a valutare l'opportunità, qualora persistano le carcerazioni e le esecuzioni sommarie, di sospendere tutti i programmi di aiuto pubblico a Cuba;
La Camera,
campagna per la democratizzazione di Cuba, che ha recentemente promosso una raccolta di firme per un referendum istituzionale, teso a introdurre il multipartitismo nello Stato centroamericano;
Cuba si sente minacciata dagli Stati Uniti, quale obiettivo della guerra contro il terrorismo -:
ad adottare tutti i mezzi diplomatici a propria disposizione, in sede bilaterale e multilaterale, al fine di ottenere la liberazione dei detenuti politici di cui in premessa, come anche degli altri arrestati nel corso degli anni passati, e a chiedere al Governo cubano spiegazioni in merito alle condanne dei sequestratori del traghetto di cui in premessa;
La Camera,
a sostenere in ogni sede internazionale l'immediata moratoria della pena di morte in ogni Paese;
La Camera,
ad adoperarsi per un'intesa con gli altri Governi dell'Unione europea, al fine
di adottare nei confronti delle autorità di Cuba una posizione comune di tutti gli Stati membri e candidati all'Unione, per legare strettamente gli accordi economici, commerciali e sociali all'effettivo rispetto dei diritti fondamentali del popolo dell'isola;
La Camera,
dissenso interno, agli arresti arbitrari, ai processi politici e alla negazione della libertà di stampa e di parola;
a manifestare l'opposizione del popolo italiano alla pena di morte in qualunque Paese ove essa è prevista, in tutte le sedi bilaterali ed internazionali, e ad accrescere gli sforzi per far aderire il maggior numero di Paesi alla moratoria internazionale;
La Camera
generale delle Nazioni unite il 10 dicembre 1948, in particolare gli articoli 10 e 19;
ad adottare tutti i mezzi diplomatici a propria disposizione, in sede bilaterale e multilaterale, al fine di ottenere la liberazione dei detenuti politici di cui in premessa, come di tutti coloro i quali, in forza di un processo sommario, sono rinchiusi da molti anni nelle carceri dell'isola;
La Camera
impegna il Governo
a chiedere spiegazioni al Governo cubano per le condanne e i processi sommari, ad attivarsi diplomaticamente, in sede bilaterale e multilaterale, affinché vengano liberati i detenuti politici di cui in premessa e tutti gli altri arrestati, ingiustamente imprigionati nel corso degli anni passati, e a chiedere al Governo cubano spiegazioni in merito alle esecuzioni dell'11 aprile 2003 dei sequestratori della nave cubana;
La Camera,
La Camera,
mettendo quindi a repentaglio il benessere sociale dei cittadini di quel paese;
premesso che:
continuano le barbarie perpetrate dal regime comunista a Cuba, che recentemente ha fatto arrestare circa 80 oppositori politici accusati di reati d'opinione;
il regime castrista, facendo ricorso alla violenza, impedisce la libertà di espressione e contravviene sistematicamente al rispetto dei diritti umani;
l'11 aprile 2003 sono stati giustiziati dopo un processo sommario tre degli undici dissidenti cubani che il 2 aprile 2003 hanno tentato una fuga via mare verso gli Stati Uniti d'America;
tra il tentativo di fuga e l'esecuzione della condanna sono trascorsi solo 9 giorni;
degli undici dissidenti sopra indicati, oltre ai tre già fucilati, quattro sarebbero stati condannati all'ergastolo, uno a 30 anni di reclusione, tre donne rispettivamente a 5, 3 e 2 anni di carcere;
una risoluzione del Parlamento europeo di Strasburgo ha condannato l'ondata di arresti avvenuti nelle ultime settimane, chiedendo la scarcerazione degli attivisti promotori del «progetto Varela» arrestati il 18 marzo 2003;
a monitorare costantemente l'atteggiamento del Governo cubano in merito alla libertà di espressione ed al rispetto dei diritti umani fondamentali;
a riferire al Parlamento che cosa intenda fare per stigmatizzare la grave situazione che è andata creandosi a Cuba.
