Risposta. - La chiusura dell'Ufficio Informazioni ONU di Roma (UNIC) rientra nell'ambito di un ampio progetto di riforma delle Nazioni Unite avviato nell'autunno scorso dal Segretario generale, Kofi Annan, con l'obiettivo di razionalizzare l'attività dell'organizzazione e di contenere i costi, in considerazione anche della difficile situazione di bilancio.
quale gli alunni conseguono il diploma di qualifica «operatore dei servizi sociali» (Oss) e un biennio post-qualifica, alla conclusione del quale viene conseguito il diploma di «tecnico dei servizi sociali» (Tss);
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso, con la quale si evidenzia il fatto che, sebbene nella regione Toscana, in attuazione della legge 21 dicembre 1978, n. 845, gli istituti professionali abbiano attivato corsi di professionalizzazione nel settore socio-assistenziale, non sono stati ancora definiti i corrispondenti profili professionali sociali ed i criteri per il riconoscimento e l'equiparazione dei profili professionali esistenti ai sensi dell'articolo 12 della legge 8 novembre 2000, n. 328.
di una situazione di vacanza ben inferiore a quella di Pistoia -:
Risposta. - Il problema segnalato dall'interrogante riguardante la provincia di Pistoia è da ritenersi superato.
Risposta. - La Commissione per le adozioni internazionali, quale Autorità centrale
per l'Italia in materia di adozioni internazionali, ha fornito a questo Ministero i seguenti elementi sul caso della richiesta di adozione di un minore nepalese formulata dai coniugi Ghirardini-Zambotti.
Risposta. - Il Consolato Generale di San Pietroburgo alle 23.00 circa del 27 aprile 2003 è stato informato che circa 150 passeggeri di un volo charter 737 della Compagnia aerea «Alisea» - partito da Verona alle 17.30 con un viaggio organizzato dall'operatore turistico «Metamondo» e arrivato alle ore 21.00 locali - erano bloccati sulla pista, in quanto le Autorità portuali russe asserivano che il predetto volo non era in possesso delle relative autorizzazioni. È quindi prontamente intervenuto all'aeroporto di Pulkovo verso le 24.00, per constatare che il gruppo di circa 100 passeggeri, in possesso tra l'altro di un visto scadente alle ore 24,00 dello stesso 27 aprile 2003, che avrebbe dovuto imbarcarsi sul medesimo aereo per fare ritorno in Italia, dopo un'attesa a bordo di circa tre ore, era stato avviato verso i controlli di frontiera.
spazio aereo nazionale. Più precisamente l'ufficiale affermava che «non erano stati ricevuti i grafici e che il Ministero della difesa era al corrente della situazione sin dal pomeriggio». Il militare faceva presente, infine, che la situazione a quel punto poteva esser risolta solo al più alto livello, nel corso della mattina; consigliava, pertanto, ove possibile, di alloggiare i turisti in un albergo.
Autorità locali, sono stati attuati i comportamenti descritti che hanno comportato conseguenze spiacevoli per gli ignari passeggeri.
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare in discorso, interpellata la Direzione Generale per gli archivi, si rappresenta quanto segue.
disegno di legge per l'assestamento del bilancio preveda l'assegnazione al centro di responsabilità «Archivi» di cinque milioni e duecento mila euro, mentre ulteriori fondi saranno messi a disposizione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze che attingerà al proprio fondo di riserva.
Risposta. - Sin dall'inizio della legislatura, la Difesa ha affrontato l'annosa problematica riferita agli Arsenali di Taranto, La Spezia ed Augusta, il cui stato, per troppi anni negletto, ne rende alquanto complesso il recupero alle auspicate condizioni di efficacia e di funzionalità.
Taranto, la cui chiusura o il cui ridimensionamento metterebbe in crisi un sistema che interessa una forza lavoro numericamente elevata, costituita sia da dipendenti civili dell'Amministrazione, sia dal personale dipendente dalle oltre 40 aziende dell'indotto.
centrale il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente - alcun progetto di adeguamento ambientale e che comunque secondo il vigente P.R.P. (ambito S4) e la nota 1248/VIA/A.O. 13H del 1 febbraio 2001 del ministero dell'ambiente, una eventuale permanenza della centrale Enel di Genova oltre il 31 dicembre 2002 dovrebbe essere sottoposta a specifica procedura di impatto ambientale, che, in oggi, non risulta ancora essere stata avviata;
Risposta. - Si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
del carbone, che la Regione ospita sul territorio tre centrali (Vado, Genova e La Spezia) e che l'ENEL ha ormai completato gli interventi di retrofitting degli impianti tradizionali a carbone, «fatta eccezione per alcuni impianti ormai a fine vita e con caratteristiche obsolete per i quali la vita residua e la perdita di efficienza conseguente all'intervento non giustificano il costo dell'investimento».
Risposta. - L'etichettatura degli alimenti è disciplinata da direttive comunitarie recepite in Italia dal decreto legislativo n. 109/1992 e successive modificazioni.
di alcuni prodotti, ma partono dal principio che tutti gli alimenti possono trovare posto in un regime alimentare variato sul lungo termine, a condizione di essere consumati con una frequenza e in quantità appropriate. Inoltre, può rivelarsi difficile definire la nozione di profilo nutrizionale auspicabile e un gran numero di prodotti potrebbero rappresentare dei casi limite».
patrimonio artistico e culturale e dall'elevata professionalità degli operatori del settore;
Risposta. - Con l'interrogazione parlamentare indicata in oggetto, l'interrogante prospetta l'esigenza che, nell'esercizio della delega di cui alla legge n. 53 del 28 marzo 2003, siano salvaguardate la professionalità e l'esperienza acquisita dagli Istituti Alberghieri italiani e dal loro personale e chiede contestualmente di conoscere in quale modo si intenda realizzare, garantire e valorizzare la formazione professionale per il turismo.
questi episodi, che sono causa di incidenti stradali;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione in discorso, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso si rappresenta che la controversia tra il signor Berlini e la signora Flister, sorta a seguito della separazione avvenuta in data 27 dicembre 1997, per l'affidamento della figlia Lara, nata in Svizzera nel 1994, e conclusasi con l'affidamento congiunto della minore che rimaneva ad abitare in Norvegia presso il domicilio materno, è nota al Dipartimento della giustizia minorile di questo Ministero, in qualità di Autorità centrale ai sensi della Convenzione de L'Aja del 1980, sin dal 1997.
taluno dei genitori o da entrambi ancor più nelle coppie di diversa nazionalità, come nel caso di specie.
un concorso interregionale di disegno per alunni delle scuole elementari, ed infine un treno del carnevale e dell'allegria che da Fano parte carico di gruppi mascherati per raggiungere, infoltire e contribuire a dar vita al carnevale di Venezia;
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde gli interroganti chiedono di reinserire il carnevale di Fano nell'elenco dei carnevali italiani ammessi alla lotteria nazionale di Viareggio.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede di inserire il carnevale di Castelnovo di Sotto nell'elenco dei carnevali italiani ammessi alla lotteria nazionale di Viareggio.
Risposta. - Nel quadro delle verifiche periodiche effettuate presso gli Uffici della rete diplomatico-consolare del Ministero degli esteri, nei mesi scorsi si è svolta una missione ispettiva presso il Consolato generale d'Italia a Basilea.
nei mesi da febbraio a luglio), che per le caratteristiche dell'utenza, composta in larga parte da cittadini dell'ex-Jugoslavia, turchi e albanesi. Nel corso degli ultimi anni si è infatti registrata una forte crescita delle richieste di visto, dovuta sia ad una più consistente presenza di immigrati dei paesi predetti, che ad una intensificazione dei loro viaggi di transito in territorio italiano. Ciò ha comportato la formazione di code di attesa, con sporadici episodi di tensione culminanti nell'aggressione, avvenuta nel 2000, nei confronti di un impiegato del Consolato generale. Tali tensioni sono state, peraltro, sempre contenute grazie alla costante presenza e ai tempestivi interventi della polizia locale alla quale il Consolato si è rivolto ogni qual volta se ne è presentata l'esigenza, che assicura il servizio di sorveglianza durante gli orari di apertura al pubblico della sede.
da tempo il direttore dell'ufficio scolastico regionale;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante chiede interventi per incrementare l'organico della scuola dell'infanzia del comune di Prato in considerazione delle esigenze della popolazione.
dare informazioni circa le modalità dell'arresto, le accuse mosse ai Montagnard e se ci sia stata una qualche forma di processo;
Risposta. - La questione del rispetto dei diritti umani in Vietnam, e, più in particolare, del trattamento delle minoranze etniche è costantemente oggetto di specifica attenzione da parte del Governo italiano e degli altri partners comunitari.
Nien, ha acconsentito all'avvio di un, dialogo più strutturato in materia di diritti umani, attraverso apposite riunioni tra alti funzionari della sua Amministrazione e la troika di turno degli Ambasciatori Unione europea in Hanoi. Tale dialogo è stato ampliato fino ad includere, da parte vietnamita anche funzionari dei Ministeri della pubblica sicurezza e della giustizia.
Risposta. - L'organico del personale di Polizia penitenziaria della Lombardia registra, allo stato, una carenza di 641 unità; infatti, a fronte delle 5.353 unità previste, ne vengono amministrate 4.712.
saranno portate a compimento le procedure previste dal decreto legislativo n. 146/2000.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in discorso si comunica che il 4 dicembre 2002 si è tenuto presso l'Ente fiera di Udine, su iniziativa della regione Friuli-Venezia Giulia, un convegno sugli stati generali della Scuola con la partecipazione del Ministro dell'istruzione, onorevole Moratti.
e, successivamente, a causa del perdurare degli atti di disturbo, verso l'atrio antistante.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale si chiede iniziative per evitare che il contenimento degli organici del personale docente possa incidere sul funzionamento degli istituti scolastici di II grado della provincia di Gorizia con lingua di insegnamento italiana e slovena.
Gli interventi posti in essere sono, pertanto, mirati alla razionalizzazione delle risorse e non incidono minimamente sui livelli qualitativi e quantitativi del servizio scolastico.
dello stato originale dell'intera piazza, perenne da circa sessant'anni e facenti parte come già evidenziato del patrimonio storico-culturale della città del Vasto;
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare in discorso concernente i lavori di ristrutturazione e di restauro degli edifici scolastici situati a Vasto (CH) in Corso Nuova Italia, di proprietà comunale, si rappresenta quanto segue.
corso di enti privati, di personale qualificato, di volontari che abbiano esperienza nel settore, di laureandi disponibili ad iscrivere in curriculum tale temporaneo servizio - l'aumento del numero degli operatori che, pro tempore, facilitino l'accesso a suddetto patrimonio, garantendo altresì al personale che già vi opera la stabilità nell'occupazione svolta e forme d'assistenza e di partnership più moderne;
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare in discorso, interpellata la Direzione generale per gli archivi, si rappresenta quanto segue.
lavoro e della navigazione, e se non ritenga opportuno prevedere un piano straordinario, anche attraverso il potenziamento di risorse personale e strutture, per prevenire gli incidenti sul lavoro in una realtà come la laguna di Venezia, nella quale si svolge una consistente attività di escavo per opere di bonifica e manutenzione.
Risposta. - In merito a quanto evidenziato con l'atto ispettivo cui si risponde sono state richieste informazioni al Comando generale del corpo delle capitanerie di porto il quale fa presente preliminarmente che per l'incidente di che trattasi è in corso l'inchiesta sommaria ai sensi dell'articolo 579 del Codice della navigazione da parte dall'autorità marittima competente.
Risposta. - Per quanto di competenza del Ministero degli esteri si segnala che, non appena avuta notizia del respingimento del Signor Ivan Bonfanti, giornalista del quotidiano Liberazione, alla frontiera ceca, l'Ambasciatore d'Italia a Praga è immediatamente intervenuto presso le autorità ceche al fine di ottenere un loro pronto interessamento al caso, sottolineando la nostra aspettativa, più volte ribadita, che il governo ceco garantisse il pieno rispetto della libertà di stampa e di manifestazione.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in discorso, si comunica che il Centro clinico di medicina preventiva e medicina legale della Polizia di Stato è tuttora aperto ed operante presso la sede di Via Castro Pretorio in Roma.
delle dotazioni strumentali disponibili, viene ritenuto adeguato alle esigenze del personale dipendente cui la struttura è destinata, anche se il numero del personale fisioterapista disponibile (4 unità) può determinare a volte attese nelle prestazioni terapeutiche.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare concernente la vicenda del cittadino siriano, Mohamed Said Alsahri espulso dall'Italia e arrestato in Siria, si ripropongono informazioni già riferite da me personalmente e dal Sottosegretario per gli affari esteri senatore Mantica nel corso dell'informativa urgente tenutasi il 15 luglio 2003 presso l'Assemblea della Camera dei deputati.
solo nella serata del 29 novembre 2002, a rimpatrio ormai avvenuto, da un avvocato milanese contattato dal fratello della signora Alsahri che era giunto a Milano da Londra due giorni prima.
della spesa e delle azioni che verranno attuate nell'amministrazione;
Risposta. - La Presidenza del Consiglio dei ministri ha avviato un progetto sperimentale di riorganizzazione della gestione dei servizi generali di supporto, allo scopo di garantire funzionalità ed efficienza della struttura complessiva.
modalità da prevedere nella convenzione che disciplinerà i rapporti tra i due soggetti.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito al disagio lamentato dagli abitanti del comune di Monteporzio (Roma) causa dell'apertura di solo due dei cinque sportelli del locale ufficio postale, ha precisato quanto segue.
tale onere nelle mani della Presidenza del Consiglio dei ministri;
Risposta. - L'Italia è un Paese dove l'esposizione al rischio di frane ed alluvioni è particolarmente elevata e costituisce un problema di grande rilevanza sociale.
sul territorio delle aree ai vari livelli di rischio e di pericolosità, con la definizione della relativa normativa per l'uso del suolo.
previsione e prevenzione dei rischi, si fa presente che nel settore idrogeologico è stata predisposta una serie di progetti destinati a migliorare le condizioni necessarie per fronteggiare gli eventuali rischi. A titolo di esempio, si ricordano, tra gli altri, il piano radar, il quale prevede la copertura dell'intero territorio nazionale con radar meteorologici e i 23 centri funzionali per la messa a sistema di tutte le informazioni di carattere meteo-idropluviometrico per la previsione, il monitoraggio e la gestione di eventi estremi.
Risposta. - Com'è noto, a causa dell'attraversamento del centro urbano della città di Villa San Giovanni da parte dei mezzi pesanti, in transito da e per il continente, si è determinata una sempre più grave congestione delle condizioni di traffico e mobilità dell'intera area del centro cittadino e portuale, che ha assunto toni di portata preoccupante per la vivibilità e la sicurezza della collettività locale, con forti ripercussioni sull'ordine pubblico.
per il continente insistono su aree di pertinenza delle succitate società.
regioni tutti i centri decisionali nonché di direzione politico-organizzativa del personale;
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, l'operato riguardante la gestione aziendale rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
hanno chiesto il trasferimento presso la regione in questione.
Risposta. - In merito allo stato di dissesto finanziario in cui versa il comune di Cassano allo Jonio (Cosenza) precisa quanto segue.
Commissione per la Finanza e gli organici degli Enti Locali.
addivenire al risanamento dell'ente locale dissestato, sono state esercitate da questo Ministero con l'ausilio della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali che ha formulato numerosi rilievi e richieste istruttorie prima di esprimersi favorevolmente in merito all'approvazione del piano di estinzione delle passività pregresse dell'ente presentato dall'organo straordinario della liquidazione.
Risposta. - Il Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena è stato istituito a norma dell'articolo 3 della legge nazionale 38 del 2001 sulla tutela della minoranza slovena in Italia.
tradizionalmente presente, al fine di rendere possibile la ripartizione e l'erogazione dei fondi a favore della minoranza stessa.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde gli interroganti chiedono di conoscere quali iniziative si intendono assumere in merito al presunto maggior gettito, di cui avrebbero beneficiato molti comuni dall'anno 2000, relativo all'addizionale sul consumo di energia elettrica.
1) disciplina vigente fino al 31 dicembre 1999:
11,5 lire/kWh in favore delle Province.
2) disciplina vigente a partire dal 1o gennaio 2000:
A seguito delle comunicazioni pervenute da diverse Province e Comuni circa le discordanze tra i dati in loro possesso e quelli riportati sul sito internet del Ministero dell'interno, si sono tenute riunioni di servizio, convocate dal Ministero dell'interno, tra i rappresentanti dello stesso Ministero, del Dipartimento per le politiche fiscali e dell'Agenzia delle dogane, per una definitiva sistemazione dei dati contabili relativi alla addizionale sui consumi di energia elettrica e delle correlate modifiche dei trasferimenti erariali spettanti a province e comuni.
In relazione a quanto sopra sono stati acquisiti dagli enti erogatori, per il tramite dei competenti uffici periferici, i dati relativi ai consumi di energia elettrica, per ogni singolo comune, nei luoghi diversi dalle abitazioni per l'anno 2000.
Risposta. - In merito alle problematiche contenute nell'interrogazione cui si risponde, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha evidenziato, in primo luogo, che l'aggio riconosciuto al concessionario per la gestione del lotto viene corrisposto in base ad aliquote decrescenti applicate su crescenti scaglioni d'incasso, ai sensi dell'articolo 21 del decreto del Ministro delle finanze 17 marzo 1993 (come sostituito dal decreto del Ministro delle finanze 8 novembre 1993).
del gioco del lotto non sia più a carico dello Stato ma grava ormai sul concessionario Lottomatica.
Risposta. - Il diritto di accesso cui fa riferimento l'interrogante è esercitabile da parte dei consiglieri provinciali e regionali nei confronti dei documenti amministrativi dei consorzi di bonifica nel caso in cui questi siano qualificabili come enti dipendenti dalla provincia o dalla regione.
ricevere i piani di emersione presentati dai datori di lavoro entro il 28 febbraio 2003 al fine di una loro valutazione ed approvazione;
Risposta. - L'istituzione dei Comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso (CLES), previsti dal decreto legge n. 210 del 25 settembre 2002, convertito nella legge n. del 22 novembre 2002, ha incontrato alcune difficoltà dovute in massima parte alla complessità della loro composizione.
Risposta. - In relazione al concorso per 49 unità di personale diplomato e laureato, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 1o giugno 2001, l'ENEA ha espletato, nel corso del 2002, le previste prove concorsuali.
4, ha confermato per il 2003 il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato.
Risposta. - L'interrogazione cui si risponde concerne l'opportunità di chiarire la ratio dell'articolo 21-bis della legge 8 agosto 1995, n. 341, concernente l'acquisizione da parte degli enti locali degli alloggi finanziati con i fondi della legge 14 maggio 1981, n. 219 e destinati ad essere ceduti in proprietà a titolo gratuito. Nel caso specifico viene presa in esame la situazione del comune di Potenza per la vendita degli alloggi della contrada Malvaccaro.
e a procedere alla stipula dell'atto di cessione erano quelli locali del Territorio dell'Amministrazione finanziaria.
in modo dedicato ed esclusivo i servizi della propria missione a Banca Carime, all'epoca controllata dal Gruppo Cariplo e poi Intesa, successivamente dal Gruppo Banca popolare commercio ed industria ed oggi Banche popolari unite con l'ingresso della Banca popolare di Bergamo;
Risposta. - In relazione alla interrogazione parlamentare un discorso, si fa presente quanto è emerso degli accertamenti ispettivi, effettuati dalla Direzione principale del lavoro di Cosenza.
della direzione aziendale della Carisiel, in tempo utile per l'attivazione di ogni eventuale misura idonea a salvaguardare i livelli occupazionali.
Risposta. - In conseguenza delle mareggiate verificatesi sulla costa calabra dal 28 al 31 dicembre 2000, con delibera di Giunta regionale n. 5 del 10 gennaio 2001, la Regione Calabria ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225. La richiesta è stata poi rinnovata dall'Assessore ai lavori pubblici della Regione nel mese di novembre 2001.
Risposta. - L'interrogante chiede che vengano attivati strumenti utili a fare applicare in maniera univoca in tutti gli Atenei italiani la legge n. 4 del 1999, non solo per creare equità di trattamento ma anche per evitare che le Università lascino passare, per l'espletamento dei concorsi, il periodo previsto dalla legge stessa.
Risposta. - La assegnazione degli insegnanti destinati alle scuole italiane all'estero è regolata dal Ccnl estero sottoscritto dall'Aran e dalle Organizzazioni Sindacali il 14 settebre 2001. L'attuale norma, nel disapplicare l'articolo 9 della legge n. 147 del 2000, ha ripristinato le modalità per la destinazione all'estero previste dall'articolo 5 della Sequenza dell'11 dicembre 1996, riconducendo l'intera materia alla normativa della mobilità di personale incluso in graduatorie permanenti.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare in discorso, si comunica che l'area territoriale di Lametia Terme è effettivamente interessata da una recrudescenza delle attività criminose con un preoccupante aumento di omicidi consumati e tentati.
direttamente ed in via continuativa sul territorio lametino per fronteggiare la recrudescenza della malavita organizzata.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante chiede chiarimenti circa le visite che sarebbero state effettuate, nel mese di marzo 2003, in scuole della provincia di Reggio Calabria da parte di Giuseppe De Marzo «leader dei disobbedienti».
Risposta. - Come noto all'interrogante, nell'intero arco della crisi irachena il Governo ha sviluppato una serie di passaggi misurati e coerenti con la gravità della situazione e con le responsabilità che derivano al nostro Paese dal proprio ruolo internazionale e di tali attività il Governo ha mantenuto costantemente informato il Parlamento.
Grazie all'esistenza a Baghdad di detto ospedale da Campo si sono potuti effettuare numerosissimi interventi a salvaguardia della vita umana. La Croce rossa italiana, inoltre, incoraggiata dalla Task force Iraq, ha altresì fornito supporto ad alcuni Enti e strutture ospedaliere che hanno in tal modo potuto trasportare con voli speciali in Italia bambini iracheni colpiti da malattie e/o infortuni le cui patologie non sarebbero state curabili in loco. Tale supporto si concretizza, di fatto, in un valore aggiuntivo all'intervento CRI/MAE che contribuisce senz'altro ad aumentare il prestigio del nostro Paese.
per i beni e le attività culturali, è stata condotta una prima ricognizione circa l'integrità dei siti e dei reperti archeologici ed in merito alle possibili attività di cooperazione da condurre in futuro. Le iniziative formeranno comunque oggetto di dibattito in seno alla Task Force interministeriale sopracitata ed ai cui lavori il citato Dicastero per i beni culturali partecipa attivamente.
azienda privata di nazionalità Ucraina - affittato ad una agenzia privata denominata Namsa - che si incarica, (per conto della NATO), della gestione di una serie di aerei di questo tipo;
Risposta. - Per il trasporto dei contigenti italiani, da e per i teatri operativi, sono utilizzati, oltre ai vettori militari, anche aerei civili, sulla base di appositi contratti che vengono stipulati a seguito di gara internazionale.
all'articolo 78 comma 3, che è chiaro nella sua lettera, sancendo il divieto per i membri di una giunta comunale, per di più con delega nella materia urbanistica, di astenersi dallo svolgere ogni tipo di attività professionale -:
Risposta. - In merito alle denunciate situazioni di incompatibilità determinatesi in seno all'Amministrazione comunale di Tortora (Cosenza), risulta - da notizie fornite dal competente Ufficio territoriale del Governo - che il ritardo denunciato dal Consigliere comunale Biagio Benvenuto nell'adozione della variante al piano regolatore generale è da ricondursi ad eventi legati all'iter burocratico necessario per pervenire all'approvazione; esso è iniziato in data 22 novembre 1999 ed è terminato con il rilascio del prescritto nulla osta da parte del Genio civile in data 26 marzo 2003.
o a quello delle due isole germanofone situate nel territorio della provincia;
Risposta. - Con riferimento all'atto parlamentare in oggetto si rappresenta che con decreto legislativo del 2 settembre 1997, n. 321 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592, in materia di tutela delle minoranze linguistiche in provincia di Trento) sono state individuate (articolo 5) le località ove è insediata la minoranza linguistica ladina.
progetti, che dovranno comunque essere richiesti con le procedure previste dal comma 3 dell'articolo 8 del regolamento di cui al dPR 345/2001 (trasmissione dei progetti alla Presidenza del Consiglio tramite la Provincia di Trento).
in termini di risorse, incentivi, formazione professionale, indirizzo programmatico -:
Risposta. - Come ho avuto modo di riferire in Aula Camera il 19 giugno 2003, non è stata ancora assunta nessuna decisione e nessuno mai, da parte governativa, in nessun luogo, ha indicato specificatamente la Sardegna come luogo di stoccaggio delle scorie nucleari. Rimane però evidente che, poiché un problema di stoccaggio delle scorie delle centrali nucleari e di quelle che provengono dagli ospedali e dalle aziende (anche quelle della Sardegna) che ammontano a circa 500 tonnellate l'anno, basta ricordare il cobalto, il tecnezio, lo iodio, l'iridio, il tallio e isotopi vari, una soluzione bisogna trovarla proprio per garantire la sicurezza dei cittadini.
Per quanto riguarda il possibile impatto negativo su aree a forte vocazione turistica questo è uno degli elementi di cui si tiene conto nella procedura di selezione dei siti candidati.
deposito, si ribadisce che allo stato attuale, lo studio copre tutte le regioni italiane, e solo nella fase conclusiva, si focalizzerà su un numero limitato di siti.
Risposta. - In ordine alle perplessità manifestate dall'interrogante sul riassetto organizzativo che ha interessato alcuni uffici finanziari la competente Agenzia delle entrate ha fatto presente quanto segue.
finanziaria. I Centri, infatti, ricevevano le dichiarazioni dei redditi e la relativa documentazione, eseguivano il controllo formale, liquidavano le imposte ed effettuavano i rimborsi.
a regime annuale degli assistenti capo della polizia di Stato alla qualifica superiore di vice sovrintendente mediante un concorso per titoli ed il superamento di corso di formazione professionale;
Risposta. - Si comunica che l'obbligo di prevedere una ripartizione per province dei posti disponibili per i vincitori del concorso per l'accesso alla qualifica di vicesovrintendente della Polizia di Stato deriva dall'articolo 1, lettera a), del decreto ministeriale 1o agosto 2002, n. 199, recante il Regolamento delle modalità di accesso al relativo ruolo.
Risposta. - Occorre preliminarmente precisare che al momento la Marina Militare
non sta attuando alcuna ristrutturazione nell'area tecnico-operativa che interessi le Direzioni e/o le Sezioni del Genio militare per la Marina.
In particolare, per quanto concerne quest'ultima aliquota di personale, si osserva che l'esigua esigenza complessiva non giustifica al momento la costituzione di una categoria ad hoc, tenuto conto dell'imminente transito verso il modello professionale, il che ha comportato di conseguenza l'esigenza di sottoalimentare il ruolo marescialli. Occorre, peraltro porre in evidenza l'assoluta esigenza della Marina Militare di impiegare i giovani sottufficiali nelle destinazioni operative a bordo delle Unità navali come impiego tipico e prioritario.
Risposta. - Il sequestro della Senatrice Ingrid Betancourt da parte delle FARC, avvenuto il 23 febbraio 2002, ha carattere politico e va inquadrato nei complessi rapporti politico-militari tra il Governo e le stesse FARC. In particolare il sequestro della Senatrice, così come di altri parlamentari, vuole essere uno strumento di pressione delle FARC nei confronti del Governo al fine di ottenere uno scambio di prigionieri.
Bogotà alla ricerca di una soluzione negoziale e pacifica del conflitto interno.
commerciali della città, migliorerà la mobilità di quelle zone attualmente mal collegate e darà loro un ruolo di centralità nel tessuto urbano capitolino;
Risposta. - In ordine alle interrogazioni parlamentari in discorso, interpellati gli uffici competenti ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si rappresenta quanto segue.
particolarmente importante. Pertanto, le strutture in elevato che dovessero eventualmente essere realizzate dovranno anche essere preventivamente approvate da questo Ministero.
Risposta. - Al riguardo nel confermare che nonostante la presenza di una rilevante comunità italiana, il Canada è uno dei pochi Paesi del mondo in cui non è possibile ricevere il canale di Rai International, si fa presente che tale situazione dipende dalle specifiche norme per l'emissione dei segnali radiotelevisivi ivi vigenti e particolarmente restrittive in materia di ricezione dei canali esteri.
non originale, in quanto le trasmissioni subiscono tagli ed interruzioni non concordati da parte dell'emittente Telelatino.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante esprime alcune preoccupazioni in relazione alla figura professionale di «insegnante tutor o insegnante autoreferente» prevista nel primo ciclo di istruzione della scuola primaria in applicazione della legge n. 53 del 28 marzo 2003.
ecosistema straordinario quale quello della foresta amazzonica.
Risposta. - Non appena avuta notizia dell'arresto del cittadino italiano Signor Giuseppe De Marzo, l'Ambasciata italiana a Quito si è immediatamente attivata.
annullare l'esito del voto ed indire una nuova consultazione elettorale.
Risposta. - La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa ha in corso indagini per presunti brogli elettorali che si sarebbero verificati nel corso delle elezioni amministrative nel Comune di Noto (Siracusa) del 26 e 27 maggio 2002.
amministrativo da parte di qualsiasi cittadino elettorale del Comune, o di chiunque altro vi abbia diretto interesse.
Risposta. - Il Progetto di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il «claims» (le dichiarazioni) nutrizionali, funzionali e relativi alla salute a proposito degli alimenti, nell'ambito del documento di lavoro «Sanco» (termine derivante dalla contrazione di «Sanità» e «consumatori», il quale designa la direzione della commissione europea competente in materia di alimentazione) 1832/2002, introduzione, punto 14, sottolinea che secondo il criterio nutrizionale basilare sul piano scientifico, e conseguentemente su quello regolatorio, «...nessun alimento è buono o cattivo, mentre esiste un regime alimentare buono o cattivo. I consigli nutrizionali sono diretti sicuramente nel senso di una scelta giudiziosa degli alimenti e di un consumo moderato di alcuni prodotti, ma partono dal principio che tutti gli alimenti possono trovare, posto in un regime alimentare variato sul lungo termine, a condizione di essere consumati con una frequenza e in quantità appropriate. Inoltre, può rivelarsi difficile definire la nozione di profilo nutrizionale auspicabile e un gran numero di prodotti potrebbero rappresentare dei casi limite».
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante ha chiesto di chiarire, con una circolare esplicativa, che l'esenzione dall'accisa per il gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra, prevista dall'articolo 19, comma 4, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003), si ritenga estesa anche alle strutture fisse assimilabili ad una serra e pertanto anche alle coltivazioni in grotta o cava sotterranea.
della Repubblica n. 917 del 1986 stabilisce che sono considerate attività agricole quelle dirette alla produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione stessa insiste.
secondo quanto stabilito dai relativi decreti, i terminali di Lottomatica sono diventati di proprietà dello Stato -:
Risposta. - Si risponde congiuntamente ai documenti di sindacato ispettivo n. 4-03967 e n. 4-04213, entrambi presentati dall'interrogante in quanto involgono problematiche di analogo contenuto, concernenti l'inchiesta giornalistica del settimanale Tempi sulla presunta «..situazione del tutto vantaggiosa in cui si trova la Lottomatica rispetto alle altre aziende del settore».
raccolta, ferma restando l'originaria durata della concessione.
in data 31 dicembre 2003 è programmata la chiusura del Centro d'informazione dell'Onu in Italia per attivare un unico centro a Bruxelles;
nell'ambito del processo di riforma occorrerebbe rafforzare il ruolo e la presenza dell'Onu anche attraverso una più efficace presenza nel territorio e continuare il lavoro di informazione e sensibilizzazione su tematiche così importanti come la pace, lo sviluppo, i diritti umani, l'uguaglianza sociale;
l'eventuale conferma della chiusura sarebbe un segnale politico negativo che allontanerebbe i cittadini dall'importante ruolo che le Nazioni Unite devono esercitare -:
quali iniziative il Governo intenda adottare, con la massima urgenza, presso tutte le sedi opportune, per scongiurare la chiusura dell'importante e necessaria sede dell'Onu in Italia.
(4-07083)
Il piano, approvato nel dicembre scorso dall'Assemblea generale dell'ONU, prevede la chiusura, con decorrenza 1o gennaio 2004, di tutti i 9 Centri di Informazione dell'ONU in Europa occidentale e la creazione di un unico centro regionale rafforzato con sede a Bruxelles. È prevista in futuro la estensione del piano anche ad altre aree regionali.
L'Italia, al pari degli altri partners europei, si è attivata sin dall'inizio per individuare, di intesa con i competenti Uffici delle Nazioni unite, soluzioni alternative in grado di assicurare il mantenimento di un livello adeguato di informazione e di rappresentanza dell'ONU nel nostro Paese, avvalendosi in particolare di altre strutture o organismi comunque riconducibili alle Nazioni unite presenti a Roma.
Il Ministero degli esteri continua ad adoperarsi per assicurare un esito positivo ai passi intrapresi nel senso auspicato dall'Onorevole interrogante.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
in Toscana hanno sede diversi istituti professionali per i servizi sociali che attuano corsi di studio articolati in due fasce come previsto dal decreto ministeriale 22 aprile 1994: un triennio al termine del
in ottemperanza al sopracitato decreto ministeriale ed in base alla legge 21 dicembre 1978, n. 845 gli istituti professionali hanno attivato fin dal 1996 corsi di professionalizzazione nel settore socio-assistenziale, istituiti in osservanza della deliberazione del consiglio regionale della Toscana del 30 gennaio 1996, n. 39, concernente i rapporti tra regione e sistema scolastico;
a tutt'oggi è impossibile individuare presso gli uffici di collocamento figure professionali corrispondenti al titolo di studio acquisito e concorrere a posti di lavoro banditi da enti e strutture pubbliche giacché tale titolo non figura tra quelli riconosciuti per formulare la stessa domanda di partecipazione;
l'articolo 12 della legge 8 novembre 2000, n. 328 prevede che con decreto del Ministro per la solidarietà sociale vengano definiti i profili professionali delle figure professionali sociali e che con regolamento siano definiti i criteri per il riconoscimento e l'equiparazione dei profili professionali esistenti alla data di entrata in vigore della legge;
sono trascorsi abbondantemente i termini previsti per l'esercizio della delega di cui sopra ed il Governo ha completamente disatteso quanto previsto dall'articolo 12 della legge quadro sull'assistenza -:
quali provvedimenti intenda adottare per risolvere questa paradossale, assurda ed ingiusta situazione che rende nullo il sacrificio e l'impegno di tanti studenti i quali si trovano dopo anni di studio a conseguire una specializzazione non utilizzabile in campo lavorativo.
(4-02454)
Al riguardo, si comunica che con decreto ministeriale 30 maggio 2001, è stata istituita, presso la Direzione generale dell'impiego di questo Ministero, un'apposita Commissione tecnica, per valutare le proposte provenienti dai servizi per l'impiego, dai servizi regionali di formazione professionale, dai servizi scolastici nonché dalle parti sociali e aggiornare la codifica attraverso l'inserimento di nuove professioni e nomenclature.
Ciò premesso si fa presente che il problema prospettato potrà trovare soluzione nell'ambito dei lavori che saranno espletati dalla predetta Commissione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Pasquale Viespoli.
nell'agosto 2002 il prefetto di Pistoia ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti di età;
da allora la reggenza è stata affidata al Vice Prefetto Vicario il quale svolge il suo incarico con competenza ed attenzione alle varie problematiche del territorio;
nonostante l'impegno profuso, è innegabile che in vasti settori dell'opinione pubblica rimane incomprensibile la ragione per la quale non si proceda alla nomina del titolare dell'ufficio territoriale del Governo;
in altre province, anche confinanti, poche settimane fa si è provveduto alle nomine dei prefetti titolari pur in presenza
quali sono i motivi di questo comportamento «latitante» del Governo nei confronti della Provincia di Pistoia;
quando intende nominare il Prefetto titolare e dare così compiutezza al vertice dell'ufficio territoriale.
(4-06391)
Com'è noto, infatti, nella seduta del 23 maggio 2003, il Consiglio dei ministri ha deliberato l'attribuzione dell'incarico di Prefetto di quella provincia al Prefetto dottor Leopoldo Di Mattia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
l'interrogante è venuto a conoscenza delle difficoltà che avrebbero incontrato i coniugi Ghirardini-Zambotti, residenti in provincia di Trento, nel tentativo di ottenere un'adozione internazionale in Nepal. Al termine del lungo iter procedurale relativo all'adozione internazionale, che ha visto i coniugi essere giudicati dagli psicologi «persone mature, responsabili e fortemente motivate all'adozione», la famiglia ha ottenuto un «abbinamento» con un bambino nepalese, avente però un fratello anch'esso in attesa di adozione;
l'ente al quale i coniugi si erano rivolti per l'adozione internazionale, l'Associazione Amici Trentini Onlus, avrebbe deliberato, sulla base dei pareri degli psicologi e dei pedagoghi che con l'ente collaborano, circa l'opportunità di non sostenere l'adozione di fratelli presso famiglie diverse. L'Associazione ritiene infatti necessario salvaguardare, ove possibile, il legame affettivo tra fratelli, quale componente importante per far sentire meno soli i bambini nella delicata fase dell'adozione. Ciò in presenza peraltro di numerose famiglie italiane disponibili alle cosiddette doppie adozioni;
le normative nepalesi - per motivi legati, pare, alla necessità di rispondere a princìpi della religione induista - prevedono però che fratelli dello stesso sesso siano dati in adozione a famiglie diverse, vengano cioè separati;
l'Associazione, pur nel rispetto della cultura del Nepal, ha ritenuto di prendere posizione circa questo principio della separazione di fratelli e a seguito della comunicazione della relativa delibera del Consiglio direttivo, in cui tra l'altro si chiedeva di procedere con abbinamenti di bimbi singoli o fratelli di sesso diverso, i coniugi Ghirardini-Zambotti sarebbero stati esclusi dal normale iter adottivo. La proposta loro fatta circa un abbinamento con uno di due fratelli maschi e a cui non era stata data risposta, in attesa della soluzione adottata dall'ente, è stata sentita come un rifiuto;
purtroppo, le autorità nepalesi non soltanto hanno confermato di volersi attenere al principio della separazione dei fratelli dello stesso sesso, ma avrebbero anche reagito in maniera assurdamente sanzionatoria, negando per sempre ai coniugi Ghirardini-Zambotti la possibilità di adottare in Nepal;
una reazione dunque insensata e spropositata, anche perché a pagare direttamente per tale decisione, oltre che i due bambini, sono due coniugi che dell'iniziativa dell'Associazione (alla quale si sono peraltro dovuti rivolgere per legge) non erano neppure a conoscenza -:
se non ritenga necessario, considerato che l'episodio si configura anche come un problema nei rapporti tra l'Italia ed il Nepal, agire con la massima urgenza presso il Governo nepalese allo scopo di far rivedere la decisione assunta dalla relativa autorità competente in tema di adozioni.
