Risposta. - Si concorda con l'interrogante circa l'importanza che riveste il dossier dei prigionieri di guerra e dispersi kuwaitiani, sul quale opera anche un rappresentante nominato dal Segretario generale delle Nazioni unite, l'Ambasciatore Vorontsov, incaricato in passato di tenere i contatti in seno al Comitato tripartito di Ginevra appositamente istituito, ed ai cui lavori partecipavano Iraq, Kuwait ed Arabia Saudita.
a causa dello scoppio delle ostilità in Iraq.
Tracing Agency che ha di recente costituito una Unità Speciale per l'Iraq.
Risposta. - Si fa presente che con l'orario in vigore dal giugno 2002 è stata soppressa l'antenna ionica (Lamezia Terme-Reggio Calabria e viceversa) dell'intercity 743/746 denominato «Velia» (Roma-Reggio Calabria e viceversa).
comandante dei vigili urbani del comune di Roccalumera (Messina), Giuseppe Basile;
Risposta. - Si comunica che, in data 14 ottobre 2002, il comandante del servizio di polizia municipale di Roccalumera (Messina) denunciava alla locale stazione dei carabinieri l'incendio di un'abitazione rurale disabitata di sua proprietà, sita in contrada Cenere.
scorso aprile dalla direzione provinciale del lavoro, che ha riscontrato 73 lavoratori in nero su 153, presso 24 alberghi controllati;
Risposta. - In via preliminare, si sottolinea che questo ministero, nell'ambito dell'annuale programmazione dell'attività ispettiva, volta a tracciare le linee per una maggiore efficacia della stessa, è da sempre attento ad individuare quei settori considerati a «rischio», per i quali appare necessaria un'azione di vigilanza particolarmente capillare ed incisiva.
condizionando conseguentemente anche le procedure di mobilità intercompartimentale.
Risposta. - Si comunica che da diversi anni le Forze di polizia, per contrastare con maggior efficacia la diffusione di sostanze stupefacenti nel mondo adolescenziale, hanno intensificato i controlli preventivi in tutti gli ambienti di aggregazione giovanile, tra i quali discoteche e scuole, soprattutto, per quanto riguarda queste ultime, all'inizio di ogni anno scolastico.
corazzata dell'esercito d'Israele a Rafah, alla estremità meridionale dell'enclave;
Risposta. - In merito alle tragiche circostanze che hanno condotto, il 16 marzo 2003 alla morte della cittadina statunitense Rachel Corey, pur esprimendo il suo profondo rammarico per quanto accaduto, il Governo italiano ritiene tuttavia che il compimento di eventuali azioni diplomatiche volte ad accertare le responsabilità del caso e sollecitare altresì un'inchiesta internazionale spetti in via esclusiva, per evidenti ragioni di opportunità, al Governo degli Stati Uniti d'America.
Risposta. - Si rende necessario sviluppare preliminarmente una considerazione di carattere generale.
Risposta. - Si rappresenta che l'efficacia dell'articolo 78, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 è stata prorogata anche per l'anno 2002 dall'articolo 2-bis del decreto-legge 11 giugno 2002, n. 108, convertito in legge 31 luglio 2002, n. 172.
50, comma 5, estende tale proroga anche all'anno 2003, subordinatamente al rispetto delle disposizioni del patto di stabilità interno.
Risposta. - La procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia ha comunicato che, a seguito della denuncia-querela, a carico di ignoti, presentata da Leonardo Chiudinelli e Elvira Pianta alla Stazione carabinieri di Darfo Boario Terme in data 12 febbraio 2001, ha iscritto il procedimento penale n. 7407/01, mod. 44 per i reati di cui agli articoli 582, 624 e 625 n. 5 del codice penale.
riguardo la procura di Brescia ha evidenziato che in data 2 novembre 2001 l'avviso di deposito veniva notificato al difensore di Ufficio di entrambi gli indagati.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, sono state richieste informazioni all'Enac - Ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa conoscere che, al fine di garantire la conformità agli standard di sicurezza ICAO dell'Annesso 14 degli aeroporti di Bari e Brindisi, ha predisposto, a cura di un team designato a tal fine, visite ispettive ed ha condotto un'ampia e generalizzata indagine su tutto il territorio nazionale rilevando talune «criticità».
del Cilento e Vallo di Diano, al fine di contenere l'area entro limiti delle zone naturali veramente meritevoli di una salvaguardia nazionale, con l'esclusione dì tutti i centri abitati e delle tante aree a vocazione agricolo-pastorale;
Risposta. - L'interrogazione pone una preoccupazione sugli impatti ambientali che deriverebbero dalla effettuazione di una serie di opere, già realizzate o in via di realizzazione, in varie località nell'ambito del territorio del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno) e che emergono da segnalazioni avanzate dall'Associazione italiana Wilderness.
Parco con la partecipazione economica gestionale delle istituzioni e delle realtà locali (provincia di Salerno, comuni interessati, cooperative locali, associazioni ambientaliste, Isu), realizzando quelle auspicate sinergie istituzionali e quella concertazione locale necessarie per lo sviluppo delle iniziative di fruibilità compatibile. Gli investimenti attivati si accompagnano ad un piano economico e finanziario di gestione delle opere che prevede l'occupazione di giovani nei programmi di stabilizzazione LSU del parco. La realizzazione delle opere, è stata comunque preceduta da valutazione di compatibilità ambientale e le stesse sono ubicate in ambienti a caratteristiche antropiche, dove favorire la fruibilità compatibile delle risorse naturali a scopo escursionistico, e la stessa realizzazione è in linea con gli indirizzi di gestione del piano del parco ed i fini istituzionali dell'Ente. Si precisa che gli interventi sono relativi al programma Natour - delibera CIPE 18 dicembre 1996 - la cui attuazione è stata costantemente monitorata dal ministero dell'ambiente.
Per quanto attiene al progetto in località «Riesco» di Piaggine trattasi di strutture a supporto dell'Oasi faunistica per l'inserimento degli ungulati nell'area del monte Cervati (cervi e caprioli) coordinata scientificamente dal professor Sandro Lovari dell'Università di Perugia. Intervento rientrante pienamente nei compiti istituzionali del Parco in quanto trattasi di azione sperimentale di protezione e tutela della fauna selvatica per il reinserimento di specie autoctone.
Risposta. - Quest'amministrazione, consapevole dell'importanza della funzione svolta dalla componente volontaria nell'espletamento di compiti istituzionali del corpo nazionale dei vigili del fuoco, intende continuare a promuovere e valorizzare il volontariato su tutto il territorio, obiettivo espressamente previsto nella direttiva del Ministro per l'esercizio dell'attività amministrativa per il 2002.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate, sono state richieste informazioni all'ENAV - Ente nazionale per l'assistenza al Volo, il quale preliminarmente comunica che l'accordo del 7 dicembre 2002, firmato con le organizzazioni sindacali quali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Assivolo quadri, Sacta, Anpac e U.P., ha avuto la finalità di standardizzare le condizioni di impiego del personale nel rigoroso rispetto degli standard di sicurezza.
1941, n. 12, nel testo previdente alla data di entrata in vigore della presente legge e si svolgono secondo la disciplina di cui al capo III della presente legge (con conseguente applicazione degli articoli 123-quater e 123-quinquies del citato regio decreto nel testo previdente alla data di entrata in vigore della presente legge) -:
Risposta. - Come previsto dalla legge n. 48 del 13 febbraio 2001, che ha dettato disposizioni in materia di aumento del ruolo organico e di modalità di accesso in magistratura, con decreto ministeriale 12 marzo 2002 è stato emanato un bando di concorso per il reclutamento di 350 uditori giudiziari.
solidarietà tutti i rappresentanti sindacali Filcams-Cgil degli Istituti di Roma -:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Roma è emerso quanto segue.
personaggi oppure se ispirate da terzi.
Risposta. - Si comunica che la commissione centrale prevista dall'articolo 10 della legge n. 82 del 1991, recante norme in materia di protezione dei collaboratori di giustizia, ha richiesto alla Corte di cassazione, conformemente alla decisione adottata nel corso della seduta del 3 dicembre 2002, il testo integrale della sentenza con la quale le sezioni unite hanno annullato, con la formula «perché il fatto non sussiste», la condanna comminata in sede di appello nei confronti del dottor Corrado Carnevale per concorso esterno in associazione mafiosa.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta che la problematica evidenziata dall'interrogante ha trovato soluzione nel Protocollo d'intesa intervenuto tra questo ministero e la regione autonoma della Sardegna in data 6 marzo 2003, e successiva circolare del 1o aprile 2003, con cui sono state date ai competenti uffici della Sardegna le disposizioni operative per la prosecuzione dell'attività ordinaria relativa alle competenze previgenti all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 297 del 2002.
rischia di aggravare quella spirale di violenza e di odio che da tempo, oramai, insanguina la regione medio-orientale mietendo, soprattutto tra la popolazione civile, vittime innocenti;
Risposta. - Il Governo italiano è determinato a fare ogni sforzo per mettere fine alla violenza, prevenire ulteriori evoluzioni del conflitto e favorire il processo di pace, ritenendo altresì, come è stato segnalato più volte agli Israeliani, che l'incolumità fisica di Arafat, vada rispettata.
a questo risultato entro il 2005. Tale «Piano» è stato poi fatto proprio dal Quartetto dei mediatori internazionali durante la riunione di New York del 17 settembre 2002, incontrando il consenso delle due parti.
Risposta. - Quanto risulta all'interrogante circa la presunta uccisione di tre militari italiani dell'Aeronautica, nel corso di un pattugliamento in Afghanistan, è destituito di ogni fondamento.
di LIO (Interdizione della Leadership) e di monitorizzazione di eventuali traffici illeciti;
All'operazione ISAF, che si svolge sotto egida delle Nazioni Unite con il compito di assistere le istituzioni politiche provvisorie afgane a mantenere un ambiente sicuro nella città di Kabul e nelle aree limitrofe nel quadro degli accordi di Bonn, l'Italia partecipa con un contingente di 543 militari che comprende unità del Genio, NBC, Trasmissioni, Carabinieri, nonché un C-130J schierato negli Emirati Arabi Uniti per il necessario sostegno al contingente stesso.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare di cui all'oggetto, ed in base ad elementi assunti presso la direzione provinciale del lavoro di Milano, rappresento quanto segue.
con misure riorganizzative che con misure di taglio dei costi.
Risposta. - Il Governo concorda pienamente con la necessità di fare ogni sforzo per mettere fine alla violenza, prevenire ulteriori evoluzioni del conflitto e favorire il Processo di Pace. In tale contesto abbiamo pienamente condiviso la Risoluzione 1435 approvata il 24 settembre 2002 dal Consiglio sicurezza dell'Onu su proposta dell'Unione europea, nella quale viene lanciato un appello per l'immediata cessazione di ogni forma di violenza, richiedendo da un lato l'interruzione delle azioni israeliane a danno delle infrastrutture palestinesi e, dall'altro, il rispetto degli impegni assunti da parte dell'autorità palestinese contro il terrorismo.
avuto ed ha giurisdizione, eliminando in tal modo i disagi sopportati dagli stessi carabinieri e soprattutto i disagi lamentati dalla popolazione alessandrina.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione parlamentare presentata, si comunica che la mancanza di adeguate soluzioni infrastrutturali hanno impedito una diversa allocazione della stazione dei carabinieri di Alessandria-Orti, trasferita nel 1997 presso la sede del locale comando provinciale dell'Arma.
Risposta. - La crisi internazionale che ha travolto i colossi del settore delle comunicazioni in Europa e nel mondo ha impattato anche le realtà nazionali. La crisi ha comportato, come prima ed immediata conseguenza per tutti, il crollo dei consumi, la contrazione dei prezzi ed, in particolare, ha investito la Planetwork nel momento del suo massimo sforzo di investimenti.
Risposta. - Preliminarmente, è necessario chiarire che la linea di volo Atlantic, benché oggi stia per ultimare la propria vita operativa nell'attuale configurazione, potrà continuare a fornire un determinante contributo nell'attività di pattugliamento marittimo grazie ad un programma di prolungamento della vita operativa che prevede, tra l'altro, l'adeguamento del mezzo alla rilevazione notturna di obiettivi sul mare e, più in generale, di aggiornamento dell'avionica.
per le priorità programmatiche del settore, sia per i tempi connessi con lo sviluppo e la messa in produzione di velivoli per il pattugliamento di nuova generazione.
considerazione il destino dei lavoratori e i disservizi che procurano.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso, relativa alla Soc. Italcogim S.p.A. di Milano, esercente la distribuzione del gas metano e la costruzione delle relative reti di distribuzione, si fa presente quanto segue.
Risposta. - La Direzione provinciale del lavoro di Foggia, interessata in merito all'interrogazione in discorso, ha fatto presente quanto segue.
amministrativo addetto alla cancelleria andrebbe raddoppiato;
Risposta. - La pianta organica del Tribunale di Gorizia prevede 10 unità di magistrati e, al momento, non risultano vacanze.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso nella quale si lamenta l'irragionevole durata dei processi e si sottolinea la necessità di lavorare per il miglioramento dell'attuale situazione, soprattutto nelle province di Treviso e Vicenza, si rappresenta che la legge 13 febbraio 2001, n. 48 ha disposto l'aumento del ruolo organico del personale di magistratura per complessive 1000 unità.
Risposta. - Negli ultimi dieci anni le piante organiche delle strutture periferiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali, crescenti esigenze operative, cosicché la carenza di organico, lamentata dalla S.V. per il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso rispecchia una generale situazione di disagio presente su tutto il territorio nazionale.
rinnovi contrattuali del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco:
normativamente previsti; i permessi vengono concessi arbitrariamente secondo discrezionalità; i congedi vengono negati o differiti senza ragioni evidenti e comunque le comunicazioni di diniego o di accettazione sono rese all'ultimo istante; in ragione della situazione su esposta si stà verificando un aumento delle malattie tra il personale, molte derivanti da stress psicofisico e stati di ansia;
Risposta. - Con riferimento alle interrogazioni in discorso, alle quali si risponde congiuntamente, si rappresenta che l'istituto penitenziario di Piacenza è stato recentemente oggetto di accertamenti ispettivi nel corso dei quali è stato rilevato che, in passato, la gestione del personale è stata alquanto problematica; ne sono una prova i dati riguardanti le assenze per malattie ed il copioso carteggio con il quale le organizzazioni sindacali hanno imputato alla Direzione l'adozione di scelte unilaterali, il mancato rispetto dell'Accordo quadro nazionale, una gestione autoritaria e poco attenta ai bisogni del personale, ed un sistema di relazioni sindacali caratterizzato dalla mancanza di un serio confronto.
attraversano un momento di grave crisi -:
Risposta. - La Bemberg S.p.A. di Gozzano è una società che opera nel settore delle fibre chimiche ed occupa oltre 600 dipendenti.
Risposta. - In via preliminare, si sottolinea che questo ministero, nell'ambito dell'annuale programmazione dell'attività ispettiva, volta a tracciare le linee per una maggiore efficacia della stessa, è da sempre attento ad individuare quei settori considerati a «rischio», per i quali appare necessaria un'azione di vigilanza particolarmente capillare ed incisiva.
di intervento dell'utenza, è stata predisposta una vigilanza speciale nella provincia di Rimini, organizzando un gruppo operativo costituito da ispettori provenienti da diverse direzioni provinciali del lavoro nonché da personale dell'Arma dei carabinieri, per un totale di 15 unità.
Risposta. - Si fa presente, in via preliminare, che la vigilanza sull'applicazione della normativa in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro è riservata all'Unità sanitaria locale; il ministero del lavoro e delle politiche sociali la esercita solo in alcuni settori per il tramite delle Direzioni provinciali del lavoro (edilizia, radiazioni ionizzanti, Ferrovie dello Stato).
seicento nel 2001 e quattrocento nel 2002; purtroppo, però, tale rafforzamento è risultato impossibile per il noto blocco delle assunzioni successivamente previsto dalla legge 28 dicembre 2001, n. 448.
Appare, pertanto, chiara la volontà di fronteggiare il problema della sicurezza intervenendo, sia attraverso il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori che attraverso il riassetto della disciplina sulle ispezioni in materia di previdenza sociale e di lavoro.
ai 250.000 abitanti e, nonostante l'assoluta certezza di un errore che avrebbe di fatto sottratto oltre 23.000 abitanti dal computo effettivo, nulla si è potuto fare per modificare i risultati definitivi recepiti dal relativo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in discorso concernente l'utilizzazione dei dati dell'ultimo censimento ISTAT (21 ottobre 2001) ai fini delle consultazioni elettorali amministrative del 25 maggio-8 giugno 2003.
a pieno titolo essere applicati alle elezioni amministrative del prossimo 25 maggio-8 giugno 2003.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in oggetto indicata, si rappresenta che la sospensione dei termini di qualsivoglia natura (giudiziari, tributari ed amministrativi in genere) avviene in questi casi in forza di decreto-legge, deliberato all'esito di un'ordinanza contingibile del Presidente del Consiglio dei Ministri, emanata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
Comiso in aeroporto civile nella considerazione che tale struttura dispone già di circa 11.000 posti letto e che, oltre ad essere considerata ed usata come polo di riferimento per la protezione civile, costituisce un notevole punto di riferimento per quelle politiche euromediterranee della provincia di Ragusa, che ha registrato in Sicilia la più alta natalità di aziende economiche dell'isola.
Risposta. - In merito a quanto richiesto con l'atto ispettivo indicato in oggetto, sono state richieste informazioni all'Enac - Ente nazionale per l'aviazione civile, il quale fa conoscere che l'assenso alla riconversione della base militare di Comiso in aeroporto civile è stato già espresso dalla Presidenza del Consiglio e che l'utilizzazione dello stesso è prevista, come noto, dall'accordo di programma quadro sottoscritto tra Governo e Giunta regionale Siciliana il 5 novembre 2001, con i finanziamenti della Regione Sicilia di cui al POR 2000/2006.
Risposta. - Si comunica, sulla base degli elementi forniti dalla Questura di Torino, che gli autori del furto perpetrato la notte del 23 novembre 2002 presso la sede del «Gruppo Abele», si sono impadroniti di denaro contante per un ammontare di 2.328 euro, di due telecamere ed una macchina fotografica digitali, nonché di documentazione del tutto inidonea a fornire riferimenti utili alla localizzazione di testimoni e di collaboratori di giustizia.
Risposta. - I timori di un forte ridimensionamento della presenza giudiziaria nel territorio di Susa, paventato dagli onorevoli interroganti, traggono origine dal decreto n. 61/2002 redatto dal Presidente del Tribunale di Torino in data 10 dicembre 2002.
la possibilità di dare una qualche stabile soluzione alle necessità d'organico della Sezione distaccata) la trattazione ripartita degli affari facenti territorialmente capo alla Sezione Distaccata di Susa fra due magistrati togati, l'uno destinato al settore penale dottoressa Maria Cristina Pagano) e l'altro al settore civile (denominato genericamente «secondo giudice», ma identificabile solo in via provvisoria nei «supplenti applicati bimestralmente alla Sezione» cui fa riferimento il testo del progetto organizzativo); il citato decreto 61 del 2002, quindi, appare conseguenza evidente del mancato realizzarsi di quelle auspicate soluzioni.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, relativa alla crisi che sta attraversando la società Marzotto S.p.A. si fa presente quanto segue.
per il raggiungimento di un accordo che andrà definito presso la regione, sede istituzionalmente competente.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso, relativa all'infortunio mortale verificatosi pressi i Cantieri navali Vicentini di Porto Viro (Rovigo), dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Rovigo, è emerso quanto segue.
del ministero dell'ambiente nelle materie oggetto della «delega ambientale»;
Risposta. - In merito a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo cui si risponde, riguardante la circolare del 16 maggio 2003 del Capo di Gabinetto, si rappresenta quanto segue.
anche intimidatorie ed offensive rivolte ad alcuni rappresentanti sindacali - intervenute anche a seguito di una pronuncia del tribunale del lavoro che ha accolto il ricorso della Filcams Cgil ai sensi dell'articolo 28 legge n. 300 del 1970 - ma anche il disinteresse aziendale verso i diritti e le condizioni lavorative delle guardie particolari giurate dipendenti, avviate alla loro attività senza il rispetto dei requisiti di legge - titolo prefettizio, equipaggiamento, porto d'armi, giubbetti antiproiettile - e, quindi, senza alcuna tutela per la propria e la altrui sicurezza;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione provinciale del lavoro di Roma è emerso quanto segue.
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in oggetto, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che in relazione ai disservizi verificatisi sul treno 1925 (Roma-Palermo) del 26 novembre 2002 è stata costituita una apposita Commissione di inchiesta, che, accertata la gravità dei fatti, ha adottato tempestivi provvedimenti a carico dei responsabili ed assunto opportune iniziative per evitare, nel futuro, il ripetersi di inconvenienti simili.
2002 risultavano essere in dotazione reale solo 3 funzionari e 58 vigili permanenti;
Risposta. - Allo stato, l'Amministrazione, sulla base dei nuovi dati sul censimento nazionale, sta procedendo all'elaborazione delle nuove classificazioni delle sedi dei vigili del fuoco.
Risposta. - Nel novembre 2001, nel corso del mio intervento in Laos a favore dei 5 militanti del Partito Radicale Transnazionale, di cui tre italiani, arrestati a Vientiane, avevo sollevato presso le Autorità laotiane il problema della sorte dei cinque
leaders studenteschi laotiani arrestati il 26 ottobre 1999 in seguito ad una manifestazione in favore della democrazia.
Risposta. - Si rappresenta che il 1o ottobre 2002, nel centro storico di Venezia, hanno avuto luogo due distinte iniziative, aventi lo scopo comune di sostenere il referendum abrogativo della legge regionale n. 1 del 2001 «Interventi a favore delle famiglie degli alunni della scuola pubblica e paritaria», che si è svolto il successivo 6 ottobre 2002.
Risposta. - Sulla scorta di quanto comunicato dalla regione Toscana, si rappresenta quanto segue.
anch'esse regolarmente censite ed inserite nel Piano Regionale di Bonifica per gli opportuni interventi di risanamento ambientale. Ad oggi non risulta segnalata alcuna contaminazione da diossina, mentre la presenza di arsenico nella Piana di Scarlino è oggetto di studio da parte dell'Apat.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in discorso relativa alla situazione del quotidiano «Il Secolo XIX» si fa presente quanto segue.
caso di mancata adesione alla costituzione della rappresentanza sindacale unitaria;
Risposta. - Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
requisiti per lo svolgimento dell'attività di vigilanza, ovvero decreto di nomina a g.p.g. e porto d'armi, i membri della Filcams-Cgil hanno fatto presente che la società in argomento, per il periodo dal 1o dicembre 2001 al 28 febbraio 2002, ha effettivamente occupato personale neo assunto, sprovvisto dei titoli suindicati, anche se avviati in affiancamento a g.p.g., già qualificate ed operanti.
Risposta. - Si comunica che effettivamente il 20 novembre 2002 sono stati rimpatriati 24 cittadini nigeriani, destinatari di misure di espulsione, mediante un volo charter con tratta Amburgo-Fiumicino-Lagos, organizzato in collaborazione con il Governo tedesco.
di controlli di frontiera, sotto il duplice profilo operativo e normativo, con la proposta di dettagliate misure ed azioni da attuare a livello comunitario.
in tema di documenti di immigrazione, in quanto non consente comunque il rimpatrio o l'espulsione di chi ne è in possesso;
Risposta. - Si comunica che il lavoratore in attesa di regolarizzazione è in possesso soltanto della copia della ricevuta, che, pur indicando il suo nome, in realtà non ne consente l'individuazione certa. Tale ricevuta non può in alcun caso costituire documento idoneo ad autorizzare l'espatrio, seppur temporaneo, con successivo rientro, né può essere utilizzata come documento di identità o di riconoscimento. Ciò si porrebbe in contrasto non tanto con la recente legge sull'immigrazione, ma soprattutto con gli accordi di Schengen, che pongono in proposito vincoli precisi.
assolutamente indifferibili nel tempo, anche solo di qualche settimana o di qualche mese, saranno valutati adeguatamente con procedure di autorizzazione particolari legate alla specificità dei singoli casi.
Risposta. - In merito all'interrogazione in discorso, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che la linea ferroviaria Viterbo-Roma Ostiense, via Roma S. Pietro è stata recentemente interessata da notevoli interventi di potenziamento terminati alla fine dell'anno 2000 che hanno riguardato: l'elettrificazione dell'intera linea, il raddoppio del tratto Cesano-Roma S. Pietro, l'aumento della potenzialità con l'attivazione del distanziamento con blocco automatico tra Cesano e Roma S. Pietro e blocco conta assi tra Viterbo e Cesano e Roma S. Pietro e Roma Ostiense ed infine il rinnovo dell'intera sede ferroviaria e di fabbricati di stazione con realizzazione di nuove fermate (Olgiata, Ipogeo degli Ottavi, Appiano, Valle Aurelia).
Tale offerta, soprattutto nel tratto a doppio binario Cesano-Roma S. Pietro interessato da un servizio di tipo metropolitano, è suscettibile di ulteriori incrementi, essendo la potenzialità in tale sezione di linea di tre treni all'ora per senso di marcia.
domanda di trasporto e per la quale è allo studio il potenziamento dell'offerta.
«Linee guida per la gestione del cinghiale (sus scrofa) nelle aree protette», commissionato all'INFS dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio-Servizio conservazione della Natura;
recepita dalla legge regionale 17/95, articolo 35, comma 3;
Risposta. - Con riferimento a quanto rappresentato dall'interrogante con l'interrogazione in discorso, circa le azioni di contenimento numerico dei cinghiale all'interno della Riserva naturale del lago di Vico, si riferisce, che alla fine degli anni 80, nella Riserva in oggetto, in seguito a liberazioni nei dintorni della stessa, a scopo venatorio, è stato introdotto il cinghiale.
Atc, zone di ripopolamento e cattura, oasi di protezione eccetera; il comma 3 dello stesso articolo stabilisce che gli interventi di controllo della fauna selvatica nelle aree protette, siano attuati secondo quanto disposto dalla legge 394 del 1991.
Risposta. - La cittadina nigeriana Safiya Hussaini Tungar Tudu venne condannata a morte per lapidazione con l'accusa di adulterio nell'ottobre del 2001 dalla Corte islamica di Gwadawaba (Stato di Sokoto), località all'estremo nord della Nigeria.
«misti» ed ha consentito alle Corti islamiche di emanare talune sentenze di condanna a morte motivate dall'adulterio che hanno suscitato la riprovazione di tutta la comunità internazionale. Tali vicende hanno peraltro messo in luce le enormi difficoltà di coesistenza in Nigeria di due ordinamenti giuridici paralleli non omogenei, quello statale e quello federale, che sono apparse evidenti quando è stata posta la questione della costituzionalità della Sharia, ancora irrisolta.
Risposta. - In merito all'interrogazione in discorso, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che, mediamente, vengono effettuate 140.000 prenotazioni al giorno, per un totale di oltre 50.000.000 di prenotazioni l'anno.
Risposta. - Si comunica che il Comune di Colle Val d'Elsa è stato interessato di recente da alcuni episodi di risse tra gruppi di cittadini di origine sarda e gruppi di extra comunitari di etnia albanese, che hanno destato il preoccupato allarme della cittadinanza e di alcune forze sociali.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in discorso, con la quale si chiedono iniziative dirette ad eliminare le disparità di trattamento esistenti tra gli invalidi di guerra e gli invalidi per servizio militare, tenuto conto che nei trattamenti pensionistici conferiti agli invalidi di guerra non è contemplata la cumulabilità di più indennità speciali, beneficio ammesso nei confronti degli invalidi per servizio militare.
diritto alla indennità integrativa speciale sul trattamento pensionistico di guerra, ha previsto al comma 10 che detto emolumento aggiuntivo non spetta «a coloro che fruiscano di altra pensione, assegno o retribuzione comunque collegati con le variazioni dell'indice del costo della vita o con analoghi sistemi di adeguamento automatico stabiliti dalle vigenti disposizioni».
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in discorso, concernente l'istanza di trattamento pensionistico di guerra del signor Giuseppe Lauciello, nato a Calciano il 18 maggio 1921.
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che, conformemente a quanto disposto dalla norma di carattere generale la quale pone a carico del cliente l'obbligo di non recare disturbo agli altri viaggiatori, la Società Trenitalia limita l'uso indiscriminato dei telefoni cellulari a bordo dei treni consentendone l'utilizzo dei corridoi e sulle piattaforme delle vetture, a condizione che la suoneria sia disabilitata o abbassata
(punto n. 1, recante «prescrizioni di carattere generale per i viaggi in ferrovia», contenuto nelle disposizioni che regolano il trasporto delle persone su Trenitalia).
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che i teleindicatori ubicati nella stazione di Milazzo sono stati rimossi in quanto non più utilizzabili e ne ha previsto la sostituzione con nuove e più efficienti apparecchiature nell'ambito del progetto denominato «Infostazioni», che sarà attivato entro il 2003.
fonte scientifica, circa i dati altamente inquinanti rilevati nelle carrozze dell'Eurostar Roma-Milano, dovuti al fumo passivo:
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito di avere immediatamente disposto, con la collaborazione dell'Istituto nazionale tumori di Milano, l'effettuazione di ulteriori indagini ambientali sui treni Eurostar per una approfondita verifica ed analisi della situazione ed a maggiore tutela della clientela. I risultati verranno successivamente comunicati.
occidentale della provincia di Taranto.
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che già dall'orario di giugno 2001 è stata completamente rinnovata la programmazione dell'offerta sulla Direttrice adriatica che, in linea con la nuova strategia commerciale della lunga e media percorrenza, ha basato tale cambiamento sia su una maggiore velocizzazione dei collegamenti sia su una migliore qualità del servizio offerto, ottenuto con l'introduzione quasi esclusivamente del prodotto Eurostar.
Risposta. - Occorre preliminarmente riconoscere che con l'inizio della stagione venatoria 2002-2003, nella provincia di Brescia si sono effettivamente verificati diversi
episodi di violenza ai danni di agenti del Corpo forestale dello Stato e di Guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale impegnate in attività di contrasto del «bracconaggio».
e le isole della Campania, le zone umide della Puglia, le isole ponziane ed alcuni settori dell'Appennino.
ristrutturazione interna imperniato sulla decentralizzazione e la riduzione dei costi, allo scopo avvalendosi di alcune linee guida: concentrare una maggiore attenzione sul problema della sicurezza alimentare, trasferire il personale dalla sede generale sul campo, aumentare l'utilizzo di esperti provenienti dai paesi in via di sviluppo e in transizione, eccetera;
Risposta. - Per quanto riguarda in particolare il primo quesito posto dall'interrogante, e relativo ai programmi di cooperazione finanziati dalla Direzione per la cooperazione e lo sviluppo di questo Ministero degli esteri, ivi inclusi i programmi la cui realizzazione è affidata ad organismi internazionali, presso la citata Direzione è stata istituita l'Unità di valutazione con funzioni di programmazione e formulazione delle valutazioni in itinere ed ex-post. Inoltre, ai sensi dell'articolo 3 della legge 49 del 1987, questo Dicastero attraverso la Direzione cooperazione allo sviluppo, presenta ogni anno al Parlamento una relazione sulla politica di cooperazione svolta nell'esercizio finanziario precedente.
che dovrebbero avere quindi più voce in capitolo rispetto all'utilizzazione delle risorse.
Risposta. - Si rappresenta che il prezzo di cessione delle batterie esauste da parte del Cobat agli impianti di riciclaggio è legato alla quotazione del piombo del London Metal Exchange (LME); pertanto varia mensilmente, ex articolo 8 del decreto del ministro dell'ambiente 16 maggio 1990 recante lo Statuto del Cobat.
costo di trasformazione delle batterie, dichiarato dai riciclatori stessi, al livello di 650 delle vecchie lire al chilogrammo» non ha fondamento.
Risposta. - Il 15 novembre 2001, l'Assemblea del Cobat, ha negato l'iscrizione al Consorzio nella categoria dei riciclatori di una società che effettuava lo scassettamento di batterie esauste. Il diniego è stato
espresso in base al parere del Ministero dell'ambiente e del Ministero delle attività produttive (Autorità di vigilanza sul Consorzio) previamente interpellate al riguardo dal Consiglio di amministrazione del Cobat. Il parere è stato negativo. Infatti, con nota del 15 ottobre 2001, il Ministero dell'ambiente ha ritenuto che è «evidente che non possa essere iscritto al Consorzio, nel quadro della categoria dei riciclatori, il soggetto che, con lo scassettamento delle batterie esauste, svolga esclusivamente una fase preliminare ed eventuale del riciclaggio».
procedimenti non rispondenti, a detta del consiglio di amministrazione del consorzio, alla normativa di riferimento;
Risposta. - Il 15 novembre 2001, l'Assemblea del Cobat, ha negato l'iscrizione al Consorzio nella categoria dei riciclatori di una società che effettuava lo scassettamento di batterie esauste. Il diniego è stato espresso in base al parere del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle attività produttive (Autorità di vigilanza sul Consorzio) previamente interpellate al riguardo dal Consiglio di amministrazione del Cobat. Il parere è stato negativo; pertanto, l'Assemblea consortile ha deliberato di non accogliere la domanda.
al Cobat» è priva di ogni fondamento.
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito di avere immediatamente disposto, con la collaborazione dell'Istituto nazionale tumori di Milano, l'effettuazione di ulteriori indagini ambientali sui treni Eurostar per una approfondita verifica ed analisi della situazione ed a maggiore tutela della clientela. I risultati verranno successivamente comunicati.
altri casi «il piacere» avveniva solo dietro pagamento di una tangente -:
Risposta. - In riferimento all'interrogazione relativa agli abusi informatici nelle Pubbliche Amministrazioni, si rappresenta quanto segue.
utilizzo degli strumenti informatici da parte dei propri dipendenti; a tal fine soccorrono sia le opportune misure organizzative e di controllo che ciascuna amministrazione è tenuta ad adottare, sia la severità delle norme penali che sanzionano gli eventuali abusi. Tali norme, già da tempo esistenti nel nostro ordinamento, sono in corso di revisione ed affinamento per adeguarle alla «Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica fatta a Budapest il 23 novembre 2001»; un'apposita commissione interministeriale per il recepimento nel nostro ordinamento di tale atto sta già fattivamente da tempo operando presso il Ministero degli affari esteri.
Risposta. - Si fa presente quanto segue.
ENI site in San Donato Milanese (Milano) e piazzale Mattei (Roma).
generale, per l'immagine della provincia grossetana e toscana;
Risposta. - Sulla scorta di quanto comunicato dalla Regione Toscana, si rappresenta quanto segue.
Risposta. - Sulla base degli elementi forniti dal prefetto di Alessandria, si comunica che nella notte tra il 5 ed il 6 novembre 2002, presso il sacrario dei Martiri della Benedicta, eretto nella frazione Capanne di Marcarolo del comune di Bosio (Alessandria), sono stati danneggiati l'altare in marmo, la lapide in memoria dei caduti della resistenza e sono stati gettati a terra gli arredi ed i vasi di fiori ornamentali.
regionali addetti al parco naturale «Capanne di Marcarolo».
mesi scorsi un avvelenamento delle pecore, determinato, dalla diossina destò preoccupazione tra gli allevatori dell'area acerrana e nolana. Allora furono circa 6.000 i capi di bestiame sequestrati;
Risposta. - In merito a quanto esposto nell'atto di sindacato ispettivo di cui all'oggetto, si rappresenta che a seguito del rinvenimento di diossine nei latticini e nel latte, proveniente da capi di bestiame allevati nelle province di Napoli e Caserta, sono state poste sotto sequestro oltre 80 aziende zootecniche. Sulla vicenda è anche in corso un'inchiesta giudiziaria da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere.
commissario per la gestione dell'emergenza connessa allo smaltimento dei rifiuti per l'intera regione Campania e, nel 1996, il presidente della regione fu nominato commissario con l'obbligo di procedere anche alla bonifica delle aree inquinate.
e che vive dei proventi della prostituzione, dei furti e delle rapine;
Risposta. - Si comunica che la circoscrizione territoriale dell'ottavo municipio del comune di Roma, una delle più ampie della capitale, è caratterizzata, effettivamente, da condizioni di degrado urbano e sociale. Particolarmente problematica appare la condizione abitativa ed ambientale, determinata dalla crescita incontrollata dell'abusivismo
edilizio, con una sostanziale assenza di servizi adeguati all'incremento demografico. In tempi recenti sono state registrate anche diverse occupazioni abusive di appartamenti dell'edilizia pubblica, contrastate dalle forze dell'ordine.
considerazione della notevolissima estensione territoriale della giurisdizione attualmente ricoperta dal commissariato Casilino. La collocazione di un nuovo presidio nei quartieri Finocchio-Borghesiana, indicata anche dal questore come particolarmente adatta per un'ottimale distribuzione delle forze di polizia nel territorio, consentirebbe, infatti, agli abitanti delle zone più periferiche un diverso e più diretto contatto con le istituzioni, oltre ad alleggerire le competenze della forza attualmente operante su una superficie di 113.35 chilometri quadrati.
Risposta. - Si rappresenta che per i fatti in essa menzionati, in data 5 giugno 2002 il procuratore generale presso la corte di cassazione ha promosso l'azione disciplinare nei confronti del dottor Nicolò Marino.
Risposta. - L'interrogazione cui si risponde riguarda l'azienda «Mantovagricoltura» in località Fossato di Rodigo in provincia di Mantova.
Il sopralluogo effettuato in data 16 e 17 gennaio ha confermato quanto constatato dall'ARPA nei precedenti sopralluoghi.
socialmente ha assunto il problema della sicurezza nel comprensorio di Mariano Comense.
Risposta. - Si comunica che a Mariano Comense sono stati denunciati, nei primi dieci mesi del 2002, 209 furti, a fronte dei 306 denunciati nell'intero 2001 e le rapine, nello stesso periodo, sono state 5, mentre erano state 7 nel 2001.
misure destinate alla prevenzione del compimento di atti illeciti e, a promuovere iniziative per l'integrazione sociale e culturale degli immigrati anche attraverso apposite riunioni del consiglio territoriale per l'immigrazione;
Risposta. - Occorre preliminarmente sottolineare che la collaborazione fra gli uffici territoriali del Governo e gli enti locali in materia di sicurezza pubblica è il frutto di una evoluzione culturale, in atto da alcuni anni, intesa a privilegiare l'individuazione, nello specifico settore, di soluzioni il più possibile condivise, secondo il cosiddetto modello partecipativo, con le istituzioni rappresentative delle comunità amministrate.
Risposta. - Dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Torino è emerso quanto segue.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
Risposta. - Si ritiene opportuno far presente che il decreto ministeriale 25 luglio 2002, n. 214, ha istituito i nuovi titoli di abilitazione all'esercizio di stazioni di nave e di stazioni terrene di nave - installate a bordo di navi mercantili non soggette alle prescrizioni della convenzione SOLAS 74/83 - che utilizzano le frequenze e le tecniche del GMDSS (Global Maritime Distress and Safety System). Trattasi dei certificati di operatore Long Range (LRC) e Short Range (SRC) il cui conseguimento avviene previo superamento di esami consistenti in prove pratiche ed orali da sostenersi innanzi a commissioni costituite presso il ministero delle comunicazioni.
per auto e delle telecomunicazioni, che occupa 400 dipendenti, ha annunciato il licenziamento di 130 lavoratori;
Risposta. - La S.p.A. FIAMM AB ha presentato, per lo stabilimento di Avezzano, richiesta di intervento della cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione aziendale per il periodo dal 7 gennaio 2003 al 6 luglio 2004.
in cui hanno comunque assicurato la produzione, lo stabilimento è fermo e la drammatica prospettiva di restare senza lavoro si fa ogni giorno più concreta;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si comunica quanto emerso dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Nuoro.
Risposta. - Dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Ancona, è emerso quanto segue.
Risposta. - Dalle notizie acquisite dalla direzione provinciale del lavoro di Milano, tramite un rappresentante della S.p.A. FILA, è risultato quanto segue.
Risposta. - In data 6 marzo 2003, presso la sede della provincia autonoma di Trento, con la partecipazione e fattiva collaborazione dei rappresentanti del Governo provinciale, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e della ditta AUTOGRILL S.p.A., è stato sottoscritto un accordo che consente, relativamente all'ambito provinciale, una esaustiva risposta all'impellente richiesta dei lavoratori della filiale di Trento «Dante Mix» di mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che, come noto, il decreto legislativo 4 settembre 2002, n. 198, ha fissato le procedure per realizzare le infrastrutture strategiche di telecomunicazioni prevedendo in particolare, all'articolo 3, comma 1, che le categorie di infrastrutture di telecomunicazioni per la realizzazione dei servizi GSM/UMTS, larga banda e digitale terrestre, considerate strategiche ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 21 dicembre 2001, n. 443, sono opere di interesse nazionale realizzabili esclusivamente sulla base delle procedure definite dal decreto stesso, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 8, comma 1, lettera c) della legge 22 febbraio 2001, n. 36.
decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri previsti dall'articolo 4 della legge n. 36 del 2001.
Risposta. - Si fa presente che la decisione n. 2085 del 18 aprile 2003 di annullamento, per carenza di motivazione, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 1999, è stata assunta dal Consiglio di Stato, sez. VI, a seguito dell'accoglimento della richiesta presentata dai comuni di Gavi e Carrosio. Tale decisione ha tuttavia espressamente fatto salvo il potere della Presidenza del Consiglio dei ministri di adottare gli ulteriori provvedimenti amministrativi finalizzati alla procedura. Pertanto, il Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, con proprio decreto in data 16 maggio 2003, ha dichiarato positivamente concluso il procedimento di rinnovo della concessione mineraria a favore della società Cementir s.p.a., in accoglimento della richiesta avanzata in data 26 marzo 1999 dal ministero dell'industria, commercio e artigianato.
turismo nazionale ed internazionale si è in presenza di istallazione di boe che delimitano uno specchio d'acqua ora dedicato alla coltivazione di mitili;
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde sono state richieste informazioni al comando generale del corpo delle capitanerie di corpo che riferisce quanto segue.
Risposta. - In merito a quanto rappresentato nell'interrogazione in discorso occorre, innanzi tutto, precisare che se è vero che l'organismo autorizzato opera sostanzialmente su delega dell'Amministrazione ai fini del controllo di conformità della D.O.P. «Grana Padano», non può lo stesso delegare il consorzio di tutela a svolgere le corrispondenti attività conseguenti al decreto autorizzatorio, in quanto tale delega costituirebbe violazione di legge.
della medesima o di altre filiere, siano svolte sotto il controllo e in presenza di ispettori dell'organismo di controllo autorizzato.
circa il 70 per cento in meno rispetto al biglietto ordinario;
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che il costo complessivo relativo all'effettuazione del treno speciale per il giorno 20 dicembre 2001, con partenza da Napoli centrale ed arrivo a Roma, dedicato al trasporto di 450 persone fra aderenti all'organizzazione «NO GLOBAL FORUM» e studenti in occasione di una manifestazione studentesca durante gli Stati generali della scuola a Roma, è ammontato a 5164,57 euro.
Risposta. - Si comunica che lo scorso 6 novembre 2002 una cinquantina di persone, capeggiate da Luca Casarini, leader di una frangia del movimento «No Global», si sono presentate presso il valico di San Servolo (Trieste), al confine con la Slovenia.
Risposta. - Dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Roma è emerso quanto segue.
Risposta. - Riguardo il minizoo presente nel centro aziendale Basilicò e gestito dall'A.F.O.R. (azienda forestale della regione Calabria); sulla scorta di quanto comunicato dal ministero delle politiche agricole e forestali, dalla regione Calabria, dall'azienda forestale della regione Calabria e dall'ente parco, si rappresenta quanto segue.
Risposta. - Per quanto riguarda in generale la situazione dei diritti umani in Siria, questo Paese negli anni recenti non ha formato oggetto di risoluzioni di condanna per violazioni dei diritti umani né in sede di Commissione dei diritti umani né in
sede di III Commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite.
Risposta. - Rispondendo all'interrogazione in discorso si comunica che nel pomeriggio dell'8 settembre 2002 sono state rinvenute, presso la Stazione della Circumvesuviana di Sorrento, quattro taniche di materiale infiammabile collegate ad un timer e ad una pila.
con comprensibili disagi per i residenti nei pressi della linea ferroviaria ed il superamento - con ogni probabilità - dei limiti di legge -:
Risposta. - Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che, con l'ultimazione dei lavori di elettrificazione della linea Novara-Domodossola, attivata in data 10 giugno 2001, è stato possibile aggiungere ai 32 convogli già circolanti sulla linea in questione altre 7 coppie di treni merci al giorno.
- se l'Italia non debba in qualche modo rivedere il suo atteggiamento verso i vertici di questa organizzazione internazionale fino a mettere in forse la concessione dei propri contributi senza adeguate garanzie sui metodi di spesa e di controllo.
Risposta. - In relazione al primo quesito posto dall'interrogante e a seguito delle considerazioni formulate dal Presidente del Consiglio al Vertice sull'Alimentazione di Roma in plenaria e successivamente nel corso della conferenza stampa circa la necessità di una riduzione delle spese amministrative della Fao si è da parte italiana presa l'iniziativa per addivenire, innanzitutto in ambito Unione europea e poi in sede Ocse, ad un'azione congiunta volta a perseguire l'obiettivo di un contenimento del Bilancio corrente dell'organizzazione.
Risposta. - Ferrovie dello stato S.p.a. ha riferito che il servizio di trasporto delle biciclette al seguito del viaggiatore è in vigore dal 1992.
Risposta. - In merito a quanto rappresentato nell'interrogazione in discorso si fa presente, innanzi tutto, che l'Amministrazione è impegnata attivamente nel processo di riforma della Politica comune della pesca e da sempre ha sottolineato l'importanza di un più efficace impegno della Commissione europea nella promozione della cooperazione internazionale per il riconoscimento della particolarità del Mediterraneo.
sono trascorsi dodici anni dalla prima guerra del Golfo e, nonostante la liberazione dal regime di Saddam Hussein, 605 cittadini kuwaitiani e di Paesi terzi risultano ancora dispersi in Iraq (fra uomini e donne, militari e civili);
il Presidente del Comitato prigionieri e dispersi kuwaitiani in Iraq ha comunicato che nessuna novità è ancora emersa riguardo alla sorte dei 605 dispersi;
la Risoluzione 1284 del 17 dicembre 1999, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ribadiva «...l'obbligo dell'Iraq, a seguito dell'impegno assunto, a facilitare il rimpatrio di tutte le persone di nazionalità kuwaitiana e dei Paesi terzi, di cui al paragrafo 30 della risoluzione 687 del 1991, ad estendere ogni necessaria collaborazione alla Commissione Internazionale della Croce Rossa, richiamando il governo iracheno affinché sia ripresa la collaborazione con la Commissione Tripartita e la Sottocommissione tecnica per facilitare gli adempimenti concernenti questa questione»;
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 1441, dell'8 novembre 2002, deplorava il comportamento del Governo dell'Iraq per non aver adempiuto ai suoi impegni e lo invitava «ai sensi delle risoluzioni 686 (1991), 687 (1991), e 1284 (1999) a restituire e a cooperare nel dar conto dei cittadini del Kuwait e di paesi terzi detenuti illegalmente in Iraq, e a restituire i beni del Kuwait illegalmente confiscati dall'Iraq»;
nonostante le pressioni di numerosi Governi, l'azione continua della Croce Rossa Internazionale e di molti enti ed associazioni non governative, le autorità irachene di allora si erano sempre limitate a ripetere che in Iraq non esistevano i 605 prigionieri e dispersi, contrastando evidentemente, non solo con il dossier presentato dal Kuwait alle Nazioni Unite ma anche con le testimonianze delle maggiori organizzazioni umanitarie internazionali -:
quali iniziative intenda promuovere il Governo italiano per aiutare a risolvere questa questione che da oltre dodici anni lacera famiglie che continuano a soffrire per le conseguenze di un regime che è riuscito a creare una forte tensione nell'area del Golfo, vista anche la partecipazione dei militari italiani al contingente multinazionale per il dopoguerra in Iraq.
(4-06180)
Da parte italiana è sempre stata mantenuta alta l'attenzione sulla delicata questione, molto sentita dall'opinione pubblica dell'Emirato; in particolare, era prevista per i primi giorni di aprile la visita ufficiale in Italia di una delegazione parlamentare della Commissione prigionieri di guerra, poi rinviata
È opportuno indicare come il compito di rintracciare in casi di conflitto persone disperse o prigionieri rientri nel mandato istituzionale del comitato internazionale della Croce Rossa. Si tratta ovviamente di un compito che la Croce Rossa può svolgere in modo efficace solo con la piena collaborazione dei governi che esercitano la loro sovranità nei territori ove si ritiene si siano verificati gli episodi di scomparsa o nei quali le persone di cui non si hanno più notizie siano detenute.
Tale collaborazione da parte irachena non è mai stata prestata, come giustamente fatto notare dall'interrogante, nonostante che sin dal 1991, con la risoluzione 686, il Consiglio di Sicurezza delle organizzazioni nazioni unite avesse esplicitamente invitato le autorità irachene all'immediato rilascio dei cittadini kuwaitiani e di stati terzi detenuti, nonché all'eventuale restituzione delle salme per il tramite del Comitato internazionale della Croce Rossa. Tale pressante invito da parte del Consiglio di sicurezza è stato reiterato nel marzo dello stesso anno con la risoluzione 687, ai paragrafi 30 e 31, con la richiesta alle Autorità irachene di fornire liste dei cittadini kuwaitiani e di Stati terzi detenuti al CICR, facilitando inoltre i contatti diretti del personale dell'Organizzazione con le persone così identificate e collaborando alle attività di ricerca delle persone ancora scomparse. La Risoluzione 1284 del 1999, ai paragrafi operativi 13 e 14, reiterava ancora una volta la richiesta ed invitava il segretario generale a riferire al consiglio di sicurezza ogni quattro mesi sulle modalità e l'esecuzione data a tali obblighi in materia di rimpatrio dei cittadini kuwaitiani e di stati terzi o delle loro spoglie da parte irachena.
Come fatto opportunamente notare dall'interrogante tali obblighi da parte del regime di Saddam Hussein non sono mai stati adempiuti, vanificando gli sforzi diretti alla ricerca delle persone scomparse. Il riferimento preciso alla mancata collaborazione dell'Iraq con riguardo a tali obblighi è contenuto inoltre nella risoluzione 1441 del 2002 che, nella parte preambolare, cita le tre risoluzioni precedenti sopra menzionate, deplorandone la non osservanza da parte del regime iracheno. Ma, occorre aggiungere, il problema è ancora oggetto di particolare attenzione da parte della comunità internazionale come testimonia un nuovo testo di risoluzione sull'Iraq, approvato il 22 maggio 2003 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che esprime preoccupazione per la sorte dei cittadini kuwaitiani e di stati terzi scomparsi sin dall'agosto del 1990 ed incoraggia ogni sforzo volto alla loro localizzazione, identificazione e rimpatrio.
A tale riguardo occorre evidenziare che la Croce Rossa Internazionale svolge tale compito con impegno, indiscussa perizia e riconosciuta professionalità attraverso procedure e meccanismi ormai collaudati, che si avvalgono oggi anche dei più moderni canali informatici.
In proposito si segnala che è stato attivato sulla rete internet il sito della Croce Rossa www.familylinks.icrc.org consacrato alla ricerca delle persone scomparse in occasione di conflitti internazionali. Tale sito, di pubblico accesso, consente di mettere in rete tutte le informazioni ed i dati che le famiglie sono in grado di fornire relativi alle persone scomparse ed ai luoghi in cui tali scomparse si sono verificate, non solo agevolando così il compito del personale dell'organizzazione incaricato delle attività di ricerca presente in loco, ma rendendo possibile anche il contributo di persone esterne all'Organizzazione che per diversi motivi dovessero entrare in contatto o acquisire informazioni sulle persone scomparse. Quanto tuttavia tale esercizio rimanga complesso ed in molti casi estremamente difficile lo dimostra il fatto che risultano ancora aperti e in trattazione presso la Croce Rossa Internazionale casi di scomparsa che risalgono addirittura alla Seconda Guerra Mondiale.
L'assistenza della Croce Rossa Internazionale non si limita alla ricerca o comunque all'accertamento della sorte delle persone scomparse ma prevede anche forme di assistenza legale e psicologica alle famiglie.
