato articolo 62, comma 1, lettera a), della legge n. 289 del 2002, ha previsto, quale sanzione per il mancato invio dei modelli di comunicazione, la decadenza dal contributo conseguito automaticamente.
Ne consegue che, secondo la citata agenzia, l'eventuale sanatoria della sanzione non potrebbe che consistere nella riammissione al beneficio stesso, con la conseguente riapertura dei termini per l'invio dei dati relativi agli investimenti effettuati.
Ciò comporterebbe inevitabilmente una modifica della misura massima di utilizzo del contributo, peraltro già determinata con decreto del ministero dell'economia e delle finanze del 6 settembre 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - serie generale - dell'8 aprile 2003, in base al rapporto tra lo stanziamento in bilancio e l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta maturati, risultanti dalle predette comunicazioni inviate entro il 28 febbraio 2003.
Ne deriva, pertanto, che sulla questione prospettata non è possibile alcun intervento normativo nel senso auspicato dall'interrogante.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.
il giorno 5 giugno 2002, il cittadino italiano Andrea Cafiero, nato a Torrita Tiberina (Roma) il 29 agosto 1963, veniva tratto in arresto negli Usa, a Boston a causa di una lite provocata dallo stesso Cafiero con un altro passeggero durante un volo della Compagnia aerea Air Europe sulla tratta Città del Messico-Roma, lite che aveva portato il comandante dell'aeromobile ad un atterraggio di emergenza in territorio statunitense;
giunto in aeroporto il Cafiero veniva trovato dagli agenti dell'FBI in possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente e, di conseguenza, veniva tratto in arresto mentre la Corte del Massachussets apriva un procedimento nei suoi confronti;
il 28 gennaio del 2003, il procedimento si concludeva con sentenza di proscioglimento totale;
malgrado ciò il signor Cafiero veniva trattenuto in carcere, inizialmente in attesa di probabile appello da parte della procura federale di Boston ed in seguito in quanto considerato clandestino e per tale ragione affidato all'Autorità dell'immigrazione statunitense;
ad Andrea Cafiero che pertanto, pur assolto risulta trattenuto senza motivo
Cafiero, su consiglio del legale americano, non ha accettato tale proposta;
a seguito di ciò il 6 giugno del 2003, veniva formalizzata la nuova imputazione davanti alla United District Court del Massachussets;
si evince dalla narrazione dei fatti che è assente ogni concreto e logico fondamento che giustifichi l'accanimento con il quale le Autorità giudiziarie statunitensi stanno trattando la vicenda del signor Cafiero, lo ricordiamo, assolto pienamente dall'imputazione contestatagli ma trattenuto in carcere di massima sicurezza da oltre un anno;
il 5 settembre 2003, si terrà l'udienza relativa al nuovo capo di imputazione -:
se non ritengano opportuno attivarsi presso le competenti Autorità statunitensi per sottoporre la vicenda del signor Cafiero e sottolineare come non vi sia, in relazione all'ormai prossimo processo fissato per il 5 settembre, competenza da parte delle Autorità Giudiziarie statunitensi;
se non ritengano ugualmente opportuno attivarsi presso le Autorità competenti statunitensi per far riconoscere il diritto del signor Cafiero ad interrompere l'immotivata detenzione e rientrare in Italia.
(4-07280)
Il signor Cafiero ha nel contempo rifiutato l'offerta di «patteggiamento» rivoltagli dal District Attorney («plea bargain») di riconoscersi colpevole del reato d'interferenza con l'equipaggio di un volo di linea, che prevede una condanna ad una pena pari al periodo di detenzione già trascorso, la liberazione immediata e l'espulsione dagli Stati Uniti. Tale posizione viene attualmente mantenuta dal nostro connazionale.
Va precisato, a fronte di quanto segnalato dall'interrogante, che il carcere dove il signor Cafiero è detenuto non è un istituto di massima sicurezza, bensì una «State Facility» con condizioni di detenzione meno dure delle «maximum security prisons». Non risulta inoltre che l'interessato abbia avanzato lamentele relativamente alle condizioni di detenzione.
L'avvocato difensore del signor Cafiero segue la vicenda con impegno e competenza e risulta godere della fiducia del suo assistito. Il consolato generale a Boston, il cui personale ha presenziato alle udienze relative al caso, continua a fornire al connazionale la massima assistenza - nel rispetto dell'iter giudiziario in corso - mantenendosi in costante contatto con l'interessato ed i suoi familiari in Italia, oltre che con lo stesso avvocato.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
(4-05404)
Occorre premettere che, con la sentenza n. 360 del 12 dicembre 1994, la corte di cassazione - 1a sezione penale aveva escluso che l'attività diretta a segnalare la presenza di rilevatori di velocità potesse configurarsi quale istigazione a delinquere (articolo 414 del codice penale), o istigazione a disobbedire alle leggi (articolo 415 del codice penale), in quanto le norme del codice della strada hanno in generale natura amministrativa; in particolare, le disposizioni in materia di rispetto dei limiti di velocità non attengono alla tutela dell'ordine pubblico.
La corte aveva, quindi, rimesso al legislatore l'eventuale incriminazione dei comportamenti relativi alla commercializzazione e all'uso di tali strumenti.
La legge 7 dicembre 1999, n. 472, recante interventi nel settore trasporti, ha introdotto specifiche sanzioni amministrative, ivi compresa la confisca, a carico di chi produce, commercializza ed usa dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalino la presenza e consentano la localizzazione delle apparecchiature di rilevamento della velocità utilizzate dagli organi di polizia stradale.
Il compartimento della polizia stradale di Milano ha denunciato, nel febbraio 2002, i titolari della società che commercializzava il cosiddetto «Pulsar Stealth Car», strumento che, mediante l'emissione di rapidissimi lampeggi computerizzati di led all'infrarosso, interferisce con il sistema di misurazione del «Telelaser», causando l'annullamento della procedura di rilevazione della velocità.
L'autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo delle apparecchiature e, nell'aprile 2003, ha condannato, con rito abbreviato, gli imputati per i reati di istigazione a delinquere (articolo 414 codice penale) e di concorso di più persone nel reato (articolo 110 codice penale) in relazione all'articolo 340 del codice penale concernente l'interruzione di un ufficio pubblico o di un servizio di pubblica necessità. Nello stesso tempo ha disposto la confisca e la distruzione dei prodotti sequestrati.
Nel dispositivo della sentenza è stato posto in luce il fatto che la pubblicizzazione, anche tramite internet, del dispositivo configura il reato di istigazione a commettere il reato di interruzione di pubblico servizio, costituito dal rilevamento delle infrazioni del codice della strada relative al superamento dei limiti di velocità.
In passato, la polizia stradale aveva denunciato all'autorita del garante della concorrenza e del mercato uno spot pubblicitaria del dispositivo «Antiautovelox».
Il garante, peraltro, aveva archiviato il caso, non ravvisando violazioni delle regole sulla pubblicità fissate dal decreto legislativa n. 74 del 1992: il messaggio pubblicitaria non era ritenuto ingannevole, né mendace con riferimento al «prodotto» reclamizzato, in considerazione del fatto che i pericoli connessi ad una guida veloce risultano ben noti ai consumatori alla luce della comune esperienza e delle regole del codice della strada.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
tre colpi di pistola, a scopo intimidatorio, sono stati esplosi nella notte tra mercoledì 9 aprile e giovedì 10 aprile 2003 contro l'autovettura del segretario generale comprensoriale della Filt-Cgil di Gioia Tauro, Salvatore La Rocca;
l'auto del sindacalista era parcheggiata in un cortile antistante la sua abitazione e l'atto intimidatorio ha assunto
le indagini fin d'ora condotte non sembra abbiano appurato la matrice dell'attentato o raccolto indizi significativi;
il preoccupante episodio, ad avviso degli interroganti appare quindi teso a intimorire il lavoro di quanti nel sindacato sono impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata, in difesa della legalità, la moralizzazione e la trasparenza della vita pubblica, in un territorio sul quale grava una forte ipoteca delle cosche mafiose per imporre il loro controllo sulle attività produttive così come è stato rilevato anche dalla Commissione antimafia negli incontri che ha recentemente avuto a Reggio Calabria;
gli interroganti auspicano che i responsabili di tale episodio vengano rapidamente assicurati alla giustizia -:
come il Ministro giudichi il grave episodio e il significato che esso assume in un contesto più generale e quali misure intenda adottare per garantire la sicurezza a tutti coloro che, come Salvatore La Rocca sono esposti nella lotta contro la criminalità organizzata.
(4-06052)
L'episodio delittuoso è stato denunciato presso il locale commissariato, che ha informato l'autorità giudiziaria di Palmi.
Le indagini sono state indirizzate verso l'attività sindacale esercitata dalla vittima, con riferimento ad alcune vertenze, particolarmente delicate, tra cui la messa in mobilità di 29 operai di una cooperativa di lavori portuali ed una contrattazione di secondo livello di una ditta locale di autoservizi.
Nei confronti del dirigente sindacale è stata disposta la misura di protezione della vigilanza generica radiocollegata.
Nell'ambito della provincia, in generale, il fenomeno degli atti intimidatori in danno di personalità esercitanti pubbliche funzioni ha fatto registrare, effettivamente, una recrudescenza. Nei primi sei mesi del corrente anno sono stati registrati 32 episodi delittuosi in danno di amministratori locali, consistenti in 21 attentati di varia natura (dinamitardi, incendiari, a mano armata o altro), 2 danneggiamenti e 9 atti intimidatori mediante minacce.
Analogo trend, peraltro, si registra nelle altre province calabresi, dove gli atti intimidatori ammontano complessivamente, nello stesso periodo, a sessanta episodi delittuosi denunciati, dei quali, oltre ai trentadue casi descritti per la sola provincia di Reggio Calabria, sette nella provincia di Vibo Valentia, quattordici in quella di Catanzaro, dodici in quella di Cosenza e due nella provincia di Crotone.
Gli organi investigativi tendono ad escludere l'esistenza di connessioni sistematiche tra i singoli episodi e forme di condizionamento delle scelte politico-economiche da parte della malavita organizzata. Alcune delle intimidazioni, i cui responsabili sono stati identificati, sono state ricondotte, prevalentemente, a forme di protesta per il mancato accoglimento di istanze amministrative o come reazioni ad atteggiamenti più rigorosi delle autorità locali.
Tuttavia, il Governo non sottovaluta il significato di tali gesti e, in generale, di tutti gli atti di vandalismo o di intimidazione ai danni di amministratori locali, di titolari di funzioni pubbliche, nonché di sedi di uffici pubblici o di partiti e forze politiche. Anche quando simili episodi non sono ascrivibili a gruppi organizzati essi sono comunque espressione di metodi violenti, che puntano a condizionare la normale dialettica democratica o il corretto svolgimento delle funzioni amministrative e che potrebbero ulteriormente degenerare in più gravi atti di intolleranza.
Occorre, peraltro, riconoscere l'obiettiva difficoltà sia di un'attività di prevenzione capace di impedire in assoluto il ripetersi di atti del genere, sia di un'attività di repressione capace di individuare in ogni caso i responsabili di gesti che non richiedono particolari capacità operative o sforzi organizzativi, né modalità e tempi di esecuzione che espongano a rischi rilevanti di essere individuati attraverso un'attività di indagine e che, infine, possono rivolgersi verso un numero assai esteso di potenziali obiettivi.
In molti casi gli episodi denunciati sono stati e vengono esaminati dai comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, appositamente ed immediatamente convocati, che spesso decidono l'adozione di misure di protezione personale commisurate all'entità del rischio obiettivamente riscontrato.