(4-04816)
Tale Commissione ha assistito i coniugi Ghirardini-Zambotti nel tentativo di risolvere la situazione creatasi a seguito della decisione delle Autorità nepalesi non solo di volersi attenere al principio della separazione, in caso di adozione, di fratelli dello stesso sesso, ma anche di negare definitivamente ai predetti coniugi di adottare in Nepal.
La Commissione per le Adozioni Internazionali ha preso contatto con l'Autorità nepalese competente in materia di adozioni (Ministry of Women, Children and Social Welfare) ed ha effettuato accertamenti sul caso in esame.
In data 11 dicembre 2002 essa ha quindi rivolto alla competente Autorità nepalese una richiesta scritta di revisione della decisione presa nei confronti dei coniugi Ghirardini-Zambotti, comunicando altresì la loro disponibilità ad accettare in adozione anche un solo bambino o due fratelli di sesso diverso.
Infine, con provvedimento del 12 febbraio 2003, ratificato il 17 febbraio 2003, la Commissione per le Adozioni Internazionali ha autorizzato, ai sensi dell'articolo 39 della legge n. 476 del 1998, l'ingresso ed il soggiorno permanente in Italia di un minore nepalese adottato dai coniugi Ghirardini-Zambotti.
A seguito di questa decisione, il bambino ha potuto iniziare la sua nuova vita con i genitori adottivi in Italia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
da notizie di stampa, approfondite successivamente con colloqui avuti dall'interrogante con alcune persone direttamente coinvolte si è appreso quanto segue;
il 27 aprile 2003 il volo BBG8454 della compagnia italiana Alisea Airlines, con destinazione San Pietroburgo, viene autorizzato al decollo dall'aeroporto di Verona. Ciò significa, automaticamente, che l'aereo è autorizzato anche all'atterraggio nell'aeroporto di arrivo;
superato il confine estone ed entrato nei cieli russi, il velivolo viene preso in carico dalla torre di controllo di San Pietroburgo. La torre avverte il comandante dell'aereo che il velivolo non risulta autorizzato all'atterraggio. Il comandante risponde di avere tutti i permessi necessari e, come da procedura, chiede ordini, rendendosi disponibile ad effettuare qualsiasi manovra decisa dalla torre di controllo;
trascorso un po' di tempo la torre di controllo comunica al comandante che il volo è autorizzato a proseguire. Il comandante dell'aereo, per sicurezza, si fa ripetere la comunicazione due volte. Il volo prosegue regolarmente per circa 40 minuti, il tempo necessario per raggiungere, dal confine con l'Estonia, il cielo di San Pietroburgo. A questo punto il comandante chiede l'avvio della procedura di avvicinamento, che viene però negata dalla torre. Ancora una volta il comandante, come da procedura, chiede ordini alla torre di controllo: la torre di San Pietroburgo, avendo preso in carico il volo, ne è infatti responsabile;
la torre comunica al comandante di dirigersi verso un aeroporto di appoggio, che incredibilmente viene individuato nel lontanissimo aeroporto di Mosca. Il comandante, suo malgrado, ritira quindi i carrelli, risale in quota e si dirige verso Mosca. A questo punto, però, la torre cambia nuovamente idea ed autorizza in via definitiva l'atterraggio a San Pietroburgo;
immediatamente dopo l'atterraggio forze armate russe bloccano a terra il velivolo, impedendo ai 150 passeggeri italiani di scendere. Non viene fornita alcuna spiegazione e viene addirittura ignorata una richiesta di assistenza medica per una persona colta da malore;
l'unica cosa che i passeggeri vengono a sapere è che l'Ambasciata italiana ne sta trattando il rilascio, che viene ottenuto dopo ben tre ore dimostrando che le persone a bordo sono cittadini italiani in viaggio turistico, tutti provvisti di regolare visto rilasciato in anticipo dalle autorità russe;
il comandante dell'aereo italiano viene quindi autorizzato a svolgere i consueti compiti di rifornimento di carburante pulizia dell'aeromobile e check-up;
dopodiché, sul velivolo, pronto per il rientro in Italia, salgono altrettanti turisti italiani che attendevano di rientrare in Italia dopo un soggiorno a San Pietroburgo;
poco prima del decollo le autorità russe cambiano nuovamente idea: l'aereo viene fermato ed il comandante viene arrestato. A quanto risulta all'interrogante, equipaggio e comandante, privati del passaporto, alle tre del mattino sono scortati in hotel, per poi essere riportati in aeroporto alle 8,30. Qui sono chiusi in una stanza senza cibo né acqua e sono sorvegliati a vista persino alla toilette. Solo grazie agli sforzi dei diplomatici italiani in Russia, in serata l'aereo può finalmente rientrare in Italia con i passeggeri che attendevano da quasi 24 ore senza comprendere cosa stava accadendo;
pare che la compagnia Alisea Airlines sia stata interdetta al volo sui cieli russi in conseguenza dell'accaduto, che evidentemente le autorità russe le addebitano. Al di là dei gravi disagi subiti dai passeggeri e dal personale di bordo nella vicenda descritta, quest'ultima ingiustificata disposizione, se confermata, rischia di comportare un grave danno economico per la giovane compagnia aerea e per i tour operator che con essa operano -:
se non ritenga necessario attivarsi al più presto, ed in quale modo, per conoscere cause e responsabilità di quanto accaduto, onde evitare che simili deplorevoli vicende possano coinvolgere altri cittadini italiani in viaggio in Russia;
considerato che per l'accertamento di quanto accaduto ed eventuali responsabilità ed errori risulta essere cruciale la registrazione delle comunicazioni avvenute tra il comandante del velivolo italiano e la torre di controllo di San Pietroburgo, e considerato che tali registrazioni sono normalmente cancellate dopo 72 ore, se non ritenga necessario un intervento immediato presso le autorità russe affinché la registrazione sia conservata per i necessari accertamenti;
se e come intenda attivarsi, al fine di tutelare i diritti delle imprese italiane che operano nel campo del turismo e del trasporto aereo tra l'Italia e la Russia, facendo in modo che sia ripristinato al più presto il permesso della compagnia aerea italiana Alisea Airlines di solcare i cieli russi.
(4-06194)
Un dipendente del Consolato si metteva quindi in contatto con il Responsabile di turno della Polizia di frontiera, Capitano Serghei Ivanovich. Questi informava che l'equipaggio dell'aeromobile dell'Alisea era in stato di fermo per mancata autorizzazione del volo e per conseguente decisione del Ministero della difesa russo di considerare l'atterraggio come violazione dello
Tale soluzione veniva subito raccolta dalla coordinatrice dell'Agenzia Metamondo, che in precedenza aveva già avvertito la direzione dell'Albergo Pulkovskaja, prenotando le relative stanze e reperendo i necessari pullman per il trasporto dei turisti. Questa operazione si concludeva verso le ore 2.30.
Nel frattempo, il dipendente del Consolato si adoperava per ottenere il rilascio dei cinque membri dell'equipaggio, ottenendo dal capitano Ivanovich, dietro sua lettera di impegno e garanzia, la loro uscita dall'area chiusa per il successivo trasporto nello stesso albergo del gruppo turistico. Alle 3.30 anche questa operazione era conclusa.
Nelle prime ore del mattino, l'Ambasciata d'Italia a Mosca, che aveva costantemente seguito la vicenda fin dall'inizio, veniva aggiornata sul caso anche nella prospettiva di un passo ufficiale della nostra Rappresentanza diplomatica nei confronti del Ministero della difesa russo. Un dipendente del Consolato, intanto, si incontrava con la coordinatrice dell'Agenzia Metamondo e con il gruppo di turisti per informarli sui possibili sviluppi e rassicurarli sul buon fine della vicenda. Si recava quindi in aeroporto, accompagnato da un'interprete del Consolato, per accertarsi dello stato dell'equipaggio e per stabilire nuovi contatti in merito al problema dei visti scaduti con il responsabile diurno della Polizia di frontiera. A questi veniva consegnata una Nota Verbale nella quale venivano difese le ragioni dei turisti, ai quali veniva concesso gratuitamente il visto, e veniva chiesta comprensione per le loro difficoltà. Il militare faceva capire che tutti gli aspetti della questione erano in corso di discussione a Mosca e che non era da escludere una soluzione in giornata. Il dipendente tornava quindi in albergo ed informava compiutamente il gruppo di turisti di quanto appreso sottolineando, comunque, la complessità del fatto occorso e l'esigenza di mantenere un comportamento calmo e disciplinato, in quanto sia loro, sia il Consolato, erano tenuti al rispetto delle leggi russe.
Alle 14.00 veniva concessa l'autorizzazione al decollo dalle autorità aeroportuali di Pulkovo, per cui verso le 15.00, i primi turisti potevano accedere all'area partenze. L'aereo poteva infine decollare alle ore 17.00.
Il Ministero degli affari esteri ritiene che la situazione venutasi a creare, di per sé piuttosto difficile ed imbarazzante, causata verosimilmente da una condotta poco accorta da parte del vettore Alisea, avrebbe potuto avere effetti ancora più spiacevoli, tenuto conto della minaccia terroristica interna ed internazionale che mantiene le Autorità russe in uno stato di massima allerta. Il Comandante Guiducci ha confermato di non essere in possesso della prescritta autorizzazione, ritenendo che essa dovesse essere data per acquisita nel caso di voli regolari e continuativi come quelli operati dall'Alisea. Va notato, comunque, che le Autorità di Polizia locali si sono adoperate per cercare una soluzione rapida, nonostante le implicazioni per la sicurezza nazionale del caso. Si precisa, inoltre, che si è segnalato tempestivamente l'accaduto alle Autorità italiane dell'Aviazione civile affinché vigilino e contribuiscano ad evitare il ripetersi di simili episodi.
Il sorvolo di spazi aerei e l'atterraggio su aeroporti non rientranti in ambito Eurocontrol possono essere effettuati solo previa autorizzazione, per ogni singolo volo, dei Paesi interessati e le relative formalità vengono espletate sotto la responsabilità dei vettori aerei.
Tuttavia, nel caso specifico, pur essendosi verificata la mancanza della pertinente autorizzazione, del resto ammessa anche negli atti inviati dal vettore all'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), non è stata condotta, come di solito, un'azione preventiva di inibizione uso dello spazio aereo russo ma, da parte delle competenti
Nei giorni successivi all'episodio, l'Ambasciata d'Italia a Mosca, su mio esplicito sollecito, si è attivata per favorire un incontro tra i rappresentanti della Società Alisea, che si era scusata con le locali Autorità per l'equivoco prodottosi nelle comunicazioni delle richieste di autorizzazioni, e le competenti Autorità russe, al fine di scongiurare la revoca dell'autorizzazione nei confronti dei voli operati dall'Alisea stessa. Anche l'Enac ha richiesto una riconsiderazione della revoca della suddetta autorizzazione con una nota del maggio scorso.
L'Ambasciatore d'Italia a Mosca ha chiesto ed ottenuto un incontro con il responsabile delle relazioni internazionali del servizio statale dell'Aviazione civile, al fine di avere chiarimenti sulla posizione russa e favorire, auspicabilmente, un incontro fra le Autorità locali e la nostra compagnia. Nel colloquio si è registrata da parte russa grande rigidità, motivata con la «gravità» dell'infrazione (violazione dello spazio aereo) commessa da parte dell'Alisea, e si è sottolineato che casi analoghi normalmente comportano il sequestro dell'aeromobile e l'avvio di un procedimento penale e che solo grazie agli eccellenti rapporti bilaterali, nonché per riguardo ai passeggeri italiani, è stato «eccezionalmente» autorizzato l'imbarco da San Pietroburgo ed il decollo verso l'Italia.
È da segnalare inoltre che sono in corso complessi negoziati tra l'Italia e la Federazione russa in materia aeronautica a causa di alcune richieste russe che l'Italia non ha potuto accogliere, anche a seguito delle posizioni assunte dalla Commissione europea in ordine agli Accordi bilaterali aeronautici. In tale contesto va inserito il recente comportamento delle Autorità aeronautiche russe che hanno revocato l'autorizzazione per tutti i voli charters programmati dalla Società Alisea, facendo valere anche il principio che tutti i voli charters sarebbero consentiti solo su rotte non servite da voli regolari.
Il Ministero degli Esteri continuerà a sollecitare un riscontro da parte delle Autorità russe a favore della Società Alisea e delle compagnie charter operanti in Russia, a tutela degli interessi italiani nel settore.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
gli archivi di Stato e le soprintendenze archivistiche in Basilicata, per i tagli alle spese di funzionamento effettuati dal ministero, hanno serie difficoltà nel fornire servizi al pubblico;
c'è il rischio, quindi, di chiusura delle sale al pubblico con grave pregiudizio per le attività di studio e ricerca;
l'attività delle soprintendenze archivistiche e di quelle dei beni archeologici e storico culturale va, invece, potenziata al fine di valorizzare l'immensa ricchezza storico culturale della Basilicata -:
se non intenda dotare di ulteriori risorse finanziarie le soprintendenze archivistiche della regione Basilicata.
(4-06627)
Com'è noto, negli ultimi anni le manovre per il contenimento della spesa pubblica hanno determinato una progressiva decurtazione degli stanziamenti di parte corrente per tutta la pubblica amministrazione.
Anche questo Dicastero ha risentito, in generale, di tale situazione, con riflessi particolarmente negativi per il centro di responsabilità «Archivi», i cui numerosi istituti sono diffusi sul territorio.
Si segnala, comunque, che a seguito di uno specifico incontro sulle problematiche degli archivi, tenutosi lo scorso aprile, questa Amministrazione ha ottenuto che il
Tali disposizioni consentiranno, ovviamente, di venire incontro anche alle esigenze finanziarie degli istituti archivistici della Basilicata.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
rispondendo in Aula, nella seduta della Camera dei deputati del 10 aprile 2002, ad una specifica interrogazione sul tema degli arsenali della Marina militare, il Ministro interrogato ebbe già a riconoscere la obiettiva rilevanza degli stessi «quali strutture strategiche e di supporto delle forze navali, e quali importanti realtà socio-economiche locali»;
nella stessa circostanza, lo stesso Ministro ebbe a parlare altresì di «obiettivi di massima economicità, con un forte recupero della produttività, attraverso un'organizzazione del lavoro in linea con i tempi...»; ed a riconoscere «...la criticità della situazione organica, per quanto riguarda il personale», per il quale era stata avviata l'attività di riqualificazione, e sarebbe previsto solo un contenuto slittamento delle assunzioni, per i concorsi in atto;
durante la ultracentenaria storia dell'arsenale della Marina militare di Taranto, è cresciuta interno allo stabilimento jonico un'imprenditoria altamente specializzata e professionalizzata, che oggi è composta da oltre quaranta aziende, con una forza lavoro di oltre settecento unità; ed è in grado di dare un contributo decisivo alla manutenzione delle unità navali, ed al necessario ammodernamento tecnologico di tale servizio;
da qualche tempo circolano invece insistenti e preoccupanti voci di un passaggio di duemila dipendenti civili dell'arsenale alla Fincantieri, società partecipata dello Stato;
tale misura risolverebbe per qualche tempo i problemi occupazionali, ma con un deleterio ritorno all'antico, ed attraverso soluzioni stataliste, che contraddicono il programma liberista proposto agli italiani, e dagli stessi approvato elettoralmente;
il Ministro della difesa dovrebbe preoccuparsi prioritariamente anche della crescita del territorio, e dello sviluppo delle imprese locali, in particolare nel nostro Sud, al fine di renderlo competitivo ed autonomo nel nuovo quadro dell'attuando federalismo; ed ancora più nella drammatica situazione in cui versa la provincia tarantina, con novantamila disoccupati, per cui sarebbe del tutto auspicabile quantomeno difendere e salvare intanto l'esistente;
le aziende joniche anzidette hanno un bisogno vitale di conoscere in anticipo e compiutamente le valutazioni del Governo sul futuro degli arsenali, per l'assunzione delle loro scelte imprenditoriali, in termini di investimenti, e di politiche occupazionali -:
quali saranno, nell'immediato e nel prosieguo, gli scenari del settore dei servizi di manutenzione navale per la Marina militare.
(4-03445)
Con la consapevolezza dell'importanza che essi rivestono quali strutture strategiche di supporto delle forze navali e quali rilevanti realtà socio-economiche locali, gli Arsenali vengono considerati un patrimonio da salvaguardare nell'interesse generale. Ciò è vero, in particolare, per l'Arsenale di
Benché molte siano le iniziative di studio, è evidente che una soluzione complessiva del problema potrà essere assicurata solo attraverso un intervento mirato e di considerevole portata, finalizzato alla ristrutturazione organizzativa, tecnico-logistica, infrastrutturale e di rinnovamento tecnologico.
A fronte di una situazione tanto complessa, per finanziare l'ammodernamento degli Arsenali si potrà disporre nell'esercizio finanziario corrente di 7.309.000 euro, massimo sforzo possibile nell'attuale momento di congiuntura, tenuto conto delle globali esigenze della Marina Militare in termini di impegni economici per ammodernare i mezzi e per sostenere i costi di esercizio.
Per quanto concerne, poi, gli aspetti relativi alla manutenzione navale, anche per il futuro tale fondamentale attività continuerà ad essere assicurata dagli Arsenali di La Spezia, Augusta e Taranto, che si avvale della Sezione staccata di Brindisi.
In particolare, in funzione del carico di lavoro di ciascun Arsenale, determinato in base alle esigenze di manutenzione delle unità navali, i relativi interventi - come per il passato - saranno assicurati essenzialmente con l'impiego di manodopera degli Arsenali, facendo ricorso solo in parte all'industria privata qualificata.
A tal proposito, si rappresenta che non sussiste alcun presupposto per far ritenere che si tenda a modificare in senso riduttivo l'entità delle risorse economiche che annualmente vengono destinate all'industria privata, per le attività connesse alla citata attività di manutenzione, né in tal senso si prevedono varianti per il futuro, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica.
In conclusione, permane l'evidente obiettivo dell'Amministrazione di salvaguardare l'efficienza dello strumento navale, consentendo allo stesso di essere in grado di rispondere alle prioritarie esigenze di difesa dello Stato, di tutela degli interessi nazionali e di rispetto degli impegni derivanti dalla partecipazione all'Alleanza atlantica ed all'Unione europea.
In questo quadro e con tale indirizzo l'argomento riferito agli Arsenali resta all'attenzione del Dicastero e permane oggetto di approfondimento e di analisi da parte dei competenti organi tecnici della Difesa. Tuttavia, si può realisticamente ipotizzare che provvedimenti incisivi a favore degli Arsenali saranno di possibile attuazione solo nel medio-lungo periodo.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
la centrale termoelettrica Enel di Genova, ai sensi della legge regionale 24 marzo 1980 n. 20, è tenuta in oggi a rispettare esclusivamente i limiti definiti dalla nota del comune di Genova n. 2004/TA del 16 agosto 1984, ovvero: polveri 450mg/m3 e SO2 1900 mg/m3;
la centrale oggi emette inquinanti in assenza delle necessarie autorizzazioni, limitandosi al rispetto delle prescrizioni imposte dal comune di Genova nel 1984, che peraltro riguardano esclusivamente le polveri e gli SO2;
ildecreto ministeriale 12 luglio 1990, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2003, fissa, per un impianto con le caratteristiche della centrale Enel di Genova, i seguenti limiti: Polveri50 mg/m3, SO2 1700 mg/m3, NOx 650/mg/m3, CO 250/mg/m3;
per quanto sopra esposto, pertanto, rebus sic stantibus, la centrale Enel di Genova è tenuta a chiudere entro il 31 dicembre 2002 in quanto, in allora, le sue emissioni risulteranno incompatibili con la normativa vigente;
ad oggi, non risulta essere stato presentato - al fine di consentire alla
la regione Liguria con delibera n. 127 del 4 febbraio 2000 esprimeva parere istruttorio favorevole al PRP a condizione che venissero osservate le prescrizioni presenti nel documento elaborato dal Comitato tecnico regionale per il territorio e votato in adunanza nella seduta del 31 gennaio 2000 con voto n. 4, che costituisce atto integrativo funzionale al parere espresso;
all'interno del punto 4 delle prescrizioni del quadro progettuale (A), il comitato tecnico regionale per il territorio si è espresso per «il risanamento, sotto il profilo ambientale e percettivo, del contesto in cui è inserita la Lanterna di Genova»;
il risanamento del contesto in cui è inserita la Lanterna è attualmente allo studio di un gruppo di lavoro recentemente attivato dalla soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici per la definizione di un vero e proprio progetto di recupero paesistico-ambientale dell'area, come definito dall'articolo 75 della legge urbanistica regionale n. 36/1997;
il voto n. 4 del 31 gennaio 2000 del comitato tecnico regionale per il territorio, quale prescrizione ad uno strumento di pianificazione e programmazione urbanistica come il Piano regolatore del porto, sanciva «la necessità della dismissione della centrale termoelettrica ormai obsoleta e non compatibilizzata dal punto di vista ambientale» in modo da «eliminare gli ingombri volumetrici e infrastrutturali che nuocciono non solo alla libera percezione, ma allo stesso mantenimento del valore di immagine storico-culturale del monumento», e quindi «dell'elemento di maggior conflitto con la tutela della percezione e dell'immagine storica della Lanterna»;
la regione Liguria con delibera n. 45 del 21 settembre 2001 approvava definitivamente il PRP con le prescrizioni del Comitato tecnico regionale;
il presidente della regione Liguria ha affermato e ribadito più volte la necessità del recupero paesistico e della valorizzazione della Lanterna attraverso la dismissione della centrale Enel situata nel porto di Genova;
il comune di Genova ha chiesto formalmente a Enel produzione in data 13 novembre 2002 prot. 2444/A1C la conferma in merito all'intenzione di Enel spA di dismettere la centrale Enel di Genova entro il 31 dicembre 2002 -:
se non si ritenga di intervenire presso Enel spa, affinché, provveda alla chiusura della centrale termoelettrica di Genova - Ponte S. Giorgio entro il 31 dicembre 2002, secondo quanto gia richiesto dal ministero dell'ambiente e prescritto dalla normativa vigente, nonché in ossequio alle previsioni urbanistiche vigenti sull'area.
(4-04790)
Nel territorio del Comune di Genova, in prossimità del porto e della famosa «lanterna», è funzionante una centrale termoelettrica attualmente costituita da tre sezioni, di cui due della potenza di 70 MW ciascuna (nn. 3 e 4 in servizio dal 1952) e la terza di 155 MW (n. 6 in servizio dal 1960), utilizzanti carbone ed olio combustibile. L'impianto è di proprietà della società ENEL Produzione, società appositamente costituita dall'ENEL nel 1999 e alla quale sono stati conferiti gli impianti non ricompresi nel piano di cessione per complessivi 15.000 MW, approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999.
La centrale in questione è stata oggetto di vari progetti per l'adeguamento ambientale delle tre sezioni di cui è costituita. Un primo progetto fu presentato nel 1992 e prevedeva interventi impiantistici e gestionali sulle tre sezioni; un secondo progetto fu elaborato nel 1996, anche a seguito di un protocollo di intesa tra Enti locali ed ENEL, e contemplava l'adeguamento della sezione n. 6, la dismissione di una sezione da 70 MW e la trasformazione dell'altra in termocombustore di rifiuti. A seguito della decisione del Ministero dell'ambiente di sottoporre a VIA il predetto progetto, intervenuta nel novembre 1997, e alle mutate condizioni del mercato elettrico introdotte a seguito della liberalizzazione del settore (decreto legislativo 79/99) successivamente, l'Enel Produzione S.p.A, nel frattempo subentrata nella titolarità dell'impianto, ha fatto presente alle Amministrazioni interessate l'intenzione di porre in atto interventi gestionali ed impiantistici, al fine di poter rispettare i limiti alle emissioni di cui al decreto ministeriale 12 luglio 1990 e continuare l'esercizio oltre il 31 dicembre 2002. In particolare, sono stati proposti interventi sulle tre caldaie per minimizzare la formazione degli ossidi di azoto nonché l'installazione di filtri a manica all'interno dell'esistente depolverizzatore elettrostatico della sezione n. 6.
Pur considerando il carattere minore degli interventi, in forza del combinato disposto di cui all'articolo 8, comma 6, del decreto legislativo 79/99 e all'articolo 14 dell'Allegato IV al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 dicembre 1988, è stata chiesta una pronuncia delle Amministrazioni già interessate dai precedenti progetti di ambientalizzazione (Ministero Ambiente-Servizio VIA e IAR, Ministero della salute, Regione Liguria). Al riguardo, non pervenendo alcuna osservazione contraria e tenendo presente la necessità di adeguare la centrale ai nuovi limiti di emissione, questo Ministero, in data 4 aprile 2002, ha comunicato all'ENEL di dare corso all'iniziativa proposta (che attualmente risulta in stato di realizzazione), informando contestualmente le Amministrazioni già consultate precedentemente.
Pertanto, il completamento degli interventi di cui sopra, renderà compatibile l'esercizio della centrale con i limiti alle emissioni fissati con il decreto ministeriale 12 luglio 1990.
Per quanto concerne gli aspetti relativi alle previsioni di natura urbanistica, si fa, altresì, presente quanto segue.
Pur non risultando che la Direzione generale competente, o per essa altri Uffici del Ministero delle attività produttive, sia stata coinvolta nel procedimento di VIA del Piano regolatore portuale di Genova, da informazioni assunte per le vie brevi, nel DEC/VIA/5395 DEL 25.10.2000, in merito alla centrale sarebbe riportata la seguente considerazione «...la scelta del piano regolatore portuale di confermare programmaticamente ed a tempo indeterminato nell'ambito S4 la presenza dell'impianto termoelettrico a carbone, deve essere riconsiderata».
Analogamente, la nota del Servizio VIA del 1o febbraio 2001, citata nell'interrogazione, concerne principalmente l'interramento di una «Calata portuale» e, tra altro, ribadisce quanto già disposto dal Ministero dell'ambiente nel novembre 1997. Infatti il predetto Dicastero specifica che il progetto di ambientalizzazione della centrale termoelettrica, comprensivo del termocombustore, deve essere sottoposto alla procedura di VIA ovvero, nel caso che tale iniziativa non dovesse essere più attuata, un eventuale diverso progetto di ambientalizzazione dovrà essere sottoposto alla verifica ed alle determinazioni del Servizio VIA. Indicazione, quest'ultima, cui ha ottemperato questo Ministero con la richiesta di pronuncia avanzata alle Amministrazioni interessate, tra cui il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio - Direzione per la VIA.
Non risulta quindi, che da parte del Ministero dell'ambiente sia stata avanzata la richiesta ad ENEL Produzione S.p.A. di procedere alla chiusura della centrale, sulla base della citata indicazione.
Si osserva, infine, che nel Piano energetico ambientale della regione Liguria, adottato dalla Giunta regionale il 29 aprile 2002, viene riportato, nel capitolo sull'uso
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
come sottolineato dall'Agenzia parlamentare per l'informazione politica ed economica AgenParl, per motivi di costi, si sta diffondendo sempre più negli alimenti l'uso di oli vegetali, che contengono alte percentuali di grassi saturi, deleteri per l'organismo umano, ma di rado riconoscibili nelle etichette dei prodotti in commercio, in quanto nessuna legge obbliga le aziende a definire il tipo di olio usato;
la definizione «oli vegetali» è oscura, perché, al contrario dell'olio di oliva, può contenere oli nocivi alle arterie. In particolare, tra i maggiori imputati di una cattiva alimentazione vi sono l'olio di palma o di cocco (l'acido contenuto nella noce di cocco è scarsamente metabolizzabile, per cui, se viene introdotto nel nostro organismo in grandi quantità, con l'idea che possa essere un valido sostituto dell'olio di oliva, in realtà ha effetti tossici);
la stessa organizzazione mondiale della sanità ha raccomandato un consumo moderato di grassi saturi: ragion per cui, nelle etichette dei prodotti alimentari, dovrebbe essere indicata una tabella nutrizionale completa;
numerosi luminari della medicina hanno appoggiato questo appello dell'OMS ed anche in Parlamento tale esigenza viene sentita da più parti -:
se non ritenga opportuno adottare iniziative normative affinché, oltre alla corretta etichettatura di tutti gli alimenti in generale e, in particolare, di quelli che contengono sostanze potenzialmente insidiose per la salute dei cittadini e dei giovani, sia aggiunta sulle confezioni dei prodotti anche l'avvertenza, come viene fatto, per esempio, per le sigarette, per cui l'uso incontrollato dei grassi saturi non è consigliabile e nuoce gravemente alla salute.
(4-06301)
Al momento, è in corso di esame in ambito Unione europea una modifica delle disposizioni vigenti, diretta a favorire una più accurata informazione sulla presenza negli alimenti delle sostanze maggiormente responsabili di reazioni allergiche. Tale modifica porterà anche ad una limitazione delle possibilità di utilizzare in etichetta la dizione generica di «oli vegetali» (se derivati ad esempio da arachide, soia, sesamo).
Ciò premesso, occorre ricordare che il Progetto di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente i «claims» (le dichiarazioni) nutrizionali, funzionali e relativi alla salute a proposito degli alimenti, nell'ambito del documento di lavoro «Sanco» (termine derivante dalla contrazione di «Sanità» e «Consumatori», il quale designa la Direzione della Commissione europea competente in materia di alimentazione) 1832/2002, introduzione, punto 14, sottolinea che secondo il criterio nutrizionale basilare sul piano scientifico, e conseguentemente su quello regolatorio, «... nessun alimento è buono o cattivo, mentre esiste un regime alimentare buono o cattivo. I consigli nutrizionali sono diretti sicuramente nel senso di una scelta giudiziosa degli alimenti e di un consumo moderato
In altri termini, tra gli alimenti che vengono consumati nella dieta, alcuni presentano qualità e limiti (ad esempio, il latte intero ha caratteristiche differenti da quello parzialmente scremato), per cui occorre valutarne l'assunzione a lungo termine e l'impiego in un regime alimentare duraturo e bilanciato.
Con specifico riferimento all'olio di cocco e al suo tenore di acidi grassi saturi, occorre segnalare che le disposizioni specifiche vigenti sulla composizione di alimenti per la prima infanzia, attuative di quelle comunitarie, impongono limiti relativi all'eventuale contenuto di acido laurico e miristico (gli acidi grassi saturi a maggior potere ipercolesterolemizzante, largamente presenti nell'olio predetto).
È importante contenere sia l'assunzione dei trans (forma sterochimica di presentazione dell'acido grasso) sia quella dei saturi.
Infatti, se si raccomanda di contenere il consumo dei trans, il motivo è proprio perché il loro comportamento metabolico, nonostante la presenza di doppi legami, equivale a quello dei saturi e non degli insaturi.
Secondo l'approccio comunitario finora seguito in materia, l'etichettatura deve necessariamente fornire informazioni sul contenuto nutritivo degli alimenti sotto l'aspetto qualitativo (l'elenco degli ingredienti), mentre restano ad oggi facoltative le informazioni di tipo quantitativo (espresse con l'etichettatura nutrizionale, che diventa a sua volta obbligatoria quando si rivendicano particolari proprietà nutrizionali di un prodotto).
Si è già fatto cenno all'evoluzione normativa in corso per pervenire ad un maggior dettaglio informativo.
Alla luce di quanto finora illustrato, quindi, non si rivelano proponibili le misure dirette ad introdurre avvertenze in etichetta come quelle proposte nell'interrogazione in esame, in quanto non proporzionate e nemmeno circoscrivibili al consumo eccessivo di un solo componente della dieta.
Infatti il contenimento del consumo di grassi, e in particolare di saturi, costituisce una delle principali raccomandazioni per una sana alimentazione, che può risultate tale solo nel suo complesso attraverso una equilibrata distribuzione in nutrienti.
A tal fine, questo Ministero ritiene che l'etichettatura nutrizionale rappresenti un insostituibile elemento informativo per orientare tali raccomandazioni e favorirne il rispetto.
Si fa presente, al riguardo, che il nostro Paese, essendo in programma a livello comunitario la revisione della direttiva sulla materia, ha già manifestato alla Commissione europea la sua disponibilità a rendere obbligatoria l'etichettatura nutrizionale, per pervenire all'indicazione in etichetta di tutti i prodotti alimentari dei tenori, tra l'altro, di saturi.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
il 12 marzo 2003 il Parlamento ha approvato la legge delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, la quale, tra l'altro, articolo 2, comma 1, lettera g), prevede che «i licei artistico, economico e tecnologico si articolano in indirizzi per corrispondere ai diversi fabbisogni formativi»;
nel nostro Paese riveste particolare importanza l'industria del turismo, da sempre uno dei punti fondanti della nostra economia, caratterizzato da un imponente
per questi motivi assume una particolare importanza la necessità che - nell'ambito della riforma - siano salvaguardate la professionalità e l'esperienza acquisite dagli istituti alberghieri italiani e dal loro personale docente -:
nell'esercizio della delega di cui alla legge 28 marzo 2003, n. 53, in materia di riforma dell'istruzione e della formazione professionale, in quale modo il Ministro intenda realizzare, garantire e valorizzare la formazione professionale per il turismo, al fine di non disperdere il patrimonio acquisito dal nostro Paese in questo settore.
(4-06772)
Va innanzi tutto ricordato che a seguito della legge costituzione n. 3 del 18 ottobre 2001 - la quale, nell'apportare modifiche al titolo V della Costituzione, ha riservato in via esclusiva alle regioni la competenza in materia di istruzione e formazione professionale - si è reso necessario ridefinire complessivamente il sistema educativo di istruzione e formazione in termini coerenti con il nuovo dettato costituzionale.
A tal fine il Governo ha promosso una apposita iniziativa legislativa che si è conclusa con l'approvazione della legge 28 marzo 2003 n. 53, che delega al Governo la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
Si ricorda, inoltre, che la suddetta legge n. 53 del 2003 articola il sistema educativo in un primo ciclo di istruzione ed in un secondo ciclo costituito dal sistema dei licei e dal sistema dell'istruzione e della formazione professionale.
In tale secondo ciclo dovranno pertanto essere ricollocati gli attuali licei, l'attuale istruzione tecnica e professionale nonché l'attuale formazione professionale.
È ora in fase di svolgimento un complesso procedimento che condurrà alla elaborazione degli schemi dei decreti legislativi riguardanti la definizione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Una volta ridefiniti entrambi i percorsi gli attuali licei ed istituti tecnici e professionali verranno ricollocati nel nuovo contesto.
Il procedimento istruttorio è in corso ed allo stato non si possono anticipare conclusioni.
Nelle sedi, istituzionali il Ministero formulerà le proprie proposte per conseguire il massimo di condivisione possibile, salvaguardando il patrimonio di esperienze e di professionalità dell'attuale istruzione tecnica e professionale, per il raggiungimento della massima efficacia del nuovo sistema di istruzione e formazione.
Nella definizione dei nuovi percorsi, liceali e non, saranno comunque previsti curricoli che abbiano a riferimento un settore, quello del turismo, che costituisce patrimonio di cultura, di economia e di professionalità del nostro Paese.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
purtroppo si assiste su tutta la rete autostradale (raccapricciante quanto capita sul Raccordo anulare di Roma) che camion e tir a grande velocità, a volte anche senza inserire la freccia, si superano tra loro o superano altre autovetture;
l'assenza assoluta di vigilanza di queste arterie, permette che si verifichino
appare quindi utile porre dei divieti di sorpasso, pena il ritiro della patente;
sarebbe utile anche la presenza della polizia stradale;
occorre scoraggiare i molti che sulle strade ed autostrade fanno quel che vogliono;
basti pensare che la strada pontina è il terrore degli automobilisti corretti, i camion fanno quel che vogliono ed è raccapricciante quel che avviene tutti i giorni -:
se non ritengano necessario ed urgente assumere iniziative normative affinché in tutte le strade a scorrimento veloce e le autostrade a due corsie sia severamente vietato a camion e tir di superare le autovetture o altri veicoli.
(4-06583)
L'eventuale adozione di provvedimenti inerenti la sicurezza e la fluidità della circolazione è demandata ai vari enti proprietari delle strade o gestori della specifica viabilità autostradale. Spetta a tali soggetti valutare, caso per caso, l'opportunità di imporre il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
le cronache giornalistiche da alcuni anni prestano attenzione alla storia di Lara, nata nel 1994, da Silvio Berlini, un dirigente d'azienda riminese, e Lisbeth Flister, una ragazza norvegese;
dopo il fallimento del matrimonio dei genitori, pure avendo il tribunale di Midhorland affidato la bambina alla madre, era dato modo al padre di continuare a vederla recandosi in Norvegia;
nell'estate del 1997 la bambina viene in Italia a trascorrere le vacanze, nel corso delle quali il padre racconta di essersi reso conto di una sofferenza fisica e psichica della figlia, in ragione della quale, decise di sottoporla ad alcuni accertamenti. Dai risultati ottenuti scopre che Lara è affetta da una grave forma di deficit immunitario (IGA), da asma bronchiale, otiti ricorrenti, infezioni causate da micosi, nonché da forme di ritardo nello sviluppo, e, di conseguenza, informa la madre della bambina di aver intenzione di trattenerla in Italia oltre il termine previsto per il 31 agosto per il suo rientro in Norvegia, al fine di prestarle le cure necessarie;
Lisbeth Flister avvia la pratica per il rimpatrio della minore in base alla Convenzione dell'Aja sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori, ma il padre si oppone in base all'articolo dieci della stessa Convenzione e presenta ricorso per affidamento presso il tribunale di Rimini;
sulla base dei risultati dell'istruttoria, e sulla base della relazione dell'ufficio centrale giustizia minorile della questura di Rimini, il Presidente del tribunale per i minorenni di Rimini dispone una consulenza tecnica, e denuncia la madre della bambina per il reato di maltrattamenti in famiglia (articolo 572 del c.p.);
il tribunale dei minori di Bologna, però, subito dopo, dispone l'immediato affidamento (o meglio il ri-affidamento) di Lara alla madre, suscitando, in questo modo la perplessità dei servizi sociali, del tribunale di Rimini, e della stessa Questura;
il padre, in preda al panico di fronte alla prospettiva dell'immediato distacco dalla figlia, si rende irreperibile, e porta la figlia a Bologna, dove la bambina comincia a frequentare la scuola materna, ma la madre di Lara lo denuncia per sottrazione di minori;
mentre il tribunale per i minorenni di Rimini dispone una CTU psicologica ed una pediatrica sulla bimba, il tribunale per i minorenni di Bologna stabilisce, in esecuzione di una rogatoria internazionale, l'immediato trasferimento di Lara in Norvegia;
la bambina viene dunque portata via dall'Italia, e i suoi, peraltro ottimi ed affettuosi, rapporti con il padre e con i nonni vengono interrotti bruscamente, poiché pare che Lisbeth Flister nei mesi successivi al suo arrivo abbia seriamente ostacolato qualsiasi tipo di contatto tra loro;
il tribunale di Rimini ordina la prosecuzione delle indagini peritali in Norvegia in merito alle condizioni di affidamento della bambina;
dalla CTU risulta che la bambina vive uno stato di grande sofferenza e di abbandono, segnato da gravi pressioni psicologiche, che la portano a sentirsi divisa tra l'affetto (ostacolato) per il padre e la mancanza di ambiente familiare «regolare», all'interno del quale Lara ha vissuto gli anni fondamentali sotto il profilo evolutivo, e il desiderio di non ferire una madre poco conosciuta e affetta da disturbi psichiatrici gravi, provati clinicamente, e che negli anni sono stati causa di numerosi ricoveri;
dalla relazione tecnica risulta anche che Lara percepisce l'ambiente in cui si trova a vivere come non adatto, denuncia problemi con il convivente della madre, e anche dai (rarissimi) contatti telefonici con il padre emerge chiaramente un evidente disagio della bambina, che chiede aiuto e di tornare in Italia;
le autorità norvegesi sembrano ostacolare l'espletamento dei controlli previsti dal tribunale di Rimini -:
se non ritengano necessario intervenire presso le autorità norvegesi affinché venga consentito ai consulenti tecnici di proseguire nelle operazioni peritali disposte dall'Autorità giudiziaria italiana, e perché le stesse autorità non ostino ma anzi agevolino, nell'interesse di Lara, tutto il lavoro istruttorio e siano trovati spazi di collaborazione sul versante giudiziario e dei servizi sociali per arrivare in tempi brevi ad adottare decisioni sul futuro della bambina;
se non ritengano che i contorni che la vicenda sta assumendo, dimostrino una scarsa idoneità delle normative internazionali a sostenere situazioni come questa e come tante altre, che, in ragione dell'aumento dei matrimoni tra persone di diversa nazionalità, si stanno imponendo all'attenzione dell'opinione pubblica e del legislatore.
