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della storia risorgimentale, sia organizzando convegni e conferenze, tra cui in particolare la lezione solenne che ogni anno viene tenuta nell'anniversario della morte di Mazzini, sia mantenendo rapporti con l'Università di Pisa, che ha istituito un assegno di ricerca in storia risorgimentale su fondi della Domus Mazziniana, con la Scuola Normale Superiore, con le storiche associazioni mazziniane, con il comune e la provincia di Pisa che parzialmente la finanziano e infine con le scuole per visite guidate del museo e per specifici progetti didattici concordati con gli assessori comunale e provinciale alla scuola;
come dimostra il disastro della quasi inesistente presenza dell'industria nazionale nel primo bando di gara del programma europeo congiunto (Commissione europea ed ESA) GMES;
Giuseppe Mazzini è a ragione considerato uno dei padri della patria e dell'Italia, per il suo alto contributo di idealità e per la lotta da lui condotta per la causa dell'Unità nazionale e della Repubblica;
la casa, ove morì Mazzini in Pisa il 10 marzo 1872, donata allo Stato dalla famiglia Rosselli, affinché divenisse «santuario di fede e di patriottismo per i posteri», fu dichiarata monumento nazionale con legge dello Stato 20 marzo 1910. È una palazzina di due piani, oltre il terreno: le stanze del primo piano sono adibite agli uffici della Sovrintendenza dei Monumenti; quelle del secondo, che furono abitate dal grande Italiano, accolgono, e sono destinate ad accogliere ricordi e cimeli mazziniani;
nella casa di Pisa dove Giuseppe Mazzini morì, mentre era ospitato sotto falso nome dalla famiglia dei Nathan-Rosselli, ha attualmente sede la «Domus Mazziniana», ente pubblico istituito con la legge 14 agosto 1952, n. 1230, e facente parte della rete nazionale degli istituti storici a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 maggio 2003;
la stanza, dove il Mazzini esalò l'ultimo respiro, è rimasta, in tutto e per tutto, eguale e immutata, come Mazzini l'abitò e la lasciò, col letto, coi mobili, cogli oggetti d'uso personale, persino con le boccette delle medicine che a lui malato erano state prescritte dal medico Rossini. Sul tavolo, in mezzo alla stanza, si trovano libri che forse confortarono il Mazzini negli ultimi giorni della sua vita travagliata: le opere di Saint Simon, e, tra le altre, le Lettres sur la réligion et la politique (1829), il libro di Ernesto Renan: Les Apotres (Paris, 1866), l'opera di Federigo Morin: Origines de la Démocratie - La France au Moyen Age (Paris, 1865). V'è anche un catalogo generale della libreria Luigi Giannelli in Pisa (maggio 1863). Un solo ritratto, grande, contro il letto, si trova in questa stanza: è quello di Giannetta Nathan Rosselli che confortò amorosamente l'agonia del morente;
la Domus Mazziniana svolge un'intensa attività culturale, sia pubblicando un bollettino con articoli di ricerca nel campo
il Presidente della Repubblica ha fatto l'onore di visitare la Domus Mazziniana come prima tappa della sua ultima visita ufficiale a Pisa (7 dicembre 2000) e ha sollecitato l'avvio, anche presso la Domus Mazziniana, di iniziative culturali nell'ambito delle celebrazioni del secondo centenario della nascita di Giuseppe Mazzini nel 2005 il cui programma è in corso di stesura;
si è così costituita all'interno della Domus Mazziniana una biblioteca di circa 40.000 volumi di storia politica ed istituzionale d'Italia e d'Europa; inoltre una risorsa unica è la ricca documentazione di pubblicistica politica, culturale e documentaria di area repubblicana, che accoglie articoli di giornali e riviste, opuscoli di varia origine, manifesti, numeri unici; tutto materiale che non è normalmente reperibile nelle grandi biblioteche, e che trova la sua giustificazione nella coerente presenza dell'Istituto in una area culturale fondamentale nella storia italiana degli ultimi due secoli;