Nell'area provinciale di Reggio Calabria è stata intensificata l'attività di prevenzione e contrasto da parte delle forze di polizia, che ha condotto, nel primo semestre del corrente anno, a risultati significativi nella lotta alla criminalità, con un incremento rispetto allo stesso periodo del precedente anno delle persone arrestate per reati di vario tipo (+ 10,93 per cento) e delle persone denunciate per estorsione e reati connessi di tipo intimidatorio (+ 17,77 per cento), che rappresenta una delle tipologie criminose di più alto impatto sociale.
Il dispositivo di controllo del territorio è assicurato, per la questura, da 6 pattuglie nell'arco delle 24 ore. Ulteriori attività di pattugliamento e vigilanza vengono svolte dai commissariati distaccati nella provincia con il supporto del reparto prevenzione crimine «Calabria» che, nel corso del 2002, ha effettuato 1.469 pattugliamenti per 303 giorni complessivi e dall'Arma dei carabinieri che dispone, nella provincia, di un reparto operativo, 9 comandi compagnia, 92 Stazioni ed una sezione anticrimine. Gli operatori complessivamente impiegati, compreso il contingente della guardia di finanza, è di 4.398 unità alla data del 31 maggio uscente, con un rapporto tra numero di abitanti per singolo operatore di polizia di 127, contro la media regionale che è di 179 abitanti e quella nazionale che è di 252.
Dal 20 gennaio 2003, è stata avviata nel capoluogo la sperimentazione del servizio del «poliziotto e carabiniere di quartiere», che si colloca nel quadro delle iniziative finalizzate ad un controllo coordinato del territorio.
In ultimo, l'intensificazione delle attività investigative ha consentito alcune operazioni di particolare rilievo nell'azione di contrasto alla malavita organizzata, che nel corso del primo semestre dell'anno ha condotto alla cattura di 8 pericolosi latitanti, uno dei quali inserito nell'opuscolo dei cinquecento più pericolosi, mentre altri 6 latitanti sono stati tratti in arresto fuori del territorio provinciale, nonché un'intensificazione dell'attività di prevenzione patrimoniale, con riferimento agli interessi della malavita nel settore degli appalti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il personale della scuola è sottoposto da qualche anno ad un particolare e gravoso impegno professionale dovuto al processo di riforme che hanno coinvolto l'intero settore dell'istruzione;
a fronte del citato impegno, a tutt'oggi non è stato ancora emanato l'atto di indirizzo relativo al nuovo contratto del personale della scuola;
il personale scolastico lavora con le retribuzioni ferme al dicembre 2001, peraltro erose nel loro potere di acquisto -:
quali iniziative intenda attuare per procedere ad una soluzione rapida del rinnovo contrattuale per tutto il personale scolastico.
(4-04049)
Al riguardo si fa presente che il contratto è stato pubblicato in data 24 agosto 2003 sulla Gazzetta Ufficiale - supplemento ordinario n. 188 - e riconosce anche economicamente l'importante funzione svolta dagli insegnanti. L'accordo reca anche significativi aumenti di stipendio per il personale non docente.
Gli elementi di novità contenuti nel contratto, per quanto riguarda l'aspetto economico e non rappresentano un messaggio di incoraggiamento e di riconoscimento, in tempi di congiuntura economica sia nazionale che internazionale, rivolto ai docenti perché rafforzino fiducia nel loro lavoro in quanto i giovani hanno sempre più bisogno di docenti preparati e con un proprio ruolo sociale sempre più riconosciuto.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
sono comparse nei giorni scorsi, su alcuni giornali, notizie documentate e quindi allarmanti, sulla esistenza nella città di Torino, di basi del terrorismo internazionale -:
se il Governo confermi tali notizie;
in caso positivo, quali misure il Governo abbia adottato e intenda adottare per salvaguardare la tranquillità e la sicurezza della città di Torino.
(4-05269)
Il Misbah era ricercato anche dalle autorità di polizia del suo paese quale membro della Jihad Islamica egiziana.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso due abitazioni ed un garage di via Tonale, a Torino, furono rinvenute una mitraglietta, 4 pistole, 2 silenziatori, munizioni, nonché lingotti, oggetti preziosi ed altro materiale ritenuto interessante dagli investigatori.
L'operazione era stata avviata a seguito di una segnalazione d'intelligence, secondo la quale era giunto nella città piemontese un presunto appartenente alla Jihad Islamica egiziana con il compito di pianificare attentati contro obiettivi statunitensi.
Nel febbraio 2001, il tribunale di Torino condannò il Misbah a 18 mesi di reclusione per il reato di false generalità, non accogliendo le richieste, ben più pesanti, del pubblico ministero per i reati di concorso in detenzione e porto illegali di armi e ricettazione.
In generale, nel corso di indagini sui gruppi estremisti islamici, sempre condotte in un ampio contesto di collaborazione internazionale, è stato spesso rilevato che attivisti noti per il radicalismo delle loro posizioni gravitassero intorno a determinati centri di aggregazione religiosa torinesi.
Di fatto, tuttavia, le attività investigative condotte a Torino ed in altre città in direzione dell'integralismo islamico hanno sempre interessato singoli individui, spesso anche in associazione tra loro, senza tuttavia coinvolgere, nel loro complesso, le strutture religiose da essi frequentate.
In ogni caso, le forze dell'ordine del capoluogo piemontese svolgono una costante attività di vigilanza ed investigativa sugli ambienti islamici, luoghi di culto o centri di aggregazione di altra natura, e ciò sia sul territorio metropolitano che nella provincia, in costante contatto con gli uffici investigativi delle altre città.
Nell'ambito di tali attività, che hanno portato all'esecuzione, a Torino e provincia, di 20 perquisizioni dal 1998, sono emersi, in qualche circostanza, elementi che hanno portato all'apertura di procedimenti penali al momento pendenti dinanzi alla locale
Non vi sono elementi, comunque, per ritenere la città di Torino esposta, più di altre, al rischio di attentati o di iniziative terroristiche.
Si soggiunge che, a seguito dei tragici eventi dell'11 settembre 2001, i reparti delle forze di polizia preposti alla lotta al terrorismo, a Torino come nelle altre grandi città, sono stati rafforzati sia in termini di personale, che di mezzi ed attrezzature tecnologiche, al fine di accrescerne la capacità operativa alla luce della nuova emergenza.
Inoltre, sono state definite procedure operative volte a garantire l'immediato e costante interscambio informativo tra tutti gli uffici impegnati su questo versante.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nel Comune di Calcinato, in provincia di Brescia, è in corso l'iter per l'approvazione della Variante generale piano regolatore generale;
nella fase di presentazione delle osservazioni al progetto di piano regolatore generale adottato dal Consiglio comunale il segretario di detto comune pretendeva che le stesse fossero redatte in bollo;
gli interessati alla presentazione delle osservazioni, redatte in carta libera, gli stessi ebbero ad allegare copia della risoluzione del Ministero delle finanze del 22 febbraio 1993, prot. n. 391009 da cui emerge chiaramente che le osservazioni al piano regolatore generale dei comuni sono esenti da bollo;
il segretario comunale ha interessato al riguardo l'ufficio di Montichiari dell'Agenzia delle entrate trasmettendo allo stesso copia dei documenti concernenti le osservazioni stesse;
tale Ufficio, con nota 31 gennaio 2002, invitava lo scrivente a regolarizzare l'imposta di bollo «sull'istanza» presentata avente per «oggetto: osservazioni alla revisione del piano regolatore generale» chiedendo il pagamento dell'imposta e una pari somma quale sanzione minima;
contro la stessa veniva presentato ricorso allo stesso Ufficio di Montichiari chiarendo il significato dell'istanza quale osservazioni allo strumento urbanistico di cui sopra e con esplicito richiamo alla risoluzione ministeriale;
il direttore dell'Ufficio di Montichiari dell'Agenzia delle entrate con provvedimento del 5 marzo 2002, ebbe a respingere il ricorso stesso e che contro tale provvedimento è stato inoltrato ricorso alla Commissione tributaria di 1 grado;
le osservazioni agli strumenti urbanistici sono considerate dalla legislazione un istituto della partecipazione popolare, un istituto fondamentale che trova protezione ovunque (leggi, statuti) a motivo del quale evidentemente la risoluzione ministeriale ben ha fatto a definirne la esenzione dall'imposta di bollo;
ai fini dell'esenzione dall'imposta è necessario esaminare il contenuto e lo scopo del documento, e non già un'eventuale inadeguata indicazione a chiusura dell'osservazione stessa: «In attesa di cortese riscontro porgiamo distinti saluti» o qualsiasi altra dicitura o contenuto che non può modificare la procedura legislativamente prevista, né far passare una osservazione allo strumento urbanistico come evidenziato sia nell'oggetto sia nel contenuto quale istanza ma, semmai, come richiesta che l'osservazione stessa venga esaminata dal Consiglio comunale, il solo deputato a farlo, mediante finale pronuncia deliberativa -:
quale sia le posizione del Ministro dell'economia delle finanze circa la questione esposta in premessa e se non ritenga opportuno che per fattispecie interessante la generalità dei comuni siano emanate precise disposizioni in materia;
se il Ministro dell'interno, nell'intento di esaltare l'istituto della partecipazione popolare, non intenda richiamare l'attenzione dei sindaci affinché non si abbiano ad attuare artificiose difficoltà nell'attuazione dell'istituto della partecipazione popolare.
(4-02803)
Detta risoluzione esenta dall'imposta di bollo le «osservazioni» al piano regolatore generale in quanto lo scritto redatto dal soggetto interessato non può essere ricondotto nella nozione di istanza per la quale, secondo l'articolo 7, quarto comma della legge 8 giugno 1990, n. 142, e ai sensi dell'articolo 3 della tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, è dovuta l'imposta di bollo.
Infatti, «le osservazioni in questione non sono finalizzate ad ottenere una pronuncia di un organo della pubblica amministrazione, ma si sostanziano in una mera considerazione critica tesa ad esprimere un giudizio su un determinato aspetto tecnico-giuridico del piano regolatore generale; giudizio che è diretto agli organi competenti anche ad un fine che, astrattamente, può essere di collaborazione per il buon andamento dell'attività amministrativa».
Sul punto, inoltre, l'agenzia delle entrate ha fatto presente di aver emanato la risoluzione n. 76/E del 31 marzo 2003, indirizzata anche all'associazione nazionale comuni italiani, con la quale sono state confermate le istruzioni fornite con la precedente risoluzione del 22 febbraio 1993.
Con tale documento, la citata agenzia ha ribadito che «le osservazioni, indipendentemente dal numero dei soggetti che le propone, non sono istanze bensì apporti collaborativi che il comune deve considerare, accogliere anche parzialmente, o rigettare, per l'individuazione delle scelte urbanistiche più confacenti all'interesse pubblico e giungere, quindi, alla definitiva approvazione del piano».
Pertanto, l'agenzia delle entrate ritiene che «l'imposta di bollo sulle osservazioni... non è dovuta fin dall'origine perché le stesse non sono riconducibili alle istanze... dirette agli organi... dei comuni... tendenti ad ottenere l'emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati..., di cui all'articolo 3 della tariffa annessa al Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642».