(1-00189)
«Paoletti Tangheroni, Blasi, Azzolini, Angelino Alfano, Zorzato, Fallica, Cossiga, Rivolta, Zanettin, Mauro, Casero, Verro, Galvagno, Caligiuri, Marras, Arnoldi, Fontana, Lavagnini, Adornato, Palmieri, Bertolini, Cicchitto, Lainati, Milanato, Licastro Scardino, Santulli, Pinto, Cesaro, Perlini, Crosetto, Selva, Migliori, Landi di Chiavenna, Michelini».
premesso che:
il 18 marzo 2003 sono stati arrestati a Cuba 78 attivisti per i diritti politici nell'isola caraibica, molti dei quali appartenenti o sostenitori del «progetto Varela»,
i tribunali competenti hanno già comminato ai suddetti detenuti pene severe, dai 6 ai 28 anni di reclusione, con l'accusa di cospirazione politica in concorso con il Governo degli Stati Uniti, attraverso il nuovo capo della sezione di interessi Usa a Cuba, James Cason;
al processo ai dissidenti non sono stati ammessi né i giornalisti, né i diplomatici stranieri presenti nell'isola;
tra gli imputati figurano l'economista Martha Beatriz Roque, il poeta e giornalista Raul Rivero, il sindacalista Pedro Pablo Alvarez, il giornalista Ricardo Conzalez, direttore di una rivista di opposizione cubana, e il dissidente Elias Biscet;
il 4 aprile 2003 i giornalisti di Reporters sans Frontieres (Rsf) e diversi intellettuali francesi e cubani hanno occupato per protesta l'ufficio del turismo di Cuba a Parigi, in segno di protesta contro gli arresti, definendo Cuba «la più grande prigione per i giornalisti»;
alcuni gruppi di opposizione cubana, tra cui «Todos Unidos», il movimento per i diritti umani a Cuba, e «Assemblea per promuovere la società civile», hanno lanciato un appello alla comunità internazionale, perché intervenga al fine di ottenere la liberazione dei dissidenti arrestati;
dure condanne dell'accaduto sono state espresse da organizzazioni internazionali, come Amnesty International, nonché da diversi Governi e organizzazioni internazionali e dall'Unione europea;
l'11 aprile 2003 sono stati fucilati tre dei sequestratori del traghetto che il 2 aprile 2003 hanno tentato, senza riuscirvi, di approdare sulle coste degli Stati Uniti e altri quattro sono stati condannati a 30 anni di reclusione;
con un editoriale sul quotidiano spagnolo El Pais, il premio Nobel per la letteratura José Saramago, comunista e finora sostenitore del regime di Fidel Castro, ha preso le distanze dal Governo cubano a causa degli ultimi avvenimenti;
vista la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, in particolare gli articoli 10 e 19;
vista la risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani a Cuba, approvata il 10 aprile 2003;
preso atto delle intenzioni del Governo espresse nella III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera dei deputati, in risposta alle interrogazioni in merito agli arresti dei dissidenti di cui sopra;
considerato che nella Repubblica di Cuba i fondamentali diritti politici dei cittadini sono conculcati dal Governo di quel Paese, il quale, più volte negli anni passati, ha perseguitato gli oppositori del partito unico al potere, costruendo così un vero e proprio «embargo democratico» nei confronti dei cittadini cubani;
considerato che l'embargo economico contro Cuba adottato dagli Stati Uniti, lungi dall'indurre il Governo dell'isola a riforme democratiche, procura gravissimo nocumento all'economia cubana, mettendo quindi a repentaglio il benessere sociale dei cittadini di quel Paese;
considerato che, al contrario, maggiori relazioni internazionali, sia nell'ambito culturale che in quello commerciale, sono il presupposto per la diffusione dei valori universali di democrazia e di rispetto dei diritti umani: quindi, un più intenso contratto tra i Paesi occidentali e Cuba può essere uno strumento per indurre un processo di democratizzazione di quel Paese;
rilevato che l'ondata di repressione sta avvenendo nel momento in cui
dichiara la propria preoccupazione per la situazione dei diritti umani e politici a Cuba;
condanna gli arresti e le pene inflitte agli attivisti democratici di cui in premessa;
esprimendo la propria contrarietà alla pena di morte utilizzata da Cuba, come del resto ovunque perpetrata nel mondo, condanna le fucilazioni dei sequestratori del traghetto di cui in premessa;
a sostenere l'azione delle associazioni e organizzazioni che si battono per l'affermazione dei diritti umani e politici a Cuba e per la democratizzazione delle istituzioni cubane e a chiedere al Governo cubano la fine dell'«embargo democratico» nei confronti dei cittadini di Cuba;
ad agire, in concorso con l'Unione europea, al fine di spingere gli Usa a revocare l'embargo economico contro Cuba.