(4-04119)
Solo a seguito della mancata restituzione della piccola ad opera del padre perveniva al predetto ufficio, per il tramite dell'omologa Autorità centrale norvegese, l'istanza di rimpatrio della minore Lara presentata dalla signora Flister, dopo aver acconsentito, senza alcuna opposizione, a far trascorrere alla bambina un periodo di vacanze in Italia con il genitore.
Il decreto emesso dal competente tribunale per i minorenni di Bologna in data 13 novembre 1997, che ordinava l'immediata restituzione della minore alla madre non veniva mai eseguito, considerata l'irreperibilità del Berlini e della figlia.
Soltanto in data 3 agosto 2001, dopo ben quattro anni di sottrazione, che ha procurato al Berlini un mandato di arresto internazionale emanato dall'autorità giudiziaria norvegese e che non gli permette di recarsi in quel paese, la piccola Lara veniva legittimamente riconsegnata alla madre.
Stante la situazione, è palese la difficoltà di porre in atto interventi per favorire incontri della bambina con il padre, in ragione di quanto in precedenza brevemente rappresentato. Pur tuttavia, l'autorità centrale italiana ha fornito al signor Berlini, per il tramite del suo rappresentante legale, i moduli per l'istanza del diritto di visita, istanza che a tutt'oggi non è ancora pervenuta a quell'Ufficio. Va comunque da sé che la richiesta da inoltrare all'omologa autorità norvegese dovrebbe contemplare il contestuale ritiro della querela contro il Berlini da parte della signora Flister, e la conseguente cancellazione del mandato di arresto per sottrazione internazionale di minore.
Il Ministero degli affari esteri si occupa del caso di Lara Berlini sin dall'ottobre 2001, a seguito del rimpatrio coattivo della minore in Norvegia avvenuto nell'estate dello stesso anno, e in stretta collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Oslo, ha provveduto tempestivamente a fornire al signor Berlini alcune informazioni preliminari in merito alla possibilità di intraprendere ogni azione giurisdizionale volta a modificare il decreto di rimpatrio della minore, nonché ogni altro intervento ritenuto utile a revocare la potestà genitoriale della madre che, secondo l'interessato, non sarebbe in condizioni di esercitarla in quanto affetta da psicosi maniaco-depressiva.
Da quel momento, l'attività del Ministero degli affari esteri e dell'Ambasciata d'Italia in Norvegia ha proceduto in parallelo con l'iter giudiziario avviato dal signor Berlini per l'affidamento della minore, nell'intento di suscitare l'interessamento delle autorità locali, mostratesi non particolarmente ricettive nei confronti delle segnalazioni pervenute da parte italiana.
In particolare, l'Ambasciata si è adoperata per promuovere ogni utile tentativo di accordo con la signora Flister al fine di garantire al connazionale il pieno diritto di visita assicurandogli un rapporto di continuità affettiva con la figlia, per acquisire elementi sulla posizione penale del signor Berlini in Norvegia a seguito della sottrazione della minore da lui precedentemente effettuata e per provvedere ad una visita consolare alla bambina, continuando nel contempo a sensibilizzare le autorità locali sulla delicata vicenda. La signora Flister si è opposta, tramite i suoi legali, all'effettuazione della citata visita consolare e, pertanto, l'Ambasciata è ripetutamente intervenuta sui servizi sociali locali, sul Ministero della famiglia e sul Ministero degli affari esteri norvegesi per conoscere lo stato di vita e di salute della piccola Lara, sottolineando l'importanza che la minore mantenga costanti rapporti con il padre e la famiglia italiana, vista anche l'impossibilità per il signor Berlini di recarsi in Norvegia a causa del predetto mandato di cattura internazionale, tuttora pendente.
Come rappresentato personalmente al signor Berlini nel corso delle sue visite presso il Ministero degli esteri, l'interessamento politico-diplomatico al caso potrebbe essere avvalorato da una sentenza favorevole del Tribunale italiano. Il 28 marzo 2003, il tribunale di Rimini ha in effetti disposto l'affidamento della minore Lara al padre. Il signor Berlini intende pertanto chiedere il riconoscimento di tale sentenza in Norvegia, ai sensi della Convenzione di Lussemburgo del 1980 sul riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia di affidamento di minori.
Nel contempo, l'Ambasciata d'Italia ad Oslo ha rappresentato alle competenti autorità norvegesi l'importanza del raggiungimento di un'intesa tra le parti, nel prioritario interesse della minore, e della effettuazione di una visita consolare, che potrebbe essere interpretata come un primo segno di apertura da parte della madre.
In ordine al quesito relativo alle difficoltà che incontrano le coppie di diversa nazionalità con figli minori e che dimostrano «una scarsa idoneità delle normative internazionali» si osserva che esso attiene al delicato problema della necessità degli interventi dell'autorità giudiziaria minorile in tema di tutela dei minori.
In proposito, la finalità da perseguire, per legge, è il primario interesse del minorenne ma non di rado accade che, nell'attività posta in essere per il raggiungimento di tale obiettivo, si sviluppino atteggiamenti conflittuali con le posizioni assunte da
Premesso quanto previsto nella Convenzione di garantire l'immediato rimpatrio del minore illecitamente sottratto e non restituito al genitore dello Stato di residenza abituale che, tra l'altro, ha competenza primaria a pronunciarsi su ogni controversia che coinvolge i minorenni, è utile sottolineare che la citata Convenzione, peraltro, ha avuto effetti di particolare rilevanza in merito allo sviluppo del diritto internazionale di famiglia, nel tentativo di non incoraggiare il genitore sottrattore all'idea che la sottrazione possa costituire motivo di trasferimento di giurisdizione al di fuori dello Stato di residenza abituale del minore.
Va da sé, dunque, che l'auspicio di una normativa internazionale più adeguata in grado di affrontare il grave problema della sottrazione internazionale di minori, trova garanzia nella piena applicazione della Convenzione de L'Aja 1980 e della più ampia ratifica da parte di tutti gli Stati Membri, al fine di scoraggiare tutti i potenziali sottrattori e garantire quindi al minore il ristabilimento del suo diritto di vivere nel Paese ove i suoi affetti ed i suoi interessi primari si sono sviluppati sino al momento della sottrazione.
Su tale linea, come ben noto, si muove la normativa vigente italiana che provvede - al di là delle esigenze poste da entrambe i genitori di esigere il diritto a condurre il figlio minorenne in un altro Paese - al ristabilimento della residenza abituale del minore, ritenendo gli interessi di quest'ultimo prioritari rispetto a quelli rappresentati dagli esercenti la potestà genitoriale.
Negli ultimi anni il fenomeno della sottrazione familiare ha assunto le dimensioni di problema sociale.
Esso discende dall'incremento dei matrimoni e delle unioni tra persone di diversa cittadinanza, favorito dall'integrazione europea, dalla maggiore libertà di circolazione e di stabilimento di cui godono i cittadini europei e dalla massiccia immigrazione in Europa di cittadini provenienti da paesi non appartenenti alla comunità.
Tali rapporti, oltre alla diversità di cultura, religione, tradizioni, subiscono inoltre la diversità delle legislazioni nazionali in materia familiare che si evidenzia anche all'interno degli stessi Paesi europei.
Evidentemente l'interesse primario deve essere quello della tutela del minore che in tali situazioni viene allontanato da un genitore e dall'abituale contesto familiare e sociale.
Queste sottrazioni, oltre ai gravi disagi che recano ai soggetti interessati, possono essere motivo di tensione nei rapporti tra gli Stati coinvolti.
Il problema è di sicura attualità ed è pertanto necessario potenziare l'efficacia della risposta giuridica che individui strumenti di prevenzione e di contrasto.
La cooperazione internazionale finalizzata all'armonizzazione della normativa d'interesse unitamente alla mediazione familiare ed al sostegno psicologico, sembra pertanto la strategia più valida per arginare il fenomeno.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il carnevale di Fano, meglio conosciuto come il carnevale dell'Adriatico, è senza dubbio uno tra i più antichi carnevali d'Italia risalente addirittura al 1300, in occasione della riconciliazione per altro ricordata da Dante nella «Divina Commedia», tra le famiglie dei Del Cassero e De Carignano;
il carnevale di Fano pone al centro dell'evento grandi carri allegorici, unici per dimensione maestosità e originalità, paragonabili soltanto a quelli di Viareggio, da cui vengono lanciati quintali di dolciumi all'indirizzo del pubblico;
al carnevale di Fano sono collegate una serie di attività artistiche tra cui un concorso teatrale per una commedia in vernacolo fanese, un concorso fotografico riguardante l'intero evento carnevalesco,
dal 1996 opera presso la città di Fano il centro studi «La maschera ed il Carnevale» da cui prendono le mosse numerose attività, quali la promozione della cultura carnevalesca e l'organizzazione di incontri, dibattiti e convegni con autorevoli esponenti del settore;
il carnevale di Fano è stato espunto dall'elenco dei carnevali italiani ammessi alla lotteria nazionale di Viareggio;
alla luce dell'importanza della manifestazione che costituisce un vanto per l'intera regione Marche, lo scorso anno il carnevale in questione è stato reinserito, meritevolmente ed opportunamente nel predetto elenco -:
se sia possibile reinserire il carnevale di Fano, uno dei più antichi e prestigiosi d'Italia, nell'elenco dei carnevali italiani ammessi alla lotteria nazionale di Viareggio del carnevale di Fano.
(4-04012)
Al riguardo, si comunica che il citato evento, è stato inserito, per l'anno 2003, tra le manifestazioni cui collegare le lotterie nazionali (decreto ministeriale del 24 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 34 dell'11 febbraio 2003).
In particolare il Carnevale di Fano è stato abbinato al Carnevale di Viareggio, manifestazione di più consolidata conoscenza e di maggiore percezione.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
il carnevale di Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) è uno tra i più antichi carnevali d'Italia con origini che risalgono al XVI secolo, in base ai documenti d'archivio rinvenuti e secondo cui il prefetto regolava l'uso della maschera con cadenza annuale;
il carnevale Castelnovese trae origine dalla cultura e dalla civiltà del mondo contadino e si è espresso da sempre attraverso burle carnevalesche come le recite e le mascherate;
attualmente il suddetto carnevale pone al centro dell'evento grandi carri allegorici, originali per dimensioni e maestosità, da cui vengono lanciati quintali di dolciumi e di coriandoli all'indirizzo del vasto pubblico presente nel centro del paese;
al carnevale di Castelnovo di Sotto sono collegati:
a) concorsi di poesia satirica in dialetto e in lingua italiana;
b) concorso fotografico «Fotografa il Carnevale»;
c) rassegna fotografica «Al Press» («Il Carnevale dal Dopoguerra ad oggi»);
d) mostra di grafica satirica inerente temi carnevaleschi;
e) mostra del Maestro cartapestaio Giancarlo Bonaventi;
f) «Corriamo in piazza per il carnevale» con importanti realizzazioni di «Murales»;
nel corso del 1977 il comitato carnevale si è strutturato in una società cooperativa con il compito di organizzare e realizzare il carnevale di Castelnovo di Sotto;
il carnevale di Castelnovo di Sotto consiste in classiche sfilate con originali carri folkloristici, nonché maschere oltre ai già citati carri giganti;
tali eventi sono realizzati da 8 scuderie consorziatesi nel tempo;
sono significativi i gruppi mascherati delle scuole materne, elementari e medie, nonché i gruppi autonomi e le maschere isolate -:
se alla luce dell'importanza della manifestazione che costituisce un vanto per l'intera regione Emilia Romagna, il Governo non intenda, in sede di predisposizione del decreto di individuazione delle lotterie nazionali da effettuare nel 2003, inserire il carnevale di Castelnovo di Sotto, nell'elenco dei carnevali italiani ammessi alla lotteria nazionale di Viareggio.
(4-04090)
Al riguardo, si comunica che il decreto ministeriale del 24 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 34 dell'11 febbraio 2003, non annovera, per l'anno 2003, tra le manifestazioni cui collegare le lotterie nazionali il Carnevale di Castelnovo di Sotto.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
risulta all'interrogante che presso il Consolato Generale d'Italia a Basilea si protrarrebbe da tempo una situazione difficile sia per il personale del Ministero degli affari esteri colà in servizio che per la vasta comunità italiana ivi residente, normale utente dei servizi resi dal Consolato stesso -:
se quanto riferito risponda al vero e, in caso affermativo:
a) come mai l'attuale distribuzione dei carichi di lavoro del personale in servizio presso quel Consolato sia tale da creare notevole disagio tra lo stesso e conseguente, inevitabile grave disservizio per l'utenza esterna, in particolare per la comunità italiana, che si concreta in lunghe attese per ottenere rilascio di passaporti od altra documentazione consolare;
b) come mai, a fronte di un importante afflusso di utenza non italiana (proveniente da Macedonia, paesi ex Jugoslavia, Albania, Russia) per richieste di rilascio di visto di ingresso che crea continue situazioni di pericolo (numerosi gli episodi di tensione sfociati anche in aggressioni fisiche a danno del personale in servizio presso il Consolato), non si sia mai provveduto ad informare l'Ispettorato del Ministero degli affari esteri né a richiedere l'intervento della polizia locale tantomeno a richiedere invio in missione delle nostre forze dell'ordine a tutela della sicurezza del Consolato e di tutta la collettività italiana;
c) se siano stati designati, fra il personale di ruolo del Ministero degli affari esteri colà in servizio, i responsabili per la sicurezza e con quali incarichi.
(4-06534)
Nell'ambito della verifica si è riscontrata una non equilibrata ripartizione dei carichi di lavoro tra il personale in servizio nella Sede dovuta in parte alla dislocazione degli uffici in due diversi edifici. Trattandosi di locali in affitto si è provveduto a raccomandare al Console generale di verificare se sia più conveniente procedere ad una ristrutturazione, sulla base di condizioni da definire con il proprietario dell'immobile, oppure al trasferimento in nuovi uffici più funzionali e meglio rispondenti alle esigenze della Sede. Sono state comunque sollecitate iniziative al fine di migliorare la distribuzione di compiti e responsabilità.
Per quanto attiene in particolare al settore visti, l'attività svolta è molto intensa sia per l'elevato numero di domande presentate (circa 8.500 l'anno, concentrate soprattutto
In considerazione del notevole afflusso di utenza, la Sede ha già avviato le opportune iniziative per la realizzazione di un sistema di prenotazioni per le interviste finalizzate al rilascio dei visti d'ingresso, attraverso l'istituzione di un «call center», analogamente a quanto avviene presso altri Uffici consolari, anche nella stessa Confederazione elvetica: l'adozione di tale sistema eviterà quelle situazioni di ressa davanti al Consolato generale e di disagi per l'utenza segnalati dall'interrogante.
Per quanto riguarda il funzionamento dello Sportello consolare, risulta che il rilascio e i rinnovi dei passaporti avvengono in tempi rapidi dopo una brevissima attesa allo sportello. In molti casi il libretto viene restituito per posta. Tutte le altre pratiche consolari vengono svolte in tempi normali ed accettabili.
Infine, per quanto concerne gli aspetti di sicurezza, evocati dall'interrogante, si fa presente che la Sede ha formalmente proceduto alla designazione del funzionario addetto alla sicurezza, scelto tra il personale di ruolo, definendo altresì gli incarichi allo stesso assegnati.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
la città di Prato ha una lunga tradizione di servizi all'infanzia che la vedono fra le prime città italiane nell'organizzazione di un'offerta formativa in grado di rispondere ai bisogni qualitativi e quantitativi della fascia di età compresa fra i 3 e i 6 anni;
è una delle pochissime città che registra un forte aumento della popolazione scolastica dell'infanzia, anche per la presenza di un gran numero di famiglie extracomunitarie regolarmente residenti da tempo o regolarizzate con la recente sanatoria;
per l'anno scolastico 2003-2004 le domande di iscrizione alla scuola materna sono state 4.698, ma l'organico messo a disposizione dal Ministero, che vede una conferma delle unità dell'anno precedente, rende disponibili solo 4.450 posti;
tenuto conto di tutte le razionalizzazioni possibili (il numero di alunni per classe è mediamente di 27,15, nonostante la presenza di 19 bambini portatori di handicap e una presenza di alunni stranieri fra le più alte d'Italia), se tutte le iscrizioni verranno confermate, rimarranno senza scuola per l'infanzia 248 bambini pratesi, circa il 5,3 per cento degli utenti;
per generalizzare l'offerta formativa e rispondere positivamente a tutte le famiglie sarebbe necessario aumentare l'organico di almeno 16 unità di personale insegnante, in modo da attivare 8 nuove sezioni di scuola materna statale;
l'Amministrazione comunale di Prato si è già impegnata ad assumersi tutti gli oneri di sua competenza (edifici, utenze, servizi di supporto, ecc...);
il sindaco di Prato si è rivolto personalmente al Ministro, chiedendo di aumentare gli organici, con lettera del 7 maggio 2003 (finora senza risposta) e l'Assessore alla pubblica istruzione ha sensibilizzato
i genitori dei bambini esclusi dal servizio si sono mobilitati per ottenere una risposta che risulta tanto più essenziale in una città che vede un alto tasso di occupazione femminile e nella quale non si è mai verificato un simile divario fra la domanda e l'offerta formativa -:
se vi siano contatti in corso fra il ministero e la direzione regionale per trovare una rapida soluzione alle richieste di organico relative alla scuola materna di Prato;
come si intenda rispondere alle richieste delle istituzioni locali e della popolazione, garantendo pari diritti a tutti i bambini e alle loro famiglie;
se non ritenga quanto meno assurdo creare aspettative per l'annunciato anticipo delle iscrizioni alla scuola materna a due anni e mezzo, quando vi sono tanti bambini di tre anni che, a pochi mesi dall'inizio della scuola, non sanno neppure se ci sarà posto per loro.
(4-06462)
Al riguardo si fa presente preliminarmente che per l'anno scolastico 2003-2004, con riguardo ai posti per l'infanzia, la Direzione regionale per la Toscana ha confermato sia per la provincia che per il comune di Prato la dotazione di organico già funzionante nel corrente anno scolastico.
La Direzione medesima ha tenuto, tuttavia, nell'adeguata considerazione le esigenze rappresentate; infatti, la medesima avendo ottenuto da questo Ministero un incremento di 30 posti, rispetto alla dotazione già assegnata, ed avendo dovuto utilizzare n. 9 di tali posti per altro ordine di istruzione, dei residui n. 21 posti ha assegnato n. 8 posti al comune di Prato per l'attivazione di ulteriori n. 4 sezioni di scuola dell'infanzia, e n. 13 alle altre province della Toscana. Altra zona della Regione, quale la provincia di Firenze, ove si presentano analoghe esigenze, ha ottenuto soltanto n. 6 posti.
Occorre d'altra parte far presente che il problema del non integrale soddisfacimento delle esigenze di scuola dell'infanzia nel comune, che l'ente locale sembra attribuire al carattere dell'anticipo delle iscrizioni a due anni e mezzo, trova in gran parte la sua origine nella progressiva azione di dismissione di scuole materne comunali, effettuata dall'ente locale, con collegato transito allo Stato.
Dall'anno scolastico 2002-2003, infatti, il Comune di Prato ha dimesso n. 26 sezioni per complessivi n. 50 posti di docente determinandosi nei fatti una situazione alla quale l'intervento istitutivo dello Stato ha potuto sopperire in grossa parte ma non integralmente.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
fonti indipendenti hanno reso noto che il 29 ottobre 2002 nel carcere di Buon Ma Thoutin in Vietnam sono stati uccisi con iniezione letale Y-Suon Mlo, Y-Het Nie Kdam e Y-Won Ayun, attivisti dei Montagnard, una minoranza etnica degli altopiani centrali vittima di continue repressioni i cui esponenti sono stati ascoltati il 9 ottobre 2002 dal Comitato per i diritti umani della Camera dei deputati presieduto dall'interrogante; il 31 gennaio 2003 il Montagnard Y-Su Nien, dopo essere stato arrestato dalle autorità vietnamite perché professava la religione cristiana e rivendicava i diritti del suo popolo, è morto in seguito all'iniezione di agenti chimici;
in entrambi i casi il Governo vietnamita si è rifiutato in varie sedi, tra le quali il Comitato sui diritti umani dell'Onu, di
tali episodi sono soltanto gli ultimi di una lunga serie di persecuzioni e violazioni dei diritti umani che dal 1975 a oggi hanno ridotto la popolazione degli altopiani centrali del Vietnam da 3.000.000 a circa 700.000 unità;
il Governo vietnamita dal febbraio 2001 ha imposto una durissima legge marziale, vigente tuttora, per reprimere qualunque tentativo di manifestazione pacifica di dissenso negli altopiani centrali e per evitare qualunque tentativo di espatrio dei Montagnard;
criterio fondamentale per l'attuazione della cooperazione prevista da un apposito accordo tra l'Unione europea e il Vietnam è proprio il rispetto dei diritti umani;
con particolare riguardo ai rapporti bilaterali tra Italia e Vietnam, i due Paesi sono legati da un accordo ventennale per la promozione e la protezione degli investimenti, da un accordo per la cooperazione scientifica e tecnologica rinnovato nel luglio 2002 e dalla sottoscrizione di un memorandum d'intesa del 1997 che prevede regolari sessioni di un gruppo di lavoro misto;
nel maggio e nel novembre 2002 anche un funzionario dell'ambasciata italiana ad Hanoi ha fatto parte del gruppo di rappresentanti dell'Unione europea che ha visitato gli altopiani centrali del Vietnam per valutare la gravità della situazione in cui versano i Montagnard per il mancato rispetto dei diritti religiosi e di libertà d'espressione;
il signor Ksor Kok, presidente della Montagnard Foundation, un'associazione di esuli appoggiata dal partito radicale transnazionale e da numerose organizzazioni non governative, ha presentato nel corso della ricordata audizione al Comitato permanente sui diritti umani della Camera dei deputati, in tutta la loro drammaticità, le insostenibili condizioni in cui versano le minoranze etniche vietnamite -:
quali misure diplomatiche intenda adottare per contribuire a fare luce sulla fine dei quattro Montagnard indicati in premessa e per richiamare il Governo vietnamita al rispetto dei diritti umani degli stessi Montagnard e delle altre minoranze etniche presenti nel Paese;
se non ritenga necessario riconsiderare, come opportuna forma di pressione sulle autorità di Hanoi, il sostegno assicurato dall'Italia alla richiesta del Vietnam di entrare a far parte dell'Organizzazione mondiale del commercio;
se non ritenga di prendere posizione contro le frequenti accuse di terrorismo mosse dal Governo vietnamita in sede Onu contro la Montagnard Foundation, la cui unica colpa è di denunciare con mezzi assolutamente pacifici la repressione attuata dal regime di Hanoi.
(4-05896)
L'Unione europea svolge da tempo un'azione politica volta al costante monitoraggio del rispetto dei diritti umani nel Paese e ad attirare l'attenzione delle Autorità vietnamite sulle violazioni più eclatanti.
L'accordo di cooperazione Unione europea - Vietnam siglato nel 1995 fissa come criteri fondamentali per la cooperazione il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Inoltre, la tematica del rispetto dei diritti umani viene costantemente inserita nell'agenda di incontri ad alto livello, sia bilaterali multilaterali, anche in base a quanto previsto dalla Cornice comune di dialogo Unione europea - Vietnam sui diritti umani formalmente avviato nel 1997.
A seguito di una lunga azione di sensibilizzazione da parte europea, nel 2001 il Ministro degli esteri vietnamita, Nguyen Dy
In una riunione congiunta del Gruppo di lavoro sui diritti umani (COHOM) e del competente Gruppo di lavoro geografico (COASI) dell'Unione europea tenutasi a Bruxelles il 5 febbraio 2003, si è convenuto sull'opportunità di stilare un Rapporto da parte dei Capi missione ad Hanoi, finalizzato proprio alla valutazione della situazione dei diritti umani in Vietnam. In questo Rapporto, reso noto nel marzo 2003, sebbene si sottolineino gli sforzi compiuti da parte del Governo vietnamita per migliorare e promuovere i diritti economici e sociali, si esprime preoccupazione per il rispetto dei diritti civili e politici, per l'uso ancora diffuso della pena capitale, per la mancanza di un sistema giudiziario indipendente e per una gestione della pubblica amministrazione priva di trasparenza e di democraticità. In particolare, il suddetto Rapporto prende specificamente in considerazione, sotto diversi profili, la questione del trattamento discriminatorio delle minoranze etniche, soprattutto nella regione degli altipiani centrali del Vietnam. Infatti si riconosce che queste minoranze versano in condizioni di estrema povertà, a dispetto della crescita economica che ha caratterizzato il Vietnam; le loro condizioni di vita e l'accesso ai servizi sanitari e all'educazione sono ben al di sotto della media; l'esercizio della libertà religiosa è fortemente ostacolato da parte delle Autorità vietnamite che hanno disposto la chiusura di edifici di culto ed hanno esercitato pressioni perché i fedeli disconoscessero il proprio credo; anche il problema della proprietà fondiaria è fonte di preoccupazione in queste zone, poiché si è assistito ad espropriazioni forzate senza alcuna compensazione per le minoranze ivi residenti, spesso costrette a cercare asilo in paesi limitrofi.
Tuttavia, il Rapporto riferisce in merito ad alcuni progressi realizzati negli ultimi anni, a partire dalla Costituzione del 1992 che espressamente prevede l'obbligo del Governo di porre in essere «politiche di trattamento preferenziale nell'educazione nelle aree montagnose delle minoranze etniche», fino ai tentativi di fornire l'informazione radio-televisiva nelle lingue delle minoranze assieme a programmi educativi incentrati proprio sui gruppi minoritari, sintomo di una crescente sensibilità verso il problema.
In ambito Nazioni unite, la questione delle minoranze etniche in Vietnam è stata affrontata dall'Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR), che ha espletato un tentativo (fallito 2 mesi dopo per l'atteggiamento non collaborativo delle Autorità vietnamite) di monitorare e gestire i rimpatri dei rifugiati in Cambogia, sulle linee di un accordo concluso nel gennaio 2002 fra il Governo vietnamita, la Cambogia e lo stesso Alto commissariato.
Anche quest'anno, infine, in occasione della 59ma Sessione della Commissione dei Diritti umani, tenutasi nel marzo-aprile 2003 a Ginevra, l'Unione europea ha rilasciato una dichiarazione sulla situazione della violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in ogni parte del mondo, che contiene uno specifico riferimento alla situazione vietnamita. L'Unione europea, nell'esprimere apprezzamento per gli sforzi fatti dal Governo vietnamita al fine di migliorare i diritti socio-economici della popolazione, per le riforme varate nel settore della pubblica amministrazione e per la disponibilità dimostrata da parte delle Autorità locali ad accettare che osservatori indipendenti si rechino a verificare la situazione negli altopiani centrali, esprime altresì preoccupazione per le limitazioni imposte alla libertà di espressione, di informazione, di associazione e per il regime discriminatorio cui sono sottoposte le minoranze etniche e religiose nel Paese, specialmente nelle aree centrali. Un cenno specifico è rivolto alla condanna per l'uso della pena capitale e di pratiche di tortura, per il ricorso a sistemi arbitrari di detenzione e per la mancanza di indipendenza del sistema giudiziario.
Per quanto concerne più in particolare i «Montagnards», l'Unione europea da tempo conduce un'azione di sensibilizzazione presso il Governo di Hanoi sulla necessità di rispettare i diritti religiosi e delle minoranze etniche. Da ultimo tale posizione è stata ribadita in occasione della X Conferenza annuale dei Paesi donatori del Vietnam, tenutasi a Hanoi nel dicembre 2002, alla presenza del Vice Primo Ministro Vu Khoan, del Ministro del piano e degli investimenti, Vo Hung Phuc, e di numerosi Vice Ministri vietnamiti.
Nel maggio e nel novembre 2002 un gruppo di rappresentanti dell'Unione europea, tra i quali un funzionario dell'Ambasciata d'Italia in Hanoi, ha visitato gli altipiani centrali per acquisire impressioni di prima mano sulla situazione delle minoranze e sul trattamento discriminatorio cui vanno sottoposte.
Un apposito gruppo di lavoro Unione europea, che si riunisce a cadenza mensile, ha inoltre compilato una lista dei più eclatanti casi di condannati per reati di opinione (denominata E.U. List of prisoners of concern) che rappresenta uno strumento di pressione nei confronti del Governo vietnamita. Tale lista, che viene costantemente aggiornata, è stata portata all'attenzione del Ministero degli Esteri vietnamita il 14 ottobre 2002.
Riguardo all'asserita esecuzione in carcere, mediante iniezione letale, dei quattro Montagnards citati nell'interrogazione, si fa presente che, anche prendendo atto della crescente attenzione manifestata per il problema da parte di un ampio schieramento all'interno del Parlamento e dell'opinione pubblica italiana, il Governo italiano si è fatto promotore, in ambito comunitario, di una iniziativa volta a accertare il fondamento di tale notizia, mediante il coinvolgimento dei Capi missione Unione europea in loco.
Le Ambasciate Unione europea in Hanoi non hanno peraltro potuto, fino ad oggi raccogliere alcuna prova certa circa l'attendibilità di tale notizia, anche perché le Autorità vietnamite ostacolano l'accesso alle zone degli altipiani centrali del Paese ove si potrebbero stabilire contatti con familiari delle supposte vittime.
Da parte loro le Autorità vietnamite, rispondendo a formali richieste di chiarimento, hanno sempre seccamente smentito l'attendibilità della notizia, facendo peraltro presente che i Montagnards ritenuti uccisi non risultavano esistenti nelle anagrafi in loro possesso.
Risulta pertanto opinione condivisa in ambito Unione europea che, sebbene la situazione degli altipiani rimanga preoccupante e necessiti di costante monitoraggio, l'episodi dell'esecuzione in questione sia da considerarsi piuttosto dubbio.
Per quanto riguarda infine l'adesione del Vietnam all'Organizzazione Mondiale del Commercio, questa è stata finora sostenuta dal nostro Paese, che ha anche avviato sul piano bilaterale un programma di assistenza tecnica finalizzato a tale obiettivo. Ogni decisione in merito all'eventualità di porre delle condizioni a tale adesione andrebbe comunque concordata a livello europeo con gli altri partners comunitari.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
la carenza di risorse umane ed economiche, di strumenti e mezzi di trasporto, nonché il sovraffollamento delle strutture sono tra le cause dell'attuale situazione negativa del settore penitenziario;
la crisi che attraversa tale settore genera, di fatto, l'impossibilità di programmare un'attività che consenta da un lato di adempiere il mandato istituzionale, dall'altro di garantire condizioni di lavoro dignitose per il personale;
la mancanza di un equo e trasparente criterio in occasione della ridefinizione delle piante organiche ha determinato, peraltro, una sostanziale differenziazione tra le diverse aree del Paese, penalizzando soprattutto la Lombardia;
in alcuni istituti penitenziari di tale regione mancano il direttore titolare e il comandante di reparto, in altri i presenti non possiedono l'esperienza e la competenza per svolgere le funzioni superiori affidate al ruolo di dirigente;
inoltre, spesso non esistono figure professionali essenziali quali collaboratori, funzionari amministrativi e contabili, educatori, operatori amministrativi e contabili, assenze queste surrogate con l'impiego di personale di polizia penitenziaria, soluzione che, unitamente ai numerosi distacchi fuori regione, contribuisce ad aumentare una carenza di personale già considerevole;
tutto ciò impone, in periferia, l'assunzione di provvedimenti che non sempre sono accolti positivamente dal personale che li subisce, l'adozione di metodi di gestione arcaici e di sistemi di relazione discutibili;
la rideterminazione delle piante organiche attuata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non ha tenuto conto della peculiare attività affidata al corpo di polizia penitenziaria, cui l'attuale ordinamento giuridico attribuisce, oltre ai compiti diretti di garanzia della sicurezza e di traduzione, anche compiti in materia di trattamento e di reinserimento sociale;
prima della riforma pensionistica tra le diverse aree geografiche del Paese avveniva un ricambio generazionale che consentiva all'amministrazione penitenziaria di salvaguardare, in qualche modo, gli equilibri e le esigenze di tutti;
al contrario, la riduzione del ricorso alla pensione e l'elevazione dei limiti di servizio e d'età ha determinato l'invecchiamento del corpo di polizia penitenziaria e, conseguentemente, il blocco di piani di mobilità dal nord al sud;
tale blocco, legato anche all'impossibilità di assumere nuovo personale, ha di fatto aperto la rincorsa all'individuazione di sistemi alternativi per raggiungere le proprie zone di origine -:
se non ritenga opportuna una revisione delle piante organiche dell'amministrazione penitenziaria che tenga conto delle nuove esigenze di tale settore;
se intenda procedere al più presto alla copertura delle sedi penitenziarie vacanti nella regione Lombardia.
(4-05977)
Al fine di sopperire a tale carenza, in occasione delle assegnazioni di neo vice ispettori, si è provveduto ad inviarne presso la suddetta regione 104 unità (di cui 24 donne).
Per quanto concerne il personale appartenente al cosiddetto comparto ministeri, premesso che la competente Direzione generale del personale sta procedendo alla rivisitazione delle dotazioni organiche a livello nazionale, si rappresenta che l'organico attualmente previsto per gli istituti ed i servizi della regione lombarda conta 745 unità a fronte delle 437 unità effettivamente in servizio.
L'incremento dell'organico de quo potrà avvenire solo a seguito delle procedure concorsuali per le quali si è in attesa delle necessarie autorizzazioni da parte del Dipartimento della funzione pubblica.
Nelle more si è proceduto, da un lato, ad avviare iniziative finalizzate all'assunzione temporanea di personale contabile, educativo e tecnico e dall'altro, ad emanare, più volte, interpelli allo scopo di reperire personale da inviare presso la suddetta regione, anche con trattamento di missione; ogni tentativo in tal senso è, purtroppo, risultato vano, per la mancanza di interessati.
Per quanto concerne le figure apicali degli istituti, si comunica che, allo stato, soltanto la casa circondariale di Sondrio è priva di direttore titolare mentre la casa circondariale di Lecco è chiusa per ristrutturazione.
La problematica dei direttori che non hanno la qualifica dirigenziale è di carattere nazionale e potrà essere risolto allorché
Relativamente ai Comandanti di reparto, si evidenzia che tutte le strutture sono dotate di detta professionalità (13 definitivi - 5 provvisori).
Per quanto concerne l'attribuzione delle risorse economiche, sono stati assegnati al Provveditorato di Milano, in data 15 aprile 2003, euro 500.000,00 (cap. 1605 articolo 01) ed euro 2.986.065,00 (cap. 1619 articolo 01) per il pagamento delle indennità accessorie e servizio di missione del personale di Polizia penitenziaria.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il 4 dicembre 2002 durante l'iniziativa regionale degli «Stati generali della scuola» a Udine, svoltasi alla presenza del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, quattro studenti minorenni sono stati bruscamente allontanati dalla polizia, mentre esponevano un cartello di protesta contro il Ministro Letizia Moratti;
a fronte di una manifestazione di dissenso assolutamente pacifica - con l'esposizione di uno striscione certamente critico, ma per nulla offensivo -, il responsabile del servizio di polizia, ha ordinato di costringere il gruppo di ragazzi, con la forza, ad uscire della sala;
i ragazzi hanno dichiarato di essere stati «maltrattati, tirati per i capelli, schiaffeggiati e spinti contro il muro»;
l'azione delle forze dell'ordine deve garantire l'ordinato svolgimento di qualsiasi iniziativa pubblica, ma anche il diritto di ogni cittadino di esprimere civilmente il proprio dissenso;
appare pertanto sconcertante la dichiarazione del questore di Udine che ha minimizzato l'accaduto, sostenendo che nessuno aveva dovuto ricorrere al pronto soccorso dell'ospedale;
in questo modo le forze di polizia rischiano di delegittimarsi di fronte ai più giovani che, più di altri, hanno bisogno di esempi di libertà e di convivenza democratica, e agli occhi di genitori e insegnanti (che, appreso l'accaduto, in quaranta hanno lasciato la sala), tanto che il sindacato unitario dei lavoratori di polizia (Siulp) ha immediatamente condannato quanto è avvenuto a Udine e ha chiesto «l'immediata rimozione del funzionario di polizia, il cui comportamento è censurabile e non consono ai doveri istituzionali -:
quali iniziative abbia assunto il Ministro interrogato per accertare quali ragioni abbiano indotto ad una azione di forza assolutamente fuori luogo, nei confronti di ragazzi che esprimevano pacificamente il loro dissenso, e per individuare le responsabilità di una tale condotta;
se ci sia stata una indebita pressione di carattere politico, tesa ad influenzare l'operato del funzionario di polizia responsabile del servizio d'ordine per eliminare una contestazione che certamente non era gradita dal Ministro.
(4-04806)
All'arrivo del Ministro un gruppo di studenti, docenti e di rappresentanti sindacali del settore scolastico ha dato luogo, all'esterno del quartiere fieristico, a vibrate e rumorose azioni di protesta nei confronti del Governo.
Durante l'intervento dell'onorevole Moratti, un gruppo di cinque studenti che partecipavano al convegno si è alzato in piedi ed ha esposto uno striscione di tela bianca riportante una pesante frase di contestazione nei confronti del Ministro.
