![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Duca ha facoltà di
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, i gruppi parlamentari dell'Ulivo, unitariamente, le hanno rivolto un'interpellanza urgente sull'ulteriore gravissima decisione assunta dal ministro Lunardi di ricorrere al commissariamento dell'autorità portuale di Ancona. Tale commissariamento fa seguito a quello disposto in estate al porto di Livorno. Si tratta di un episodio che ha visto la reazione e la pronuncia indignata delle istituzioni ai vari livelli, Camera dei deputati compresa.
PRESIDENTE. Saluto gli allievi dell'Istituto di istruzione superiore «Don Milani - Sandro Pertini» di Grottaglie. Voglio dire loro di non sorprendersi del fatto che l'aula è quasi vuota, in quanto questo pomeriggio non vi sono provvedimenti in discussione e non sono previste votazioni, essendo previsto lo svolgimento di interpellanze presentate dai parlamentari al Governo. E anche ciò costituisce una fondamentale funzione parlamentare alla stregua della votazione delle leggi.
PAOLO MAMMOLA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, rispondiamo all'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Duca e da altri colleghi circa il commissariamento dell'autorità portuale di Ancona.
proroga del presidente uscente. Tale situazione, proprio al fine di evitare soluzione di continuità nell'attività gestionale ordinaria dell'ente portuale anconetano, ha reso necessario e improcrastinabile il ricorso ad un regime di commissariamento. Pertanto, con decreto del 15 ottobre 2003, è stata individuata per l'incarico di commissario nella persona del dottor Paolo Annibaldi una figura professionale di inconfutabili doti manageriali e in grado di governare l'autorità nel periodo di interregno fra la scadenza del mandato del presidente uscente e la nomina del nuovo presidente.
PRESIDENTE. L'onorevole Duca ha facoltà di
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per aver risposto in termini così veloci. Tuttavia, la risposta ha confermato quanto sostenuto nell'illustrazione dell'interpellanza: se il termine ordinario di scadenza di una nomina è il 2 settembre, buonsenso vuole che si chieda agli enti di pronunciarsi trenta o quaranta giorni prima, non il 18 settembre, perché se si chiede tale pronuncia a termine scaduto si manifesta la volontà di far scorrere il tempo e di arrivare inesorabilmente a far scadere i quarantacinque giorni di proroga e, come è accaduto nel caso di Ancona e precedentemente in quello di Livorno, a far scattare il commissariamento, esautorando così i poteri delle regioni e degli enti locali e arrecando danno alla portualità.
Contro il commissariamento il 10 luglio si è pronunciata la Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano. Essi - cito testualmente - condividono il giudizio della Toscana sul fatto che per le procedure adottate dal Governo è stata elusa, nella forma e nella sostanza, l'indispensabile ricerca di intesa con la regione prevista espressamente dalla legge. Ritengono che il ricorso non giustificato allo strumento del commissariamento, limitando di diritto e di fatto l'attività dell'ente all'ordinaria amministrazione, mortifichi le prospettive di sviluppo dei porti, come di qualunque attività che si fondi sull'attiva partecipazione degli enti locali o dei soggetti sociali di un territorio. Chiedono con forza al Governo di superare nei tempi più rapidi il commissariamento decretato per Livorno e di riaprire con le istituzioni della Toscana il dialogo istituzionale che deve portare ad una soluzione concordata nel pieno rispetto della legge.
Considerano in via generale e imprescindibile il ripristino di un percorso istituzionalmente corretto, dal quale devono restare escluse decisioni unilaterali del Governo che mortifichino le prerogative delle regioni e degli enti di locali e violino il principio di leale collaborazione fra le istituzioni.
Successivamente, il 23 luglio 2003, la IX Commissione permanente della Camera dei deputati ha discusso una risoluzione, presentata dai responsabili dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Forza Italia, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, proprio sulla vicenda di Livorno. La risoluzione, approvata all'unanimità e accettata dal Governo, impegna il Governo stesso «a superare nei termini più rapidi il commissariamento del porto di Livorno e a ricercare, in occasione dei prossimi rinnovi di altre presidenze di autorità portuali» - come è il caso di quella di Ancona, che oggi discutiamo - «le intese con le regioni interessate nel rispetto della legge, senza ricorrere ad altri ingiustificati commissariamenti che limitano di diritto e di fatto gli enti all'ordinaria amministrazione e mortificano le prospettive di sviluppo dei porti».