L'organo centrale della Croce Rossa incaricato di tale specifica attività è la Central
Nonostante tale impegno la sorte di più di 600 cittadini kuwaitiani e di altre nazionalità, scomparsi nel corso del conflitto del 1991 non è stata ancora accertata, come dei resto quella di numerosi altri cittadini iracheni, fra cui un gruppo di più di un centinaio di studenti arrestati nella città Al Najaf per i quali si è in passato mobilitata Amnesty International.
Si ricorda infine che nel 1994 era stata costituita una Commissione tecnica tripartita, in cui erano rappresentati i governi iracheno, saudita e kuwaitiano, che aveva fra i propri compiti quello di accertare il destino delle persone scomparse nel corso del conflitto del 1991.
Il Governo italiano intende comunque adoperarsi, ma l'azione sarà evidentemente più incisiva nei momento in cui si costituirà un Governo iracheno, sia pur provvisorio - affinché piena luce sia fatta sulla sorte dei prigionieri e dei dispersi kuwaitiani.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
le Fs hanno deciso di sopprimere, dal prossimo mese di giugno, il treno Intercity 744 che partendo da Reggio Calabria, via Roccella-Catanzaro, collega la Locride con Roma;
la soppressione di questo unico Intercity di collegamento della Locride con Roma risulta inspiegabile dato che il treno 744 svolge un servizio importante caratterizzato dalla costante e notevole frequentazione dei viaggiatori che lo fa catalogare tra i treni economicamente attivi per le Fs;
la continua soppressione dei treni che collegano la Locride con il centro-nord d'Italia è fortemente nociva per quest'area territoriale già gravemente penalizzata dalle scelte compiute dalle Fs S.p.A. -:
quali iniziative urgenti intenda assumere affinché sia ripristinato l'indispensabile servizio reso dal treno 744, unico Intercity che collega la Locride con la Capitale d'Italia.
(4-02918)
La rimodulazione dell'offerta ferroviaria attuata da Trenitalia S.p.a. trova giustificazione in considerazione sia del bacino di traffico sia della necessità di garantire una maggiore velocizzazione del Sistema di trasporto che può essere assicurata solo dai treni Eurostar che, d'altro canto, a differenza dei cosiddetti «Velia», sono treni a composizione bloccata e, pertanto, non possono attuare la scomposizione dei convogli durante il percorso.
Tuttavia, in via temporanea, era stata istituita, fino a dicembre 2002, l'offerta di una nuova coppia di intercity Reggio Calabria-Lamezia Terme e viceversa, al servizio degli utenti della fascia jonica, in coincidenza a Lamezia con i nuovi Eurostar Reggio Calabria-Roma e viceversa.
Con l'entrata in vigore dell'attuale orario invernale, gli intercity sono stati sostituiti dal servizio regionale che è oggetto del contratto di servizio regionale stipulato direttamente dalla regione interessata con Trenitalia S.p.a.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nelle prime ore del 14 ottobre 2002 è stato perpetrato un grave attentato incendiario ai danni della casa di campagna del
secondo quanto è stato ricostruito dai carabinieri della locale stazione, i malviventi dopo avere fatto irruzione nell'edificio, hanno cosparso di gasolio il pavimento e appiccato il fuoco, aprendo anche la valvola di una bombola di gas che per fortuna non è scoppiata;
tuttavia le fiamme che si sono sviluppate nell'abitazione hanno distrutto ambienti e arredi;
l'attentato incendiario costituisce un grave atto di intimidazione nei confronti del comandante Basile il quale da oltre dieci anni svolge i suoi compiti d'istituto con scrupolo e senso del dovere, essendo persona stimata e rispettata;
l'episodio ha destato viva preoccupazione in tutta la riviera ionica messinese dove negli ultimi tempi si assiste a una moltiplicazione di atti delinquenziali -:
se siano state avviate indagini in ordine all'attentato incendiario descritto in premessa;
quali iniziative intenda assumere in relazione all'intensificazione di episodi delinquenziali nel territorio della riviera ionica messinese.
(4-04172)
Dai successivi riscontri investigativi veniva accertata la natura dolosa dell'incendio, prodotto da ignoti i quali, dopo essersi introdotti nell'abitazione, si servivano di liquido infiammabile per appiccare il fuoco ed aprivano una bombola di gas li giacente, che non deflagrava in quanto vuota.
Le relative indagini, svolte dalle locali strutture dell'Arma con il supporto del reparto investigazioni scientifiche di Messina, sono coperte da segreto istruttorio.
Il fatto è stato oggetto di approfondimento anche in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Messina, in considerazione del ruolo istituzionale rivestito dalla vittima.
Dai dati forniti dal Comande generale dell'Arma dei carabinieri, riferiti ai primi dieci mesi dell'anno trascorso, l'area della riviera jonica messinese, pur essendo interessata da un aumento tendenziale dei reati consumati, ha visto un contestuale aumento dell'attività di contrasto dei fenomeni criminosi, con un significativo incremento nel numero dei soggetti sottoposti a procedimenti giudiziari.
In particolare, l'efficacia delle misure repressive ha prodotto un sensibile decremento nei reati di maggiore allarme sociale, quali gli omicidi (4 nel 2001 contro 1 nel periodo considerato), le rapine (77 nel 2001 contro 59 nel periodo considerato) ed i furti (2.837 nel 2001 contro 2.133 nei primi 9 mesi del 2002).
Sono stati, inoltre, adottati numerosi strumenti di programmazione negoziata tra l'Ufficio territoriale del Governo del capoluogo e gli enti locali ed economici del comprensorio messinese, ai fini di un rafforzamento delle misure di tutela della sicurezza pubblica.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il lavoro nero e irregolare nel territorio nella provincia di Rimini, anche per particolare tipo di sviluppo socio-economico della realtà riminese, appare come un fenomeno particolarmente grave e diffuso;
emblematici i dati prodotti dagli organi di controllo: durante la stagione estiva del 2001 l'ispettorato del lavoro ha contestato 949 violazioni su 108 aziende del settore turistico-alberghiero ispezionate, e questi dati sono stati recentemente confermati dalle ispezioni effettuate nello
per quanto riguarda l'attività di vigilanza della sede provinciale dell'Inps di Rimini, nel corso del 2001 sono stati scoperti 1.300 lavoratori irregolari (non registrati a libro paga o con fuori busta), e accertati contributi evasi per lire 5.360 milioni, e sempre nel 2001 l'Inps ha accertato irregolarità nel 75,91 per cento delle Aziende con dipendenti sottoposte ad ispezione (a fronte di una media regionale del 64,56 per cento), e presso l'83,97 per cento dei lavoratori autonomi controllati (a fronte di una media regionale del 55,83 per cento); le cifre dell'Inps - che riguardano una minima parte del mercato del lavoro locale - assumono una notevole importanza non solo in termini assoluti, ma anche nel confronto con le medie regionali, facendo emergere come il fenomeno del lavoro nero e irregolare nella provincia si caratterizzi per una particolare ampiezza e gravità rispetto ad altre aree del territorio della regione;
per quanto precede riteniamo necessaria una particolare attenzione rispetto all'area riminese da parte delle Istituzioni regionali che si sono impegnate, con la delibera regionale n. 733 del 2001, all'adozione di politiche per la «Promozione della sicurezza, della regolarità e della qualità sociale delle condizioni di lavoro»;
gli enti locali stanno già articolando politiche e provvedimenti per fare fronte al fenomeno, negli ambiti, per esempio, della Commissione Provinciale per l'emersione del lavoro nero e irregolare e dell'Assessorato alle politiche del lavoro del comune di Rimini, ma qualsiasi politica o provvedimento in materia non può che essere estremamente limitato nei risultati se non viene accompagnato da una efficace azione di controllo da parte Organi di Vigilanza;
tuttavia allo stato attuale efficacia può essere difficilmente garantita da parte della direzione provinciale del lavoro di Rimini, a fronte delle drammatiche condizioni di carenza di organico in cui gli operatori del servizio si trovano ad operare (organico previsto 83 unità - in servizio 28 - Ispettori previsti 22 - in servizio 5) la stessa sede della direzione del lavoro è assolutamente inadeguata, del problema è stata investita la prefettura di Rimini -:
quali iniziative il Governo intenda assumere affinché sia sanata una situazione assai grave di diffusa illegalità;
quali siano le cause del deficit di personale alla direzione del lavoro ed in che tempi si intenda reintegrare l'organico in servizio effettivo.
(4-03454)
In considerazione di ciò, proprio al fine di intensificare la vigilanza nel periodo estivo e di soddisfare le numerose richieste di intervento dell'utenza, è stata predisposta una vigilanza speciale nella provincia di Rimini.
Infatti la Direzione regionale del lavoro di Bologna ha periodicamente supportato la Direzione provinciale del lavoro di Rimini, con unità ispettive provenienti da altre province della Regione Emilia Romagna, attraverso la costituzione di task-force operative, soprattutto nel periodo estivo e con l'invio di altri funzionari.
Si fa, inoltre, presente che l'azione di potenziamento delle risorse umane risente della necessità legata al contenimento della spesa pubblica.
Si fa riferimento, in particolare, a quanto disposto dalla legge finanziaria 2003 (articolo 34) che, oltre a riconfermare il blocco delle assunzioni per l'anno in corso, ha previsto obblighi normativi in termini di ridimensionamento delle dotazioni organiche,
In relazione alla necessità di un ampliamento degli organici dell'ufficio, si sottolinea, comunque, che, già da tempo, è in corso di predisposizione, presso l'amministrazione, un piano di adeguamento delle strutture e di rafforzamento degli stessi, sia mediante appositi concorsi pubblici, sia mediante il passaggio di personale da altre amministrazioni dello Stato.
A tale proposito, l'articolo 119 della legge n. 388 del 2000, proprio al fine di potenziare l'attività ispettiva e di favorire il contrasto ai fenomeni del lavoro nero, della economia sommersa e dell'evasione contributiva - con particolare riferimento alle problematiche concernenti la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro - aveva previsto l'assunzione di mille unità nei ruoli ispettivi.
Con riguardo a tale contingente, si fa presente che sono state già assunte le unità di personale individuate come idonee in precedenti concorsi, mentre le procedure per l'espletamento delle ulteriori assunzioni risentono del blocco previsto dalla legge n. 448 del 2001.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
secondo quanto riportato da vari organi di stampa, nelle ultime settimane e in varie città italiane - tra le altre Ancona, Milano, Novara, Rimini, Roma - si sono susseguiti, anche con cadenza quotidiana, controlli da parte delle forze dell'ordine all'interno di istituti statali di istruzione secondaria effettuati con la motivazione di operare controlli sull'eventuale spaccio e consumo di sostanze stupefacenti;
desta stupore che tali controlli, invece di essere operati all'esterno degli istituti scolastici o negli spazi interni comuni e previa autorizzazione del direttore scolastico, siano stati effettuati nelle classi e durante l'orario di insegnamento; nel corso di tali controlli sarebbero stati utilizzati anche cani «antidroga», con evidente disagio per gli allievi presenti e per lo svolgimento regolare delle lezioni, suscitando le proteste degli stessi docenti -:
se tali operazioni di controllo siano state effettuate con autorizzazione del ministero.
(4-04944)
Tali servizi, oltre a rendere più visibile la presenza dello Stato, costituiscono un deterrente verso la criminalità in quegli ambienti.
I risultati di tali operazioni del resto, confortano l'operato delle forze dell'ordine in tale settore, infatti, durante l'anno appena trascorso, sono stati sequestrati, all'interno o nei pressi di istituti scolastici, oltre 12 kg di marijuana con il conseguente deferimento all'Autorità giudiziaria di 42 persone.
Si precisa, infine, che le decisioni su questo tipo di interventi vengono di norma assunte localmente in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, previe intese con i provveditori ed i direttori scolastici.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in data 6 marzo 2003 una cittadina statunitense di 23 anni, Rachel Corrie, è morta nella Striscia di Gaza, Palestina, dopo essere stata travolta da una ruspa
Rachel Corrie, secondo la ricostruzione riferita da numerosi osservatori internazionali e da fonti mediche palestinesi, stava tentando, ben visibile e a mani alzate, di impedire a un bulldozer dell'esercito israeliano di abbattere una abitazione di cittadini palestinesi, di proprietà di Samir Masri, nei pressi di Rafah;
stando al racconto di un testimone dell'organizzazione internazionale di solidarietà I.S.M. (International Solidarity Movement), di cui la Corrie era aderente, la donna era sola davanti alla casa e, allo scopo di fermare le operazioni di demolizione, avrebbe urlato al bulldozer di fermarsi; subito dopo sarebbe caduta ma il bulldozer avrebbe continuato a muoversi e, nonostante le grida dei presenti, le sarebbe passato sopra, facendo poi marcia indietro;
la donna e gli altri giovani presenti facevano parte di uno dei tanti gruppi pacifisti che dall'inizio della seconda Intifada, nel settembre del 2000, protestano in Israele cercando di fermare coi propri corpi le incursioni dell'esercito di Tel Aviv contro civili palestinesi;
l'O.N.U., la comunità internazionale, associazioni per i diritti umani come Amnesty International, hanno in più riprese duramente condannato la pratica dell'esercito israeliano di radere al suolo le abitazioni di civili nel corso di «operazioni di polizia» nei territori occupati -:
se non ritenga opportuno intervenire presso le debite sedi diplomatiche affinché agli accertamenti disposti dall'autorità giudiziaria locale seguano anche indagini in sede internazionale volte ad appurare se siano stati violati i diritti umani di cittadini stranieri.
(4-05777)
La situazione dei diritti umani nell'area continua ad essere seguita con particolare attenzione dall'Italia, anche con riferimento alla delicata tematica della protezione della popolazione civile; in questa prospettiva abbiamo contribuito con gli altri partners comunitari a presentare - nel quadro dei lavori della 59ma sessione della Commissione per i diritti umani dell'ONU in corso di svolgimento a Ginevra - un testo di risoluzione in cui la problematica generale evocata nell'interrogazione in questione viene affrontata in maniera approfondita.
Come affermato dall'interrogante, l'accertamento delle circostanze riferite all'episodio specifico sono da riferirsi in primo luogo all'autorità giudiziaria locale che provvederà a verificare modalità dell'accadimento ed eventuali responsabilità individuali.
Da parte italiana si continuerà a seguire con estrema attenzione, nel quadro di un'azione concertata con gli altri partners, europei, l'evolversi della situazione nell'area sotto il profilo del rispetto e della tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
l'interrogante ha più volte posto al Ministro in precedenti atti di sindacato ispettivo (che ad oggi non hanno avuta alcuna risposta) la questione della carenza di risorse umane dei vigili del fuoco nonché l'inopportunità di sottrarre ulteriori risorse ai peculiari obiettivi della protezione civile e dei vigili del fuoco, che già hanno organici pressoché dimezzati rispetto al fabbisogno reale, per impiegargli a fini impropri;
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Rimini versa da tempo in una situazione insostenibile, anche a causa del numero elevato di personale inidoneo che è destinato a crescere ulteriormente in seguito alla prossimo, con deleteri effetti sulla prevenzione e sulle capacità d'intervento;
la forza effettiva del comando, il cui fabbisogno è ad avviso del comando e dell'interrogante pesantemente sottostimato dal ministero in 176 unità, consta di sole 165 unità di cui ben 87 (rispetto alle 92 previste) destinate al distaccamento aeroportuale di Miramare. La sede centrale, con le rimanenti 78 unità, dovrebbe fronteggiare 3000 emergenze l'anno;
la situazione si aggrava poi durante la stagione estiva, in cui si rende necessaria l'apertura di un distaccamento temporaneo a Cattolica, per la gestione delle emergenze al sud della provincia;
già oggi i vigili del fuoco di Rimini non possono usufruire di ferie e permessi e la stanchezza e lo stress prolungato non possono che aumentare i rischi e il personale minaccia il ricorso al diritto di sciopero -:
se il Governo non ritenga opportuno procedere urgentemente a dotare il comando di Rimini di un adeguato numero di personale operativo prima che la situazione nella provincia esploda.
(4-05796)
Negli ultimi dieci anni le piante organiche delle strutture periferiche del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco non sono state adeguate, se non in minima parte, alle reali, crescenti esigenze operative. A tal fine sono risultati insufficienti gli incrementi di organico previsti dalle leggi n. 246 del 2000 e n. 75 del 2001, concernenti il potenziamento del Corpo.
L'attuale Governo ha quindi avvertito il potenziamento degli organici dei Vigili del fuoco come una delle priorità nel settore della sicurezza civile ed ha iniziato ad incidere sul problema con la legge finanziaria 2003 che, all'articolo 34, comma 7, ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità. Oltre a questo intervento, sarà possibile procedere, ai sensi della stessa legge finanziaria 2003, all'assunzione di un ulteriore contingente di personale al momento non numericamente quantificabile. L'articolo 34, commi 5 e 6, di tale articolato prevede, infatti, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 220 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.
Ad ulteriore conferma della particolare attenzione riservata al problema, la recente direttiva generale per l'attività amministrativa per il 2003, adottata dal Ministro dell'interno il 17 marzo 2003, ha individuato tra l'altro, nell'ambito dell'obiettivo strategico del potenziamento organizzativo e tecnico-logistico del Corpo nazionale, l'obiettivo operativo dell'incremento dell'organico.
Un ulteriore incremento di personale, questa volta volontario, si potrà registrare a seguito dell'attuazione, già avviata, del progetto pluriennale denominato «Soccorso Italia in 20 minuti» finalizzato ad attivare 292 nuovi distaccamenti dei vigili del fuoco sul territorio, tra i quali soprattutto quelli volontari, e ad assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «115» ad altri 6 milioni di abitanti, in aggiunta ai 46 milioni già serviti così rapidamente.
Gli interventi adottati e programmati, tuttavia, non sono sufficienti a fronteggiare la totalità delle esigenze operative. Pertanto la problematica in questione non potrà essere risolta se non con ulteriori, specifici provvedimenti legislativi che prevedano opportuni incrementi di personale permanente del Corpo.
Ciò premesso in linea generale, si comunica, con riferimento specifico all'oggetto dell'interrogazione presentata dall'interrogante, che la prospettata opportunità di provvedere ad un incremento dell'organico del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Rimini, pur trovando concorde questa Amministrazione, sarà valutata nel quadro generale delle esigenze del territorio nazionale, tenendo presente che la situazione della sede di Rimini è comune a buona parte delle altre analoghe strutture.
Al riguardo, si segnala che nel citato progetto «Soccorso Italia in 20 minuti» è ipotizzata, con riferimento alla provincia di Rimini, l'istituzione di n. 4 distaccamenti (a Cattolica, Montescudo, Marciano di Romagna e Verucchio), la cui concreta attivazione richiederà la fattiva collaborazione delle amministrazioni comunali interessate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
l'articolo 78, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, numero 388, prevede che «...in deroga a quanto disposto dall'articolo 12, comma 4, del decreto legislativo 1 dicembre 1997, n. 468, e limitatamente all'anno 2001, le regioni e gli enti locali che hanno vuoti in organico e nell'ambito delle disponibilità finanziarie possono, relativamente alle qualifiche di cui all'articolo 16 della legge 28 febbraio 1987 n. 56 effettuare assunzioni di soggetti collocati in attività socialmente utili...»;
l'articolo 16 della legge n. 56 del 1987, attiene alle «...assunzioni dei lavoratori da inquadrare nei livelli retributivo-funzionali per i quali non è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo...» (e cioè, III e IV qualifica funzionale);
l'organico dell'amministrazione comunale di San Giovanni La Punta per quanto attiene alle III e IV qualifiche funzionali presenta numerosi posti vacanti;
codesta amministrazione gode di ampie disponibilità finanziarie, come si evince dai rapporti lavorativi interinali recentemente instaurati;
sussistono pertanto i presupposti prescritti dall'articolo 78, comma 6 della legge n. 388/2001, ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili;
sussiste altresì l'interesse pubblico all'eliminazione del precariato derivante dal ricorso ai lavori socialmente utili, mediante assunzioni a tempo indeterminato;
altre amministrazioni comunali, ad esempio il comune di Aci Sant'Antonio, hanno già dato applicazione all'articolo 78, comma 6 della legge n. 388 del 2000 procedendo all'assunzione di numerosi giovani impiegati in attività socialmente utili;
i lavoratori impiegati in attività socialmente utili hanno chiesto, con atto di diffida, all'amministrazione comunale di San Giovanni La Punta, di adottare entro e non oltre il 31 dicembre 2001, gli atti e i provvedimenti necessari ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato, ai sensi dell'articolo 78, comma 6, della legge n. 388 del 2000 -:
quali iniziative intenda assumere a tutela dei lavoratori che hanno svolto con impegno e diligenza la propria attività e che chiedono di uscire dal tunnel del precariato.
(4-01694)
La legge n. 289 del 27 dicembre 2002 (legge finanziaria per l'anno 2003) all'articolo
Il citato articolo 78, comma 6, stabilisce inoltre che, nel caso in cui vengono assunti soggetti collocati in attività socialmente utili, l'incentivo previsto dall'articolo 7, comma 1, della legge n. 81 del 2000 è esteso anche alle regioni e agli altri enti locali e agli enti pubblici dotati di autonomia finanziaria, per le assunzioni ai sensi dell'articolo 12, comma 4, del decreto legislativo n. 468 del 1997.
Il citato articolo 50, comma 5 della legge n. 289 del 2002 precisa che tali incentivi sono attivabili nei limiti di euro 2.789.000 anche l'anno 2003.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Pasquale Viespoli.
il 10 febbraio 2001 alle ore 18,00, Darfo Boario Terme, provincia di Brescia, è stata teatro di due manifestazioni: quella organizzata dalla locale sezione della Lega Nord contro l'immigrazione clandestina, regolarmente autorizzata, e quella contro il razzismo promossa dal Movimento Antifascista, CGIL, CISL, UIL Vallecanonica-Sebino e dai Democratici di Sinistra, non autorizzata. Nel corso del corteo i manifestanti della Lega Nord sono stati sottoposti al lancio di oggetti contundenti, ingiurie ed intimidazioni;
alle ore 20,10, al termine della manifestazione, la signora Elvira Pianta consigliere comunale e Leonardo Chiudinelli segretario della sezione sono stati aggrediti, derubati e percossi da individui a viso coperto;
all'aggressione, avvenuta nella sede della Lega Nord in Via Roma, è seguita un'inchiesta contro ignoti promossa dalla procura nella persona del pubblico ministero di turno Mario Conte;
il 24 aprile del 2001 due giovani di 23 e 24 anni, uno di nazionalità italiana, l'altro di origine marocchina, sono stati denunciati in quanto sospettati dell'assalto alla sede della Lega Nord;
i militanti dei centri sociali, tra i quali magazzino 47 di Brescia, da sempre antagonisti della Lega Nord, in quel particolare periodo avevano organizzato manifestazioni per «bloccare» i cortei autorizzati contro l'immigrazione clandestina («una rete contro i leghisti», Brescia oggi 1 marzo 2001) -:
se sia intervenuta l'autorità giudiziaria, e se siano in corso indagini.
(4-03314)
Le indagini consentivano di identificare gli autori del reato ed in data 20 aprile 2001, i carabinieri della Compagnia di Breno, Nucleo operativo e radiomobile, presentavano una informativa a carico di Ponti Maurizio, nato a Brescia il 23 novembre 1977, e Zaki Abdeljalil, nato a Casablanca il 3 marzo 1978, domiciliato a Lucca, munito di permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Lucca con scadenza 23 gennaio 2001.
A seguito della presentazione della predetta informativa e dell'identificazione degli indagati, veniva disposta in data 13 settembre 2001 l'iscrizione del procedimento n. 16771/01/U a modello Unico a carico di Ponti Maurizio, per il reato di cui agli articoli 110, 582 del codice penale e per il reato previsto dall'articolo 581 del codice penale, e di Zaki Abdeljalil, per il reato previsto dagli articoli 110, 582 del codice penale.
In data 15 ottobre 2001 la Procura provvedeva al deposito degli atti ex articolo 415-bis del codice di procedura penale. Al
Ponti Maurizio riceveva la notifica dell'avviso in data 15 aprile 2002; l'avviso viceversa non poteva essere notificato a Zaki Abdeljalil in quanto con nota del 3 aprile 2002 i carabinieri di Ponte a Moriano comunicavano che il predetto non risultava aver mai domiciliato all'indirizzo dichiarato.
Con provvedimento del 19 aprile 2002 la procura suddetta dichiarava l'irreperibilità di Zaki Abdeljalil e in pari data veniva nuovamente disposto il deposito degli atti per entrambi i prevenuti.
Il nuovo avviso di deposito veniva notificato a Zaki Abdeljalil in data 16 maggio 2002 presso il difensore atteso il suo status di irreperibile, mentre a Ponti Maurizio veniva notificato personalmente in data 14 maggio 2002.
In data 11 luglio 2002 il pubblico ministero richiedeva al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio dei prevenuti per i reati ad essi rispettivamente ascritti.
Il 2 settembre 2002 il giudice per le indagini preliminari alla luce del disposto di cui all'articolo 550 del codice di procedura penale, restituiva gli atti al pubblico ministero che, in data 8 novembre 2002, emetteva decreto di citazione a giudizio nei confronti dei due imputati per i reati loro ascritti.
Dalle indagini svolte non sono viceversa emersi utili elementi di accusa in relazione al reato di furto denunciato dal Chiudinelli.
Infatti la stessa parte offesa non è stata in grado di fornire indicazioni per l'identificazione degli aggressori, né tanto meno di chi si era impossessato del portafogli, non riuscendo così ad effettuare il riconoscimento delle persone identificate e denunciate dai carabinieri.
Di contro la parte offesa Pianta Elvira e un teste, sebbene abbiano riconosciuto nei denunciati gli aggressori, nulla hanno riferito in merito all'autore del furto.
Pertanto la suddetta procura della Repubblica di Brescia ha riferito di aver richiesto l'archiviazione per il procedimento n. 7407/01 mod. 44, a carico di ignoti, per il reato di furto.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
da alcuni giorni l'illuminazione notturna della pista principale dell'aeroporto di Brindisi non è funzionante;
tale inconveniente non compromette forse, i voli di linea in ore notturne, che atterrano e decollano dalla pista secondaria, ma può compromettere i voli umanitari della base ONU di Brindisi che, come noto, sono stati intensificati dall'inizio del conflitto in Iraq;
data la loro natura, i voli umanitari vengono spesso operati con velivoli di notevoli capacità di carico che date le dimensioni del velivolo richiederebbe l'uso della pista principale;
tale situazione costringe, pertanto, ad operare solo in ore diurne -:
come intenda intervenire il Governo, considerata la necessità dell'operazione in corso e, ai fini della stessa, come intendono i Ministri attivarsi affinché, con la massima urgenza, sia riattivata l'illuminazione della pista principale dell'aeroporto di Brindisi, per dare la possibilità ai veicoli Cargo di operare anche nelle ore notturne.
(4-05937)
Gli interventi da attuare sono stati elencati in apposita check list e suddivisi in due distinti gruppi: gruppo A: interventi da porre in atti con la massima celerità; gruppo B: interventi più complessi ed onerosi con tempi di attuazione più lunghi in quanto articolati in diverse fasi quali la progettazione, l'approvazione tecnica, la gara di appalto, eccetera.
Allo scopo di ovviare immediatamente alle criticità riscontrate, l'Enac di concerto con la S.E.A.P. ha provveduto a destinare a questo scopo precipuo le risorse finanziarie previste dall'articolo 17 legge n. 135 del 1997 nonché i finanziamenti A.P.Q. destinati alla Regione Puglia.
Per quanto concerne, nello specifico, lo scalo di Brindisi si deve premettere che questo è un aeroporto militare aperto al traffico aereo civile e, pertanto, tutte le infrastrutture di volo, ivi compreso, quindi l'impianto AVL, fanno parte del demanio del ministero della difesa. Tali infrastrutture, pertanto, fatta eccezione per il piazzale di aviazione civile e di n. 2 raccordi di rullaggio, sono gestite dall'Aeronautica militare.
Il citato Ente, tuttavia, in occasione delle visite ispettive effettuate da un team appositamente designato per verificare la conformità dello scalo in questione agli standard di riferimento, ha rilevato la vetustà dell'impianto e ne ha informato l'aeronautica militare che, a sua volta, ha comunicato in merito di aver programmato per il 2004 l'adeguamento dell'impianto stesso.
L'Enac, tuttavia, tenendo conto della peculiare natura umanitaria di alcuni tra i voli civili operati sull'aeroporto di Brindisi e, in considerazione del notevole potenziamento della base attuata sul medesimo aeroporto, ha ravvisato la necessità che i tempi programmati fossero abbreviati.
A tal riguardo, l'ente ha più volte sollecitato, per il tramite della locale direzione aeroportuale, la competente Amministrazione militare ad anticipare i lavori di adeguamento dell'impianto e della cabina elettrica ad esso asservita.
Ad ulteriore informazione, l'Enac ha fatto conoscere di avere approvato interventi per l'implementazione e la messa a norma ICAO della segnaletica verticale luminosa. È, altresì, prevista la realizzazione dell'impianto di radioassistenza VOR per la pista 05-23.
L'Enac rappresenta, da ultimo, che nell'ambito degli interventi riconducibili al sopraindicato gruppo B, finanziati dal PON 2000-2006 e per i quali è stato sottoscritto un accordo di programma con la regione Puglia, sono previsti adeguamenti degli aeroporti di Bari e di Brindisi agli standard di cui alla normativa di riferimento per un importo di 16 milioni di euro.
Il relativo progetto definitivo dovrà essere presentato entro il mese di dicembre 2003.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
risulta all'interrogante, sulla base di notizie fornite da un'associazione per la tutela dell'ambiente di rilevanza internazionale, la Wilderness, che vi è una serie di opere già realizzate, o in via di realizzazione, in varie località del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (SA), in particolare l'area interessata dovrebbe essere quella della Zona A1;
le opere, già eseguite o in via di autorizzazione, sarebbero collegate con fondi pubblici, allo scopo di valorizzare il Parco Nazionale dal punto di vista turistico;
da più parti si sono levate vibrate proteste perché, sotto l'apparente copertura della salvaguardia ambientale, nella realtà certe opere, realizzate con finanziamenti pubblici, hanno finito per danneggiare luoghi e panorami selvaggi del Cilento;
in quest'allarmante circostanza s'inserisce la proposta, tenacemente appoggiata dai residenti nelle località protette, per la ridisegnazione del Parco Nazionale
le opere sopra accennate avrebbero per lo più lo scopo di rendere fruibile l'area protetta a fini turistici ricreativi, andando a ledere in tal modo, l'originaria mansione del Parco, che resta quella della salvaguardia;
per definizione il Parco è, infatti, un'area di conservazione dell'ambiente e non di sviluppo urbanistico;
a questo punto sembra addirittura paradossale il fatto che, nella realtà, da una parte il Parco limiti gli interessi e la stessa libertà di iniziativa e di movimento di specifiche categorie sociali, come cacciatori, agricoltori, pastori ed operatori edili, adducendo la motivazione di una presunta salvaguardia dei valori ambientali; e dall'altra lo stesso Parco svilisce e danneggia il paesaggio, con costruzioni pubbliche di forte impatto ambientale;
vanno inoltre segnalati tagli boschivi, effettuati o nell'attesa di autorizzazione, in foreste di elevato valore ambientale e biologico;
tra i sospetti provvedimenti vi sono quelli, realizzati o in via di realizzazione, che riguarda i comuni di Piaggine, località «Falascoso» (Cima di Mercuri), «Piesco», «Lenata», «Corduri», Monte Mercuri; Celle di Bulgheria, loc. «Monte Bulgheria», Camerota loc. Monte Bulgheria, Magliano Vetere, località «Cagnano» e «Calore», Cannalonga, loc. «Stravacco», Campora, loc. Bosco Montagna» -:
se il Ministro voglia appurare il reale impatto ambientale delle opere realizzate o in via di realizzazione nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, utilizzando fondi pubblici;
quali provvedimenti il Ministro voglia adottare, una volta appurate le responsabilità, nei confronti dell'Ente che ha autorizzato lavori che si pongono in antitesi alla salvaguardia dell'ambiente, mansione, quest'ultima, cui è delegato per statuto.
(4-00183)
In particolare, con la nota del 13 maggio 2001 la predetta associazione ha rappresentato la preoccupazione per l'uso di fondi pubblici per finalità solo apparentemente di salvaguardia ambientale e che, invece danneggerebbe l'ambiente ed i panorami selvaggi del Cilento.
Al riguardo fornisce un elenco di opere, già realizzate od in corso d'opera, che sarebbero state effettuate con fondi pubblici e con lo scopo di «valorizzare» il Parco nazionale dal punto di vista turistico o comunque collegabili allo stesso, quali contribuzioni ad iniziative volte a creare progettazioni varie nei Comuni che hanno accettato di entrare nel parco nazionale.
Da tale elenco emerge che, fatta eccezione per due opere nel comune di Piaggine, relative alla realizzazione di un elettrodotto, le opere indicate sono tipologie assoggettate alla procedura di VIA nazionale non riconducibili a quella regionale.
In particolare sono state assunte informazioni presso l'ente parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano il quale ha comunicato che:
gli interventi segnalati dall'associazione Wilderness, secondo quanto riferitogli dall'amministrazione procedente (Comunità Montana Gelbison e Cervati) sono stati autorizzati dal ministero dell'ambiente prima dell'istituzione dell'Ente;
gli interventi sul monte Bulgheria ove già esisteva, prima dell'istituzione dell'ente, una strada realizzata nell'ambito dei vecchi progetti di forestazione finanziati dall'ex ministero dell'agricoltura, sono relativi alla realizzazione di un'azione integrata del
Sui tagli boschivi, l'ente si trova a gestire una legislazione regionale che permette il taglio di boschi cedui di superficie inferiore a ettari 10 senza alcuna autorizzazione. Al fine di valutare l'impatto di compatibilità ambientale degli interventi di taglio l'ente ha concordato con la regione Campania un regolamento per i tagli che prevede la necessaria autorizzazione dell'Ente Parco.
L'ente, comunque, si è dotato di un Piano di gestione del patrimonio forestale redatto dall'accademia nazionale delle scienze forestali, avente ad oggetto indirizzi gestionali definiti, e, in ogni caso, prima del rilascio di qualsiasi provvedimento autorizzatorio, ne valuta la compatibilità, oltre che con specifici sopralluoghi, avvalendosi, soprattutto di una commissione di esperti.
Si ha notizia, infine che nella maggior parte dei casi gli abusi sono stati segnalati, dal personale del corpo forestale dello Stato alla competente Autorità giudiziaria e per gli stessi sono state espletate indagini dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
sin dall'inizio questo Governo si è fatto portavoce di una volontà riformatrice, fra le riforme vi era quella di riorganizzare il Corpo nazionale dei vigili del fuoco con lo scopo di raggiungere l'elevato standard qualitativo dei più avanzati paesi europei;
una grave carenza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è quella dei vigili del fuoco volontari che, unica nazione al mondo, in Italia sono in rapporto di quattro a uno con gli effettivi, rapporto che all'estero è invertito;
l'arruolamento e la formazione dei volontari sono stati di fatto scoraggiati dalla tracotanza sindacale interna che non riuscendo ormai a rappresentare il personale permanente si è arrogato il diritto di rappresentare il personale volontario, conducendo nei fatti una guerra fra poveri, indebolendo i volontari, difendendo maldestramente i permanenti, in ogni caso a scapito dell'efficienza e delle necessità del Corpo nazionale;
nel frattempo sono sorte centinaia di associazioni di volontariato di protezione civile all'interno delle quali vi sono tecnici, specialisti, operatori ed esperti in ogni campo, in quantità dieci volte superiore rispetto a quelli presenti nei vigili del fuoco permanenti;
oltre al danno sindacale si è aggiunta la beffa del regolamento emanato dal Governo precedente, controverso quanto, a giudizio dell'interrogante, assurdo che ha suscitato le vivissime proteste dell'associazione nazionale dei vigili del fuoco volontari, ottenendo la creazione di apposite commissioni e sottocommissioni formate dai vigili volontari e da funzionari dell'amministrazione;
i lavori di dette commissioni, istituite per dotare i volontari di un regolamento questa volta serio e concreto, si sono inspiegabilmente fermati, alimentando ulteriori dubbi e perplessità sulla sorte dei volontari;
questa scandalosa situazione ostacola da ben 18 mesi l'arruolamento di vigili del fuoco volontari, l'organizzazione dei corsi di formazione per il neo personale volontario, l'allertamento delle squadre volontarie nel soccorso urgente a causa del boicottaggio di alcuni addetti delle sale operative provinciali, l'utilizzo in molti casi del personale di leva nel distaccamento volontario di appartenenza, come disposto dalla legge n. 246 del 2000, all'articolo 10, comma 6;
nel frattempo sono state aperte 13 nuove sedi permanenti e 19 sedi con personale misto, effettivo e, teoricamente, volontario, sedi che, a causa della difficoltà di reperire localmente, perché appositamente non pubblicizzato alla popolazione, personale volontario diverranno anch'esse sedi permanenti;
le sedi miste non sono contemplate in nessuna legge o decreto, la Corte dei conti non potrà mai autorizzare la spesa dei «vigili discontinui», con la ovvia conseguenza che i volontari non potranno essere utilizzati;
a tutto ciò si aggiunge che le organizzazioni sindacali hanno redatto una bozza di regolamento con articoli fortemente limitativi che se adottati non permetterà lo sviluppo del volontariato ma, relegandolo a «zerbino» della componente permanente, lo distruggerà definitivamente;
le organizzazioni sindacali del personale permanente non hanno alcun titolo per intervenire nella questione dei volontari in quanto la legge riconosce l'associazione nazionale vigili del fuoco volontari la rappresentatività del personale volontario;
non è intenzione dell'interrogante limitare in alcun modo l'autonomia e l'efficienza e la libertà sindacale dei vigili del fuoco permanenti -:
quale sia la posizione del Governo in merito all'arruolamento, all'utilizzo e alla gestione dei volontari dei vigili del fuoco;
quali siano stati i motivi per cui le commissioni bilaterali non si sono più riunite;
se il Governo sia intenzionato nei tempi più brevi ad emanare il nuovo regolamento ed impartire immediate disposizioni per un serio sviluppo del volontariato;
se non ritenga opportuno incontrare la presidenza dell'associazione per valutare serenamente e concretamente la situazione affinché si trovi una soluzione concordata ed efficace.
(4-03648)
A tal fine è in corso di attuazione un progetto, denominato Soccorso Italia in 20' - Sviluppo della componente volontaria - di durata pluriennale - finalizzato all'attivazione di 292 nuovi distaccamenti sul territorio.
L'obiettivo del progetto è di assicurare interventi di soccorso entro venti minuti dall'allertamento del «115» ad altri 6 milioni di abitanti, in aggiunta ai 46 milioni già serviti così rapidamente.
Resterebbero, al momento, esclusi da un intervento in venti minuti circa 5 milioni di abitanti, collocati, comunque, prevalentemente in zone difficilmente raggiungibili per caratteristiche geografiche e di territorio.
Per raggiungere questo risultato è stata programmata l'apertura di nuovi presidi, interamente gestiti da volontari; in proposito si rileva che nel corso del corrente anno sono stati aperti dodici nuovi distaccamenti volontari.
Va tuttavia sottolineato che gli attuali stanziamenti di bilancio risultano inadeguati per far fronte completamente alle spese necessarie per l'attivazione dei presidi di soccorso, che richiedono sia adeguate soluzioni logistiche sia sufficienti assegnazioni di personale volontario.
Da qui la necessità che anche gli enti locali partecipino attivamente, contribuendo alla diffusione e valorizzazione del volontariato, nonché mettendo a disposizione gratuitamente le strutture immobiliari necessarie.
Altro progetto, pure in corso di attuazione, sempre in esecuzione della predetta direttiva, riguarda l'adeguamento della dotazione di vestiario al personale operativo dei distaccamenti dei volontari.
Tale progetto prevede la diffusione uniforme, sotto il profilo qualitativo, delle dotazioni dei materiali di vestiario ed equipaggiamento da assegnare al personale volontario.
Per quanto concerne il nuovo regolamento sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario del corpo nazionale dei vigili del fuoco, attualmente in fase di elaborazione, si informa che in data 21 febbraio 2003 si è tenuta con le organizzazioni sindacali, rappresentative del personale del Cnvvf, una riunione nel corso della quale le stesse hanno formulato le osservazioni sullo schema di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 362 del 2000 predisposto dall'amministrazione.
In data 14 aprile 2003 sullo stesso schema sono pervenute le osservazioni dell'Associazione nazionale vigili del fuoco volontari.
Successivamente, tenendo conto delle predette osservazioni, è stata predisposta dall'amministrazione un'ulteriore versione dello schema del provvedimento in questione, già diramata all'Associazione dei Volontari e alle Organizzazioni Sindacali e che si auspica possa incontrare il favore delle parti interessate, proseguendo così il previsto iter.
Si soggiunge, infine, che non è stato necessario riunire le Commissioni bilaterali - di cui fa cenno l'interrogante - in quanto, in esito agli accordi presi, lo schema di regolamento predisposto dall'amministrazione già recepiva in linea di massima le esigenze innovative prospettate dalla predetta associazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
a partire dal mese di gennaio, l'Enav ridurrà le posizioni operative sia nella torre di controllo che negli uffici Aro e meteo del centro di assistenza al volo di Catania;
nello specifico le posizioni della torre di controllo, attualmente configurate in quattro turni divisi in due h24 e due h16, vengono ridotte abbassando un turno h16 in h12;
peggiore risulta la posizione negli uffici Aro e Met dove dalle attuali tre posizioni h24 e una h16 si passa a due posizioni h24 ed una h12, proprio in un momento in cui, a causa dell'eruzione dell'Etna, tali uffici sono sottoposti ad un lavoro extra per dare informazioni costantemente aggiornate sulla presenza della nube di cenere vulcanica;
la società perdura nell'adozione di misure, contrarie agli accordi firmati con i sindacati locali, che, vanificando il processo evolutivo nell'ambito territoriale, non permettono un'adeguata crescita del centro di assistenza al volo;
la concomitanza dell'abbandono delle compagnie aeree dello scalo catanese, aggiunta alla riduzione delle posizioni operative, sembra manifestare una volontà di ridimensionamento di Fontanarossa, tentando in tutti i modi di mettere in ginocchio il terzo scalo italiano come numero di movimenti, uno scalo che lo scorso anno ha servito quattro milioni di passeggeri e che è stato l'unico scalo europeo che non ha risentita della crisi del mondo aeronautico avvenuta dopo l'11 settembre, aumentando addirittura il trend di crescita anche nell'anno 2001;
inoltre è inspiegabile anche il ritardo nell'apertura del servizio radar dell'aeroporto, nonostante vi siano già gli schermi, il personale sia stato formato, e manchino le mappe radar -:
per quali ragioni l'Enav abbia provveduto ad una così drastica riduzione delle posizioni operative nel terzo scalo italiano;
quali siano i progetti che l'Enav ha in serbo per lo scalo catanese;
se la decisione di ridurre le posizioni operative a Catania sia stata presa in accordo con le organizzazione sindacali, ed in caso positivo, con quali sigle sindacali.
(4-05089)
L'Ente, tuttavia, fa presente che la finalità del recupero di situazioni disomogenee stratificatesi nel tempo ha imposto ad Enav stesso e alle organizzazioni sindacali nazionali di definire centralmente le nuove configurazioni e le nuove turnazioni.
Per quanto riguarda la situazione degli impianti della Sicilia, il numero delle posizioni operative che scaturisce dall'accordo nazionale è stato ritenuto congruo dalle parti firmatarie, sia in relazione all'operativo locale, sia in riferimento ai nuovi assetti realizzati negli altri aeroporti, sempre nell'assoluto rispetto e garanzia degli standard di sicurezza.
L'ente riferisce, infine, che allo stato attuale di implementazione dei servizi di assistenza al volo dell'aeroporto di Catania, le mappe radar sono già state omologate e, pertanto, il Servizio radar di aerodromo sarà attivato entro breve tempo.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
la legge 13 febbraio 2001, n. 48, nel ridisegnare la disciplina dell'accesso in magistratura, ha previsto all'articolo 18, il reclutamento straordinario di 1.000 uditori giudiziari;
tale reclutamento, originariamente da espletarsi mediante un unico bando, secondo le modifiche imposte dal decreto-legge n. 326 del 2002 (come convertito dall'articolo 12 della legge n. 284 del 27 dicembre 2002), dovrà attuarsi con tre bandi distinti, da emanarsi entro tre anni dall'entrata in vigore della legge n. 48 del 2001 (ossia entro il 27 marzo 2004);
il primo dei suddetti bandi di concorso è stato emanato con decreto ministeriale 12 marzo 2002, e che residuano pertanto due concorsi per uditore giudiziario di prossima emanazione;
in base al combinato disposto dell'articolo 22 della legge n. 48 del 2001, qualora non sia possibile completare tempestivamente l'organizzazione necessaria per la correzione degli elaborati scritti secondo la disciplina prevista dall'articolo 125-quinquies del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dalla suddetta legge, i concorsi di cui al medesimo comma 1 dell'articolo 18 sono preceduti dalla prova preliminare prevista dall'articolo 123-bis del regio decreto 30 gennaio
se i titolari del diploma rilasciato dalle scuole di specializzazione per le professioni legali di cui all'articolo 16 del decreto legislativo n. 398 del 1997, espressamente elencati dall'articolo 123-bis del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, siano esentati dalla prova preliminare degli emanandi concorsi per uditore giudiziario ed ammessi direttamente alle prove scritte.
(4-06048)
Il reclutamento di dette 350 unità si inquadra nel disposto dell'articolo 18 della richiamata legge n. 48 del 2001, alla luce del quale residuano, allo stato, altre due procedure concorsuali da avviarsi entro il 27 marzo 2004.
Con riguardo ai concorsi emanandi, allo stato della normativa vigente, entro il 27 marzo 2004, i titolari del diploma rilasciato dalle scuole di specializzazione per le professioni legali, previste dall'articolo 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, sono esentati dalla prova preliminare ed ammessi direttamente alle prove scritte, giusto il disposto dell'articolo 123-bis, comma 5, lettera d), del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il giorno 10 maggio 2002 la rappresentanza sindacale aziendale Filcams-Cgil della Società Italpol Inchieste Speciali srl ha organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede della società stessa in via Germanico a Roma;
il suddetto sindacato accusa il datore di lavoro di creare forti tensioni interne alla società per l'ostentazione di un comportamento antisindacale, il mancato rispetto di quanto stabilisce la legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, la mancata applicazione integrale del Contratto nazionale di lavoro;
il tribunale civile di Roma sezione lavoro in data 18 aprile 2002 ha accolto in toto le ragioni del contenzioso legale presentato in data 4 aprile 2002 dalla Filcams-Cgil contro appunto l'Italpol e ha ordinato a quest'ultima di:
a) riconoscere la rappresentanza aziendale sindacale Filcams-Cgil come valida e legittimamente costituita;
b) riconoscere i permessi sindacali negati ai rappresentanti sindacali aziendali;
c) restituire le somme indebitamente trattenute ai rappresentanti sindacali aziendali;
d) riconoscere il diritto alla affissioni con la concessione del relativo spazio o bacheca sindacale;
e) riconoscere la nomina dei rappresentanti per la sicurezza ai sensi della legge 626/94;
f) desistere da qualsiasi comportamento volto a limitare o comprimere al sindacato istante lo svolgimento della attività sindacale;
il proprietario a tutt'oggi continua a mantenere inalterati i comportamenti lesivi e discriminatori nei confronti dei sindacalisti della Filcams-Cgil dell'Istituto e ciò comporta la decisione di organizzare il sit-in sopra menzionato al quale hanno dato la conferma di partecipazione per
se i ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e se essi corrispondano al vero;
quali provvedimenti intendano intraprendere, ognuno per la propria competenza, per verificare la sussitenza di comportamenti anti-sindacali, in particolare, affinché detta società si limiti a rispettare i contratti di lavoro e a rispettare il diritto di ogni lavoratore di nominare rappresentanti sindacali all'interno del posto di lavoro e a quest'ultimi di espletare i loro compiti, senza subire continue pressioni, legittimamente riconosciuti in questo caso anche dal Tribunale civile di Roma.
(4-02881)
A seguito dell'azione giudiziaria intrapresa dall'organizzazione sindacale Filcams-Cgil circa il comportamento tenuto dalla società Italpol Inchieste Speciali, teso ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e dell'attività sindacale, in violazione dell'articolo 28 della legge n.300 del 1970, il Tribunale di Roma-Sezione lavoro accoglieva il ricorso della Organizzazione Sindacale e con sentenza del 18 aprile 2002, condannava la società Italpol Inchieste speciali a rimuovere la condotta antisindacale ordinando alla medesima di riconoscere la R.S.A. legittimamente costituita.
Alla luce di tale sentenza, veniva ripristinata all'interno dell'azienda l'attività sindacale della R.S.A. e la medesima veniva riconosciuta come valida e legittimamente costituita.
Essendo, quindi, stato riconosciuto il diritto ai permessi sindacali, sono state restituite le somme indebitamente trattenute, per supposta assenza ingiustificata, ai rappresentanti sindacali per l'attività svolta. Inoltre, sono state erogate ai medesimi, parte delle somme per i permessi sindacali arretrati e correnti, con conguaglio della rimanente parte nella retribuzione esposta nel prospetto paga del mese di giugno 2003.
È stato, altresì, concesso l'uso di un apposito spazio in comune con le organizzazioni sindacali ove esporre una bacheca con tutti i comunicati e le informazioni di carattere sindacale.
È stato accertato, poi, il regolare comportamento dell'azienda per quanto riguarda l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria, nonché la regolarità degli aspetti riguardanti gli obblighi assicurativi e previdenziali, così come dichiarato, tra l'altro, dai rappresentanti della Filcams-Cgil.
Per quanto riguarda, infine, gli aspetti normativi del decreto legislativo n. 626 del 1994, la società in argomento ha ottemperato agli obblighi inerenti la nomina dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, presentando in tal senso idonea documentazione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
le sezioni unite penali della Cassazione hanno annullato la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa comminata all'ex Presidente della prima Sezione penale Corrado Carnevale dalla Corte d'Appello di Palermo con la formula «perché il fatto non sussiste» -:
se la commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciali misure di protezione disciplinate dall'articolo 10 del decreto-legge 82 del 1991 modificato dalla Legge 45 del 2001 trarrà le dovute conseguenze escludendo dal trattamento tutti quei pentiti le cui menzogne nei confronti del Dottor Corrado Carnevale sono state messe in evidenza dalla suddetta sentenza che ha assolto l'imputato da essi coinvolto con ben orchestrate deposizioni, non si sa se autogestite collettivamente da quei poco raccomandabili
(4-04466)
Dall'esame di tale decisione la stessa commissione potrà trarre elementi per eventuali provvedimenti di competenza in ordine alla posizione dei collaboratori di giustizia che fruiscono di misure di protezione e che avessero reso, nel corso di quel processo, dichiarazioni non veritiere.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in data 31 gennaio 2003 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 297/2002 che, all'articolo 2 comma 3, sancisce la soppressione delle liste del collocamento ordinarie e speciali;
pur non essendo disposta l'abolizione della Commissione regionale per l'impiego, le sue competenze sono state drasticamente ridotte;
la legge regionale della Sardegna n. 11 del 1988, come modificata dalla legge regionale n. 4 del 2000, recante «Disposizioni in ordine al reclutamento della manodopera da utilizzare nei cantieri finanziati con fondi regionali» prevede, all'articolo 94, che i fondi stanziati, ripartiti tra i comuni sulla base del numero dei disoccupati residenti, sono utilizzabili esclusivamente per la assunzione di disoccupati residenti del comune;
l'articolo 5 lettera h-bis) della legge n. 56 del 1987, introdotta dall'articolo 2, comma 197, della legge 662 del 1996 in deroga all'articolo 16 della stessa legge 56 del 1987, costituiva il fondamento giuridico della delibera della Commissione regionale per l'impiego per la regione Sardegna del 9 luglio 1997 recante «Disposizioni in ordine al reclutamento della manodopera da utilizzare nei cantieri finanziati con fondi regionali». Tale delibera aveva consentito la stipula di convenzioni in base alle quali i comuni potevano richiedere alla sezione circoscrizionale per l'impiego graduatorie di personale di durata annuale, a far data dalla loro pubblicazione, consentendo il reclutamento di soli residenti nei comuni interessati;
con l'abrogazione dell'articolo 5 della legge n. 56 del 1987 viene meno il ruolo della sopra citata commissione, quale titolare di poteri programmazione e controllo sulle politiche attive del lavoro ed in particolare decade la lettera h-bis), facendo venire meno la possibilità di richiedere graduatorie di personale;
in conseguenza di ciò la commissione regionale per l'impiego per la regione Sardegna ha deliberato che dal 31 gennaio 2003 gli avviamenti per i cantieri potranno, prioritariamente e fino ad esaurimento del contingente necessario, avvenire attingendo fra i residenti disoccupati per singoli comuni sulla base delle liste ordinarie del collocamento;
con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 297/2002 le sezioni circoscrizionali per l'impiego della Sardegna potranno evadere solo le richieste inoltrate ai sensi dell'articolo 16 della legge 56 del 1987 senza alcun riferimento alla residenza dei lavoratori, in quanto tale procedura prevede il reclutamento di tutti gli iscritti della circoscrizione per l'impiego e quindi non necessariamente residenti nel comune;
la procedura di reclutamento stabilita dall'articolo 16 della legge 56 del 1987 non prevede la vigenza annuale delle graduatorie ma l'utilizzo limitato alle sole richieste. Pertanto per l'avviamento dei cantieri occorrerebbe fare continue richieste alla sezione per l'impiego, con conseguente rallentamento delle assunzioni;
il decreto legislativo n. 297/2002 non prevede un regime transitorio, teso a regolare il periodo intercorrente tra la abrogazione della normativa precedente e l'adozione di una nuova normativa da parte delle regioni e degli enti locali;
pertanto allo stato attuale, non è possibile procedere alle assunzioni nei cantieri finanziati con i fondi stanziati dalla regione autonoma della Sardegna;
i fondi finalizzati all'occupazione, inoltre, sono soggetti a monitoraggio e devono essere impegnati entro dodici mesi dall'erogazione, come stabilito dall'articolo 23 della legge regionale n. 20/2000. L'articolo 10, comma 8, della legge regionale n. 7/2002 e l'articolo 3 della legge regionale n. 15/2002 sanciscono che i fondi regionali devono essere impegnati al 31 dicembre dell'anno corrente;
le conseguenze della paralisi delle assunzioni gravano sulle fasce più deboli della popolazione, che sono quelle che principalmente aspirano a questo tipo di lavoro;
gli effetti negativi si riflettono anche sulle amministrazioni comunali che con i dipendenti assunti nei cantieri finalizzati gestiscono servizi importanti;
la stasi di questo segmento del mercato del lavoro sta creando grave allarme sociale -:
quali misure indifferibili e urgenti iniziative intenda adottare per superare l'attuale fase e permettere di procedere all'avvio dei cantieri nei comuni della Sardegna, in attesa dell'adozione di una disciplina tale da eliminare le negative conseguenze della abrogazione dell'articolo 5 lettera h-bis) della legge n. 56 del 1987.