Il personale della Polizia di Stato, presente in abiti civili al convegno, ha invitato il gruppo a spostarsi verso il fondo della sala
A questo punto i giovani hanno tentato di raggiungere il tavolo dei relatori, rendendo così necessaria una decisa azione di contenimento da parte degli operatori di polizia, al fine di prevenire più gravi intemperanze che avrebbero potuto riguardare la stessa persona del Ministro.
Pertanto, senza il ricorso ad alcuna forma di violenza, i contestatori sono stati incanalati verso l'uscita, seguiti da una ventina di docenti che hanno abbandonato la sala del convegno per solidarietà.
Raggiunto l'atrio esterno il gruppo ha accusato in modo concitato le Forze dell'ordine di avere usato modi troppo bruschi e decisi nei propri confronti, richiamando l'attenzione dei presenti, tra cui rappresentanti della stampa.
La notizia dell'episodio ha alimentato la tensione anche tra i manifestanti che si trovavano all'esterno, i quali hanno tentato di penetrare nella sala del convegno senza riuscirvi, grazie all'azione di contenimento attuata, sempre senza atti coercitivi, dal personale in servizio di ordine pubblico.
Dell'accaduto è stata fatta segnalazione all'Autorià giudiziaria.
Dalla ricostruzione dei fatti riferita dal prefetto di Udine emerge che l'intervento della Forze dell'ordine si è reso necessario al solo fine di consentire il pacifico svolgimento dell'iniziativa pubblica e, nonostante siano state mosse censure tanto dalla stampa locale quanto da alcune organizzazioni sindacali, l'operato della Polizia non ha mai travalicato l'ambito delle misure strettamente necessarie a garantire la sicurezza, tra gli altri, di un Ministro della Repubblica.
È, inoltre, da escludersi che vi siano state, nell'occasione, pressioni o interferenze politiche di alcun tipo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
ilprossimo avvio della riforma della scuola produrrà una notevole riduzione degli organici dei docenti in tutti i livelli scolastici con un parallelo ampliamento della popolazione scolastica tenuto conto della possibilità dell'anticipazione e due anni e mezzo della frequenza alla scuola materna e a cinque anni e mezzo a quella elementare;
nelle province di Gorizia e Trieste funzionano istituti scolastici con lingua d'insegnamento slovena i cui organici rientrano, senza venir distinti, nell'unico computo provinciale nonostante ci siano specifiche leggi di tutela che prevedono un trattamento a parte per le scuole slovene;
secondo i dati prospettati dal sovrintendente Regionale del Friuli Venezia-Giulia sembrerebbe che si preveda una riduzione d'organico di cinquantatré docenti con la conseguente soppressione di diverse classi e il risultato di un generale peggioramento dell'offerta formativa della Provincia. A essere particolarmente a rischio sembra siano alcune prime che non raggiungono il numero previsto di iscritti e le classi quinte, che saranno accorpate, con il rischio della scomparsa di alcune specializzazioni -:
quali iniziative intenda assumere per evitare che negli istituti scolastici di II grado della Provincia di Gorizia con lingua d'insegnamento italiana e slovena, venga messa a rischio la attuale qualità formativa e didattica.
(4-06075)
Al riguardo si premette che le leggi 28 dicembre 2001 n. 448 (finanziaria 2002) e 27 dicembre 2002 n. 289 (finanziaria 2003) hanno previsto alcuni interventi di razionalizzazione del sistema scolastico volti, tra l'altro, al contenimento dei posti di insegnamento.
Il decreto interministeriale, in corso di perfezionamento, che definisce gli organici per l'anno scolastico 2003/2004, ha operato detto contenimento con criteri tali da consentire il mantenimento dei livelli quantitativi e qualitativi del servizio scolastico e specificamente:
tenendo conto dell'andamento previsionale della popolazione scolastica, in costante e sensibile calo nelle regioni meridionali;
attraverso la razionalizzazione delle risorse con la riconduzione a 18 ore settimanali delle cattedre costituite con orario inferiore a quello obbligatorio di insegnamento, come previsto dall'articolo 35 della citata legge 289/2002;
attraverso la revisione di alcuni modelli organizzativi normativamente superati, come quello dell'organico funzionale nelle scuole dell'istruzione secondaria di primo e secondo grado.
Per quanto riguarda il rischio della scomparsa di alcune specializzazioni, perché le prime classi non raggiungono il numero minimo di iscritti, si precisa che questo Ministero, in data 11 e 24 aprile 2003, ha interessato i competenti Direttori Generali Regionali perché pongano in essere tutti gli interventi intesi a garantire una applicazione flessibile della norma, evitando soluzioni traumatiche che potrebbero limitare attitudini e vocazioni degli allievi.
Circa l'incremento della popolazione scolastica derivante dalle iscrizioni anticipate alla scuola elementare in attuazione delle legge 28 marzo 2003 n.53, si precisa che l'aumento di organico che ne consegue trova uno specifico finanziamento nella stessa legge di riforma e che a tal fine al Friuli Venezia Giulia sono state assegnate le risorse necessarie quantificatesi in nove posti.
Per quanto riguarda, in particolare, la situazione specifica della provincia di Gorizia si fa presente che alla medesima sono stati assegnati 499 posti a fronte di 545 dell'anno precedente, con una riduzione di 46 posti che ha riportato il rapporto alunni posti a 9,63 rispetto a 10,39 di Pordenone, 10,41 di Trieste e 10,26 di Udine; dei 499 posti, 37 sono stati assegnati alle scuole con lingua di insegnamento slovena, con una riduzione di sei posti rispetto all'anno precedente.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il comune di Vasto in provincia di Chieti ha affidato all'impresa edile Edmondo Costruzioni di Francavilla al Mare (Chieti) i lavori di ristrutturazione e restauro, con conseguente cambio di destinazione d'uso di due edifici scolastici di corso Nuova Italia, siti in pieno centro storico nella città;
i suddetti edifici, di epoca fascista, facenti parte del patrimonio storico-culturale della città di Vasto delimitano armonicamente la storica piazza Gabriele Rossetti e danno inizio a corso Nuova Italia che collega la detta piazza con la villa comunale;
inoltre gli stessi edifici fronteggiano l'antico Castello Caldoresco e la famosa Torre di Bassano di epoca medioevale, il tutto in un contesto armonioso cromatico ed architettonico;
gli elementi citati hanno caratterizzato da sempre l'immagine della città ed inoltre sono sottoposti a vincoli da parte delle autorità competenti (Soprintendenza B.A.A.S.);
gli interventi della ditta Edmondo Costruzioni hanno prodotto modifiche sostanziali, determinando la totale alterazione
le alterazioni citate risultano pesantemente evidenti sia sul piano cromatico che architettonico per effetto di una superfetazione in legno a forma di gazebo che contrasta evidentemente con l'architettura originaria degli edifici;
non è dato conoscere se le opere eseguite sono state autorizzate preventivamente dalla sopraintendenza B.A.A.S. e se siano state rispettate fedelmente le opportune indicazioni in sede di realizzazione;
la stessa sopraintendenza abruzzese dell'Aquila, in data 6 agosto 2002, in via di autotutela e allo scopo di evitare ulteriori e definitivi danni alle valenze ed al decoro degli edifici scolastici oltre che a salvaguardia degli aspetti storico-architettonici dell'area urbana circostante ordinava la ditta Edmondo di sospendere con effetto immediato i lavori in corso di esecuzione. Stessa comunicazione veniva inviata al comune chiedendo agli stessi di far pervenire eventualmente alla scrivente eventuali osservazioni entro il termine di 30 giorni dal ricevimento dell'ordinanza;
da tempo sono sorti comitati di cittadini che spontaneamente si sono organizzati e ripetutamente chiedono agli enti preposti ad iniziare dal comune di Vasto rassicurazioni ed azioni concrete volte al rispetto delle norme sulla conservazione dei beni storico-culturali e delle norme per l'abbattimento delle barriere architettoniche che prima non esistevano e che dopo la ristrutturazione interrompono la piazza dal Corso Nuova Italia;
giungonosegnalazioni e proteste da più parti ed in modo particolare dalla sezione locale di «Italia Nostra» ONLUS che si è esposta anche in segnalazioni e denunce presso le varie istituzioni;
ciò nonostante i lavori proseguono di fronte all'indignazione e sconcerto di quanti ritengono che si stia deturpando la propria città -:
se sia a conoscenza di tali fatti e se non ritenga di intervenire tempestivamente per:
a) verificare se le procedure ed i comportamenti degli enti interessati siano stati nel pieno rispetto della legislazione vigente;
b) quali iniziative intenda prendere per ripristinare serenità tra la popolazione e certezza che tutta la vicenda sia stata gestita con il rispetto delle procedure e la necessaria trasparenza.
(4-05800)
Come è noto, i predetti interventi sono stati autorizzati nel marzo 1998 e, successivamente, sono stati soggetti a differenti procedimenti istruttori, da parte della Soprintendenza competente, che hanno comportato, tra l'altro, la richiesta di progetti di variante da autorizzare, l'adozione di provvedimenti cautelativi, nonché la ricerca di soluzioni concordate delle specifiche problematiche sorte nel corso della loro realizzazione.
Per quanto concerne la questione della coloritura esterna degli immobili e della realizzazione della rampa di collegamento tra i due edifici, la Soprintendenza locale ha informato che già da tempo si è giunti alla soluzione più opportuna al fine di rendere compatibili i suddetti interventi con la complessiva salvaguardia della valenza storico-architettonica degli edifici all'interno del contesto culturale della città.
In particolare, per quanto riguarda la definizione della nuova coloritura, nel dicembre 2002, è stato raggiunto un accordo tra la Soprintendenza locale, il Comune di Vasto e l'impresa costruttrice, previa realizzazione di campionature in loco, a seguito del quale è stata poi concessa l'autorizzazione alla ripresa di tali lavori.
In merito alla nuova sistemazione della rampa di raccordo, la Soprintendenza informa che, nel settembre 2002, aveva richiesto, per il preventivo nulla osta, un nuovo progetto variante in quanto la soluzione in corso di realizzazione si presentava difforme da quella precedentemente autorizzata. La stessa rende noto che la soluzione definita salvaguarda l'insieme del luogo - caratterizzato, peraltro, da varie impostazioni stilistiche - di cui i due edifici ne fanno parte integrante.
In ordine alle variazioni apportate alla originale configurazione del complesso, autorizzate con successivi nulla osta, la Soprintendenza precisa che tali variazioni si inseriscono in una tipologia di intervento complessivo che, nel caso dei lavori in atto, si qualifica concretamente come ristrutturazione e riuso del complesso, con un suo recupero a nuove funzionalità. Tale opzione, effettuata in primis dall'Amministrazione comunale, che tra l'altro, ha interessato direttamente anche la cittadinanza, è stata conseguentemente condivisa da questo Ministero.
La stessa Soprintendenza evidenzia, altresì, che la realizzazione di un intervento di ristrutturazione e rifunzionalizzazione con cambio di destinazione d'uso, se da un lato ha comportato una limitazione ad attuare un vero e proprio intervento di restauro conservativo - che avrebbe comportato una impostazione metodologica più restrittiva nei confronti di eventuali variazioni apportabili ai due manufatti originali - dall'altro lato, ha concretamente permesso di evitare il progressivo degrado strutturale e funzionale e la conseguente perdita di un patrimonio edilizio che ha rivestito un ruolo preminente nel processo di sviluppo urbanistico sociale e culturale della città di Vasto nei primi decenni del Ventesimo secolo.
È opportuno sottolineare che tale intervento ha consentito, tra l'altro, la realizzazione di due porticati in piano e la contemporanea apertura fino a terra delle prospicienti finestre, l'uso del terrazzo di copertura, con destinazione delle superfici in parte a spazio pergolato, in parte a sala congressi, in parte a spazi residenziali collegati al piano sottostante.
Per tali motivi, la Soprintendenza competente, condividendo la scelta comunale orientata ad un riuso pubblico degli edifici, ha ritenuto di rilasciare, nel corso di questi anni le varie autorizzazioni per l'esecuzione dei lavori.
Per opportuna informazione, si segnala, infine, che gli ex edifici scolastici sono tutelati ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 490 del 1999 e, nel settembre 2002 la Soprintendenza regionale ha avviato il procedimento di vincolo ai sensi degli articoli 6 e 7 del suddetto decreto, il cui provvedimento è stato emesso nel marzo 2003.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
l'Archivio di Stato di Oristano, dalle notizie diffuse a mezzo stampa, ha visto dimezzati i fondi a disposizione per la normale attività di catalogazione, custodia ed eccesso dell'utenza al vasto ed importantissimo patrimonio documentario ivi custodito;
le imprese che hanno in appalto la pulizia, il riscaldamento e manutenzione ordinaria della struttura hanno sospeso l'erogazione dei servizi, i quali sono essi stessi essenziali a garantire una normale attività professionale degli Operatori dell'Archivio;
che le Organizzazioni sindacali locali hanno avviato la disamina di una serie di azioni di sollecitazione e di protesta, per l'evidente disagio creatosi, a danno in particolare di quanti hanno necessità di accedere ai fondi documentari giacenti in loco -:
se non ritenga urgente intervenire per determinare le soluzioni finanziarie necessarie a sanare la mancanza dei fondi a sostegno dell'attività ordinaria;
per verificare l'attivazione di un provvedimento che favorisca - col con
per creare eventuali e nuove forme di gestione del patrimonio documentario che, sotto il controllo dello Stato, possano dare spazio ad iniziative editoriali e di ricerca, di esposizione e di messa in rete on line, capaci di attrarre nuovi capitali intellettuali ed economici a favore della conservazione, del restauro, della fruizione e dell'accessibilità di così rilevanti mezzi per la ricerca.
(4-06631)
Com'è noto, negli ultimi anni le manovre per il contenimento della spesa pubblica hanno determinato una progressiva decurtazione degli stanziamenti di parte corrente per tutta la pubblica amministrazione.
Anche questo Dicastero ha risentito, in generale, di tale situazione, con riflessi particolarmente negativi per il centro di responsabilità «Archivi», dato il maggior numero di istituti periferici da esso dipendenti.
Si segnala, comunque, che a seguito di uno specifico incontro sulle problematiche degli archivi, tenutosi lo scorso aprile, questa Amministrazione ha ottenuto che il disegno di legge per l'assestamento del bilancio preveda l'assegnazione al centro di responsabilità «Archivi» di cinque milioni e duecento mila euro, mentre ulteriori fondi saranno messi a disposizione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze che attingerà al proprio fondo di riserva. Tali disposizioni consentiranno, ovviamente, di venire incontro anche alle esigenze finanziarie dell'Archivio di Stato di Oristano.
Per quanto concerne, infine, le nuove modalità di gestione del patrimonio documentario, si fa presente che la questione dovrà essere esaminata nell'ambito della più ampia problematica costituita dal coinvolgimento delle regioni e degli enti pubblici territoriali, oltre che dei privati, nelle attività di valorizzazione di tutto il patrimonio culturale.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
nel pomeriggio di lunedì 5 maggio in un tragico incidente sul lavoro avvenuto a Fusina nei pressi della banchina 36 dell'Enichem, ha perso la vita un giovane lavoratore impegnato a pilotare una chiatta lungo il canale Malamocco - Marghera;
la Capitaneria di porto sta lavorando per ricostruire la dinamica del naufragio nel corso del quale fortunatamente è riuscito a salvarsi, prima che la chiatta si rovesciasse definitivamente il collega di lavoro del pilota;
in queste ore i sindacati di categoria hanno denunciato che l'attività di dragaggio in laguna di Venezia rischia di diventare una zona franca senza regole, con possibili illeciti e rischi per chi lavora a bordo delle imbarcazioni;
è necessario in maniera sempre più puntuale determinare regole e protocolli da far rispettare nella gestione degli appalti e dei subappalti al fine di garantire reali condizioni di sicurezza per i lavoratori -:
di quali informazioni allo stato attuale disponga il Governo circa le cause e la dinamica del tragico incidente;
quali iniziative intenda assumere affinché siano chiarite le competenze rispetto ai controlli da eseguire in laguna sulle imbarcazioni e i loro equipaggi;
quali provvedimenti intenda prendere il Ministro per garantire la sicurezza del
(4-06225)
Dagli elementi sin qui raccolti si fa presente che detta Autorità marittima ritiene che tale incidente possa essere stato determinato da una serie di concause imputabili in particolare allo spostamento repentino del carico in stiva, probabilmente a causa di una rilevante presenza di acqua.
Il Comando generale fa presente che, contestualmente, è altresì in corso l'indagine penale, sempre da parte del personale dipendente su delega dell'Autorità giudiziaria, che sta esaminando altresì gli aspetti legati agli appalti e subappalti al fine di riferire al Magistrato circa eventuali presenti violazioni delle vigenti norme in materia.
Per quanto concerne poi l'attività più in generale inerente alla polizia della navigazione, la stessa Capitaneria di Porto di Venezia ha fatto presente di aver emanato due apposite ordinanze finalizzate a garantire la sicurezza della navigazione in concomitanza con i lavori di escavo nella zona interessata.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
in vista del vertice Nato che si terrà a Praga in settimana, nella capitale ceca è indetta per il 20 novembre 2002 una manifestazione di diversi partiti comunisti europei «contro la guerra all'Iraq, contro le guerre di Bush, contro la Nato e il suo allargamento ad Est»;
alla manifestazione, promossa dal Partito comunista della Repubblica ceca, aderiscono, tra gli altri, il Partito comunista belga e il Partito del lavoro (Belgio), i due Partiti comunisti bielorussi, il Partito comunista dei lavoratori bosniaco, il Partito comunista bulgaro, il Partito comunista cipriota Akel, il Partito socialista del lavoro croato, i due Partiti comunisti danesi, il Partito comunista finlandese, il Partito comunista francese, il Pds e Dkp tedeschi, il Partito comunista greco Kke e il Synaspismos, Rifondazione comunista, i Comunisti italiani e la rete dei comunisti, il Partito socialista lettone;
il redattore di Liberazione Ivan Bonfanti che si stava recando per lavoro a Praga con il volo da Roma via Monaco è stato respinto alla frontiera;
nonostante l'immediato intervento dell'ambasciatore italiano a Praga, la polizia di frontiera, con modi bruschi e senza fornire una spiegazione ufficiale, ha proceduto all'espulsione imbarcando Ivan Bonfanti sul primo aereo per Roma;
oltre al giornalista Ivan Bonfanti, sono stati respinti altri cinque militanti di Rifondazione comunista che tentavano di raggiungere la capitale ceca in macchina;
sembra che a determinare il respingimento sia stato il fatto che trasportassero uno striscione e degli occhialini da piscina, elementi probabilmente considerati «sovversivi» dagli agenti cechi -:
se non ritenga che il respingimento del giornalista di Liberazione sia una grave violazione della libertà di stampa e quali iniziative intenda prendere nei confronti del governo ceco affinché tale provvedimento sia immediatamente revocato;
quali iniziative intenda prendere nei confronti della Repubblica ceca al fine di garantire il libero ingresso dei manifestanti italiani;
se tali respingimenti possano essere posti in relazione con le informazioni fornite dalla polizia italiana nell'ambito dei rapporti di collaborazione tra polizie europee in occasione di vertici di governo;
sulla base di quale normativa nazionale e/o internazionale il governo ceco ha proceduto al respingimento di un giornalista e di altre cinque persone.
(4-04542)
I numerosi ulteriori interventi effettuati dalla nostra Ambasciata e rivolti sia al locale Ministero degli esteri sia ai più alti responsabili della sicurezza ceca, hanno inteso affermare la necessità di assicurare, in occasione di ogni vertice internazionale, il diritto all'informazione, senza ostacolare i rappresentanti degli organi di informazione nello svolgimento della loro attività.
Anche gli organizzatori del vertice NATO sono stati opportunamente sensibilizzati al più alto livello.
I passi effettuati testimoniano l'adeguato interessamento dell'Ambasciata d'Italia in favore del connazionale ed in difesa del diritto all'informazione, sebbene risulti necessario richiamare, anche in questo caso, il principio generale della prerogativa sovrana di ogni Stato in materia di ammissione degli stranieri sul proprio territorio, prerogativa che da parte ceca non si è mancato di fare presente.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
l'ambulatorio di fisiatria e traumatologia del cento clinico di Medicina Preventiva e legale della Polizia di Stato, sito in via del Castro Pretorio, 5, Roma, è chiuso dal febbraio 2003;
solo nel 2002 in questo ambulatorio, diretto da un medico fisiatra della Polizia di Stato, sono state effettuate più di duemila visite specialistiche ed altrettante prestazioni fisiochinesiterapiche ai dipendenti della Polizia di Stato in servizio operativo;
in seguito alla chiusura, gli operatori di polizia sono costretti a rivolgersi ad altre strutture o ai consulenti esterni che svolgono prestazioni salturarie presso il centro clinico di medicina preventiva e legale della Polizia di Stato -:
se ritenga adeguato alle esigenze dei dipendenti della Polizia di Stato il servizio ambulatoriale di fisiatria e traumatologia attualmente offerto per il trattamento delle patologie professionali;
quali sono le ragioni che hanno indotto l'amministrazione ad abolire il servizio ambulatoriale di fisiatria e traumatologia presso il centro clinico di Medicina Preventiva e legale della Polizia di Stato e se, eventualmente, intenda adottare le iniziative di sua competenza affinché sia ripristinato.
(4-06120)
L'attività dell'ambulatorio in questione è assicurata, attualmente, da tre consulenti esterni e da un medico del ruolo professionale della Polizia, i quali svolgono prestazioni cliniche in giorni ed orari diversi; inoltre, le prestazioni di medicina fisica e riabilitativa sono assicurate giornalmente da personale tecnico in possesso del diploma di terapista della riabilitazione. L'ambulatorio in questione, anche in considerazione
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
alcuni familiari, residenti a Londra, di Mohammad Said Al-Sakhri, l'ingegnere siriano espulso dall'Italia insieme alla moglie e ai quattro figli nel novembre 2002, hanno comunicato alla Corte europea di Strasburgo che secondo «fonti attendibili il signor Mohammad Said Al-Sakhri è stato ucciso a causa delle torture subìte in carcere»;
la notizia della morte di Muhammad Said al-Sakhri non è ancora ufficialmente confermata dal governo siriano;
Muhammad Said al-Sakhri è accusato nel suo paese di aver militato in Fratellanza musulmana, un movimento illegale di opposizione attivo in Siria dalla fine degli anni '70;
in Siria l'appartenenza a Fratellanza musulmana, ai sensi della legge 49 del 1980, è punibile con la pena di morte;
Muhammad Said al-Sakhri era sbarcato il 23 novembre 2002 all'aeroporto di Milano Malpensa, insieme alla moglie e ai quattro figli di 2, 6, 9 e 11 anni, proveniente da Baghdad (via Amman), dove la famiglia aveva vissuto in esilio per undici anni;
le autorità italiane hanno respinto in modo del tutto sommario la domanda di asilo politico presentata dalla famiglia al-Sakhri;
la polizia di frontiera ha trattenuto la famiglia al-Sakhri per cinque giorni in una zona riservata dell'aeroporto impedendo loro di incontrare Murhaf, il fratello di Maysun, che nel frattempo era arrivato da Londra;
il 28 novembre 2002 tutta la famiglia al-Sakhri è stata rimpatriata in Siria dove per Muhammad Said è scattato immediatamente l'arresto;
con un appello del 15 gennaio 2003 Amnesty International sollecitava il Ministro degli esteri e il Ministro dell'interno ad intervenire con la massima urgenza presso Damasco al fine di garantire il rispetto dei diritti umani e l'incolumità fisica di Muhammad Said al-Sakhri e dei suoi familiari;
la moglie, Maysun Lababidi, e i quattro figli minorenni, sono oggi ospitati presso parenti nella città di Hama: ogni settimana riceve la visita dei servizi di sicurezza e le è proibito lasciare la città;
in una lettera al fratello, Maysun Lababidi (Unità 8 luglio 2003) scrive, tra l'altro: «Abbiamo ricevuto il peggior trattamento. C'era una donna, la stessa che ci ha scortato in Siria... Avevamo chiesto rifugio, una vita normale ...invece ci hanno rinchiuso in una stanza con le telecamere, dove ci hanno perquisito e fatto le foto segnaletiche... Abbiamo chiesto varie volte un interprete, un avvocato... Poi ci hanno condotto in un posto vicino all'aeroporto... un posto freddo, gelido, senza riscaldamento, niente coperte... Così fino a giovedì 28 novembre alle 21 quando quella donna è venuta con tre agenti di polizia e ci ha detto "hanno accettato la vostra richiesta. Raccogliete i vostri effetti personali". Dove andiamo? "Sarete trasferiti in un posto migliore" mi ha risposto la donna. Solo in aereo abbiamo capito dove eravamo diretti»;
tramite i propri legali, i familiari della vittima, hanno denunciato il Governo italiano alla Corte europea di Strasburgo per numerose violazioni del diritto internazionale;
la Convenzione di Strasburgo vieta «il rimpatrio forzato verso un paese in cui vige la pena di morte»;
l'onorevole Carlo Giovanardi, Ministro per i rapporti per il Parlamento, alcuni mesi fa assicurò, rispondendo a un'interrogazione parlamentare sul caso al-Sakhri, che il Governo si impegnava «a seguire la vicenda anche a livello europeo, nel caso in cui emergesse la notizia che i diritti umani non vengano rispettati» -:
se intendano confermare l'avvenuta morte di Muhammad Said al-Sakhri o, eventualmente, comunicare dove si trovi e quali siano attualmente le sue condizioni di salute;
con quali motivazioni sia stato rifiutato il riconoscimento dello status di rifugiato alla famiglia al-Sakhri giunta in Italia il 23 novembre 2002;
se durante i cinque giorni di permanenza in Italia alla famiglia al-Sakhri sia stata assicurata la presenza di un interprete e una adeguata assistenza legale;
chi e con quali motivazioni si sia assunta la responsabilità diretta della espulsione della famiglia al-Sakhri verso la Siria, paese dove è in vigore la pena di morte e dove esistono casi documentati di tortura nelle carceri;
quali iniziative il Governo abbia realmente preso sul caso della famiglia al-Sakhri dopo i numerosi appelli di Amnesty International e le segnalazioni di vari parlamentari attraverso atti di sindacato ispettivo;
se non ritenga che questo grave caso dimostri la necessità di rivedere la normativa sul diritto d'asilo.
(4-06918)
Per ciò che concerne il primo quesito posto dal documento parlamentare, è ormai noto che la notizia del decesso del cittadino siriano è del tutto priva di fondamento.
Fin dallo scorso mese di marzo 2003 quando erano apparse sulla stampa europea preoccupanti notizie sullo stato di salute del detenuto, il Ministero degli affari esteri dava istruzioni alla nostra ambasciata in Siria di compiere un deciso ulteriore intervento che accertasse le condizioni del signor Alsahri tramite la visita di un rappresentante italiano nella prigione in cui egli si trovava recluso.
A seguito, poi, delle allarmanti notizie diffuse lo scorso 8 luglio relativamente al presunto decesso dello stesso, la Farnesina, lo stesso giorno, richiedeva all'ambasciatore siriano in Italia, signora Nabila Chaatan, chiarimenti in merito, dando, nel contempo, istruzioni alla nostra ambasciata a Damasco per ottenere ulteriori aggiornati elementi dalle competenti autorità siriane.
Il successivo 10 luglio 2003 l'ambasciatore Chaalan veniva convocato alla Farnesina dove riferiva, sulla base di quanto direttamente comunicatole dal vice ministro degli affari esteri di quel Paese, Walid Moallem, che il detenuto Alsahri si trovava in condizioni di normale detenzione nelle carceri siriane.
Il 12 luglio 2003 l'ambasciatore italiano a Damasco, ministro Laura Mirachian, ha potuto incontrare il detenuto ed ha riferito di averlo personalmente identificato trovandolo, seppur dimagrito, in condizioni di salute assolutamente normali. Durante il colloquio, che si è svolto alla presenza dei responsabili del carcere, Alsahri ha affermato di non essere mai stato sottoposto a tortura o a trattamenti inumani né di avere avuto momenti di crisi per quanto riguarda le proprie condizioni fisiche.
Il direttore del carcere in cui è recluso Alsahri dichiarava al nostro ambasciatore che l'interessato sarebbe stato giudicato da un tribunale ordinario, che i tempi per la chiusura dell'inchiesta e l'inizio del processo dovrebbero essere brevi, e che egli potrebbe effettivamente beneficiare, qualora non fosse dichiarato colpevole di atti di terrorismo, della amnistia concessa dal presidente Assad in occasione del terzo anniversario della morte del padre.
Inoltre, le autorità di Damasco hanno specificato che i familiari del detenuto sono stati considerati del tutto estranei ai fatti imputati.
Anche nella prospettiva del futuro processo, il Governo italiano intende continuare a seguire con particolare attenzione il caso Alsahri, rinnovando gli interventi finora compiuti ad ogni livello con le controparti siriane per il rispetto dei fondamentali diritti civili e politici del detenuto.
Per quanto riguarda, poi, il rifiuto del riconoscimento dello status di rifugiato al cittadino siriano e le connesse procedure di rimpatrio del medesimo e della sua famiglia, occorre procedere ad una rapida ricostruzione dei fatti.
Com'è noto, il signor Alsahri, la moglie e i loro quattro figli, tutti minori e iscritti sul passaporto della madre, sono giunti all'aeroporto di Milano Malpensa il 23 novembre 2002 alle 8,15, con un volo proveniente da Amman.
Secondo i documenti di viaggio, alle 10,45 dello stesso giorno i sei avrebbero dovuto imbarcarsi su un volo diretto a Casablanca, in Marocco. Al primo controllo di polizia hanno esibito passaporti e documenti che, per precauzione, la polizia di frontiera ha fotocopiato. Tra la Giordania-Italia-Marocco è considerata, in ambito Schengen, particolarmente esposta a flussi di immigrazione clandestina.
Il gruppo familiare, contrariamente al percorso indicato nei biglietti, non si è imbarcato per Casablanca ed ha volutamente interrotto il viaggio. Alle 13 dello stesso giorno, il signor Alsahri e la sua famiglia si sono presentati al capo turno partenze internazionali ed hanno dichiarato di non essere in possesso né dei biglietti né dei passaporti. L'identificazione del nucleo familiare è stata possibile soltanto grazie alle fotocopie dei loro titoli di viaggio.
Nei confronti dei componenti della famiglia di Alsahri veniva, quindi, adottato un provvedimento di respingimento in Giordania, paese di provenienza, da effettuarsi con un volo Alitalia in partenza il successivo 26 novembre, diretto ad Amman. Essi, però, rifiutavano tale imbarco, e le autorità giordane manifestavano l'indisponibilità ad accogliere la famiglia siriana. Gli uffici della polizia di frontiera organizzavano, allora, il servizio di scorta per il rimpatrio in Siria, paese di origine, che avveniva il successivo 28 novembre 2002.
Pertanto, le procedure adottate per il controllo e per il respingimento della famiglia siriana, come è stato accertato anche dal direttore del servizio immigrazione e polizia di frontiera inviato sul posto, sono state perfettamente rispondenti alle norme in vigore, al buonsenso e al senso di umanità. Come già riferito in Parlamento, il signor Alsahri non ha mai presentato alcuna domanda di asilo, non ha mai chiesto o manifestato, anche solo per gesti, una volontà che andasse in tale direzione e nessuna esternazione diretta a richiedere asilo è stata mai percepita dalle decine di operatori di polizia e di addetti allo scalo, alla ristorazione e ai servizi che, nei cinque giorni di presenza in Italia, sono entrati in contatto con la famiglia siriana.
Neanche al personale imbarcato sul volo verso Damasco è stato detto o fatto capire nulla in proposito.
Durante il periodo di permanenza a Malpensa i sei siriani sono stati trattati con umanità, sono stati alloggiati in un'area attrezzata, con locali separati per sesso, con servizi igienici ben funzionanti e avevano a disposizione una cabina telefonica, che non hanno adoperato neanche per comunicare a terzi la volontà di chiedere asilo. In questo periodo i sei hanno tenuto un atteggiamento normale e sereno che non faceva neanche lontanamente immaginare potenziali persecuzioni ai loro danni. Identico comportamento è stato tenuto dal gruppo durante il viaggio di ritorno nei confronti degli agenti della Polizia di Stato che li accompagnavano sull'aereo e tra loro vi erano anche due donne. All'arrivo a Damasco la famiglia è stata presa in consegna, come normalmente avviene, dalla polizia di frontiera del paese ricevente senza che gli interessati, anche in tale caso, esternassero reazioni o resistente neanche all'atto del colloquio-intervista che il capofamiglia in lingua araba ha avuto con la polizia locale.
La situazione di pericolo della famiglia è stata comunicata alla polizia di frontiera
Peraltro, il signor Alsahri era munito di un passaporto rilasciato dalla Siria nel 2001, il che non poteva far sorgere alcun dubbio su eventuali persecuzioni in atto nei suoi confronti nel suo paese.
Si evidenzia, infine, che nel corso del 2002 l'ufficio di polizia di frontiera di Milano-Malpensa ha ricevuto 228 richieste di asilo, tra le quali 8 di nuclei familiari siriani e 13 di singoli cittadini di quel paese: ciascuna di esse è stata seguita dall'avvio del relativo procedimento.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
negli anni '90 la Presidenza del Consiglio dei Ministri fa evolvere la propria rete verso «le tecnologie TP (Internet) e adotta il protocollo TCP/IP;
dal 1995 in collaborazione con l'università di Roma, la Presidenza del Consiglio dei ministri offre servizi Internet (Email, Web, ecc.) alla propria utenza;
la Presidenza del Consiglio dei Ministri è il primo organismo statale che, a partire dal 1999, fa parte del Consorzio WJC (organismo internazionale che definisce e stabilisce gli standard per i siti web);
la Presidenza del Consiglio dei Ministri è inoltre il primo Ente in Italia che ha introdotto il concetto di accessibilità per i siti Web e avviato una campagna di sensibilizzazione introducendo standard di progettazione e realizzazione per consentire la consultazione dei siti web anche ai disabili, in particolare ai non vedenti;
il gruppo tecnico che ha ideato, progettato e realizzato i servizi informatici e telematici della Presidenza del Consiglio è sempre appartenuto, pur con denominazioni diverse, ad una struttura interna alla Presidenza del Consiglio medesima;
questa struttura, negli anni, è stata un riferimento tecnologico apprezzato dalle aziende commerciali e dalle organizzazioni culturali per la propria professionalità, competenza e capacità di innovazione;
presso la Presidenza del Consiglio un esiguo gruppo di tecnici gestisce infrastrutture e servizi con livelli di qualità elevatissimi: nell'ultimo anno i servizi centrali di posta hanno avuto un solo fermo di tre ore, l'infrastruttura centrale di rete non ha mai smesso di erogare servizi, ed i web gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri non sono stati, finora, violati sebbene siano oggetto di continui tentativi di defacement;
i costi della struttura sono molto contenuti e determinati principalmente dai costi vivi dell'affitto di linee metropolitane per il collegamento delle varie sedi;
il costo del provider verso INTERNET è praticamente nullo, malgrado l'enorme potenzialità di servizi; la Presidenza del Consiglio dei ministri è essa stessa provider alla stregua delle grandi aziende commerciali del settore (Telecom, Wind, ecc.);
i servizi centrali (Internet, web, Email, mobile office, ecc.) sono erogati 24 ore su 24;
il servizio di assistenza agli utenti (3000 circa) è l'unico erogato attraverso il ricorso a risorse esterne sulla base di un contratto stipulato al termine di una gara europea;
anche il Servizio telecomunicazioni (TLC) per decenni ha assicurato, con personale interno e senza flessibilità delle prestazioni, l'intero sistema di connessione diretta della telefonia tra le sedi del Governo e la gestione di una molteplicità di apparati elettronici radio ed audio/video;
nel settore informatico, solo la conoscenza delle politiche di attuazione delle direttive permette di non perdere il controllo
secondo quanto riportato da ilnuovo.it (16 maggio 2003) il progetto di riorganizzazione della Presidenza del Consiglio avviato dal segretario generale Antonio Catricalà è la costituzione di «una società per azioni mista, cioè a capitale pubblico-privato, alla quale saranno affidati (in gergo si dice "esternalizzati", cioè affidati all'esterno, traduzione un po' approssimativa dell'inglese outsourcing), numerosi servizi ora svolti dai dipendenti di palazzo Chigi: acquisto di beni e servizi, gestione di immobili, sistemi informativi, servizi generali di supporto». «Gli obiettivi che si pone il progetto sono ambiziosi. Ottenere un abbattimento del 50 per cento dei costi, migliorare l'efficienza e l'efficacia del servizio anche attraverso un costante monitoraggio dei livelli, risparmiare il 10 per cento nell'approvvigionamento di beni e servizi.»;
nel settore informatico l'aspetto tattico influenza quello strategico almeno dal punto di vista della gestione della spesa;
le scelte tecnologiche per la realizzazione di direttive possono influenzare la politica aziendale per i prossimi anni, legando l'ente a questo o quel fornitore;
demandare tutta l'attività informatica a terze parti significa depauperare la Presidenza del Consiglio di un patrimonio che difficilmente potrà essere ricostituito in tempi brevi, qualora si decidesse di tornare sui propri passi -:
come inciderà sul settore informatico il progetto avviato dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri Antonio Catricalà, e come intenda coniugare l'obiettivo di una maggiore efficienza di questo servizio con l'abbattimento dei costi del medesimo;
se non ritenga l'eventuale esternalizzazione del servizio informatico della Presidenza del Consiglio dei ministri una grave perdita del patrimonio professionale e tecnologico accumulato in questi ultimi anni.
(4-07150)
Il progetto, in particolare, riguarda la costituzione di una società per azioni, mista a maggioranza pubblica (Presidenza del Consiglio per il 51 per cento e socio privato per il 49 per cento), alla quale affidare, mediante apposita convenzione, l'organizzazione la gestione di alcuni servizi generali (acquisto di beni e servizi; gestione degli immobili; sistemi informativi; servizi di supporto; eventuali altri servizi).
Il controllo di diritto della società mista spetterà in ogni caso alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed i soci privati saranno scelti con procedura ad evidenza pubblica nell'ambito di gruppi imprenditoriali in grado di dimostrare il raggiungimento dei migliori standard nella gestione di servizi complessi ed integrati.
Obiettivo del progetto è la realizzazione di una struttura in grado di ottenere: economie nella gestione del servizio; efficienza ed efficacia del servizio, quantificandone in modo certo i livelli attesi e monitorandone continuamente i livelli ottenuti; risparmi nell'approvvigionamento di beni e servizi; il connubio tra la managerialità dei soggetti privati con le competenze e le professionalità presenti nell'Amministrazione per ottimizzare la gestione dei servizi.
Per questo motivo, l'opzione scelta dalla Presidenza del Consiglio non è stata quella di una mera esternalizzazione, ovvero dell'affidamento dei servizi generali ai soggetti privati, dismettendo le relative attività, bensì quella di creare una struttura aperta alla partecipazione di soggetti privati in una condizione di fattiva collaborazione e cooperazione.