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.
l'eccessiva durata del tempo necessario all'espletamento delle istanze di regolarizzazione dei lavoratori stranieri che hanno presentato domanda presso le prefetture italiane ai sensi della legge n. 189 del 30 luglio 2002, sta determinando una situazione di grave disagio, causata dall'incertezza e dalla precarietà in cui essi si vengono a trovare, con conseguenti disfunzioni anche nei confronti degli istituti previdenziali;
alla sola prefettura di Roma sono pervenute più di 107.000 domande di regolarizzazione delle quali, finora, sembra ne siano state trattate solo poche centinaia;
il lungo periodo di attesa è caratterizzato da gravi limitazioni per il lavoratore straniero quali l'impossibilità di lasciare il territorio italiano, nonché di instaurare, in caso di licenziamento o dismissioni, un nuovo rapporto di lavoro regolare, eventi che, tra le altre cose, possono anche comportare la perdita dell'alloggio e alimentare la richiesta di lavoro nero -:
quali atti abbiano intrapreso o intendano intraprendere per far sì che le prefetture
(4-05389)
Il flusso di domande, come è noto, si è rivelato di gran lunga superiore alle previsioni, superando le 700 mila unità, mettendo a dura prova gli uffici deputati all'opera di regolarizzazione.
L'avvio delle procedure è stato, infatti, un po' lento e laborioso anche a causa dell'autocompilazione degli stampati dove sono emersi una serie di inconvenienti riconducibili alla gestione del sistema elettronico di lettura ottica che pur basandosi su tecnologie di elevata qualità ed affidabilità, inizialmente ha registrato difficoltà di lettura dovute alla complessità dei caratteri stranieri trascritti manualmente nei moduli di regolarizzazione presentati dagli extracomunitari.
Dopo aver superato la prima fase di assestamento, oggi il sistema di regolarizzazione funziona speditamente grazie anche all'utilizzo di strumenti informatici che consentono ora alle questure di abbreviare i tempi per gli accertamenti di polizia e alle prefetture-UTG di effettuare le convocazioni attraverso collegamenti telematici.
Si è in grado di seguire in tempo reale gli spostamenti di ogni pratica che è fornita di un codice a barre stampato sul cedolino della raccomandata, ne costituisce ricevuta, resta nella disponibilità dell'extracomunitario e grazie ad esso il cittadino straniero evita l'espulsione.
Il Governo, inoltre, si è impegnato ad esaminare l'intero carico di domande entro il corrente anno 2003 e, a tal proposito, per ovviare alla straordinaria necessità, è stata emanata l'ordinanza n. 3262 del 31 gennaio 2002 con la quale il Presidente del Consiglio dei ministri ha autorizzato l'assunzione di 1250 lavoratori interinali, di cui 900 destinati ad essere inseriti negli organici del ministero dell'Interno e distribuiti fra prefetture e questure, mentre 350 unità, destinate al ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono state collocate presso gli sportelli dove è presente tale ministero.
Si sottolinea che per la prima volta in Italia si sta compiendo una profonda e completa opera di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, non una semplice sanatoria, come è avvenuto in passato, passando così da una fase di cronica emergenza al definitivo inserimento dei cittadini extracomunitari nel tessuto lavorativo e produttivo del nostro Paese.
In particolare per quanto riguarda la provincia di Roma sono giunte 108.337 domande di legalizzazione e, a fronte dell'elevato numero di istanze, si è provveduto ad aprire, nei mesi di febbraio e marzo 2003, presso le sedi INPS dei quartieri a più alta densità abitativa (Aurelio, Montesacro, Tiburtino, Casilino-Prenestino, Flaminio, Monteverde e Tuscolano), altrettanti sportelli polifunzionali.
A tal fine, sempre nel mese di marzo 2003 è stato attivato un ulteriore sportello a palazzo Valentini, altri due nuovi sportelli a via dell'Amba Aradam e infine, un nuovo sportello è stato aperto presso la sede Inps di piazza Augusto Imperatore.
Presso la prefettura-ufficio territoriale del Governo di Roma sono stati assegnati 60 lavoratori interinali che attualmente lavorano su 16 postazioni. Dal 24 maggio 2003, si aggiungeranno altri 17 sportelli di cui 7 sportelli anche con apertura pomeridiana e, dal mese di luglio saranno resi operativi 26 sportelli di cui 17 aperti il pomeriggio.
La media giornaliera fino al 24 maggio è stata di 600 convocazioni e di 300 contratti al giorno.
Dal 24 maggio 2003 si è passati ad una media di 500 contratti al giorno mantenendo invariato il numero delle convocazioni,
È inoltre allo studio, d'intesa con l'amministrazione delle poste, la possibilità di aprire ulteriori sportelli polifunzionali, per accelerare e facilitare le procedure di regolarizzazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
i sindaci di Cervia, Cesenatico, Bellaria, Gatteo, S. Mauro Pascoli, Riccione e Cattolica, fortemente preoccupati delle notizie frammentarie e confuse che continuano a pervenire da organi centrali e periferici dello Stato inerenti la paventata non istituzione dei commissariati estivi della Polizia di Stato hanno richiesto al Ministro interrogato un urgente incontro:
le suddette località nel periodo estivo contano decine di milioni di presenze e rappresentano uno dei punti più alti dell'offerta turistica italiana;
la presenza dei commissariati estivi negli ultimi 20 anni ha sempre rappresentato un punto di riferimento essenziale ed ha garantito un contenimento dei fenomeni malavitosi emergenti e un normale svolgimento delle attività turistiche -:
quali iniziative si intendano prendere al fine di confermare la presenza dei commissariati estivi nelle suddette località balneari, anche perché una diversa decisione alla vigilia del periodo estivo creerebbe notevoli difficoltà anche organizzative.
(4-06431)
In linea generale, la pianificazione messa a punto è stata ispirata a criteri volti ad agevolare le capacità di coordinamento delle forze sul territorio, valorizzando nella maggiore misura possibile le potenzialità operative delle aliquote di personale assegnate.
Alla stregua di tale criterio, si è ritenuto di non ripristinare, salvo giustificate eccezioni, i posti stagionali della polizia di Stato laddove già esistono presidi dell'Arma dei carabinieri, preferendo assegnare personale direttamente alle questure interessate, allo scopo di rendere massimo l'impiego dei rinforzi nelle attività di prevenzione, evitando di immobilizzarne una parte per compiti, altrimenti necessari, di supporto logistico (vigilanza degli uffici, attività amministrative, ecc.).
Per quanto riguarda le province della costa emiliana e romagnola, la pianificazione definita ha previsto, nel complesso, un potenziamento delle forze di polizia più marcato rispetto all'anno precedente, in un arco temporale più esteso, dal 23 giugno al 15 settembre.
Per quanto riguarda la provincia di Rimini, sono state assegnate, complessivamente per le tre forze di polizia, 178 unità aggiuntive di personale nel mese di giugno 2003 (nel 2002 ne erano state previste 130), 294 nel mese di luglio 2003 (nel 2002 ne erano state assegnate 210), 359 nel mese di agosto 2003 (nel 2002 ne erano state assegnate 280) e 315 nel mese di settembre 2003 (nel 2002 ne erano state assegnate 200).
Inoltre, considerata la particolarità di alcune realtà locali, sono stati istituiti anche quest'anno, in deroga al principio cui si è fatto cenno in tema di posti stagionali della Polizia di Stato, i presidi temporanei di Riccione e di Bellaria-Igea Marina per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, nonché il posto temporaneo di polizia ferroviaria di Riccione, per lo stesso periodo.
Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, le unità aggiuntive assegnate alle tre Forze di polizia sono state 34 nel
Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, le unità aggiuntive assegnate alle tre Forze di Polizia sono state 42 nel mese di giugno (nel 2002 erano state 25, ossia 17 in meno), 57 nel mese di luglio (erano state 56), 57 nel mese di agosto (erano state 76) e 47 nel mese di settembre (erano state 60); inoltre, è stato istituito, anche in questo caso per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, il posto di polizia temporaneo di Pinarella di Cervia.
Ai rinforzi di personale va aggiunto il potenziamento delle dotazioni e delle attrezzature, in particolare autovetture, mezzi fuoristrada e camper.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nelle notti fra il 16 e il 18 marzo 2003, due sedi di Alleanza Nazionale in provincia di Pisa, a Capannoli e a Calci, sono state oggetto di attentati che hanno provocato il danneggiamento delle porte di ingresso alle suddette sedi e anche a materiali e arredi all'interno delle stesse;
tali attentati hanno provocato un giustificato allarme nella popolazione civile, e suscitato un'unanime condanna da parte di istituzioni e di forze politiche;
la città di Pisa nei mesi scorsi è stata teatro di azioni simili che hanno avuto come vittime sindacati e stampa (attentato sede Cisl e de Il Tirreno) fra le quali è opportuno segnalare le minacce e la bomba carta recapitata alla residenza del sindaco di Pisa Paolo Fontanelli, episodi analoghi per alcune sedi di partito, muri del centro città con scritte eversive e che incitano all'insurrezione, volantini che teorizzano forme di azioni armate e che si richiamano alle Brigate Rosse, aggressioni nei confronti delle sedi di società anche fuori Pisa e ad agenzie di lavoro interinale, ed infine, ultimo ma non meno importante, minacce anonime rivolte alla locale Camera del Lavoro;
le forze dell'ordine devono trovare risposte a livello di misure preventive e di indagine tali da impedire ulteriori degenerazioni delle azioni di stampo terroristico oltre che nel livello di apprensione dei cittadini;
tali episodi, per l'eterogeneità degli obiettivi e per la continuità dimostrata nel tempo, colpiscono tutta la comunità nelle sua interezza che come tale deve rispondere con il massimo della compattezza istituzionale e politica -:
cosa si intenda fare per aumentare o rafforzare le misure di sicurezza, le azioni di prevenzione e soprattutto per l'approfondimento e l'affinamento delle capacità e potenzialità di indagine da parte della magistratura e degli organi di polizia, per scongiurare il ripetersi di simili eventi, tenendo presente l'esigenza di assicurare una rete di protezione più fitta per i cosiddetti obiettivi sensibili, autorità, partiti, sindacati;
come si intendano aumentare le attualmente insufficienti misure di sicurezza senza intaccare le fondamentali libertà di associazione, partecipazione all'attività politica e sindacale e rispettando la privacy di militanti ed iscritti.
(4-05807)
La notte del 20 marzo un ordigno analogo è stato fatto esplodere davanti all'ingresso della sede dello stesso partito di Calci, pure in provincia di Pisa, anche in
Gli inquirenti non hanno dubbi sulla matrice estremista o inarco-insurrezionalista dei due attentati.
Negli stessi giorni, episodi analoghi sono avvenuti anche in altre città toscane: a Carrara, per tre notti consecutive, a partire dal 16 marzo, presso la sede locale di Alleanza nazionale, ubicata nel centro cittadino, sono state tracciate scritte intimidatorie e simboli anarchici ed è stato rinvenuto, la mattina del 19, un involucro di cartone dal quale fuoriuscivano fili elettrici, poi risultato del tutto innocuo; nel pomeriggio del 17 marzo, a Massa, un gruppo di circa 20 giovani, col volto coperto, è penetrato all'interno della sede del movimento giovanile dello stesso Partito, devastandola.
L'attentato alla sede CISL di Pisa è invece avvenuto il 5 settembre del 2002 (ignoti, penetrati nella sede dopo aver forzato una finestra, appiccarono il fuoco in due locali) mentre la redazione pisana de Il Tirreno fu devastata da ignoti il 18 marzo dello stesso anno.
A tali atti vanno aggiunti, nel comune capoluogo, una serie di episodi ulteriori che, nel corso dell'ultimo biennio, hanno colpito obiettivi istituzionali, sindacali, politici, agenzie di lavoro interinale, organi di stampa.
Non risultano, invece, né le minacce anonime alla camera del lavoro pisana, né il recapito di una bomba-carta al sindaco, che peraltro è stato oggetto, nel 2001, di scritte offensive sui muri prossimi alla sua abitazione.
