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data degli eventi sismici iniziati il 31 ottobre 2002 nel territorio di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 ottobre 2002 e dell'8 novembre 2002, la sospensione fino al 31 marzo 2003, dei versamenti dei contributi di previdenza e di assistenza sociale e dei premi per l'assicurazione sociale obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, ivi compresa la quota a carico dei lavoratori dipendenti, nonché di quelli con contratto di collaborazione coordinata e continuativa;
gli interventi per la manutenzione degli stessi, l'acquisto di materiale per le bonifiche e lavaggi stradali, eccetera. Risulta, inoltre, che vi siano ritardi per i pagamenti delle spettanze straordinarie ai Vigili del Fuoco;
disappunto per quanto accaduto e stigmatizzano l'atteggiamento del sindaco Di Ruscio e di tutta l'Amministrazione comunale che hanno di fatto cancellato dal calendario della città di Fermo la Festa della Repubblica»;
l'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3253 del 29 novembre 2002 prevedeva al primo comma dell'articolo 7, nei confronti dei soggetti residenti, aventi sede legale o operativa alla
con successiva ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3279 del 10 aprile 2003 i suddetti termini di sospensione sono stati prorogati al 30 giugno 2003;
i lavoratori appartenenti alla Polizia di Stato della Provincia di Campobasso lamentano la mancata sospensione dei contributi previdenziali da parte del Servizio Trattamento Economico e Previdenziale del Ministero dell'Interno nonostante le ripetute e legittime richieste;
il Dipartimento della Pubblica Sicurezza con tale atteggiamento ha creato un'ingiustificata disparità di trattamento sia tra i dipendenti del Ministero dell'Interno, sia all'interno del Comparto Sicurezza in quanto tali benefici vengono giustamente percepiti dai colleghi dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di consentire anche agli appartenenti alla Polizia di Stato della Provincia di Campobasso di ottenere i benefici previsti dalle ordinanze n. 3253/2002 e n. 3279/2003 della Presidenza del Consiglio dei ministri.
(3-02381)
in questi giorni vi è stato l'ennesimo episodio di intimidazione da parte di gruppi estremisti ai danni della Cisl di Monselice (Padova) e della Uil di Padova, attraverso il recapito di una missiva contenente una stella a cinque punte e l'avvertimento «vi osserviamo e vi puniamo»;
nella missiva recapitata alla Cisl di Monselice vi era anche la rivendicazione dell'attentato (incendiario messo a segno nella sede di Este (Padova) verso la fine dello scorso anno -:
se il Ministro sia al corrente di questi ripetuti episodi di intimidazione che stanno avvenendo a Padova e provincia;
quali iniziative concrete intenda adottare per individuare i responsabili di tali azioni intimidatorie e per fare in modo che tali episodi non si ripetano in futuro.
(3-02382)
martedì 20 maggio si è svolta presso la sede della prefettura di Siracusa, ed alla presenza del prefetto Francesco Alecci, una conferenza stampa del Polo delle libertà avente ad oggetto l'appalto dell'autostrada Siracusa-Catania e la relativa contestazione dei meriti in materia del presidente della provincia di Siracusa;
alla conferenza stampa non erano presenti soltanto esponenti del governo, cosa che già avrebbe rappresentato una grave forzatura avendo l'iniziativa caratteristiche specificatamente politiche e di parte, ma anche i deputati nazionali e regionali della destra privi di qualsiasi funzione di governo e non erano stati invitati i deputati del centrosinistra;
in particolare, alla conferenza stampa erano presenti il Ministro Prestigiacomo, il sottosegretario Nicola Bono, il senatore Centaro, l'onorevole Giuseppe Gianni ed il deputato regionale Confalone;
alcuni dei suddetti parlamentari erano stati peraltro indicati come assessori dal candidato della destra a presidente della provincia e quindi impegnati direttamente nella campagna elettorale;
la concessione della sala della prefettura e la presenza del prefetto allo stesso tavolo rappresentano fatti di una gravità inaudita, anche in considerazione del fatto che il 25 maggio in provincia di Siracusa si svolgevano le elezioni per la presidenza della provincia ed il rinnovo del consiglio provinciale;
si è verificata una interferenza grave nella vita politica ed una turbativa nel corso delle elezioni e si è nel contempo danneggiata fortemente l'immagine di rappresentante dello Stato e non di una parte politica che il prefetto deve mantenere in ogni momento;
nella storia dell'Italia repubblicana non esiste un altro caso analogo di prefetto coinvolto in una conferenza stampa di una parte politica, a testimonianza del grave errore istituzionale posto in essere sia dal centrodestra che ha coinvolto il prefetto, sia dal prefetto stesso, che avrebbe dovuto in ogni caso astenersi dal partecipare alla suddetta Conferenza stampa -:
se il Ministro non ritenga inevitabile disporre la rimozione del prefetto di Siracusa dall'incarico, vista l'inadeguatezza dimostrata, nonché l'incompatibilità ambientale determinatasi non avendo garantito l'imparzialità e la correttezza istituzionale che dovrebbero caratterizzare il profilo di un alto rappresentante dello Stato.