Inoltre, proprio tenendo conto della rilevanza strategica dei settori interessati, il coordinamento e il controllo strategico sulle attività attribuite alla nuova società è comunque riservato alla Presidenza del Consiglio attraverso appositi strumenti e
Ne consegue che il progetto non mira in alcun modo a «depauperare» la Presidenza del Consiglio del patrimonio di professionalità e competenze presenti, in particolare nel settore dell'informatica, ma anzi si pone l'obiettivo di valorizzare tale patrimonio, attraverso lo scambio proficuo con il settore privato.
In tal senso, il progetto prevede, innanzitutto, un piano complessivo di valorizzazione e riqualificazione del personale in servizio presso la Presidenza del Consiglio, interessato dai processi di riorganizzazione in atto. Questo consentirà di individuare il migliore assetto organizzativo e funzionale nell'ambito delle strutture amministrative esistenti.
Si prevede inoltre la predisposizione di un piano di inserimento graduale delle risorse nella nuova società in parallelo con l'attuazione delle singole fasi del progetto. A tale scopo saranno disciplinati, con appositi strumenti contrattuali (accordi di servizio e integrativi della convenzione), i relativi passaggi del personale, prevedendo la volontarietà e la reversibilità della scelta.
Il personale, ivi compreso quello tecnico, che non optasse per il trasferimento alla società sarà comunque ricollocato in altri uffici della Presidenza del Consiglio, salvaguardando e valorizzando le singole professionalità.
Si evidenzia infine la natura fortemente innovativa e sperimentale del progetto, cui si collega tra l'altro la durata limitata nel tempo della nuova società (cinque anni, con eventuale proroga), che può rappresentare un riferimento anche per le altre pubbliche amministrazioni nella sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali, sulla scia di analoghe esperienze europee ed internazionali.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
presso l'ufficio postale del Comune di Monteporzio in provincia di Roma, situati in via Tuscolo, attualmente sono funzionanti solo due dei cinque sportelli ivi previsti;
tale situazione che si protrae ormai da diversi anni, ha inevitabilmente generato notevoli disagi e confusione e determinato lunghe file d'attesa per coloro che si recano ad effettuare le consuete operazioni postali;
inoltre le condizioni climatiche di queste settimane caratterizzate da temperature assai elevate, determinano particolari disagi specie per le persone anziane, negli uffici pubblici sovraffollati come quello citato -:
quali iniziative intenda assumere presso l'Ente Poste, nell'ambito delle proprie competenze, affinché siano resi effettivamente operativi gli sportelli dell'ufficio postale suddetto, attualmente non funzionanti, e affinché sia eliminato il disagio cui ingiustamente sono sottoposti i cittadini monteporziani da troppo tempo.
(4-06774)
Il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, recepiti nel contratto di programma, e a adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si
Alla luce dei costanti controlli a cura della Società delle dinamiche della produzione e dei flussi della clientela degli uffici postali finalizzati ad adeguare l'offerta dei servizi alle variazioni della domanda, nel caso in esame, l'apertura al pubblico, a seconda della necessità, di due o tre sportelli è risultata congrua.
L'ufficio postale di Monteporzio - secondo quanto precisato dalla società stessa - a fronte di una clientela media di 2.090 famiglie l'anno, con circa 109 contatti medi giornalieri - osserva l'orario settimanale dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 14,00 e dalle ore 8,30 alle 13,00 il sabato.
Poste Italiane ha fatto presente che qualche piccola criticità si è verificata in occasione dell'avvio della procedura di conversione dei libretti di risparmio da cartacei in on-line e a causa di imprevedibili guasti alle apparecchiature.
La medesima società ha precisato, inoltre, che le «lunghe file di attesa» segnalate nell'atto di sindacato ispettivo in esame, sono da attribuirsi all'abitudine, piuttosto diffusa di un certo numero di pensionati di presentarsi per la riscossione dei ratei mensili in giorni diversi da quelli calendarizzati, determinando alterazioni non previste né prevedibii dei flussi della clientela.
In linea di massima, secondo quanto riferito da Poste Italiane, la qualità del servizio offerto da tale presidio risulta in linea con lo standard aziendale e, generalmente, il tempo di attesa non supera i 10-15 minuti.
A completamento d'informazione la medesima società ha evidenziato che il problema della concentrazione dell'afflusso della clientela in particolari periodi e della conseguente formazione di file, comune a tutte le esperienze di uffici aperti al pubblico, non solo non è stato mai sottovalutato dall'azienda, ma è costantemente oggetto di studio molto attento, alla ricerca di ogni iniziativa che possa contribuire ad alleviano.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
vi è una perdurante impreparazione conoscitiva e di prevenzione, di cui stanno dando prova le strutture centrali dello Stato e quelle delle regioni, in ordine all'evoluzione grave dei fenomeni di dissesto idrogeologico, di eventi meteorologici severi, di una ripresa delle attività vulcaniche e delle scosse sismiche;
è evidente la necessità di riorganizzare la «politica della sicurezza ambientale ed il servizio di protezione civile», previa un'attenta rilettura dei documenti prodotti dal Governo nella seconda comunicazione alla Conferenza internazionale sui mutamenti climatici, nella Relazione sullo stato dell'ambiente, nel «Piano d'azione per lo sviluppo sostenibile - agenda XXI secolo», visti anche alla luce degli impegni assunti alla conferenza mondiale di Johannesburg, e senza trascurare i documenti prodotti dal Parlamento nell'indagine conoscitiva sulla difesa del suolo;
tale riorganizzazione deve fondarsi, con tutta evidenza, sull'urgenza di promuovere una politica di «prevenzione e di previsione» in merito al quadro delle vulnerabilità territoriali del nostro Paese;
è opportuno promuovere, con effetto immediato, il coordinamento tra le diverse amministrazioni dello Stato chiamate ad agire e le regioni, titolari di nuovi e penetranti poteri in materia, assumendo
è altresì giunto il momento di verificare lo stato di attuazione dei piani e dei progetti predisposti, nelle sedi centrali e regionali, per innalzare la soglia della sicurezza ambientale, per dar corso al piano di messa sotto controllo delle frane, per verificare lo stato della sismicità del Paese e per acquisire cognizioni scientificamente consistenti in materia di previsioni meteorologiche -:
se i Ministri interrogati, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, intendano costituire, con riguardo a quanto esposto in premessa, un Comitato politico di crisi, che sieda in permanenza e che si ponga nella condizione di chiamare le autorità amministrative dello Stato a rendere quotidiana informazione sulla strategia della prevenzione cui si sarebbe dovuto dare corso da molto tempo, e sulla rimozione altresì degli ostacoli di ordine vario, urbanistico, infrastrutturale, dell'abusivismo, di manomissione degli argini dei fiumi, di presenze umane non giustificate, che stanno concorrendo al disastro in atto;
se essi ritengano di dover adottare iniziative volte alla riforma della legislazione della protezione civile e di promozione del volontariato, assoggettata finora a norme contraddittorie, poco chiare, assolutamente incomplete, che stanno pesando in modo insopportabile sulle popolazioni locali, esposte agli eventi drammatici delle inondazioni, dei terremoti, delle frane, pervenuti fin nel cuore delle più grandi città italiane;
se non si intenda verificare lo stato di attuazione del Programma nazionale della ricerca, che prevede progetti strategici di indubbia rilevanza per la sicurezza del Paese, chiedendo conto della mancata attuazione del progetto «centro euro mediterraneo di monitoraggio sui mutamenti climatici e per lo sviluppo sostenibile»;
se, in tema di ricerca spaziale e di innovazione tecnologica, non si intenda accertare le cause della sostanziale irresponsabile lentezza di progetti essenziali per l'osservazione della Terra, per le comunicazioni aeree e terrestri, quali il progetto Galileo, sui quali lo Stato ha investito grandi risorse a disposizione delle industrie pubbliche e private del settore.
(4-07013)
Con la legge quadro per la difesa del suolo n. 183 del 1989 e le sue successive modifiche e integrazioni, sono state definite le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.
Con il decreto-legge n. 180 del 1998, emanato a seguito della tragedia di Sarno, ed il successivo decreto-legge n. 279 del 2000, emanato dopo il disastro di Soverato, è stato impresso un notevole impulso all'attività delle Autorità di bacino, in particolare, per quanto riguarda l'approvazione di due strumenti di prevenzione per il rischio idrogeologico: il Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e il Piano per l'Assetto idrogeologico (PAI).
In particolare, le Autorità di bacino nazionali e interregionali e le Regioni hanno approvato Piani straordinari volti a fronteggiare situazioni di rischio idrogeologico, con la sola eccezione di quei comuni che idrogeograficamente fanno parte dei bacini dell'Ofanto, del Fortore o di bacini regionali pugliesi.
Recentemente, il Ministero dell'ambiente ha elaborato una specifica ricerca che fornisce un quadro nazionale, sintetizzabile per regioni e province, della superficie complessiva delle aree a potenziale rischio più alto da frana e valanga e da alluvione.
Sulla base dei dati al momento disponibili la stima del fabbisogno finanziario complessivo per oltre 11.402 interventi è pari a 33.428 milioni di euro.
Le Autorità di bacino e le regioni, inoltre, hanno quasi completato l'elaborazione di Piani per l'assetto idrogeologico (PAI) che hanno come oggetto l'individuazione
Al fine di favorire l'integrazione dei contenuti dei Piani di bacino con una più adeguata pianificazione del territorio, per il raggiungimento degli obiettivi di difesa del suolo, è in corso una Intesa operativa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e l'Unione delle province d'Italia che ha consentito l'elaborazione di un nuovo Rapporto presentato a Rimini il 4 aprile del 2003 con il quale sono stati aggiornati i dati sullo stato di attuazione dei principali strumenti di pianificazione. Il Rapporto è consultabile sul sito internet del predetto Ministero.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione del Programma nazionale di ricerca, si rende noto che il Programma ha avuto attuazione, e, con decreto interministeriale 17 dicembre 2002, è stato istituito il Bando 2002 per il Fondo integrativo speciale di ricerca (FISR) da parte del Ministero dell'istruzione, università e ricerca di concerto con il Ministero dell'economia e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
Anche l'attuazione del Progetto centro euromediterraneo di monitoraggio sui mutamenti climatici e per lo sviluppo sostenibile ha avuto attuazione e, con il suddetto decreto interministeriale, il Ministero dell'istruzione, università e ricerca di concerto con il Ministero dell'economia e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha pubblicato il bando 2001.
Il sistema di protezione civile, individuato dalla legge n. 225 del 1992, si è ulteriormente delineato con le norme sul cosiddetto federalismo a Costituzione invariata, per la maggior parte attuato con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
Tale normativa ha inquadrato la protezione civile come materia inerente al territorio e all'ambiente ed ha, conseguentemente, devoluto alle regioni e agli enti locali rilevanti competenze, soprattutto nei settori della previsione e prevenzione del rischio e del superamento dell'emergenza.
D'altra parte, con lo stesso provvedimento, il legislatore ha preso atto che vi sono alcuni compiti di protezione civile che devono essere svolti necessariamente dallo Stato, per garantire un uniforme grado di protezione su tutto il territorio nazionale e salvaguardare l'esigenza di un'efficace risposta del sistema in occasione di eventi di eccezionale gravità.
A tal fine, sono stati emanati il decreto-legge n. 343 del 2001, convertito, modificazioni nella legge n. 401 del 2001, ed il decreto-legge n. 245 del 2002, convertito, con modificazioni, nella legge n. 286 del 2002, che riguardano la riorganizzazione delle strutture statali incaricate di assicurare il coordinamento operativo in materia di protezione civile, nonché, ulteriori disposizioni dirette ad assicurare efficacia ed immediatezza nei soccorsi alle popolazioni colpite da calamità.
Come già in precedenza affermato, con legge n. 225 del 1992, istitutiva del Servizio Nazionale di Protezione Civile, al Dipartimento della Protezione Civile è stato affidato il compito di tutelare l'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi, non soltanto attraverso tutte le necessarie azioni per il superamento di un'emergenza in atto, ma anche attraverso attività di previsione e prevenzione delle varie ipotesi a rischio.
In proposito, occorre menzionare l'articolo 3 della citata legge 225 del 1992, nella quale viene specificato cosa si debba intendere per previsione e prevenzione. La previsione consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi; la prevenzione, nelle attività volte ad evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi di competenza del Servizio nazionale di protezione civile, descritti nell'articolo 2 della stessa legge, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.
Per quanto concerne le nuove iniziative nei singoli ambiti di intervento in materia di
In tale settore, nel quadro di un'azione diretta ad ottimizzare i rapporti con le Regioni, il Dipartimento della protezione civile ha stipulato convenzioni, tra le quali si evidenzia quella con la regione Piemonte per l'individuazione delle soglie di allerta meteorologica ed idraulica su tutto il territorio nazionale, ed il rinnovo della convenzione con il Servizio meteo della Regione Emilia Romagna per lo sviluppo della modellistica meteo-previsionale.
Nel settore vulcanico, il Dipartimento della protezione civile ha avviato una serie di collaborazioni con la comunità scientifica per lo studio degli scenari di rischio per le zone dell'Etna, di Stromboli, di Vulcano, dei Campi Flegrei, dei Colli Albani e la predisposizione di piani di emergenza corrispondenti alle attuali conoscenze scientifiche.
Nell'ambito del settore chimico industriale è stata promossa, in collaborazione con il Gruppo nazionale per la difesa del rischio chimico industriale ed ecologico del CNR, la predisposizione delle «linee-guida per la pianificazione dell'emergenza esterna agli impianti a rischio di incidente rilevante e per la relativa informazione alla popolazione» ed elaborato il relativo documento da destinare alle aziende industriali site in aree a rischio idraulico.
Per quanto attiene al rischio ambientale, gli obiettivi primari sono sostanzialmente due: il superamento di tutte quelle situazioni di criticità e acclarata emergenza che possono comportare un rischio per la salute della popolazione, nonché la predisposizione di strumenti utili alla prevenzione dei fenomeni di degrado ambientale.
Nel settore dei trasporti, inoltre, sono in corso progetti per aumentare la sicurezza nelle grandi ferrovie e nelle gallerie stradali, per la regolamentazione del trasporto delle merci pericolose, con particolare attenzione per quelle in transito nelle zone a rischio sismico.
Per quanto concerne invece il quesito posto dall'interrogante relativo al volontariato, si fa presente quanto segue. L'utilizzo del volontariato di Protezione civile è regolamentato dal decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001 n. 194. Tale regolamento sottolinea l'importanza attribuita al volontariato nel promuovere la più ampia partecipazione delle organizzazioni di volontariato, organizzando sia le azioni nelle fasi di soccorso, successive al verificarsi di un'emergenza, che le attività di pianificazione, formazione, addestramento e simulazione di uno stato di emergenza.
Si fa presente che, alla luce della recente riforma del Titolo V della Costituzione, che include la protezione civile tra le materie oggetto di legislazione concorrente, il Dipartimento della Protezione civile sta ultimando l'elaborazione di un nuovo regolamento in materia.
Infine, non si può evitare di fare riferimento anche all'attività effettuata, nel campo della ricerca, relativamente al Piano spaziale nazionale 2003-2005, che si è occupato, grazie all'osservazione della Terra, di una attenta tutela del territorio.
L'ASI, è stata, infatti, autorizzata a procedere allo sviluppo di Cosmo Sky Med, ovvero un programma di osservazione della Terra ad uso civile e militare, caratterizzato da una costellazione di satelliti, che consentirà di mettere a punto modelli sempre più affidabili di previsione, controllo e gestione dei fenomeni naturali o indotti dall'uomo come l'inquinamento marino da idrocarburi, la protezione civile delle frane e la protezione civile degli incidenti boschivi.
Il contratto per la realizzazione di Cosmo Sky-med tra l'Agenzia spaziale italiana e l'Alenia Spazio, società Finmeccanica, è stato firmato il 5 marzo 2003 e presenta un notevole impegno di risorse pubbliche ed un alto livello tecnico che qualifica la nostra industria nazionale ai vertici mondiali.
Relativamente allo sviluppo del programma Galileo, si fa presente che esso è connesso all'esito di complesse negoziazioni internazionali, tuttora in corso; i ritardi lamentati sono attribuibili alla mancanza di accordo fra i principali paesi interessati alla ripartizione dei carichi di lavoro e ai rientri industriali derivati dallo sviluppo del progetto medesimo.
In data 12 giugno 2003, a Parigi, il Supervisory Board di Galileo ha approvato all'unanimità la nomina del direttore generale dell'Impresa Comune Galileo ponendo fine così, ad un lungo braccio di ferro tra l'Italia e la Germania, sulla base dell'accordo già finalizzato presso l'Agenzia spaziale europea.
Con l'approvazione del bilancio dell'Impresa comune il programma Galileo verrà adesso completamente rilanciato secondo l'indirizzo del Consiglio e del Parlamento europeo.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
il Consiglio dei ministri del 15 novembre 2001 ha dichiarato lo stato di emergenza per le città di Milano, Venezia e Messina;
la decisione è stata adottata a causa della particolare e grave situazione ambientale che si è determinata nelle tre città per il traffico e l'eccessiva mobilità veicolare;
in particolare, per la città di Messina sono stati registrati seri pericoli per la sicurezza della collettività a causa dell'intenso movimento di automezzi pesanti provenienti o diretti verso il continente;
alla luce di queste motivazioni appare inspiegabile ed irrazionale l'esclusione di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria, in quanto il traffico veicolare diretto o proveniente da Messina ha come terminale i centri calabresi -:
quali siano state le motivazioni che hanno determinato, nell'adottare il provvedimento, l'esclusione di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria nonché quali iniziative intenda adottare al fine di estendere, in base alle osservazioni formulate, lo stato di emergenza ambientale anche per le due città della Calabria.
(4-01390)
La peculiarità del contesto economico-sociale e l'urgenza degli interventi da realizzare per creare delle vie alternative al flusso del traffico hanno richiesto misure straordinarie, per la cui formalizzazione è stato indispensabile procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992, deliberata dal Consiglio dei Ministri in data 6 dicembre 2002.
A seguito della suddetta dichiarazione di emergenza, si è potuto procedere alla realizzazione di tutti gli interventi già concordati in via ordinaria nell'apposito accordo di programma del 19 dicembre 1989, tra il Ministro dei trasporti, della marina mercantile, e l'Amministratore straordinario dell'Ente «Ferrovie dello Stato» ed i sindaci dei comuni di Messina, Reggio Calabria e di Villa San Giovanni, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 26 gennaio 1990.
Si è ritenuto necessario acquisire l'intesa delle società Rete ferroviaria italiana ed Ente nazionale per le strade, convocate in una riunione svoltasi presso il Dipartimento della protezione civile, in considerazione del fatto che le opere finalizzate a costituire una via alternativa al traffico e
Al fine di garantire che la realizzazione di tali opere non interferisca con le capacità operative di imbarco delle navi ferroviarie, è stato stilato un accordo tra le società private che gestiscono gli imbarchi a Villa San Giovanni e la società Rete ferroviaria italiana, avente ad oggetto il mantenimento dell'operatività del servizio di traghettamento sia dei mezzi che circolano su rotaia che di quelli su strada.
Il 19 giugno 2003 è stata, quindi, emanata l'ordinanza di protezione civile n. 3296, con la quale il Prefetto di Reggio Calabria è stato nominato Commissario delegato per l'attuazione delle opere e degli interventi ritenuti necessari per la risoluzione dei sopraillustrati problemi.
Al riguardo, si rende noto che il Commissario delegato ha il compito di realizzare l'ampliamento del sottopasso appartenente alla Rete ferroviaria italiana spa, la quarta corsia della bretella autostradale e del molo sottoflutto di protezione approdi, nonché la copertura del torrente Solaro ed a tal fine è stato autorizzato ad utilizzare progettazioni già predisposte o approvate da amministrazioni o enti pubblici.
Con la predetta ordinanza, inoltre, è stata disciplinata una procedura snella e celere, anche in ordine alle valutazioni di impatto ambientale, alfine di procedere all'immediato appalto dei progetti stessi.
In proposito, preme sottolineare che con l'articolo 3 del provvedimento di cui sopra è stato istituito un Comitato tecnico-amministrativo con funzioni consultive e di garanzia dei profili di legittimità, di qualità tecnica e congruità economica, coordinato dallo stesso Commissario delegato.
Per quanto concerne la copertura degli oneri conseguenti all'attuazione dell'ordinanza, si rappresenta che il Commissario si avvarrà delle risorse finanziarie destinate all'esecuzione dell'accordo di programma sopra citato.
Infine, per assicurare il rispetto dei termini di scadenza, il Commissario ha il compito di predisporre dei cronoprogrammi in ordine alle attività da porre in essere, modulati in base alle diverse tipologie di azione e cadenzati per trimestri successivi, che sarà monitorato dal Comitato per il rientro nell'ordinario, una struttura istituita dal Capo del Dipartimento della protezione civile e deputata a proporre le iniziative ritenute utili per il conseguimento degli obiettivi di cui alla citata ordinanza.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
le Poste spa hanno deciso di sopprimere le strutture calabresi delle risorse umane divisione rete territoriale e delle risorse umane del polo corrispondenza, entrambe confluite nella nuova struttura denominata risorse umane regionale sud, competente per Campania e Calabria con sede a Napoli;
la decisione, che a quanto consta all'interrogante, sarebbe stata appresa dagli organi di informazione a seguito di un conflitto tra componenti di partito all'interno di Alleanza Nazionale, preoccupa fortemente i dipendenti delle Poste spa, in considerazione di possibili tagli occupazionali;
la divisione regionale rete territoriale sarà soppressa con la creazione di macro-regioni;
le strutture commerciali rischiano di finire accorpate in un'unica struttura comunque ridimensionate nella forza lavoro e forse anch'esse coordinate e dirette da altre regioni;
le stesse filiali vengono messe in discussione con una ipotesi di riordino sulla base delle ex province;
si ipotizzano ulteriori soppressioni di uffici postali nelle aree rurali e nei comuni minori;
con questa decisione le Poste spa hanno ulteriormente declassato la regione Calabria avendo delocalizzato nelle altre
negli ultimi anni le Poste spa hanno intrapreso una politica di razionalizzazione poco attenta alle esigenze del territorio che ha mortificato i dipendenti, e l'utenza soprattutto quella residente nei piccoli comuni -:
quali iniziative il Governo intenda adottare con la massima urgenza affinché sia attivato un tavolo di confronto tra Poste spa, i sindacati e gli enti locali, al fine di evitare che venga messo in essere il piano predisposto dalle Poste che, ad avviso dell'interrogante, assolutamente ingiusto e penalizzante per la Calabria.
(4-04136)
Il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare la qualità del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, non si è mancato di interessare la medesima società Poste la quale ha riferito che, in linea con il profondo processo di rinnovamento in corso, è in via di realizzazione, sul territorio nazionale, un mutamento organizzativo che comprende la costituzione di 9 macro-aree di coordinamento geografico delle funzioni territoriali della divisione rete territoriale e della direzione centrale risorse umane ed organizzative, i cui responsabili sono posti alle dirette dipendenze delle rispettive strutture centrali.
La suddetta ristrutturazione operativa è stata definita - secondo quanto comunicato da Poste italiane - allo scopo di accelerare i processi decisionali senza influire in maniera rilevante sulla presenza territoriale delle specifiche funzioni ed, invero l'individuazione delle macro-aree è stata effettuata sulla base di valutazioni aziendali che hanno preso in considerazione indicatori sia di tipo operativo (numero di uffici postali e personale impiegato sul territorio), sia di tipo statico (superficie servita, popolazione residente, reddito complessivo della stessa): ciò allo scopo di dare una adeguata risposta alle esigenze della clientela.
Gli interventi di razionalizzazione di cui è cenno nell'atto ispettivo in esame sono stati attuati, stando a quanto più volte comunicato dalla medesima società Poste, al fine di conseguire il duplice risultato di una efficiente erogazione dei servizi e di una gestione economico finanziaria sostenibile.
Nello specifico caso della regione Calabria tale riorganizzazione non ha comportato cambiamenti di rilievo ed, infatti, per i responsabili territoriali si è verificata, in sostanza, soltanto una variazione della dipendenza gerarchica: gli interessati, infatti, anziché riferirsi direttamente agli organi centrali, dovranno rivolgersi ai responsabili per la rete e per le risorse umane della macro-regione di riferimento che, nel caso in esame, comprende la Campania e la Calabria con sede a Napoli.
In merito, infine, ai paventati tagli occupazionali la società Poste ha riferito che nel corso dell'anno 2003 verrà portato a termine un adeguato intervento gestionale che comporterà l'immissione in servizio di 90 unità con contratto di apprendistato; inoltre, a seguito della mobilità volontaria, sono state trasferite in Calabria, fino al 31 dicembre 2002, 49 unità applicate al settore del recapito, mentre risulta che fra gli addetti ai servizi di sportelleria 79 dipendenti
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il consiglio comunale di Cassano Jonio (Cosenza) in data 5 ottobre 1992 ha deliberato lo stato di dissesto finanziario ex articolo 16, decreto legislativo n. 382 del 1992;
nel giugno del 1993 si è insediata l'apposita commissione di liquidazione incaricata di porre in essere tutti gli atti necessari per la definizione del dissesto;
a distanza di ben 7 anni dall'insediamento, la commissione di liquidazione, con proprio atto del 10 giugno 2000, ha predisposto il piano di estinzione delle passività pregresse, successivamente approvato in data 4 settembre 2002, con decreto ministeriale n. 50442;
tale piano è stato redatto in aperta violazione del principio di «veridicità» cui devono essere uniformati tutti i documenti contabili, risultando in tal modo macroscopicamente inattendibile;
le più evidenti ragioni dell'affermata inattendibilità del Piano possono essere ricercate nei seguenti motivi:
a) la massa attiva, escluso il mutuo a carico dello Stato, è stata determinata in un ammontare pari ad oltre 20 miliardi di vecchie lire e comprende circa 2 miliardi di residui attivi rivenienti da esercizi ante 1992 praticamente inesigibili per intervenuta prescrizione estintiva. Comprende altresì ben 15 miliardi di vecchie lire derivanti da alienazioni di beni di proprietà comunale, la cui valutazione è del tutto arbitraria trattandosi per la maggior parte di terreni non suscettibili di edificazione ma valutati in aperto contrasto con l'effettiva destinazione urbanistica che addirittura ne vieterebbe l'alienazione trattandosi di aree destinate da lottizzazioni urbanistiche ad interventi per opere di urbanizzazione secondaria. In ogni caso gli interventi realizzabili su tali terreni sono finalizzati ad opere di interesse collettivo e quindi improduttive di reddito;
b) dalla massa passiva pari ad oltre 32 miliardi risultano esclusi ben 8 miliardi di debiti fuori bilancio, riconducibili ad esposizioni debitorie per espropri e forniture di beni e servizi. Tali esclusioni non appaiono sufficientemente motivate in quanto il più delle volte la Commissione si trincera dietro motivazioni non suffragate da elementi oggettivi;
partendo da tali previsioni, che farebbero presupporre una chiusura del dissesto con l'integrale copertura delle passività pregresse, è concreto il rischio che la fase conclusiva della liquidazione sia destinata a tradursi nella mancata estinzione sia di quasi tutte le passività accertate sia di quelle non riconosciute con la conseguenza inevitabile della ricostituzione di condizioni di ingovernabilità delle attività amministrative del comune di Cassano Jonio con grave nocumento alla comunità locale già sottoposta a pesanti condizionamenti dalla dilagante espansione della criminalità organizzata -:
se non ritenga opportuno procedere ad un attento riesame del piano di estinzione approvato dalla Commissione di Liquidazione al fine di sospenderne l'esecuzione e conseguentemente adottare le necessarie misure atte a restituire al comune di Cassano le condizioni per un'ordinata ed equilibrata gestione finanziaria.
(4-05618)
In data 15 giugno 2000 la Commissione di liquidazione ha presentato il piano di estinzione delle passività pregresse dell'Ente. Successivamente, con decreto del Ministro dell'Interno in data 13 giugno 2002, è stato approvato con prescrizioni detto piano, previo parere favorevole della
Il piano di estinzione presenta una differenza non finanziabile di 1.674.476,48 con una percentuale di copertura dei debiti non assistiti da privilegio dell'85 per cento.
Per far fronte alla differenza non finanziabile l'Ente ha presentato richiesta di accesso al fondo speciale istituito con decreto del Ministro dell'Interno del 9 aprile 2001.
Parallelamente all'attività di rilevazione della massa passiva, di liquidazione e di pagamento dei debiti, l'Organo straordinario di liquidazione è chiamato ad acquisire e gestire i mezzi finanziari necessari per ripianare i debiti.
Per quanto concerne, in particolare, i residui attivi rimasti da riscuotere - inesigibili secondo il testo dell'interrogazione - spetta all'Organo straordinario di liquidazione la riscossione dei residui pregressi emessi dall'ente e non ancora riscossi, totalmente o parzialmente, nonché l'accertamento delle altre entrate per le quali l'ente ha omesso la predisposizione dei titoli previsti dalla legge. Peraltro l'Organo straordinario di liquidazione è tenuto ad inserire nella massa attiva della liquidazione i residui accertati entro il 31 dicembre dell'anno antecedente alla dichiarazione di dissesto ancorché, allo stato, non riscossi.
Si fa presente che la cancellazione dei residui è possibile in caso di inesigibilità, prescrizione od insussistenza del credito, previo esperimento di tutte le procedure di recupero. Sarà pertanto cura dell'Organo straordinario di liquidazione, in quanto organo autonomo, segnalare la mancata riscossione alla Procura regionale presso la Corte dei conti, al fine di accertare eventuali comportamenti dolosi o gravemente colposi posti in essere da amministratori e/o dipendenti dell'ente.
In merito alla procedura di alienazione dei beni patrimoniali disponibili, l'articolo 255, comma 9 del Testo Unico stabilisce che ove necessario ai fini del finanziamento della massa passiva, l'Organo straordinario di liquidazione procede alla rilevazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili per fini dell'ente, avviando, nel contempo, le procedure per l'alienazione degli stessi. L'ente locale, qualora intenda evitare l'alienazione dei beni patrimoniali disponibili, è tenuto ad assegnare proprie risorse finanziarie liquide anche contraendo un mutuo passivo, con oneri a proprio carico, per il valore stimato di realizzo dei beni.
In mancanza della messa a disposizione, da parte dell'ente locale, degli avanzi di amministrazione o delle risorse - anche con l'accensione di un mutuo con oneri a proprio carico l'Organo straordinario di liquidazione ha quindi correttamente inserito nella massa attiva i proventi derivanti dalla procedura di alienazione dei beni patrimoniali disponibili.
L'articolo 254, comma 3, del testo unico prevede, inoltre, che nella massa passiva vadano inclusi i debiti di bilancio e fuori bilancio di cui all'articolo 194 del testo unico verificatisi entro il 31 dicembre dell'anno precedente quello dell'ipotesi di bilancio riequilibrato, in particolare quelle spese assunte in modo irrituale che l'ente può riconoscere in quanto debiti contratti illegittimamente da propri amministratori, funzionari o dipendenti nell'ambito dell'espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza, rimanendo a carico dell'ente soltanto l'effettivo arricchimento.
Da ultimo, si fa presente che l'Organo straordinario di liquidazione, nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno, è titolare di un ufficio cui sono devolute competenze a titolo originario. Esso opera in posizione di autonomia, senza vincoli né precise direttive da osservare ed assume questi poteri a garanzia del corretto svolgimento delle fasi di accertamento del passivo e di liquidazione, nel rispetto della par condicio creditorum e delle specifiche esigenze di pubblico interesse che questa disciplina mira a realizzare.
Al Ministero dell'interno compete la valutazione della correttezza della formazione della massa passiva e della correttezza e validità delle scelte nell'acquisizione di risorse proprie, secondo quanto previsto dall'articolo 256, comma 7 del Testo unico. Tali competenze, al fine di
Si segnala, peraltro, la particolarità della situazione della procedura di liquidazione in argomento, dato che l'intervento dello Stato per il risanamento dell'ente è limitato e non copre i debiti pregressi dell'ente, mentre, d'altra parte, l'ente ha dichiarato l'impossibilità, da parte propria, di intervenire con altri fondi da individuarsi nell'ambito del proprio bilancio che presenta una situazione di equilibrio.
Ne consegue che non si riscontra alcun presupposto per sospendere l'esecuzione (rectius annullare in regime di autotutela) del decreto del Ministro dell'interno n. 50442 del 13 giugno 2002 di approvazione del piano d'estinzione delle passività pregresse dell'ente che, peraltro, farebbe dilatare ulteriormente una procedura che è iniziata con la dichiarazione di dissesto finanziario nel lontano 1992, con conseguente pregiudizio dei diritti dei creditori e comprometterebbe le possibilità di risanamento dell'ente, anche in vista della possibile partecipazione dello stesso al fondo speciale istituito con decreto del Ministero dell'interno n. 50186 del 9 aprile 2001, ai sensi dell'articolo 255, comma 5, del testo unico.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
nel corso del question-time della seduta del 13 febbraio 2002 il Ministro Giovanardi ha comunicato che è all'esame del Consiglio dei ministri lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri riguardante l'istituzione del Comitato paritetico per i problemi della minoranza slovena e l'emanazione delle relative norme di funzionamento (previsto dalla legge 38/2001);
il quotidiano Il Piccolo di Trieste del 14 febbraio 2002 rilancia l'indiscrezione secondo cui il componente di lingua slovena di detto Comitato di indicazione del Consiglio dei ministri sia già stato scelto e che si tratti del giornalista Bogumil Samsa;
appare strano all'interrogante che prima ancora che sia istituito detto Comitato già si faccia il nome del Samsa quale componente;
a proposito di Bogumil Samsa va ricordato come lo stesso sia personaggio assai discusso, una ventina di anni fa direttore del quotidiano Primorski Dnevnik a connotazione filo Yugoslavia dei tempi di Tito, persona che, a quanto risulta all'interrogante, avrebbe stretto rapporti con il Governo di Lubiana, e residente a Kranj in Slovenia -:
se siano fondate le indiscrezioni de Il Piccolo a proposito del signor Samsa;
in tal caso, se si intenda considerare più attentamente la sua posizione in vista di un eventuale suo inserimento nel Comitato paritetico di cui alla legge n. 38/2001, poiché appare difficile - a giudizio dell'interrogante - credere che la persona in questione possa essere equilibrato sostenitore del comune interesse nazionale all'interno di detto Comitato.
(4-02136)
Il Comitato, riunitosi per la prima volta a Trieste il 5 luglio 2002, presso il Palazzo della Giunta regionale, ha avuto come primo obiettivo quello di delineare con precisione l'ambito di applicazione della legge stessa, attraverso la predisposizione di una tabella con l'elenco dei Comuni e delle frazioni nei quali la minoranza slovena è
Per quanto riguarda il nominativo del giornalista Bogumil Samsa, citato dall'interrogante, non risulta compreso tra quelli dei membri del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
il Consiglio comunale di Pistoia, con deliberazione n. 162 del 23 settembre 2002 ha approvato un ordine del giorno relativo all'addizionale ENEL, che recita quanto segue: «risulta essere stato pubblicato sul sito Web del ministero dell'interno un comunicato relativo all'addizionale sui consumi di energia elettrica, dal quale risulta che moltissimi comuni avrebbero beneficiato di un maggior gettito dal 2000 sino ad oggi. Tale assunto parrebbe derivare da un'errata interpretazione della norma, non tenendo in realtà conto del comma 11, ultimo capoverso, dell'articolo 10 della legge n. 133 del 1999. I dati desunti dalla tabella compilata dal ministero dell'economia e delle finanze valutano solo gli aumenti per la variazione di gettito nelle abitazioni e non le diminuzioni conseguenti l'abolizione dell'addizionale per immobili destinati ad uso diverso, quote di fatto sottratte alle amministrazioni ed attribuite alle province sin dal 1 gennaio 2000. A fronte di questo stato di fatto alcune amministrazioni comunali sono intervenute nei confronti dell'agenzia delle dogane, ricevendo il 7 agosto 2002 una risposta negativa»;
nello stesso ordine del giorno è stata richiesta la modifica della valutazione dei dati ministeriali sul gettito dei comuni relativo all'addizionale ENEL, ai sensi del citato articolo 10 della legge n. 133 del 1999 -:
quali iniziative intendano assumere i ministri interrogati in ordine al descritto problema, al fine di evitare un'ulteriore riduzione di risorse per le amministrazioni comunali.
(4-04234)
La legge 13 maggio 1999 n. 133, all'articolo 10, ha previsto una modifica della disciplina in materia di addizionali sul consumo di energia elettrica, determinando le nuove aliquote delle addizionali provinciali e comunali.
Il comma 11 dello stesso articolo 10, così come modificato dall'articolo 5 della legge 11 ottobre 2000, n. 290, ha previsto che i trasferimenti alle Province sono decurtati in misura pari al maggior gettito derivante dalla applicazione della aliquota di 18 lire per kilowatt dell'addizionale provinciale sul consumo di energia elettrica mentre per i comuni i trasferimenti stessi sono variati in diminuzione o in aumento in misura pari alla somma del maggiore o minore gettito.
Al riguardo, l'Agenzia delle dogane, nel precisare che nelle disposizioni sopra richiamate nulla è detto in merito ad un eventuale confronto tra il gettito dell'anno 1999 e quello dell'anno 2000, ha fatto presente che le due annualità sono regolate da una disciplina parzialmente diversa, come di seguito evidenziato:
a) Abitazioni:
1a casa: 28 lire/kWh in favore dei Comuni;
2a casa: 28 lire/kWh in favore dei Comuni.
b) Luoghi diversi dalle abitazioni:
6,5 lire/kWh in favore dei Comuni;
a) Abitazioni:
1a casa: 36 lire/kwh in favore dei Comuni;
2a casa: 39,5 lire/kWh in favore dei Comuni.
b) Luoghi diversi dalle abitazioni:
18 lire/kWh in favore delle Province.
Al termine di dette riunioni, tenuto conto che:
l'interpretazione della norma è risultata alquanto complessa;
l'attuazione pratica del disposto legislativo si è presentata alquanto difficoltosa stante, fra l'altro, la mancanza di un espresso obbligo, per gli enti erogatori di energia elettrica, di fornire i dati di consumo per via telematica;
la carenza e non omogeneità dei dati relativi alle addizionali sul consumo di energia elettrica dell'anno 1999 non consente di pervenire ad una esatta quantificazione della variazione del gettito per i comuni e per le province, necessaria per operare i trasferimenti relativi all'anno 2000;
le comunicazioni ricevute dalle province e dai comuni da parte degli enti erogatori contengono dati che non si riferiscono soltanto all'anno 2000. Infatti, i dati forniti ai comuni dagli enti erogatori risultano talora comprensivi di «recuperi» di pagamenti effettuati nell'anno 2000 ma riguardanti consumi relativi ad anni precedenti in conseguenza del sistema posticipato di fatturazione;
è stato convenuto di procedere ad una apposita ricognizione, presso gli enti erogatori di energia elettrica, dei dati in questione; necessari per attuare concretamente quanto disposto dalla norma in oggetto.
