Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 328 del 24/6/2003
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Svolgimento di interrogazioni (ore 10,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Assassinio del giovane Giacomo Turra in Colombia - nn. 3-01351 e 3-02403)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Ruzzante n. 3-01351 e Innocenti n. 3-02403 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 1), che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Ventucci, ha facoltà di rispondere.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, è ormai evidente come il conflitto, che da decenni oppone gruppi armati di varia natura alle autorità colombiane, abbia inciso profondamente non solo sulle condizioni di sicurezza e sullo sviluppo economico della Colombia, ma anche sulla solidità delle sue istituzioni.
Gli sforzi del Governo e del Presidente Uribe per ristabilire lo Stato di diritto non possono prescindere da un puntuale rispetto dei diritti umani.
L'Italia ha progressivamente assunto un ruolo di primo piano nel contesto internazionale per individuare una soluzione pacifica del conflitto che vede il Governo di Bogotà impegnato su diversi fronti contro le FARC (le forze armate rivoluzionarie colombiane) e gli ELN (gli eserciti di liberazione nazionale) - movimenti della guerriglia di stampo marxista - e contro le AUC (le autodifese unite di Colombia) che raccolgono forze paramilitari collegate ad alcuni settori delle Forze armate, nonché contro il narcotraffico che si interseca ed alimenta i movimenti dell'eversione sia di destra sia di sinistra.
In tale contesto l'Italia era stata parte del gruppo dei paesi che facilitarono il


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dialogo tra il Governo dell'allora Presidente Pastrana e le FARC. L'interruzione dei negoziati, a causa dell'atteggiamento assunto dalla guerriglia, nonché la politica del nuovo Presidente Uribe, favorevole al dialogo a condizione che abbiano termine tutti gli atti di violenza, hanno peraltro profondamente mutato il panorama colombiano.
D'altronde, giova ricordare che proprio l'atteggiamento delle FARC e le violenze perpetrate anche su cittadini europei hanno motivato la decisione dell'Unione europea di includere tale movimento nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali.
Nelle diverse sedi estere, nel corso di incontri bilaterali, l'Italia non ha mancato di incoraggiare la Colombia alla piena attuazione dei principi di trasparenza e di responsabilità nell'azione di contrasto all'illegalità sottolineando, in particolare, la necessità di non creare fasce di impunità per crimini o abusi commessi da persone investite di pubbliche funzioni.
Tenendo conto di questo quadro complessivo, desidero ricordare che il caso di Giacomo Turra è stato seguito con particolare attenzione dal Governo italiano dal 1995, anno della tragica morte del giovane connazionale a Cartagena.
Dopo vari dispute tra comandi di polizia e organismi giudiziari colombiani, che facevano emergere opinioni contrastanti circa l'autorità competente a procedere, la magistratura militare, posta sotto pressione dalle proteste della nostra rappresentanza diplomatica, dalle autorità istituzionali, dalle autorità politiche italiane e dai familiari della vittima, incriminò per omicidio preterintenzionale cinque agenti colombiani, che furono giudicati ed assolti da un collegio presieduto da un loro superiore, come previsto dalla legge in vigore a quell'epoca. La sentenza venne poi confermata in appello dal tribunale militare di Bogotà. Il ricorso in Cassazione è stato presentato dai legali del giovane in data 10 giugno 1999 e, più volte, l'ambasciatore d'Italia a Bogotà ha rappresentato personalmente al presidente della Corte e ad altre personalità del mondo politico e istituzionale le forti perplessità sulle precedenti sentenze, tese a giustificare l'operato dei poliziotti imputati trascurando l'esame di prove che avrebbero potuto condurre a conclusioni diverse.
Con la risoluzione n. 75 del 10 ottobre 2001, la Commissione interamericana per i diritti umani, di cui la Colombia è parte, ha giudicato ammissibile la petizione della commissione colombiana dei giuristi che, a suo tempo, aveva denunciato responsabilità per violazione dei diritti umani nei confronti del nostro connazionale. La Commissione interamericana in parola dovrebbe, quindi, procedere all'esame di merito del caso; qualora venissero riscontrate responsabilità, la Colombia verrebbe invitata formalmente ad adottare tutte le iniziative dirette alla punizione dei responsabili e al risarcimento dei danni. Questo risultato costituisce uno dei segni tangibili dell'interessamento delle nostre autorità diplomatiche al caso Turra, che è stato costantemente segnalato alle diverse controparti colombiane in occasione di visite e di incontri tra le delegazioni dei rispettivi paesi.
Tale attività di sensibilizzazione ha proceduto in parallelo con l'iter giudiziario della vicenda, purtroppo conclusasi con l'assoluzione da parte dalla Corte suprema di Bogotà in data 27 settembre 2002 dei cinque poliziotti accusati di omicidio preterintenzionale. Anche se i passi svolti presso le autorità colombiane fin da quando fu emesso il verdetto di primo grado non hanno potuto impedire un esito della vicenda che riteniamo ingiusto, la nostra rappresentanza diplomatica a Bogotà continua, in ogni caso, a seguire con la massima attenzione la vicenda, non mancando di esprimere alla controparte colombiana la profonda insoddisfazione del Governo italiano per come questa tragica vicenda è stata trattata dai competenti organismi amministrativi e giudiziari colombiani.