(1-00191)
«Folena, Violante, Sereni, Spini, Lumia».
premesso che:
la campagna istituzionale per l'abolizione della pena di morte in tutti i Paesi del mondo va sostenuta come principio generale di civiltà giuridica e morale;
il rispetto assoluto delle garanzie dell'imputato, della difesa e del contraddittorio nell'ambito del processo penale è principio altrettanto sacro ed inviolabile in qualunque parte del mondo;
i principi della democrazia sono ovunque da sostenere, così come il rispetto dei diritti umani deve rappresentare in ogni parte del mondo principio inviolabile, si tratti di cittadini americani, come di cittadini cubani, afgani o iracheni;
la Repubblica cubana è da quarant'anni strangolata, senza alcuna motivazione plausibile, da un embargo economico voluto dagli Usa;
nonostante ciò, la Repubblica cubana è all'avanguardia, incontestabilmente, nella tutela di diritti fondamentali, quali la sanità, l'infanzia, l'istruzione, il lavoro, la previdenza sociale: diritti, viceversa, negati o gravemente limitati negli altri Paesi dell'America latina;
nei mesi passati, cinque cittadini di origine cubana, impegnati in azioni di antiterrorismo, sono stati condannati da un tribunale di Miami, nell'ambito di un processo farsa, senza alcuna elementare garanzia di difesa, a pene durissime, quali numerosi ergastoli con la pena accessoria del divieto perpetuo di incontro con i familiari;
la Repubblica cubana è da anni oggetto di atti di terrorismo e di pirateria internazionale (che, tra l'altro, hanno causato la morte anche di un cittadino italiano) organizzati da autentiche associazioni a delinquere di stampo terroristico di fuoriusciti sostenuti dagli Usa;
a sostenere in ogni sede internazionale l'immediata revoca dell'embargo verso Cuba, illegale ed ingiustificato dal punto di vista del diritto internazionale;
a chiedere alle autorità legittime della Repubblica cubana un atto di clemenza, rispettoso della sovranità popolare di quel Paese, nei confronti di coloro che sono stati recentemente condannati;
a chiedere alle autorità degli Usa di consentire la revisione del processo farsa contro i cinque cittadini di origine cubana recentemente condannati a Miami, processo da tenersi presso un giudice non influenzabile dalla potente lobby anti-cubana presente in Florida e, dunque, in altro Stato e di fronte a un giudice terzo;
ad incrementare i già intensi rapporti economici, culturali, civili tra l'Italia e Cuba, anche al fine di favorire, attraverso la fine dell'isolamento di Cuba, un autonomo e sovrano processo riformista di quel Paese.