I suddetti dati sono stati così utilizzati:
è stato quantificato, per ogni singolo comune, il minor gettito avuto per effetto del trasferimento alle province, a partire dal 1o gennaio 2000, della quota di lire 6,5/KWh di addizionale sui consumi di energia elettrica nei luoghi diversi dalle abitazioni, tenendo presente che la somma del minor gettito avuto da tutti i comuni ricadenti nello stesso ambito provinciale, costituisce il maggior gettito avuto dalle singole province;
è stata quantificata la variazione complessiva del gettito dei singoli comuni nell'anno 2000 derivante dalla somma algebrica del minor gettito avuto a seguito del trasferimento alle province della suddetta quota di lire 6,5/KWh con il maggior gettito avuto per effetto dell'applicazione, dal 1o gennaio 2000, delle nuove aliquote delle addizionali sul consumo di energia elettrica nelle abitazioni (prima e seconda casa).
I relativi dati sono stati definitivamente messi a disposizione del Ministero dell'interno, per il tramite del Dipartimento per le politiche fiscali, in data 11 dicembre 2002.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.
se corrisponda al vero (settimanale «Tempi» - luglio 2002) che l'aggio richiesto da Lottomatica sul lotto sia «così alto (800/1.000 miliardi all'anno) rispetto, ad esempio, a quello del concorrente Sisal sul superenalotto (meno di duecento)»;
se corrisponda al vero che per il lotto Lottomatica, nel 2001, abbia «versato all'erario solo il 21 per cento della spesa mentre Sisal per l'enalotto il 54 per cento»;
per quale motivo per l'erario tali entrate siano in percentuale fissa per Sisal ed a percentuale variabile per Lottomatica;
se corrisponda al vero che l'attività pubblicitaria di Lottomatica sia a carico dello Stato.
(4-03865)
Ne consegue che l'aggio non può essere costante, ma è variabile, essendo strettamente connesso, appunto, alla raccolta del gioco.
Non si può peraltro omettere di considerare, onde valutare i dati relativi alla misura dell'aggio corrisposto alla Lottomatica, che la raccolta del gioco del lotto, nell'anno 2001, è stata di 14.211 miliardi di vecchie lire, a fronte di 4.725 miliardi di vecchie lire raccolte dall'Enalotto.
Inoltre, circa l'affermazione che per il lotto la Lottomatica versi la più bassa percentuale all'erario della spesa del pubblico, la predetta Amministrazione ha rilevato che il gettito erariale è variabile in relazione alle modalità dei giochi.
Ed invero, mentre per l'Enalotto il prelievo fiscale sulla spesa del pubblico è determinato per differenza, scorporando dalla spesa complessiva del pubblico la somma della quota destinata a montepremi, l'aggio ai ricevitori, nonché il compenso del gestore, per il lotto, invece, la quota spettante all'erario viene determinata al netto sia del pagamento delle vincite conseguite, senza alcuna predeterminazione di montepremi, sia dell'aggio spettante ai ricevitori, sia, infine, dei compensi dovuti alla società Lottomatica e agli operatori della raccolta del lotto telefonico.
Quindi, per il gioco del lotto il gettito erariale dipende unicamente dall'entità delle vincite che, data l'aleatorietà che caratterizza il gioco, in alcune estrazioni possono anche essere superiori all'intero importo giocato (cosiddetto «sbanco del lotto»).
L'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha inoltre rilevato che il rendimento del gioco del lotto, nel lungo periodo, si aggira intorno al 30 per cento, mentre nelle singole estrazioni può avere rendimenti molto variabili, superiori al 60 per cento ovvero, come anzidetto, addirittura negativi.
Infine, circa la lamentata attribuzione a carico dello Stato delle attività pubblicitarie di Lottomatica, si precisa che, contrariamente a quanto avveniva precedentemente, a far tempo dal 1o gennaio 2001, giusto quanto previsto dall'articolo 8 del decreto ministeriale 15 novembre 2000, gli investimenti per la promozione e la pubblicità del gioco del lotto sono sostenute dalla Lottomatica in misura non inferiore al 7 per cento del compenso percepito nell'anno precedente.
Infatti, per quanto riguarda gli anni dal 1998 al 2000, le campagne pubblicitarie sono sempre state a carico dell'amministrazione finanziaria, per un importo prossimo a 150 miliardi di vecchie lire nel triennio, dal momento che nell'atto di concessione tale costo non era riversato a carico del concessionario.
Dunque, da quanto sopra esposto, si evidenzia come l'onere finanziario che deve essere sostenuto per l'attività pubblicitaria
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
è in atto una polemica politica di livello regionale in Toscana sul tema della gestione e della stessa utilità dei consorzi di bonifica;
tale polemica è particolarmente virulenta in provincia di Pistoia circa il ruolo e il governo del consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio;
lo stesso presidente del consorzio in questione, in data 16 febbraio 2001, ha presentato denuncia alla procura della Repubblica presso il tribunale di Pistoia circa mancanze nella gestione contabile-amministrativa;
le stesse carenze sono state più volte oggetto, con ovvi intenti polemici, dall'opposizione in consiglio provinciale ed in particolare, con piena legittimità, dal presidente del gruppo di A.N. Roberto Franchini, il quale lamenta - tra l'altro - una scarsa trasparenza delle documentazioni complessive di bilancio messe a disposizione dei consiglieri provinciali e dei delegati del consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio;
recentemente il presidente del consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio ha querelato per tali posizioni il presidente di A.N. Franchini che, invece di ricevere sul punto la solidarietà della presidenza e degli amministratori della provincia di Pistoia, ha visto addirittura una legittimazione e condivisione da parte degli stessi di tale iniziativa che, ad avviso dell'interrogante, rappresenta una «criminalizzazione» di ogni forma di dissenso rispetto alla gestione del consorzio -:
se, secondo la normativa vigente in materia, tutti gli atti di tali consorzi siano accessibili ai consiglieri provinciali e regionali.
(4-02772)
I consiglieri provinciali e regionali, in base alla vigente normativa, sono infatti titolari di una posizione soggettiva legittimante l'accesso ai documenti amministrativi in possesso degli enti di appartenenza, delle loro aziende e degli enti dipendenti, rispettivamente, dalla Provincia e dalla Regione, utili all'espletamento del loro mandato elettivo.
In particolare si fa rilevare che, nel caso di specie, il Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, in virtù delle funzioni esercitate in materia di bonifica che sono divenute regionali ai sensi dell'articolo 72 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1972, ha natura di ente pubblico strumentale della Regione ed è disciplinato dallo Statuto e dalla legge regionale n. 34 del 1994.
Di conseguenza, si ritiene che detto Consorzio possa essere compreso tra gli enti dipendenti dalla Regione Toscana, a cui si estende il diritto di accesso del consigliere regionale previsto dall'articolo 10 dello Statuto Regionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il ministero del lavoro e delle politiche sociali ha recentemente diramato la lista delle province che non hanno ancora provveduto a costituire il comitato per il lavoro e l'emersione del sommerso (CLES), l'organismo previsto dal decreto-legge n. 210 del 2002 che ha il compito di
tali comitati dovranno lavorare in stretta collaborazione con le commissioni regionali per l'emersione ai fini di favorire e sostenere la legalità nel mondo del lavoro così come nella filosofia del Patto per l'Italia siglato dal Governo con la quasi totalità delle organizzazioni sindacali, categoriali e datoriali;
ad oggi sono stati costituiti 84 comitati provinciali su 101;
tra le inadempienze risultano esservi quelle - per la Toscana - delle province di Siena e di Prato;
tali commissioni saranno composte da 16 membri nominati dal prefetto su indicazione anche delle amministrazioni locali -:
quali siano i motivi per i quali le province di Siena e Prato non hanno ancora provveduto alla nomina del CLES;
se corrisponda a vero che sono mancati i nominativi di «derivazione» locale;
quali iniziative si intendano assumere per colmare tale lacuna.
(4-04501)
I CLES sono infatti costituiti da 16, membri rappresentanti, in egual misura, delle istituzioni e delle parti sociali.
Nel mese di febbraio 2003, i CLES erano istituiti presso ciascuna Direzione Provinciale del Lavoro; in particolare, gli ultimi ad essere costituiti sono stati quelli di Milano il 14 febbraio 2003 e di Brindisi il 14 gennaio 2003.
Quanto alle province di Siena e Prato i Comitati sono stati costituiti rispettivamente, in data 7 e 8 novembre 2002.
A tutt'oggi, comunque, si rileva che i CLES, nella maggior parte dei casi, risultano privi del rappresentante del Ministero dell'Ambiente a causa delle difficoltà incontrate da tale Amministrazione.
Va detto, peraltro, che i Comitati in esame hanno comunque iniziato ad operare nel mese di novembre a Prato e in quello di dicembre a Siena, considerato che la normativa vigente ne consente il funzionamento allorché sia stata nominata la metà più uno dei componenti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
l'ENEA ha espletato lo scorso anno un concorso a numero 49 posti per il personale qualificato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 1 giugno 2001. Il bando di concorso, all'articolo 13, prevedeva anche la possibilità di utilizzare le graduatorie degli idonei per la copertura di posizioni di lavoro congruenti;
vincitori ed idonei, però, non hanno visto premiato l'impegno profuso per il blocco delle assunzioni. Tutto ciò dopo un esame di due prove, scritta ed orale;
recentemente, però, lo stesso ente ha bandito un altro concorso il cui bando è stato pubblicato il 7 marzo 2003 per l'assunzione di 77 unità mediante un solo esame colloquio -:
se il Governo non intenda adottare un'iniziativa normativa volta a prevedere una deroga per consentire assunzioni di personale presso l'ENEA.
(4-06004)
La legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Legge Finanziaria 2003) all'articolo 4, comma
L'Enea, al fine di evitare tale impedimento, ha già inoltrato richiesta di concessione di deroga alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica ed al Ministero dell'economia e delle finanze.
Per quanto riguarda il concorso per l'assunzione di 77 unità di personale, costituite da 59 posizioni di laureati con esperienza e 18 posizioni di diplomati con esperienza, si precisa che si tratta di assunzioni a tempo determinato, di durata biennale, e come tali non interessano il blocco imposto dalla legge finanziaria 2003. I relativi procedimenti di selezione dei candidati sono attualmente in fase conclusiva e si prevede di procedere all'assunzione dei vincitori entro il mese di luglio 2003.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
a seguito del sisma del novembre 1980 che colpì le regioni Basilicata e Campania furono realizzati ai sensi della legge 219 del 1981 strutture abitative sulla base del finanziamento pubblico statale per rispondere alle esigenze della popolazione che aveva visto distrutte le proprie abitazioni dall'evento calamitoso;
l'articolo 21 della legge 341 del 1995 recita testualmente: «gli alloggi prefabbricati costruiti dallo stato nei comuni della Basilicata e della Campania, si sensi delle decreto-legge 19 marzo 1981, n. 75, convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 1981, n. 219, sono ceduti in proprietà a titolo gratuito insieme alle parti comuni, a coloro che ne hanno avuto formale assegnazione, ancorché provvisoria;
successivamente si è proceduto alla dismissione del suddetto patrimonio immobiliare statale realizzato ai sensi della legge 219 del 1981;
nell'ambito della assegnazione e successiva dismissione alloggi di cui in oggetto sono stati catalogati, come nel caso degli alloggi di contrada Malvaccaro nella città di potenza nella categoria A03 -:
se non ritenga di dover chiarire quale debba essere considerata la reale ratio del legislatore in merito all'articolo 21-bis della legge 8 agosto 1995, n. 341, sulla acquisizione da parte degli enti locali, ed in particolare da parte del comune di Potenza per la vendita degli alloggi della contrada Malvaccaro, degli alloggi finanziati con fondi ex lege 219 del 1981 e destinati ad essere ceduti in proprietà a titolo gratuito.
(4-02821)
Occorre premettere che la legge 8 agosto 1995, n. 341, di conversione del decreto legge 23 giugno 1995, n. 244 (recante misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse) ha introdotto una disposizione a favore degli assegnatari degli alloggi prefabbricati costruiti dallo Stato a seguito del sisma del 1980 nelle regioni Basilicata e Campania. In particolare, l'articolo 21-bis della legge n. 341 del 1995 stabilisce che gli alloggi prefabbricati costruiti dallo Stato nei territori dei comuni della Campania e della Basilicata, ai sensi del decreto legge 19 marzo 1981, n. 75 (convertito con modificazioni nella legge 14 maggio 1981, n. 219), vengano ceduti in proprietà a titolo gratuito a coloro che ne abbiano avuto formale assegnazione, ancorché provvisoria.
In base al comma 3 della citata disposizione, gli uffici competenti a ricevere le relative istanze di trasferimento della proprietà
Al riguardo, l'Agenzia del demanio ha fatto sapere che la maggior parte di detti fabbricati era stata invece edificata, non dallo Stato, ma dai Comuni colpiti dagli eventi sismici, grazie ai finanziamenti della Cassa depositi e prestiti. Per cui, essendo la disposizione testè enunciata riferita solo ad «alloggi prefabbricati costruiti dallo Stato», l'allora competente Direzione centrale del demanio (ora Agenzia fiscale) ha interpellato l'Avvocatura generale dello Stato sulla interpretazione del citato articolo 21-bis, ai fini della esatta individuazione dell'autorità competente alla cessione.
L'organo legale adito, nel rilevare che una interpretazione letterale e restrittiva della norma avrebbe limitato il campo di applicazione della legge a casi del tutto rari, ha ritenuto che, nel caso in cui i prefabbricati in questione siano di proprietà di Enti pubblici diversi dallo Stato, gli alloggi medesimi potranno ugualmente essere ceduti gratuitamente dagli stessi Enti ai soggetti aventi diritto ai sensi della cennata legge n. 341 del 1995.
Sulla base del parere legale, la citata ex Direzione centrale del demanio, con foglio n. 72932 del 1o giugno 1999, ha impartito alle competenti Direzioni compartimentali del territorio di Napoli e Bari (competente per la Basilicata) la direttiva di provvedere alla cessione a titolo gratuito dei soli prefabbricati da ritenersi di proprietà statale in quanto realizzati con fondi statali su aree demaniali, mentre nei restanti casi gli alloggi avrebbero dovuto essere ceduti dai rispettivi enti proprietari.
Ciò posto, va osservato che gli alloggi della contrada Malvaccaro del comune di Potenza, per quanto riferito dall'Agenzia del demanio, non risulterebbero realizzati con fondi statali in aree demaniali.
La predetta Agenzia ha, infatti, precisato che la Filiale di Matera, con comunicazione del 26 marzo 2003, ha fatto presente che gli alloggi cui l'interrogante presta attenzione, per le generiche indicazioni fornite, non sembrerebbero essere di proprietà demaniale, essendovi nella zona un immobile, che potrebbe corrispondere alla descrizione fornita, intestato nel nuovo catasto fabbricati al comune di Potenza e ad altri nominativi.
Notizie più precise in merito sono state fornite dal Comune di Potenza, il quale ha confermato che gli alloggi di Contrada Malvaccaro non sono prefabbricati e non sono stati costruiti dallo Stato ma dal Comune di Potenza, proprietario dei medesimi. Lo stesso ente comunale ha aggiunto che per realizzare il programma costruttivo di edilizia residenziale, ivi compreso il complesso residenziale di Contrada Malvaccaro, ha contratto mutui con la Cassa depositi prestiti a carico dell'ex Ministero del tesoro (ora Ministero dell'economia e delle finanze), ai sensi delle disposizioni normative emanate a seguito del sisma del 23 novembre 1980, che hanno consentito all'ente locale di avvalersi di strumenti finanziari idonei per la costruzione di propri alloggi, da locare agli abitanti rimasti privi di abitazione per i quali si doveva trovare una idonea sistemazione.
Pertanto, alla cessione degli alloggi della Contrada Malvaccaro nel Comune di Potenza, realizzati con i fondi previsti dalla legge n. 219 del 1980, non trattandosi di alloggi di proprietà dello Stato, non può provvedere l'Agenzia del demanio, in quanto priva della relativa legittimazione, ma l'ente locale proprietario.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
l'azienda informatica Carisiel spa, con circa 150 dipendenti ed unica sede a Rende, opera nel settore dello sviluppo del software e dell'assistenza e consulenza all'utenza bancaria, ed è attualmente interamente partecipata dal Gruppo Banksiel-Telecom;
nasce nel 1995, attraverso la scissione da Intersiel (costituita nel 1986), per erogare
durante questi anni, Carisiel, attraverso l'alta specializzazione professionale delle proprie risorse umane, ha partecipato in modo importante, spesso determinante, ai processi bancari che hanno caratterizzato l'evoluzione e lo sviluppo dell'istituto di credito, e talora anche del gruppo di appartenenza dello stesso, quali la migrazione e la fusione dei sistemi informatici dei diversi istituti in un unico sistema target, l'eurizzazione;
si è caratterizzata, recentemente, anche per importanti attività di ricerca sempre nel campo del software bancario, fornendo, in sinergia con Banksiel, soluzioni di avanguardia tecnologica che hanno incontrato il parere favorevole del Miur -:
se non ritenga di attivarsi, di concerto con le parti affinché siano garantiti i livelli occupazionali per gli addetti interessati, dotati di alta specializzazione.
(4-06498)
La Carisiel è un'azienda, con sede in Rende (CS), costituita nel 1995 dalla scissione dell'Intersiel Spa, che opera nel settore dello sviluppo del software destinato al mercato bancario.
Preliminarmente, occorre precisare che al momento della costituzione la Carisiel, aveva per azionisti la Banksiel al 49 percento, Finsiel al 2 per cento, e Carical al 49 per cento (dal 1998 Banca Carime) con un organico costituito da circa 150 dipendenti, tutti in possesso di alta specializzazione e professionalità e occupati, prevalentemente nella gestione del sistema informativo, dei servizi di elaborazione dati e nella conduzione della rete prima per la Carica e, dal 1998, per la Banca Carime.
La Banca Carime, negli ultimi anni, ha modificato l'assetto societario, passando nel novembre 2000 al Gruppo Banca Popolare Commercio e Industria e, nel luglio scorso, al Gruppo Banche Popolari Unite (sorta dalla fusione Popolare Commercio e Industria e Popolare di Bergamo).
La strategia del nuovo Gruppo, peraltro ufficializzata in apposite riunioni, cui hanno partecipato sia le Rappresentanze sindacali unitarie che i rappresentanti Sindacali regionali e territoriali, è quella di dimettere l'attuale sistema informativo della Banca Carime per farlo confluire nell'attuale sistema della Banca Popolare di Bergamo, con la migrazione, entro la fine dell'anno 2004, del sistema informativo di Banca Carime su quello del Gruppo Banche Popolari Unite.
Tale prospettiva, che implica la cessazione del servizio offerto dalla Carime, causa notevole preoccupazione ai dipendenti della stessa società, nonché alle organizzazioni sindacali, per i riflessi negativi che potrebbero derivarne sulle prospettive industriali della società e sulle ricadute occupazionali. Pertanto, le rappresentanze sindacali aziendali, regionali e territoriali si sono già attivate promuovendo riunioni periodiche e nell'ultima di queste, che si è tenuta il 30 giugno 2003, la Direzione I.T. Mercato, ha ufficializzato l'intendimento di rinviare una approfondita analisi sulle prospettive e sul ruolo Carisiel, in occasione della presentazione a livello nazionale del piano dell'attività dell'Area Banking, di cui Carisiel fa parte. Tale incontro è avvenuto il 16 luglio 2003, presso la sede romana della società operativa Finsiel e stando alle notizie di fonte sindacale, è stata preannunciata la volontà di Banksiel e, quindi di Telecom Italia - Settore informatico di procedere ad una probabile vendita della Carisiel, con la eventuale conseguente dismissione del presidio calabrese.
La questione non è ancora definita e, in proposito, le rappresentanze sindacali hanno richiesto che qualunque ipotesi di vendita dovrà essere portata a conoscenza
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il continuo arretramento della costa calabrese della tirrenica settentrionale ha causato in passato, ma continua ancora oggi, ingenti danni alle strutture pubbliche e private, e numerose vie di comunicazione stradali e ferroviarie versano in situazione di estremo pericolo;
da anni la regione Calabria è costretta a registrare segnalazioni, da parte dei comuni e di privati, di danni causati dai marosi, che rischiano di mandare in crisi, il già fragile sistema produttivo che regge l'economia delle zone costiere del territorio;
nel mese di dicembre 2000, la fascia costiera tirrenica settentrionale della Calabria del comprensorio di Falerna è stata colpita da violente mareggiate che hanno provocato ingenti danni alle strutture pubbliche e private presenti, aggravando la già precaria situazione esistente;
in quell'occasione l'assessorato regionale ai lavori pubblici, di concerto con i comuni interessati e l'autorità di bacino regionale, hanno quantificato in circa 20 miliardi di lire i danni subiti;
con decreto n. 5 del 10 gennaio 2001 la giunta regionale della Calabria ha prodotto regolare richiesta di proclamazione dello stato di calamità naturale per i comuni colpiti dalle suddette mareggiate;
con comunicazione del 7 marzo 2002, pervenuta all'autorità del bacino regionale in data 26 marzo 2002, il dipartimento della protezione civile - ufficio opere pubbliche di emergenza servizio dissesti idrogeologici - presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ha respinto la richiesta dichiarazione di stato di emergenza;
la regione Calabria non riesce a fronteggiare la calamità in questione date le insufficienti risorse finanziarie del proprio bilancio -:
se non ritenga necessario ed urgente far rivedere la decisione adottata dal dipartimento della protezione civile, al fine di ottenere l'emanazione del decreto sullo stato di emergenza richiesto dalla giunta regionale della Calabria in favore dei comuni e dei cittadini calabresi, alcuni dei quali hanno necessità assoluta del risarcimento dovuto.
(4-03254)
Si rappresenta, tuttavia, che sulla base dell'istruttoria effettuata, il Dipartimento della protezione civile ha rilevato che le evidenziate calamità non possedevano i caratteri di rilevanza nazionale che costituiscono il necessario presupposto per l'attivazione delle procedure di dichiarazione dello stato d'emergenza e, pertanto, il Dipartimento medesimo ha ritenuto di suggerire alla Regione, con nota del 7 marzo 2002, di fronteggiare la situazione prospettata nell'ambito delle competenze assegnate utilizzando il Fondo regionale di protezione civile di cui all'articolo 138, commi 16 e 17 della legge 12 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria 2001).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
il comma 10, dell'articolo 8, della legge n. 370 del 1999 recita testualmente: «Al personale di cui all'articolo 6, comma 5, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 12, commi 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 della legge 19 novembre 1990, n. 341; il suddetto personale è ricompreso nelle dizioni previste dall'articolo 16, comma 1 della legge 19 novembre 1990, n. 341 e successive modificazioni; dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato»;
la norma citata dispone, nelle intenzioni dell'interpellante, presentatrice dell'emendamento con cui è stato introdotto il citato comma alla legge n. 370 del 1999, approvato unanimemente dai gruppi politici, con il parere favorevole del Governo, l'inquadramento nel ruolo dei ricercatori del personale laureato medico di ruolo delle aree tecnico-scientifiche e socio-sanitarie;
il 23 dicembre 1999 il capo di gabinetto del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in risposta alla richiesta di interpretazione dell'articolo 1, comma 10, della legge n. 4 del 1999 fatta dalla Crui, ha più volte fatto ricorso al richiamo dell'autonomia universitaria, specificando che lo stesso ministero «non può svolgere compiti, quali quelli di fornire orientamenti interpretativi di norme primarie, che presuppongono funzioni di supervisione, se non di gerarchie, che al ministero non competono;
l'atto ispettivo presentato dall'interrogante nel febbraio del 2000 ha denunziato come l'avvio della procedura di annullamento del decreto rettorale, dell'università «La Sapienza», di inquadramento nel ruolo di ricercatore confermato del citato personale, ha messo in forte pericolo l'autonomia universitaria e, per tale motivo, è ancora pendente ricorso nel merito innanzi alla Corte costituzionale;
la legge n. 370 del 1999 varata unanimemente dal Parlamento italiano, è stata recentemente (ordinanza n. 262 del 2002) messa in discussione dalla Corte costituzionale, negando al Tar del Lazio remittente l'inquadramento nel ruolo di ricercatore confermato del personale laureato medico e odontoiatra dell'area tecnico-scientifica e socio-sanitaria e sostenendo l'esistenza solo della «parziale coincidenza dei compiti didattici con i ricercatori confermati senza considerare l'attribuzione formale della ricerca scientifica; il tutto non prendendo in considerazione il contenuto dell'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 382 del 1980 nonché l'elevatissima produzione scientifica di livello nazionale ed internazionale del personale tecnico-scientifico in questione;
la citata pronunzia additiva n. 262/2002 della Corte costituzionale non ha tenuto in nessuna considerazione né il parere favorevole al personale in questione, espresso dal Consiglio di Stato, II sezione affari normativi, né la favorevole sentenza del Tar di Catania né la volontà sovrana e chiarissima del legislatore;
la legge n. 4 del 1999 consente agli atenei di bandire entro un quinquennio i concorsi riservati per il personale di cui all'articolo 6, comma 5, del decreto legislativo n. 502 del 1992 e pertanto risulta all'interrogante che sarebbero stati banditi circa 220 concorsi riservati in alcuni atenei, ma in molti sarebbero state escluse intere fette di personale con la conseguenza di una grande eterogeneità di comportamenti sull'intero territorio;
presso la facoltà di medicina dell'ateneo catanzarese sarebbero stati ammessi a partecipare a concorsi riservati previsti dalla legge n. 4 del 1999, tecnici laureati di 5 e 6 qualifica funzionale in virtù di una sospensiva del Tar del Lazio e gli stessi sarebbero stati nominati vincitori di concorso e ricercatori confermati, pur in pendenza del relativo giudizio di merito;
l'importante sentenza n. 103/77 della Corte costituzionale ha comportato il riconoscimento dell'inscindibilità dell'attività assistenziale con le attività di ricerca e di didattica per tutto il personale medico universitario;
per il personale in questione non è previsto aggravio di spesa poiché lo stesso gode già attualmente di un trattamento complessivo equiparato a quello dei ricercatori medici per il fatto di essere strutturato con funzioni assistenziali come dirigente medico;
da quanto sopra descritto appare chiara la situazione nella quale versa il personale laureato tecnico che è costretto a registrare comportamenti diversificati da parte degli atenei nei confronti di personale giuridicamente paritetico rispetto alla quantità ed alla qualità delle attività svolte -:
se non ritenga necessario ed urgente attivare strumenti utili a far applicare in maniera univoca in tutti gli atenei italiani la legge n. 4 del 1999 non solo per creare equità di trattamenti ma anche per evitare che le università lascino passare per l'espletamento dei concorsi il periodo previsto dalla legge stessa, mantenendo la situazione a macchia di leopardo oggi esistente tra personale appartenente ad identica categoria.
(4-03617)
Al riguardo, si osserva che la decisione di bandire, nell'arco di cinque anni finanziari a decorrere dal 1999, i concorsi per posti riservati di ricercatore universitario, deve essere preceduta dall'accertamento delle necessità didattiche di ricerca, quindi, non è automatica né obbligatoria.
Non si ritiene, pertanto, possibile, se non attraverso una nuova previsione normativa, obbligare le Università a bandire i posti riservati di ricercatore.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
il reclutamento dei docenti per le scuole italiane statali e non (SCC), a partire dal 1991, viene effettuato secondo l'attuale normativa che appare spesso confusa e complicata, tanto che i vari bandi di concorso hanno comportato varie predisposizioni per le griglie di valutazione: alcune volte modifica dei requisiti richiesti, altre delle valutazioni dei titoli, altre ancora delle modalità di svolgimento delle prove;
ultimamente è stato modificato il testo unico 297/1994 e sulla base della contrattazione decentrata sono stati sostituiti i concorsi con prove strutturate di accertamento linguistico, il cui punteggio conseguito ha peso determinante su tutte le altre valutazioni dei titoli professionali e culturali, pur richiesti dalle autorità del Paese che ospita la scuola italiana;
la sola prova strutturata di accertamento linguistico crea palese disparità di valutazione tra docenti di lingua straniera ed i docenti di altra disciplina;
il citato tipo di selezione, portato avanti con grande fatica del personale del ministero degli affari esteri, ha già creato numerosi contenziosi e certamente ne creerà ulteriormente al momento delle verifiche degli attestati; variamente valutabili, visto che la griglia dei titoli culturali e professionali è poco chiara e manca di aggiornamento perché non riporta importanti titoli professionali e di attività effettuate nella scuola con la nuova normativa;
inoltre, l'alto punteggio assegnato alla prova linguistica ha provocato l'assegnazione di punteggio totale molto poco differenziato, per cui compaiono elenchi di candidati con lo stesso punteggio totale e che si differenziano solo per la data di nascita -:
se non ritengano necessario ed opportuno predisporre iniziative normative volte a rivedere la disciplina in vigore;
se non ritengano, altresì, necessario predisporre un blocco della selezione in atto che provocherà disagi nella gestione del personale anche per i prossimi 9 anni di validità delle graduatorie permanenti in via di formazione, già evidenti con il ritardo delle nomine per il corrente anno scolastico, iniziato il 1 settembre 2002.
(4-04259)
La prima graduatoria permanente venne costituita ai sensi dell'Ordinanza ministeriale del 16 maggio 1997, cui era allegata la tabella di valutazione dei titoli culturali, professionali e di servizio predisposta dal Miur. Poiché nella nuova graduatoria permanente confluiranno anche candidati della graduatoria permanente del 1997, il CCNL estero del 14 settembre 2001, ha previsto per la valutazione dei titoli culturali, professionali e di servizio la medesima tabella allegata all'ordinanza del 16 maggio 1997, al fine di non creare discriminazioni tra i candidati.
Inoltre mentre il Testo unico n. 297 del 1994, all'articolo n. 640 prevedeva per la destinazione all'estero l'accertamento di requisiti professionali e culturali mediante una o più prove scritte e una prova orale, il Ccnl del 14 settebre 2001, ha previsto che la selezione venisse effettuata sulla base di una prova unica di accertamento della conoscenza della lingua straniera poiché il personale di ruolo della scuola è stato già riconosciuto idoneo all'insegnamento della propria disciplina.
È ininfluente che la prova unica di accertamento della conoscenza della lingua straniera sia prevista contemporaneamente per docenti di lingua straniera e per docenti di altre discipline, giacché le graduatorie sono costituite per classe di concorso ed area linguistica. Pertanto i docenti, inseriti nelle graduatorie per le scuole italiane all'estero e per le Scuole Europee, si rapportano unicamente con docenti della stessa classe di concorso e non, con quelli di lingua straniera.
In merito alla scarsa differenziazione del punteggio totale, che risulterebbe dagli elenchi dei candidati, si fa presente che l'impossibilità di modificare la tabella dei titoli per le motivazioni suddette non ha permesso una sua maggiore articolazione, più rispondente al numero particolarmente elevato dei candidati.
Si precisa che le prove di accertamento linguistico sono state indette solo nel novembre del 2001, a causa della lunga e laboriosa trattativa tra l'Aran e le Organizzazioni sindacali iniziata nell'ottobre del 2000. Tale trattativa ha portato alla firma del nuovo contratto che disciplina anche le disposizioni transitorie per le nomine relative all'anno scolastico 2001/2002, nonché i criteri per la costituzione, riformulazione e aggiornamento delle graduatorie permanenti da utilizzare dall'anno scolastico 2002/2003. L'Amministrazione si è impegnata per espletare nel più breve tempo possibile le procedure di mobilità del personale da destinare alle istituzioni scolastiche all'estero.
I passaggi e i tempi delle operazioni sono rigorosamente prescritti dalla normativa contrattuale, nonché dal bando e dall'ordinanza emanati sulla base di detta normativa.
Permanendo l'attuale, normativa in materia di contrattazione, l'Amministrazione degli affari esteri, in sede di discussione del nuovo contratto, terrà senz'altro conto dell'esperienza tratta dall'applicazione delle disposizioni vigenti per proporre eventuali correttivi e miglioramenti alle procedure di mobilità per l'estero.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
negli ultimi due anni la città di Lamezia Terme (Catanzaro) è stata colpita da una lunga scia di sangue, con ben 15 morti ammazzati, dovuta a lotte tra le cosche lametine per il predominio del potere;
con decreto del Presidente della Repubblica del 5 novembre 2002, è stato sciolto, per la seconda volta, il consiglio comunale di Lamezia Terme a causa di collegamenti diretti ed indiretti tra parte dei componenti del civico consesso e la criminalità organizzata;
il 16 dicembre 2002 sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari distrettuale del Tribunale di Catanzaro 58 ordinanze di custodia cautelare (eseguite 56) e 61 avvisi di garanzia: tutti indagati per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso;
tra gli arrestati un consigliere comunale dell'assemblea sciolta per mafia e tutti uomini e donne appartenenti alle cosche dominanti della Piana lamentina (Torcasio, Giampà, Iannazzo, Cannizzaro);
l'operazione definita dai magistrati «Tabula Rasa», frutto di due anni di indagini della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro era attesa nella città fortemente sottoposta al dominio incontrastato delle cosche;
dall'inizio dell'anno ad oggi ben 52 delle 58 persone arrestate sono state scarcerate su disposizione del Tribunale del riesame con la motivazione di «insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di associazione mafiosa finalizzata, secondo le accuse, alle estorsioni ed al traffico di armi e di droga»;
è diffuso nella città di Lamezia Terme il bisogno di tutela dell'ordine pubblico -:
se non intenda rafforzare tutte le misure di prevenzione contro la criminalità mafiosa nella città di Lamezia Terme.
(4-05203)
Il comprensorio, posto in posizione centrale nell'area provinciale, assume un'importanza strategica sia per le principali reti di comunicazioni da cui è attraversato, sia per il rilevante sviluppo delle attività produttive che qualifica l'area come una delle più industrializzate della regione. In questo contesto di rapido sviluppo economico, la criminalità organizzata tende ad inserirsi, soprattutto attraverso le estorsioni e l'usura, nelle numerose attività produttive della zona, nonché ad infiltrarsi negli appalti pubblici relativi soprattutto ai lavori di riqualificazione produttiva dell'ex area SIR, allo sviluppo dei Patti territoriali e dell'area industriale di Marcellinara.
Dalla conclusione in primo grado di alcuni processi a carico di elementi delle cosche locali, tra cui il maxi-processo definito «Primi Passi» che portò alla scarcerazione di alcuni nuclei fondamentali della criminalità lametina, si registra un inasprimento delle lotte tra le consorterie rivali. In questo quadro, particolare rilievo ha assunto l'insanabile frattura avvenuta nel luglio 2000 all'interno della cosca «Cerra-Giampà-Torcasio», dominante a Nicastro; precisamente tra la frangia riconducibile a Francesco Giampà, appoggiata dall'emergente clan «Iannazzo», e quella dei «Torcasio», attualmente capeggiata da Teresina Cerra in sostituzione del marito detenuto. La faida apertasi tra le due cosche ha sinora condotto alla commissione di 14 omicidi e di 5 tentati omicidi tra i quali, ultimi in ordine di tempo, quello dell'imprenditore Antonio Perri contiguo ad ambienti criminali, avvenuto il 10 marzo 2003, quello dei fratelli Francesco ed Antonio Torcasio avvenuto il 3 maggio 2003 e quello del figlio di Teresina Cena avvenuto il 23 successivo.
La Squadra mobile di Catanzaro ha, tra l'altro, curato la redazione di un voluminoso rapporto di polizia giudiziaria che consente di individuare i moventi della gran parte dei fatti di sangue verificatisi nella zona e di delineare gli organigrammi delle cosche locali.
L'azione investigativa, oltre a portare nei primi giorni di settembre 2002 all'arresto di due pericolosi killer della cosca Giampà, ha consentito, il 16 dicembre 2002, nell'ambito della nota operazione «Tabula rasa», che ha rivelato il ruolo chiave svolto nelle organizzazioni criminali da alcune donne imparentate con i capi clan, di dare esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 58 affiliati ai clan locali «Cerra-Torcasio», «Giampà», «Iannazzo» e «Pagliuso», nonché di notificare 61 avvisi di garanzia. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha, peraltro, scarcerato, dall'inizio del corrente anno, 42 degli arrestati, nei confronti dei quali è al vaglio l'irrogazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale.
Nel contesto ambientale descritto si inserisce l'inchiesta, ancora in fase di svolgimento, originata da alcuni atti intimidatori in danno di amministratori locali e personalità politiche nazionali, in relazione alla quale sono stati acquisiti elementi informativi sul rischio di infiltrazioni mafiose nel Comune di Lametia Terme.
Sulla base di tali informazioni il Prefetto di Catanzaro ha nominato una Commissione d'Accesso che, insediatasi il 5 agosto 2002, ha proceduto, in due fasi distinte, ai relativi riscontri in sede amministrativa.
A seguito delle risultanze, che hanno individuato effettivi rischi di commistione tra gli interessi di alcuni amministratori e quelli della criminalità organizzata, il Ministro dell'interno ha provveduto, con decreto del 31 ottobre 2002, allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
Successivamente allo scioglimento si sono avuti ulteriori atti intimidatori in danno di alcune personalità istituzionali di spicco ritenute responsabili, per gli incarichi ricoperti, del provvedimento ministeriale di Commissariamento del Comune. Per le vittime delle intimidazioni sono stati intensificati i servizi di vigilanza da parte delle Forze dell'ordine.
L'azione di prevenzione e contrasto viene, di volta in volta, rimodulata secondo le esigenze di sicurezza pubblica nel lametino, sottoposte ad un costante monitoraggio da parte delle Forze dell'ordine.
Sul piano della prevenzione, è stato incrementato il numero di equipaggi di rinforzo che operano nei servizi di controllo territoriale accanto alle unità impiegate in via ordinaria. Tale attività è svolta, per quanto concerne la Polizia di Stato, con l'ausilio di aliquote dei Reparti prevenzione crimine, incrementate dallo scorso aprile di 6 contingenti, che operano con modalità di impiego flessibili finalizzate ad integrare il momento preventivo (pattugliamenti e vigilanza) con le iniziative info-investigative poste in essere dai competenti organismi territoriali. Dal 1o gennaio al 30 giugno di quest'anno le pattuglie dislocate sono state 301, pari ad una media giornaliera di 3/4 equipaggi.
Per prevenire il fenomeno delittuoso della microcriminalità e gli episodi intimidatori finalizzati all'estorsione, il Commissariato di Lametia Terme ha intensificato i servizi di controllo con la collaborazione della Polizia municipale lametina, rivolgendo particolare attenzione anche agli accampamenti di nomadi coinvolti nei fenomeni di criminalità diffusa.