Gli episodi avvenuti hanno avuto, quasi sempre, carattere soprattutto dimostrativo e simbolico ed hanno prodotto danni materiali limitati.
Tuttavia, le autorità di pubblica sicurezza della provincia non ne sottovalutano il significato e la portata, anche perché tali gesti denotano la presenza, nel pisano, di gruppi organizzati dediti ad atti violenti, suscettibili di degenerare in atti di intolleranza ancor più gravi e comunque tali da incidere sulla sicurezza generale, con il fine di interferire nella normale dialettica democratica della comunità locale.
Vi è perciò una particolare attenzione sulle attività dei circoli dell'anarco-insurrezionalismo e dell'antagonismo estremista pisano, verso i quali sono principalmente rivolte anche le indagini, tuttora in corso, sugli episodi cui si è fatto cenno; tra l'altro, considerate le analogie che legano i vari eventi, le stesse indagini sono strettamente connesse, sotto il coordinamento della locale procura della Repubblica.
Del resto, nell'aprile dello scorso anno, due anarchici appartenenti ad un circolo pisano sono stati arrestati dalla Digos mentre affiggevano volantini che rivendicavano alcuni danneggiamenti commessi in quella provincia.
Sul piano della prevenzione, sono stati a più riprese adeguati, in sede di riunioni del comitato di coordinamento tecnico delle forze di polizia della provincia, i servizi di vigilanza sui possibili obiettivi di azioni vandaliche di questi gruppi, tra i quali sedi istituzionali, di partiti e di movimenti politici, di organizzazioni sindacali e di organi di stampa.
Occorre, però, riconoscere l'obiettiva impossibilità sia di un'attività di prevenzione capace di impedire in assoluto il ripetersi di atti del genere, sia di un'attività di repressione capace di individuare in ogni caso i responsabili di gesti che non richiedono particolari capacità operative o sforzi organizzativi, né modalità e tempi di esecuzione che espongano a rischi rilevanti di essere individuati attraverso un'attività di indagine e che, infine, possono rivolgersi verso un numero molto alto di potenziali obiettivi.
In argomento, si soggiunge che proprio al profilarsi di una nuova e più intensa fase di conflittualità, il ministero dell'interno ha tempestivamente diramato, lo stesso mese di marzo, specifiche direttive alle questure, affinché fosse particolarmente curata l'attività investigativa ed informativa, nonché di prevenzione di tutte le attività e le iniziative di gruppi e movimenti di ogni estrazione politica che avrebbero potuto e potrebbero dare luogo ad azioni violente, al
Inoltre, i questori sono stati invitati ad elevare ai massimi livelli le misure di vigilanza presso le sedi dei partiti e organizzazioni politiche che siano stati oggetto di atti di intolleranza ed intimidazione nell'ultimo periodo.
Al tempo stesso, le direttive ministeriali diramate hanno raccomandato di assicurare in ogni caso il diritto di tutti di manifestare pacificamente le proprie opinioni, improntando gli eventuali interventi delle Forze di polizia al massimo equilibrio e ricorrendo all'uso della forza nei soli casi di effettiva necessità.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
ogni anno in Italia sulle strade ci sono circa 9.000 morti, 22.000 disabili gravi e 300.000 feriti. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani tra i 15 ed i 29 anni: oltre 100.000 persone sono morte negli ultimi 30 anni in questa fascia di età. Ogni anno perdono la vita a causa di incidenti stradali 100 bambini sotto i 10 anni e 800 pedoni;
gli incidenti stradali rappresentano un gravissimo problema di sanità pubblica, di spesa sociale, di non quantificabile ed indescrivibile dolore per decine di migliaia di famiglie ogni anno;
l'Italia è in controtendenza rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea: da noi la mortalità invece di diminuire ogni anno del 5 per cento, come ci imporrebbe l'Unione europea, continua ad aumentare costantemente -:
se corrisponda al vero che in occasione del prossimo referendum, oltre alla normale richiesta di personale della polizia stradale per i servizi di scorta alle schede elettorali, servizi di collegamento e vigilanza, sia stato chiesto alle sezioni e compartimenti di molte province anche l'incremento delle aliquote di agenti della polstrada da mettere a disposizione delle questure per turni di vigilanza fissa presso le sezioni elettorali;
se corrisponda al vero che in molte zone del Paese, durante lo svolgimento del referendum, sarà quindi, quasi assente la vigilanza della polizia sulle strade per la prevenzione e la repressione delle violazioni al codice della strada;
se non ritenga sconcertante a fronte della gravità della situazione relativa all'incidentalità stradale nel nostro Paese, impiegare durante un fine settimana estivo gli agenti della polizia stradale in compiti di scorta alle schede elettorali e di vigilanza fissa all'interno o all'esterno dei seggi elettorali.
(4-06602)
Nell'ambito di tale contingente, nei giorni dal 14 al 16 giugno 2003, sono state utilizzate anche 2.069 unità della polizia stradale, nella quasi totalità in compiti, del tutto propri della specialità, di pattugliamento, collegamento e scorta al materiale elettorale; solo 72 unità della polizia stradale hanno, infatti, prestato servizio di vigilanza fissa presso sezioni elettorali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
negli scorsi anni, fino alla passata stagione balneare, al fine di garantire vigilanza e sicurezza nella stagione estiva, soprattutto in quelle località in cui il flusso turistico impone controlli più mirati e capillari, la Polizia di Stato ha dislocato
nell'ottica di rispondere sempre più puntualmente alle esigenze di vigilanza e controllo, anche temporanee, emergenti nelle diverse località turistiche, il dipartimento della pubblica sicurezza ha provveduto ad istituire 15 presidi stagionali, ordinari e di specialità, dislocati in varie zone della nostra penisola, e tra questi, e più esattamente nella sola Emilia-Romagna tra Cesena e Forlì, quelli di Bellaria, Igea Marina, Cesenatico, Riccione, ed in provincia di Ravenna, quelli di Cervia e di Milano-Marittima;
accanto a questi presidi il piano degli interventi estivi ha interessato anche il potenziamento di alcune strutture con l'invio di personale e mezzi come nel caso del commissariato distaccato di Cesena, il posto Polfer di Riccione e la Polfer e gli uffici presso gli scali marittimo ed aereo di Rimini;
le località turistiche della costa romagnola durante la stagione estiva vedono inverosimilmente aumentare il numero degli abitanti che passa dai 22.000 del periodo invernale agli oltre circa 200.000 del periodo estivo: da questa situazione ne deriva il conseguente aumento della domanda di controllo della legalità in quel territorio;
nei giorni scorsi è stata ventilata la eventualità che il dipartimento di polizia intenda raccogliere le forze per reimpiegarle nei cosiddetti punti sensibili, il tutto a scapito dei suddetti presidi stagionali che non verrebbero istituiti già dalla prossima stagione balneare;
il posto di polizia stagionale è diventato oramai parte integrante dell'offerta turistica della costa romagnola che attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti soprattutto del centro Europa (Germania, Austria, eccetera) ed una sua eventuale soppressione comporterebbe calo d'immagine e grave pregiudizio anche, e soprattutto, alle economie che ruotano attorno al settore turistico;
la mobilitazione contro la paventata soppressione dei posti fissi di polizia stagionale ha visto unite tutte le istituzioni locali, dal presidente della regione Errani che ha scritto una lettera di sconcerto e di viva preoccupazione al Ministro interrogato e con la quale ha anche richiesto che gli amministratori locali vengano in futuro tempestivamente e direttamente informati sulle decisioni del dipartimento di polizia, ai sindaci di Cervia, Cesenatico, Bellaria e Riccione, che hanno minacciato la intenzione di avviare una vertenza sul grave problema ed hanno richiesto un incontro con il sottosegretario all'interno onorevole Mantovano, fino ad oggi latitante -:
se non ritenga oramai urgente, con l'avvio della stagione turistica alle porte, un suo diretto interessamento affinché anche quest'anno, come avvenuta con successo negli anni addietro, l'intera costa romagnola venga dotata di presidi stagionali di pubblica sicurezza per far fronte alle accresciute attese di tutela di ordine pubblico che l'aumentata presenza di turisti ogni anno comporta in quelle zone.
(4-06565)
In linea generale, la pianificazione messa a punto è stata ispirata a criteri volti ad agevolare le capacità di coordinamento delle forze sul territorio, valorizzando nella maggiore misura possibile le potenzialità operative delle aliquote di personale assegnate.
Alla stregua di tale criterio, si è ritenuto di non ripristinare, salvo giustificate eccezioni, i posti stagionali della polizia di stato laddove già esistono presidi dell'arma dei carabinieri, preferendo assegnare personale
Per quanto riguarda le province della costa emiliana e romagnola, la pianificazione definita ha previsto, nel complesso, un potenziamento delle Forze di polizia più marcato rispetto all'anno precedente, in un arco temporale più esteso, dal 23 giugno al 15 settembre.
Per quanto riguarda la provincia di Rimini, sono state assegnate, complessivamente per le tre Forze di polizia, 178 unità aggiuntive di personale nel mese di giugno (nel 2002 ne erano state previste 130), 294 nel mese di luglio (nel 2002 ne erano state assegnate 210), 359 nel mese di agosto (nel 2002 ne erano state assegnate 280) e 315 nel mese di settembre (nel 2002 ne erano state assegnate 200).
Inoltre, considerata la particolarità di alcune realtà locali, sono stati istituiti anche quest'anno, in deroga al principio cui si è fatto cenno in tema di posti stagionali della polizia di Stato, i presidi temporanei di Riccione e di Bellaria-Igea Marina per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, nonché il posto temporaneo di polizia ferroviaria di Riccione, per lo stesso periodo.
Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, le unità aggiuntive assegnate alle tre forze di polizia sono state 34 nel mese di giugno (nel 2002 erano state 20, ossia 14 in meno), 39 nel mese di luglio (erano state 30), 44 nel mese di agosto (erano state 45, ossia una in più) e 39 nel mese di settembre (erano state 35); inoltre, è stato istituito, sempre per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, il posto di Polizia temporaneo di Cesenatico.
Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, le unità aggiuntive assegnate alle tre forze di Polizia sono state 42 nel mese di giugno (nel 2002 erano state 25, ossia 17 in meno), 57 nel mese di luglio (erano state 56), 57 nel mese di agosto (erano state 76) e 47 nel mese di settembre (erano state 60); inoltre, è stato istituito, anche in questo caso per il periodo dal 15 giugno al 15 settembre, il posto di Polizia temporaneo di Pinarella di Cervia.
Ai rinforzi di personale va aggiunto il potenziamento delle dotazioni e delle attrezzature, in particolare autovetture, mezzi fuoristrada e camper.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il servizio di Riabilitazione cardiologica, che ogni anno assiste 2.000 persone presso l'Ospedale Geriatrico di Padova, verrà chiuso;
insieme all'unica struttura di assistenza agli anziani presente a Padova, rischia quindi di venire a mancare un servizio utilissimo a oltre 2.000 cardiopatici;
l'allarme è stato lanciato in questi giorni dall'associazione Amici del cuore, che ritiene «un grave errore sottovalutare l'importanza di questo servizio per i cardiopatici»;
già in alcuni Comuni della Provincia di Padova il servizio è stato soppresso;
l'Usl 16 aveva assicurato l'istituzione di un nuovo servizio, sotto la direzione della Clinica Cardiologia;
risulta però molto complicato trovare spazi alternativi all'Ospedale Geriatrico e adeguati, essendo necessaria la predisposizione di una vera e propria palestra, attrezzata e dotata di macchinari per la diagnostica non cruenta e di defibrillatori;
non ci sono inoltre certezze circa il futuro lavorativo degli operatori che lavorano all'Ospedale Geriatrico -:
se ritenga che nella regione Veneto siano garantiti i livelli essenziali di assistenza, in particolare con riferimento alle patologie cardiologiche;
se il Governo non ritenga di dover rivedere le proprie strategie in materia
(4-06177)
Pertanto, si risponde ai quesiti contenuti nell'atto parlamentare in esame, sulla base degli elementi a tal fine inviati dall'ufficio territoriale di Governo di Padova, previa acquisizione presso le autorità sanitarie della regione Veneto.
