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delle due ore di straordinario effettuate dal personale suddetto per effetto dell'articolo 63, 1o comma della legge n. 121 del 1o aprile 1981;
- per altro già marcatamente presente sul territorio messo a dura prova da tutti gli eventi atmosferici eccezionali - della Provincia di Pesaro e Urbino;
inviata solo nel mese di maggio 2003, ossia in tempi ravvicinati con la competizione elettorale per il rinnovo del civico consesso;
con sentenza n. 2470/99 del 24 giugno 1999, la 1a sezione del TAR del Lazio ha sancito che le amministrazioni competenti devono dare completa esecuzione alla suddetta sentenza, rideterminando la liquidazione al personale della PS avente diritto con l'inclusione nella base pensionabile
il contenzioso sulla questione non si è chiuso in quanto, dopo l'emanazione di tale sentenza, altri ex dipendenti della polizia di Stato hanno proposto ricorso allo stesso TAR al fine di ottenere analogo provvedimento trovandosi nelle medesime condizioni -:
quali iniziative normative intendano adottare per far estendere gli effetti della sentenza della 1a sezione del TAR del Lazio, da parte di tutte le amministrazioni interessate, anche al personale in quiescenza avente analogo diritto.
(2-00931) «Fiori».
da tutte le ultime relazioni sulla criminalità organizzata emerge che la 'ndrangheta è l'organizzazione criminale più pericolosa, maggiormente radicata, a livelli nazionali ed internazionali, in tutti gli affari economici e persino nella pubblica amministrazione;
nei giorni scorsi l'operazione «Dinasty - Affari di famiglia», condotta dalla squadra mobile di Vibo Valentia e coordinata dal sostituto della procura distrettuale Antimafia di Catanzaro, Patrizia Nobile, ha sgominato l'intera cosca 'ndranghetista dei Mancuso, uno dei maggiori e più pericolosi clan malavitosi calabresi;
l'importante operazione ha portato in carcere ben 62 persone, tutte accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, usura, riciclaggio, condizionamento degli appalti pubblici, traffico di droga, spendita di monete falsificate e ricettazione di automezzi pesanti;
la decapitazione dell'intero clan dei Mancuso, ottenuta con la bravura delle forze investigative, senza l'aiuto di alcun collaboratore di giustizia, e con la denunzia di un solo imprenditore, è servita anche da incoraggiamento per i tanti cittadini onesti del vibonese, tartassati quotidianamente dalle richieste estorsive e dalla pratica dell'usura, a riacquistare fiducia nello Stato;
si è avuta notizia che sarebbe in corso un ulteriore filone di indagine sull'operazione «Dinasty» che riguarderebbe collusioni tra 'ndrangheta, politica e massoneria deviata;
il sostituto procuratore della Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Patrizia Nobile, titolare dell'inchiesta sulla cosca malavitosa dei Mancuso, sarebbe stata trasferita in una sede molto distante da quella calabrese;
l'interrogante, già con atto ispettivo n. 4-06786 del 1 luglio 2003, ha denunciato la mancanza di magistrati presso la DDA di Catanzaro, tanto che il Presidente della locale sezione GIP, Antonio Baudi, aveva reso nota l'impossibilità della valutazione tempestiva, a causa dell'esiguità dell'organico, di ben 215 richieste di ordinanze di custodia cautelare, avanzate dai magistrati della stessa DDA;
un'inchiesta di tale complessità, come quella legata all'operazione «Dinasty» avrebbe richiesto, a parere dell'interrogante, una maggior continuità nella titolarità dell'indagine;
non si comprendano i motivi che hanno portato all'affidamento dell'inchiesta in questione al magistrato Patrizia Nobile, pur se temporaneamente solo aggregata alla DDA di Catanzaro -:
quali urgenti iniziative intenda attuare per adeguare gli organici della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, al fine di non disperdere l'indispensabile contrasto alla criminalità organizzata.