Sul piano delle iniziative di contrasto, dall'inizio del 2003 è stata rimodulata la strategia investigativa che vede impegnati, con il supporto del S.C.O., il locale Commissariato e la Squadra mobile della Questura di Catanzaro. L'attuale direzione di intervento, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, è rivolta a colpire i vertici delle cosche, attraverso una rivisitazione delle singole posizioni personali che possa anche prescindere dal reato associativo di stampo mafioso, ma anche la larga fascia di manovalanza criminale che consente ai capi delle 'ndrine di conservare il controllo del territorio.
Nel giugno scorso, inoltre, è stato costituito un nuovo gruppo investigativo di lavoro composto da 10 elementi, che opera
L'affinamento dell'attività investigativa ha permesso di conseguire risultati significativi, con l'arresto di diversi esponenti delle cosche locali e di varie persone responsabili di traffico di stupefacenti e di armi, di estorsione, di usura e di altri reati.
In particolare, nel 2003 sono state tratte in arresto, in esecuzione di provvedimenti restrittivi emessi dal G.I.P., alcune persone dedite al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed allo sfruttamento della prostituzione (15 febbraio), otto persone responsabili di riciclaggio di denaro «sporco» (21 marzo), nonché un affiliato alla cosca «Torcasio», ritenuto responsabile di estorsione aggravata, tentato furto aggravato, danneggiamento ed incendio in danno di un'impresa locale (8 aprile) e i pluripregiudicati fratelli Zagami, per detenzione illegale di armi e ricettazione (21 aprile).
Nell'ambito di ulteriori operazioni sono stati, inoltre rinvenuti circa 62 Kg. di cocaina trasportati su un autocarro, due pacchi contenenti 430 confezioni di medicinali anabolizzanti, una piantagione con 250 piante di cannabis e, nel corso di una perquisizione di un fabbricato rurale, materiale sospetto che induce a ritenere il luogo utilizzato come covo per latitanti o per la preparazione di atti delittuosi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la scuola è l'istituzione maggiormente responsabilizzata ad infondere quella cultura della legalità necessaria a qualsiasi Paese civile e, pertanto, in essa non dovrebbero essere impartiti insegnamenti o forniti messaggi che potrebbero ingenerare nei giovani conoscenze fuorvianti;
agli inizi del mese di marzo 2003, Giuseppe De Marzo, leader dei «disobbedienti», ha effettuato, per due giorni, varie visite in alcune scuole della provincia e della città di Reggio Calabria;
durante gli incontri il De Marzo ha descritto la storia ed ha portato alla costituzione del movimento no global, ricordando le numerose battaglie ed i movimenti di piazza degli ultimi anni;
il De Marzo ha, di fatto, alimentato la voglia di giustizia e di pace, propria dei giovani, con il concetto della «disobbedienza»;
l'interrogante, pur riconoscendo la libertà di contestazione, ritiene che non siano queste le lezioni da impartire a giovani che vivono, peraltro, in una regione dove le richieste di giustizia e di legalità sono divenute essenziali per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della stessa -:
se, pur nel rispetto dell'autonomia delle singole istituzioni scolastiche, non ritenga che i responsabili delle scuole interessate dagli incontri di cui in premessa avrebbero perlomeno dovuto assicurare nel corso degli incontri stessi un corretto contraddittorio.
(4-05891)
Al riguardo si fa presente che l'Ufficio scolastico regionale per la Calabria ha effettuato un monitoraggio in tutte le scuole della provincia ed è risultato che il De Marzo si è recato solamente presso il Liceo scientifico di Gioiosa in data 8 marzo 2003, su sua richiesta, per presentare un suo libro «Da Seattle a Porto Alegre».
Il dirigente ha accolto la richiesta dal momento che essa assicurava che il libro non aveva alcuna connotazione partitica e che gli alunni avrebbero potuto dibattere sul tema della difesa della foresta amazzonica.
Nel corso dell'incontro è stato assicurato un più che corretto contraddittorio tant'è che in seguito all'affermazione del sig. De Marzo che «in alcune circostanze, la disobbedienza allo Stato può essere legittima» lo stesso è stato interrotto, vivacemente ripreso e contraddetto dal docente responsabile della sezione del liceo scientifico di Gioiosa Jonica che ha ribattuto che compito della scuola è quello di educare al rispetto delle regole e, quindi, alla legalità e che pertanto affermazioni quali quella del De Marzo non possono essere fatte nella scuola.
L'interessato, di fronte alla netta presa di posizione, ha interrotto l'incontro, lasciando la scuola.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
si moltiplicano in questi giorni le notizie, da fonti diverse, di un imminente attacco degli Stati Uniti contro l'Irak;
la Francia e la Germania hanno già pubblicamente e congiuntamente dichiarato la loro contrarietà a questo attacco e, in ogni caso, la loro indisponibilità a partecipare ad un eventuale intervento militare;
al contrario, il Ministro della difesa del nostro Paese ha nei giorni scorsi, dichiarato la disponibilità dell'Italia ad inviare truppe italiane al seguito di quelle nord-americane -:
quale sia la posizione ufficiale del governo italiano, anche tenendo conto di quanto prevede la nostra Costituzione, secondo la quale, una azione di guerra è autorizzata solo come strumento di difesa, (articolo 11), e previa formale deliberazione dello stato di guerra da parte del Parlamento, (articolo 78), e dichiarazione da parte del Presidente della Repubblica, (articolo 87).
(4-03774)
In particolare si richiamano gli interventi effettuati dal Presidente del Consiglio dei ministri lo scorso 19 marzo 2003, dal Ministro degli affari esteri il 15 aprile 2003 nonché dal Ministro della difesa lo scorso 14 maggio 2003.
L'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana decreta che: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
In conformità a quanto statuito dalla nostra Costituzione e reiterato dal nostro Presidente del Consiglio in Parlamento nell'intervento sopracitato, è stato scelto di non partecipare direttamente alte operazioni militari in base al principio di «non belligeranza» e in questa decisione il nostro Paese è sempre stato fermo.
Ciò nondimeno, l'azione dell'Italia è costantemente volta, in seno all'Unione europea ed all'Organizzazione delle Nazioni unite, a tutelare la legalità internazionale e la credibilità dell'istituzione onusiana ed è in conformità a questo principio che il Governo italiano ha avvertito l'obbligo di unire ad un forte sostegno all'azione degli organismi internazionali, per la rinascita di un Iraq democratico e per la pacificazione dell'intero Medioriente anche un impegno diretto in un intervento umanitario e di ricostruzione. Linea di condotta che è stata anche questa più volte illustrata in Parlamento.
Significativa appare la dichiarazione rilasciata dai Paesi membri dell'Unione Europea al termine del Consiglio Informale di Atene degli scorsi 16 e 17 aprile 2003, con la quale i Quindici hanno assicurato il sostegno alle Nazioni unite ed alla centralità del suo ruolo nel processo di istituzione in Iraq di un Governo democratico rappresentativo di tutta la popolazione. L'Italia di conseguenza ha continuato in ogni foro internazionale a perorare la causa di un crescente coinvolgimento delle Nazioni unite nella gestione del dopoguerra iracheno, al fine di non avallare la tesi che Stati Uniti e Regno Unito potessero essere erroneamente percepiti dall'opinione pubblica araba, islamica e mondiale come Potenze occupanti del Paese.
In questo quadro, è stata confermata la validità del piano d'azione intrapreso dal Governo attraverso il coordinamento interministeriale realizzato in seno alla «task force» costituitasi presso questo Ministero degli esteri per assicurare la piena sinfonia tra le Amministrazioni e gli Enti dello Stato sui fini e sui mezzi della nostra missione in Iraq.
Tra i numerosi interventi già realizzati dalla nostra cooperazione allo sviluppo ricordiamo l'invio di 40 tonnellate di aiuti di emergenza tra medicinali, generi di prima necessità, generatori elettrici nonché, l'invio di un ospedale da campo.
In tale contesto, tenuto conto dei danni causati dal conflitto all'apparato sanitario iracheno sia sotto il profilo infrastrutturale che umano, la Cooperazione italiana, di concerto con le forze della coalizione ed a seguito di precise indicazioni da parte delle stesse, ha formulato una strategia di intervento nel settore sanitario abbastanza articolata.
L'intervento che la Cooperazione italiana ha posto in essere nel fornire, per un periodo limitato (inizialmente tre mesi), i servizi dell'Ospedale da Campo della Croce rossa italiana va inquadrato nel seguente contesto:
assicurare immediato soccorso alle popolazioni di Baghdad;
predisporre un piano d'azione rivolto a rafforzare sia la funzionalità di alcuni specifici ospedali (ben cinque ospedali a Baghdad e due in altre aree del paese) sia il sistema sanitario iracheno congiuntamente all'intervento del laboratorio di Sanità Pubblica e di Prevenzione e Controllo all'igiene del Suolo, dell'Aria e degli Alimenti.
Non può non sottolinearsi che la situazione irachena risulta tuttora complessa e fluida e che ogni intervento dovrà costituire oggetto di ulteriore disamina ed approfondimento e tener conto sia delle mutevolissime situazioni locali sia del quadro complessivo degli interventi in sede di coordinamento tra donatori nell'ambito di strutture ancora in via di costituzione o rafforzamento in conformità anche a quanto stabilito dalla Risoluzione dell'Onu n. 1483 approvata lo scorso 22 maggio.
Tra le priorità che il Governo sta affrontando, è bene anche ricordare il recupero del patrimonio archeologico iracheno, sia per le perdite e i danneggiamenti verificatisi nel corso delle operazioni militari o nelle fasi immediatamente seguenti alla loro conclusione, sia per le prospettive di valorizzazione e tutela.
Sono comunque già stati destinati attraverso il canale della Cooperazione allo Sviluppo 400.000 euro all'Unesco per interventi immediati a tutela del patrimonio archeologico. Nel corso di una missione esplorativa in Iraq, in cui questo Ministero degli esteri è stato affiancato dal Ministero
Inoltre, sempre in questo settore, l'Ambasciatore Piero Cordone è stato inviato a Baghdad, presso l'Ufficio dell'Ocpa (Office of the Coalition Provisional Authority) che ha sostituito l'ORHA nella qualità di Autorità interinale per l'Iraq, con funzioni di responsabile del settore culturale. Questa importante posizione ci è stata assicurata dal noto impegno che il nostro Paese ha da sempre posto nel settore della salvaguardia del patrimonio culturale iracheno, in particolare in campo archeologico.
Infatti, un'intensa attività di cooperazione nel settore archeologico e della difesa del patrimonio culturale in Iraq è stata svolta dall'Italia fino al 1969 attraverso l'Istituto Italo Iracheno di archeologia, gestito dal Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino e diretto dal Prof. Giorgio Gullini al cui centro sono stati stanziati in via preliminare contributi per una prima schedatura dei reperti archeologici trafugati o danneggiati al Museo di Baghdad, oltre che all'Università di Torino per ricognizioni sul territorio di Hatra e all'Università di Pisa per esplorazioni archeologiche nei siti antichi nella regione a sud-est di Baghdad (Diyla).
L'Italia non ha mancato inoltre di sollecitare l'UNESCO e gli Stati membri, ad un'azione urgente e concreta in difesa del patrimonio culturale iracheno: chiedendo ufficialmente l'adozione di un provvedimento che invitasse gli Stati membri ad una forte riaffermazione del supporto della comunità internazionale alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'Iraq, da attuarsi concretamente tramite la predisposizione di urgenti misure amministrative che prevengano l'importazione nei territori nazionali di reperti artistici, archeologici e culturali.
Un'importante ulteriore misura indicata dall'Italia è rappresentata dalla proposta di invio in Iraq di un Ufficiale dei Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, la cui preziosa e comprovata esperienza nel delicato settore del recupero delle opere d'arte illecitamente sottratte rappresenta un altro concreto contributo che l'Italia può dare alla salvaguardia del patrimonio iracheno.
In questo momento, ci rendiamo conto che l'ambito delle responsabilità della collettività internazionale si è allargato e si è avviata una nuova dimensione di vita per il popolo iracheno. È proprio in questo contesto che riteniamo giusto inquadrare il contributo del nostro Paese con la missione umanitaria «Antica Babilonia» che prevede un contingente di elevata qualità che consentirà una significativa autosufficienza in termini logistici, indispensabile per la distanza che separa il teatro delle operazioni dall'Italia, ed una efficace capacità operativa in termini di sicurezza, di mobilità e di assistenza.
I militari del contingente sono tutti professionisti e molti già esperti di altre aree di crisi. Saranno presenti anche alcune donne che consentiranno, in particolare, al contingente di meglio relazionarsi con la componente femminile della popolazione locale, a testimonianza di un impegno per riaffermare la primaria importanza dei valori di democrazia, libertà, diritto e crescita dell'individuo al centro delle dinamiche di ricostruzione sociale, culturale ed economica dell'Iraq.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il tragico incidente aereo che, il 26 maggio 2003, è costato la vita a 62 militari spagnoli di ritorno dall'Afganistan, ha destato profonda impressione in tutta Europa;
l'incidente stesso ha riguardato un aereo Yakovlev di proprietà di una
a seguito di questo drammatico episodio, il governo spagnolo ha sospeso il contratto con questa agenzia, come avevano già fatto - ancora prima dell'episodio stesso - i governi della Svezia, della Finlandia e della Norvegia -:
se il Governo italiano ha in corso contratti per trasportare truppe con la medesima o con altre agenzia private;
in caso positivo, se il Governo italiano ritiene opportuno risolvere ogni rapporto di questo genere;
con quali mezzi aerei il Governo italiano trasferisce i contingenti italiani destinati ad operare fuori del Paese.
(4-06561)
Attualmente sono in vigore due distinti contratti di trasporto aereo: uno per il personale e uno per i materiali.
Quello per il trasporto di personale è stipulato con la Società AIRONE, che utilizza velivoli Boeing 737-300, Boeing 737-400, Boeing 737-800, Boeing 747-200 ed Airbus 321.
Invece, il contratto per il trasporto di materiali è stipulato con la Società broker internazionale SAIMA-AVANDERO che tramite la compagnia aerea Air Foyle Heavylift LDT (Regno Unito), utilizza vettori Antonov 124, Antonov 225 ed Antonov 22. Si sottolinea che su questi velivoli non viene imbarcato personale.
Le predette Società sono in possesso dei certificati autorizzativi e licenze rilasciate dal Ministero dei trasporti - Direzione generale aviazione civile e dall'Ente nazionale aviazione civile.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
in data 22 febbraio 2003 il consigliere comunale di Tortora (Cosenza), Biagio Benvenuto, faceva pervenire esposto amministrativo al prefetto di Cosenza ove si denunziavano situazioni di incompatibilità determinatesi in seno all'istituzione comunale di Tortora violandosi la norma contenuta nell'articolo 78, comma 3 del testo unico degli enti locali n. 267 del 2000;
detto esposto veniva inoltrato anche al Ministro dell'interno, al fine di verificare i fatti denunciati ed assumere iniziative tese a sanare le eventuali situazioni di illegalità riscontrate;
nel cennato esposto veniva richiamata la vicenda del mancato adeguamento del PRG di Tortora malgrado le ripetute diffide in tal senso da parte degli organi regionali competenti;
in particolare dopo l'ennesima diffida degli organi regionali dell'anno 1999, la giunta comunale di Tortora decideva di dare ottemperanza al decreto dell'organo regionale e con delibera n. 50 del 2001 dava mandato ad un tecnico per la redazione della variante al PRG. Da questo atto è trascorso un biennio senza che si sia approdato a qualcosa di definitivo. Nel frattempo si sarebbe proceduto al rilascio di molte concessioni su un territorio colpito dal fenomeno dell'abusivismo negli ultimi decenni;
nell'esposto prima richiamato viene altresì denunciato che a questa scelta discutibile, anche considerato il richiamo degli organi regionali, si è intrecciato un aspetto grave che si riferisce all'attività professionale svolta da alcuni amministratori comunali in carica (Sindaco, Vicesindaco) nell'ambito del territorio da loro amministrato, così contravvenendo al disposto normativo previsto dal testo unico degli enti locali n. 267 del 2000, che
quali iniziative intenda assumere per verificare la consistenza dei fatti denunciati nell'esposto richiamato in premessa, per ripristinare legalità e correttezza amministrativa nel comune di Tortora e per dotare di uno strumento urbanistico adeguato una delle più significative realtà della costa tirrenica calabrese.
(4-06379)
Nel periodo intercorrente tra il conferimento dell'incarico al tecnico redattore della variante, avvenuto il 28 marzo 2001, e il rilascio del suindicato nulla osta, si è reso necessario adeguare ed integrare ulteriormente la documentazione progettuale della variante per gli effetti della pubblicazione della legge urbanistica regionale n. 19 del 16 aprile 2002, nonché dei «Piani assetti idrogeologici» della regione Basilicata e della regione Calabria poiché Tortora, in qualità di Comune di confine fra le due regioni, è soggetto ad entrambi gli strumenti sovracomunali.
Si soggiunge che il disposto del comma 3 dell'articolo 78 del decreto legislativo n. 267/2000, impone ai componenti della giunta comunale, sindaco e assessori, competenti in materia di urbanistica, edilizia e lavori pubblici, di astenersi dall'esercitare attività professionale in materia di edilizia pubblica e privata nel territorio in cui è svolto l'incarico amministrativo.
Sulla portata interpretativa del citato articolo 78, il Ministero dell'interno ha avuto occasione di ribadire che la norma ha inteso disciplinare l'attività professionale privata dei titolari di cariche pubbliche, in settori potenzialmente conflittuali con l'ente territoriale, ma non anche a farli decadere dalla carica ricoperta.
Sull'argomento è intervenuta anche una recente pronuncia della Corte di appello di Salerno, che ha ribadito che la disposizione in esame non costituisce una ulteriore causa di incompatibilità rispetto alla vigente disciplina.
Rileva tuttavia, in materia, la personale responsabilità politica e deontologica del soggetto interessato, tenuto, come tutti i pubblici amministratori, ad osservare ed a porre in essere comportamenti improntati all'imparzialità ed al principio di buona amministrazione, in virtù di quanto disposto dal comma 1 del summenzionato articolo 78 del T.U.E.L.
Il Sindaco di Tortora, nel caso di specie, svolge la professione di ingegnere, e dal momento dell'elezione è intervenuto solo marginalmente nelle pratiche edilizie oggetto di autorizzazioni presso il Comune: egli ha infatti partecipato in qualità di calcolista a circa l'8 per cento delle progettazioni approvate nell'ultimo triennio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
in adempimento di quanto prescritto dall'articolo 4 della norma di attuazione di cui al Decreto Legislativo del 16 dicembre 1993, n. 592, la quale a sua volta traduce in precetti giuridici le garanzie poste dallo Statuto Speciale del Trentino Alto Adige a tutela dei tre gruppi linguistici presenti in regione (italiano, tedesco e ladino), si è svolto contestualmente al censimento del 2001 anche quello specifico, previsto dalla norma sopra citata, che consente a tutti i residenti nel Trentino, di dichiarare la loro appartenenza linguistica al gruppo ladino
i dati di questo censimento resi pubblici la scorsa estate, hanno indicato, accanto al nucleo dei ladini dolomitici insediati in Val di Fassa e già tutelati nello Statuto e da apposite norme di attuazione, l'esistenza di una consistente minoranza ladina avente caratteristiche linguistiche e culturali in parte diverse da quelle delle Dolomiti di Sella insediata nella Valle di Non; minoranza ladina che d'altronde era già stata identificata nella seconda metà dall'ottocento dal celebre linguista Graziadio Isaia Ascoli e successivamente da una serie di linguisti, fino al momento attuale;
il censimento ha rivelato in Valle di Non una percentuale di adesione al gruppo ladino che rasenta il 20 per cento, e quindi largamente superiore a quanto richiesto dalla legge n. 482 del 1999 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche cui i ladini appartengono;
tali essendo i risultati della espressione di volontà popolare manifestata in modo diretto e segreto da parte dei cittadini della Valle di Non, si pone il problema delle misure da assumere per dare concreta tutela a detto gruppo linguistico ladino della Valle di Non ed eventualmente anche della Valle di Sole, l'altra Valle dei Noce, dove, anche se in misura nettamente minore, la presenza ladina si è rivelata significativa;
l'interrogante non ha motivo di dubitare che la regione e la provincia autonoma di Trento assumeranno nell'ambito delle loro competenze tutte le iniziative idonee a concretizzare questa tutela, costituendo questo uno dei presupposti fondamentali della speciale autonomia di questi enti; sussistono però competenze come quelle relative all'accesso ai mezzi radiotelevisivi, all'apprestamento in sede di università di Trento di tutti i presidi culturali necessari a dare un supporto scientifico alle questioni culturali, linguistiche dei ladini delle Valli di Non e di Sole, ed altro che attengono direttamente alle responsabilità dello Stato -:
quali iniziative il Governo intende assumere nell'ambito delle sue competenze, per fornire concreta tutela linguistica culturale e istituzionale al gruppo linguistico ladino delle Valli di Non e Sole;
quali siano le ulteriori iniziative che intenda assumere per rendere effettiva e concreta la tutela della minoranza linguistica nonché le iniziative che intenda assumere per la valorizzazione della medesima.
(4-06280)
Detto strumento normativo, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del dPR 2 maggio 2001 n. 345 (regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999 n. 482), è ritenuto valido ai fini della delimitazione territoriale della minoranza, come disciplinata dall'articolo 3 della citata legge 482/99.
Ciò premesso, considerata la necessità di giungere ad una modificazione della normativa attualmente in vigore, il Governo esprime la propria disponibilità a valutare eventuali proposte, da sottoporre al parere della competente Commissione paritetica di cui all'articolo 107 dello Statuto di autonomia, allo scopo di integrare la norma di attuazione con i comuni della Valle di Non e della Valle di Sole.
Nei confronti di alcuni comuni della Provincia di Trento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha finanziato diversi progetti per l'anno 2001 utilizzando i fondi ex articoli 9 e 15 della legge 482/99, in accoglimento delle proposte formulate.
Se verrà modificata la menzionata norma di attuazione, anche i nuovi comuni inclusi nell'elenco potranno formulare proposte per ottenere i finanziamenti dei rispettivi
Il Ministro per gli affari regionali: Enrico La Loggia.
con ordinanza 7 marzo 2003, n. 3267, il Presidente del Consiglio, con riferimento al precedente decreto che aveva dichiarato lo stato di emergenza in relazione all'attività di smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nei territori delle regioni Lazio, Campania, Emilia Romagna, Basilicata e Piemonte, ha nominato Commissario delegato per la messa in sicurezza dei materiali nucleari il presidente della Società di gestione degli impianti nucleari (Sogin);
l'Ordinanza n. 3267 ribadisce l'attualità delle collaborazioni a programmi internazionali di smaltimento con la possibilità di adottare azioni dirette al conseguimento dell'obiettivo dell'esportazione dei rifiuti radioattivi;
in tale ottica il Commissario delegato, il generale Carlo Jean, è stato anche autorizzato a porre in essere ogni utile iniziativa finalizzata al compimento di attività di cooperazione internazionale, nonché ad attivare accordi internazionali finalizzati al raggiungimento degli scopi posti a fondamento della citata ordinanza;
ipoteri assegnati al Commissario sono assistiti e riempiti da una larghissima facoltà di deroga alle norme vigenti in materia di ambiente, trasporti e altre nonché alle prerogative delle regioni;
in vista della messa in sicurezza del materiale radioattivo il Commissario potrà anche provvedere, nel contesto della individuazione degli interventi ritenuti necessari, alla scelta e indicazione dei siti di stoccaggio;
lo stesso Commissario delegato avrebbe di recente dichiarato che i siti ottimali dovrebbero ricadere in zone poco abitate, asismiche, anche sedi di strutture o poligoni militari, precisando che sarebbe ritenuto ormai sicuro il trasporto via mare del materiale radioattivo;
le dichiarazioni del Commissario hanno causato in Sardegna sconcerto, grave turbamento e diffusa, angosciante preoccupazione;
l'eventuale individuazione in Sardegna, ed in ipotesi nei territori di Villaputzu e Teulada nel quali sono presenti importanti insediamenti militari, dei siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi (tra l'altro prodotti in altre parti d'Italia che dalle attività a monte della produzione dei rifiuti avrebbero comunque tratto dei vantaggi sul piano economico-sociale e occupazionale) rappresenterebbe il colpo definitivo, irreversibile per il futuro, l'economia e lo sviluppo della Sardegna;
è infatti ormai notorio, che certa l'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1, inarrestabile la perdurante e sempre più grave crisi dell'industria, purtroppo in fase di agonia, sempre più disastroso l'andamento del settore agricolo, afflitto da ritornanti siccità, dalle falcidia del patrimonio ovino a causa del recente imperversare della Blue Tongue (febbre catarrale degli ovini) e dalle ripetute annate di disperante siccità, l'unica sperata risorsa per la Sardegna è ormai rappresentata dal turismo e dal programmato sviluppo di tale comparto strategico;
l'arrivo in Sardegna di rifiuti radioattivi ed il loro stoccaggio nell'Isola significherebbe inevitabilmente, come è a tutti comprensibile, il definitivo affossamento di ogni prospettiva e di ogni speranza di sviluppo turistico e frustrerebbe tutto l'impegno profuso in quella direzione, dalla Regione Sarda e dagli altri soggetti istituzionali
se non ritengano di dispiegare ogni impegno perché i rifiuti radioattivi vengano trasferiti dalla Sogin verso destinazioni internazionali ovvero perché, in ogni caso venga risparmiato alla Sardegna un evento devastante che chiuderebbe per secoli la strada dello sviluppo che l'isola e i suoi abitanti stanno tentando faticosamente di percorrere.
(4-06479)
In questa ottica, è più che legittimo che il mondo politico e la società civile della Sardegna si mobilitino per sottolineare le ragioni turistiche, ambientali, o legate alla presenza di servitù militari che a loro avviso rendono la Sardegna poco adatta per stoccare tale materiale. Ma sono viceversa assolutamente inaccettabili posizioni di vero e proprio terrorismo psicologico, quelle che definiscono un pericolo grave ed inaccettabile per la salute dei cittadini una messa in sicurezza delle scorie con il loro stoccaggio.
In realtà corrisponde a verità esattamente il contrario in quanto l'impatto radiologico derivante dall'installazione di un deposito di rifiuti radioattivi è praticamente nullo. È la mancata realizzazione di strutture nazionali di deposito e il persistere di una situazione di diffusione sull'intero territorio nazionale (Sardegna inclusa) di materiale che non sempre è in condizioni ottimali di confezionamento e di custodia, ad esporre il Paese a rischi non dovuti.
Tra l'altro se il Governo dovesse fare proprie le motivazioni dell'ordine del giorno n. 110/9 approvato dal Consiglio regionale della Sardegna, è evidente che nessun'altra regione italiana accetterebbe mai di stoccare alcunché nei propri territori.
Questo problema deve, pertanto, trovare una soluzione ottimale nel più breve tempo possibile.
Il Governo chiede a tutti di collaborare al perseguimento di quest'obiettivo in modo propositivo, evitando posizioni che rischino di complicare ancora di più una situazione già di per sé estremamente delicata.
In ogni caso, si deve ribadire, per chiarezza, quanto prima affermato, e cioè che, ad oggi, non è stata possibile alcuna decisione in merito alla localizzazione del deposito centralizzato.
Il processo, che dovrà portare alla scelta del sito finale idoneo, è stato però avviato e sta procedendo, d'intesa con la Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano seguendo due fasi ben distinte anche se logicamente conseguenti:
una prima fase che non ha come obiettivo la scelta del sito ma solo quello di sapere se sul territorio nazionale vi siano siti tecnicamente idonei ad ospitare un eventuale deposito;
una seconda fase, basata su parametri e valutazioni di carattere sociale ed economico, che, partendo dai risultati della prima fase, cioè dall'elenco dei siti tecnicamente idonei, in un confronto serrato e franco con le Autorità locali nelle sedi istituzionali appropriate, porti all'individuazione di uno o più siti dove è possibile effettivamente realizzare il deposito centralizzato. Questa seconda e fondamentale fase deve ancora essere avviata.
In merito alla possibilità che la Sardegna possa essere indicata quale sito per un
Resta comunque ferma l'assoluta necessità di disporre di depositi nazionali per i rifiuti radioattivi.
Quindi, per concludere, le proteste partono da un presupposto completamente destituito di fondamento e cioè che il Governo avrebbe scelto la Sardegna come luogo di stoccaggio, mentre il Governo conferma la scelta di una procedura fondata su elementi scientifici, condivisa e partecipata, in un confronto con tutte le regioni italiane ai Presidenti delle quali, come è noto, è stato consegnato da pochi giorni lo studio della Sogin sulla base del quale verranno assunte le decisioni conseguenti.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giovanni Dell'Elce.
il riassetto organizzativo degli uffici finanziari attuato a livello territoriale, pone tuttora taluni problemi in relazione alla sua complessiva attuazione, ancora in corso, ed all'eventuale revisione ed aggiornamento del medesimo riassetto;
risaltano numerose situazioni di incertezza in ordine a tale riassetto, che necessitano opportuni interventi chiarificatori e, forse, anche una esigenza di revisione almeno parziale;
in tale contesto va evidenziata la situazione del centro servizi di Salerno destinato (come l'omologo ufficio di Bari) alla soppressione e trasformazione con riutilizzazione, stanti intervenuti accordi sindacali, degli impiegati in sede per servizi tuttora non meglio specificati di consulenza agli utenti (cosiddetto centro call-center ovvero centro per la verifica di pratiche e cartelle di pagamento);
la cittadina di Sapri, già sede di uffici finanziari, soppressi con effetto dal 1 gennaio 1973 a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 644 ed accorpati all'odierna agenzia entrate di Vallo della Lucania (Salerno), è il centro dell'ampio comprensorio del golfo di Policastro con relativo entroterra e zone limitrofe e va, pertanto, valutata l'opportunità - in sede di aggiornamento della pianta organica degli uffici finanziari periferici - di restituire nella medesima cittadina, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del recente regolamento di amministrazione dell'agenzia delle entrate nel frattempo intervenuto, un adeguato presidio dell'amministrazione finanziaria e, quindi, l'ufficio/sportello utenti e/o la sezione distaccata della locale agenzia entrate;
parimenti va opportunamente chiarita, stante l'insistenza di talune voci negli ambienti degli uffici finanziari, la sussistenza o meno dell'ipotesi di soppressione, nell'ambito del riesame dell'anzidetto riassetto degli uffici finanziari, della agenzia entrate di Agropoli con improprio accorpamento di quell'ufficio con altra sede al di fuori dell'area geografica di appartenenza (Cilento), nel mentre appare viceversa quanto mai necessario ed opportuno il mantenimento in Agropoli dell'anzidetta agenzia o, in subordine, di altro idoneo presidio locale dell'amministrazione finanziaria -:
quali siano le determinazioni del Ministro in ordine agli esposti problemi.
(4-02383)
Relativamente alla soppressione del centro di servizi di Salerno è opportuno premettere che i Centri di servizio (istituiti dalla legge n. 146 del 24 aprile 1980) sono stati ideati e realizzati per gestire la gran mole di dichiarazioni e di documenti cartacei che all'epoca pervenivano all'Amministrazione
Da qualche anno, pero, la situazione è completamente cambiata in quanto le dichiarazioni ed i versamenti sono inviati per via telematica, la liquidazione delle dichiarazioni viene effettuata in via automatizzata a livello centrale ed, inoltre, le domande di rimborso si sono ridotte notevolmente grazie alla progressiva estensione dell'utilizzo della compensazione dei crediti e dei debiti. Di conseguenza, essendo venuta meno la funzione dei Centri di servizio, si è resa inevitabile la loro soppressione che è stata disposta con atto del Direttore dell'Agenzia delle Entrate del 7 dicembre 2001, in base al quale il Centro di Salerno è stato chiuso a decorrere dal 30 aprile 2002.
Contestualmente, con lo stesso provvedimento è stata prevista l'istituzione di sei centri di assistenza telefonica, o call center per potenziare il servizio di assistenza ai contribuenti e facilitare gli adempimenti fiscali, coerentemente con il compito istituzionale dell'Agenzia di favorire al massimo l'adempimento spontaneo (tax compliance).
Detti centri provvedono, inoltre, all'annullamento degli atti illegittimi e di recente hanno avviato una procedura che consente di fornire risposta anche a quesiti di natura specialistica, attraverso l'utilizzo di strumenti telematici (attività di contact center).
Uno dei sei call center è stato attivato, il 2 maggio 2002, a Salerno ed è stato ubicato in una parte dell'immobile che ospitava il soppresso Centro di servizio.
Tutto ciò premesso, è importante sottolineare che la decisione di sopprimere il Centro di servizio di Salerno è, dal punto di vista organizzativo, indipendente dall'istituzione dei call center. Infatti i Centri di servizio sono stati soppressi poiché, come detto, è venuto meno lo scopo per il quale erano stati creati, mentre i call center sono stati istituiti perché è aumentata l'esigenza di erogare assistenza e informazioni ai contribuenti.
La creazione del call center di Salerno ha consentito, peraltro, di ricollocare i lavoratori già impiegati nel Centro di servizio, per i quali gli accordi presi con le organizzazioni sindacali prevedevano il diritto di rimanere nella stessa città.
Per quanto attiene, invece, Sapri si evidenzia che quanto auspicato dalla S.V. Onorevole è stato accolto, infatti, il 31 luglio 2003 l'Agenzia delle entrate, a seguito di accordi con l'Amministrazione comunale, ha attivato, presso la sede del Municipio di detta località, uno sportello che fornisce ai contribuenti assistenza e informazioni sui principali adempimenti fiscali.
Per quanto riguarda, poi, la situazione dell'Ufficio di Agropoli non risulta che l'Agenzia abbia intrapreso alcuna iniziativa volta alla sua soppressione, pertanto si ritiene che i timori espressi con l'interrogazione cui si risponde non abbiamo motivo di esistere.
Per completezza si precisa, infine, che in provincia di Salerno, in località Mercato San Severino, verrà attivato entro l'anno un nuovo ufficio destinato a sostituire l'attuale sezione staccata dell'ufficio di Salerno.
I profondi cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato il rapporto tributario renderanno probabilmente necessario riconsiderare alcune scelte organizzative fatte in passato. Tuttavia - premesso che formulare delle ipotesi in proposito appare prematuro - è possibile rassicurare la S.V. Onorevole che in nessun caso verrà compromesso il livello dei servizi resi all'utenza, servizi che anzi potranno essere estesi in modo ancora più capillare sul territorio attraverso l'individuazione di soluzioni più flessibili rispetto agli attuali uffici e sezioni staccate, com'è appunto già avvenuto a Sapri.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
il decreto legislativo 28 febbraio 2001, n. 53, agli articoli 2 e 12 disciplina l'accesso
il legislatore, con la norma in questione, ha inteso riconoscere la professionalità acquisita negli anni dal personale rivestente la qualifica apicale del ruolo agenti ed assistenti, con la previsione di un concorso per soli titoli, rispetto al concorso con prova scritta riservato al personale del medesimo ruolo con qualifiche inferiori;
tale personale ha una rilevante anzianità di servizio e quindi di età;
il successivo regolamento recante le modalità di accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei sovrintendenti della polizia di Stato con decreto ministeriale n. 199 del 1 agosto 2002, non ha introdotto alcuna previsione limitativa per i candidati -:
per quali motivi il bando del primo concorso indetto con decreto del Capo della polizia direttore generale della pubblica sicurezza, datato 30 gennaio 2003, ha introdotto, all'articolo 7, un piano di ripartizione provinciale di posti disponibili, cui verranno assegnati i vincitori del concorso secondo l'ordine di graduatoria, senza che tale limitazione sia stata prevista dalle norme precedentemente richiamate e comportante per alcune province la mancanza di posti, con ciò determinando una serie di effetti e conseguenze che appaiono non essere stati sufficientemente considerati, tra i quali è opportuno ricordare: a) il danno gravissimo che subiranno i vincitori del concorso che non potranno rientrare nelle sedi di provenienza, attesa l'età degli stessi nonché il loro consolidamento familiare nell'attuale sede di servizio; b) la mancanza di presupposti legittimi a tale decisione; c) lo stravolgimento della volontà del legislatore di premiare la categoria interessata, che verrebbe al contrario a subire penalizzazione e mortificazione.
(4-05724)
Tale disposizione stabilisce, infatti, che nel bando di concorso siano indicati il numero dei posti messi a concorso e le sedi disponibili a livello provinciale.
Sulla base di tale disposizione, è stato, pertanto, adottato il relativo bando di concorso che ha individuato le concrete modalità di ripartizione dei posti disponibili, rendendole pienamente conoscibili ai candidati.
L'adozione di tale procedura consente di programmare, sin dall'inizio della procedura concorsuale, un'effettiva ottimizzazione delle risorse umane, con positivi effetti in termini di efficienza e di trasparenza.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
(4-07360)
In particolare, per quanto attiene alla dotazione di personale, il decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 490, all'articolo 65, comma 10, rinnova le disposizioni dell'articolo 4 del R.D. 15 settembre 1897, n. 421, e successive modificazioni ed integrazioni, stabilendo che le direzioni in questione sono alimentate con personale del Genio militare. Al riguardo e per completezza di informazione, si precisa che attualmente il personale dell'Esercito, impiegato in questo contesto ammonta, a 52 Ufficiali di vario grado (2 Colonnelli, 22 Tenenti Colonnelli, 3 Maggiori, 3 Capitani, 1 Tenente, 21 Sottotenenti).
Pur in tale quadro, la Marina Militare nell'intento di sviluppare le attività affidate a questi organismi, ha da tempo intrapreso l'iniziativa di inviare proprio personale, Ufficiale e Sottufficiale, presso gli enti in parola per integrare con proprio organico il personale dell'Esercito, al fine di potenziare un settore di interesse strategico per la Forza armata.
A tal fine dapprima sono stati riqualificati «Assistente tecnico del Genio» alcuni sottufficiali che, completato il periodo di imbarco sulle Unità navali, ne avevano presentato istanza in quanto in possesso di maturità tecnica per Geometri. In seguito sono stati inseriti anche ufficiali di complemento e dei corpi specialistici e quindi, a partire dal 2001, anche del Ruolo Normale dei corpi del Genio Navale ed Armi Navali, reclutati a nomina diretta tra i giovani in possesso di laurea in ingegneria civile, edile ed equipollenti.
Il risultato di questo sforzo è al momento così quantificabile in termini di assegnazioni alle Direzioni del Genio:
10 ufficiali dei ruoli normali (6 del genio navale e 4 delle armi navali) cui se ne aggiungeranno altri 4 al termine delle fasi selettive del concorso 2003 e ulteriori 3 per ogni anno nel prossimo triennio;
15 ufficiali tra corpi specialistici e complemento;
74 sottufficiali con qualifiche di assistente tecnico del genio.