(1-00192)
«Diliberto, Armando Cossutta, Rizzo, Bellillo, Maura Cossutta, Nesi, Pistone, Sgobio, Vertone, Boato».
premesso che:
il regime comunista di Fidel Castro, dopo 43 anni di sanguinaria dittatura a Cuba, ha avviato nell'isola caraibica una nuova, cruenta campagna di persecuzione contro l'opposizione interna;
il 18 marzo 2003 sono stati arrestati 78 dissidenti, colpevoli, per il regime, di non meglio definite «attività cospirative contro l'indipendenza e l'integrità territoriale del Paese». Fra di essi, spiccano i nomi di Hector Palacio, promotore di un referendum per le riforme democratiche, del poeta Raul Rivero e del direttore dell'unica rivista di opposizione Ricardo Conzalez;
un tribunale cubano ha emesso, il 7 aprile 2003, le prime sentenze, infliggendo pesantissime condanne, che vanno dai 18 ai 25 anni di carcere;
i dissidenti cubani condannati - fra i quali c'è anche l'unica donna arrestata, l'economista Marta Beatriz Roque - saranno trasferiti nelle carceri di massima sicurezza del regime;
per gli altri oppositori arrestati, i magistrati cubani hanno chiesto vari ergastoli e centinaia di anni di carcere;
l'11 aprile 2003 il regime castrista ha intrapreso una sanguinosa rappresaglia contro i tre dirottatori del traghetto «Baragua», fucilandoli dopo un processo sommario durato tre giorni. Il Ministro degli esteri cubano, Felipe Perez Roque, ha giustificato l'accaduto, definendolo «una misura dissuasiva»;
vi è stata la condanna dei principali organismi internazionali, che hanno stigmatizzato le violenze del sanguinario dittatore Fidel Castro, il quale ha confermato, ancora una volta, la natura oppressiva e violenta del suo regime, che, da 43 anni al potere, ha del tutto annullato i diritti umani e i principi di democrazia nell'isola caraibica, senza che nessun partito comunista, italiano o di altro Paese europeo, abbia mai apertamente preso le distanze;
in Italia, alla giusta condanna delle istituzioni, si sono sottratti alcuni partiti politici della sinistra, come i Comunisti italiani, che hanno confermato la propria vicinanza ideale al lìder maximo e hanno cercato di difendere Fidel, definendolo «un partigiano»;
gli stessi numerosi rapporti di enti locali italiani con le autorità cubane, anziché risultare utili alla soluzione dei problemi economici e commerciali e all'affermazione dei diritti umani del popolo cubano, sono serviti, soprattutto, a conferire una patente di credibilità ed efficacia sociale alla guida politica della dittatura castrista -:
ad adoperarsi, nei limiti delle proprie competenze, a vigilare affinché l'azione degli enti locali non finisca col contribuire alla permanenza del regime comunista di Fidel Castro;
ad impiegare tutte le possibili vie diplomatiche per chiedere la scarcerazione dei dissidenti cubani e far cessare le esecuzioni sommarie di oppositori del regime;
a valutare l'opportunità di sospendere i programmi di aiuto pubblico a Cuba e di adoperarsi, per vie diplomatiche, per il mantenimento dell'embargo Usa, fin quando l'isola caraibica sarà sottoposta al regime autoritario del dittatore comunista Fidel Castro.
(1-00193)
«La Russa, Selva, Airaghi, Alboni, Amoruso, Anedda, Armani, Arrighi, Ascierto, Bellotti, Benedetti Valentini, Bocchino, Bornacin, Briguglio, Buontempo, Butti, Cannella, Canelli, Cardiello, Carrara, Caruso, Castellani, Catanoso, Cirielli, Cola, Giorgio Conte, Giulio Conti, Coronella, Cristaldi, Delmastro delle Vedove, Fasano, Fatuzzo, Fiori, Foti, Fragalà, Franz, Gallo, Gamba, Geraci, Ghiglia, Alberto Giorgetti, Gironda Veraldi, La Grua, La Starza, Lamorte, Landi di Chiavenna, Landolfi, Leo, Lisi, Lo Presti, Losurdo, Maceratini, Maggi, Malgieri, Gianni Mancuso, Luigi Martini, Mazzocchi, Menia, Meroi, Messa, Migliori, Mussolini, Angela Napoli, Nespoli, Onnis, Paolone, Patarino, Antonio Pepe, Pezzella, Porcu, Raisi, Ramponi, Riccio, Ronchi, Rositani, Saglia, Saia, Garnero Santanchè, Scalia, Serena, Strano, Taglialatela, Trantino, Villani Miglietta, Zaccheo, Zacchera».
