Allegato B
Seduta n. 305 del 7/5/2003

TESTO AGGIORNATO ALL'8 MAGGIO 2003


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 12 febbraio 2003 la IX Commissione della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione n. 700194 avente per oggetto «Tariffe Postali Agevolate per Partiti ed Organizzazioni Sindacali», che impegna il Governo a ripristinare con decorrenza 1o gennaio 2003 le tariffe agevolate per la spedizione postale delle comunicazioni di partiti ed organizzazioni sindacali, con le stesse modalità in vigore nel 2002;
ad oggi non risultano iniziative del Governo per dare attuazione a quanto deciso dal Parlamento;
le spedizioni dei materiali politici da parte di partiti e organizzazioni sindacali risultano del tutto bloccate, come quelle di molte associazioni non profit, anch'esse escluse dalle agevolazioni;
questo comportamento discriminatorio sembra configurare una volontà dell'esecutivo di ostacolare la libera circolazione della informazione nel paese, cosa particolarmente grave anche in relazione alle scadenze elettorali previste a breve -:
sottolineando la grande urgenza di un'attivazione positiva di quanto deciso dal Parlamento, quando intenda adottare il provvedimento che ripristina, con decorrenza dal 1o gennaio 2003, le tariffe agevolate per la spedizione postale delle comunicazioni di partiti e organizzazioni sindacali.
(2-00741)
«Panattoni, Duca, Di Gioia, Grignaffini, Battaglia, Bressa, Buffo, Cabras, Calzolaio, Carboni, Carli, Chianale, Mauro, Ciani, Cima, Crucianelli, Dameri, De Brasi, Di Serio D'Antona, Franceschini, Franci, Fumagalli, Gasperoni, Giacco, Giachetti, Grandi, Innocenti, Lumia, Lusetti, Raffaella Mariani, Melandri, Merlo, Minniti, Montecchi, Mussi, Olivieri, Ottone, Pennacchi, Petrella, Piglionica, Pinotti, Ranieri, Rava, Realacci, Rognoni, Rotundo, Rugghia, Russo Spena, Ruzzante, Soda, Tuccillo, Vianello, Vigni, Zanotti, Sandi».

Interrogazione a risposta in Commissione:

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i complessi accertamenti avviati per identificare chi avesse utilizzato le schede telefoniche mediante le quali era stato rivendicato l'omicidio del professor Massimo D'Antona, consentì ben presto di accertare senza possibilità di dubbio, che a partire dal 7 giugno 1999, utilizzando una di tali schede, Aladin Hamidovic aveva più volte contattato, dalla cabina pubblica, sita in Roma via Parravano, angolo via Pincherle, utenze riconducibili a Silvana Pilotti, con la quale intratteneva una relazione sentimentale;
mediante la scheda telefonica con cui venne rivendicato l'omicidio del professor D'Antona, risultò essere stata contattata l'utenza dell'associazione «Casa dei Diritti Sociali», già chiamata due volte, l'8 giugno 1999;
già dal dicembre 1999 era noto agli organismi di polizia che la Casa dei Diritti Sociali è un'associazione che si interessa delle problematiche connesse all'emigrazione


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ed agli immigrati, favorendone l'integrazione e la permanenza nel territorio nazionale;
tale attività viene esercitata anche fornendo servizi di assistenza legale e medica, nonché di consulenza del lavoro;
l'esame del traffico telefonico sull'utenza intestata alla Casa dei Diritti Sociali aveva fatto emergere contatti fra tale utenza e l'utenza intestata a Paola Galesi, sorella del latitante Mario Galesi, ritenuto, all'epoca, autore di una rapina perpetrata in Radicofani il 15 gennaio 1997 ai danni di un ufficio postale, unitamente a Jerome Cruciani;
Mario Galesi - ucciso nel conflitto a fuoco in cui ha perso la vita l'agente della polizia di Stato Emanuele Petri ed è stato ferito l'agente della polizia di Stato Bruno Fortunato - viaggiava, sul treno Roma-Firenze, con Nadia Desdemona Lioce, arrestata a seguito del predetto conflitto a fuoco e dichiaratasi, immediatamente, «combattente comunista e prigioniera politica»;
la Casa dei Diritti Sociali è titolare di varie convenzioni con il Comune di Roma, come emerge dal sito internet www.dirittisociali.org -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti detti in premessa e, in caso affermativo, se non ritenga opportuno investire della questione il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica affinché si proceda alla chiusura della Casa dei Diritti Sociali per ragioni di ordine pubblico.
(5-01960)

Interrogazioni a risposta scritta:

FIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ai sensi e per gli effetti del decreto-legge n. 351 del 2001 convertito in legge 23 novembre 2001 n. 410, anche l'INPDAP (Istituto Nazionale Previdenza Dipendenti Pubblici) ha trasferito in blocco a titolo oneroso la titolarità dei propri immobili destinati ad uso abitativo ad una società di cartolarizzazione immobili pubblici, la S.C.I.P. di Roma;
tale normativa riconosce tuttavia ai conduttori delle unità immobiliari di cui trattasi, ancorché cedute in proprietà a società terze, il diritto di opzione per l'acquisto in forma individuale o a mezzo di mandato collettivo, con le agevolazioni di cui al comma 8 dell'articolo 6 del decreto legislativo 16 febbraio 1996 n. 104;
risulta all'interrogante che malgrado la dismissione di detti immobili da parte della S.C.I.P. srl sia già in stato di avanzata attuazione, la GEFI-CIEMME, srl Fiduciaria Romana S.p.A. consortile di Gestioni Immobiliari con sede legale in Via Kircher Roma, quale affidataria dei servizi di gestione del patrimonio immobiliare INPDAP, in data 17 marzo 2003 ha indirizzato ai locatari Prenestino-Collatino di Roma formale disdetta dei contratti di locazione degli immobili locati, diffidandoli a lasciarli perentoriamente liberi da persone e cose entro il 31 dicembre 2003 -:
se, visto il progredire del programma di dismissione degli immobili di cui sopra, l'inopportunità dell'iniziativa della GEFI-CIEMME s.r.l. - che peraltro, come si poteva attendere, ha suscitato vivissima preoccupazione nei locatari di tutti gli altri immobili INPDAP, collocati sul territorio metropolitano e nazionale - non ritengano di intervenire nei modi più appropriati ed urgenti affinché venga chiarito che le comunicazioni di disdetta di cui sopra non pregiudicano affatto, per i locatari interessati, i diritti di opzione all'acquisto e quelli comunque assicurati dalla legge n. 410/2001, almeno sino a che non siano terminate tutte le operazioni di dismissione degli immobili in argomento.
(4-06213)


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PECORARO SCANIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i recenti casi di omicidio plurimo ad opera di persone che detenevano legittimamente armi da fuoco, nonostante palesassero segni di evidente disagio mentale, pongono ancora una volta il problema della eccessiva facilità con cui troppo spesso vengono concesse autorizzazioni alla detenzione di armi;
ogni anno in Italia si verificano decine di casi di omicidi o di morti accidentali causate dalle armi da fuoco;
solo per «incidenti di caccia» sono morte 50 persone nella stagione venatoria appena trascorsa e quasi sempre per imperizia o imprudenza di chi comunque era stato legittimamente autorizzato alla detenzione e all'uso di un'arma;
ben più grave è invece la concessione - da parte delle autorità competenti - dell'autorizzazione alla detenzione o, peggio, all'uso per difesa personale di armi da fuoco a persone con evidenti disturbi di ordine psichico, come drammaticamente dimostrato dalle molte tragedie avvenute;
secondo il rapporto Italia 2003 curato dall'Eurispes, l'arma utilizzata nella metà dei casi di omicidi familiari e di relazione è un'arma da fuoco ed è ragionevole pensare che in sua assenza molti raptus violenti non avrebbero un epilogo così tragico come la morte di una o più persone -:
se il Governo intenda accertare eventuali responsabilità nella concessione di autorizzazioni alla detenzione di armi da fuoco a persone psicologicamente instabili;
quali provvedimenti intenda prendere il Governo per ridurre drasticamente le autorizzazioni alla detenzione e all'uso di armi da fuoco, nei casi in cui non sia strettamente necessario;
se il Governo non intenda procedere ad una revisione generale e straordinaria dell'intero quadro normativo in materia di detenzione di armi, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini.
(4-06217)

LION. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
in data 5 dicembre 1990, la ditta individuale Demetrio Chiodi ha inoltrato alla regione Calabria le seguenti richieste:
a) approvazione progetto ed elaborati tecnici industriali per recupero di 1.320 tonnellate/anno di rifiuti solidi assimilabili agli urbani;
b) autorizzazione ad effettuare lo smaltimento, recupero e riciclo di tale quantità di rifiuto;
in data 13 marzo 1996, la giunta regionale della Calabria ha approvato il progetto per la realizzazione dell'impianto industriale sperimentale di riciclaggio lastre e pellicole sviluppate da ubicarsi nel comune di Rossano e ha attribuito all'assessore all'ambiente la competenza in merito;
in data 21 marzo 1996, la ditta citata ha notificato all'assessore all'ambiente della regione Calabria ed al presidente della regione medesima lo studio di fattibilità ed il programma preventivo di spesa per la realizzazione del progetto approvato ai sensi della legge 441 del 1987 con la richiesta di convocazione per la redazione dell'atto di convenzione;
in data 6 giugno 1996, l'assessore all'ambiente della regione Calabria, in risposta alla richiesta della ditta Chiodi sul progetto per stoccaggio e trattamento di rifiuti solidi urbani (lastre e pellicole sviluppate) mediante criterio economico di recupero e riciclaggio di materie prime secondarie, ha dichiarato che nella fattispecie non ricorrono né i presupposti, né le condizioni richieste per stipulare l'atto di convenzione;


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in data 23 luglio 1996, l'assessore all'ambiente della regione Calabria ha precisato di avere autorizzato solo la realizzazione dell'impianto di riciclaggio rifiuti e che le altre autorizzazioni avrebbero potuto essere rilasciate solo ad opera ultimata e collaudata;
in data 21 maggio 1998 il signor Demetrio Chiodi ha depositato il brevetto per un impianto industriale chimico-fisico di rifiuti speciali assimilabili agli urbani e loro trattamento e smaltimento totale con integrale recupero di materie prime seconde e riciclaggio a circuito chiuso delle primarie acque di lavorazione;
le modifiche normative intervenute negli ultimi anni hanno reso ancora più incerta la vicenda in oggetto -:
il Governo non ritenga che debba essere fatta chiarezza sulla vicenda esposta e se non intenda attivarsi presso il Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti della regione Calabria affinché questi dia una risposta definitiva alla ditta Chiodi.
(4-06236)