Allegato B
Seduta n. 303 del 5/5/2003


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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
dal 1994, ovvero dall'inizio della prima guerra cecena, in base ai dati forniti da diverse organizzazioni per i diritti umani, sono stati uccisi tra i 100.000 e i 200.000 ceceni (tra il 10 e il 20 per cento della popolazione, per la gran parte civili), 170.000 hanno trovato rifugio fuori dalla Cecenia e 260.000 in altre parti del paese, mentre centinaia sono attualmente detenuti nei noti «campi di filtraggio»;
il conflitto armato continua inesorabilmente, e le violazioni dei diritti umani, non sembrano esaurirsi, ma al contrario appaiono fortemente incrementare;
è provata l'esistenza, all'interno delle forze armate russe di vere e proprie squadre della morte, i noti Kontrakniki, composte da ex criminali rilasciati a condizione che accettino di combattere in Cecenia, eseguendo su ampia scala operazioni di rastrellamento su base giornaliera, inclusa l'esecuzione sommaria di persone nelle aree coinvolte, furti, stupri, detenzione arbitraria e torture della popolazione civile;
esistono diversi rapporti che attestano l'uso da parte delle forze armate russe di armi proibite dalle due convenzioni di Ginevra, in particolare bombe a frammentazione ed armi chimiche, mentre le autorità russe hanno deciso di chiudere tutti i campi per rifugiati in Inguscezia, constringendo i profughi a far ritorno allo scenario di terrore, morte e distruzione da cui erano fuggiti;
secondo l'Osservatorio per i diritti Umani, in base ad un rapporto governativo non reso pubblico sull'attività criminale in Cecenia, nel gennaio 2001 sono stati uccisi 132 civili, mentre un successivo rapporto attesta come tra i mesi di gennaio e febbraio 2003 ci siano stati 70 omicidi, 126 detenzioni e 55 casi in cui sono stati ritrovati resti di corpi umani; in accordo con le statistiche sono state raccolte testimonianze che descrivono più di 185 crimini compiuti in Cecenia, nella gran parte dei quali sono implicate le forze federali dell'esercito russo;
all'interno di un documento proveniente dal governo Ceceno filorusso, ottenuto dal quotidiano Le Monde secondo un articolo del 14 aprile 2003, vengono riportati dati sulle fosse comuni di civili sul territorio della repubblica Cecena, raccolti dal ministero ceceno per le emergenze, in cui sono elencate 49 località con accanto il numero dei cadaveri esumati dalle fosse comuni;
questo bilancio, anche se non è possibile stabilire con certezza se relativo al 2002 o al 2003, fornisce la cifra ufficiale di 2.879 cadaveri trovati nelle fosse comuni cecene;
nell'arco del 2002, il governo russo ha ridotto al limite il flusso di informazioni provenienti e concernenti la Cecenia, rifiutando, tra l'altro di rinnovare il mandato dell'OSCE (Gruppo di Assistenza alla Cecenia) e di permettere l'ingresso nella regione da parte di diversi organismi speciali delle Nazioni Unite, oltre ad aver negato l'accesso all'Osservatorio per i Diritti Umani per la decima volta dall'inizio del conflitto;

impegna il Governo:

ad attivarsi, in sede ONU, affinché venga istituita una commissione di controllo della Nazioni Unite, volta a verificare lo stato della zona riguardo alle gravi violazioni denunciate, anche in relazione alle frequenti pressioni esercitate dal governo russo sui profughi ceceni;
a sostenere con decisione l'azione delle associazioni e organizzazioni che


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operano per l'affermazione ed il rispetto dei diritti umani fondamentali, in particolare quelle impegnate in Cecenia;
ad impiegare tutte le possibili vie diplomatiche per chiedere alla Russia di interrompere immediatamente la repressione;
ad adoperarsi per un'intesa con gli altri Governi dell'Unione europea, al fine di adottare nei confronti delle autorità russe una posizione comune di tutti gli Stati membri e candidati all'Unione, per legare strettamente gli accordi economici, commerciali e sociali all'effettivo rispetto dei diritti fondamentali del popolo ceceno;
a promuovere, in sede bilaterale e multilaterale, un'azione di sollecito verso la Russia affinché, come previsto dalle vigenti risoluzioni, istituisca una commissione nazionale d'inchiesta, e fornisca una ufficiale ammissione delle violazioni dei diritti umani internazionali e delle norme umanitarie commesse durante il conflitto.
(1-00202)
«Giachetti, Gentiloni Silveri, Realacci, Castagnetti».