premesso che:
i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo devono rappresentare l'architrave sul quale ogni società deve poggiare le proprie fondamenta;
tali principi continuano ad essere conculcati da un sistema economico internazionale profondamente iniquo, nel quale una ristretta minoranza di persone detiene nelle proprie mani private immense risorse e ricchezze, mentre la grande maggioranza dell'umanità è costretta a sopravvivere nell'indigenza, subendo l'espropriazione delle proprie risorse naturali e lo sfruttamento di uomini, donne e bambini;
i piani di aggiustamento strutturale della Banca mondiale, i progetti di «risanamento» del Fondo monetario internazionale, la progressiva cancellazione da parte dei round del Wto delle norme e delle leggi internazionali a protezione dell'ambiente, dei lavoratori, delle donne e dell'infanzia costringono molti Governi a smantellare ogni economia di sussistenza, portando interi popoli e territori ad un vero e proprio olocausto umano ed ambientale;
tale sistema economico responsabile di immensi orrori è globalmente conosciuto come neoliberismo. Contro di esso e le sue conseguenze, movimenti sociali in tutto il pianeta si sono attivati per costruire un futuro di dignità, libertà e giustizia per l'intera umanità;
i successi ottenuti da Cuba, nonostante un embargo illegale unilateralmente proclamando dagli Stati Uniti, contro la mortalità infantile, l'analfabetismo, le malattie, la fame non possono servire a giustificare il ricorso alla repressione del
il ricorso alla pena di morte, inoltre, è comunque e sempre ingiustificabile. La sua cancellazione dagli ordinamenti giuridici dei singoli Stati rappresenta una conquista di civiltà fondamentale, alla quale non si può derogare neanche nei casi estremi della guerra o di un tentativo, operato dall'esterno, di strangolamento economico (embargo);
alla sistematica violazione del diritto internazionale e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, prodotta dall'attuazione della guerra preventiva ed infinita dell'amministrazione Bush, non si può rispondere seguendola sul suo stesso terreno, negando diritti civili dei propri cittadini o procedendo ad esecuzioni sommarie. Alla vergogna delle prigioni lager di Guantanamo non si può rispondere con altri tribunali speciali e con condanne per reati d'opinione;
condanna come aberranti ed assolutamente inaccettabili le condanne a morte comminate dallo Stato di Cuba a suoi tre cittadini, così come quelle comminate ed eseguite da qualsiasi altro Stato contro esseri umani;
ad assumere tutte le iniziative necessarie per la revoca dell'embargo economico statunitense a Cuba, rifiutandosi di condizionare gli scambi economici e gli investimenti dell'Italia con Cuba a disposizioni unilaterali disposte al di fuori dei legittimi organismi internazionali, e, anzi, a promuovere una specifica e intensa attività di eque relazioni economiche e commerciali da parte del nostro Paese con Cuba;
a chiedere che siano rispettati i diritti umani in tutta l'isola di Cuba, sia attraverso la richiesta del rilascio dei condannati per reati di opinione, sia attraverso la richiesta di chiusura del carcere lager della base Usa di Guantanamo, permettendo l'applicazione ai detenuti, ivi reclusi, delle disposizioni della Convenzione di Ginevra e il rispetto dello stato di diritto.