(4-05643)
In particolare, per quanto riguarda gli avviamenti nei cantieri comunali e negli altri cantieri finanziati in tutto o in parte con fondi comunali, provinciali e regionali, è stato previsto che fino a quando non sarà emanata la legge regionale di riforma delle politiche del lavoro e dei servizi per l'impiego attuativa della delega conferita alla Regione autonoma della Sardegna, continueranno a trovare applicazione le procedure ed i criteri attuativi già previsti nella delibera della Commissione regionale per l'impiego della Sardegna del 9 luglio 1997, adottata ai sensi dell'articolo 2, comma 197, della legge n. 662 del 23 dicembre 1996 e successive modificazioni ed integrazioni, anche per l'eventuale stipula di convenzioni tra le amministrazioni comunali e le Commissioni circoscrizionali per l'impiego costituite presso le SCICA.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Pasquale Viespoli.
l'iniziativa del gabinetto ministeriale israeliano di assediare, a Ramallah, il complesso edilizio della Moqata, quartier generale dell'ANP, nel tentativo di isolarne il leader Yasser Arafat e catturare i presunti terroristi rintanati al suo interno,
l'obiettivo dell'assedio sarebbe, secondo la TV israeliana, quello di rendere ad Arafat la sopravvivenza invivibile all'interno dell'edificio costringendolo a richiedere l'esilio volontario;
la minaccia di esilio e lo stesso pericolo di morte a cui è esposto il leader palestinese non contribuiranno certamente a fermare la mano dei kamikaze, anzi potrebbero innescare una rapidissima escalation di attentati terroristici con ulteriore spargimento di sangue per le strade d'Israele;
anche l'isolamento cui è relegato Yasser Arafat ed a cui è stato impedito di incontrare gli emissari dell'Unione europea, è un pessimo segnale che non presagisce alla ripresa dei negoziati di pace -:
se non ritengano urgentissimo da parte del Governo italiano un impegno immediato atto a garantire la vita di Yasser Arafat e a consentire l'accesso alla sede dell'ANP dei diplomatici in missione di pace e favorire, così, il dialogo tra israeliani e palestinesi con interlocutori riconosciuti da ciascuna delle parti in causa.
(4-03970)
L'Italia si è dunque fortemente impegnata, sia direttamente, sia in ambito internazionale per ottenere quegli obiettivi - cessate il fuoco, libertà di movimento per gli operatori umanitari, condanna al terrorismo da parte di tutte le fazioni palestinesi e ritiro delle Forze armate israeliane dalle città autonome nei territori - che costituiscono un'indispensabile premessa per uno sviluppo positivo della crisi.
In tale prospettiva, abbiamo pienamente condiviso la risoluzione 1435 approvata il 24 settembre 2002 dal Consiglio di sicurezza dell'Onu su proposta dell'Unione europea, nella quale viene lanciato un appello per l'immediata cessazione di ogni forma di violenza, richiedendo da un lato l'interruzione delle azioni israeliane a danno delle infrastrutture palestinesi e, dall'altro, il rispetto degli impegni assunti da parte dell'Autorità palestinese contro il terrorismo.
Al fine di massimizzare le possibilità di successo, l'azione diplomatica italiana si è sempre posta su un piano di estremo pragmatismo, operando per obiettivi limitati ma possibili e cercando l'indispensabile consenso di entrambe le Parti come unico metodo per una soluzione duratura. Questa linea è stata grandemente apprezzata sia dagli israeliani che dall'Anp, ed ha portato il nostro Paese ad essere uno tra i leaders degli sforzi tesi a risolvere la crisi.
Mentre ci si aspetta dal nuovo Governo palestinese guidato dal Primo Ministro Abu Mazen il completamento delle riforme in seno all'Anp, insieme alla condanna solenne del terrorismo e la lotta alle fazioni armate, sul piano internazionale è ormai imprescindibile dare rapida attuazione alla Road Map del Quartetto (Unione europea, Stati Uniti, Russia e Nazioni unite) e Washington appare decisa ad andare avanti con il percorso delineato nella Road Map, approvata peraltro negli ultimi giorni sia dal Governo dell'Anp sia dal Governo israeliano.
Questo Piano di pace per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ha come obiettivo finale, pienamente condiviso e sostenuto dal Governo italiano, il raggiungimento, attraverso fasi successive, di una Pace equa e duratura che si fondi sulle Risoluzioni e sui principi delle Nazioni unite e che veda due popoli e due Stati coesistere fianco a fianco, nel rispetto del diritto palestinese all'autodeterminazione e di quello degli israeliani a vivere in pace e sicurezza. L'Unione europea, alla riunione informale di Elsinore, ha approvato il cammino in tre fasi che dovrebbe portare
La versione definitiva del documento, elaborata di comune accordo dal Quartetto il 20 dicembre 2002, prevede, in una prima fase la cessazione degli attentati terroristici, il completamento del processo di riforma democratica dell'Autorità palestinese - inclusa l'adozione di una nuova Legge Fondamentale che introduca il «premierato» - la tenuta di elezioni legislative ed amministrative e il ritiro dell'Esercito israeliano sulle posizioni preintifada del settembre 2000.
La seconda fase contempla la creazione di uno Stato palestinese interinale con confini provvisori e l'avvio di negoziati - nell'ambito di una Conferenza internazionale permanente - sull'assetto definitivo della regione.
Infine, nel biennio 2004-2005 si dovrebbero concludere i negoziati tra le Parti sulle questioni di Statuto finale; dovrebbe essere firmato un Trattato che ponga fine anche al conflitto con Siria e Libano e dovrebbero altresì normalizzare i rapporti israelo-arabi. Naturalmente, fermo restando l'impianto generale, i tempi di attuazione della Road Map dipenderanno dall'effettivo evolversi della situazione sul terreno.
Il Governo, come già avvenuto nei mesi scorsi, non mancherà comunque di informare puntualmente il Parlamento circa gli eventuali sviluppi che dovessero intervenire sia nell'attuazione delle singole fasi in cui si articola il Piano di Pace sia nella realizzazione dei suoi obiettivi di fondo.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
risulta all'interrogante che durante un'azione di pattugliamento svolta alla fine di marzo dai militari italiani impegnati nella missione in Afghanistan, siano rimasti uccisi tre giovani italiani;
non si hanno notizie certe in merito alla dinamica dello scontro a fuoco;
i corpi dei giovani, ritrovati dopo alcuni giorni dalla loro morte, sono stati riportati in Italia nel massimo riserbo e silenzio;
i tre giovani morti sono risultati appartenere all'Aeronautica (mentre secondo le notizie ufficiali l'Italia avrebbe inviato in Afghanistan solo militari appartenenti al corpo degli Alpini) -:
in quali condizioni sia avvenuta la morte dei tre giovani militari italiani e perché della stessa non sia stata data notizia al Parlamento e all'opinione pubblica;
quali siano i corpi militari italiani effettivamente impegnati in Afghanistan e con quali compiti e finalità.
(4-06035)
Ciò detto, in merito alle forze nazionali impegnate in Afghanistan, nell'osservare che esse sono dettagliatamente indicate nei provvedimenti di legge che ne autorizzano le missioni, si rammenta che l'Italia in quel teatro partecipa all'operazione Enduring Freedom e alla missione ISAF (International Security Assistance Force), con militari di tutte e quattro le Forze armate.
In particolare, nell'operazione Enduring Freedom sono attualmente impegnati circa 1.600 militari di cui:
a) 546 nella componente navale, costituita dalle navi Mimbelli e Stromboli. Le navi operano nell'ambito del dispositivo navale Euromarfor, la forza marittima Europea attualmente a guida italiana, dispiegata nell'Oceano indiano con compiti di ISR (Identificazione, Sorveglianza e Riconoscimento), di MIO (Interdizione Marittima),
b) 67 nella componente aeronautica, schierata con due velivoli C130J nell'aeroporto di Manas (Kirgystan) per il trasporto aereo-tattico a favore della coalizione e per conferire autonomia al trasporto aereo del contingente «Nibbio»;
c) 987 nella componente terrestre del contingente «Nibbio», che ha un core di truppe alpine. Il compito assegnato al Contingente è quello di concorrere, con gli altri Paesi della coalizione, alla neutralizzazione ed eliminazione delle formazioni terroristiche, delle loro possibili basi logistiche e dei centri di reclutamento ancora presenti nell'area, al fine di creare le condizioni di sicurezza e stabilità necessarie alla riedificazione dell'ordinamento afgano.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il colosso dell'elettronica olandese Philips ha preannunciato, per bocca del suo presidente Gerard Kleistericc, una gigantesca ristrutturazione del gruppo che porterà complessivamente il numero degli esuberi a 10.000 entro il 2001;
la decisione è stata assunta alla luce degli ultimi negativi risultati di bilancio, che ha registrato nel secondo trimestre del 2001 una perdita di 770 milioni di euro contro un utile di 3,6 miliardi dello stesso periodo del 2000;
il fatturato complessivo del gruppo è sceso a 7,682 miliardi di euro dai 9,155 miliardi di euro dell'anno precedente;
in Italia la Philips dà lavoro a circa 1000 dipendenti nel settore commerciale e dell'assistenza ai clienti, mentre l'ultimo impianto produttivo, lo stabilimento video di Monza, è chiuso sin dal 1997;
la città di Monza, peraltro, continua ad ospitare la sede centrale commerciale che offre occupazione a circa 700 dipendenti;
la gravità della crisi del gruppo - che ha già avuto significativi effetti sul titolo Philips alla borsa di Amsterdam - genera forte preoccupazione fra i dipendenti i quali temono pesanti ricadute occupazionali anche nel nostro Paese -:
se non ritenga di dover assumersi i necessari e preventivi contatti con la direzione della Philips in Italia per conoscere quali ricadute potrebbero esservi sull'occupazione, a seguito della grave crisi denunciata dal gruppo Philips, nel nostro Paese.
(4-00317)
In data 19 novembre 2001 è stato siglato, a Monza, un verbale di accordo tra la Philips S.p.A. e la Rappresentanza sindacale unitaria aziendale per la procedura di riduzione di personale (ex articoli 24 e 4, legge 223 del 1991), per n. 33 dipendenti strutturalmente esuberanti rispetto alle esigenze aziendali.
Infatti, a causa della crisi che ha colpito diversi settori nei quali opera il Gruppo, si è evidenziata la necessità di rispondervi sia
Nel vaglio dei lavoratori da collocare in mobilità (29 della sede di Monza, 2 della sede di Roma, 1 di Bologna e 1 di Bari) le parti hanno concordato sul possesso dei requisiti per il conseguimento della pensione di vecchiaia e/o anzianità e sul conseguimento degli stessi nell'arco del periodo di iscrizione alla lista di mobilità.
Nella sottoscrizione del verbale di accordo, la società ha, inoltre, confermato la propria disponibilità a corrispondere, al fine di incentivare l'esodo, una integrazione del Trattamento di Fine Rapporto, ai sensi dell'articolo 4, comma 2-bis della legge n. 281 del 1988.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il tragico, sanguinoso ed apparentemente inarrestabile conflitto mediorientale sta scuotendo le coscienze del mondo intero;
proprio mentre l'Organizzazione delle Nazioni Unite ormai in forma esplicita fa riferimento alla necessità di istituire e riconoscere uno Stato palestinese, il governo israeliano sta sottoponendo i palestinesi a violenti rastrellamenti e ad operazioni militari di inaudita violenza;
quasi a voler evitare l'occhio indiscreto del mondo, le truppe israeliane organizzano vessazioni contro i giornalisti presenti sullo scenario di guerra;
si invocano, da ogni parte, gli interventi degli Stati Uniti d'America e dell'Unione europea, con ciò sottolineandosi l'ormai universalmente nota impotenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite che, peraltro, resta l'unico organismo internazionale ad avere non soltanto il diritto, ma anche il dovere di intervenire;
peraltro è necessario intervenire con forza presso l'ONU al fine di stimolare l'urgente e vigoroso intervento -:
se e quali passi il nostro Governo abbia intrapreso, e comunque intenda prendere, nei confronti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per costringere il governo israeliano al rispetto delle risoluzioni ed all'immediato «cessate il fuoco».
(4-02647)
Al fine di massimizzare le possibilità di successo, l'azione diplomatica italiana si è sempre posta su un piano di estremo pragmatismo, operando per obiettivi limitati ma possibili e cercando l'indispensabile consenso di entrambe le Parti come unico metodo per una soluzione duratura. Questa linea è stata grandemente apprezzata sia dagli israeliani che dall'Anp, ed ha portato il nostro Paese ad essere uno tra i leaders degli sforzi tesi a risolvere la crisi.
Mentre ci si aspetta dal nuovo Governo palestinese guidato dal Primo Ministro Abu Mazen il completamento delle riforme in seno all'Anp insieme alla condanna solenne del terrorismo e la lotta alle fazioni armate, sul piano internazionale è ormai imprescindibile dare rapida attuazione alla Road Map del Quartetto (Unione europea, Stati Uniti, Russia e Nazioni unite) e Wahington appare decisa ad andare avanti con il percorso delineato nella Road Map, approvata peraltro negli ultimi giorni sia dal Governo dell'Anp sia dal Governo israeliano.
Questo piano di pace per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ha come obiettivo finale, pienamente condiviso e sostenuto dal Governo italiano, il raggiungimento, attraverso fasi successive, di una pace equa e duratura che si fondi sulle Risoluzioni e sui principi delle Nazioni unite e che veda due popoli e due Stati coesistere fianco a fianco, nel rispetto del diritto palestinese all'autodeterminazione e di quello degli israeliani a vivere in pace e sicurezza. L'Unione europea, alla riunione informale di Elsinore, ha approvato il cammino in tre fasi che dovrebbe portare a questo risultato entro il 2005. Tale «Piano» è stato poi fatto proprio dal Quartetto dei mediatori internazionali durante la riunione di New York del 17 settembre 2002, incontrando il consenso delle due parti.
La versione definitiva del documento, elaborata di comune accordo dal Quartetto il 20 dicembre 2002, prevede, in una prima fase la cessazione degli attentati terroristici, il completamento del processo di riforma democratica dell'autorità palestinese - inclusa l'adozione di una nuova legge fondamentale che introduca il «premierato» - la tenuta di elezioni legislative ed amministrative e il ritiro dell'esercito israeliano sulle posizioni preintifada del settembre 2000.
La seconda fase contempla la creazione di uno Stato palestinese interinale con confini provvisori e l'avvio di negoziati - nell'ambito di una Conferenza internazionale permanente - sull'assetto definitivo della regione.
Infine, nel biennio 2004-2005 si dovrebbero concludere i negoziati tra le parti sulle questioni di Statuto finale; dovrebbe essere firmato un trattato che ponga fine anche al conflitto con Siria e Libano e dovrebbero altresì normalizzare i rapporti israelo-arabi. Naturalmente, fermo restando l'impianto generale, i tempi di attuazione della Road Map dipenderanno dall'effettivo evolversi della situazione sul terreno.
Il Governo, come già avvenuto nei mesi scorsi, non mancherà comunque di informare puntualmente il Parlamento circa gli eventuali sviluppi che dovessero intervenire sia nell'attuazione delle singole fasi in cui si articola il piano di pace sia nella realizzazione dei suoi obiettivi di fondo.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la presenza delle stazioni dei carabinieri sull'intero territorio nazionale costituisce il più efficace sistema di controllo, di prevenzione e di repressione delle attualità delittuose, nonché di acquisizione di informazioni;
sin dal 1994, e precisamente dalla tragica alluvione che colpì gran parte del Piemonte e segnatamente il territorio alessandrino, la stazione dei carabinieri «Orti» di Alessandria ha dovuto abbandonare lo stabile ad esso destinato sito nella via Girgenti per trasferirsi in un'ala del comando provinciale sito nella centralissima piazza Vittorio Veneto;
la stazione «Orti» esercita la propria giurisdizione su un vasto territorio del concentrico di Alessandria, nonché sui sobborghi di San Michele, Valmadonna e Valle S. Bartolomeo, per un totale di più di quindicimila abitanti;
l'attuale condizione in cui versa la stazione «Orti» penalizza fatalmente l'efficiente attività che svolgono i carabinieri e crea dunque disagi alla popolazione interessata, costretta, in caso di necessità, a recarsi in pieno centro cittadino e quindi privata di un essenziale punto di riferimento in un frangente in cui la recrudescenza delle attività delittuose dovrebbe suggerire l'assoluto rispetto del criterio di presenza capillare sul territorio che, appunto, caratterizza la struttura dell'Arma -:
se, di concerto con il Ministro dell'interno, non ritenga di dover valutare la necessità e l'urgenza di ritrasferire la stazione «Orti» dei carabinieri all'interno dell'ampio territorio su cui ha sempre
(4-03522)
I servizi sul territorio vengono garantiti dalla stazione in parola nonché da una stazione mobile in dotazione al comando provinciale e dal nucleo radiomobile.
Si soggiunge che il personale in precedenza utilizzato per il servizio di «piantone» della caserma trasferita viene ora utilizzato in compiti operativi «esterni».
Il prefetto di Alessandria ha riferito che i disagi per i cittadini che devono recarsi dai carabinieri sono comunque limitati, in quanto l'attuale sede della stazione dista meno di due chilometri dalla zona «Orti».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
i 140 dipendenti della Planet Work, azienda specializzata in comunicazioni, sono in stato di agitazione a Rozzaro (Milano), dopo aver appreso la notizia dell'annuncio, da parte datoriale, di ben 99 esuberi, frutto di una ristrutturazione che deriva da un sostanziale cambiamento di strategia industriale;
è in corso una trattativa fra le parti, che peraltro si presenta molto difficile;
appare utile un intervento autorevole finalizzato alla salvaguardia dei livelli occupazionali, fermo restando il rispetto dell'autonomia decisionale dell'azienda e dei lavoratori -:
se non ritenga di dover intervenire per favorire un equo componimento della vertenza nel tentativo di garantire il mantenimento, nella misura massima possibile, dei livelli occupazionali.
(4-04650)
Dopo svariati incontri, in sede di esame congiunto con le organizzazioni sindacali di categoria, è stato siglato un accordo il 30 dicembre 2002 presso la sede dell'Unione commercio, turismo e servizi della provincia di Milano.
La società ha concordato con le parti sociali i termini della procedura di riduzione del personale, ai sensi della legge n. 223 del 1991, per complessivi 99 lavoratori.
Le parti sociali si sono date reciprocamente atto delle caratteristiche strutturali dell'attuale crisi, rispetto alla quale l'azienda ha dichiarato l'impossibilità di utilizzare strumenti alternativi di ammortizzazione sociale, quali contratti di solidarietà, riduzione o forme di flessibilità dell'orario di lavoro, diverso utilizzo del personale in esubero; quindi, si è concordata la messa in mobilità dei predetti lavoratori.
Resta, dunque, accertato che i problemi in ordine all'attuale situazione della Planetwork, sia sotto il profilo di gestione aziendale sia sotto l'aspetto di natura occupazionale, sono senz'altro da ricondursi ad una crisi settoriale in campo internazionale che ha comportato inevitabili ripercussioni negative sugli assetti gestionali ed occupazionali di un'azienda italiana operante nel mercato delle telecomunicazioni.
La società ha fissato dei criteri per l'individuazione del personale da porre in mobilità: assoluta priorità a favore di chi esprime, in forma scritta, la propria volontà di adesione; in via subordinata - e solo nel caso in cui non si raggiunga il quantum prefissato grazie al criterio della volontarietà - la messa in mobilità della quota residua verrà operata tenendo conto delle esigenze tecnico-produttive dell'azienda.
Non è dato sapere se l'attivazione delle procedure di mobilità in esame possa o meno risolvere le difficoltà gestionali attualmente in atto nella Planetwork S.p.A., ma nell'accordo del 30 dicembre 2002 viene espressamente sottolineato che le nuove strategie del gruppo prevedono, in prospettiva, una lenta ma sicura ripresa industriale che, anche grazie ad accordi di partnership, dovrebbe consentire il riequilibrio dei conti economici aziendali e nuovi investimenti da parte dei soci, rivolti allo sviluppo del mercato di riferimento.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Marcello De Donno, ha rilasciato al quotidiano Il Corriere della Sera, in data 10 giugno 2003, una interessante intervista sui compiti assegnati alla Marina Militare dai decreti attuativi della legge cosiddetta Bossi-Fini;
alla Marina Militare è affidato il controllo delle acque internazionali al fine di individuare con il massimo anticipo possibile le imbarcazioni che trasportano i clandestini;
nel quadro di tale importante e complessa attività, assume una rilevanza notevolissima il ruolo degli aerei che svolgono un servizio di pattugliamento con l'obiettvo di avvistare le navi dei trafficanti ad una distanza di 80-100 miglia dalla costa per segnalarle immediatamente ai natanti più vicini della Marina Militare;
elemento di grave debolezza è però costituito dall'irrecuperabile obsolescenza degli aerei Atlantic, destinati al pattugliamento, risalente addirittura agli anni cinquanta e concepito per dare la caccia ai sottomarini sovietici;
l'Italia acquistò 18 Atlantic nel 1968 e già negli anni ottanta si iniziò a discutere della loro sostituzione;
gli Atlantic, anche se possono restare in volo per 12 ore e percorrere 4.500 chilometri, mancano delle apparecchiature elettroniche per avvistare i natanti dei clandestini, così come sono privi di sistemi all'infrarosso e di radar a lungo raggio;
secondo l'Ammiraglio De Donno si tenterà di mettere gli Atlantic in condizione e di resistere ancora per qualche tempo, anche se resta il dubbio circa la opportunità di effettuare investimenti su aerei ormai definitivamente obsoleti -:
quali sino gli intendimenti circa la non più rinviabile sostituzione degli aerei Breguet Atlantic, del tutto inidonei al servizio di pattugliamento delle acque internazionali previsto dai decreti attuativi della legge cosiddetta Bossi-Fini ed assegnato alla Marina Militare.
(4-06574)
Tale programma di ammodernamento, la cui finalizzazione contrattuale è prevista nel corso del corrente esercizio finanziario, risponde all'impossibilità di sostituire a breve-medio termine l'attuale linea di velivoli per il pattugliamento marittimo sia
In particolare, il programma di ammodernamento dell'Atlantic consiste nell'acquisizione di un sistema di scoperta e rilevamento all'infrarosso per la visione notturna, nell'installazione di un nuovo impianto di comunicazione radio e in un programma di interventi strutturali in grado di estendere la vita operativa del velivolo dalle attuali 12.000 a 17.000 ore di volo, nonché della predisposizione ed istallazione di un sistema di rilevamento a mezzo di boe sonore.
Tali migliorie, peraltro, comporteranno la riduzione della flotta dagli attuali 18 a 14 velivoli al fine di ottimizzarne il supporto logistico.
Nelle more di attuazione del programma di ammodernamento della linea Atlantic, la competente Direzione generale degli armamenti aeronautici sta procedendo all'acquisizione e alla consegna alla Marina Militare di 24 elicotteri EH 101, di cui i primi 9 sono già stati consegnati mentre i rimanenti saranno consegnati, a cadenza quadrimestrale, entro il 2006.
Le due iniziative illustrate, che rappresentano quanto oggi programmaticamente compatibile con i bilanci del settore, consentiranno di dare un ulteriore impulso all'attività di sorveglianza e scoperta avanzata dei traffici illeciti via mare, per continuare a mantenere la necessaria efficacia d'azione nel controllo del fenomeno dei flussi migratori clandestini.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il gruppo Italcogim spa di Milano, azienda concessionaria della distribuzione del gas metano, nella provincia di Foggia e in altre aree della Regione Puglia, ha deciso un piano di riorganizzazione aziendale che prevede, sostanzialmente, la chiusura di tutti gli uffici al pubblico nel corso dell'anno corrente e la conseguente rimozione del personale addetto a tale attività;
tale decisione è stata comunicata in un incontro che si è tenuto a Roma tra la segreteria nazionale Fulc con la delegazione delle Rsu/Rsa, nonché delle strutture sindacali territoriali interessate e l'azienda Italcogim, assistiti dall'Assogas, il giorno 17 dicembre ultimo scorso e che doveva verificare lo stato di avanzamento ed il completamento della nuova organizzazione aziendale;
è da registrare che la Italcogim è una società che chiude da vari anni i bilanci in positivo, che non ha ricevuto nel territorio in questione alcuna revoca dei contratti in essere con le utenze e che sino ad oggi, su espressa richiesta di molti Comuni dell'area, aveva mantenuto un buon rapporto con i cittadini utenti;
molti Sindaci dell'area della Capitanata, nonché le amministrazioni comunali, hanno espresso profonda preoccupazione e si sono affiancati ai lavoratori della Italcogim che hanno intrapreso le prime forme di protesta e di lotta;
l'eventuale riconferma del piano aziendale provocherebbe due fattori entrambi negativi, il primo il licenziamento di 248 addetti ai servizi considerati in esubero e il secondo pesanti disagi per le popolazioni interessate che dovrebbero utilizzare un numero verde per la segnalazione dei guasti, mentre verrebbe attivato un call center per gli altri servizi -:
se il Ministro interrogato intenda, con la dovuta urgenza, convocare le parti in causa affinché si arrivi immediatamente ad una riapertura del tavolo delle trattative, per rivedere un piano di nuova organizzazione aziendale che non si traduca in licenziamenti e disagi per le popolazioni, in aree che già soffrono per questi problemi e che, troppo spesso, vedono aziende del «nord» impiantare uffici per un certo numero di anni per poi chiuderli, improvvisamente, non tenendo in alcuna
(4-02108)
In data 22 febbraio 2002 le Società del gruppo Italcogim (Italcogim S.p.A., Italcogim Vendite ed Italcogim Reti) hanno avviato la procedura di cui agli articoli 4 e 24 della legge 223 del 1991, per poter procedere alla riorganizzazione e razionalizzazione della struttura di tutte le società del Gruppo.
Detto piano prevedeva, nella provincia di Foggia, un esubero di n. 8 unità per l'attività di costruzione reti e n. 14 unità per la vendita del gas metano, per un totale di n. 22 lavoratori.
La procedura di mobilità incentivata, attivata a giugno 2002 e cessata a novembre dello stesso anno, ha interessato n. 11 dipendenti, di cui n. 3 addetti alla costruzione reti e n. 8 addetti alla vendita.
Per gli ulteriori n. 11 dipendenti, già considerati in esubero, la procedura di mobilità è stata revocata.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
negli ultimi giorni si è consumato definitivamente il confronto tra le Ferrovie del Gargano e le organizzazioni sindacali di categoria;
tale confronto ha visto l'azienda chiudere qualsiasi spazio di trattativa per la revoca di 69 licenziamenti;
questo atteggiamento si ritiene incomprensibile e inaccettabile -:
quali iniziative voglia adottare affinché siano scongiurati i 69 licenziamenti delle Ferrovie del Gargano, che in una situazione già di grave difficoltà occupazionale, produrrebbero ulteriore lacerazione del tessuto sociale e se non intenda a tale scopo convocare presso il ministero un tavolo di confronto per la risoluzione della vertenza anche per verificare, attraverso gli organi ispettivi, le condizioni di lavoro nonché le eventuali eccedenze di straordinari.
(4-03755)
L'azienda Ferrovie del Gargano, nel corso di una riunione tenuta in data 27 settembre 2002, presso la Sala consiliare della Provincia di Foggia, alla quale hanno partecipato i rappresentanti dell'azienda e tutte le rappresentanze sindacali interessate alla vicenda, nonché gli assessori ai trasporti della regione Puglia e della provincia di Foggia, ha sottoscritto un verbale di accordo che ha risolto positivamente la vertenza riguardante il licenziamento collettivo delle 69 unità lavorative considerate in esubero.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
presso il tribunale di Gorizia, sia nel settore penale che in quello civile, si lamenta una consistente carenza dell'organico dei magistrati e del personale amministrativo;
tale carenza ha provocato notevoli scompensi soprattutto nelle attività che precedono l'iscrizione, la trattazione, l'istruzione e la definizione delle cause giudiziarie;
nel corso del corrente anno 2002, anche a seguito dell'entrata in vigore degli adempimenti garantistici, primo fra tutti il giusto processo, sono aumentati i relativi impegni burocratici al punto che il personale
la particolare collocazione geografica del circondario di Gorizia, al confine con la Slovenia, con continuo transito di clandestini extracomunitari ed il conseguente indotto di natura penale, imporrebbe l'aumento dell'organico dei magistrati di quel tribunale e della relativa procura della Repubblica;
quanto al tribunale di Udine, c'è da segnalare che alla procura della Repubblica sono scoperti tutti i posti dei funzionari direttivi (dirigente della segreteria, direttore di cancelleria, funzionario di cancelleria);
con riferimento, poi, alla carenza dei mezzi materiali (aule ed uffici) si lamenta in particolare, in diverse sedi giudiziarie (prima fra tutte la sede del tribunale di Udine), la insufficienza degli spazi e la loro irrazionale dislocazione;
nel settore civile l'insediamento di un solo Goa (giudice onorario aggregato), istituito dalla legge per contribuire alla definizione dell'elevato numero di procedimenti in atto pendenti e che avrebbe dovuto comportare senz'altro un consistente alleggerimento del carico di lavoro dei giudici togati, non è sufficiente a smaltire le migliaia di processi pendenti -:
quali iniziative intenda assumere per affrontare il problema dell'inadeguatezza degli organici presso i tribunali di Gorizia ed Udine e per rimuovere la situazione di grave disagio nella quale operano il personale togato e quello amministrativo degli stessi tribunali nell'esercizio delle loro funzioni.
(4-03545)
I giudici onorari presenti sono 2, mentre risulta presente 1 giudice onorario aggregato su un organico di 2 unità.
La dotazione organica del personale amministrativo prevede 42 unità, di cui sono presenti 37, con una percentuale di scopertura dell'11,90 per cento a fronte di quella del distretto del 14,56 per cento e di quella nazionale dell'11,90 per cento.
Presta inoltre servizio, non conteggiata nell'organico, 1 unità di personale a tempo determinato, ai sensi della legge 448 del 2001.
Pertanto le presenze effettive salgono a 38 e la percentuale di scopertura scende a 9,52 per cento.
La procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia ha una dotazione di 5 unità di magistrati e al momento risulta vacante un posto di sostituto pubblicato con fax del Consiglio superiore della magistratura del 14 marzo 2003.
I vice procuratori onorari al momento presenti sono 3.
La dotazione organica del personale amministrativo prevede 29 unità, di cui sono presenti 27, con una percentuale di scopertura del 6,89 per cento.
Il tribunale di Udine è dotato di un organico di 30 magistrati e, allo stato, risultano 5 vacanze di giudice di cui 2 pubblicate con fax del Consiglio superiore della magistratura del 14 marzo 2003.
I giudici onorari presenti sono 6 e i giudici onorari aggregati sono 4 su un organico di 5 unità.
La dotazione organica del personale amministrativo prevede 97 unità, di cui sono presenti 78, con una percentuale di scopertura del 19,58 per cento.
Prestano inoltre servizio, non conteggiate nell'organico, 5 unità di personale a tempo determinato, ai sensi della legge 448 del 2001.
Pertanto le presenze effettive salgono a 83 e la percentuale di scopertura scende al 14,43 per cento.
La procura della Repubblica presso il tribunale di Udine ha un organico di 12 magistrati e attualmente si rilevano 2 posti vacanti di sostituto non pubblicati.
Inoltre, il dottor Luigi Leghissa si trova in applicazione endodistrettuale presso la Procura distrettuale antimafia di Trieste dal 30 gennaio 2003 al 30 luglio 2003.
Risultano presenti 4 vice procuratori onorari.
La dotazione organica del personale amministrativo prevede 49 unità, di cui sono presenti 43, con una percentuale di scopertura del 12,24 per cento.
Presta inoltre servizio, non conteggiata nell'organico, 1 unità di personale a tempo determinato, ai sensi della legge 448 del 2001.
Pertanto le presenze effettive salgono a 44 e la percentuale di scopertura scende al 10,20 per cento.
Si rappresenta altresì che, a seguito dell'autorizzazione all'assunzione di personale a tempo determinato, ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, per l'anno 2003, il Presidente della Corte di appello ed il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Trieste potranno disporre l'assunzione rispettivamente di n. 28 e n. 22 unità complessive, da ripartire tra gli Uffici giudiziari di propria competenza.
Per quanto riguarda le strutture che ospitano gli uffici giudiziari di Udine, si comunica che il Palazzo di Giustizia, sito in via Morpurgo n. 3 - ex ospedale vecchio - di proprietà comunale, ospita tutti gli Uffici del tribunale compreso quello di sorveglianza e le sezioni stralcio, mentre gli uffici della procura sono in un immobile di via Lovaria n. 8 ed il Giudice di pace in via 23 Marzo, entrambi i locali di proprietà privata.
Prima di divenire sede giudiziaria, nell'anno 1992, l'ex ospedale vecchio è stato ristrutturato con opere dell'importo di lire 21.470.000.000, finanziate ai sensi della legge n. 119 del 1981, con mutuo della Cassa depositi e prestiti, previo parere favorevole di questo ministero.
Successivamente, per rispondere alle nuove esigenze di spazio, il Comune ha realizzato un secondo corpo di fabbrica attiguo all'ex ospedale vecchio e a tale scopo ha presentato un progetto dell'importo di lire 19.300.000.000, finanziato sempre con mutuo della Cassa depositi e prestiti nel 1994.
Attualmente non risultano comunicate né particolari esigenze logistiche né richieste di finanziamenti per l'edilizia.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il 30 settembre 2002 si è svolto a Venezia, presso la scuola Grande San Giovanni Evangelista, un Convegno dal titolo «Giustizia e Regioni. I costi della irragionevole durata dei processi», organizzato dalla regione Veneto, dall'Unione Triveneta dei Consigli dell'Ordine degli avvocati e dall'Ordine degli avvocati di Venezia;
durante i lavori è intervenuto il presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan, sostenendo che: «I tempi della giustizia non sono accettabili ed è indispensabile lavorare per l'accelerazione dei processi anche attraverso una migliore organizzazione giudiziaria, come chiedono i cittadini e, soprattutto, le forze economiche: il cattivo funzionamento del servizio della giustizia, infatti, è un costo aggiuntivo per l'economia ed un elemento che ci penalizza rispetto ai paesi europei...»;
è emerso, inoltre, che nel Veneto il rapporto tra magistrati e popolazione è uno a 11 mila a fronte di una media nazionale di uno a 6 mila, ma soprattutto nelle province di Treviso e Vicenza il dato è fra i più bassi d'Italia e che lo Stato investe nel Veneto, in merito alla Giustizia, meno della metà che in altre regioni -:
se sia a conoscenza dei dati sopra riportati;
se tali dati risultino veritieri, cosa intenda fare per migliorare la situazione.
(4-04183)
Il contingente verrà ripartito in fasi successive, attuate prima dello svolgimento della prova scritta di ciascuno dei tre concorsi banditi ai sensi dell'articolo 18 della stessa legge.
Il primo intervento di ripartizione effettuato con decreto ministeriale 23 gennaio 2003, ha previsto l'assegnazione di 234 posti.
Nella individuazione degli uffici presso cui ripartire il primo contingente dei posti recati in aumento, si è ritenuto di dover privilegiare le Corti di appello e la Corte suprema di cassazione, in funzione delle esigenze operative delle relative sezioni lavoro. Ciò in considerazione della rilevanza riconosciuta a tale settore dalla stessa legge n. 48 del 2001.
Si è ritenuto inoltre, per ciò che concerne gli uffici giudiziari di primo grado, di dover procrastinare ai successivi interventi la ripartizione delle ulteriori unità portate in aumento dalla legge citata.
Tuttavia, l'analisi condotta in ordine ai carichi di lavoro degli uffici di primo grado ha evidenziato l'opportunità di ampliare, già con questa prima ripartizione, di una unità ciascuna le piante organiche di alcuni tribunali, tra i quali quelli di Vicenza e Treviso.
Nello specifico, si riporta l'attuale situazione degli organici degli uffici in esame.
Il Tribunale di Treviso è dotato di un organico di 32 magistrati e al momento risultano vacanti 2 posti di Presidente di Sezione non pubblicati, e 2 posti di giudice, di cui uno di giudice del lavoro, pubblicati con fax del Consiglio Superiore della Magistratura in data 14 marzo 2003.
Inoltre il dottor Gianluigi Zulian è applicato alla Corte di appello di Caltanissetta con scadenza 17 novembre 2003.
La Procura della Repubblica di Treviso è dotata di un organico di 10 magistrati e al momento è vacante il posto di Procuratore pubblicato con fax del Consiglio Superiore della Magistratura in data 18 aprile 2002 e 1 posto di sostituto pubblicato con il fax del 14 marzo 2003.
Il Tribunale di Vicenza è dotato di un organico di 26 magistrati e al momento è vacante 1 posto di giudice pubblicato con fax del 14 marzo 2003.
La Procura della Repubblica di Vicenza è dotata di un organico di 8 magistrati e al momento risulta vacante 1 posto di sostituto pubblicato nel medesimo fax del 14 marzo 2003.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso presenta una situazione critica in tutti i settori operativi: carenza di personale, mancanza di mezzi ed attrezzature, un nuovo distaccamento a Vittorio Veneto che esiste ma tuttavia è malfunzionante;
non solo dal punto di vista nazionale, i vigili del fuoco lamentano da anni una inadeguatezza del trattamento economico ai rischi a cui giornalmente si sottopongono;
la pianta organica nella provincia di Treviso è bloccata dal 1985 e presenta un totale di 264 vigili del fuoco distribuiti in una sede centrale più sette distaccamenti. Le carenze di organico sono oltretutto incrementate da altri due elementi: formazione e addestramento. I corsi di formazione, infatti, hanno la durata di una o più settimane e mediamente sottraggono quattro unità operative al singolo turno. Lo stesso discorso va fatto per l'addestramento che non è fattibile durante il turno di servizio, poiché viene continuamente interrotto da chiamate di soccorso;
molti degli automezzi in servizio hanno più di venti anni, le attrezzature e alcune particolari vestizioni devono essere condivise da più colleghi compromettendo la rapidità e l'esecuzione dell'intervento;
il 25 ottobre 2002 il ministero decretava l'apertura del nuovo distaccamento di Vittorio Veneto, ma ad oggi non esiste una caserma corredata di mezzi ed attrezzature e il territorio di Vittorio Veneto è presidiato da una squadra (presente dalle ore 9 alle ore 19) che parte ogni mattina dalla sede centrale. Sostituzioni e rifornimenti di gasolio si effettuano presso il distaccamento di Conegliano -:
se non debba essere incrementato il personale sia per la sede centrale che per i distaccamenti, di almeno 164 unità operative;
se sia giunto il momento di ammodernare i mezzi e acquistare nuove attrezzature per creare anche riserve;
se e quali iniziative intenda assumere per il distaccamento di Vittorio Veneto;
se ritenga opportuno che lo stipendio venga adeguato al particolare servizio svolto, vista la modesta indennità di rischio oggi pagata.
(4-05449)
Gli esigui incrementi di organico previsti con le leggi n. 246 del 2000 e n. 75 del 2001, concernenti il potenziamento del Corpo, non hanno consentito l'aumento delle dotazioni organiche delle singole sedi del territorio nazionale ma solo l'adozione di alcuni provvedimenti prioritari.
L'attuale Governo ha avvertito il potenziamento degli organici dei vigili del fuoco come una delle priorità nel settore della sicurezza civile ed ha iniziato ad incidere sul problema con la legge finanziaria 2003 che, all'articolo 34, comma 7, che ha previsto un incremento della dotazione organica di 230 unità.
Oltre a questo intervento, sarà possibile procedere, ai sensi della stessa legge finanziaria 2003, all'assunzione di un ulteriore contingente di personale al momento non quantificabile numericamente. L'articolo 34, commi 5 e 6, di tale articolato prevede, infatti, che le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, possano procedere ad assunzioni, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 220 milioni di euro, immettendo prioritariamente in servizio gli addetti ai compiti connessi a vari settori di particolare delicatezza, tra i quali il soccorso tecnico urgente e la prevenzione e vigilanza antincendi.
Ulteriori potenziamenti di personale allo stato sono subordinati all'approvazione da parte degli organismi istituzionali della proposta di incremento di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nell'ambito della prossima legge finanziaria.
Ciò premesso in linea generale si comunica, con specifico riferimento all'interrogazione che con il decreto ministeriale 4 febbraio 2003, con il quale - in attuazione della legge finanziaria 2003 - sono state distribuite sul territorio nazionale le citate 230 unità di personale, sono state assegnate al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso 7 unità operative.
In merito all'ammodernamento delle attrezzature e dei mezzi, grazie agli stanziamenti in bilancio previsti dalla finanziarie per il 2002 e 2003 e dalle leggi di potenziamento delle Forze di polizia, si sta procedendo a rinnovare gradualmente il parco automezzi delle sedi dei vigili del fuoco. Nell'ambito di tale operazione, anche il Comando di Treviso sarà oggetto di nuove assegnazioni.
Riguardo al trattamento economico della categoria rispetto ai rischi a cui è esposta, si fa presente che con la legge finanziaria 2003 sono state stanziate le seguenti risorse finanziarie aggiuntive per i
a) quota parte dei 570 milioni di euro destinati alla contrattazione collettiva nazionale a carico del bilancio statale (articolo 33, comma 1);
b) 1.640.000 euro e 290.000 euro da destinare rispettivamente al personale dei profili del settore aeronavigante ed al personale in possesso di specializzazione di sommozzatore in servizio presso le sedi di nucleo, in ragione della peculiarità dell'attività svolta nel soccorso tecnico urgente ed anche al fine di garantire il progressivo allineamento alle indennità corrisposte al personale specialista delle Forze di polizia;
c) 1.070.000 euro da destinare al trattamento accessorio dei padroni di barca, dei motoristi navali e dei comandanti di altura in servizio nei distaccamenti portuali.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
se e quali verifiche intenda disporre in ordine all'applicazione dell'accordo quadro nazionale, presso la casa circondariale di Piacenza, che interessa gli agenti di polizia penitenziaria, con particolare riferimento alla programmazione mensile del servizio;
se risulti al Ministro interrogato, e quali eventuali provvedimenti intenda assumere al riguardo, il fatto che diversi posti di servizio sono stati decisi in modo unilaterale dalla direzione della casa circondariale, senza neppure sentire i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i quali - peraltro - verrebbero anche negati i permessi cui avrebbero diritto in ragione dell'attività sindacale svolta.
(4-02195)
il personale di polizia penitenziaria della casa circondariale di Piacenza, lamenta una situazione di estremo disagio e difficoltà operativa derivante, in principale parte, da alcuni avvicendamenti verificatasi, sia a livello dirigenziale sia a livello di comando del reparto di polizia penitenziaria;
da circa 12 mesi, il personale di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Piacenza, con l'avvicendamento delle due figure sopra citate, lamenta atteggiamenti poco sensibili alle proprie esigenze;
dall'inizio di quest'anno, si è verificato il trasferimento ad altra sede del comandante di reparto all'epoca titolare, senza che ci sia stato il normale avvicendamento con altra analoga figura. A tutt'oggi è assegnato a ricoprire le funzionivicarie di Comandante di reparto, un appartenete al ruolo degli Ispettori, risultante non gerarchicamente superiore al restante personale di pari ruolo, il che genera il legittimo sospetto che ciò derivi esclusivamente dalla discrezionale scelta del Direttore;
in ogni caso:
a) le relazioni tra il Comandante e il personale, sia in occasioni private sia in quelle pubbliche (conferenza di servizio e momenti di aggregazione nei locali dell'istituto), sono alterate, così come descritto dal personale, da atteggiamenti da parte del direttore di arroganza, denigrazione e velate minacce;
b) la gestione del personale da parte del Comandante, supportato dal direttore, è viziata dal ricorso a criteri privi di equità e di rispetto alle professionalità, con una gestione del servizio autoritaria ma non autorevole;
e) il personale lamenta il diniego dei riposi settimanali costituzionalmente e
le organizzazioni sindacali hanno più volte rappresentato la situazione all'amministrazione Penitenziaria, a tutti i livelli, ricorrendo anche agli organi di stampa, senza per altro raggiungere risultato alcuno -:
se non ritenga di dover disporre, con l'urgenza che il caso conclama, un'ispezione Dipartimentale nella Casa Circondariale di Piacenza, volta a verificare la situazione creatasi e assumendo, successivamente, le iniziative più idonee e necessarie a ridare serenità e motivazioni al personale in servizio.
(4-04434)
In realtà la commissione ispettiva ha potuto rilevare come le innovazioni ed i cambiamenti operati dalla direzione, fossero stati attuati in maniera repentina e senza il necessario coinvolgimento del personale che, in tale modo, non ebbe la possibilità di comprendere pienamente la valenza e la legittimità delle nuove disposizioni.
Anche il provvedimento di nomina di un Ispettore a Comandante di reparto, adottato dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sulla base dei pareri favorevoli espressi in merito sia dalla Direzione che dal competente provveditore regionale, non venne accolto favorevolmente dal personale, anche per la presenza in sede di due ispettori con una maggiore anzianità di servizio.
Il nuovo comandante di reparto inoltre si poneva verso l'esterno quasi come contitolare del diritto a rappresentare l'Amministrazione a discapito del Direttore, unico titolare della suddetta funzione.
In ogni caso, sulla scorta delle considerazioni conclusive svolte dalla commissione ispettiva, venne sollecitato il provveditore regionale di Bologna ad intervenire nei confronti del direttore e del comandante di reparto affinché la gestione dell'istituto venisse opportunamente riequilibrata attraverso il riposizionamento dei rispettivi ruoli istituzionali.
Negli ultimi tempi sono emersi i primi risultati dell'azione posta in essere dall'Amministrazione centrale e dal provveditore: è stata avvertita una nuova e positiva collaborazione dall'interno dell'istituto; è stato instaurato un costruttivo rapporto di dialogo con le organizzazioni sindacali ed infine è stata rilevata una riduzione del tasso di malattie con una evidente positiva ripercussione nell'organizzazione dei servizi dell'istituto.
Comunque, la Direzione generale del personale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria segue costantemente l'evolversi della situazione.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
vista la situazione in cui versa la ditta BEMBERG di Gozzano (Novara);
considerato che i due prodotti realizzati dalla medesima ditta, Nylon e Cupro,
se i Ministri interrogati siano stati interessati dalle problematiche in oggetto, ed, in caso affermativo, come si intenda procedere a tutela delle centinaia di lavoratori impiegati, nonché dell'attività industriale stessa, da ritenersi strategica non solo per l'alto novarese, ma a livello nazionale.
(4-04367)
L'azienda sta attraversando un periodo di difficoltà determinato dal cattivo andamento del mercato nazionale ed internazionale delle fibre chimiche ed ha conseguentemente richiesto l'intervento della Cigs per crisi aziendale per la durata di 12 mesi a partire dal 18 marzo 2002, per un numero massimo di 440 dipendenti a rotazione.
È stato, inoltre, richiesto alla provincia di Novara di voler promuovere, in sede governativa, l'attuazione di un tavolo di confronto per la concessione di una proroga del trattamento di Cigs.
Nello scorso mese di luglio 2002 è stata conclusa una procedura di mobilità per 12 dipendenti, mentre in data 17 febbraio 2003 si è conclusa un'altra procedura che ha coinvolto n. 40 dipendenti, che cesseranno il rapporto di lavoro con scadenze diverse e, comunque, non oltre il 30 settembre 2003.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
gli organi di informazione locale hanno recentemente richiamato l'attenzione sui dati relativi all'attività svolta dai nuclei ispettivi nella provincia di Rimini, relativamente al 2001, che riconfermano il forte e preoccupante radicamento del fenomeno del lavoro nero nel riminese;
e questa situazione oltre ad evidenziare i fattori distorsivi nel funzionamento del mercato che generano concorrenza sleale tra le imprese, mettono in luce i pericoli di degrado del tessuto e delle relazioni sociali nel mondo produttivo ed un significativo danno per le casse dello Stato e degli enti previdenziali che tutelano l'insieme della collettività;
appare evidente il fallimento delle norme varate lo scorso anno per favorire l'emersione del lavoro nero e si conferma che anche gli interventi legislativi più spregiudicati sono del tutto inefficaci se non sono affiancati da una adeguata opera di repressione, che almeno nel riminese si è dimostrata del tutto inadeguata;
l'organico della Direzione provinciale del lavoro, previsto in pianta organica, è di 83 dipendenti, mentre attualmente sono coperti solo 28 posti, di cui solo 5 ispettori a fronte dei 22 previsti;
stante la situazione sopra richiamata risulta impossibile ottenere un efficace intervento di vigilanza che aiuti il sistema produttivo locale a scegliere compiutamente la strada della modernizzazione e l'abbandono dell'economia sommersa -:
quali interventi intenda assumere per restituire condizioni di efficacia agli uffici preposti al controllo dei rapporti di lavoro del territorio riminese;
quali ragioni ostacolino la copertura almeno parziale dei posti vacanti in pianta organica presso la direzione provinciale del lavoro di Rimini.
(4-03303)
In considerazione di ciò, proprio al fine di intensificare la vigilanza nel periodo estivo e di soddisfare le numerose richieste
In relazione alla necessità di un ampliamento degli organici dell'ufficio, si sottolinea che, già da tempo, è in corso di predisposizione, presso l'Amministrazione, un piano di adeguamento delle strutture e di rafforzamento degli stessi, sia mediante appositi concorsi pubblici, sia mediante il passaggio di personale da altre amministrazioni dello Stato.
A tale proposito l'articolo 119 della legge n. 388 del 2000, proprio al fine di potenziare l'attività ispettiva e di favorire il contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dell'economia sommersa e dell'evasione contributiva - con particolare riferimento alle problematiche concernenti la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro - aveva previsto l'assunzione di mille unità nei ruoli ispettivi.