«Il Servizio di Riabilitazione cardiologia è stato istituito nel settembre 1996, con lo scopo di assicurare ai pazienti cardiopatici il miglior recupero possibile dopo eventi acuti o interventi chirurgici.
L'azienda ULSS 16 di Padova ha voluto cogliere l'occasione della dismissione dell'ospedale geriatrico, prevista dalla programmazione regionale, come opportunità per migliorare i livelli di assistenza garantiti ai residenti ed in particolare agli anziani.
In tale ottica va letta la progettazione relativa al servizio riabilitazione cardiologia che prevede il suo trasferimento in locali più idonei, risultanti dalla recentissima ristrutturazione di un padiglione del complesso socio-sanitario "ai Colli".
La nuova sede presenta, secondo la dirigenza della ULSS 16, i seguenti vantaggi:
a) un edificio perfettamente a norma;
b) una collocazione al piano terra, con minori barriere architettoniche;
c) un'ampia disponibilità di parcheggi;
d) un inserimento in un sistema poliambulatoriale e di servizi più completo di quello dell'ospedale geriatrico (è previsto un ambulatorio di terapia antalgica, che potrà garantire la presenza costante di anestesisti);
e) un agevole servizio di mezzi di trasporto pubblico;
f) la vicinanza alla sede dell'associazione "Amici del cuore", che potrà fungere da punto di riferimento per l'utenza del servizio;
g) la disponibilità di un'ampia palestra attrezzata, nella quale verranno trasferite, con i necessari aggiornamenti e implementazioni, le attrezzature presenti al geriatrico.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
la signora Giuliana Zelco, nata a Visignano d'Istria, esule istriana, è di nazionalità italiana, come appare dalla carta d'identità rilasciata dal comune di Valdobbiadene in data 17 luglio 1998;
la stessa signora Zelco, nella tessera rilasciata il 24 marzo 2003 dal Servizio Sanitario Nazionale (Regione del Veneto, USL 8, Distretto 2), risulterebbe nata in Jugoslavia;
attualmente non esiste uno Stato che si chiama «Jugoslavia» e quindi la signora Zelco risulterebbe nata in una nazione che non esiste;
il rilascio di tale documento da parte dell'USL rappresenta, dunque, una irregolarità;
quello della signora Zelco non risulterebbe essere un fatto isolato, ma interesserebbe un gran numero di esuli istriani;
la «riesumazione» anche solo grafica di quel nome concorre inevitabilmente, ad
se non intenda adottare le iniziative di propria competenza per provvedere a risolvere quanto prima un problema che sembra essere unicamente di natura tecnica (programmazione dei computer).
(4-06114)
Pertanto, si risponde ai quesiti contenuti nell'atto parlamentare in esame, sulla base degli elementi a tal fine inviati all'ufficio territoriale di Governo di Venezia previa acquisizione presso le autorità sanitarie della regione Veneto.
«L'episodio segnalato nell'interrogazione è conseguente ad un'errata gestione nei documenti sanitari dell'informazione relativa al luogo di nascita, situazione rinvenibile sia nel caso di cittadini nati nei comuni italiani soppressi, sia nella situazione, evidentemente più delicata, di nascita nelle ex province italiane.
In quest'ultimo caso, in effetti, l'indicazione del codice di Stato estero in luogo del codice dell'ex comune d'Italia può essere intesa come mancato riconoscimento dell'origine italiana, suscitando disagio e incomprensione.
Peraltro, le situazioni segnalate sono imputabili a mero fatto tecnico inerente la mancata gestione sulle tabelle di supporto alla valorizzazione dei dati anagrafici dei codici relativi ai Comuni italiani soppressi ed in particolare agli ex comuni italiani.
In tal senso, si è già provveduto a richiamare l'attenzione dei responsabili dei sistemi informativi delle aziende sanitarie del Veneto, fornendo tutte le informazioni necessarie per una corretta gestione dei dati anagrafici, ed in particolare richiamando la necessità di integrare la lista dei codici ISTAT dei comuni d'Italia con i codici dei comuni soppressi definiti dall'Istituto Nazionale di statistica».
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
il 7 luglio scorso, le segretarie provinciali della CGIL e dello Spi Cgil di Catanzaro hanno denunciato il grave disagio sociale, derivante dalla soppressione di 22 Uffici Postali nella provincia di Catanzaro, che crea un forte e diffuso disagio sociale nell'ambito dell'intera provincia;
tale denuncia fa seguito a quelle precedenti della stessa Cgil e del Sindacato pensionati della Uil, secondo cui «in numerose località i lavoratori ed i pensionati sono scesi in piazza per protestare tutta la loro rabbia e la loro delusione»;
a parere dell'interrogante, l'azienda «Poste Italiane», con tale decisione, ha operato scelte, profondamente prive di qualsiasi logica e completamente avulse dal contesto sociale in cui vivono le popolazioni dei piccoli centri della provincia;
a pagare gli inevitabili ed eventuali costi societari - giustificazione oramai purtroppo classica per aziende di tale portata con cui si spiegano tagli di personale o soppressioni di sedi ed uffici - non devono essere solo ed esclusivamente gli utenti -:
se non ritenga opportuno adoperarsi, dall'alto del suo ruolo e delle sue funzioni, presso l'azienda, al fine di scongiurare la decisione suddetta, nell'interesse della popolazione dell'intera provincia, che verrebbe privata di un servizio importante ed essenziale e allo scopo di tutelare alla cittadinanza il sacrosanto diritto di poter corrispondere e ricevere corrispondenza in totale e assoluta tranquillità.
(4-06850)
Il ministero delle comunicazioni - quale autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da poste italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società poste italiane la quale, in merito alla lamentata soppressione di 22 uffici postali nella provincia di Catanzaro, ha comunicato quanto segue.
La diffusione capillare degli uffici postali sul territorio nazionale rappresenta un'importante risorsa che l'azienda è intenzionata a mantenere sia pure entro i limiti di una gestione economica equilibrata.
Il ricorso alla chiusura di un ufficio postale i cui ricavi non coprono i corrispondenti costi - secondo quanto precisato dalla società stessa - è considerata una soluzione estrema alla quale fare appello solo quando precisi strumenti e criteri di valutazione dimostrino l'impraticabilità di soluzioni alternative meno traumatiche quali l'apertura a giorni alterni, l'orario ridotto e l'applicazione di un operatore unico.
Poste italiane ha fatto presente che tali criteri si fondano sull'applicazione di parametri oggettivi alla specifica realtà territoriale quali la distanza da uffici postali viciniori, la composizione della popolazione, le potenzialità produttive ed altri.
La società poste italiane ha reso noto, inoltre, che a partire dal 2001, 16 uffici postali della provincia di Catanzaro sono stati sottoposti ad interventi di razionalizzazione con apertura a giorni alterni o comunque con ridimensionamento dell'orario giornaliero.
La medesima società ha precisato, altresì, che l'azienda effettua anche alcuni provvedimenti di razionalizzazione estiva e quindi temporanea su tutto il territorio nazionale che tengono conto sia della variazione dei volumi di traffico locale, sia della necessità di fruizione di un congruo periodo di ferie da parte del personale, cercando in ogni caso di rispettare e tutelare le esigenze della clientela.
La citata concessionaria ha, poi, evidenziato che, nella provincia in questione - nell'arco di tempo compreso tra il 1o giugno e il 30 settembre 2003 - in considerazione anche del fisiologico calo delle attività che si registrano durante il periodo estivo, ha provveduto alla riduzione dell'orario di apertura per 22 uffici postali, 11 dei quali compresi tra i 16 sopra citati.
A completamento d'informazione la società poste italiane ha assicurato che a partire dal 1o ottobre 2003, nella provincia di Catanzaro gli uffici postali torneranno ad osservare il normale orario di lavoro.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
risulta all'interrogante, anche dalle lettura di notizie diffuse su alcuni quotidiani, che negli Stati Uniti d'America, si trova attualmente detenuto in una struttura carceraria della Virginia, un giovane italiano di nome Tommaso Cerrone;
il giovane sarebbe stato arrestato presso l'aeroporto di New York ed accusato di reati legati al traffico di sostanze stupefacenti;
il Cerrone, detenuto dall'ottobre 2002, oltre a protestare la propria innocenza e l'ingiustizia dei provvedimenti
attraveso un appello pubblicato da alcuni quotidiani (in particolare, «La Repubblica», cronaca di Napoli, del 23 aprile 2003) il detenuto ha rappresentato la assenza di igiene e le condizioni di massimo degrado vissute all'interno di uno stanzone nel quale è rinchiuso insieme ad oltre trenta persone con la fruibilità, peraltro, di due soli bagni;
prescindendo dal profilo afferente il merito delle accuse e la fondatezza delle stesse, le condizioni carcerarie descritte dal detenuto si rilevano in termini di grave violazione dei diritti e sconvolgono la coscienza collettiva di qualsiasi paese civile e moderno -:
se il Ministro interrogato, accertati i fatti rappresentati dal detenuto italiano e riportati dagli organi di stampa, non ritenga necessario assumere immediate iniziative presso i competenti organi istituzionali statunitensi, finalizzate alla verifica ed alla eventuale richiesta di cessazione delle richiamate situazioni di grave degrado.
(4-06167)
Il caso è pertanto passato sotto la giurisdizione del consolato generale d'Italia a Filadelfia che, dal dicembre 2002, segue la vicenda con la massima attenzione, in stretto coordinamento con l'Ambasciata d'Italia a Washington e con il Console onorario a Norfolk.
Il signor Cerrone, imputato dei reati di associazione a delinquere, traffico di stupefacenti e spaccio di valuta falsa, è difeso dall'avvocato Cari La Mondue di Norfolk.
Il data 8 maggio 2003, il console onorario a Norfolk, come richiesto dalla famiglia Cerrone, ha effettuato, alla presenza dello stesso avvocato La Mondue, una visita consolare al connazionale detenuto. Quest'ultimo, nel corso del colloquio, si è dichiarato estraneo alla vicenda, sostenendo di esservi stato coinvolto su dichiarazione di due conoscenti occasionali.
Il console onorario ha effettuato successive visite periodiche al connazionale detenuto, con il quale è quotidianamente in contatto, per verificare le condizione degradanti di detenzione lamentate dallo stesso.
Il primo luglio 2003 è stata emessa la sentenza con cui il signor Cerrone è stato condannato a 10 anni di reclusione, al pagamento di una multa di 1.000 dollari e all'espulsione dal Paese al termine della detenzione con divieto di ritorno negli Stati Uniti per un periodo di 5 anni.
La famiglia Cerrone ha fatto sapere, con una lettera dell'8 agosto 2003, che il figlio non intende ricorrere in appello.
