Allegato B
Seduta n. 346 del 24/7/2003


Pag. 10090


...

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

BATTAGLIA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 2003 è stato proclamato Anno Europeo della persona disabile si è svolta a marzo a Bari la Conferenza governativa sulla disabilità nella quale sono stati assunti dal Governo numerosi impegni per una piena integrazione delle persone disabili nella scuola, nel lavoro, nella società;
nell'anno scolastico 2002-2003 a fronte di un incremento degli studenti disabili, gli insegnanti di sostegno sono stati ridotti di ben 450 unità e sono state ridotti risorse e personale di assistenza nelle scuole;
è stata immotivatamente prorogata a tutto il 2003 la norma che consente ai datori di lavoro di conteggiare nell'aliquota obbligatoria del 7 per cento orfani e vedove al posto dei disabili, nel decreto


Pag. 10091

delega sul mercato del lavoro si dà la possibilità ai datori di lavoro di rifiutare il disabile in cambio di appalti a cooperative sociali, nel recepimento della direttiva europea sulla parità di trattamento si consente di discriminare i lavoratori disabili, tutto ciò sta vanificando la legge 68 sul collocamento obbligatorio;
sono state ridotte le risorse ai comuni per i servizi sociali e per l'assistenza ai disabili, mentre diverse ASL per difficoltà finanziarie hanno ridimensionato importanti strutture riabilitative;
è bloccata da un anno e mezzo in Commissione Giustizia alla Camera la legge sull'amministratore di sostegno;
è stato azzerato il finanziamento della legge 13 per l'eliminazione delle barriere architettoniche;
l'unica legge approvata in Parlamento per il mondo della disabilità in materia di sport è frutto di una iniziativa delle opposizioni;
questo modo di procedere è del tutto inadeguato a celebrare l'Anno Europeo del disabile -:
quali impegni intendano assumere nell'ambito della manovra finanziaria per migliorare servizi e prestazioni a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
(3-02579)

Interrogazioni a risposta scritta:

VENDOLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 14 luglio 2003 un incendio doloso ha distrutto a Lamezia Terme (Catanzaro) il deposito di materiale elettrico della Sonepar;
l'incendio ha messo in serio rischio il livello occupazionale dell'azienda che è costituito da 23 dipendenti;
nel sud Italia, e soprattutto in Calabria, il problema della disoccupazione è una realtà drammaticamente consolidata e quest'ennesimo fatto doloso mette a repentaglio la sopravvivenza di quelle famiglie - quasi tutte monoreddito - legate ai 23 dipendenti -:
quali interventi intenda adottare per salvaguardare i posti di lavoro di quei 23 dipendenti con le relative famiglie.
(4-07085)

RUZZANTE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
molti lavoratori che, entro il 31 dicembre 1997, avevano maturato la permanenza di 12 mesi nei progetti di lavori socialmente utili e ai quali mancavano meno di cinque anni al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di anzianità o vecchiaia, hanno avuto accesso alla contribuzione volontaria (metà a carico loro e metà a carico dello Stato) per il raggiungimento dei requisiti pensionistici, e sono stati collocati immediatamente in pensione in base al decreto legislativo n. 468 del 1997;
il decreto interministeriale del 21 maggio del 1998 prevede, nell'articolo 2, comma 2, che «... i lavoratori ammessi alla contribuzione volontaria sono immediatamente collocati in pensione, in deroga alle norme vigenti, con un trattamento pensionistico ridotto, commisurato alla effettiva anzianità contributiva dimostrabile al momento della domanda di ammissione alla contribuzione volontaria di cui al comma 3 seguente, per il periodo mancante al raggiungimento dei requisiti pensionistici. Una volta raggiunti tali requisiti pensionistici, il trattamento pensionistico viene erogato in modo pieno»;
l'entità della contribuzione volontaria è stata calcolata dall'Inps, su indicazione del Ministero del lavoro (circolare n. 100/98.1.3.6) sulla base dell'ultimo anno effettivamente lavorato e non, come avviene negli altri casi, sulla base dell'anno precedente alla presentazione della domanda;