Con riguardo a tale contingente, si fa presente che sono state già assunte le unità di personale individuate come idonee in precedenti concorsi, mentre le procedure per l'espletamento delle ulteriori assunzioni risentono del blocco previsto dalla legge n. 448 del 2001.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
sono passate pochissime settimane da quando l'interrogante segnalò con un'interrogazione l'ennesimo infortunio mortale sul lavoro accaduto a Pesaro il 29 novembre 2002;
un nuovo luttuoso incidente mortale sul lavoro ha colpito Gianfranco Riccetti, un operaio di 46 anni di Sondrio, mentre lavorava nel cantiere della Galleria della Guinza, la strada che dovrà collegare l'Umbria con le Marche nel tratto Pesarese -:
se non giudichi oramai intollerabile una simile catena di lutti e di tragedie umane cui porre urgentemente rimedio;
quali misure intenda adottare al riguardo.
(4-04945)
A causa dell'elevato numero di infortuni, questa amministrazione ha cercato di potenziare l'azione di vigilanza nei settori di competenza, impiegando tutte le risorse attualmente disponibili, anche attraverso la riconversione del personale ispettivo. A seguito di tali iniziative si è registrato un incremento del 10 per cento nel corso dell'ultimo anno.
Nell'arco di tempo intercorso tra il 27 gennaio ed il 21 febbraio 2003, in collaborazione con l'Inps, l'Inail, la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate, e nell'ambito del piano straordinario di vigilanza in materia di emersione del lavoro sommerso, sono stati effettuati circa 20.000 controlli, finalizzati anche all'individuazione dei casi di violazione di norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.
È stata avviata e proseguirà nella seconda e terza settimana del mese di settembre, la campagna europea nel settore delle costruzioni (decisa nell'ambito del Caril-Comitato degli responsabili del lavoro) che prevede una serie di azioni con il coinvolgimento sia degli organi di vigilanza a livello territoriale che delle parti sociali.
In relazione, poi, alla consistenza degli organici dell'Amministrazione, e quindi anche delle direzioni provinciali del lavoro della Lombardia, la legge finanziaria per il 2001 ha autorizzato l'assunzione di mille unità di personale nei ruoli ispettivi di cui
Quanto, invece, ai provvedimenti necessari per realizzare un effettivo coordinamento delle strutture che operano in materia di sicurezza sul lavoro sia a livello regionale che provinciale, si sottolinea che i seguenti provvedimenti legislativi dovrebbero consentire il potenziamento e la razionalizzazione dell'attività in materia di prevenzione:
a) legge 14 febbraio 2003, n. 30 (articolo 8) - Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro - In particolare è prevista la razionalizzazione degli interventi ispettivi di tutti gli organi di vigilanza e l'attribuzione della direzione e del coordinamento operativo alle strutture regionali e provinciali del lavoro, sulla base delle direttive adottate da un'istituenda Direzione generale - cui sono riferiti compiti di direzione e coordinamento delle articolazioni periferiche del Ministero;
b) disegno di legge n. S. 776-B Capo I - Nuova disciplina in materia di semplificazione e riassetto normativo - articolo 3 (Riassetto normativo in materia di sicurezza sul lavoro).
In merito all'infortunio citato nell'interrogazione, gli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Perugia hanno evidenziato che il signor Ricetti Gianfranco era dipendente, dal 16 ottobre 2000, della ditta S.E.C.O.L. S.p.a. con sede legale in Roma - Via Salaria n. 1325, con la qualifica di operaio specializzato, 3o livello.
L'infortunio sul lavoro, che ha causato il decesso del lavoratore menzionato, è avvenuto il giorno 13 dicembre 2002 alle ore 9,30 nel Comune di San Giustino.
Si fa presente, infine, che la Direzione provinciale del lavoro di Perugia ha effettuato la «vigilanza ordinaria» nei confronti della S.E.C.O.L. S.p.A., al termine della quale non sono state rilevate irregolarità, mentre la «vigilanza tecnica» è stata effettuata dalla A.S.L. n. 1 di Città di Castello intervenuta sul posto.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
con cadenza decennale si procede al censimento generale della popolazione italiana;
i dati, raccolti dall'ISTAT, vengono recepiti in un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
da quei risultati derivano, tra l'altro, conseguenze rilevanti per i comuni dato che, ad esempio, il superamento di un determinato numero di residenti comporta l'applicazione di un diverso sistema elettorale perl'elezione del sindaco (turno unico o doppio turno) e del consiglio comunale (sistema maggioritario o proporzionale, numerodei componenti, ed altri); così come la previsione di determinati benefici o la perdita di alcune prerogative;
la città di Messina, ad esempio, a seguito del censimento effettuato nel 1991 è risultata con popolazione di poco inferiore
a seguito della raccolta dei dati per il censimento 2001, sembra certo che la città di Messina superi il limite di 250.000 abitanti (per oltre 5.000 unità);
ciò comporta l'aumento del numero dei consiglieri comunali (da 40 a 45), degli assessori (da 13 a 15), dei consiglieri di quartiere (da 16 a 18). Così come comporta il conseguimento dei benefici derivanti per legge alle cosiddette città metropolitane, cioè a quei comuni che superano i 250.000 abitanti;
senonché, a tutt'oggi, non vi sono i risultati ufficiali e tanto meno il decreto che li rende definitivi, cristallizzandoli per il decennio;
a Messina si vota nella prossima primavera per il rinnovo della carica di sindaco, così come per il consiglio comunale e per i 14 consigli di quartiere;
il pregiudizio che deriva dal ritardo nella pubblicazione dei dati del censimento avrà ripercussioni almeno per i prossimi 5 anni;
certamente molti altri comuni si trovano in situazione simile: per alcuni, anzi, si eleggerà probabilmente un numero di consiglieri superiore al dovuto, dato che in parecchie realtà si è verificato un depauperamento significativo della popolazione; oppure, addirittura, si ricorrerà ad un sistema elettorale diverso da quello che si applicherebbe se la effettiva variazione della popolazione fosse già ufficiale;
sarebbe quindi importante l'immediata pubblicazione dei dati e l'adozione di ogni conseguente provvedimento, così come l'individuazione di eventuali responsabilità per i ritardi accumulati;
allo stato, infatti, il censimento è da tempo completato e risulta in corso la cosiddetta verifica finale;
nelle more, si potrebbe pensare di fissare la data delle votazioni della prossima tornata elettorale nell'ultimo giorno utile per legge, in modo da consentire, se accertata possibile, la preventiva pubblicazione dell'esito del censimento e la conseguente assoluta rispondenza tra numero dei cittadini, sistema elettorale e collocazione dei comuni nella giusta fascia di appartenenza -:
quali iniziative intendano adottare per evitare le negative conseguenze evidenziate in premessa e per fare in modo che le prossime elezioni si svolgano applicando, in ogni comune, un metodo e un sistema conformi al numero effettivo e accertato (al 2001) degli abitanti.
(4-05403)
Al riguardo si rappresenta che la popolazione residente utilizzabile ai fini delle consultazioni elettorali è quella risultante dal 14o censimento generale dell'Istat alla data del 21 ottobre 2001, dichiarata popolazione legale con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 aprile 2003, pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 54 alla Gazzetta Ufficiale n. 81 del 7 aprile 2003.
La pubblicazione infatti è avvenuta in data anteriore a quella di inizio del procedimento elettorale, che ai sensi dell'articolo 18, comma 1, del testo Unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960, coincide con il giorno di pubblicazione, da parte dei Sindaci dei comuni, del manifesto di avviso agli elettori della convocazione dei comizi, corrispondente al 45o giorno precedente quello della votazione. Pertanto, i dati relativi alla popolazione residente contenuti nel citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 aprile 2003 possono
Per quanto concerne, nello specifico, la città di Messina, le problematiche rappresentate nell'interrogazione appaiono del tutto superate, stante il dato della popolazione residente in quel Comune, pubblicato nel citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 aprile 2003.
Il Ministro per la funzione pubblica: Luigi Mazzella.
l'articolo 4 del decreto-legge n. 245 del 2002, convertito nella legge n. 286, del 27 dicembre 2002, prevede, per i soggetti residenti nelle province di Catania e Campobasso, una generale sospensione (fino al 31 marzo 2003) dei termini di prescrizione, decadenza, e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali...». E tra l'altro dispone «sono altresì sospesi tutti i termini relativi ai processi esecutivi, mobiliari e immobiliari;
il presidente del tribunale di Catania ha emesso una nota interpretativa della citata disposizione di legge, (protocollo n. 4905/02 del 9 novembre 2002) nella quale si legge, tra l'altro, che le vendite giudiziarie non sono sospese perché non correlate all'osservanza di termini perentori. Lo stesso presidente ritiene invece che ricada nella sospensione il termine per l'aumento del sesto previsto dall'articolo 584 del codice di rito;
l'interpretazione della norma da parte del presidente del tribunale di Catania è da ritenersi esatta e conforme alla natura del termine previsto dall'articolo 584 del codice di procedura civile;
dalla entrata in vigore della norma specificata derivano però inconvenienti non indifferenti conseguenti al fatto che il termine per l'aumento del sesto viene in pratica prorogato fino al 10 aprile 2003; ciò comporta che l'aggiudicatario provvisorio si vede immobilizzate le somme versate a titolo di cauzione e di spese, fino a tale data e, quel che è più grave, è esposto per l'intero periodo a subire eventuali pressioni da parte di soggetti di pochi scrupoli (fenomeno ben noto). D'altra parte, dalla proroga del termine ex articolo 584 del codice di procedura civile non consegue nessun vantaggio o comunque nessuna utilità per il debitore esecutato e quindi manca la ragione giustificativa sottesa all'emanazione della legge agevolativa -:
quali interventi urgenti (anche in via interpretativa) intendano porre in essere al fine di evitare che la sospensione dei termini di cui in premessa si applichi a quello di cui al comma 1 dell'articolo 584 del codice di procedura civile (aumento del sesto a seguito di esperimento di vendita giudiziale), con il conseguente denunziato pregiudizio per i creditori e senza alcun beneficio per i debitori che la norma dovrebbe tutelare.
(4-05087)
Il Presidente del Consiglio dei ministri, quindi, interviene nell'immediatezza del verificarsi dell'evento calamitoso, esercitando poteri emergenziali per porre rimedio all'impedimento del regolare svolgimento delle attività istituzionali su particolari zone del territorio.
La sospensione dei termini, anche processuali, si spiega con la presunzione che l'esercizio del relativo adempimento sia reso sommamente difficoltoso per l'onerato a causa dell'evento naturalistico che si verifica sul territorio. Pertanto, la sospensione vuole garantire proprio la concreta possibilità di esercitare i diritti che, diversamente, potrebbero essere irrimediabilmente lesi.
Nel caso specifico, la scelta operata dal legislatore appare condivisibile, in quanto finalizzata ad evitare disparità di trattamento.
È infatti, del tutto ragionevole che la sospensione ricada sui termini perentori nel processo civile ed esecutivo in particolare, laddove sarebbe proprio l'identificazione di singolari eccezioni alla regola generale della sospensione ad esporsi a censure di illegittimità, anche sotto il profilo costituzionale in relazione al principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione.
Si osserva, infine, che l'applicazione della normativa in questione è riservata alle autonome determinazioni della competente Autorità giudiziaria, che nel caso del Tribunale di Catania, vi ha già provveduto in maniera ritenuta «esatta e conforme» nell'atto stesso di sindacato ispettivo che si riscontra.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
L'aeroporto di Comiso «V. Magliocco» è già stato pista civile negli anni dal 1960 al 1972;
la zona di Comiso (provincia di Ragusa) nel Mediterraneo è geograficamente la più a sud del Paese e, pertanto, la più vicina alle coste del nord Africa, e l'importanza della sua posizione strategica è dimostrata da significativi esempi storici:
a) dalle coste della Sicilia nord-orientale partirono le flotte romane per la conquista di Cartagine (Guerre Puniche III e II secolo a.C.);
b) dalle stesse spiagge in epoca Bizantina, Giustiniano salpa per combattere i vandali del nord Africa;
c) nell'anno 1934 veniva ampliato il territorio di Comiso; e il Governo del tempo dichiarava «Comiso sentinella avanzata del Mediterraneo» e l'aeroporto veniva intitolato «V. Magliocco»;
d) l'importanza strategica del territorio è infine dimostrata dalla localizzazione della base Nato a Comiso (oggi smilitarizzata);
la Corte dei conti ha approvato la convenzione stipulata dal dipartimento trasporti per la realizzazione dell'aeroporto di Comiso (attuazione della misura 6.04 del Por 2000-2006);
la stessa Corte dei conti, in data 25 settembre 2002, ha registrato il decreto di approvazione della convenzione stipulata tra il dipartimento trasporti e il comune di Comiso per la realizzazione dell'aeroporto «Magliocco»;
la realizzazione dell'aeroporto di Comiso consentirà il miglioramento dell'accessibilità di poli di interesse, anche produttivo, di vaste aree periferiche ed interne dell'intera regione;
secondo quanto stabilito nell'accordo di programma quadro per il trasporto aereo, sottoscritto in data 5 novembre 2001, le risorse finanziarie occorrenti per la sua realizzazione, pari a circa 48 milioni di euro, saranno reperite in parte a valere sui fondi comunitari della misura 6.04 del Por Sicilia 2000-2006 e, in parte, sulle risorse di cui alla legge n. 208 del 1998 altresì con l'attivazione delle risorse preordinate dalla legge finanziaria per l'anno 1998 al fine di realizzare interventi nelle aree depresse, ripartite con delibera Cipe 13/2000 -:
se sia stato preso in esame il progetto di una grande società internazionale, la «Wiggins» di Londra, per il recupero dell'aeroporto di Comiso;
se siano state presentate, al ministero competente, proposte alternative di privati corredate da progetti esecutivi da realizzarsi in project finance;
quali immediate iniziative il Governo abbia preso o intenda prendere, per dare una definitiva soluzione all'eterna vicenda della riconversione della base militare di
(4-05342)
Il Comune di Comiso, individuato dalla Regione Sicilia come il soggetto che dovrà realizzare i necessari interventi, ha già affidato la progettazione a livello esecutivo, e per le opere individuate è stata già ottenuta la valutazione d'impatto ambientale in data 19 novembre 2002.
Per quanto concerne il quesito inerente le proposte di privati ed in particolare se sia stato preso in esame il progetto della Società Wiggins di Londra, l'Ente fa presente che a tal riguardo non risultano pervenute proposte alternative di privati corredate da progetti esecutivi da realizzarsi in project financing né risulta presentato, da parte della citata società inglese, alcun progetto di recupero dell'aeroporto in questione.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
da quanto riportato dal quotidiano La Stampa in data 26 novembre 2002 in un articolo a nome di Giorgio Ballario, si sarebbe consumato un furto all'interno dei locali occupati dall'Associazione «Libera», facente capo al gruppo Abele e al suo fondatore, Don Luigi Ciotti;
sarebbero stati rubati importanti documenti relativi alla gestione - da parte di cooperative sociali legate a Libera - di terreni sequestrati alla mafia;
in data 6 novembre 2002, l'interrogante ha già presentato una lunga e dettagliata interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri onorevole Silvio Berlusconi, per conoscere (anche attraverso la disponibilità di adeguata documentazione) la rendicontazione delle decine di miliardi - erogati dallo Stato e da una moltitudine di enti locali e pubblici - a favore del gruppo Abele e di tutte le associazioni ed enti ad esso facenti capo nel corso degli ultimi 10 anni;
circa due anni orsono, il gruppo Abele subì un furto analogo e Don Ciotti è protetto da una cospicua scorta a causa della sua attività contro la mafia -:
se fra il materiale sottratto vi siano anche rendiconti o bilanci, relativi all'uso (da parte del gruppo Abele o delle consociate) di somme ricevute dallo Stato o da altri enti pubblici e se materiale eventualmente analogo, sia stato sottratto anche nel corso del furto precedente;
se sia a conoscenza dell'elenco delle cooperative o associazioni relativamente alle quali è stata sottratta la documentazione;
quale sia il motivo per cui, nonostante i pericoli che corre Don Ciotti e nonostante parte della (nuova) sede non sia ancora protetta da un sistema di antifurti, le forze dell'Ordine non avessero predisposto un adeguato servizio di sorveglianza;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare al fine di tutelare meglio, per il futuro, un'associazione evidentemente nel mirino della criminalità e quali attività investigative abbiano messo in campo le autorità locali.
(4-04749)
Non risulta, invece, che sia stato sottratto materiale relativo a rendiconti o a bilanci dell'associazione o comunque concernente l'uso di contributi ricevuti dallo Stato o da altri enti pubblici.
Gli accertamenti di rito sono stati eseguiti da personale della locale Squadra mobile e del Gabinetto di polizia scientifica, immediatamente intervenuto sul posto.
È verosimile che gli autori del furto, ancora ignoti, si siano introdotti all'interno della sede forzando una finestra, riuscendo poi ad aprire due armadi blindati.
La Questura di Torino ha precisato, inoltre, che non risultano precedenti analoghi in quella città ai danni della stessa associazione o di cooperative o altre associazioni ad essa collegate.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la sezione distaccata del tribunale di Susa (Torino) opera sul territorio da tempo immemorabile con un enorme carico di lavoro (oltre 1.700 cause civili e moltissime penali);
in data 10 dicembre 2002 il presidente del tribunale di Torino, dottor Barbuto, ha deciso il trasferimento davanti al tribunale ordinario di Torino - con decorrenza 2 gennaio 2003 - di tutte le cause di cui al capo a, b, c, d ed e della sezione distaccata del tribunale di Susa;
il provvedimento sarebbe determinato dalla impossibilità di reperire un giudice togato per coprire la sezione di Susa;
in seguito a tale provvedimento restrittivo delle competenze spettanti alla sezione distaccata, la maggior parte del carico di lavoro andrà a gravare sul tribunale ordinario di Torino, con la conseguenza che a fine 2003 al registro generale risulterà un numero esiguo di cause iscritte alla sezione di Susa e pertanto non potrà essere giustificata l'esistenza della sede in oggetto;
gravi disagi alla popolazione locale che deriverebbero dalla eventuale chiusura del tribunale locale;
a quanto risulta all'interrogante lo stesso presidente del tribunale di Torino avrebbe il potere di assegnare i magistrati esistenti nel circondario per coprire le sedi vacanti -:
in che modo intenda attivarsi presso il CSM affinché sia prevista l'assegnazione di un magistrato presso la sede vacante, impedendo così la possibile chiusura della importante sede distaccata.
(4-05051)
Detto provvedimento di variazione dell'assetto tabellare (riferibile al biennio in corso, stante l'assenza - allo stato - d'una deliberazione consiliare che abbia approvato quanto proposto dal Capo di Corte per il Tribunale di Torino con riferimento al biennio 2002/2003) è stato in particolare adottato dal Presidente dell'Ufficio torinese - tenuto conto d'una situazione apparsa già critica alla fine del 2001 ed andata via via peggiorando durante il corso dell'anno successivo - sulla scorta delle opportunità offerte dal comma secondo dell'articolo 48-quinquies, introdotto dal decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51.
Vale la pena sottolineare - sia pure incidentalmente - come l'approvanda proposta organizzativa per il biennio in corso redatta nel marzo 2002 abbia previsto (auspicando
Ciò posto, appare altresì opportuno rimarcare i seguenti aspetti:
a) l'iter attraverso il quale si è giunti all'adozione del provvedimento appare rispettoso delle formalità previste dal citato comma secondo dell'articolo 48-quinquies («Sentiti il Consiglio giudiziario ed il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati (...)»);
b) un parere espresso dal Consiglio Giudiziario di Torino il 12 novembre 2002 ha riconosciuto - sia pure a distanza di quasi un anno - la sussistenza delle particolari esigenze all'origine del decreto 91 del 2001 (e dunque, implicitamente, anche il permanere di quella situazione di «stallo» verificatasi nel corso del 2002 e addotta dal Presidente del Tribunale di Torino quale principale motivo della emanazione del decreto n. 61);
c) alla luce delle indicazioni normative contenute nel primo comma dell'articolo 48-quinquies, il concetto di «gruppi omogenei di procedimenti» espresso dal citato comma secondo non pare possa estendersi ad un più ampio concetto di «categorie di procedimenti», così come invece appaiono essere individuabili quelle elencate nei punti a), b), c), d) ed e) del provvedimento. Il concetto di gruppi omogenei, in altri termini, pare possa riferirsi ad un insieme di procedure collegate tra loro da uno specifico nesso contingente, e non già a situazioni nelle quali l'unico nesso riscontrabile fra le procedure sia dato dall'appartenenza delle stesse ad una medesima tipologia (quali le «cause contenziose di valore superiore a 50 milioni o di valore indefinito» indicate, ad esempio, sub a) nel provvedimento);
d) il potere facente capo al Presidente del Tribunale di «assegnare i magistrati esistenti nel circondario per coprire le sedi vacanti» richiamato dagli onorevoli interroganti è uno degli aspetti di quel più generale potere-dovere del Capo dell'Ufficio di organizzare (tabellarmente) l'ufficio medesimo; lo stesso Presidente del Tribunale, peraltro, rileva espressamente nella parte motiva del decreto n. 61 come il ricorso a detta potestà presidenziale costituisca ormai l'unica soluzione realisticamente praticabile per dare definitiva soluzione alla questione organica della Sezione di Susa;
e) pur se i tempi necessari all'attivazione della procedura di assegnazione tabellare d'ufficio di un secondo magistrato a detta Sezione non si prevedono brevi - come lo stesso Presidente del Tribunale rileva - non pare opportuna, medio tempore, l'adozione di alcuna iniziativa, stante la dichiarata provvisorietà dei contenuti del decreto n. 61 e la consapevolezza del Presidente del Tribunale di doversi alfine azionare la procedura del trasferimento d'ufficio.
Pertanto, non rientra nelle competenze dell'Amministrazione Centrale la ripartizione degli affari civili e penali da trattare presso le sedi circondariali di tribunale e le relative sezioni distaccate (materia disciplinata dall'articolo 48-bis e seguenti dell'Ordinamento giudiziario).
Con riferimento alla paventata possibilità che le misure organizzative adottate dal Presidente del tribunale di Torino possano costituire la premessa per l'eventuale soppressione della sezione distaccata di Susa, si rappresenta che allo stato il competente ufficio non ha assunto alcuna iniziativa in tal senso né è intendimento del Ministro sopprimere alcuna sede distaccata.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il gruppo Marzotto ha presentato una serie di interventi di ristrutturazione del settore che prevederà la chiusura totale degli stabilimenti tessili di Manerbio (Brescia), mettendo in mobilità più di 270 lavoratori;
il piano di ristrutturazione prevede inoltre la riduzione del personale nel tessile di Valdagno di 108 unità;
l'azienda ha comunicato che esistono problemi di saturazione per lo stabilimento di pettinatura di Mortara, di adeguamento ai volumi disponibili per lo stabilimento di tintoria e finissaggio di Schio ed ha altresì comunicato di avere grande difficoltà a causa della caduta degli ordini per il copertificio di Schio. La Marzotto tuttavia non è entrata nel merito degli interventi che intende attuare;
per quanto riguarda le scelte indicate per affrontare i problemi, soprattutto per quella inerente la procedura di mobilità per lo stabilimento di Manerbio, si evince chiaramente la totale mancanza di volontà da parte dell'azienda di ricercare, sul piano industriale, soluzioni che permettano la salvaguardia dei lavoratori e del rilancio produttivo attraverso lo sviluppo di iniziative dirette ad acquisire quote di mercato;
all'incapacità di trovare soluzioni si aggiunge la grave scelta di aver aperto la procedura di mobilità senza prima aver effettuato un confronto sindacale, mettendo così i lavoratori e i loro rappresentanti di fronte al fatto compiuto -:
quali iniziative, nell'ambito della propria competenza, intenda intraprendere affinché venga revocata la mobilità prevista per i lavoratori dello stabilimento di Manerbio e vengano salvaguardati i posti di lavoro nelle altre sedi della Marzotto;
se non ritenga a tale fine opportuno intervenire affinché venga aperto un tavolo delle trattative per fare chiarezza sul merito e sul metodo con cui la Marzotto sta portando avanti i piani di ristrutturazione.
(4-04592)
Tale società, che opera nel settore abbigliamento e tessile e nel 2002 ha fatturato 1.756,6 milioni di euro, si avvale in tutto il mondo della collaborazione di più di 11 mila dipendenti.
La Marzotto sta risentendo, per il comparto dei tessuti lanieri, della contrazione generalizzata del mercato tessile e, allo scopo di mantenere alta la competitività, ha formulato e sta realizzando un piano di ristrutturazione che coinvolge sotto il profilo occupazionale l'intero organico dello stabilimento di Manerbio, in provincia di Brescia.
In data 5 novembre 2002 la società in parola ha aperto, ai sensi della legge n. 223 del 1991, una procedura di mobilità per la cessazione dell'attività del suddetto stabilimento di Manerbio, con il conseguente esubero di 270 lavoratori.
La Prefettura di Brescia si è attivata concertando incontri con le amministrazioni pubbliche interessate territorialmente e le organizzazioni sindacali senza tuttavia raggiungere una soluzione atta ad evitare la chiusura dello stabilimento in questione.
Allo scopo di attutire l'impatto sociale di tale decisione, il 5 febbraio 2003, presso questo ministero si è tenuta una riunione con le parti sociali ed i rappresentanti degli enti locali per l'esame delle problematiche tecniche connesse all'utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per crisi aziendali.
In tale sede sono stati illustrati i nuovi criteri di concessione della stessa CIGS contenuti nel recente decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 18 dicembre 2002.
Tali criteri presentano maggiore elasticità rispetto alla precedente normativa e, quindi, non vi dovrebbero essere difficoltà
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il carpentiere di origine croata Milan Brenko il giorno 4 dicembre 2002 è rimasto ucciso, schiacciato mentre saldava la lamiera nello scheletro di una nave presso i cantieri Visentin di Porto Viro, nel basso Polesine;
l'operaio è stato colpito da un carro-ponte;
la procura competente ed i carabinieri hanno aperto un'inchiesta per appurare le cause della disgrazia, visto che negli stessi cantieri si erano già verificati incidenti mortali -:
se risulti all'ispettorato del lavoro che nel cantiere ove si è verificata la disgrazia si fossero già riscontrate inadempienze al decreto legislativo n. 626 del 1994, sia per quanto riguarda le norme di sicurezza sia la scarsa sorveglianza di mezzi e materiali.
(4-04851)
Preliminarmente si fa presente che nella provincia di Rovigo e in tutto il Veneto, salvo rari casi, la prevenzione degli infortuni sul lavoro ed il riscontro su eventuali inadempienze al decreto legislativo 626 del 1994, vengono effettuati dal servizio di prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) dell'azienda USL.
Il suddetto SPISAL, che era già intervenuto in passato presso i cantieri ai fini della sicurezza dei lavoratori, è immediatamente accorso in data 4 dicembre 2002, a seguito dell'infortunio mortale menzionato, per gli accertamenti di carattere penale, le cui risultanze sono state inviate alla competente Autorità giudiziaria.
La Direzione del Lavoro di Rovigo è intervenuta nei giorni successivi per accertare, in ottemperanza alla lettera circolare protocollo 923.A2.2 del 22 maggio 2000 di questo Ministero, la posizione lavorativa della persona deceduta, accertando che la stessa era socio della ditta Naval bis S.r.l.. Tale ditta aveva ricevuto, in sub-appalto, lavori di carpenteria metallica, a loro volta facenti parti di un appalto più esteso commissionato dalla ditta Cantieri Navali Visentini.
La ditta Vicentini, presso la quale operano diverse ditte con lavori ricevuti in appalto e sub-appalto, in passato (anni 1991-1998-1999-2001), è stata oggetto di accertamenti ispettivi anche per verificare la regolarità degli appalti e la posizione di ditte straniere e/o con lavoratori stranieri.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da agenzie di stampa del 29 maggio 2003 si apprende che il capo di gabinetto del Ministero interrogato, professor Paolo Togni, avrebbe invitato i dirigenti del ministero, dell'Apat e dell'Icram a sospendere tutte le attività in corso, aventi contenuti oggetto della delega legislativa in discussione alla Camera dei deputati;
la nota del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, sempre diffusa dalle agenzie di stampa, anziché smentire l'esistenza di detta circolare ne ha invece difeso la motivazione -:
se la circolare sia stata effettivamente diramata, atteso che ciò comporterebbe il rischio di bloccare tutte le attività amministrative
se il Ministro in indirizzo non ritenga che attraverso la suddetta circolare si sia compiuto un atto quanto meno indelicato nei confronti del Parlamento, che non ha ancora approvato la legge delega e, nel diritto e allo stato, potrebbe ancora, anche respingerla.
(4-06480)
Al riguardo, onde sgombrare il campo da ulteriori strumentalizzazioni e distorsioni della vicenda, si ritiene necessario chiarire che la cosiddetta circolare del Capo di Gabinetto non interferisce né incide sull'attività amministrativa di competenza del personale dirigente la quale, come dovrebbe essere noto, consiste nella gestione delle risorse umane strumentali e finanziarie finalizzate al perseguimento degli obiettivi stabiliti dal Ministro.
La nota in discorso, invece, è diretta a regolare e coordinare una diversa attività, cioè l'attività normativa del ministero nella fase di elaborazione dei testi.
Detta attività non è imputabile ai dirigenti in quanto fa capo all'organo del vertice politico del Ministero il quale sottoscrive le varie tipologie di atti normativi assumendone la relativa responsabilità politica.
Nel concreto esercizio di questa attività il Ministro si avvale dei propri uffici di diretta collaborazione, in particolare dell'Ufficio Legislativo che definisce gli schemi dei regolamenti legislativi e regolamentari e del Capo di Gabinetto in veste di coordinatore degli uffici di collaborazione, mentre le varie direzioni del Ministero offrono ai predetti uffici un mero supporto tecnico atteso l'elevato tecnicismo della materia ambientale.
Poiché, dunque, è incontestabile che la nota del Capo di Gabinetto è intervenuta in un ambito estraneo all'attività amministrativa, la stessa non solo non può costituirne «gravissima turbativa» ma invece deve ritenersi quanto mai opportuna e conforme all'interesse pubblico, in quanto è diretta ad evitare una ulteriore proliferazione e sovrapposizione di norme in un momento in cui è imminente l'approvazione della delega ambientale i cui obiettivi fondamentali sono al contrario la semplificazione e la razionalizzazione della materia.
Quanto al quesito «se attraverso la suddetta circolare si sia compiuto un atto quanto meno indelicato nei confronti del Parlamento, che non ha ancora approvato la legge delega e, nel diritto e allo stato, potrebbe ancora anche respingerla», si ritiene che l'affermazione sia quanto meno provocatoria, dato che non si riesce a comprendere come l'esercizio di una legittima facoltà da parte dell'Ufficio di Gabinetto, in una materia riservata al Ministro, possa costituire una mancanza di riguardo nei confronti del Parlamento il quale nella propria autonomia resta libero di approvare o meno il disegno di legge delega sottoposto al suo esame.
È chiaro che, poiché il Parlamento in larga maggioranza sostiene questo Governo, è lecito prevedere che la delega ambientale che già ha ricevuto il consenso da parte della Camera in prima lettura e dal Senato in seconda, ragionevolmente sarà approvato in via definitiva dalla Camera in tempi brevi, per cui anche sotto questo profilo la circolare appare del tutto corretta.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
i lavoratori della vigilanza privata aderenti alla Filcams Cgil di Roma e del Lazio hanno denunziato, anche in sede giurisdizionale, i gravi comportamenti antisindacali posti in essere dalla Società Italpol a r.l. nei confronti dei rappresentanti aziendali dello stesso sindacato;
in particolare, questi lavoratori lamentano manifestazioni di intolleranza ed
la vicenda dell'Italpol Spa riporta in evidenza la mancanza di garanzie nel rapporto di lavoro delle guardie particolari giurate, dovuta in parte all'inadeguatezza normativa, che non riconosce a questi lavoratori una specifica qualifica e adeguata formazione professionale e in parte al mancato rispetto da parte del datore di lavoro dei vincoli che impone l'impiego di lavoratori in attività fortemente esposta;
risulta altresì evidente la carenza del sistema dei controlli, pur necessari ad assicurare che l'attività imprenditoriale si svolga nella corretta concorrenza tra imprese e senza procurare vantaggio economico sulla pelle dei lavoratori -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere in favore del miglior riconoscimento dei diritti e delle competenze delle guardie particolari giurate;
se il Ministro non intenda rafforzare il sistema dei controlli sull'attività delle imprese di vigilanza privata per garantire il rispetto della legge e delle disposizioni vigenti, con particolare riferimento ad eventuali condotte antisindacali.
(4-02885)
A seguito dell'azione giudiziaria intrapresa dall'organizzazione sindacale Filcams-Cgil circa il comportamento tenuto dalla società in oggetto indicata, teso ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e dell'attività sindacale, in violazione dell'articolo 28 della legge 300 del 1970, il Tribunale di Roma-Sezione lavoro accoglieva il ricorso dell'istante Organizzazione Sindacale e con sentenza del 18 aprile 2002, condannava la Società Italpol Inchieste Speciali a rimuovere la condotta antisindacale ordinando alla medesima di riconoscere la Rsa legittimamente costituita.
Alla luce di tale sentenza, veniva ripristinata all'interno dell'azienda l'attività sindacale della Rsa e la medesima veniva riconosciuta come valida e legittimamente costituita.
È stato accertato, poi, il regolare comportamento dell'azienda per quanto riguarda l'applicazione del contratto collettivo nazionale del lavoro di categoria, nonchè la regolarità degli aspetti riguardanti gli obblighi assicurativi e previdenziali, così come dichiarato, tra l'altro, dai rappresentanti della Ficams-Cgil.
Per quanto riguarda l'avvio al lavoro di guardie particolari giurate, sprovviste dei requisiti per lo svolgimento dell'attività di vigilanza, ovvero decreto di nomina a g.p.g. e porto d'armi, si rappresenta che i membri della Filcams-Cgil hanno fatto presente che la società in argomento, per il periodo dall'1 dicembre 2001 al 28 febbraio 2002, ha effettivamente occupato personale neo assunto, sprovvisto dei titoli suindicati, anche, se avviati in affiancamento a g.p.g., già qualificate ed operanti.
In tal senso, i suddetti rappresentanti sindacali comunicavano tale anomalia agli organi competenti per materia (Questura di Roma), invitando i medesimi a porre in essere gli accertamenti di competenza, accertamenti che risultano tutt'ora in corso.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la grave crisi della FIAT ha messo in pericolo uno dei settori più delicati del panorama industriale italiano; la crisi investe soprattutto le aree del Mezzogiorno, già caratterizzate da una situazione di elevata tensione sociale;
pur nel disagio in cui si trovano in queste ore, i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno mostrato di avere un alto senso di responsabilità e l'approccio giusto alla crisi;
gli scioperi, le iniziative e le lotte dei lavoratori e del sindacato, nel difendere i posti di lavoro, rappresentano un punto di riferimento decisivo per la salvaguardia del patrimonio produttivo del Paese;
in occasione dello sciopero di martedì 26 novembre 2002 gli operai FIAT di Termini Imerese sono giunti a Roma con un treno speciale per unirsi ai lavoratori del settore metalmeccanico di tutto il Paese, in questa occasione;
il convoglio messo loro a disposizione, già alla partenza da Termini Imerese, era in condizioni non conformi alle regole dell'igiene. Condizioni che sono peggiorate e diventate assolutamente inaccettabili alla successiva partenza per il ritorno, previsto la sera dello stesso giorno, dalla stazione Termini di Roma: vagoni sporchi con tracce evidenti di escrementi, infestati di animaletti, senza acqua e carta igienica, cuccette senza lenzuola;
l'interrogante ha potuto constatare personalmente le reali condizioni dei vagoni recandosi alla stazione Termini -:
se non ritengano di chiedere a Trenitalia le ragioni di tale grave disservizio e quali provvedimenti intendano adottare affinché disagi di questo genere non si ripetano.
(4-04663)
Infatti, si è provveduto alla sostituzione dell'addetto ai controlli delle pulizie che ha omesso di verificare l'intero materiale utilizzato dai dipendenti FIAT. È stato, altresì, conferito da parte della Società ad un dirigente tecnico esperto l'incarico di coordinare il processo di pulizie nell'impianto di Roma Prenestina.
Ferrovie dello Stato S.p.a. ha, inoltre, costituito una task force composta da 3 dirigenti e 10 operatori con il compito di monitorare, con turni dalle 6.00 alle 22.00, i treni ordinari in scalo a Roma Termini ed al Parco Prenestino.
Infine, la Società ha ritenuto di sottoporre tutti i materiali ad un programma straordinario di pulizie di tipo elevato ed alla contemporanea disinfestazione, con controllo di esecuzione affidato anche a dirigenti e quadri, delle strutture tecniche competenti.
In considerazione del disservizio procurato, Trenitalia ha rinunciato al pagamento del treno, il cui costo era sostenuto dalla Regione Sicilia in favore dei dipendenti FIAT.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
in base decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 aprile 1997 il comando provinciale dei vigili del fuoco di Prato ha una dotazione organica pari a 60 vigili permanenti, 24 capi squadra, 8 capi reparto, 10 unità di personale amministrativo e 6 funzionari; ma al 31 dicembre
nel corso del 2002 risultano essere stati compiuti dal comando provinciale di Prato 3.655 interventi di soccorso, di cui un terzo per incendi; 214 trasmissioni alla Procura di notizie di reato; 257 servizi di vigilanza presso teatri o mostre; sono state espletate 10.500 pratiche di prevenzione incendi; 3.050 pratiche relative a industrie tessili a norma dell'articolo 48 del decreto ministeriale 16/02/1982, 669 servizi di prevenzione incendi;
il territorio della provincia di Prato si caratterizza per la presenza di aree sottoposte a fenomeni alluvionali nel comune di Montemurlo e Poggio a Caiano; nonché per la presenza di estese aree boscate situate nella Val di Bisenzio e nel Montalbano, ovvero ai due estremi Nord e Sud del territorio provinciale;
il territorio provinciale di Prato è attraversato dalla linea ferroviaria Firenze-Bologna (cosiddetta direttissima) con quindici gallerie tra le quali una, situata nel comune di Vernio, lunga quasi venti chilometri;
il distretto pratese è tra le aree a più alta densità di attività industriali ed artigianali d'Europa, oltre che abitativa, essendo Prato una città di oltre 170.000 abitanti;
sono stati aperti recentemente due distaccamenti volontari nei Comuni di Vaiano e Montemurlo ed è stata data l'autorizzazione per l'apertura di un distaccamento stagionale nel comune di Vaiano;
la rilevazione dei carichi di lavoro è stata svolta precedentemente alla istituzione delle nuove province e dunque la dotazione organica è stata individuata sulla base di una simulazione che necessita di una verifica;
il parametro del territorio incide in maniera abnorme rispetto ad altri parametri come la popolazione o la presenza di industrie, penalizzando quindi territori come quello della provincia di Prato -:
se non ritenga di dover procedere ad una revisione della pianta organica dei comandi provinciali dei vigili del fuoco delle province di nuova istituzione;
se ritenga di condividere la richiesta degli interroganti di inserire il comando provinciale dei vigili del fuoco di Prato in categoria S4 rispetto all'attuale S3;
se in subordine non ritenga opportuna la realizzazione di un distaccamento dei vigili del fuoco nel comune di Montemurlo, per l'individuazione del quale esiste già un accordo anche con i Comuni della provincia di Pistoia ed in particolare Agliana, Montale e Quarrata, da porre sotto il coordinamento interprovinciale dei Comandi provinciali di Prato e Pistoia al quale destinare il personale organico ulteriore rispetto a quello attuale;
quali provvedimenti abbia predisposto, anche con l'avvicinarsi della stagione estiva, per la prevenzione degli incendi.
(4-05518)
Tale progetto, tuttavia, quando sarà ultimato, richiederà per la sua concreta applicazione, il supporto di specifici provvedimenti legislativi che prevedano opportuni incrementi di personale che consentano l'adeguamento delle piante organiche ai nuovi carichi di lavoro, obiettivo, tra l'altro, individuato specificamente nella recente direttiva generale per l'attività amministrativa per il 2003, adottata dal ministro dell'interno il 17 marzo 2003.
Con riferimento al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Prato, la prospettata opportunità di provvedere ad un incremento dell'organico, pur trovando concorde questa Amministrazione, sarà necessariamente valutata nel quadro generale delle esigenze complessive del territorio nazionale.
L'istituzione di un distaccamento permanente dei vigili del fuoco a Montemurlo non trova possibilità di attuazione per la limitatezza degli organici. Sono state attivate da tempo, tuttavia, le procedure per l'istituzione in loco di un distaccamento volontario.
Nel settore della prevenzione e della lotta agli incendi boschivi la legge 21 novembre 2000, n. 353, legge quadro in materia di incendi boschivi, attribuisce la competenza primaria alle Regioni, le quali possono avvalersi anche di risorse e personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato, in base ad accordi di programma. Per quanto riguarda il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco l'accordo di programma con la regione Toscana è in fase di avanzata predisposizione.
Un ulteriore coinvolgimento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nell'ambito delle campagne antincendi boschivi può avvenire solo a seguito di specifico provvedimento normativo - emanato per gli anni precedenti ma non ancora per l'anno in corso -, che disponga finanziamenti straordinari per integrare le risorse disponibili in termini di incremento dei mezzi e delle strutture nonché d'utilizzazione del personale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
il 26 ottobre 1999 nella Repubblica democratica popolare del Laos cinque leader del Movimento degli studenti, Thongpaseuth Keuakoun, Seng-Aloun Phengphanh, Khamphouvieng Sisa-At, Bouavanh Chanmanivong e Keochay, sono stati arrestati per aver manifestato e fatto opera di volantinaggio in favore della democrazia;
da quella data non si è mai più saputo nulla della loro sorte, di quali reati siano stati accusati e se sia in corso, o sia già stato celebrato, un processo, nonostante le assicurazioni date nel novembre 2001 dal governo laotiano al sottosegretario agli affari esteri Boniver;
la delegazione comunitaria incaricata dei rapporti con l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), nel quadro dell'Accordo del 2001 tra questa e la Comunità europea, ha ricevuto dai rappresentanti del Laos risposte inadeguate sul destino dei cinque studenti;
l'arresto e la totale mancanza di notizie sulla sorte di queste persone costituiscono una violazione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e il Laos del 1997, il cui articolo 1 definisce il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo come un elemento fondamentale per la sua validità;
l'arresto dei cinque studenti laotiani e in generale la situazione dei diritti umani nel Laos sono stati oggetto di interrogazioni in questa Assemblea e di risoluzioni del Parlamento europeo;
il 26 ottobre 2001, a due anni dall'arresto dei leader del Movimento degli studenti, in seguito a manifestazioni di protesta a Vientiane contro il Governo laotiano sono stati arrestati, detenuti, condannati a due anni di carcere e infine espulsi cinque membri del Partito radicale transnazionale, di cui tre italiani -:
quali misure intenda adottare al fine di far luce in via definitiva sulla sorte dei cinque studenti arrestati e di richiamare il Governo del Laos al rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo, primo tra tutti quello alla libertà d'espressione, sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e, nell'ambito delle relazioni bilaterali con l'Europa, espressamente richiamati nel citato Accordo di cooperazione.
(4-05601)
L'11 giugno 2002, durante il Vertice FAO di Roma, in occasione di un colloquio con il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri laotiano Somsavad Lengsavad, ho nuovamente sollevato la questione per avere precise informazioni sulla sorte dei prigionieri. In tale occasione, pur rispondendo in maniera evasiva, il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri laotiano ha ribadito la linea secondo la quale le persone arrestate sarebbero in realtà solo criminali comuni e sarebbero stati condannati sulla base di un giudizio ordinario. Tale questione è stata successivamente portata anche all'attenzione del Parlamento Europeo da una delegazione dell'Assemblea Nazionale del Laos.
L'attenzione che l'Unione Europea presta alla vicenda è costante, come dimostra il fatto che durante un incontro del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Somsavag Lengsavad con gli Ambasciatori UE, tenutosi a Vientiane nel giugno 2002, la questione dei prigionieri sia stata ulteriormente sollevata, ottenendo però risposte nuovamente evasive e legate alla nota linea in base alla quale i cinque sarebbero stati condannati nel 2001 per crimini comuni.
La situazione interna del Laos, sotto il profilo della tutela dei diritti umani, continua a formare oggetto di osservazione da parte dell'Italia e degli altri partners comunitari, che nel settembre 2002 si sono ad esempio mobilitati per impedire l'esecuzione di tre persone condannate alla pena capitale.
Da ultimo, il 2 dicembre 2002 il Parlamentare europeo Hartmut Nassauer ha inviato una lettera al Vice Primo Ministro e Ministro degli esteri laotiano Somsavag Lengsavad con la quale chiedeva notizie sulla sorte delle persone arrestate e la possibilità di avere accesso ai detenuti. Ad oggi non si è ancora avuta risposta da parte laotiana.
Il problema del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Laos eseguito con attenzione dall'Italia anche in ambito ONU. Va rilevato che il Paese non è al momento oggetto di risoluzioni di condanna nell'ambito della Commissione diritti umani delle Nazioni unite.
In occasione dei lavori della 58ma Sessione della Commissione, svoltisi a Ginevra nel marzo-aprile 2002, la Presidenza di turno dell'Unione europea ha pronunciato un discorso a nome dei quindici Stati membri sul tema della violazione dei diritti umani nel mondo, con uno specifico riferimento alla situazione interna del Laos e anche agli arresti operati dal regime nell'ottobre del 1999. In particolare, l'Unione europea ha ribadito la propria preoccupazione per gli arresti arbitrari e la prolungata detenzione di oppositori politici e per le gravi violazioni del diritto alla libertà di pensiero, di associazione, di assemblea e di religione, invitando le autorità del Laos a ratificare i due Patti delle Nazioni unite sui diritti umani e soprattutto ad assicurare una loro piena attuazione sul piano interno.
La situazione dei diritti umani nel Paese non ha potuto di recente formare oggetto di specifiche valutazioni in ambito Nazioni unite da parte dei Comitati preposti all'attività di monitoraggio dell'attuazione delle principali Convenzioni in materia di diritti umani, stante anche la mancata presentazione da parte del Governo di Vientiane dei periodici rapporti di informazione previsti ai sensi delle relative disposizioni pattizie. Inoltre i rapporti più recenti del Gruppo di lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie e del Relatore Speciale sulla libertà di pensiero e di espressione delle Nazioni Unite non contengono specifici riferimenti al Laos.
Il Governo italiano continuerà comunque anche in futuro - sia nelle occasioni di contatto bilaterali che in quelle multilaterali - ad attirare l'attenzione delle Autorità laotiane non solo sul caso in esame ma sulla generale esigenza di assicurare standard accettabili di sviluppo e tutela dei diritti umani.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
in data 1 ottobre 2002 si è svolta la più grande manifestazione giovanile a Venezia da molti anni a questa parte alla quale hanno partecipato migliaia di studenti veneti indetta dall'Uds (Unione degli studenti) e sostenuta da numerose associazioni, movimenti, contro la legge regionale dei buoni scuola voluti dalla regione e sui temi della «pseudo-riforma» del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Letizia Moratti;
nel corso di questa iniziativa un gruppo organizzato di giovani non identificati ha aggredito uno studente universitario, che è stato successivamente ricoverato al pronto soccorso di Venezia, e alcuni studenti sono stati oggetto di percosse;
occorre che la magistratura accerti al più presto l'accaduto e individui i responsabili dell'aggressione -:
quali misure si intendano adottare per garantire nel futuro la sicurezza e l'incolumità di coloro che manifestano pacificamente.
(4-05193)
Inizialmente, era stato il coordinamento regionale dell'Unione degli studenti a promuovere l'iniziativa, senza però ottenere il consenso del movimento dei Disobbedienti, riconducibile al locale centro sociale «Rivolta», che non concordava con l'itinerario prefissato (dalla stazione ferroviaria di Venezia sino a Campo Santa Margherita).
A tal fine il movimento dei Disobbedienti inviava il preavviso di una seconda manifestazione studentesca con partenza dalla stazione Santa Lucia di Venezia ed arrivo alla sede del Consiglio regionale.
Quest'ultimo gruppo di giovani aveva partecipato attivamente alla raccolta delle sottoscrizioni per promuovere il referendum assieme al comitato «Scuola e Costituzione», Rifondazione Comunista, Democratici di Sinistra, Verdi, Comunisti Italiani, Socialisti Democratici, Sinistra Giovanile, Coordinamento Genitori Democratici, Giovani Comunisti, Comitato per la Scuola della Repubblica, Cobas, RDB-CUB, Lavoro Società Cambiare Rotta, area programmatica Cgil, Unione Democratica Studenti, Collettivo Interistituti Studenti Banditi e Gruppi Consiliari della Regione Veneto PRC-DS-Verdi-SDI-PDCI.
Nella mattinata del 1o ottobre 2002, il Coordinamento dell'Unione degli studenti, assieme alla Cgil, decideva improvvisamente di spostare l'inizio del corteo a piazzale Roma; gli aderenti a questa manifestazione dovevano quindi spostarsi da Santa Lucia a Piazzale Roma, oltrepassando il Ponte degli Scalzi.
Nel piazzale antistante la stazione ferroviaria veneziana si trovavano quindi circa 8000 studenti, provenienti dalle varie province del Veneto, richiamati da entrambe le manifestazioni.
I promotori dell'iniziativa degli Studenti Disobbedienti, cominciavano a posizionarsi nei pressi della stazione ferroviaria, già dalle ore 8,30, ed avvalendosi di impianti di amplificazione stereofonica, riuscivano a coinvolgere migliaia di studenti, che erano giunti a Venezia grazie all'organizzazione dell'Unione degli Studenti e CGIL.
Il corteo degli Studenti Disobbedienti, circa 5000 unità, partiva alle ore 10,15 dall'inizio di Via Lista di Spagna (accanto alla Stazione ferroviaria), percorrendo le calli cittadine fino ai pressi della sede del Consiglio Regionale, per proseguire poi verso l'Accademia, raggiungendo l'istituto privato «Cavanis».
Qui gli studenti manifestavano la contrarietà al «finanziamento alla scuola privata» con l'accensione di alcuni fumogeni, proseguendo, infine, verso campo Santa Margherita e confluendo nell'altro corteo dell'Unione degli Studenti.
Quest'ultimo corteo, partito in coda a quello dei Disobbedienti e staccatosene poi al ponte degli Scalzi seguiva il percorso stabilito. Quest'iniziativa coinvolgeva circa 3000 studenti e raggiungeva il proprio culmine in Campo Santa Margherita, dove sono stati tenuti dei comizi e un concerto musicale.
Il tutto, quindi, si è svolto regolarmente, senza arrecare alcun nocumento all'ordine e sicurezza pubblici.
L'unico episodio degno di rilievo è stato quello che ha coinvolto un giovane frequentatore l'Istituto universitario di architettura di Venezia, che si recava presso il locale ospedale civile Santi Giovanni e Paolo per un trauma facciale e, nella circostanza, denunciava di essere stato percosso nel corso delle manifestazioni studentesche.
Lo studente ha riferito che, quella mattina, si trovava ai piedi del Ponte degli Scalzi, assieme ad un gruppetto di altri studenti, recando con sé una bandiera di «Sinistra Giovanile», movimento giovanile legato al partito dei Democratici di Sinistra. In quel frangente, il gruppo sarebbe stato avvicinato da alcuni aderenti al gruppo dei Disobbedienti, che intendevano coinvolgere gli studenti nella loro iniziativa.
Nel momento in cui lo studente successivamente ferito invitava i suoi amici a proseguire, i Disobbedienti gli avrebbero sottratto e rotto il vessillo e lo avrebbero aggredito, colpendolo con calci.
Il giovane, dimesso su sua richiesta lo stesso giorno, il giorno successivo è ritornato in Ospedale per gli accertamenti di rito e quindi dimesso definitivamente.
Convocato presso il Commissariato di P.S. «San Marco» per l'esposizione dei fatti si è riservato di presentare querela.