la raccolta mazziniana dell'Istituto è costituita in gran parte dal lascito della famiglia Nathan (in particolare da Ernesto e Sara Nathan) allo Stato, in connessione con il lascito della casa Rosselli Nathan, perfezionato nel 1913 dopo diverse iniziative parlamentari. Sotto la tutela della allora Soprintendenza belle arti, i cimeli furono risparmiati dalla distruzione dell'edificio, il 30 agosto 1943, e furono ricollocati nella rinnovata Domus Mazziniana alla sua fondazione nel 1952;
la raccolta comprende circa 300 lettere e documenti autografi mazziniani e molti oggetti personali, (capi di abbigliamento, penne, appunti e quaderni, l'orologio, ricette mediche eccetera) di Mazzini, e vari oggetti regalati da Mazzini ai suoi ospiti o viceversa che consentono un confronto con la vita quotidiana del secolo XIX, per tanti aspetti lontana dalla nostra;
è previsto dalla legge (legge 1230/1952, articolo 10, comma 1) che presso la Domus Mazziniana deve prestare servizio, come bibliotecario, un insegnante cultore di storia del Risorgimento comandato dal Ministro per la pubblica istruzione, nonché un custode;
negli ultimi sei anni scolastici ha svolto le funzioni di bibliotecario della Domus Mazziniana, su comando del Ministro dell'istruzione, il professor Andrea Bocchi, professore di ruolo di storia presso il liceo scientifico Paleocapa di Rovigo;
non è stato mai disposto il comando del custode previsto dalla legge;
il professor Bocchi è dunque l'unico dipendente della Domus Mazziniana, cui si aggiungono solo alcuni obiettori di coscienza e un consulente a contratto per le funzioni amministrative;
il professor Bocchi non ha ancora ricevuto il comando, regolarmente richiesto a suo tempo, per l'anno scolastico 2003/2004 cosicché, dal 1o settembre 2003, egli ha lasciato la Domus Mazziniana ed è in regolare servizio presso il liceo scientifico di appartenenza;
non è stato disposto il comando di nessun altro insegnante;
a seguito della forzata partenza del professor Bocchi e non essendovi altri dipendenti, la Domus Mazziniana è stata chiusa a tempo indeterminato ed ogni attività è stata bloccata;
sia il commissario straordinario della Domus Mazziniana, dottor Marco Paoli, con telegramma al Ministro per i beni e le attività culturali, sia il sindaco di Pisa e il presidente della provincia di Pisa con telegrammi diretti al Ministro per l'istruzione, l'università e la ricerca, hanno segnalato la situazione di improvvisa e forzata chiusura di una biblioteca e di un museo molto frequentati per ragioni di studio e di turismo e quindi lo sconcerto di studenti, studiosi, ricercatori e visitatori della città;
è dunque assolutamente urgente provvedere a coprire il posto di bibliotecario della Domus Mazziniana in modo da permetterne la riapertura e il proseguimento delle attività ordinarie e straordinarie già programmate in collaborazione con le università, gli enti locali e le scuole -:
se si intenda adottare, a norma dell'articolo 10 della legge 1230/52, il decreto di comando del professor Bocchi o di altro insegnante presso la Domus Mazziniana;
se e come intenda garantire, in questo momento e nel futuro, la continuità del normale funzionamento della Domus Mazziniana a garanzia della tutela, della valorizzazione e della fruibilità del suo importante patrimonio pubblico bibliotecario, documentale e museale.
(3-02693)
un gruppo di professori di scuole medie secondarie ha lamentato più volte la mancata applicazione di una legge dello Stato e precisamente la legge n. 177 del 1976 che prevedeva un aggancio perequativo tra stipendio e pensione;
le risposte dei vari uffici a cui si sono rivolte le persone interessate sono state, secondo quanto riferito, contraddittorie e non pertinenti al caso prospettato -:
se non ritenga necessario disporre un approfondimento risolutivo delle problematiche di cui in premessa affinché sia fornita una risposta definitiva ed argomentata circa le ragioni della non applicazione nel loro caso della legge n. 177 del 1976, concernente l'aggancio tra pensione e stipendio.