Il consolato generale d'Italia a Filadelfia ed il console onorario a Norfolk continueranno a seguire la vicenda giudiziaria e a fornire la massima assistenza al connazionale detenuto.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
cronache giornalistiche ci informano molto frequentemente del verificarsi nelle grandi città italiane, nel corso della notte, di pericolose e sconsiderate corse di automobili che spesso si concludono tragicamente;
dette scellerate competizioni si svolgono in prevalenza lungo le strade a
nei giorni scorsi si è appreso, dalla lettura dei quotidiani, che a Roma sul grande raccordo anulare che circonda la capitale le forze dell'ordine hanno scoperto un sistematico svolgimento di corse clandestine con cadenza settimanale;
purtroppo il preoccupante fenomeno non coinvolge soltanto la capitale ma si estende anche a molte altre città italiane ove frequentemente, ignari automobilisti e pedoni vengono tragicamente coinvolti dalle sconsiderate manovre di gara;
sempre dai resoconti di cronaca si è appreso che in alcuni casi, oltre agli irresponsabili piloti impegnati nelle gare, numerose persone accorrono ad assistere alle competizioni giungendo finanche a scommettere sugli esiti finali -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, monitorato il fenomeno denunciato, istituire anche attraverso l'installazione di strumentazioni idonee al controllo, un rafforzamento delle sorveglianze notturne in prossimità delle strade cittadine a scorrimento veloce maggiormente investite dalla degenerata attività;
quali iniziative intenda assumere, di concerto con le istituzioni localmente competenti, allo scopo di promuovere una campagna di prevenzione del preoccupante fenomeno.
(4-06749)
Il potenziamento dei controlli nelle aree ritenute più a rischio è volto sia alla individuazione degli eventuali organizzatori, che alla prevenzione delle corse attraverso una più marcata visibilità delle pattuglie in servizio di vigilanza.
Inoltre, la polizia postale e delle comunicazioni svolge un servizio continuo di monitoraggio sulla rete internet dei siti di maggiore interesse, che potrebbero essere utilizzati per pubblicizzare o addirittura per organizzare le gare.
Sul piano degli strumenti giuridici, si stanno rivelando di grande utilità le disposizioni introdotte dal decreto legislativo 15 gennaio 2002, n. 9, che ha previsto come ipotesi di reato le competizioni sportive e le gare di velocità con veicoli a motore non autorizzate (v. nuovi articoli 9 e 141 del codice della strada), punendole con rilevanti sanzioni penali, nonché con la confisca dei veicoli e la sospensione della patente dei partecipanti; in precedenza, tali condotte erano sanzionate soltanto in via amministrativa.
Sulla base delle nuove norme vengono svolti controlli frequenti e coordinati, che nel primo semestre dell'anno in corso hanno permesso l'accertamento di 523 ipotesi di reato, con la conseguente denuncia dei responsabili all'autorità giudiziaria e l'applicazione delle sanzioni accessorie previste.
Al meccanismo sanzionatorio già previsto si è aggiunto, dal 30 giugno 2003, il nuovo sistema della patente a punti che, per le ipotesi di cui si tratta, prevede la decurtazione di 10 dei 20 punti totali assegnati per ciascuno dei conducenti denunciati.
Si va inoltre estendendo il controllo delle strade più a rischio attraverso telecamere e altri apparati di video-sorveglianza, il cui utilizzo è in linea con le previsioni del codice della strada e della legge 10 agosto 2002, n. 168, recentemente modificata dal decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, le quali, in deroga al generale principio dell'obbligo di contestazione immediata, autorizzano l'accertamento remoto delle violazioni in materia di superamento dei limiti di velocità, di sorpasso e di comportamenti di guida sulla viabilità autostradale ed extraurbana principale (v., rispettivamente, gli articoli 142, 148 e 176 di detto codice).
Ovviamente, l'impiego di tali dispositivi, nei servizi di polizia stradale, è effettuato con accorgimenti e modalità che permettono il rispetto della privacy degli utenti, in ottemperanza ad un «decalogo» di prescrizioni, in ordine al loro impiego, messo a punto dal garante per la protezione dei dati personali.
Per quanto riguarda le campagne di educazione alla circolazione stradale, gli operatori della polizia stradale sono da tempo disponibili e partecipano attivamente, tutte le volte che sia loro richiesto e che sia possibile, ad iniziative di sensibilizzazione dei cittadini e dei giovani in particolare, in collaborazione con gli istituti scolastici, con le amministrazioni locali e con ministeri delle infrastrutture e trasporti e dell'istruzione, università e ricerca.
Nel corso del 2003, infine, si sono svolte la terza edizione del «Progetto Icaro», carovana itinerante della polizia stradale che ha fatto tappa in 22 province italiane, nonché la campagna di educazione stradale al seguito del giro ciclistico d'Italia per professionisti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
sono state presentate circa settecentomila domande di sanatoria per le «badanti» ai sensi della legge Bossi-Fini, di cui circa centomila a Roma;
l'istruttoria delle domande procede molto lentamente e con questa velocità ci vorranno al più di 5 anni per smaltire tutte le richieste;
la mancata risposta alla domanda di sanatoria determina una condizione di precarietà e di insicurezza nelle famiglie interessate;
non si ha la notizia di provvedimenti volti ad accelerare le procedure ed aumentare le risorse impegnate nelle attività istruttorie, anzi, a Roma sono attualmente disponibili solo 2 sportelli anziché i 12 promessi;
il Governo ha sempre annunciato il proposito di ridurre gli adempimenti burocratici per i cittadini, mentre nel caso in specie, è stata prodotta la più grande quantità di scartoffie burocratiche degli ultimi anni;
risulta particolarmente grave la lentezza delle istruttorie proprio nella città di Roma, nonostante il grande impegno profuso dal personale e dai dirigenti del Ministero -:
se non si ritenga quanto mai necessario predisporre un piano straordinario per accelerare l'esame delle domande, aumentando il personale impegnato, ottimizzando le procedure, implementando le tecnologie adeguate allo scopo;
se non si ritenga opportuno, ai sensi, della legge n. 241 del 1990 informare i cittadini interessati e l'opinione pubblica circa i tempi di espletamento delle domande.
(4-05124)
Il flusso di domande, come è noto, si è rivelato di gran lunga superiore alle previsioni, superando le 700 mila unità, mettendo a dura prova gli uffici deputati all'opera di regolarizzazione.
L'avvio delle procedure è stato, infatti, un po' lento e laborioso anche a causa dell'autocompilazione degli stampati dove sono emersi una serie di inconvenienti riconducibili alla gestione del sistema elettronico di lettura ottica che pur basandosi su tecnologie di elevata qualità ed affidabilità, inizialmente ha registrato difficoltà di lettura dovute alla complessità dei caratteri stranieri trascritti manualmente nei moduli di regolarizzazione presentati dagli extracomunitari.
Dopo aver superato la prima fase di assestamento, oggi il sistema di regolarizzazione funziona speditamente grazie anche all'utilizzo di strumenti informatici che consentono ora alle questure di abbreviare i tempi per gli accertamenti di polizia e alle prefetture-UTG di effettuare le convocazioni attraverso collegamenti telematici.
Si è in grado di seguire in tempo reale gli spostamenti di ogni pratica che è fornita di un codice a barre stampato sul cedolino della raccomandata, ne costituisce ricevuta, resta nella disponibilità dell'extracomunitario e grazie ad esso il cittadino straniero evita l'espulsione.
Il Governo, inoltre, si è impegnato ad esaminare l'intero carico di domande entro il corrente anno 2003 e, a tal proposito, per ovviare alla straordinaria necessità, è stata emanata l'ordinanza n. 3262 del 31 gennaio scorso con la quale il Presidente del Consiglio dei ministri ha autorizzato l'assunzione di 1.250 lavoratori interinali, di cui 900 destinati ad essere inseriti negli organici del ministero dell'interno e distribuiti fra prefetture e questure, mentre 350 unità, destinate al ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono state collocate presso gli sportelli dove è presente tale ministero.
Si sottolinea che per la prima volta in Italia si sta compiendo una profonda e completa opera di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, non una semplice sanatoria, come è avvenuto in passato, passando così da una fase di cronica emergenza al definitivo inserimento dei cittadini extracomunitari nel tessuto lavorativo e produttivo del nostro Paese.
In particolare per quanto riguarda la provincia di Roma sono giunte 108.337 domande di legalizzazione e, a fronte dell'elevato numero di istanze, sì è provveduto ad aprire, nei mesi di febbraio e marzo presso le sedi INPS dei quartieri a più alta densità abitativa (Aurelio, Montesacro, Tiburtino, Casilino-Prenestino, Flaminio, Monteverde e Tuscolano) altrettanti sportelli polifunzionali.
A tal fine, sempre nel mese di marzo è stato attivato un ulteriore sportello a palazzo Valentini, altri due nuovi sportelli a via dell'Amba Aradam e infine, un nuovo sportello è stato aperto presso la sede Inps di piazza Augusto Imperatore.
Presso la prefettura - ufficio territoriale del Governo di Roma sono stati assegnati 60 lavoratori interinali che attualmente lavorano su 16 postazioni. Dal 24 maggio 2003, si sono aggiunti altri 17 sportelli di cui 7 sportelli anche con apertura pomeridiana e, dal mese di luglio saranno resi operativi 26 sportelli di cui 17 aperti il pomeriggio.
La media giornaliera fino al 24 maggio è stata di 600 convocazioni e di 300 contratti al giorno.
Dal 24 maggio si è passati ad una media di 500 contratti al giorno mantenendo invariato il numero delle convocazioni, mentre dal 7 luglio si prevede una media di 800 contratti e di altrettante convocazioni.
È inoltre allo studio, d'intesa con l'amministrazione delle poste, la possibilità di aprire ulteriori sportelli polifunzionali, per accelerare e facilitare le procedure di regolarizzazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
recentemente sono stati pubblicati dalla rivista statunitense Enviromental Science and Technology della prestigiosa American Chemical Society, i dati, relativi ad una ricerca condotta dalla US Geological Survay durata due anni, ottenuti analizzando campioni di acqua prelevati da 139 corsi d'acqua, al fine di valutare l'impatto ambientale prodotto dai farmaci;
irisultati della ricerca hanno fatto emergere un forte inquinamento ambientale da farmaci a cui si tenterà di porre rimedio aumentando il controllo su tutto l'iter di distribuzione e utilizzazione dei medicinali;
l'articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 538, emanato in attuazione della direttiva 92/25/CEE, prevede che per distribuzione all'ingrosso di medicinali s'intende qualsiasi attività consistente
il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 541 emanato in attuazione della direttiva 92/28/CEE, detta una serie di disposizioni cui devono attenersi gli informatori scientifici del farmaco, stabilendo inoltre che la responsabilità della corretta conservazione dei medicinali-campione è della sola industria produttrice;
il decreto ministeriale 6 luglio 1999 «Approvazione delle linee direttrici in materia di buona pratica di distribuzione dei medicinali per uso umano» prevede che in ogni punto di distribuzione dei medicinali deve essere designato un responsabile con laurea in chimica, chimica industriale, chimica e tecnologia farmaceutica e farmacia avente autorità e responsabilità estese anche al trasporto fino al punto di distribuzione immediatamente successivo, per assicurare che sia costituito e mantenuto un sistema di qualità;
le aziende farmaceutiche operanti in Italia distribuiscono agli informatori scientifici del farmaco circa 100 milioni di campioni gratuiti di medicinali, da consegnare ai medici per inizio cura o sperimentazione;
le farmacie, i grossisti di medicinali, gli ospedali e le cliniche private sono regolarmente sottoposte a controlli da parte delle ASL o dei carabinieri dei NAS; mentre per quanto riguarda i medicinali-campione fino ad ora non è stato esercitato alcun controllo, pur essendo universalmente noto che questi medicinali vengono regolarmente utilizzati dai pazienti -:
se intenda sottoporre a farmacovigilanza anche i campioni gratuiti di medicinali;
se intenda emanare un provvedimento attraverso il quale prevedere una figura professionalmente idonea responsabile dei depositi dei medicinali-campione localizzati nelle abitazioni degli informatori scientifici dipendenti.