Poiché tale evenienza non si è verificata non si è proceduto alla identificazione del responsabile delle lesioni né ad informare l'Autorità Giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
fin dal 1985 studi scientifici hanno dimostrato la presenza, nell'area della provincia di Grosseto, di ben 22 siti contaminati da metalli pesanti, sparsi in tutto il territorio della Maremma;
la contaminazione sarebbe legata alla presenza di numerosi elementi chimici inquinanti, tra cui l'arsenico e il mercurio finiti nell'acqua potabile, le polveri di pirite, il piombo e il cadmio accumulati nei terreni coltivabili;
la diffusione nelle falde acquifere e nei terreni coltivati delle suddette sostanze è stata collegata all'attività di alcune industrie locali, tra cui l'Eni e la Tioxide, che produce biossido di titanio;
negli ultimi anni, a questi problemi si è aggiunta la paura della diossina, che verrebbe espulsa dal cogeneratore appartenente alla società «Ambiente Spa» (controllata dall'Eni) e localizzato nel comune di Scarlino;
la presenza di arsenico nell'area della Maremma è direttamente legata alla produzione di acido solforico che, fino al 1984, il gruppo minerario dell'Eni ha realizzato in tale regione attraverso la cottura della «pirite»;
nella piana di Scarlino, i residui dell'attività mineraria della zona (la polvere di pirite di scarto dei forni) hanno dato origine ad una vera e propria «bomba ecologica», formata da un cumulo di ceneri di oltre un milione e mezzo di tonnellate di materiale, in cui sarebbero presenti ben 750 tonnellate di arsenico, metallo fortemente nocivo alla salute;
tali residui dell'attività mineraria sono sempre stati dichiarati inerti dal gruppo dell'Eni e come tali sono stati accettati anche dagli enti regionali e provinciali di controllo presenti sul territorio;
i residui in questione non sono affatto inerti: annegati nelle acque delle miniere abbandonate o dilavati dalle piogge se abbandonati all'esterno, tali cumuli di cenere rilasciano infatti arsenico in quantità abbondanti;
i rischi di contaminazione tra le acque superficiali e quelle profonde erano già noti 17 anni fa, grazie ad uno studio di Aquater, che testimoniava l'elevata probabilità che l'arsenico fosse rilasciato nell'acqua potabile;
tali pericoli sono confermati dallo studio scientifico commissionato nel mese di novembre 2002 dal comune di Scarlino, che testimonia la preoccupante diffusione nella piana di Scarlino di quantità ingenti di arsenico, che, data la peculiare configurazione del territorio, rischiano di contaminare la falde artesiane, dalle quali vengono sistematicamente emunte le acque potabili;
nonostante i continui interventi dei giornali sul problema dell'inquinamento della Maremma, il presidente della Provincia di Grosseto, Lio Scheggi, fino al 3 dicembre 2002 non si è mai occupato della questione;
nel comunicato stampa del 3 dicembre 2002, il Presidente Lio Scheggi ha espresso preoccupazione per la situazione emersa dallo studio commissionato dal comune di Scarlino, senza tuttavia proporre concreti piani di intervento;
i risultati dello studio scientifico conclusosi nel mese di novembre 2002 hanno evidenziato la non rinviabilità degli interventi di bonifica di ampie porzioni del territorio;
la mole degli interventi di somma urgenza proposti è di dimensioni veramente consistenti (si parla di investimenti che sfiorano gli 800 miliardi di vecchie lire), per cui non è immaginabile che i comuni della zona possano provvedere da soli al recupero dei siti contaminati;
nonostante l'urgenza della questione, le autorità preposte continuano a minimizzare il disastro ambientale, che ritengono ascrivibile esclusivamente alla gestione della sinistra, che per molto tempo ha governato e tutt'ora governa provincia e regione;
è importante intervenire prima che la contaminazione dell'acqua potabile comprometta irrimediabilmente la salute degli abitanti della zona -:
se non ritenga opportuno la dichiarazione di emergenza ambientale per i siti in questione, eventualmente nominando una commissario straordinario;
se non intenda inserire l'area indicata in premessa nell'ambito dei siti di interesse nazionale da bonificare.
(4-05293)
L'attività mineraria nelle Colline Metallifere, in provincia di Grosseto, ormai definitivamente cessata da oltre dieci anni, ha lasciato sul territorio alcune situazioni «critiche» che sostanzialmente riguardano, oltre alle gallerie di estrazione del minerale, impianti dismessi di trattamento del minerale, discariche di «sterili di miniera» e di materiali di risulta dall'arricchimento degli stessi minerali.
Le diverse situazioni di degrado, individuate nei comuni di Pontieri, Massa Marittima, Zavorrano e Scarlino, sono state censite dalla Regione Toscana in collaborazione con Agenzia regionale per la protezione ambientale e gli Enti locali e, successivamente, inserite nel Piano regionale di bonifica delle aree inquinate adottato con Deliberazione del Consiglio regionale del 21 dicembre 1999 n. 384 e successivi aggiornamenti.
I siti censiti sono complessivamente 33, alcuni dei quali suddivisi in sotto aree; in particolare, nel Comune di Scarlino ne sono stati individuati 6.
Nella Piana di Scarlino era ubicato l'impianto di trasformazione del minerale estratto dalle Colline Metallifere per la produzione di acido solforico; l'attività di tale impianto ha lasciato sul territorio scorie di lavorazione del suddetto minerale,
Per tutti i siti sono iniziate le procedure per l'esame e l'approvazione dei progetti di bonifica e per alcuni di essi sono state attuate le operazioni di messa in sicurezza di emergenza.
Il procedimento prevede l'approvazione dei progetti da parte del Comune con il supporto dell'Agenzia regionale per la Protezione ambientale, mentre la regione Toscana provvederà ad effettuare un costante monitoraggio della situazione.
Si ricorda che, per quanto riguarda l'attuazione degli interventi di bonifica dei siti contaminati, essi saranno realizzati dai soggetti responsabili dell'inquinamento che, ad oggi, sono individuabili principalmente nella Società ENI, ovvero nelle sue società controllate, Enichem nell'area delle Colline Metallifere e Soc. Ambiente nella Piana di Scarlino, avendo queste ultime l'incarico di liquidare l'attività mineraria.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il quotidiano leader della Liguria, Il Secolo XIX, all'interno di un piano di ristrutturazione aziendale che prevede 18 esuberi e sul quale è da tempo in atto un difficile confronto tra azienda e redazione con l'assistenza di Fieg e Fnsi, si appresta a chiudere l'ufficio di corrispondenza nella capitale, rinunciando così ad un'elaborazione propria e autonoma dell'informazione da punti nevralgici della vita politica, economica e sindacale del Paese e delegandola esclusivamente alla semplice informazione di agenzia;
un progetto che, stando a quanto avallato dalla stessa Federazione degli editori e prontamente denunciato dal sindacato dei giornalisti, è sul punto di essere esteso, senza che se ne ravvedano ragioni davvero legate ai conti economici, progressivamente a tutte le redazioni romane di altri quotidiani di ambito sempre regionale o interregionale ma che, grazie alla presenza di propri redattori nella capitale, hanno finora sempre garantito una puntuale e completa copertura degli avvenimenti relativi ai lavori parlamentari, degli eventi di rilevanza nazionale in campo economico-sindacale, delle profonde trasformazioni sociali che originano dai lavori delle forze politiche, di maggioranza come dell'opposizione;
se una tale devastante operazione dovesse davvero passare si determinerebbe la preoccupante conseguenza che una rilevante fascia di centinaia di migliaia di lettori, uniformemente distribuita su tutto il territorio nazionale, non potrebbe più contare su un'informazione giornalistica di prima mano su temi e decisioni determinanti per la vita di tutti i cittadini e, per di più, verrebbe a perdere anche la possibilità di pesare, attraverso la voce diretta del proprio quotidiano, sulla formazione stessa di tali decisioni -:
quali iniziative il Governo intenda prendere per garantire che i processi di ristrutturazione di aziende editoriali avvengano nel pieno e assoluto rispetto delle normative vigenti in tema di esuberi, cassa integrazione e prepensionamenti;
se il Governo non ritenga urgente avviare un'iniziativa di concertazione tra le parti, al fine di impedire un simile depauperamento della libera informazione giornalistica nazionale, nonché una pericolosa omologazione della stampa quotidiana, che sarebbe di grave danno sia per la libertà di stampa nel nostro Paese che per le stesse istituzioni democratiche.
(4-01998)
Presso questo Ministero, in data 15 febbraio 2002, è stato sottoscritto un accordo sindacale in merito alla cessazione dell'ufficio di corrispondenza di Roma con effetto dal 16 febbraio 2002, così come previsto dal «Piano di interventi redazionali per superare lo stato di crisi aziendale», predisposto dalla SEP (Società edizioni e pubblicità).
Successivamente, in data 20 febbraio 2002, sempre presso la suddetta sede, le parti, dopo approfondito esame, hanno integralmente confermato i contenuti dell'accordo del 15 febbraio 2002, in particolare per quanto attiene la sussistenza dello stato di riorganizzazione per crisi aziendale occupazionale e la esigenza di far ricorso agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge 416 del 1981, come modificato dalla legge 62 del 2001, a partire dal 16 febbraio 2002, per la durata di 24 mesi, e cioè sino a tutto il 15 febbraio 2004.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
in occasione delle elezioni della rappresentanza sindacale unitaria aziendale della società «Italpol inchieste speciali» srl, indette per i giorni 27 e 28 novembre 2001, le rappresentanze sindacali aziendali hanno deciso di non partecipare;
in data 15 dicembre 2001 l'azienda comunicava alle organizzazioni sindacali che, a seguito delle elezioni della rappresentanza sindacale unitaria disconosceva le rappresentanze sindacali aziendali e dichiarava che i permessi sindacali richiesti da queste ultime non sarebbero stati concessi;
a conferma di ciò l'azienda ha effettuato trattenute sullo stipendio dei rappresentanti sindacali per i giorni di permesso sindacale;
in diverse occasioni le rappresentanze sindacali aziendali hanno contestato alla azienda anomalie e manchevolezze in relazione all'equipaggiamento delle armi, all'efficienza dei giubbetti antiproiettile, alla posizione di alcuni lavoratori che svolgevano la funzione di guardia particolare giurata senza il titolo prefettizio;
in tale contesto è apparso evidente che la società «Italpol inchieste speciali» srl ha sistematicamente violato le disposizioni contenute nella legge n. 300/1970;
in forza di tale consapevolezza la Filcams Cgil in data 4 marzo 2002 ha proposto ricorso ex articolo 28 della legge n. 300/1970 contro la società «Italpol inchieste speciali» srl;
in data 18 aprile 2002 il giudice dottoressa Foscolo ha accolto il ricorso ex articolo 28 proposto contro la «Italpol inchieste speciali» srl aderendo in toto alle tesi sostenute dalla ricorrente Filcams Cgil e ordinando all'azienda di:
a) riconoscere le rappresentanze sindacali aziendali validamente e legittimamente costituite;
b) riconoscere i permessi sindacali aziendali;
c) restituire le somme indebitamente trattenute ai rappresentanti sindacali;
d) riconoscere il diritto alle affissioni con la concessione del relativo spazio o bacheca sindacale;
e) riconoscere le nomine dei rappresentanti per la sicurezza ai sensi del decreto legislativo n. 626 del 1994;
f) desistere da qualsiasi comportamento volto a limitare o comprimere lo svolgimento dell'attività sindacale;
la sentenza citata, inoltre, riconosce inequivocabilmente la permanenza in vita delle rappresentanze sindacali aziendali in
dopo la sentenza del 18 aprile 2002 del Giudice del Tribunale di Roma - Sezione lavoro - ufficio del Giudice unico di 1 grado, risulta all'interrogante che permangono atteggiamenti antisindacali da parte della «Italpol inchieste speciali» srl verso i rappresentanti della R.S.A., che continuano a subire minacce e ingiustificati spostamenti da un luogo di lavoro ad un altro;
tutto ciò incide non soltanto sulle condizioni di lavoro ma anche sulle condizioni di sicurezza in cui esso si svolge;
la vicenda «Italpol inchieste speciali» s.r.l. riporta in evidenza la mancanza di garanzie nel rapporto di lavoro delle guardie particolari giurate, dovuta sia all'inadeguatezza della normativa (la quale non riconosce a questi lavoratori una specifica qualifica e una opportuna formazione), sia al mancato rispetto da parte del datore di lavoro dei vincoli che impone l'impiego di personale in attività fortemente esposta;
risulta altresì evidente la carenza del sistema dei controlli necessari ad assicurare che l'attività imprenditoriale si svolga nella corretta concorrenza tra imprese, e ad evitare che i vantaggi economici per le imprese derivino quasi esclusivamente dalla «gestione» dei lavoratori -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se ritenga di dover intervenire con gli strumenti e i poteri di cui dispone per verificare la sussistenza di comportamenti antisindacali, di modo che si stabilisca all'interno dell'istituto di vigilanza un corretto clima di rapporti con le organizzazioni dei lavoratori;
quali iniziative intenda prendere in favore del riconoscimento dei diritti e delle competenze delle guardie giurate particolari.
(4-03001)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, dagli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Roma è emerso quanto segue.
A seguito dell'azione giudiziaria intrapresa dall'organizzazione sindacale Filcams-Cgil circa il comportamento tenuto dalla società in oggetto indicata, teso ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e dell'attività sindacale, in violazione dell'articolo 28 della legge 300/70, il tribunale di Roma - Sezione lavoro accoglieva il ricorso della organizzazione sindacale e con sentenza del 18 aprile 2002, condannava la Società Italpol inchieste Speciali a rimuovere la condotta antisindacale ordinando alla medesima di riconoscere la R.S.A. legittimamente costituita.
Alla luce di tale sentenza, veniva ripristinata all'interno dell'azienda l'attività sindacale della R.S.A. e la medesima veniva riconosciuta come valida e legittimamente costituita.
Essendo, quindi, stato riconosciuto il diritto ai permessi sindacali, sono state restituite le somme indebitamente trattenute, per supposta assenza ingiustificata, ai rappresentanti sindacali per l'attività svolta. Inoltre sono state erogate ai medesimi, parte delle somme per i permessi sindacali arretrati e correnti, con conguaglio della rimanente parte nella retribuzione esposta nel prospetto di paga del mese di giugno 2003.
È stato, altresì, concesso l'uso di un apposito spazio, in comune con le organizzazioni sindacali, ove esporre una bacheca con tutti i comunicati e le informazioni di carattere sindacale.
È stato accertato, poi, il regolare comportamento dell'azienda per quanto riguarda l'applicazione Contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria, nonché la regolarità degli aspetti riguardanti gli obblighi assicurativi e previdenziali, così come dichiarato, tra l'altro, dai rappresentanti della Ficams-Cgil.
Per quanto riguarda l'avvio al lavoro di guardie particolari giurate, sprovviste dei
In tal senso, i suddetti rappresentanti sindacali comunicavano tale anomalia agli organi competenti per materia (Questura di Roma), invitando i medesimi a porre in essere gli accertamenti di competenza.
Per quanto riguarda, infine, gli aspetti normativi del decreto legislativo 626 del 1994, la società in argomento ha ottemperato agli obblighi inerenti la nomina dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, presentando in tal senso idonea documentazione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 20 novembre 2002 un volo charter decollato da Stoccarda con a bordo immigrati irregolari di origine nigeriana è atterrato a Fiumicino per consentire l'imbarco di altre 24 immigrate nigeriane;
stando alle dichiarazioni rilasciate all'Ansa (20 novembre 2002) dal direttore del servizio immigrazione del dipartimento di pubblica sicurezza, Luigi Mone, «si è trattato del primo esempio concreto operativo della collaborazione tra polizia di frontiera tedesca e italiana e, soprattutto, è una prima attuazione pratica di quella che sarà la polizia di frontiera europea, progetto di cui l'Italia è capofila» -:
sulla base di quale accordo tra Governo italiano e Governo tedesco sia stato possibile effettuare tale operazione e se ne siano previste altre in futuro;
come si inserisca nella legislazione europea questa iniziativa e quale posizione il Governo italiano intenda sostenere in sede comunitaria sul tema «polizia di frontiera europea»;
se esistano, al di fuori di un progetto comunitario complessivo, accordi analoghi con altri Paesi europei.
(4-04755)
Il 24 maggio 2002 era stata eseguita un'analoga operazione congiunta di rimpatrio di cittadini nigeriani e ghanesi espulsi dall'Italia e dalla Germania, in quel caso utilizzando un regolare volo di linea della compagnia Ghana Airways.
Le due iniziative si sono basate su specifiche intese di collaborazione operativa definite a Berlino il 14-15 dicembre 2001 dai Ministri dell'interno dei due Paesi.
Non sono escluse, in futuro, ulteriori operazioni del genere, che si inseriscono a pieno titolo nel più ampio contesto delle misure e dei meccanismi di cooperazione che si stanno progressivamente realizzando in seno all'Unione europea, lungo un percorso che dovrebbe condurre alla costituzione di una vera e propria pulizia di frontiera comune.
La necessità di un rafforzamento dei controlli delle frontiere esterne, in particolare per rendere più efficace la lotta contro il terrorismo e contro le organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla tratta degli esseri umani, è stata affermata dal Consiglio Europeo di Laeken, svoltosi nel dicembre 2001.
Sulla base di tale indicazione, il 7 maggio 2002 la Commissione ha approvato una «Comunicazione» al Consiglio e al Parlamento Europeo, dal titolo «Verso una gestione integrata delle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea», recante un'analisi della situazione in materia
In tale contesto, il Consiglio giustizia e affari interni del 13 giugno 2002 ha approvato il «Piano per la gestione delle frontiere esterne» dell'Unione.
Sulla base di questo piano, un organismo tecnico comune che fa capo al Comitato strategico frontiere immigrazione e asilo (gruppo Scifo) ha di recente approvato una serie di progetti di cooperazione, tra i quali uno presentato dalla Francia, che si prefigge di rendere più agevoli le operazioni congiunte di rimpatrio, anche attraverso la costituzione di un Centro per la loro razionalizzazione, nonché la definizione di un protocollo per disciplinarne le procedure e gli aspetti pratici.
Inoltre, lo scorso novembre, la Presidenza danese dell'Unione, sulla base del cosiddetto «libro verde» per una politica comune di rimpatrio elaborato dalla Commissione nell'aprile 2002, ha presentato una proposta di programma d'azione in cui si prevede espressamente, tra le diverse misure da adottare, l'organizzazione di rimpatri mediante voli charter comuni o comunque attraverso operazioni congiunte, considerate positivamente non solo per i risparmi di spesa che consentono, ma anche per la loro «valenza politica».
Per completezza, si soggiunge che, nell'ambito delle azioni condotte per la realizzazione del Piano per la gestione delle frontiere esterne, l'Italia, oltre ad aver presentato un progetto per la istituzione di un «Centro aeroporti», ha assicurato la propria adesione a 10 degli 11 progetti presentati da altri Stati membri.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'articolo 33 della legge 30 luglio 2002, n. 289, come modificato dall'articolo 2 del decreto-legge 9 settembre 2002, n. 195, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2002, n. 222, ha consentito a diverse centinaia di migliaia di datori di lavoro italiani di avviare la procedura di regolarizzazione della posizione di altrettanti cittadini di stati extracomunitari che prestavano servizio clandestinamente in Italia, in aiuto al lavoro domestico o al servizio di persone anziane malate e non completamente autosufficienti;
attualmente i rapporti di lavoro che sono stati denunciati alle prefetture competenti, per il tramite degli uffici postali, sono talmente numerosi da lasciar prevedere che saranno necessari molti mesi o addirittura anni per convocare le parti al fine di sottoscrivere il perfezionamento del contratto di lavoro e consentire il rilascio del relativo permesso di soggiorno;
tra coloro che hanno usufruito della sanatoria disposta dall'articolo 33 della citata legge n. 289 del 2002, si contano numerosissime persone giovani, le quali hanno lasciato i propri figli piccoli nei paesi di provenienza ed avevano sperato nella celerità della procedura prevista dalla legge, che era stata fissata in circa un mese di tempo, per poter riabbracciare le proprie bambine ed i propri bambini in occasione delle festività natalizie o i propri anziani genitori;
in base alla normativa vigente, i cittadini di stati esteri extracomunitari non sono ancora in possesso di alcun documento ufficiale che consenta di entrare ed uscire liberamente dal territorio dello Stato, permanendo quindi di fatto nella situazione di clandestinità;
appare evidente, quindi, che fino alla firma del contratto di lavoro ed al rilascio del regolare permesso di soggiorno, le madri extracomunitarie addette all'aiuto delle famiglie italiane ed al servizio degli anziani non potranno rivedere i propri figli piccoli e ciò ancora per molti mesi e forse per anni, malgrado le disposizioni di sanatoria;
tuttavia la semplice attestazione della domanda di sanatoria ha un valore legale
non si comprende per quale motivo tale documento, che corrisponde ad una dichiarazione ed una denuncia ormai resa e non più modificabile, non possa avere un valore anche per l'uscita ed il rientro nel territorio nazionale di quei cittadini extracomunitari, ormai denunciati, che vogliono trascorrere qualche giorno delle festività natalizie tra i propri cari nel paese di origine -:
quali provvedimenti i ministri interrogati, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, intendano adottare per favorire con ogni mezzo la soddisfazione delle legittime aspettative delle persone extracomunitarie che sono state regolarmente denunciate dai propri datori di lavoro, in modo da consentire loro di entrare ed uscire dal territorio dello Stato per un breve periodo, in corrispondenza delle festività natalizie, previa esibizione del passaporto e della attestazione dell'avvenuta denuncia a norma dell'articolo 33 della citata legge n. 289 del 2002, ed utilizzando particolari accorgimenti che evitino eventuali abusi e consentano loro di riabbracciare le famiglie di provenienza.
(4-04793)
La facoltà di lasciare temporaneamente il territorio dello Stato è riconosciuta in via generale soltanto allo straniero regolarmente soggiornante in Italia, che ha un regolare passaporto. La regolarità si collega al permesso di soggiorno; quest'ultimo viene rilasciato in conformità ai criteri indicati dal Trattato di Schengen, del quale l'articolo 8 del regolamento di attuazione del testo unico sull'immigrazione rappresenta la coerente traduzione normativa.
Per questi limiti oggettivi, nessun Paese europeo fra quelli che hanno di recente regolarizzato le posizioni dei clandestini - ossia la Francia, la Spagna, la Germania e il Belgio - ha consentito tale possibilità.
In occasione della sanatoria del 1998, fu consentito agli extracomunitari in attesa del permesso di soggiorno di recarsi in patria previa esibizione, in luogo del permesso di soggiorno, della ricevuta attestante l'avvenuta presentazione della domanda di sanatoria. Tale ricevuta, tuttavia, non valida per la circolazione in ambito Schengen, era munita di fotografia, generalità complete ed estremi del passaporto o altro documento di identità ed era comunque rilasciata previo accertamento da parte degli uffici della Polizia di Stato dell'effettiva identità degli interessati, nonché del possesso da parte di costoro dei requisiti oggettivi necessari, anche attraverso il Sistema informativo Schengen.
Questa soluzione si prestò a notevoli inconvenienti, perché si registrò un vero e proprio mercato di tali documenti. È quindi improponibile ricalcare l'esperienza del 1998, che presentava grande vulnerabilità sotto il profilo della sicurezza.
Bisogna considerare, infine, che ogni eventuale procedimento per rendere il cosiddetto cedolino idoneo a costituire valido documento per l'espatrio, con conseguente possibilità di rientro, sarebbe più laborioso del generale rilascio del permesso di soggiorno e di fatto rallenterebbe l'iter della regolarizzazione, che tutti abbiamo interesse si svolga nei tempi più celeri.
Gli immigrati clandestini in fase di regolarizzazione affrontano un obiettivo sacrificio. Tuttavia non deve passare in secondo piano l'opportunità che viene loro offerta dalla cosiddetta legge Fini-Bossi e cioè quella di essere accolti in condizioni di piena integrazione nel nostro Paese.
In ogni caso i casi eccezionali di necessità di rimpatrio, che si presentino come
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
pervengono all'interrogante numerose segnalazioni di pendolari della linea Viterbo-Roma-Viterbo, in relazione a continui ritardi dei treni facenti servizio sulla stessa;
che inoltre vengono lamentati ulteriori disservizi consistenti in vagoni sovraffollati, recanti passeggeri spesso in piedi per lunghi tratti, sporchi e mal tenuti;
la linea Viterbo-Roma-Viterbo è da anni in attesa di un potenziamento ancora lontano ad essere completato, pur avendo un elevatissimo numero di passeggeri che quotidianamente si recano nella Capitale per lavoro -:
quali iniziative intenda intraprendere per sollecitare, con le dovute procedure il potenziamento della predetta linea ferroviaria;
se non ritenga opportuno chiedere di attivare una precisa verifica nel servizio effettuato, per assicurare rispetto di orari, regolarità ed efficienza dei servizi ai passeggeri.
(4-03036)
La Società ha riferito che sono in corso di esecuzione i lavori di raddoppio del tratto Roma S. Pietro-Roma Ostiense, la cui ultimazione è prevista per dicembre del corrente anno.
I servizi che collegano le città di Roma e Viterbo si sviluppano su due distinte linee e sono gestiti rispettivamente da Trenitalia S.p.a e dalla Società MET.RO, affidataria della regione Lazio.
Trenitalia opera sulle seguenti relazioni:
Viterbo P. Fiorentina-Roma Ostiense;
Bracciano-Roma Ostiense;
Cesano-Roma S. Pietro,
ed offre un servizio con frequenze, in ambo i sensi di marcia, ripartite come di seguito indicate:
tra Viterbo e Bracciano: 1 treno all'ora;
tra Bracciano e Cesano: 1 treno ogni 30 minuti;
tra Cesano e Roma S. Pietro: 1 treno ogni 15 minuti;
tra Roma S. Pietro e Roma Ostiense: 1 treno ogni 30 minuti.
Analogo valore potrà essere raggiunto anche nel tratto Roma S. Pietro-Roma Ostiense una volta ultimati i lavori di raddoppio.
Circa la questione relativa ai sovraffollamenti dei treni, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha fatto presente che tale criticità viene rilevata solo per alcuni treni della fascia pendolare particolarmente interessati dalla
Infine, in merito alla situazione dei ritardi, Ferrovie, dai dati di andamento dei treni, ha rilevato che nel periodo gennaio-luglio 2002 le percentuali dei treni con ritardo in arrivo entro i 5 minuti oscillano tra l'85 per cento ed il 90 per cento dell'intera offerta, valore in linea con le medie nazionali e pertanto ritiene che i ritardi di cui all'atto ispettivo siano da riferirsi alla linea gestita dalla società MET.RO, di competenza dell'Amministrazione comunale di Roma.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
è stata istituita con la legge regionale del Lazio n. 47 del 1982 la riserva naturale del lago di Vico, per la cui gestione è interessato il comune di Caprarola, costituita da 3.200 ettari, di cui 1.000 ettari di lago, 1.000 ettari di bosco e circa 1.200 ettari di terreni privati agricoli, coltivati in massima parte a noccioleto e per la restante parte a castagneto da frutto, i cui prodotti costituiscono una vitale e fondamentale risorsa sia per i proprietari che per lo sviluppo economico del Paese;
già negli anni '80 è stata segnalata in detta area protetta la presenza di cinghiali che, avendo trovato un habitat ideale, nel tempo hanno prolificato tanto che oggi la popolazione di cinghiale, difficilmente censibile, si può valutare in centinaia di capi, la cui presenza comporta notevolissimi danni ad ogni attività ed all'ambiente naturale;
in detta area si è cercato di limitare la presenza del cinghiale, tramite cattura già dai primi anni '90;
lo stesso Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS), competente in ordine agli aspetti biologici e tecnici della gestione del cinghiale, nel 1993 aveva suggerito di attuare lo strumento della cattura e che, in relazione alla presumibile consistenza della popolazione di cinghiali, consigliava la cattura di almeno 80 cinghiali l'anno;
la strategia della cattura non ha conseguito alcun utile risultato in quanto come rappresenta lo stesso INFS, perché questo strumento risulti efficace si dovrebbe conseguire la rimozione, nella prima fase, di un numero di animali pari o superiore all'incremento annuo della popolazione interessata;
la commissione tecnica istituita presso l'assessorato all'ambiente della regione Lazio, cui compete la valutazione strategica regionale per la gestione della specie, si è pronunciata sulla descritta materia nella riunione dell'8 marzo 2002, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle aree protette, degli uffici caccia provinciali dell'Università e dell'INFS;
l'ente gestore della riserva naturale, in data 13 maggio 2002, ha rappresentato all'assessorato regionale la necessità di intraprendere con la massima incisività tutte le iniziative utili a limitare la presenza del cinghiale e conseguentemente a ridurre i danni prodotti alle attività umane ed all'ambiente naturale, definendo detta decisione nella riunione del tavolo tecnico locale, istituito su richiesta della stessa regione Lazio, anche in conformità a quanto suggerito dall'INFS;
la Regione Lazio - Direzione Regionale ambiente e Protezione Civile, in data 14 giugno 2002 prot. AM/1860, ha inviato alla riserva naturale Lago di Vico e, per conoscenza, all'Amministrazione Provinciale di Viterbo, conseguente autorizzazione, il cui contenuto è in accordo con le indicazioni della legge n. 394 del 1991 e successive modificazioni ed integrazioni laddove prevede, in particolare all'articolo 22, comma 6, come peraltro recepito dalla stessa legge regionale n. 17 del 1995 all'articolo 35, comma 3, le modalità tecniche e precauzioni di abbattimento, conformi a quelle suggerite nel documento
il Direttore della riserva naturale, in relazione a quanto previsto nell'autorizzazione, ha definito il progetto esecutivo di controllo e contenimento dei cinghiali mediante abbattimenti diretti;
le programmate attività di contenimento del cinghiale con tali modalità, sono state comunicate ai Comandi Locali del corpo forestale dello Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della polizia provinciale, chiedendo la presenza e la collaborazione degli stessi per un controllo sulle operazioni di abbattimento e per la prevenzione di eventuali problemi di ordine pubblico ed hanno avuto luogo ad iniziare dal 25 luglio 2002 e successivamente nel mese di agosto, sempre con la presenza delle citate autorità;
nel mese di settembre 2002, era stata programmata un'attività di contenimento per il giorno 5 settembre 2002;
la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, su denuncia dello stesso corpo forestale dello Stato, che aveva partecipato alle precedenti attività di abbattimento svolte, emetteva, in data 4 settembre 2002 un decreto di sequestro (limitatamente agli abbattimenti dei cinghiali) e successivamente, con avviso ex articolo 415-bis del codice di procedura penale, contestava al dirigente regionale firmatario dell'autorizzazione, al sindaco ed al vice sindaco di Caprarola, firmatari delle comunicazioni inviate alle citate autorità di polizia giudiziaria, al direttore della riserva naturale, che aveva predisposto il progetto esecutivo conforme all'autorizzazione regionale ed a sole 5 delle circa 30 unità di prelievo scelte tra cacciatori, come previsto dall'articolo 22, comma 6 della legge n. 394 del 1991 modificato dalla legge n. 486 del 1998, il reato previsto dagli articoli 110-113 del codice penale, 30, comma 1, lettere a) e b), legge 157 del 1992 «per aver in concorso tra loro esercitato o, comunque contribuito, mediante i provvedimenti e le qualità sopra indicate, la caccia al cinghiale in periodo di divieto generale ed in area protetta in quanto ... eseguivano attività di caccia in zona in cui vigeva il divieto assoluto, in quanto sottoposta a regime di tutela della riserva naturale Lago di Vico (articolo 21, comma 1, lettera b) della legge n. 157 del 1992) senza alcuna specifica autorizzazione in tal senso, avuto riguardo della illegittimità dell'autorizzazione regionale AM/ 18160 del 14 giugno 2002 emessa in carenza del prescritto parere obbligatorio dell'INFS (articolo 19 legge 157/92)»;
prescindendo dai provvedimenti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, a cui spetta ogni decisione in merito, ma esclusivamente in relazione al fatto che la situazione nella riserva naturale Lago di Vico ha avuto nel tempo un considerevole incremento della densità della popolazione di cinghiali, si rende necessario avere chiaro il quadro normativo applicabile alla situazione in esame -:
se risulti corretto e legittimo applicare anche alle riserve naturali regionali, quanto ebbe a rappresentare il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio con nota del 19 ottobre 2001, inviata ai presidenti degli Enti Parco, con la quale si invitavano dette amministrazioni ad «intraprendere con la massima incisività tutte le iniziative utili a limitare la presenza del cinghiale e conseguentemente a ridurre i danni prodotti alle attività umane ed all'Ambiente Naturale, rimarcando la necessità, nei casi in cui le altre forme di gestione siano insufficienti, di ricorrere anche ad abbattimenti di controllo da attuare secondo modalità ben distinte dal regolare prelievo venatorio e comunque in accordo alle indicazioni della legge n. 394 del 1991 e successive modificazioni ed integrazioni»;
se nelle aree protette regionali la legislazione nazionale di riferimento sia da considerare la legge 6 dicembre 1991, n. 394 e successive modificazioni ed integrazioni,
se in caso affermativo, l'articolo 22, comma 6 della citata legge che permette eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici in conformità a direttive regionali, in assenza di regolamento dell'area protetta, preveda un preventivo parere obbligatorio dell'INFS, in relazione a problematica analoga si rappresenta che l'INFS, in una sua nota del 28 agosto 2002 al Comando Stazione del corpo forestale dello Stato di Montano Antilia inerente l'ente parco nazionale del Cilento e Vallo di Lucania precisa che «la legge 394 del 1991 all'articolo 11 (Regolamento del Parco) non prevede che l'Ente Gestore dell'Area Protetta debba richiedere il parere di questo Istituto in merito ad eventuali piani di controllo numerico di popolazione faunistica»;
se l'articolo 19, comma 2 della legge n. 157 del 1992 si debba riferire solo agli ambiti territoriali cacciabili ed agli istituti di protezione istituiti ai sensi della stessa legge 157 del 1992, oppure anche ai parchi nazionali, ai parchi naturali regionali ed alle riserve naturali.
(4-05273)
In un ambiente come quello della caldera di Vico, costituito da cerrete, faggete, castagneti cedui e da frutto, noccioleti e zone palustri, il cinghiale ha trovato un habitat ideale, con un impatto nell'ecosistema, nel suo complesso e sui rapporti fra la Riserva Naturale e i proprietari dei coltivi a noccioleto e castagneto, che si può definire devastante.
In poco più di dieci anni, la Riserva naturale ha risarcito danni per circa 200 milioni di vecchie lire, e deve pagarne ancora 70 dello scorso 2002 ed è ancora in sospeso il risarcimento per incidenti stradali che farà lievitare ulteriormente tale cifra.
Sono stati rilevati danni alle strutture di cattura e di stabulazione per circa 30 milioni oltre ad averne spesi altrettanti per la realizzazione delle stesse e per l'assistenza e fornitura di recinzioni elettriche in comodato agli agricoltori.
Incalcolabile è l'aspetto relativo al danno causato all'ecosistema; difatti risultano dimezzate le coppie nidificanti dello svasso maggiore (Podiceps cristatus), specie simbolo della Riserva nazionale, così come si evince dai dati, precedenti all'arrivo del cinghiale, e da quelli attuali. Premesso codesto aspetto, non è fuori dalla realtà ipotizzare conseguenze negative, per quanto riguarda le altre specie nidificanti su piattaforma galleggiante o a terra come la folaga, il germano reale, il porciglione, il tarabusino eccetera.
Dal 1989 con il parere dell'Inbs (Istituto nazionale di biologia selvatica), allora obbligatorio, essendo in vigore la legge n. 968 del 1977, è stato approntato qualsiasi mezzo per contenere la presenza della specie, sia attraverso metodi ecologici che le catture.
Il pubblico ministero di Viterbo, a seguito di denuncia, ha sequestrato i cinghiali della Riserva Naturale al fine di impedire altri interventi di abbattimento selettivo oltre i due effettuati dalla Riserva naturale, su autorizzazione della Regione Lazio, con controlli autorizzati secondo l'attuale normativa (legge 157 del 1992 - legge 394 del 1991 - e legge Regionale).
Dalla lettura dell'articolo 30, comma 1, lettera b) della legge 157 del 1992 citato nell'interrogazione, non risulta che la specie cinghiale Sus scrofa (anche se facente parte della fauna selvatica vivente stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà) rientri tra le specie particolarmente protette di cui all'articolo 2.
L'articolo 35 (controllo della fauna selvatica) della legge regionale del Lazio 17 del 1995 recante «norme per la tutela della fauna selvatica e la gestione programmata della caccia», dovrebbe riferirsi ai territori di competenza delle amministrazioni provinciali,
Con l'avvento della legge regionale del Lazio del 6 ottobre 1997 n. 29, recante norme in materia di aree protette regionali, l'articolo 27, pur disponendo il divieto di caccia all'interno delle aree protette, già sancito dalle normative statali vigenti, prevede che gli interventi di controllo numerico per le specie in esubero siano attuati sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell'ente di gestione dell'area naturale protetta e non prevede, esplicitamente, il coinvolgimento dell'Infs o degli assessorati caccia provinciali o regionali.
Per quanto riguarda la riunione tenuta in data 8 marzo 2002 presso gli uffici della Regione Lazio, cui fa riferimento l'onorevole interrogante, si specifica che, benché siano stati riportati casi specifici relativi ad aree protette e al territorio cacciabile, le problematiche inerenti la gestione del cinghiale sono state trattate in modo generale. In tale contesto è stata ribadita la complessità dei problemi legati alla presenza del cinghiale nelle aree protette che riguardano: sia l'impatto sulle coltivazioni, in alcune situazioni anche molto rilevante, che il rischio di interazioni negative con altre componenti delle zoocenosi, come già illustrato in premessa.
Si fa presente che, nel corso della stessa riunione, è stata evidenziata la necessità di adottare programmi di gestione che definiscano con chiarezza gli obiettivi, la scala geografica di intervento, le tecniche di prevenzione dei danni e quelle dell'eventuale contenimento della popolazione, il personale da impiegare ed il protocollo di monitoraggio dei risultati conseguiti. La definizione di tale programma e le strategie di intervento in aree specifiche è stata comunque demandata ad un apposito tavolo tecnico regionale.
Per quanto riguarda gli interventi di controllo numerico autorizzati dall'Infs nel 1993, citati dall'interrogante, lo stesso Istituto ha fatto presente che non essendogli pervenuta alcuna relazione consultiva sugli esiti degli interventi (con indicazione delle modalità con cui sono state effettuate le catture, lo sforzo di trappolamento e gli animali catturati), non è in grado di fornire una motivata valutazione del successo dei medesimi interventi.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
(4-02107)
L'imputata presentò ricorso, sostenuta dalle locali organizzazioni per i diritti umani, e il giudizio d'Appello si concluse il 25 marzo dell'anno successivo con una dichiarazione di non colpevolezza da parte del Tribunale di Sokoto che ritenne la condanna di primo grado «invalida nei suoi presupposti tecnici» sulla base della ritrattazione dell'originale versione dei fatti da parte dell'interessata.
Il Governo italiano ha, sin dall'inizio, seguito con attenzione il caso, intervenendo più volte con le Autorità nigeriane al più alto livello evidenziando che la condanna costituiva una violazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo e della Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici, delle quali la Nigeria è firmataria, e chiedendo una soluzione positiva della vicenda.
L'introduzione dall'ottobre 1999 della Sharia, in 12 dei 36 Stati che compongono la Nigeria, voluta dalle etnie mussulmane del Nord, ha fatto sorgere situazioni di tensione soprattutto negli Stati confessionalmente
In termini più generali, la prevenzione e l'eliminazione di tutte le forme di tortura o altri trattamenti inumani e degradanti, costituisce una linea politica fortemente perseguita dall'Italia e dall'Unione europea. La proibizione è stata reiterata anche nell'articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nell'aprile del 2001, l'Unione ha adottato alcune «Linee guida per una politica europea comune sulla tortura nei confronti degli Stati terzi», che forniscono all'Unione europea uno strumento operativo sia nelle relazioni con Stati terzi, sia nei fori multilaterali nei quali si discute di diritti umani, con l'obiettivo di premere sui Paesi terzi affinché adottino misure efficaci contro la tortura e i trattamenti inumani e degradanti.
L'opera di sensibilizzazione condotta dall'Italia e da altri Stati Membri dell'Unione europea nei contatti bilaterali con personalità politiche di Paesi Terzi non manca di dare i suoi frutti ed il numero dei paesi terzi che a vario titolo hanno abolito la pena di morte, ovvero non eseguono sentenze capitali, non ha mai cessato di crescere.
L'Italia è inoltre impegnata, anche attraverso l'Unione europea, affinché siano raggiunti gli obiettivi della «piattaforma di Pechino», che possono essere considerati il fondamento della politica generale a favore della promozione delle donne e per la protezione dei loro diritti.
L'Italia e l'Unione europea operano affinché tutti i Paesi sottoscrivano Convenzioni fondamentali come quella per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, nonché la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e ogni altro trattamento o punizione inumano o degradante. Lo stesso impegno è anche posto dall'Unione europea affinché le ratifiche di queste Convenzioni siano fatte da parte di tutti i paesi senza riserve, ovvero che siano ritirate quelle poste e che sono incompatibili con gli obiettivi e gli scopi delle Convenzioni stesse.
Nella consapevolezza delle diversità culturali e giuridiche esistenti, l'Italia continua a dare il suo contributo per affermare quei fondamentali diritti umani che si basano sui principi di tolleranza, di rispetto delle fasce più deboli della popolazione, di tutela delle donne e dell'infanzia. Per questa ragione da parte nostra continueranno ad essere seguiti con particolare attenzione casi come quello che ha visto coinvolta Safiya Hussain.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
se corrisponda al vero che, a volte, si verifichino casi di doppia prenotazione sui treni Eurostar;
in caso di risposta affermativa, quali siano le iniziative poste in essere per evitare questi disservizi;
quali forme di risarcimento economico siano state predisposte per rimborsare il viaggiatore cui non sia messo a disposizione il posto regolarmente prenotato;
quale sia il criterio per stabilire, al verificarsi del problema indicato, quale dei due passeggeri, aventi identica prenotazione, possa occupare il posto.
(4-03182)
L'anomalia delle doppie prenotazioni che nell'arco dell'anno non risultano comunque superiori a 100 si riscontra, chiarisce la società ferroviaria, in quei casi in cui il sistema annulla la prenotazione immediatamente dopo l'emissione del biglietto, con una tempistica tale che, a volte, non consente all'operatore di avvertire il cliente.
La clientela interessata viene comunque assistita dal personale di bordo che provvede ad assegnare una sistemazione alternativa in un posto di pari classe. Qualora tale sistemazione non sia possibile, per cui il cliente non può effettuare il viaggio, viene accordato il rimborso integrale del prezzo del biglietto.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
si registra una preoccupante ripresa di atti di violenza nel comune di Colle Val d'Elsa ed in generale nei comuni della Val d'Elsa;
il 17 ottobre 2002 una delegazione locale di Alleanza Nazionale ha incontrato il prefetto ed il questore di Siena illustrando le ragioni delle preoccupazioni delle popolazioni sul tema dell'ordine pubblico;
ravvisata la esigenza di un maggior coordinamento delle forze dell'ordine presenti sul territorio -:
quali iniziative si intendano assumere onde assicurare un maggior organico alle forze di polizia presenti in Val d'Elsa tenendo conto delle diffuse potenzialità economiche dell'area e della frequenza degli avvenimenti di delinquenza ivi registratisi.
(4-04402)
A seguito di tali atti di violenza, consumati all'interno ed all'esterno di locali pubblici, si è provveduto ad intensificare i servizi di controllo del territorio, con il supporto di personale del Reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato di Firenze.
Per quel che concerne la situazione nella Val d'Elsa, deve registrarsi, sulla base dei dati forniti dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, un sensibile decremento degli indici di delittuosità.
In particolare si è avuta una diminuzione tendenziale delle rapine (8 nel 2001, 3 nei primi 10 mesi del 2002), dei furti (620 nel 2001, 426 nei primi 10 mesi del 2002) e dei danneggiamenti (177 nel 2001, 105 nei primi 10 mesi del 2002).
Le misure di contrasto poste in essere dall'Arma dei Carabinieri hanno fatto registrare, nello stesso periodo, un aumento tendenziale delle persone arrestate (74 nei 2001, 113 nei primi 10 mesi dei 2002) e di quelle deferite all'Autorità Giudiziaria (761 nel 2001, 620 nei primi 10 mesi del 2002).
Sul piano della prevenzione, il Prefetto di Siena ha riferito che sono allo studio ulteriori iniziative in collaborazione con le Amministrazioni locali, anche con il ricorso a sistemi di interconnessione delle sale operative tra le Forze di Polizia e le Polizie Municipali.
A Colle Val d'Elsa opera una stazione di carabinieri che dispone di una forza effettiva di 14 militari, pari a quella organica.
Il territorio della Val d'Elsa rientra nella competenza del Commissariato di pubblica sicurezza (che dispone di 38 unità), della Compagnia carabinieri (con una forza effettiva complessiva di 122 unità) e della Brigata della Guardia di Finanza (15 militari) di Poggibonsi.
L'esigenza di un rafforzamento complessivo dei presidi di Polizia in parola è tenuta ben presente e se ne terrà conto in occasione delle prossime immissioni in servizio, nei vari ruoli del personale delle Forze di Polizia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
gli invalidi di guerra non usufruiscono dello stesso trattamento pensionistico riservato alle categorie degli invalidi per servizio militare;
la materia in questione è regolata dal Testo unico del decreto del Presidente della Repubblica del 23 dicembre 1978 n. 915;
al Testo unico non si applicano le sentenze della Corte costituzionale succedutesi nel tempo in merito al divieto di cumulo di più indennità speciali in quanto applicabili solo alle pensioni ordinarie;
gli invalidi di guerra non vengono considerati sul piano pensionistico alla stessa stregua degli invalidi militari;
sembra paradossale in considerazione del servigio reso al Paese da queste persone -:
quali iniziative il Governo intenda promuovere affinché agli invalidi di guerra venga riconosciuto un trattamento economico previdenziale pari a quello dovuto agli invalidi per servizio militare.
(4-03511)
Al riguardo, si fa preliminarmente presente che la vigente legislazione in materia di pensioni di guerra prevede l'attribuzione dell'indennità speciale annua agli invalidi di prima categoria, ai sensi dell'articolo 25, 1o comma del decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, recante Testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, così come modificato dall'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, recante il definitivo riordinamento delle pensioni di guerra, in attuazione della delega prevista dall'articolo 1 della legge 23 settembre 1981, n. 533.
L'attribuzione del citato beneficio è prevista anche per gli invalidi di guerra iscritti dalla seconda alla ottava categoria, purché gli interessati non svolgano un'attività lavorativa in proprio o alle dipendenze di altri e che, inoltre siano possessori di un reddito annuo lordo inferiore al limite di legge (articolo 5, 2o comma, e articolo 70 del citato decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915).
Le pensioni di guerra sono adeguate, annualmente ed in modo automatico, mediante l'attribuzione di un assegno aggiuntivo risultante dall'applicazione di una quota dell'indice di variazione di cui all'articolo 9 della legge 3 giugno 1975, n. 160 e successive modifiche.
In ordine, poi, alla disparità di trattamento cui si fa cenno nel documento parlamentare di che trattasi, sembra che questa possa riferirsi alla parziale cumulabilità dell'indennità integrativa speciale per il titolare di pensione civile o militare (normale o privilegiata), che presta opera retribuita sotto qualsiasi forma o che sia titolare di altro trattamento pensionistico indicizzato, ed il pensionato di guerra che venga a trovarsi in identica posizione.
Si osserva, in proposito, che il problema della fruizione della indennità integrativa speciale sulle pensioni ordinarie e/o privilegiate di dipendenti civili e militari dello Stato, a seguito della pronuncia di parziale incostituzionalità dell'articolo 99, comma quinto, del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 e dell'articolo 17 della legge 843 del 1978 (sentenze della Corte costituzionale n. 566 del 1989 e n. 204 del 1992), è stato oggetto di numerosa giurisprudenza del giudice delle pensioni, mentre nessun effetto può discendere dalle sentenze di incostituzionalità citate, relative alle pensioni ordinarie, per coloro che invece fruiscono di indennità integrativa speciale su pensione di guerra.
Si fa presente, al riguardo, che l'articolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1978, nel disciplinare il
Successivamente il decreto del Presidente della Repubblica n. 834 del 1981, all'articolo 1, comma 4, ha disposto l'abrogazione del menzionato articolo 74 con effetto dal 1o gennaio 1982, stabilendo (al comma 5) che gli importi percepiti alla data del 31 dicembre 1981 per l'indennità integrativa speciale sono conferiti ai beneficiari a titolo di assegno personale non riversibile. Ha, inoltre, reiterato (al comma 6) la disposizione già recata dall'articolo 74, comma 10, del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1978, prevedendo la non spettanza dell'assegno personale non riversibile nell'ipotesi di fruizione di altra pensione o retribuzione comunque collegate con le variazioni dell'indice del costo della vita.
Il trattamento pensionistico di guerra, come chiarito da costante giurisprudenza, ha una ratio affatto diversa dalle pensioni ordinarie, avendo natura indennitaria con finalità solidaristiche e non natura retributiva (o, meglio di retribuzione «differita») quale si riconosce alle pensioni traenti titolo da una pregressa prestazione lavorativa. È, pertanto, improprio qualunque raffronto con la diversa legislazione in materia di pensioni ordinarie e, comunque, si tratta di un raffronto che palesemente proprio per la differenziata natura dei diversi trattamenti pensionistici non legittima alcun dubbio di incostituzionalità per violazione del principio di uguaglianza (vedi ordinanza 24/28 novembre 1997, n. 369 Corte costituzionale).
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
il signor Lauciello Giuseppe, nato a Calciano (Matera) in data 18 maggio 1921, e residente in Campomaggiore (Potenza), ha presentato una domanda di trattamento pensionistico di guerra;
il soggetto fu chiamato alle armi il 9 gennaio 1941 e, nella stessa data, fu inviato in osservazione presso l'ospedale militare di Bari;
dopo una degenza di tre giorni il signor Lauciello fu dimesso con diagnosi di ernia inguinale sinistra riducibile e contenibile e per tale motivo assegnato ai servizi sedentari;
in data 7 marzo 1941, venne sottoposto a operazione per rimuovere l'erniotemia con successiva degenza prolungata fino al 5 aprile 1941;
il signor Lauciello fu inviato per missioni militari dapprima in Albania e, successivamente, in Francia, dove venne fatto prigioniero nel settembre 1943 e successivamente liberato nell'ottobre 1945, al termine del conflitto;
in data 10 gennaio 1944, il signor Lauciello durante la prigionia a causa di un incidente automobilistico riportò una frattura del braccio destro e fu ricoverato presso una struttura ospedaliera da campo che successivamente venne distrutta durante un bombardamento;
in base alla ricostruzione degli eventi citati il signor Lauciello ha intrapreso azione legale per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione di guerra;
ad oggi tale richiesta è stata respinta e si è in attesa del giudizio finale della Corte Europea di giustizia -:
quali iniziative il Governo intenda porre in essere affinché venga riconosciuto al signor Lauciello il diritto a percepire la pensione di guerra, in considerazione della sua effettiva partecipazione al conflitto e alle conseguenze per la salute subite dall'interessato.
(4-05453)
Al riguardo, si fa presente che la domanda di pensione di guerra presentata nel 1972 dal signor Lauciello venne respinta con determinazione n. 2554461/Z del 19 ottobre 1974, per mancato riconoscimento della dipendenza da causa di servizio delle infermità dichiarate.
Avverso tale determinazione l'interessato produsse ricorso gerarchico, che venne respinto con Decreto ministeriale n. 039662/RI.GE del 3 agosto 1983.