Sono passati tre mesi dall'approvazione di quella risoluzione. Il ministro e il Governo hanno dato seguito alla decisione del Parlamento? Credo proprio di no, perché a Livorno c'è ancora il commissario e ad Ancona il 10 ottobre scorso il ministro ha nominato un commissario. Ancora una volta il Governo dichiara una cosa e ne fa un'altra e, ancora una volta, non rispetta la legge n. 84 del 1994, che impone in occasione della nomina dei presidenti delle autorità portuali l'intesa tra il ministro e la regione, fra persone (indicate dai comuni, dalla provincia e dalla camera di commercio) che siano in possesso dei requisiti di comprovata esperienza nel settore della portualità e dei trasporti.
Il ministro ha avviato la procedura di rinnovo del presidente dell'autorità portuale di Ancona in netto ritardo rispetto alla scadenza del mandato del presidente Alessandro Pavlidi, il quale ha svolto per otto anni il suo mandato in modo eccellente, migliorando il porto e accrescendone le potenzialità, tanto che lo scalo internazionale di Ancona è diventato il decimo porto nazionale. Colgo questa occasione proprio per ringraziare il presidente Pavlidi, il quale ha svolto il proprio mandato con dedizione e impegno totale, e il comitato portuale: con il lavoro svolto hanno reso persino più bello il porto, valorizzandone le splendide opere d'arte presenti nell'area portuale (l'Arco di Traiano, la Porta Clementina e le antiche mura), nonché per esprimere l'apprezzamento per l'avvio delle grandi opere infrastrutturali (le dighe foranee, le banchine operative, le strutture per la pesca e per l'industria cantieristica, particolarmente vivace ed apprezzata, la realizzazione della stazione marittima passeggeri e l'imminente consegna della nuova torre di controllo del porto, ove viene ricavata la sede dei piloti e degli ormeggiatori del porto).
Rispondendo alla richiesta del ministro, gli enti hanno inviato le proprie proposte: i comuni di Ancona e di Falconara Marittima hanno indicato la persona del dottor Roberto Pesaresi; la provincia di Ancona l'ingegner Gloria Lucarini; la camera di commercio il signor Giorgio Cataldi. Quest'ultima proposta ha prodotto un'autentica gazzarra: divisioni all'interno delle categorie, indebite pressioni di forze politiche di centrodestra e inammissibili padrinaggi partitici, che contrastano con le norme, con lo stile e con la necessaria distinzione di ruoli. È un'umiliazione inferta al ruolo della camera di commercio, che ha svilito il proprio compito e svenduto la propria autonomia, peraltro indicando una persona che non ha i requisiti previsti dalla citata legge n. 84.
Il ministro, benché più volte sensibilizzato dal presidente della regione Marche per raggiungere l'intesa, ha lasciato scorrere altro tempo, subendo pressioni inusitate, di cui la stampa locale ha dato ampia informazione, fino a comunicare la scelta ministeriale proprio sul candidato Giorgio Cataldi. Quindi non c'è stata una proposta di intesa con la regione, ma un'intimazione alla resa. Il presidente della regione Marche, dottor D'Ambrosio, in modo ineccepibile ha comunicato di non poter condividere tale imposizione e ha negato l'intesa sul nome, che non ha appunto i requisiti previsti dalla legge n. 84 del 1994. Quello della regione Marche è un comportamento da apprezzare, perché consente al ministro di rispettare la legge. Consente, inoltre, al ministro di recuperare l'autonomia e il ruolo che la legge n. 84 gli assegna e a non danneggiare ulteriormente il porto internazionale di Ancona.
Vede, signor rappresentante del Governo, la risoluzione approvata dalla IX Commissione della Camera dei deputati è stata interpretata da alcuni come una censura grave al ministro e ciò è vero.
Tuttavia, ha anche un aspetto positivo, sul quale invito a riflettere. Con quell'atto la Camera dei deputati dice al ministro Lunardi: fatti forte dei poteri che ti attribuisce la legge, rifiuta le pressioni dei colonnelli o dei questuanti locali. Per la nomina di Livorno cerca l'intesa con Martini, per Ancona con D'Ambrosio, per Civitavecchia con Storace e per Venezia con Galan. Interrompi questo attacco alle autonomie delle regioni e delle autorità portuali. I porti non sono di centrodestra o di centrosinistra, sono i porti italiani che, dalla legge n. 84 del 1994 in poi, hanno contribuito alla crescita dell'Italia, dell'economia del paese, delle regioni e delle città portuali.
Dal 15 ottobre, l'autorità portuale di Ancona è stata commissariata, con la nomina del dottor Paolo Annibaldi. In questa sede non ci compete valutare le qualità della persona, anche se non ci sfugge che è lo stesso Annibaldi a dichiarare sulla stampa locale (anche in questo caso leggo testualmente): non ho particolare esperienza sui porti, ma so come si gestisce un'azienda; i bilanci li conosco bene.