(3-02383)
il giorno 7 giugno 2003, si consumava a Roma, presso Via Selmi, l'ennesimo atto intimidatorio ai danni di una sede di Alleanza Nazionale, che veniva barbaramente assaltata da alcuni esponenti dei centri sociali che ivi si trovavano per partecipare ad una manifestazione presso il limitrofo carcere di Rebibbia;
in particolare contro la sede del circolo territoriale AN erano lanciate uova piene di vernice rossa, e l'atto intimidatorio era rivendicato con una stella a cinque punte incisa sopra il simbolo di AN, denunciando quindi una chiara matrice terroristica;
il tutto avveniva in una zona molto trafficata di Roma, alle 20 di sera, ed in concomitanza con la festa parrocchiale del quartiere, suscitando il panico collettivo dei numerosi astanti nonché gravi disagi alla viabilità -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga opportuno chiudere definitivamente quei centri sociali che ripetutamente si sono macchiati di tali barbari atti, divenendo focolai di violenza e di aggressività, e vessilli di virulenta propaganda che offendono il rispetto della cultura della tolleranza e della pacifica libertà di espressione.
(3-02384)
all'interno del comando provinciale di Firenze, i vigili del fuoco dei distaccamenti di Empoli e di Castelfiorentino (Petrazzi) garantiscono il loro intervento su una vasta area di territorio comprendente 16 Comuni, con circa 220.000 abitanti, con una delle realtà produttive più importanti della Toscana;
vengono svolti annualmente circa 2.300 interventi fra spegnimento incendi, soccorsi a persone ed animali, bonifiche, eccetera;
il personale adibito a garantire gli interventi e la sicurezza alla popolazione residente è da tempo al di sotto delle necessità. La pianta organica dei due distaccamenti prevede la presenza di 62 unità (38 ad Empoli e 24 a Castelfiorentino), mentre in servizio ci sono solo 48 unità di personale;
a ciò si è aggiunta, da qualche tempo, una difficoltà di carattere finanziario che rischia di impedire l'approvvigionamento del gasolio e della benzina per gli automezzi,
il periodo estivo verso il quale ci incamminiamo e la calura di questi giorni reclamano un intervento urgente per consentire un corretto funzionamento dei distaccamenti sopra richiamati e permettere a Vigili del Fuoco di far fronte con prontezza alle eventuali richieste di soccorso dei cittadini -:
quali interventi intenda mettere in atto per garantire il funzionamento dei distaccamenti in questione e garantire la sicurezza delle popolazioni residenti.
(5-02102)
nella giornata di mercoledì, 11 giugno 2003, una bomba incendiaria è stata collocata poco dopo l'alba nei pressi della porta di accesso secondaria della Cattedrale di Lecce e ha bruciato il portone di ingresso;
sulle pareti esterne dell'edificio, sono state scritte frasi intimidatorie contro il Vescovo della città di Lecce, Monsignore Cosmo Damiano Ruppi e contro Don Cesare Lodeserto, che gestisce il centro di permanenza temporanea per immigrati «Regina Pacis» di San Foca, nel Comune di Melendugno;
è necessario ricordare che nelle ultime settimane, ci sono state accese polemiche sulla gestione del centro immigrati, fatte da parlamentari del centro sinistra e da appartenenti ai movimenti cosiddetti «no global» -:
quali iniziative di propria competenza intenda adottare per evitare che in futuro possano ripetersi tali deprecabili episodi di intolleranza.