Ciò non toglie, tuttavia, che nel medio termine, quando le presenze nel ruolo marescialli saranno prossime agli organici di legge, si possa procedere a favore di una più spiccata alimentazione del settore infrastrutturale.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il 23 febbraio 2002 la senatrice Ingrid Betancourt, esempio di donna forte e incorruttibile, candidata alle elezioni presidenziali colombiane del maggio dello stesso anno, è stata rapita insieme a Clara Rojas direttrice della sua campagna elettorale;
Ingrid Betancourt è stata rapita, nel cuore della zona sud del Paese, dalle forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC), che da 38 anni sono protagoniste della guerra civile in Colombia contro l'opposta fazione dell'ELN;
il rapimento della senatrice evidenzia in tutta la sua gravità il problema della sicurezza dei militanti politici in Colombia, oggetto di rapimenti ed attentati, e quello della violazione del diritto internazionale umanitario che deve vigere tra le parti in conflitto;
è già passato un anno dalla scomparsa di Ingrid Betancourt e varie Organizzazioni internazionali come Amnesty International hanno fatto appello al FARC perché assicuri l'integrità fisica della senatrice e degli altri quaranta membri delle forze di sicurezza che si trovano attualmente nelle loro mani;
non si può restare in silenzio di fronte al tragico conflitto che dilania la Colombia e alle conseguenti gravi violazioni dei diritti umani -:
quali iniziative di carattere diplomatico intenda prendere il Governo per favorire il rilascio della senatrice e il rispetto dei diritti umani in Colombia.
(4-05607)
L'Ambasciata italiana, nel corso di vari incontri avuti con la madre della stessa Betancourt, ha assicurato ogni possibile interessamento alla vicenda. Ciò anche alla luce del ruolo di primo piano svolto dall'Italia sulla scena del conflitto interno del Paese, nell'ambito del Gruppo dei 10 Paesi facilitatori, partecipando direttamente al dialogo e al negoziato con le FARC.
Dopo la sospensione del processo di pace lo scorso mese di febbraio (sospensione causata dall'atteggiamento ostile delle FARC) si è giunti a una sostanziale interruzione dei canali di comunicazione con la guerriglia.
Va peraltro fatto notare, come la decisione dell'Unione europea di includere le FARC nella lista dei gruppi terroristici internazionali, abbia necessariamente limitato la capacità di mediazione sia a livello comunitario che bilaterale da parte dei Paesi europei. La stessa Francia (la Senatrice Betancourt ha doppio passaporto, colombiano e francese) sta incontrando notevoli impedimenti nell'intento di stabilire un contatto con il movimento guerrigliero.
In definitiva è verosimile ritenere che un'evoluzione in senso positivo della vicenda, possa registrarsi qualora le FARC tornando al tavolo negoziale accettino di compiere una serie di atti di carattere umanitario fra i quali la liberazione degli ostaggi.
Con più ampio riguardo alla problematica del rispetto dei diritti umani in Colombia, occorre evidenziare che la questione è da parecchio tempo sotto particolare osservazione da parte dell'Italia e degli altri partners europei ed ha di recente formato oggetto di un rapporto congiunto dei Capi Missione Ue accreditati in loco, coordinato dall'Ambasciata italiana che assicura la presidenza Ue in assenza della Grecia.
Il documento evidenzia le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. Nel rapporto dei Capi missione, il FARC viene ritenuto il principale responsabile di attacchi terroristici ai danni della popolazione civile, anche con uso di tecniche ed armi sofisticate che hanno prodotto numerose vittime ed enormi danni infrastrutturali. Alla luce di tali elementi, l'Italia e gli altri Paesi Ue hanno deciso di presentare anche quest'anno alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni unite un testo di risoluzione direttamente negoziato con le autorità colombiane, sotto forma di dichiarazione della Presidenza, come già fatto in passato.
Il testo conterrà una ferma e precisa condanna delle minacce, degli attacchi, dei rapimenti, delle sparizioni forzate, del ricorso a pratiche di tortura ed intimidazioni in danno di attivisti dei diritti umani e personalità politiche, commesse da tutti i gruppi armati e solleciterà il Governo di
Fra le finalità principali dell'iniziativa vi è quella di intensificare la collaborazione fra le Autorità colombiane ed il locale Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani, al fine di rafforzare la collaborazione fra il governo colombiano e i vari organismi onusiani preposti alla tutela dei diritti umani.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
la Metro C di Roma rappresenta un importante elemento per lo sviluppo del sistema dei trasporti della capitale, nonché un importante intervento infrastrutturale che porterà, tra l'altro, al miglioramento della viabilità in direzione dei quartieri di Centocelle-Quarticciolo ed Alessandrino, agevolando complessivamente la mobilità di quelle aree periferiche della città di Roma che risultano, ancora oggi, mal collegate con il centro storico ovvero con l'area che maggiormente ospita le funzioni amministrative, politiche e commerciali della città;
la metro C determinerà anche per le aree periferiche un ruolo di centralità nel tessuto urbano capitolino, rendendole a tutti gli effetti quartieri integrati con la città;
la definizione del tracciato del sistema metropolitano della città di Roma ha da sempre incontrato molte problematiche, dovute alla diffusa presenza nel sottosuolo di beni di valore archeologico, che hanno enormemente rallentato l'avvio dei lavori;
la progettazione della Metro C ha invece invertito tale tendenza: l'archeologia è stata, infatti, vista come una opportunità piuttosto che un ostacolo ed i beni archeologici, come una possibilità di valorizzazione della città piuttosto che come un elemento di freno alla modernizzazione della capitale;
il sovrintendente ai beni ambientali ed architettonici di Roma ha imposto il vincolo monumentale alle fermate del tratto centrale della metropolitana, denominato T3;
tale imposizione, dettata dal volere ridurre a zero l'impatto della nuova infrastruttura sull'ambiente monumentale, ha creato però delle problematiche alla Agenzia per la mobilità del comune di Roma, la STA spa, la quale ha dichiarato problematica la revisione dei progetti. Stante che tali vincoli determinano la non approvazione in toto del progetto da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici e pertanto determinano il blocco di fatto dei lavori della nuova tratta della metropolitana (Metro C) di Roma -:
quali siano gli intendimenti del Governo al fine di non rallentare la costruzione di un'opera di così grande importanza per lo sviluppo del sistema dei trasporti della Capitale e delle sue aree periferiche.
(4-01683)
la terza linea metropolitana di Roma, la linea C, rappresenta un importante tassello per l'ambizioso obiettivo di realizzare nel centro storico della capitale il cosiddetto sistema dei trasporti a emissione zero, per il quale tutti i mezzi di trasporto, non soltanto la metropolitana ma anche i tram, i filobus e i bus elettrici, dovranno essere non inquinanti al fine di preservare e valorizzare ulteriormente le bellezze archeologiche della città;
la Metro C rappresenta inoltre un'infrastruttura che, collegando le zone periferiche della capitale con il centro storico, ossia con l'area che maggiormente ospita le funzioni amministrative, politiche e
i tanti veti che si stanno frapponendo alla realizzazione dell'opera, principalmente dovuti alla presenza nel sottosuolo romano di tanti beni archeologici e alla mancanza di finanziamenti statali, oltre che rimandare l'avvio dei lavori hanno effetti negativi sulla possibilità di ricorrere ai contributi privati visto che non si ha la certezza di poter portare a compimento l'opera progettata -:
se non si intendano adottare iniziative normative volte a facilitare la realizzazione di un progetto che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema dei trasporti in grado di far convivere il patrimonio storico con la modernità in un reciproco rapporto di arricchimento e di integrare le aree periferiche con il cosiddetto organismo città.
(4-04517)
Come è noto, il tracciato della terza linea metropolitana di Roma - Linea C - prevede di sottopassare aree archeologiche connesse con i più importanti monumenti della città antica, fino ad arrivare al suo suburbium, zona ricchissima di insediamenti di ogni tipo. Il tessuto edilizio e i monumenti antichi, infatti, anche laddove non più visibili in elevato, sono sicuramente conservati nel sottosuolo in ampi settori dell'area interessata.
Per quanto esposto appare evidente quanto sia difficile il compito di realizzare una metropolitana in una città come Roma. Pertanto, al fine di superare i numerosi ostacoli, si è instaurato, fin dall'inizio, un rapporto di stretta collaborazione tra il Ministero per i beni e le attività culturali ed il Comune di Roma, incaricato dell'opera.
Questo Ministero ha espresso un parere di massima favorevole alla realizzazione di un'opera di indubbia utilità per la città, pur ribadendo la necessità, altrettanto importante, di salvaguardare lo stato dei monumenti in elevato nelle aree interessate dal percorso della metropolitana e di verificare, con adeguati saggi di scavo, la situazione del sottosuolo, accertando l'eventuale esistenza e consistenza di strutture antiche.
Al momento, sono stati espletati solo alcuni scavi di accertamento preliminari relativamente alle tratte T4-T5, mentre non vi è stata ancora la verifica della situazione archeologica nelle aree da scavare a cielo aperto - stazioni, vani tecnici, pozzi di aerazione, ecc. - nelle tratte T1-T2 e C1 (percorso Vaticano-Piazza Venezia, passando per Corso Vittorio e Largo Argentina).
Anche per quanto riguarda la tratta T3 (Colosseo-San Giovanni), si informa che sono stati finora realizzati alcuni saggi di scavo dai quali sono emersi, tra l'altro, ritrovamenti di strutture antiche.
La necessità dell'esecuzione di approfondite indagini archeologiche preliminari alla redazione di un progetto definitivo nasce dal fatto che la realizzazione della Linea C, essendo una delle grandi opere programmate dal Governo, è sottoposta ai dispositivi della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta Legge Obiettivo) e del successivo decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190. Di conseguenza, il progetto definitivo della stessa, una volta approvato in Conferenza dei Servizi, non può essere più modificato.
Pertanto, la soluzione preventiva di tutte le complesse problematiche sopra evidenziate ha condotto tutte le amministrazioni interessate a collaborare pienamente tra loro, istituendo anche una Commissione mista, formata da rappresentanti del Comune di Roma, di questo Ministero e delle società incaricate di realizzare la linea C della metropolitana per affrontare, tra l'altro, gli aspetti attinenti alla conoscenza, allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico.
Per quello che riguarda la tutela del patrimonio monumentale dell'area in questione attraversata dalla linea C, è da rilevare che, con provvedimento del Soprintendente Regionale del Lazio, è stato imposto un vincolo per il suo interesse storico-artistico
Per quanto di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si riferisce che, ai sensi della legge n. 211 del 26 febbraio 1992, è stato assegnato un contributo statale sia per le tratte T4 e T5 che, per quanto concerne il primo lotto funzionale, per la tratta T3.
Lo stesso Ministero ha, inoltre, approvato in linea tecnica ed economica i progetti definitivi delle tratte T4 e T5.
In data 13 dicembre 2002, nell'ambito delle procedure vigenti della legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cd. Legge Obiettivo), il medesimo ha stipulato con la Regione Lazio ed il Comune di Roma un Atto aggiuntivo all'Accordo Procedimentale del 29 maggio 2002, con il quale sono stati stabiliti gli indirizzi fondamentali da seguire al fine di consentire l'avvio dei lavori relativi agli interventi finanziati e da finanziare, ferma restando la preventiva approvazione degli atti da parte dei competenti organi deliberativi.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
da quanto sarebbe stato segnalato dal Consiglio per gli italiani all'estero, il Canada rimane l'unico paese dove i programmi di Rai international non vengono trasmessi direttamente e per 24 ore al giorno;
l'informazione verso le collettività italiane oltre a costituire una priorità, con l'approvazione della legge n. 459 del 2002 sul voto all'estero, costituisce ormai un dovere per lo Stato, imposto dall'esigenza di assicurare l'accessibilità al servizio pubblico televisivo a tutti gli italiani senza alcuna esclusione -:
quali atti abbia intrapreso o intenda intraprendere per garantire che anche in Canada, dove la comunità italiana risulta essere di ampiezza e rilevanza elevata, i programmi di Rai international vengano trasmessi direttamente e per 24 ore al giorno.
(4-05390)
La relativa competenza spetta, infatti, ad un ente federale indipendente, la Canadian Radiotelevision and Telecommunication Commission (CRTC) che ha, quale fine istituzionale, la tutela dello spazio culturale del Canada.
A ciò si aggiunge una sostanziale posizione di monopolio dell'emittente canadese Telelatino che, avendo da molti anni l'esclusiva della trasmissione dei programmi RAI, ha tratto vantaggio da questa situazione per i propri fini commerciali.
La RAI, interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante on.le nell'atto parlamentare in esame, ha comunicato di avere, fin dal 1997, cercato di superare questa limitazione che, tuttavia, non solo non è migliorata, ma si è aggravata a seguito della decisione della Corte suprema canadese che ha considerato illegale il ricorso ad abbonamenti televisivi con società straniere per captare programmi via satellite anche di Paesi terzi - e fra questi Rai International, diffuso 24 ore su 24 via satellite negli Stati Uniti - rendendo passibile di multa o persino di condanna fino ad un anno e mezzo di reclusione, chi utilizza tale mezzo.
La situazione attuale, ha proseguito la concessionaria RAI, è caratterizzata da una informazione insufficiente e frammentaria dei nostri connazionali che vengono privati della maggior parte dei programmi di informazione e della totalità dei programmi di servizio di Rai International ed inoltre, esposti al rischio di ricevere un'informazione
Tale stato di cose è stato più volte segnalato dagli italiani residenti in Canada tramite le loro rappresentanze - Consiglio generale degli Italiani all'estero (CGIE) e comitati degli Italiani all'estero (COMITES) - che hanno richiesto, attraverso documenti ufficiali e con una petizione che ha raccolto molte migliaia di adesioni, la chiusura dei rapporti con l'emittente Telelatino e l'avvio di una richiesta alla CRTC per la concessione di una licenza internazionale.
Tutto ciò premesso la società RAI ritenendo valida la posizione espressa dalla comunità italiana in Canada, ha comunicato di aver dato disdetta dell'accordo con Telelatino a partire dal 31 agosto 2003 e di aver comunicatoo all'operatore Corus (proprietario dell'emittente Telelatino) la decisione di non proseguire il negoziato per formare una società di diritto canadese per la distribuzione di Rai International in Canada; in tale società, infatti, la RAI avrebbe avuto una posizione minoritaria che avrebbe rafforzato la posizione di privilegio di Telelatino e che non avrebbe comunque trasmesso la totalità dei programmi di Rai International come avviene con il resto del mondo.
La RAI ha, inoltre, precisato di aver concordato con la Roger Cable - uno dei più grandi operatori del settore delle telecomunicazioni in Canada - la presentazione, in qualità di sponsor, della domanda per consentire la distribuzione del canale televisivo Rai International 24 ore.
L'accettazione di tale domanda sarebbe quanto mai auspicabile in quanto permetterebbe anche ai nostri connazionali in Canada, di usufruire di un servizio di cui godono da tempo tutti gli altri italiani nel mondo.
A completamento di informazione si significa che la nostra Ambasciata in Ottawa ha intensificato i propri interventi presso le autorità canadesi allo scopo di rappresentare la necessità dell'ottenimento della suddetta licenza, mentre nelle attività di sensibilizzazione sono coinvolte oltre alla Rappresentanza italiana, anche il CGIE, i Comites e numerose personalità politiche italiane che, in occasione di incontri con i propri omologhi canadesi, non hanno mancato di soffermarsi sulla necessità di avviare a soluzione il problema in questione.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
l'entrata in vigore della legge n. 53 del 28 marzo 2003, delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale;
come previsto dalla suddetta legge, nel primo ciclo di istruzione riguardante la scuola primaria verrà reinstituita la figura professionale di «insegnante tutor o insegnante autoreferente» -:
a quali misure si ritenga opportuno ricorrere per far fronte ai disagi lavorativi del personale insegnante non scelto per la figura di «Insegnante Tutor o Insegnante Autoreferente», che a seguito dell'entrata in vigore della sopra citata legge vedrà interrompere un progetto, avviato da anni, di cooperazione e collegialità;
come si intenda operare, per ovviare alle eventuali carenze di punti di riferimento da parte del bambino/bambina, nel poter scegliere autonomamente la figura di interlocutore più adatto alle proprie esigenze, potenzialità e peculiarità, all'interno del corpo insegnante.
(4-06816)
Al riguardo si premette che il dibattito e le preoccupazioni che si sono sviluppati intorno alla figura del tutor sono generati dalla novità di tale funzione e dall'esigenza di approfondire ulteriormente alcuni profili dell'attività dello stesso.
Le indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola primaria e le raccomandazioni per l'attuazione delle suddette indicazioni nazionali, assegnano al docente tutor compiti specifici, di coordinamento all'interno dell'equipe pedagogica e di raccordo con le famiglie degli alunni.
Non è comunque condivisibile l'affermazione secondo cui il tutor comprometterebbe la cooperazione e la collegialità tra i docenti in relazione al suo presunto ruolo preminente rispetto agli altri docenti: prova ne sono il recente contratto collettivo del comparto scuola, che riconosce a tutti i docenti pari dignità e responsabilità nell'esercizio della loro attività e lo stesso testo della legge n. 53/2003 nel quale non è dato rinvenire, con riferimento alla funzione docente, disuguaglianze e posizioni subalterne.
Con riguardo all'ultimo capoverso occorre precisare che i piani di studio personalizzati, realizzati dalle istituzioni scolastiche per le esigenze, potenzialità e peculiarità dei bambini e delle bambine, sono anche il frutto di intese raggiunte con le famiglie.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
martedì 12 novembre 2002 in Ecuador è stato arrestato dalle forze dell'ordine ecuadoriane Giuseppe De Marzo, ecologista italiano della Federazione dei Verdi;
De Marzo, assieme ad altri attivisti ecologisti ecuadoriani, protestava contro la realizzazione del mega oleodotto OCP, che sventra la foresta amazzonica;
l'azione dimostrativa, del tutto pacifica si svolgeva, tra l'altro, nei terreni di proprietà di una associazione ecologista la «Accion ecologica»;
giovedì 14 novembre 2002, Giuseppe De Marzo, nonostante la richiesta di rilascio delle autorità italiane, veniva espulso e percosso dalle forze dell'ordine locali;
già il 25 marzo 2002 le forze speciali del gruppo di intervento della polizia nazionale ecuadoriana avevano, dopo una violenta irruzione, arrestato diciassette persone - tra cui due italiani - che manifestavano in modo del tutto non violento sempre contro la costruzione dell'oleodotto, e negando agli stranieri presenti la possibilità di avvisare le rispettive ambasciate;
l'attivista verde è tra i promotori della campagna contro l'OCP, un progetto da un miliardo e settecento milioni di dollari che riunisce alcune tra le più grandi multinazionali del petrolio;
a questo progetto partecipa anche l'Eni-Agip con il 7,5 per cento delle azioni, e la Bnl e altre banche private che finanziano l'operazione con 50 milioni di dollari -:
se non si ritenga di dover intervenire duramente nei confronti del governo ecuadoriano per il trattamento grave, violento e gratuito riservato all'esponente verde italiano, la cui unica responsabilità è stata quella di manifestare in modo del tutto pacifico contro la costruzione del suddetto oleodotto e la devastazione ambientale che ne consegue;
se nel trattamento subito dal giovane attivista non si ravvisi una palese violazione dei più elementari diritti civili e umani;
se non si ritenga necessario attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, per rivedere la partecipazione delle aziende italiane pubbliche coinvolte nel progetto, viste le devastanti conseguenze di questa costruzione sui popoli indigeni e su un
(4-04488)
Il giorno successivo all'arresto l'intendente di Quito, dopo aver contestato al nostro connazionale i reati di «invasione della proprietà» dell'OCP, compagnia costruttrice dell'oleodotto contestato, «ostacolo ai lavori del cantiere» e «uso improprio di visto turistico», ha emesso la sentenza di espulsione e deportazione del connazionale, ordinando alla Polizia di darvi immediata esecuzione, il nostro connazionale è stato imbarcato sul volo diretto a Roma via Guayaquil-New York alle ore 23.30 dello stesso giorno.
Durante le fasi descritte, la nostra Rappresentanza ha fornito al connazionale la massima assistenza possibile, intervenendo più volte presso le autorità locali, sia per contestare il diniego a lui opposto di contattare immediatamente l'Ambasciata una volta arrestato, sia per le condizioni deplorevoli e pericolose in cui è avvenuto il suo trasporto da Mindo a Quito. A tali proteste, il locale Ministero degli affari esteri ha già dato riscontro, dichiarandosi dispiaciuto per l'accaduto e informando l'Ambasciata italiana di aver chiesto al Ministero dell'interno di effettuare un'indagine destinata a chiarire i fatti e a riscontare eventuali violazioni di norme.
Relativamente alle preoccupazioni concernenti la supposta devastazione ambientale, conseguente alla costruzione dell'Oleodotto OCP, si fa notare come la realizzazione dell'opera sia stata preceduta da studi di fattibilità, realizzati da commissioni ad hoc, su incarico dei Ministeri ecuadoriani dell'Ambiente e dell'Energia. Ciò al fine di verificare, tra l'altro, l'impatto ambientale dell'oleodotto e le conseguenze della costruzione dell'opera sulle popolazioni residenti nella zona, in favore delle quali è stata prevista l'erogazione di indennizzi a compensazione dell'eventuale esproprio di terreni e di abitazioni.
Per quanto concerne invece la partecipazione di imprese italiane alla costruzione dell'OCP, essa scaturisce dalla regolare aggiudicazione di una gara d'appalto, in conformità a quanto previsto in materia, dalla legislazione nazionale ecuadoriana.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
una inchiesta condotta dalla magistratura di Siracusa, riguardante le elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2002 a Noto, ha portato all'arresto di un esponente di una lista civica, Corrado Cultrera, con l'accusa di truffa elettorale ai fini di alterare l'esito della competizione;
il candidato della Casa delle Libertà è stato eletto sindaco già al primo turno;
dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza emergerebbe un meccanismo di alterazione della competizione elettorale per favorire i candidati della lista del movimento di Cultrera e il candidato a sindaco della caolizione, che, attraverso la sostituzione di persone e documenti, avrebbe permesso di partecipare al voto nel comune della provincia di Siracusa diversi elettori che sono risultati impegnati in altre Regioni italiane;
considerato che è necessario condurre una indagine ampia e approfondita al fine di determinare l'effettiva consistenza del fenomeno, che potrebbe avere in base ai primi riscontri emersi proporzioni ben più vaste, in modo da accertare tutte le responsabilità della truffa elettorale messa in atto, l'eventuale coinvolgimento di altri esponenti politici ed ancora la possibile esistenza di connivenze e protezioni da parte di organizzazioni criminali -:
se il Ministro dell'interno non ritenga necessario, qualora i risultati dell'indagine della magistratura venissero confermati,
(4-04759)
In quella data, infatti, i cittadini del Comune di Noto sono stati chiamati alle urne per eleggere il Sindaco e i componenti del Consiglio comunale.
Le elezioni si sono svolte in un unico turno in quanto il candidato della «Casa delle Libertà» è stato eletto avendo superato la maggioranza dei voti richiesta dalla legge.
Nel merito risulta - sulla base delle notizie fornite dalla competente Prefettura-UTG - che, effettivamente, le Forze di Polizia intervenute su richiesta del presidente di un seggio, accertavano che un elettore presentatosi per esercitare il diritto di voto esibiva il documento di identità di un'altra persona, non presente in quel momento in quel comune.
Infatti il sistema escogitato era quello di utilizzare la scheda elettorale ed il documento di identità di un elettore assente a Noto nel momento della competizione o che non aveva interesse ad esercitare il diritto di voto facendo votare, in sua sostituzione, altra persona legata a coloro che hanno ideato questa complessa manovra.
Nell'ambito delle indagini condotte dalla Magistratura a seguito di tale episodio, venivano emessi dei provvedimenti restrittivi della libertà personale - con riferimento all'ipotesi di reato di cui all'articolo 90 del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570 - nei confronti del dottor Corrado Cultrera, consigliere provinciale in carica a Siracusa eletto nella «Lista Dini - Rinnovamento Italiano» il quale nelle elezioni comunali di Noto risultava incluso, con l'ulteriore designazione di vicesindaco, nell'elenco degli assessori designati dal candidato sindaco della «Casa delle Libertà», ai sensi dell'articolo 7, comma 5, della Legge regionale 26 agosto 1992, n. 7.
Inoltre, un avviso di garanzia per concorso nel predetto reato raggiungeva la moglie del dottor Cultrera, a sua volta candidata alle elezioni del consiglio comunale di Noto in una lista civica appartenente alla medesima coalizione di liste.
In relazione al citato provvedimento giudiziario, la predetta rassegnava le dimissioni dalla carica di consigliere comunale a cui era risultata intanto eletta.
A seguito dell'esecuzione delle misure di custodia cautelare nei confronti del dottor Cultrera, il prefetto di Siracusa, avvalendosi dei poteri di cui all'articolo 59, comma 1 lettera c) del decreto legislativo del 18 agosto 2000, n. 267, ha adottato provvedimento declaratorio di sospensione dello stesso dalla carica di consigliere provinciale.
D'altra parte, a seguito delle indagini svolte e delle notizie riportate dalla stampa, il Sindaco del Comune di Noto ha revocato la designazione del dottor Corrado Cultrera quale vice Sindaco ed ha nominato in sua sostituzione un altro esponente della lista civica appartenente alla medesima coalizione di lista.
Attualmente il procedimento penale per i casi di alterazione del voto è in fase dibattimentale e la prossima udienza è fissata per il 24 gennaio 2004 davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Siracusa Sezione Staccata di Avola.
Il signor Cultrera, posto in libertà l'11 luglio 2003, è stato rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Siracusa.
In merito alla suddetta vicenda, si rappresenta che il Ministero dell'interno e, in ambito locale, le Prefetture-UTG che sovrintendono all'organizzazione tecnica delle elezioni, non dispongono di alcun potere di annullamento delle stesse né di procedere ad una verifica delle schede e degli altri atti inerenti il procedimento elettorale.
Trattasi, invero, di provvedimenti che possono essere disposti esclusivamente dall'Autorità giudiziaria in quanto nell'attuale sistema normativo, secondo i principi generali, eventuali vizi o irregolarità del procedimento elettorale possono essere fatti valere solo in sede di ricorso giurisdizionale, azionabile davanti al giudice
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
come sottolineato in una nota dall'Agenzia parlamentare per l'informazione politica ed economica AgenParl, molte aziende alimentari, per poter produrre cibo a basso costo, utilizzano sempre più bevande e alimenti preparati con sciroppo di mais, ad alto contenuto di fruttosio, e olio di palma, un grasso saturo detto anche «lardo d'albero»;
in Italia, come avviene in altri Paesi, e, specialmente, negli Usa, aumentano le patologie connesse a una alimentazione non corretta e, soprattutto, alla immissione e all'uso improprio dei suddetti alimenti. Come riportato dall'AgenParl, infatti, negli Stati Uniti il 61 per cento dei cittadini è gravemente soprappeso, i bambini obesi sono il doppio rispetto al 1970, un adolescente su quattro è obeso, il diabete di tipo 2 arriva a punte del 26 per cento tra neri e ispanici, causa l'obesità, in otto anni si sono persi quattro miliardi di dollari in mancate giornate di lavoro;
numerosi dietologi stanno mettendo in guardia contro la diffusione dei suddetti alimenti che alterano il metabolismo cellulare, determinando, in molti casi, gravi conseguenze, quali l'arteriosclerosi e le malattie cardiovascolari -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per disciplinare la materia, a tutela della salute dei consumatori.
(4-05993)
In altri termini, tra gli alimenti che vengono consumati nella dieta, alcuni presentano qualità e limiti (ad esempio, il latte intero ha caratteristiche differenti da quello parzialmente scremato), per cui occorre valutarne l'assunzione a lungo termine e l'impiego in un regime alimentare duraturo e bilanciato.
Per quanto sopra, nell'ottica della prevenzione dell'arterosclerosi e delle malattie cardiovascolari, non si rivelano proporzionate le misure dirette ad introdurre restrizioni solo per alcuni ingredienti (nel caso specifico lo sciroppo di mais e l'olio di palma) al fine di contenere il consumo di fruttosio e di grassi saturi entro i limiti auspicati.
Le raccomandazioni per una sana alimentazione sono dirette a favorire l'adozione di un regime alimentare corretto, che può risultare adeguato solo nel suo complesso attraverso una equilibrata distribuzione in nutrienti.
A tal fine, si ritiene che l'etichettatura nutrizionale rappresenti un insostituibile elemento informativo per orientare tali raccomandazioni e favorirne il rispetto.
Si fa presente, al riguardo, che il nostro Paese, essendo in programma a livello comunitario la revisione della direttiva sulla materia, ha già manifestato alla Commissione europea la sua disponibilità a rendere obbligatoria l'etichettatura nutrizionale per pervenire all'indicazione in etichetta di tutti i prodotti alimentari dei tenori, tra l'altro, di zuccheri (come il fruttosio) e di saturi.
Ciò premesso, si segnala anche che l'olio di palma, secondo le tabelle di composizione degli alimenti dell'INRAN, risulta contenere poco più del 47 per cento di saturi (con un tenore irrilevante di quelli maggiormente ipercolesterolemizzanti come il laurico e il miristico) e il 52 per cento di insaturi (di cui monoinsaturi per circa il 39 per cento polinsaturi per circa il 13 per cento).
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
l'attività di fungicoltura è da considerarsi attività agricola ai sensi dell'articolo 29, comma 2, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 917 del 1986, rientrando tra le attività dirette alla produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, e se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione risiede;
tale orientamento è stato confermato e specificato con circolare del Ministero dell'economia e delle finanze, divisione VI, protocollo 8366 del 28 dicembre 2000 (relativa all'applicazione del decreto ministeriale 3785 del 2000), riprendendo la nota dell'ufficio ministeriale delle dogane, prot. 2373/97/DIV/VI/SD;
l'articolo 10, comma 4, della legge finanziaria per il 2002 dispone ulteriori e temporanee agevolazioni fiscali prevedendo in particolare, per l'anno 2003, che il gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra sia esente da accise;
l'attività di fungicoltura svolta in ex cave sotterranee, bonificate, modificate ed adattate, costituisce una struttura fissa assimilabile ad una serra;
l'ordine del giorno 9/3200-bis/68, accolto come raccomandazione nel corso dell'approvazione della legge finanziaria, prevede un impegno del Governo a recepire, chiarendoli, tali rilievi -:
se non ritenga, in tempi rapidi, chiarire con una circolare esplicativa che l'esenzione delle accise sul gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra, prevista dal citato articolo 10 della legge finanziaria per il 2002, si ritenga estesa anche alle strutture fisse assimilabili ad una serra e pertanto anche alle coltivazioni in grotta o cava sotterranea.
(4-04524)
Preliminarmente, si osserva che il citato articolo 19, comma 4, rimanda, per le modalità di erogazione di detto beneficio, alle disposizioni dettate dal regolamento emanato con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 14 dicembre 2001, n. 454.
Detto regolamento applica le aliquote ridotte di accisa, previste al punto 5 della tabella A allegata al testo unico delle disposizioni in materia di accisa, approvato con decreto legislativo 25 ottobre 1995, n. 504, alla benzina e agli oli da gas utilizzati tra l'altro, dalle aziende agricole per lo svolgimento delle attività agricole di cui all'articolo 29 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dall'articolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
In particolare, la lettera b) del comma 2 del citato articolo 29 del decreto del Presidente
Considerato che la funghicoltura, svolta tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, rientra tra le attività agricole, purché siano rispettati i limiti stabiliti dal citato articolo 29 lettera b) del comma 2 suindicato, la possibilità di estendere l'esenzione anche alle coltivazioni di funghi, svolte in grotta o cava sotterranea, dipende unicamente dalla soluzione del quesito, concernente l'affinità tra la grotta e la serra, del quale è stato investito il Ministero delle politiche agricole e forestali.
Quest'ultimo ha espresso sul punto il proprio motivato parere, specificando che ai fini produttivi non sussistono particolari differenze tra le serre e le cave, le grotte ecc.; e che, quindi, ad esempio, l'attività di funghicoltura svolta in una grotta artificiale, ottenuta da un apposito lavoro di modifica e adattamento da una precedente cava, è una struttura fissa assimilabile a tutti gli effetti ad una serra. Inoltre, l'incidenza del costo del gasolio sui costi complessivi è lo stesso delle attività florovivaistiche ed orticole effettuate sotto serra.
Orbene sembra, alla luce dell'interpretazione fornita dal Ministero delle politiche agricole e forestali, che il gasolio impiegato nell'attività di coltivazione dei funghi, realizzata nelle strutture sopra descritte, possa beneficiare dell'esenzione dall'accisa prevista per il gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
dalle ultime pubblicazioni dei maggiori organi di stampa si apprende che l'aggio richiesto da Lottomatica sul gioco del lotto ammonta a circa 800/1000 miliardi di vecchie lire all'anno;
la società concorrente Sisal pretende un aggio per la gestione del superenalotto di 200 miliardi di vecchie lire;
la Lottomatica ha versato nelle casse dell'erario, per l'anno 2001, appena il 21 per cento della spesa, diversamente dalla Sisal che è arrivata al 54 per cento -:
se ritenga di far avviare un monitoraggio sull'andamento dei versamenti effettuati all'erario dalle predette società;
se ritenga di accertare se corrisponda al vero che l'attività pubblicitaria di Lottomatica sia un onere a carico delle casse dello Stato.
(4-03967)
il settimanale Tempi, con una approfondita inchiesta giornalistica, ha evidenziato la situazione del tutto vantaggiosa in cui si trova la «Lottomatica» rispetto alle altre aziende del settore;
secondo l'autorevole fonte «Informazioni concernenti l'attività di Lottomatica» (pagina 59, Roma, 2001) entro il 2003 lo Stato elargirà all'azienda suindicata 1.021 miliardi di vecchie lire per la copertura delle spese di estensione della rete del lotto;
inoltre, secondo fonti direttamente ricollegabili all'amministrazione dei Monopoli, Lottomatica ha potuto ottenere dallo Stato un aggio di gestione per la concessione del lotto decisamente più alto rispetto a tutti gli altri operatori;
allo scadere della prima concessione di 9 anni (a partire dal 1993) nonostante la spesa per i terminali installati fosse stata largamente ammortizzata attraverso l'aggio favorevole del lotto, non è affatto chiara la ragione perché codesta azienda continui a fruire dei lauti aiuti statali, considerando che, alla scadenza predetta,
se ritenga di verificare i motivi che giustificano il maggior aggio concesso alla Lottomatica rispetto alle altre società concorrenti;
se ritenga di verificare le motivazioni che sottendono il permesso concesso a tale società dallo Stato di utilizzare i terminali di sua proprietà, lasciando invariato l'aggio di gestione a favore della Lottomatica;
se ritenga di porre come priorità assoluta la verifica delle motivazioni che giustificano il fatto che tale azienda possa generare utili che rimangono a sua disposizione, procurando costi a carico della cassa dello Stato, nonché mancati guadagni per i lauti aggi di gestione elargiti alla stessa.
(4-04213)
In particolare, circa le spese che lo Stato dovrà sostenere per l'estensione della rete di raccolta del gioco del lotto, si fa preliminarmente presente che tale estensione è stata prevista dall'articolo 33, comma 1, della legge 23 dicembre 1994, n. 724 (legge finanziaria 1995), così come modificato dall'articolo 19 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (legge finanziaria 1998).
A tal fine, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato deve, preventivamente, individuare i tabaccai che abbiano fatto richiesta di un punto di raccolta del gioco del lotto, nei termini indicati dal citato articolo 33 della legge n. 724 del 1994, nonché richiedere l'intervento tecnico da parte del concessionario Lottomatica S.P.A. per l'attivazione dei punti di raccolta, sulla base di un piano predisposto dalla stessa società concessionaria e approvato dall'Amministrazione dei Monopoli, in conformità del decreto ministeriale 30 dicembre 1999, concernente l'ampliamento della rete di raccolta del gioco del lotto.
L'attivazione dei punti di raccolta richiede un costo che, nel 1999, venne verificato, da una apposita Commissione istituita dall'Amministrazione dei Monopoli, in circa 1.021 miliardi di lire, analizzato nelle seguenti componenti: rete di trasmissione dei dati, gestione dei Centri elaborazioni zonali (C.E.Z.), manutenzione e assistenza tecnica, gestione materiali di consumo, costi generali, consumo di materiali, personale, terminali, ammortamenti, oneri finanziari.
Le motivazioni e le condizioni sulla base delle quali la Lottomatica S.P.A. attua l'estensione della rete di raccolta sono indicate nelle premesse del decreto ministeriale 15 novembre 2000 con il quale si è provveduto ad integrare l'atto di concessione (approvato con decreto ministeriale 17 marzo 1993).
In tale provvedimento si dichiara esplicitamente che sussiste l'interesse pubblico a che la Lottomatica S.P.A, senza alcun costo aggiuntivo per l'erario, provveda all'allargamento della rete, a fronte di una maggiore stabilità del rapporto concessorio e certezza della durata della gestione.
È evidente che il livello dei costi di attivazione dei nuovi punti, verificato dalla suddetta Commissione, è indicativo unicamente dell'impegno economico del concessionario e non dell'ammontare di un trasferimento di risorse dallo Stato alla concessionaria Lottomatica S.P.A, in quanto non previsto.
Inoltre, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli ha precisato che il decreto 15 novembre 2000, al fine di adeguare il rapporto concessorio a quel momento in corso all'ampliamento della rete di raccolta del gioco del lotto, ha integrato, come anzidetto, il decreto 17 marzo 1993, limitandosi a condizionare l'esercizio del diritto di disdetta della concessione - rimesso in un primo tempo alla mera discrezionalità dell'Amministrazione - al solo caso della mancata attivazione dei nuovi punti di
Infatti, la gestione del gioco del lotto, che ha avuto inizio dal 18 aprile 1994, è stata conferita alla Lottomatica per la durata complessiva di 9+9 anni, utilizzando la formula dell'automatico rinnovo «tacito» per altri 9 anni alla scadenza del primo novennio, in mancanza di apposita disdetta da parte dell'Amministrazione, da comunicare almeno sei mesi prima della scadenza (articolo 6 del decreto 17 marzo 1993, come modificato dall'articolo 2 del decreto 15 novembre 2000).
Per quanto concerne, infine, l'utilizzo dei terminali installati presso le ricevitorie, l'articolo 29 del decreto ministeriale 17 marzo 1993 ha previsto al riguardo che, al termine, per qualsiasi causa, della concessione, e salvo il caso di proroga o rinnovo, il concessionario si obblighi a trasferire gratuitamente all'Amministrazione la proprietà dell'intero sistema automatizzato, ivi compresi i terminali.
Infine, circa i motivi che giustificherebbero il maggior aggio concesso alla Lottomatica rispetto alle altre società concorrenti, l'Amministrazione dei Monopoli ha evidenziato che detto aggio viene corrisposto in base ad aliquote decrescenti applicate su crescenti scaglioni d'incasso, ai sensi dell'articolo 21 del decreto 17 marzo 1993 (come sostituito dall'articolo 11 del decreto del Ministro delle finanze 8 novembre 1993).
Ne consegue che l'aggio non può essere costante, ma è variabile, essendo strettamente connesso, appunto, alla raccolta del gioco.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.