Vede, signor rappresentante del Governo, la legge individua i requisiti in possesso dei presidenti dell'autorità portuale in modo abbastanza preciso e richiede che si tratti di una persona esperta del settore della portualità e dei trasporti. Quindi, indipendentemente dalla qualità della persona nominata commissario, siamo contro i commissariamenti ingiustificati, come quello di Livorno ieri e come quello di Ancona oggi.
Sappiamo quali danni tali commissariamenti provocano ai porti, pertanto chiediamo unitariamente al Governo di chiudere la fase di commissariamento nel più breve tempo possibile. Sappiamo - ci è stato comunicato - che ieri il ministro ha inviato agli enti preposti la richiesta di una nuova terna per la nomina del presidente dell'autorità portuale di Ancona. Si tratta di un gesto apprezzabile, in quanto può costituire l'occasione per rimediare in breve tempo al grave torto fatto alle Marche, alla provincia, ai comuni di Ancona e Falconara Marittima, alla portualità e all'economia della più grande concentrazione economica e produttiva della regione Marche.
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, onorevole Mammola, ha facoltà di
In data 2 settembre ultimo scorso, è scaduto il mandato quadriennale del presidente dell'autorità portuale di Ancona, il dottor Alessandro Pavlidi, il quale ha dunque completato il suo secondo quadriennio alla guida della suddetta autorità portuale e, in base all'articolo 8, comma 1, della legge n. 84 del 1994, non può esser ulteriormente nominato. Il 17 ottobre scorso ha anche avuto termine il periodo di proroga di 45 giorni dello stesso presidente uscente. Com'è noto, la medesima disposizione normativa prevede che il presidente è nominato, previa intesa con la regione interessata, con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti nell'ambito di una terna di esperti, designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Pertanto, al fine di pervenire alla nomina del presidente dell'autorità portuale in data 14 maggio 2003, è stato richiesto agli enti locali interessati di voler indicare al ministro delle infrastrutture e dei trasporti i propri candidati, da sottoporre alla prevista intesa con la regione Marche.
Come ha già ricordato l'onorevole Duca, tali enti si sono così espressi: la provincia di Ancona ha indicato l'ingegner Gloria Lucarini, la Camera di commercio di Ancona ha indicato il ragionier Giorgio Cataldi, i comuni di Ancona e di Falconara Marittima hanno indicato il dottor Roberto Pesaresi.
Preso atto delle designazioni ed esaminati i curricula dei candidati, il 18 settembre 2003, è stata richiesta l'intesa della regione Marche sul nome del ragionier Giorgio Cataldi, in ordine al quale la regione medesima, in data 30 settembre scorso, ha espresso parere sfavorevole.
Gli enti locali sono stati pertanto invitati, con la nota del 20 ottobre 2003, a fornire nuove designazioni ovvero a confermare quelle precedentemente indicate entro trenta giorni. Si è pertanto in attesa di riscontro da parte dei suddetti enti.
Frattanto, nell'esperimento delle attività volte al raggiungimento di un accordo comune, sono venuti a scadenza, per l'appunto il 17 ottobre, anche i termini di
Dall'analisi degli elementi fattuali emerge non solo come sia stato rispettato il disposto dalle previsioni di legge, ma anche come l'amministrazione abbia perseguito l'intento di pervenire ad un provvedimento atto a raccogliere il più ampio consenso da parte dei soggetti interessati. L'osservanza, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dei principi e delle regole fissati dal legislatore, è stata peraltro verificata anche nel caso dell'autorità portuale di Livorno, cui l'interpellanza fa richiamo, laddove in sede giurisdizionale è stato riconosciuto come il commissariamento fosse volto a privilegiare l'interesse pubblico, in attesa del ripristino dei vertici dell'autorità medesima.
Il Ministero, comunque, conferma l'impegno a seguire, in stretta collaborazione con le soggettività territoriali interessate, la vicenda dell'autorità portuale di Ancona per una sua rapida e soddisfacente composizione.
Comunque, come ho già detto in sede di illustrazione dell'interpellanza, è un buon segno il fatto che, almeno per quanto riguarda l'autorità portuale di Ancona, si sia arrivati in questi giorni a formulare la richiesta della nuova terna e quindi a mettere le autonomie locali e la regione in condizioni di raggiungere l'intesa con il ministro, nel rispetto di quanto prescrive la legge n. 84 del 1984 sulla portualità.
È un atto che può essere apprezzato, nella speranza che in questa occasione si ricerchi l'intesa e non l'imposizione, e si ponga fine nel più breve tempo possibile al periodo di amministrazione commissariale.