(4-06595)
ogni anno in Italia sulle strade ci sono circa 9.000 morti, 22.000 disabili gravi e 300.000 feriti. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani tra i 15 ed i 29 anni: oltre 100.000 persone sono morte negli ultimi 30 anni in questa fascia di età. Ogni anno perdono la vita a causa di incidenti stradali 100 bambini sotto i 10 anni e 800 pedoni;
gli incidenti stradali rappresentano un gravissimo problema di sanità pubblica, di spesa sociale, di non quantificabile ed indescrivibile dolore per decine di migliaia di famiglie ogni anno;
l'Italia è in controtendenza rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea: da noi la mortalità invece di diminuire ogni anno del 5 per cento, come ci imporrebbe l'Unione europea, continua ad aumentare costantemente -:
se corrisponda al vero che in occasione del prossimo referendum, oltre alla normale richiesta di personale della polizia stradale per i servizi di scorta alle schede elettorali, servizi di collegamento e vigilanza, sia stato chiesto alle sezioni e compartimenti di molte province anche l'incremento delle aliquote di agenti della polstrada da mettere a disposizione delle questure per turni di vigilanza fissa presso le sezioni elettorali;
se corrisponda al vero che in molte zone del Paese, durante lo svolgimento del referendum, sarà quindi, quasi assente la vigilanza della polizia sulle strade per la prevenzione e la repressione delle violazioni al codice della strada;
se non ritenga sconcertante a fronte della gravità della situazione relativa all'incidentalità stradale nel nostro Paese, impiegare durante un fine settimana estivo gli agenti della polizia stradale in compiti di scorta alle schede elettorali e di vigilanza fissa all'interno o all'esterno dei seggi elettorali.
(4-06602)
il 12 giugno 2003, il segretario generale della Cgil della Calabria ha denunciato che a Catanzaro «tre lavoratori dipendenti, di età compresa tra i 26 ed i 30 anni, di un'azienda di servizi sono stati licenziati perché si sono rifiutati di accettare l'intimazione del datore di lavoro a consegnare il libretto elettorale con il quale si va a votare per il referendum sull'articolo 18»;
secondo quanto riferito dal segretario generale della Cgil della Calabria, in altre aziende della provincia di Cosenza altri lavoratori sono stati minacciati dai datori di lavoro per non andare a votare e sono stati costretti a consegnare, per evitare il licenziamento, il certificato elettorale;
la denuncia del segretario generale della Cgil della Calabria è di una gravità senza precedenti, perché è un reato impedire ad un cittadino di esercitare liberamente i propri diritti elettorali -:
se non ritengano urgente intervenire, ciascuno per i propri ambiti di competenza, nell'intento di dare disposizioni ai prefetti affinché si facciano accurati controlli sulle denunce fatte dalla Cgil della Calabria, a tutela della libertà dei cittadini, e a difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori.
(4-06605)
l'arresto di cinque extracomunitari, in seguito al ritrovamento di un chilo di esplosivo C4 nel casolare abbandonato in cui vivevano, a Badia Polesine in provincia di Rovigo e il successivo ritrovamento, nella locale struttura che fungeva da moschea, di cartine italiane e di altri Paesi europei con evidenti sottolineature di potenziali obiettivi sensibili, secondo quanto hanno riportato gli organi di informazione, sta destando nella popolazione locale, e non solo, una viva preoccupazione;
il ritrovamento dell'esplosivo e i conseguenti arresti sono avvenuti, non in base a informazioni di qualche tipo sulla possibile presenza di terroristi, ma in seguito ad un controllo dei carabinieri alla ricerca di eventuali clandestini;
questa circostanza, legata al fatto che soltanto uno di loro era in regola con il permesso di soggiorno e che gli altri avevano, secondo la normativa attualmente in corso, fatto richiesta dello stesso, senza avere avuto nessuna risposta, desta, ovviamente, grosse perplessità sulla efficienza dei controlli e sulla validità e rapidità con cui si sta procedendo all'attuazione della tanto sbandierata «legge Bossi-Fini»;
il territorio dove sono stati fatti questi ritrovamenti è stato, sino a questo momento, una delle zone più tranquille della provincia di Rovigo e, tranne piccoli insignificanti episodi, nella cittadina di Badia Polesine si era arrivati ad un reale processo di integrazione, sia lavorativo che sociale, fra gli abitanti e la comunità di immigrati che lì risiede -:
quali misure si stiano adottando per ripristinare un clima di serena convivenza nella zona, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini.