(4-07741)
il popolo tibetano vive in una condizione di oppressione da parte del Governo della Cina popolare da oltre 50 anni, come denunciato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani;
la Costituzione della Repubblica, all'articolo 10, stabilisce che «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge -:
se e quali iniziative intenda prendere il Ministro al fine di assicurare ai cittadini tibetani che ne facciano richiesta lo status di rifugiati nel nostro Paese.
(4-07743)
la legge n. 189 del 2002 prevede, all'articolo 9, comma 1, che i cittadini extracomunitari da almeno sei anni, regolarmente presenti in Italia con permesso di soggiorno ai fini di lavoro, abbiano diritto all'ottenimento della carta di soggiorno;
i cittadini extracomunitari di professione giornalisti, e quindi aderenti all'associazione della stampa estera, possono ottenere il permesso di soggiorno previo accreditamento presso il ministero degli affari esteri;
la legge summenzionata prevede che la negazione della concessione di una autorizzazione di soggiorno in Italia anche a scopi lavorativi debba essere motivata per iscritto;
la signora Antoinette Lupenova Nikolova, cittadina bulgara, è da dodici anni operante in Italia quale giornalista accreditata presso il nostro ministero degli affari esteri per conto della radio televisione tedesca;
la stessa summenzionata ha da mesi presentato domanda per l'ottenimento della carta di soggiorno, con adeguata documentazione comprovante il rapporto di lavoro, l'accreditamento e l'iscrizione alla stampa estera, certificati penali vari; in breve, tutto quanto richiesto dalla legge;
a distanza di mesi, senza alcuna giustificazione scritta, le viene negata l'emissione della carta di soggiorno richiesta;
a quanto risulta all'interrogante, i funzionari della questura di Roma si rimpallerebbero il caso dall'uno all'altro, adducendo ogni volta, ma solo verbalmente, motivi che si rivelerebbero, ad avviso dell'interrogante, pretestuosi per non procedere al rilascio della carta di soggiorno -:
se esistano motivi, concreti e validi, che suggeriscono la non concessione della carta di soggiorno alla signora Antoinette Lupenova Nikolova o se, in alternativa si trattasse di semplici lungaggini burocratiche o mancanza di chiarezza nelle procedure, se il Governo intenda provvedere per evitare che si creino spiacevoli situazioni recanti danno all'immagine della nostra pubblica amministrazione e dell'Italia in generale.
(4-07745)
l'intero territorio della provincia di Pesaro e Urbino è stato interessato, nel periodo primavera-estate 2003, da una perdurante siccità come risulta dai valori della piovosità giornaliera relativi a tutte le 15 stazioni metereologiche della rete dell'Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche;
la perdurante siccità ha provocato un sensibile incremento del dissesto idrogelogico
tale dissesto ha provocato il riattivarsi di movimenti franosi, danni alla viabilità (ponti stradali) e ad edifici in genere, tra cui diversi istituti scolastici;
sulla stampa locale emerge che da una prima ricognizione sul territorio è stata effettuata una stima sommaria dei danni alle infrastrutture, che possono essere dettagliati come segue: 20.000.000 euro per l'immediato ripristino della circolazione stradale, 40.000.000 euro di danni rilevati alle infrastrutture stradali (viadotti), 20.000.000 euro per il ripristino dei movimenti franosi in atto, 15.000.000 euro per la sistemazione di edifici e centri abitati, per un totale di 95.000.000 di euro;
dal «Corriere Adriatico» del 6 ottobre 2003 si apprende che il presidente della provincia di Pesaro e Urbino, Palmiro Ucchielli, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi, al Ministro delle infrastrutture e trasporti, Lunardi, al Ministro dell'interno Pisanu, ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, oltre che al presidente della regione Marche, Vito D'Ambrosio, e all'assessore regionale per la protezione civile Gianmarco Spacca, per chiedere che venga riconosciuto lo stato di emergenza per il territorio provinciale anche per quanto riguarda le infrastrutture e non solo l'agricoltura, per la quale è già arrivato il riconoscimento dalla regione -:
se ritenga di accogliere la proposta di riconoscimento dello stato di emergenza anche per i danni alle infrastrutture della provincia di Pesaro e Urbino.
