Allegato A
Seduta n. 348 del 29/7/2003


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MOZIONI RONCHI ED ALTRI N. 1-00249 E BIONDI ED ALTRI 1-00250 SULLE INIZIATIVE PER LA MORATORIA UNIVERSALE DELLE ESECUZIONI CAPITALI

(Sezione 1 - Mozioni)

La Camera,
considerato che:
l'abolizione della pena di morte non può essere imposta per decreto né essere la lezione ideologica di civiltà che, in un mondo per altro risultato più teso e diviso dopo i fatti dell'11 settembre 2001, gli abolizionisti civilizzati impartiscono agli esecuzionisti da civilizzare;
l'iniziativa a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali, partita dall'Italia agli inizi degli anni novanta su impulso di «Nessuno tocchi Caino», poi fatta propria dall'Unione europea e sostenuta negli anni da un numero sempre crescente di Paesi di tutti i continenti, si è invece rivelata essere un luogo di incontro tra Paesi abolizionisti e Paesi mantenitori della pena di morte e, nello stesso tempo, un'iniziativa ragionevolmente pragmatica, efficace e rigorosa contro la pena di morte;
la moratoria ha consentito a molti Paesi mantenitori di guadagnare il tempo necessario per cambiare le legislazioni interne nel senso dell'abolizione e risparmiare intanto migliaia di vite umane, come è accaduto, ad esempio, in Paesi dell'Est europeo, in Sudafrica e per la prima volta anche in uno stato americano, l'Illinois del Governatore George Ryan;
dopo la presentazione, nel 1994, all'Assemblea generare dell'Onu da parte del Governo italiano di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali, a partire dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato una risoluzione che chiede «una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte»;
nonostante si sia svolta in un clima di tensioni internazionali legato alla guerra in Iraq, all'ultima Commissione per i diritti umani la risoluzione sulla pena di morte ha registrato il sostegno record di 75 co-sponsors (nel 2002 erano stati 68), ciò testimoniando della evoluzione positiva avvenuta nella Comunità internazionale sul tema della pena di morte;
dal 1997 a oggi, 89 dei 191 Paesi membri dell'Onu hanno già cosponsorizzato una risoluzione per la moratoria in sede Onu, 72 dei quali lo hanno fatto nella Assemblea generale del 1999, anno nel quale la situazione era ancor meno favorevole di oggi;
oltre agli 89 co-sponsors, 6 stati che non hanno mai cosponsorizzato la risoluzione hanno comunque sempre votato a favore della moratoria mentre altri 5 stati dove di recente sono avvenuti cambiamenti politici come, ad esempio, in Kenya, potrebbero farlo;
dall'Assemblea generale del 1994, anno in cui la risoluzione pro moratoria fu battuta per solo otto voti, la situazione giuridica e politica della pena di morte nel mondo è radicalmente e favorevolmente cambiata, essendo oggi divenuti 127 i Paesi


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abolizionisti per legge o di fatto ed essendosi ridotti a 64 i mantenitori, cioè 33 in meno rispetto al 1994;
la situazione è cambiata in positivo anche rispetto al 1999, anno in cui l'Unione europea decise di presentare in Assemblea generale e all'ultimo momento di non portare al voto una risoluzione pro-moratoria (allora i Paesi a vario titolo abolizionisti erano 116 e i mantenitori 72);
in base alle posizioni di voto espresse negli ultimi sette anni alla Commissione Onu per i diritti umani e in base alla situazione giuridica e politica dei vari Paesi sulla pena di morte, una risoluzione «per la moratoria delle esecuzioni in vista dell'abolizione» otterrebbe in Assemblea generale almeno 100 voti a favore, la maggioranza assoluta dei Paesi membri dell'Onu, una maggioranza che non potrebbe mai essere intaccata dai «no», tenuto conto anche dei non pochi Paesi indecisi che andranno ad astenersi;
il 2 luglio 2003, in occasione dell'illustrazione al Parlamento europeo del programma del semestre italiano di presidenza del UE, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato l'impegno a presentare una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell'Onu;
un impegno in questo senso era stato già espresso dal Vice Presidente del Consiglio Gianfranco Fini il 6 maggio 2003 in occasione della visita in Italia dell'ex governatore dell'Illinois George Ryan;
accoglie con favore e sostiene la decisione del Governo di presentare una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell'Onu:

impegna il Governo

a proseguire in tutti i fori multilaterali, inclusa l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'azione già svolta dall'Italia, di concerto con i partner europei, per favorire la presentazione di una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali.
(1-00249)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Ronchi, La Russa, Bocchino, Landolfi, Malgieri, Briguglio».
(22 luglio 2003)