(4-06606)
in una dichiarazione congiunta Cgil-Cisl-Uil lanciano una campagna di mobilitazione presso le prefetture e gli uffici provinciali del lavoro d'Italia, che culminerà in un presidio nazionale davanti al ministero del lavoro nei giorni 24-25 febbraio 2003;
le organizzazioni sindacali, insieme alle molte associazioni che si occupano di immigrazione, segnalano i problemi fin qui emersi in relazione all'attuazione della cosiddetta legge Bossi-Fini nella parte che riguarda la regolarizzazione dei lavoratori stranieri;
allo stato attuale, a più di due mesi dalla scadenza del termine di presentazione delle domande di regolarizzazione, solo poche migliaia di pratiche risultano chiuse;
i dati che arrivano dalle varie prefetture mettono in luce la totale disfunzione del servizio, evidenziando sia sul piano operativo che sul piano politico-istituzionale l'assenza di coordinamento e di collaborazione fra ministero dell'interno e ministero del lavoro e delle politiche sociali e tra gli uffici centrali e quelli periferici;
il prorogarsi delle procedure di regolarizzazione rende insopportabili le condizioni di vita dei lavoratori stranieri i quali devono sottostare a ricatti di ogni genere;
è noto, tra l'altro, che fino all'ottenimento del permesso di soggiorno, i lavoratori stranieri non possono temporaneamente uscire dal territorio italiano -:
quanto tempo stima necessario per la chiusura della sanatoria e quali siano ad oggi i dati sia a livello nazionale che a livello provinciale relativi alle domande di regolarizzazione;
se intendano procedere all'individuazione delle disfunzioni organizzative al fine di reperire strumenti idonei a rendere più efficiente la procedura di valutazione e accoglimento delle domande di regolarizzazione;
dopo più di due mesi dalla scadenza del termine di presentazione delle domande di regolarizzazione, che valutazione venga data del lavoro fin qui svolto dagli organi preposti, con particolare riguardo alla collaborazione tra il ministero dell'interno e il ministero del lavoro e delle politiche sociali e al coordinamento tra gli uffici periferici e quelli centrali;
se non si ritenga necessario e urgente rilasciare un permesso di soggiorno valido fino al completamento della procedura di regolarizzazione a tutti i lavoratori stranieri che ne hanno fatto richiesta ai sensi della legge del 30 luglio 2002, n. 189, e della legge del 9 ottobre 2002, n. 222, al fine di garantire loro condizioni di vita meno precarie;
se si intendano convocare i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni che si occupano di immigrazione al fine di elaborare decisioni tese a migliorare la situazione partendo dall'esperienza «sul campo» di tutte le organizzazioni che si sono mobilitate in difesa dei diritti dei lavoratori stranieri.
(4-06607)
da notizie di stampa, gli interroganti sono venuti a conoscenza che, contrariamente a quanto avvenuto in tutta Italia, nel comune di Fermo (Ascoli Piceno) sono state annullate le celebrazioni per la Festa Nazionale della Repubblica Italiana, dopo che era stato predisposto il programma e affisso addirittura i manifesti;
con un comunicato l'amministrazione comunale nei giorni precedenti il 2 giugno aveva annunciato che «La celebrazione contemporanea di altre importanti iniziative nell'ambito provinciale ha indotto l'amministrazione comunale ad annullare l'intero programma già organizzato, ad eccezione della visita gratuita a tutti i musei civici. L'amministrazione si scusa con l'Arcidiocesi, gli enti e le associazioni per l'imprevisto contrattempo. La Festa della Repubblica sarà onorata il 20 giugno, in occasione del 59o Anniversario della Liberazione di Fermo»;
naturalmente tale annuncio ha provocato delusione e proteste nella cittadinanza, dure prese di posizione da parte di forze politiche ed associazioni combattentistiche;
i capigruppo consiliari dei Ds, Margherita, di Rifondazione Comunista, di Città Future, di Città Territorio-Repubblicani Europei hanno espresso «il più profondo
in un comunicato successivo la Giunta comunale di Fermo ha ribadito «il rinvio è stato determinato da una sovrapposizione di cerimonie similari non preventivamente coordinate. Questo ha causato una vera e propria impossibilità a consentire lo svolgimento del programma in sede locale anche perché nel frattempo si è aderito alla cerimonia celebrativa della Festa della Repubblica presso la città di S. Elpidio a Mare...»;
gli interroganti ritengono che sia il primo ed unico caso nel nostro Paese in cui un'istituzione non abbia organizzato celebrazioni per la Festa della Repubblica. Giornata che peraltro è stata vissuta con grande partecipazione dei cittadini in tutta Italia;
gli interroganti ritengono che la decisione del comune di Fermo sia stata una scelta grave e irrispettosa della storia dell'Italia compiuta con risibili giustificazioni -:
se sia a conoscenza della decisione del sindaco di Fermo di annullare le celebrazioni della festività del 2 giugno;
se anche in altre province sia stata annullata la celebrazione della «festa della Repubblica» con la motivazione dell'eventuale sovrapposizione di più iniziative analoghe;
se, nei giorni precedenti alla «mancata» celebrazione del 2 giugno il prefetto di Ascoli si sia attivato e come in relazione alla vicenda esposta in premessa.