Pag. 10092


in questo modo i lavoratori in mobilità lunga (quattro anni), che hanno fatto i lavori socialmente utili durante la mobilità e che sono andati in prepensionamento alla fine della mobilità, sono fortemente penalizzati. Infatti l'articolo 3, comma 6 del decreto legislativo 30 dicembre del 1992, n. 503 stabilisce che «per i periodi relativi ai trattamenti di mobilità di durata superiore all'anno di cui legge n. 223 del 23 luglio 1991, ricadenti nel periodo di riferimento per la determinazione della retribuzione pensionabile, le retribuzioni accreditate figurativamente sono rivalutate anche in base agli indici di variazione delle retribuzioni contrattuali del settore di appartenenza, rilevati dall'Istat»;
riportiamo un caso reale: fatto 100 l'imponibile a inizio mobilità, è diventato 117,5 dopo i quattro anni di mobilità. Senza entrare nel tecnicismo del calcolo, ma semplificando le cose, accade quanto segue: prepensionamento, aliquota annua 2 per cento, aliquota per trenta anni 60 per cento; il 60 per cento di 117,5 è 70,5; pensione piena, dopo i cinque anni di contribuzione volontaria, aliquota di rendimento annua 2 per cento, per 35 anni 70 per cento, il 70 per cento di 100 è 70, inferiore al 70,5. Se, invece, l'Inps avesse calcolato l'entità della contribuzione volontaria sull'imponibile dell'ultimo mese di mobilità sarebbe successo che i lavoratori avrebbero percepito una pensione di 82,25, ossia il 70 per cento di 117,5, imponibile dell'ultimo anno di mobilità. In pratica, un lavoratore che entra in mobilità con un reddito annuo di 44 milioni della vecchie lire e, dopo quattro anni di mobilità, matura - grazie alle rivalutazioni previste dalla legge n. 503 del 1992 - un reddito imponibile di 52 milioni di lire, perderà circa 6 milioni all'anno di pensione;
tutta la legislazione sulla mobilità ha come ratio quella di impedire che i lavoratori siano penalizzati dal punto di vista pensionistico; ma, a nostro avviso, il Ministero del lavoro, nel redigere la circolare n. 100/98 ha tenuto in considerazione solo l'ipotesi che i lavoratori passassero direttamente dal lavoro dipendente ai lavori socialmente utili, dimenticando che molti di quei lavoratori venivano da una mobilità di diversi anni;
il decreto interministeriale del 21 maggio del 1998, nell'articolo 2, comma 2 prevede che «...una volta raggiunti tali requisiti pensionistici, il trattamento pensionistico viene erogato in modo pieno» -:
se il Governo non ritenga ingiusta questa penalizzazione dei lavoratori, che hanno già avuto la sfortuna di non poter concludere, a causa della crisi della loro azienda, la loro carriera lavorativa.
(4-07087)

SGOBIO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
il 23 luglio scorso, nel corso di un incontro tenutosi in Prefettura a Gela sulla questione occupazionale delle aziende del polo industriale, è emerso che saranno oltre 413, dal prossimo mese di ottobre, i lavoratori del settore petrolchimico di Gela in esubero;
le organizzazioni sindacali hanno sollecitato la riapertura di un tavolo di confronto presso il ministero del Lavoro;
se non ritengano opportuno adoperarsi presso i soggetti interessati, al fine di aprire un tavolo di trattativa utile a tutelare la dignità ed i diritti dei lavoratori, individuando soluzioni alternative capaci di dare risposte certe e concrete ai lavoratori stessi.
(4-07092)

SGOBIO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
il 23 luglio scorso, i lavoratori della «Sidergroup», col sostegno della Fiom Cgil e del sindacato Slai Cobas, hanno presidiato i cancelli della fabbrica, a Taranto, per protestare contro il mancato pagamento dello stipendio del mese di


Pag. 10093

giugno e l'ipotesi, paventata dalla proprietà, di mettere in cassa integrazione i dipendenti e cessare l'attività produttiva;
la «Sidergroup», che comprende cinque aziende, la più importante delle quali è la «Sidermontaggi», opera nel settore dell'impiantistica metalmeccanica;
da diversi mesi l'azienda - secondo quanto reso noto dalla proprietà - versa in difficoltà economiche, aggravate da un contenzioso apertosi con la «Nuova Pignone», con cui la «Sidergroup» aveva stipulato un contratto, successivamente rescisso a seguito di un contenzioso, per la realizzazione di strutture per dieci piattaforme offshore, per complessivi quattro milioni di euro -:
se non ritengano opportuno adoperarsi, presso le parti, al fine di scongiurare l'ipotesi aziendale della cassa integrazione per i dipendenti, salvaguardando gli attuali livelli occupazionali, e garantire la continuità produttiva dell'azienda stessa, in un'area già purtroppo attraversata da altre e gravi crisi economiche e occupazionali.
(4-07093)