(1-00194)
«Bertinotti, Giordano, Deiana, Titti De Simone, Alfonso Gianni, Mantovani, Mascia, Pisapia, Russo Spena, Valpiana, Vendola».
premesso che:
negli ultimi tempi si sta registrando a Cuba un drastico restringimento della libertà ed un soffocamento del dissenso politico, arrivato fino al punto di punire con la fucilazione tre cittadini cubani, colpevoli di aver tentato la fuga dall'isola;
i tribunali dell'isola hanno comminato ai promotori di una raccolta di firme per un referendum istituzionale, volto ad introdurre il multipartitismo nello stato centro-americano, pene severe che ipotizzano il reato di cospirazione politica in concorso con il Governo degli Stati Uniti, fino a ventotto anni di reclusione;
alcuni dissidenti sono stati processati praticamente a porte chiuse, dal momento che è stata interdetta la possibilità di assistere al processo sia a giornalisti, sia a diplomatici stranieri presenti nell'isola;
dure condanne dell'accaduto sono state espresse da organizzazioni internazionali, come Amnesty international, nonché da diversi Governi e organizzazioni internazionali e dall'Unione europea;
vista la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall'Assemblea
vista la risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani a Cuba, approvata il 10 aprile 2003;
preso atto delle intenzioni del Governo espresse nella III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera dei deputati, in risposta alle interrogazioni in merito agli arresti dei dissidenti di cui sopra;
esprime ferma condanna per gli arresti e le pene inflitte ai rappresentanti dell'opposizione e, in particolare, per le inumane fucilazioni dei tre dirottatori;
a sostenere l'azione delle associazioni e organizzazioni che si battono per l'affermazione dei diritti umani e politici a Cuba e per la democratizzazione delle istituzioni cubane;
ad agire, in concorso con l'Unione europea, rispettivamente nei confronti dell'amministrazione Usa, affinché venga revocato l'embargo economico, e nei confronti del Governo cubano, affinché, contestualmente, assicuri l'avvio di un processo democratico di cui la popolazione cubana avverte, per prima, il bisogno.
(1-00195)
«Castagnetti, Monaco, Loiero, Giachetti».
premesso che:
il 18 marzo 2003 sono stati arrestati a Cuba 78 attivisti dei diritti umani, oppositori politici, intellettuali, giornalisti indipendenti, promotori del progetto Varala, aderenti ad altri gruppi cubani per la democrazia e sindacalisti;
all'indomani degli arresti e dopo un processo sommario al quale non è stata ammessa la presenza dei giornalisti, ai suddetti detenuti sono state inflitte pesanti condanne, dai 6 ai 28 anni di carcere con l'accusa di cospirazione politica;
il 4 aprile 2003 i giornalisti di Reporters sans Frontières (Rsf) e diversi intellettuali francesi e cubani hanno occupato l'ufficio del turismo di Cuba a Parigi, in segno di protesta contro l'ondata repressiva di arresti;
l'11 aprile 2003 sono stati fucilati tre prigionieri, accusati di terrorismo, che facevano parte del gruppo di dirottatori che il 2 aprile 2003 aveva tentato, senza riuscirvi, di dirigere sulle coste degli Stati Uniti una nave cubana con diverse decine di passeggeri a bordo, ai quali non è stato fatto alcun tipo di violenza; altri quattro sequestratori sono stati condannati a 30 anni di reclusione;
dure condanne dell'accaduto sono state espresse da diversi Governi, dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali, come Amnesty international, che ha definito il grave accaduto come «un'ingiustificabile erosione dei diritti umani in quel Paese»; nel comunicato diffuso l'organizzazione paventa il rischio che le esecuzioni, eseguite a neanche tre settimane dall'inizio del processo, siano uno sviluppo molto preoccupante per i diritti umani, non soltanto perché pongono fine ai tre anni di moratoria, ma anche perché i tre prigionieri uccisi hanno subito un processo sommario e i loro appelli alla Corte Suprema e al Consiglio di Stato sono stati trattati in modo offensivo e completamente inadeguato. Inoltre, si accusa il Governo cubano di aver continuato ad imprigionare persone colpevoli soltanto di tentare pacificamente di esercitare il proprio diritto di libertà di espressione, riunione ed associazione. Forti limitazioni a queste libertà, infatti, rimangono codificate all'interno della legislazione cubana;