Si soggiunge che il ricorso giurisdizionale proposto avverso il suddetto decreto è stato respinto dalla Corte dei conti - Sezione giurisdizionale regionale per la Basilicata, con sentenza n. 84/96 del 27 giugno 1996. Successivamente, la prima Sezione giurisdizionale centrale della Corte dei conti, con sentenza n. 144/98/A del 19 maggio 1998, ha dichiarato inammissibile l'appello proposto dall'interessato avverso la citata decisione di primo grado ed è stato, parimenti, dichiarato inammissibile l'ulteriore ricorso per revocazione presentato dall'interessato, con sentenza n 168/2000/G del 29 giugno 2000 della Sezione giurisdizionale per la Basilicata della Corte dei conti.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.
nei treni vige la distinzione tra compartimenti per «non fumatori» e per «fumatori», al fine di evitare ai primi di essere disturbati dai secondi;
molti viaggiatori gradiscono leggere o ascoltare musica mediante le apposite cuffie o, ancora, scrivere, e in ogni caso non amano sentire conversazioni o telefonate;
l'uso dei telefoni cellulari è diventato in treno diffusissimo e quindi fonte di continuo disturbo;
le nuove disposizioni di Trenitalia non consentono più, come in precedenza, di inibire l'utilizzo del telefonino a richiesta del viaggiatore disturbato, giacché si limitano a disporre «che la suoneria del cellulare sia abbassata o eliminata» («Prescrizioni di carattere generale per i viaggi in ferrovia», n. 9);
nel corso della seduta di aula del 19 marzo 1998, rispondendo ad un'interrogazione (n. 3-01563) dell'onorevole Paolo Armaroli sollecitante l'individuazione di spazi appositi, nelle carrozze ferroviarie, per soddisfare le esigenze dei viaggiatori «non conversatori», l'allora rappresentante del Governo, sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione onorevole Giuseppe Soriero, riconobbe trattarsi di «problema di grande civiltà» e rimarcò essere «in atto un confronto più approfondito sulla definizione del nuovo contratto di servizio» con le Ferrovie dello Stato, confronto nel cui ambito si garantiva essere stata posta la questione «perché trovi una netta, puntuale e completa definizione» -:
quali iniziative, nell'ambito del contratto di servizio, siano state concretamente assunte o s'intendano prendere al fine di assicurare l'esistenza, all'interno delle carrozze ferroviarie, di spazi destinati a chi desideri non essere disturbato, spazi cioè per «non parlatori» analoghi a quelli per «non fumatori», in cui sia fra l'altro sempre vietato l'uso dei telefoni cellulari.
(4-04817)
Inoltre, il testo di annuncio di benvenuto diramato a bordo dei treni dopo la partenza dalle stazioni di origine e dalla ripresa della corsa dalle fermate intermedie (o di maggiore affluenza, nel caso di fermate ravvicinate), nella nuova versione ribadisce che «parlare a voce alta o tenere alto il tono della suoneria del telefono cellulare reca disturbo agli altri viaggiatori. Si invita, pertanto la gentile clientela a moderare il tono della voce e abbassare o eliminare la suoneria».
È altresì, previsto un annuncio specifico da diffondere qualora tali avvertenze vengano disattese.
Il personale di bordo/scorta, dietro segnalazione dei viaggiatori disturbati dall'uso inadeguato dei telefonini o nei casi di evidenza del disturbo arrecato, è tenuto ad intervenire ed eventualmente ad applicare la sanzione amministrativa da 7 a 23 euro, come previsto dall'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nella stazione ferroviaria di Milazzo sarebbero in atto una serie di accadimenti potenzialmente rivolti a dequalificarne l'immagine e l'importanza a livello turistico ed economico;
la tabella elettronica relativa agli orari di arrivi e partenze sita nell'atrio della succitata stazione, infatti, è stata rimossa senza spiegazione;
il servizio bagagli è stato sospeso a tempo indeterminato ed i carrelli per il trasporto dei bagagli sono stati eliminati;
si paventerebbe, infine, la sospensione del servizio «auto a seguito» nelle tratte di percorrenza da e per Milazzo da Torino e da Milano -:
quali iniziative intenda assumere per acclarare se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
quali opportuni ed urgenti iniziative presso le Ferrovie dello Stato intenda assumere per ovviare ai notevoli disagi subiti dalle migliaia di viaggiatori e specificatamente dai numerosi turisti che, per recarsi nelle vicine isole Eolie, utilizzano il suddetto scalo, vero punto nodale a sostegno del turismo locale e del rilancio economico del sud.
(4-03104)
Per quanto riguarda il servizio di deposito bagagli nella stazione in questione, Ferrovie lo ha sospeso, come in molti altri impianti della rete nazionale, per ragioni di sicurezza dopo gli eventi terroristici dell'11 settembre 2001.
Peraltro, di recente, il Ministero dell'interno ha emanato norme più precise che prevedono la riapertura dei depositi previa verifica delle condizioni di sicurezza.
Da ultimo, Ferrovie, dello Stato S.p.a. ha evidenziato che nella stazione in parola non sono state intraprese azioni volte alla riduzione di offerta del servizio auto al seguito.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
se risponda al vero la notizia riportata da autorevoli quotidiani, attinta da
quali urgenti iniziative intendano promuovere per ovviare a una così grave situazione.
(4-04329)
Premesso che, sulle vetture «per fumatori» è vietato fumare nei vestiboli e nei servizi igienici, ovvero negli ambienti più vicini alle porte di comunicazione con le altre vetture la Società ha, inoltre, riferito che il sistema di ricambio di aria delle singole vetture a bordo dei treni Eurostar ed Intercity è assolutamente indipendente e, pertanto, in via di principio, non dovrebbe determinare una ridistribuzione del fumo degli ambienti per «non fumatori».
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
ilterritorio compreso tra i comuni di Castellaneta e Palagianello (area occidentale della provincia di Taranto) costituisce il baricentro di un'area più vasta, che comprende i comuni di Laterza, Ginosa e Mottola, nonché le aree costiere di Castellaneta Marina e Ginosa Marina;
le difficoltà di collegamenti con il centro e nord Italia sono diverse ad esempio:
a) in serata l'ultimo treno regionale (12644) per Bari parte da Castellaneta alle ore 19,50, ossia due ore prima della partenza dell'Intercity notte ICN 768 Crotone-Taranto-Milano (in partenza da Gioia del Colle alle ore 22,56) e addirittura tre ore prima della partenza dell'Espresso per Torino-Milano 902-904-906 (in partenza da Gioia del Colle alle ore 22,57 e da Bari alle ore 23,56);
b) sempre la sera la partenza da Bari (ore 21,55) dell'Espresso 981 Bari-Taranto-Villa San Giovanni (ultimo treno disponibile in questo tratto) è pressoché contemporanea all'arrivo (ore 21,51) a Bari dell'Eurostar 9355 Roma-Bari;
c) analoghi disagi si registrano il mattino quando i viaggiatori provenienti dal nord con l'Espresso (periodico) 1655-1657 Milano-Taranto (arrivo a Bari alle ore 06,55), in caso di pur modesto ritardo sono costretti ad attendere nella stazione di Bari quasi tre ore (il primo treno regionale utile - il 12629 - è infatti previsto alle ore 10,08);
d) anche i viaggiatori giunti a Bari alle ore 07,49 con l'Espresso 90 1-903-905 Torino-Milano-Taranto devono attendere più di 2 ore per poter usufruire del primo treno regionale utile (il predetto 12629 in partenza da Bari alle ore 10,08);
tali disagi derivano dalla concomitanza di due differenti evenienze:
1) non sono previste fermate di treni espresso, eccetto il 981, per Villa San Giovanni nella stazione di Castellaneta;
2) incongruenza nell'orario di alcuni treni regionali derivanti dal fatto che, nell'arco della mattinata e nell'arco di circa sei ore, sono previste solo due relazioni in partenza da Bari per Taranto;
3) discordanza orari tra treni metropolitani Enziteto-Bari Liside e regionali per Taranto -:
se non ritenga di intervenire con urgenza, presso la Direzione Generale delle Ferrovie, perché in occasione della imminente predisposizione del nuovo orario Ferrovie dello Stato in vigore dal prossimo 27 gennaio 2002, possano essere tenute presenti e soddisfatte esigenze dell'area
(4-00900)
Questi collegamenti, infatti, privilegiando la velocizzazione come elemento di qualità, effettuano fermate principalmente nei capoluoghi di regione, in alcuni capoluoghi di provincia nonché in località che raccolgono un bacino d'utenza adeguato al prodotto offerto.
In tale ottica, l'attuale offerta per la città di Castellaneta si basa sulle varie opportunità di collegamento costituite dal coordinamento dei servizi regionali con quelli della lunga percorrenza.
Ferrovie ha, quindi, fatto conoscere che a partire dal nuovo orario in vigore dal 15 dicembre 2002 nella stazione di Castellaneta è stata attivata la fermata dei seguenti Espressi notturni:
Exp 902/904 Lecce-Torino/Milano con antenna da Taranto (Castellaneta ore 22.43/22.44);
Exp 901/905 Milano/Torino-Lecce con antenna per Taranto (Castellaneta ore 8.53/8.54).
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nelle valli della provincia di Brescia, segnatamente la valle Sabbia, numerosi bracconieri, in spregio alle leggi, catturano, in modo cruento, decine di migliaia di uccellini protetti, causando grande sofferenza alla fauna selvatica e notevole danno a carico del patrimonio avifaunistico migratorio che notoriamente appartiene a tutta l'Europa;
al fine di contrastare tale odioso fenomeno, le associazioni protezioniste quali LIPU e WWF, attraverso le proprie guardie, contribuiscono con brillanti operazioni a sequestrare e distruggere le famigerate trappole ad archetto utilizzate dai bracconieri;
il 6 ottobre 2002, durante un servizio di perlustrazione, che si svolgeva in località Vaiale nel comune di Lavenone, due ispettori della LIPU, che operano in zona dal 1986, e che si sono distinti in più occasioni nel sequestro di centinaia di migliaia delle micidiali trappole, accompagnati da due giornalisti locali, venivano aggrediti a mano armata da un energumeno il quale, con un falcetto, si accaniva su di essi e sull'automezzo della LIPU, causando danni considerevoli al fuoristrada, giungendo a minacciare e persino ad estorcere denaro alle persone aggredite in cambio della cessazione delle vessazioni nei loro confronti;
i carabinieri di Idro, che intervenivano sul posto solo dopo circa 90 minuti dai fatti, non riuscivano ad individuare il responsabile, nel frattempo eclissatosi, nonostante questi, a quanto risulta all'interrogante, fosse stato riconosciuto dai presenti, essendo persona nota nella zona;
gli episodi di bracconaggio e atti di violenza nei confronti di coloro che sono preposti alla tutela della fauna, sono ricorrenti in tali zone del bresciano -:
quali iniziative normative si intendano adottare per contrastare efficacemente il fenomeno del bracconaggio;
se sia stata avviata un'inchiesta in relazione all'aggressione ai danni dei due ispettori della LIPU.
(4-05205)
Va ricordato, in particolare, l'episodio richiamato dall'interrogante del 6 ottobre 2002, quando l'operatore della centrale operativa della Stazione dei carabinieri di Idro (Brescia) riceveva una richiesta di intervento da parte di un giornalista del Corriere della Sera minacciato poco prima da una persona armata di roncola e di falce che aveva danneggiato anche l'autovettura, in uso al giornalista, e di proprietà dell'associazione L.I.P.U..
I militari dell'Arma giunti sul posto, grazie alle indicazioni fornite da un testimone, riuscivano a identificare l'autore del gesto che veniva deferito in stato di libertà alla Autorità giudiziaria per danneggiamento, estorsione, percosse, resistenza a Pubblico Ufficiale e minacce con aggravante dell'uso delle armi.
Il relativo procedimento penale è attualmente in prossimità della conclusione delle indagini preliminari.
Altri episodi di violenza si sono verificati il 22 settembre 2002 in località Ciucco del Comune Collio Val Trompia (Brescia), dove tre guardie venatorie volontarie, che avevano rinvenuto oltre cinquanta trappole dette «archetti», sono state aggredite da due persone; il 1o ottobre 2002 ad Irma (Brescia) alcuni agenti del Corpo forestale dello Stato sono stati investiti da una persona a bordo di una moto che cercava di sottrarsi ad un controllo; il successivo 25 ottobre 2002, a Lavenone, una agente del Corpo forestale dello Stato appostata per individuare l'autore di una «tesa di archetti» veniva aggredita da un bracconiere, riportando traumi e contusioni.
I responsabili di tali fatti sono stati individuati e denunciati all'Autorità giudiziaria.
La cattura di varie specie di uccelli a mezzo di archetti e reti è una attività praticata soprattutto nelle Valli Trompia e Sabbia della provincia bresciana, in coincidenza con la migrazione che assume particolare intensità nei mesi di ottobre e novembre, mentre appare limitata durante la stagione primaverile ed estiva.
Particolare attenzione viene riservata all'attuazione di specifici servizi di vigilanza venatoria.
Sia il Corpo forestale dello Stato che la Polizia provinciale, profondono ogni sforzo per contrastare il fenomeno, svolgendo numerosi servizi, anche coordinati tra loro, e con le guardie volontarie appartenenti alle associazioni ambientalistiche.
Da anni poi la Direzione generale del Corpo forestale dello Stato invia in provincia di Brescia il Noa - Nucleo operativo antibracconaggio - al fine di coadiuvare il personale dei Comandi stazione forestali nelle attività di prevenzione e repressione. Il Nucleo operativo, composto quest'anno da 25 elementi, è attivo, nelle valli bresciane, nel periodo compreso tra la fine di settembre e la prima decade di novembre.
Secondo quanto riferito dal Prefetto di Brescia, l'attività di vigilanza ha consentito, dall'inizio della stagione venatoria in corso fino al 10 novembre, di redigere 74 informative di reato a carico dei presunti responsabili e 49 informative di reato a carico di ignoti.
Sono stati sottoposti a sequestro 290 reti, circa 19.000 «archetti», 852 trappole, 115 fucili, oltre 600 capi di avifauna viva, di cui 54 pettirossi, liberati immediatamente.
A conclusione di tali predette operazioni sono stati recuperati ed affidati al «Centro di recupero animali selvatici» dell'oasi del Wwf di Valpredina 7 sparvieri, 7 poiane, 5 gheppi, 2 civette, 1 falco di palude e 4 aironi cenerini.
Va ricordato, infine, che per quanto riguarda l'intero territorio nazionale, il Ministero delle politiche agricole e forestali ha riferito che il Corpo forestale dello Stato predispone interventi straordinari di vigilanza venatoria per contrastare fenomeni di bracconaggio di particolare gravità nei periodi e nelle aree più critiche come, oltre alle valli bresciane in autunno, la provincia di Reggio Calabria in primavera, il litorale
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la FAO (Food and Agricoltural Organization), è l'agenzia delle Nazioni Unite, costituita il 16 ottobre 1945, in continuità con il disciolto istituto internazionale dell'agricoltura, che ha competenza nei settori dell'alimentazione, dell'agricoltura e dello sviluppo rurale ed a cui aderiscono, oltre all'Unione europea 183 paesi membri;
con la legge del 1 gennaio 1951, n. 11, è stato ratificato l'accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite relativo alla sede della FAO a Roma;
con la stipulazione di questo accordo lo Stato italiano si è impegnato ad assegnare alla FAO una località situata nella città di Roma come sede centrale dell'organizzazione mondiale;
in base a quanto disposto dall'accordo, il Governo italiano oltre a riconoscere l'extraterritorialità della sede FAO a Roma, si è impegnato ad ottemperare all'installazione di forniture come, ascensori, impianti di riscaldamento, aria condizionata, ma anche a curare le riparazioni degli edifici, a fornire sufficienti forze di polizia per assicurare un'adeguata protezione sia all'interno che all'esterno della sede centrale, ed altresì a praticare eque agevolazioni di servizi pubblici necessari, quali tariffe speciali per l'energia elettrica, gas, acqua, poste, telefoni, trasporti, servizi ferroviari, e tutta una serie di esenzioni dal pagamento di tasse;
con un personale che supera le 4.000 unità, tra esperti, consulenti ed impiegati, la FAO è, per consistenza, la maggiore organizzazione delle Nazione Unite;
il bilancio dell'organizzazione attestato intorno ai 650 milioni di dollari nel 2000-2001, risulta assorbito in gran parte dalle spese destinate al personale;
gli interventi della FAO nei paesi in via di sviluppo sono finanziati con le risorse del programma ordinario (il programma per la cooperazione tecnica), dai fondi fiduciari messi a disposizione dai paesi donatori e con risorse fuori bilancio provenienti in parte dal programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite;
l'Italia partecipa alle spese dell'organizzazione con un quota che supera il 5 per cento, ma ad esso vanno aggiunti anche i 7.750 milioni di euro di contributi volontari versati annualmente;
la legge del 15 novembre 1996, n. 580, recante misure urgenti per l'organizzazione del vertice mondale sull'alimentazione del novembre 1996, ha conferito un nuovo e motivato impulso allo storico rapporto tra Italia e FAO, rafforzando l'impegno per un forte sostegno finanziario, logistico e politico del nostro Paese, attraverso importanti progetti che la FAO gestisce sotto la direzione di un panel misto Italia-FAO, come il sostegno al censimento agricolo cinese (le cui rilevazioni sono state condotte con la partecipazione tecnica dell'Istat), il programma policy advice al ministero dell'agricoltura siriano, il sostegno al processo di riforma agraria nelle Filippine, in Senegal, Angola, e molti altri;
dal 1979 sono stati finanziati dall'Italia più di 160 progetti e programmi speciali tramite fondi fiduciari, per un ammontare complessivo che supera i 490 milioni di dollari operando principalmente in tre aree di intervento: sicurezza alimentare, ambiente e sviluppo sostenibile, sostegno istituzionale e alla pianificazione che, dal 1987, vengono seguiti dalla direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo istituita in seno al ministero degli esteri;
a partire dal 1994 la FAO ha avviato un significativo processo di riforma e di
da diversi giorni il quotidiano Libero, anche in vista del prossimo vertice mondiale della FAO previsto per il 10-14 giugno 2002 a Roma, si è fatto promotore di una inchiesta sulle speculazioni che avvengono all'interno della sede FAO, mettendo il luce il fallimento del processo di riforma avviato dall'assemblea della FAO, partendo dai privilegi esclusivi riservati ai dipendenti ed alle loro famiglie, alle esuberanti spese per gli alloggi dei rappresentanti dei paesi che partecipano al congresso di Roma, alla lunga lista di consulenti assunti a vario titolo per sopperire all'inefficienza del personale interno -:
se il Ministro non ritenga opportuno avviare un controllo sull'effettiva rispondenza degli innumerevoli finanziamenti che l'Italia stanzia ogni anno per la cooperazione e lo sviluppo dei paesi meno sviluppati, agli obiettivi che si prefiggono, anche costituendo in seno alla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo presso il ministero degli esteri, di un apposito ufficio di vigilanza che riferisca in sede di bilancio al Parlamento;
se il Ministro non ritenga doveroso per il nostro Paese di chiedere al direttore generale della FAO di fare chiarezza sulle gravi polemiche che hanno riguardato la conduzione dell'amministrazione dell'agenzia FAO, visto anche l'ingente contributo dell'Italia al sostentamento della sede centrale di Roma e l'impegno inequivoco che il nostro Paese persegue da anni a favore della cooperazione internazionale per i paesi a basso reddito ed a deficit alimentare.
(4-03146)
È utile sottolineare che, fin dal maggio del 1984, è stato istituito il Comitato congiunto Italia/FAO per l'esame tecnico e il monitoraggio (Panel tecnico) che costituisce una sede per uno scambio di regole di opinioni sulla formulazione, realizzazione e valutazione dei progetti e dei programmi secondo le priorità definite dal Comitato consultivo Italia/Fao sulla cooperazione allo sviluppo.
A seguito delle considerazioni formulate dal Presidente del Consiglio al Vertice sull'alimentazione di Roma in plenaria e successivamente nel corso della conferenza stampa circa la necessità di una riduzione delle spese amministrative della Fao, si è da parte italiana presa l'iniziativa per addivenire, innanzitutto in ambito Unione europea e poi in sede Paesi Ocse, ad una azione congiunta volta a perseguire l'obbiettivo di un contenimento del Bilancio corrente dell'organizzazione.
Occorre tuttavia tenere presente che la Fao ha già, sotto l'impulso dei maggiori contributori, ridotto il proprio organico di circa 1.600 unità; l'Italia, come Paese ospite, ha precisi obblighi e doveri, sanciti nell'accordo di Sede, verso l'Organizzazione. Non può quindi dare l'impressione, verso i 183 Paesi membri di svolgere funzione di «ispettore» o di «controllo» che non le competono; i nostri contributi ordinari alla Fao superano di poco il 5 per cento del Bilancio, rispetto al 20 per cento del Giappone, al 10 per cento della Germania e al 25 per cento degli Stati Uniti, Paesi questi
L'Italia, infatti, come tutti gli Stati membri, versa alla Fao un contributo obbligatorio pari ad una quota parte del bilancio preventivo dell'Organizzazione. L'importo è ripartito percentualmente tra tutti gli Stati membri generalmente in base al proprio prodotto interno lordo e viene definito nel corso delle Conferenze Fao, peraltro, per quanto concerne le garanzie sull'utilizzazione dei contributi volontari concessi e il necessario monitoraggio dei risultati raggiunti, il Governo italiano in occasione di contributi (uno degli ultimi 200 miliardi di lire) al Fondo fiduciario per la sicurezza alimentare, ha imposto una serie di cogenti condizioni, ottenendo dall'Organizzazione piena collaborazione.
Il contributo obbligatorio complessivo a carico degli Stati membri per il 2002 stabilito con la Risoluzione 8/21, nel corso della 31esima Conferenza Fao è stato di USA 370.073.000,00.
Il contributo obbligatorio versato alla Fao per l'anno 2002, gestito dalla Direzione Generale per la Cooperazione Economica di questo Ministero dall'esercizio finanziario 2002 a valere sul capitolo di spesa 3750 è stato di euro 17.102.832,55.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
dalla relazione che viene allegata al bilancio presentato dal Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste (COBAT) annualmente, si rileva che il prezzo di cessione delle batterie esauste dei riciclatori è calcolato basandosi sul costo di trasformazione delle batterie, dichiarato dai riciclatori stessi, al livello di 650 delle vecchie lire al chilogrammo, mentre il costo di versamento comunemente praticato nel mercato, nel biennio di riferimento 2000-2001, era di 450 delle vecchie lire al chilogramo;
di fatto il sovrapprezzo di cui sopra viene fissato dagli stessi riciclatori che detengono, a tutt'oggi, la maggioranza in seno al consiglio di amministrazione del COBAT;
inoltre i riciclatori non provvedono, nella realtà, ad effettuare il procedimento di fusione che corrisponde, in termini monetari, al 60 per cento del costo della trasformazione per cui, di fatto, il costo denunciato e praticato risulta triplicato rispetto a quello effettivo di mercato -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro, nell'ambito delle proprie competenze, per rendere più trasparente ed in linea con i costi correnti, l'attività di riciclaggio dei materiali piombosi svolta da parte del COBAT anche al fine di alleggerire ulteriormente i prelievi gravanti sui produttori di batterie e che, inevitabilmente, si ripercuotono poi in capo ai consumatori.
(4-06193)
La relativa curva viene definita tenendo conto delle quotazioni prevalenti di mercato e del costo di trasformazione: essa prevede un prezzo di cessione nullo per una quotazione del piombo di euro/t 322,79 (lire/kg 625), un incremento del 40 per cento per quotazioni fino a euro/t 464,81, un conseguente prezzo di cessione di euro/t 56,81 per quotazioni comprese tra euro/t 464,81 ed euro/t 516,46 ed un ulteriore incremento del 20 per cento per quotazioni superiori ad euro/t 516,46.
La quotazione del piombo al LME è espressa in $/t; pertanto appare evidente come anche il tasso di cambio euro/$ influisca sul prezzo di cessione delle batterie esauste.
Per tali motivazioni l'osservazione che «il prezzo di cessione delle batterie esauste dei riciclatori è calcolato basandosi sul
Inoltre, ex articolo 9-quinquies, comma 8, legge 9 novembre 1988, n. 475, il sovrapprezzo è stabilito con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro delle attività produttive, su proposta dell'Assemblea del Cobat, che, a sua volta, ratifica una proposta del Consiglio di amministrazione del Consorzio stesso.
I riciclatori non detengono la maggioranza in seno al Consiglio d'amministrazione, in quanto hanno 5 rappresentanti su un totale di 14 consiglieri, di cui 2 designati dal Ministro dell'ambiente e 2 dal Ministro delle attività produttive, come previsto dall'articolo 12 dello statuto del Consorzio.
Per questi motivi, anche l'osservazione che «il sovrapprezzo di cui sopra viene fissato dagli stessi riciclatori che detengono, a tutt'oggi, la maggioranza in seno al consiglio d'amministrazione del Cobat» non ha fondamento.
A pagina 60 del Rapporto ambientale 2001 si legge che i riciclatori del Cobat, effettuando la fusione, producono piombo e sue leghe. Infatti, a fronte di un input di 182.400 t di batterie, tali riciclatori hanno prodotto 122.580 t di piombo e sue leghe (fusione del pastello e delle griglie derivanti dall'attività di scassettamento) e solo 33.350 t di pastello (venduto da un riciclatore consorziato ad una società di produzione di piombo primario). Dei 5 riciclatori consorziati, 4 hanno effettuato la fusione su tutte le batterie ricevute; uno solo ha venduto parte del pastello ed ha fuso la rimanente parte di pastello e tutte le griglie da scassettamento. Costui detiene comunque la capacità fusoria necessaria per la totalità delle batterie ricevute ed è, quindi, in grado di assicurare al Cobat il corretto riciclaggio delle batterie, a prescindere dal contratto commerciale da lui sottoscritto per la vendita di parte del pastello. Per questi motivi, anche la considerazione che «i riciclatori non provvedono, nella realtà, ad effettuare il procedimento di fusione che corrisponde, in termini monetari, al 60 per cento del costo della trasformazione» non ha fondamento.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
nel rapporto ambientale presentato dal Consorzio obbligatorio batterie esauste (Cobat) per l'anno 2001, si rileva che il consorzio ha cura di vendere le batterie esauste, in Italia e all'estero, in modo che il sovrapprezzo imposto per le batterie nuove sia il più basso possibile garantendo la migliore convenienza;
pertanto, il pastello ricavato dal materiale piomboso esausto, realizzato dalle maggiori società che si occupano di riciclaggio in seno al consorzio, di fatto non viene completamente riciclato ma viene venduto a terzi senza, con questo, giungere al procedimento di fusione;
il consiglio di amministrazione del Cobat ha nel contempo negato l'autorizzazione a far parte del consorzio ad alcune imprese che, invero, provvedono allo smaltimento delle batterie esausto nel pieno rispetto della normativa di riferimento completando il procedimento di riciclaggio secondo le modalità seguite dalle imprese già consorziate, con la pretestuosa motivazione di non possedere presso i propri stabilimenti gli impianti necessari alla fusione del materiale piomboso esausto -:
se il Ministro non ritenga che debba essere resa più trasparente l'attività di riciclaggio dei materiali piombosi svolta da parte del Cobat.
(4-06206)
Analogamente, il Ministero delle attività produttive, con nota del 4 dicembre 2001, ha ritenuto che «la sola attività di scassettamento si configura come fase finale del ciclo di raccolta, preliminare al processo metallurgico che contraddistingue la categoria dei riciclatori» e pertanto l'attività svolta dallo scassettatore «non può essere confusa, anche come professionalità coinvolte ed impianti utilizzati, con la successiva fase inerente al processo di fusione e di affinazione del piombo, che connota l'attività di riciclaggio».
Del resto, non è un caso che le Norme tecniche generali per il recupero agevolato di materia dai rifiuti pericolosi (allegato 1, decreto ministeriale ambiente 12 giugno 2002, n. 161), in ordine alle batterie esauste, prevedono come attività di recupero il «recupero al ciclo termico o idrometallurgico delle componenti metalliche a base di piombo ottenute mediante pretrattamento di frantumazione e vagliatura per la separazione delle componenti plastiche» e come caratteristiche delle materie prime e/o prodotti ottenuti «piombo e sue leghe e soluzione diluita di acido solforico nelle forme usualmente commercializzate».
Tutti i riciclatori consorziati possiedono impianti di recupero al ciclo termico ed effettuano l'attività di fusione necessaria alla produzione di piombo e sue leghe.
A pagina 60 del Rapporto ambientale 2001 si legge che i riciclatori del Cobat effettuando la fusione, producono piombo e sue leghe. Infatti, a fronte di un input di 182.400 t di batterie, tali riciclatori hanno prodotto 122.580 t di piombo e sue leghe (fusione del pastello e delle griglie derivanti dall'attività di scassettamento) e solo 33.350 t di pastello (venduto da un riciclatore consorziato ad una società di produzione di piombo primario). Dei 5 riciclatori consorziati, 4 hanno effettuato la fusione su tutte le batterie ricevute; uno solo ha venduto parte del pastello ed ha fuso la rimanente parte di pastello e tutte le griglie da scassettamento. Costui detiene comunque la capacità fusoria necessaria per la totalità delle batterie ricevute ed è, quindi, in grado di assicurare al Cobat il corretto riciclaggio delle batterie, a prescindere dal contratto commerciale da lui sottoscritto per la vendita di parte del pastello. Per questi motivi, la considerazione che «il pastello ricavato dal materiale piomboso esausto, realizzato dalle maggiori società che si occupano di riciclaggio in seno al consorzio, di fatto non viene completamente riciclato ma viene venduto a terzi senza, con questo, giungere al procedimento di fusione» non ha fondamento.
In ordine alla trasparenza dell'attività del Cobat, si ritiene che il Consorzio abbia sempre agito con estrema trasparenza, inviando annualmente il bilancio preventivo ed il Bilancio d'esercizio al Ministero dell'ambiente ed al Ministero delle attività produttive, ex articolo 17, comma 3, decreto ministeriale ambiente 16 maggio 1990 (statuto consortile) e pubblicando annualmente, dal 1998, il Rapporto Ambientale, dal quale si possono ricavare tutti i dati relativi all'attività svolta dal Consorzio e dalle imprese di recupero consorziate.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
ad alcune imprese è stato ripetutamente negato l'ingresso nel Consorzio obbligatorio batterie esauste (Cobat), in qualità di riciclatori, con la pretestuosa motivazione di non essere in grado di garantire il processo completo di trasformazione e riciclaggio delle batterie esauste attraverso
in realtà, non provvedendo il Cobat stesso ad effettuare la fusione dei pastelli di piombo riciclabili ma vendendolo a terzi, appare illogico richiedere ad imprese non attualmente ricomprese nell'ambito del consorzio il rispetto di tali requisiti ai fini dell'ingesso nel consorzio medesino -:
come si possa continuare a giustificare tali comportamenti discriminatori di chiusura, chiaramente diretti ad impedire la libera concorrenza nel settore del riciclaggio delle batterie esauste, nei confronti di imprese terze rispetto al Cobat.
(4-06207)
Pertanto, l'osservazione che «ad alcune imprese è stato ripetutamente negato l'ingresso nel Consorzio obbligatorio batterie esauste (Cobat), in qualità di riciclatori, con la pretestuosa motivazione di non essere in grado di garantire il processo completo di trasformazione e riciclaggio delle batterie esauste attraverso procedimenti non rispondenti, a detta del Consiglio d'amministrazione del consorzio, alla normativa di riferimento» appare priva di ogni fondamento.
Il Cobat cede le batterie al piombo esauste, e non già il pastello, agli impianti di riciclaggio consortili e/o ad imprese di riciclaggio estere.
A pagina 60 del Rapporto ambientale 2001 si legge che i riciclatori del Cobat, effettuando la fusione, producono piombo e sue leghe. Infatti, a fronte di un input di 182.400 tonnellate di batterie, tali riciclatori hanno prodotto 122.580 tonnellate di piombo e sue leghe (fusione del pastello e delle griglie derivanti dall'attività di scassettamento) e solo 33.350 tonnellate di pastello (venduto da un riciclatore consorziato ad una società di produzione di piombo primario). Dei 5 riciclatori consorziati, 4 hanno effettuato la fusione su tutte le batterie ricevute; uno solo ha venduto parte del pastello ed ha fuso la rimanente parte di pastello e tutte le griglie da scassettamento. Costui detiene comunque la capacità fusoria necessaria per la totalità delle batterie ricevute ed è, quindi, in grado di assicurare al Cobat il corretto riciclaggio delle batterie, a prescindere dal contratto commerciale da lui sottoscritto per la vendita di parte del pastello. Per questi motivi, la considerazione che «non provvedendo il Cobat stesso ad effettuare la fusione dei pastelli di piombo riciclabili ma vendendo a terzi, appare illogico richiedere ad imprese non attualmente ricomprese nell'ambito del consorzio il rispetto di tali requisiti ai fini dell'ingresso nel consorzio medesimo» è priva di ogni fondamento.
Bisogna, infine osservare che non sussiste l'obbligo di conferimento delle batterie esauste al Cobat e pertanto, come argomentato nel richiamato parere del Ministero dell'ambiente del 15 ottobre 2001, «ai soggetti che effettuano operazioni di scassettamento è peraltro consentito di approvvigionarsi di batterie esauste sul libero mercato, senza essere iscritti al Consorzio. Alla luce del sistema organizzativo e gestionale previsto dall'attuale quadro normativo, il Consorzio non esercita infatti, sul mercato delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi, un ruolo monopolista, ma un ruolo soltanto sussidiario, diretto a garantire il riciclaggio delle batterie esauste in qualsiasi condizione economica si venga a determinare».
Pertanto, l'affermazione che «comportamenti discriminatori di chiusura, chiaramente diretti ad impedire la concorrenza nel settore del riciclaggio delle batterie esauste, nei confronti di imprese terze rispetto
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
secondo quanto riportato in un'intervista apparsa sul quotidiano il Tempo lo scorso 29 ottobre 2002 al direttore dell'ambulatorio per la diagnosi precoce dei danni provocati dal fumo, attivato lo scorso anno presso l'istituto tumori di Milano sui treni Eurostar, e Intercity sarebbero presenti polveri sottili, e resti di nicotina, in quantità allarmanti;
in particolare i vagoni non fumatori adiacenti a quelli per fumatori, risulterebbero impregnati di resti di fumo, in quantità nettamente superiore a quelle consentite;
i risultati dell'indagine, rientrano in uno screening, ben più ampio condotto dai responsabili dell'ambulatorio, e testimoniano ulteriormente, qualora ce ne fosse ancora bisogno, i rischi del fumo passivo, in particolare in quei locali come appunto treni, uffici, e discoteche, ove le polveri sottili derivanti dalla combustione della nicotina faticano ad essere smaltite;
il fumo sarebbe risultato responsabile non solo di tumori, come ampiamente noto, ma anche elemento scatenante di malattie quali diabete ed Alzhaimer. La nicotina infatti penetrando nell'organismo favorirebbe il processo di degenerazione cellulare alla base di numerose patologie -:
quali iniziative si intendano intraprendere per verificare che i luoghi destinati ai non fumatori siano realmente sicuri, al fine di tutelare realmente la stragrande popolazione dai rischi del fumo passivo.
(4-04387)
Premesso che, sulle vetture «per fumatori» è vietato fumare nei vestiboli e nei servizi igienici, ovvero negli ambienti più vicini alle porte di comunicazione con le altre vetture la Società ha, inoltre, riferito che il sistema di ricambio di aria delle singole vetture a bordo dei treni Eurostar ed Intercity è assolutamente indipendente e, pertanto, in via di principio, non dovrebbe determinare una ridistribuzione del fumo degli ambienti per «non fumatori».
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il 30 ottobre 2002 due impiegati del comune di Napoli, Antonio Azzolini e Giuseppe Esposito, sono stati posti agli arresti domiciliari secondo un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Francesco Todisco;
gravissime le accuse ipotizzate: accesso abusivo al sistema informativo, frode informatica, falso in documento informativo pubblico, truffa aggravata e falso in atto pubblico;
secondo l'accusa, i due, in questi anni, utilizzando il sistema informatico del centro elaborazione dati del comune di Napoli - sezione staccata di Soccavo - avrebbero introdotto, o fatto introdurre da presunti complici, dati falsi nel sistema informatico, in grado di contraffare le graduatorie per l'assegnazione degli alloggi popolari;
in alcuni casi la frode veniva commessa, per favorire conoscenti ed amici, in
quali iniziative, anche normative, si prevedono di attivare affinché nell'utilizzo dei sistemi informatici nelle pubbliche amministrazioni siano previste la più opportune garanzie che consentano di evitare il reiterarsi di episodi come quello descritto in premessa.
(4-04374)
Con la direttiva 16 gennaio 2002 del Ministro per l'innovazione e le tecnologie e del Ministro delle comunicazioni concernente la sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nelle pubbliche amministrazioni statali sono state introdotte delle misure organizzative ed operative al fine di portare i sistemi informativi nelle pubbliche amministrazioni ad un livello minimo comune di sicurezza. Ciò avviene sia attraverso lo strumento di una rapida autodiagnosi del livello di adeguatezza della sicurezza informatica e delle telecomunicazioni (ICT), con particolare riferimento alla dimensione organizzativa operativa e conoscitiva della stessa, sia attraverso l'attivazione delle necessarie iniziative per posizionarsi sulla «base minima di sicurezza», che consenta di costruire, con un approccio unitario e condiviso, le fondamenta di un controllo efficace dei sistemi informativi della pubblica amministrazione.
Successivamente con decreto interministeriale del 24 luglio 2002 il Ministro delle comunicazioni e il Ministro per l'innovazione e le tecnologie hanno istituito il comitato tecnico nazionale per la sicurezza informatica nella pubblica amministrazione.
Il comitato, al fine del raggiungimento di un livello di sicurezza nelle informazioni conforme a criteri standard internazionali e allo scopo di garantire integrità e affidabilità dell'informazione, formula le proposte concernenti le strategie in materia di sicurezza informatica e delle telecomunicazioni (ICT) per la pubblica amministrazione.
In particolare, il comitato: redige il piano nazionale della sicurezza delle tecnologie dell'informazione e comunicazione della pubblica amministrazione, di cui verifica annualmente lo stato di avanzamento, individuando le eventuali misure correttive; predispone il modello organizzativo nazionale di sicurezza ICT per la pubblica amministrazione, del quale verifica la relativa attivazione e applicazione; formula proposte in materia di regolamentazione della certificazione e valutazione della sicurezza sulla base delle normative nazionali, comunitarie e internazionali di riferimento. Il comitato elabora inoltre le linee guida per la predisposizione delle intese con il dipartimento della funzione pubblica per la formazione dei dipendenti pubblici in tema di sicurezza ICT.
Si segnala, inoltre, che il comitato dei Ministri per la società dell'informazione nella riunione del 18 marzo 2003 ha approvato i due progetti proposti dal comitato tecnico nazionale per la sicurezza informatica nella pubblica amministrazione. Tali progetti, già in fase di realizzazione, concernono, rispettivamente, l'istituzione di un nucleo, denominato CERT, per il monitoraggio della rete nazionale e la gestione degli incidenti informatici, a supporto delle amministrazioni centrali e l'avviamento di un piano di formazione e aggiornamento professionale specifico in materia di sicurezza informatica nella pubblica amministrazione.
Va, infine, sottolineato che è stato già predisposto il d.p.c.m. recante approvazione dello schema nazionale per la valutazione e la sicurezza nel settore della tecnologia e dell'informazione. Tale provvedimento, attuativo della direttiva comunitaria 1999/93/CE, definisce l'insieme delle procedure e delle regole necessarie per la valutazione e la certificazione dei sistemi e dei prodotti informatici.
Si verrà a completare, in tal modo, il quadro normativo necessario ad assicurare le più elevate forme di sicurezza nella comunicazione informatica.
Resta ferma, naturalmente, la necessità di un'attenta vigilanza da parte di tutte le singole pubbliche amministrazioni sul corretto
Il Ministro per l'innovazione e le tecnologie: Lucio Stanca.
da notizie in possesso dell'interrogante risulta che l'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) ha deciso di sospendere, dal prossimo 31 dicembre 2002, presso la struttura di Roma, l'importante servizio di prevenzione medica denominato «progetto salute», in funzione con ottimi risultati da oltre un decennio e diretto a tutti i propri dipendenti e pensionati;
nei piani della direzione, la soppressione del servizio, con relativo spostamento presso una struttura sanitaria tradizionale territoriale - che sarebbe stata attuata in un primo momento senza consultare né le organizzazioni sindacali di categoria né le strutture che svolgono funzioni di supporto sociale interne - già a decorrere dal 1 luglio 2002 - dovrebbe interessare soprattutto i lavoratori in quiescenza, che sarebbero totalmente esclusi da tale servizio;
tale decisione, ammesso che sia economica per il bilancio Eni, porterà a costi indiretti sulla stessa azienda (per i dipendenti che dovendosi assoggettare alle analisi previste dal progetto medesimo si assenteranno dal lavoro) ma - cosa più grave - peserà sui costi del sistema sanitario nazionale per le conseguenza che la mancata prevenzione, sinora riferita ai pensionati, non verrà più effettuata -:
se non ritenga di verificare se la decisione di sospendere il «progetto salute» da parte dell'ENI sia stata adottata senza consultare le organizzazioni dei lavoratori, in violazione dei diritti sindacali.
(4-03260)
Sin dal 1986 i dipendenti del gruppo ENI in servizio presso le sedi di Roma, Milano e della Sicilia potevano aderire al «Progetto salute» che offriva la possibilità di effettuare esami chimici per la prevenzione medico oncologica presso laboratori siti in alcune sedi di lavoro.
Successivamente, sulla base di una convenzione stipulata tra la SIECO S.p.A., società del gruppo ENI incaricata della gestione delle attività sociali del gruppo e la Lega Italiana per la lotta contro i tumori, si è proceduto all'attuazione di un progetto denominato «Piano di diagnosi precoce».
Per i dipendenti del Gruppo ENI occupati nelle province di Roma, Milano, Napoli, Genova, Livorno, Torino e Pavia sono operanti centri della Lega Italiana Tumori per la diagnosi precoce di malattie oncologiche. Saranno avviati tra breve nuovi centri per i dipendenti dislocati in Bari, Brindisi e Taranto, nonché in Novara e Sarroch (Cagliari).
In Sicilia (Priolo) è rimasto il centro già operante per il progetto salute.
Risultano stipulate convenzioni con l'ospedale Sant'Eugenio (Roma) e di San Donato Milanese per la prevenzione dei tumori al colon in favore del personale occupato nell'ambito delle stesse province. Il predetto controllo non era incluso tra quelli fruibili presso i centri della Lega.
Inoltre si è da poco conclusa una campagna periodica di prevenzione oncologica (cute-nei, cavo orale, esplorazione rettale con anamnesi) in collaborazione con la lega italiana tumori di Milano e Roma, svoltasi negli ambulatori dove veniva attuato il progetto salute, già esistenti presso le Sedi
Una seconda campagna è gia stata programmata e di essa è stata già data opportuna divulgazione.
Tutti i servizi di cui sopra sono gratuiti ed al personale che ne usufruisce sono concessi permessi retribuiti.
In merito, infine, alla lamentata disinformazione delle rappresentanze sindacali circa le modifiche previste nel campo della prevenzione oncologica offerta dall'ENI, si precisa che, in data 18 giugno 2002, è stata illustrata la politica sociale del gruppo, anche con riferimento al nuovo progetto di prevenzione sanitaria, nell'ambito del processo di informazione e confronto previsto dal protocollo sulle relazioni Industriali sottoscritto tra ENI e Filcea, Fnle, Femca e Uilcem per l'esame dei consuntivi del gruppo relativi al 2001 del piano di investimenti 2002, nonché per la presentazione dello scenario di riferimento economico ed energetico previsto per il periodo 2002-2006.
Al riguardo, si fa presente che dell'argomento si è interessato il notiziario della RSU dell'ENI sul numero del 4 settembre 2002.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
nella provincia di Grosseto sarebbero stati individuati oltre 20 siti contaminati, per un estensione di circa 300 ettari, insistenti per la maggior parte nei comuni di Follonica, Montieri e Scarlino;
l'inquinamento di tali siti sarebbe da imputarsi alla emissione sproporzionata di diossina, che sarebbe fuoriuscita dall'impianto inceneritore di Scarlino, nonché dalla allarmante presenza di arsenico, mercurio, polveri di pirite, piombo e cadmio, residui dell'attività mineraria svolta nella zona in preminenza da società del gruppo ENI;
nel 2001 il «Comitato di Follonica e Scarlino», costituito da oltre settemila cittadini ha declamato, con grande eco sulla stampa nazionale, l'impellente necessità di bonificare i siti in questione;
tale situazione sarebbe confermata da analisi e studi condotti tra gli altri dall'agenzia di protezione ambientale toscana (Arpat), dall'èquipe scientifica coordinata dal professor Enrico Tizzi dell'università di Siena, commissionata dal comune di Scarlino e dal libro-denuncia «Maremma avvelenata» di Roberto Barocci;
in seguito alla pubblicazione del libro «Maremma avvelenata», l'associazione «Assoala» di Punta Ala (Grosseto) ha presentato esposti e segnalazioni: al prefetto di Grosseto (in data 12 luglio 2002), alla procura della Repubblica presso il tribunale di Grosseto ed al N.O.E. di Firenze (in data 26 luglio 2002) e, infine, al professor Roberto Poli, presidente di ENI spa (in data 10 settembre 2002);
le problematiche sopra esposte sono dibattute almeno dalla metà degli anni ottanta, quando vennero redatti i primi documenti scientifici in materia;
di fatto la presenza di tale contaminazione evidenzia come sia stata fino ad oggi accentuata da parte degli enti competenti, la classificazione di «inerti» fatta dalle aziende minerarie operanti in loco;
con comunicato stampa del 3 dicembre 2002, anche il presidente della provincia di Grosseto ha dichiarato la propria preoccupazione, in relazione allo stato delle bonifiche minerarie e del conseguente stato ambientale della sub-regione maremmana;
la Commissione europea sarebbe in procinto di stendere una mappa dei siti da bonificare;
l'attuale stato di cose può risultare di gravissimo rischio per l'ambiente, per la salute di migliaia di cittadini, per l'economia agricola e turistica della zona e, più in
il deficit amministrativo-istituzionale, nella risoluzione di una situazione così pericolosa, è parimenti gravissimo ed è da imputarsi, ad avviso dell'interrogante, a scelte politiche approssimative e dissennate -:
se quanto esposto corrisponda al vero e in caso affermativo, quali misure intendano adottare i Ministri interroganti per giungere, di concerto con le istituzioni locali e le aziende interessate, alla bonifica integrale del territorio maremmano esposto a rischio, anche attraverso l'inclusione dei siti contaminati nella lista dei siti oggetto di bonifica nazionale;
se intendano sollecitare la Commissione europea al fine di inserire i siti contaminati dei comuni grossetani tra le zone da bonificare;
se non ritengano altresì opportuna la dichiarazione di emergenza ambientale e, in caso affermativo se non ritengano di dover procedere alla nomina di un Commissario straordinario, dal momento che la particolarità e la vastità dei luoghi contaminati richiede, ad avviso dell'interrogante, una figura di coordinamento che sappia discernere gli aspetti tecnici e industriali legati all'opera di recupero ambientale, assumendo inoltre responsabilità nella gestione degli atti amministrativi e tecnici.
(4-05012)
L'attività mineraria esercitata nelle colline metallifere, ormai definitivamente cessata da oltre dieci anni, ha lasciato in eredità sul territorio alcune situazioni critiche che sostanzialmente comprendono, oltre le gallerie di estrazione del minerale, impianti dismessi di trattamento del minerale, discariche di «sterili di miniera» e di materiali derivanti dall'arricchimento o trattamento degli stessi minerali.
Le diverse situazioni di degrado, individuate nei comuni di Montieri, Massa Marittima, Gavorrano, e Scarlino sono state censite con la collaborazione dell'ARPAT e degli enti locali ed inserite nelle varie formulazioni del piano regionale di bonifica delle aree inquinate con deliberazioni della giunta della regione Toscana n. 1117/97 e 1118/97, confermate nel vigente piano approvato con deliberazione del consiglio regionale n. 384 del 1999.
Nella piana di Scarlino, invece, era ubicato l'impianto di trasformazione del minerale estratto dalle colline metallifere per la produzione dell'acido solforico. Tale attività ha lasciato sul territorio della piana aree con presenza di scorie di lavorazione del minerale stesso; anch'esse regolarmente censite ed inserite nel piano regionale di bonifica delle aree inquinate per gli opportuni interventi di risanamento.
Allo stato attuale, comunque, non risulta segnalata alcuna contaminazione da diossina.
Invece, il fenomeno della presenza di arsenico in valori superiori agli standard nella piana di Scarlino è oggetto di studio da parte dell'ARPAT. Questa, con il supporto dell'amministrazione regionale Toscana, ha stipulato una convenzione con l'università degli studi di Firenze, dipartimento di scienze della terra, per uno «Studio della dispersione dell'arsenico nella Piana di Scarlino».
La bonifica dei siti contaminati, quindi, censiti dal piano regionale di bonifica delle aree inquinate, sarà attuata dai soggetti responsabili oggi individuabili principalmente nella società ENI, ovvero nelle società controllate, nell'ENICHEM per l'area delle colline metallifere e nella società ambiente nella piana di Scarlino.
Per la maggioranza dei casi, secondo quanto dichiarato dalla regione Toscana, sono in corso le attività di indagine, progettazione o intervento vero e proprio. In particolare, per due interventi i lavori sono già conclusi, per quattro sono in corso di esecuzione mentre per gli altri si registra l'avanzamento delle attività di progettazione.
Il procedimento prevede l'approvazione dei progetti da parte del comune con il supporto dell'ARPA.
La regione Toscana, infine, provvede ad effettuare il monitoraggio continuo della situazione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
nella notte tra il 5 e 6 novembre 2002, come emerge dal verbale di sopralluogo redatto dal funzionario della provincia di Alessandria, si è verificato un gravissimo attacco ai luoghi e ai simboli della Benedicta, teatro nell'aprile del 1944 di un gravissimo eccidio da parte di forze nazi-fasciste a conclusione di un vasto rastrellamento che vide ben 147 partigiani fucilati e 400 deportati;
il fatto costituisce «una intollerabile e umanamente ripugnante offesa recata alla memoria di tutti i Martiri della Resistenza» come definito dal Comitato Unitario Antifascista della provincia di Alessandria;
l'atto è configurabile come un attacco ai princìpi sanciti dalla Carta Costituzionale che «le forze dell'antifascismo italiano scrissero sulle fondamenta della resistenza e dei suoi caduti» come giustamente sostenuto dal Comitato Unitario soprarichiamato -:
quali provvedimenti ed impegni concreti intendano assumere per una condanna ferma ed inequivocabile dell'atto e per assicurare la doverosa solidarietà agli Enti, Istituzioni e Associazioni colpite dalla criminale azione;
quali provvedimenti intendano assumere per garantire un efficace controllo del sacrario della Benedicta.
(4-04429)
A seguito di tale episodio il locale comitato unitario antifascista si è riunito in via d'urgenza il 7 novembre 2002 presso la sede dell'amministrazione provinciale di Alessandria esprimendo ferma condanna per il vile gesto, offensivo verso uno dei luoghi della storia della II guerra mondiale.
Nell'eccidio della Benedicta persero infatti la vita 147 giovani partigiani ed altri 400 vennero deportati in Germania, molti dei quali non fecero più ritorno in patria.
Nella stessa giornata del 7 novembre 2002 il comitato ha effettuato un presidio presso il Sacrario, al quale sono stati invitati amministratori provinciali e locali, esponenti delle associazioni partigiane e combattentistiche e la popolazione.
All'iniziativa hanno aderito, tra gli altri, il consiglio regionale della Liguria, nonché la provincia ed il comune di Genova in memoria dei partigiani genovesi caduti nell'eccidio, ed ha partecipato anche il prefetto di Alessandria.
L'amministrazione provinciale, che ha stimato in circa 15.000 Euro l'ammontare dei danni recati, ha intenzione di avviare al più presto i necessari lavori di ripristino.
Le forze dell'ordine hanno svolto immediate indagini per la identificazione dei responsabili del grave gesto criminoso, che finora non è stato rivendicato.
Sul piano della prevenzione, l'11 novembre 2002 il prefetto di Alessandria ha presieduto una riunione di coordinamento tecnico delle forze di polizia durante la quale sono state concordate diverse ed immediate misure di vigilanza e difesa passiva del Sacrario.
In particolare, è stato disposto il passaggio giornaliero di pattuglie, secondo turni definiti in sede tecnica con ordinanza del questore, con la partecipazione oltre che delle forze di polizia anche degli agenti provinciali di vigilanza, del servizio di polizia locale della comunità montana «Alta Val Lemme-Alto Ovadese» e dei Guardaparco
Inoltre, in considerazione della notevole distanza dal centro abitato più vicino del sacrario, collegato da una strada montuosa ed impervia, sono stati ritenuti necessari altri interventi, quali il potenziamento dell'illuminazione notturna, l'installazione di una recinzione dotata di sistema di allarme anti intrusione, nonché l'installazione di telecamere con sistema di registrazione delle immagini.