La Camera,
premesso che:
il Parlamento italiano e le forze politiche che sono presenti hanno sempre fornito prova di grande sensibilità giuridica, politica e umana sul tema della pena di morte ed altrettanto hanno fatto i governi che si sono succeduti a partire dal 1994, promuovendo ed aderendo ad ogni iniziativa per la moratoria in attesa della messa al bando della pena di morte anche in sede Onu; l'abolizione della pena di morte non può essere imposta per decreto né essere la lezione ideologica di civiltà che, in un mondo peraltro risultato più teso e diviso dopo i fatti dell'11 settembre 2001;
l'iniziativa a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali, partita dall'Italia agli inizi degli anni novanta su impulso di «Nessuno tocchi Caino», poi fatta propria dall'Unione europea e sostenuta negli anni da un numero sempre crescente di paesi di tutti i continenti, si è invece rivelata essere un luogo di incontro tra paesi abolizionisti e paesi mantenitori della pena di morte e, nello stesso tempo, un'iniziativa ragionevolmente pragmatica, efficace e rigorosa contro la pena di morte;
la moratoria ha consentito a molti paesi mantenitori di guadagnare il tempo necessario per cambiare le legislazioni interne nel senso dell'abolizione e risparmiare intanto migliaia di vite umane, come è accaduto, ad esempio, in paesi dell'est europeo, in Sudafrica e per la prima volta anche in uno stato americano, l'Illinois del Governatore George Ryan;


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dopo la presentazione, nel 1994, all'Assemblea Generale dell'Onu da parte del governo italiano di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali, a partire dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell'Onu per i Diritti Umani ha approvato ogni anno una risoluzione che chiede «una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte»;
nonostante si sia svolta in un clima di tensione internazionale legato alla guerra in Iraq, all'ultima Commissione per i diritti umani la risoluzione sulla pena di morte ha registrato il sostegno record di 75 co-sponsors (nel 2002 erano stati 68), ciò testimoniando della evoluzione positiva avvenuta nella Comunità Internazionale sul tema della pena di morte;
dal 1997 a oggi, 89 dei 191 paesi membri dell'Onu hanno già cosponsorizzato una risoluzione per la moratoria in sede Onu, 72 dei quali lo hanno fatto nella Assemblea generale del 1999, anno nel quale la situazione era ancor meno favorevole di oggi;
oltre agli 89 cosponsor, 6 stati che non hanno mai cosponsorizzato la risoluzione hanno comunque sempre votato a favore della moratoria mentre altri 5 stati dove di recente sono avvenuti cambiamenti politici come, ad esempio, in Kenya, potrebbero farlo;
dall'Assemblea Generale del 1994, anno in cui la risoluzione pro moratoria fu battuta per solo otto voti, la situazione giuridica e politica della pena di morte nel mondo è radicalmente e favorevolmente cambiata, essendo oggi divenuti 127 i paesi abolizionisti per legge o di fatto ed essendosi ridotti a 64 i mantenitori, cioè 33 in meno rispetto al 1994;
la situazione è cambiata in positivo anche rispetto al 1999, anno in cui l'Unione europea decise di presentare in Assemblea Generale e all'ultimo momento di non portare al voto una risoluzione pro-moratoria (allora i paesi a vario titolo abolizionisti erano 116 e i mantenitori 72);
in base alle posizioni di voto espresse negli ultimi sette anni alla Commissione Onu per i Diritti Umani e in base alla situazione giuridica e politica dei vari paesi sulla pena di morte, una risoluzione «per la moratoria delle esecuzioni in vista dell'abolizione» otterrebbe in sede di Assemblea generale almeno 100 voti a favore, la maggioranza assoluta dei paesi membri dell'Onu, una maggioranza che non potrebbe mai essere intaccata dai «no», tenuto conto anche dei non pochi paesi indecisi che andranno ad astenersi;
il 2 luglio 2003 in occasione dell'illustrazione all'Europarlamento del programma del semestre italiano di presidenza dell'UE, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato l'impegno a presentare una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell'Onu;
un impegno in questo senso era stato già espresso dal vice Presidente del Consiglio Gianfranco Fini il 6 maggio 2003, in occasione della visita in Italia dell'ex Governatore dell'Illinois George Ryan;
da pochi giorni è entrato in vigore il Trattato europeo in materia di pena di morte, già ratificato da alcuni paesi;
accoglie con favore e sostiene la decisione del Governo di presentare una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell'Onu;

impegna il Governo

a proseguire in tutti i fori multilaterali, inclusa l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'azione già svolta dall'Italia, di concerto con i partner europei, per


