Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 369 del 7/10/2003
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Si riprende la discussione dei documenti in materia di insindacabilità.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-quater, n. 19)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI. Signor Presidente, la vicenda inquadrata dal relatore è stata sufficientemente stigmatizzata, oltre che dalla mia propensione creativa, definita poetica (in realtà è semplicemente espressiva) dal deputato dell'Ulivo, l'onorevole Veneto, che presentò l'interrogazione parlamentare sopracitata, nella quale si chiedeva al ministro della giustizia «se fosse a conoscenza di fatti gravissimi verificatisi presso il tribunale di Pordenone dove un pubblico ministero, Raffaele Tito, anche in forza di stretti legami sentimentali instaurati con tale Anna Fasan, giudice delle indagini preliminari presso quel tribunale, e con la complicità di altri magistrati, chiedeva ed otteneva l'arresto di cittadini la cui posizione, indipendentemente dal merito delle accuse, veniva valutata solo ai fini della spettacolarizzazione del loro arresto».
Vorrei ricordare che l'onorevole Agrusti, che spesso si agita in Transatlantico in piena libertà, essendo stato prosciolto da ogni accusa, abita a Pordenone a 200 metri dal dottor Tito.
Ricorderete che con la fondazione del partito popolare, partito che allora era presieduto da Mino Martinazzoli, ad un'assise di quel partito, nel 1996, il pubblico ministero Tito tenne l'arresto dell'Agrusti, non a Pordenone, ma nel pieno dei lavori del convegno del partito popolare perché fosse evidente, in modo drammatico, la corruzione di un parlamentare. Ecco perché Veneto, deputato popolare, che ha giustamente presentato un'interrogazione che il sottoscritto altro non ha fatto che restituire in modo pittoresco, senza nulla aggiungere alle parole del marito abbandonato e tradito, anzi tradito e abbandonato, dalla Fasan, per diventare convivente del pubblico ministero Tito.
Dette queste cose, che si rappresentavano in alcune forme espressive del genere - lui chiedeva a lei: mettimelo dentro e lei metteva dentro l'Agrusti (questa sarebbe la forza espressiva delle mie dichiarazioni), devo dire che questa capacità di parlare di fatti scandalosi, di cui il Parlamento dà prova attraverso la documentazione di un'interrogazione parlamentare, e quindi di propagandare atti del Parlamento, non è azione che io posso più compiere. Deve quindi essere posta all'imperfetto: non svolgo, ma svolgevo, perché l'onorevole Berlusconi, nella sua condizione di proprietario delle reti Mediaset, non quindi di tutore di quelle della RAI, ha ritenuto che forse era più opportuno che io interrompessi la mia attività di divulgazione, così come poi avrebbe desiderato anche di Santoro e di Biagi.
Per questa ragione, io per molto tempo non posso più denunciare quello che orgogliosamente sono felice di poter denunciare rispetto a vicende scandalose nella gestione della giustizia in Italia rispetto a quello che tanto poco è terzo e distante dal pubblico ministero, ovvero il GIP, che ne è addirittura l'amante e ne fa un figlio. E come raccontava il marito tradito, ad ogni volontà del pubblico ministero, il GIP ottemperava con l'arresto conseguente.
Mi sembra ragione di uno scandalo così grave che l'onorevole Veneto, deputato popolare, aveva denunciato, in forma «asciutta», in un'interrogazione che richiamo all'attenzione dei colleghi, stupendomi che la richiesta di sindacabilità abbia ottenuto la maggioranza e non l'unanimità di fronte ad un caso scandaloso sopra ogni altro, che altro non posso che denunciare in questo Parlamento, essendomi stato


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interdetto di poterlo fare pubblicamente attraverso la televisione, sia pure del cavalier Berlusconi.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Avverto che, essendo stata richiesta la votazione per procedimento elettronico e non essendo ancora decorso il relativo termine regolamentare, dovremmo sospendere la seduta.

SERGIO COLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, propongo di procedere all'esame del provvedimento successivo.

PRESIDENTE. In effetti, mi sembra una proposta ragionevole, peraltro conforme ai precedenti. Pertanto, rinvio la votazione del doc. IV-quater, n. 19, al prosieguo della seduta.

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