Questi ultimi interventi sono stati portati all'attenzione della Provincia e di altri Enti, che vi provvederanno in base alle rispettive competenze di gestione del bene monumentale, che fa parte del demanio regionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
venerdì 7 marzo 2003, come riportato dai principali quotidiani regionali (La Repubblica, Il Mattino, Corriere del Mezzogiorno), scatta in Campania l'allarme per la presenza di diossina nel latte. Vengono riportate notizie riguardanti l'avvio di controlli da parte delle autorità sanitarie regionali sulla presenza di diossina nel latte (destinato alla trasformazione) che sarebbe stata riscontrata in alcuni allevamenti;
il fenomeno, a quanto si è appreso, riguarda animali situati in alcune aree del casertano. Secondo le fonti di stampa il pericolo è nel latte: centinaia di analisi sul prodotto sono state predisposte dalla magistratura, altissimo sarebbe l'indice rilevato, 27, dieci volte superiore a quello consentito. Le zone dove sono state effettuate le indagini sono quelle dove si concentrano grandi allevamenti di bestiame: Castelvolturno, Villa Literno, Valle di Maddaloni. Molte delle aziende conferiscono il prodotto a industrie casearie, quelle della rinomata mozzarella, o industrie per la commercializzazione del latte pastorizzato;
l'allarme viene confermato dalla regione Campania in data sabato 8 marzo che in una nota di agenzia Ansa comunica che circa 2.000 capi zootecnici sono stati sequestrati nell'ambito dei controlli disposti dalla regione Campania per la ricerca di tracce di diossina. Si tratta in particolare di 91 bovini, 122 bufale, i 1.795 ovicaprini. La Regione ricorda che, quando dalle analisi emerge una presenza di diossina superiore ai livelli di attenzione, al fine di garantire anche dal rischio teorico di contaminazione i cittadini, si procede all'immediato ritiro dal commercio e alla distruzione dei prodotti derivati e al sequestro delle greggi;
sull'intera vicenda è in corso un inchiesta giudiziaria da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, i cui titolari dell'inchiesta, procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Mariano Maffei, e il sostituto Giovanni Conzo, parlano di «È stato fatto uno scempio incredibile del territorio, sono state bruciate discariche a cielo aperto, ci sono stati veri e propri inceneritori abusivi. Alla lunga tutto questo materiale tossico ha inquinato il terreno, l'erba, il foraggio e poi la diossina si è trasmessa agli animali e quindi alla catena alimentare»;
da parte della regione è stata attivata un task force per seguire il fenomeno mentre sono stati predisposti ben cinquecento esami su campioni latte in corso all'istituto zooprofilattico di Teramo, di cui trecento li hanno disposti le procure di Santa Maria Capua Vetere e Nola, duecento le Asl Caserta 1 e Caserta 2, Napoli 4;
non è la prima volta che in Campania si registra allarme per la diossina. Nei
il disastro potrebbe essere economico prima ancora che ambientale: caseifici e zootecnia sono industria portante del sistema campano, 800 milioni di euro il giro d'affari annuo -:
quali siano i livelli concreti di inquinamento, nonché le procedure di rilevamento messe in atto per le analisi;
se il problema investa anche gli alimenti di largo consumo di produzioni industriali;
come si intenda intervenire e procedere per salvaguardare la salute dei cittadini e garantire e tutelare gli alti livelli di qualità raggiunti dai produttori della zona, dove la mozzarella di bufala viene realizzata con il marchio dop;
se i Ministri interessati intendano procedere nell'estensione delle analisi anche alle acque ed al suolo dei territori interessati dal fenomeno;
in che modo si intenda arginare il fenomeno dell'ecomafia, che in quelle zone distruggono il territorio ed inquinano l'economia. Quasi quotidianamente, soprattutto nelle ore notturne, le zone coinvolte nell'emergenza della diossina nel latte, sono colpite da continue nuvole di fumo derivanti da incendi di pneumatici spesso pieni di rifiuti o da incendi di micro discariche abusive colme di rifiuti illegali di ogni genere.
(4-05742)
Nel corso degli accertamenti è stata avanzata l'ipotesi che il fenomeno possa essere connesso all'inquinamento ambientale delle aree di pascolo del bestiame o di produzione del foraggio.
In tale quadro le indagini sono state estese alle diverse matrici ambientali, suolo, vegetazione, acqua. Sono al momento disponibili i risultati della campagna di accertamenti predisposti, nello scorso anno, dall'ARPAC.
Le zone investigate, ricadenti nei comuni di Mariglianella, Brusciano, Marigliano e Villa Literno, hanno riguardato i pascoli normalmente frequentati dal bestiame nel cui latte si è riscontrato un superamento dei valori limite sanitari stabiliti per le diossine.
Sulle matrici ambientali sono stati raccolti ed analizzati complessivamente 53 campioni di cui 20 di terreno, 19 di vegetazione e 14 di acqua. Per quanto riguarda i terreni, tutti i campioni risultano al di sotto del limiti massimi consentiti dal decreto ministeriale n. 471 del 1999, concernente la bonifica ambientale dei siti inquinati, (10 ng/Kg) per suoli ad uso verde pubblico, privato e residenziale. Per quanto riguarda la matrice vegetazione, in un campione prelevato nel comune di Villa Literno, è stato riscontrato il superamento del limite massimo per le diossine, previsto per i mangimi costituiti da componenti di origine vegetale, che è di 0,75 nanogrammi/Kg come «tossicità equivalente» secondo i criteri dell'organizzazione mondiale della sanità. Si fa presente comunque che, per tale matrice, non esiste un valore normativo limite specifico di riferimento. Nei campioni relativi alle acque, infine, i valori riscontrati risultano al di sotto dei limiti fissati dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 per le acque sotterranee.
In questo quadro è utile premettere che i comuni interessati dall'indagine ricadono in una zona caratterizzata da gravi fenomeni di abbandono e di occultamento dei rifiuti, come confermano le indagini svolte, fin dal 1994, dalla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
A tal riguardo, come è noto, nel corso del 1994 il prefetto di Napoli fu nominato
Nel 1998 la legge 426 «Nuovi interventi in campo ambientale», ha individuato il litorale Domizio-Flegreo ed Agro Aversano quale sito di interesse nazionale per le bonifiche. Tale sito è stato perimetrato con due decreti ministeriali (10 gennaio 2000 e 8 marzo 2001) e comprende 61 comuni. Il commissario ha il compito di curare la messa in sicurezza, la caratterizzazione, la bonifica, il ripristino ambientale e il monitoraggio dell'area, nonché il risanamento ambientale del sistema di scolo delle acque dei canali dei Regi Lagni, anche attraverso l'esercizio di poteri sostitutivi in caso di inadempienza dei soggetti responsabili della bonifica.
Ai fini dell'effettuazione della campagna di caratterizzazione sulla presenza di diossina nei territori a rischio, sono stati individuati come prioritari, considerando la presenza di aziende agricole sequestrate, circa 12.800 ettari distribuiti in 25 comuni delle province di Napoli e Caserta. La maggior parte dei comuni interessati sono compresi nel sito d'interesse nazionale «Litorale Domizio-Flegreo ed Agro Aversano».
Ferma restando la necessità di procedere alla bonifica in tutti i casi in cui sarà accertata la presenza di diossina nell'ambiente, dovranno essere adottate, comunque, adeguate misure di prevenzione.
A seguito di un incontro tenutosi a Palazzo Chigi il giorno 15 aprile 2003, al quale hanno partecipato i Ministri della salute e delle politiche agricole e forestali, il presidente della regione Campania e numerosi assessori e tecnici, è emersa la necessità di: attivare celermente gli accertamenti sulle diverse matrici biologica ed ambientale, di eliminare dal consumo umano e animale i prodotti a rischio, di attuare le eventuali bonifiche, di aumentare il controllo del territorio e di introdurre sostegni economici al sistema agrozootecnico. Tali obiettivi verranno raggiunti attraverso l'adozione di uno specifico decreto legge. Nelle more della sua emanazione, le operazioni di accertamento saranno, comunque, immediatamente attuate in sintonia con le determinazioni dell'autorità giudiziaria competente che si sta occupando, attualmente, della caratterizzazione di circa 300 ettari nel comune di Marcianise (Caserta).
Per le complesse attività di caratterizzazione sarà fornito il supporto operativo, al commissario delegato per l'emergenza bonifiche in Campania, dell'APAT e della SOGIN S.p.a.
Sempre ai fini della prevenzione è emersa, inoltre, la necessità di incrementare il controllo del territorio in ordine allo smaltimento dei rifiuti, soprattutto in considerazione del fatto che nella provincia di Caserta, operano 133 aziende nell'ambito della gestione dei rifiuti pericolosi, di cui 106 sono autorizzate in regime di silenzio assenso. A tal proposito si ricorda il potenziamento in atto dei reparti dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente dislocati nella regione Campania.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
la periferia Sud-Est di Roma Capitale, e più precisamente parte del territorio dell'VIII municipio (quartieri di Torre Angela, Tor Bella Monaca, Finocchio, Borghesiana, Colle Prenestino, Castelverde di Lunghezza, S. Vittorino, Corcolle, Valle Castiglione), sempre più spesso è oggetto di atti di delinquenza e di degrado sociale e si assiste ad una crescente accentuazione di delitti contro il patrimonio e la persona ad opera di gruppi delinquenziali;
alla criminalità autoctona, costituita principalmente da giovani e da tossicodipendenti, si unisce una delinquenza di origine extracomunitaria, organizzata su base etnica (nigeriani, polacchi, rumeni, albanesi, e nordafricani) priva di scrupoli
un altro dato negativo è il forte aumento del traffico delle sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, e hashish), facilitato anche dal nodo autostradale che rappresenta il crocevia dei traffici nazionali per il meridione e per il nord Italia e quindi per lo smistamento per la Capitale a prezzi più competitivi;
il municipio si estende su un territorio di 113 chilometri quadrati con una popolazione di circa 200.000 residenti e con un numero superiore ai 20.000 di irregolari. Su quest'area, conosciuta come campagna romana, si è consumato un abusivismo selvaggio che dagli anni sessanta in poi - agevolato anche dalle varie sanatorie che nel tempo si sono succedute - ha creato dei complessi di abitazioni posizionate a macchie di leopardo senza alcun criterio urbanistico;
molte di queste abitazioni, e specialmente le più fatiscenti, prive anche delle più elementari condizioni igieniche, sono date in locazione a stranieri spesso senza contratto ed a prezzi altissimi;
il Comune di Roma ha iniziato ad abbattere le case abusive (circa 200 abitazioni) creando ulteriori possibili scontri sociali difficilmente controllabili sull'area indicata essendo insediamenti creatisi grazie allo scarso controllo del territorio;
la situazione igienica sociale è ulteriormente compromessa anche dalla presenza di due grandi insediamenti di nomadi di oltre un migliaio di persone ciascuno, di cui uno insiste su un'area idrologica assoluta (Acqua Vergine). Le forze di polizia recentemente sono intervenute in uno di questi campi nomadi sequestrando auto, camion, e molta altra refurtiva di provenienza illecita;
il dato più allarmante è rappresentato dall'arresto a Tor Bella Monaca di un gruppo di presunti terroristi internazionali (tre algerini ed un marocchino), riconducibili alla rete di Al Quaeda, trovati in possesso di quattro chili di ferrocianuro di potassio e un chilo di polvere pirica, componenti utili per la fabbricazione di un ordigno chimico;
le forze dell'ordine che operano in questo municipio sono costituite in tutto da un numero inferiore alle duecento unità e quotidianamente gran parte del personale viene comandato a diversi compiti, tra cui, ricevere il pubblico (ogni giorno in tutto si registra un'affluenza di oltre un centinaio di persone), controllare le 600 persone sottoposte a misure di prevenzione ed effettuare i servizi delegati dall'autorità giudiziaria;
la prevenzione viene assicurata con sole quattro auto che risultano essere insufficienti allo scopo;
esiste in località Tor Bella Monaca una stazione dei carabinieri, nonché un distaccamento della polizia di Stato con solo due agenti di servizio per turno atte alle recezioni delle denunce, del tutto insufficiente;
risulterebbe inoltre indispensabile una prevenzione contro gli spacciatori davanti alle scuole -:
quali urgenti provvedimenti il Ministro intenda adottare per far fronte alla situazione sopra descritta;
se non si ritenga indispensabile predisporre un considerevole aumento di uomini e mezzi delle forze dell'ordine da impegnare per un'adeguata presenza nel territorio;
se intenda creare una nuova sede della polizia di stato in località Borghesiana-Finocchio collegata alla sede del commissariato Casilino che permetta una presenza visibile dello Stato.
(4-04908)
Il territorio ospita anche il campo nomadi di via di Salone, sorto inizialmente come campo sosta provvisorio per ospitare un massimo di 250 unità e per un periodo di due anni. L'insediamento, per la cui permanenza è stata disposta una proroga di ulteriori due anni da parte del prefetto di Roma, fa registrare complessivamente circa 1.000 presenze. L'altro campo nomadi, denominato dell'Acqua Vergine, è posto in via Casilina, poco distante dal precedente, ed è di dimensioni più ridotte.
L'alta concentrazione di nomadi nel comprensorio comporta, effettivamente, un aumento dei fenomeni criminosi nell'intera zona, soprattutto furti.
Secondo quanto riferito dal questore di Roma, non esistono elementi tali da far ritenere che la zona in questione rappresenti un crocevia di particolare rilievo per il traffico internazionale di droga. Peraltro, l'azione di contrasto attuata dalle forze di polizia ha consentito, anche in tempi recenti, di porre in essere importanti operazioni volte all'individuazione di alcuni gruppi criminali dediti allo spaccio nell'ambito territoriale in argomento. Di particolare rilievo, ad esempio, l'operazione «Archeos», condotta nei mesi scorsi, ha consentito l'emissione di 18 ordinanze di custodia cautelare, di cui 4 notificate in carcere ad altrettanti detenuti, nei confronti di una stabile consorteria criminale dedita al traffico di stupefacenti, radicata nel quartiere Tor Bella Monaca.
Il 7 ottobre 2002 un'altra operazione aveva condotto al rinvenimento di armi e munizioni da guerra e di 4 chilogrammi di eroina e si era conclusa con l'arresto di quattro persone, due italiani e due albanesi.
Nell'ottavo municipio esistono circa cento plessi scolastici di diverso ordine e grado. I servizi di prevenzione all'esterno delle scuole vengono concentrati verso gli istituti a rischio, sulla base delle indicazioni fornite dai responsabili scolastici, nell'ambito di rapporti e collaborazioni di natura istituzionale.
Nell'area operano il Commissariato di P.S. «Casilino», ubicato all'interno del grande raccordo anulare cittadino, nonché il posto di polizia decentrato di Tor Bella Monaca. Sul piano della prevenzione il commissariato assicura un servizio di vigilanza sulle ventiquattro ore per mezzo di due autoradio e quattro pattuglie appiedate, composte da 8 agenti, che operano dalle 8.00 alle 20.00. Vengono inoltre svolte, secondo le esigenze, operazioni di controllo straordinario del territorio, con l'impiego di personale del nucleo prevenzione crimine del Lazio e del reparto volanti. Ulteriori presidi sono costituiti dalle stazioni dei Carabinieri Tor Bella Monaca e Giardinetti, dipendenti dalla compagnia di Frascati; le stazioni Alessandrino e Tor Tre Teste, dipendenti dalla compagnia Casilina e le stazioni S. Vittorino e Settecamini, dipendenti dalla compagnia di Tivoli. Le principali stazioni di Tor Bella Monaca e S. Vittorino Romano dispongono, rispettivamente, di una forza effettiva di 30 e 9 militari ritenuta adeguata dal comando generale dell'arma.
L'eventualità di un potenziamento del locale commissariato va posta in relazione alla situazione più generale di carenza di organico riguardante la questura di Roma nel suo complesso. La conferenza permanente per l'organizzazione tecnica della polizia di Stato, nell'ambito degli avvicendamenti di personale avvenuti nel decorso mese di gennaio, ha disposto l'assegnazione di 45 unità del ruolo degli agenti ed assistenti per le esigenze della questura di Roma, che saranno ripartite negli uffici periferici secondo le priorità stabilite dal Questore.
Quanto alla richiesta di istituire un nuovo commissariato di Polizia di Stato, avanzata anche dagli abitanti dei quartieri più periferici del municipio, non può che essere condivisa da questa Amministrazione, tanto in considerazione della necessità di dare visibilità alla presenza dello Stato in un'area urbana particolarmente sensibile sotto il profilo sociale, quanto in
Peraltro, al momento sono sospese le iniziative volte all'istituzione di nuove sedi o al trasferimento di sedi già operanti, a causa della grave situazione di indebitamento relativo al settore dell'accasermamento delle forze di polizia, reso più problematico dall'insufficienza delle risorse di bilancio per farvi fronte. Le misure di contenimento della spesa varate dal Governo, anche per l'esercizio finanziario 2003, non consentono allo stato attuale il reperimento e la locazione di stabili da adibire a presidi di polizia. Uniche possibilità di deroga previste riguardano i casi di utilizzo di beni demaniali, di immobili concessi dagli enti locali a titolo gratuito, ovvero in comodato d'uso gratuito per un periodo non inferiore a cinque anni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il giudice per le indagini preliminari di Catania, in data 16 febbraio 2002, ha emesso ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei presunti assassini (mandanti ed esecutori) dell'omicidio dell'agente della polizia penitenziaria Luigi Bodenza avvenuto il 24 marzo 1994;
la richiesta del provvedimento restrittivo è stata avanzata dalla procura generale di Catania a seguito di avocazione del procedimento penale n. 94/99 N.R. sollecitata dallo stesso procuratore distrettuale;
l'avocazione è stata determinata dall'inerzia, protrattasi per oltre cinque anni, del sostituto procuratore Nicolò Marino, titolare dell'indagine avocata;
la stessa avocazione, come scrive l'avvocato generale, è stata determinata dal mancato esercizio dell'azione penale da parte del dottor Marino, che non ha richiesto né l'archiviazione del procedimento entro i termini di legge né la proroga degli stessi;
la veridicità dei fatti in premessa è comprovata documentalmente dal provvedimento di avocazione delle indagini preliminari dell'avvocatura generale presso la Corte d'appello di Catania -:
se il Ministro interrogato non intenda verificare la sussistenza dei presupposti per la promozione dell'azione disciplinare nei confronti del sostituto procuratore Nicolò Marino, atteso l'ingiustificato ritardo nella conduzione delle indagini, che hanno arrecato grave nocumento ai familiari della parte offesa che, in tal modo, sino ad oggi, non hanno potuto beneficiare delle norme in favore delle vittime della mafia, anche in considerazione del fatto che assassini e mandanti sarebbero stati assicurati alla giustizia con cinque anni di anticipo.
(4-03887)
Pertanto, allo stato, questo ministero si limita a prendere atto dell'iniziativa intrapresa dal procuratore generale, ritenendo la stessa esaustiva in relazione alle condotte attribuite dall'interrogante al predetto magistrato, e non ravvisando i presupposti e le condizioni per avanzare ulteriori proposte nell'ambito del procedimento disciplinare attualmente pendente presso il Consiglio superiore della magistratura.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'azienda «Mantovagricoltura» di Burato Fernando e c.s.n.c. con sede in località Fossato di Rodigo (provincia di Mantova), via strada Malpensa 5/a, dal 1998 si occupa della trasformazione degli scarti della macellazione in ammendante agricolo (idrobios) e ormai da tempo e progressivamente starebbe inquinando l'aria circostante, nonostante i provvedimenti vari adottati dal comune di Rodigo, nonostante l'interessamento degli organi sanitari locali e regionali e nonostante le numerose denunce presentate all'autorità giudiziaria -:
se, alla luce di quanto detto in premessa, intenda disporre urgenti accertamenti ispettivi da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di verificare eventuali condizioni di danno ambientale e di pregiudizio per la salute pubblica.
(4-04639)
In merito si fa presente che la predetta azienda opera dal 1998 nel settore dei fertilizzanti per l'agricoltura attraverso la lavorazione degli scarti della macellazione, ed è da tempo al centro di accese polemiche e lamentele da parte della popolazione residente nelle vicinanze della stessa a causa di cattivi odori che provengono dall'impianto.
Nel 1997 la ditta presentava un progetto edilizio per la trasformazione di un fabbricato rurale, adibito a deposito di granaie, in un locale per la produzione di fertilizzanti da «camiccio»; nel marzo del 1998 il comune di Rodigo concedeva alla stessa ditta il nulla-osta per svolgere attività di trasformazione di sottoprodotti della lavorazione conciaria e della macellazione in fertilizzanti agricoli.
Il ministero della sanità nel giugno 1998 decretava che tale impianto veniva riconosciuto quale stabilimento per la produzione di prodotti tecnici, comprensivi anche di fertizzanti, che utilizza a tal fine rifiuti di origine animale ai sensi del decreto legislativo 508 del 14 dicembre 1992.
Nell'aprile 2001 la ditta comunicava l'inizio dell'attività alla provincia di Mantova che la iscriveva nel registro delle imprese che svolgono attività in regime di procedura semplificata di messa in riserva e recupero di varie tipologie di rifiuti ricomprese nel decreto ministeriale 5 febbraio 1998 al punto 18 «Rifiuti destinati alla produzione di fertilizzanti».
Nel corso di varie ispezioni effettuate dalle competenti strutture dell'ASI, dall'assessorato all'ambiente dell'amministrazione provinciale di Mantova e dell'ARPA, solo in una circostanza si è potuto procedere alla condanna della ditta «Mantovagricoltura S.n.c.» per l'irregolare smaltimento del materiale di scarto in agricoltura.
L'episodio si è concluso il 6 aprile 2001 con una sentenza della pretura di Castiglione delle Stiviere (Mantova) che ha condannato l'azienda al pagamento di un'ammenda di 132 milioni di lire.
Anche il personale del CCTA e dell'ARPA Lombardia ha provveduto ad effettuare controlli presso l'azienda in oggetto fornendo i seguenti riscontri:
21 giugno e 6 novembre 2002 - deferito il titolare per violazione dell'articolo 24 del decreto del Presidente della Repubblica 203 del 1988 (emissioni in atmosfera) nonché per violazione dell'articolo 674 del codice penale (getto pericoloso di cose);
17 dicembre 2002 deferito il titolare per le violazioni precedenti anche per violazione dell'articolo 650 del codice penale (inottemperanza ad un ordine dell'autorità), non avendo la stessa ditta ottemperato ad una serie di prescrizioni impartite dal sindaco di Rodigo (ordinanza di sospensione dell'attività n. 19(02) e dell'ARPA stessa.
In particolare veniva accertato che l'impianto è in esercizio senza che siano state terminate ed attivate completamente le varie linee di convogliamento degli effluenti gassosi. Il sistema di abbattimento dello sfiato dell'autoclave mediante l'eiettore ad acqua risultava tecnicamente inidoneo. Lo scrubber mancava del riempimento necessario ad assicurare una buona efficienza dell'abbattimento degli inquinanti solubili in acqua previsto nell'autorizzazione.
Il 9 novembre 2002 il comune di Rodigo, considerati gli esiti dei ripetuti sopralluoghi effettuati nell'impianto in questione dal personale tecnico dell'ARPA Lombardia, da cui risulta che «la Ditta effettua l'attività di trasformazione degli scarti della macellazione in ammendante agricolo senza essere in possesso dell'autorizzazione regionale alla emissione in atmosfera prevista dalla legge 203 del 1988», disponeva la sospensione dell'attività suddetta.
L'11 novembre 2002 la regione Lombardia, dando seguito alla richiesta presentata in data 15 aprile 2002 dalla ditta, la autorizzava alla costruzione di un impianto per la trasformazione di scarti e residui di macellazione per l'impiego in agricoltura, alle condizioni riportate nell'allegato tecnico.
L'azienda dispone inoltre dell'autorizzazione del ministero per le risorse agricole e forestali per la produzione di fertilizzanti ed è risultata in regola con le direttive CEE.
Il recupero di materiale avviene, per la maggior parte, ritirando il rifiuto speciale non pericoloso dello «carniccio» prevalentemente dall'industria conciaria e dalla macellazione.
Si rileva, ad ogni buon conto, che la competenza per l'adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti, finalizzati ad invitare la ditta ad adottare ogni utile accorgimento tecnico atto ad eliminare i cattivi odori prodotti dall'impianto, a tutela della salute dei cittadini, è del sindaco di Rodigo.
Mentre il potere di vigilanza ed il controllo sanitario di tale stabilimento è di competenza del servizio veterinario della regione Lombardia.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
nel territorio del comune di Mariano Comense e nell'ambito del comprensorio limitrofo nelle ultime settimane si sono verificati una serie di eventi criminosi legati ad una microcriminalità odiosa che rende insicuri i cittadini;
il territorio marianese ha la peculiarità di trovarsi a confine tra le province di Como e Lecco e facilmente raggiungibile sia via strada che via ferrovia;
il comprensorio interessato è, sulla base dei principali indicatori economici, tra le aree a maggior tasso di sviluppo e benessere del territorio lombardo;
in materia di ordine pubblico e sicurezza gli interventi dell'amministrazione comunale devono essere integrati con misure di contrasto coordinate con gli altri livelli istituzionali centrali e periferici;
l'Amministrazione comunale di Mariano Comense ha più volte interessato il prefetto e i responsabili dell'ordine pubblico in merito alle preoccupazioni dei cittadini e degli operatori economici sul tema della sicurezza ribadendo il proprio forte apprezzamento per l'azione quotidianamente profusa dalle forze dell'ordine;
nonostante i tanti annunci, il tema della sicurezza risulta marginale nell'azione del Governo nazionale che ha solamente rimosso il problema dai mass-media -:
quali misure il Governo intenda adottare, in tempi brevi, per incrementare numericamente e qualitativamente, in termini di uomini e mezzi, le forze dell'ordine sul territorio in oggetto al fine di porre in atto interventi coordinati ed efficaci sia sul piano preventivo che repressivo in considerazione della rilevanza che
(4-02780)
La situazione della sicurezza pubblica nell'intero comprensorio di cui fa parte il citato comune è stata più volte esaminata dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi presso gli stessi comuni interessati, con la partecipazione dei sindaci e dei responsabili delle rispettive polizie municipali.
Sono stati intensificati i servizi di vigilanza delle forze di polizia, specie nelle ore serali e notturne, anche con l'impiego di reparti di rinforzo della polizia di Stato e dell'arma dei carabinieri.
Sono state concordate, inoltre, forme di maggiore collaborazione con la polizia municipale, anche sul piano dello scambio di notizie utili ai fini di un più efficace controllo del territorio.
I servizi di controllo del territorio nel comune di Mariano Comense sono svolti in via prioritaria dalla locale stazione dei Carabinieri, che dispone di 17 unità di personale, ritenute dal comando generale dell'arma sufficienti rispetto alle esigenze dell'area, tenuto conto, ovviamente, delle complessive disponibilità di personale e delle problematiche delle altre realtà provinciali e regionali.
L'attività della stazione è supportata dal nucleo operativo radiomobile della compagnia dei Carabinieri di Cantù.
Complessivamente, l'attività dell'arma dei Carabinieri nel territorio in questione ha consentito, nei primi dieci mesi del 2002, di trarre in arresto 38 persone e di deferire in stato di libertà 110 persone, con un trend positivo rispetto ai corrispondenti periodi degli anni precedenti (20 persone arrestate e 112 denunciate nel 2001, 10 persone arrestate e 64 denunciate nel 2000).
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
risulta all'interrogante che in data 31 luglio 2002, la prefettura di Ancona abbia stipulato un contratto di sicurezza con il comune di Osimo;
tale contratto prevede all'articolo 1, che alle forze di polizia debbono essere segnalate eventuali anomalie nei settori degli appalti, delle autorizzazioni agli esercizi pubblici, (...) nonché all'articolo 2, che le problematiche relative alle tossicodipendenze, alla immigrazione, alla assistenza alle vittime dei reati, alle diverse forme in contrasto diretto o indiretto ai comportamenti devianti siano da considerare come costante oggetto di attenzione al fine di elaborare iniziative composite, allargate ai rappresentanti di altre pubbliche amministrazioni e delle categorie sociali, produttive e commerciali;
infine, all'articolo 3 la prefettura di Ancona e il comune di Osimo si impegnano:
a) a mantenere e sviluppare forme di coordinamento tra forze dell'ordine e polizia municipale, mirate a valutazioni congiunte su specifiche situazioni problematiche relative alla sicurezza e all'ordine pubblico, ai fini di adeguati interventi;
b) ad organizzare itinerari didattici di educazione alla legalità rivolti alle scuole;
c) a costituire gruppi di lavoro misti per l'attuazione e la gestione di interventi finalizzati al controllo tecnologico del territorio (sia in funzione della sicurezza urbana che del traffico) con l'installazione, nel rispetto della normativa che tutela la riservatezza, di telecamere a circuito chiuso per il controllo di spazi pubblici e di obiettivi di interesse, alla prevenzione delle tossicodipendenze ed alla repressione del fenomeno dello spaccio con frequenti passaggi e brevi soste delle autopattuglie delle forze di polizia presso i luoghi di ritrovo, specie nelle ore serali e notturne, a realizzare d'intesa iniziative tese alla diffusione, nell'ambito comunale, in particolare tra gli esercenti del commercio, di
all'articolo 4, in particolare, l'amministrazione comunale di Osimo si impegna: a garantire attraverso la polizia municipale; il monitoraggio dei centri occupati abusivamente e l'esecuzione delle ordinanze del sindaco per l'allontanamento di insediamenti nomadi non autorizzati;
il suddetto contratto avrà durata fino al rinnovo, attraverso le consultazioni elettorali, del consiglio comunale di Osimo;
a parere dell'interrogante, in questo contratto si ravvisa una anomalia -:
con quali poteri la prefettura di Ancona possa stipulare un contratto di sicurezza con il comune di Osimo;
se questo rappresenti un esempio che il Governo voglia rendere sistematico e, in caso affermativo, ciò sarebbe preoccupante perché il contratto lede funzioni e poteri delle autonomie locali e, essendo il contratto stesso un istituto di diritto privato, infrange l'equilibrio dei poteri costituzionali.
(4-04175)
La finalità perseguita da tali strumenti è quella di coinvolgere direttamente tutte le componenti cui sono demandate le competenze attinenti alla sicurezza.
La prima esperienza di veri e propri accordi in sede locale si è avuta, nel 1998, fra la prefettura ed il comune di Modena.
Il ricorso allo strumento del protocollo o contratto di sicurezza può quindi definirsi una scelta consolidata, confermata dai Governi succedutisi dal 1998; e che non mette in discussione le competenze legislativamente attribuite in materia di ordine e di sicurezza pubblica.
Sulla base di tale orientamento, l'ufficio territoriale del Governo di Ancona ha concluso il «contratto di sicurezza» con il comune di Osimo, individuando, con quest'ultimo, dei margini di collaborazione che sono in linea con quanto realizzato sul territorio nazionale in novantacinque altre realtà locali.
Naturalmente, non si è in presenza di un'attività «vincolante» sotto il profilo giuridico, poiché si tratta di una convenzione che impegna le parti ad attuare misure non soggette a sanzione in caso di inadempimento.
Per quanto riguarda, infine, i singoli aspetti del «contratto» evidenziati dall'interrogante, non si individuano aspetti di criticità per le prerogative dello Stato e dell'ente locale, poiché gli stessi si inseriscono in una sinergia istituzionale intesa alla risoluzione di problematiche richiedenti interventi coordinati.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
i lavoratori considerano il nuovo contratto delle telecomunicazioni fortemente peggiorativo rispetto alla situazione precedente, non tanto da un punto di vista economico, ma per quanto riguarda i diritti acquisiti nel corso di questi anni;
infatti l'azienda ha cancellato tutti gli accordi interni;
il 30 settembre 2002 l'azienda ha disdettato, con effetto dal 1 gennaio 2003, tutti gli accordi nazionali ed aziendali in vigore, cancellando così:
1) la reperibilità e il lavoro programmato; 2) il premio di risultato; 3) l'accordo sui livelli nel call-center; 4) gli accordi su orari e turnistica; 5) i trattamenti economici per il lavoro notturno; 6) le norme sul sistema professionale; 7) gli accordi sui diritti sindacali; 8) le stesse relazioni sindacali;
in questo modo Omnitel rifiuta la maggior parte delle regole sindacali esistenti nelle altre aziende di telecomunicazioni;
con la disdetta, Ominitel dimostra di volere mano libera nella gestione del personale, visto che nessun accordo sostituisce quelli annullati;
il contratto per le telecomunicazioni consente molta più flessibilità di quella prevista nel settore metalmeccanico, la parte normativa è fortemente ridotta, i minimi salariali sono inferiori;
l'azienda ha assunto queste decisioni alla vigilia del confronto di dettaglio sul nuovo accordo aziendale, compromettendo così il rapporto con i lavoratori e con il sindacato;
contro questo atteggiamento dell'azienda, le segreterie nazionali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno indetto uno sciopero per l'intera giornata lavorativa di venerdì 8 novembre in tutte le sedi italiane (Padova, Ivrea, Milano, Pisa, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Catania), che segue lo sciopero nazionale di due ore del 2 ottobre 2002 -:
se il Governo ritenga che vi sia stata violazione dei diritti sindacali e, in caso affermativo, quali iniziative di sua competenza intenda adottare.
(4-04421)
La società Vodafone Omnitel S.p.A., nel mese di novembre 2001 è stata incorporata nella società Vodafone Omnitel N.V. con sede legale in Amsterdam (Olanda) e sede amministrativa in Ivrea (Torino) Via Jervis n. 13.
La Vodafone Omnitel N.V. opererà in Italia a tutti gli effetti come società italiana, e tutti i rapporti di lavoro in atto proseguiranno con la nuova società con la conservazione dei diritti acquisiti nella società di provenienza.
L'azienda occupa complessivamente circa 10.000 unità.
Nata da una costola della Olivetti, l'azienda incorporata ha applicato al proprio personale il CCNL delle aziende metalmeccaniche.
Considerato che l'azienda svolge attività di servizi di telecomunicazioni, ha disdetto il contratto collettivo delle aziende metalmeccaniche alla naturale scadenza del 31 dicembre 2002 per applicare, dal 1o gennaio 2003, il CCNL del 28 giugno 2001 per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di telecomunicazione.
Poiché l'azienda risulta iscritta alla Confindustria, che ha stipulato il predetto contratto, il suo comportamento sembra corretto.
Peraltro, non sussiste perfetta corrispondenza di contenuti tra il CCNL del settore metalmeccanico applicato fino al 31 dicembre 2002 e quello del settore delle telecomunicazioni che sarà applicato dal 1o gennaio 2003 e che è stato sottoscritto anche dalle stesse organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Tale circostanza impone un processo di «armonizzazione» delle clausole dei due contratti: a tal fine è già in atto con le organizzazioni sindacali un proficuo confronto che, auspicabilmente, porterà all'adozione in sede aziendale delle soluzioni più idonee.
la flotta da pesca nazionale ha necessità di avere abilitazioni alla navigazione che le permettano il distaccamento operativo dalla fascia costiera, al fine di diminuire i prelievi ittici nella zona più vicina alle coste nazionali, ritenute biologicamente sensibili, in linea con gli indirizzi dettati dalla politica comune della pesca;
le barche da pesca della flotta nazionale, per avere l'abilitazione operativa oltre le 20 miglia dalla costa, ai sensi del decreto ministeriale n. 218 del 2002, debbono installare a bordo, tra i vari apparati e dotazioni, anche radio ad onde ettometriche;
con decreto ministeriale n. 214 del 25 luglio 2002, in linea con gli accordi internazionali denominati Solas 74/83 in materia di salvaguardia della vita umana in mare, per l'utilizzo di dette radio ad onde ettometriche sono necessari certificati di operatività, rilasciati ad apposito personale di bordo, che si acquisiscono mediante esami (articolo 2) consistenti in prove pratiche ed orali da tenersi presso gli uffici circondariali del ministero delle comunicazioni (articolo 347 del decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973;
a tutt'oggi gli uffici periferici del competente ministero («Circo-stella»), nonostante i solleciti inviati dalle associazioni di categoria per stimolare l'avvio dei suddetti esami, non hanno ancora provveduto in merito, a causa della mancata preventiva autorizzazione da parte della competente direzione generale -:
se non sia il caso che la direzione generale preposta autorizzi a livello periferico, il più rapidamente possibile, le sedute di esami per il conseguimento dei certificati di operatore, long e short-range, per apparati radio ad onde ettometriche tipo Gmdss.
(4-05211)
Pur se il decreto citato prevede la possibilità di affidare l'organizzazione degli esami agli uffici periferici, al momento questo ministero è in grado di effettuarli solo presso la sede centrale. Ciò in quanto la commissione esaminatrice per il conseguimento dei nuovi certificati, che è quella prevista dall'articolo 347 del decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156, svolgendo gli esami per il conseguimento dei certificati generali di operatore (GOC) e dei certificati limitati di operatore (ROC) - introdotti dal decreto ministeriale 28 dicembre 1995, n. 584 - possiede la necessaria competenza tecnica per assicurare lo svolgimento degli esami nelle materie relative al predetto sistema GMDSS.
Considerata la complessità della materia il decentramento dell'organizzazione degli esami - che tuttavia richiederebbe un'adeguata formazione dei funzionari locali, la dotazione delle necessarie apparecchiature radioelettriche per gli uffici periferici e la valutazione circa la congruità del numero dei possibili interessati - non risulta al momento praticabile.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la Fiamm di Avezzano, azienda multinazionale leader nei mercati della componentistica
il piano di riduzione dei costi proposto dall'azienda non prevede il riassorbimento dell'esubero annunciato dall'azienda e sarebbe in contrasto con quelle che sono le proposte del personale;
i suddetti lavoratori, che non sono vicini alla pensione, svolgono un lavoro essenzialmente manufatturiero, specializzato per quel tipo di lavoro e proprio per questa ragione risultano di difficile ricollocazione -:
se non ritenga opportuno convocare un tavolo di trattativa che affronti tale vertenza occupazionale, adoperandosi al fine di scongiurare il taglio del personale annunciato dall'azienda, tutelando la dignità e la professionalità dei lavoratori.
(4-04473)
Le motivazioni che hanno indotto la società a richiedere l'intervento della CIGS sono da ricercare nella grave crisi strutturale del settore auto, sia in Italia che in Europa, e delle telecomunicazioni.
L'azienda, per essere competitiva sul mercato, deve procedere alla razionalizzazione e riorganizzazione dell'intero processo produttivo rivedendo le metodologie produttive ed abbattendo i costi di produzione.
Il piano di ristrutturazione elaborato dalla FIAMM prevede, tra l'altro, la specializzazione dello stabilimento nella produzione di batterie per camion e trattori nonché la creazione di un polo produttivo per batterie ermetiche per auto e accumulo di energia.
Per la realizzazione di tale progetto sono previsti notevoli lavori di ristrutturazione delle linee di montaggio, interventi di automazione nonché l'installazione di una nuova linea destinata a produrre batterie di alta qualità per una delle maggiori case automobilistiche europee.
Sono previsti investimenti per circa 4,8 milioni di euro nei tre semestri dell'intervento CIGS, di cui il 59 per cento nel primo semestre.
Le sospensioni dal lavoro sono iniziate il 7 gennaio 2003 ed interessano 117 dipendenti, di cui 6 impiegati. Per n. 57 operai è prevista la rotazione nelle sospensioni dal lavoro.
Sulla base di notizie fornite da responsabili aziendali, il picco delle sospensioni, 140 dipendenti, dovrebbe aversi nei mesi di giugno-luglio 2003 in occasione di importanti interventi a livello di impianti.
L'organico dello stabilimento, attualmente, risulta costituito da 399 dipendenti.
Gli esuberi, come indicato anche nel verbale di accordo sottoscritto il 12 dicembre 2002 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - comitato per il coordinamento delle iniziative per l'occupazione, vengono valutati in 80 unità e l'azienda intende fronteggiarli con il ricorso al pensionamento al termine del percorso della CIGS - mobilità (n. 40 unità), esodo volontario incentivato (25 unità) e trasferimento ad altre aziende del gruppo FIAMM (15 unità).
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il calzificio Ros Mary di Siniscola (Nuoro), con 200 dipendenti, di proprietà di una società bresciana, ha avviato le procedure di fallimento;
nei giorni scorsi, per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni locali, gli operai hanno prima sfilato in corteo per le vie di Siniscola (Nuoro) e poi occupato il Municipio del paese stesso;
i suddetti lavoratori sono da otto mesi senza stipendio e ora, dopo un periodo
lo stesso consiglio comunale del paese ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui, oltre ad esprimere solidarietà ai lavoratori e alle famiglie, si chiede alle istituzioni di intervenire per trovare una soluzione -:
se non ritenga opportuno attivarsi, con tutti gli strumenti in suo possesso convocando un tavolo negoziale, al fine di sbloccare la situazione, e intervenire affinché i livelli occupazionali siano garantiti, tutelando la dignità e i diritti dei lavoratori coinvolti.
(4-04778)
Con sentenza dell'11 dicembre 2002, il tribunale di Nuoro ha dichiarato il fallimento della società Calze Ros Mary e Co. Sardinia S.r.l., con sede in Siniscola.
La dichiarazione di fallimento è stata promossa su istanza della quasi totalità dei dipendenti e di numerosi fornitori della società debitrice, la Ros Mary, che ha sospeso l'esercizio dell'impresa e chiuso gli stabilimenti di produzione, a causa delle difficoltà finanziarie.
I circa duecentocinquanta dipendenti della società non percepiscono da mesi retribuzione alcuna.
I tentativi di ripianare l'esposizione debitoria mediante ingenti immissioni di liquidità da parte di soggetti estranei, presumibilmente interessati a rilevare l'azienda ovvero a subentrare nella gestione sociale, non solo non sono mai pervenuti a tangibili risultati, ma non si sono finora concretizzati in offerte oggettivamente valutabili.
Il curatore fallimentare, nominato dal tribunale, ha avviato, previa consultazione sindacale esperita presso la direzione provinciale del lavoro di Nuoro, la procedura consorsuale ai sensi dell'articolo 3 comma 1 della legge 223 del 1991, inviando, alla competente direzione generale delle politiche previdenziali, in data 18 gennaio 2003, istanza di concessione, per 176 dipendenti e per la durata di 12 mesi, del trattamento di integrazione salariale.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la direzione aziendale della Hydropro Caterpillar di Jesi (Ancona) ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria dello stabilimento la decisione assunta della casa madre - la Caterpillar a Joliet, negli Usa - di chiudere il reparto pompe e motori e di trasferirlo o in Polonia o in Giappone;
da notizie provenienti dalle organizzazioni sindacali si apprende che la decisione, lasciata in sospeso per due anni, privando di fatto l'azienda di qualsivoglia strategia aziendale, desta grande preoccupazione per i 30 lavoratori addetti al reparto e provoca comprensibile angoscia per le famiglie interessate dalla vicenda -:
se non ritenga opportuno intervenire, con tutti gli strumenti in suo possesso e convocando un apposito tavolo, al fine di poter conoscere cosa intenda realmente fare la direzione generale dello stabilimento in oggetto, soprattutto, nell'intento di garantire l'occupazione dei dipendenti coinvolti da tale grave decisione aziendale e assicurare un confronto sindacale tra le parti, capace di individuare soluzioni alternative a quella annunciata senza alcun minimo confronto preliminare.
(4-04965)
La Hydropro S.r.l. fa parte del gruppo Caterpillar Company, multinazionale statunitense che opera in diversi settori e con stabilimenti sparsi nei diversi continenti.
La divisione idraulica di Caterpillar Company, al fine di garantire al meglio i propri investimenti nel mondo nei prossimi 10 anni, ha effettuato un complesso studio sulle varie componenti dei costi concernenti la produzione di pompe e motori in 4 suoi stabilimenti, nonché su un fornitore esterno del gruppo.
Dalla comparazione dei dati raccolti, è emerso che tre prodotti e cioè 1 pompa e 2 motori fabbricati nello stabilimento jesino avevano costi superiori mediamente del 25 per cento rispetto ai costi degli stabilimenti dislocati in Polonia o in Giappone, dove vi sono anche maggiori capacità produttive. Infatti mentre a Jesi si producono 7.000 motori, in Giappone, secondo lo studio citato, sussiste una capacità produttiva che può essere innalzata, senza effettuare cospicui investimenti, da 35.000 a 50.000 motori.
La direzione dell'Hydropro ha, inoltre, fatto presente, che già nell'anno 2001 aveva comunicato alle organizzazioni sindacali territoriali ed ai rappresentanti dei lavoratori, che era in corso uno studio della divisione idraulica concernente i costi dei vari prodotti.
Nel gennaio 2003 pertanto, l'azienda, date le conclusioni dello studio sui costi di produzione, ha comunicato alla controparte che il piano di sfilamento delle lavorazioni motori e pompe sarebbe stato intrapreso nel corso del 2003 e completato all'inizio del 2004, precisando tuttavia che tale piano di trasferimento delle lavorazioni in questione sarebbe stato adottato e definito soltanto 4-6 settimane dopo aver compiuto una scelta sul nuovo stabilimento di produzione (Polonia o Giappone).
La direzione aziendale ha poi precisato che sino ad oggi non ha mai prospettato alle organizzazioni sindacali un'eccedenza di personale o il ricorso ad istituti quali la cassa integrazione od altro poiché, in questa fase, risulta prematura ogni previsione in tal senso.
L'azienda, infatti, è in attesa che venga formulato il piano di sfilamento del prodotto, dopo di che saranno effettuate analisi su possibili pensionamenti all'interno dell'intero stabilimento e saranno, altresì, analizzati i volumi di vendita del prodotto cilindri.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la Fila, azienda produttrice di matite e pennarelli, simbolo di diverse generazioni di scolari, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Pero (Milano), che conta 140 addetti, per trasferire le attività produttive nelle altre sedi del gruppo: una a Firenze e due in Francia, dopo l'acquisizione nel 2002 di Omniacolor, analogo marchio transalpino;
le organizzazioni sindacali di categoria denunciano il fatto che «non si capiscono le ragioni della chiusura di questo impianto, dato che lo stabilimento è particolarmente produttivo, il mercato Fila è molto forte in Europa e la città di Milano è logisticamente importante sotto questo aspetto»;
l'azienda ha comunicato la decisione ai sindacati all'improvviso, dopo un lungo periodo di buone relazioni sindacali, adducendo motivazioni poco convincenti, tra cui la preoccupazione per il prossimo ingresso nel mercato di un competitor;
dal 15 gennaio 2003 i lavoratori dello stabilimento stanno scioperando due ore al giorno per turno -:
se non ritenga opportuno intervenire al fine di convocare un tavolo di trattativa, tra azienda e organizzazioni sindacali, capace di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali e, al contempo, utile a garantire il futuro produttivo dello stabilimento, individuando soluzioni alternative a quelle annunciate dall'azienda.
(4-05038)
La società in parola ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un accordo quadro che prevede il mantenimento a Pero di circa il 50 per cento della forza lavoro, ed in ogni caso la conservazione di tutti i posti di lavoro mediante ricollocazione in altre società del gruppo in zona.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 19 febbraio 2003 si è svolto l'incontro tra responsabili aziendali di «Autogrill Spa», dipendenti e sindacati, dopo l'annuncio della prossima chiusura del ristorante «Spizzico» alla Stazione autocorriere di Trento, che occupa 17 dipendenti;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che l'azienda ha confermato, senza spazio di mediazione, la decisione di cessare ogni attività entro il 31 marzo 2003;
le motivazioni della scelta di «Autogrill» sono i risultati economici del locale, giudicati insufficienti alla luce di una filosofia aziendale che intende privilegiare, unicamente, gli esercizi inseriti in strutture con elevatissimi movimenti di persone, quali ad esempio i centri commerciali, abbandonando così il ristorante della stazione delle corriere di Trento, che tra l'altro, per la sua particolare collocazione, appartiene anche alla storia sociale della città;
è indispensabile garantire continuità sotto il profilo dell'offerta, salvaguardando l'occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, poiché solo un numero esiguo di dipendenti ha la concreta possibilità di trasferirsi in altri locali Autogrill, così come è stato loro proposto dalla proprietà, a causa della eccessiva distanza dall'attuale luogo di lavoro;
per tutti coloro che hanno i requisiti si aprono allora le porte della mobilità, mentre per una parte delle lavoratrici e dei lavoratori non è prevista nemmeno la possibilità di accedere a tale strumento, rimanendo quindi privi di reddito -:
se, di fronte ad una situazione così problematica, non ritenga opportuno intervenire presso i soggetti interessati al fine di aprire un tavolo di confronto, capace di individuare, nel più breve tempo possibile, soluzioni alternative a quelle annunciate dall'azienda e utili a salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, tutelando la dignità ed i diritti dei lavoratori.
(4-05504)
L'accordo sopra richiamato prevede l'impegno nazionale alla ricollocazione dei lavoratori, attualmente occupati nella filiale «Dante Mix» e risultanti in esubero, nei punti di ristoro operanti nel «Canale Concessione», ovvero nel tratto autostradale fra Nogaredo e Laimburg, garantendo loro il minore disagio possibile, tenendo conto anche delle necessità aziendali. Le parti si impegnano, inoltre, in caso di avvio di nuova attività di ristorazione nei locali siti in Trento, via Pozzo n. 12, di proprietà provinciale, a favorire la ricollocazione nella nuova attività, su base volontaria e sentite le organizzazioni sindacali, del personale attualmente occupato presso la filiale «Dante Mix», nella misura di almeno n. 4 unità lavorative.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
all'interrogante risulta che molte amministrazioni locali non diano corretta attuazione alle norme presenti dal decreto legislativo n. 198 del 2002 sulla installazione per telefonia U.M.T.S.;
in particolare, l'amministrazione di Asti avrebbe negli ultimi giorni smentito una precedente deliberazione del consiglio comunale in merito -:
cosa intenda fare il Ministro interrogato, alla luce delle competenze allo stesso conferite dall'articolo 5 del decreto legislativo citato, per evitare che ingenti interventi mirati all'ammodernamento del paese siano impediti da decisioni immotivate di amministrazioni locali.
(4-04116)
Il decreto legislativo n. 198 del 2002, fermi restando i vincoli previsti dalla normativa vigente a tutela della salute, dell'ambiente e del patrimonio culturale, storico ed artistico nonché il potere autorizzatorio dei comuni alle installazioni ed il potere di definire, ai sensi della legge n. 36 del 2001, i luoghi e le aree di minimizzazione delle emissioni, all'articolo 3, comma 2, stabilisce che le infrastrutture strategiche, ad esclusione delle torri e dei tralicci relativi alle reti di televisione digitale terrestre, sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o regolamento. Ciò al fine di garantire la disponibilità del servizio laddove ve ne sia maggiore necessità, ossia nei centri urbani.
Il decreto legislativo n. 198 del 2002 consente, altresì, la liberalizzazione ed il potenziamento delle infrastrutture di telecomunicazione, in conformità alle vincolanti prescrizioni contenute nella normativa comunitaria e nel pieno rispetto delle competenze regionali e delle prerogative attribuite alle autonomie locali.
Il decreto in questione, pertanto, non sottrae alcuna competenza alle regioni, alle quali si dirige come normativa di principio, né alcuna prerogativa dei comuni in materia di pianificazione del territorio o di ordinamento degli enti locali, in quanto interviene sulle fasi procedimentali relative al rilascio delle autorizzazioni con l'obiettivo dichiarato, comune ad altri settori dell'ordinamento, di semplificazione e snellimento amministrativo.
In conseguenza di detta semplificazione dell'azione amministrativa, permangono i poteri-doveri dei comuni in ordine all'accertamento delle emissioni eletromagnetiche prodotte dalle infrastrutture da realizzare ed, in generale, non è venuto meno il potere-dovere degli enti locali di accertare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti di legge prescritti per l'installazione.
Il decreto non comporta quindi alcuna negazione della possibilità per il comune di esercitare la funzione di pianificazione del proprio territorio. Al contrario, sono proprio i comuni ad essere i titolari di ogni potere decisorio in ordine al rilascio o al diniego della autorizzazioni alla installazione delle infrastrutture di telecomunicazione, nel rispetto del regime dei controlli, preventivi e successivi, in materia di inquinamento elettromagnetico che, in tal modo, risultano rafforzati e resi più stringenti.
L'intera procedura autorizzatoria è preordinata al rigoroso rispetto dei limiti attualmente fissati dal decreto interministeriale 10 settembre 1998, n. 381, ed in via di nuova definizione ad opera degli emanandi
Il decreto legislativo n. 198 del 2002, quindi, lungi dall'intervenire nel merito delle competenze comunali connesse all'esercizio delle funzioni previste in materia dall'attuale normativa, si limita a prevedere fattispecie nelle quali i comuni, nell'ambito dell'autonoma programmazione e pianificazione territoriale, possono disporre di forme procedimentali semplificate ed, in definitiva, di strumenti più duttili nell'esercizio dell'attività amministrativa nonché di più efficaci modalità di controllo.