preso atto delle intenzioni del Governo espresse presso la III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera dei deputati, in risposta alle interrogazioni in merito agli arresti dei dissidenti di cui sopra;
considerata la recente risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani a Cuba, approvata il 10 aprile 2003;
considerata la risoluzione, promossa in sede Onu da «Nessuno Tocchi Caino», e approvata il 24 aprile 2003 dalla Commissione diritti umani dell'Onu per la moratoria delle esecuzioni capitali e l'abolizione della pena di morte;
considerato che, nonostante la risoluzione Onu sia stata approvata per il settimo anno consecutivo, la pena di morte non è stata messa in discussione, anzi è stata applicata in modo sommario dal Governo cubano;
considerato che l'embargo economico imposto a Cuba dagli Stati Uniti continua a contribuire al clima del non rispetto dei diritti fondamentali e a procurare gravi disagi al popolo cubano;
considerato che sono all'esame dell'amministrazione degli Stati Uniti d'America varie possibilità per inasprire ulteriormente l'embargo in risposta ai recenti arresti effettuati dal regime castrista, come il blocco dei visti per gli Stati Uniti, delle rimesse che gli immigrati cubani spediscono a casa e dei voli charter tra i due Paesi, e che potrebbero, però, indebolire, invece di rafforzare, i dissidenti cubani;
considerato il contesto nel quale avviene l'intensificazione della repressione politica a Cuba e l'interruzione della moratoria, in cui gli Stati Uniti considerano anche Cuba tra gli obiettivi della guerra contro il terrorismo;
condanna le esecuzioni e gli arresti sommari effettuati dal Governo castrista, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani del popolo cubano;
a sostenere l'azione delle associazioni e organizzazioni che si battono per l'affermazione dei diritti umani e politici a Cuba e per la democratizzazione delle istituzioni cubane e a chiedere al Governo cubano la fine dell'«embargo democratico» nei confronti dei cittadini di Cuba;
ad agire, in concorso con l'Unione europea, al fine di spingere gli Usa a revocare l'embargo economico contro Cuba.
(1-00196)
«Cima, Zanella, Boato, Pecoraro Scanio, Bulgarelli, Cento, Lion».
(28 aprile 2003)
premesso che:
il regime comunista nei giorni scorsi a Cuba ha fatto arrestare e condannare 78 oppositori politici accusati di reati di opinione; fra di essi spiccano i nomi di Hector Palacio, promotore di un referendum per le riforme democratiche, del poeta Raul Rivero, del direttore dell'unica rivista di opposizione Ricardo Gonzalez, dell'economista Marta Beatriz Roque;
l'11 aprile sono stati giustiziati dopo un processo sommario tre cittadini cubani che avevano tentato la fuga via mare verso gli Stati Uniti d'America, dirottando il traghetto «Baragua»;
il regime castrista, facendo ricorso alla violenza impedisce la libertà di espressione e contravviene sistematicamente al rispetto dei diritti umani;
preso atto che una risoluzione del Parlamento europeo di Strasburgo ha condannato l'ondata di arresti avvenuti nelle ultime settimane chiedendo la scarcerazione degli attivisti promotori del progetto Varela arrestati lo scorso 18 marzo;
qualora persistano le carcerazioni e le esecuzioni sommarie, a sospendere tutti i programmi di aiuto pubblico allo sviluppo sia bilaterale che multilaterale verso Cuba;
ad impiegare tutte le possibili vie diplomatiche per chiedere la scarcerazione dei dissidenti cubani e far cessare le esecuzioni nell'isola;
a monitorare costantemente l'atteggiamento del governo cubano in merito alla libertà di espressione ed al rispetto dei diritti umani fondamentali;
ad adoperarsi per un'intesa con gli altri governi dell'Unione europea, al fine di adottare nei confronti delle autorità di Cuba una posizione comune di tutti gli Stati membri e candidati all'Unione, per legare strettamente gli accordi economici, commerciali e sociali all'effettivo rispetto dei diritti fondamentali del popolo dell'isola;
ad adoperarsi con una costante azione di indirizzo affinché l'attività degli enti locali verso Cuba sia coerente con una politica tesa a conseguire un processo di democratizzazione dell'isola.