(4-07753)
nel comune di Avezzano (L'Aquila) si verificano da tempo gravi fenomeni di grande e piccola criminalità che mettono a grave rischio la sicurezza della cittadinanza ponendo problemi alla stessa ordinata convivenza civile -:
se, nell'ambito del rafforzamento della presenza delle Forze dell'Ordine in Abruzzo, non si ritenga assolutamente necessario ed urgente potenziare l'intervento della Polizia di Stato nel comune di Avezzano (L'Aquila), attraverso un rafforzamento dell'organico della Compagnia dei Carabinieri nonché l'istituzione del Commissariato di Polizia assicurando così una più assidua ed energica presenza delle Forze dell'Ordine nel medesimo comune.
(4-07757)
durante l'ultima visita della Commissione Nazionale Antimafia a Salerno, il prefetto della città, ha comunicato che tra gli altri, era stato attenzionato anche il comune di Baronissi;
già nel mese di novembre 2002, per l'allora sindaco del comune, Moscatiello Giovanni, era stato richiesto il rinvio a giudizio nel procedimento penale n. 1637/2002RG/PM;
dall'esame degli atti processuali, così come riportato nel verbale di deliberazione del curatore speciale, ex articolo 77 del codice di procedura penale, «non potevano escludersi l'esistenza di danni di natura patrimoniale derivati al comune di Baronissi dalle attività criminose ascritte agli imputati, che, secondo la prospettazione accusatoria, hanno gestito l'esecuzione delle più importanti opere pubbliche realizzate nel territorio comunale, quantomeno a partire dall'anno 1998, sostituendosi ai formali aggiudicatori degli appalti per svariate tipologie di lavorazioni, mediante il ricorso a forme di subappalto non autorizzate ovvero in via di mero fatto»;
nonostante gli inviti ufficiali prodotti al prefetto di Salerno anche dall'interrogante, la Commissione d'accesso è stata
non è dato conoscere i risultati della Commissione d'accesso, che sembrerebbe aver riscontrato gravi irregolarità;
l'ultima competizione elettorale ha visto l'elezione di un nuovo sindaco, nella persona del vice sindaco della precedente amministrazione e l'ex sindaco è risultato eletto consigliere con il maggior numero di voti -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare la procedura per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Baronissi, viste le gravissime accuse giudiziarie imputate all'ex sindaco e considerati i danni patrimoniali che gli Amministratori di oggi, coincidenti con quelli di ieri, hanno procurato all'Ente locale in questione.
(4-07762)
il giornale Informacittà, quindicinale della provincia di Napoli e Salerno, ha pubblicato il 10 ottobre 2003, un articolo dal titolo: «Casola: paese a luci rosse on-line»;
nell'articolo si legge che, navigando in internet, è possibile, da un noto motore di ricerca, cercando informazioni sulla città di Casola, imbattersi in un sito pornografico che segnala la presenza di prostitute polacche nella cittadina a disposizione degli utenti del web;
il sito in questione unisce, senza alcun nesso logico, la città di Casola con quella di L'Aquila quali fossero vere e proprie capitali del sesso;
il sindaco di Casola, Alfredo Rosalba, come confermato dall'articolo de Il Mattino di Napoli, pubblicato l'11 ottobre 2003, afferma di non sapere nulla sulla questione, che tutte le notizie riportate sul sito sono ovviamente false e che intende denunciare (come poi ha effettivamente fatto) l'accaduto alla polizia postale;
cliccando nel sito l'ignaro utente finisce con il connettersi a server registrati in posti lontani ed a pagare cifre astronomiche ogni qual volta attiva la connessione ad internet -:
quali iniziative, anche normative, il Ministro intenda adottare per combattere il fenomeno sempre crescente dei reati informatici che diffamano intere comunità e frodano quanti navigano in internet.
(4-07764)