(4-07465)
a quasi due anni dall'insediamento del professor Vetrella al vertice dell'ASI, prima come Presidente ed ora come Commissario Straordinario (C.S.), l'operatività dell'Agenzia è del tutto paralizzata. Ne è dimostrazione l'enorme avanzo di competenza di circa 300 milioni di euro del 2002 certificato nel bilancio 2003 (la metà circa del trasferimento di competenza del MIUR per l'anno in questione), con previsioni ancora più drammatiche per l'anno in corso. Ad oltre un anno dall'approvazione del Piano Spaziale Nazionale non esiste un solo piano operativo di settore (Scienza, TLC, Osservazione della terra, eccetera) e solo in questi giorni il Commissario Straordinario si è deciso ad avviare degli studi di settore. Situazione questa che terrà tutto il comparto nazionale fermo ancora per molti mesi, se mai si deciderà di farlo ripartire. Mentre altri paesi europei (tra cui siamo i terzi in dimensione fanno fronte alla crisi del settore con idee e strategie innovative e proattive, con alleanze e strategie internazionali pur nella ristrettezza dei bilanci, l'ASI è costretta dal Presidente, oggi Commissario Straordinario, ad un ripiegamento su stessa ed a una prassi autartica e provinciale il cui unico obbiettivo sembra esser quello di non agire. Questa situazione sta aumentando il divario rispetto gli altri partner e sta inesorabilmente allontanando l'industria nazionale dai livelli di competitività con i concorrenti, di cui c'è ampia dimostrazione nella crescente difficoltà dell'industria nazionale ad aggiudicarsi (o persino a presentarsi in) gare internazionali,
risulta all'interrogante che è intenzione del Vetrella trasferire da ASI a CIRA l'attuazione del progetto «Lanciatori Futuri», configurando in chiaro conflitto di interessi visto che tale decisione sarebbe presa dal commissario ASI che è anche Presidente di CIRA;
è ormai un caso di rilevanza europea l'uscita dell'Italia dai programmi di telecomunicazioni voluta dal presidente, oggi commissario straordinario C.S. dell'ASI, Vetrella. A fronte della sottoscrizione da parte del Ministro Moratti di oltre 200 milioni di euro per il programma di telecomunicazioni dell'ESA, da quasi due anni il Vetrella tiene congelati questi investimenti senza fornire indicazione alcuna di come intende investirli. Rifiutando d'altro canto qualsiasi proposta provenga dall'ESA, dall'interno dell'ASI e dalla stessa industria nazionale, che si trova così disarmata rispetto alla competizione con le altre società europee e sta accumulando uno svantaggio competitivo crescente in una situazione generale del settore estremamente critica. E tutto questo senza che sia proposta, da parte di Vetrella, alcuna alternativa di intervento dell'ESA, all'ASI ed all'industria nazionale;
nell'arco di anni tra il 1999 e il 2001 l'ASI aveva avviato una serie di misure tese a favorire lo sviluppo delle attività delle PMI del settore spaziale, con il duplice obbiettivo di consolidare il tessuto esistente e di allargare la base industriale del settore. Anche per richiesta delle stesse aziende queste iniziative tendevano alla costruzione di un meccanismo di qualificazione competitivo, cosa nuova nell'attività dell'ASI, e prevedevano in quasi tutti i casi un co-finanziamento da parte del PMI ovvero di terze parti interessate ai risultati delle attività. Queste attività sono tutte state interrotte dalla nuova gestione dell'ASI che non lo non ha introdotto alcuni elementi migliorativi proposti dalle PMI, ma non ha mai pubblicato e quindi tanto meno concretizzato, i risultati di almeno due inviti a presentare proposte, il primo relativo allo sviluppo di tecnologie per le PMI, e il secondo alle attività preparatorie per il programma Galileo. Questo approccio sostenuto dall'ASI rischia di rendere insostenibile per le PMI il settore delle attività spaziali, soprattutto in una fase congiunturale tutt'altro che positiva per il settore. Smantellare il tessuto della PMI dallo spazio comporterà una contrazione delle capacità nazionali, principalmente nelle aree di ricerca e sviluppo industriali più promettenti contraendo le capacità tecnologiche in settori che vanno dall'elettronica di bordo allo sviluppo di sistemi di telerilevamento satellitare, contribuendo ad allargare la distanza dalle prime nazioni europee e a colmare la distanza da paesi emergenti nel settore come la Spagna -:
come valuta il Ministro l'operato del professor Vetrella nelle suddette vicende;
se non ritenga che sia necessario, per ragioni di legittimità e di efficacia, rimuovere il conflitto di interessi del doppio incarico in capo al professor Vetrella in ASI e in CIRA.
(4-07469)