(4-04768)
In tale ottica, gli informatori non possono essere assoggettati alle disposizioni che riguardano il settore della distribuzione commerciale (decreto legislativo n. 538 del 1992), che, tra l'altro, deve rispondere a determinati requisiti ed è sottoposto a precisi obblighi comunque connessi alla proprietà dei medicinali.
Ciò non toglie che la conservazione limitata e temporanea dei campioni effettuata dagli informatori debba avvenire in luoghi igienicamente idonei e rispondenti agli obblighi riportati in etichetta, ma la responsabilità e le verifiche dei requisiti sono a carico dell'industria produttrice, che ne risponde sia ai sensi del decreto legislativo n. 538 del 1992, sia delle disposizioni in materia di buona pratica di fabbricazione (GMP).
Si consideri, inoltre, che l'autorizzazione regionale prevista per i depositi non è richiesta, in base all'articolo 2, comma 1 del decreto legislativo n. 538 del 1992, per le industrie «in possesso di autorizzazione alla produzione... per le specialità medicinali oggetto di tale autorizzazione».
Per quanto attiene, poi, alla fase di trasporto dei campioni gratuiti, il decreto ministeriale 6 luglio 1999, recante «linee direttrici in materia di buona pratica di distribuzione» emanato ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 538 del 1992, ha ribadito che anche i campioni gratuiti debbono essere trasportati nel rispetto delle condizioni di temperatura stabilite, a livello europeo, per i farmaci nel circuito commerciale.
Tali temperature sono riportate, quando necessario, in etichetta e sono rapportate alle prove di stabilità che ogni prodotto deve eseguire prima della immissione in commercio.
Se un medicinale non riporta nulla in etichetta, ciò significa che si è dimostrato stabile a lunghe prove di permanenza fino a 42oC con il 75 per cento di umidità relativa; tali standards sono considerati di tutta sicurezza, a livello europeo, perché studiati sui parametri inclusi nelle escursioni osservate nelle varie zone climatiche dei Paesi dell'Unione europea.
Gli aspetti relativi al trasporto dei campioni, che potevano essere richiamati in un dispositivo attinente ma non specifico come il decreto ministeriale 6 luglio 1999, sono stati doverosamente regolamentati, ed è ora compito delle aziende fornire a tutti gli informatori scientifici dipendenti gli strumenti idonei al rispetto della normativa.
I compiti di vigilanza, nel rispetto del decentramento effettuato dal decreto legislativo n. 538 del 1992 e delle vigenti disposizioni di legge, sono affidati agli organismi territoriali ed agli organi di polizia giudiziaria.
Si precisa, infine, che il servizio di farmacovigilanza, svolto dalla direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici, viene condotto indistintamente su tutte le confezioni medicinali, compresi i campioni gratuiti.
Il Ministro della salute: Girolamo Sirchia.
l'11 febbraio 2003 nella cittadina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) degli sconosciuti hanno esploso diversi colpi di arma da fuoco contro il parroco della città, Giuseppe Campisano;
l'episodio intimidatorio si è consumato in una via del centro cittadino nel mentre il parroco faceva rientro a casa a bordo della sua auto;
don Giuseppe Campisano è uno degli esponenti più attivi e conosciuti della Fondazione antiusura istituita dal Vescovo di Locri, monsignore Giancarlo Bregantini, e partecipa attivamente alle decisioni riguardanti la concessione dei contributi a chi è stato vittima degli usurai;
grande turbamento ha creato, presso la pubblica opinione della costa ionica calabrese, la notizia del violento atto criminoso che ha colpito il sacerdote-:
quali siano le attività di contrasto alle cosche mafiose nella città di Gioiosa Jonica e nell'intera locride;
quale giudizio si dia del suddescritto atto criminoso;
quali interventi concreti si intenda assumere per garantire l'incolumità e la sicurezza a don Giuseppe Campisano.
(4-05428)
Il successivo 15 febbraio al prelato è stato recapitato un plico contenente una lettera anonima di tono intimidatorio e due cartucce calibro 38 SP.
Il prefetto di Reggio Calabria ha riferito in proposito che le indagini sono orientate verso una cosca locale, «disturbata» dall'impegno del parroco contro il fenomeno dell'usura, anche se la vittima, in sede di denuncia, non ha avanzato sospetti su alcuno né su possibili moventi, dichiarando di non avere mai ricevuto minacce. Non vengono, peraltro, trascurate altre piste investigative, tuttora al vaglio degli organi inquirenti.
Nella seduta del 17 febbraio 2003 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha ritenuto necessario assegnare al sacerdote la misura di protezione della tutela, svolta dai carabinieri del locale
Nell'ambito della provincia, in generale, il fenomeno degli atti intimidatori in danno di personalità esercitanti pubbliche funzioni ha fatto registrare, effettivamente, una recrudescenza. Nei primi sei mesi del corrente anno sono stati registrati 32 episodi delittuosi in danno di amministratori locali, consistenti in 21 attentati di varia natura (dinamitardi, incendiari, a mano armata o altro), 2 danneggiamenti e 9 atti intimidatori mediante minacce.
Analogo trend peraltro, si registra nelle altre province calabresi, dove gli atti intimidatori ammontano complessivamente, nello stesso periodo, a sessanta episodi delittuosi denunciati, dei quali, oltre ai trentadue casi descritti per la sola provincia di Reggio Calabria, sette nella provincia di Vibo Valentia, quattordici in quella di Catanzaro, dodici in quella di Cosenza e due nella provincia di Crotone.
Gli organi investigativi tendono ad escludere l'esistenza di connessioni sistematiche tra i singoli episodi e forme di condizionamento delle scelte politico-economiche da parte della malavita organizzata. Alcune delle intimidazioni, i cui responsabili sono stati identificati, sono state ricondotte, prevalentemente, a forme di protesta per il mancato accoglimento di istanze amministrative o come reazioni ad atteggiamenti più rigorosi delle autorità locali.
Tuttavia, il Governo non sottovaluta il significato di tali gesti e, in generale, di tutti gli atti di vandalismo o di intimidazione ai danni di amministratori locali, di titolari di funzioni pubbliche, nonché di sedi di uffici pubblici o di partiti e forze politiche. Anche quando simili episodi non sono ascrivibili a gruppi organizzati essi sono comunque espressione di metodi violenti, che puntano a condizionare la normale dialettica democratica o il corretto svolgimento delle funzioni amministrative e che potrebbero ulteriormente degenerare in più gravi atti di intolleranza.
Occorre, peraltro, riconoscere l'obiettiva difficoltà sia di un'attività di prevenzione capace di impedire in assoluto il ripetersi di atti del genere, sia di un'attività di repressione capace di individuare in ogni caso i responsabili di gesti che non richiedono particolari capacità operative o sforzi organizzativi, né modalità e tempi di esecuzione che espongano a rischi rilevanti di essere individuati attraverso un'attività di indagine e che, infine, possono rivolgersi verso un numero assai esteso di potenziali obiettivi.
In molti casi gli episodi denunciati sono stati e vengono esaminati dai comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, appositamente ed immediatamente convocati, che spesso decidono l'adozione di misure di protezione personale commisurate all'entità del rischio obiettivamente riscontrato.
A Reggio Calabria è stata intensificata l'attività di prevenzione e contrasto da parte delle Forze di Polizia, che ha condotto, nel primo semestre del corrente anno, a risultati significativi nella lotta alla criminalità, con un incremento rispetto allo stesso periodo del precedente anno delle persone arrestate per reati di vario tipo (+ 10,93 per cento) e delle persone denunciate per estorsione e reati connessi di tipo intimidatorio (+ 17,77 per cento), che rappresenta una delle tipologie criminose di più alto impatto sociale. A tale riguardo, una particolare attenzione viene rivolta, sul piano investigativo e con il significativo apporto delle quattro associazioni anti-estorsione ed anti-usura operanti nella provincia, alla disamina dei fenomeni estorsivi ed ai connessi delitti a scopo intimidatorio, con collaterali iniziative in materia di misure di prevenzione, personali e patrimoniali. I risultati conseguiti dall'azione di contrasto hanno consentito, nei primi tre mesi del corrente anno, un aumento delle persone denunciate all'Autorità Giudiziaria per reati di carattere usurario (24), rispetto allo stesso periodo del precedente anno (15).
Il dispositivo di controllo del territorio è assicurato, per la questura, da 6 pattuglie nell'arco delle 24 ore. Ulteriori attività di pattugliamento e vigilanza vengono svolte dai 9 Commissariati distaccati nella provincia con il supporto del reparto prevenzione crimine «Calabria» che, nel corso del
Dal 20 gennaio 2003 è stata avviata nel capoluogo la sperimentazione del servizio del «poliziotto e carabiniere di quartiere», che si colloca nel quadro delle iniziative finalizzate ad un controllo coordinato del territorio.
In ultimo, l'intensificazione delle attività investigative ha consentito alcune operazioni di particolare rilievo nell'azione di contrasto alla malavita organizzata, che nel corso del primo semestre dell'anno ha condotto alla cattura di 8 pericolosi latitanti, uno dei quali inserito nell'opuscolo dei cinquecento più pericolosi, mentre altri 6 latitanti sono stati tratti in arresto fuori del territorio provinciale, nonché un'intensificazione dell'attività di prevenzione patrimoniale, con riferimento agli interessi della malavita nel settore degli appalti.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nel telegiornale regionale pugliese delle ore 14 è andata in onda un'intervista al dottor Michele Errico, già sindaco della città di Brindisi;
in detta intervista il professionista si diceva sicuro che a Brindisi sarebbero arrivati centinaia di miliardi di finanziamenti pubblici che sarebbero serviti a realizzare opere da una parte ed a creare ricchezza per la malavita organizzata per il tramite di aziende conniventi e, comunque, alla stessa facenti capo, dall'altra;
il giornalista chiedeva al dottor Errico se già oggi gli risultavano situazioni di questo tipo ed il predetto rispondeva che sicuramente anche oggi vi sono situazioni per le quali molti appalti sono gestiti direttamente o indirettamente dalla sacra corona unita -:
se le affermazioni del dottor Errico risultino a codesto Ministero e soprattutto se risultano i fatti esposti del predetto;
quali iniziative e provvedimenti intenda adottare per evitare le sostenute infiltrazioni malavitose e garantire l'integrità, la rispettabilità e la libertà di azione delle tante aziende sane e sicuramente non compromesse con la malavita organizzata che operano in terra di Brindisi.
(4-03973)
Il successivo 7 ottobre, lo stesso dottor Errico ha avuto un incontro, presso la direzione distrettuale antimafia di Lecce, con il procuratore della Repubblica aggiunto dottor Cataldo Motta, nel corso del quale ha consegnato documentazione relativa ad assenti motivi di incompatibilità, con le rispettive cariche, del sindaco e di alcuni consiglieni del comune di Brindisi per interessi in alcune società aggiudicatarie di appalti.
Si soggiunge che dal 4 novembre 2002 fino alla metà del mese di maggio dell'anno in corso l'abitazione e lo studio del dottor Errico sono stati oggetto di vigilanza generica radiocollegata da parte delle Forze di polizia, dopo che quest'ultimo aveva ricevuto una busta contenente un proiettile di grosso calibro.
Ritenendo ormai superata la fase critica e non risultando nuove minacce, le autorità di pubblica sicurezza hanno disposto la revoca della misura di protezione, pur rimanendo l'abitazione e lo studio dell'ex
In generale, nella provincia di Brindisi operano organizzazioni mafiose ben strutturate, con forti collegamenti con i più pericolosi gruppi criminali delle province limitrofe, soprattutto leccesi e tarantine, nonché con la 'ndrangheta calabrese, da cui la criminalità brindisina ha acquisito il modello organizzativo: in particolare sono emersi stretti contatti tra i «mesagnesi» e la cosca reggina dei «De Stefano».