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favorire la presentazione di una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali;
ad operare per l'urgente ratifica del Trattato europeo da parte di tutti gli Stati del Consiglio d'Europa.
(1-00250)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Biondi, Arrighi, Azzolini, Bandoli, Banti, Emerenzio Barbieri, Benvenuto, Bondi, Giovanni Bianchi, Enzo Bianco, Gerardo Bianco, Bimbi, Bindi, Boato, Boccia, Bressa, Brugger, Buemi, Camo, Campa, Carbonella, Cardinale, Carlucci, Carra, Castagnetti, Cento, Ceremigna, Ciani, Cima, Chiaromonte, Cola, Colasio, Collè, Colucci, Armando Cossutta, Costa, D'Agrò, Delbono, Detomas, Filippo Maria Drago, Duilio, Fanfani, Ferro, Fiori, Fioroni, Fontana, Franceschini, Fratta Pasini, Frigato, Gasperoni, Gentiloni Silveri, Giachetti, Grimaldi, Grotto, Iannuzzi, Intini, Kessler, Ladu, Letta, Lion, Santino Adamo Loddo, Loiero, Lucchese, Lucidi, Lusetti, Maccanico, Gianni Mancuso, Mantini, Marcora, Marini, Mazzoni, Mereu, Micheli, Milioto, Monaco, Montecuollo, Moretti, Morgando, Nigra, Oliverio, Onnis, Orsini, Paolone, Papini, Parodi, Pasetto, Patria, Luigi Pepe, Mario Pepe, Perlini, Piglionica, Pinotti, Pisapia, Piscitello, Pisicchio, Pistelli, Pistone, Potenza, Quartiani, Raisi, Ramponi, Realacci, Reduzzi, Ricciuti, Antonio Russo, Ruzzante, Saro, Soda, Spini, Sterpa, Tabacci, Tarantino, Tarditi, Tucci, Vernetti, Villetti, Widmann, Zacchera, Zanella, Zeller, Zorzato, Massidda, Sandi, Albertini, Milanese, Nesi, Mazzuca Poggiolini, Sanza, Perrotta, Nicolosi, Tocci, Rocchi, Angioni, Pappaterra, Di Teodoro, Borriello, Pittelli, Di Virgilio, Bulgarelli, Baldi».
(22 luglio 2003)

La Camera,
considerato che:
occorre raggiungere al più presto ovunque l'abolizione della pena di morte;
nel 2002 è aumentato il numero di Paesi che non applica la pena di morte (130) ed è leggermente diminuito il numero complessivo di esecuzioni rispetto al 2001;
l'iniziativa a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali, partita dell'Italia agli inizi degli anni novanta, poi fatta propria dall'Unione europea e sostenuta negli anni da un numero sempre crescente di paesi di tutti i continenti, si è rivelata una prima iniziativa ragionevolmente pragmatica, efficace e rigorosa contro la pena di morte;
la moratoria ha consentito a molti paesi mantenitori di guadagnare il tempo necessario per cambiare le legislazioni interne nel senso dell'abolizione e risparmiare intanto migliaia di vite umane, come è accaduto, ad esempio, in paesi dell'est europeo, in Sudafrica e per la prima volta anche in uno Stato americano, l'Illinois, del governatore George Ryan;
dopo la presentazione, nel 1994, all'Assemblea generale dell'ONU da parte del Governo italiano di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali, a partire dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell'ONU per i diritti umani ha approvato ogni anno una risoluzione che chiede «una moraroria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte»;
dal 1997 a oggi, 89 dei 191 paesi membri dell'ONU hanno già cosponsorizzato


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una risoluzione per la moratoria in sede ONU, 72 dei quali lo hanno fatto nella Assemblea generale del 1999, anno nel quale la situazione era ancor meno favorevole di oggi;
oltre agli 89 cosponsor, 6 Stati che non hanno mai cosponsorizzato la risoluzione hanno comunque sempre votato a favore della moratoria mentre altri 5 Stati dove di recente sono avvenuti cambiamenti politici come, ad esempio, in Kenya, potrebbero farlo;
dall'Assemblea generale del 1994, anno in cui la risoluzione pro moratoria fu battuta per solo otto voti, la situazione giuridica e politica della pena di morte nel mondo è radicalmente e favorevolmente cambiata, essendo oggi divenuti 127 i paesi abolizionisti per legge o di fatto ed essendosi ridotti a 64 i mantenitori, cioè 33 in meno rispetto al 1994;
la situazione è cambiata in positivo anche rispetto al 1999, anno in cui l'Unione europea decise di presentare in Assemblea generale e all'ultimo momento di non portare al voto una risoluzione pro-moratoria (allora i paesi a vario titolo abolizionisti erano 116 e i mantenitori 72);
in base alle posizioni di voto espresse negli ultimi sette anni alla Commissione ONU per i diritti umani e in base alla situazione giuridica e politica dei vari paesi sulla pena di morte, una risoluzione «per la moratoria delle esecuzioni in vista dell'abolizione» otterrebbe in Assemblea generale almeno 100 voti a favore, la maggioranza assoluta dei paesi membri dell'ONU;
da pochi giorni è entrato in vigore il Trattato europeo in materia di pena di morte, finora ratificato solo da alcuni Stati del Consiglio d'Europa;

impegna il Governo

a proseguire in tutti i fori multilaterali, inclusa l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'azione già svolta dall'Italia, di concerto con i partner europei, per favorire la presentazione di una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali;
ad operare per l'urgente ratifica del Trattato europeo da parte di tutti gli Stati del Consiglio d'Europa.
(1-00252)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Violante, Calzolaio, Vigni, Folena, Visco, Finocchiaro, Minniti, Lumia, Bandoli, Bogi, Buffo, Cennamo, Castagnetti, Boccia, Bianchi, Giachetti, Ruzzante, Labate, Grillini, Zunino, Zanotti, Grignaffini, Panattoni, Abbondanzieri, Raffaella Mariani.
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).