PRESIDENTE. L'onorevole Ruzzante ha facoltà di replicare per la sua interrogazione


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n. 3-01351 e per l'interrogazione Innocenti n. 3-02403, di cui è cofirmatario.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, signor sottosegretario, otto anni sono trascorsi senza giustizia per la famiglia Turra. Giacomo Turra, uno studente universitario padovano in vacanza in Colombia, è stato prelevato dagli agenti di polizia dalla sua abitazione e non è più tornato a casa, ed era in perfetto stato di salute. Questo è ciò che è accaduto. Il Governo lo sa benissimo, avendo seguito costantemente la vicenda in questi otto anni.
Signor sottosegretario, c'è anche un aspetto simbolico nell'interrogazione di cui sono primo firmatario. Sono quasi cento i deputati di quest'Assemblea, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari, che hanno sottoscritto questa interrogazione. C'è, dunque, un aspetto simbolico, bipartisan. Innanzitutto, li ringrazio per aver sottoscritto questa interrogazione. È la dimostrazione che, di fronte ad un caso lampante, chiarissimo ed evidente di assenza di elementari diritti umani nei confronti del giovane padovano ucciso in Colombia, tutto il Parlamento, dal centrodestra al centrosinistra, intende chiedere giustizia e non vuole arrendersi a sentenze palesemente e chiaramente autoassolutorie. È coinvolta, infatti, la polizia militare che, in qualche modo, ha sicuramente addentellati con il potere giudiziario. Sul caso di Giacomo Turra si sono espressi e hanno preso posizione sei premi Nobel, l'Accademia dei Lincei, l'università di Padova, il consiglio comunale di Padova, che è governato da una maggioranza di centrodestra. Lo ricordo per dire come ci sia stata un'unanimità nei confronti di una vicenda che appare assolutamente incredibile dal punto di vista giudiziario.
In primo grado, i militari della polizia erano stati accusati dell'omicidio; poi, nei gradi successivi sono stati assolti, fino ad arrivare all'assurda sentenza della Corte suprema colombiana. Secondo la sentenza, Giacomo Turra è deceduto per i colpi che egli stesso si è inferto nel commissariato di polizia di Cartagena. Questo sostiene la sentenza della Corte suprema. Siamo veramente di fronte ad un assurdo, ad una situazione che ha dell'incredibile. Purtroppo, ci sono altri casi verificatisi in Colombia che, però, si sono risolti positivamente. Lo dico al rappresentante del Governo: sempre in Colombia, nei giorni in cui è deceduto Giacomo Turra si è verificato un caso analogo, che ha riguardato un cittadino spagnolo, Inigo Eguiluz, ucciso insieme ad un sacerdote colombiano.
Ebbene, anche in quel caso le autorità colombiane avevano ipotizzato un incidente stradale, ma nel gennaio del 2001 i poliziotti autori dell'omicidio volontario sono stati condannati a 29 anni di carcere: c'è una bella differenza tra un incidente stradale e i 29 anni di carcere inflitti nei confronti dei poliziotti autori dell'omicidio di questo giovane spagnolo.
Ho citato il caso di questo giovane spagnolo per dire che secondo me c'è ancora qualche spazio, qualche possibilità, affinché il caso di Giacomo Turra non sia l'ennesimo caso che va a finire nel dimenticatoio giudiziario. Io credo che l'esempio del giovane spagnolo dimostri come il Governo possa in qualche modo incidere di più nei rapporti anche diplomatici con la Colombia. Sappiamo che c'è una collaborazione sul fronte della giustizia e altre collaborazioni con il Governo colombiano. Io credo che il Governo italiano faccia bene a favorire un percorso democratico da parte di quel Governo, ma deve essere chiaro alle autorità colombiane che il rapporto con l'Italia passa attraverso la chiarezza sul caso di Giacomo Turra. Non è possibile, a distanza di 8 anni, accettare che un giovane studente padovano di 23 anni muoia in Colombia senza sapere perché.

PRESIDENTE. Onorevole Ruzzante, la prego di concludere.

PIERO RUZZANTE. Per concludere - ringraziando il Presidente per la segnalazione del tempo scaduto - chiedo al Governo di fare, veramente, tutto quello che è nelle sue possibilità. Mi dichiaro


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parzialmente soddisfatto della risposta del Governo perché vorrei veramente che questa questione sia assolutamente centrale, perché non è possibile che un ragazzo di 23 anni muoia dopo essere stato fermato dalle forze di polizia. Signor sottosegretario, le assicuro che non smetterò di battermi ed è dal 1995 che lo faccio: ho conosciuto personalmente Giacomo Turra, ma non è per questo che continuo a battermi. Credo sia giusto difendere i nostri connazionali all'estero, per lavoro o per turismo. Quindi, non smetterò di battermi per questa vicenda, come non smetteremo di batterci perché si è costituito il «comitato per la giustizia Giacomo Turra». Giacomo non tornerà in vita, ma credo che il fatto che questo caso resti senza colpevoli è una cosa che il popolo italiano, il Governo italiano ed il Parlamento italiano non possono accettare.

PRESIDENTE. Avverto che l'interrogazione a risposta orale Folena e Di Serio D'Antona n. 3-01460, già all'ordine del giorno della seduta odierna, è stata trasformata dai presentatori in interrogazione a risposta scritta.

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