Ciò premesso, per quanto concerne il caso sollevato nell'atto parlamentare in esame si fa presente che, in seguito alle proteste per il rischio di inquinamento elettromagnetico inoltrate da alcuni residenti nelle zone prescelte per l'installazione, l'amministrazione comunale di Asti ha sospeso i lavori di costruzione dei nuovi impianti a tecnologia UMTS. Ciò ha aperto un contenzioso con la società H3G che ha presentato un ricorso al TAR Piemonte, parzialmente accolto con sentenza del gennaio di quest'anno che è stata impugnata dal comune di Asti dinanzi al Consiglio di Stato nello scorso mese di marzo.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
in data 4 agosto 1999 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri fu autorizzato lo sfruttamento di una cava di marna nella zona Monte Bruzeta del comune di Voltaggio (Alessandria), in favore della società Cementir Cementerie del Tirreno s.p.a.;
il TAR Piemonte respinse a suo tempo un ricorso dei comuni di Gavi e di Carrosio con sentenza della sezione I, n. 344 del 2001;
l'autorizzazione era subordinata alla realizzazione di un acquedotto che la Cementir ha in costruzione;
i comuni di Gavi e Carrosio presentarono ricorso al Consiglio di Stato (Protocollo 4488/4820-2001);
il giorno 8 aprile 2003 il Consiglio di Stato si è pronunziato accogliendo parzialmente il ricorso con l'annullamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri «fatto salvo, in ossequio al dettato dell'articolo 26 della legge n. 1034 del 1972, il potere della Presidenza del Consiglio dei ministri di adottare gli ulteriori provvedimenti finalizzati alla definizione della procedura sulla base della rivalutazione degli interessi in rilievo nella prospettiva delineata;
la decisione compromette la continuazione della produzione da parte della Cementir con grave danno economico per tutta la Val Lemme, recentemente interessata da evento sismico;
l'occupazione diretta e indotta che si perderebbe con la chiusura della Cementir è valutabile in 200 unità;
il territorio non offre possibilità alternative di produzione e quindi di assorbimento della mano d'opera -:
quali provvedimenti intenda assumere il Presidente del Consiglio dei ministri per consentire lo sfruttamento della cava di marna e, di conseguenza, l'attività della Cementir Cementerie del Tirreno s.p.a.
(4-06356)
in data 4 agosto 1999 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri fu autorizzato lo sfruttamento di una cava di marna nella zona bruzeta del Comune di Voltaggio (Alessandria), in favore della società Cementir Cementeric del Tirreno Spa;
il TAR Piemonte respinse a suo tempo un ricorso dei comuni di Gavi e di Garroso con sentenza I n. 359 del 2001;
l'autorizzazione era subordinata alla realizzazione di un acquedotto che la Cementir ha in costruzione;
i comuni di Gavi e Garrosio presentarono ricorso al Consiglio di Stato (Protocollo 4488/4820 - 2001);
il giorno 8 maggio 2003 il Consiglio di Stato si è pronunziato accogliendo parzialmente il ricorso con l'annullamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri «fatto salvo in ossequio al dettato dell'articolo 26 della legge n. 1034 del 1972 il potere della Presidenza del Consiglio dei ministri di adottare gli ulteriori provvedimenti finalizzati alla affinizione della procedura sulla base della rivalutazione degli interni in rilievo nella prospettiva delineata»;
la decisione compromette la continuazione della produzione da parte della Cementir con grave danno economico per tutta la Val Lemme recentemente interessata da evento sismico;
l'occupazione diretta e indotta della Cementir è valutabile in 200 unità;
il territorio non offre possibilità alternative in produzione e quindi di assorbimento della mano d'opera -:
quali provvedimenti intenda assumere il Presidente del Consiglio dei ministri per consentire lo sfruttamento della cava di marna e di conseguenza l'attività della Cementir Cementeric del Tirreno Spa
(4-06381)
Le soluzioni adottate con il recente provvedimento, in esito a numerosi approfondimenti effettuati, consentono di contemperare in maniera adeguata l'interesse pubblico alla coltivazione mineraria, connesso a quello occupazionale, e l'interesse relativo alla conservazione e alla tutela delle fonti idriche in quanto tali, tutelato dalla normativa comunitaria e nazionale, salvaguardando, tuttavia, le esigenze idropotabili dei comuni.
Il suddetto provvedimento è stato registrato dalla Corte dei conti in data 10 giugno 2003, ministeri istituzionali - Presidenza del Consiglio dei ministri Reg. n. 6, foglio n. 157.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
il lungomare di via Caracciolo a Napoli è sicuramente uno dei più belli del mondo tanto da essere un vanto del nostro Paese e uno dei maggiori simboli della bellezza artistica e paesaggistica dell'Italia;
la città di Napoli sta tentando negli ultimi tempi un rilancio economico, specialmente nel ramo turistico così come dimostrano i numerosi lavori di riammodernamento in atto da parte degli operatori alberghieri della città, soprattutto nella zona del lungomare;
da qualche mese in un tratto del lungomare prospiciente via Partenope immediatamente a ridosso di Castel dell'Ovo che essendo uno dei luoghi più suggestivi della città rappresenta una meta fissa del
tale coltivazione appare offensiva nei confronti di quanti ritengono prioritaria la valorizzazione di tutto il lungomare cittadino che oggi appare deturpato dalla presenza di attività assolutamente inconciliabili con la vocazione turistica di Napoli;
ciò sta comportando notevoli danni alla città sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista economico visto che i migliori alberghi della città si trovano proprio lungo il tratto del lungomare in questione essendo quest'ultimo, come già detto, uno dei luoghi più suggestivi -:
chi ha concesso l'autorizzazione alla coltivazione dei mitili in una zona sicuramente inadeguata per la sua vocazione turistica;
se l'autorità portuale di Napoli, che dovrebbe rappresentare l'ente pubblico di maggiore responsabilità, abbia dato la concessione demaniale ed in caso affermativo quali siano state le motivazioni;
se la Sovrintendenza per i beni artistici sia stata informata e quale parere abbia reso in considerazione della innegabile importanza dell'aspetto paesaggistico della zona;
se la capitaneria di porto di Napoli abbia mai espresso parere favorevole sull'eventuale concessione demaniale.
(4-05859)
L'autorità portuale di Napoli ha concesso alla cooperativa ormeggiatori lucani a r.l. con atto n. 1 registro concessioni anno 2002 - n. 3863 del repertorio del 21 gennaio 2002, l'occupazione di n. 2 specchi acquei rispettivamente di metriquadrati 60.000 e metriquadrati 30.000 situati nel comune di Napoli nella rada del porticciolo di S. Lucia, allo scopo di realizzare un impianto di mitilicoltura.
La soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio e per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Napoli e provincia in data 19 marzo 2003, con nota prot. 7601, ha annullato una sua precedente nota con cui chiedeva al concessionario l'autorizzazione secondo le procedure previste dall'articolo 151 del decreto legislativo 490 del 1999, ribadendo che l'impianto in parola non comporta alterazione del paesaggio, in quanto le strutture non emergono dal livello del mare.
A sua volta, la capitaneria di porto di Napoli in data 19 dicembre 2000, in sede di conferenza dei servizi, ai sensi della legge 241 del 1990, ha espresso il proprio parere favorevole limitatamente ai problemi inerenti la sicurezza della navigazione.
La predetta autorità marittima riferisce, altresì, di aver esperito su espressa delega dell'autorità giudiziaria, le opportune indagini sulla vicenda in questione.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
durante un incontro avvenuto in data 9 maggio 2003 presso la sede di Veneto Agricoltura e CSQA a Thiene (VI) è emersa la questione della gestione dei controlli effettuati dalla società C.S.Q.A. Srl su delega del ministero delle politiche agricole e forestali in riferimento al disciplinare di conformità sulla produzione, lavorazione e marchiatura del Grana Padano D.O.P;
tali controlli, che la società C.S.Q.A. Srl avrebbe dovuto effettuare su delega del ministero delle politiche agricole e forestali, sono stati da questa delegati, al Consorzio di tutela del Grana Padano, divenuto, quindi contemporaneamente controllore e controllato;
alcuni caseifici che utilizzano latte destinato al Grana Padano sono a tutti gli effetti operativi, nonostante siano sospettati di utilizzare materie prime non controllate e di non sicura provenienza e che per tali ragioni non offre garanzie di aver superato i dovuti controlli sanitari;
nell'arco degli ultimi dodici anni le forme di Grana Padano sono passate da 2,5 milioni a 4 milioni, nonostante la produzione di latte e la presenza di capi nelle stalle della zona d'origine controllata sia rimasta invariata -:
come spieghi e come intenda sanare l'evidente conflitto d'interessi determinato dalla delega delle funzioni di controllo al Consorzio di tutela del Grana Padano;
per quali motivi caseifici indagati per l'utilizzo di latte in nero siano ancora a tutti gli effetti operativi e il Grana Padano da loro prodotto continui ad essere marchiato D.O.P. malgrado siano sospettati di utilizzare materie prime non controllate, di non sicura provenienza (latte in nero) e che, per tali ragioni, non offre garanzie di aver superato i dovuti controlli sanitari;
come giustifichi l'aumento della produzione e certificazione del grana Padano avvenuto nell'arco degli ultimi dodici anni (da 2,5 milioni di forme a 4 milioni) pur essendo la produzione di latte, la presenza di capi nelle stalle della zona d'origine controllata e la destinazione del latte rimaste praticamente invariate;
come mai non venga effettuato alcun controllo incrociato sulle rese della lavorazione, (perché cioè non vengano messe in rapporto le percentuali di resa in peso di ogni singola partita di grana con le fatture di acquisto del latte da parte di ogni trasformatore);
come mai non vengano effettuati particolari controlli sull'importazione attraverso le dogane comunitarie di formaggi duri o simil grana destinati anche ai caseifici associati al consorzio Grana Padano, che, in mancanza di detti controlli, potrebbero utilizzarli per la cubettatura e la grattuggiatura e quindi commercializzarli con il marchio dello stesso Consorzio, nonostante la mancanza della crosta, unica garanzia di legittima provenienza (marchio a fuoco apposto da ciascun caseificio);
se non ritenga opportuno verificare l'ingiustificato aumento della produzione di Grana Padano;
se non ritenga opportuno, al fine di tutelare i produttori di latte e i consumatori, effettuare controlli incrociati sulle rese della lavorazione e sull'importazione attraverso le dogane comunitarie di formaggi duri o simil grana destinati ai caseifici.
(4-06436)
L'organismo C.S.Q.A. risponde direttamente al ministero dell'attività svolta di controllo e di certificazione ed il suo operato è valutato sulla base della corretta esecuzione del piano di controllo della D.O.P. «Grana Padano».
In particolare, tale piano prevede che per la marcatura all'origine della D.O.P., siano adoperate fascere marchianti fornite o autorizzate dal consorzio di tutela e che le operazioni di marchiatura a fuoco, conferenti alle forme il contrassegno identificativo, siano conseguenti alle attività di espertizzazione svolte da personale tecnico opportunamente qualificato.
La circostanza secondo la quale le attività di espertizzazione vengano svolte di fatto da tecnici esperti dipendenti o collaboratori del consorzio di tutela, trova giustificazione e legittimazione sia per l'attività formativa svolta nel comparto dal consorzio sia in quanto il piano di controllo prescrive che le predette operazioni, come frequentemente avviene per prodotti protetti
Per quanto attiene alla possibilità di frode commerciale, mediante immissione al consumo di prodotto porzionato o grattugiato rivendicante la denominazione protetta «Grana Padano», il citato piano di controllo impone al grattugiatore, ad esempio, di applicare sistemi di registrazione che garantiscono l'identificazione e la rintracciabilità della forme di «Grana Padano» D.O.P. destinate alle operazioni di grattugia e l'identificazione del prodotto finito grattugiato e dei relativi quantitativi immessi sul mercato, mediante registrazione delle matricole del trasformatore e dei dati relativi all'età della partita come quantità e peso, delle operazioni di grattugiamento e di confezionamento, dandone dimostrazione all'organismo di controllo.
In tal modo, la commissione dell'eventuale illecito resta confinata nell'ambito più ristretto ascrivibile alla sua insopprimibile fisiologia.
In merito all'affermato anomalo incremento della produzione del formaggio D.O.P. «Grana Padano», nell'arco degli ultimi dodici anni, si deve evidenziare che i dati forniti dal Consorzio di tutela della D.O.P. portano a ritenere che il fenomeno si sia ormai esaurito considerato che le produzioni relative agli anni 2000, 2001 e 2002 si attestano su valori abbastanza stabili e prossimi a quello di 4 milioni di forme.
Quanto alla presunta produzione e commercializzazione come Grana Padano D.O.P. di formaggio generico non regolarmente certificato, si fa presente che l'Ispettorato centrale repressione frodi ha già avviato, per il secondo anno consecutivo un'azione specifica di controllo sui prodotti a denominazione registrata tra i quali anche il formaggio Grana Padano.
Dai risultati ottenuti nei controlli effettuati in tutti i punti della filiera sul prodotto nel corso dell'anno 2002 (132 controlli e 36 campioni prelevati), non sono emersi fenomeni fraudolenti di particolare gravità.
Tuttavia, anche in funzione di quanto scaturito dalla relazione redatta dalla Commissione governativa sul latte in nero, l'azione di controllo recentemente avviata ha in previsione verifiche ancor più accurate nella fase di produzione in particolare, per la parte riguardante l'incrocio tra le produzioni, gli acquisti di latte ed i relativi coefficienti di trasformazione equivalente in formaggio (come peraltro previsto dal decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali 21 gennaio 2003 recante «Modalità di applicazione del Reg. CE n. 1392 del 2001 in materia di quote latte»).
Si assicura, altresì, che particolare attenzione verrà rivolta a quegli operatori che procedono a grattugiare e porzionare il prodotto della D.O.P. in argomento attraverso controlli mirati sulle importazioni attraverso le dogane comunitarie di formaggi duri destinati ai caseifici.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.
durante gli Stati generali della scuola a Roma, sono arrivati da tutta Italia decine di migliaia di manifestanti per il corteo del 20 dicembre a bordo di treni speciali e pullman;
secondo notizie riportate dalla stampa (Libero del 19 dicembre 2001), la società Trenitalia ha organizzato un treno speciale per il trasporto dei no-global e degli studenti contestatori, i quali avrebbero pagato il biglietto di viaggio tre volte meno del normale;
il charter speciale organizzato da Trenitalia, sarebbe un Intercity Napoli-Roma che di norma costerebbe lire 64.000 e che invece per il trasporto dei no-global e degli studenti contestatori costerebbe
secondo le informazioni assunte dalla stessa Trenitalia, esisterebbe un fax nel quale si fa esplicito riferimento al convoglio numero 538 a bis, treno charter speciale in partenza da Napoli;
sempre da notizie riportate dalla stampa i treni speciali sembrerebbero essere due, come annunciato dal leader delle Tute bianche, Luca Casarini -:
quali siano state le ragioni per le quali la società Trenitalia ha messo a disposizione treni speciali a prezzi scontatissimi a carico, del già deficitario, bilancio della Società Ferrovie dello Stato, allo scopo di consentire ai no-global e agli studenti contestatori di partecipare alla manifestazione contro il Ministro Moratti, incidendo in tal modo sulla sicurezza e sull'incolumità degli utenti.
(4-01740)
Ferrovie ha poi precisato che il collegamento in questione è stato effettuato, per l'occasione, con vetture espresso, la cui tariffa base è pari a 10,12 euro.
Il viaggio comprendeva anche il ritorno e pertanto il prezzo complessivo del biglietto pro capite è ammontato a 20,25 euro, per un totale complessivo di 9110,3 euro.
Lo sconto applicato da Trenitalia S.pa. su detto importo è stato del 43 per cento circa, così come si pratica normalmente per analoghe iniziative commerciali.
La società, per completezza di informazione, ha riferito che i treni charter vengono effettuati, ove ve ne sia la fattibilità tecnica, su richiesta di qualsiasi cliente, privato e pubblico, che abbia preventivamente accettato le condizioni commerciali offerte da Trenitalia.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
come riportato da organi di stampa Il Giornale del 7 novembre 2002 risulta che, il giorno 6 novembre 2002 a Trieste, più precisamente presso il valico di confine Italia-Slovenia di San Servolo alle ore 11.35 si è presentato un «commando» di no global tutti vestiti in tuta bianca;
gli stessi, giunti sul posto, estraevano un generatore di corrente elettrica ed una sega circolare flessibile per il taglio di metalli;
con la stessa sega i no global indisturbati, hanno segato le sbarre confinarie;
al compimento dell'azione assistevano passivamente alcuni finanzieri i quali, come riportato dal quotidiano in argomento, non solo non sono intervenuti ma non hanno nemmeno identificato coloro i quali materialmente hanno segato le sbarre ne tanto meno coloro i quali sopraggiunti in un secondo tempo, hanno costituito un «muro umano» a protezione di chi appunto stava segando le sbarre -:
se quanto riportato dal quotidiano risponda al vero;
per quale motivo i finanzieri presenti sul posto abbiano assistito passivamente a fronte del compiersi di reati a loro cospetto, quindi in piena flagranza;
se gli stessi finanzieri, a fronte di quanto sopra esposto, abbiano ricevuto particolari consegne o disposizioni preventive o contestuali;
quali iniziative il Ministero intenda assumere sull'accaduto.
(4-04420)
Dopo alcune dichiarazioni sul carattere pacifico della manifestazione, il citato Casarini annunciava un'azione simbolica di protesta contro la decisione del Governo di ripristinare i controlli di frontiera in occasione del Social Forum di Firenze.
Detta azione è consistita, di fatto, nel taglio, con seghe elettriche, delle due sbarre del valico.
Il finanziere in servizio di vigilanza doganale, dopo alcuni vani tentativi di dissuasione verbale, ha cercato anche materialmente di impedire la prosecuzione dell'azione delittuosa, non riuscendovi perché ostacolato fisicamente dai numerosi dimostranti.
Il pronto intervento di una pattuglia della guardia di finanza ha impedito che l'iniziativa degenerasse in atti di vandalismo più gravi.
Gli operatori hanno tentato di procedere all'identificazione dei presenti, i quali, peraltro, si sono rifiutati di fornire le proprie generalità e si sono velocemente allontanati a bordo di autovetture in loro possesso.
Le immediate indagini svolte dalla digos della questura di Trieste hanno consentito di identificare trentuno dei partecipanti alla dimostrazione, successivamente denunciati all'autorità giudiziaria per associazione per delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio ad emblema dello Stato, danneggiamento, rifiuto d'indicazione della propria identità personale ed omissione di avviso di riunione in luogo pubblico.
Sono in corso ulteriori accertamenti per l'identificazione dei restanti dimostranti.
È stata rafforzata ulteriormente la vigilanza presso gli altri valichi confinari della provincia, per impedire il verificarsi di analoghi episodi delittuosi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
gli editori siciliani de La Gazzetta del Mezzogiorno nei giorni scorsi hanno presentato un piano industriale di ristrutturazione della testata. Questo piano si configura unicamente in termini di impoverimento della redazione giornalistica, in tagli del personale, in chiusura della redazione romana, in ricorso alla cassa integrazione ed ai prepensionamenti, in ulteriori tagli di quelle retribuzioni già precedentemente tenute ai livelli più bassi;
contro questo piano industriale, che tradisce tutte le promesse di rilancio fatte dall'editore a partire dall'acquisto della testata, i giornalisti del suddetto quotidiano hanno proclamato uno stato di agitazione;
in particolare si sottolinea che la redazione si era già fatta carico, più di una volta nel corso di più anni, di pesantissimi sacrifici che venivano richiesti sempre in nome del rilancio dell'azienda: insieme ai lavoratori poligrafici, quei giornalisti hanno subito significativi ridimensionamenti del proprio salario anche in deroga ai contratti collettivi nazionali di categoria;
i redattori inoltre si impegnarono con l'azienda a rilanciare il giornale facendo ricorso al lavoro straordinario senza richiedere aumenti retributivi e La Gazzetta del Mezzogiorno ha potuto reggere, anche grazie a questo spirito di abnegazione, la sfida rappresentata dall'apertura di pagine locali, nel territorio pugliese, di alcuni grandi quotidiani nazionali;
la chiusura della redazione romana rappresenterebbe un duro colpo al profilo «nazionale» di uno dei più importanti organi di informazione del sud d'Italia; gli altri tagli produrrebbero comunque un nuovo colpo all'autonomia culturale e produttiva del nostro Mezzogiorno, assecondando la tendenza degli editori a comprimere il sistema informativo in una sorta di circuito drogato di «giornalismo senza giornalisti»;
se il Governo intenda assumere iniziative di concertazione tese a garantire gli attuali livelli occupazionali ed i servizi de La Gazzetta del Mezzogiorno, anche per evitare che un altro corpo venga inferto alla realtà produttiva, culturale e democratica delle regioni meridionali.
(4-02719)
In data 30 luglio 2002, presso questo ministero, è stato sottoscritto un accordo tra i rappresentanti aziendali assistiti dalla FIEG ed il C.d.R. della Gazzetta del Mezzogiorno assistito dalla FNSI.
Tale accordo prevede - al fine di gestire in modo non traumatico le problematiche occupazionali conseguenti agli interventi riorganizzativi previsti dall'azienda - di attivare un percorso di CIGS, di cui all'articolo 35 e 37 della legge 416 del 1981 così come confermati e modificati dalla legge n. 62 del 2001, a partire dal 1o agosto 2002 per un periodo di 12 mesi.
Per quanta riguarda le cinque unità giornalistiche, in forza alla redazione romana fino al 31 luglio 2002, data di chiusura della stessa, si fa presente che tre unità sono state trasferite, a loro richiesta, nella redazione di Bari, una unità in quella di Taranto (1 unità) ed una unità ha scelto di trasformare il rapporto di lavoro, ex articolo 1 del C.C.N.L.G., in collaborazione fissa, ex articolo 2 del citato contratto.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
in Calabria nell'estate del 2002 veniva inaugurato un parco faunistico o minizoo, denominato Jurassic Park;
all'interno del minizoo venivano custoditi ed esposti pappagalli «ara», zebre, boa, condor, tucani, cammelli e struzzi;
il minizoo era stato allestito sul monte Basilicò, situato nel cuore dell'aspromonte, a due passi dalle vette innevate di Gambarie d'Aspromonte (Reggio Calabria);
lo scopo era quello di fare del parco faunistico un catalizzatore turistico;
il parco è stato completamente finanziato dalla regione Calabria;
il parco si è rivelato un inferno di ghiaccio per questi animali abituati a temperature tropicali. All'altitudine del suddetto monte Basilicò non vi può normalmente essere una temperatura adeguata al bioritmo degli animali succitati, tant'è vero che gli operatori addetti al minizoo si sono visti costretti a ricorrere all'uso di stufe elettriche per attenuare la rigidità dell'inverno in corso;
il CTA (coordinamento territoriale ambientale) del corpo forestale dello Stato, allertato dall'ente parco nazionale dell'aspromonte, ha posto in essere un blitz con cui si è potuto liberare gli animali che versavano in una situazione di chiara agonia;
molti animali del minizoo non hanno resistito al freddo e i pochi volatili o quadrupedi, riusciti a scamparla, non versano in condizioni di benessere;
l'assessore regionale all'ambiente, Domenico Antonio Basile, è anche presidente dell'AFOR (azienda forestale della regione Calabria), la quale ha il compito di gestire il patrimonio forestale, di tutela e conservazione degli ambienti naturali di notevole importanza, e, da ultimo, di educazione alla cultura ambientale;
si tratterebbe ad avviso dell'interrogante di un caso di incompatibilità -:
quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto concerne le rispettive competenze, intendano porre in essere per rimuovere la vergogna di un minizoo esotico in cui si verifica un fenomeno diffuso di sofferenza e di morte per gli animali ospitati ed esibiti.
(4-05678)
Nell'agosto del 2002, presso il centro di Basilicò dell'azienda forestale della regione Calabria, nei pressi dell'abitato di Gambarie, è stato inaugurato un «Parco Faunistico» all'interno del quale vengono ospitati numerosi animali indigeni ed esotici di varie specie, tra cui centinaia di esemplari di pappagalli, tucani, pellicani, struzzi, avvoltoi, gru, cammelli, zebre, pitoni, iguane ed altri.
La realizzazione del parco faunistico, a finalità didattico-scientifiche, nonché turistiche, ha comportato lavori di ristrutturazione dei fabbricati già esistenti all'interno del centro, la realizzazione di nuove voliere e la sistemazione di quelle già esistenti, la realizzazione di nuovi recinti e manufatti per il ricovero degli animali da allevare, oltre l'acquisto di nuovi animali.
Trattandosi di un intervento consistente all'interno del parco nazionale dell'Aspromonte, in territorio classificato come Zona 1, il corpo forestale dello Stato ha invitato il servizio provinciale dell'azienda regionale di Reggio Calabria a presentare la documentazione in possesso relativa all'acquisizione dei nulla osta e delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione delle opere previste dal progetto.
Verificata la regolarità di tutti gli atti, il corpo forestale dello Stato, in ragione della natura dell'iniziativa, ha ritenuto opportuno verificare anche gli aspetti igienico-sanitari del complesso, le condizioni di allevamento degli animali e la regolarità degli stessi nei confronti della normativa CITES, trattandosi in gran parte di specie esotiche.
Ad una richiesta in tal senso presentata alla ASL del comune di Reggio Calabria, in assenza di riscontro, il corpo forestale dello Stato ha richiesto l'intervento sul posto del servizio CITES di Reggio Calabria per una ricognizione del patrimonio faunistico; nello stesso tempo ha stabilito di procedere ad un sopralluogo nella località in questione per accertare la corrispondenza tra le opere autorizzate e quanto eseguito.
Il servizio CITES, dopo aver effettuato le necessarie verifiche, ha riscontrato la legale detenzione di tutti gli animali sottoposti alla normativa di riferimento.
A seguito di richiesta da parte della polizia giudiziaria, il dirigente del servizio veterinario della ASL competente, ha dichiarato che all'interno del centro gli animali vengono allevati e mantenuti in condizioni di salute, ciascuno secondo le proprie necessità.
Va invece rilevato che il sopralluogo alla struttura effettuato dal corpo forestale dello Stato insieme ai tecnici dell'ente parco, ha evidenziato una grave difformità delle opere realizzate rispetto a quelle progettate la cui tipologia costruttiva, modificata in corso d'opera, richiedeva l'acquisizione di un atto concessorio e non autorizzativo.
Inoltre, è stata riscontrata, in difformità dal progetto, l'esecuzione di cospicui sbancamenti di terreno con eliminazione di bosco.
Di quanto rilevato, il corpo forestale dello Stato ha provveduto ad informare l'autorità giudiziaria e a porre sotto sequestro 39 manufatti abusivi, contestando al responsabile del servizio provinciale dell'AFOR di Reggio Calabria, in qualità di progettista e direttore dei lavori, i reati di cui alla legge n. 470 del 1985 al decreto legislativo n. 490 del 1999, alla legge n. 394 del 1991 e all'articolo 734 del codice penale.
A seguito della convalida da parte dell'autorità giudiziaria del provvedimento di sequestro, l'Ente Parco, in ottemperanza dell'articolo 29 della legge n. 394 del 1991, ha emesso l'ordinanza n. 1 del 2003 del 13 febbraio 2003, notificata in data 5 marzo 2003 con la quale si intima e si diffida l'AFOR, (azienda forestale della regione Calabria) a sospendere immediatamente ogni ulteriore prosecuzione dei lavori e si ordina la riduzione in pristino dei luoghi interessati entro il termine di sessanta giorni.
Avverso la predetta ordinanza, l'AFOR, in data 24 aprile 2003, ha inoltrato ricorso al TAR Calabria.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il giorno 23 novembre del 2002 giunge in Italia sbarcando a Malpensa con volo proveniente da Baghdad, il signor Al-Sakhri, di cittadinanza siriana, con la famiglia formata da altre 5 persone (la moglie e i quattro figli minorenni);
il signor Al-Sakhri è accusato di aver militato nella Fratellanza musulmana, un movimento d'opposizione attivo in Siria dalla fine degli anni '70, l'appartenenza alla quale, sulla base della legge siriana è punibile con la pena di morte;
la famiglia Al-Sakhri ha fatto richiesta formale d'asilo politico, ma non è stata presa in considerazione dal Governo italiana, evento questo che ha fatto scattare l'immediato rimpatrio;
risulta all'interrogante che nei giorni in cui i coniugi Al-Sakhri erano a Malpensa, è stato loro impedito d'incontrare i parenti residenti all'estero, giunti appositamente a Milano per aiutarli. L'autorità locale ha giustificato il fatto adducendo «motivi di sicurezza», promettendo comunque il trasferimento di tutta la famiglia presso un centro d'accoglienza in Sicilia;
dopo pochi giorni, invece, tutta la famiglia del signor Al-Sakhri è stata rimpatriata;
attualmente Al-Sakhri si trova nel carcere di Kafar Susa (Damasco) ed è in condizioni precarie di salute a causa di maltrattamenti e torture, pratica molto comune nei centri di detenzione della Siria, la moglie Maysun Lababidi, è stata scarcerata insieme ai quattro figli minorenni ed è ospite presso alcuni parenti nella città di Hama: dove ogni settimana deve presentarsi ai servizi di sicurezza, e le è proibito lasciare la città;
la Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati dispone all'articolo 33 che «nessuno Stato contraente potrà espellere o respingere - in nessun modo - un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza ad una determinata categoria sociale o delle sue opinioni politiche»;
si rileva, inoltre, che in base alla legge 39/1990, come riformata dalla legge 189/2002, lo Stato italiano impone alle Commissioni territoriali, nell'esaminare le domande d'asilo politico, di valutare per il rifiuto del permesso di soggiorno non solo, la presenza dei requisiti richiesti per l'approvazione della domanda, ma anche, quali siano le conseguenze di un rimpatrio «alla luce degli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali di cui l'Italia è firmataria» -:
se non reputi il Ministro interrogato di dover intervenire con la massima sollecitudine presso le autorità siriane per agevolare il rientro in Italia, Paese al quale hanno chiesto formalmente protezione e asilo politico, del signor Al-Sakhri e della sua famiglia;
se non ritenga, comunque, opportuno adoperarsi affinché sia garantito il rispetto dei diritti del signor Al-Sakhri e quindi della sua incolumità;
se non reputi opportuno, infine, attivarsi nelle competenti sedi internazionali per ottenere dalla Siria il rispetto dei diritti umani, con particolare riferimento alle condizioni dei detenuti.
(4-06085)
La situazione in Siria è invece sotto costante attenzione da parte dell'unione europea che a varie riprese ha espresso tutta la sua preoccupazione in proposito, sia in sede di Cdu che di Unga. Da ultimo, la Presidenza dell'Unione europea in occasione del suo intervento generale sulla situazione dei diritti umani nel mondo nel corso della 59a sessione della Cdu appena conclusasi, non ha mancato di commentare l'attuale situazione dei diritti umani in Siria. Nonostante incoraggianti segnali di apertura in seguito al rilascio di un elevato numero di prigionieri politici e l'autorizzazione concessa ad alcune pubblicazioni indipendenti, il paese continua ad essere fonte di preoccupazione per l'Unione europea: la tortura continua ad essere praticata nelle carceri; continua ad essere vigente da anni uno «stato di emergenza» che autorizza comportamenti arbitrari dei servizi di sicurezza nonché la celebrazione di processi iniqui e restrizioni alla libertà di espressione; si constatano inoltre arresti di giornalisti, di parlamentari e di oppositori politici.
L'Unione europea inoltre non manca occasione per sollecitare la Siria a ratificare le convenzioni internazionali sui diritti umani, a cominciare dalla convenzione contro la tortura a quella concernente l'eliminazione di ogni discriminazione contro le donne.
Per quanto riguarda più direttamente gli sviluppi del caso Al Sahkri, Il Ministero degli affari esteri ha sempre seguito la questione con la massima attenzione, ad ogni livello. Dopo il primo immediato intervento, diretto ad accertare lo svolgimento dei fatti e ad assicurarsi delle condizioni del detenuto, il Governo italiano ha attuato il 19 dicembre 2002 un ulteriore passo a più elevato livello, sottolineando l'aspettativa italiana affinché nessuno dei componenti della famiglia venisse sottoposto a misure restrittive e detentive lesive della dignità umana.
A seguito di un terzo passo, il 16 gennaio 2003, sono stati raccolti nuovi elementi sulla situazione attuale della famiglia e più ampie assicurazioni circa il rispetto dei diritti umani fondamentali nel caso in questione. Dalle indicazioni fornite dalle Autorità siriane in quella occasione è risultato che i familiari erano ritenuti del tutto estranei ai fatti imputati al signor Said Al-Sahkri e non erano pertanto sottoposti a misure detentive. Il Capo famiglia, invece, era accusato di gravi reati commessi nel corso degli eventi di Hama del 1982 ed era stato altresì aperto un ulteriore procedimento penale nei suoi confronti per falsificazione di passaporti. Le Autorità interpellate hanno inoltre formalmente garantito che da parte siriana sarebbe stato assicurato il pieno rispetto delle norme a tutela dei diritti dell'Uomo nel caso in questione.
Il 3 marzo 2003, l'Ambasciata italiana a Damasco ha provveduto ad effettuare un ulteriore passo presso le competenti Autorità, verificando lo stato di salute del signor Al Sahkri. Le Autorità di sicurezza siriane hanno definito «normali» le sue condizioni fisiche e, a fronte di una nostra richiesta in tal senso, si sono dimostrate disponibili a verificare la possibilità di un suo incontro con un rappresentante della società civile (giornalista o funzionario di un'Organizzazione non Governativa) da noi incaricato.
Da ultimo, il 31 marzo 2003, in occasione di un colloquio riservato con il Vice Ministro degli Affari Esteri Walid Mohallem, il nostro Ambasciatore in Damasco ha potuto sollevare ancora la questione delle condizioni di salute del signor Al-Sahkri ottenendo nuova conferma delle precedenti assicurazioni relative al trattamento umanitario accordato al detenuto.
È utile precisare, in relazione al riferimento nell'interrogazione in questione alle Commissioni territoriali per l'esame delle domande d'asilo politico, che le Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato, previste agli articoli 31-32 della legge n. 189 del 30 luglio 2002 nonché la Commissione nazionale per il diritto di asilo prenderanno il posto dell'attuale Commissione centrale non appena verrà emanato il relativo Regolamento di attuazione della legge n. 189, attualmente in corso di elaborazione.
Comunque, i ripetuti sforzi intrapresi dal Governo italiano hanno permesso di ottenere ampie garanzie circa le condizioni del cittadino siriano e in ogni caso, il Governo intende continuare a seguire da vicino la vicenda, intervenendo ad ogni livello, nel rispetto delle norme internazionali, affinché i diritti fondamentali civili e politici delle persone coinvolte vengano sempre rispettati. Tuttavia, il Governo ritiene opportuno percorrere ancora la via dei contatti bilaterali che, in questo come in casi analoghi, ha consentito di conseguire risultati soddisfacenti.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
negli ultimi dieci giorni alcuni ordigni esplosivi sono stati posizionati in tre differenti occasioni in stazioni e binari della Circumvesuviana a Napoli e in Penisola Sorrentina;
la ripetitività di questi episodi denota uno scenario dai moventi ancora oscuri;
le tensioni già esistenti nella Provincia napoletana vengono così ulteriormente aggravate nonostante il lavoro e l'abnegazione delle forze dell'ordine -:
se siano state avviate indagini in merito agli episodi citati e quali iniziative il Governo intenda assumere in materia di ordine pubblico.
(4-03906)
Nella stessa giornata sono stati ritrovati, nelle stazioni di Piano di Sorrento e di Sant'Agnello, ordigni di analogo contenuto. Nella frazione di Sorrento - Colli di Fontanelle, - dove era stata allestita una fiera alimentare, è stato scoperto, sotto il palco, un pacco contenente una tanica di benzina e 20 petardi, per complessivi 80 grammi di polvere pirica senza innesco.
Il 10 settembre 2002, su alcuni binari della stazione ferroviaria della Circumvesuviana di Napoli, è stata segnalata la presenza di involucri contenenti liquido infiammabile unitamente ad alcuni petardi.
Analoghi involucri sono stati trovati nella mattinata dell'11 settembre 2002, a circa 300 metri dal casello ferroviario della stazione di Sant'Agnello.
Le indagini non tralasciano alcuna ipotesi e sono tuttora coperte da segreto istruttorio.
Gli episodi in questione sono stati vagliati in un'apposita riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Napoli, alla quale hanno partecipato anche i Sindaci dei Comuni interessati, nonché rappresentanti della Circumvesuviana e della Regione Campania.
È stata disposta l'intensificazione delle misure di vigilanza già in atto a tutela dei citati obiettivi, con l'impiego di ulteriori pattuglie della Polizia di Stato e di unità speciali del Reparto territoriale di Castello di Cisterna e dei Nuclei, operativi dell'Arma dei carabinieri.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
è in corso di elettrificazione la linea ferroviaria Domodossola-Novara che, anche per il suo tracciato risalente in parte ad oltre un secolo fa, attraversa molti centri abitati di comuni di Novara e Verbano Cuscio Ossola;
che l'elettrificazione presuppone un forte aumento del traffico - soprattutto per le merci - e quindi un moltiplicarsi del numero e della larghezza dei convogli;
ciò comporta un netto aumento dei livelli del rumore, anche nelle ore notturne,
se i comuni attraversati dalla linea ferroviaria abbiano o meno sensibilizzato le Ferrovie dello Stato in merito a questo evidente disagio e quale sia stata l'eventuale risposta delle stesse;
se non si ritenga di operare l'opportuna posa di barriere fono-assorbenti al fine di ridurre l'inquinamento acustico nei centri urbani interessati.
(4-00010)
Per quanto riguarda, in particolare, le problematiche connesse alla rumorosità generata dal traffico ferroviario, esse sono state affrontate in più occasioni con vari Enti locali (tra cui i Comuni di Omega, Gravellona Toce e Novara e la Prefettura della provincia di Verbano Cusio Ossola), ai fini della redazione del piano di contenimento ed abbattimento del rumore ai sensi della legge quadro n. 447 del 1995 e successivi decreti di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 459 del 1998; decreto del Ministero dell'ambiente del 29 novembre 2000).
Conformemente a quanto stabilito dai disposti di legge, in particolare il citato decreto del 29 novembre 2000, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha trasmesso, entro il termine previsto del 5 agosto 2002, la mappatura acustica della rete ferroviaria italiana ai soggetti interessati, compresi gli Enti locali.
In particolare sono state inviate le mappe acustiche indicanti le aree stimate ai sensi del citato decreto ed il rapporto delle misure eseguite per la taratura e la verifica del modello di simulazione adottato.
Per quanto riguarda le attività future, la Società ha avviato la seconda fase del progetto che ha come obiettivo primario la redazione del piano degli interventi di risanamento con le relative priorità, la cui conclusione è prevista per il 5 febbraio 2004.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
si è svolto in questi giorni a Roma il vertice mondiale della FAO durante il quale molte delegazioni intervenute hanno sottolineato la necessità di un aumento dei contributi all'organizzazione da parte delle nazioni più ricche;
dalle notizie di cronaca, però, a fronte di reiterate denunce sugli sprechi in atto nella amministrazione della FAO non sono giunti chiarimenti circa gli atteggiamenti tenuti da quei governi che, pur in pendenza di situazioni drammatiche dal punto di vista della alimentazione dei propri cittadini, hanno tenuto atteggiamenti estremamente dispendiosi e certo poco attenti alle situazioni di estrema povertà da essi stessi denunciati nei rispettivi paesi -:
quali iniziative abbia intrapreso il Governo per sottolineare ai vertici FAO la necessità di una politica di contenimento delle spese generali della organizzazione al fine di ottimizzare l'utilizzo delle ingenti risorse già disponibili;
quale sia l'opinione del Governo davanti ai casi ampiamente denunciati in questi giorni dalla stampa - e segnatamente dal quotidiano Libero - e con quali eventuali iniziative si sia cercato di sensibilizzare alcune delegazioni straniere che si sono distinte per un comportamento molto dispendioso in occasione della trasferta romana, sulla necessità di una maggiore sobrietà per rispetto ai propri stessi cittadini;
se a nulla di concreto si addiverrà in futuro - e se la FAO continuerà a spendere così tanto per il proprio mantenimento
(4-03184)
Occorre tuttavia tenere presente che la Fao ha già sotto l'impulso dei maggiori contributori, ridotto il proprio organico di circa 1600 unità; L'Italia, come Paese ospite, ha precisi obblighi e doveri, sanciti nell'accordo di Sede, verso l'Organizzazione. Non può quindi dare l'impressione, verso i 183 Paesi membri di svolgere funzione di «ispettore o di controllo» che non le competano; i nostri contributi ordinari alla Fao superano di poco il 5 per cento del Bilancio, rispetto al 20 per cento del Giappone, al 10 per cento della Germania e al 25 per cento degli Stati Uniti, Paesi questi che dovrebbero avere quindi più voce in capitolo rispetto all'utilizzazione delle risorse.
Per quanto riguarda il secondo punto sollevato nell'interrogazione, e relativo all'opinione del Governo su una eventuale sensibilizzazione di quelle delegazioni straniere che si sono distinte per un comportamento molto dispendioso in occasione della trasferta romana, sarebbe risultato imbarazzante per il nostro Governo formulare giudizi o fornire pareri o consigli su norme di comportamento a delegazioni di Paesi amici.
Per quanto concerne le garanzie sull'utilizzazione dei contributi volontari concessi all'organizzazione in questione, l'Italia, come tutti gli Stati membri, versa alla Fao un contributo obbligatorio pari ad una quota parte del bilancio preventivo dell'Organizzazione. L'importo è ripartito percentualmente tra tutti gli Stati membri generalmente in base al proprio prodotto interno lordo e viene definito nel corso delle Conferenze Fao e in occasione di contributi (uno degli ultimi 200 miliardi di lire) al Fondo fiduciario per la sicurezza alimentare, ha imposto una serie di cogenti condizioni, ottenendo dall'Organizzazione piena collaborazione.
Il contributo obbligatorio complessivo a carico degli Stati membri per il 2002 stabilito con la Risoluzione 8/21, nel corso della 31esima Conferenza Fao è stato di USA 370.073.000,00.
Il contributo obbligatorio versato alla Fao per l'anno 2002, gestito dalla Direzione Generale per la Cooperazione Economica di questo Ministero dall'esercizio finanziario 2002 a valere sul capitolo di spesa 3750 e stato di euro 17.102.832,55.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il trasporto intermodale «treno-bici» è diffuso ed utilizzato in tutti i paesi europei, sia per praticare turismo in bicicletta sia per gli spostamenti quotidiani «casa-scuola» e «casa-lavoro»;
negli anni scorsi in Italia, grazie anche al significativo impegno della federazione italiana amici della bicicletta e alla disponibilità di Trenitalia, sono stati fatti molti progressi in questa direzione e in molte tratte ferroviarie è stato introdotto il servizio di trasporto bici al seguito del viaggiatore, permettendo così da un lato un maggiore sviluppo del cicloturismo e dall'altro un ulteriore incentivo all'uso del trasporto pubblico;
purtroppo Trenitalia ha deciso di eliminare, a partire dal 31 dicembre 2002, l'abbonamento annuale che consentiva il trasporto delle biciclette sui treni, rendendo di fatto impossibile ai pendolari l'uso quotidiano della bicicletta, per l'enorme aggravio di costi che comporterebbe;
l'introduzione di alcune tipologie di materiale rotabile stanno ulteriormente penalizzando il trasporto della bicicletta sui treni:
a) in primo luogo con i cosiddetti «TAF» (treni ad alta frequentazione), già da tempo in servizio su molte linee ferroviarie, i quali oltre ad essere decisamente scomodi per l'utenza non consentono il trasporto di alcun bagaglio voluminoso, tantomeno della bicicletta;
b) in secondo luogo con un nuovo treno per il trasporto regionale denominato «Minuetto» (la cui entrata in servizio è prevista per il 2004), il quale prevede uno spazio «multifunzionale» utilizzabile, all'occorrenza, per trasportare al massimo due biciclette;
il nuovo treno regionale è stato pensato per l'utilizzo nelle tratte ferroviarie a minore domanda e che spesso sono quelle maggiormente utilizzate dai cicloescursionisti, che verrebbero fortemente penalizzati dalla sostituzione degli attuali convogli con il Minuetto;
un diverso allestimento interno delle carrozze potrebbe ridurre i problemi dovuti alla scarsa attenzione in fase progettuale, ampliando adeguatamente lo spazio multifunzionale;
le scelte di Trenitalia non sembrano giustificabili in alcun modo ed appaiono in contrasto con la necessità - sostenuta anche da Trenitalia - di diffondere il più possibile sistemi di mobilità alternativa e a basso impatto ambientale -:
se i Ministri interrogati non ritengano che sarebbe opportuno garantire e possibilmente incentivare la modalità treno e bicicletta, che rappresenta una delle modalità di trasporto a minore impatto ambientale;
se non ritenga di dover chiedere a Trenitalia il ripristino dell'abbonamento annuale per il trasporto delle biciclette al seguito, studiando ulteriori agevolazioni per i titolari di abbonamenti annuali;
se non ritengano opportuno proporre a Trenitalia la realizzazione di un piano per l'intermodalità treno-bicicletta, attraverso un monitoraggio di tutte le tratte regionali ed interregionali, verificando in quali sia consentito il trasporto biciclette al seguito, in quali sia attivabile in tempi brevi ed in quali sia necessario l'adeguamento del materiale rotabile, nonché i tempi previsti per l'attivazione del servizio sull'intera rete ferroviaria;
se non intendano promuovere, in collaborazione con Trenitalia e le amministrazioni comunali interessate da una significativa presenza di pendolari, ulteriori agevolazioni e facilitazioni per l'uso di mezzi di locomozione ecologici, attraverso l'adeguamento del materiale rotabile, la realizzazione di parcheggi custoditi per biciclette e l'istituzione - in prossimità delle principali stazioni - di punti convenzionati per il noleggio delle biciclette.
(4-03745)
Nel 1996 fu istituito, in via sperimentale, un biglietto di supplemento valido 12 mesi solari consecutivi utilizzabile soltanto sui treni del trasporto regionale e commercializzato dalla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta).
Lo scarsissimo volume di vendita di tale biglietto, riferisce Ferrovie, la complessità delle norme di utilizzazione più volte modificate a seguito delle variazioni dell'offerta del servizio stesso e la necessità di ristampe frequenti e costose, hanno consigliato di deciderne la soppressione.
La Divisione trasporto regionale di Trenitalia, tuttavia, riferisce Ferrovie, continua a manifestare concretamente attenzione agli appassionati della bicicletta e sensibilità ai temi ambientalisti; infatti, sui treni di propria competenza, nelle giornate di divieto di circolazione delle automobili è consentito il trasporto gratuito delle bici e, per i viaggi organizzati dalle Associazioni aderenti alla Fiab, sono previsti sconti fino al 30 per cento del costo del biglietto.
A tutte le dipendenti Direzioni regionali, Trenitalia raccomanda la massima flessibilità nell'aderire alle richieste delle comitive di cicloamatori che desiderano utilizzare i treni verdi in gruppi superiori alle 15 persone.
Inoltre, in occasione delle prossime modifiche del programma operativo delle biglietterie self service, è stata prevista la possibilità che tali apparecchi possano emettere anche il biglietto di supplemento trasporto bici.
Per quanto riguarda, infine, la struttura del materiale rotabile destinato al trasporto regionale che non consente un agevole trasporto di numerose biciclette a causa degli spazi limitati, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha fatto presente che i treni TAF sono dedicati alla numerosissima clientela pendolare delle grandi aree metropolitane e realizzano la necessaria ottimizzazione dello spazio, mentre il treno «Minuetto», che sarà operativo sulla rete ferroviaria italiana nel 2004 e coprirà tratte locali disporrà di un'area multifunzionale per il trasporto di bagagli, sci e due biciclette.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
l'Unione europea, con il regolamento n. 1239 del 1998, poneva come termine massimo per l'uso delle spadare, più correttamente chiamate reti pelagiche derivanti, lunghe fino a 2,5 chilometri con un pannello alto fino a 15 metri, la data del 1 gennaio 2002;
con l'entrata in vigore di questa legge, le imbarcazioni che usavano le spadare sono state riconvertite;
la maggioranza di queste imbarcazioni si è riconvertita usando le ferrettare, reti con maglie non superiori ai 10 centimetri, da usare entro le tre miglia, lunghe al massimo 2,5 chilometri;
soltanto nel tratto di mare intorno al mare delle Eolie lavorano circa 40 imbarcazioni (dato del 2002) con questo tipo di reti;
il decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali del 27 marzo 2003 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 marzo 2003), recante «Modalità per l'aggiunta degli attrezzi da posta alle unità gia autorizzate alla ferrettara», permette di aggiungere l'uso di attrezzi da posta alle imbarcazioni che già usano le ferrettare;
successivamente c'è stata una circolare del Ministro delle politiche agricole e forestali, a firma del direttore generale Attilio Tripodi, con protocollo n. 200300875 dell'aprile 2003 in cui, in pratica, si permette l'uso di reti da posta in aggiunta alle ferrettare. Queste reti devono essere ancorate e poste a non meno di 200 metri dalla costa con una maglia di 2,5 centimetri. A tutti gli effetti, le reti pelagiche derivanti (spadare) vengono utilizzate nuovamente, basta che queste vengano ancorate, considerandole così reti da posta;
a riprova di quanto esposto, è notizia del 28 maggio 2003 il sequestro di sei spadare intente a pescare di frodo al largo delle coste cilentane, tra Capo Palinuro e Marina di Camerata da parte di un guardacoste d'altura del comando sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Salerno; le fiamme gialle del mare hanno sequestrato reti derivanti per ventimila metri dalle maglie strettissime, di misura molto più piccola del consentito, un intreccio di fili di nylon che non lascia praticamente scampo ai pesci, e dove vanno a finire anche specie protette come capodogli, delfini ed altri cetacei;
i pescatori francesi usano le Tonnaille, che a tutti gli effetti sono delle reti pelagiche derivanti, anche in Santuario dei Cetacei del Mar Ligure, compreso tra la Corsica, la Liguria e la Toscana -:
se non ritenga che il decreto del Ministro delle politiche agricole del 27 marzo 2003 sia incompatibile con il regolamento n. 1239 del 1998 di Bruxelles (bando dell'uso delle spadare), in quanto per rete da posta si intende una rete che ha un pannello alto al massimo 4 metri, e invece l'utilizzo delle spadare come reti da posta, semplicemente ancorandole, è del tutto arbitrario poiché l'altezza del pannello di queste è di ben 15 metri;
se non ritenga che, anche in considerazione dei fatti degli ultimi giorni, sia necessario intensificare i controlli sulle coste con un massiccio intervento delle forze preposte al controllo;
se non ritenga che i fatti esposti non garantiscano, non solo l'applicazione delle norme UE per la tutela dei mammiferi marini nel mare Mediterraneo, ma anche la tutela delle tartarughe e di molte specie di uccelli che molto spesso muoiono in questo tipo di reti non selettive.
(4-06504)
Infatti, nelle diverse sedi (Fao, Cofi ed Iccat) sono state discusse ed approvate, con il voto favorevole del nostro Paese, adeguate strategie europee volte a ridurre la cattura accidentale di specie protette, quali tartarughe ed uccelli, per una gestione della pesca su base eco-sistemica in un quadro di sostenibilità sociale ed economica.
Quanto al rispetto delle misure di conservazione e gestione delle risorse alieutiche, nel ricordare che lo stesso esige una maggiore responsabilizzazione di tutti gli operatori a vario titolo interessati alla pesca e che in applicazione del Regolamento CE n. 2847 del 1997, l'organo preposto al coordinamento nell'attività di controllo, nell'ambito della politica comune della pesca, è il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, si assicura l'impegno dell'amministrazione ad intensificare la collaborazione non solo con le Capitanerie di porto ma anche con le altre forze di Polizia marittima per un più incisivo controllo sull'attività di pesca professionale e sportiva.
Infine, in merito alla circolare citata nell'interrogazione, si precisa che la stessa è stata adottata nel pieno rispetto del Reg. CE n. 1239 del 1998.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.