Le organizzazioni mafiose brindisine hanno, inoltre, proiezioni e radicati interessi anche in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna, in Toscana ed in Veneto.
Del resto, proprio nella provincia brindisina sono emerse le forme più organizzate del crimine pugliese, come la Sacra corona unita e la nuova Sacra Corona Unita, che, malgrado gli arresti subiti, sono sempre riuscite a rinnovare il loro primato difendendolo dall'emergere di nuovi clan.
I settori criminali nei quali le organizzazioni malavitose brindisine sono storicamente più presenti sono quelli del traffico di stupefacenti, di armi, del contrabbando di sigarette, nonché del racket e delle estorsioni.
Per alcuni anni il gruppo dominante è stato il cartello dei «mesagnesi» (Nuova Sacra Corona Unita, ribattezzata da alcuni boss mesagnesi «Sacra Corona Libera»), che nell'ultimo periodo è notevolmente indebolito dall'arresto di quasi tutti gli elementi di vertice, molti dei quali hanno collaborato con la giustizia o lo stanno facendo.
Attualmente, perciò, sta ripristinando la sua egemonia e sta recuperando una posizione di primato il clan dei Rogoli-Buccarella, del gruppo «storico» della Sacra Corona Unita, guidato dal fondatore di quest'ultima, Giuseppe Rogoli, anch'egli detenuto; tale formazione gode dell'appoggio di importanti gruppi gregari, quali i Campana, i Gagliardi ed i Delle Grottaglie.
Vi sono poi gruppi criminali emergenti, come quello che fa capo al boss Leo Benito.
Il cambiamento di assetti causato dai colpi inferti dalle forze dell'ordine ai gruppi dominanti ha generato una situazione di conflittualità tra clan rivali, soprattutto tra quelli emergenti, segnata da numerosi omicidi e da una evidente recrudescenza di alcuni «reati-spia», quali le estorsioni e gli attentati dinamitardi.
Alcune rilevanti operazioni di polizia svolte negli ultimi tempi, come quella denominata «Primavera», e l'aumentata attività di controllo del territorio hanno colpito duramente anche alcuni settori di attività di tali organizzazioni, quali il contrabbando e le estorsioni.
Tenuto conto di ciò e della possibilità che i gruppi criminali siano indotti a diversificare le proprie attività, orientandosi in maggior misura verso il settore della criminalità economica e degli appalti, sono state adottate già da qualche tempo specifiche misure di prevenzione.
Vi sono stati, del resto, taluni segnali che indurrebbero ad ipotizzare un crescente interesse della criminalità locale nel settore degli appalti pubblici, ad esempio per quanto riguarda gli investimenti in programma per il porto di Brindisi o per quanto riguarda gli appalti dell'Enel.
Sono state perciò intensificate, innanzitutto, le attività investigative in questo campo, impegnando particolarmente la direzione investigativa antimafia alla quale, con decreto del Ministro dell'Interno del 19 ottobre 2002, sono stati affidati, in tutto il territorio nazionale, compiti specifici nella lotta ai condizionamenti mafiosi dei grandi appalti pubblici.
Inoltre, nel marzo del 2002 è stato costituito presso la prefettura brindisina un tavolo interistituzionale, cui partecipano tutte le rappresentanze economiche locali e del coordinamento delle associazioni antiracket della provincia, con il compito di svolgere un monitoraggio sulla legalità degli appalti, specie relativi ai maggiori insediamenti industriali dell'area (Enichem, Enel, ecc.), anche sotto il profilo del rispetto della normativa in tema di libera concorrenza, di subappalti, di sicurezza sul lavoro, e così via.
A seguito della costituzione di tale tavolo sono stati anche intensificati i controlli nei
In particolare, durante la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 23 settembre 2002 è stato deciso di monitorare tutti gli appalti affidati ad imprese locali o nazionali dalle aziende che hanno in programma la trasformazione di impianti già esistenti o la realizzazione di nuovi insediamenti industriali nel territorio brindisino.
Nel marzo di quest'anno sono state inoltre attivate, presso la prefettura di Brindisi e quella di Lecce, altrettante commissioni per il monitoraggio delle procedure di appalto dei lavori pubblici dei comuni e delle altre amministrazioni di entrambe le province, con l'obiettivo di prevenire, in collaborazione con le stazioni appaltanti, infiltrazioni malavitose e distorsioni del sistema.
Le commissioni sono entrambe composte da rappresentanti delle rispettive Prefetture, delle questure, dei comandi provinciali dell'Arma dei carabinieri, della guardia di finanza e da rappresentanti regionali dell'A.N.C.I.
Il tema delle possibili infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti è stato all'attenzione della recente missione a Brindisi della commissione d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata e similari, la quale, attraverso le parole del suo Presidente, Sen. Centaro, pur ritenendo giustificati gli allarmi lanciati da più parti in virtù degli ingenti finanziamenti in corso per nuovi insediamenti industriali, ha ritenuto al momento adeguata l'attività di prevenzione e controllo realizzata dalle Forze dell'ordine, dalla magistratura e dalla prefettura.
Si precisa, comunque, che sono attualmente in corso indagini su ipotesi di illegalità nel settore degli appalti e dei sub-appalti sia da parte della procura distrettuale antimafia di Lecce, che da parte della procura della Repubblica del tribunale di Brindisi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
i dipendenti delle ferrovie che per ragioni di servizio devono operare a Chiasso (Svizzera) sono oggetti di trattamenti economici particolari in considerazione del dover operare all'estero;
nel passato più volte è stato sollevato il problema sia in sede sindacale che giuridica circa la permanenza per lunghi periodi di personale in quella sede senza rispettare criteri di anzianità maturata;
il personale inviato a Chiasso tra il 1987 ed il 1990 si era impegnato a restare in quella sede non oltre 10 anni ma che risulterebbe ancora là in servizio;
ciò ha portato a discriminazioni nei riguardi di altro personale inviato a Chiasso e già operante in altri centri di confine come Domodossola che non hanno ricevuto analogo trattamento e si sono visti scavalcare da altro personale;
più volte la direzione di Trenitalia è stata interessata al caso ma senza risolvere questa questione -:
quali iniziative abbia in animo di svolgere il ministro interrogato al fine di accertare la regolarità dei trasferimenti operanti a Chiasso negli ultimi anni e se siano state osservate le norme e gli accordi sindacali a suo tempo sottoscritti.
(4-03186)
Tale accordo produsse, peraltro, l'effetto di far sottoscrivere al personale trasferito dopo quella data un impegno al rispetto del vincolo di permanenza qualora questo fosse stato stabilito in successivi accordi sindacali.
Il successivo accordo del 17 novembre 1990 ed il foglio disposizioni n. 137 del 1990 limitarono espressamente l'applicabilità del vincolo citato al personale successivamente trasferito, rendendo inesigibile, per aver pattuito un trattamento di miglior favore, l'impegno sottoscritto dai lavoratori trasferiti dal luglio 1987 al dicembre 1990.
Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito di aver, pertanto, applicato il vincolo di permanenza di 10 anni ai soli agenti trasferiti dopo il 1990. Inoltre, la società segnala che i ricorsi presentati da alcuni lavoratori contro i provvedimenti di rientro da Chiasso, in applicazione del foglio disposizioni n. 137 del 1990, sono stati respinti.
Attualmente, la situazione del personale della divisione cargo a Chiasso è la seguente:
a) n. 22 lavoratori trasferiti prima del luglio 1987 senza alcun vincolo di permanenza;
b) n. 23 lavoratori trasferiti dal 1987 al 1990 che sottoscrissero un impegno di permanenza di 10 anni non recepito dal successivo foglio disposizioni;
c) n. 1 lavoratore assunto direttamente a Chiasso nell'ottobre 1990 a seguito di morte in servizio del genitore, quindi senza vincoli;
d) n. 8 lavoratori trasferiti dopo la pubblicazione del foglio disposizioni e quindi interessati al rientro per decorrenza dei termini previsti, e precisamente: 4 per il 2001, 2 per il 2002, 1 per il 2004, 1 per il 2009.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nella notte tra il 21 e 22 luglio 2003, nella cittadina di Aviano (Pordenone) è risuonato l'allarme rosso della base militare USAF;
la sirena dell'allarme veniva preceduta da una voce automatica che, in inglese, ripeteva «esercitazione», poi seguiva la sirena, e, nuovamente, la voce automatica ripeteva red alarm, red alarm; la sequenza è stata replicata più volte; il tutto rigorosamente in inglese, senza considerare che Aviano si trova sul territorio italiano e che vi abitano persone italiane e non necessariamente anglofone;
nei giorni precedenti non vi era stato alcun avviso pubblico alla popolazione circa possibili esercitazioni in territorio civile e sulle procedure da attuare in caso di emergenza, tranne una notizia pubblicata dall'ANSA regionale del Friuli Venezia Giulia alle 19.18 del 21 luglio 2003, che, data l'ora, non è stata ripresa da alcun telegiornale;
lo scopo dell'esercitazione, come si legge nell'agenzia pubblicata è addestrare il personale in vista della valutazione Nato del 2004;
pochi mesi fa si era già verificata una situazione simile, senza alcun avviso automatico che avvertisse la popolazione che si trattava di una esercitazione -:
se non ritenga di dover intervenire presso il Comando della base per comprendere per quale motivo non si sia comunicato alla popolazione con un giusto anticipo l'avvio delle esercitazioni ed esigere che nel futuro questo avvenga;
per quale motivo delle esercitazioni militari debbano necessariamente coinvolgere la popolazione civile svegliandola durante le ore di sonno e se non sia possibile concordare un sistema che permetta di svolgere le esercitazioni senza arrecare disagi alla popolazione civile;
se non sia il caso di verificare che gli altoparlanti della base abbiano un'emissione di decibel conforme ai limiti fissati per legge;
se non ritenga di dover chiedere al comando della base delle scuse formali alla città di Aviano per l'inutile stato di allerta e per i disagi occorsi.
(4-07049)
In questo contesto, nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2003, si sono effettivamente verificate segnalazioni di allarme udibili nelle immediate vicinanze dell'aeroporto.
L'esercitazione era stata preannunciata a mezzo comunicato stampa diramato agli organi di informazione locale da parte Public Affaire Office del 31o Fighter Wing soltanto in data 21 luglio 2003, motivo per il quale la divulgazione della notizia da parte dei quotidiani Il Gazzettino e Il Messaggero Veneto, è stata fatta nell'edizione del 22 luglio 2003.
Nonostante ciò, le rimostranze circa il disturbo arrecato dalle attività addestrative e dalle sirene di allarme risultano essere pervenute solo da alcune persone residenti nelle immediate vicinanze dell'aeroporto.
Si fa presente, comunque, che a seguito delle perplessità suscitate nella comunità locale dalle modalità di svolgimento dell'esercitazione in questione, i comandanti competenti, opportunamente sensibilizzati, si sono impegnati, per il futuro, a limitare l'uso di diffusori nelle aree logistiche ed operative dell'aeroporto.
Per quanto riguarda le precedenti esercitazioni svoltesi dal mese di settembre 2002 ad oggi, si rappresenta che non risultano essere pervenute, agli organi competenti, particolari lamentele da parte dei cittadini residenti.
Si precisa inoltre che le ordinarie attività di addestramento nella base militare di Aviano si tengono periodicamente e vengono svolte, in genere, senza l'utilizzo di armi, equipaggiamenti particolari e sistemi di segnalazione acustica.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.