(1-00197)(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento) «La Russa, Paoletti Tangheroni, Naro, Guido Giuseppe Rossi, Moroni, Selva, Palmieri».
premesso che:
il regime totalitario a Cuba negli ultimi tempi sta determinando un drastico restringimento della libertà ed un soffocamento del dissenso politico, arrivato fino al punto di punire con la fucilazione tre cittadini cubani colpevoli di aver tentato la fuga dall'isola;
i tribunali di Cuba hanno comminato ai promotori di una raccolta di firme per un referendum istituzionale, volto a introdurre il multipartitismo nello Stato centro-americano, pene severe che ipotizzano il reato di cospirazione politica in concorso con il governo degli Stati Uniti, fino a ventotto anni di reclusione;
alcuni dissidenti sono stati processati praticamente a porte chiuse, dal momento che è stata interdetta la possibilità di assistere al processo sia a giornalisti, sia a diplomatici stranieri presenti nell'isola;
dure condanne dell' accaduto sono state espresse da diverse organizzazioni internazionali, come Amnesty international e Reporters sans Frontières, nonché da diversi governi e organizzazioni internazionale e dall'Unione europea e da un vasto mondo di intellettuali e di personalità della cultura;
vista la Dichiarazione universale dei diritti umani adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni unite il 10 dicembre 1948 e in particolare gli articoli 10 e 19;
vista la risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani a Cuba approvata il 10 aprile 2003;
preso atto delle intenzioni del Governo espresse nella III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera dei deputati, in risposta alle interrogazioni in merito agli arresti dei dissidenti di cui sopra;
considerato che l'embargo economico contro Cuba adottato dagli Stati Uniti, lungi dall'indurre il governo dell'isola a riforme democratiche, procura gravissimo nocumento all'economia cubana,
considerato che al contrario maggiori relazioni internazionali, sia nell'ambito culturale che in quello commerciale, sono il presupposto per la diffusione dei valori universali di democrazia e di rispetto dei diritti umani: quindi, un più intenso contatto tra i paesi occidentali e Cuba può essere uno strumento per indurre un processo di democratizzazione di quel paese;
rilevato che l'ondata di repressione sta avvenendo nel momento in cui Cuba si sente minacciata dagli Stati Uniti, quale obiettivo della guerra contro il terrorismo;
esprime ferma condanna per gli arresti e le pene inflitte ai rappresentanti dell'opposizione e, in particolare, per le inumane fucilazioni dei tre dirottatori;
ad adottare tutti i mezzi diplomatici a propria disposizione, in sede bilaterale e multilaterale, al fine di ottenere la liberazione dei detenuti politici di cui in premessa, come di tutti coloro i quali, in forza di un processo sommario, sono rinchiusi da molti anni nelle carceri dell'isola;
ad agire affinché venga dato seguito a Cuba alle risoluzioni Onu per la moratoria delle esecuzioni capitali e l'abolizione della pena di morte;
a sostenere l'azione delle associazioni e organizzazioni che si battono per l'affermazione dei diritti umani e politici a Cuba e per la democratizzazione delle istituzioni cubane;
ad agire, in concorso con l'Unione europea, rispettivamente nei confronti dell'amministrazione USA affinché venga revocato l'embargo economico e nei confronti del governo cubano affinché assicuri la fine dell'embargo democratico ovvero l'avvio di un processo di riforma democratica di cui la popolazione cubana avverte, per prima, il bisogno.
(1-00199)(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento) «Folena, Loiero, Intini, Cima, Pisicchio, Castagnetti, Violante, Boato, Monaco, Spini, Sereni, Grillini.