(4-06613)
da una lettera pubblicata il 15 maggio 2003 sul quotidiano Liberazione, si è appreso che in data 13 maggio 2003, alcune persone, forse appartenenti all'arma dei Carabinieri, si sarebbero introdotte nel centro sociale «Corto Circuito» di Roma, dove avrebbero sequestrato un camion che si trovava parcheggiato all'interno del centro sociale;
da quanto emerge dalla lettera di cui sopra, il fatto si sarebbe svolto quando la struttura era chiusa e senza la presenza del proprietario del veicolo, o di altri frequentatori del centro sociale;
considerate le modalità con la quale si è proceduto al sequestro del veicolo - ingresso nel centro sociale in un momento in cui nessuno era presente e senza avvisare il proprietario del camion - forte è la preoccupazione che l'episodio possa costituire un tentativo di intimidire i giovani che frequentano il centro sociale «Corto Circuito» di Roma -:
di quali informazioni il Ministro disponga al riguardo;
in particolare, se il sequestro del veicolo sia avvenuto effettivamente da parte di appartenenti alle forze dell'ordine e, in tal caso, da chi;
se il sequestro sia avvenuto a seguito di un provvedimento dell'autorità giudiziaria e, in caso negativo, sulla base di quale norma di legge si sia provveduto al sequestro con le modalità sopra descritte.
(4-06615)
verso le 23.15 del giorno 29 maggio 2003 due agenti della mobile di Verona si sono recati in Via Scuderlando 383 presso la residenza del segretario provinciale di Rifondazione Comunista Renato Peretti, e, senza dare spiegazione alcuna del motivo della loro visita, hanno chiesto alla moglie del suddetto di esibire il proprio documento e, sempre senza spiegazioni, si sono trattenuti oltre mezz'ora in attesa del suo rientro, creando comprensibile allarme nella moglie e nel figlio minorenne;
il signor Perretti, nel frattempo rientrato a casa, su richiesta telefonica da parte del figlio, veniva richiesto di esibire i documenti e, solo a richiesta del motivo veniva esplicitato trattarsi di una verifica eseguita a seguito di una segnalazione telefonica riguardante la sua autovettura che sarebbe stata usata come «base» da un gruppetto di persone dedite ad effettuare scritte abusive;
il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Renato Peretti ammetteva immediatamente e senza difficoltà alcuna di essere l'autore della scritta «Il 15 giugno vota sì - art. 18» su alcuni vecchi muri industriali, anzi rivendicava il gesto come deliberato atto di disobbedienza civile contro il vergognoso silenzio steso contro il diritto costituzionale dei cittadini a partecipare informati alla consultazione referendaria del 15 e 16 giugno 2003 e ribadiva la propria volontà di ristabilire, con il proprio gesto e proprio violando la legge, un minimo di giustizia, richiamando quello «stato di necessità» riconosciuto dalla stessa giurisprudenza quando si manifesti una «contraddizione tra i valori generali» e «singole leggi o situazioni ritenute ad essi non conformi» (Ernesto Benelli) e la propria «rigorosa disponibilità a subire determinate e previste situazioni di svantaggio quali i procedimenti penali e le conseguenti sanzioni irrogate ai trasgressori»;
il signor Peretti, proprio in virtù del ruolo politico svolto nella città di Verona, è perfettamente conosciuto dalle locali Forze dell'ordine che avrebbero avuto facilità a convocarlo il giorno seguente piuttosto che irrompere a tarda ora nella sua abitazione senza esplicitarne i motivi e creando notevole apprensione e timori tra i familiari -:
se non ritenga che nel comportamento messo in atto dalle forze dell'ordine sia possibile intravedere se non proprio un'azione intimidatoria perlomeno un «eccesso di zelo»;
se sia prassi abituale quella di recarsi nella residenza dei cittadini per verificare comportamenti anche eterodossi, ma che comportano sanzioni meramente amministrative;
se gli agenti delle forze dell'ordine non siano sempre tenuti a fornire spiegazioni circa le motivazioni alla base di eventuali richieste di documenti;
se esistono direttive precise e quali in merito agli «accertamenti» domiciliari da parte delle Forze dell'ordine.
(4-06616)